n. 07/2008
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n. 07/2008
Numero 7 Settembre 2008 /// www.architetti.com Acqua Digital Water Pavilion, carlorattiassociati+MIT, Expo Saragozza 2008 Credit photo carlorattiassociati (www.carloratti.com) Editoriale Il magico liquido di Marcello Balzani “Se mai si dovesse catalogare il mondo tra i generi, il suo principale ingrediente stilistico sarebbe senza dubbio l’acqua. Se le cose stanno diversamente, sarà perché nemmeno l’Onnipotente deve avere molte alternative, o perché il pensiero stesso ha la trama dell’acqua. Come del resto lo scritto; come le emozioni, come il sangue. (…) E se noi siamo parzialmente sinonimi dell’acqua, che è totalmente sinonimo del tempo, il sentimento che proviamo verso questo posto migliora il futuro, contribuisce a quell’Adriatico o a quell’Atlantico del tempo che immagazzina i nostri riflessi per quando saremo scomparsi da un pezzo. Da questi riflessi, come da gualcite fotografie color seppia, il tempo riuscirà forse a comporre, come se si trattasse di un collage, una migliore versione del …futuro” Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili, 1989 L’acqua trasforma la luce e raccoglie i riflessi delle cose, li annega in un grande magazzino liquido (che oggi sembra essere anche simile alla società stessa), in un incessante scorrere di trame in eterno movimento. E dove il mare, i grandi fiumi o i laghi si uniscono alla terra, dove questa connessione ha radici antiche, impronte tracciate nel tempo e con il tempo trasformate e dimenticate, gli effetti sulle cose sono ancora più forti. Ma non è sempre stato così. L’acqua (ci ricordava Giovanni Klaus Koenig nell’editoriale di un famoso numero di Ottagono dedicato all’acqua) ha avuto anche un significato negativo, oppositorio: elemento separatore ed ostile, un baluardo eretto per tutelare e proteggersi. Un’idea idrica che tra palafitte e fossati poneva in essere quella difesa “più psicologica che reale” che riproponeva un’atavica antagonistica relazione con il magico liquido, dando spazio al senso di paura che ancora a volte è capace di incutere. L’acqua è portatrice di mostri (personificazioni delle alluvioni e delle inondazioni) che scorrono per un universo diversamente denso in cui la memoria del nostro primordiale stato immerso nel liquido amniotico si perde nella notte dei tempi e ci obbliga a tornare ad imparare a stare a galla e a nuotare da sempre. È interessante notare come questo significato negativo risulti essere praticamente assente nell’architettura contemporanea, che ne sviluppa maggiormente i valori: - paesaggistici (elemento ma soprattutto evento della natura), - energetici (carburante disponibile e riciclabile per antonomasia che il progetto umano da sempre sfrutta negli attributi di velocità e portata), - di risorsa vitale (argomento duro e difficile, al di là delle forme degli acquedotti e delle pubbliche fontane, in un momento storico in cui l’accesso all’acqua non appare più un diritto ma un lusso con tutte le varianti di spreco che porta con sé: e sarà sempre peggio, nella progressiva rarità del bene in cui le generazioni future si troveranno a vivere!), - di mobilità (luogo del wayfinding e in cui anche la digitale modernità pone in essere analogie navigatorie e natatorie mimando la velocità di connessione e la potenza di millenari mezzi di trasporto, oggi più che mai da recuperare nella strenua ricerca di sostenibilità), - di artificio (per il gioco, la riscoperta, la scenografia del potere ora come allora). E vorrei proseguire ancora, provando a condensare alcuni fluttuanti significati con il magico liquido che fisicamente si comporta diversamente da tutti e per il quale la scienza del futuro offre gradi di intelligenza, tipici di una materia viva, ma credo che non basterebbe. Ho voluto che le parole del grande Brodskij, scritte per Venezia, fossero in apertura di queste poche righe e vorrei che ad esse fosse riposto il cuore e il ricordo. Direttore responsabile Paolo Maggioli Direttore Federica Maietti Pub Publimaggioli (Davvero) 25-05-2006 9:55 Page 1 C M Y CM MY CY CMY K Vicedirettore Mirco Vacchi Redazione Roberto Meschini, Igor Pilla, Valentina Valente, Roberto Malvezzi, Maria Azzurra Rossi, Giacomo Sacchetti, Luca Rossato Product manager Maria Elisa Pace Progetto grafico Christian Rodero È vietata la riproduzione, anche parziale, degli articoli pubblicati, senza l’autorizzazione dell’autore. 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IWA World Water Congress è il più importante evento al mondo legato al tema dell’acqua; le precedenti edizioni si sono svolte a Parigi (2000), a Berlino (2001), a Melbourne (2002), a Marrakesh (2004) e a Pechino (2006). L’evento offre a tutti i professionisti del mondo legati al settore dell’acqua l’opportunità senza precedenti di confrontarsi con le tematiche più innovative in termini di scienza, ricerca, applicazione e politiche di gestione. Il programma del congresso spazia dalle grandi criticità del nostro tempo – cambiamenti climatici, aumento della popolazione, crisi sanitaria globale e problemi di urbanizzazione – fino alle più recenti conquiste nel campo delle biotecnologie, della ricerca applicata e della tecnologia, oltre ad un summit dei leader dei governi locali europei e a un forum dei maggiori esperti dei servizi di erogazione dell’acqua. Gli esperti coinvolti hanno tracciato le future prospettive, i trend e le sfide emergenti nel settore, offrendo la possibilità di affrontare il tema dell’acqua da molteplici punti di vista. Un focus specifico ha avuto come oggetto la regione del Danubio: le caratteristiche del fiume più lungo d’Europa hanno lasciato l’impronta sui diversi territori, paesaggi, popolazioni e vicende storiche della regione. Queste diversità e il considerevole sviluppo economico del territorio richiedono un alto grado di cooperazione nell’interesse di una gestione sostenibile dell’acqua. Il congresso internazionale ha ospitato 3000 esperti, provenienti da 130 paesi, dei settori della scienza e della ricerca, dei servizi, della consulenza, della tecnologia e dell’uso industriale dell’acqua, un’occasione unica per promuovere l’obiettivo comune di una gestione sostenibile dell’acqua, dando ampio spazio ai casi studio e alle attività di best practice, e di tracciare un quadro completo di come si stanno affrontando le problematiche legate al tema dell’acqua a scala mondiale, discutendo le soluzioni esistenti o fornendo nuove risposte a tali problematiche. Il programma è stato suddiviso in sei tematiche principali: Water Treatment, Wastewater Treatment, Design and Operation of Water Systems, Water Resources and River basin Management, Managing and Planning Water Services, Health and the Environment. Le sessioni tecniche di presentazione sono state 110, le presentazioni poster più di 400 e hanno sviluppato più di 30 workshop, al fine di facilitare la discussione sui problemi più pressanti dell’industria dell’acqua incoraggiando la condivisione di esperienze e punti di vista. Il riciclo, le implicazioni dei cambiamenti climatici sull’industria dell’acqua, le frontiere della ricerca, della scienza e della tecnologia, il futuro del sistema sanitario, acqua, energia e sostenibilità, sono alcuni dei temi cardine del congresso. I membri della IWA, più di 10.000, hanno sviluppato i temi del convegno dalla ricerca alle applicazioni pratiche coprendo tutti gli aspetti del ciclo dell’acqua, dalla tecnologia per l’ottenimento e la gestione dell’acqua potabile alla conservazione delle risorse in tutto il mondo. 4 È stato affrontato l’impatto dei cambiamenti climatici sulla risorsa acqua, dell’inquinamento, della sanità e delle città del futuro verso una gestione sostenibile dell’acqua e del paesaggio. Quello delle città del futuro è uno dei grandi temi del congresso, in un’epoca in cui, per la prima volta nella storia dell’umanità, più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane. Nell’ambito dei tavoli di discussione si è cercato di dare risposte ad interrogativi quali la capacità di provvedere alle infrastrutture di base per affrontare la consistente crescita urbana e quali dovrebbero essere i sistemi idrici ideali se fossero considerati come parte integrante del sistema di pianificazione urbana e non un aspetto subordinato e pensato a posteriori. La sessione dedicata alle città del futuro ha riportato le ricerche più recenti e i casi applicativi considerando sia i paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo. Contemporaneamente allo svolgimento del congresso, l’esposizione, che ha coperto un’area di 5000 mq, ha ospitato circa 200 delegati di enti ed organizzazioni internazionali provenienti da 25 diversi paesi. Erano presenti i padiglioni di Austria, Germania, Israele, Giappone, Corea, Olanda, Norvegia, Svezia e Singapore. Vienna, 7-12 settembre 2008 www.iwa2008vienna.org Immagini tratte da: http://remax-parkersburg-wv.com/Places_of_interest. jsp http://moby.mib.infn.it/~tancini/romania.html http://www.partyboot.at/images/690703.jpg http://magazine.voiaganto.it/img/baden.jpg http://www.maury.it/album_fotografici/austria-2006/ index.html http://leidorf.blogspot.com 5 6 Riqualificazione della Piazza dell’acquedotto alessandrino Roma - Architetto Maria Cristina Tullio Nel quartiere Alessandrino, così denominato per la presenza dell’acquedotto costruito dall’imperatore Alessandro Severo nel 226 d.C., il XIX Dipartimento di Roma (Politiche per il recupero e lo sviluppo delle periferie I.U.O., Qualità delle periferie coordinamento piani e progetto), dal 2003 sta sviluppando un interessante programma che ha visto il frequente coinvolgimento degli abitanti e dei comitati di quartiere, la redazione del progetto per la piazza dell’acquedotto e la sua realizzazione, la redazione di una pianificazione che prevede la sistemazione di un lungo tratto di acquedotto e degli spazi ad esso limitrofi. La volontà di ricreare un’identità nei luoghi della vasta e smembrata periferia romana è uno degli obiettivi che il Dipartimento persegue da anni con una serrata programmazione partecipata. L’area d’intervento si trova nella periferia est della città, cerniera tra il quartiere/borgo Alessandrino sorto spontaneamente negli anni Sessanta-Settanta e la nuova espansione degli anni Ottanta-Novanta, il quartiere di Tor Tre Teste, reso celebre dalla chiesa realizzata su progetto di Richard Meyer; due quartieri legati e caratterizzati dalla presenza dell’acquedotto che li attraversa, ma che offrono un contesto urbano totalmente diverso e slegato. Il sito, prima dell’intervento, appariva come uno spazio vuoto sostanzialmente quadrato, inedificato e abbandonato, delimitato da quinte edilizie prive di qualità definite dalla maglia regolare del tessuto urbano tipico di questo contesto periferico. Disordinato e non funzionale appariva anche il sistema della viabilità e dei parcheggi esistenti. Il fine è stato di riqualificare un’area degradata e abbandonata per creare uno spazio pubblico di incontro, prima inesistente. Data la finalità del programma in atto nelle periferie di Roma – mirante a ricostruire “l’identità storico-paesaggistica” dei luoghi – l’approccio progettuale ha previsto una verifica storica sulle tradizioni, le esigenze funzionali e le caratteristiche paesaggistico-morfologiche del territorio circostante l’area d’intervento. Si è così potuto appurare come, pur trattandosi di un’area periferica al margine del quartiere, si trattava di un sito dotato di una propria forte identità e riconoscibilità, molto presente nella memoria degli abitanti. Diversi sono stati quindi i presupposti che hanno sostanziato il progetto proposto per lo spazio pubblico: dal punto di vista morfologico, l’esigenza di definire formalmente e perimetrare il sito privo di “forma”, mentre, dal punto di vista funzionale, la necessità di riordinare il sistema della viabilità e dei parcheggi. La struttura regolare della maglia geometrica dell’intero quartiere è stata, dunque, ripresa per delineare la “forma” dell’isolato della piazza, pur non essendo l’acquedotto allineato all’impianto geometrico del tessuto edilizio ma presentando un proprio orientamento. Dalla sovrapposizione di tali sistemi morfologici e delle loro geometrie, è 7 scaturita la forma dei luoghi deputati alle diverse funzioni da collocare nella piazza-giardino. La presenza dell’acquedotto, indubbiamente l’elemento di maggior identità del sito, ha determinato la scelta di valorizzarlo tramite la definizione di un geometrico tappeto erboso, allineato secondo l’orientamento dell’acquedotto stesso. Con un andamento diverso, allineato alla geometrica maglia del tessuto urbano, si sviluppa, invece, la forma dell’isolato della piazza che a sud accoglie l’area per i giochi dei bambini; a ovest, con un ruolo di cerniera fra le geometrie del sito e la visuale prospettica che apre verso il parco di Tor Tre Teste e la chiesa di Meyer si trova invece la piazza-fontana. La piazza-giardino ospita diverse funzioni: l’area gioco dei bambini, posta sul lato sud, alberata secondo il passo scandito dalle arcate dell’acquedotto e pavimentata in sabbia di fiume e in sabbia calcarea negli spazi attorno ai giochi. Tutta l’area è attraversata da fasce di sanpietrini, che dettano il sesto d’impianto e che sono organizzate secondo il ritmo dei pilastri dell’acquedotto e poste ortogonalmente ad esso; il prato, che ha inglobato i resti dell’acquedotto Alessandrino nella piazza (modificando il sistema di circolazione automobilistica) ha lo scopo di lasciare un ampio spazio libero antistante le rovine archeologiche e per le manifestazioni e le rappresentazioni all’aperto (cinema, feste, concerti, ecc.). Tale prato, definito formalmente in base all’orientamento dell’acquedotto, è delimitato da un sistema di panche in legno con struttura in ferro che guardano verso l’acquedotto, la campagna e il parco di Tor Tre Teste. Davanti alle panche, per evitare l’erosione del manto erboso, corre una pavimentazione in tavolato di legno, materiale che caratterizza anche la fascia del percorso ciclabile che attraversa la piazza e che, in futuro, sarà collegata al percorso ciclo-pedonale, parallelo all’acquedotto stesso. Con funzione scenografica e ludica, infine, nello spazio pavimentato è stata inserita una fontana con giochi d’acqua; schizzi alti e bassi (da 4 a 1,5 metri) emergono da quattro canali curvilinei tracciati in marmo a terra. L’illuminazione notturna dei giochi d’acqua della fontana è assicurata da un sistema di fibre ottiche regolabili ad orario e a pulsante. Lo spazio della piazzafontana è stato pavimentato in cemento trattato con un disattivante di presa che fa emergere la graniglia dell’impasto; tale pavimentazione è intervallata da fasce di travertino che riprendono ritmicamente l’andamento degli archi. I giunti di dilatazione del calcestruzzo sono stati realizzati a forma di “onda” con profili in alluminio. Gli spazi presentano una lieve pendenza verso l’acquedotto e verso la campagna per ricucire le quote preesistenti nel luogo, antico sito di un fosso da tempo interrato. Le pendenze, necessarie per la raccolta dell’acqua creano due piccole scarpate che sono state tappezzate con rose, lavande e altre specie con fioriture differenziate nelle diverse stagioni, a bassa manutenzione e scelte fra specie già utilizzate in epoca romana. La fontana e il sistema di irrigazione, sono continuamente alimentati dai due “nasoni”, fonti tipiche della città di Roma; l’acqua viene raccolta in due cisterne sotterranee. La piazza non presenta alcuna barriera architettonica e i giochi disponibili sono fruibili anche da disabili. Un chiosco in ferro e vetro coperto da una grande pergola in legno ospita un bar e alcuni locali di servizio. Il progetto, sviluppato nell’arco di un anno, è iniziato alla fine del 2004 ed è stato inaugurato nel marzo 2006. Merito del committente, il Comune di Roma, è stato, innanzitutto, quello di aver saputo e voluto intendere la presenza dell’acquedotto romano come un’opportunità per avviare la rigenerazione e il recupero di un’area periferica abbandonata, e per conferire una forte identità al sito, creando uno spazio di qualità e di forte riconoscibilità, che ha già innescato il progressivo recupero degli edifici circostanti, a dimostrazione del reale effetto rigenerativo creato. Il progetto ha partecipato al Premio Innovazione e Qualità Urbana, organizzato da Maggioli Editore, nell’ambito di EuroP.A. 2007, Salone della autonomie Locali - Prodotti, tecnologie e servizi per la Pubblica Amministrazione Locale, per la sezione “Città e Architettura - Realizzazioni”. 