38 - Il Calitrano
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38 - Il Calitrano
Calitri, 14 agosto 2005 festa dei cinquantenni, da sinistra ultima fila in piedi:Vincenzo Bozza,Vincenzo Nannariello, Crescenzo Zarrilli, Michele Di Milia (si vede appena), Antonio Di Cairano, Canio Nicolais con occhiali, Emilio Maffucci, Michele Zarrilli, Maria Filomena Di Napoli (si vede appena); penultima fila: Concetta Galgano, Angelo Margotta, Antonio Di Napoli con occhiali e cravatta, Claudio Iannella con occhiali, Antonio Lampariello, Giuseppe Mauro con camicia a righe, Vincenzo Mario Di Napoli, Angelo Di Cairano con occhiali, Giuseppe Di Guglielmo con baffetti, Vincenzo Zarrilli; fra penultima e terzultima fila: Mario Antonio Zarrilli seduto, Maria Di Milia, Rosetta Di Milia con occhiali, Giovanna Maffucci, Marianna Borea, Angela De Nicola, Franca Maria Di Muro, Maria Antonietta Cestone con giacca bianca, Domenica Grasso; seduti seconda fila: Anna Rosania con occhiali,Angelina Calà con giacca bianca,Teresa Leone, Rosa Maria Di Milia, Maria Pinto, Maria Concetta Russo, Maria Galgano, Angela Bavosa, Lucia Cialeo, Maria Teresa Senerchia con occhiali, Luisa Cerreta, Angela Di Maio; prima fila: Michele Tornillo,Vincenzo Maffucci, Crescenzo Acocella, Giuseppe Galgano, Claudio D’Amelio, Giuseppe Zarrilli, Luigi Di Napoli,Antonio Vallario, Franco Gautieri e Pietro Galgano. ISSN 1720-5638 In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP per la restituzione al mittente previo pagamento resi IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ANNO XXVIII - NUMERO 38 (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2008 VIA A. CANOVA, 78 - 50142 FIRENZE - TEL. 055/783936 www.ilcalitrano.it IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 COMUNICAZIONE per i gentili lettori IN COPERTINA: Via San Vito, la strada che porta direttamente alla chiesa dell’Immacolata Concezione di Calitri. Una volta era arricchita dalle abitazioni distrutte dall’ultimo terremoto, nella foto è guarnita di belle piante per onorare la festa della Madre del cielo. IN QUESTO NUMERO Progettiamo il Presente pag. 3 di Raffaele Salvante Comunità Montana Alta Irpinia 4 Il Comitato Organizzatore Festa ALECS 4 di Giuseppe Gautieri L’altare dell’Immacolata Concezione di Calitri Dato che dalla metà del prossimo luglio saremo a Calitri per la costituzione di un Centro socio- culturale al totale servizio dei cittadini, e non sappiamo di quanto si allungherà la nostra assenza da Firenze, vorremmo pregare tutti i nostri gentili lettori di alcune cose molto precise, per favore : • non inviateci più “raccomandate” basta la posta prioritaria. • per quanto riguarda gli assegni in moneta straniera, Vi dobbiamo dire che quando si va in Banca per il cambio questo è sempre a favore della banca stessa e in più bisogna pagare le spese che sono pepate. Nella seconda pagina del giornale ci sono gli estremi per fare il versamento sul c/c postale oppure sul c/c bancario; Vi pregheremmo di attenervi a queste direttive. Grazie. 5 7 del dott. Giovanni Galgano Calitri e Bisaccia nella crisi del 1799 (IV) ANNO XXVIII - N. 38 n.s. R E Q U I E S C A N T I N PA C E Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” Fondato nel 1981 Sito Internet: www.ilcalitrano.it E-mail: [email protected] Gaetanina Cestone Ricciardi 24.07.1924 † 27.04.2008 Michele Ricciardi 15.08.1916 03.01.1973 Maria Antonietta Prisco vedova Senerchia 24.10.1963 † 14.04.2008 “ Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza”. Il Signore ha dato e il Signore ha tolto imperscrutabili sono le sue vie. Ma la mia salvezza sta in Dio. (S. Agostino) Direttore Raffaella Salvante Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante Segreteria Martina Salvante Direzione, Redazione, Amministrazione 50142 Firenze - Via A. Canova, 78 Tel. 055/78.39.36 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Firenze 1 Pasqualina Cestone 25.12.1965 † 17.03.2008 “La tua bella giovinezza fu infranta. Quando tutto ti sorrideva. Ti portò lungi la morte, ma non ti separò dai tuoi cari che ripetono ognora il tuo nome nella casa vuota e silenziosa, ove tutto ricorda di te e rinnova l’acerbo dolore.” Michele Cianci (napulitan’) 17.08.1925 † Mariano C.se 10.03.2008 Mariantonia Melaccio 04.11.1915 † 18.02.2008 Gocce di dolore lasciano a fatica la nostra anima un sorriso triste illumina le labbra un sospiro di speranza riempie la nostra vita. I tuoi cari La mia difesa sta in Dio che salva i cuori puri (Salmo 7.11) C. C. P. n. 11384500 della dott.ssa Concetta Zarrilli Sviluppo e Protezione dell’ambiente IL CALITRANO 9 ASSOCI AZIO NE ROMANA DEI CALITRANI Anche quest’anno l’Associazione ha un folto programma da attuare: di Annibale Cogliano I Calitrani storia per immagini 12 Festa dell’Irpinia 16 di Terry Maffucci Mostra “Dialogo con la Materia” 30 agosto 2008 alle ore 20,30: nei locali della Parrocchia S. Canio verrà presentata un classico del teatro antico, “Il medico dei Pazzi” di Eduardo Scarpetta. La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. L’Irpinia nel Settecento (IV) 17 del dott. Emilio Ricciardi Pubblico e privato uniti nella tutela dei beni culturali irpini 18 LA NOSTRA BIBLIOTECA 19 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 20 DIALETTO E CULTURA POPOLARE 21 SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 22 REQUIESCANT IN PACE 23 3 settembre 2008 ore 17: presso la casa dell’ECA verrà presentato dal dottor Giuseppe Silvestri un “Programma sugli emigranti”, cui seguirà la proiezione di un documentario di Pino Tortiglione dal titolo “Loro scoprirono l’America”. 4 s et te mb r e 2008 tutto il giorno: presso il ristorante “Gagliano”, Assemblea Generale dell’Associazione con relative relazioni, pranzo e a sera l’annuale festa danzante con piccolo buffet. I miei giorni sono fuggiti veloci più che la spola, e sono spariti. Ma in te io spero o Signore. (Giobbe 7.6) Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. Stampa: Polistampa - Firenze di Roberta Fiorini Costantino Cestone 23.12.1935 † 11.02.2008 Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze Angelina Gallo 28.01.1956 † 01.02.2008 Lucrezia Antonia 01.02.1922 † 05.05.2008 La ricordano con tanto affetto coloro che l’amarono, il marito con i figli, i generi, il fratello e le sorelle e gli anziani genitori Antonio Vallario 26.10.1915 † 06.03.1991 Vincenzo Cestone 24.09.1929 † 26.04.2007 Mamma, l’amore che ci hai dato vive sempre nel nostro cuore. … Ciao mamma Raffaela Di Napoli 25.03.1919 † 18.10.2007 A loro sarà dato un premio per la loro fedeltà. L’onestà fu il suo ideale, il lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto. I suoi cari ne serbano nel cuore la memoria. (Sapienza 3.14) Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato a “IL CALITRANO” - Firenze oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via Bufalini, 6 - 50122 Firenze - IBAN IT37 D061 6002 8000 0006 1943 C00 - SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero) Chiuso in stampa il 15 luglio 2008 BENEDETTA DEL COGLIANO 28.05.1914 † 04.07.1998 Dieci anni non spengono i vincoli fra noi: c’è un angolo dell’animo in cui inevitabilmente sei, quello più fanciullesco, che integre serba le cure, le tue materne premure. Ti immaginiamo – ora – giocare coi piccoli del cielo, come amorevolmente facesti con noi, quaggiù. Grazie, zia Benedetta Carmine Palermo 15.08.1915 † 20.12.2007 Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo di averlo avuto 23 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 URGE LA MOBILITAZIONE DELL’INTERA COMUNITÀ CALITRANA PROGETTIAMO IL PRESENTE Il clima attuale di angoscia e sfiducia riguardo al senso della vita e lo smarrimento manifesto della cultura, anche europea, ci sollecitano a guardare in modo nuovo ad una paziente, continua, tenace e coraggiosa testimonianza di vita. Il nostro non è più il tempo della semplice conservazione dell’esistente, ma emerge, rinnovata e urgente, la necessità di una determinazione nuova. sua monumentale “Storia della N ella decadenza e caduta dell’impero ro- mano”, lo storico Edward Gibbon in riferimento all’imperatore Marco Aurelio ha scritto : “l’unico periodo della storia in cui la felicità di un grande popolo fu il solo obbiettivo del governo, perchè l’imperatore cercò con tutte le sue forze di tradurre in pratica quanto la sua coscienza morale gli imponeva”. Nel nostro piccolo vorremmo poter vedere che tutti i cittadini di Calitri si ponessero questo identico traguardo per il conseguimento di una comunità più allargata, autentica, a vera misura d’uomo. Per fortuna oggi possiamo annoverare centinaia di laureati, validi professionisti, molti bravi impiegati, qualche imprenditore e così via, anche se dispersi in ogni parte d’Italia e del mondo, che spesso trascorrono le vacanze con la famiglia al piccolo paese natio, ma che – forse – non si sono mai posti una domanda: “cosa faccio io personalmente, e cosa potrei fare per Calitri?” Noi questa domanda ce la siamo posta da oltre 30 anni, quando cioè cominciammo con la pubblicazione del giorna- Il volume Modi di dire calitrani è disponibile al prezzo di € 20,00 più spese di spedizione Per ordinazioni Edizioni Polistampa Via Livorno, 8/32 50142 Firenze Tel. 055/73.78.71 (15 linee) [email protected] www.polistampa.com le, ma oggi molte altre e più numerose esigenze sono venute a crearsi all’interno della comunità calitrana con una alta percentuale di anziani. Per cui, oggi stesso, questa estate – e non domani - abbiamo l’idea di realizzare alcune iniziative concrete: prima cosa porteremo a Calitri, subito, almeno quattro/cinquemila libri della nostra biblioteca personale, onde poter Ancona, 16 aprile 2008. Il cavaliere Donato Gallucci, maresciallo della Polizia di Stato, e la signora Michelina Di Maio hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio. Auguri da parenti, amici e dalla Redazione. 3 creare un Centro Studi, dove sia possibile non solo ritrovarsi per leggere i volumi a disposizione, ma vorremmo fare un vero Centro di formazione presso cui tutti, i giovani in particolare, possano trovare l’aiuto possibile, si tratti di fare una tesi di laurea, una ricerca, un corso, l’approfondimento di un tema particolare e così via, non escludendo il puro e semplice aggiornamento culturale. Contemporaneamente a questo Centro, vogliamo creare un gruppo di “Volontariato” per andare incontro a tutte le necessità di persone sole e in difficoltà che ne faranno richiesta: dalla spesa quotidiana, alla visita in casa, dall’accompagnamento ad un Centro medico, ad una passeggiata ristoratrice e così via; in sostanza per rendere efficaci e costanti l’accoglienza e il servizio ai più bisognosi. Cioè non una solidarietà intesa semplicemente come assistenza, ma come “valorizzazione dei diversi soggetti sociali”, capace di promuovere la costruzione di una società solidale. Ma per poter attuare tutto questo – che non è poco – non basta la buona volontà di un piccolo gruppo, occorre la partecipazione di tutti, secondo le proprie possibilità, per un lavoro che possa concretamente creare nel paese uno spirito nuovo, una vitalità galvanizzante, al di là di tutte le barriere sociali, razziali, culturali e religiose, e con la ferma convinzione che non ci può essere vero rinnovamento, anche sociale, se non attraverso una paziente, continua, tenace e coraggiosa testimonianza al servizio degli ultimi. Tutto questo senza indulgere nè a vuoti ottimismi, nè a sterili pessimismi, anche se la nostra speranza ha fatto i conti non solo con i gli iniziali sacrifici fisici e finanziari, ma essenzialmente anche con il rischio della non riuscita dell’iniziativa, ma non potremo certamente incolpare il nostro operare. Raffaele Salvante IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 COMUNITÀ MONTANA “ALTA IRPINIA” IL GRANDE SPETTACOLO DELL’ANIMA I l Presidente della Comunità Montana “Alta Irpinia” Dott. Giuseppe Di Milia, in collaborazione con le responsabili Fernanda Ruggiero, Luciana Strollo e Fiorella Passaro, promuove per l’Estate 2008 un nuovo e innovativo progetto di promozione turistica e solidarietà, “Il Grande Spettacolo dell’Anima”. Le finalità di tale progetto sono due e in particolare: favorire un’azione di incremento turistico attraverso la diffusione di itinerari abbinati ad un grande Evento, progetto proposto dalla stessa Ruggiero per la valorizzazione dei piccoli borghi attraverso grandi eventi. Inoltre si propone, come rilevante obiettivo, di incoraggiare la solidarietà con la collaborazione di tutte le associazioni dei comuni coinvolti al fine di contribuire alla raccolta dei fondi per i progetti di aiuto e sostegno candidati per l’edizione 2008 dalla Fondazione “Insieme per…”. Il progetto sarà attuato e presentato nell’ambito della Conferenza Stampa ufficiale che si terrà il giorno 19 Luglio 2008 alle ore 19,00 a Calitri presso la Sala Conferenze “Ex-ECA” in cui sarà presentata la III Edizione dell’Evento che si svolgerà presso il Lago di S. Pietro al confine tra i comuni di Aquilonia, Monteverde e Lacedonia nei giorni 26 e 27 Luglio e dal 2 al 24 Agosto. Il progetto “Il Grande Spettacolo dell’Anima” si propone lo scopo di promuovere itinerari turistici all’interno dei 17 comuni appartenenti alla Comunità Montana “Alta Irpinia”, ma anche del confinante territorio lucano al fine di permettere ai visitatori di scoprire e conoscere le risorse del territorio (Beni Culturali, Beni Ambientali, siti di particolare interesse storico-artistico, strutture turistiche di qualità, ecc.) per vivere un’estate all’insegna della sana ospitalità e di un soggiorno “emozionale”. La Comunità Montana “Alta Irpinia” con tale iniziativa intende promuovere e valorizzare il patrimonio artistico, ambientale e culturale dei 17 comuni che appartengono ad essa, nella convinzione che ciò che ci è stato tramandato si possa tra- sformare in nuove risorse economiche, capaci di favorire nuove opportunità imprenditoriali ed occupazionali per un nuovo Turismo quello della “tradizione” e FESTA ALECS Con grande piacere si annunzia dalle pagine del Calitrano l’invito a partecipare alla 18ª edizione della FESTA CALITRANA degli emigrati in Svizzera. Quest’anno la grande novità è rappresentata dal fatto che, su iniziativa del comitato Ticinese, la festa si terrà il 27 settembre 2008 presso l’hotel Ristorante “Carillon” in via Grumello 4 di Lavena Ponte Tresa (VA). I motivi di questa scelta sono tanti, uno sicuramente il fatto di approfittare della festa per “sconfinare” in Italia, il desiderio di agevolare tutti coloro, calitrani e non, che vorranno partecipare alla serata, infine la sicurezza di avere trovato un locale all’altezza delle aspettative. Musica dal vivo, una cena abbondante, rivedere vecchi amici, e passare una serata tra paesani, chiudere l’estate 2008, sono solo alcuni dei motivi che sicuramente renderanno la serata oltremodo attraente. Per informazioni Vito De Nicola - Tel. 091 972 40 69 Giuseppe Russo - Tel. 091 972 15 08 TUTTI I CALITRANI VI ASPETTANO CON PIACERE! FESTA DEI CINQUANTENNI (MEZZO SECOLO) Stiamo organizzando la festa della classe 1958 (la classe non è acqua), essa si terrà nei giorni tra l’1 e 8 settembre 2008 a Calitri. Coloro che volessero partecipare sono pregati di riservarsi questo periodo tra la festa di San Canio e quella dell’Immacolata Concezione. