[nazionale - 19] stampa/economia/03 14
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NR RM NM MI W LA STAMPA DOMENICA 14 AGOSTO 2005 19 EconomiaeFinanza Grandi opere realizzate solo per lo 0,2% Puntualità: Malpensa al secondo posto quelle attualmente in gara sono solo il 7,2%, quelle contrattualizzate il Zè classificato secondo tra gli hub europei per puntualità, a pari Z 17,7% e quelle i cui lavori sono conclusi appena lo 0,2%. Il quadro emerge merito con Zurigo e dopo Francoforte. È quanto riportato dalla Su 17 macro opere proposte dal governo con la Legge Obiettivo, L'aeroporto milanese della Malpensa nel secondo trimestre 2005 si dal secondo Rapporto del Servizio Studi della Camera dei Deputati sulle opere strategiche. Nell'esaminare una per una lo stato di attuazione il Rapporto elenca ad esempio il sistema dei valichi «interamente in fase di progettazione»; il Corridoio plurimodale padano per il 75% in fase progettuale e un quarto in affidamento lavori; in fase di contrattazione meno del 15% del programma del corridoio plurimodale Tirreno-Brennero. classifica stilata dall'Aea (l’Associazione delle aerolinee europee). L'aeroporto tedesco è primo con un tasso di puntualità dell'84,1%, seguito da Malpensa e da Zurigo con l'80,3%. Seguono, nell'ordine, Vienna con il 78,4% pari merito con Paris Charles De Gaulle al 78,4%, Amsterdam con il 78,1%, Madrid con il 76,4%, London Heathrow con il 75,5%, Roma con il 74,4%. LA MANOVRA VA DEFINITA ENTRO FINE SETTEMBRE. IL MINISTERO DEL TESORO CERCA RISPARMI NEI FONDI AGLI ENTI LOCALI «In arrivo una stretta per le pensioni di invalidità» Vegas: la Finanziaria deve imbrigliare la spesa. Correzione da 15 miliardi ROMA Attenzione alle spese incontrollate. E’ la prima regola che il governo ha trasmesso ai tecnici che stanno approntando la legge Finanziaria da presentare al Parlamento entro il 30 settembre. Un accento particolare è stato posto sulle pensioni di invalidità che, come il nostro giornale aveva già scritto giovedì scorso, sono cresciute troppo: il 23 per cento in più negli ultimi quattro anni, con un aggravio di spesa di oltre 3 miliardi, passato da 8,3 a 11,2. E poi c’è stata la controversia sulle spese degli enti locali, sulle consulenze facili e ricche, sulle prebende agli amministratori, e infine sulla spesa sanitaria che si muove come una variabile indipendente. Senza dire dei contratti del pubblico impiego che costano una cifra in fase di trattativa e un’altra in fase «applicativa». A tutte queste voci di spesa, dunque, si guarderà per la prossima legge Finanziaria, come ha spiegato ieri il viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas. E’ confermato che la manovra do Vegas è anche necessario riportare sotto il controllo di un unico ente (l’Inps) sia il controllo che l’erogazione di queste pensioni. Ora invece le regioni decidono a chi dare la pensione e l’Inps non può far altro che pagare. Con i risultati che si sono visti. Sotto la lente indagatrice dei tecnici del Tesoro, anche le spese degli enti locali: soprattutto gli stipendi della dirigenza di vertice, le consulenze esterne e il ruolo dell'agenzia che si occupa dei contratti, l’Aran. «Per i contratti del pubblico impiego - ha detto Vegas - vi è un meccanismo che non funziona». Attualmente in Finanziaria si indica la somma disponibile per i rinnovi. Poi, nella pratica, quella somma diventa la base della trattativa con i sindacati. Inoltre si verifica una sorta di rincorsa al rialzo tra i vari comparti. Una prima misura di razionalizzazione, ad avviso di Vegas, potrebbe essere quella di portare fuori dall'Aran