8 9 10 Waterfront regeneration: il Regent’s Canal di Londra Pollard Thomas Edwards Architects di Luca Rossato Il Regent’s Canal che attraversa alcuni dei più pittoreschi quartieri di Londra fu costruito per collegare il ramo di Paddington del canale Grand Junction, aperto nel 1801, con il Tamigi a Limehouse. Nel 1811 il famoso architetto inglese John Nash fu contattato per collaborare alla stesura del tracciato proprio mentre stava completando la progettazione del Regent’s park, suo capolavoro, misto di sensibilità e attenta pianificazione. Nash fu immediatamente attratto dall’idea di poter collocare un importante corso d’acqua all’interno del parco e quindi di poterne sfruttare le potenzialità paesaggistiche e grazie all’amicizia con il Principe Regent, poi divenuto Re Giorgio IV, ebbe l’autorizzazione ad usare tale nome per il suo progetto. Dopo anni di lavori e disguidi dovuti ad azzardi tecnici specialmente nella realizzazione di alcune avveniristiche chiuse pneumatiche, il Regent’s Canal venne inaugurato in due momenti diversi: il tratto da Paddington a Camden nel 1816 ed il resto fino al Tamigi quattro anni dopo. L’importanza commerciale del canale è testimoniata dagli innumerevoli documenti che attestano la grande quantità di merci che transitava lungo il suo corso divenendo di fondamentale importanza per alleggerire la pressione sulla rete ferroviaria specialmente Sede delle Studio Pollard Thomas Edwards Architects. Foto di Luca Rossato 11 durante la seconda guerra mondiale. Per decenni il canale fu teatro di un fervido commercio e lungo le sue rive sorsero imponenti magazzini per lo stoccaggio delle merci e nodi di smistamento delle stesse in connessione con il trasporto su gomma. Solo con la fine degli anni Sessanta lo storico Regent’s Canal vide l’inizio del suo declino, nuove infrastrutture resero il canale obsoleto e l’accorciamento dei tempi di consegna delle merci divenne fattore essenziale. Da quel momento il canale, amatissimo dai londinesi, divenne un luogo dove trascorrere piacevoli giornate passeggiando o facendo sport, accompagnati dal lento scorrere delle acque seppur in uno scenario a volte di degrado post-industriale. Dagli anni Novanta un programma di riqualificazione delle aree lungo le sue rive con la costante sostituzione dei magazzini abbandonati con nuovi interventi residenziali ne ha fatto uno dei più straordinari esempi di riqualificazione fluviale in Europa. Un canale prettamente ad uso industriale offre ora le sue rive a percorsi ciclo-pedonali tra i più suggestivi di Londra e le sue chiuse rimangono testimonianza del genio ingegneristico dei progettisti ottocenteschi. Ne porta testimonianza l’interessante recupero dei magazzini denominati Diespeker Wharf, sede londinese dello studio di architettura Pollard Thomas Edwards Architects, da anni tra i leader di rigenerazione urbana nella metropoli Inglese. Dalla riqualificazione dell’area industriale, è nato in seguito un ambizioso progetto dello studio PTEa per estendere ad altri tratti del Regent’s Canal il recupero di aree dimesse con la creazione di nuovi contesti residenziali lungo il canale. Si è qui voluta presentare una estrema sintesi di questi interventi. Crystal Wharf Islington, PTEarchitects, Groveworld JV Partner/ Developer 1998 - 2003 Kleine Wharf Hackney, PTEarchitects, 2001 – 2007 Packington Estate Islington, PTEarchitects, 2006 – in corso La “banchina di cristallo” è il primo progetto di riqualificazione fluviale che è seguito al recupero dell’ex area industriale Diespeker Wharf per la nuova sede dello studio PTEa. Il sito si trova in posizione chiave all’incrocio tra il Regent’s Canal ed il City Road Basin, anticamente un importante bacino di raccolta delle merci. Dopo la vittoria del concorso nel 1998 gli architetti hanno sviluppato un progetto articolato in tre blocchi che si dispongono attorno ad un giardino centrale delimitato da un quarto lato costituito dall’ex magazzino ora sede dello studio. Ogni blocco ha un suo deciso carattere, dalle sinuose forme dell’edifico completamente vetrato lungo il canale alla compostezza austera del blocco di mattoni che si affaccia a sud fino al rosso intonacato dell’edificio posto lungo la strada. L’area ospita 57 alloggi, oltre 1000 mq destinati ad uffici ed un parcheggio sotterraneo. Kleine Wharf dimostra come i corsi d’acqua di Londra non abbiano solo un grande potenziale come aree residenziali ma anche come catalizzatori di nuovi posti di lavoro. Il progetto infatti nasce dalla volontà di dare nuovo impulso alle attività lavorative di un’area degradata attraverso la realizzazione di un complesso che ospita spazi per attività diverse ed abitazioni ad alto standard qualitativo. Alla parte residenziale è stato così aggiunto uno studio di fotografia, una piccola stazione di polizia di quartiere, e locali destinati allo start-up di nuove attività. Gli edifici dal piacevole design che unisce materiali diversi (dal legno al rame come rivestimenti, all’acciaio al vetro per i balconi) si affacciano su una ampia corte centrale che ospita un caffè all’aperto avente la funzione di attrarre più fruitori possibile al fine di trasformare quella che era un’area da evitare in un piacevole piccolo quartiere lungo il fiume. PTEa vince il concorso per la riqualificazione dell’area degradata del Packington Estate, un grande complesso popolare degli anni Settanta posto lungo il Regent’s Canal nel 2005. Il progetto prevede la trasformazione dell’intero quartiere in un nuovo network di piazze che termina con un waterfront destinato ad ospitare un ampio parco urbano sulla sponda del canale. Mentre il vecchio agglomerato consisteva in una serie di edifici a stecca in cemento armato e spazi comuni inutilizzati, il nuovo Packington Estate avrà un linguaggio architettonico contemporaneo e sarà maggiormente legato al contesto circostante da nuove strade che riformeranno l’antico tessuto Vittoriano ricco di piazze e spazi verdi. L’importanza dell’intervento darà ulteriore linfa a tutte quelle attività che vedono il Regent’s Canal come una potenziale piacevole via di comunicazione tra i vari quartieri di East-London. Belvedere Court Hackney, PTEarchitects, 2001 - 2004 City Wharf Islington, PTEarchitects, 2001 - 2008 Belvedere Court rappresenta un modello di rigenerazione urbana ad alta densità con la realizzazione di diversi alloggi sociali sovvenzionati dall’affitto di alcuni dei nuovi appartamenti destinati al libero mercato. I tre blocchi realizzati, che hanno sostituito vecchi magazzini ed autorimesse fatiscenti, hanno ottenuto in questo modo un alto standard costruttivo non penalizzando come sovente accade gli alloggi destinati alle fasce di popolazione meno abbienti. Le dimensioni delle abitazioni realizzate denunciano chiaramente il suo mix di destinatari, comprendendo appartamenti da una camera da letto per il libero mercato fino a quelli da quattro camere per le abitazioni sociali. Il complesso che ha una altezza che varia da sette a quattro piani fuori terra è completato da un giardino interno e da una autorimessa comune. Questo progetto, recentemente completato, rappresenta un esempio di integrazione tra spazi pubblici e spazi privati con l’obiettivo primario di restituire alla città una banchina fluviale dimessa da diversi anni. Il concept principale è stato quello di arretrare il fronte della grande stecca (in realtà somma di quattro edifici), posta parallelamente al Regent’s Canal, per ospitare un parco e percorsi pubblici lungo la sponda riqualifcata. I quattro blocchi affiancati, ognuno dotato di proprio ingresso, parti comuni e spazi commerciali al piano terra, ospitano in totale 85 alloggi destinati ad un mix residenziale con un range che comprende abitazioni sociali e attici di lusso. I balconi delle abitazioni, come veri e propri trampolini, si tuffano nel vuoto prospiciente il canale caratterizzando la grande facciata con una interessante alternanza di volumi e materiali. Pollard Thomas Edwards Architects Sito ufficiale www.ptea.co.uk 12 Progetto di riqualificazione fluviale Crystal Wharf. Credit photo PTEa Progetto di riqualificazione fluviale Crystal Wharf. Credit photo Groveworld Progetto di riqualificazione fluviale Crystal Wharf. Credit photo Groveworld Il complesso Belvedere Court. Credit photo David Churchill 13 Vista interna del complesso Kleine Wharf. Credit photo PTEa Dettaglio della facciata del complesso Belvedere Court. Credit photo David Churchill Vista del complesso denominato Kleine Wharf. Credit photo David Churchill Kleine Wharf. Credit photo David Churchill Dettaglio di facciata del complesso City Wharf. Credit photo Rejash Bhela 14 Vista del City Wharf. Credit photo Rejash Bhela Dettaglio di facciata del complesso City Wharf. Credit photo Rejash Bhela Vista del City Wharf. Credit photo Rejash Bhela Elaborati grafici del progetto per la riqualificazione dell’area degradata del Packington Estate; lo studio PTEa è risultato vincitore del concorso Elaborati grafici del progetto per la riqualificazione dell’area degradata del Packington Estate; lo studio PTEa è risultato vincitore del concorso Elaborati grafici del progetto per la riqualificazione dell’area degradata del Packington Estate; lo studio PTEa è risultato vincitore del concorso 15 Progetto di riqualificazione del lungolago Tadini - Bergamo Edoardo Milesi & Archos srl Il tema della messa a norma e della conseguente riqualifica di un piccolo tratto del lungolago di Lovere, Bergamo, non può prescindere da un approccio al progetto di tipo “sensoriale”. Passeggiando per il lungolago, i sensi solo da un lato sono sollecitati positivamente dalla benefica influenza delle luci e dell’acqua del lago, mentre da un altro verso vengono disturbati dal frastuono delle auto in transito sulla via parallela. Il progetto trae quindi i primi spunti dalla strada. L’urbanistica moderna, interpretata in chiave ecologica, non nega l’auto, semplicemente pone una premessa di fondo: autoveicolo e uomo non devono prevalere uno sull’altro, semplicemente devono convivere nella città. E c’è soltanto un processo che rende possibile questa convivenza: la riconquista della strada attraverso la moderazione della velocità. Ridurre la velocità è possibile anzitutto utilizzando l’architettura come un “bisturi”, vale a dire riducendo drasticamente la sezione stradale, costringendo l’automobilista a confrontarsi con un ambiente a misura d’uomo. In seconda istanza diviene fondamentale “trasformare” in piazze pedonali anche le sedi viarie in prossimità dei luoghi significativi, estendendo la medesima pavimentazione a piazze e marciapiedi. Questa scelta forte è stata messa in pratica da subito, trasformando l’oggetto d’intervento in un’unica piazza a livello costante completamente pavimentata in cubetti di porfido. Tutta, ad eccezione della rotonda Tadini che si vuole mantenere il più possibile con la sua connotazione di “bastione verde” a difesa del lago, con le sue essenze arboree di qualità e le aiuole geometriche intervallate da piccoli percorsi in ghiaietto bianco. Le auto sono costrette ad accedere alla nuova piazza con una dolce rampa al termine di Piazza Marinai d’Italia, rampa che porta la piazza alla quota del marciapiede lungo il museo Tadini (che viene conservato tal quale). Arrivate “sulla piazza” le auto sono costrette a rallentare ulteriormente poiché si trovano di colpo senza riferimenti precisi: solo una serie di grandi borchie a raso pavimento sul lato del museo, e un’enfilade di prismi in pietra (cm 30x30) sul lato lago, disposti ad onda di altezza variabile con funzione di “shicane” per il traffico veicolare. Tutto questo permette un consistente ampliamento del tratto di lungolago prospiciente la piazza Garibaldi dove una duplice funzione è affidata alla pavimentazione in pietra realizzata mediante il recupero delle lastre esistenti a fasce perpendicolari all’acqua con campiture in cubetto di porfido: da un lato il disegno ortogonale all’asse stradale è ulteriore elemento di “traffic calming” disorientando l’automobilista 16 e imponendogli maggiore attenzione nella guida; dalla parte del pedone la pavimentazione perpendicolare all’acqua aumenta il rapporto della piazza con il lago. Per i fruitori del lungolago (pedoni e veicoli) si ha la percezione di un centro storico allargato, per cui il tratto rettilineo di via Tadini, può essere trattato in maniera asettica per quanto riguarda la sede stradale e in maniera “forte” per quanto riguarda la promenade lungolago. La sede stradale, ristretta a 6 m comprese le banchine, consente di recuperare spazio prezioso alla passeggiata e alla messa in sicurezza dei parcheggi. I parcheggi si trovano ad una quota sopraelevata rispetto alla strada, con un salto di circa 10-15 centimetri segnalati a terra da una striscia di lastre di pietra dalla larghezza costante di 100 cm, che costituisce inoltre un margine di sicurezza a chi, scendendo dall’auto, vuole raggiungere la promenade lungolago. Il tratto di lungolago si presentava degradato non tanto per i materiali di finitura o per le fioriere in cemento quanto piuttosto per il forte impatto provocato dalle auto in sosta. Si è quindi optato per una separazione-filtro attrezzata, costituita da un lungo elemento in legno posto a circa 45 cm dal piano pavimento, in modo da configurarsi non soltanto come grande panca continua ma anche come “percorso in quota”. Un oggetto alla grande scala intervallato da pochi varchi stretti, connotato in maniera fortemente ludica sul quale disseminare una molteplicità di episodi arricchenti. Così accade che sulla panca gigante prendono posto, oltre alle sedute, alcuni pergolati in legno e rete di corda, i fari (accesi a comando) per l’osservazione dei pesci, la scala per l’avvistamento delle