38 - Il Calitrano

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38 - Il Calitrano
Calitri, 14 agosto 2005 festa dei cinquantenni, da sinistra ultima fila in piedi:Vincenzo Bozza,Vincenzo Nannariello, Crescenzo Zarrilli, Michele Di Milia (si vede appena), Antonio Di Cairano, Canio
Nicolais con occhiali, Emilio Maffucci, Michele Zarrilli, Maria Filomena Di Napoli (si vede appena); penultima fila: Concetta Galgano, Angelo Margotta, Antonio Di Napoli con occhiali e cravatta,
Claudio Iannella con occhiali, Antonio Lampariello, Giuseppe Mauro con camicia a righe, Vincenzo Mario Di Napoli, Angelo Di Cairano con occhiali, Giuseppe Di Guglielmo con baffetti, Vincenzo
Zarrilli; fra penultima e terzultima fila: Mario Antonio Zarrilli seduto, Maria Di Milia, Rosetta Di Milia con occhiali, Giovanna Maffucci, Marianna Borea, Angela De Nicola, Franca Maria Di Muro,
Maria Antonietta Cestone con giacca bianca, Domenica Grasso; seduti seconda fila: Anna Rosania con occhiali,Angelina Calà con giacca bianca,Teresa Leone, Rosa Maria Di Milia, Maria Pinto, Maria
Concetta Russo, Maria Galgano, Angela Bavosa, Lucia Cialeo, Maria Teresa Senerchia con occhiali, Luisa Cerreta, Angela Di Maio; prima fila: Michele Tornillo,Vincenzo Maffucci, Crescenzo Acocella,
Giuseppe Galgano, Claudio D’Amelio, Giuseppe Zarrilli, Luigi Di Napoli,Antonio Vallario, Franco Gautieri e Pietro Galgano.
ISSN 1720-5638
In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP
per la restituzione al mittente previo pagamento resi
IL CALITRANO
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1
ANNO XXVIII - NUMERO 38 (nuova serie)
MAGGIO-AGOSTO 2008
VIA A. CANOVA, 78 - 50142 FIRENZE - TEL. 055/783936
www.ilcalitrano.it
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
COMUNICAZIONE
per i gentili lettori
IN COPERTINA:
Via San Vito, la strada che porta direttamente alla
chiesa dell’Immacolata Concezione di Calitri.
Una volta era arricchita dalle abitazioni distrutte
dall’ultimo terremoto, nella foto è guarnita di belle
piante per onorare la festa della Madre del cielo.
IN QUESTO NUMERO
Progettiamo il Presente pag. 3
di Raffaele Salvante
Comunità Montana
Alta Irpinia
4
Il Comitato Organizzatore
Festa ALECS
4
di Giuseppe Gautieri
L’altare dell’Immacolata
Concezione di Calitri
Dato che dalla metà del prossimo
luglio saremo a Calitri per la costituzione di un Centro socio- culturale al totale servizio dei cittadini, e
non sappiamo di quanto si allungherà la nostra assenza da Firenze,
vorremmo pregare tutti i nostri
gentili lettori di alcune cose molto
precise, per favore :
• non inviateci più “raccomandate”
basta la posta prioritaria.
• per quanto riguarda gli assegni in
moneta straniera, Vi dobbiamo dire
che quando si va in Banca per il
cambio questo è sempre a favore
della banca stessa e in più bisogna
pagare le spese che sono pepate.
Nella seconda pagina del giornale
ci sono gli estremi per fare il versamento sul c/c postale oppure sul
c/c bancario; Vi pregheremmo di
attenervi a queste direttive. Grazie.
5
7
del dott. Giovanni Galgano
Calitri e Bisaccia
nella crisi del 1799 (IV)
ANNO XXVIII - N. 38 n.s.
R E Q U I E S C A N T
I N
PA C E
Periodico quadrimestrale
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni
dell’Associazione Culturale “Caletra”
Fondato nel 1981
Sito Internet:
www.ilcalitrano.it
E-mail:
[email protected]
Gaetanina Cestone Ricciardi
24.07.1924
† 27.04.2008
Michele Ricciardi
15.08.1916
03.01.1973
Maria Antonietta Prisco
vedova Senerchia
24.10.1963 † 14.04.2008
“ Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio
nella sua sconfinata bellezza”.
Il Signore ha dato
e il Signore ha tolto
imperscrutabili sono
le sue vie. Ma la mia
salvezza sta in Dio.
(S. Agostino)
Direttore
Raffaella Salvante
Direttore Responsabile
A. Raffaele Salvante
Segreteria
Martina Salvante
Direzione, Redazione,
Amministrazione
50142 Firenze - Via A. Canova, 78
Tel. 055/78.39.36
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in
abbonamento postale 70% DCB Firenze 1
Pasqualina Cestone
25.12.1965 † 17.03.2008
“La tua bella giovinezza fu
infranta. Quando tutto ti
sorrideva.
Ti portò lungi la morte,
ma non ti separò dai tuoi cari
che ripetono ognora il tuo
nome nella casa vuota e
silenziosa, ove tutto ricorda
di te e rinnova l’acerbo
dolore.”
Michele Cianci
(napulitan’)
17.08.1925
† Mariano C.se
10.03.2008
Mariantonia Melaccio
04.11.1915 † 18.02.2008
Gocce di dolore lasciano
a fatica la nostra anima
un sorriso triste illumina
le labbra un sospiro
di speranza riempie
la nostra vita. I tuoi cari
La mia difesa sta in Dio che
salva i cuori puri
(Salmo 7.11)
C. C. P. n. 11384500
della dott.ssa Concetta Zarrilli
Sviluppo e Protezione
dell’ambiente
IL CALITRANO
9
ASSOCI AZIO NE
ROMANA
DEI CALITRANI
Anche quest’anno l’Associazione ha
un folto programma da attuare:
di Annibale Cogliano
I Calitrani
storia per immagini
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Festa dell’Irpinia
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di Terry Maffucci
Mostra “Dialogo
con la Materia”
30 agosto 2008 alle ore 20,30: nei
locali della Parrocchia S. Canio
verrà presentata un classico del teatro antico, “Il medico dei Pazzi” di
Eduardo Scarpetta.