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a: Martiniello Canio Via Circumvallazione Cell. 338 36 43 590 4 della “solidarietà”. La Fondazione “Insieme per…” con il suo Presidente Padre Angelo Palombo, nasce nel 2006 per diffondere i valori di solidarietà, accoglienza, carità attraverso la realizzazione di vari progetti umanitari. Essa ha già realizzato due edizioni dello spettacolo, rappresentando la vita di S. Gerardo Maiella sotto forma di musical nell’incantevole scenario del Lago S. Pietro, evento che ha ottenuto numerosi consensi consentendo la realizzazione di progetti di sostegno sia in Italia che all’Estero visibili sul sito internet www.grandespettacolo.it Lo spettacolo, giunto quest’anno alla terza edizione, è messo in scena su delle piattaforme costruite per l’occasione direttamente sul Lago di S. Pietro e offre agli spettatori un’emozione incomparabile con giochi di luci, fontane e decine di figuranti ballerini e attori che perfettamente sincronizzati offrono uno spettacolo davvero unico in Italia. Per Informazioni: Progetto “Il Grande spettacolo dell’Anima” Comunità Montana Alta Irpinia Corso Europa 12 83045 Calitri (AV) Tel. 0827-34100 www.cmaltairpinia.it Per informazioni Turistiche • Comune di Calitri: Luciana Strollo Cell. 3396211372 [email protected] • Comuni Comunità Montana “Alta Irpinia”: Fiorella Passaro Cell.3296448677 [email protected] Resp. Comunicazione & Marketing • Progetto “Il Grande spettacolo dell’Anima” Fernanda Ruggiero Cell. 3939753987 [email protected] Evento “Il Grande spettacolo dell’Acqua” Numero Verde 800919503 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 CONCETTA ZARRILLI L’ALTARE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI CALITRI I - decorazione, simboli e allegorie L a Confraternita dell’Immacolata Concezione di Calitri fu fondata il 15 febbraio 1710 dai missionari del gesuita Francesco Pavone, in particolare dal padre Domenico Francesco Castellano. l’iniziativa dei seguaci di padre Pavone, dalla spiritualità fortemente mariana, ebbe particolare successo tra i calitrani, ancora fortemente scossi dalla terribile tragedia del terremoto dell’8 settembre 1694, “istesso giorno della Madre Santissima”, che provocò la quasi totale distruzione dell’abitato e un grandissimo numero di morti e feriti1. Primo obiettivo della nuova confraternita fu quello di costruire la chiesa (i confratelli si riunivano in origine presso la cappella di San Michele Arcangelo), cosa che avvenne sul piccolo colle di San Biagio, situato fuori dalle mura, in corrispondenza della Porta del Pozzo. La chiesa fu pronta dopo quattro anni e il 9 aprile del 1714 l’arciprete e padre spirituale don Giovanni Barrata vi celebrò la prima messa. Negli antichi documenti della congrega, relativi ai conti dei Procuratori, già al 1714 si fa menzione dell’altare principale, ma non si trattava di quello che oggi possiamo ammirare; il primo altare era in pioppo e aveva una predella di quattro palmi; avanti a esso vi erano due sedili, e alla sua sommità vi era un quadro raffigurante l’Immacolata Concezione 2. l’altare maggiore, che ancora oggi si trova nella chiesa, fu realizzato negli anni 1738-47, successivamente al terremoto del 1732 che provocò dei danni alla chiesa e presumibilmente anche all’altare maggiore preesistente. Il nuovo altare, realizzato in legno di tiglio acquistato a Pescopagano, è largo quanto tutta la navata centrale della chiesa ed è alto fino alla base dell’arco maggiore del catino absidale. Nella parte inferiore, compresa fra due “portelle”, si trova la mensa, sorretta da quattro grandi volute intagliate disposte due a due con un angolo di 45 gradi. Le due porte laterali che immettono nella sacrestia in origine davano accesso al coro, arredato con stalli lignei oggi perduti. Sulla mensa vi è il ciborio, anch’esso in legno, con una porticina incorniciata da un ramo fiorito su cui è raffigurato il calice con l’ostia consacrata. Il paliotto reca intagliato uno scudo con il simbolo mariano della A e della M sovrapposte (iniziali di Ave Maria) e sormontate da una corona, completamente circondato da intagli di foglie svolazzanti, riccioli e volute. Due coppie di colonne tortili su plinti, le due centrali con fusto per un terzo decorato a volute e fioroni e per il resto a racemi, le due laterali decorate completamente a racemi, tutte sormontate da capitelli in stile composito, dividono la maestosa ancona in tre parti, che corrispondono a tre nicchie di diverse dimensioni, sotto le quali si trovano altrettanti medaglioni che rappresentano alcuni simboli della Vergine. Al di sopra, un timpano lineare, spezzato in corrispondenza delle colonne, separa l’ancona dal coronamento, costituito da grandi volute intagliate sulle quali siedono quattro angioletti dorati, e al centro, sempre incorniciato da volute, vi è il simbolo del fuoco eterno dello Spirito Santo, con baldacchino sormontato da una croce. Ai lati dell’ancona foglie e grossi ra- cemi sinuosamente si snodano per una lunghezza pari a quella delle colonne. Foglie accartocciate stilizzate che si intrecciano, si gonfiano e vanno a contorcersi in ogni direzione, secondo il gusto “rocaille”, costituiscono il principale motivo decorativo, che ricorre nelle colonne, nel coronamento, nelle cornici delle nicchie (soprattutto quelle centrali), nelle cornici dei medaglioni, nelle mensole che sorreggono le colonne laterali, nei pilastrini alla base di quelle centrali, nelle volute che reggono la mensa, nel paliotto; lo stesso motivo orna le parti più lisce (dietro il ciborio) e le due parti laterali, sia sotto forma di intaglio, sia in forma di disegno inciso e indorato. Altro elemento decorativo frequente è quello della valva di conchiglia, che troviamo in funzione di catino delle tre nicchie, a coronamento del medaglione sottostante la nicchia centrale, e in diversi altri punti, come ad esempio nei motivi applicati sulla parete liscia alle spalle del ciborio. Legata tradizionalmente alla condizione acquatica, la conchiglia, passando dal mito antico alla tradizione cristiana, si è evoluta man mano in simbolo di nascita, di maternità, e infine di santificazione o di resurrezione. In connessione con la Vergine Calitri 6 settembre 2007, solenne rito di dedicazione del nuovo altare all’Immacolata Concezione, da sinistra: Giovanni Polestra,Vitantonio Di Milia (priore), Giuseppe Di Maio, Gaetano Zarrilli, Gerardo Maffucci, Pietro Scioscia, Raffaele Antonio Pastore, don Maurizio Palmieri, S. E. Mons. Francesco Alfano,Vincenzo Cubelli, Domenico Di Salvo, Pasquale Cestone. 5 IL CALITRANO Maria, la valva marina visualizza il simbolismo della Madonna come conchiglia che custodisce nel suo seno la perla che è il Figlio di Dio, secondo le parole di Giovanni Damasceno: “Si allieti il mare del mondo, perché in lui è prodotta una conchiglia, la quale concepirà nel suo seno il celeste raggio della divinità, e darà alla luce Cristo, pietra preziosissima”. La conchiglia in ambito architettonico, in grande scala nelle absidi, e in piccola scala nelle nicchie (come in questo caso), è molto frequente in epoca barocca, sia per il suo alto valore decorativo, sia per i numerosi simbolismi a cui si richiama, da quello di “celeste volta - baldacchino glorificante”, a quello più profondo che la assimila all’orecchio e alla capacità di percepire il Verbo divino3. Nella decorazione dell’altare sono presenti altri simbolismi, in particolar modo per quanto concerne i tre medaglioni sottostanti le nicchie. Nel medaglione centrale, di maggiori dimensioni rispetto agli altri due, incorniciato da volute intagliate e sormontato da una conchiglia, è rappresentata la porta di una città di cui si vedono le case con tetti e finestre, con la cinta muraria, e due torri; nel primo medaglione laterale vi è rappresentata una fontana zampillante, nell’ultimo un giardino recintato. Nelle Litanie Lauretane, che risalgono al 1587, la Chiesa dà alla Vergine Maria gli epiteti di “Porta chiusa di Ezechiele”, “Porta dell’Oriente” e “Porta del Cielo”. La porta del medaglione dell’altare è infatti chiusa; questo motivo iconografico viene tramandato sin dall’epoca medievale, quando la Vergine veniva rappresentata sotto l’aspetto di una porta chiusa, come nel basamen- Calitri 1949/50 Corso Matteotti, di fronte al Bar Toglia, da sinistra in piedi:Alfonso Enrico Trofa (02.01.1932 † 25.07.2005) Canio Cerreta, Giovanni Acocella, Enrico Di Maio (09.10.1931 † 24.01.1952) deceduto mentre era ancora universitario, Michele Cicoira, Aniello Gerardino Basile (05.09.1932 † 12.06.1988); prima fila: Antonio Pasquale Miranda, Vincenzo De Nicola, Alfredo Di Carlo,Vito Savanella e Salvatore Frucci. N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 to degli scanni del coro di Amiens4. Il simbolo della porta viene spesso ripreso dagli autori romani, mentre Ugo di Fouilloy, nel XII secolo, scriveva che attraverso le porte di Gerusalemme si entra nella Chiesa e nella vita eterna5. Inoltre le stesse torri potrebbero simboleggiare la Madonna, nelle Litanie detta “Turris Davidica” e “Turris Eburnea”. Delle varie porte di Gerusalemme, la Porta della Fontana (o della Sorgente) era situata all’estremità sud-orientale della città, così come la Porta “tra le due mura” connessa al giardino del Re6. La chiesa dell’Immacolata Concezione di Calitri fu costruita anch'essa sul versante sud-est del paese, all’estrema punta; come si può vedere anche dall’incisione pubblicata nel 1703 nell’opera dell’abate Giovan Battista Pacichelli7, la “Porta del Pozzo” era l’unica del paese ad avere due torrioni di guardia, proprio come quella raffigurata sull’altare. Dunque la porta chiusa del medaglione simboleggia la Vergine Maria e rappresenta molto probabilmente una delle porte di Gerusalemme, forse la “Porta della Fontana” (una fontana è rappresentata sul medaglione di sinistra) o forse la “Porta tra le due mura”, vicino al giardino del Re (e un giardino è rappresentato sul medaglione di destra); nel riprodurla l’autore potrebbe essersi ispirato alla “Porta del Pozzo” di Calitri, che si trovava lì vicino e di fronte alla chiesa, tra i versanti sud ed est del paese, come le due porte di Gerusalemme (è da sottolineare inoltre l’analogia tra Porta del Pozzo di Calitri e Porta della Fontana o della Sorgente di Gerusalemme). Proprio nel corso del Settecento le descrizioni dei luoghi sacri di Gerusalemme erano molto diffuse, sia in prosa, sia sotto forma di “figure di carta”, e qualsiasi artista, sia pittore che scultore o intagliatore, le conosceva alla perfezione. Se consideriamo i due simboli della fonte e del giardino non inerenti a una delle due porte di Gerusalemme in questione, vediamo che comunque anch’essi, presi sia singolamente sia in connessione tra di loro, hanno un forte significato simbolico. Sempre nelle Litanie Lauretane, la Vergine è chiamata “Fons hortorum”, fonte di giardino, ed è “Hortus conclusus”, giardino chiuso. D’altronde il nome ebraico di “giardino”, “gan”, collegato al verbo “ganan”, che significa “proteggere”, fa pensare a una recinzione, a un giardino chiuso, come quello del medaglione di destra nell’altare. Il “giardino chiuso” più famoso, più ricco di simboli e più commentato dagli autori mistici, e dove è menzionata an6 che una fonte, è tuttora il giardino del Cantico dei Cantici: “Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa /sei fontana di giardino/ zampillo d'acque vive/ che scendono dal Libano”8. Per concludere va sottolineata l’importanza del leggere le opere d’arte contestualizzandole, non dimenticando le conoscenze e la cultura degli uomini che le hanno realizzate; un’attenta lettura, non “da distratti”, ci fa capire molte più cose, e in questo caso ha aiutato forse a spiegarci, oltre al significato di quei misteriosi disegni, anche le ragioni che portarono alla scelta proprio del colle di San Biagio per la costruzione della chiesa dell’Immacolata. Una scelta che potrebbe essere stata fatta non a caso, ma che ricalcherebbe in qualche modo il significato religioso e il valore sacro dei luoghi di Gerusalemme, città sacra in terra, nei secoli precedenti oggetto di culto e di guerra, a causa della sua difesa da parte di Cavalieri e Crociati, ma soprattutto la città-simbolo del cristianesimo, immagine sulla terra di quella città divina tanto vagheggiata nelle opere dottrinali e letterarie (come nella Divina Commedia), la cui struttura è stata spesso ricalcata nella costruzione di altre città, come ad esempio nel caso di l’Aquila, in Abruzzo9. NOTE 1 “Sendo anzi subissata che caduta con 1200 persone Calitri, con le case monasteri e chiese, e col sublime castello, ò palazzo che miseramente ingoiò il vecchio amico Francesco Mirelli, Dottore e padre del Marchese, la consorte, la sorella, e i figliuoli di questa, col cognato Oratio Carafa e altri”. (G. B. PACICHELLI, Lettere familiari istoriche ed erudite …, II, Napoli 1695, p. 358). 