barche, i gonfaloni dei brokers, gli stendardi delle manifestazioni locali. Mentre il lotto 2 sarà necessariamente un’opera da eseguire in un unico intervento che preveda contestualmente alla ripavimentazione anche l’ottimizzazione e l’adeguamento di tutti i sottoservizi a rete, il progetto del lotto 1 è stato concepito come un’opera in continua evoluzione, una sorta di percorso-contenitore, una piattaforma sulla quale inserire anche in momenti successivi una serie di attrezzature. Così volendo ulteriormente frazionare l’investimento previsto o implementarlo in fase successiva, occorrerà senz’altro predisporre da subito le tre pavimentazioni (parcheggio, panca, passeggiata) e i quaranta pali-albero verticali in legno necessari a scandire e a dare immediata lettura al progetto di sistemazione e in fase successiva supporto di tutti i diversificati elementi che via via verranno aggiunti. Il progetto è vincitore del Premio Innovazione e Qualità Urbana, organizzato da Maggioli Editore, nell’ambito di EuroP.A. 2008, Salone della autonomie Locali - Prodotti, tecnologie e servizi per la Pubblica Amministrazione Locale, per la sezione “Città e Architettura - Realizzazioni”. Foto di Paolo Da Re 17 18 Progettazioni sull’acqua: spazi pubblici e privati di Giacomo Sacchetti Nel 2005 l’uragano Katrina ruppe gli argini del fiume Louisiana e fece straripare il lago Pontchartrain provocando un’enorme inondazione. Più di mille abitanti persero la vita e New Orleans venne distrutta all’80%. Il destino dei territori e delle popolazioni sta nella contrapposizione tra la forza della natura e le barriere costruite (o non costruite) dall’uomo, che dovrebbe ricercare l’equilibrio tra i propri spazi e la natura stessa, tra le soluzioni architettoniche e l’acqua. Le forze naturali possono essere controllate; l’acqua è da tempo oggetto di studi che potrebbero contribuire a migliorare le condizioni abitative delle popolazioni, se il controllo dei corsi d’acqua non fosse, come succede in alcuni casi, subordinato a interessi economici. Nessuno aveva interessi a New Orleans, nessuno ha preso provvedimenti affinché un uragano non provocasse tali danni. Questa attuale riflessione di Stefano Casciano, contenuta nel numero speciale di Domus “Sull’acqua” pubblicato nel 2006, spinge alla ricerca di soluzioni architettoniche che seguano criteri di realizzazione non solo economici, ma che tentino anche di sposare il progetto e l’acqua. Tra le più interessanti c’è il Blur Building di Diller & Scofidio, un padiglione costruito in occasione dell’Expo Svizzera del 2002 sul lago Neuchatel a Yverdon-les-Bains, retto su un sistema equilibrato, una sinergia di tensioni bilanciate tra le diversi componenti che sostengono la piattaforma sul lago. Rampe e camminamenti corrono sul padiglione e contribuiscono al bilanciamento. La struttura rimane coperta da una nuvola artificiale, creata atomizzando l’acqua del lago, portata ad alta pressione e infine nebulizzata. L’ingresso al padiglione, oscurato dalla nebbia, rimane, da lontano, invisibile ai visitatori. Il terminale del porto di Yokohama in Giappone, realizzato dal Foreign Office Architects, non solo possiede tutte le caratteristiche di un grande scalo internazionale, ma costituisce anche un’area aperta al pubblico, con spazi verdi e passeggiate, affacciata sulla Tokyo Bay. È del tutto particolare la soluzione adottata per creare uno spazio pubblico per il commercio, il turismo e il tempo libero. Steven Holl ha progettato il Lake Whitney Water Treatment Plant a Hamden, nel Connecticut. Situato all’interno di un parco pubblico, è un impianto per il trattamento dell’acqua e rappresenta una sorta di fusione fisico-semantica tra architettura e purificazione dell’acqua: le costruzioni tracciano il disegno degli stadi del processo di purificazione, il parco agisce come naturale sistema di filtrazione e l’atrio principale - un tubo in acciaio che frontalmente riproduce la sagoma di una goccia d’acqua - è la traduzione in forma architettonica della funzione data all’impianto. La Blackfriars Station a Londra sarà, a conclusione dei lavori nel 2011, la prima stazione ferroviaria collocata sopra il Tamigi. Sarà il risultato della ristrutturazione dell’omonimo ponte, costruito nel 1864, sul progetto Jacobs e Tony Gee & Partners, allo scopo di rendere più fluido il traffico, sistemando un ingresso su entrambe le sponde, a nord e a sud, e lasciando così il fiume al centro. La nuova entrata a sud servirà la Tate Modern e lo Shakespeare’s Globe Theatre; l’entrata nord, già esistente, diverrà una hall in cui si potranno acquistare biglietti per la ferrovia e per la metropolitana. Tra le architetture private, un incontro dialettico si stabilisce tra l’acqua e villa Querini Stampalia a Venezia, all’interno della quale Carlo Scarpa ha utilizzato la superficie acquatica e i suoi 19 movimenti improvvisi e imprevedibili per creare riflessi sui vetri della villa e “turbare” un’architettura dall’aspetto museale. Il giardino ha come elemento primario l’acqua che sgorga da una fonte nella corte, si allarga in una vasca quadrata, passa attraverso i percorsi di una fontana, e viene raccolta in un bacile a cerchi concentrici. Con la casa sull’Iha Josefa ad Angra dos Reis in Brasile, i progettisti Bernardes e Jacobsen hanno invece realizzato, tra la vegetazione e il golfo, un elemento di passaggio morbido tra la foresta atlantica e l’acqua, grazie all’utilizzo di materiali scelti a questo scopo, come il deck lavorato in fasce di diversa larghezza. Simili progetti, realizzati in spazi pubblici e privati, si inseriscono in paesaggi d’acqua preesistenti, e propongono soluzioni non invasive che conciliano visivamente architettura e natura. Riviste Speciale Domus “Sull’acqua”, Milano, 2006. Siti internet www.arcspace.com www.archimagazine.com www.worldarchitecturenews.com www.bjaweb.com.br http://archiblog.d-earle.com www.thecityreview.com www.whitneydigs.com www.archimagazine.com Immagini tratte da: http://aainter10shenfei.wordpress.com/ http://soufpuma.blogspot.com/ http://arch.eptort.bme.hu/kortars5.html http://www.bioengineering.com/ 20 21 THE BLUE PLANET Copenhagen, Danimarca – 3XN Studio di Maria Azzurra Rossi Lo studio di architettura danese 3XN ha vinto il concorso per la progettazione del nuovo acquario di Copenhagen, sull’isola di Amager, che sarà completato e aperto al pubblico nel 2013. Il progetto vincitore è denominato “Whirlpool”, traendo ispirazione dal fenomeno naturale dei vortici marini. I progettisti hanno voluto raccogliere nel complesso edificio la totalità delle esperienze e delle sensazioni che un visitatore può percepire all’interno di un acquario, partendo dalla straordinaria esperienza che si prova nell’osservare i pesci nel loro elemento naturale. Il centro dell’edificio è la hall, attorno alla quale le diverse parti dell’acquario ruotano in una sequenza di ambienti leggermente curva, assicurando non solo all’edificio una forma spaziale coerente con il concept del progetto, ma, allo stesso tempo, assicurando la possibilità di accrescimenti futuri all’edificio. Entrando, il visitatore si sente da subito parte dell’acquario, perché il tetto al di sopra del foyer è realizzato in vetro, ed è allo stesso tempo il fondo della piscina soprastante; attraverso il vetro della piscina si possono scorgere il cielo e la luce del sole riflessa dall’acqua. La “Round Room” è la zona fulcro dell’acquario, ed è il punto in cui il visitatore decide se esplorare gli allestimenti relativi agli ambienti del fiume, del lago o dell’oceano. Ciascuna esposizione ha il proprio affaccio sulla Round Room, e ciascuna ha il proprio ingresso filtrato da una buffer zone, uno spazio in cui suoni e immagini sono utilizzati per introdurre all’atmosfera ricreata in ciascuna sala espositiva. Rialzato di alcuni metri al di sopra del terreno, The 22 Blue Planet è un edificio che riflette una grande coerenza; la grandezza nella piccolezza delle cose, tutta l’acqua del mondo inestricabilmente connessa, dalle violenti forze dello tsunami fino all’infinita piccolezza delle molecole. Affacciato sul Øresund, l’edificio collega la terra con il mare, disegnando sia il grande spazio esterno che lo spazio interno di visita. A livello paesaggistico, il grande vortice è percepito come se si propagasse attraverso il terreno, le vasche e il mare attorno all’edificio. Come le correnti d’acqua, l’edificio non è statico, ma il movimento continua potenzialmente nel futuro attraverso tutte le possibili estensioni che si possono aggiungere per accrescerlo, semplicemente permettendo alle linee del vortice di protrarsi estendendosi. “Whirlpool” a prima vista può sembrare una grande girandola arenata nella costa orientale della città, ma può richiamare anche ad una stella marina o all’elica di una barca. Tutte queste suggestioni vengono valorizzate dalla vicinanza dell’area progettuale con l’aeroporto di Copenhagen: planando con l’aereo sulle acque dell’Øresund sembrerà di zoom-are sempre più su qualcosa di naturalmente alieno. Il colpo d’occhio esterno non fa immaginare l’esperienza degli spazi interni, che, con superfici inclinate, luce filtrante e altissimi acquari cercheranno di coinvolgere il visitatore, di farlo nuotare con squali, murene e ostriche giganti. La natura è protagonista di una cultura, l’architettura si trasforma in natura. Sito ufficiale http://www.3xn.dk/ Video http://berlingske.xstream.dk/mediamaker. php?id=5768 Immagini tratte da: http://www.worldarchitecturenews.com/index. php?fuseaction=wanappln.projectview&upload_ id=10086 http://www.architonic.com/trends/7000082/ 23 24 L’acqua e la città Bains des Docks, Le Havre – Atélier Jean Nouvel di Igor Pilla La sfida che molte città europee hanno intrapreso negli ultimi anni, è quella di recuperare interi comparti urbani in pieno degrado. In particolare, le città di mare sono tra quelle che più si sono adoperate per fare ciò, recuperando il rapporto tra il centro e l’acqua. Genova e Barcellona ma anche Hong Kong e Singapore sono esempi emblematici, con innumerevoli interventi votati alla qualità urbana e architettonica. Sulla scia di questi interventi anche la città di Les Havre in Francia ha deciso di riqualificare il proprio porto. La struttura si trova localizzata alla foce della Senna, nella zona sud della città, circondata da due canali che la dividono dal centro cittadino. La zona interessata è quella dei magazzini, “Docks”, i più vecchi di Francia e caratterizzati da lunghe file di container che ogni giorno transitano o rimangono in stoccaggio. Proprio per questa vocazione industriale, l’impianto viario e urbano in generale è formato da assi ortogonali fra loro. Per l’intervento di riqualificazione la municipalità di Les Havre ha deciso di indire una consultazione, interpellando tre dei maggiori studi d’architettura mondiale; l’olandese MVRDV, quello americano di Daniel Libeskind e quello del francese di Jean Nouvel. La consultazione prevedeva lo sviluppo di un masterplan diviso in tre zone. La prima è un’area destinata allo 25 sviluppo di funzioni urbane miste abitazioni, terziario e terziario superiore; la seconda area prevedeva funzioni di alto valore economico e la terza un’area destinata ad un prossimo sviluppo entro il 2020. È lo studio di casa dell’architetto Nouvel che ha raggiunto, secondo la giuria, il miglior equilibrio. La proposta doveva prevedere oltre alla parte urbanistica anche un focus sulla seconda area, nella quale è evidente la forte influenza urbana dettata dal bando, dalla morfologia della città e dalle preesistenze dell’area. Un progetto straordinario nella produzione architettonica di Nouvel, tanto che è molto faticoso inquadrarlo all’interno della ricerca formale da lui sviluppata degli ultimi anni. I “Bains des Docks” sono l’unica parte fino ad ora completata, prima della completa realizzazione che si prevede nel 2011. Si tratta di un centro termale dalla superficie complessiva di oltre 5000 mq, con spazi ludici per bambini, piscine olimpioniche per nuoto e tuffi, e spazi per terapie balneari. L’interessante mix funzionale dedicato alle attività acquatiche cade in secondo piano di fronte alla straordinaria composizione architettonica. Chiunque entri si accorgerà immediatamente di non trovarsi all’interno di un edificio qualsiasi, ma di stare in uno spazio che cerca il dialogo con il cielo, la luce e le forme urbane. Il bianco degli ambienti trova nell’acqua e nelle nuvole, che corrono sopra le piscine, la propria conclusione, segnando limiti non stabili ma fluidi e dinamici nello spazio. La luce contribuisce in modo deciso a quest’atmosfera, contrapponendo ai suoni dilatati e ovattati tracce puntuali e frammentate che scolpiscono le masse murarie come nelle terme romane. Le forme però sono dell’Urbis, un’architettura che già dall’esterno denuncia un’impostazione formale razionale. L’edificio si presenta come una scatola dagli angoli retti, collocata all’incrocio tra due assi viari e con pochi fori che permettono agli ospiti della struttura di osservare il paesaggio esterno. L’architettura degli spazi interni invece è assolutamente imprevedibile, con un susseguirsi di scorci tipico delle città storiche, che potrebbe far tornare alla mente gli spazi pubblici della cittadina toscana di Bagnovignoni, nella quale l’acqua è lo spazio pubblico. Passare da uno specchio d’acqua all’altro è come muoversi tra i vicoli della città con le sue superfetazioni, squarci che consentono di vedere oltre alla stanza in cui ci si trova ed un continuo rapporto con la luce che sembra penetrare dai tetti per arrivare fino a terra. È un’architettura assolutamente inusuale per l’architetto che proprio quest’anno ha vinto il premio Pritzker. Il ritorno al dialogo tra il contemporaneo e la storia forse è sintomo di un nuovo modo di pensare l’architettura, che non ricerca più l’oggetto simbolico ma spazi composti di semplici elementi molto raffinati, in grado di dare una qualità agli spazi. Video http://www.lemoniteur.fr/video/video. asp?r=1&v=144 http://dailymotion.alice.it/video/x675nm_ reportage-fr3-des-bains-des-docks-a_creation Immagini tratte da: http://www.flickr.com/ http://www.thecoolhunter.net/design http://www.vert-marine.com/le-havre/ 26 27 Acqua Digitale Digital Water Pavilion, Expo 2008 Saragozza carlorattiassociati + MIT di Mirco Vacchi “Negli anni Novanta la tecnologia digitale ci ha fatto sognare mondi virtuali allora distanti. Il sogno dell’architettura digitale era creare edifici veramente riconfigurabili e dinamici; ma i materiali da costruzione in nostro possesso, l’uso del mattone e del cemento, rendevano impossibile il cambiamento. Oggi abbiamo fatto grandi passi avanti. L’acqua digitale è davvero un materiale dinamico e fluido, che può apparire e sparire. Il futuro dell’architettura può davvero essere negli ambienti trasformati in maniera digitale, dove bit e atomi si fondono alla perfezione”. Carlo Ratti Le esposizioni internazionali sono da sempre un’ottima occasione per promuovere progetti architettonici innovativi. Basti pensare al Crystal Palace di Londra (1851) o al Padiglione di Mies van der Rohe a Barcellona (1929), veri e propri “manifesti” architettonici. Il