Mobile learning per l`integrazione di gruppi a rischio di - Je-LKS
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Mobile learning per l`integrazione di gruppi a rischio di - Je-LKS
Applications Mobile learning per l’integrazione di gruppi a rischio di marginalizzazione Maria Ranieri1, Giovanni Bonaiuti1, Antonio Fini1, Pierfranco Ravotto2 Università degli Studi di Firenze, 2Consulente ICT e Didattica 1 [email protected],[email protected],antonio.fini@unifi. it, [email protected] Parole chiave: Mobile Learning , ubiquitous learning, multimedia learning, e-inclusion Abstract Inclusione e coesione sociale sono due degli obiettivi che l’Unione Europea ha più volte proclamato, nei suoi documenti, nel corso degli ultimi dieci anni. Allo stesso tempo, le politiche comunitarie hanno sottolineato il ruolo che le ICT possono svolgere per favorire le opportunità di partecipazione ed integrazione dei cittadini più svantaggiati. In questo contesto, il progetto ENSEMBLE, ivi presentato, si propone di mettere a punto una strategia d’impiego delle tecnologie della comunicazione per promuovere l’integrazione socio-culturale dei cittadini immigrati, facendo leva sull’uso di tecnologie come il lettore MP3 e il telefono cellulare, e sperimentando metodologie didattiche e formati comunicativi adatti agli strumenti impiegati. Il presente lavoro si focalizza, in particolare, sul design didattico-comunicativo di MMS1. 1 Ringraziamo il prof. A. Calvani, responsabile del progetto, per aver acconsentito alla pubblicazione del presente lavoro. Journal of e-Learning and Knowledge Society — Vol. 5, n. 2, giugno 2009 (pp. 91 - 101) — Applications - Vol. 5, n. 2, giugno 2009 1 Introduzione La diffusione sempre più massiccia di nuovi device sta facendo emergere un inedito fenomeno: si parla di ‘connected and mobile society’, per riferirsi alla varietà di fonti informative e strumenti di comunicazione oggi disponibili in ogni luogo, a casa, sul posto di lavoro, a scuola e così via. Rheingold (2003) descrive questa trasformazione addirittura come l’inizio della prossima rivoluzione sociale. Queste novità stanno investendo anche il mondo della formazione: progetti e iniziative formative basate sull’impiego di tecnologie mobili stanno proliferando in tutto il mondo. Nonostante ciò, siamo ancora agli esordi e, per quanto si intravvedano grandi potenzialità, poche sono, per ora, le esperienze di successo e molte le questioni aperte: Come progettare esperienze d’apprendimento in modalità mobile? Quali modelli didattici e comunicativi sono più efficaci? Quali soluzioni tecnologiche possono favorire una partecipazione ampia degli utenti? In questo lavoro, ci occuperemo di un caso specifico, il progetto ENSEMBLE1, un’iniziativa di m-learning finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Lifelong Learning Programme (2008-10). L’interesse dell’esperienza risiede nel tentativo di conciliare lo sviluppo di una metodologia formativa innovativa con l’istanza di coinvolgere soggetti a rischio di esclusione nell’ottica di arginare le numerose barriere (tecnologiche, culturali, cognitive, sociali) che attraversano le nostre società contemporanee e che le tecnologie, specie quelle più innovative, rischiano di moltiplicare. Dopo aver illustrato gli elementi di background del progetto, i suoi obiettivi e la sua articolazione, ci soffermeremo sulle problematiche didattiche e comunicative emerse in fase di progettazione ed implementazione dei contenuti multimediali erogati attraverso telefonia mobile. 