La collaborazione è aperta a tutti,
ma in nessun caso instaura un rapporto
di lavoro ed è sempre da intendersi
a titolo di volontariato.
I lavori pubblicati riflettono il pensiero
dei singoli autori, i quali se ne
assumono le responsabilità di fronte
alla legge.
L’Irpinia nel Settecento (IV) 17
del dott. Emilio Ricciardi
Pubblico e privato
uniti nella tutela
dei beni culturali irpini
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LA NOSTRA BIBLIOTECA
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MOVIMENTO DEMOGRAFICO
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DIALETTO
E CULTURA POPOLARE
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SOLIDARIETÀ COL GIORNALE
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REQUIESCANT IN PACE
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3 settembre 2008 ore 17: presso la
casa dell’ECA verrà presentato dal
dottor Giuseppe Silvestri un
“Programma sugli emigranti”, cui
seguirà la proiezione di un documentario di Pino Tortiglione dal
titolo “Loro scoprirono l’America”.
4 s et te mb r e 2008 tutto il giorno:
presso il ristorante “Gagliano”,
Assemblea Generale dell’Associazione con relative relazioni,
pranzo e a sera l’annuale festa danzante con piccolo buffet.
I miei giorni sono fuggiti
veloci più che la spola,
e sono spariti.
Ma in te io spero o Signore.
(Giobbe 7.6)
Il giornale viene diffuso gratuitamente.
Attività editoriale di natura non
commerciale nei sensi previsti dall’art. 4
del DPR 16.10.1972 n. 633
e successive modificazioni.
Le spese di stampa e postali sono
coperte dalla solidarietà dei lettori.
Stampa: Polistampa - Firenze
di Roberta Fiorini
Costantino Cestone
23.12.1935 † 11.02.2008
Autorizzazione n. 2912 del
13/2/1981
del Tribunale di Firenze
Angelina Gallo
28.01.1956 † 01.02.2008
Lucrezia Antonia
01.02.1922 † 05.05.2008
La ricordano
con tanto affetto
coloro che l’amarono,
il marito con i figli,
i generi, il fratello
e le sorelle e gli anziani
genitori
Antonio Vallario
26.10.1915
† 06.03.1991
Vincenzo Cestone
24.09.1929 † 26.04.2007
Mamma, l’amore che ci hai
dato vive sempre nel nostro
cuore.
… Ciao mamma
Raffaela Di Napoli
25.03.1919
† 18.10.2007
A loro sarà dato un premio per la loro fedeltà.
L’onestà fu il suo ideale,
il lavoro la sua vita,
la famiglia il suo affetto.
I suoi cari ne serbano
nel cuore la memoria.
(Sapienza 3.14)
Il Foro competente per ogni controversia
è quello di Firenze.
Accrediti su c/c postale n. 11384500
intestato a “IL CALITRANO” - Firenze
oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede
Centrale della Cassa di Risparmio di
Firenze Spa - Via Bufalini, 6 - 50122
Firenze - IBAN IT37 D061 6002 8000
0006 1943 C00 - SWIFT CRFI IT 3F XXX
(dall’estero)
Chiuso in stampa il 15 luglio 2008
BENEDETTA DEL COGLIANO
28.05.1914 † 04.07.1998
Dieci anni non spengono i vincoli fra noi:
c’è un angolo dell’animo in cui inevitabilmente sei,
quello più fanciullesco, che integre serba
le cure, le tue materne premure.
Ti immaginiamo – ora – giocare coi piccoli del cielo,
come amorevolmente facesti con noi, quaggiù.
Grazie, zia Benedetta
Carmine Palermo
15.08.1915 † 20.12.2007
Non rattristiamoci di averlo perso,
ma ringraziamo
di averlo avuto
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IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
URGE LA MOBILITAZIONE DELL’INTERA COMUNITÀ CALITRANA
PROGETTIAMO IL PRESENTE
Il clima attuale di angoscia e sfiducia riguardo al senso della vita e lo smarrimento manifesto della
cultura, anche europea, ci sollecitano a guardare in modo nuovo ad una paziente, continua, tenace
e coraggiosa testimonianza di vita. Il nostro non è più il tempo della semplice conservazione dell’esistente, ma emerge, rinnovata e urgente, la necessità di una determinazione nuova.
sua monumentale “Storia della
N ella
decadenza e caduta dell’impero ro-
mano”, lo storico Edward Gibbon in riferimento all’imperatore Marco Aurelio ha
scritto : “l’unico periodo della storia in
cui la felicità di un grande popolo fu il
solo obbiettivo del governo, perchè l’imperatore cercò con tutte le sue forze di
tradurre in pratica quanto la sua coscienza morale gli imponeva”.
Nel nostro piccolo vorremmo poter
vedere che tutti i cittadini di Calitri si ponessero questo identico traguardo per il
conseguimento di una comunità più allargata, autentica, a vera misura d’uomo.
Per fortuna oggi possiamo annoverare centinaia di laureati, validi professionisti, molti bravi impiegati, qualche imprenditore e così via, anche se dispersi in
ogni parte d’Italia e del mondo, che spesso trascorrono le vacanze con la famiglia
al piccolo paese natio, ma che – forse –
non si sono mai posti una domanda: “cosa faccio io personalmente, e cosa potrei fare per Calitri?”
Noi questa domanda ce la siamo posta da oltre 30 anni, quando cioè cominciammo con la pubblicazione del giorna-
Il volume
Modi di dire calitrani
è disponibile al prezzo
di € 20,00
più spese di spedizione
Per ordinazioni
Edizioni Polistampa
Via Livorno, 8/32
50142 Firenze
Tel. 055/73.78.71 (15 linee)
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le, ma oggi molte altre e più numerose
esigenze sono venute a crearsi all’interno della comunità calitrana con una alta
percentuale di anziani.