Digital Water Pavilion, Padiglione della Città di Saragozza all’Expo 2008, è stato ideato per diventare il simbolo 28 dell’architettura digitale e interattiva. Collocato nel nodo di connessione tra il recinto dell’Expo e l’area che ospiterà l’avanguardistico progetto di riqualificazione urbana high-tech “Milla Digital”, l’edificio unisce il tema dell’acqua (filo conduttore dell’intera Esposizione) a quello della tecnologia digitale, comunicando un senso di continuità con il futuro dei grandi progetti di trasformazione della città. Carlo Ratti, architetto ed ingegnere, capo del SENSEable City Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston spiega così il funzionamento di questa innovativa struttura, dove il nuovo materiale da costruzione, l’acqua digitale, viene applicato per la prima volta al mondo all’architettura come elemento urbano: “Per capire il concetto di “acqua digitale” immaginate una stampante a getto d’inchiostro di grandi dimensioni, in grado di controllare le gocce d’acqua che scendono a cascata. L’effetto è proprio quello di una cascata d’acqua che si interrompe in alcuni punti specifici, creando una sorta di schermo nel quale i pixel che disegnano le immagini non sono luminosi, ma fatti di aria e acqua. L’intera superficie diventa quindi un display digitale che scorre continuamente verso il basso”. Il sistema, costituito da un muro d’acqua lungo 120 metri controllato digitalmente da quasi 3.000 valvole elettromagnetiche, è in grado di far scorrere sulle pareti d’acqua testi, pattern e immagini, rendendo così l’edificio un’architettura dinamica e multimediale a tutti gli effetti, capace di coinvolgere, stupire ed emozionare gli spettatori. È l’aspetto sensoriale che prevale, al di là dell’aspetto visivo. Il linguaggio architettonico è volutamente ridotto all’essenziale: un semplice parallelepipedo di 330 mq, con due volumi in vetro (un ufficio del turismo e un centro informazioni) che emergono verso l’alto. Il tetto, anch’esso ricoperto da un sottile strato d’acqua per meglio integrarsi con il paesaggio del Paseo dell’Agua, è sostenuto da dodici pistoni idraulici che permettono alla struttura di alzarsi ed abbassarsi a seconda delle diverse esigenze, ora atmosferiche, ora puramente dimostrative e d’effetto. Ciò permette allo spazio interno di contrarsi, espandersi e riconfigurarsi in base alle necessità. Il progetto per il Digital Water Pavilion, celebrato dalla rivista Time come “migliore invenzione dell’anno 2007”, è stato selezionato alla Bienal Internacional de Arte Contemporáneo de Sevilla 2008 e ha partecipato alla mostra Rizoma – Biennale Giovani Architetti 2008. Al termine della manifestazione la macchina teatral-promozionale si trasformerà in stazione di sosta per la linea dell’alta velocità, lungo il Paseo del Agua, in quella parte di città “oltre il fiume” che, grazie alle trasformazioni indotte dall’Expo 2008, si trasformerà in nuova importante centralità urbana. Siti internet http://www.dwp.qaop.net/ http://www.expozaragoza2008.es/ http://www.carloratti.com/ http://web.mit.edu/ Video http://it.youtube.com/watch?v=mtMzbeMA58I http://it.youtube.com/watch?v=Q-PZB2gf0os http://it.youtube.com/watch?v=YstTDPMf9Q8 http://it.youtube.com/watch?v=xuq63jLyu20 http://it.youtube.com/watch?v=W7GIyd2589w http://it.youtube.com/watch?v=-3hDFpRNutA http://it.youtube.com/watch?v=m2IXq32jxUI Immagini tratte da: www.inhabitat.com http://krishnagupta.blogspot.com http://hermannby.blogspot.com http://www.dwp.qaop.net/ 29 Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) 30 Foto di Guy Hoffman Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) 31 Foto di Guy Hoffman Foto di Guy Hoffman Foto di carlorattiassociati (www.carloratti.com) Foto di Guy Hoffman 32 Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com) Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com) Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com) Foto di Max Tomasinelli (www.maxtomasinelli.com) 33 ITHAA – The Hilton Maldives undersea restaurant Rangali Island, Maldive - M.J. Murphy LTD Design Studio di Federica Maietti Il primo ristorante del mondo costruito sotto il mare è stato ideato dalla Hilton Maldives Resort & Spa. Ithaa (che si pronuncia “eet-ha” e significa perla nella lingua Dhivehi delle Maldive), è il nome del ristorante collocato cinque metri sotto l’Oceano Indiano, circondato dalla barriera corallina e racchiuso da materiale acrilico trasparente al fine di offrire ai clienti una veduta sottomarina a 270 gradi. L’innovativo ristorante è il primo di questo tipo mai costruito al mondo e appartiene a un più ampio progetto di edificazione dell’isola di Rangalifinolhu che comprende 79 lussuose ville sulla spiaggia, lo Spa Village e il ristorante. Nel febbraio 2004 lo studio di Design e Progettazione M.J. Murphy LTD venne contattato per la progettazione e la supervisione alla costruzione del rivoluzionario ristorante sottomarino lungo la barriera corallina dell’isola Rangali. Venne proposto l’utilizzo di un ampio arco in materiale acrilico sulla base del fortunato impiego di una struttura simile per il National Science Centre Aquarium in Kuala Lumpur. La fase di progettazione del ristorante è cominciata nel marzo 2004 e inizialmente l’idea di base partiva dall’assunto che la struttura di Ithaa dovesse essere completamente costruita sulla spiaggia dell’isola, trasportata nell’acqua tramite binari, fatta galleggiare fino a un punto oltre l’area della spiaggia e fatta affondare sott’acqua utilizzando sacchi di sabbia. Questa ipotesi ha comportato la formulazione di numerosi calcoli per cercare i centri di gravità della struttura, i centri di galleggiamento, la stabilità nell’acqua, l’ottimizzazione delle dimensioni, della forma, del volume e della distribuzione del peso così come della semplicità di utilizzo e dell’estetica migliore. Il problema maggiore era causato dalle scale, a causa delle complesse forze di sbilanciamento che avrebbero provocato. L’idea era di posizionare Ithaa in corrispondenza della principale barriera corallina dell’isola, in modo da essere protetta dalle forti correnti dell’Oceano Indiano. Ma il progetto doveva ancora contemplare tutte le possibili combinazioni di carico indotte dall’alta e dalla bassa marea, dall’azione delle onde, dalle diverse pressioni in fase di immersione della struttura e anche dal futuro accrescimento del livello del mare a causa del riscaldamento globale. Quando la fase di costruzione cominciò fu chiaro che sarebbe stato molto più semplice, e con un migliore controllo della qualità, costruire Ithaa completamente a Singapore. Da giugno a ottobre 2004 la struttura in acciaio è stata costruita e dipinta; sono state aggiunte le strutture di zavorra in cemento, l’arco in acrilico dell’ampiezza di 5 metri installato e sigillato ermeticamente con silicone e aggiunti i condotti per l’aria condizionata e i cavi elettrici. Nello stesso tempo, nell’isola di Rangali, quattro grandi pali di fondazione in acciaio sono stati piantati sul suolo marino al fine di realizzare la resistente base su cui collocare la struttura una volta immersa. Il 1 novembre 2004 Ithaa, del peso di 175 tonnellate, è stata imbarcata da Singapore per giungere dopo 16 giorni alle Maldive ed essere immersa il 16 novembre, richiamando per l’occasione una vasta folla di spettatori. Per la fase di immersione, sacchi di sabbia per un peso di 85 tonnellate sono stati collocati all’interno del vano del ristorante per consentire il posizionamento della struttura sui pali di fondazione. Completata la struttura, rimanevano da collocare le scale, la “capsula” di ingresso, da completare l’architettura dell’interno e installare l’aria condizionata. Nell’aprile 2005 il ristorante Ithaa ha aperto i battenti e cominciato la propria attività, enfatizzando l’evento del primo, e unico al mondo, ristorante sotto il mare. Sito ufficiale del M.J. Murphy LTD Studio http://www.mjmurphy.co.nz/ 34 Video http://it.youtube.com/watch?v=66xHjjBxJfQ http://it.youtube.com/watch?v=p0FX4xAqVHw&fe ature=related http://it.youtube.com/watch?v=zRXImYSisXc&fe ature=related http://it.youtube.com/watch?v=IKQC0ALii7o&fea ture=related Immagini tratte da: http://www.mjmurphy.co.nz/Projects/ UnderwaterRestaurants/tabid/300/Default.aspx http://digital-tech-guide.blogspot.com/2007/09/underwater-restaurant.html http://damncoolpics.blogspot.com/2007/07/ underwater-restaurant-at-hilton.html http://maldiveslive.blogspot.com/2007_04_01_archive. html 35 36 Microcostas Vinaròs, Spagna - Vicente Guallart Architects di Mirco Vacchi “Cuál es la dimensión para que un accidente geográfico deba poseer un nombre?” Vicente Guallart Vinaròs è un piccolo borgo situato lungo la costa mediterranea della Spagna, vicino al delta del fiume Ebro, a metà strada tra Barcellona e Valencia. Il suo litorale, composto da conglomerati rocciosi facilmente disgregabili, presenta una lunga successione di insenature e sporgenze “in perenne trasformazione”: l’incessante azione del mare impone continue revisioni del profilo e dell’estensione superficiale dell’area costiera, la cui accessibilità è stata a lungo ostacolata dai frequenti fenomeni di instabilità (frane, erosioni, smottamenti del terreno). Per migliorare la fruibilità della spiaggia e valorizzarne il potenziale naturalistico e ambientale inespresso, l’architetto Vicente Guallart ha sviluppato il progetto “Microcostas”: piattaforme pubbliche di forma esagonale, capaci di adattarsi al terreno su cui vengono appoggiate e di assecondare le esigenze di turisti e cittadini che si fermano per godersi il mare, leggere o prendere il sole. Il disegno geometrico-costruttivo prevede la combinazione di due soli elementi, uno fisso orizzontale, l’altro ad “assetto variabile”, inclinabile in maniera più o meno accentuata a seconda delle caratteristiche del suolo e della percezione fisica e visiva tra costa e mare. Il lato dell’esagono di base presenta una lunghezza commisurata alle dimensioni del corpo umano. “L’intervento è esemplificativo di come la scala “percettiva” possa essere la chiave per individuare la logica con cui operare. – spiega il progettista – Ad una scala urbanistica e ambientale intermedia, si tratta di un luogo di scarso interesse, a causa della vicinanza tra ambiente costiero e territorio urbanizzato. A prima vista le cale e le punte sembrano molto lontane da quella idea di purezza ideale che potrebbe qualificare questo luogo come “naturale”. Ma alla piccola scala si scopre che quella sequenza di cale e punte, microinsenature, specchi d’acqua, rocce erose dal mare e modellate dalle onde, rivela un’eccezionale bellezza. Il nostro progetto ha lo scopo di stabilire un meccanismo per consentire di misurare la costa. Le nostre analisi hanno permesso una mappatura di micro-luoghi di grande identità, tali da meritare un nome, rompendo la logica secondo la quale un “evento” territoriale è bello e “nominabile” solo se è grande”. Le nuove superfici dinamiche valorizzano la geografia del territorio senza intaccarne la struttura originaria. Le piattaforme di Vinaròs hanno ottenuto un riscontro popolare immediato. Persone singole, coppie, famiglie e gruppi se ne sono rapidamente appropriati, utilizzandole nei modi più svariati e generando interessanti fenomeni di socializzazione dello spazio. Siti internet http://www.guallart.com/ http://www.guallartblog.com/blog/ 37 Video http://it.youtube.com/watch?v=1Uv3Phx-jbM Immagini tratte da: http://www.geologics.net http://www.guallart.com http://lst40708.wordpress.com http://arkitectos.blogspot.com http://www.mediterraneocostanorte.com 38 39 40 YPENBURG – Due progetti a confronto di Roberto Malvezzi Sopra il vecchio campo dell’aviazione militare, poco a sud dell’Aia, dal 2002 sorge il nuovo quartiere di Ypenburg, abitato da più di trentamila persone. Cinque grandi settori lo compongono, l’ultimo dei quali ad essere completato è il WaterWijk, il quartiere sull’acqua. Un grande anello navigabile lo circonda lungo tutto il perimetro, rispetto al quale la strada principale rimane esterna: per accedere al quartiere si deve quindi passare sopra alcuni ponti a sezione mista, asfaltata per le auto, in doghe di legno per cicli e pedoni, con sedute laterali anch’esse in legno, che danno a questi passaggi l’aria di luoghi. L’acqua procede oltre a questa cintura, si addentra nel quartiere suddividendolo in comparti, la cui progettazione è stata affidata a diversi studi di architettura; l’impianto generale fornisce una prima chiave per leggere gli interventi al suo interno. L’acqua è certo un elemento caratteristico del paesaggio olandese, ben radicato nella cultura dell’abitare, dove però rifugge le vaste estensioni e tende ad assumere la veste consueta del canale irriguo, della via d’acqua: elementi lineari, che come nelle campagne dei polder, anche nel quartiere divengono il principio ordinatore dell’organizzazione spaziale e funzionale, come matite e righelli sul tavolo del progettista. Abitare sull’acqua diviene un gioco di intuizioni fugaci, di ostacoli; di scorci, che talora si aprono dal balcone che sovrasta una sponda, da un ponticello che attraversa il canneto. Questa presenza silenziosa e a volte inerte prende vita di colpo quando una barchetta che procede lenta ci ricorda che lo scorcio o il passaggio sono 41 parte di un più ampio sistema di connessione, lungo il quale, con pazienza, si possono ancora raggiungere destinazioni davvero lontane; lasciando i moletti che affollano le fondamenta delle case o l’ombra delle sponde, ci si affaccia su di un’altra prospettiva, in cui tra gli argini offuscati dalle siepi incolte traspaiono a folate le opere degli architetti, piccoli mondi autonomi capaci di intessere tra di loro un sottile gioco di contrappunti e rimandi. Si possono osservare diverse strategie progettuali nel relazionarsi con la presenza dell’acqua, che se sulla piccola scala definiscono il tema del singolo intervento architettonico, a livello urbanistico contribuiscono ad arricchire di nuove potenzialità i piani che sovrintendono alla qualità globale del quartiere. Nel settore governato dal masterplan di MVRDV si fronteggiano due progetti con differenti approcci; il primo è un noto progetto degli stessi MVRDV, che insiste su un comparto circondato da canali su quattro lati; ne nasce una piccola isola, di forma all’incirca quadrata, cui viene garantito l’accesso tramite una strada che l’attraversa tangente a uno dei lati. Lo spazio contenuto diviene il pretesto per un esperimento architettonico: racchiuso tra le sponde infoltite dal canneto sorge un piccolo paesino, che coi suoi tetti aguzzi e i molteplici colori rivendica la propria identità lungo i margini del WaterWijk; la vegetazione dei bordi nasconde bene l’anello stradale e gli spazi di parcheggio, disposti verso l’esterno, mentre il cuore dell’isola è formato da un tappeto cui è consentito solo l’accesso pedonale. La sua tessitura di base è fatta di sentieri di attraversamento paralleli alla strada d’accesso, collegati tra loro da segmenti trasversali; lungo le fasce ritagliate dai sentieri sono posizionati edifici di lunghezza differente, alternati ad ampi giardini; le sequenze vuotopieno sono disegnate in