2 Background 2.1 Cittadinanza e inclusione digitale Inclusione e coesione sociale sono due obiettivi che, nel corso degli ultimi dieci anni, l’Unione Europea ha più volte proclamato nei suoi documenti, richiamando l’attenzione, tra le altre cose, sul ruolo che le ICT possono svolgere. Queste ultime, infatti, se adottate all’interno di interventi sensibili alle implicazioni etiche e sociali delle tecnologie, possono accrescere le opportunità di partecipazione ed integrazione dei cittadini più svantaggiati. Questo tema, a cui nel lessico istituzionale europeo ci si riferisce con l’espressione e-inclusion (electronic inclusion), è stato oggetto della Dichiarazione Ministeriale di Riga 1 92 Sito Internet del progetto: http://www.ensembleproject.org. Maria Ranieri, Giovanni Bonaiuti, Antonio Fini, Pierfranco Ravotto - Mobile Learning per l’integrazione di gruppi a rischio di marginalizzazione del 2006 su “Le TIC per una società dell’informazione inclusiva”2 e dell’iniziativa “i2010 - Partecipare alla Società dell’Informazione” (Commissione Europea, 2007). In generale, queste comunicazioni sollecitano a favorire la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, anche in situazioni di svantaggio sociale o personale. L’inclusione digitale viene indicata come una condizione necessaria per garantire l’equità e la giustizia sociale, in quanto l’impossibilità di accedere alle risorse informative digitali costituisce oggi un pesante fattore di discriminazione. Rientrano nella prospettiva dell’e-inclusion anche le svariate iniziative promosse a livello internazionale sul fronte del digital divide (Warschauer, 2003). Esse muovono dall’idea secondo cui migliorare l’accesso tecnico e sociale alle TIC sia una condizione necessaria per garantire quella cittadinanza cognitiva oggi necessaria per vivere nella società della conoscenza. Questi aspetti sono stati evidenziati in più occasioni anche dall’UNESCO ed in particolare nel corso del primo vertice mondiale sulla Società dell’Informazione (Ginevra 2003 e Tunisi 2005). 2.2 Apprendimento e mobilità Mobile learning è il nuovo termine che sta conquistando terreno nel lessico delle tecnologie educative. Che cosa si intende con questa espressione? Quali sono i principali orientamenti di ricerca sul m-learning? Non è facile delineare un quadro esaustivo degli indirizzi correnti, data la novità del fenomeno; si possono, tuttavia, distinguere in letteratura quattro principali prospettive (Winters, 2007): • Tecnocentrica: è ancora la visione dominante che interpreta il m-learning come apprendimento basato sull’uso di tecnologie mobili; qui l’attenzione cade sulle tecnologie e l’aggettivo ‘mobile’ si riferisce alla portabilità del dispositivo utilizzato per apprendere. • e-learning-oriented: in questa prospettiva, il m-learning si caratterizza come un’estensione dell’e-learning, ossia come una forma di e-learning basata sull’uso di tecnologie mobili e trasmissione wireless (cfr. ad es. Milrad, 2003). Questo accostamento non aiuta però a comprendere in cosa consista lo specifico del m-learning e a coglierne le peculiarità. • Integrativa rispetto all’educazione formale: in questo caso il m-learning viene considerato come una forma di apprendimento informale in quanto può avvenire in ogni luogo e in ogni tempo (Cavus e Ibrahim, 2009). Ciò non è tuttavia sufficiente per differenziare il m-learning da altre forme di educazione a distanza, che per definizione si basano sulla possibilità di collocare il rapporto educativo in un setting svincolato 2 Cfr. in Internet: http://www.pubbliaccesso.it/notizie/2006/riga.htm. 93 — Applications - Vol. 5, n. 2, giugno 2009 dalle variabili spazio-temporali. • Centrata sullo studente: un altro filone di ricerca ha progressivamente spostato il focus dal carattere mobile degli strumenti alla mobilità dello studente (Sharples, 2005), avviando una riflessione più articolata sul concetto di apprendimento in mobilità. Qui l’enfasi cade non tanto sulla possibilità di consultare materiali, quanto sul poterlo fare in un “contesto” di vita potenzialmente connaturato con l’oggetto stesso dell’apprendimento e avvalendosi delle potenzialità della comunicazione interpersonale. Teorie di riferimento per questo approccio sono l’Activity Theory di Engeström (2001) e il Conversational Framework di Laurillard (2002). Il dibattito sulle potenzialità e le peculiarità del m-learning sta rapidamente crescendo come pure le ricerche e le verifiche sperimentali, ma la strada da percorrere appare essere ancora lunga. 