gli Enti locali e le regioni per avere una maggiore responsabilizzazione dell'ente che poi dovrà pagare gli stipendi. Infine, un freno va posto alle correttiva sarà di almeno 15 miliardi, di cui 10 già concordati in sede comunitaria per arginare il deficit tendenziale e 5 da destinare alla riduzione del costo del lavoro, ai tagli dell’Irap e allo sviluppo in generale. Quest’ultima cifra potrebbe aumentare fino a raggiungere lo 0,5% del Pil (pari all’incirca a 7 miliardi). L’obiettivo - ha ricordato Vegas - è quello di «imbrigliare la spesa all’interno del 2%» fissato dalla scorsa Finanziaria - ma da più parti sforato - e di ottenere questo risultato senza aumentare il prelievo fiscale. Quindi: tagli, razionalizzazioni, «ottimizzazioni». A iniziare dalle pensioni di invalidità. «Oggi - ha detto Vegas - si concedono pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento indipendentemente dal livello di reddito. Sarebbe opportuno, invece, introdurre un tetto massimo oltre il quale l’indennità di accompagnamento non viene concessa o almeno viene ridotta. Si può cominciare dall'assegno di accompagno per poi allargare l'introduzione del tetto all'invalidità stessa». Secon- consulenze esterne «cresciute a dismisura negli ultimi anni». Stretta in vista anche per la spesa sanitaria. Gli accordi fatti tra governo e Regioni in materia di spesa sanitaria «hanno relativamente funzionato portando i disavanzi a livelli inferiori di quelli che si sarebbero realizzati in assenza di accordi. Tuttavia le Regioni non hanno agito sui meccanismi di spesa sanitaria». Perciò, spiega il viceministro, «occorre mettere la cosa sotto controllo. Alcune tendenze come l'abolizione dei ticket e l'aumento dell' offerta di servizi sono preoccupanti, come pure la rinuncia a chiudere i piccoli ospedali inefficienti». Vegas ha infine annunciato che la prossima finanziaria potrebbe introdurre qualche novità in materia di federalismo fiscale. L'ipotesi è di attribuire a Regioni e Comuni una imposta ad hoc, (per esempio una accisa, come quella sulla benzina) in quanto potrebbero trarne un gettito più omogeneo sul territorio. «L'Irap sarebbe destinata a scomparire anche se in maniera progressiva». [r.mas.] TUTTOSOLDI Il SEGRETARIO PAOLO MARAS: NON VIAGGERANNO ANCHE TRENI E TRAGHETTI. ALITALIA NON PUO’ TRATTARE SOLO CON CGIL, CISL E UIL Il Sult: La precettazione non ci fermerà intervista GIACOMO GALEAZZI «Anche se il ministro Lunardi ci precetta, noi sciopereremo ugualmente». Paolo Maras, leader del Sult (il sindacato unitario dei lavoratori dei trasporti che minaccia di paralizzare l’Italia durante il controesodo di fine agosto) ha in una mano l’inquietante previsione di 300 voli cancellati nelle 48 ore di «stop» e, nell’altra, la merce di scambio per un intervento risolutivo del governo: la revoca del blocco a traghetti e treni. Insomma, linea dura sui cieli «off limits», cauta apertura sul resto del trasporto pubblico. Il presidente della commissione di garanzia sugli scioperi Antonio Martone vi dà tempo fino a giovedì per far rientrare la protesta. Cosa farete? «Questa dei cinque giorni di tempo è un’invenzione di Martone, che già prima di conoscere le motivazioni ha giudicato illegittima la nostra astensione dal lavoro. Non è un atto vincolante, quindi per noi quel termine non esiste. Se ci sono trattative in corso, la legge ci permette di revocare lo sciopero anche un solo minuto «Non è una disputa normale Il 60 per cento del personale della compagnia ora non ha una rappresentanza» prima del 30 agosto. E se il governo non convince l’Alitalia a riconoscerci come