Per cui, oggi stesso, questa estate – e
non domani - abbiamo l’idea di realizzare alcune iniziative concrete:
prima cosa porteremo a Calitri, subito, almeno quattro/cinquemila libri della
nostra biblioteca personale, onde poter
Ancona, 16 aprile 2008. Il cavaliere Donato Gallucci, maresciallo della Polizia di Stato, e la
signora Michelina Di Maio hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio. Auguri da
parenti, amici e dalla Redazione.
3
creare un Centro Studi, dove sia possibile non solo ritrovarsi per leggere i volumi a disposizione, ma vorremmo fare
un vero Centro di formazione presso cui
tutti, i giovani in particolare, possano
trovare l’aiuto possibile, si tratti di fare
una tesi di laurea, una ricerca, un corso,
l’approfondimento di un tema particolare e così via, non escludendo il puro e
semplice aggiornamento culturale.
Contemporaneamente a questo Centro, vogliamo creare un gruppo di “Volontariato” per andare incontro a tutte le
necessità di persone sole e in difficoltà
che ne faranno richiesta: dalla spesa quotidiana, alla visita in casa, dall’accompagnamento ad un Centro medico, ad una
passeggiata ristoratrice e così via; in sostanza per rendere efficaci e costanti l’accoglienza e il servizio ai più bisognosi.
Cioè non una solidarietà intesa semplicemente come assistenza, ma come
“valorizzazione dei diversi soggetti sociali”, capace di promuovere la costruzione di una società solidale.
Ma per poter attuare tutto questo – che
non è poco – non basta la buona volontà di
un piccolo gruppo, occorre la partecipazione di tutti, secondo le proprie possibilità, per un lavoro che possa concretamente creare nel paese uno spirito nuovo, una
vitalità galvanizzante, al di là di tutte le
barriere sociali, razziali, culturali e religiose, e con la ferma convinzione che non
ci può essere vero rinnovamento, anche
sociale, se non attraverso una paziente,
continua, tenace e coraggiosa testimonianza al servizio degli ultimi.
Tutto questo senza indulgere nè a
vuoti ottimismi, nè a sterili pessimismi,
anche se la nostra speranza ha fatto i conti non solo con i gli iniziali sacrifici fisici
e finanziari, ma essenzialmente anche
con il rischio della non riuscita dell’iniziativa, ma non potremo certamente incolpare il nostro operare.
Raffaele Salvante
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
COMUNITÀ MONTANA “ALTA IRPINIA”
IL GRANDE SPETTACOLO
DELL’ANIMA
I
l Presidente della Comunità Montana
“Alta Irpinia” Dott. Giuseppe Di Milia,
in collaborazione con le responsabili Fernanda Ruggiero, Luciana Strollo e Fiorella Passaro, promuove per l’Estate 2008 un
nuovo e innovativo progetto di promozione turistica e solidarietà, “Il Grande
Spettacolo dell’Anima”.
Le finalità di tale progetto sono due e
in particolare: favorire un’azione di incremento turistico attraverso la diffusione di
itinerari abbinati ad un grande Evento,
progetto proposto dalla stessa Ruggiero
per la valorizzazione dei piccoli borghi attraverso grandi eventi. Inoltre si propone,
come rilevante obiettivo, di incoraggiare
la solidarietà con la collaborazione di tutte le associazioni dei comuni coinvolti al
fine di contribuire alla raccolta dei fondi
per i progetti di aiuto e sostegno candidati per l’edizione 2008 dalla Fondazione
“Insieme per…”.
Il progetto sarà attuato e presentato
nell’ambito della Conferenza Stampa ufficiale che si terrà il giorno 19 Luglio
2008 alle ore 19,00 a Calitri presso la Sala Conferenze “Ex-ECA” in cui sarà presentata la III Edizione dell’Evento che si
svolgerà presso il Lago di S. Pietro al
confine tra i comuni di Aquilonia, Monteverde e Lacedonia nei giorni 26 e 27 Luglio e dal 2 al 24 Agosto. Il progetto “Il
Grande Spettacolo dell’Anima” si propone lo scopo di promuovere itinerari turistici all’interno dei 17 comuni appartenenti alla Comunità Montana “Alta Irpinia”, ma anche del confinante territorio
lucano al fine di permettere ai visitatori di
scoprire e conoscere le risorse del territorio (Beni Culturali, Beni Ambientali, siti
di particolare interesse storico-artistico,
strutture turistiche di qualità, ecc.) per vivere un’estate all’insegna della sana ospitalità e di un soggiorno “emozionale”.
La Comunità Montana “Alta Irpinia”
con tale iniziativa intende promuovere e
valorizzare il patrimonio artistico, ambientale e culturale dei 17 comuni che appartengono ad essa, nella convinzione che
ciò che ci è stato tramandato si possa tra-
sformare in nuove risorse economiche,
capaci di favorire nuove opportunità imprenditoriali ed occupazionali per un nuovo Turismo quello della “tradizione” e
FESTA ALECS
Con grande piacere si annunzia dalle
pagine del Calitrano l’invito a partecipare alla 18ª edizione della FESTA
CALITRANA degli emigrati in Svizzera. Quest’anno la grande novità è
rappresentata dal fatto che, su iniziativa del comitato Ticinese, la festa si
terrà il 27 settembre 2008 presso l’hotel Ristorante “Carillon” in via Grumello 4 di Lavena Ponte Tresa (VA). I
motivi di questa scelta sono tanti, uno
sicuramente il fatto di approfittare della festa per “sconfinare” in Italia, il
desiderio di agevolare tutti coloro, calitrani e non, che vorranno partecipare
alla serata, infine la sicurezza di avere
trovato un locale all’altezza delle
aspettative. Musica dal vivo, una cena
abbondante, rivedere vecchi amici, e
passare una serata tra paesani, chiudere l’estate 2008, sono solo alcuni dei
motivi che sicuramente renderanno la
serata oltremodo attraente.