2.3 Mobile learning e gruppi svantaggiati Quali vantaggi il m-learning può presentare per la formazione di soggetti a rischio di esclusione sociale? Esistono o siamo di fronte ad un’altra utopia nel mondo delle tecnologie applicate all’educazione? Sicuramente è presto per avanzare conclusioni in merito. E’ pur vero, però, che la penetrazione di dispositivi come il cellulare e il lettore MP3 ha in pochi anni raggiunto percentuali molto elevate superando la diffusione di internet. Ad esempio, l’indagine annuale dell’Istat3 sulle condizioni di vita degli italiani mostra come in Italia, nel 2007, solo il 47,8% delle famiglie possiede un computer a casa, ancora meno diffuso è l’accesso ad internet domestico (38,8%), mentre è molto elevata la disponibilità di cellulari (85,5%). Questi dati sono in linea con tendenze generali riscontrabili anche a livello europeo4. La sempre maggiore disponibilità di questi dispositivi, la loro versatilità e portabilità stanno alimentando l’interesse verso l’impiego di tali strumentazioni in contesti svantaggiati (Kim, 2009) in cui una connessione ad internet manca, ma i cellulari sono presenti. Oggi, dispositivi mobile a basso costo possono immagazzinare ed erogare grosse quantità di informazioni offrendo opportunità promettenti per ridurre le disuguaglianze a livello globale. Il m-learning, inoltre, permette di raggiungere anche popolazioni isolate. 3 4 94 Si veda in Internet: http://www.istat.it/dati/catalogo/20081002_00. Si rimanda ai dati dell’International Telecommunication Union (ITU), in Internet: http://www.itu.int/ITU-D/ict/statistics/ict/ index.html. Maria Ranieri, Giovanni Bonaiuti, Antonio Fini, Pierfranco Ravotto - Mobile Learning per l’integrazione di gruppi a rischio di marginalizzazione 3 Il progetto ENSEMBLE: contesto, obiettivi, struttura ENSEMBLE, che in francese significa “insieme”, sta per European citizeNShip lifElong MoBile Learning. Promotore del progetto è il Dip. di Scienze dell’Educazione dell’Università di Firenze; il partenariato è costituito da due enti pubblici - il distretto francese di Yvelines e il Comune di Prato - e dalla sezione inglese dell’azienda tecnologica GiuntiLabs. L’iniziativa muove da esperienze pregresse e tuttora in atto quali la sperimentazione dei podcast nella didattica nelle scuole del distretto di Yvelines, e l’uso di SMS da parte del Comune di Prato per l’informazione dei cittadini. Con ENSEMBLE i partner hanno inteso sviluppare queste esperienze, nell’ottica di mettere a punto modelli e sistemi adatti per forme di apprendimento ubiquitario ed inclusive. Il progetto si propone infatti di: 1) sperimentare una metodologia didattica innovativa, basata sull’uso di tecnologie mobili, per lo sviluppo di azioni formative destinate a soggetti potenzialmente a rischio di esclusione sociale; 2) valutare se e a quali condizioni l’utilizzo di tecnologie mobili possa effettivamente offrire opportunità per favorire l’integrazione socio-culturale. I destinatari sono costituiti da studenti della scuola media inferiore e relativi genitori, prevalentemente, ma non esclusivamente, migranti di prima e seconda generazione. Questo target presenta delle specificità che hanno avuto implicazioni sul piano delle scelte progettuali. In particolare, gli studenti stranieri presentano un livello disomogeneo di competenza linguistica e la gran parte si attesta su livelli medio-bassi; ancor più questo vale per i loro genitori. Inoltre, questi ultimi non partecipano di solito alla vita scolastica dei loro figli, sono difficilmente contattabili dagli insegnanti e non si recano a scuola per i colloqui. Infine, le dotazioni tecnologiche personali degli utenti, specie dei cittadini immigrati, sono prevalentemente costituiti da cellulari non di “ultima generazione”. La sperimentazione si svolgerà in due diverse città europee: nell’area del comune di Prato, dove vive una delle più numerose comunità cinesi in Italia, e parallelamente a Versailles, nel