2 Calitri, Archivio Confraternita Immacolata Concezione (A.C.I.C.C.), Registro dei conti dei Procuratori [1714]. 3 M. PASCULLI FERRARA, Il simbolismo della conchiglia, in Atlante del barocco in Italia. Capitanata e Terra di Bari, a cura di V. Cazzato, M. Fagiolo e M. Pasculli Ferrara, Roma 1996, pp. 421- 422. 4 J. CHEVALIER, Porta, in Dizionario dei simboli, ed. ital. a cura di I. Sordi, Milano 1986, s.v.. 5 Ivi. 6 Gerusalemme. Porte e torri, in Dizionario Enciclopedico della Bibbia, Roma 1995, s.v.. 7 Cfr. G. B. PACICHELLI, Il Regno di Napoli in prospettiva, I, Napoli 1703, p. 254. Francesco Cassiano de Silva, per conto degli editori Mutio e Parrino, disegnò Calitri prima del 1694, mentre l’opera fu pubblicata nel 1703; nell’incisione è infatti visibile il famoso castello distrutto dal terremoto. 8 Riportato in J. CHEVALIER, op. cit.. 9 Federico II fece costruire l’Aquila rifacendosi alla pianta di Gerusalemme, invertendone però i punti cardinali. Per la ricostruzione dei simbolismi nella fondazione della città abruzzese cfr. L. CECCARELLI, La rivelazione dell’Aquila, l’Aquila 2005. IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 SVILUPPO E PROTEZIONE DELL’AMBIENTE Proteste, Effetto Nimby: dal No a tutto al Sì a tutto? L mento dei rifiuti in Campania sta produa drammatica situazione dello smalti- cendo in questi mesi fiumi di parole, di analisi, di polemiche, dopo aver purtroppo inferto un durissimo colpo all’immagine già molto appannata del nostro Paese nel mondo. Non basterebbe un’intera pubblicazione per riassumere l’agghiacciante sequela di errori politici, di valutazioni tecniche sbagliate, di spreco di soldi pubblici cui abbiamo dovuto assistere in 15 anni di gestione del ciclo rifiuti campano: uno scenario che forse solo oggi i più iniziano a comprendere appieno, e che ci propone da mesi l’intollerabile spettacolo delle migliaia di tonnellate di rifiuti abbandonate su chilometri e chilometri di strade napoletane e casertane. Non credo sia questa la sede per affrontare in maniera approfondita tali incredibili vicende, in cui inadeguatezza politica, interessi di parte, mancanza di sorveglianza della società civile e pesante condizionamento della malavita hanno portato al disastro oggi sotto gli occhi di tutti. Mentre scrivo queste righe il nuovo governo sta presentando il piano d’azione che prevede l’apertura di vecchie e nuove discariche come soluzione-ponte che porti al superamento dell’emergenza ed apra la strada alla costruzione di termovalorizzatori ed alla realizzazione diffusa della raccolta differenziata, come avviene in gran parte d’Italia e del mondo. Prendendo invece spunto dalle vicende che hanno coinvolto direttamente le popolazioni nella protesta contro l’apertura delle discariche (penso ad Acerra, a Serre, a Pianura, a Chiaiano, o, per rimanere in Irpinia a Difesa Grande e ad Andretta), intendo fare una breve riflessione sui risvolti sociali ed in qualche modo sociologici che oggi accompagnano le dinamiche tra istituzioni e cittadini nelle scelte e nelle politiche ambientali decisive per il Paese e per le comunità locali. ste, più o meno spontanee, di cittadini e di organizzazioni contro progetti di nuove opere ed infrastrutture, o di impianti che avessero a che fare con l’energia o con il ciclo dei rifiuti. Tutti ricordano le rivolte di Scanzano contro il deposito di scorie nucleari che era stato previsto in quella località, o le clamorose azioni di protesta messe in atto in Piemonte contro la TAV. In generale assistiamo a situazioni di contestazione generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, che prendono di mira la realizzazione di centrali elettriche, rigassificatori, termovalorizzatori. Chi studia questi fenomeni ha dato un nome alla protesta: la chiama fenomeno NIMBY (acronimo dell’espressione inglese Not In My BackYard, LAUREA Infiniti auguri alla neo-dottoressa Giuseppina Margotta che con una tesi su “Antonio Buero Vallejo: El Tragaluz, uno scorcio della realtà attraverso lo sguardo dei personaggi”, il 17 marzo 2008 si è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Auguri da Antonio, da mamma Maria Antonietta, da papà Vincenzo, dai nonni, parenti, amici e dalla Redazione. L’effetto Nimby Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale delle prote7 ossia non nel mio giardino). Si riassume con questa simpatica frasetta l’atteggiamento di chi contesta la realizzazione di un intervento che modifica lo status quo, e che dice:” Fatelo pure, ma non qui, non vicino a casa mia. Andate da un’altra parte”. Questo fenomeno ha assunto dimensioni enormi in Italia, molto più che negli altri Paesi occidentali. Basta leggere i dati dell’Osservatorio Nimby Forum dell’Agenzia di Ricerche ARIS (cui il sottoscritto collabora da 2 anni). l’Osservatorio monitora i fenomeni di conflitto ambientale e territoriale in tutta Italia, studiandoli dal punto di vista sociologico e della comunicazione. Nel 2007 (ultimi dati pubblicati) si sono registrati 193 impianti contestati sul territorio nazionale. Si va dalla discarica all’inceneritore, dalla centrale termoelettrica alla centrale a biomassa legnosa (brucia legno e produce energia), dall’impianto di compostaggio (un anello decisivo nel ciclo dei rifiuti e della raccolta differenziata) alla pala eolica produttrice di energia pulita. Si dice NO un po’ a tutto, con ragioni diverse, talvolta inconsistenti dal punto di vista tecnico-scientifico, talvolta con ragioni molto più solide. Si dice NO spesso per ragioni squisitamente politiche (chi contesta si candida alle elezioni amministrative o politiche e tenta di monetizzare il consenso catalizzato come punto di riferimento del gruppo di protesta), si dice NO per sfiducia nei confronti delle istituzioni o delle aziende che propongono l’impianto o l’infrastruttura. Si dice NO per scarsa conoscenza del “nemico”:non avendo sufficiente comprensione del progetto proposto, la comunità reagisce con diffidenza e paura, ribellandosi ad una decisione che percepisce come calata dall’alto, non condivisa, invasiva. Si dice NO perché il livello di consapevolezza di questi temi da parte della maggioranza della popolazione è molto basso (grande responsabilità, a mio giudizio, va attribuita alla superficialità con IL CALITRANO cui i media affrontano tali argomenti, privilegiando il sensazionalismo). Si dice NO, ancora, perché sulla protesta vivono e speculano numerosi portatori di interessi diversi: c’è chi soffia sul fuoco strumentalizzando la popolazione ignara per reconditi scopi di profitto personale, e c’è chi sfrutta la legittima volontà della gente di essere ascoltata, creando falsi miti e verissime basi di consenso politico locale e nazionale. Insomma, il quadro è molto complesso e spigoloso. Tuttavia il risultato del fenomeno pare evidente: un Paese rimasto indietro nei settori strategici delle infrastrutture, dell’approvvigionamento di energia, inadeguato nel fornire servizi ai cittadini, o carente nel rispetto dell’ambiente. Un Paese travolto dall’incapacità di decidere, le cui istituzioni non hanno saputo dare risposte adeguate e non hanno saputo (o voluto) dialogare con i territori, con la gente che aveva bisogno di essere informata per valutare, capire e decidere, in modo consapevole. Un Paese non coerente nella sua politica energetica, che non riesce a staccarsi dalle fonti tradizionali (petrolio, gas), e che non fissa un percorso chiaro per il futuro prossimo, quando la “sicurezza energetica” sarà l’obiettivo primario, decisivo per la sopravvivenza stessa di tutti i Paesi. Dall’analisi dell’Osservatorio Nimby Forum emerge un altro dato a mio giudizio cruciale: oggi chi propone un’opera, un’infrastruttura o un impianto difficilmente comunica e dialoga con le comunità locali. Le aziende fanno ancora una maledetta fatica ad aprirsi, a spiegare alla gente i loro progetti, ad ascoltare i cittadi- N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 ni ed a coinvolgerli, per quanto possibile, nelle decisioni che tutto sommato cambieranno comunque la vita di quelle terre. Non può quindi sorprenderci che la comunità interessata si trovi spesso nelle condizioni di dire NO. Non conoscenza Calitri, marzo 2008, Maria Di Cecca (scatozza) ha festeggiato il 60° compleanno e 40 anni di matrimonio con Vinequivale quindi a rifiuto e cenzo Zabatta (ciend’capill’), sposato il 10.02.1968. Da a paura. Per onestà intelsinistra: la figlia Michelina – i festeggiati – il figlio Antonio, la lettuale devo anche dire nuora Emanuela Borea, il nipote Alessandro Zabatta. che, nelle pieghe delle ricerche del Nimby Forum, si può leggere un altro elemento che risal- questo presupposto, ci si incammini con ta nitido: oggi il Nimby appare sempre eccessiva velocità verso una fase oppopiù come un atteggiamento di difesa del- sta, in cui il superamento del Nimby dil’interesse consolidato e particolare con- venti un altare al quale sacrificare il ritro l’interesse collettivo e generale. È ve- spetto dell’ambiente ed il coinvolgimenro che sfiducia e scarsa credibilità della to della società. Insomma, il pericolo è politica e dell’industria creano reazioni di che si passi da un “No a tutto” ad un “Sì rigetto, ma è altrettanto vero che si vede a tutto”, un processo dannoso almeno innalzare la bandiera della protesta senza quanto il precedente. Il modello per che neppure si sia indagato sulle ragioni guardare allo sviluppo compatibile ed aldi chi propone un progetto e sul valore la modernizzazione del Paese è quasi badella specifica proposta, ma per il sempli- nale nella sua semplicità teorica: diffuce fatto che esso si inserisce in una situa- sione della conoscenza, dell’educazione zione consolidata, smuovendo equilibri ambientale e dell’educazione all’uso stabiliti e ledendo interessi particolari. dell’energia; confronto, dialogo e parteNimby appare sempre più come sintomo cipazione dei cittadini nel perseguimendella difficoltà di accettare il mutamento. to di una strategia di sviluppo sostenibiIn questo scenario così complicato le, anche economicamente. Si sa però mi pare di intravedere, d’ora in avanti, un che in Italia i problemi nascono quando altro rischio con cui i decisori politici dei dalla teoria si deve passare alla pratica… prossimi anni dovranno fare i conti. Il ri- Auguri a tutti noi. schio, molto concreto a mio avviso, è che si passi da una fase di protesta diffusa e Giovanni Galgano di No a tutto ad una fase in cui, registrata ARIS; Agenzia Ricerche l’arretratezza italiana nelle infrastrutture Informazione e Società, Milano e nel sistema energetico e partendo da Osservatorio Nimby Forum Calitri, 29 settembre 1949: quasi sessant’anni fa la signora Rosa Gautieri, la prima a sinistra nella foto, convolava a nozze e la sorella Antonietta per festeggiare questo bellissimo ricordo ha voluto la pubblicazione di questa foto. Da sinistra Rosa Gautieri, la piccola sorella Antonietta, l’altra sorella Giuseppina, la mamma Cecchina e il babbo Canio (m’naciegghj). Un augurio anche dalla Redazione. Calitri 1° agosto 2007, settantesimo compleanno della signora Maria Iannece con alla sua destra il marito Raffaele Pastore e le cognate Vincenzina Pastore e Rosa Pastore. La Redazione partecipa con vivissimi auguri. 