n. 07/2008

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n. 07/2008
Numero 7 Settembre 2008 /// www.architetti.com
Acqua
Digital Water Pavilion, carlorattiassociati+MIT, Expo Saragozza 2008
Credit photo carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Editoriale
Il magico liquido
di Marcello Balzani
“Se mai si dovesse catalogare il mondo
tra i generi, il suo principale ingrediente
stilistico sarebbe senza dubbio l’acqua.
Se le cose stanno diversamente, sarà
perché nemmeno l’Onnipotente deve
avere molte alternative, o perché il
pensiero stesso ha la trama dell’acqua.
Come del resto lo scritto; come le
emozioni, come il sangue. (…) E se noi
siamo parzialmente sinonimi dell’acqua,
che è totalmente sinonimo del tempo, il
sentimento che proviamo verso questo
posto migliora il futuro, contribuisce
a quell’Adriatico o a quell’Atlantico
del tempo che immagazzina i nostri
riflessi per quando saremo scomparsi
da un pezzo. Da questi riflessi, come da
gualcite fotografie color seppia, il tempo
riuscirà forse a comporre, come se si
trattasse di un collage, una migliore
versione del …futuro”
Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili, 1989
L’acqua trasforma la luce e raccoglie i riflessi
delle cose, li annega in un grande magazzino
liquido (che oggi sembra essere anche simile
alla società stessa), in un incessante scorrere
di trame in eterno movimento. E dove il mare, i
grandi fiumi o i laghi si uniscono alla terra, dove
questa connessione ha radici antiche, impronte
tracciate nel tempo e con il tempo trasformate e
dimenticate, gli effetti sulle cose sono ancora più
forti.
Ma non è sempre stato così. L’acqua (ci
ricordava Giovanni Klaus Koenig nell’editoriale
di un famoso numero di Ottagono dedicato
all’acqua) ha avuto anche un significato negativo,
oppositorio: elemento separatore ed ostile, un
baluardo eretto per tutelare e proteggersi. Un’idea
idrica che tra palafitte e fossati poneva in essere
quella difesa “più psicologica che reale” che
riproponeva un’atavica antagonistica relazione
con il magico liquido, dando spazio al senso di
paura che ancora a volte è capace di incutere.
L’acqua è portatrice di mostri (personificazioni
delle alluvioni e delle inondazioni) che scorrono
per un universo diversamente denso in cui la
memoria del nostro primordiale stato immerso
nel liquido amniotico si perde nella notte dei
tempi e ci obbliga a tornare ad imparare a stare a
galla e a nuotare da sempre.
È interessante notare come questo significato
negativo risulti essere praticamente assente
nell’architettura contemporanea, che ne sviluppa
maggiormente i valori:
- paesaggistici (elemento ma soprattutto evento
della natura),
- energetici (carburante disponibile e riciclabile
per antonomasia che il progetto umano da
sempre sfrutta negli attributi di velocità e
portata),
- di risorsa vitale (argomento duro e difficile, al di
là delle forme degli acquedotti e delle pubbliche
fontane, in un momento storico in cui l’accesso
all’acqua non appare più un diritto ma un lusso
con tutte le varianti di spreco che porta con sé: e
sarà sempre peggio, nella progressiva rarità del
bene in cui le generazioni future si troveranno a
vivere!),
- di mobilità (luogo del wayfinding e in cui anche
la digitale modernità pone in essere analogie
navigatorie e natatorie mimando la velocità di
connessione e la potenza di millenari mezzi di
trasporto, oggi più che mai da recuperare nella
strenua ricerca di sostenibilità),
- di artificio (per il gioco, la riscoperta, la
scenografia del potere ora come allora).
E vorrei proseguire ancora, provando a
condensare alcuni fluttuanti significati con il
magico liquido che fisicamente si comporta
diversamente da tutti e per il quale la scienza
del futuro offre gradi di intelligenza, tipici di una
materia viva, ma credo che non basterebbe. Ho
voluto che le parole del grande Brodskij, scritte
per Venezia, fossero in apertura di queste poche
righe e vorrei che ad esse fosse riposto il cuore e
il ricordo.
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Vienna World Water
Congress and Exhibition
di Federica Maietti
The world is coming to Vienna and we invite you
to participate. Questo lo slogan di promozione
dell’International Water Association’s 2008 World
Water Congress and Exhibition che si è tenuto a
Vienna dal 7 al 12 settembre.
IWA World Water Congress è il più importante
evento al mondo legato al tema dell’acqua;
le precedenti edizioni si sono svolte a Parigi
(2000), a Berlino (2001), a Melbourne (2002), a
Marrakesh (2004) e a Pechino (2006).
L’evento offre a tutti i professionisti del mondo
legati al settore dell’acqua l’opportunità senza
precedenti di confrontarsi con le tematiche
più innovative in termini di scienza, ricerca,
applicazione e politiche di gestione.
Il programma del congresso spazia dalle grandi
criticità del nostro tempo – cambiamenti climatici,
aumento della popolazione, crisi sanitaria globale
e problemi di urbanizzazione – fino alle più recenti
conquiste nel campo delle biotecnologie, della
ricerca applicata e della tecnologia, oltre ad un
summit dei leader dei governi locali europei e a un
forum dei maggiori esperti dei servizi di erogazione
dell’acqua. Gli esperti coinvolti hanno tracciato le
future prospettive, i trend e le sfide emergenti nel
settore, offrendo la possibilità di affrontare il tema
dell’acqua da molteplici punti di vista.
Un focus specifico ha avuto come oggetto la
regione del Danubio: le caratteristiche del fiume
più lungo d’Europa hanno lasciato l’impronta
sui diversi territori, paesaggi, popolazioni e
vicende storiche della regione. Queste diversità
e il considerevole sviluppo economico del
territorio richiedono un alto grado di cooperazione
nell’interesse di una gestione sostenibile dell’acqua.
Il congresso internazionale ha ospitato 3000
esperti, provenienti da 130 paesi, dei settori
della scienza e della ricerca, dei servizi, della
consulenza, della tecnologia e dell’uso industriale
dell’acqua, un’occasione unica per promuovere
l’obiettivo comune di una gestione sostenibile
dell’acqua, dando ampio spazio ai casi studio
e alle attività di best practice, e di tracciare un
quadro completo di come si stanno affrontando
le problematiche legate al tema dell’acqua a scala
mondiale, discutendo le soluzioni esistenti o
fornendo nuove risposte a tali problematiche.
Il programma è stato suddiviso in sei tematiche
principali: Water Treatment, Wastewater
Treatment, Design and Operation of Water
Systems, Water Resources and River basin
Management, Managing and Planning Water
Services, Health and the Environment. Le
sessioni tecniche di presentazione sono state
110, le presentazioni poster più di 400 e
hanno sviluppato più di 30 workshop, al fine
di facilitare la discussione sui problemi più
pressanti dell’industria dell’acqua incoraggiando
la condivisione di esperienze e punti di vista. Il
riciclo, le implicazioni dei cambiamenti climatici
sull’industria dell’acqua, le frontiere della ricerca,
della scienza e della tecnologia, il futuro del
sistema sanitario, acqua, energia e sostenibilità,
sono alcuni dei temi cardine del congresso.
I membri della IWA, più di 10.000, hanno
sviluppato i temi del convegno dalla ricerca
alle applicazioni pratiche coprendo tutti gli
aspetti del ciclo dell’acqua, dalla tecnologia per
l’ottenimento e la gestione dell’acqua potabile
alla conservazione delle risorse in tutto il mondo.
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È stato affrontato l’impatto dei cambiamenti
climatici sulla risorsa acqua, dell’inquinamento,
della sanità e delle città del futuro verso una
gestione sostenibile dell’acqua e del paesaggio.
Quello delle città del futuro è uno dei grandi
temi del congresso, in un’epoca in cui, per la
prima volta nella storia dell’umanità, più della
metà della popolazione mondiale vive in aree
urbane. Nell’ambito dei tavoli di discussione si è
cercato di dare risposte ad interrogativi quali la
capacità di provvedere alle infrastrutture di base
per affrontare la consistente crescita urbana e
quali dovrebbero essere i sistemi idrici ideali
se fossero considerati come parte integrante
del sistema di pianificazione urbana e non un
aspetto subordinato e pensato a posteriori.
La sessione dedicata alle città del futuro ha
riportato le ricerche più recenti e i casi applicativi
considerando sia i paesi industrializzati che quelli
in via di sviluppo.
Contemporaneamente allo svolgimento del
congresso, l’esposizione, che ha coperto un’area
di 5000 mq, ha ospitato circa 200 delegati di
enti ed organizzazioni internazionali provenienti
da 25 diversi paesi. Erano presenti i padiglioni
di Austria, Germania, Israele, Giappone, Corea,
Olanda, Norvegia, Svezia e Singapore.
Vienna, 7-12 settembre 2008
www.iwa2008vienna.org
Immagini tratte da:
http://remax-parkersburg-wv.com/Places_of_interest.
jsp
http://moby.mib.infn.it/~tancini/romania.html
http://www.partyboot.at/images/690703.jpg
http://magazine.voiaganto.it/img/baden.jpg
http://www.maury.it/album_fotografici/austria-2006/
index.html
http://leidorf.blogspot.com
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Riqualificazione
della Piazza
dell’acquedotto
alessandrino
Roma - Architetto Maria Cristina Tullio
Nel quartiere Alessandrino, così denominato
per la presenza dell’acquedotto costruito
dall’imperatore Alessandro Severo nel 226
d.C., il XIX Dipartimento di Roma (Politiche
per il recupero e lo sviluppo delle periferie
I.U.O., Qualità delle periferie coordinamento
piani e progetto), dal 2003 sta sviluppando un
interessante programma che ha visto il frequente
coinvolgimento degli abitanti e dei comitati
di quartiere, la redazione del progetto per la
piazza dell’acquedotto e la sua realizzazione, la
redazione di una pianificazione che prevede la
sistemazione di un lungo tratto di acquedotto e
degli spazi ad esso limitrofi. La volontà di ricreare
un’identità nei luoghi della vasta e smembrata
periferia romana è uno degli obiettivi che il
Dipartimento persegue da anni con una serrata
programmazione partecipata.
L’area d’intervento si trova nella periferia est della
città, cerniera tra il quartiere/borgo Alessandrino
sorto spontaneamente negli anni Sessanta-Settanta
e la nuova espansione degli anni Ottanta-Novanta,
il quartiere di Tor Tre Teste, reso celebre dalla
chiesa realizzata su progetto di Richard Meyer;
due quartieri legati e caratterizzati dalla presenza
dell’acquedotto che li attraversa, ma che offrono un
contesto urbano totalmente diverso e slegato.
Il sito, prima dell’intervento, appariva come
uno spazio vuoto sostanzialmente quadrato,
inedificato e abbandonato, delimitato da quinte
edilizie prive di qualità definite dalla maglia
regolare del tessuto urbano tipico di questo
contesto periferico. Disordinato e non funzionale
appariva anche il sistema della viabilità e dei
parcheggi esistenti. Il fine è stato di riqualificare
un’area degradata e abbandonata per creare uno
spazio pubblico di incontro, prima inesistente.
Data la finalità del programma in atto nelle
periferie di Roma – mirante a ricostruire
“l’identità storico-paesaggistica” dei luoghi –
l’approccio progettuale ha previsto una verifica
storica sulle tradizioni, le esigenze funzionali e le
caratteristiche paesaggistico-morfologiche del
territorio circostante l’area d’intervento. Si è così
potuto appurare come, pur trattandosi di un’area
periferica al margine del quartiere, si trattava
di un sito dotato di una propria forte identità e
riconoscibilità, molto presente nella memoria
degli abitanti.
Diversi sono stati quindi i presupposti che
hanno sostanziato il progetto proposto per lo
spazio pubblico: dal punto di vista morfologico,
l’esigenza di definire formalmente e perimetrare
il sito privo di “forma”, mentre, dal punto di vista
funzionale, la necessità di riordinare il sistema
della viabilità e dei parcheggi.
La struttura regolare della maglia geometrica
dell’intero quartiere è stata, dunque, ripresa per
delineare la “forma” dell’isolato della piazza, pur
non essendo l’acquedotto allineato all’impianto
geometrico del tessuto edilizio ma presentando
un proprio orientamento. Dalla sovrapposizione di
tali sistemi morfologici e delle loro geometrie, è
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scaturita la forma dei luoghi deputati alle diverse
funzioni da collocare nella piazza-giardino.
La presenza dell’acquedotto, indubbiamente
l’elemento di maggior identità del sito, ha
determinato la scelta di valorizzarlo tramite la
definizione di un geometrico tappeto erboso,
allineato secondo l’orientamento dell’acquedotto
stesso. Con un andamento diverso, allineato
alla geometrica maglia del tessuto urbano, si
sviluppa, invece, la forma dell’isolato della piazza
che a sud accoglie l’area per i giochi dei bambini;
a ovest, con un ruolo di cerniera fra le geometrie
del sito e la visuale prospettica che apre verso il
parco di Tor Tre Teste e la chiesa di Meyer si trova
invece la piazza-fontana.
La piazza-giardino ospita diverse funzioni:
l’area gioco dei bambini, posta sul lato sud,
alberata secondo il passo scandito dalle arcate
dell’acquedotto e pavimentata in sabbia di
fiume e in sabbia calcarea negli spazi attorno
ai giochi. Tutta l’area è attraversata da fasce di
sanpietrini, che dettano il sesto d’impianto e che
sono organizzate secondo il ritmo dei pilastri
dell’acquedotto e poste ortogonalmente ad esso;
il prato, che ha inglobato i resti dell’acquedotto
Alessandrino nella piazza (modificando il sistema
di circolazione automobilistica) ha lo scopo di
lasciare un ampio spazio libero antistante le
rovine archeologiche e per le manifestazioni e
le rappresentazioni all’aperto (cinema, feste,
concerti, ecc.). Tale prato, definito formalmente
in base all’orientamento dell’acquedotto, è
delimitato da un sistema di panche in legno
con struttura in ferro che guardano verso
l’acquedotto, la campagna e il parco di Tor Tre
Teste. Davanti alle panche, per evitare l’erosione
del manto erboso, corre una pavimentazione in
tavolato di legno, materiale che caratterizza anche
la fascia del percorso ciclabile che attraversa la
piazza e che, in futuro, sarà collegata al percorso
ciclo-pedonale, parallelo all’acquedotto stesso.
Con funzione scenografica e ludica, infine, nello
spazio pavimentato è stata inserita una fontana
con giochi d’acqua; schizzi alti e bassi (da 4 a
1,5 metri) emergono da quattro canali curvilinei
tracciati in marmo a terra. L’illuminazione
notturna dei giochi d’acqua della fontana è
assicurata da un sistema di fibre ottiche regolabili
ad orario e a pulsante. Lo spazio della piazzafontana è stato pavimentato in cemento trattato
con un disattivante di presa che fa emergere
la graniglia dell’impasto; tale pavimentazione è
intervallata da fasce di travertino che riprendono
ritmicamente l’andamento degli archi. I giunti di
dilatazione del calcestruzzo sono stati realizzati a
forma di “onda” con profili in alluminio.
Gli spazi presentano una lieve pendenza verso
l’acquedotto e verso la campagna per ricucire
le quote preesistenti nel luogo, antico sito di un
fosso da tempo interrato.
Le pendenze, necessarie per la raccolta dell’acqua
creano due piccole scarpate che sono state
tappezzate con rose, lavande e altre specie con
fioriture differenziate nelle diverse stagioni,
a bassa manutenzione e scelte fra specie già
utilizzate in epoca romana. La fontana e il sistema
di irrigazione, sono continuamente alimentati dai
due “nasoni”, fonti tipiche della città di Roma;
l’acqua viene raccolta in due cisterne sotterranee.
La piazza non presenta alcuna barriera
architettonica e i giochi disponibili sono fruibili
anche da disabili. Un chiosco in ferro e vetro
coperto da una grande pergola in legno ospita un
bar e alcuni locali di servizio.
Il progetto, sviluppato nell’arco di un anno, è
iniziato alla fine del 2004 ed è stato inaugurato nel
marzo 2006. Merito del committente, il Comune di
Roma, è stato, innanzitutto, quello di aver saputo
e voluto intendere la presenza dell’acquedotto
romano come un’opportunità per avviare la
rigenerazione e il recupero di un’area periferica
abbandonata, e per conferire una forte identità
al sito, creando uno spazio di qualità e di forte
riconoscibilità, che ha già innescato il progressivo
recupero degli edifici circostanti, a dimostrazione
del reale effetto rigenerativo creato.