Per informazioni
Vito De Nicola - Tel. 091 972 40 69
Giuseppe Russo - Tel. 091 972 15 08
TUTTI I CALITRANI
VI ASPETTANO CON PIACERE!
FESTA DEI CINQUANTENNI
(MEZZO SECOLO)
Stiamo organizzando la festa della
classe 1958 (la classe non è acqua), essa si terrà nei giorni tra l’1 e 8 settembre 2008 a Calitri. Coloro che volessero partecipare sono pregati di riservarsi questo periodo tra la festa di San
Canio e quella dell’Immacolata Concezione. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a: Martiniello Canio
Via Circumvallazione
Cell. 338 36 43 590
4
della “solidarietà”. La Fondazione “Insieme per…” con il suo Presidente Padre Angelo Palombo, nasce nel 2006 per diffondere i valori di solidarietà, accoglienza,
carità attraverso la realizzazione di vari
progetti umanitari. Essa ha già realizzato
due edizioni dello spettacolo, rappresentando la vita di S. Gerardo Maiella sotto
forma di musical nell’incantevole scenario del Lago S. Pietro, evento che ha ottenuto numerosi consensi consentendo la
realizzazione di progetti di sostegno sia in
Italia che all’Estero visibili sul sito internet www.grandespettacolo.it
Lo spettacolo, giunto quest’anno alla
terza edizione, è messo in scena su delle
piattaforme costruite per l’occasione direttamente sul Lago di S. Pietro e offre
agli spettatori un’emozione incomparabile con giochi di luci, fontane e decine di
figuranti ballerini e attori che perfettamente sincronizzati offrono uno spettacolo davvero unico in Italia.
Per Informazioni:
Progetto
“Il Grande spettacolo dell’Anima”
Comunità Montana Alta Irpinia
Corso Europa 12 83045 Calitri (AV) Tel.
0827-34100
www.cmaltairpinia.it
Per informazioni Turistiche
• Comune di Calitri:
Luciana Strollo Cell. 3396211372
[email protected]
• Comuni Comunità Montana
“Alta Irpinia”:
Fiorella Passaro Cell.3296448677
[email protected]
Resp. Comunicazione & Marketing
• Progetto
“Il Grande spettacolo dell’Anima”
Fernanda Ruggiero
Cell. 3939753987
[email protected]
Evento
“Il Grande spettacolo dell’Acqua”
Numero Verde 800919503
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
CONCETTA ZARRILLI
L’ALTARE DELL’IMMACOLATA
CONCEZIONE DI CALITRI
I - decorazione, simboli e allegorie
L
a Confraternita dell’Immacolata Concezione di Calitri fu fondata il 15 febbraio 1710 dai missionari del gesuita Francesco Pavone, in particolare dal padre Domenico Francesco Castellano.
l’iniziativa dei seguaci di padre Pavone, dalla spiritualità fortemente mariana,
ebbe particolare successo tra i calitrani,
ancora fortemente scossi dalla terribile tragedia del terremoto dell’8 settembre 1694,
“istesso giorno della Madre Santissima”,
che provocò la quasi totale distruzione dell’abitato e un grandissimo numero di morti e feriti1.
Primo obiettivo della nuova confraternita fu quello di costruire la chiesa (i confratelli si riunivano in origine presso la
cappella di San Michele Arcangelo), cosa
che avvenne sul piccolo colle di San Biagio, situato fuori dalle mura, in corrispondenza della Porta del Pozzo. La chiesa fu
pronta dopo quattro anni e il 9 aprile del
1714 l’arciprete e padre spirituale don
Giovanni Barrata vi celebrò la prima messa. Negli antichi documenti della congrega, relativi ai conti dei Procuratori, già al
1714 si fa menzione dell’altare principale,
ma non si trattava di quello che oggi possiamo ammirare; il primo altare era in
pioppo e aveva una predella di quattro palmi; avanti a esso vi erano due sedili, e alla
sua sommità vi era un quadro raffigurante
l’Immacolata Concezione 2.
l’altare maggiore, che ancora oggi si
trova nella chiesa, fu realizzato negli anni
1738-47, successivamente al terremoto del
1732 che provocò dei danni alla chiesa e
presumibilmente anche all’altare maggiore preesistente. Il nuovo altare, realizzato
in legno di tiglio acquistato a Pescopagano, è largo quanto tutta la navata centrale
della chiesa ed è alto fino alla base dell’arco maggiore del catino absidale. Nella parte inferiore, compresa fra due “portelle”, si
trova la mensa, sorretta da quattro grandi
volute intagliate disposte due a due con un
angolo di 45 gradi. Le due porte laterali
che immettono nella sacrestia in origine
davano accesso al coro, arredato con stalli
lignei oggi perduti. Sulla mensa vi è il ciborio, anch’esso in legno, con una porticina incorniciata da un ramo fiorito su cui è
raffigurato il calice con l’ostia consacrata.