distretto di Yvelines, caratterizzato da una forte presenza di immigrati africani. Sul piano tecnologico si è optato per apparecchi piuttosto diffusi nelle due fasce di utenza del progetto. La gran parte degli adulti possiede oggigiorno un telefono cellulare, mentre è molto diffuso tra i ragazzi l’uso del lettore Mp3 . Questi dispositivi rendono disponibili due diversi formati di comunicazione asincrona impiegabili in ambito formativo: MMS5 per i telefonini e podcast per i lettori MP3.6 5 Il Multimedia Messaging Service (MMS) è un servizio di messaggistica telefonica asincrono capace di trasmettere messaggi contenenti oggetti multimediali (immagini, audio, video, testo formattato). 6 Si veda in Internet il rapporto del CENSIS del 2008: http://www.censis.it/files/Ricerche/2008/Sintesi_7_rapcom.pdf. 95 — Applications - Vol. 5, n. 2, giugno 2009 La diffusione degli MMS, che riguarderà la popolazione adulta, avverrà attraverso un sistema telematico che consente di inviare quotidianamente, via web, una serie di messaggi multimediali. Per dialogare con un tutor di percorso i corsisti potranno usare gli SMS, mentre incontri in presenza periodici daranno luogo ad occasioni di dibattito. La diffusione dei podcast per gli studenti avverrà, invece, attraverso la piattaforma Moodle in modo da poter offrire anche altre opportunità formative (ad es., risorse didattiche multimediali e ambienti per discutere e confrontarsi). L’intervento formativo ruota intorno a quattro filoni tematici selezionati privilegiando argomenti legati all’educazione alla cittadinanza in una prospettiva interculturale ed europea, e alla vita e ai problemi dei pre-adolescenti in contesto scolastico ed extrascolastico, osservati sia nell’ottica degli studenti che dei genitori. L’intento è quello di promuovere nei soggetti consapevolezza nei riguardi dei diritti e doveri impliciti nella convivenza in società multiculturali e, al tempo stesso, di favorire l’avvicinamento scuola-genitori-studenti. I contenuti formativi sono stati organizzati in quattro moduli didattici. Ogni modulo viene sviluppato in due versioni: una per i genitori, basata su un complesso di 160 MMS, una per gli studenti, basata su un ambiente Moodle con learning object e 64 podcast. Nel proseguo analizzeremo soprattutto le problematiche didattiche e comunicative emerse in fase di progettazione e sviluppo degli MMS. 4 Elementi di design didattico-comunicativo per MMS 4.1 Dispositivi mobile: affordances e criticità Considerando la dimensione più strettamente pedagogico-didattica, la ricerca si sta ancora interrogando circa il valore aggiunto dei dispositivi mobili rispetto ad altre tecnologie. Laurillard (2007), ad esempio, sottolinea come su questo versante ci sia ancora molto da fare e propone una chiave di lettura. Secondo questa studiosa, il carattere innovativo del m-learning non va tanto ricercato in aspetti quali la flessibilità spazio-temporale o la natura costruttivista delle esperienze di apprendimento consentite, quanto piuttosto nel fatto che le tecnologie mobili permettono di realizzare attività di apprendimento “digitalmente-facilitate in un luogo-specifico” (digitally-facilitated site-specific learning), ossia di conoscere il mondo mentre se ne fa esperienza in modo completamente contestuale. Un altro aspetto evidenziato da Laurillard (2007) riguarda l’impatto positivo che il m-learning può avere sulla motivazione: esso consente un maggior grado di controllo sull’apprendimento, si basa sul possesso del dispositivo, permette forme di apprendimento nel contesto e facilita la continuità tra i contesti. 