Il progetto ha partecipato al Premio Innovazione e
Qualità Urbana, organizzato da Maggioli Editore,
nell’ambito di EuroP.A. 2007, Salone della
autonomie Locali - Prodotti, tecnologie e servizi
per la Pubblica Amministrazione Locale, per la
sezione “Città e Architettura - Realizzazioni”.
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Waterfront
regeneration:
il Regent’s
Canal di Londra
Pollard Thomas
Edwards Architects
di Luca Rossato
Il Regent’s Canal che attraversa alcuni dei più
pittoreschi quartieri di Londra fu costruito
per collegare il ramo di Paddington del canale
Grand Junction, aperto nel 1801, con il Tamigi a
Limehouse.
Nel 1811 il famoso architetto inglese John Nash
fu contattato per collaborare alla stesura del
tracciato proprio mentre stava completando la
progettazione del Regent’s park, suo capolavoro,
misto di sensibilità e attenta pianificazione.
Nash fu immediatamente attratto dall’idea di
poter collocare un importante corso d’acqua
all’interno del parco e quindi di poterne sfruttare
le potenzialità paesaggistiche e grazie all’amicizia
con il Principe Regent, poi divenuto Re Giorgio
IV, ebbe l’autorizzazione ad usare tale nome per il
suo progetto.
Dopo anni di lavori e disguidi dovuti ad azzardi
tecnici specialmente nella realizzazione di alcune
avveniristiche chiuse pneumatiche, il Regent’s
Canal venne inaugurato in due momenti diversi:
il tratto da Paddington a Camden nel 1816 ed il
resto fino al Tamigi quattro anni dopo.
L’importanza commerciale del canale è
testimoniata dagli innumerevoli documenti
che attestano la grande quantità di merci che
transitava lungo il suo corso divenendo di
fondamentale importanza per alleggerire la
pressione sulla rete ferroviaria specialmente
Sede delle Studio Pollard Thomas Edwards Architects. Foto di Luca Rossato
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durante la seconda guerra mondiale.
Per decenni il canale fu teatro di un fervido
commercio e lungo le sue rive sorsero imponenti
magazzini per lo stoccaggio delle merci e nodi di
smistamento delle stesse in connessione con il
trasporto su gomma.
Solo con la fine degli anni Sessanta lo storico
Regent’s Canal vide l’inizio del suo declino,
nuove infrastrutture resero il canale obsoleto e
l’accorciamento dei tempi di consegna delle merci
divenne fattore essenziale. Da quel momento
il canale, amatissimo dai londinesi, divenne
un luogo dove trascorrere piacevoli giornate
passeggiando o facendo sport, accompagnati dal
lento scorrere delle acque seppur in uno scenario
a volte di degrado post-industriale.
Dagli anni Novanta un programma di
riqualificazione delle aree lungo le sue rive con la
costante sostituzione dei magazzini abbandonati
con nuovi interventi residenziali ne ha fatto uno
dei più straordinari esempi di riqualificazione
fluviale in Europa.
Un canale prettamente ad uso industriale offre
ora le sue rive a percorsi ciclo-pedonali tra i più
suggestivi di Londra e le sue chiuse rimangono
testimonianza del genio ingegneristico dei
progettisti ottocenteschi.
Ne porta testimonianza l’interessante recupero
dei magazzini denominati Diespeker Wharf, sede
londinese dello studio di architettura Pollard
Thomas Edwards Architects, da anni tra i leader
di rigenerazione urbana nella metropoli Inglese.
Dalla riqualificazione dell’area industriale, è nato
in seguito un ambizioso progetto dello studio
PTEa per estendere ad altri tratti del Regent’s
Canal il recupero di aree dimesse con la creazione
di nuovi contesti residenziali lungo il canale.
Si è qui voluta presentare una estrema sintesi di
questi interventi.
Crystal Wharf
Islington, PTEarchitects, Groveworld JV Partner/
Developer 1998 - 2003
Kleine Wharf
Hackney, PTEarchitects, 2001 – 2007
Packington Estate
Islington, PTEarchitects, 2006 – in corso
La “banchina di cristallo” è il primo progetto di
riqualificazione fluviale che è seguito al recupero
dell’ex area industriale Diespeker Wharf per la
nuova sede dello studio PTEa.
Il sito si trova in posizione chiave all’incrocio tra il
Regent’s Canal ed il City Road Basin, anticamente
un importante bacino di raccolta delle merci.
Dopo la vittoria del concorso nel 1998 gli
architetti hanno sviluppato un progetto articolato
in tre blocchi che si dispongono attorno ad un
giardino centrale delimitato da un quarto lato
costituito dall’ex magazzino ora sede dello studio.
Ogni blocco ha un suo deciso carattere, dalle
sinuose forme dell’edifico completamente vetrato
lungo il canale alla compostezza austera del blocco
di mattoni che si affaccia a sud fino al rosso
intonacato dell’edificio posto lungo la strada.
L’area ospita 57 alloggi, oltre 1000 mq destinati
ad uffici ed un parcheggio sotterraneo.
Kleine Wharf dimostra come i corsi d’acqua di
Londra non abbiano solo un grande potenziale
come aree residenziali ma anche come
catalizzatori di nuovi posti di lavoro.
Il progetto infatti nasce dalla volontà di dare
nuovo impulso alle attività lavorative di un’area
degradata attraverso la realizzazione di un
complesso che ospita spazi per attività diverse ed
abitazioni ad alto standard qualitativo.
Alla parte residenziale è stato così aggiunto uno
studio di fotografia, una piccola stazione di polizia
di quartiere, e locali destinati allo start-up di
nuove attività. Gli edifici dal piacevole design che
unisce materiali diversi (dal legno al rame come
rivestimenti, all’acciaio al vetro per i balconi) si
affacciano su una ampia corte centrale che ospita
un caffè all’aperto avente la funzione di attrarre
più fruitori possibile al fine di trasformare quella
che era un’area da evitare in un piacevole piccolo
quartiere lungo il fiume.
PTEa vince il concorso per la riqualificazione
dell’area degradata del Packington Estate, un
grande complesso popolare degli anni Settanta
posto lungo il Regent’s Canal nel 2005.
Il progetto prevede la trasformazione dell’intero
quartiere in un nuovo network di piazze che
termina con un waterfront destinato ad ospitare
un ampio parco urbano sulla sponda del canale.
Mentre il vecchio agglomerato consisteva in una
serie di edifici a stecca in cemento armato e spazi
comuni inutilizzati, il nuovo Packington Estate avrà
un linguaggio architettonico contemporaneo e
sarà maggiormente legato al contesto circostante
da nuove strade che riformeranno l’antico tessuto
Vittoriano ricco di piazze e spazi verdi.
L’importanza dell’intervento darà ulteriore linfa
a tutte quelle attività che vedono il Regent’s
Canal come una potenziale piacevole via di
comunicazione tra i vari quartieri di East-London.
Belvedere Court
Hackney, PTEarchitects, 2001 - 2004
City Wharf
Islington, PTEarchitects, 2001 - 2008
Belvedere Court rappresenta un modello di
rigenerazione urbana ad alta densità con
la realizzazione di diversi alloggi sociali
sovvenzionati dall’affitto di alcuni dei nuovi
appartamenti destinati al libero mercato.
I tre blocchi realizzati, che hanno sostituito
vecchi magazzini ed autorimesse fatiscenti,
hanno ottenuto in questo modo un alto
standard costruttivo non penalizzando come
sovente accade gli alloggi destinati alle fasce di
popolazione meno abbienti.
Le dimensioni delle abitazioni realizzate
denunciano chiaramente il suo mix di destinatari,
comprendendo appartamenti da una camera da
letto per il libero mercato fino a quelli da quattro
camere per le abitazioni sociali.
Il complesso che ha una altezza che varia da sette
a quattro piani fuori terra è completato da un
giardino interno e da una autorimessa comune.
Questo progetto, recentemente completato,
rappresenta un esempio di integrazione tra spazi
pubblici e spazi privati con l’obiettivo primario di
restituire alla città una banchina fluviale dimessa
da diversi anni.
Il concept principale è stato quello di arretrare
il fronte della grande stecca (in realtà somma di
quattro edifici), posta parallelamente al Regent’s
Canal, per ospitare un parco e percorsi pubblici
lungo la sponda riqualifcata.
I quattro blocchi affiancati, ognuno dotato di
proprio ingresso, parti comuni e spazi commerciali
al piano terra, ospitano in totale 85 alloggi
destinati ad un mix residenziale con un range che
comprende abitazioni sociali e attici di lusso.
I balconi delle abitazioni, come veri e propri
trampolini, si tuffano nel vuoto prospiciente il
canale caratterizzando la grande facciata con una
interessante alternanza di volumi e materiali.
Pollard Thomas Edwards Architects
Sito ufficiale
www.ptea.co.uk
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Progetto di riqualificazione fluviale Crystal Wharf.
Credit photo PTEa
Progetto di riqualificazione fluviale Crystal Wharf.
Credit photo Groveworld
Progetto di riqualificazione fluviale Crystal Wharf. Credit photo Groveworld
Il complesso Belvedere Court. Credit photo David Churchill
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Vista interna del complesso Kleine Wharf. Credit photo PTEa
Dettaglio della facciata del complesso Belvedere Court.
Credit photo David Churchill
Vista del complesso denominato Kleine Wharf.
Credit photo David Churchill
Kleine Wharf. Credit photo David Churchill
Dettaglio di facciata del complesso City Wharf.
Credit photo Rejash Bhela
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Vista del City Wharf. Credit photo Rejash Bhela
Dettaglio di facciata del complesso City Wharf.
Credit photo Rejash Bhela
Vista del City Wharf. Credit photo Rejash Bhela
Elaborati grafici del progetto per la riqualificazione dell’area
degradata del Packington Estate; lo studio PTEa è risultato
vincitore del concorso
Elaborati grafici del progetto per la riqualificazione dell’area degradata del Packington Estate; lo studio PTEa è risultato vincitore
del concorso
Elaborati grafici del progetto per la riqualificazione dell’area
degradata del Packington Estate; lo studio PTEa è risultato
vincitore del concorso
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Progetto di riqualificazione
del lungolago
Tadini - Bergamo
Edoardo Milesi & Archos srl
Il tema della messa a norma e della conseguente
riqualifica di un piccolo tratto del lungolago
di Lovere, Bergamo, non può prescindere da
un approccio al progetto di tipo “sensoriale”.
Passeggiando per il lungolago, i sensi solo
da un lato sono sollecitati positivamente dalla
benefica influenza delle luci e dell’acqua del lago,
mentre da un altro verso vengono disturbati dal
frastuono delle auto in transito sulla via parallela.
Il progetto trae quindi i primi spunti dalla strada.
L’urbanistica moderna, interpretata in chiave
ecologica, non nega l’auto, semplicemente pone
una premessa di fondo: autoveicolo e uomo non
devono prevalere uno sull’altro, semplicemente
devono convivere nella città.
E c’è soltanto un processo che rende possibile
questa convivenza: la riconquista della strada
attraverso la moderazione della velocità.
Ridurre la velocità è possibile anzitutto utilizzando
l’architettura come un “bisturi”, vale a dire
riducendo drasticamente la sezione stradale,
costringendo l’automobilista a confrontarsi
con un ambiente a misura d’uomo. In seconda
istanza diviene fondamentale “trasformare” in
piazze pedonali anche le sedi viarie in prossimità
dei luoghi significativi, estendendo la medesima
pavimentazione a piazze e marciapiedi.
Questa scelta forte è stata messa in pratica da
subito, trasformando l’oggetto d’intervento in
un’unica piazza a livello costante completamente
pavimentata in cubetti di porfido. Tutta,
ad eccezione della rotonda Tadini che si
vuole mantenere il più possibile con la sua
connotazione di “bastione verde” a difesa del
lago, con le sue essenze arboree di qualità e le
aiuole geometriche intervallate da piccoli percorsi
in ghiaietto bianco.
Le auto sono costrette ad accedere alla nuova
piazza con una dolce rampa al termine di Piazza
Marinai d’Italia, rampa che porta la piazza alla
quota del marciapiede lungo il museo Tadini (che
viene conservato tal quale).
Arrivate “sulla piazza” le auto sono costrette a
rallentare ulteriormente poiché si trovano di colpo
senza riferimenti precisi: solo una serie di grandi
borchie a raso pavimento sul lato del museo, e
un’enfilade di prismi in pietra (cm 30x30) sul lato
lago, disposti ad onda di altezza variabile con
funzione di “shicane” per il traffico veicolare.
Tutto questo permette un consistente
ampliamento del tratto di lungolago prospiciente
la piazza Garibaldi dove una duplice funzione è
affidata alla pavimentazione in pietra realizzata
mediante il recupero delle lastre esistenti a
fasce perpendicolari all’acqua con campiture
in cubetto di porfido: da un lato il disegno
ortogonale all’asse stradale è ulteriore elemento
di “traffic calming” disorientando l’automobilista
16
e imponendogli maggiore attenzione nella
guida; dalla parte del pedone la pavimentazione
perpendicolare all’acqua aumenta il rapporto della
piazza con il lago.
Per i fruitori del lungolago (pedoni e veicoli) si
ha la percezione di un centro storico allargato,
per cui il tratto rettilineo di via Tadini, può essere
trattato in maniera asettica per quanto riguarda
la sede stradale e in maniera “forte” per quanto
riguarda la promenade lungolago.
La sede stradale, ristretta a 6 m comprese le
banchine, consente di recuperare spazio prezioso
alla passeggiata e alla messa in sicurezza dei
parcheggi.
I parcheggi si trovano ad una quota sopraelevata
rispetto alla strada, con un salto di circa 10-15
centimetri segnalati a terra da una striscia di
lastre di pietra dalla larghezza costante di 100 cm,
che costituisce inoltre un margine di sicurezza
a chi, scendendo dall’auto, vuole raggiungere la
promenade lungolago.
Il tratto di lungolago si presentava degradato non
tanto per i materiali di finitura o per le fioriere
in cemento quanto piuttosto per il forte impatto
provocato dalle auto in sosta.
Si è quindi optato per una separazione-filtro
attrezzata, costituita da un lungo elemento in
legno posto a circa 45 cm dal piano pavimento, in
modo da configurarsi non soltanto come grande
panca continua ma anche come “percorso in
quota”.
Un oggetto alla grande scala intervallato da pochi
varchi stretti, connotato in maniera fortemente
ludica sul quale disseminare una molteplicità di
episodi arricchenti. Così accade che sulla panca
gigante prendono posto, oltre alle sedute, alcuni
pergolati in legno e rete di corda, i fari (accesi a
comando) per l’osservazione dei pesci, la scala
per l’avvistamento delle barche, i gonfaloni dei
brokers, gli stendardi delle manifestazioni locali.
Mentre il lotto 2 sarà necessariamente un’opera
da eseguire in un unico intervento che preveda
contestualmente alla ripavimentazione anche
l’ottimizzazione e l’adeguamento di tutti i
sottoservizi a rete, il progetto del lotto 1 è stato
concepito come un’opera in continua evoluzione,
una sorta di percorso-contenitore, una
piattaforma sulla quale inserire anche in momenti
successivi una serie di attrezzature.
Così volendo ulteriormente frazionare
l’investimento previsto o implementarlo in fase
successiva, occorrerà senz’altro predisporre da
subito le tre pavimentazioni (parcheggio, panca,
passeggiata) e i quaranta pali-albero verticali in
legno necessari a scandire e a dare immediata
lettura al progetto di sistemazione e in fase
successiva supporto di tutti i diversificati elementi
che via via verranno aggiunti.
Il progetto è vincitore del Premio Innovazione e
Qualità Urbana, organizzato da Maggioli Editore,
nell’ambito di EuroP.A. 2008, Salone della
autonomie Locali - Prodotti, tecnologie e servizi
per la Pubblica Amministrazione Locale, per la
sezione “Città e Architettura - Realizzazioni”.