controparte, si fermeranno anche treni e traghetti». Cosa chiedete per revocare lo sciopero? «Vogliamo ciò che Alitalia ci ha tolto con un atto di guerra senza precedenti: cariche, permessi e trattenute sindacali, diritto di assemblea. Alla maggioranza degli assistenti di volo Alitalia ha intimato: il tuo sindacato non esiste più. Come possiamo non reagire? Quello che non si è tenuti a rispettare, nei casi in cui si ritiene violato un diritto costituzionale, è il periodo minimo di preavviso». Cosa offrite a Lunardi per sbloccare la situazione? «Siamo possibilisti sullo stop del 30 e 31 agosto a treni e traghetti. Comunque nei prossimi giorni dalle assemblee e dai coordinamenti nazionali degli altri comparti uscirà la mappa completa della protesta». E se arriva la precettazione? «La situazione è così grave che, pur consapevoli delle tensioni sociali e dei disagi ai passeggeri, ci assumiamo la responsabilità di scioperare anche se precettati. La nostra battaglia è appena iniziata. Abbiamo già deciso altre 192 ore di blocco». Si può paralizzare l’Italia per un braccio di ferro aziendasindacato? «E’ l’Alitalia a infischiarsene dell’utenza cancellando il Sult da ogni negoziato. E lo ha fatto proprio il 4 agosto, a Camere chiuse per impedire ogni risposta politica, e in piena tregua sindacale estiva. In dodici anni la nostra sigla non ha mai scioperato durante la franchigia estiva, che va dal 27 luglio al 5 settembre. E’ assurdo condannarci come scioperanti irresponsabili». Torna «aquila selvaggia»? «Non è una nostra scelta. Abbiamo dovuto decidere unilateralmente, nell’indifferenza dell’Alitalia, ma non è una protesta selvaggia: abbiamo rispettato i tempi di preavviso e le fasce orarie di garanzia previste dalla legge (7-10, 18-21). Noi rivendichiamo i nostri sacrosanti diritti e ci troviamo dalla parte del giusto». Eppure sei mesi fa il contratto con Alitalia l’avete firmato... «Erano previste una serie di garanzie che non sono mai state applicate, a partire dalla sicurezza. Gli equipaggi che operano nel medio raggio lavorano ancora con turni massacranti, fino a 17 ore. Sono scomparsi i meccanismi di compensazione per assicurare adeguati periodi di riposo al personale.» Perché minacciate di estendere il blocco all’intero trasporto pubblico? «Non è una disputa qualsiasi, è una questione di democrazia. Oggi il 60% degli assistenti di volo si ritrova senza una rappresentanza sindacale». Ma mandare in tilt il controesodo non viola il periodo di moratoria degli scioperi? «La franchigia non può essere una gabbia, un vincolo a non agire. La nostra non è una fiammata ma una mobilitazione di lunga durata che metterà a nudo l’incapacità e l’irresponsabilità dei vertici di Alitalia. Ed è grave e inquietante la tesi della compagnia che ricollega la revoca dei diritti sindacali a una sentenza di un pretore di Roma sui rinnovi contrattuali. L’azienda ha avuto il tempo di valutare, decidere, organizzare, informare a livello politico chi doveva essere informato e, alla fine, agire». Qual è, secondo voi, la strategia di Alitalia? «Vuole trattare solo con Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Anpav che, insieme, rappresentano soltanto il 40% dei lavoratori sindacalizzati». Migliaia i bloccati Un piano pensione affidabile? Forse è troppo prudente Sono uno studente universitario, ho 20 anni ed avrei intenzione (dietro consiglio di mio padre), di farmi una pensione integrativa. In banca mi hanno proposto Cba Previpiù, con versamento mensile di 100 euro. Lentamente Heathrow ritorna alla normalità ɀ ɀ ɀ Migliaia di passeggeri della British Airways, rimasti