Il paliotto reca intagliato uno scudo con il
simbolo mariano della A e della M sovrapposte (iniziali di Ave Maria) e sormontate
da una corona, completamente circondato
da intagli di foglie svolazzanti, riccioli e
volute. Due coppie di colonne tortili su
plinti, le due centrali con fusto per un terzo
decorato a volute e fioroni e per il resto a
racemi, le due laterali decorate completamente a racemi, tutte sormontate da capitelli in stile composito, dividono la maestosa ancona in tre parti, che corrispondono a tre nicchie di diverse dimensioni, sotto le quali si trovano altrettanti medaglioni
che rappresentano alcuni simboli della
Vergine. Al di sopra, un timpano lineare,
spezzato in corrispondenza delle colonne,
separa l’ancona dal coronamento, costituito da grandi volute intagliate sulle quali
siedono quattro angioletti dorati, e al centro, sempre incorniciato da volute, vi è il
simbolo del fuoco eterno dello Spirito
Santo, con baldacchino sormontato da una
croce. Ai lati dell’ancona foglie e grossi ra-
cemi sinuosamente si snodano per una lunghezza pari a quella delle colonne. Foglie
accartocciate stilizzate che si intrecciano,
si gonfiano e vanno a contorcersi in ogni
direzione, secondo il gusto “rocaille”, costituiscono il principale motivo decorativo,
che ricorre nelle colonne, nel coronamento, nelle cornici delle nicchie (soprattutto
quelle centrali), nelle cornici dei medaglioni, nelle mensole che sorreggono le colonne laterali, nei pilastrini alla base di
quelle centrali, nelle volute che reggono la
mensa, nel paliotto; lo stesso motivo orna
le parti più lisce (dietro il ciborio) e le due
parti laterali, sia sotto forma di intaglio, sia
in forma di disegno inciso e indorato. Altro
elemento decorativo frequente è quello
della valva di conchiglia, che troviamo in
funzione di catino delle tre nicchie, a coronamento del medaglione sottostante la nicchia centrale, e in diversi altri punti, come
ad esempio nei motivi applicati sulla parete liscia alle spalle del ciborio.
Legata tradizionalmente alla condizione acquatica, la conchiglia, passando dal
mito antico alla tradizione cristiana, si è
evoluta man mano in simbolo di nascita, di
maternità, e infine di santificazione o di resurrezione. In connessione con la Vergine
Calitri 6 settembre 2007, solenne rito di dedicazione del nuovo altare all’Immacolata Concezione, da sinistra: Giovanni Polestra,Vitantonio Di Milia (priore), Giuseppe Di Maio, Gaetano Zarrilli, Gerardo Maffucci, Pietro Scioscia, Raffaele Antonio Pastore, don Maurizio Palmieri,
S. E. Mons. Francesco Alfano,Vincenzo Cubelli, Domenico Di Salvo, Pasquale Cestone.
5
IL CALITRANO
Maria, la valva marina visualizza il simbolismo della Madonna come conchiglia che
custodisce nel suo seno la perla che è il Figlio di Dio, secondo le parole di Giovanni
Damasceno: “Si allieti il mare del mondo,
perché in lui è prodotta una conchiglia, la
quale concepirà nel suo seno il celeste raggio della divinità, e darà alla luce Cristo,
pietra preziosissima”. La conchiglia in
ambito architettonico, in grande scala nelle absidi, e in piccola scala nelle nicchie
(come in questo caso), è molto frequente in
epoca barocca, sia per il suo alto valore decorativo, sia per i numerosi simbolismi a
cui si richiama, da quello di “celeste volta
- baldacchino glorificante”, a quello più
profondo che la assimila all’orecchio e alla capacità di percepire il Verbo divino3.
Nella decorazione dell’altare sono presenti altri simbolismi, in particolar modo
per quanto concerne i tre medaglioni sottostanti le nicchie. Nel medaglione centrale,
di maggiori dimensioni rispetto agli altri
due, incorniciato da volute intagliate e sormontato da una conchiglia, è rappresentata
la porta di una città di cui si vedono le case
con tetti e finestre, con la cinta muraria, e
due torri; nel primo medaglione laterale vi
è rappresentata una fontana zampillante,
nell’ultimo un giardino recintato. Nelle Litanie Lauretane, che risalgono al 1587, la
Chiesa dà alla Vergine Maria gli epiteti di
“Porta chiusa di Ezechiele”, “Porta dell’Oriente” e “Porta del Cielo”. La porta del
medaglione dell’altare è infatti chiusa;
questo motivo iconografico viene tramandato sin dall’epoca medievale, quando la
Vergine veniva rappresentata sotto l’aspetto di una porta chiusa, come nel basamen-
Calitri 1949/50 Corso Matteotti, di fronte al
Bar Toglia, da sinistra in piedi:Alfonso Enrico Trofa (02.01.1932 † 25.07.2005) Canio
Cerreta, Giovanni Acocella, Enrico Di Maio
(09.10.1931 † 24.01.1952) deceduto mentre
era ancora universitario, Michele Cicoira,
Aniello Gerardino Basile (05.09.1932 †
12.06.1988); prima fila: Antonio Pasquale
Miranda, Vincenzo De Nicola, Alfredo Di
Carlo,Vito Savanella e Salvatore Frucci.
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
to degli scanni del coro di Amiens4. Il simbolo della porta viene spesso ripreso dagli
autori romani, mentre Ugo di Fouilloy, nel
XII secolo, scriveva che attraverso le porte
di Gerusalemme si entra nella Chiesa e
nella vita eterna5. Inoltre le stesse torri potrebbero simboleggiare la Madonna, nelle
Litanie detta “Turris Davidica” e “Turris
Eburnea”. Delle varie porte di Gerusalemme, la Porta della Fontana (o della Sorgente) era situata all’estremità sud-orientale
della città, così come la Porta “tra le due
mura” connessa al giardino del Re6.