Foto di Paolo Da Re
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Progettazioni sull’acqua: spazi pubblici e privati
di Giacomo Sacchetti
Nel 2005 l’uragano Katrina ruppe gli argini
del fiume Louisiana e fece straripare il
lago Pontchartrain provocando un’enorme
inondazione. Più di mille abitanti persero la
vita e New Orleans venne distrutta all’80%. Il
destino dei territori e delle popolazioni sta nella
contrapposizione tra la forza della natura e le
barriere costruite (o non costruite) dall’uomo, che
dovrebbe ricercare l’equilibrio tra i propri spazi e
la natura stessa, tra le soluzioni architettoniche
e l’acqua. Le forze naturali possono essere
controllate; l’acqua è da tempo oggetto di
studi che potrebbero contribuire a migliorare
le condizioni abitative delle popolazioni, se il
controllo dei corsi d’acqua non fosse, come
succede in alcuni casi, subordinato a interessi
economici. Nessuno aveva interessi a New
Orleans, nessuno ha preso provvedimenti
affinché un uragano non provocasse tali danni.
Questa attuale riflessione di Stefano Casciano,
contenuta nel numero speciale di Domus
“Sull’acqua” pubblicato nel 2006, spinge alla
ricerca di soluzioni architettoniche che seguano
criteri di realizzazione non solo economici, ma
che tentino anche di sposare il progetto e l’acqua.
Tra le più interessanti c’è il Blur Building di Diller
& Scofidio, un padiglione costruito in occasione
dell’Expo Svizzera del 2002 sul lago Neuchatel
a Yverdon-les-Bains, retto su un sistema
equilibrato, una sinergia di tensioni bilanciate
tra le diversi componenti che sostengono la
piattaforma sul lago. Rampe e camminamenti
corrono sul padiglione e contribuiscono al
bilanciamento. La struttura rimane coperta
da una nuvola artificiale, creata atomizzando
l’acqua del lago, portata ad alta pressione e infine
nebulizzata. L’ingresso al padiglione, oscurato
dalla nebbia, rimane, da lontano, invisibile ai
visitatori.
Il terminale del porto di Yokohama in Giappone,
realizzato dal Foreign Office Architects, non solo
possiede tutte le caratteristiche di un grande
scalo internazionale, ma costituisce anche un’area
aperta al pubblico, con spazi verdi e passeggiate,
affacciata sulla Tokyo Bay. È del tutto particolare
la soluzione adottata per creare uno spazio
pubblico per il commercio, il turismo e il tempo
libero.
Steven Holl ha progettato il Lake Whitney Water
Treatment Plant a Hamden, nel Connecticut.
Situato all’interno di un parco pubblico, è
un impianto per il trattamento dell’acqua e
rappresenta una sorta di fusione fisico-semantica
tra architettura e purificazione dell’acqua: le
costruzioni tracciano il disegno degli stadi del
processo di purificazione, il parco agisce come
naturale sistema di filtrazione e l’atrio principale
- un tubo in acciaio che frontalmente riproduce
la sagoma di una goccia d’acqua - è la traduzione
in forma architettonica della funzione data
all’impianto.
La Blackfriars Station a Londra sarà, a
conclusione dei lavori nel 2011, la prima stazione
ferroviaria collocata sopra il Tamigi. Sarà il
risultato della ristrutturazione dell’omonimo
ponte, costruito nel 1864, sul progetto Jacobs
e Tony Gee & Partners, allo scopo di rendere
più fluido il traffico, sistemando un ingresso su
entrambe le sponde, a nord e a sud, e lasciando
così il fiume al centro. La nuova entrata a sud
servirà la Tate Modern e lo Shakespeare’s Globe
Theatre; l’entrata nord, già esistente, diverrà una
hall in cui si potranno acquistare biglietti per la
ferrovia e per la metropolitana.
Tra le architetture private, un incontro dialettico
si stabilisce tra l’acqua e villa Querini Stampalia
a Venezia, all’interno della quale Carlo Scarpa
ha utilizzato la superficie acquatica e i suoi
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movimenti improvvisi e imprevedibili per
creare riflessi sui vetri della villa e “turbare”
un’architettura dall’aspetto museale. Il giardino
ha come elemento primario l’acqua che sgorga
da una fonte nella corte, si allarga in una vasca
quadrata, passa attraverso i percorsi di una
fontana, e viene raccolta in un bacile a cerchi
concentrici. Con la casa sull’Iha Josefa ad Angra
dos Reis in Brasile, i progettisti Bernardes
e Jacobsen hanno invece realizzato, tra la
vegetazione e il golfo, un elemento di passaggio
morbido tra la foresta atlantica e l’acqua, grazie
all’utilizzo di materiali scelti a questo scopo, come
il deck lavorato in fasce di diversa larghezza.
Simili progetti, realizzati in spazi pubblici e privati,
si inseriscono in paesaggi d’acqua preesistenti, e
propongono soluzioni non invasive che conciliano
visivamente architettura e natura.
Riviste
Speciale Domus “Sull’acqua”, Milano, 2006.
Siti internet
www.arcspace.com
www.archimagazine.com
www.worldarchitecturenews.com
www.bjaweb.com.br
http://archiblog.d-earle.com
www.thecityreview.com
www.whitneydigs.com
www.archimagazine.com
Immagini tratte da:
http://aainter10shenfei.wordpress.com/
http://soufpuma.blogspot.com/
http://arch.eptort.bme.hu/kortars5.html
http://www.bioengineering.com/
20
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THE BLUE PLANET
Copenhagen, Danimarca – 3XN Studio
di Maria Azzurra Rossi
Lo studio di architettura danese 3XN ha vinto il
concorso per la progettazione del nuovo acquario
di Copenhagen, sull’isola di Amager, che sarà
completato e aperto al pubblico nel 2013. Il
progetto vincitore è denominato “Whirlpool”,
traendo ispirazione dal fenomeno naturale dei
vortici marini.
I progettisti hanno voluto raccogliere nel
complesso edificio la totalità delle esperienze
e delle sensazioni che un visitatore può
percepire all’interno di un acquario, partendo
dalla straordinaria esperienza che si prova
nell’osservare i pesci nel loro elemento naturale.
Il centro dell’edificio è la hall, attorno alla
quale le diverse parti dell’acquario ruotano in
una sequenza di ambienti leggermente curva,
assicurando non solo all’edificio una forma
spaziale coerente con il concept del progetto, ma,
allo stesso tempo, assicurando la possibilità di
accrescimenti futuri all’edificio.
Entrando, il visitatore si sente da subito parte
dell’acquario, perché il tetto al di sopra del foyer è
realizzato in vetro, ed è allo stesso tempo il fondo
della piscina soprastante; attraverso il vetro della
piscina si possono scorgere il cielo e la luce del
sole riflessa dall’acqua.
La “Round Room” è la zona fulcro dell’acquario,
ed è il punto in cui il visitatore decide se esplorare
gli allestimenti relativi agli ambienti del fiume,
del lago o dell’oceano. Ciascuna esposizione ha il
proprio affaccio sulla Round Room, e ciascuna ha
il proprio ingresso filtrato da una buffer zone, uno
spazio in cui suoni e immagini sono utilizzati per
introdurre all’atmosfera ricreata in ciascuna sala
espositiva.
Rialzato di alcuni metri al di sopra del terreno, The
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Blue Planet è un edificio che riflette una grande
coerenza; la grandezza nella piccolezza delle
cose, tutta l’acqua del mondo inestricabilmente
connessa, dalle violenti forze dello tsunami fino
all’infinita piccolezza delle molecole. Affacciato
sul Øresund, l’edificio collega la terra con il mare,
disegnando sia il grande spazio esterno che lo
spazio interno di visita.
A livello paesaggistico, il grande vortice è
percepito come se si propagasse attraverso il
terreno, le vasche e il mare attorno all’edificio.
Come le correnti d’acqua, l’edificio non è statico,
ma il movimento continua potenzialmente nel
futuro attraverso tutte le possibili estensioni
che si possono aggiungere per accrescerlo,
semplicemente permettendo alle linee del vortice
di protrarsi estendendosi.
“Whirlpool” a prima vista può sembrare una
grande girandola arenata nella costa orientale
della città, ma può richiamare anche ad una
stella marina o all’elica di una barca. Tutte
queste suggestioni vengono valorizzate dalla
vicinanza dell’area progettuale con l’aeroporto di
Copenhagen: planando con l’aereo sulle acque
dell’Øresund sembrerà di zoom-are sempre più
su qualcosa di naturalmente alieno.
Il colpo d’occhio esterno non fa immaginare
l’esperienza degli spazi interni, che, con superfici
inclinate, luce filtrante e altissimi acquari
cercheranno di coinvolgere il visitatore, di farlo
nuotare con squali, murene e ostriche giganti.
La natura è protagonista di una cultura,
l’architettura si trasforma in natura.
Sito ufficiale
http://www.3xn.dk/
Video
http://berlingske.xstream.dk/mediamaker.
php?id=5768
Immagini tratte da:
http://www.worldarchitecturenews.com/index.
php?fuseaction=wanappln.projectview&upload_
id=10086
http://www.architonic.com/trends/7000082/
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L’acqua e la città
Bains des Docks, Le Havre – Atélier Jean Nouvel
di Igor Pilla
La sfida che molte città europee hanno intrapreso
negli ultimi anni, è quella di recuperare interi
comparti urbani in pieno degrado. In particolare,
le città di mare sono tra quelle che più si sono
adoperate per fare ciò, recuperando il rapporto
tra il centro e l’acqua. Genova e Barcellona ma
anche Hong Kong e Singapore sono esempi
emblematici, con innumerevoli interventi votati
alla qualità urbana e architettonica.
Sulla scia di questi interventi anche la città di
Les Havre in Francia ha deciso di riqualificare
il proprio porto. La struttura si trova localizzata
alla foce della Senna, nella zona sud della città,
circondata da due canali che la dividono dal
centro cittadino. La zona interessata è quella
dei magazzini, “Docks”, i più vecchi di Francia e
caratterizzati da lunghe file di container che ogni
giorno transitano o rimangono in stoccaggio.
Proprio per questa vocazione industriale,
l’impianto viario e urbano in generale è formato
da assi ortogonali fra loro.
Per l’intervento di riqualificazione la municipalità
di Les Havre ha deciso di indire una
consultazione, interpellando tre dei maggiori
studi d’architettura mondiale; l’olandese MVRDV,
quello americano di Daniel Libeskind e quello
del francese di Jean Nouvel. La consultazione
prevedeva lo sviluppo di un masterplan diviso
in tre zone. La prima è un’area destinata allo
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sviluppo di funzioni urbane miste abitazioni,
terziario e terziario superiore; la seconda area
prevedeva funzioni di alto valore economico e la
terza un’area destinata ad un prossimo sviluppo
entro il 2020.
È lo studio di casa dell’architetto Nouvel che ha
raggiunto, secondo la giuria, il miglior equilibrio.
La proposta doveva prevedere oltre alla parte
urbanistica anche un focus sulla seconda area,
nella quale è evidente la forte influenza urbana
dettata dal bando, dalla morfologia della città
e dalle preesistenze dell’area. Un progetto
straordinario nella produzione architettonica di
Nouvel, tanto che è molto faticoso inquadrarlo
all’interno della ricerca formale da lui sviluppata
degli ultimi anni.
I “Bains des Docks” sono l’unica parte fino ad ora
completata, prima della completa realizzazione che
si prevede nel 2011. Si tratta di un centro termale
dalla superficie complessiva di oltre 5000 mq, con
spazi ludici per bambini, piscine olimpioniche per
nuoto e tuffi, e spazi per terapie balneari.
L’interessante mix funzionale dedicato alle attività
acquatiche cade in secondo piano di fronte
alla straordinaria composizione architettonica.
Chiunque entri si accorgerà immediatamente di
non trovarsi all’interno di un edificio qualsiasi,
ma di stare in uno spazio che cerca il dialogo
con il cielo, la luce e le forme urbane. Il bianco
degli ambienti trova nell’acqua e nelle nuvole, che
corrono sopra le piscine, la propria conclusione,
segnando limiti non stabili ma fluidi e dinamici
nello spazio. La luce contribuisce in modo deciso
a quest’atmosfera, contrapponendo ai suoni
dilatati e ovattati tracce puntuali e frammentate
che scolpiscono le masse murarie come nelle
terme romane. Le forme però sono dell’Urbis,
un’architettura che già dall’esterno denuncia
un’impostazione formale razionale. L’edificio
si presenta come una scatola dagli angoli retti,
collocata all’incrocio tra due assi viari e con pochi
fori che permettono agli ospiti della struttura di
osservare il paesaggio esterno. L’architettura
degli spazi interni invece è assolutamente
imprevedibile, con un susseguirsi di scorci tipico
delle città storiche, che potrebbe far tornare alla
mente gli spazi pubblici della cittadina toscana
di Bagnovignoni, nella quale l’acqua è lo spazio
pubblico. Passare da uno specchio d’acqua
all’altro è come muoversi tra i vicoli della città
con le sue superfetazioni, squarci che consentono
di vedere oltre alla stanza in cui ci si trova ed
un continuo rapporto con la luce che sembra
penetrare dai tetti per arrivare fino a terra.
È un’architettura assolutamente inusuale per
l’architetto che proprio quest’anno ha vinto
il premio Pritzker. Il ritorno al dialogo tra il
contemporaneo e la storia forse è sintomo di un
nuovo modo di pensare l’architettura, che non
ricerca più l’oggetto simbolico ma spazi composti
di semplici elementi molto raffinati, in grado di
dare una qualità agli spazi.
Video
http://www.lemoniteur.fr/video/video.
asp?r=1&v=144
http://dailymotion.alice.it/video/x675nm_
reportage-fr3-des-bains-des-docks-a_creation
Immagini tratte da:
http://www.flickr.com/
http://www.thecoolhunter.net/design
http://www.vert-marine.com/le-havre/
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Acqua Digitale
Digital Water Pavilion, Expo 2008 Saragozza
carlorattiassociati + MIT
di Mirco Vacchi
“Negli anni Novanta la tecnologia
digitale ci ha fatto sognare mondi virtuali
allora distanti. Il sogno dell’architettura
digitale era creare edifici veramente
riconfigurabili e dinamici; ma i materiali
da costruzione in nostro possesso,
l’uso del mattone e del cemento,
rendevano impossibile il cambiamento.
Oggi abbiamo fatto grandi passi avanti.
L’acqua digitale è davvero un materiale
dinamico e fluido, che può apparire e
sparire. Il futuro dell’architettura può
davvero essere negli ambienti trasformati
in maniera digitale, dove bit e atomi si
fondono alla perfezione”.
Carlo Ratti
Le esposizioni internazionali sono da sempre
un’ottima occasione per promuovere progetti
architettonici innovativi. Basti pensare al Crystal
Palace di Londra (1851) o al Padiglione di Mies
van der Rohe a Barcellona (1929), veri e propri
“manifesti” architettonici. Il Digital Water Pavilion,
Padiglione della Città di Saragozza all’Expo
2008, è stato ideato per diventare il simbolo
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dell’architettura digitale e interattiva.
Collocato nel nodo di connessione tra il recinto
dell’Expo e l’area che ospiterà l’avanguardistico
progetto di riqualificazione urbana high-tech
“Milla Digital”, l’edificio unisce il tema dell’acqua
(filo conduttore dell’intera Esposizione) a quello
della tecnologia digitale, comunicando un senso
di continuità con il futuro dei grandi progetti di
trasformazione della città.
Carlo Ratti, architetto ed ingegnere, capo del
SENSEable City Lab del Massachusetts Institute
of Technology (MIT) di Boston spiega così il
funzionamento di questa innovativa struttura,
dove il nuovo materiale da costruzione, l’acqua
digitale, viene applicato per la prima volta al
mondo all’architettura come elemento urbano:
“Per capire il concetto di “acqua digitale”
immaginate una stampante a getto d’inchiostro
di grandi dimensioni, in grado di controllare le
gocce d’acqua che scendono a cascata. L’effetto
è proprio quello di una cascata d’acqua che si
interrompe in alcuni punti specifici, creando una
sorta di schermo nel quale i pixel che disegnano
le immagini non sono luminosi, ma fatti di aria
e acqua. L’intera superficie diventa quindi un
display digitale che scorre continuamente verso
il basso”.