bloccati ad Heathrow per uno sciopero selvaggio del personale di terra della compagnia britannica, ieri sera erano ancora in attesa di partire, anche se l'80% dei voli Ba ha ripreso normalmente. Ci vorranno alcuni giorni per il ritorno alla piena normalità. Agli oltre 100.000 passeggeri rimasti coinvolti nello sciopero cominciato giovedì alle 13:00 - la British ha offerto la scelta fra fare un'altra prenotazione, essere risarciti o volare con un'altra compagnia, ma non ha concesso posti prioritari per non cambiare le prenotazioni dei passeggeri non coinvolti nell'agitazione. Pronti altri scioperi per trasporto aereo, treni e traghetti L’AGITAZIONE DI FINE AGOSTO SARA’ LA PRIMA DI UNA LUNGA SERIE ANNUNCIATA Un autunno ricco di soste per i trasporti Settimane difficili per chi vola. A settembre fermi anche i bus ROMA Il Sult ha rotto la tregua estiva proclamando 48 ore di sciopero degli assistenti di volo Alitalia per il 30 e 31 agosto: una vera e propria dichiarazione di guerra che ha mandato in frantumi la quiete sindacale sul fronte trasporti. In attesa di un rientro complicato dalle agitazioni negli aeroporti, all’orizzonte si profila un autunno decisamente caldo per i viaggiatori e le aziende di trasporto: scioperi in serie, programmati fino a novembre. Si inizia il 6 settembre con le agitazioni che interesseranno il personale Enav di numerosi centri regionali: Roma, Malpensa, Brindisi e Padova. Lo stop durerà 4 ore, secondo il calendario dalle 12 alle 16. Lo stesso giorno incrocerà le braccia anche il personale Alitalia iscritto al sindacato autonomo Avia. Il 7 settembre tocca ai piloti delle società di trasporto aereo, altra fermata di quattro ore, sempre dalle 12 alle 16. Il 21 settembre la mano passa al trasporto pubblico locale, che ha in programma un’astensione dal lavoro di 24 ore. Il 27 settembre nuovo sciopero nel trasporto aereo: il personale Enav sciopererà 4 ore, sempre dalle 12 alle 16. Anche in ottobre sarà difficile viaggiare in aereo. L'8 sciopereranno gli assistenti di volo dell'Alitalia (4 ore dalle 12 alle 16). Il 10 a scioperare per 24 ore sarà il personale di terra. Il 19 ottobre è la volta del personale del’Enav di Milano e di Roma (altre 4 ore dalle 12 alle 16). Il 21 ancora i piloti delle società del gruppo Alitalia: sospenderanno l'attività per 8 ore, dalle 10 alle 18. Infine a novembre, l’11, sarà il personale dell’Enav (Saav) di Fiumicino ad incrociare le braccia: anche in questo caso dalle 12 alle 16. Intanto il braccio di ferro tra Sult e Alitalia minaccia di complicare anche le relazioni con le altre sigle. In difesa dei colleghi è sceso il Sincobas, nella persona del coordinatore Paolo Sabatini: «Di fronte all’ennesimo attacco ai diritti sindacali dei lavoratori dell’Alitalia esprimiamo piena solidarietà ai colleghi del Sult». Il Sincobas, saluta «con favore la proclamazione dello sciopero per il 30 e 31 agosto». Respinta anche la decisione di Alitalia, che non riconosce il Sult come controparte. Secondo Sabatini «il diritto dei lavoratori a scegliere a quale organizzazione sindacale aderire», e quello «di ciascuna organizzazione sindacale a vedersi riconosciute le prerogative sindacali e il diritto di sciopero, non sono negoziabili». [r.e.s.] Andrea N. (Torino) Glauco Maggi M i hanno fornito un prospetto per 12 anni, ma data la mia età direi che sarebbe meglio almeno 20. La mia preoccupazione - continua il giovane lettore - è che, visto che molti ci hanno rimesso anche il capitale, non vorrei trovarmi nelle stesse condizioni. Ci sono troppi personaggi aggressivi in giro, non intendo rimetterci dopo tanti