8 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 ANNIBALE COGLIANO Calitri e Bisaccia nella crisi del 1799 (IV) Fra fedeltà ai Borboni e adesione alla Repubblica: l’impotenza riformatrice alle radici di risposte politiche antitetiche C riore ai 5000 abitanti a fine ’700, fra i alitri, con popolazione di poco supe- comuni più popolosi della provincia, confinante all’estremo lembo orientale del Principato Ultra, terra ai confini della Capitanata, della Basilicata, del Principato Citra, offre, negli ultimi trenta anni del ’700, un esempio di trasformazione del paesaggio agrario e del rapporto pascoloagricoltura in un quadro di conservazione politica e di assorbimento relativamente indolore delle tensioni che pur si producono nel processo di cambiamento. Il conflitto, pur non toccando l’acutezza della vicina Bisaccia, è stato simile sino agli inizi degli anni ’9037: l’assegnazione di modeste superfici di demani universali per coltura (le Cesine, che danno tomoli 206 di grano all’Università); l’aumento esorbitante delle spese del bilancio comunale (lo stato discusso); l’altrettanto esorbitante e sperequata tassazione (che gli amministratori hanno portato a 13 grana l’oncia38, a fronte delle 4 previste dalle istruzioni generali del regno, caricando l’imposizione sul testatico - 12 carlini la testa - e sull’attività lavorativa dei bracciali); le modalità di esazione e l’occultamento dei beni di tanti proprietari, il peculato degli amministratori; l’intervento della Regia Camera della Sommaria (l’organo giudiziario amministrativo e finanziario dello stato centrale), dell’Udienza provinciale (il tribunale regio), della Regia Corte di Ariano chiamata ad intervenire per sospetta complicità dell’Udienza con una delle due fazioni locali; l’intervento armato di squadre di fucilieri e soldati, incidenti con spargimenti di sangue, e procedimenti susseguenti ad modus belli, criticati dalla stessa Udienza che non ritiene estendibile la procedura per questioni relative ad un contenzioso di carattere civile; la longa manus del barone, Carlo Mirelli, principe di Teora, creditore fiscalario dell’Università per 964 ducati annui, interessato alla diminuzione di spesa e alla messa sotto accusa degli amministratori in carica, per il solo fine di inabilitare la loro azione legale e politica contro i suoi abusi nella limitazione del pascolo e di altri usi civici nel demanio di Castiglione (giuridicamente feudale, ma di fatto comunale perchè fittato dall’Università in perpetuo da oltre un secolo e mezzo). Protagonisti sotto accusa sono i Margotta (Giuseppe, esattore della tassa catastale, e Antonio, più volte sindaco e fra i proprietari con l’imponibile più elevato), esponenti della famiglia di affittatori e proprietari armentizi più in vista e che usciranno battuti alla fine degli anni ’90. Chiave di volta nella prima metà degli anni anni ’90 è la diversa destinazione d’uso di notevole parte dell’antico e vasto territorio feudale di S. Maria in Elce, soggetto a possesso e giurisdizione particolare, che eguaglia in estensione i demani feudali e universali, e che costituisce il ventre molle del dirottamento dei conflitti fra le fazioni in campo dei galantuomini. La crisi del 1799 ne è l’approdo ed insieme la cartina di tornasole. Calitri resiste come nessuna altra terra della provincia alla democratizzazione, fosse pure quella apparente e di circostanza per tenere lontane le truppe francesi e repubblicane. La sua collocazione strategica ne fa, fra l’altro, un punto di riferimento per le forze realiste, sia nella fase di preparazione delle Roma, 1° gennaio 2008, i coniugi Vincenza Maffucci (Ang’legghia) e Angelo Cestone (Panculosc’) hanno felicemente festeggiato il loro cinquantesimo anno di matrimonio. Auguri da parenti, amici e dalla Redazione. 9 insorgenze che della regalizzazione definitiva. La sua connotazione politica è uno scandalo e una sfida permanente alla forza della repubblica nella zona. Ancora ad aprile inoltrato, non vi è stata modifica istituzionale di sorta o atto simbolico di circostanza di adesione alla Repubblica. Cosa mai spiega questa eccentricità, tetragona ad ogni minaccia? Crediamo che la risposta sia semplice e disarmante allo stesso tempo: la cittadina è interessata a conservare ciò che ha appena conquistato, ossia la messa a coltura armata manu dei territori dell’abbazia di S. Maria in Elce nelle località Spineto di Luzzano, Pascone, Difesella, sui quali per la prima volta nella sua storia ha applicato in modo massiccio i suoi pretesi diritti di confinazione (secondo quanto fissato con Carlo II d’Angiò nel 1395), i suoi diritti di usi civici di aratura e semina (concessione di Ferdinando II nel 1496 e accordo scritto sancito nel 1507 fra l’abate protempore, Massenzio Gesualdo, e l’Università)39, dirompenti rispetto ai tradizionali usi promiscui di pascolo sempre riconosciuti pacificamente all’Università. La Badia possiede centinaia di ettari di territori coltivati e boscosi, e due grance in altre terre (una in Venosa e un’altra in Andretta), in una della quali vi è un molino. A fine Settecento, l’antichissima, millenaria abbazia ha ancora un valore capitale di poco meno di 100.000 ducati ed è affittata per un estaglio annuo superiore a 3000 ducati; fra chiese, capitoli e luoghi pii non abitanti, che sono tassati per 4385 d’imponibile solo essa raggiunge le 3956 once. La questione della messa a coltura dei terreni ha attraversato negli ultimi anni le fazioni dei galantuomini che si sono avvicendati nel governo dell’Università. Passata dalla famiglia Gesualdo, poi Ludovisi, al principe di Teora, che ne ha il juspatronato e la giurisdizione criminale e civile delle prime e seconde cause, l’abbazia è stata il ventre molle su cui prima sono esplose le tensioni fra massari di animali e contadini, e poi sono state dirottate le richieste di messa a IL CALITRANO coltura alimentate dalla prammatica Palmieri. Già agli inizi degli anni ’90 vi è stato un primo disboscamento e dissodamento, che ha portato ad un intervento del Sacro Regio Consiglio per lite insorta su terreni promiscui ad uso di pascolo con l’Università. Sulla modifica colturale e sul nuovo affittatore è precipitato lo scontro di fazione e cittadino complessivo. Nuovo aggiudicatario nel 1793 è stato Michele Margotta di Calitri, che lo ha strappato ai precedenti affittatori, l’onnipresente Donato Rago, di Bisaccia, e Michele Zampaglione, di Calitri, l’esponente più in vista della famiglia che da secoli ha fornito agenti ed erari ai locali feudatari. Paventando il vento che spira, il nuovo contraente ha apposto una clausola vincolante alla non innovazione della destinazione d’uso già affermatasi dei terreni a pascolo, a bosco e a coltura. Di più: prima della entrata in possesso, in via cautelativa, il nuovo affittuario ha denunciato alla Regia Camera della Sommaria la possibile modifica colturale da parte degli affittuari il cui contratto sta per scadere, Michele Zampaglione e Donato Rago (temendo in particolare il taglio di alberi, la messa generalizzata a coltura, la manomissione delle attrezzature e ricoveri, fontane per animali, guardiani, ecc.). La recente nuova occupazione di terre (per la quale non vi è stata alcuna corresponsione di estaglio, e che, caricata nel nuovo bilancio preventivo di agosto 1799 per ben 1000 ducati, dovrebbe ammontare ad almeno 1000 tomoli), che ha visto la partecipazione di circa 500 bracciali, tutti rubricati, ha avuto a capo del movimento il sacerdote don Giovanni Cestone, già eletto deputato ad lites per conto dall’Università, sin dal 1796, nei tribunali di Napoli. Del conflitto sociale e della legittimità delle modifiche colturali, fra il 1797 e il 1798 è investito il Sacro Regio Consiglio, chiamato a pronunziarsi nella causa fra l’abate pro-tempore e l’università di Calitri. Il Sacro Regio Consiglio, con un decreto ad hoc, non riconosce il diritto di arare e seminare, ma solo quello di pascere, acquare, legnare; l’università di Calitri ritiene invece che i suoi antichi diritti debbano valere anche per la messa a coltura. Il sacerdote Cestone, in una supplica al re ricorda come […] “L’Università di detta terra da tempo immemorabile possiede il diritto di pascere, acquare e legnare, come pure di arare e seminare in taluni territori di quella pertinenza che diconsi della Badia di S. Maria in Elce, denominati Luzzano, Pa- N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 LAUREA Carolina Leone nel giorno della Laurea con i genitori Amalia Uliano e Angelo Leone. Sotto: Abano Terme, la dott.ssa Carolina Leone col marito Matteo dott. Penzo. Il 6 dicembre 2007, presso l’Università degli Studi di Padova si è brillantemente laureata, con il massimo dei voti, in Lettere e Filosofia Carolina LEONE discutendo una tesi su “Un Arato illustrato nel Rinascimento” All’attivo di questa giovane signora va detto che dal 1994 è diplomata Infermiera Professionale e lavorando ha continuato i suoi studi fino alla Laurea. Nel 2003 si è sposata col dott. Matteo Penzo ed hanno due bellissime figlie, Anna e Laura. All’orgoglio dei genitori e del marito, aggiungiamo gli auguri della Redazione per un avvenire pieno di soddisfazioni. scone, Difesetta, siccome chiaramente appare da certa verificazione di confini fatta nel 1295 per ordine di Carlo II d’Angiò, e da una concessione di Ferdinando II nell’anno 1496; e da un in strumento infine dell’anno 1507 tra l’università suddetta e l’abate d’allora Massenzio Gesualdo”40. I massari e proprietari di armenti, interessati alla conservazione dei soli usi civici del pascolo e bosco, riescono ad insediarsi fra il settembre del 1797 e l’autunno del 1798 al governo comunale, e tentano la carta politica accusando il sacerdote Cestone di aver trasmesso alla popolazione calitrana false notizie in merito al decreto 10 emesso e di ispirarsi al giacobinismo (di voler fare “peggio de’ francesi”). Ma il sacerdote respinge il tutto come calunnie e chiede un’inchiesta vera, mostrandosi disponibile a portare testimoni da Calitri a Napoli per qualsiasi ulteriore verifica. La Real Camera, subentrando al Sacro Regio Consiglio, dopo un primo intervento del re, nel settembre del 1798, non accoglie l’imputazione di reità di stato e ritiene legittima la messa a coltura in base ai privilegi antichi accordati all’Università. La crisi politica degli inizi del 1799 coglie dunque la stragrande maggioranza della popolazione interessata alla conservazione delle conquiste appena conseguite con l’avallo del re. La minaccia della loro perdita può provenire solo dalle innovazioni e dalle forze repubblicane comandate dal determinato sacerdote Di Guglielmo della vicina terra di Andretta, detenuto per omicidio di un parente suddiacono da quattro anni nelle carceri della capitale e liberato con l’arrivo delle truppe francesi. Dopo il sacco della vicina Bisaccia, potrebbe essere la volta di Calitri. Di Guglielmo, già il 19 febbraio (1 germile), nell’indirizzarsi al sindaco di Calitri fra blandizie e rassicurazioni, volte a demolire la propaganda con cui sono stati presentati i francesi e la Repubblica appena costituita (la minaccia dell’onore, della vita, degli averi, dei deboli), al richiamo della comune terra natia, ha minacciato l’uso della forza, solo provvisoriamente sospesa: Libertà Eguaglianza Andretta, 1 germile, anno 7 della Repubblica Cittadino amico, con sommo mio rincrescimento sento che questa popolazione vuole stare sotto il gioco tirannico, pieno di un fanatismo di alcuni falsi proclami, sparsi da spiriti maligni per farci distruggere uno coll’altro. Aprite gli occhi e date uno sguardo al vostro ritratto, che lo ritroverete squallido e lacero, così ridotto dal fuggitivo tiranno, il quale vi ha rubato, una con le sostanze, i vostri figli, non avendo avuto ritegno di radunarsi anche la paglia. Cittadino, v’invito a far capire al Popolo che io sono un paesano e che ho respirata l’aria vostra istessa, io son venuto a portar pace a tutti, e non già guerra. Le truppe le ho lasciate indietro per non rovinare le nostre popolazioni; ho avuto davanti gli occhi il vostro onore, la vita, le vedove ed i pupilli. Io desidero che il valore di questi cittadini si adoperasse a favore di questi cittadini della Repubblica, e non più contro loro stessi. Se volete che io venga, IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 verrò solo e da paesano, semplicemente accompagnato da voi stessi. Io sarò un semplice testimonio delle vostre allegrezze nell’alzarsi l’arbore della libertà, vi terrete l’arme per la difesa della padria, senza riportarne castigo alcuno di quanto sino ad ora si è oprato. Se voi sarete renitenti a questi miei inviti, non vi lagnate, o cittadini, se verranno le truppe a spogliarvi di tutto. Per mio regolamento aspetto risposta, e per non dar passi ulteriori, v’invito alla pace. Salute e fratellanza. Il comune amico e cittadino Vincenzo Guglielmo, Capitano Comandante La democratizzazione forzosa41 e gli schieramenti in campo sono un corollario dei conflitti del decennio. L’erezione dell’albero, il 4 aprile del 1799, possibile solo per l’intervento armato del comandante Vincenzo di Guglielmo della vicina Andretta, ha fra i protagonisti galantuomini, affittatori, massari e pastori sconfitti non rassegnati. La maggiore “premura e insistenza” è del magnifico Giuseppe Margotta, fratello di Michele e prossimo aggiudicatario dell’immenso demanio feudale di Castiglione, tenuto al momento da Michele Zampaglione suo rivale, il cui contratto scade a fine anno. Con i Margotta sono schierati don Donato Antonio e Carlo Tuozzolo, altri grandi armentari, locati da secoli nel Tavoliere di Puglia, e locati e galantuomini minori: Domenico Imperiale, Rocco Polestra, don Michele Cioglia, don Bonaventura Gervasio (i quali avrebbero usato violenza per far indossare i simboli repubblicani, e soprattutto preso contatti con il Presidente della municipalità di Bisaccia per concertare il saccheggio di Calitri e la fucilazione di Nicolais, Berrilli ed altri), e dal segretario Giuseppe Rinaldi, “che disponeva di tutto e che portava la nocca tricolore della Repubblica.” Gli sconfitti dalla forza armata riescono però, nell’elezione della municipalità nello stesso giorno, forti del numero e del consenso della popolazione, ad imporre Vincenzo Berrilli a comandante della Guardia Civica, vale a dire a neutralizzare militarmente e politicamente la municipalità. I Margotta, i Tuozzoli e Vincenzo di Gugliemo perderanno la loro battaglia: Calitri sarà la prima terra ad essere regalizzata a fine maggio, protagonista il magnifico Vincenzo Berrilli e Giuseppe Rabasca con il sopraggiungere della truppa a massa dell’Armata cristiana, capeggiata da un altro sacerdote, Antonio Greco. L’albero reciso agli inizi di maggio mai più sarà innal- zato, nonostante le possibili aggressioni dalle vicine terre di S. Fele della provincia di Basilicata e di Bisaccia. Vincenzo di Guglielmo, sarà fra i rei di stato esclusi dal primo e secondo indulto42, e finirà la sua vita oltre venti anni dopo, barbaramente trucidato da detenuti comuni, suoi compagni di cella, in un carcere di un’isola siciliana. A decidere della sua sorte e dell’oblio calato sul suo nome, sarà il ricordo vendicativo della leggerezza cinica della forza da lui usata e minacciata. I Margotta e i Tuozzoli (il cui cognome di muterà in Tozzoli), memori dei rischi connessi agli schieramenti politici frettolosi e rischiosi, sapranno invece adeguarsi nei decenni a venire e per tutto l’Ottocento alle numerose crisi istituzionali e politiche, facendo della prudenza e dell’opportunismo