La chiesa dell’Immacolata Concezione di Calitri fu costruita anch'essa sul versante sud-est del paese, all’estrema punta;
come si può vedere anche dall’incisione
pubblicata nel 1703 nell’opera dell’abate
Giovan Battista Pacichelli7, la “Porta del
Pozzo” era l’unica del paese ad avere due
torrioni di guardia, proprio come quella
raffigurata sull’altare. Dunque la porta
chiusa del medaglione simboleggia la Vergine Maria e rappresenta molto probabilmente una delle porte di Gerusalemme,
forse la “Porta della Fontana” (una fontana
è rappresentata sul medaglione di sinistra)
o forse la “Porta tra le due mura”, vicino al
giardino del Re (e un giardino è rappresentato sul medaglione di destra); nel riprodurla l’autore potrebbe essersi ispirato alla
“Porta del Pozzo” di Calitri, che si trovava
lì vicino e di fronte alla chiesa, tra i versanti sud ed est del paese, come le due porte di
Gerusalemme (è da sottolineare inoltre l’analogia tra Porta del Pozzo di Calitri e Porta della Fontana o della Sorgente di Gerusalemme). Proprio nel corso del Settecento le descrizioni dei luoghi sacri di Gerusalemme erano molto diffuse, sia in prosa,
sia sotto forma di “figure di carta”, e qualsiasi artista, sia pittore che scultore o intagliatore, le conosceva alla perfezione.
Se consideriamo i due simboli della
fonte e del giardino non inerenti a una delle due porte di Gerusalemme in questione,
vediamo che comunque anch’essi, presi
sia singolamente sia in connessione tra di
loro, hanno un forte significato simbolico.
Sempre nelle Litanie Lauretane, la Vergine
è chiamata “Fons hortorum”, fonte di giardino, ed è “Hortus conclusus”, giardino
chiuso. D’altronde il nome ebraico di
“giardino”, “gan”, collegato al verbo “ganan”, che significa “proteggere”, fa pensare a una recinzione, a un giardino chiuso,
come quello del medaglione di destra nell’altare. Il “giardino chiuso” più famoso,
più ricco di simboli e più commentato dagli autori mistici, e dove è menzionata an6
che una fonte, è tuttora il giardino del Cantico dei Cantici: “Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa /sei fontana di giardino/
zampillo d'acque vive/ che scendono dal
Libano”8.
Per concludere va sottolineata l’importanza del leggere le opere d’arte contestualizzandole, non dimenticando le conoscenze e la cultura degli uomini che le hanno
realizzate; un’attenta lettura, non “da distratti”, ci fa capire molte più cose, e in
questo caso ha aiutato forse a spiegarci, oltre al significato di quei misteriosi disegni,
anche le ragioni che portarono alla scelta
proprio del colle di San Biagio per la costruzione della chiesa dell’Immacolata.
Una scelta che potrebbe essere stata fatta
non a caso, ma che ricalcherebbe in qualche modo il significato religioso e il valore
sacro dei luoghi di Gerusalemme, città sacra in terra, nei secoli precedenti oggetto di
culto e di guerra, a causa della sua difesa
da parte di Cavalieri e Crociati, ma soprattutto la città-simbolo del cristianesimo,
immagine sulla terra di quella città divina
tanto vagheggiata nelle opere dottrinali e
letterarie (come nella Divina Commedia),
la cui struttura è stata spesso ricalcata nella costruzione di altre città, come ad esempio nel caso di l’Aquila, in Abruzzo9.
NOTE
1
“Sendo anzi subissata che caduta con 1200 persone Calitri, con le case monasteri e chiese, e col sublime castello, ò palazzo che miseramente ingoiò il
vecchio amico Francesco Mirelli, Dottore e padre del
Marchese, la consorte, la sorella, e i figliuoli di questa, col cognato Oratio Carafa e altri”. (G. B. PACICHELLI, Lettere familiari istoriche ed erudite …, II,
Napoli 1695, p. 358).
2
Calitri, Archivio Confraternita Immacolata
Concezione (A.C.I.C.C.), Registro dei conti dei Procuratori [1714].
3
M. PASCULLI FERRARA, Il simbolismo della conchiglia, in Atlante del barocco in Italia. Capitanata e
Terra di Bari, a cura di V. Cazzato, M. Fagiolo e M.
Pasculli Ferrara, Roma 1996, pp. 421- 422.
4
J. CHEVALIER, Porta, in Dizionario dei simboli,
ed. ital. a cura di I. Sordi, Milano 1986, s.v..
5
Ivi.
6
Gerusalemme. Porte e torri, in Dizionario Enciclopedico della Bibbia, Roma 1995, s.v..
7
Cfr. G. B. PACICHELLI, Il Regno di Napoli in
prospettiva, I, Napoli 1703, p. 254. Francesco Cassiano de Silva, per conto degli editori Mutio e Parrino,
disegnò Calitri prima del 1694, mentre l’opera fu
pubblicata nel 1703; nell’incisione è infatti visibile il
famoso castello distrutto dal terremoto.
8
Riportato in J. CHEVALIER, op. cit..
9
Federico II fece costruire l’Aquila rifacendosi
alla pianta di Gerusalemme, invertendone però i punti cardinali. Per la ricostruzione dei simbolismi nella
fondazione della città abruzzese cfr. L. CECCARELLI,
La rivelazione dell’Aquila, l’Aquila 2005.
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
SVILUPPO E PROTEZIONE
DELL’AMBIENTE
Proteste, Effetto Nimby: dal No a tutto al Sì a tutto?
L mento dei rifiuti in Campania sta produa drammatica situazione dello smalti-
cendo in questi mesi fiumi di parole, di
analisi, di polemiche, dopo aver purtroppo
inferto un durissimo colpo all’immagine
già molto appannata del nostro Paese nel
mondo. Non basterebbe un’intera pubblicazione per riassumere l’agghiacciante sequela di errori politici, di valutazioni tecniche sbagliate, di spreco di soldi pubblici
cui abbiamo dovuto assistere in 15 anni di
gestione del ciclo rifiuti campano: uno scenario che forse solo oggi i più iniziano a
comprendere appieno, e che ci propone da
mesi l’intollerabile spettacolo delle migliaia di tonnellate di rifiuti abbandonate
su chilometri e chilometri di strade napoletane e casertane. Non credo sia questa la
sede per affrontare in maniera approfondita tali incredibili vicende, in cui inadeguatezza politica, interessi di parte, mancanza
di sorveglianza della società civile e pesante condizionamento della malavita hanno
portato al disastro oggi sotto gli occhi di
tutti. Mentre scrivo queste righe il nuovo
governo sta presentando il piano d’azione
che prevede l’apertura di vecchie e nuove
discariche come soluzione-ponte che porti
al superamento dell’emergenza ed apra la
strada alla costruzione di termovalorizzatori ed alla realizzazione diffusa della raccolta differenziata, come avviene in gran
parte d’Italia e del mondo. Prendendo invece spunto dalle vicende che hanno coinvolto direttamente le popolazioni nella
protesta contro l’apertura delle discariche
(penso ad Acerra, a Serre, a Pianura, a
Chiaiano, o, per rimanere in Irpinia a Difesa Grande e ad Andretta), intendo fare una
breve riflessione sui risvolti sociali ed in
qualche modo sociologici che oggi accompagnano le dinamiche tra istituzioni e cittadini nelle scelte e nelle politiche ambientali decisive per il Paese e per le comunità
locali.