sacrifici». Siamo paladini notori dei fondi pensione integrativi, che abbiamo sempre caldeggiato per i giovani lavoratori. Prima si inizia ad accumulare da sè risparmi ai fini previdenziali, meglio ci si troverà a fine carriera, poichè il futuro non lavora per il miglioramento delle condizioni che si otterranno con la pensione obbligatoria. Andrea non è ancora un lavoratore però, ed è quindi con minore entusiasmo che condividiamo la sua premura. Per due motivi: finchè non si diventa lavoratori dipendenti, non si ha il beneficio certo del contributo del datore di lavoro (ora per i soli fondi chiusi, ma la riforma in vigore dal 2006 darà anche ai fondi aperti e alle polizze pensionistiche questo vantaggio); e poichè con il Piano individuale Pensionistico (Pip) che gli è stato suggerito il contraente e l’assicurato coincidono, se lo studente diventa titolare del Piano e non ha un reddito da dichiarare a suo nome, non ha neppure il beneficio fiscale di cui godono i lavoratori in attività (se lo studente è fiscalmente a carico del padre, il padre può usufruirne, ma solo se non ha già sfruttato il vantaggio per sè fino al limite del 12% del proprio reddito). Se il principio dell’accumulazione di lunghissimo termine resta valido, insomma, qualche dubbio può esserci per la scelta del tempo di avvio del Pip. Sulla durata del quale, peraltro, è bene chiarire un punto importante: è libera, con un minimo di 5 anni (e infatti la proposta è per 12 che Andrea pensa di portare a 20), ma la corresponsione della rendita vitalizia rivalutabile parte una volta maturati i requisiti previsti dal sistema pensionistico obbligatorio, in caso il titolare sia un lavoratore: per le casalinghe, gli studenti, e in generale i soggetti non titolari di reddito da lavoro si considera, secondo l’attuale legge, l'età di 57 anni. Vogliamo comunque sgombrare il campo dai cattivi pensieri adombrati dal lettore: con il Piano PreviPiù della Compagnia Cba Vita, del gruppo Banca Sella, non corre il rischio di imbattersi nel rischio di perdita del capitale, poichè non si tratta di azioni o di bond di basso o nullo rating, bensì di una polizza assicurativa di un istituto di credito di buon rating (A3 Moody’s). Cba Previpiù è una polizza mista con un rendimento annuo minimo garantito che è pari al minore tra il 2,5% e il 60% del Tmo, tasso medio obbligazioni statali. (Esempi: 60%Tmo = 2,8%, tasso minimo garantito = 2,5%; 60% Tmo = 2,2%, tasso minimo garantito = 2,2%). Il fondo a gestione separata in cui affluiscono i capitali degli assicurati si chiama Alfiere ed ha un indirizzo prevalentemente obbligazionario. È su questo aspetto, e sulle spese (c'è un caricamento del 6% per ogni premio pagato: su 100 euro, ne vengono investiti 94) che dovrebbe focalizzare la sua attenzione Andrea, e non su pericoli inesistenti di insolvenza. Proprio per l’ottica di lunghissimo termine con la quale sta affrontando il problema previdenziale, un investimento sostanzialmente centrato in bond non appare quello in grado di assicurare tra tre o quattro decenni il ritorno migliore. Le azioni ben diversificate sulle Borse mondiali tendono a dare performance migliori dei titoli statali, in ossequio alla legge del maggior rischio uguale maggior rendimento che è stata avvalorata dall’esperienza di mezzo secolo di andamenti a Wall Street e nelle maggiori piazze finanziarie. Un Pip con questo indirizzo, restando nel campo delle polizze e non volendo passare a puri investimenti (quali fondi o Etf, che hanno costi molto più bassi) parrebbe una scelta più appropriata almeno per i primi 20 anni. [email protected]