Il sistema, costituito da un muro d’acqua lungo
120 metri controllato digitalmente da quasi
3.000 valvole elettromagnetiche, è in grado di
far scorrere sulle pareti d’acqua testi, pattern e
immagini, rendendo così l’edificio un’architettura
dinamica e multimediale a tutti gli effetti,
capace di coinvolgere, stupire ed emozionare gli
spettatori. È l’aspetto sensoriale che prevale, al di
là dell’aspetto visivo. Il linguaggio architettonico
è volutamente ridotto all’essenziale: un semplice
parallelepipedo di 330 mq, con due volumi
in vetro (un ufficio del turismo e un centro
informazioni) che emergono verso l’alto. Il
tetto, anch’esso ricoperto da un sottile strato
d’acqua per meglio integrarsi con il paesaggio
del Paseo dell’Agua, è sostenuto da dodici pistoni
idraulici che permettono alla struttura di alzarsi
ed abbassarsi a seconda delle diverse esigenze,
ora atmosferiche, ora puramente dimostrative
e d’effetto. Ciò permette allo spazio interno di
contrarsi, espandersi e riconfigurarsi in base alle
necessità. Il progetto per il Digital Water Pavilion,
celebrato dalla rivista Time come “migliore
invenzione dell’anno 2007”, è stato selezionato
alla Bienal Internacional de Arte Contemporáneo
de Sevilla 2008 e ha partecipato alla mostra
Rizoma – Biennale Giovani Architetti 2008.
Al termine della manifestazione la macchina
teatral-promozionale si trasformerà in stazione di
sosta per la linea dell’alta velocità, lungo il Paseo
del Agua, in quella parte di città “oltre il fiume”
che, grazie alle trasformazioni indotte dall’Expo
2008, si trasformerà in nuova importante
centralità urbana.
Siti internet
http://www.dwp.qaop.net/
http://www.expozaragoza2008.es/
http://www.carloratti.com/
http://web.mit.edu/
Video
http://it.youtube.com/watch?v=mtMzbeMA58I
http://it.youtube.com/watch?v=Q-PZB2gf0os
http://it.youtube.com/watch?v=YstTDPMf9Q8
http://it.youtube.com/watch?v=xuq63jLyu20
http://it.youtube.com/watch?v=W7GIyd2589w
http://it.youtube.com/watch?v=-3hDFpRNutA
http://it.youtube.com/watch?v=m2IXq32jxUI
Immagini tratte da:
www.inhabitat.com
http://krishnagupta.blogspot.com
http://hermannby.blogspot.com
http://www.dwp.qaop.net/
29
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
30
Foto di Guy Hoffman
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
31
Foto di Guy Hoffman
Foto di Guy Hoffman
Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com)
Foto di Guy Hoffman
32
Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com)
Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com)
Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com)
Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com)
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ITHAA – The Hilton Maldives
undersea restaurant
Rangali Island, Maldive - M.J. Murphy LTD Design Studio
di Federica Maietti
Il primo ristorante del mondo costruito sotto
il mare è stato ideato dalla Hilton Maldives
Resort & Spa. Ithaa (che si pronuncia “eet-ha” e
significa perla nella lingua Dhivehi delle Maldive),
è il nome del ristorante collocato cinque metri
sotto l’Oceano Indiano, circondato dalla barriera
corallina e racchiuso da materiale acrilico
trasparente al fine di offrire ai clienti una veduta
sottomarina a 270 gradi.
L’innovativo ristorante è il primo di questo
tipo mai costruito al mondo e appartiene a un
più ampio progetto di edificazione dell’isola di
Rangalifinolhu che comprende 79 lussuose ville
sulla spiaggia, lo Spa Village e il ristorante.
Nel febbraio 2004 lo studio di Design e
Progettazione M.J. Murphy LTD venne
contattato per la progettazione e la supervisione
alla costruzione del rivoluzionario ristorante
sottomarino lungo la barriera corallina dell’isola
Rangali. Venne proposto l’utilizzo di un ampio
arco in materiale acrilico sulla base del fortunato
impiego di una struttura simile per il National
Science Centre Aquarium in Kuala Lumpur.
La fase di progettazione del ristorante è
cominciata nel marzo 2004 e inizialmente l’idea di
base partiva dall’assunto che la struttura di Ithaa
dovesse essere completamente costruita sulla
spiaggia dell’isola, trasportata nell’acqua tramite
binari, fatta galleggiare fino a un punto oltre
l’area della spiaggia e fatta affondare sott’acqua
utilizzando sacchi di sabbia.
Questa ipotesi ha comportato la formulazione di
numerosi calcoli per cercare i centri di gravità della
struttura, i centri di galleggiamento, la stabilità
nell’acqua, l’ottimizzazione delle dimensioni, della
forma, del volume e della distribuzione del peso
così come della semplicità di utilizzo e dell’estetica
migliore. Il problema maggiore era causato
dalle scale, a causa delle complesse forze di
sbilanciamento che avrebbero provocato.
L’idea era di posizionare Ithaa in corrispondenza
della principale barriera corallina dell’isola,
in modo da essere protetta dalle forti
correnti dell’Oceano Indiano. Ma il progetto
doveva ancora contemplare tutte le possibili
combinazioni di carico indotte dall’alta e dalla
bassa marea, dall’azione delle onde, dalle diverse
pressioni in fase di immersione della struttura
e anche dal futuro accrescimento del livello del
mare a causa del riscaldamento globale. Quando
la fase di costruzione cominciò fu chiaro che
sarebbe stato molto più semplice, e con un
migliore controllo della qualità, costruire Ithaa
completamente a Singapore.
Da giugno a ottobre 2004 la struttura in acciaio
è stata costruita e dipinta; sono state aggiunte le
strutture di zavorra in cemento, l’arco in acrilico
dell’ampiezza di 5 metri installato e sigillato
ermeticamente con silicone e aggiunti i condotti
per l’aria condizionata e i cavi elettrici. Nello
stesso tempo, nell’isola di Rangali, quattro grandi
pali di fondazione in acciaio sono stati piantati sul
suolo marino al fine di realizzare la resistente base
su cui collocare la struttura una volta immersa.
Il 1 novembre 2004 Ithaa, del peso di 175
tonnellate, è stata imbarcata da Singapore per
giungere dopo 16 giorni alle Maldive ed essere
immersa il 16 novembre, richiamando per
l’occasione una vasta folla di spettatori. Per la fase
di immersione, sacchi di sabbia per un peso di 85
tonnellate sono stati collocati all’interno del vano
del ristorante per consentire il posizionamento
della struttura sui pali di fondazione.
Completata la struttura, rimanevano da collocare
le scale, la “capsula” di ingresso, da completare
l’architettura dell’interno e installare l’aria
condizionata.
Nell’aprile 2005 il ristorante Ithaa ha aperto
i battenti e cominciato la propria attività,
enfatizzando l’evento del primo, e unico al
mondo, ristorante sotto il mare.
Sito ufficiale del M.J. Murphy LTD Studio
http://www.mjmurphy.co.nz/
34
Video
http://it.youtube.com/watch?v=66xHjjBxJfQ
http://it.youtube.com/watch?v=p0FX4xAqVHw&fe
ature=related
http://it.youtube.com/watch?v=zRXImYSisXc&fe
ature=related
http://it.youtube.com/watch?v=IKQC0ALii7o&fea
ture=related
Immagini tratte da:
http://www.mjmurphy.co.nz/Projects/
UnderwaterRestaurants/tabid/300/Default.aspx
http://digital-tech-guide.blogspot.com/2007/09/underwater-restaurant.html
http://damncoolpics.blogspot.com/2007/07/
underwater-restaurant-at-hilton.html
http://maldiveslive.blogspot.com/2007_04_01_archive.
html
35
36
Microcostas
Vinaròs, Spagna - Vicente Guallart Architects
di Mirco Vacchi
“Cuál es la dimensión para que un
accidente geográfico deba poseer un
nombre?”
Vicente Guallart
Vinaròs è un piccolo borgo situato lungo la
costa mediterranea della Spagna, vicino al delta
del fiume Ebro, a metà strada tra Barcellona
e Valencia. Il suo litorale, composto da
conglomerati rocciosi facilmente disgregabili,
presenta una lunga successione di insenature
e sporgenze “in perenne trasformazione”:
l’incessante azione del mare impone continue
revisioni del profilo e dell’estensione superficiale
dell’area costiera, la cui accessibilità è stata
a lungo ostacolata dai frequenti fenomeni di
instabilità (frane, erosioni, smottamenti del
terreno).
Per migliorare la fruibilità della spiaggia
e valorizzarne il potenziale naturalistico e
ambientale inespresso, l’architetto Vicente
Guallart ha sviluppato il progetto “Microcostas”:
piattaforme pubbliche di forma esagonale, capaci
di adattarsi al terreno su cui vengono appoggiate
e di assecondare le esigenze di turisti e cittadini
che si fermano per godersi il mare, leggere o
prendere il sole. Il disegno geometrico-costruttivo
prevede la combinazione di due soli elementi, uno
fisso orizzontale, l’altro ad “assetto variabile”,
inclinabile in maniera più o meno accentuata a
seconda delle caratteristiche del suolo e della
percezione fisica e visiva tra costa e mare. Il lato
dell’esagono di base presenta una lunghezza
commisurata alle dimensioni del corpo umano.
“L’intervento è esemplificativo di come la
scala “percettiva” possa essere la chiave per
individuare la logica con cui operare. – spiega
il progettista – Ad una scala urbanistica e
ambientale intermedia, si tratta di un luogo
di scarso interesse, a causa della vicinanza
tra ambiente costiero e territorio urbanizzato.
A prima vista le cale e le punte sembrano
molto lontane da quella idea di purezza ideale
che potrebbe qualificare questo luogo come
“naturale”. Ma alla piccola scala si scopre che
quella sequenza di cale e punte, microinsenature,
specchi d’acqua, rocce erose dal mare e
modellate dalle onde, rivela un’eccezionale
bellezza. Il nostro progetto ha lo scopo di stabilire
un meccanismo per consentire di misurare la
costa. Le nostre analisi hanno permesso una
mappatura di micro-luoghi di grande identità,
tali da meritare un nome, rompendo la logica
secondo la quale un “evento” territoriale è bello e
“nominabile” solo se è grande”.
Le nuove superfici dinamiche valorizzano la
geografia del territorio senza intaccarne la
struttura originaria. Le piattaforme di Vinaròs
hanno ottenuto un riscontro popolare immediato.
Persone singole, coppie, famiglie e gruppi se
ne sono rapidamente appropriati, utilizzandole
nei modi più svariati e generando interessanti
fenomeni di socializzazione dello spazio.
Siti internet
http://www.guallart.com/
http://www.guallartblog.com/blog/
37
Video
http://it.youtube.com/watch?v=1Uv3Phx-jbM
Immagini tratte da:
http://www.geologics.net
http://www.guallart.com
http://lst40708.wordpress.com
http://arkitectos.blogspot.com
http://www.mediterraneocostanorte.com
38
39
40
YPENBURG – Due
progetti a confronto
di Roberto Malvezzi
Sopra il vecchio campo dell’aviazione militare,
poco a sud dell’Aia, dal 2002 sorge il nuovo
quartiere di Ypenburg, abitato da più di trentamila
persone. Cinque grandi settori lo compongono,
l’ultimo dei quali ad essere completato è il
WaterWijk, il quartiere sull’acqua.
Un grande anello navigabile lo circonda lungo
tutto il perimetro, rispetto al quale la strada
principale rimane esterna: per accedere al
quartiere si deve quindi passare sopra alcuni
ponti a sezione mista, asfaltata per le auto, in
doghe di legno per cicli e pedoni, con sedute
laterali anch’esse in legno, che danno a questi
passaggi l’aria di luoghi. L’acqua procede oltre
a questa cintura, si addentra nel quartiere
suddividendolo in comparti, la cui progettazione
è stata affidata a diversi studi di architettura;
l’impianto generale fornisce una prima chiave
per leggere gli interventi al suo interno. L’acqua
è certo un elemento caratteristico del paesaggio
olandese, ben radicato nella cultura dell’abitare,
dove però rifugge le vaste estensioni e tende
ad assumere la veste consueta del canale
irriguo, della via d’acqua: elementi lineari, che
come nelle campagne dei polder, anche nel
quartiere divengono il principio ordinatore
dell’organizzazione spaziale e funzionale, come
matite e righelli sul tavolo del progettista.
Abitare sull’acqua diviene un gioco di intuizioni
fugaci, di ostacoli; di scorci, che talora si aprono
dal balcone che sovrasta una sponda, da un
ponticello che attraversa il canneto. Questa
presenza silenziosa e a volte inerte prende vita
di colpo quando una barchetta che procede lenta
ci ricorda che lo scorcio o il passaggio sono
41
parte di un più ampio sistema di connessione,
lungo il quale, con pazienza, si possono ancora
raggiungere destinazioni davvero lontane;
lasciando i moletti che affollano le fondamenta
delle case o l’ombra delle sponde, ci si affaccia
su di un’altra prospettiva, in cui tra gli argini
offuscati dalle siepi incolte traspaiono a folate
le opere degli architetti, piccoli mondi autonomi
capaci di intessere tra di loro un sottile gioco di
contrappunti e rimandi.
Si possono osservare diverse strategie progettuali
nel relazionarsi con la presenza dell’acqua, che se
sulla piccola scala definiscono il tema del singolo
intervento architettonico, a livello urbanistico
contribuiscono ad arricchire di nuove potenzialità
i piani che sovrintendono alla qualità globale del
quartiere. Nel settore governato dal masterplan
di MVRDV si fronteggiano due progetti con
differenti approcci; il primo è un noto progetto
degli stessi MVRDV, che insiste su un comparto
circondato da canali su quattro lati; ne nasce una
piccola isola, di forma all’incirca quadrata, cui
viene garantito l’accesso tramite una strada che
l’attraversa tangente a uno dei lati.
Lo spazio contenuto diviene il pretesto per un
esperimento architettonico: racchiuso tra le
sponde infoltite dal canneto sorge un piccolo
paesino, che coi suoi tetti aguzzi e i molteplici
colori rivendica la propria identità lungo i margini
del WaterWijk; la vegetazione dei bordi nasconde
bene l’anello stradale e gli spazi di parcheggio,
disposti verso l’esterno, mentre il cuore dell’isola
è formato da un tappeto cui è consentito solo
l’accesso pedonale. La sua tessitura di base è
fatta di sentieri di attraversamento paralleli alla
strada d’accesso, collegati tra loro da segmenti
trasversali; lungo le fasce ritagliate dai sentieri
sono posizionati edifici di lunghezza differente,
alternati ad ampi giardini; le sequenze vuotopieno sono disegnate in maniera sfalsata sulle
diverse fasce, in modo da aprire profondi scorci
laterali sopra le siepi di edera e rosa canina che
affiancano i viottoli. La definizione architettonica
degli edifici è affidata a sei sistemi di chiusura
esterna, cui corrispondono altrettante scelte
cromatiche: il rosso pallido delle tegole in
ceramica, la tinta naturale delle scandole in legno,
l’argento luccicante delle lamiere metalliche, il
grigio scuro delle onduline e infine, il blu e il
verde dei prefabbricati in calcestruzzo. Queste
pedine sono disposte con ordine attento, nel
quale prevalgono i toni più consueti, affidati agli
edifici di maggiori dimensione, mentre più piccole
e rade sono le case blu e verdi, che appaiono
come sorprese nel panorama complessivo
dell’insediamento; due caselle nelle fasce centrali
sono lasciate libere, a formare piazzole per il
gioco o l’aggregazione.
Lungo le viuzze si addensa un ambiente raccolto,
informale, vagamente giocoso, che richiama da
vicino certe atmosfere dei villaggi della campagna
olandese; accanto a un buon livello di privacy,
emerge il bisogno di formare una comunità, tanto
più forte in quartieri sorti su una terra senza
passato. L’ampio respiro dei giardini e l’attenta
distribuzione del costruito donano al villaggio un
senso di tranquillo equilibrio, come se il limite
creato tutt’intorno dalle acque venisse introiettato
sotto la forma di un’armoniosa autosufficienza
spaziale; e si avverte la sensazione di attraversare
un limite, o di superare un confine, quando si
sale o scende dal tappeto, come il senso di un
entrare, o uscire da qualcosa. Allora la strada
perimetrale, coi suoi parcheggi alberati e le
panchine affiancate agli alti canneti dei margini,
diviene quasi una camera di compensazione, un
polmone, uno stadio intermedio tra il mondo
interno e quello al di fuori dell’isola.