maniera sfalsata sulle diverse fasce, in modo da aprire profondi scorci laterali sopra le siepi di edera e rosa canina che affiancano i viottoli. La definizione architettonica degli edifici è affidata a sei sistemi di chiusura esterna, cui corrispondono altrettante scelte cromatiche: il rosso pallido delle tegole in ceramica, la tinta naturale delle scandole in legno, l’argento luccicante delle lamiere metalliche, il grigio scuro delle onduline e infine, il blu e il verde dei prefabbricati in calcestruzzo. Queste pedine sono disposte con ordine attento, nel quale prevalgono i toni più consueti, affidati agli edifici di maggiori dimensione, mentre più piccole e rade sono le case blu e verdi, che appaiono come sorprese nel panorama complessivo dell’insediamento; due caselle nelle fasce centrali sono lasciate libere, a formare piazzole per il gioco o l’aggregazione. Lungo le viuzze si addensa un ambiente raccolto, informale, vagamente giocoso, che richiama da vicino certe atmosfere dei villaggi della campagna olandese; accanto a un buon livello di privacy, emerge il bisogno di formare una comunità, tanto più forte in quartieri sorti su una terra senza passato. L’ampio respiro dei giardini e l’attenta distribuzione del costruito donano al villaggio un senso di tranquillo equilibrio, come se il limite creato tutt’intorno dalle acque venisse introiettato sotto la forma di un’armoniosa autosufficienza spaziale; e si avverte la sensazione di attraversare un limite, o di superare un confine, quando si sale o scende dal tappeto, come il senso di un entrare, o uscire da qualcosa. Allora la strada perimetrale, coi suoi parcheggi alberati e le panchine affiancate agli alti canneti dei margini, diviene quasi una camera di compensazione, un polmone, uno stadio intermedio tra il mondo interno e quello al di fuori dell’isola. Tra questi elementi si instaura un raffinato rapporto: la maglia del tappeto non è neutrale, non è del tutto autosufficiente: le lunghe viuzze strette nel verde si prolungano senza interruzione fino all’anello stradale, fornendo all’insediamento un chiaro orientamento, che coincide con la via d’accesso e d’uscita dall’isola. La griglia dei percorsi funge così da condensatore dei movimenti, e li spinge prima ad inoltrarsi nel tappeto, e infine a spingersi oltre, verso il mondo di fuori, ad attraversare il limite; il quartiere del Monopoli, come lo chiamano scherzosamente gli abitanti, è davvero un villaggio-isola, ma sembra anche consapevole di inserirsi in un contesto più 42 ampio, proprio come le acque in cui si specchia. Di altro tono è il secondo intervento nel masterplan MVRDV, un quartiere di edilizia sovvenzionata curato dallo studio Bosch di Amsterdam; qui l’isola originaria è stata scavata da due canali paralleli che disegnano tre grandi penisole allungate, le quali emergono dalle acque come una massa di mattoni scuri composta da edifici a corte alternati a piazzali per il parcheggio. Il bordo dell’edificato è trattato in maniera netta: le acque hanno messo a nudo la base delle penisole, e quasi per contrasto, dalle loro mura si protendono dei balconi sospesi sull’acqua; posti al piano terreno, questi balconi costituiscono gli unici spazi aperti propriamente privati delle abitazioni, e formano un’estensione, una proiezione verso l’esterno delle aree di soggiorno. In ogni penisola, una strada collega gli edifici residenziali tramite passaggi che formano un’infilata prospettica lungo tutta la sua lunghezza, e consentono di cogliere la diversa caratterizzazione dei materiali riservata alle corti interne e agli spazi esterni; le pavimentazioni dei piazzali e le falde dei tetti sono realizzate nello stesso cromatismo delle murature, la cui tessitura è richiamata persino nella trama metallica dei parapetti dei balconi aggettanti. Nelle corti invece, le facciate sono rivestite da pannelli verde chiaro, su cui sono disegnate con cavi d’acciaio le linee di crescita di una pelle di edera: essa dovrebbe screziare le semplici facciate con fasci irregolari di verde-scuri. A tal fine, i serramenti sporgono dal filo murario, in modo da potersi affacciare oltre il manto dell’edera coi loro profili bianchegganti. Il nastro d’asfalto attraversa le corti ritagliando due aree laterali lasciate a prato, che formano spazi semiprivati per le case che vi si affacciano; sull’ultima delle corti, la strada si interrompe, lasciando all’interno un intero prato verde. Le case sulla parete sud delle corti presentano un’altezza inferiore, in modo da consentire alla luce di entrare copiosa in ogni stagione dell’anno, e poi riflettersi sulla facciata opposta. Queste corti formano dei nuclei protetti, dei giardini artificiali in cui si svolge la vera vita del quartiere: l’intero intervento si caratterizza così per una successione di spazi dotati di diversa identità, il cui concatenarsi produce intense variazioni percettive. Rispetto a questi luoghi forti, le abitazioni assumono una posizione quasi di soglia, essendo insieme gli elementi che, separandoli, li determinano, e gli spazi nei quali le due identità si compenetrano e mischiano; questo carattere promiscuo è esaltato dalla mancanza di parentesi, per cui il giardino di casa diviene un prato comune su cui è possibile correre e giocare insieme, e il canale d’acqua una piazza, su cui s’affollano come tavolini sulla terrazza di un bar, i balconi delle case. Questi due interventi, così diversi, sono adiacenti uno all’altro, si direbbe pensati l’uno per l’altro: l’orientamento dei due canali è infatti il medesimo del tappeto di case, e sembra prolungarne lo slancio verso il mondo adiacente, aprendo con le sue valli aperte lo sguardo verso nord, dove sorge il cuore di Ypenburg, e oltre, la città dell’Aia; viceversa, il villaggio-isola chiude con la sua sagoma impenetrabile la fuga delle prospettive verso sud, dove si desidera una protezione discreta per gli spazi d’acqua e d’erba, e dove, sul limitare della città, si cerca un margine chiaro e definito rispetto a ciò che si estende oltre. Foto di Roberto Malvezzi 43 44 45 46 ASSOBAGNO Assobagno, una delle nove associazioni aderenti a Federlegno-Arredo all’interno del sistema Confindustria, associa ad oggi quasi 140 aziende del settore arredo bagno per un fatturato complessivo che si aggira oltre ai 1.000 milioni di Euro, con una rappresentatività sul mercato italiano pari a circa il 50% del fatturato dell’intero settore. Le imprese associate, pur annoverando differenti tipologie di produzione - dai mobili e accessori da bagno alle vasche idromassaggio, dalla rubinetteria ai sanitari piuttosto che ai termoarredo - sono caratterizzate da un preciso denominatore comune: la ricerca di una forte valenza estetica. Gianluca Marvelli, amministratore delegato Koh-inoor è il nuovo presidente di Assobagno in carica da luglio 2008 per il prossimo triennio. Coinvolgere quante più aziende possibili e renderle partecipi della vita associativa per costruire insieme la cultura dell’arredobagno per una specifica identità come settore e costituire una finestra sul mercato, nazionale e internazionale: questo uno dei progetti fondamentali di Assobagno al fine di avere un ruolo riconosciuto, mirato a produrre benefici per il settore. Per portare avanti questa mission, sono stati ridefiniti alcuni ambiti delle attività dell’associazione e create delle nuove commissioni presidiate da membri del Consiglio Direttivo, formato da imprenditori e da manager delle aziende associate, che con la loro personale disponibilità hanno contribuito, insieme con lo staff interno e i collaboratori esterni, a portare a termine i molteplici progetti. Le linee strategiche del programma di base prevedono: Promuovere la partecipazione alla vita associativa, attraverso un’ azione di comunicazione che renda più visibile l’attività dell’associazione e nel contempo aiuti a conoscere le aspettative degli associati. Rinnovare le energie dell’Associazione, valorizzando la partecipazione vitale dei giovani, che sono il futuro delle aziende, all’attività dell’associazione. Accrescere l’associazione, con una forte azione di promozione e comunicazione, sottolineando che le imprese aderenti ad Assobagno hanno la possibilità di usufruire di tutti i benefici dello stare in una Federazione che “conta” nel dibattito politico e allo stesso tempo avvalersi dei vantaggi derivanti dal confronto con una realtà settoriale omogenea. Consolidare la visione integrata con l’arredo, operando affinché il comparto dell’arredobagno si affermi sempre più come parte integrante dell’Arredamento Made in Italy e come tale partecipare alle iniziative di visibilità del settore. Promuovere la vivacità propositiva dando continuità alle esperienze positive della precedente presidenza valorizzando la specificità e l’autonomia operativa dell’associazione, caratteristica fondamentale e imprescindibile, che ha portato nel tempo ad una spiccata vivacità e ad una molteplicità di iniziative, proposte e azioni. Ottimizzare lo sforzo organizzativo, integrando le competenze tra le strutture operative di Federlegno-Arredo e Assobagno. Sostenere lo sviluppo di iniziative specifiche, dando continuità a progetti che hanno dimostrato la propria validità come “Installiamo il bagno a regola d’arte” e lo “stand multimediale”. Supportare il processo d’internazionalizzazione delle imprese, incoraggiando la propensione all’export del settore nei mercati maturi e avviare la presenza nei mercati emergenti. Internazionalizzare l’Associazione, estendendo una rete di relazioni internazionali con le Associazioni analoghe – europee ed extraeuropee – per dibattere i temi comuni e ipotizzare di arrivare alla realizzazione di una Associazione Europea del Bagno. Per informazioni: Daniela Tomaselli Relazioni Esterne Cell.335 5856174 e-mail: [email protected] 47 Anteprima SE T T O RI E S P O S I T I V I a cura di Maria Elisa Pace Piastrelle di ceramica Bicottura - Clinker - Cotto - Gres porcellanato - Gres rosso - Monocottura chiara - Monocottura rossa - Mosaico Battiscopa, listelli, tozzetti, altri pezzi speciali - Frangisole e grigliati in ceramica - Pezzi speciali per piscine - Tegole ceramicate Pareti ventilate - Pavimenti sopraelevati 30 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE 2008 Apparecchiature igienico-sanitarie Apparecchi igienico-sanitari - Cabine doccia - Vasche da bagno e idromassaggio Rubinetteria sanitaria - Termoarredo - Saune Arredamenti per ambiente bagno Complementi ed oggettistica per il bagno - Mobili per bagno - Specchi e specchiere Tende, tappeti e coordinati in genere - Lavelli - Top di marmo, pietre naturali e composite Arredoceramica e Caminetti UnCaminetti convegnoper perinterni sottolineare l’essenza del- nuovo design - Stufe in ceramica Cucine italiano in piastrellate relazione alla piastrella di ceramica made in Italy, Ingresso MICHELINO Ingresso NORD 15 18 14 29 20 22 36 30 16 21 44 della Presidente ADI (Associazione Design Italiano) Luisa 19 Bocchietto, ai quali fanno seguito gli interventi di Aldo Ingresso 22/A Beppe Colonetti, coordinatore dell’iniziativa, e dell’architetto quale elemento in grado di stimolare la creatività dei giovani CALZONI Materie prime, attrezzature prodottila notevole forza Finessi, docente di Progettazione al Politecnico di Milano, progettisti che sempre più ne per utilizzano ceramici storico e teorico del design. Salgono successivamente42 sul espressiva per ottenere soluzioni dal grande impatto visivo. Supporto (biscotto) Coloranti, smalti palco i protagonisti assoluti del convegno, giovani architetti e “Beautiful Minds. Il Design a Cersaie” è il titolo e fondenti - Prodotti per serigrafia, designer che attraverso la presentazione delle proprie opere dell’appuntamento in programma all’interno di Cersaie 2008 decalcomanie esprimeranno la propria poetica progettuale e il carattere giovedì 2 ottobre alle ore 11.00 presso la Sala Italia del Palazzo distintivo delle esperienze realizzate con il prodotto ceramico: dei Congressi, a sottolineare il forte legame Attrezzature e materiali per la posa e Lorenzo Damiani, Odoardo Fioravanti, Diego Grandi, Giulio esistente tra prodotto ceramico e universo dell’architettura. l’esposizione di prodotti ceramici Ingresso su alcune tematiche Iacchetti, Paolo Ulian. “Sollecitati” Ospiti di eccellenza sono- Adesivi, i nuovi prescrittori, professionisti che Macchine ed attrezzi COSTITUZIONE specifiche dall’arch. Finessi, i progettisti non mancheranno poi rappresentano un modo innovativo di progettare e disegnare gli impermeabilizzanti e sigillanti - Prodotti per di soffermarsi sulle prospettive dell’architettura e del design oggetti, gli spazi abitati. finitureleearchitetture, per il trattamento delle superfici espositori, espositoridesigner ed architetti “in erba” italiano in relazione alla ceramica italiana, uno dei È laMobili “generazione Erasmus”, per campionari, arredi sale mostra curiosità e senza materiali tipici della tradizione del Made in Italy. che con grande vocazioneper internazionale, L’obiettivo è quello di stimolare un dialogo costruttivo ma al pregiudizio, sono aperti ad ascoltare ed interpretare le nuove Editoria gli tecnica tempo stesso divertente, che abbia in sé anche un pizzico di tendenze, stili, i materiali passati e futuri. Coloro che, con ‘provocazione culturale’. un occhio rivolto alle tradizioni locali e senza perdere di vista Spedizionieri “Beautiful Minds. Il Design a Cersaie” è un evento centrale la propria identità, non mancano di guardare alle tendenze dei all’interno della qualificata agenda culturale di Cersaie, la mercati internazionali sensibili agli aspetti del marketing e della più importante manifestazione fieristica del settore dove comunicazione. innovazione, tecnologie, materiali e cultura progettuale L’incontro con i giovani progettisti si apre con i saluti del confluiscono in un mix sinergico, ponendosi come elementi Presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani e 45 26 25sviluppo di questa fondamentale area della centrali dello produzione italiana. 