la loro virtù, intrecciando ancora le loro fortune con quelle degli Zampaglione, rivali sì, ma non sul piano della fedeltà a chi governa. Appendice documentaria Consulta presentata al Re dal S. R. C. l’8 giugno del 1798: “S.R.M. Sin dall’anno 1796, si lagnarono alcuni cittadini di Calitri che altri loro connaturali cercarono di togliere loro il dritto di pascere, aquare, legnare ne’ territori della Badia di S. Maria in Elce, detto Spineto di Luzzano, Pascone, e Difesella, con ridurre questi a coltura e smacchiandoli. Le di loro lagnanze furono contro di molti, e fra gli altri il sacerdote don Giovanni Cestone e di Vito Antonio Margotta, come fomentatori di tutto ciò contro gli ordini del S.C. Questo supremo tribunale però, a fine di correggere questi attentati in aprile 1797 ordinò che niente si fosse posteriormente innovato, che l’innovazione si riducessero al primo stato e che si prendessero le diligenze,e, se occorresse, l’informazione contro de’ contravventori. Tanto sarebbesi dal subalterno della Regia Udienza di Montefusco seguito, purché un gran numero di Calitrani non gli si fusse opposto prima con delle ingiurie ed espressioni di molto avanzate, e posteriormente minacciandolo di vanire a’ fatti. Stimò proprio detto subalterno perciò di eseguire l’ultima parte degli ordini incaricatigli, cioè di compilare di tutto l’avvenuto l’informazione. Adempì infatti a tutto ciò con quella ritualità all’uopo necessaria, ed avendola qua rimessa, si videro rubricati circa 500 calitrani, e siccome eziandio 11 dubitava di maggior delitto, si vede l’informazione stessa passata alla Giunta di Stato, e da questa con suo decreto, accompagnato da Vostro Real rescritto, rimessa a questo supremo tribunale, affinché continuasse a procedere, e trovando cosa di cognizione della Giunta di Stato, avesse riferito. In seguito di tutto ciò, il Fiscale dichiarò le sue istanze di citarsi cioè tutti i rubricati ad informandum a dieci però per volta, e rispetto al sacerdote don Giovanni Cestone farsi alla M. V. consulta per destinarsi chi debba contro di questo procedere. Trovò giusta il S. C. questa istanza, per cui a 28 del passato aprile, ne ordinò con suo decreto l’esecuzione, e contro a’ laici si sono incominciati a spedire gli ordini corrispondenti; rimane ora al Vostro Sovrano arbitrio il risolvere chi debba essere il giudice dell’attentati, che diconsi del suddetto sacerdote Cestone commessi. Iddio intanto conservi la M. V. e Vostra Real Famiglia per consolazione di tutti coloro che vantansi essere vostri sudditi. Dal Sacro Consiglio, 8 di giugno 1798 Di Vostra Maestà, umilissimi vassalli [seguono le firme dei suoi membri: Filippo Mazzocchi, Domenico Capece Zurlo, Voncenzo Sanseverino, Giacinto Troisi] E ancora il Sacro Regio Consiglio in altro parere inviato al re: “Se al prete Cestone si voglia dare un giusto castigo proporzionato al delitto in avere sedotti taluni non solo alla contravvenzione degli ordini di magistrati supremi; ma altresì al tumulto ed alla sedizione, è certamente da rimettersi per l’ulteriore processura o alla Giunta di Stato, o almeno alla Giunta per i misfatti de’ preti, cui preside il Cappellano Maggiore con altri togati; mai però deve prender parte in così fatta ulteriore processura contro del prete la curia ordinaria di Conza, sia perché si sono offese l’autorità del S. C., sia perché la materia è tale che ha bisogno di tutta l’autorità di un collegio di Magistrati. NOTE 37 Cfr. ASNA, Attuari diversi, b. 228, fascicoli vari, e Pandetta Negri, b. 209. 38 L’oncia è un’unità di misura dell’imponibile sulla rendita calcolata sulla moneta corrente che è il ducato (= 10 carlini = 10 grana). 39 Cfr. ASNA, Ministero Affari Ecclesiastici, b. 1355, e ASFG, Dogana II serie, b. 855, fasc.lo. 17440. 40 ASNA, Ministero Affari ecclesiastici, b. 1355. 41 Cfr. ASNA Pandetta Negri, b. 250, fede degli amministratori del 19 agosto. IL CALITRANO Riccione, 28 dicembre 2007, i signori Vincenzo Galgano ed Antonietta Tartaglia festeggiano i loro 50 anni di matrimonio. Un augurio da tutti gli amici, conoscenti e dalla Redazione. N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 Mariano Comense, 16 gennaio 2008, i coniugi Vito Scoca e Annunziata Maria Russo hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio e il giorno 20 gennaio le famiglie Scoca e Russo si sono riunite per l’occasione. Auguri ai coniugi Vito e Annunziata Maria per il loro 50° anniversario di nozze da tutti i parenti, gli amici e dalla Redazione. Calitri 4 novembre 2005, i novant’anni di Mariantonia Melaccio, da sinistra: Tonino Miranda, genero della festeggiata, Franca Vallario moglie di Pasquale, Raffaele Fierravanti, Celeste Fierravanti figlia di Pasquale,Celeste Fierravanti figlia di Raffaele,Pietro Fierravanti figlio di Pasquale, Maria Cerreta moglie di Raffaele; in prima fila: Francesca Cestone, figlia della festeggiata – la festeggiata – Celeste Cestone, altra figlia, Federico Fierravanti, figlio di Raffaele e la piccola Emanuela Fierravanti, figlia di Pasquale. Calitri 7 agosto 1966, campo della Madonnella, torneo estivo di calcio, da sinistra: Salvatore Zabatta (mart’lan’), Donato Zarrilli (zd), Canio Miele, il professore Giuseppe Di Milia,Angelomaria Maffucci (s’nd’mend’); prima fila: Giuseppe Miele, fratello di Canio,Antonio D’Emilia (c’cch’tiegghj), Attilio Melaccio (t’nend’), e Canio Pastore. Calitri 15.08.2007, presso la casegghia r’ M’chel’ l’urt’lan’ da sinistra: Lucia Santina Di Milia in Caruso, Giovanni Sicuranza (u’ barbier’), Donato Maffucci (patr’nett’), Maria Maffucci in Di Cecca e Rosa Gallucci in Maffucci. Salerno 1956, i liceali Giovanni Marmo, Raffaele Marra e Peppino Di Milia. 12 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 LAUREA Roma 10 novembre 2007,“Giornata delle Arciconfraternite”: l’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Calitri. Da sinistra ultima fila: Claudio Polestra, Giovanni Polestra, Canio Fierravanti, Mario Lucadamo, Michele Borea (il più alto); seconda fila: Gaetano Zarrilli, Salvatore Fierravanti, Canio Codella,Vitantonio Di Milia (priore), Giovanni Tuozzolo, Pasqualino Margotta; sempre da sinistra: Domenico Di Salvo, Giuseppe Codella, Giuseppe Mario Maffucci,Adriano Cubelli,Vincenzo Cubelli (si vede solo la testa), Vincenzo Galgano con occhiali scuri,Vincenzo Coppola, Donato Pastore (si vede solo la testa), Pasquale Calà, seconda fila: Raffaele Cardinale, Salvatore Strollo, Canio Gautieri, Angelo Cestone in abiti civili, Giovanni Gervasi; prima fila: Giovanni Galgano, Antonio Fiordellisi con baffi, Pasquale Cestone e Sergio Fasulo. Il 17.11.2007 presso l’Università cattolica del sacro cuore A. Gemelli di Roma,Facoltà di medicina e chirurgia, Patrizia Gautieri ha conseguito la Laurea triennale in fisioterapia discutendo la Tesi: Ictus evento da prevenire,patologia da riabilitare. Il marito Michele, i genitori Vincenzo e Lucia,i suoceri Vito e Maria,fratelli,sorelle,cognati e cognate, si uniscono alle felicitazioni per la laurea conseguita.Auguri anche dalla Redazione. I CALITRANI storia per immagini Zurigo 5 aprile 2008, in prima fila, in piedi, il nostro concittadino Giuseppe Gautieri – membro del direttivo della Consulta della Regione Campania – che ha organizzato in Svizzera l’incontro con le autorità Svizzere, la Regione Campania ed i rappresentanti delle Associazioni Campane in Europa. Roma 13 gennaio 2008, il piccolo Riccardo di sei mesi insieme ai genitori Gianluca e Alessandra Pareggiani, che inviano un forte abbraccio a tutti i parenti calitrani. Roma, 1962 durante una gita: Pasquale Di Muro (‘u pueta), Vito Della Valva e Vincenzo Gallo (‘u tintor’). 13 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 I CALITRANI storia per immagini Calitri 15 febbraio 2008, 50 anni di matrimonio di Vito Galgano e Benedetta Galgano con le tre figlie, da sinistra: Luigina, Benedetta,Vito, Cosima e Maria Gaetana. Con gli auguri della Redazione. Mariano Comense, Donato Maffucci ha compiuto i nove anni il 15 giugno 2008 e Aurora Maffucci ha compiuto gli 11 anni il 3 luglio 2008: auguri dai nonni e dalla Redazione. Calitri 3 settembre 2006, battesimo di Dylan Gautieri, da sinistra: Salvatore Gautieri, Angela Sanò Di Maio,Vincenzo Gautieri e Gerardina. Lavena Ponte Tresa, 30 aprile 2005, matrimonio di Massimo Nicolais e Francesca Mazzei; da sinistra: Rosaria Ruberto,Antonio Nicolais – gli sposi – Maria Germano e Giuseppe Mazzei. 14 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 Belgio 2005, quattro generazioni di Felina Di Carlo nata a Calitri il 06.01.1930 da Michele e da Lucia Cicoira; da sinistra: Roberta Bianchi (1975) con in braccio Van de Laar Melissa (2005), Luigia Gisa Prata (1951) e Felina Di Carlo. Venezuela, Caracas 1° luglio 1962, in occasione del battesimo di Angela Zabatta; da sinistra in piedi:Antonio Petito (pr’hatorij), Rosario Schiavo, Lisetta moglie di Schiavo,Vittoria Galgano (r’nategghia) con in braccio la piccola Angela nata a Caracas il 22.05.1962, Pietro Zabatta (ciend’capill’/ 23.03.1936 † 22.12.1983); seduti: Michelarcangelo Galgano (rend’ror’), Antonietta Lampariello (Daharora) moglie di Galgano, Antonio Zazzarino con la moglie Maria Irace e Gaetano Di Cairano (laquequa). Cantù (CO) 23 marzo 2008, festeggiamento della Santa Pasqua in casa di Gaetano Ramundo, da sinistra:Valentina Fragomeni, residente a Milano, dottor Giuseppe Ramundo figlio di Gaetano e di Lucia Rosa Zabatta, residente a Milano, Salvatore Ramundo, Angela Ramundo sorella di Salvatore, residente a Como, Luciana Nicolais, residente a Como, Lucia Rosa Zabatta e Domenico Baldisarro, residente a Como. Venezuela, Caracas 20 maggio 1970, da sinistra Vittoria Galgano (R’nategghia), residente a Caracas, il piccolo Giuseppe Luigi Zabatta, Pietro Zabatta (ciend’capill’/ 23.03.1936 † Caracas 22.12.1983) e le sorelle Angela e Vincenzina Zabatta, residenti a Caracas. Calitri 12 giugno 1976, i coniugi Maria Zabatta e Vincenzo Di Cairano in costume calitrano. 15 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 FESTA DELL’IRPINIA A CAMBIANO C dell’Irpinia” curata dai circa cento volontari dell’“Associaambiano (TO) è quest’anno alla quinta edizione della “Festa Lo stress organizzativo è stato appagato dal successo oltre ogni aspettativa: basti pensare che sono stati serviti più di tre quintali e mezzo di caciocavallo, quattro quintali di salsiccia e salame (tutto doverosamente di produzione di aziende calitrane), oltre che due quintali di pasta. Invitato d’eccezione il gruppo Folkloristico di Calitri “I Uagliun r’u Affj”, che, sfilando per le vie e le piazze del paese, ha allietato con i suoi balli popolari ed i suoi costumi tipici l’intero pomeriggio e la serata del sabato 9 giugno. Tantissimi conoscenti ed amici calitrani si sono stretti attorno al gruppo, apprezzandone l’attrattiva e non sono mancati momenti di emozione. I componenti il detto gruppo folkloristico ringraziano gli organizzatori per l’ospitalità, la cortesia e le attenzioni loro riservate, esprimono entusiasmo per la familiarità ed il cameratismo che immediatamente si è instaurato con i volontari e, per l’edizione di quest’anno, augurano loro di “bissare” il successo dell’anno scorso. zione per la conservazione delle tradizioni popolari”, organizzatrice dell’evento annuale. Tale avvenimento è caratterizzato da due giorni di manifestazioni popolari, alla rievocazione del gusto e dell’atmosfera della nostra terra irpina, con spettacoli, danze, musica, raccolte fotografiche, stands espositivi di prodotti artigianali e stands gastronomici con degustazione. Cambiano, come tanti paesi limitrofi ai grandi centri del nord, è in gran parte abitato dai nostri conterranei infatti è forte la presenza di persone originarie di Monteverde ed Aquilonia, ma non manca gente di Calitri, Bisaccia, Rapone, Rocca San Felice, ecc. L’edizione 2007 (8 e 9 giugno) si è aperta con lo spettacolo dedicato al patrono San Gerardo Maiella. I visitatori, più di cinquemila persone, nel corso dei due giorni si sono riversati copiosi nelle strade di Cambiano da tutto l’hinterland torinese, raddoppiandone la popolazione. Terry Maffucci Mostra “Dialogo con la Materia” L'artista avellinese Luigi di Guglielmo - di Calitri precisamente - ha partecipato in aprile con una delle sue emblematiche sculture lignee alla XXIII edizione del Premio Italia per le Arti Visive tenutasi nell’Ex-Fornace Pasquinucci a Capraia Fiorenti- na, manifestazione promossa ed organizzata dalla rivista “Eco d'arte moderna” di Firenze. Ottenuto in quell'occasione un premio editoriale l'artista è stato anche invitato dalla stessa rivista a comporre, assieme ad altri quattro artisti, la mostra "Dialogo con la materia" presentata dal 24 maggio al 5 giugno presso la galleria Gadarte in Firenze. La mostra ha suscitato grande interesse creando un incontro tra personalità espressive diverse ma comunicanti attraverso l'uso di materiali naturali ed artificiali, arcaici e moderni, impiegati per assecondare ricerche di connotazione per lo più astratta-informale ma arricchita da evocazioni simboliche e figurali, tanto nella valenza plastica che in quella pittorica. Di Guglielmo con i suoi legni vissuti, forme recuperate da vecchi elementi d'uso e ricontestualizzate con interventi minimali in sculture del tempo. Accanto a lui le opere forgiate in ferro e inserimenti in acciao di Filippo Quochi, le superfici costruite con assemblaggi in plastica di Sacha Garcia, le tele corrugate ed aperte in squarci con frammenti di materiali vari di Marcela Bracalenti e i reperti murari di Antonio Maestrini che conFirenze, 24 maggio 2008, Galleria d’Arte via S. Egidio, apertura mostra “Dialogo con tengono collage di memorie diverse. la Materia”, da sinistra: M. Eleonora Ramundo, il marito Vincenzo,Alfonso Acocella, Luigi Di Guglielmo, Maria Zabatta, moglie di Alfonso,Angela De Nicola,Angela Armiento, Maria Rosa Galgano moglie di Di Guglielmo. 