ste, più o meno spontanee, di cittadini e
di organizzazioni contro progetti di nuove opere ed infrastrutture, o di impianti
che avessero a che fare con l’energia o
con il ciclo dei rifiuti. Tutti ricordano le
rivolte di Scanzano contro il deposito di
scorie nucleari che era stato previsto in
quella località, o le clamorose azioni di
protesta messe in atto in Piemonte contro
la TAV. In generale assistiamo a situazioni di contestazione generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, che
prendono di mira la realizzazione di centrali elettriche, rigassificatori, termovalorizzatori. Chi studia questi fenomeni
ha dato un nome alla protesta: la chiama
fenomeno NIMBY (acronimo dell’espressione inglese Not In My BackYard,
LAUREA
Infiniti auguri alla neo-dottoressa Giuseppina Margotta che con una tesi su
“Antonio Buero Vallejo: El Tragaluz,
uno scorcio della realtà attraverso lo
sguardo dei personaggi”, il 17 marzo
2008 si è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Suor
Orsola Benincasa di Napoli. Auguri da
Antonio, da mamma Maria Antonietta,
da papà Vincenzo, dai nonni, parenti,
amici e dalla Redazione.
L’effetto Nimby
Negli ultimi anni abbiamo assistito
ad una crescita esponenziale delle prote7
ossia non nel mio giardino). Si riassume
con questa simpatica frasetta l’atteggiamento di chi contesta la realizzazione di
un intervento che modifica lo status quo,
e che dice:” Fatelo pure, ma non qui, non
vicino a casa mia. Andate da un’altra
parte”.
Questo fenomeno ha assunto dimensioni enormi in Italia, molto più che negli altri Paesi occidentali. Basta leggere i
dati dell’Osservatorio Nimby Forum dell’Agenzia di Ricerche ARIS (cui il sottoscritto collabora da 2 anni). l’Osservatorio monitora i fenomeni di conflitto ambientale e territoriale in tutta Italia, studiandoli dal punto di vista sociologico e
della comunicazione. Nel 2007 (ultimi
dati pubblicati) si sono registrati 193 impianti contestati sul territorio nazionale.
Si va dalla discarica all’inceneritore, dalla centrale termoelettrica alla centrale a
biomassa legnosa (brucia legno e produce energia), dall’impianto di compostaggio (un anello decisivo nel ciclo dei rifiuti e della raccolta differenziata) alla pala
eolica produttrice di energia pulita. Si dice NO un po’ a tutto, con ragioni diverse,
talvolta inconsistenti dal punto di vista
tecnico-scientifico, talvolta con ragioni
molto più solide. Si dice NO spesso per
ragioni squisitamente politiche (chi contesta si candida alle elezioni amministrative o politiche e tenta di monetizzare il
consenso catalizzato come punto di riferimento del gruppo di protesta), si dice
NO per sfiducia nei confronti delle istituzioni o delle aziende che propongono
l’impianto o l’infrastruttura. Si dice NO
per scarsa conoscenza del “nemico”:non
avendo sufficiente comprensione del
progetto proposto, la comunità reagisce
con diffidenza e paura, ribellandosi ad
una decisione che percepisce come calata dall’alto, non condivisa, invasiva. Si
dice NO perché il livello di consapevolezza di questi temi da parte della maggioranza della popolazione è molto basso (grande responsabilità, a mio giudizio, va attribuita alla superficialità con
IL CALITRANO
cui i media affrontano tali argomenti,
privilegiando il sensazionalismo). Si dice NO, ancora, perché sulla protesta vivono e speculano numerosi portatori di
interessi diversi: c’è chi soffia sul fuoco
strumentalizzando la popolazione ignara
per reconditi scopi di profitto personale,
e c’è chi sfrutta la legittima volontà della
gente di essere ascoltata, creando falsi
miti e verissime basi di consenso politico
locale e nazionale.
Insomma, il quadro è molto complesso e spigoloso. Tuttavia il risultato
del fenomeno pare evidente: un Paese rimasto indietro nei settori strategici delle
infrastrutture, dell’approvvigionamento
di energia, inadeguato nel fornire servizi
ai cittadini, o carente nel rispetto dell’ambiente. Un Paese travolto dall’incapacità di decidere, le cui istituzioni non
hanno saputo dare risposte adeguate e
non hanno saputo (o voluto) dialogare
con i territori, con la gente che aveva bisogno di essere informata per valutare,
capire e decidere, in modo consapevole.
Un Paese non coerente nella sua politica
energetica, che non riesce a staccarsi
dalle fonti tradizionali (petrolio, gas), e
che non fissa un percorso chiaro per il
futuro prossimo, quando la “sicurezza
energetica” sarà l’obiettivo primario,
decisivo per la sopravvivenza stessa di
tutti i Paesi.