Tra questi elementi si instaura un raffinato
rapporto: la maglia del tappeto non è neutrale,
non è del tutto autosufficiente: le lunghe viuzze
strette nel verde si prolungano senza interruzione
fino all’anello stradale, fornendo all’insediamento
un chiaro orientamento, che coincide con la
via d’accesso e d’uscita dall’isola. La griglia
dei percorsi funge così da condensatore dei
movimenti, e li spinge prima ad inoltrarsi nel
tappeto, e infine a spingersi oltre, verso il mondo
di fuori, ad attraversare il limite; il quartiere del
Monopoli, come lo chiamano scherzosamente gli
abitanti, è davvero un villaggio-isola, ma sembra
anche consapevole di inserirsi in un contesto più
42
ampio, proprio come le acque in cui si specchia.
Di altro tono è il secondo intervento nel
masterplan MVRDV, un quartiere di edilizia
sovvenzionata curato dallo studio Bosch di
Amsterdam; qui l’isola originaria è stata scavata
da due canali paralleli che disegnano tre grandi
penisole allungate, le quali emergono dalle acque
come una massa di mattoni scuri composta da
edifici a corte alternati a piazzali per il parcheggio.
Il bordo dell’edificato è trattato in maniera netta:
le acque hanno messo a nudo la base delle
penisole, e quasi per contrasto, dalle loro mura si
protendono dei balconi sospesi sull’acqua; posti
al piano terreno, questi balconi costituiscono
gli unici spazi aperti propriamente privati
delle abitazioni, e formano un’estensione, una
proiezione verso l’esterno delle aree di soggiorno.
In ogni penisola, una strada collega gli edifici
residenziali tramite passaggi che formano
un’infilata prospettica lungo tutta la sua
lunghezza, e consentono di cogliere la diversa
caratterizzazione dei materiali riservata alle corti
interne e agli spazi esterni; le pavimentazioni
dei piazzali e le falde dei tetti sono realizzate
nello stesso cromatismo delle murature, la
cui tessitura è richiamata persino nella trama
metallica dei parapetti dei balconi aggettanti.
Nelle corti invece, le facciate sono rivestite da
pannelli verde chiaro, su cui sono disegnate con
cavi d’acciaio le linee di crescita di una pelle
di edera: essa dovrebbe screziare le semplici
facciate con fasci irregolari di verde-scuri. A
tal fine, i serramenti sporgono dal filo murario,
in modo da potersi affacciare oltre il manto
dell’edera coi loro profili bianchegganti. Il nastro
d’asfalto attraversa le corti ritagliando due aree
laterali lasciate a prato, che formano spazi semiprivati per le case che vi si affacciano; sull’ultima
delle corti, la strada si interrompe, lasciando
all’interno un intero prato verde. Le case sulla
parete sud delle corti presentano un’altezza
inferiore, in modo da consentire alla luce di
entrare copiosa in ogni stagione dell’anno, e poi
riflettersi sulla facciata opposta.
Queste corti formano dei nuclei protetti, dei
giardini artificiali in cui si svolge la vera vita del
quartiere: l’intero intervento si caratterizza così
per una successione di spazi dotati di diversa
identità, il cui concatenarsi produce intense
variazioni percettive. Rispetto a questi luoghi
forti, le abitazioni assumono una posizione quasi
di soglia, essendo insieme gli elementi che,
separandoli, li determinano, e gli spazi nei quali le
due identità si compenetrano e mischiano; questo
carattere promiscuo è esaltato dalla mancanza di
parentesi, per cui il giardino di casa diviene un
prato comune su cui è possibile correre e giocare
insieme, e il canale d’acqua una piazza, su cui
s’affollano come tavolini sulla terrazza di un bar, i
balconi delle case.
Questi due interventi, così diversi, sono adiacenti
uno all’altro, si direbbe pensati l’uno per l’altro:
l’orientamento dei due canali è infatti il medesimo
del tappeto di case, e sembra prolungarne lo
slancio verso il mondo adiacente, aprendo
con le sue valli aperte lo sguardo verso nord,
dove sorge il cuore di Ypenburg, e oltre, la
città dell’Aia; viceversa, il villaggio-isola chiude
con la sua sagoma impenetrabile la fuga delle
prospettive verso sud, dove si desidera una
protezione discreta per gli spazi d’acqua e
d’erba, e dove, sul limitare della città, si cerca
un margine chiaro e definito rispetto a ciò che si
estende oltre.
Foto di Roberto Malvezzi
43
44
45
46
ASSOBAGNO
Assobagno, una delle nove associazioni aderenti
a Federlegno-Arredo all’interno del sistema
Confindustria, associa ad oggi quasi 140 aziende
del settore arredo bagno per un fatturato
complessivo che si aggira oltre ai 1.000 milioni
di Euro, con una rappresentatività sul mercato
italiano pari a circa il 50% del fatturato dell’intero
settore.
Le imprese associate, pur annoverando
differenti tipologie di produzione - dai mobili e
accessori da bagno alle vasche idromassaggio,
dalla rubinetteria ai sanitari piuttosto che ai
termoarredo - sono caratterizzate da un preciso
denominatore comune: la ricerca di una forte
valenza estetica.
Gianluca Marvelli, amministratore delegato Koh-inoor è il nuovo presidente di Assobagno in carica
da luglio 2008 per il prossimo triennio.
Coinvolgere quante più aziende possibili e renderle
partecipi della vita associativa per costruire
insieme la cultura dell’arredobagno per una
specifica identità come settore e costituire una
finestra sul mercato, nazionale e internazionale:
questo uno dei progetti fondamentali di Assobagno
al fine di avere un ruolo riconosciuto, mirato a
produrre benefici per il settore.
Per portare avanti questa mission, sono
stati ridefiniti alcuni ambiti delle attività
dell’associazione e create delle nuove
commissioni presidiate da membri del Consiglio
Direttivo, formato da imprenditori e da manager
delle aziende associate, che con la loro personale
disponibilità hanno contribuito, insieme con lo
staff interno e i collaboratori esterni, a portare a
termine i molteplici progetti.
Le linee strategiche del programma di base
prevedono:
Promuovere la partecipazione alla vita
associativa, attraverso un’ azione di
comunicazione che renda più visibile l’attività
dell’associazione e nel contempo aiuti a
conoscere le aspettative degli associati.
Rinnovare le energie dell’Associazione,
valorizzando la partecipazione vitale dei giovani,
che sono il futuro delle aziende, all’attività
dell’associazione.
Accrescere l’associazione, con una forte azione
di promozione e comunicazione, sottolineando
che le imprese aderenti ad Assobagno hanno
la possibilità di usufruire di tutti i benefici dello
stare in una Federazione che “conta” nel dibattito
politico e allo stesso tempo avvalersi dei vantaggi
derivanti dal confronto con una realtà settoriale
omogenea.
Consolidare la visione integrata con l’arredo,
operando affinché il comparto dell’arredobagno
si affermi sempre più come parte integrante
dell’Arredamento Made in Italy e come tale
partecipare alle iniziative di visibilità del settore.
Promuovere la vivacità propositiva dando
continuità alle esperienze positive della
precedente presidenza valorizzando la specificità
e l’autonomia operativa dell’associazione,
caratteristica fondamentale e imprescindibile, che
ha portato nel tempo ad una spiccata vivacità e ad
una molteplicità di iniziative, proposte e azioni.
Ottimizzare lo sforzo organizzativo, integrando
le competenze tra le strutture operative di
Federlegno-Arredo e Assobagno.
Sostenere lo sviluppo di iniziative specifiche,
dando continuità a progetti che hanno dimostrato
la propria validità come “Installiamo il bagno a
regola d’arte” e lo “stand multimediale”.
Supportare il processo d’internazionalizzazione
delle imprese, incoraggiando la propensione
all’export del settore nei mercati maturi e avviare
la presenza nei mercati emergenti.
Internazionalizzare l’Associazione, estendendo
una rete di relazioni internazionali con le
Associazioni analoghe – europee ed extraeuropee
– per dibattere i temi comuni e ipotizzare di
arrivare alla realizzazione di una Associazione
Europea del Bagno.
Per informazioni:
Daniela Tomaselli
Relazioni Esterne
Cell.335 5856174
e-mail: [email protected]
47
Anteprima
SE T T O RI E S P O S I T I V I
a cura di Maria Elisa Pace
Piastrelle di ceramica
Bicottura - Clinker - Cotto - Gres
porcellanato - Gres rosso - Monocottura
chiara - Monocottura rossa - Mosaico Battiscopa, listelli, tozzetti, altri pezzi speciali
- Frangisole e grigliati in ceramica - Pezzi
speciali per piscine - Tegole ceramicate Pareti ventilate - Pavimenti sopraelevati
30 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE 2008
Apparecchiature igienico-sanitarie
Apparecchi igienico-sanitari - Cabine
doccia - Vasche da bagno e idromassaggio Rubinetteria sanitaria - Termoarredo - Saune
Arredamenti per ambiente bagno
Complementi ed oggettistica per il bagno
- Mobili per bagno - Specchi e specchiere Tende, tappeti e coordinati in genere - Lavelli
- Top di marmo, pietre naturali e composite
Arredoceramica e Caminetti
UnCaminetti
convegnoper
perinterni
sottolineare
l’essenza
del- nuovo design
- Stufe in
ceramica
Cucine
italiano
in piastrellate
relazione alla piastrella di ceramica made in Italy,
Ingresso
MICHELINO
Ingresso
NORD
15
18
14
29
20
22
36
30
16
21
44
della Presidente ADI (Associazione
Design Italiano) Luisa
19
Bocchietto,
ai
quali
fanno
seguito
gli
interventi di Aldo
Ingresso
22/A Beppe
Colonetti, coordinatore dell’iniziativa, e dell’architetto
quale elemento in grado di stimolare la creatività dei giovani
CALZONI
Materie prime,
attrezzature
prodottila notevole forza
Finessi, docente di Progettazione al Politecnico di Milano,
progettisti
che sempre
più ne per
utilizzano
ceramici
storico e teorico del design. Salgono successivamente42
sul
espressiva per ottenere soluzioni dal grande impatto visivo.
Supporto
(biscotto)
Coloranti,
smalti
palco i protagonisti assoluti del convegno, giovani architetti e
“Beautiful Minds. Il Design a Cersaie” è il titolo
e fondenti - Prodotti per serigrafia,
designer che attraverso la presentazione delle proprie opere
dell’appuntamento in programma all’interno di Cersaie 2008
decalcomanie
esprimeranno la propria poetica progettuale e il carattere
giovedì 2 ottobre alle ore 11.00 presso la Sala Italia del Palazzo
distintivo delle esperienze realizzate con il prodotto ceramico:
dei Congressi, a sottolineare il forte legame
Attrezzature e materiali per la posa e
Lorenzo Damiani, Odoardo Fioravanti, Diego Grandi, Giulio
esistente
tra
prodotto
ceramico
e
universo
dell’architettura.
l’esposizione di prodotti ceramici
Ingresso su alcune tematiche
Iacchetti, Paolo Ulian. “Sollecitati”
Ospiti
di eccellenza
sono- Adesivi,
i nuovi prescrittori, professionisti che
Macchine
ed attrezzi
COSTITUZIONE
specifiche dall’arch.
Finessi, i progettisti non mancheranno poi
rappresentano
un modo
innovativo
di progettare
e disegnare gli
impermeabilizzanti
e sigillanti
- Prodotti
per
di soffermarsi sulle prospettive dell’architettura e del design
oggetti,
gli spazi
abitati.
finitureleearchitetture,
per il trattamento
delle
superfici espositori,
espositoridesigner ed architetti “in erba”
italiano in relazione alla ceramica italiana, uno dei
È laMobili
“generazione
Erasmus”,
per
campionari,
arredi
sale mostra curiosità e senza
materiali tipici della tradizione del Made in Italy.
che con grande vocazioneper
internazionale,
L’obiettivo è quello di stimolare un dialogo costruttivo ma al
pregiudizio, sono aperti ad ascoltare ed interpretare le nuove
Editoria gli
tecnica
tempo stesso divertente, che abbia in sé anche un pizzico di
tendenze,
stili, i materiali passati e futuri. Coloro che, con
‘provocazione culturale’.
un occhio rivolto alle tradizioni locali e senza perdere di vista
Spedizionieri
“Beautiful Minds. Il Design a Cersaie” è un evento centrale
la propria
identità, non mancano di guardare alle tendenze dei
all’interno della qualificata agenda culturale di Cersaie, la
mercati internazionali sensibili agli aspetti del marketing e della
più importante manifestazione fieristica del settore dove
comunicazione.
innovazione, tecnologie, materiali e cultura progettuale
L’incontro con i giovani progettisti si apre con i saluti del
confluiscono in un mix sinergico, ponendosi come elementi
Presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani e
45
26
25sviluppo di questa fondamentale area della
centrali dello
produzione italiana.
48
Così la città di Bologna,
che da sempre ospita il Salone
35
Internazionale32
della Ceramica per l’Architettura e
dell’Arredobagno,
si candida per diventare ogni anno di più
31
luogo
di
confronto
e di proposte,
dove nuovi talenti e ricerche
34
49
espressive si interrogano sul 33
Made in Italy con particolare
riferimento al comparto ceramico.
L’evento è stato ideato da Confindustria Ceramica, organizzato
da Edi.Cer. Spa e patrocinato dall’Associazione Design Italiano.
Informazioni
www.cersaie.it
Ingresso
ALDO MORO
S ETTO R I ES PO S I TI VI
Piastrelle di ceramica
Bicottura - Clinker - Cotto - Gres
porcellanato - Gres rosso - Monocottura
chiara - Monocottura rossa - Mosaico Battiscopa, listelli, tozzetti, altri pezzi speciali
- Frangisole e grigliati in ceramica - Pezzi
speciali per piscine - Tegole ceramicate Pareti ventilate - Pavimenti sopraelevati
i
30 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE 2008
15
i
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Ingresso
CALZONI
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22/A
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Ingresso
COSTITUZIONE
Arredoceramica e Caminetti
Caminetti per interni - Stufe in ceramica Cucine piastrellate
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Arredamenti per ambiente bagno
Complementi ed oggettistica per il bagno
- Mobili per bagno - Specchi e specchiere Tende, tappeti e coordinati in genere - Lavelli
- Top di marmo, pietre naturali e composite
Ingresso
MICHELINO
Ingresso
NORD
-
35
32
34
Apparecchiature igienico-sanitarie
Apparecchi igienico-sanitari - Cabine
doccia - Vasche da bagno e idromassaggio Rubinetteria sanitaria - Termoarredo - Saune
Materie prime, attrezzature per prodotti
ceramici
Supporto (biscotto) - Coloranti, smalti
e fondenti - Prodotti per serigrafia,
decalcomanie
Attrezzature e materiali per la posa e
l’esposizione di prodotti ceramici
Macchine ed attrezzi - Adesivi,
impermeabilizzanti e sigillanti - Prodotti per
finiture e per il trattamento delle superfici Mobili espositori, espositori
per campionari, arredi per sale mostra
33
Ingresso
ALDO MORO
Editoria tecnica
Spedizionieri
Idral
Via Isei 8/10
28010 Gargallo (NO)
Tel 0322 912017
Fax 0322 920042
[email protected]
www.idral.it
La nuova bocca elettronica
02502 con miscelazione dallo
stile minimalista completa la
ormai vasta gamma di articoli
della famiglia IdralSYNT.
Pad. 31 Stand B12
Miscelatore per lavabo
elettronico a batteria 6 volts art.
02510
IDRAL S.P.A., azienda specializzata da 40 anni nella produzione
di rubinetteria destinata alle comunità ed ai locali pubblici,
interpreta con i propri rubinetti le esigenze di tecnologie a
basso consumo di acqua garantendo nel contempo il rispetto
dei requisiti di igiene e di idoneità ai disabili necessari per
l’impiego nei servizi delle collettività.
Attenta alle esigenze del mercato e alle necessità dei propri
clienti, IDRAL propone una serie di linee di prodotti pensate per
le diverse esigenze funzionali e le varie destinazioni d’uso.
La famiglia IdralSYNT - SYstems No Touch – la nuova linea
della IDRAL di rubinetteria elettronica, rappresenta l’ideale
connubio tra design e tecnologia al servizio dell’igiene e del
risparmio di acqua.