16 Roberta Fiorini IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 EMILIO RICCIARDI L’IRPINIA NEL SETTECENTO (IV) C zione del Principato Ultra ontinuando la lettura della Descri1 secondo l’ordine alfabetico usato dall’autore, è adesso il turno delle città di Conza e di Lacedonia2, due centri che, sebbene avessero in comune l’origine antichissima, presentavano una storia molto diversa. Lacedonia infatti, dopo la distruzione subita durante la seconda guerra punica, era rimasta “desolata” e non era più riuscita a risorgere dalle sue rovine. Agli inizi del XVIII secolo il piccolo centro, popolato da meno di tremila abitanti che vivevano “scarsamente […] per lo poco frutto” che riuscivano a trarre “dalle loro campagne ristrette, ed inculte”3, era la sede di una minuscola diocesi che comprendeva, oltre a Lacedonia, la sola terra di Rocchetta Sant’Antonio; i due paesini erano parte del grande stato feudale del principe Doria di Melfi4. Anche Conza, che pure aveva avuto una storia molto più illustre di Lacedonia, e che in età romana e medievale era stata uno dei centri più importanti della Campania, negli anni Trenta del Settecento appariva ridotta a povera cosa, a causa dei terremoti che nel corso dei secoli avevano più volte distrutto l’abitato e ucciso la maggior parte dei suoi cittadini. La città irpina, acquistata pochi anni prima dai principi Mirelli di Teora, mostrava ancora le ferite del sisma che l’aveva colpita nel 17325, dopo il quale i sopravvissuti, spinti “da natural avversione al luogo del ricevuto male”, avevano abbandonato il centro abitato e si erano ridotti ad abitare, come altre volte era successo nella storia della città, “nelle sue vicine campagne, e di lei territorio”, lasciando la città “disabitata, e quasi che all’intutto distrutta […]non dimorandovi colà, che taluni pochi secolari, ed altri pochi preti”6. Nelle poche righe dedicate alla sede vescovile conzana l’autore del manoscritto sottolineava che, a causa del recente terremoto, nemmeno l’arcivescovo risiedeva nella città principale della sua diocesi, ma nell’episcopio di Sant’Andrea. Proprio a causa della “scarsezza” di Lacedonia e di Conza, la descrizione dei due paesini si sofferma più sulle glorie del loro passato che sul loro stato presente e l’autore, a differenza di quanto aveva fatto trattando di città più prospere come Ariano, Montefusco o Avellino, tralascia perfino di compilare l’elenco delle famiglie locali che fossero “per averi, o per nascimento assai rimarchevoli”. Qui di seguito si riportano le pagine relative a Lacedonia e a Conza; si è cercato, compatibilmente con le esigenze tipografiche, di renderle come appaiono sul manoscritto. L’apparato critico originario è stato riportato tra pa- XXVII FIERA INTERREGIONALE DI CALITRI Un impegno per le zone interne del Mezzogiorno Rassegna espositiva specializzata nei settori dell’Artigianato, dell’Industria, dell’Agricoltura del Turismo e dei Servizi Dal 24 al 31 agosto 2008 Un appuntamento per la Rinascita e il consolidamento delle nostre contrade 17 rentesi e in corsivo,senza sciogliere le abbreviazioni usate dall’autore; nello stesso modo e con lo stesso carattere sono state riportate le glosse a margine di alcune pagine. *** Cedogna Città antichissima e assai buona, come le dilei rovine dimostrano, e gli Autori ce la devisano. Vedesi situata nel fine della Provinzia, ove questa da Basilicata verso Levante si disiunge. Fu ella anticamente chiamata Herdonea, come attesta Filippo Cluverio, che si oppone a coloro, i quali vollero, che Laquidonia, o Aquilonia ancora si chiamasse. Di questa città, in più luoghi della sua storia, ne fa Tito Livio ricordanza, spezialmente nel libro 27, ove rapporta di averla Annibale bruggiata, e che ivi ricevé il suo esercito dalle inimiche armi Romane notabile sconfitta; e che Gneo Fulvio console ricevé medesimamente la morte; qual destruzione avvenne 212 anni prima del nascimento di Cristo, e da quel tempo la misera città distrutta, e desolata non ha potuto dall’antiche sofferte ruine risurgere. Quindi oggidì non più di 2296 abitatori in lei si ritrovano, quali scarsamente vivono per lo poco frutto che ricolgono dalle loro campagne ristrette, ed inculte, come ce lo divisa anche Silio nell’ottavo libro del suo poema. (…) quosque Obscura incultis Herdonea misit ab agris. Governasi per lo spirituale questa città dal proprio suo vescovo, che in essa vi fa sua residenza, e per lo temporale vi è un sindaco co’ suoi eletti, che tengono dell’Università, e di tutto ciò che a lei si appartiene, conto e pensiere; e per quello che importa alla giustizia vi si destina dall’util padrone di tal luogo un capitano, dal quale la giustizia si amministra. Non vi sono nella città di Cedogna famiglie che per averi, o per nascimento assai rimarchevoli, perciò di esse tralasciamo di qui di formarne catalogo. Si possiede questa città da D. (…) d’Oria IL CALITRANO de’ principi di Melfi, a cui annualmente frutta la somma di ducati (…). Conza, rinomata città, e conta, e potente, che piccol tratto si discosta dai luoghi, ne’ quali questa Provinzia da Principato Citra, e Basilicata, si separa. Si fu presso gli antichi Cosma denominata. Fanno di tal città, tra gli altri scrittori, laudevol ricordanza, Cicerone, Livio, e Velleio Patercolo, scrivendo quest’ultimo, che negli anni di Roma 479, che furono 273 prima di nostra riparata salvezza, i Romani una colonia in Conza vi menarono, il che dall’Epitome del decimo quarto libro di Livio medesimamente si ricava. In questa città Livio Annio Milone, assai conto per la dotta orazione fatta a suo pro da Cicerone, finì di vivere, secondo che scrive lo stesso Velleio. Molti rimarchevoli avvenimenti di Conza, dei di lei conti e dei cittadini, presso l’Ercemperto (Ercemp. in hist. Longobard.) e Lione Ostiense (Ostien. lib. 1.2.3.) registrati ritrovansi. E Marino Freccia ci ragguaglia (Freccia de subfeud. cap. de Civit. Regn.), che Carlo Magno tra gli altri patti chiesti a Grimoaldo figliuol di Arechi principe di Benevento, allora che trovandosi presso di lui in ostaggio, al Principato, sicome al padre successe, si fu quello di far diroccare sin da fondamenta le mura di Salerno, d’Acerenza e di Conza, come di già in adempimento de’ concordati patti avvenne. Ma maggior distruzione cagionolle l’orribile terremoto, che negli anni di Cristo 981 sì fieramente la percosse, che più di sua mettà menò a terra, ed il di lei vescovo, e molti cittadini vi lasciarono infelicemente la vita (Chron. Cassinen., Leo Ostiens. lib. 2 c. II, Freccia loc. cit.). Quindi fu che per tale avvenimento la maggior parte di quei, che di man di morte camparono, spinta da umore, e da natural avversione al luogo del ricevuto male, pose la città in abbandono, e nelle sue vicine campagne, e di lei territorio si fermarono ad abitare, né fecero di poi nuovamente alla città ritorno; d’onde è addivenuto, che disabitata, e quasi che all’intutto distrutta ella divenisse, come al presente vedesi, non dimorandovi colà, che taluni pochi secolari, ed altri pochi preti, intesi a celebrare nella arcivescoval chiesa i divini uffizi, che in tutto compongono il numero di 735, i quali con pochi frutti dei loro angusti N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 terreni, e con piccole industrie di taluni armenti scarsamente si vivono. La chiesa di Conza col di lei vescovo, il quale per la cennata ragione, lasciata la principale sede, oggidì, nella terra di S. Andrea risiede, fu a tempo di Carlo II d’Angiò sotto la real protezione ricevuta (Regio Archiv. nel registr. dell’an. 1300, e 301, Ciarlante Memor. del Sannio lib. I cap. 16). Egli l’arcivescovo di Conza si è barone di due terre, cioè di S. Andrea, e di Santo Mennaio, che corrottamente oggi Santo Menna chiamasi, nelle quali sua giurisdizione nelle cause solamente civili esercita. Evvi nella città di Conza un sindaco, il quale con due eletti intende a portar l’amministrazione di quel piccolo pubblico, si come ne porta quella della giustizia un governadore, che vi si manda ogni anno dal barone del luogo, quale oggidì si è D. Francesco Maria Mirelli, che possiede la città con titolo di conte, e ne ricava di frutto ciascun anno la somma di docati mille quattrocento in circa. NOTE 1 Cfr. E. RICCIARDI, L’Irpinia nel ‘700, in «Il Calitrano», n.s., 35 (2007), pp. 5-8, 36 (2007), pp. 11-13, e 37 (2007), p. 7. 2 Per ulteriore bibliografia sulle due città cfr. E. RICCIARDI, Irpinia antica, Roma 2007. 3 BNNa, Descrizione della provincia di Principato Ultra, s.d. (ma 1736-38), in Appendice. 4 Cfr. P. B. ARDOINI, Descrizione dello stato di Melfi (1674), a cura di E. Navazio, Lavello 1980. 5 Cfr. Relazione del terremoto sentitosi in Napoli ed in alcune provincie del Regno a’ 27 di novembre 1732, Lucca 1732. 6 BNNa, Descrizione, in Appendice. PUBBLICO E PRIVATO UNITI NELLA TUTELA DEI BENI CULTURALI IRPINI Il 24 aprile 2008 “Primavera Irpina” ha visto il successo di un’importante iniziativa sulla tutela del patrimonio culturale irpino, ancor più significativa per la partecipazione dei giovani allievi delle nostre scuole. Il Lions Club di Morra De Sanctis e la Provincia di Avellino, col concorso della Comunità Montana Alta Irpinia, del Comune di Calitri, del Comune e della Pro Loco di Monteverde, nonché degli Istituti scolastici d’Istruzione superiore di Sant’Angelo dei Lombardi, Montella, Bisaccia e Lioni e in particolare dell’Istituto d’Istruzione superiore A.M. Maffucci di Calitri, che ha messo a disposizione il proprio auditorium, hanno realizzato una mostra e una conferenza sul recupero integrato dell’abbazia del Goleto, gioiello architettonico e artistico del XII secolo, presso Sant’Angelo dei Lombardi. La mostra didattica era curata da Giacomo Di Cosmo, docente di discipline geometriche, con Maria Venezia, docente del liceo di Lacedonia, esperta di beni culturali. Nell’ambito della conferenza, dopo l’introduzione di Gerardo Vespucci, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore di Calitri, Antonio Iannece, docente di storia dell’arte dell’ISA di Calitri, ha illustrato il tema “L’Istituto d’arte apre al territorio”: quindi è stata la volta delle relazioni, con proiezione di video, “Restauro, innovazione e gestione dell’abbazia”, da parte dell’architetto Angelo Verderosa, e “Spazi della collettività tra memoria e tecnologia”, svolta dall’architetto Giovanni Maggino. Agli interventi di Otello Natale, del Lions Club di Morra, di fra Paolo M. Barducci, rettore dell’abbazia del Goleto, Franco Ricciardi, sindaco di Monteverde, e Giuseppe Di Milia, sindaco di Calitri, ha fatto seguito un dibattito con gli allievi dell’Isa. A corollario della manifestazione è stato presentato il progetto scolastico “L’Istituto d’Arte adotta Monteverde” e il pubblico ha potuto visitare la nuova gipsoteca dell’Istituto d’Arte, con documentazione dell’attività artistica e dei laboratori degli allievi nell’anno scolastico 2007-2008. 18 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 impressi nell’anima come visioni indelebili; figure ed emozioni poetiche che rivivono nella scrittura. Immagini il lettore quante altre pagine dovremmo riempire citando i tempi e i luoghi poetici rivissuti scrivendo quest’opera ammirevole e singolare. Ci sorge istintivamente il piacere di avvicinare questo libro tanto prezioso alle Confessioni di S. Agostino e ancor più a quelle di Jean-Jacques Rousseau, al quale, il nostro autore, per citare almeno una somiglianza, si avvicina per il paicere di camminare a piedi (…camminare a piedi… fra tutti i modi di vivere, ecco quello più vicino ai miei gusti). Numerosi riferimenti, colti dall’Abitare poeticamente la terra, ci richiamano i due capolavori citati. Al lettore ben raffinato nella sensibilità e nella cultura questo libro/capolavoro impone, leggendo con lentezza, silenzio e solitudine meditativa, di trasferire le emozioni vissute dall’autore alla sua vita, ai suoi luoghi, alle sue riflessioni, alle sue varie situazioni, ai suoi personaggi, ai suoi anni, alle sue stagioni, ai suoi giorni, e di godere se li ha vissuti con amore e poesia e di soffrirne se ha perduto ormai per sempre la possibilità di viverli come l’autore confessa nel libro. È questa non solo l’emozione più alta che il lettore prova e vive, ma è soprattutto un’efficace lezione per la vita che gli resta ancora da vivere, in particolare per i giovani ai quali è affidata la terra. La elevata maturità intellettuale e la profonda sensibilità consentono all’autore rapidi e lunghi salti di tempi e di luoghi, toccando, ove più ove meno, tutto lo scibile umano: dai lontani tempi preistorici ai giorni nostri pone confronti e richiami, citazioni di passi, di frasi, di parole rivivendo con l’anima eccesa la virtus poetica che visse e che continua a vivere nella memoria, vibrazione di sentimenti, di amore e di bellezza, ricordi che furono e sono rimasti poesia: momenti, tempi vissuti in armonia con i tanti luoghi che furono e sono rimasti nell’anima con la tenera voce della poesia. Abbiamo già accennato che un libro così vario, così ricco, così profondo di sentimenti, così pieno di vita non può in alcun modo essere riassunto. Possiamo tentare di indicare in veloce sintesi i principali temi che gli danno vita. Da mestro dell’interpretazione/ermeneutica Giachery apre la sua rara opera con profonde pagine, illuminando il titolo dato al libro; nella seconda parte tratta di “temi onirici”, riferendo miti, memorie e sogni tutti vissuti in prima persona; nella terza parte riferisce di vita vissuta, sempre in prima persona, in luoghi, in paesaggi, in radure, in posti che sono diventati dell’anima; nella quarta parte