48 Così la città di Bologna, che da sempre ospita il Salone 35 Internazionale32 della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, si candida per diventare ogni anno di più 31 luogo di confronto e di proposte, dove nuovi talenti e ricerche 34 49 espressive si interrogano sul 33 Made in Italy con particolare riferimento al comparto ceramico. L’evento è stato ideato da Confindustria Ceramica, organizzato da Edi.Cer. Spa e patrocinato dall’Associazione Design Italiano. Informazioni www.cersaie.it Ingresso ALDO MORO S ETTO R I ES PO S I TI VI Piastrelle di ceramica Bicottura - Clinker - Cotto - Gres porcellanato - Gres rosso - Monocottura chiara - Monocottura rossa - Mosaico Battiscopa, listelli, tozzetti, altri pezzi speciali - Frangisole e grigliati in ceramica - Pezzi speciali per piscine - Tegole ceramicate Pareti ventilate - Pavimenti sopraelevati i 30 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE 2008 15 i 18 29 Ingresso CALZONI 19 22 21 45 44 26 22/A 25 48 42 31 49 Ingresso COSTITUZIONE Arredoceramica e Caminetti Caminetti per interni - Stufe in ceramica Cucine piastrellate 36 30 16 14 20 Arredamenti per ambiente bagno Complementi ed oggettistica per il bagno - Mobili per bagno - Specchi e specchiere Tende, tappeti e coordinati in genere - Lavelli - Top di marmo, pietre naturali e composite Ingresso MICHELINO Ingresso NORD - 35 32 34 Apparecchiature igienico-sanitarie Apparecchi igienico-sanitari - Cabine doccia - Vasche da bagno e idromassaggio Rubinetteria sanitaria - Termoarredo - Saune Materie prime, attrezzature per prodotti ceramici Supporto (biscotto) - Coloranti, smalti e fondenti - Prodotti per serigrafia, decalcomanie Attrezzature e materiali per la posa e l’esposizione di prodotti ceramici Macchine ed attrezzi - Adesivi, impermeabilizzanti e sigillanti - Prodotti per finiture e per il trattamento delle superfici Mobili espositori, espositori per campionari, arredi per sale mostra 33 Ingresso ALDO MORO Editoria tecnica Spedizionieri Idral Via Isei 8/10 28010 Gargallo (NO) Tel 0322 912017 Fax 0322 920042 [email protected] www.idral.it La nuova bocca elettronica 02502 con miscelazione dallo stile minimalista completa la ormai vasta gamma di articoli della famiglia IdralSYNT. Pad. 31 Stand B12 Miscelatore per lavabo elettronico a batteria 6 volts art. 02510 IDRAL S.P.A., azienda specializzata da 40 anni nella produzione di rubinetteria destinata alle comunità ed ai locali pubblici, interpreta con i propri rubinetti le esigenze di tecnologie a basso consumo di acqua garantendo nel contempo il rispetto dei requisiti di igiene e di idoneità ai disabili necessari per l’impiego nei servizi delle collettività. Attenta alle esigenze del mercato e alle necessità dei propri clienti, IDRAL propone una serie di linee di prodotti pensate per le diverse esigenze funzionali e le varie destinazioni d’uso. La famiglia IdralSYNT - SYstems No Touch – la nuova linea della IDRAL di rubinetteria elettronica, rappresenta l’ideale connubio tra design e tecnologia al servizio dell’igiene e del risparmio di acqua. Il funzionamento dei rubinetti IdralSYNT è regolato da fotocellula: questa permette l’erogazione e la chiusura del flusso d’acqua senza toccare il rubinetto, rispettando tutte le più restrittive norme igieniche. Inoltre il funzionamento a fotocellula garantisce un consumo razionale dell’acqua, evitando inutili sprechi. Dalle linee essenziali e pulite, i prodotti della famiglia IdralSYNT comprendono rubinetti e miscelatori per lavabo/lavello e per doccia, rubinetti per orinatoi esterni o ad incasso e pannelli doccia integrati. In particolare IdralSYNT include anche il recentemente brevettato WIRELESS, sistema di erogazione d’acqua con comando a distanza senza fili. Pannelli doccia elettronici con regolazione termostatica della temperatura e con soffioni antivandalo art. 02592. Il dispositivo di comando WIRELESS permette di azionare i dispositivi di erogazione d’acqua (bocche di erogazione, sciacquoni wc, soffioni doccia ecc.) da qualsiasi posizione senza l’ingombro di cavi, lasciando libera scelta all’utente per il suo posizionamento (terra, parete, piano lavoro, ecc.) e per la modalità di comando (mano, piede, gomito, ginocchio). La versatilità di questo sistema consente l’applicazione in numerosi settori non ultimo nel campo dei servizi destinati ai disabili. La famiglia di rubinetti e miscelatori a pulsante con arresto temporizzato della IDRAL offre vasta gamma di funzionalità e di estetica. Rubinetti e miscelatori con arresto temporizzato e comando a leva. IdralSAVE propone una linea di rubinetti con arresto temporizzato azionabili con leva multidirezionale. L’erogazione d’acqua è determinata dal tocco in una qualsiasi direzione della leva e l’arresto del flusso avviene automaticamente dopo ca. 15 secondi. In questa famiglia vengono anche proposti comandi a leva lunga per comando a ginocchio e miscelatori termostatici per lavabi e docce. IdralSAVE è la linea di rubinetteria a pulsate e a leva clinica con arresto temporizzato. I rubinetti a chiusura temporizzata sono la soluzione ideale negli ambienti pubblici e nei complessi sportivi, dove si vuole fornire all’utilizzatore massima igiene e praticità d’uso, garantendo contemporaneamente un efficace risparmio del consumo dell’acqua. I prodotti della famiglia IdralSAVE comprendono rubinetti e miscelatori per lavabo e per doccia, rubinetti per orinatoi esterni o ad incasso e pannelli doccia integrati. Una risposta affidabile all’esigenza di igiene negli ambienti pubblici viene offerta anche dalla famiglia idralFOEL di rubinetti a pedale e a leva clinica. IDRAL propone un ampio spettro di alternative in risposta alle più svariate richieste della clientela: dai rubinetti a pedali monoacqua ai miscelatori a doppio pedale fino a quelli progressivi monopedale. Basta un semplice gesto con il piede per aprire l’acqua, regolarne la temperatura e fermarne l’erogazione. Rubinetti e miscelatori a leva clinica facilitano l’azionamento del rubinetto, che può venire agevolmente manovrato anche con il gomito. La sicurezza antiscottatura viene garantita dalla gamma dei miscelatori progressivi e dei miscelatori termostatici. Nei primi ruotando la leva dalla posizione di chiusura inizia l’erogazione d’acqua da fredda a miscelata fino a calda. I miscelatori termostatici garantiscono la stabilità della temperatura impostata dell’acqua e sono dotati di blocco di sicurezza in corrispondenza alla temperatura di 38°C e di un sistema antiscottatura che blocca l’erogazione in caso di mancanza di acqua fredda. Queste caratteristiche di sicurezza e praticità si ritrovano in una delle ultime novità IDRAL: il miscelatore progressivo termostatico a leva clinica, che può essere dotato anche di specifico kit di sterilizzazione. IdralPRO è la linea di rubinetteria pensata specificatamente per le cucine industriali. Estetica moderna, praticità d’uso e versatilità di composizione sono al servizio dei sistemi di prelavaggio destinati alle cucine professionali. (FOTO 09426) Teuco e il Gruppo Guzzini Teuco Guzzini, designer di water experience Teuco Guzzini SpA fa parte della grande famiglia Guzzini ed è guidata dalla finanziaria Fimag, nata nel 1982 per fornire una guida comune alle diverse società del gruppo. Esse sono: • Fratelli Guzzini Spa; • iGuzzini illuminazione Srl; • Teuco Guzzini Spa. Teuco ha assimilato a pieno la filosofia del gruppo e, fin dalla sua fondazione, ha fatto dell’attenzione al mercato, dell’innovazione e del know-how i suoi valori. Riconosciuto come un brand di qualità, garantita anche dalla certificazione ISO 9001 conseguita nel 1998, i prodotti Teuco sono stilisticamente all’avanguardia e tecnologicamente avanzati. Dal punto di vista tecnologico ed estetico, in questi anni, l’azienda ha incrementato l’investimento in ricerca e sviluppo approdando a tecnologie sempre più userfriendly e a brevetti importanti come il Duralight®, l’esclusivo solid surface interamente prodotto e lavorato in Teuco, che permette una totale plasmabilità senza porre alcun limite al design e alla creatività. Diversi prodotti, stili e funzioni per ritagliarsi momenti di benessere personalizzati Teuco offre una scelta amplissima di prodotti e funzioni che permettono una personalizzazione senza confronti, andando incontro alle diverse esigenze e necessità di tutti gli acquirenti, assicurando un ottimo rapporto qualità-prezzo e una cura unica, dedicata ad ogni singolo dettaglio. Via VIRGILIO GUZZINI 62010 MONTELUPONE (MC) Tel 0733 2201 Fax 0733 220391 [email protected] www.teuco.it Pad. 33 Stand D14-E13 HYDROSPA SEASIDE 640: BENESSERE E DESIGN VERSIONE OUTDOOR L’innovativo progetto Teuco si arricchisce della versione hydrospa: nasce la prima minipiscina di design Seaside, il progetto Teuco che ha riscosso enorme successo, continua a stupire con la nuova proposta per l’outdoor. Alla vasca da incasso e a quella con sistema d’arredo si aggiunge oggi la versione Hydrospa Seaside 640, che amplia la gamma delle minipiscine portando il nuovo concetto di benessere proposto da Teuco anche all’esterno: in giardino o in un patio, in veranda o in un terrazzo. Hydrospa Seaside 640 estende alle minipiscine il valore di un design ricercato e funzioni studiate appositamente per regalare un’esperienza appagante sia in termini di prestazioni che a livello estetico, per un pubblico qualificato e attento che vive il benessere come un momento totalizzante, senza prescindere dalla bellezza del prodotto. Dotata di un faro subacqueo e di un’illuminazione perimetrale, Hydrospa Seaside 640 è la prima minipiscina ad essere fornita di Hydrosilence, il massaggio silenzioso che regala un’esperienza di rilassamento totale. Eliminati tutti i rumori artificiali, è possibile udire solo il suono dolce e naturale dell’acqua mossa dai jet, oppure ascoltare musica grazie al suono avvolgente degli esclusivi altoparlanti invisibili Acoustic Panel. Pensata per ospitare 4 o 5 persone, l’Hydrospa Seaside 640 ha un ingombro esterno di 258x225x78 cm e una profondità di 70 cm, dimensioni che la rendono facile da installare anche su verande e balconi, e un’ottima abitabilità interna (188x152x50 cm) che offre la possibilità di vivere con libertà e comodità l’intero spazio. Ancora una volta Teuco, azienda leader del mercato, sorprende con una proposta in grado di coniugare estetica ed efficienza in maniera armonica, dove potersi abbandonare al piacere rigenerante dell’acqua per rendere sempre più piacevole l’essere in forma. COLLEZIONE WILMOTTE PER TEUCO. IL BAGNO COORDINATO E DI DESIGN Armoniose sintesi di forma e funzione. SISTEMA BOX UNLIMITED – UN’OFFERTA INTEGRATA DI QUALITA’ Versatilità, personalizzazione e qualità in un’unica soluzione firmata Teuco. Teuco ha affidato all’estro dell’architetto, urbanista, designer francese Jean Michel Wilmotte la progettazione di un sistema completo per il bagno. Nasce la Wilmotte Collection: elementi essenziali e raffinati compongono il bagno firmato e dal gusto contemporaneo. Dopo aver collaborato con Teuco in occasione del Fuori Salone del Mobile 2008 proponendo una sua personale interpretazione del duralight®, Jean Michel Wilmotte si ispira per questo progetto al fluire dell’acqua nel suo scorrere naturale prima di sparire sotto le rocce. Segno distintivo della collezione è infatti una placca cromata, posta nell’incavo creato dal materiale all’interno di ogni elemento, ricordando le antiche tinozze in pietra e affermando la forte identità e riconoscibilità della collezione. Tutti gli elementi della collezione offrono più versioni dello stesso modello per consentire la massima libertà di scelta. Le vasche in acrilico, spaziose ed ergonomiche, sono proposte, oltre che senza idromassaggio, nelle 3 versioni Basic, corredate di comandi touch screen, oppure nelle versioni più lussuose, programmabili con il telecomando: versione Top con Hydrosilence, l’idromassaggio silenzioso, o versione Hydrosonic, che unisce all’idromassaggio silenzioso anche l’azione degli ultrasuoni. Flessibilità massima anche per i piatti doccia, sempre in acrilico e dotati di catino, che oltre alle varie dimensioni (90x90 cm, 100x80 cm, 120x80 cm, 140x80 cm) possono essere installati sia a filo pavimento che fuori per soddisfare ogni gusto estetico. Alle vasche e ai piatti già disponibili, si aggiungeranno presto i lavabi e nuove proposte per l’arredo totale del bagno. Non più, dunque, un singolo elemento per l’ambiente bagno, ma uno spazio coordinato, firmato ed inconfondibile. Il nuovo Sistema Box Unlimited amplia notevolmente le possibilità del pubblico di creare un prodotto unico che si integra perfettamente con l’ambiente e con le proprie esigenze di benessere. Ogni elemento è modificabile. Dal design alla modalità di installazione, dalle dimensioni delle pareti ai piatti doccia, il Sistema Box Unlimited offre un grado di personalizzazione che fino ad oggi era possibile ottenere solo assemblando elementi differenti e non integrati tra loro. È infatti possibile decidere sia la larghezza che la lunghezza dei piatti, come anche delle pareti, addirittura di centimetro in centimetro, creando il prodotto giusto per ogni tipo di esigenza abitativa. La stessa libertà vale per la scelta della rubinetteria. Gestibile attraverso miscelatore e deviatore coordinato, che ne permette l’utilizzo anche a bassa pressione, la rubinetteria offre numerose soluzioni: soffioni doccia a soffitto, ad aste doccia, da jet multifunzioni, fino alle fasce massaggianti. Non più semplicemente un box doccia, ma uno spazio realizzabile su misura grazie all’ampiezza della gamma offerta. Al vantaggio della personalizzazione, il nuovo Sistema Box Unlimited, abbina una grande attenzione ai dettagli e alla qualità dei materiali di realizzazione. I piatti doccia, realizzati in Duralight®, garantiscono infatti resistenza all’uso, inalterabilità nel tempo e facilità di pulizia, e proprio grazie al Duralight Teuco può proporli in qualsiasi dimensione, anche nelle misure che normalmente non si trovano sul mercato. Alfalux Ceramiche Via della Repubblica, 16 42010 Roteglia di Castellarano (RE) TEL 0536/869211 FAX 0536/851502 www.alfaceramiche.com Pad. 18 Stand A12-B11 Alfalux è la nuova brand del Gruppo Nuova Riwal Ceramica che, nato dalla fusione fra gli storici marchi Alfa Ceramiche e Lux Ceramiche, opera sui mercati di tutto il mondo attraverso una rete distributiva capillare. Attento alle nuove tendenze moda, il marchio, soddisfa le esigenze di un mercato medio-alto con prodotti per interni ed esterni adatti a diverse destinazioni d’uso. Esiste uno stretto legame fra Alfalux e il mondo del design. Una sinergia, questa, che rappresenta da sempre uno dei temi dominanti nelle collezioni di superfici ceramiche e che trova grande espressione in Karat, Glitter, Planet, Iridium, le linee di prodotti Star System che nascono dalla collaborazione con Strass® Swarovski® Crystal, pregiate ed eleganti, destinate a chi ama il lusso in tutte le sue forme. Glitter, il progetto di Alfalux per un nuovo equilibrio dello spazio tra luce e materia, ombra e colore: una collezione pensata per un diverso concetto di eleganza, in cui il dettaglio e il particolare danno valore allo stile. Progettata in sei colori e due varianti di superficie, gloss e matt, Glitter è invece concepita per personalizzare gli ambienti secondo una nuova interpretazione dello spazio. Una vasta gamma di decori ravviva gli ambienti con giochi iconografici ricercati e dialoga con i fondi attraverso bellissimi accostamenti cromatici. Karat, una collezione nella quale il nuovo concetto di lusso si trasforma in superficie, una preziosa magia che si rivela nel fascino di una linea attenta a riscoprire la lucentezza del cristallo. Dona prestigio all’eleganza del gres porcellanato attraverso inserti preziosi. Progettata per rendere unico ogni ambiente, ideata per donare agli spazi uno stile ricercato, Karat, è dedicata a tutti coloro che hanno classe da vendere. Tre formati e quattro colori giocano sulla materia con decori pregiati unici. Planet traduce il design minimalista del cemento e lo accompagna ai riflessi esclusivi di STRASS® Swarovski® Crystal, per una preziosa seduzione adatta a spazi moda e show rooms. In Planet la tecnologia è al servizio della progettazione per realizzare grandi spazi a misura d’uomo dove l’eleganza si