96 Maria Ranieri, Giovanni Bonaiuti, Antonio Fini, Pierfranco Ravotto - Mobile Learning per l’integrazione di gruppi a rischio di marginalizzazione Queste potenzialità vanno tuttavia considerate insieme ad alcune criticità. Dispositivi mobili come i cellulari si caratterizzano per le ridotte dimensioni dello schermo: questo influisce sulla quantità di contenuto visualizzabile e anche sui tempi di visualizzazione (ad es., guardare un oggetto su uno schermo molto piccolo può risultare faticoso riducendo la disponibilità ad osservare per tempi prolungati). Il contenuto deve quindi farsi breve ed immediato. Questi attributi condizionano a loro volta le scelte relative alla tipologia dei contenuti trattabili: tipicamente informazioni, contenuti fattuali, concetti essenziali, esempi concreti, piuttosto che teorie, spiegazioni e simili. Un’altra criticità che può avere un impatto sulle scelte metodologiche è costituita dai costi: l’invio di messaggi presenta dei costi che, se sono a carico dell’utente, specie di utenze svantaggiate, può diventare un ostacolo all’attuazione di forme di interazione densa. 4.2 Il modello 3IQA Alla luce dei fattori sopra evidenziati, ci si è orientati verso un’architettura didattico-comunicativa che potremmo definire ciclico-ricorsiva aperta e contestualizzabile, i cui tratti essenziali sono sintetizzabili nei seguenti termini: • ciclicità/ricorsività: il flusso informativo segue un percorso ciclico, ossia si ritorna sullo stesso contenuto con adattamenti ed integrazioni progressive che mettono a fuoco un concetto o un fatto da diverse prospettive; si fa leva quindi su “ripetizione” e “varietà” al tempo stesso; • apertura/interazione: il ciclo si conclude “lasciando la parola” all’utente che interagisce con un tutor fornendo un feedback sui contenuti visualizzati, consentendo un certo grado di interazione e concependo il contenuto stesso come suscettibile di essere discusso, riconsiderato; • contesto/controllo: il flusso informativo si cala nel contesto nella misura in cui l’utente può scegliere nel ventaglio delle risorse disponibili quelle che ritiene per lui di interesse ed utilità in relazione alla specifica situazione di vita in cui si trova. Ne deriva un modello concettuale che abbiamo definito 3IQA (3I sta per Introduction, Information, Integration, Q sta per Question, A sta per Answer) e che può essere così rappresentato: 97 — Applications - Vol. 5, n. 2, giugno 2009 Fig. 1 – Modello 3IQ Più specificamente, per ogni unità di contenuto si susseguono due cicli di 5 MMS, ciascuno dei quali è costituito dalla tipologia di messaggi descritta nella seguente tabella: TABELLA 1 Una sequenza tipica di 5 MMS Ordine Tipologia di MMS Funzione pedagogico-comunicativa MMS 1 Introduction Introduzione, attivazione di interesse, coinvolgimento, recupero di preconoscenze. MMS 2 Inibisce l'attivazione di altri true/false oggetti f ino alla chiusura del video. MMS 3 e 4 Information Presentazione del tema, esplicitazione dei concetti generali che verranno ripresi e integrati successivamente. MMS 5 "Stanza" in cui l'oggetto è codice numerico presente Come si può vedere dalla tabella, due MMS (MMS 3 e 4) hanno la stessa funzione, ossia quella di fornire informazioni integrative sullo stesso argomento/concetto. Dopo il quinto MMS (Question), invece, ci si aspetta un SMS di ritorno da parte del corsista (Answer). 98 Maria Ranieri, Giovanni Bonaiuti, Antonio Fini, Pierfranco Ravotto - Mobile Learning per l’integrazione di gruppi a rischio di marginalizzazione 4.3 Multimedialità e comunicazione mobile Nella progettazione e nello sviluppo dei contenuti multimediali trasmessi attraverso gli MMS, si è proceduto tenendo conto sia delle regole del design visivo (Clark e Lyons, 2004) che dei principi del multimedia learning definiti da Mayer (2001). Secondo questo autore, si apprende meglio quando: 1) è possibile associare in maniera coerente fonti diverse, perché forniscono più elementi per la memorizzazione (multimedialità); 2) stimoli differenti (ad es., testo e immagini) sono vicini tra loro o vengono presentati simultaneamente per favorire un’integrazione più immediata (vicinanza spaziale e temporale); 3) si eliminano parole e figure irrilevanti, dato che la memoria di lavoro ha capacità di elaborazione limitate (coerenza del materiale); 4) si associano spiegazioni orali ad illustrazioni piuttosto che testo ad immagini, evitando così