discute con alta e specifica competenza sul noto problema critico delle ultime creazioni dei grandi geni dell’Arte in senso generale (Heidegge, Ungaretti, Leopardi – Il tramonto della luna – Leo Spitzer, Hillman…). Piene di poesia sono le pagine che trattano, meglio ricordano, delle passeggiate e della luce di Lunigiana; la quinta parte sale ancora di più riferendo visioni, sogni, apparizioni, epifanie e penetrando con la magia dell’immaginazione poetica negli spazi oltreumani; la sesta parte é dedicata specificamente ai poetici ricordi di quanto l’autore vide e visse in vari posti definiti dell’anima; il contatto vivo col Pascoli nella Lucchesia: in questa parte si trova il tema “Le capre di Dalpe”, si tratta di poche pagine, ma forse le più toccanti del libro; nella parte conclusiva, la settima, Emerico Giachery chiude il suo capolavoro, sostanziato di confessioni, elevandosi ai vertici cui può giungere il miracolo della “Parola”: illumina con sentimenti e pensieri, con riferimenti di fatti e azioni di personaggi i grandi valori della “cortesia” e della “tenerezza”, le quali nella pratica della vita diventano luce e musica e, naturalmente, intima e altissima poesia… Ci piece chiudere questo nostro scritto cedendo la parola direttamente all’autor: “La cortesia richiama tutta una famiglia, legata da un più o meno stretto rapporto di parentela o affinità, di armoniose virtù: la gentilezza, che è sua sorella gemella ed é quasi un sinonimo, la benevolenza, l’affabilità, la liberalità (celebrata in pagine tra le più squisite del Decamerone), la generosità (anche intellettuale, che é così rara), la delicatezza (di cui con compiacimento una sola volta sentii fare l’elogio dal pulpito), la discrezione (“Non infastidire il prossimo è l’undicesimo comandamento” soleva dire Montale), la pazienza. L A N OS TRA BIBLIO TEC A Abitare poeticamente la terra di Emerico Giachery – Carpena Edizioni – Milano 2007 I estrema ferma decisione, raffinatezza di sensibilità e di cultura. La l nome dell’autore e il titolo del libro richiedono al lettore, con elevata statura culturale e l’infallibile intuito interpretativo (ermeneutico) di Emerico Giachery non hanno alcun bisogno di rilevarli, esendo ben noti nelle alte sfere della cultura europea e oltre. Il titolo impone al lettore subito una lunga e vasta meditazione. Che cosa si richiede per vivere gli anni assegnatici dal destino sulla terra, qualunque attività ci viene assegnata, con l’alta e umanissima sensibilità dei grandi geni creatori? Non occorre certamente in esclusiva scrivere versi e opere che si avvicinano a quella dantesca. Già il grande critico/filosofo Benedetto Croce dichiarava liberamente che tutti gli uomini sono (o almeno possono) essere poeti; e il Pascoli dichiarava universale la poetica del fanciullino. In qualsiasi angolo della terra, in qualsiasi occasione, in qualsiasi momento si può accendere in noi la scintilla dell’emozione poetica. Il filosofo/critico ricordato distingue la poesia in occasionale e in “scientifica, tecnica, specifica”, ossia la poesia di chi non la perde nell’attimo (nel tempo) in cui l’emozione vive dentro di lui, ma la conserva e la esprime anche per gli altri. Oltre le specifiche facoltà ricevute dalla natura ha conquistato la tecnica (lo stile) specifica per trasferirla sulla pagina nelle forme e misure volute dal suo interno sentire, ossia dalle leggi della sua Arte. Ma noi non ci vogliamo perdere in divagazioni dimostrative e torniamo al libro. Questo attrae il lettore degno del nome in tutti i suoi aspetti, a cominciare, come abbiamo accennato, dal fascino che emana dal titolo: dal taglio/formato alla copertina; dalla carta di ottima qualità (paglierina) alla graziosità dei caratteri; dalla pagina tipograficamente ben curata alla ripartizione della sostanza in sette parti ciascuna con specifiche indicazioni tematiche… Un libro così vario e così altamente vissuto pagina dopo pagina, svolando di tematica in tematica, di tempi in tempi e di luoghi in luoghi sfigge a qualsiasi ampiezza recensiva e impone all’autore che ne voglia scrivere anzitutto il dovere di esortare gli studiosi tutti e in particolar modo i tanti che già conoscono l’alta serietà del magistero culturale e creativo nonchè l’onesta intellettualità di scrivere amando sempre la verità e la bellezza della parola di Emerico Giachery a procurarsi questo ABITARE POETICAMENTE LA TERRA, a leggerlo in divino silenzio e in sacra solitudine. Noi, volendo indicare alcuni dei numerosi pregi dell’opera, cominceremo con il chiederci se, pur in tanta varietà di tematiche, di riferimenti e situazioni, il libro può definirsi un’autobiografia, oppure un diario o, meglio ancora, le confessioni di una vita il cui fine é stato ed é proprio come dichiara il titolo: vivere sempre e in ogni luogo e situazione da poeta nel senso generale e non specifico come chi si propone di scrivere libri di versi. Certo é che tutto il libro, tutte le sette parti con le loro specifiche articolazioni trattano dell’autore che riferisce e confessa di sé in una scrittura non solo coinvolgente ma anche elevante il tessuto delle parole e delle mitologie, dei sogni e delle epifanie in un’armonia di continua bellezza. l’autore rivive con personaggi creativi in molti campi del fare umano; rivivono luoghi, paesetti, montagne, fiumi, grandi città, volti fissati si emotivamente nell’anima, frasi, brani, detti famosi, singole parole, anime che amano poeticamente alberi e animali, persino le forme di certi sassi che si sono 19 IL CALITRANO Solo ad assaporare la risonanza delle parole che le denotano, queste virtù procurano gioia, e formano una luminosa corona di spirituale civiltà” Vincenzo Rossi Ricordi di vita scolastica, militare e degli anni di guerra di Luigi De Blasi – Editori D&P – Bracigliano (Sa) – 2008 L re nel 1919, ha insegnato italiano e latino uigi De Blasi, nato a San mango sul calo- nei licei, prima al “Giannone” di benevento, poi nella Scuola Militare “Nunziatella” di napoli. I ricordi scolastici e di vita militare riuniti in questo volume si riferiscono agli anni 1916-1945. Nelle pagine dedicate agli anni di guerra sono ripersorse, dal punto di vista di un giovane ufficiale, le vicende storiche dolorose della Seconda guerra mondiale e, in particolare, le esperienze drammatiche dell’8 settembre 1943. Ricordi autobiografici condivisi con molti altri della stessa generazione sono anche quelli che si riferiscono a un percorso di studi tutt’altro che agevole, compiuto in tempi in cui la scelta di proseguire gli studi comportava, soprattutto per chi nasceva in provincia, impegno, dedizione e sacrifici (spesso sia economici che affettivi) di interi nuclei familiari, che con la loro forza progettuale privata si inserivano in una fase storica segnata da cambiamenti e svolte sociali di portata più generale. L’autore ha pubblicato i seguenti scritti: Primi orizzonti danteschi (Napoli, Conte 1966), Dizionario dialettale di San Mango sul Calore (Potenza, Il Salice, 1991), Un paese sulla collina. Ricordi di San Mango sul Calore (Napoli, Dante & Descartes 1999), Li scangianomi. Soprannomi di San Mango sul Calore (Napoli, 2004), La storia del nostro amore (Napoli, 2007), San Mango sul Calore. Il feudo, le chiese, le attività, il linguaggio (Bracigliano, D & P Editori 2007). Dal fondo dei ritratti di Alfonso Nannariello – L’opera di Luigi Rainone (19681975) – Edizioni Delta 3 – Grottaminarda 2008. C un’opera d’arte si possono dare diverse omunicare l’arte è spesso difficile. Di letture: iconografia, simbolica, d’interpretazione. In questo studio ci sono tutte contemporaneamente. l’opera di Luigi Rainone viene letta al cospetto del grande mistero della vita e della morte, attraverso il passaggio autore-messaggio-fruitore, attraverso il compenetrarsi di altri schemi di lettura (la struttura della fiaba, il più semplice e schematico testo narrativo), attraverso alcuni momenti storici importanti del secolo scorso (la contestazione giovanile del Sessantotto, il terrorismo). N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 MOVIMENTO DEMOGRAFICO Rubrica a cura di Anna Rosania I dati, relativi al periodo dal 1 febbraio 2008 al 6 giugno 2008, sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri. NATI Maffucci Michele di Angelomaria Gerardo e di Di Cosmo Jessica Mesce Mirko di Nicola e di Calabrese Nicoletta Di Maio Giovanni Luigi di Michele e di Laurano Donatella Galgano Angelino di Antonio e di Malanca Alessandra 18.01.2008 30.01.2008 23.02.2008 05.03.2008 MATRIMONI Vernacchio Giuseppe e Zabatta Maria Mannetti Francesco e Cappiello Rosa Bavosa Angelo Maria e Armiello Sara Simona Diasparra Vincenzo e Chis Stela Mafiana Picariello Enrico e Metallo Concetta Lucadamo Carmine e Fierravanti Francesca Strazzella Angelo e Maffucci Giovanna 03.02.2008 13.04.2008 03.05.2008 10.05.2008 10.05.2008 17.05.2008 04.06.2008 MORTI Gallo Angelina Galgano Michele Roina Carmela Codella Agnese Cerreta Canio Cestone Costantino Melaccio Mariantonia Rosania Gaetana Martiniello Giacinta Violante Casale Giuseppe Germano Maria Michela Zarrilli Angela Fatone Assunta Cicoira Osvaldo Cestone Franca Maria Cestone Pasqualina Maffucci Vincenzo Bavosa Flavia Cerreta Michelina Prisco Maria Antonietta Germano Michelantonio Cestone Gaetana Lucrezia Antonia Caputo Nicola Paglialonga Mario Stanco Donato Capossela Canio Cubelli Angelo La lettura delle opere è così profonda da entrare pienamente nell’io dell’artista, non solo in chiave psicologica, ma anche fisicamente, nel suo cuore, nei suoi occhi, nel suo ventre, gli si stringe intorno come fa il collare rosso della foto dell’autoritratto (in copertina), restituendo un’immagine mitica, titanica, di una persona 20 28.01.1956 - † 01.02.2008 27.03.1924 - † 02.02.2008 14.06.1915 - † 05.02.2008 12.07.1929 - † 06.02.2008 02.12.1929 - † 10.02.2008 23.12.1935 - † 11.02.2008 04.11.1915 - † 18.02.2008 17.06.1922 - † 26.02.2008 14.03.1941 - † 28.02.2008 03.04.1947 - † 03.03.2008 04.02.1917 - † 05.03.2008 25.11.1919 - † 07.03.2008 14.08.1915 - † 09.03.2008 18.04.1925 - † 15.03.2008 01.06.1960 - † 17.03.2008 25.12.1965 - † 17.03.2008 24.09.1931 - † 25.03.2008 03.10.1932 - † 26.03.2008 04.07.1924 - † 04.04.2008 24.10.1963 - † 14.04.2008 09.02.1917 - † 21.04.2008 24.07.1924 - † 27.04.2008 01.02.1922 - † 05.05.2008 23.05.1934 - † 06.05.2008 02.10.1930 - † 09.05.2008 10.08.1925 - † 20.05.2008 15.10.1916 - † 27.05.2008 02.02.1916 - † 03.06.2008 che eroicamente ha sopportato fatica, sofferenza e le prove che la vita gli ha destinato, e che egli ha accettato, portandosi dentro il dolore, oltre alla constatazione di ciò che poteva essere e non è. Concetta Zarrilli (Dalla seconda di copertina) IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 DIALETTO E CULTURA POPOLARE LA MARONNA R’ CALITR’ LA MADONNA L’autunn’ eia viern’, a Calitr’ ropp’ la Maronna. La festa r’ la Maronna a Calitr’ s’ send’ assaj, ndo la chiesia e ndo r’ cas’, ndo lu cor’ a t’nim’ la Maronna nostra e guai a chi n’ la tocqua. U’ juorn’ r’ la Maronna, n’ cambia la vita, stam’ tutt’ cchiù allehr’, la festa s’ fac’ send’, cand’, suon’, banda, bancaregghj r’allehran’ Calitr’, tutt’ illuminat’. Ma quann’ ess’ la Maronna, a la tutt’ li lat’, ndo li vich’, ngimma cort’, a ra tutt’ r’ part’ tu la uard’, Egghia t’ uarda e t’ parla, brillan’ l’uocchj e r’ lahr’m’ s’ n’ scenn’n’ sol’ sol’; bella assaj eia….n’ capisc’ a tutt’ quanta, n’ ng’eia bb’suogn’ r’ ric’ niend’, Egghia canosc’ tutt’ li Cal’tran’ e r’ p’rdona, e ci ama! Nonna mia m’ r’cia semb’: na Maronna cchiù bella r’ questa n’ la truov’ a n’sciuna part’; parlava r’ la statua naturalment’, ma avia raggion’. Tanda fr’stier’ ven’n’ a Calitr’, a sta festa, emigrand’, e nuj sim’ cuntend’: Ma li nov’ a matin a calitr’, nnanda a Cola, s’ ver’ ca eia già cambiat’, sembra sp’gliat’, a ra nu juorn’ a n’aut’, sembra viern’, cum l’autunn’ quann’ car’n’ r’ fogl’, accussì Calitr’ sembra ropp’ la Maronna. Tutt’ part’n’, li postal’ sò a ra chin’ a chin’, machin’ chi s’ n’ vann’ e tutt’ a salutà. R’manim’ sul’ nuj Cal’tran’, sott’ l’Arch’ r’ Pignon’, pur’ ca fac’ fridd’, semb’ gghià so’ a chiacchiarià, e a fa lu collaud’ a chi s’ trova a passà. Voria viend’ s’ fann’ send’, s’arrostan’ r’ castagn’, facim’ na bella migliazza, lu ruot’ a lu furn’, e lu tiemb’ facim’ passà. Nuj a Calitr’ t’nim’ semb’ a ra fa, si ven’ a n’v’cà, subb’t’ a li puorc’ hamma p’nzà, parlann’ cu rispett’, r’ sauzicchj hamma pr’parà, p’ quann’ ven’n’ n’ata vota l’emigrand’, ca lo ramma fa pr’và. Nuj tutt’ st’ cos’ r’ v’lim’ fa capì a la gg’n’razzion’ r’ mò, ca a Calitr’ n’ s’ staj sul’ buon’ buon’ ndo lu mes’ r’aust’, ma pur’ quann’ fac’ fridd’, eia viern’, s’ raccontan’ tanda fattariegghj, ma n’ n’ vol’n’ sapè. Cu li telefonin’ vol’n’ sciuquà, t’ mmannan’ nu emme esse e t’ vaj a r’trà. Ma nuj sim Cal’tran’ e tand’ basta, t’nim’ lu cor’ bbuon’ e subb’t’ n’ passa estat’, autunn’ e viern’, r’ staggiun’ so’ tott’ bbell’ p’cchè r’ sapim’ appr’zzà. Basta chi s’ staj bbuon’ e puoj agg’rà pur cu la nev’, Calitr’ eia semb’ bell’! Lu presebbio vivend’ p’ nuj resterà. Ij pur semb’ quegghia so’…la poetessa ra strapazz’, che eia assuta paccia, ma sper’ ca rest’ demb’ accussì p’ l’avvenir’. L’autunno è l’inverno a Calitri dopo la Madonna. La festa della Madonna a Calitri si sente, tanto in chiesa quanto nelle case. Nel cuore abbiamo la Madonna nostra, e guai a chi ce la tocca. Il giorno della festa ci cambia la vita, stiamo tutti allegri, si fa sentire, canti, suoni, banda musicale, bancarelle rallegrano il paese tutto illuminato. Ma quando esce la processione della Madonna, da ogni lato, tu la guardi, Lei ti guarda e ti parla, si illuminano gli occhi di lacrime che se ne scendono da sole. Bella è assai e comprende ciascuno di noi, non c’è bisogno