Il funzionamento dei rubinetti IdralSYNT è regolato da
fotocellula: questa permette l’erogazione e la chiusura del
flusso d’acqua senza toccare il rubinetto, rispettando tutte le più
restrittive norme igieniche. Inoltre il funzionamento a fotocellula
garantisce un consumo razionale dell’acqua, evitando inutili
sprechi.
Dalle linee essenziali e pulite, i prodotti della famiglia IdralSYNT
comprendono rubinetti e miscelatori per lavabo/lavello e per
doccia, rubinetti per orinatoi esterni o ad incasso e pannelli
doccia integrati. In particolare IdralSYNT include anche il
recentemente brevettato WIRELESS, sistema di erogazione
d’acqua con comando a distanza senza fili.
Pannelli doccia elettronici con regolazione termostatica della
temperatura e con soffioni antivandalo art. 02592.
Il dispositivo di comando WIRELESS permette di azionare i dispositivi
di erogazione d’acqua (bocche di erogazione, sciacquoni wc, soffioni
doccia ecc.) da qualsiasi posizione senza l’ingombro di cavi, lasciando
libera scelta all’utente per il suo posizionamento (terra, parete, piano
lavoro, ecc.) e per la modalità di comando (mano, piede, gomito,
ginocchio). La versatilità di questo sistema consente l’applicazione in
numerosi settori non ultimo nel campo dei servizi destinati ai disabili.
La famiglia di rubinetti e miscelatori a pulsante con arresto temporizzato della IDRAL offre vasta gamma di funzionalità e di estetica. Rubinetti e miscelatori con arresto temporizzato e comando a leva. IdralSAVE propone
una linea di rubinetti con arresto temporizzato azionabili con leva multidirezionale. L’erogazione d’acqua è determinata dal tocco in una qualsiasi direzione della leva e l’arresto del flusso avviene automaticamente dopo ca.
15 secondi. In questa famiglia vengono anche proposti comandi a leva lunga per comando a ginocchio e miscelatori termostatici per lavabi e docce.
IdralSAVE è la linea di rubinetteria a pulsate e a leva clinica
con arresto temporizzato. I rubinetti a chiusura temporizzata
sono la soluzione ideale negli ambienti pubblici e nei complessi
sportivi, dove si vuole fornire all’utilizzatore massima igiene e
praticità d’uso, garantendo contemporaneamente un efficace
risparmio del consumo dell’acqua. I prodotti della famiglia
IdralSAVE comprendono rubinetti e miscelatori per lavabo e
per doccia, rubinetti per orinatoi esterni o ad incasso e pannelli
doccia integrati.
Una risposta affidabile all’esigenza di igiene negli ambienti
pubblici viene offerta anche dalla famiglia idralFOEL di rubinetti
a pedale e a leva clinica. IDRAL propone un ampio spettro di
alternative in risposta alle più svariate richieste della clientela:
dai rubinetti a pedali monoacqua ai miscelatori a doppio pedale
fino a quelli progressivi monopedale. Basta un semplice gesto
con il piede per aprire l’acqua, regolarne la temperatura e
fermarne l’erogazione.
Rubinetti e miscelatori a leva clinica facilitano l’azionamento del
rubinetto, che può venire agevolmente manovrato anche con il
gomito.
La sicurezza antiscottatura viene garantita dalla gamma dei
miscelatori progressivi e dei miscelatori termostatici. Nei primi
ruotando la leva dalla posizione di chiusura inizia l’erogazione
d’acqua da fredda a miscelata fino a calda. I miscelatori
termostatici garantiscono la stabilità della temperatura
impostata dell’acqua e sono dotati di blocco di sicurezza
in corrispondenza alla temperatura di 38°C e di un sistema
antiscottatura che blocca l’erogazione in caso di mancanza di
acqua fredda. Queste caratteristiche di sicurezza e praticità
si ritrovano in una delle ultime novità IDRAL: il miscelatore
progressivo termostatico a leva clinica, che può essere dotato
anche di specifico kit di sterilizzazione.
IdralPRO è la linea di rubinetteria pensata specificatamente
per le cucine industriali. Estetica moderna, praticità d’uso
e versatilità di composizione sono al servizio dei sistemi di
prelavaggio destinati alle cucine professionali. (FOTO 09426)
Teuco e
il Gruppo
Guzzini
Teuco Guzzini, designer di water experience
Teuco Guzzini SpA fa parte della grande famiglia Guzzini ed è
guidata dalla finanziaria Fimag, nata nel 1982 per fornire una
guida comune alle diverse società del gruppo. Esse sono:
• Fratelli Guzzini Spa;
• iGuzzini illuminazione Srl;
• Teuco Guzzini Spa.
Teuco ha assimilato a pieno la filosofia del gruppo e, fin
dalla sua fondazione, ha fatto dell’attenzione al mercato,
dell’innovazione e del know-how i suoi valori. Riconosciuto
come un brand di qualità, garantita anche dalla certificazione
ISO 9001 conseguita nel 1998, i prodotti Teuco sono
stilisticamente all’avanguardia e tecnologicamente avanzati.
Dal punto di vista tecnologico ed estetico, in questi anni,
l’azienda ha incrementato l’investimento in ricerca e sviluppo
approdando a tecnologie sempre più userfriendly e a brevetti
importanti come il Duralight®, l’esclusivo solid surface
interamente prodotto e lavorato in Teuco, che permette una
totale plasmabilità senza porre alcun limite al design e alla
creatività.
Diversi prodotti, stili e funzioni per ritagliarsi momenti di
benessere personalizzati
Teuco offre una scelta amplissima di prodotti e funzioni che
permettono una personalizzazione senza confronti, andando
incontro alle diverse esigenze e necessità di tutti gli acquirenti,
assicurando un ottimo rapporto qualità-prezzo e una cura
unica, dedicata ad ogni singolo dettaglio.
Via VIRGILIO GUZZINI
62010 MONTELUPONE (MC)
Tel 0733 2201
Fax 0733 220391
[email protected]
www.teuco.it
Pad. 33 Stand D14-E13
HYDROSPA SEASIDE 640: BENESSERE E DESIGN VERSIONE OUTDOOR
L’innovativo progetto Teuco si arricchisce della versione hydrospa: nasce la prima minipiscina di design
Seaside, il progetto Teuco che ha riscosso enorme successo, continua a stupire con la nuova proposta
per l’outdoor. Alla vasca da incasso e a quella con sistema d’arredo si aggiunge oggi la versione Hydrospa
Seaside 640, che amplia la gamma delle minipiscine portando il nuovo concetto di benessere proposto da
Teuco anche all’esterno: in giardino o in un patio, in veranda o in un terrazzo.
Hydrospa Seaside 640 estende alle minipiscine il valore di un design ricercato e funzioni studiate
appositamente per regalare un’esperienza appagante sia in termini di prestazioni che a livello estetico, per
un pubblico qualificato e attento che vive il benessere come un momento totalizzante, senza prescindere
dalla bellezza del prodotto.
Dotata di un faro subacqueo e di un’illuminazione perimetrale, Hydrospa Seaside 640 è la prima minipiscina
ad essere fornita di Hydrosilence, il massaggio silenzioso che regala un’esperienza di rilassamento totale.
Eliminati tutti i rumori artificiali, è possibile udire solo il suono dolce e naturale dell’acqua mossa dai jet,
oppure ascoltare musica grazie al suono avvolgente degli esclusivi altoparlanti invisibili Acoustic Panel.
Pensata per ospitare 4 o 5 persone, l’Hydrospa Seaside 640 ha un ingombro esterno di 258x225x78 cm
e una profondità di 70 cm, dimensioni che la rendono facile da installare anche su verande e balconi,
e un’ottima abitabilità interna (188x152x50 cm) che offre la possibilità di vivere con libertà e comodità
l’intero spazio. Ancora una volta Teuco, azienda leader del mercato, sorprende con una proposta in grado
di coniugare estetica ed efficienza in maniera armonica, dove potersi abbandonare al piacere rigenerante
dell’acqua per rendere sempre più piacevole l’essere in forma.
COLLEZIONE WILMOTTE PER TEUCO. IL BAGNO COORDINATO E DI DESIGN
Armoniose sintesi di forma e funzione.
SISTEMA BOX UNLIMITED – UN’OFFERTA INTEGRATA DI QUALITA’
Versatilità, personalizzazione e qualità in un’unica soluzione firmata Teuco.
Teuco ha affidato all’estro dell’architetto, urbanista, designer francese Jean Michel Wilmotte la progettazione
di un sistema completo per il bagno. Nasce la Wilmotte Collection: elementi essenziali e raffinati
compongono il bagno firmato e dal gusto contemporaneo.
Dopo aver collaborato con Teuco in occasione del Fuori Salone del Mobile 2008 proponendo una sua
personale interpretazione del duralight®, Jean Michel Wilmotte si ispira per questo progetto al fluire
dell’acqua nel suo scorrere naturale prima di sparire sotto le rocce.
Segno distintivo della collezione è infatti una placca cromata, posta nell’incavo creato dal materiale
all’interno di ogni elemento, ricordando le antiche tinozze in pietra e affermando la forte identità e
riconoscibilità della collezione. Tutti gli elementi della collezione offrono più versioni dello stesso modello
per consentire la massima libertà di scelta. Le vasche in acrilico, spaziose ed ergonomiche, sono proposte,
oltre che senza idromassaggio, nelle 3 versioni Basic, corredate di comandi touch screen, oppure nelle
versioni più lussuose, programmabili con il telecomando: versione Top con Hydrosilence, l’idromassaggio
silenzioso, o versione Hydrosonic, che unisce all’idromassaggio silenzioso anche l’azione degli ultrasuoni.
Flessibilità massima anche per i piatti doccia, sempre in acrilico e dotati di catino, che oltre alle varie
dimensioni (90x90 cm, 100x80 cm, 120x80 cm, 140x80 cm) possono essere installati sia a filo pavimento
che fuori per soddisfare ogni gusto estetico. Alle vasche e ai piatti già disponibili, si aggiungeranno presto i
lavabi e nuove proposte per l’arredo totale del bagno. Non più, dunque, un singolo elemento per l’ambiente
bagno, ma uno spazio coordinato, firmato ed inconfondibile.
Il nuovo Sistema Box Unlimited amplia notevolmente le possibilità del pubblico di creare un prodotto
unico che si integra perfettamente con l’ambiente e con le proprie esigenze di benessere. Ogni elemento è
modificabile. Dal design alla modalità di installazione, dalle dimensioni delle pareti ai piatti doccia, il Sistema
Box Unlimited offre un grado di personalizzazione che fino ad oggi era possibile ottenere solo assemblando
elementi differenti e non integrati tra loro.
È infatti possibile decidere sia la larghezza che la lunghezza dei piatti, come anche delle pareti, addirittura di
centimetro in centimetro, creando il prodotto giusto per ogni tipo di esigenza abitativa.
La stessa libertà vale per la scelta della rubinetteria. Gestibile attraverso miscelatore e deviatore coordinato,
che ne permette l’utilizzo anche a bassa pressione, la rubinetteria offre numerose soluzioni: soffioni doccia
a soffitto, ad aste doccia, da jet multifunzioni, fino alle fasce massaggianti. Non più semplicemente un box
doccia, ma uno spazio realizzabile su misura grazie all’ampiezza della gamma offerta.
Al vantaggio della personalizzazione, il nuovo Sistema Box Unlimited, abbina una grande attenzione ai
dettagli e alla qualità dei materiali di realizzazione. I piatti doccia, realizzati in Duralight®, garantiscono infatti
resistenza all’uso, inalterabilità nel tempo e facilità di pulizia, e proprio grazie al Duralight Teuco può proporli
in qualsiasi dimensione, anche nelle misure che normalmente non si trovano sul mercato.
Alfalux
Ceramiche
Via della Repubblica, 16
42010 Roteglia di
Castellarano (RE)
TEL 0536/869211
FAX 0536/851502
www.alfaceramiche.com
Pad. 18 Stand A12-B11
Alfalux è la nuova brand del Gruppo Nuova Riwal Ceramica che,
nato dalla fusione fra gli storici marchi Alfa Ceramiche e Lux
Ceramiche, opera sui mercati di tutto il mondo attraverso una
rete distributiva capillare. Attento alle nuove tendenze moda,
il marchio, soddisfa le esigenze di un mercato medio-alto con
prodotti per interni ed esterni adatti a diverse destinazioni
d’uso.
Esiste uno stretto legame fra Alfalux e il mondo del design.
Una sinergia, questa, che rappresenta da sempre uno dei temi
dominanti nelle collezioni di superfici ceramiche e che trova
grande espressione in Karat, Glitter, Planet, Iridium, le linee
di prodotti Star System che nascono dalla collaborazione con
Strass® Swarovski® Crystal, pregiate ed eleganti, destinate a
chi ama il lusso in tutte le sue forme.
Glitter, il progetto di Alfalux per un nuovo equilibrio dello spazio
tra luce e materia, ombra e colore: una collezione pensata per
un diverso concetto di eleganza, in cui il dettaglio e il particolare
danno valore allo stile.
Progettata in sei colori e due varianti di superficie, gloss e
matt, Glitter è invece concepita per personalizzare gli ambienti
secondo una nuova interpretazione dello spazio.
Una vasta gamma di decori ravviva gli ambienti con giochi
iconografici ricercati e dialoga con i fondi attraverso bellissimi
accostamenti cromatici.
Karat, una collezione nella quale il nuovo concetto di lusso
si trasforma in superficie, una preziosa magia che si rivela
nel fascino di una linea attenta a riscoprire la lucentezza del
cristallo. Dona prestigio all’eleganza del gres porcellanato
attraverso inserti preziosi.
Progettata per rendere unico ogni ambiente, ideata per donare
agli spazi uno stile ricercato, Karat, è dedicata a tutti coloro che
hanno classe da vendere.
Tre formati e quattro colori giocano sulla materia con decori
pregiati unici.
Planet traduce il design minimalista del cemento e lo
accompagna ai riflessi esclusivi di STRASS® Swarovski®
Crystal, per una preziosa seduzione adatta a spazi moda e show
rooms. In Planet la tecnologia è al servizio della progettazione
per realizzare grandi spazi a misura d’uomo dove l’eleganza si
sposa alla natura attraverso i colori della terra, per dare vita a
una bellezza inimitabile.
Tre formati e due finiture di superficie accompagnano
cinque colori pronti per essere mescolati fra di loro in nuovi
accostamenti tutti da scoprire.
Ultima ad essere lanciata, Iridium è una collezione progettata
per arredare la casa con l’eleganza delle ceramiche decorate
con inserti preziosi: cinque colori e un’ampia gamma di decori e
mosaici donano alla casa uno stile ricercato.
In Iridium una sola finitura di superficie dona carattere alla
materia, mentre tre formati consentono alla linea nuovi schemi
di posa per personalizzare gli spazi con stile e personalità.
Alfalux racconta di una nuova estetica dell’abitare, attraverso
collezioni nate dalla tecnologia e dalla passione per la materia,
pensate per vivere gli ambienti da una nuova prospettiva.
Il gusto del particolare e l’amore per il dettaglio prezioso
arricchiscono le superfici e la ricerca cromatica rende ogni
collezione unica.
Le altre novità
Una rilettura in chiave moderna del corpo scaldante. Le forme
classiche reinterpretate dal design di Stefano Ragaini danno
vita ad Arigato, un radiatore verticale dalla fitta sequenza di
linee con cadenza razionale che accentua la spinta dinamica
verso l'alto.
Per la versione verticale sono disponibili le altezze di cm180
e di cm 70 cm, con 3 a 12 elementi in larghezza. La versione
orizzontale, con larghezza di cm 120 può avere da 1 a 3
elementi. Realizzato in alluminio possiede varie finiture e colori.
Medesima ispirazione per Vintage di Stefano Ragaini e Giorgio
Di Tullio (in foto). Realizzato in acciaio con finitura cromo, ha
un’altezza di cm 81, con 6/8 elementi in larghezza.