sposa alla natura attraverso i colori della terra, per dare vita a una bellezza inimitabile. Tre formati e due finiture di superficie accompagnano cinque colori pronti per essere mescolati fra di loro in nuovi accostamenti tutti da scoprire. Ultima ad essere lanciata, Iridium è una collezione progettata per arredare la casa con l’eleganza delle ceramiche decorate con inserti preziosi: cinque colori e un’ampia gamma di decori e mosaici donano alla casa uno stile ricercato. In Iridium una sola finitura di superficie dona carattere alla materia, mentre tre formati consentono alla linea nuovi schemi di posa per personalizzare gli spazi con stile e personalità. Alfalux racconta di una nuova estetica dell’abitare, attraverso collezioni nate dalla tecnologia e dalla passione per la materia, pensate per vivere gli ambienti da una nuova prospettiva. Il gusto del particolare e l’amore per il dettaglio prezioso arricchiscono le superfici e la ricerca cromatica rende ogni collezione unica. Le altre novità Una rilettura in chiave moderna del corpo scaldante. Le forme classiche reinterpretate dal design di Stefano Ragaini danno vita ad Arigato, un radiatore verticale dalla fitta sequenza di linee con cadenza razionale che accentua la spinta dinamica verso l'alto. Per la versione verticale sono disponibili le altezze di cm180 e di cm 70 cm, con 3 a 12 elementi in larghezza. La versione orizzontale, con larghezza di cm 120 può avere da 1 a 3 elementi. Realizzato in alluminio possiede varie finiture e colori. Medesima ispirazione per Vintage di Stefano Ragaini e Giorgio Di Tullio (in foto). Realizzato in acciaio con finitura cromo, ha un’altezza di cm 81, con 6/8 elementi in larghezza. Ad Hoc SS 77 VAL DI CHIENTI 14 60025 LORETO (AN) tel 071 7500889 fax 071 7503558 www.madeadhoc.com [email protected] Pad. 34 Stand D11 Il termostatico si evolve con ProTherm, eliminando il pericolo di scottature al contatto con tutta la superficie cromata. Questa nuova tecnologia fa in modo che il corpo del miscelatore non superi mai la temperatura impostata offrendo un prodotto sicuro per tutta la famiglia. La tecnologia Protherm è applicata alle serie Serene e Nu. Alpi VIA GEOLA 9 FRAZ.MAGGIATE 28013 GATTICO (NO) Tel 0322 838450 Fax 0322 838150 www.alpirubinetterie.com [email protected] Pad. 35 Stand B111 La collezione Arane, progettata dallo studio interno Bmood, è realizzata in alluminio tagliato a laser e verniciata nel colore bianco così da esaltarne il design pulito ed essenziale nelle forme. L’ampia vasca del lavabo è impreziosita dalla decorazione, realizzata a mano pezzo per pezzo, con fantasie floreali o astratte dai colori molto vivaci. L’unicità dei lavabi rende particolare la collezione e permette di vestire qualsiasi tipologia di stanza da bagno. Un piano supporto lavabo con incorporato il porta salviette, un piano supporto singolo per lavabo e uno specchio rotondo con cornice e porta salviette singolo completano la serie. Bmood VIA G.B.FATTORI 57 42044 GUALTIERI (RE) TEL 0522 829693 FAX 0522 221635 www.bmood.it [email protected] Pad. 33 Stand E38-F37 Dancing Spirit, è un progetto d’arredo inedito nato dall’incontro di Branchetti, azienda storica di mobili per arredobagno, e Fabian, fotografa conosciuta a livello internazionale. La collezione unisce la tecnologia della linea TanteAnte, caratterizzata da mobili decorati tramite stampa, alle immagini suggestive di Fabian. Forme eteree, immagini di corpi danzanti decorano le ante dei mobili, che trascendono la funzione d’arredo e diventano vere e proprie opere d’arte contemporanea. Branchetti VIA SOCINI 4 42100 MASONE (RE) TEL 0522 345123 FAX 0522 345104 www.fbranchetti.com [email protected] Pad. 32 Stand B10 La cura meticolosa del particolare e della forma, la saldatura totalmente a scomparsa, ha dato origine al BAMBU’, il radiatore che in casa gioca un ruolo da protagonista, avvolge l’ambiente in un’atmosfera particolare che permette di rendere speciale qualsiasi nicchia o angolo della propria abitazione. Un design pulito che si realizza in materiali e forme semplicemente essenziali, l’originalità del tubo allungato unisce l’estrema ricercatezza del design e la voglia di creare un’opera da esibire. La funzionalità del radiatore d’arredamento è garantita da una notevole resa termica che fa diventare il Bambù un elemento necessario al riscaldamento della propria casa. BRANDONI VIA O. PIGINI 2 60022 CASTELFIDARDO (AN) TEL 071 7822026 FAX 071 7821772 www.brandoni.com [email protected] Pad. 30 Stand B42 La collezione scaldasalviette BREM è ideale per risolvere in modo completo ed esteticamente calibrato il riscaldamento di bagni, cucine, lavanderie, saune, ambienti sportivi e spazi comunitari. Gli scaldasalviette sono prodotti per il funzionamento sia ad acqua calda che elettrico, quest’ultimo utilissimo per riscaldare l’ambiente bagno in primavera e autunno, quando l’impianto centralizzato è spento. Oltre agli scaldasalviette di misure normali sono previste soluzioni su misura per ottenere ambientazioni funzionali e di notevole impatto estetico. Sono scaldasalviette in acciaio con rese da 700 a 1200 watt e un calorifero che si alterna tra parti chiuse e parti aperte. Può essere installato nelle sale da bagno ma anche benissimo in altri ambienti. BREM VIA DELL’ARTIGIANATO 8 24046 OSIO SOTTO (BG) TEL 035 4823636 FAX 035 4824173 www.brem.it [email protected] Pad. 33 Stand D34 La nuova serie rettangolare Vehla risponde al desiderio di una zona doccia di ampio respiro. La qualità del dettaglio e l’essenzialità delle linee celano la padronanza di una tecnologia avanzata e della totale affidabilità dei prodotti progettati, costruiti e testati all’interno dell’azienda. Il completo braccio Vehla, con deviatore e doccia, è del tutto realizzato in ottone e facile da installare. Il soffione di cm 19x37, il cui getto pieno è uniforme anche in condizioni di scarso afflusso d’acqua e pressioni piuttosto basse, è il risultato di un’alimentazione convogliata all’interno di due moduli separati. La guarnizione in silicone permette inoltre una facile pulizia del deposito calcareo, senza dover ricorrere allo smontaggio del soffione. Vehla, disponibile in finitura cromo, è disegnata da Bruno Negri. Calflex ZONA INDUSTRIALE 5/BIS 28891 NONIO (VB) TEL 0323 889328 FAX 0323 889338 www.calflex.it [email protected] Pad. 35 Stand C12 L’utilizzo di un materiale alternativo come il metacrilato contraddistingue tutta la produzione Castagnari. Materiale scelto per le sue peculiarità di resistenza e atossicità, oltre al pregio di rimanere inalterato nel tempo, e anche se esposto ai raggi ultravioletti conserva tutte le sue caratteristiche originarie di lucentezza e brillantezza. Soluzioni di design, dalla linea ergonomica ed avvolgente, che solo il metacrilato può creare. Tre le novità dall’ufficio progetti Castagnari segnaliamo la colonna doccia Rim, il box doccia Ego e la collezione di mobili componibili Tide. Castagnari ZONA IND.LE ROMITELLI 62019 RECANATI (MC) TEL 071 7572187/88 FAX 071 7572189 www.castagnarisrl.it [email protected] Pad. 35 Stand B112 La nuova collezione di lavabi Space Concept di Ceramica Globo mira a risolvere il problema degli spazi ridotti. Viene ridimensionata la profondità pur mantenendo delle dimensioni importanti in lunghezza. Tramonta il minimalismo esasperato a favore di un disegno morbido e di linee arrotondate di grande impatto visivo. Le forme esaltano la purezza del materiale, ceramica bianca, fino a renderla parte integrante del lavabo. La profondità è di cm 27, la lunghezza può essere di cm 55, cm 85 e di cm 70. Space Concept, dal design di Antonio Pascale, fa parte del sistema d’arredo Open Space. Ceramica Globo LOC. LA CHIUSA 01030 CASTEL S.ELIA (VT) TEL 0761 516568 FAX 0761 515168 www.ceramicaglobo.com [email protected] Pad. 32 Stand A40-B31 Plano è la cabina doccia progettata da Giulio Gianturco e Mario Tessarollo, realizzata artigianalmente per integrarsi il più possibile nell’architettura dell’ambiente bagno. Il piatto doccia in acciaio inox viene inserito nel pavimento e la pedana rende complanare il pavimento del bagno con l’interno doccia. I cristalli temperati di sicurezza “extrachiaro” (8 mm la porta e 10 mm il fisso) vengono inseriti nel piatto senza alcun aggancio a vista, una barra collega i cristalli e accoglie i perni di rotazione della porta. La pedana può essere in alluminio silver, teak naturale o pral bianco e grigio ed è realizzata in moduli da 30 cm e da 40 cm per composizioni d’angolo modulari da 80 x 80 cm, 80 x120 cm, 90 x 90 cm e 90 x120 cm. L’altezza è 200 cm. Cesana VIA DALMAZIA 3 20059 VIMERCATE (MI) TEL 039 635381 FAX 039 6851166 www.cesana.it [email protected] Pad. 31 Stand A67-B48 Dalla collaborazione di Claudia Bosio, interior designer, e dello Studio Tecnico interno aziendale prende vita la serie Planet 7000. Un mobile per il bagno dalle forme morbide e lineari che si armonizzano nell’assoluto rigore geometrico. Realizzato in multistrato e mdf, ha una finitura in laccato lucido di colore verde oliva. Il lavabo Poison è in ceramica bianca. Cima Arredobagno VIA BRESCIA 38 25020 PAVONE MELLA (BS) TEL 030 9599211 FAX 030 9599212 www.cima-arredobagno.it [email protected] Pad. 30 Stand B15 Un prodotto specifico per dettaglianti e grossisti grazie alla sua adattabilità al momento del montaggio, in base alle misure del cliente. Si tratta di un box doccia denominato Serie Trasformer con una misura unica di cm 90x90 adattabile a qualsiasi misura di piatto doccia. La struttura è in alluminio verniciato bianco e il pannello in pvc semitrasparente staccabile dal telaio e lavabile. La novità consiste nel poter ritagliare le larghezze del telaio e anche della cortina (tenda)in pvc, caratteristica che permette di immagazzinare diversi pezzi. Trasformer è stato disegnato da Gabriele Tuttolani. Cortinadoccia VIA MATTEOTTI 47/1 64029 SILVI MARINA (TE) TEL 085 9351250 FAX 085 9351015 www.cortinadoccia.it [email protected] Pad. 33 Stand A23 La forma fluida non accetta argini, si ribella alle costrizioni e sfugge alle geometrie. È alle forme dell’acqua come elemento per eccellenza che la Vasca Fluid s’ispira, enfatizzando la primordiale natura del materiale ceramico, che nasce liquido per essere plasmato per poi cristallizzarsi in una forma solida, sintesi di forme organiche. L’immergersi in una vasca interamente realizzata in ceramica trasmette l’emozione di un rinnovato momento di relax e benessere. Disegnata dall’architetto Luca Cimarra è disponibile nella misura 113x 191x127. Disegno Ceramica VIA BOCCIODROMO LOC.VALLE 01035 GALLESE SCALO (VT) TEL 0761 496725 FAX 0761 496726 www.disegnoceramica.com [email protected] Pad. 29 Stand B96 Oltre 20 collezioni, dal classico al moderno al tradizionale, caratterizzate dal connubio di molteplici materiali all’avanguardia, come: cuoio, metallo, corian e marmi tecnici trattati in modo da garantire il massimo in fatto di durata e inalterabilità nel tempo. Eureka, disegnata da Ivo Della Gaspera, nasce dall’esigenza di creare un piano versatile nella lunghezza e che potesse accogliere più tipologie di lavelli, per l’incasso o per l’appoggio. Diversi gli accostamenti dei materiali: legno, vetro, laminam, tecnoril, marmi naturali e tecnici. Una serie di contenitori con ante e cassetti, applicabili sotto il piano completa il tutto. Sia i frontali che la struttura possono essere in essenza, teak o palissandro; oppure laccati opachi o lucidi nei colori della gamma Edmo. Edmo VIALE DELLE INDUSTRIE 68 31030 DOSSON DI CASIER (TV) TEL 0422 490005 FAX 0422 383573 www.edmo.it [email protected] Pad. 33 Stand A30-B33 La collezione Constellation si arricchisce di una nuova serie di rubinetteria tradizionale: Lucrezia, disegnata dall’architetto Paolo Bertarelli. Ispirata allo stile neoclassico non trascura l’alta tecnologia. Disponibile nella versione a tre fori oppure monoforo è dotata di vitoni a dischi ceramici capaci di assicurare una precisa e dolce regolazione del getto dell’acqua. F.lli Frattini VIA ROMA 125 28017 S.MAURIZIO D’OPAGLIO (NO) TEL 0322 96127 FAX 0322 967272 www.frattini.it [email protected] Pad. 35 Stand B63-C90 Sempre più materiali che arrivano dall’arredamento e dalla moda per l’ambiente bagno. Skin, una linea di rubinetti in ottone con singolari inserti in cuoio, collocati nella leva di apertura piuttosto che nella bocca di erogazione. Uno specifico trattamento idrorepellente, che non assorbe acqua e umidità, garantisce la perfezione e la durata del prodotto. Sei i colori del cuoio in linea con le tendenze del momento: rosso granato, blu avio, moka, albicocca, cammello e beige da posizionare sulle varie finiture dal cromo, al bronzo o all’oro. Il progetto è dello studio interno Qr Design. Fratelli Rossi VIA DON MINZONI 67 28024 GOZZANO (NO) TEL 0322 913036 FAX 0322 956410 www.rossiqr.it [email protected] Pad. 35 Stand B34 “GLAMOUR Style” è un contenitore di idee “Glam”, che “immaginano” e “vestono” i prodotti degli ambienti bagno e cucina, con nuove texture e materiali pregiati ricchi di fascino. Un concept che dà un’identità più forte e ricercata al prodotto, così da renderlo un elemento capace di suscitare emozioni. “GLAMOUR Style” è • colorate texture • l’affascinante oro “Gold Glam” • brillanti gemme di cristallo STRASS® Swarovski® Crystal. Elementi preziosi, che attraggono gli sguardi e si fanno ammirare per i dettagli unici e seducenti, soluzioni nuove, per arredare, con raffinata eleganza e originale distinzione, ambienti giovani, moderni e lussuosi. Fir Italia VIA BORGOMANERO 6 28010 VAPRIO D’AGOGNA (NO) TEL 0321 996423 FAX 0321 995426 www.fir-italia.it [email protected] Pad. 29 Stand A77-B80 M2 è il progetto pensato per organizzare al meglio l’ambiente bagno e far fronte alle nuove realtà abitative, così da essere inserita in ogni tipo di architettura, dal loft a spazi di dimensioni ridotte anche di un metro per un metro. La serie, dal design di Romano Anolini, si articola in cinque versioni di lavabo, più la possibilità di colonna, quattro tipologie di bidet e sei di vasi, di cui due monoblocco. Un lavabo angolare con un raggio e una profondità di 45 cm, un lavabo da appoggio con diametro e profondità di 50 cm e un lavabo sospeso profondo 48 cm disponibile con tre differenti larghezze cm 50, cm 60 e cm 70. Galassia ZONA IND.LE LOC.PANTALONE 01030 CORCHIANO (VT) TEL 0761 573134/5 FAX 0761 573458 www.ceramicagalassia.com [email protected] Pad. 34 Stand G27-F28 Per chi dal bagno si aspetta una comoda intimità domestica, ma non rinuncia al design minimal, è perfetto Mastè dell’azienda Geda Nextage. Perché non è una semplice stanza di servizio, ma un luogo privilegiato della vita privata, uno spazio di incontro e condivisione. Mastè nasce come progetto bagno dal design innovativo, pensato come ambiente moderno e confortevole. La caratteristica che rende Mastè unico è la geometria dei lavandini, essenziale ed ispirata agli antichi lavatoi. A fargli da contrappunto c’è il design vestito d’acciaio di una rubinetteria minimal e raffinata, che diventa un vero e proprio complemento d’arredo. La collezione Mastè offre lavabi con base da 60, 90 e 120 cm, realizzati in Corian o Acciaio, completati da rubinetti