di dirle niente, lei ci capisce, ci conosce, ci perdona e ci ama! Mia nonna mi diceva sempre che una Madonna più bella di questa non la trovi da nessuna parte, la statua è così bella, ed aveva ragione. Tanti forestieri ed emigrati vengono a Calitri per questa festa, e noi siamo contenti. Ma il giorno nove a Calitri, davanti a Cola, è già cambiato tutto, sembra spoglio, da un giorno all’altro, sembra inverno, è come l’autunno quando cadono le foglie, così sembra Calitri dopo la Madonna. Tutte le persone partono, i pulman sono pieni, macchine che sfrecciano e tutti che se ne vanno e salutano. Rimaniamo solo noi, i Calitrani, sotto l’Arco di Pignone, anche se fa freddo, le persone sono sempre là a chiacchierare e a criticare i passanti. La borea e il vento si fanno sentire e i Calitrani stanno in casa, accendono il fuoco, le castagne vengono arrostite, si fa una bella “migliazza”, tipo pizza rustica con la farina di granoturco, carne al forno e così passa il tempo. Noi a Calitri abbiamo sempre da fare, quando arriva la neve c’è il maiale da ammazzare, preparare i salami che faremo assaggiare agli emigranti quando ritorneranno. Noi vogliamo far capire tutte queste cose alla generazione moderna, ai ragazzi, che a Calitri si sta bene non solo in estate, quando ci sono le feste, ma anche quando fa freddo e si sta in casa e si raccontano le storie di una volta. Ma adesso ci sono i telefonini e vogliono giocare, ti inviano un emmeesse e ti mandano a quel paese. Noi Calitrani siamo di buon cuore e subbito ci passa la malinconia, estate, autunno o inverno le stagioni sono tutte belle per chi le sa apprezzare. Basta che si sta bene in salute, puoi girare anche con la neve, Calitri é sempre bello, il presepe vivente resterà per noi paesani. Anch’io sono sempre la poetessa da strapazzo, che per ironia è diventata pazza, ma spero di restare sempre così. Graziella Caruso Graziella Caruso 21 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L E Giuseppe (Portici), Cicoira Antonio (Rimini), Di Cecca Canio (Poggibonsi), De Vito Antonietta (Roma),Tornillo Gaetano (Roma), Maffucci Vincenzo (Bregnano), Nicolais Antonio (Perignano),Cestone Canio e Giuseppina (Treviglio),Russo Leo (Solaro), Galgano Anna (Milano), Di Milia Antonietta (Milano), Ciccone Gaetano (Caronno Pertusella), Figurelli Canio (Rovellasca), Di Cecca Michele (Paola) Euro 25: Pannella Luigi (Novate M.se), Margotta Mario (Figino Serenza),Della Badia Angelo (Napoli),Di Milia Angela Maria Chirico (Teora), Lampariello Maria (Genova), Zabatta Vito (Milano), Fenu Luigi (Uta), Armiento Giuseppina (Castellabate), Studio Commerciale Di Cairano Mario (Guidonia) Euro 26: Losasso Rocco (Avellino), Vallario Giuseppe Nicola (San Miniato Basso) Euro 29: Della Valva Vito (Bollate) Euro 30: Gizzi Nicola (Cambiano), Liberati Gianfranco (Bari), Codella Elio (Corsico), Grieco Paola (Roma),Tozzoli Maria (Napoli), De Nicola Michele (Bologna) Euro 50: D’Ascoli Berardino (Genova), Fiore Iorio (Roma), Rossi Vincenzo (Cerro al Volturno),Galgano Anna (Milano),Cerrata Annamaria (Foggia), Di Milia Giuseppe (Milano), Tuozzolo Giovannino (Roma), Melaccio Vito (Giussano), Tornillo Mario (Poggio Mirteto) Euro 100: Cestone Vincenzina (Melfi), Tuozzolo Donato (Roma), Leone Angelo (Abano Terme) DA CALITRI Euro 10:Capossela Giovanni,Della Badia Mario,Borea Antonio, Cicoira Vitantonio, Zarrilli Giuseppe, Cerreta Vito Alfredo, Famiglia Iannolillo Luigi, Cestone Vito Contrada Carruozzo, Rabasca Antonio Mario, Lucrezia Michelangelo, Bavosa Antonio, Euro 15: Di Napoli Pasquale Salvatore, Buldo Antonio, Lo Priore Antonio, Di Carlo Carmine, Buldo Maria, Luongo Donata, Euro 20: Mottola Gerardo, Cialeo Vincenzo, Maffucci Vincenzo, Macelleria “Vitello d’Oro”,Scoca Vito,Sibilia Leonardo e Giuseppina, Armiento Lucia, Zarrilli Giovanni, Germano Michele (via Torre 51), Pastore Donato Nicola, Euro 30: Sansone Lorenzina, Zarrilli Canio, Miranda Pasquale Antonio e Francesca, Di Cairano Giuseppe (Via Circonvallazione 126), Di Cecca Berardino, Euro 40: D’Orsi Elena vedova Senerchia DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE Euro 5: Borea Grazia Spadaro (Genova) Euro 8: Di Domenico M.Antonia (Poggibonsi), Cerreta Giuseppe (Cambiano) Euro 9: Metallo Vincenzo (S. Giovanni V.no) Euro 10:Di Napoli Vincenzo (Bologna),Padri Redentoristi (Marianella/NA), Lops Antonio (Besano), Cerreta Marianna (Firenze), Araneo Vincenza (Perticato), Donatiello Giovanni (Usmate Velate), Mazziotti Grazia (Tione), De Felice Michele (Avellino), Germano Mario (Capriano), Di Cairano Antonio (Guidonia), Acocella Vito Antonio (Lentate S.S.),Currà Antonio (Cambiano), Borea Michele (Brindisi), Lamanna Pasquale (S.Andrea di Conza), Di Tolve Rosa (Vallata), Di Cosmo Michele (Poggibonsi), Di Carlo Maria (Cambiano),Armiento Michelina (Alessandria), Rabasca Canio (Nova M.se), Gallicchio Angelo (Bisaccia), Zarrilli Luigi (Poggibonsi), De Vito Rocco (Roma), Senerchia Mario (Vicchio M.llo), Fastiggi Vittorio (Mariano C.se), Cestone Antonio (Brescia), Metallo Rocco (Scandiano), Paregiani Gianluca (Roma), Scoca Antonio (Camnago Lentate), Leone Concetta (Cermenate) Euro 15: Acocella Enzo (Bresso), Mazziotti Francesco (Roma), Cerreta Rosamaria (Nova M.se), Mucci Vito Michele (Sesto S.Giovanni), Zabatta Salvatore (Supersano), Codella Rosa in Di Milia (Salerno), Di Cosmo Vincenzo (Poggibonsi), Bozza Michele (Roma), Galgano Angelo Maria (Salerno), Rainone Immacolata (Capoliveri), Zampaglione Angela (Roma), Nicolais Maria Giuseppa (Cairano), Maffucci Maria Antonia (Roma) Euro 17,50: Germano Canio (Prato) Euro 19: Scoca Giuseppe (Bologna) Euro 20: Nicolais Antonio (Lavena Ponte Tresa), Gautieri Maria (Castel s. Niccolò), Cerreta Margherita (Milano), D’Onghia Ernesto (Andretta), Di Tore Loredana (Torino), Cianci Michele (Briosco), Zabatta Salvatore (Milano), Di Maio Giacinta (Cogliate),Toglia Canio (Poggibonsi), Di Milia Canio (Bollate), Maffucci DALL’ESTERO BELGIO: Euro 50 Di Maio/Palermo,Euro 20 Rinaldi Vincenzo ROMANIA: Euro 50 Suor Michelina SPAGNA: Euro 50 Messina/Di Cecca SVIZZERA: Euro 350 Associazione Lavoratori Calitrani Emigrati in Svizzera ARGENTINA: Euro 30 Bozza Michele VENEZUELA: Euro 25 Di Cairano Gaetano STATI UNITI: Euro 100 Frucci Costantino Calitri 20 giugno 2007,Alessandra Rainone (Sandrina) al centro, con i due nipoti Attilio Gautieri e Alessandra Gautieri. 22 IL CALITRANO N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008 COMUNICAZIONE per i gentili lettori IN COPERTINA: Via San Vito, la strada che porta direttamente alla chiesa dell’Immacolata Concezione di Calitri. Una volta era arricchita dalle abitazioni distrutte dall’ultimo terremoto, nella foto è guarnita di belle piante per onorare la festa della Madre del cielo. IN QUESTO NUMERO Progettiamo il Presente pag. 3 di Raffaele Salvante Comunità Montana Alta Irpinia 4 Il Comitato Organizzatore Festa ALECS 4 di Giuseppe Gautieri L’altare dell’Immacolata Concezione di Calitri Dato che dalla metà del prossimo luglio saremo a Calitri per la costituzione di un Centro socio- culturale al totale servizio dei cittadini, e non sappiamo di quanto si allungherà la nostra assenza da Firenze, vorremmo pregare tutti i nostri gentili lettori di alcune cose molto precise, per favore : • non inviateci più “raccomandate” basta la posta prioritaria. • per quanto riguarda gli assegni in moneta straniera, Vi dobbiamo dire che quando si va in Banca per il cambio questo è sempre a favore della banca stessa e in più bisogna pagare le spese che sono pepate. Nella seconda pagina del giornale ci sono gli estremi per fare il versamento sul c/c postale oppure sul c/c bancario; Vi pregheremmo di attenervi a queste direttive. Grazie. 5 7 del dott. Giovanni Galgano Calitri e Bisaccia nella crisi del 1799 (IV) ANNO XXVIII - N. 38 n.s. R E Q U I E S C A N T I N PA C E Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” Fondato nel 1981 Sito Internet: www.ilcalitrano.it E-mail: [email protected] Gaetanina Cestone Ricciardi 24.07.1924 † 27.04.2008 Michele Ricciardi 15.08.1916 03.01.1973 Maria Antonietta Prisco vedova Senerchia 24.10.1963 † 14.04.2008 “ Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza”. Il Signore ha dato e il Signore ha tolto imperscrutabili sono le sue vie. Ma la mia salvezza sta in Dio. (S. Agostino) Direttore Raffaella Salvante Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante Segreteria Martina Salvante Direzione, Redazione, Amministrazione 50142 Firenze - Via A. Canova, 78 Tel. 055/78.39.36 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Firenze 1 Pasqualina Cestone 25.12.1965 † 17.03.2008 “La tua bella giovinezza fu infranta. Quando tutto ti sorrideva. Ti portò lungi la morte, ma non ti separò dai tuoi cari che ripetono ognora il tuo nome nella casa vuota e silenziosa, ove tutto ricorda di te e rinnova l’acerbo dolore.” Michele Cianci (napulitan’) 17.08.1925 † Mariano C.se 10.03.2008 Mariantonia Melaccio 04.11.1915 † 18.02.2008 Gocce di dolore lasciano a fatica la nostra anima un sorriso triste illumina le labbra un sospiro di speranza riempie la nostra vita. I tuoi cari La mia difesa sta in Dio che salva i cuori puri (Salmo 7.11) C. C. P. n. 11384500 della dott.ssa Concetta Zarrilli Sviluppo e Protezione dell’ambiente IL CALITRANO 9 ASSOCI AZIO NE ROMANA DEI CALITRANI Anche quest’anno l’Associazione ha un folto programma da attuare: di Annibale Cogliano I Calitrani storia per immagini 12 Festa dell’Irpinia 16 di Terry Maffucci Mostra “Dialogo con la Materia” 30 agosto 2008 alle ore 20,30: nei locali della Parrocchia S. Canio verrà presentata un classico del teatro antico, “Il medico dei Pazzi” di Eduardo Scarpetta. La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. L’Irpinia nel Settecento (IV) 17 del dott. Emilio Ricciardi Pubblico e privato uniti nella tutela dei beni culturali irpini 18 LA NOSTRA BIBLIOTECA 19 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 20 DIALETTO E CULTURA POPOLARE 21 SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 22 REQUIESCANT IN PACE 23 3 settembre 2008 ore 17: presso la casa dell’ECA verrà presentato dal dottor Giuseppe Silvestri un “Programma sugli emigranti”, cui seguirà la proiezione di un documentario di Pino Tortiglione dal titolo “Loro scoprirono l’America”. 4 s et te mb r e 2008 tutto il giorno: presso il ristorante “Gagliano”, Assemblea Generale dell’Associazione con relative relazioni, pranzo e a sera l’annuale festa danzante con piccolo buffet. I miei giorni sono fuggiti veloci più che la spola, e sono spariti. Ma in te io spero o Signore. (Giobbe 7.6) Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. Stampa: Polistampa - Firenze di Roberta Fiorini Costantino Cestone 23.12.1935 † 11.02.2008 Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze Angelina Gallo 28.01.1956 † 01.02.2008 Lucrezia Antonia 01.02.1922 † 05.05.2008 La ricordano con tanto affetto coloro che l’amarono, il marito con i figli, i generi, il fratello e le sorelle e gli anziani genitori Antonio Vallario 26.10.1915 † 06.03.1991 Vincenzo Cestone 24.09.1929 † 26.04.2007 Mamma, l’amore che ci hai dato vive sempre nel nostro cuore. … Ciao mamma Raffaela Di Napoli 25.03.1919 † 18.10.2007 A loro sarà dato un premio per la loro fedeltà. L’onestà fu il suo ideale, il lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto. I suoi cari ne serbano nel cuore la memoria. (Sapienza 3.14) Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato a “IL CALITRANO” - Firenze oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via Bufalini, 6 - 50122 Firenze - IBAN IT37 D061 6002 8000 0006 1943 C00 - SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero) Chiuso in stampa il 15 luglio 2008 BENEDETTA DEL COGLIANO 28.05.1914 † 04.07.1998 Dieci anni non spengono i vincoli fra noi: c’è un angolo dell’animo in cui inevitabilmente sei, quello più fanciullesco, che integre serba le cure, le tue materne premure. Ti immaginiamo – ora – giocare coi piccoli del cielo, come amorevolmente facesti con noi, quaggiù. Grazie, zia Benedetta Carmine Palermo 15.08.1915 † 20.12.2007 Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo di averlo avuto 23 Calitri, 14 agosto 2005 festa dei cinquantenni, da sinistra ultima fila in piedi:Vincenzo Bozza,Vincenzo Nannariello, Crescenzo Zarrilli, Michele Di Milia (si vede appena), Antonio Di Cairano, Canio Nicolais con occhiali, Emilio Maffucci, Michele Zarrilli, Maria Filomena Di Napoli (si vede appena); penultima fila: Concetta Galgano, Angelo Margotta, Antonio Di Napoli con occhiali e cravatta, Claudio Iannella con occhiali, Antonio Lampariello, Giuseppe Mauro con camicia a righe, Vincenzo Mario Di Napoli, Angelo Di Cairano con occhiali, Giuseppe Di Guglielmo con baffetti, Vincenzo Zarrilli; fra penultima e terzultima fila: Mario Antonio Zarrilli seduto, Maria Di Milia, Rosetta Di Milia con occhiali, Giovanna Maffucci, Marianna Borea, Angela De Nicola, Franca Maria Di Muro, Maria Antonietta Cestone con giacca bianca, Domenica Grasso; seduti seconda fila: Anna Rosania con occhiali,Angelina Calà con giacca bianca,Teresa Leone, Rosa Maria Di Milia, Maria Pinto, Maria Concetta Russo, Maria Galgano, Angela Bavosa, Lucia Cialeo, Maria Teresa Senerchia con occhiali, Luisa Cerreta, Angela Di Maio; prima fila: Michele Tornillo,Vincenzo Maffucci, Crescenzo Acocella, Giuseppe Galgano, Claudio D’Amelio, Giuseppe Zarrilli, Luigi Di Napoli,Antonio Vallario, Franco Gautieri e Pietro Galgano. ISSN 1720-5638 In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP per la restituzione al mittente previo pagamento resi IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ANNO XXVIII - NUMERO 38 (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2008 VIA A. CANOVA, 78 - 50142 FIRENZE - TEL. 055/783936 www.ilcalitrano.it