Ad Hoc
SS 77
VAL DI CHIENTI 14
60025 LORETO (AN)
tel 071 7500889
fax 071 7503558
www.madeadhoc.com
[email protected]
Pad. 34 Stand D11
Il termostatico si evolve con ProTherm, eliminando il pericolo
di scottature al contatto con tutta la superficie cromata. Questa
nuova tecnologia fa in modo che il corpo del miscelatore non
superi mai la temperatura impostata offrendo un prodotto
sicuro per tutta la famiglia. La tecnologia Protherm è applicata
alle serie Serene e Nu.
Alpi
VIA GEOLA 9
FRAZ.MAGGIATE
28013 GATTICO (NO)
Tel 0322 838450
Fax 0322 838150
www.alpirubinetterie.com
[email protected]
Pad. 35 Stand B111
La collezione Arane, progettata dallo studio interno Bmood,
è realizzata in alluminio tagliato a laser e verniciata nel
colore bianco così da esaltarne il design pulito ed essenziale
nelle forme. L’ampia vasca del lavabo è impreziosita dalla
decorazione, realizzata a mano pezzo per pezzo, con fantasie
floreali o astratte dai colori molto vivaci. L’unicità dei lavabi
rende particolare la collezione e permette di vestire qualsiasi
tipologia di stanza da bagno. Un piano supporto lavabo con
incorporato il porta salviette, un piano supporto singolo per
lavabo e uno specchio rotondo con cornice e porta salviette
singolo completano la serie.
Bmood
VIA G.B.FATTORI 57
42044 GUALTIERI (RE)
TEL 0522 829693
FAX 0522 221635
www.bmood.it
[email protected]
Pad. 33 Stand E38-F37
Dancing Spirit, è un progetto d’arredo inedito nato dall’incontro
di Branchetti, azienda storica di mobili per arredobagno,
e Fabian, fotografa conosciuta a livello internazionale.
La collezione unisce la tecnologia della linea TanteAnte,
caratterizzata da mobili decorati tramite stampa, alle
immagini suggestive di Fabian. Forme eteree, immagini di
corpi danzanti decorano le ante dei mobili, che trascendono
la funzione d’arredo e diventano vere e proprie opere d’arte
contemporanea.
Branchetti
VIA SOCINI 4
42100 MASONE (RE)
TEL 0522 345123
FAX 0522 345104
www.fbranchetti.com
[email protected]
Pad. 32 Stand B10
La cura meticolosa del particolare e della forma, la saldatura
totalmente a scomparsa, ha dato origine al BAMBU’, il radiatore
che in casa gioca un ruolo da protagonista, avvolge l’ambiente
in un’atmosfera particolare che permette di rendere speciale
qualsiasi nicchia o angolo della propria abitazione.
Un design pulito che si realizza in materiali e forme
semplicemente essenziali, l’originalità del tubo allungato unisce
l’estrema ricercatezza del design e la voglia di creare un’opera
da esibire.
La funzionalità del radiatore d’arredamento è garantita da una
notevole resa termica che fa diventare il Bambù un elemento
necessario al riscaldamento della propria casa.
BRANDONI
VIA O. PIGINI 2
60022 CASTELFIDARDO (AN)
TEL 071 7822026
FAX 071 7821772
www.brandoni.com
[email protected]
Pad. 30 Stand B42
La collezione scaldasalviette BREM è ideale per risolvere in
modo completo ed esteticamente calibrato il riscaldamento
di bagni, cucine, lavanderie, saune, ambienti sportivi e
spazi comunitari. Gli scaldasalviette sono prodotti per il
funzionamento sia ad acqua calda che elettrico, quest’ultimo
utilissimo per riscaldare l’ambiente bagno in primavera e
autunno, quando l’impianto centralizzato è spento.
Oltre agli scaldasalviette di misure normali sono previste
soluzioni su misura per ottenere ambientazioni funzionali e di
notevole impatto estetico. Sono scaldasalviette in acciaio con
rese da 700 a 1200 watt e un calorifero che si alterna tra parti
chiuse e parti aperte. Può essere installato nelle sale da bagno
ma anche benissimo in altri ambienti.
BREM
VIA DELL’ARTIGIANATO 8
24046 OSIO SOTTO (BG)
TEL 035 4823636
FAX 035 4824173
www.brem.it
[email protected]
Pad. 33 Stand D34
La nuova serie rettangolare Vehla risponde al desiderio di
una zona doccia di ampio respiro. La qualità del dettaglio e
l’essenzialità delle linee celano la padronanza di una tecnologia
avanzata e della totale affidabilità dei prodotti progettati,
costruiti e testati all’interno dell’azienda. Il completo braccio
Vehla, con deviatore e doccia, è del tutto realizzato in ottone e
facile da installare. Il soffione di cm 19x37, il cui getto pieno
è uniforme anche in condizioni di scarso afflusso d’acqua e
pressioni piuttosto basse, è il risultato di un’alimentazione
convogliata all’interno di due moduli separati. La guarnizione in
silicone permette inoltre una facile pulizia del deposito calcareo,
senza dover ricorrere allo smontaggio del soffione. Vehla,
disponibile in finitura cromo, è disegnata da Bruno Negri.
Calflex
ZONA INDUSTRIALE 5/BIS
28891 NONIO (VB)
TEL 0323 889328
FAX 0323 889338
www.calflex.it
[email protected]
Pad. 35 Stand C12
L’utilizzo di un materiale alternativo come il metacrilato
contraddistingue tutta la produzione Castagnari. Materiale
scelto per le sue peculiarità di resistenza e atossicità, oltre al
pregio di rimanere inalterato nel tempo, e anche se esposto ai
raggi ultravioletti conserva tutte le sue caratteristiche originarie
di lucentezza e brillantezza. Soluzioni di design, dalla linea
ergonomica ed avvolgente, che solo il metacrilato può creare.
Tre le novità dall’ufficio progetti Castagnari segnaliamo la
colonna doccia Rim, il box doccia Ego e la collezione di mobili
componibili Tide.
Castagnari
ZONA IND.LE ROMITELLI
62019 RECANATI (MC)
TEL 071 7572187/88
FAX 071 7572189
www.castagnarisrl.it
[email protected]
Pad. 35 Stand B112
La nuova collezione di lavabi Space Concept di Ceramica
Globo mira a risolvere il problema degli spazi ridotti. Viene
ridimensionata la profondità pur mantenendo delle dimensioni
importanti in lunghezza. Tramonta il minimalismo esasperato a
favore di un disegno morbido e di linee arrotondate di grande
impatto visivo. Le forme esaltano la purezza del materiale,
ceramica bianca, fino a renderla parte integrante del lavabo.
La profondità è di cm 27, la lunghezza può essere di cm 55, cm
85 e di cm 70.
Space Concept, dal design di Antonio Pascale, fa parte del
sistema d’arredo Open Space.
Ceramica Globo
LOC. LA CHIUSA
01030 CASTEL S.ELIA (VT)
TEL 0761 516568
FAX 0761 515168
www.ceramicaglobo.com
[email protected]
Pad. 32 Stand A40-B31
Plano è la cabina doccia progettata da Giulio Gianturco e
Mario Tessarollo, realizzata artigianalmente per integrarsi il più
possibile nell’architettura dell’ambiente bagno. Il piatto doccia
in acciaio inox viene inserito nel pavimento e la pedana rende
complanare il pavimento del bagno con l’interno doccia. I
cristalli temperati di sicurezza “extrachiaro” (8 mm la porta e 10
mm il fisso) vengono inseriti nel piatto senza alcun aggancio a
vista, una barra collega i cristalli e accoglie i perni di rotazione
della porta. La pedana può essere in alluminio silver, teak
naturale o pral bianco e grigio ed è realizzata in moduli da 30
cm e da 40 cm per composizioni d’angolo modulari da 80 x 80
cm, 80 x120 cm, 90 x 90 cm e 90 x120 cm. L’altezza è 200 cm.
Cesana
VIA DALMAZIA 3
20059 VIMERCATE (MI)
TEL 039 635381
FAX 039 6851166
www.cesana.it
[email protected]
Pad. 31 Stand A67-B48
Dalla collaborazione di Claudia Bosio, interior designer, e dello
Studio Tecnico interno aziendale prende vita la serie Planet
7000. Un mobile per il bagno dalle forme morbide e lineari che
si armonizzano nell’assoluto rigore geometrico.
Realizzato in multistrato e mdf, ha una finitura in laccato lucido
di colore verde oliva. Il lavabo Poison è in ceramica bianca.
Cima Arredobagno
VIA BRESCIA 38
25020 PAVONE MELLA (BS)
TEL 030 9599211
FAX 030 9599212
www.cima-arredobagno.it
[email protected]
Pad. 30 Stand B15
Un prodotto specifico per dettaglianti e grossisti grazie alla sua
adattabilità al momento del montaggio, in base alle misure del
cliente. Si tratta di un box doccia denominato Serie Trasformer
con una misura unica di cm 90x90 adattabile a qualsiasi misura
di piatto doccia. La struttura è in alluminio verniciato bianco e il
pannello in pvc semitrasparente staccabile dal telaio e lavabile.
La novità consiste nel poter ritagliare le larghezze del telaio e
anche della cortina (tenda)in pvc, caratteristica che permette di
immagazzinare diversi pezzi. Trasformer è stato disegnato da
Gabriele Tuttolani.
Cortinadoccia
VIA MATTEOTTI 47/1
64029 SILVI MARINA (TE)
TEL 085 9351250
FAX 085 9351015
www.cortinadoccia.it
[email protected]
Pad. 33 Stand A23
La forma fluida non accetta argini, si ribella alle costrizioni e
sfugge alle geometrie. È alle forme dell’acqua come elemento
per eccellenza che la Vasca Fluid s’ispira, enfatizzando la
primordiale natura del materiale ceramico, che nasce liquido
per essere plasmato per poi cristallizzarsi in una forma
solida, sintesi di forme organiche. L’immergersi in una vasca
interamente realizzata in ceramica trasmette l’emozione
di un rinnovato momento di relax e benessere. Disegnata
dall’architetto Luca Cimarra è disponibile nella misura 113x
191x127.
Disegno Ceramica
VIA BOCCIODROMO LOC.VALLE
01035 GALLESE SCALO (VT)
TEL 0761 496725
FAX 0761 496726
www.disegnoceramica.com
[email protected]
Pad. 29 Stand B96
Oltre 20 collezioni, dal classico al moderno al tradizionale,
caratterizzate dal connubio di molteplici materiali
all’avanguardia, come: cuoio, metallo, corian e marmi tecnici
trattati in modo da garantire il massimo in fatto di durata e
inalterabilità nel tempo. Eureka, disegnata da Ivo Della Gaspera,
nasce dall’esigenza di creare un piano versatile nella lunghezza
e che potesse accogliere più tipologie di lavelli, per l’incasso
o per l’appoggio. Diversi gli accostamenti dei materiali: legno,
vetro, laminam, tecnoril, marmi naturali e tecnici. Una serie
di contenitori con ante e cassetti, applicabili sotto il piano
completa il tutto. Sia i frontali che la struttura possono essere
in essenza, teak o palissandro; oppure laccati opachi o lucidi
nei colori della gamma Edmo.
Edmo
VIALE DELLE INDUSTRIE 68
31030 DOSSON DI CASIER (TV)
TEL 0422 490005
FAX 0422 383573
www.edmo.it
[email protected]
Pad. 33 Stand A30-B33
La collezione Constellation si arricchisce di una nuova serie
di rubinetteria tradizionale: Lucrezia, disegnata dall’architetto
Paolo Bertarelli.
Ispirata allo stile neoclassico non trascura l’alta tecnologia.
Disponibile nella versione a tre fori oppure monoforo è dotata
di vitoni a dischi ceramici capaci di assicurare una precisa e
dolce regolazione del getto dell’acqua.
F.lli Frattini
VIA ROMA 125
28017 S.MAURIZIO D’OPAGLIO
(NO)
TEL 0322 96127
FAX 0322 967272
www.frattini.it
[email protected]
Pad. 35 Stand B63-C90
Sempre più materiali che arrivano dall’arredamento e dalla
moda per l’ambiente bagno. Skin, una linea di rubinetti in
ottone con singolari inserti in cuoio, collocati nella leva di
apertura piuttosto che nella bocca di erogazione. Uno specifico
trattamento idrorepellente, che non assorbe acqua e umidità,
garantisce la perfezione e la durata del prodotto. Sei i colori del
cuoio in linea con le tendenze del momento: rosso granato, blu
avio, moka, albicocca, cammello e beige da posizionare sulle
varie finiture dal cromo, al bronzo o all’oro. Il progetto è dello
studio interno Qr Design.
Fratelli Rossi
VIA DON MINZONI 67
28024 GOZZANO (NO)
TEL 0322 913036
FAX 0322 956410
www.rossiqr.it
[email protected]
Pad. 35 Stand B34
“GLAMOUR Style” è un contenitore di idee “Glam”, che
“immaginano” e “vestono” i prodotti degli ambienti bagno e
cucina, con nuove texture e materiali pregiati ricchi di fascino.
Un concept che dà un’identità più forte e ricercata al prodotto,
così da renderlo un elemento capace di suscitare emozioni.
“GLAMOUR Style” è
• colorate texture
• l’affascinante oro “Gold Glam”
• brillanti gemme di cristallo STRASS® Swarovski® Crystal.
Elementi preziosi, che attraggono gli sguardi e si fanno
ammirare per i dettagli unici e seducenti, soluzioni nuove, per
arredare, con raffinata eleganza e originale distinzione, ambienti
giovani, moderni e lussuosi.
Fir Italia
VIA BORGOMANERO 6
28010 VAPRIO D’AGOGNA (NO)
TEL 0321 996423
FAX 0321 995426
www.fir-italia.it
[email protected]
Pad. 29 Stand A77-B80
M2 è il progetto pensato per organizzare al meglio l’ambiente
bagno e far fronte alle nuove realtà abitative, così da essere
inserita in ogni tipo di architettura, dal loft a spazi di dimensioni
ridotte anche di un metro per un metro. La serie, dal design di
Romano Anolini, si articola in cinque versioni di lavabo, più la
possibilità di colonna, quattro tipologie di bidet e sei di vasi,
di cui due monoblocco. Un lavabo angolare con un raggio e
una profondità di 45 cm, un lavabo da appoggio con diametro
e profondità di 50 cm e un lavabo sospeso profondo 48 cm
disponibile con tre differenti larghezze cm 50, cm 60 e cm 70.
Galassia
ZONA IND.LE LOC.PANTALONE
01030 CORCHIANO (VT)
TEL 0761 573134/5
FAX 0761 573458
www.ceramicagalassia.com
[email protected]
Pad. 34 Stand G27-F28
Per chi dal bagno si aspetta una comoda intimità domestica, ma
non rinuncia al design minimal, è perfetto Mastè dell’azienda
Geda Nextage. Perché non è una semplice stanza di servizio, ma
un luogo privilegiato della vita privata, uno spazio di incontro
e condivisione. Mastè nasce come progetto bagno dal design
innovativo, pensato come ambiente moderno e confortevole. La
caratteristica che rende Mastè unico è la geometria dei lavandini,
essenziale ed ispirata agli antichi lavatoi. A fargli da contrappunto
c’è il design vestito d’acciaio di una rubinetteria minimal e
raffinata, che diventa un vero e proprio complemento d’arredo.
La collezione Mastè offre lavabi con base da 60, 90 e 120 cm,
realizzati in Corian o Acciaio, completati da rubinetti della vasta
gamma Geda Nextage, veri concentrati di design e praticità.
Geda
VIA MAESTRI DEL LAVORO 16/18
33080 PORCIA (PN)
TEL 0434 923077
FAX 0434 591923
www.gedanextage.com
[email protected]
Pad. 35 Stand A71
Dal design di Emmanuel Babled nasce Wendy, una serie di
accessori a parete, in resine termoplastiche, dotate di ventose
dalle forme tondeggianti e dai colori giovani e brillanti,
maliziosa e con una buona dose di ironia. Nello stesso
materiale e finiture il novello e simpaticissimo tergi vetro per
doccia.
Nuova anche la serie di accessori d’appoggio in acciaio inox e
resine termoplastiche Tina, disegnata da Carlo Martino, dalla
forma innovativa cilindrica con taglio longitudinale.
Trae ispirazione da uno stile rétro Sissy, la serie di accessori
a parete, disegnata da Carallo-Grandis e realizzata in ottone,
Cromall e vetro.