della vasta gamma Geda Nextage, veri concentrati di design e praticità. Geda VIA MAESTRI DEL LAVORO 16/18 33080 PORCIA (PN) TEL 0434 923077 FAX 0434 591923 www.gedanextage.com [email protected] Pad. 35 Stand A71 Dal design di Emmanuel Babled nasce Wendy, una serie di accessori a parete, in resine termoplastiche, dotate di ventose dalle forme tondeggianti e dai colori giovani e brillanti, maliziosa e con una buona dose di ironia. Nello stesso materiale e finiture il novello e simpaticissimo tergi vetro per doccia. Nuova anche la serie di accessori d’appoggio in acciaio inox e resine termoplastiche Tina, disegnata da Carlo Martino, dalla forma innovativa cilindrica con taglio longitudinale. Trae ispirazione da uno stile rétro Sissy, la serie di accessori a parete, disegnata da Carallo-Grandis e realizzata in ottone, Cromall e vetro. Gedy VIA DELLE INDUSTRIE 6 21040 ORIGGIO (VA) TEL 02 969501 FAX 02 96734301 www.gedy.com [email protected] Pad. 33 Stand F18-G17 La serie di mobili per l’arredobagno Seventy, grazie alla sua estesa componibilità può essere utilizzato anche in spazi non prettamente destinati al bagno. Dalle forme rigorose e razionali, ma nel contempo sinuose e arrotondate è curato nei minimi dettagli tecnici ed estetici. Essenze, laccature, piani in aquatek e marmi tecnici con particolari in acciaio sono i materiali utilizzati. Le finiture e i colori possono essere noce cataletto, laccato lucido e opaco nell’intera gamma della scala colori Ral. La progettazione è di Idea Staff. Idea group VIA MARIGONDA 3/1 31040 GORGO AL MONTICANO (TV) TEL 0422 742184 FAX 0422 742187 www.ideagroup.it [email protected] Pad. 21 Stand B30 ‘Keramikè’ consolida la sua vocazione al design ed arricchisce la produzione con due nuove collezioni: Double_d ed Egg_s disegnate da Daniele Manichini. Double d, è la serie di accessori e complementi per il bagno in metallo e ceramica. Una lamina rettangolare o quadrata dagli angoli stondati, con un taglio centrale, ispirata dagli anni ‘70, dà funzionalità all’accessorio. Egg s, come un uovo sezionato perfettamente a metà in cui l’albume è in metacrilato satinato di vario colore ed il tuorlo può essere a volte un foro che ospita l’asciugamani, a volte uno specchio. A completamento della gamma “l’altro design” rivolto alla grande distribuzione, sempre all’insegna della qualità e del design. Keramikè VIA M. MELLONI 13/15/17 50019 SESTO FIORENTINO (FI) TEL 055 4219209 FAX 055 4209452 www.keramike.com [email protected] Pad. 34 Stand G15 Voglia diffusa di design e capacità di spesa rarefatta. Ispirato al design anni ’70, Logos, monocomando interamente made in Italy, nasce da una visione razionale del progetto che ha consentito all’azienda di realizzare un prodotto che sintetizza economia e bellezza. Linee rette e semicirconferenze, superfici piane e profili avvolgenti si incontrano coerentemente nelle forme di Logos. Un omaggio di Mamoli a quegli anni ricchi di sperimentazione e creatività, con l’aggiunta di tutto il comfort che le nuove tecnologie hanno permesso di ottenere. Mamoli P.ZALE SPARTACO MAMOLI 1 20084 LACCHIARELLA (MI) TEL 02 900461 FAX 02 90033122 www.mamoli.com [email protected] Pad. 33 Stand B46-C45 Ampia la gamma di scaldasalviette da collegare all’impianto di riscaldamento o a funzionamento elettrico proposta da Margaroli, azienda certificata UNI EN ISO 9001/2000. Costruiti con tubi di ottone, opportunamente lavorati, sagomati, assemblati, saldati, finiti e collaudati con sistemi idropneumatici, vengono normalmente realizzati in finitura cromo, bronzo, oro, rame, nickel lucido, nickel spazzolato, nickel satinato, nickel opaco, nickel nero spazzolato, silver nickel, oil rubbed bronze, satin bronze, ecc… oppure verniciati con polveri epossidiche altamente resistenti. L’ampia possibilità di scelta nelle dimensioni, spesso realizzati su misura, e nelle finiture facilita la progettazione del bagno. Margaroli VIA BARRO 64/66 Z.I. 28045 INVORIO (NO) TEL 0322 254110 FAX 0322 254101 www.margaroli.com [email protected] Pad. 30 Stand C7 Realizzata nel contesto di prodotti minimali di target elevato, la collezione Piana comprende una serie di complementi che posti nella stanza da bagno consentono di installare a parete supporti con mensole per appoggi, porta salviette, porta saponi, bicchieri e dispenser. La struttura è realizzata in acciaio Inox Aisi 304, disponibili nei colori bianco, bianco-rosso, bianco-blu ed in acciaio lucidato. Le mensole sono in Pral bianco, il porta sapone, il bicchiere e il dispenser in vitrex bianco. Altra collezione essenziale e tecnica è Taita, per un target più elevato che desidera arredare il proprio bagno con complementi ed accessori che si distinguono e che possono essere affiancati tra di loro. Offre la possibilità di costruire linee come binari sopra al lavabo e ai sanitari, posizionando a piacere mensole, porta-saponi, bicchieri e dispenser. Oml VIA G.B.FATTORI 57-59 42044 GUALTIERI (RE) TEL 0522 828798 FAX 0522 828355 www.omlsrl.com [email protected] Pad. 33 Stand E38-F37 Il sistema modulare dei radiatori Adacto si arricchisce di nuove finiture in ossido nero, bronzo e oro sulla scia delle nuove tendenze dell’arredamento. Un progetto ideato e sviluppato da Andrea Dipietromaria, che dà la possibilità di creare il proprio radiatore scegliendo dimensione, colore e finiture. Realizzati in alluminio hanno un’alta resa termica. Projectclima VIA DELL’INDUSTRIA 28885 PIEDIMULERA (VB) TEL 0324 842598 FAX 0324 842003 www.projectclima.it [email protected] Pad. 33 Stand A43 Sobrio ed elegante il bagno Q’In, dove le forme ed i colori suggeriscono le combinazioni che ne sottolineano la continua ricerca estetica e l’uso di materiali eccellenti, come nelle due nuove collezioni Persempre 600 e Zerosette 100. Persempre 600 gioca su forme squadrate e nette addolcite dalla vivace decorazione della parte frontale del mobile. La cromia accesa accompagnata dal particolare motivo ricorda certe fantasie anni ’70 riscoperte nelle ultime collezioni da molti designer: un modo per rinnovare la stanza da bagno con le tendenze più in voga. Zerosette 100 predilige invece le linee sinuose e morbide sottolineate ancor più dalla tenue tonalità ghiaccio e dall’effetto traslucido che crea l’illusione di una superficie d’acqua. Q’In VIA E.CURIEL, 20 50063 FIGLINE VALDARNO (FI) TEL 055 9154138 FAX 055 9154139 www.qin.it [email protected] Pad. 34 Stand C34 Un linguaggio formale del tutto nuovo rielabora la visione dell’ambiente bagno: il lavabo, il piatto doccia e il vaso vengono racchiusi in moduli geometrici realizzati in legno, in alluminio o in Alicrite®. Questo è Il bagno che non c’è, grazie all’estro di Matteo Thun. Gli elementi così nascosti allo sguardo, diventano contemporaneamente sculturee superfici d’appoggio. Una trasformazione della disomogeneità esteriore del bagno nella nitidezza di poche linee. Rapsel VIA A. VOLTA 13 20019 SETTIMO MILANESE (MI) TEL 02 3355981 FAX 02 33501306 www.rapsel.it [email protected] Pad. 29 Stand C53-D56 Con Batik, la nuova collezione di mobili per il bagno, Regia inserisce il decoro nel mobile. Dal design di Bruna Rapisarda, originali ante traforate, realizzate con sofisticate tecnologie laser, lasciano intravedere il fondo di colore abbinato al piano. Molteplici le soluzioni d’arredo: lavabi integrati e da appoggio in vetroghiaccio e tecnoglass abbinati a cassettiere, piani e pensili nelle finiture Imbuya, Tineo e mdf laccato lucido. Batik è disponibile in tre dimensioni, cm195/160/125 e in varie finiture: laccate lucide e in differenti essenze di legno quali: Lauro, Imbuia e Tineo. Una lastra di acciaio, tagliata e traforata al laser nel medesimo decoro del mobile, funge da piano da appoggio, lungo circa 30 cm, da alloggiare all’interno della vasca con la funzione di appoggio per sapone e bicchiere. Regia VIA VIGEVANO Z.I. 20053 TACCONA DI MUGGIO’ (MI) TEL 039 2782510 FAX 039 2782571 www.regia.it [email protected] Pad. 29 Stand C80 Fondere il concetto di bellezza e di praticità è la filosofia che anima la serie Zefiro, disegnata da Massimiliano Braconi. Le forme sono morbide e minimali ma con ampia capacità di tenuta e di appoggio. Le molteplici varianti di forma, misura, colore e decoro realizzate dall’azienda forniscono un’ampia possibilità d’espressione. Scarabeo LOC PIAN DEL TRULLO 01034 FABRICA DI ROMA (VT) TEL 0761 540028 FAX 0761 540286 www.scarabeosrl.com [email protected] Pad. 30 Stand B8 Rubinetterie Stella, icona del lusso “made in Italy” nella produzione di rubinetterie, accessori bagno e scaldabiancheria, sarà presente con: - Serie Stella: dal design di Luca Scacchetti, che amplia la gamma dei propri prodotti presentando gli accessori per la sala da bagno. - Serie Eccelsa: un nuovo rubinetto all’insegna del lusso retrò, elegante monoforo con bocca alta maggiorata. - Bamboo e Bamboo Quadro: all’originario monocomando dalle forme arrotondate si affianca una nuova declinazione che predilige forme quadrate, disegnata da Marco Piva. - Nuovo Isomix: presenta un incasso più compatto, sempre in bronzo con meccanica completamente nuova. Rubinetterie Stella Via Unità d’Italia, 1 28100 (NO) Tel 0321 473351 FAX 0321 474231 [email protected] www.rubinetteriestella.it Pad. 34 Stand A14 Un mobile speciale, attrezzato con un sistema brevettato, consente di ricreare a casa le atmosfere di relax e benessere solitamente offerte dai centri specializzati. Il progetto, messo a punto da Stocco, è stato sviluppato in collaborazione con una delle aziende leader in Europa per la realizzazione di strutture e strumenti per i centri benessere. Nuovissimi gli specchi, colorati in nuance con la gamma colori Stocco, come anche lo specchio che riunisce il meglio della tecnologia e degli accessori utili per rendere lo spazio bagno iper-funzionale. Come ogni anno, l’azienda aggiorna la propria gamma di colori, in linea con le tendenze del momento. Ben 8 nuovissimi colori laccati nei toni ‘metallo’ e molti legni colorati che interpreteranno i temi della ‘natura’. Stocco VIA VALSUGANA 318/A 35010 S. GIORGIO IN BOSCO (PD) TEL 049 9450878 FAX 049 9450218 www.stocco.it [email protected] Pad. 32 Stand B20 Pareti di cristallo temperato, serigrafato a freddo. Questi i nuovi abiti che vestiranno i sistemi doccia Scroll, Still e Rail in quattro differenti versioni Optical, Terra Spaccata, Mosaico, Python. Le strutture in acciaio inox garantiscono solidità, leggerezza e la massima stabilità su ogni pavimento. Lo spessore delle pareti di cristallo è di mm8 per un altezza di due metri, porte da 90 cm a 182 cm, angoli lunghezza da 90 cm a 182 cm, profondità da 70 cm a 100 cm. Tda VIA CIRCONVALLAZIONE 1 25020 SAN GERVASIO (BS) TEL 030 9926311 FAXw 030 9926321 www.tdaboxdoccia.it [email protected] Pad. 30 Stand B17 La serie Belt, disegnata da Ludovica e Roberto Palomba, utilizza un materiale che arriva direttamente dal mondo della moda, in particolare da quello della pelletteria di lusso come il cuoio nella versione nero e naturale, con dettagli in ottone cromato. Tutta la serie di accessori, è caratterizzata da linee morbide e tondeggianti. Only, la serie di accessori disegnata da Maurizio Duranti, predilige forme squadrate con portasalviette da 45 cm o da 60 cm a nastro, pezzo unico non curvato, appendini e portarotolo nella versione singola e doppia. Crystal disegnata da Itamar Harari. Moduli regolari e precisi, in varie dimensioni, lucidi e riflettenti in metallo e vetro, che galleggiano nello spazio in un contatto quasi casuale tra loro. Valli VIA CONCORDIA 16 20055 RENATE (MI) TEL 0362 982258 FAX 0362 999038 www.vallievalli.com [email protected] Pad. 33 Stand C40-D27 Outline di Altea è un omaggio appassionato allo stile e allo spirito degli anni Sessanta. Forme mai viste, inusuali, caratterizzate da uno svuotamento dei volumi che dà vita ad un design, o meglio, un concept, dal quale scaturiscono interessanti aspetti legati al vivere l’ambiente bagno e i suoi protagonisti. I sanitari diventano pezzi d’arredo grazie al piano d’appoggio creato dallo svuotamento dello spazio interno. Tante le soluzioni: i sanitari possono essere da terra o sospesi; i lavabi sono di quattro misure, tra cui uno di 50 cm pensato per piccoli spazi. A completamento della serie un w.c. infanzia, il piatto doccia 110 x 75 e il nuovissimo w.c. monoblocco che riprende fedelmente la linea del w.c. back to wall, con una cassetta perfettamente in accordo con il design Outline. Ceramica Althea LOC. PRATARONI 01033 civita castellana (Vt) Tel 0761 542144 Fax 0761 542129 www.altheaceramica.it [email protected] Pad. 35 Stand A167-B118 Design ricercato pensato per valorizzare le proprietà del vetro, dell’ottone cromato e del legno che rappresentano le tre anime di Inda. Composizione: lavabo in appoggio Gulliver in mineralizzato bianco. Base per lavabo con un cassettone e base laterale con portabiancheria estraibile, anta laminato lucido rosso rubino e maniglie in ottone cromato. Dimensioni: cm L100 P40 H48. Cabina doccia Trendy_4000 con installazione in nicchia composta da parte battente e parete fissa in linea. Finitura telaio silver e cromato, vetro grigio. Inda via XXV aprile 53 21032 Caravate (VA) Tel 0332 608111 Fax 0332 619317 [email protected] www.inda.net Pad. 33 Stand C13-B13 Forme geometriche elementari tagliate direttamente nelle diverse tipologie della materia: vetro, ceramica, legno. Ambienti caratterizzati da una forte flessibilità compositiva e da ricercati cromatismi. Tra le novità Jewel, lastre esclusive impreziosite da una cascata di luce: gemme in quattro tonalità intense e brillanti per una sofisticata eleganza. Una collezione brevettata per la linea GeoStyle, dove si accomunano materiali di assoluta ispirazione ed innovazione. La serie NewStone viene invece arricchita con la nuova collezione Stone Forest: due tonalità scure e profonde per vivere intensamente un ambiente naturale che evoca paesaggi forestali. Novità assoluta il progetto Light Shape: la materia retroilluminata viene tagliata da motivi decorativi, creando scorci di luce che arredano le superfici e generano magia nell’ambiente. Granitifiandre Via Radici Nord 42014 Castellarano (RE) Tel 0536 819611 Fax 0536 850088 [email protected] www.granitifiandre.it Pad. 25 Stand A122-B123 L’ultima nata delle Premium J-400 regala una dimensione nuova e ancora più completa alla convivialità del benessere targato Jacuzzi. La grande novità è rappresentata dalla docking station per iPod, che permetterà ai possessori di quello che è diventato ormai un must tecnologico nell’universo giovanile e non solo, di adattare l’iPod alla struttura di sostegno appositamente creata e ascoltare tutti i brani della sua classifica preferita. Il sistema PowerPro SystemTM garantisce, grazie ad un sistema di pompe ad alta pressione e a basso inquinamento acustico, un rigenerante massaggio idroterapico. Entrando in una J-400 si diventa protagonisti di un massaggio sapiente e riequilibrante. Il programma di cromoterapia potenzia gli effetti benefici di una pratica in grado di restituire equilibrio al corpo e alla mente. Jacuzzi Ss. Pontebbana Km 97,500 33098 Valsavone (PN) Tel 0434 859111 Fax 0434 85278 www.jacuzzi.eu [email protected] Pad. 29 Stand B29-C32