di sovraccaricare il canale delle informazioni visive (multi-modalità); 5) non vengono utilizzati inutilmente formati diversi: sono preferibili illustrazioni e presentazione orale piuttosto che un insieme di testo scritto, audio e immagini (ridondanza); 6) si utilizza uno stile non formale, conversazionale (personalizzazione). In generale, ci si è attenuti ai suddetti principi con alcuni adattamenti resi necessari dalle specificità del dispositivo. I telefoni cellulari presentano infatti schermi dalle dimensioni ridotte (ad es., 128x128 pixels) e non standardizzate. Uno dei problemi principali, nella progettazione degli MMS, è proprio dato dalla presenza di decine di tipologie di display diversi e dall’impossibilità di utilizzare formati grafici vettoriali per la realizzazione dei messaggi. La scelta della matrice di punti su cui basare il disegno si presenta, dunque, delicata. Senz’altro non siamo in presenza di un dispositivo particolarmente favorevole da questo punto di vista. Nel processo di definizione del contenuto è quindi necessario ridurre al minimo il testo scritto presente in ogni pagina, anche per poter utilizzare un corpo di caratteri sufficientemente grande in modo da garantirne la leggibilità anche in display più piccoli. Si è evitato inoltre il ricorso a pop-up e a effetti particolari di transizione tra le varie videate per assicurare la compatibilità con apparecchi meno recenti. In sintesi, abbiamo considerato i seguenti elementi: impiego di frasi molto brevi (circa 150 caratteri per ogni schermata) con evidenziazioni dei termini rilevanti; ricorso ad una grafica essenziale, capace di dare/suscitare un’idea immediata del contenuto della schermata; utilizzo molto limitato dello scrolling; eliminazione di informazioni ridondanti; attenzione alla massima coerenza tra informazione fornita e contenuto dell’unità; assenza di rumori ambientali ridondanti; impiego di uno stile informale/conversazionale. 99 — Applications - Vol. 5, n. 2, giugno 2009 Fig. 2 – Tre schermate esemplificative di un MMS 5 Conclusione Il m–learning comincia ad attrarre l’attenzione non solo dei tecnologi, ma anche del mondo della ricerca educativa. Ci si interroga sul valore aggiunto che queste esperienze formative possono offrire rispetto ad altre tecnologie, sulle affordances e le limitazioni dei dispositivi mobili sul piano pedagogicocomunicativo e sulle potenzialità o meno di questi strumenti in termini di inclusione ed integrazione socio-culturale. In questo lavoro, ci siamo limitati ad indicare solo una parte dei problemi e delle prospettive di ricerca attualmente in discussione, focalizzando l’attenzione su un caso specifico, il progetto ENSEMBLE, che è ancora al suo primo anno di attuazione. La ricerca da noi svolta è stata indirizzata, in questa prima fase, alla progettazione dell’infrastruttura tecnologica, alla riflessione sui modelli didattici più adatti ed alla messa a punto dei formati comunicativi più idonei e potenzialmente efficaci. I prossimi passi saranno orientati alla definizione degli strumenti di valutazione necessari per valutare l’impatto e le ricadute delle decisioni prese in fase di design e alla sperimentazione del dispositivo formativo allestito. Sarà soprattutto la sperimentazione, nel secondo anno, con il coinvolgimento di insegnanti, studenti e genitori, a fornire un feed-back essenziale ed elementi di esperienza utili ad avanzare anche nella riflessione teorica. Bibliografia Cavus N., Ibrahim D. (2009), m-Learning: An experiment in using SMS to support learning new English language words, British Journal of Educational Technology, 100 Maria Ranieri, Giovanni Bonaiuti, Antonio Fini, Pierfranco Ravotto - Mobile Learning per l’integrazione di gruppi a rischio di marginalizzazione 40, 1, 78-91. Clark R.C., Lyons, C. (2004), Graphics for learnings; Proven Guidelines for Planning, Designing, and Evaluating Visuals in Training Materials, S. Francisco, Pfeiffer. Engeström Y. 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