Gedy
VIA DELLE INDUSTRIE 6
21040 ORIGGIO (VA)
TEL 02 969501
FAX 02 96734301
www.gedy.com
[email protected]
Pad. 33 Stand F18-G17
La serie di mobili per l’arredobagno Seventy, grazie alla sua
estesa componibilità può essere utilizzato anche in spazi non
prettamente destinati al bagno. Dalle forme rigorose e razionali,
ma nel contempo sinuose e arrotondate è curato nei minimi
dettagli tecnici ed estetici. Essenze, laccature, piani in aquatek
e marmi tecnici con particolari in acciaio sono i materiali
utilizzati. Le finiture e i colori possono essere noce cataletto,
laccato lucido e opaco nell’intera gamma della scala colori Ral.
La progettazione è di Idea Staff.
Idea group
VIA MARIGONDA 3/1
31040 GORGO AL MONTICANO
(TV)
TEL 0422 742184
FAX 0422 742187
www.ideagroup.it
[email protected]
Pad. 21 Stand B30
‘Keramikè’ consolida la sua vocazione al design ed arricchisce
la produzione con due nuove collezioni: Double_d ed Egg_s
disegnate da Daniele Manichini. Double d, è la serie di accessori
e complementi per il bagno in metallo e ceramica. Una lamina
rettangolare o quadrata dagli angoli stondati, con un taglio
centrale, ispirata dagli anni ‘70, dà funzionalità all’accessorio.
Egg s, come un uovo sezionato perfettamente a metà in cui
l’albume è in metacrilato satinato di vario colore ed il tuorlo
può essere a volte un foro che ospita l’asciugamani, a volte uno
specchio. A completamento della gamma “l’altro design” rivolto
alla grande distribuzione, sempre all’insegna della qualità e del
design.
Keramikè
VIA M. MELLONI 13/15/17
50019 SESTO FIORENTINO (FI)
TEL 055 4219209
FAX 055 4209452
www.keramike.com
[email protected]
Pad. 34 Stand G15
Voglia diffusa di design e capacità di spesa rarefatta.
Ispirato al design anni ’70, Logos, monocomando interamente
made in Italy, nasce da una visione razionale del progetto che
ha consentito all’azienda di realizzare un prodotto che sintetizza
economia e bellezza. Linee rette e semicirconferenze, superfici
piane e profili avvolgenti si incontrano coerentemente nelle
forme di Logos. Un omaggio di Mamoli a quegli anni ricchi di
sperimentazione e creatività, con l’aggiunta di tutto il comfort
che le nuove tecnologie hanno permesso di ottenere.
Mamoli
P.ZALE SPARTACO MAMOLI 1
20084 LACCHIARELLA (MI)
TEL 02 900461
FAX 02 90033122
www.mamoli.com
[email protected]
Pad. 33 Stand B46-C45
Ampia la gamma di scaldasalviette da collegare all’impianto
di riscaldamento o a funzionamento elettrico proposta
da Margaroli, azienda certificata UNI EN ISO 9001/2000.
Costruiti con tubi di ottone, opportunamente lavorati,
sagomati, assemblati, saldati, finiti e collaudati con sistemi
idropneumatici, vengono normalmente realizzati in finitura
cromo, bronzo, oro, rame, nickel lucido, nickel spazzolato,
nickel satinato, nickel opaco, nickel nero spazzolato, silver
nickel, oil rubbed bronze, satin bronze, ecc… oppure verniciati
con polveri epossidiche altamente resistenti. L’ampia possibilità
di scelta nelle dimensioni, spesso realizzati su misura, e nelle
finiture facilita la progettazione del bagno.
Margaroli
VIA BARRO 64/66 Z.I.
28045 INVORIO (NO)
TEL 0322 254110
FAX 0322 254101
www.margaroli.com
[email protected]
Pad. 30 Stand C7
Realizzata nel contesto di prodotti minimali di target elevato, la
collezione Piana comprende una serie di complementi che posti
nella stanza da bagno consentono di installare a parete supporti
con mensole per appoggi, porta salviette, porta saponi, bicchieri e
dispenser. La struttura è realizzata in acciaio Inox Aisi 304, disponibili
nei colori bianco, bianco-rosso, bianco-blu ed in acciaio lucidato.
Le mensole sono in Pral bianco, il porta sapone, il bicchiere e il
dispenser in vitrex bianco. Altra collezione essenziale e tecnica è
Taita, per un target più elevato che desidera arredare il proprio bagno
con complementi ed accessori che si distinguono e che possono
essere affiancati tra di loro. Offre la possibilità di costruire linee come
binari sopra al lavabo e ai sanitari, posizionando a piacere mensole,
porta-saponi, bicchieri e dispenser.
Oml
VIA G.B.FATTORI 57-59
42044 GUALTIERI (RE)
TEL 0522 828798
FAX 0522 828355
www.omlsrl.com
[email protected]
Pad. 33 Stand E38-F37
Il sistema modulare dei radiatori Adacto si arricchisce di nuove
finiture in ossido nero, bronzo e oro sulla scia delle nuove
tendenze dell’arredamento.
Un progetto ideato e sviluppato da Andrea Dipietromaria,
che dà la possibilità di creare il proprio radiatore scegliendo
dimensione, colore e finiture.
Realizzati in alluminio hanno un’alta resa termica.
Projectclima
VIA DELL’INDUSTRIA
28885 PIEDIMULERA (VB)
TEL 0324 842598
FAX 0324 842003
www.projectclima.it
[email protected]
Pad. 33 Stand A43
Sobrio ed elegante il bagno Q’In, dove le forme ed i colori
suggeriscono le combinazioni che ne sottolineano la continua
ricerca estetica e l’uso di materiali eccellenti, come nelle due
nuove collezioni Persempre 600 e Zerosette 100. Persempre
600 gioca su forme squadrate e nette addolcite dalla vivace
decorazione della parte frontale del mobile. La cromia accesa
accompagnata dal particolare motivo ricorda certe fantasie
anni ’70 riscoperte nelle ultime collezioni da molti designer: un
modo per rinnovare la stanza da bagno con le tendenze più in
voga. Zerosette 100 predilige invece le linee sinuose e morbide
sottolineate ancor più dalla tenue tonalità ghiaccio e dall’effetto
traslucido che crea l’illusione di una superficie d’acqua.
Q’In
VIA E.CURIEL, 20
50063 FIGLINE VALDARNO (FI)
TEL 055 9154138
FAX 055 9154139
www.qin.it
[email protected]
Pad. 34 Stand C34
Un linguaggio formale del tutto nuovo rielabora la visione
dell’ambiente bagno: il lavabo, il piatto doccia e il vaso vengono
racchiusi in moduli geometrici realizzati in legno, in alluminio o
in Alicrite®.
Questo è Il bagno che non c’è, grazie all’estro di Matteo
Thun. Gli elementi così nascosti allo sguardo, diventano
contemporaneamente sculturee superfici d’appoggio. Una
trasformazione della disomogeneità esteriore del bagno nella
nitidezza di poche linee.
Rapsel
VIA A. VOLTA 13
20019 SETTIMO MILANESE (MI)
TEL 02 3355981
FAX 02 33501306
www.rapsel.it
[email protected]
Pad. 29 Stand C53-D56
Con Batik, la nuova collezione di mobili per il bagno, Regia
inserisce il decoro nel mobile. Dal design di Bruna Rapisarda,
originali ante traforate, realizzate con sofisticate tecnologie
laser, lasciano intravedere il fondo di colore abbinato al piano.
Molteplici le soluzioni d’arredo: lavabi integrati e da appoggio
in vetroghiaccio e tecnoglass abbinati a cassettiere, piani e
pensili nelle finiture Imbuya, Tineo e mdf laccato lucido. Batik è
disponibile in tre dimensioni, cm195/160/125 e in varie finiture:
laccate lucide e in differenti essenze di legno quali: Lauro,
Imbuia e Tineo. Una lastra di acciaio, tagliata e traforata al laser
nel medesimo decoro del mobile, funge da piano da appoggio,
lungo circa 30 cm, da alloggiare all’interno della vasca con la
funzione di appoggio per sapone e bicchiere.
Regia
VIA VIGEVANO Z.I.
20053 TACCONA DI MUGGIO’
(MI)
TEL 039 2782510
FAX 039 2782571
www.regia.it
[email protected]
Pad. 29 Stand C80
Fondere il concetto di bellezza e di praticità è la filosofia che
anima la serie Zefiro, disegnata da Massimiliano Braconi.
Le forme sono morbide e minimali ma con ampia capacità di
tenuta e di appoggio.
Le molteplici varianti di forma, misura, colore e decoro
realizzate dall’azienda forniscono un’ampia possibilità
d’espressione.
Scarabeo
LOC PIAN DEL TRULLO
01034 FABRICA DI ROMA (VT)
TEL 0761 540028
FAX 0761 540286
www.scarabeosrl.com
[email protected]
Pad. 30 Stand B8
Rubinetterie Stella, icona del lusso “made in Italy” nella
produzione di rubinetterie, accessori bagno e scaldabiancheria,
sarà presente con:
- Serie Stella: dal design di Luca Scacchetti, che amplia la
gamma dei propri prodotti presentando gli accessori per la sala
da bagno.
- Serie Eccelsa: un nuovo rubinetto all’insegna del lusso retrò,
elegante monoforo con bocca alta maggiorata.
- Bamboo e Bamboo Quadro: all’originario monocomando
dalle forme arrotondate si affianca una nuova declinazione che
predilige forme quadrate, disegnata da Marco Piva.
- Nuovo Isomix: presenta un incasso più compatto, sempre in
bronzo con meccanica completamente nuova.
Rubinetterie Stella
Via Unità d’Italia, 1
28100 (NO)
Tel 0321 473351
FAX 0321 474231
[email protected]
www.rubinetteriestella.it
Pad. 34 Stand A14
Un mobile speciale, attrezzato con un sistema brevettato,
consente di ricreare a casa le atmosfere di relax e benessere
solitamente offerte dai centri specializzati. Il progetto, messo a
punto da Stocco, è stato sviluppato in collaborazione con una
delle aziende leader in Europa per la realizzazione di strutture
e strumenti per i centri benessere. Nuovissimi gli specchi,
colorati in nuance con la gamma colori Stocco, come anche
lo specchio che riunisce il meglio della tecnologia e degli
accessori utili per rendere lo spazio bagno iper-funzionale.
Come ogni anno, l’azienda aggiorna la propria gamma di
colori, in linea con le tendenze del momento. Ben 8 nuovissimi
colori laccati nei toni ‘metallo’ e molti legni colorati che
interpreteranno i temi della ‘natura’.
Stocco
VIA VALSUGANA 318/A
35010 S. GIORGIO IN BOSCO
(PD)
TEL 049 9450878
FAX 049 9450218
www.stocco.it
[email protected]
Pad. 32 Stand B20
Pareti di cristallo temperato, serigrafato a freddo. Questi i nuovi
abiti che vestiranno i sistemi doccia Scroll, Still e Rail in quattro
differenti versioni Optical, Terra Spaccata, Mosaico, Python. Le
strutture in acciaio inox garantiscono solidità, leggerezza e la
massima stabilità su ogni pavimento. Lo spessore delle pareti
di cristallo è di mm8 per un altezza di due metri, porte da 90 cm
a 182 cm, angoli lunghezza da 90 cm a 182 cm, profondità da
70 cm a 100 cm.
Tda
VIA CIRCONVALLAZIONE 1
25020 SAN GERVASIO (BS)
TEL 030 9926311
FAXw 030 9926321
www.tdaboxdoccia.it
[email protected]
Pad. 30 Stand B17
La serie Belt, disegnata da Ludovica e Roberto Palomba, utilizza
un materiale che arriva direttamente dal mondo della moda,
in particolare da quello della pelletteria di lusso come il cuoio
nella versione nero e naturale, con dettagli in ottone cromato.
Tutta la serie di accessori, è caratterizzata da linee morbide e
tondeggianti.
Only, la serie di accessori disegnata da Maurizio Duranti,
predilige forme squadrate con portasalviette da 45 cm o da 60
cm a nastro, pezzo unico non curvato, appendini e portarotolo
nella versione singola e doppia.
Crystal disegnata da Itamar Harari. Moduli regolari e precisi,
in varie dimensioni, lucidi e riflettenti in metallo e vetro, che
galleggiano nello spazio in un contatto quasi casuale tra loro.
Valli
VIA CONCORDIA 16
20055 RENATE (MI)
TEL 0362 982258
FAX 0362 999038
www.vallievalli.com
[email protected]
Pad. 33 Stand C40-D27
Outline di Altea è un omaggio appassionato allo stile e
allo spirito degli anni Sessanta. Forme mai viste, inusuali,
caratterizzate da uno svuotamento dei volumi che dà vita
ad un design, o meglio, un concept, dal quale scaturiscono
interessanti aspetti legati al vivere l’ambiente bagno e i suoi
protagonisti. I sanitari diventano pezzi d’arredo grazie al piano
d’appoggio creato dallo svuotamento dello spazio interno.
Tante le soluzioni: i sanitari possono essere da terra o sospesi;
i lavabi sono di quattro misure, tra cui uno di 50 cm pensato
per piccoli spazi. A completamento della serie un w.c. infanzia,
il piatto doccia 110 x 75 e il nuovissimo w.c. monoblocco che
riprende fedelmente la linea del w.c. back to wall, con una
cassetta perfettamente in accordo con il design Outline.
Ceramica Althea
LOC. PRATARONI
01033 civita castellana (Vt)
Tel 0761 542144
Fax 0761 542129
www.altheaceramica.it
[email protected]
Pad. 35 Stand A167-B118
Design ricercato pensato per valorizzare le proprietà del vetro,
dell’ottone cromato e del legno che rappresentano le tre
anime di Inda. Composizione: lavabo in appoggio Gulliver in
mineralizzato bianco. Base per lavabo con un cassettone e base
laterale con portabiancheria estraibile, anta laminato lucido
rosso rubino e maniglie in ottone cromato.
Dimensioni: cm L100 P40 H48. Cabina doccia Trendy_4000
con installazione in nicchia composta da parte battente e parete
fissa in linea. Finitura telaio silver e cromato, vetro grigio.
Inda
via XXV aprile 53
21032 Caravate (VA)
Tel 0332 608111
Fax 0332 619317
[email protected]
www.inda.net
Pad. 33 Stand C13-B13
Forme geometriche elementari tagliate direttamente nelle
diverse tipologie della materia: vetro, ceramica, legno. Ambienti
caratterizzati da una forte flessibilità compositiva e da ricercati
cromatismi. Tra le novità Jewel, lastre esclusive impreziosite da
una cascata di luce: gemme in quattro tonalità intense e brillanti
per una sofisticata eleganza. Una collezione brevettata per la linea
GeoStyle, dove si accomunano materiali di assoluta ispirazione
ed innovazione. La serie NewStone viene invece arricchita con la
nuova collezione Stone Forest: due tonalità scure e profonde per
vivere intensamente un ambiente naturale che evoca paesaggi
forestali. Novità assoluta il progetto Light Shape: la materia retroilluminata viene tagliata da motivi decorativi, creando scorci di
luce che arredano le superfici e generano magia nell’ambiente.
Granitifiandre
Via Radici Nord
42014 Castellarano (RE)
Tel 0536 819611
Fax 0536 850088
[email protected]
www.granitifiandre.it
Pad. 25 Stand A122-B123
L’ultima nata delle Premium J-400 regala una dimensione nuova
e ancora più completa alla convivialità del benessere targato
Jacuzzi. La grande novità è rappresentata dalla docking station
per iPod, che permetterà ai possessori di quello che è diventato
ormai un must tecnologico nell’universo giovanile e non solo,
di adattare l’iPod alla struttura di sostegno appositamente
creata e ascoltare tutti i brani della sua classifica preferita. Il
sistema PowerPro SystemTM garantisce, grazie ad un sistema
di pompe ad alta pressione e a basso inquinamento acustico, un
rigenerante massaggio idroterapico. Entrando in una J-400 si
diventa protagonisti di un massaggio sapiente e riequilibrante.
Il programma di cromoterapia potenzia gli effetti benefici di una
pratica in grado di restituire equilibrio al corpo e alla mente.
Jacuzzi
Ss. Pontebbana Km 97,500
33098 Valsavone (PN)
Tel 0434 859111
Fax 0434 85278
www.jacuzzi.eu
[email protected]
Pad. 29 Stand B29-C32