Dall’analisi dell’Osservatorio Nimby
Forum emerge un altro dato a mio giudizio cruciale: oggi chi propone un’opera,
un’infrastruttura o un impianto difficilmente comunica e dialoga con le comunità locali. Le aziende fanno ancora una
maledetta fatica ad aprirsi, a spiegare alla
gente i loro progetti, ad ascoltare i cittadi-
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
ni ed a coinvolgerli, per
quanto possibile, nelle
decisioni che tutto sommato cambieranno comunque la vita di quelle
terre. Non può quindi sorprenderci che la comunità
interessata si trovi spesso
nelle condizioni di dire
NO. Non conoscenza
Calitri, marzo 2008, Maria Di Cecca (scatozza) ha festeggiato il 60° compleanno e 40 anni di matrimonio con Vinequivale quindi a rifiuto e
cenzo Zabatta (ciend’capill’), sposato il 10.02.1968. Da
a paura. Per onestà intelsinistra:
la figlia Michelina – i festeggiati – il figlio Antonio, la
lettuale devo anche dire
nuora Emanuela Borea, il nipote Alessandro Zabatta.
che, nelle pieghe delle ricerche del Nimby Forum,
si può leggere un altro elemento che risal- questo presupposto, ci si incammini con
ta nitido: oggi il Nimby appare sempre eccessiva velocità verso una fase oppopiù come un atteggiamento di difesa del- sta, in cui il superamento del Nimby dil’interesse consolidato e particolare con- venti un altare al quale sacrificare il ritro l’interesse collettivo e generale. È ve- spetto dell’ambiente ed il coinvolgimenro che sfiducia e scarsa credibilità della to della società. Insomma, il pericolo è
politica e dell’industria creano reazioni di che si passi da un “No a tutto” ad un “Sì
rigetto, ma è altrettanto vero che si vede a tutto”, un processo dannoso almeno
innalzare la bandiera della protesta senza quanto il precedente. Il modello per
che neppure si sia indagato sulle ragioni guardare allo sviluppo compatibile ed aldi chi propone un progetto e sul valore la modernizzazione del Paese è quasi badella specifica proposta, ma per il sempli- nale nella sua semplicità teorica: diffuce fatto che esso si inserisce in una situa- sione della conoscenza, dell’educazione
zione consolidata, smuovendo equilibri ambientale e dell’educazione all’uso
stabiliti e ledendo interessi particolari. dell’energia; confronto, dialogo e parteNimby appare sempre più come sintomo cipazione dei cittadini nel perseguimendella difficoltà di accettare il mutamento.
to di una strategia di sviluppo sostenibiIn questo scenario così complicato le, anche economicamente. Si sa però
mi pare di intravedere, d’ora in avanti, un che in Italia i problemi nascono quando
altro rischio con cui i decisori politici dei dalla teoria si deve passare alla pratica…
prossimi anni dovranno fare i conti. Il ri- Auguri a tutti noi.
schio, molto concreto a mio avviso, è che
si passi da una fase di protesta diffusa e
Giovanni Galgano
di No a tutto ad una fase in cui, registrata
ARIS; Agenzia Ricerche
l’arretratezza italiana nelle infrastrutture
Informazione e Società, Milano
e nel sistema energetico e partendo da
Osservatorio Nimby Forum
Calitri, 29 settembre 1949: quasi sessant’anni fa la signora Rosa
Gautieri, la prima a sinistra nella foto, convolava a nozze e la sorella
Antonietta per festeggiare questo bellissimo ricordo ha voluto la
pubblicazione di questa foto. Da sinistra Rosa Gautieri, la piccola
sorella Antonietta, l’altra sorella Giuseppina, la mamma Cecchina e
il babbo Canio (m’naciegghj). Un augurio anche dalla Redazione.
Calitri 1° agosto 2007, settantesimo compleanno della signora
Maria Iannece con alla sua destra il marito Raffaele Pastore e le cognate Vincenzina Pastore e Rosa Pastore. La Redazione partecipa
con vivissimi auguri.
8
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
ANNIBALE COGLIANO
Calitri e Bisaccia nella crisi del 1799 (IV)
Fra fedeltà ai Borboni e adesione alla Repubblica: l’impotenza riformatrice
alle radici di risposte politiche antitetiche
C riore ai 5000 abitanti a fine ’700, fra i
alitri, con popolazione di poco supe-
comuni più popolosi della provincia, confinante all’estremo lembo orientale del
Principato Ultra, terra ai confini della Capitanata, della Basilicata, del Principato
Citra, offre, negli ultimi trenta anni del
’700, un esempio di trasformazione del
paesaggio agrario e del rapporto pascoloagricoltura in un quadro di conservazione
politica e di assorbimento relativamente
indolore delle tensioni che pur si producono nel processo di cambiamento.
Il conflitto, pur non toccando l’acutezza della vicina Bisaccia, è stato simile sino
agli inizi degli anni ’9037: l’assegnazione
di modeste superfici di demani universali
per coltura (le Cesine, che danno tomoli
206 di grano all’Università); l’aumento
esorbitante delle spese del bilancio comunale (lo stato discusso); l’altrettanto esorbitante e sperequata tassazione (che gli
amministratori hanno portato a 13 grana
l’oncia38, a fronte delle 4 previste dalle
istruzioni generali del regno, caricando
l’imposizione sul testatico - 12 carlini la
testa - e sull’attività lavorativa dei bracciali); le modalità di esazione e l’occultamento dei beni di tanti proprietari, il peculato
degli amministratori; l’intervento della
Regia Camera della Sommaria (l’organo
giudiziario amministrativo e finanziario
dello stato centrale), dell’Udienza provinciale (il tribunale regio), della Regia Corte
di Ariano chiamata ad intervenire per sospetta complicità dell’Udienza con una
delle due fazioni locali; l’intervento armato di squadre di fucilieri e soldati, incidenti con spargimenti di sangue, e procedimenti susseguenti ad modus belli, criticati
dalla stessa Udienza che non ritiene estendibile la procedura per questioni relative
ad un contenzioso di carattere civile; la
longa manus del barone, Carlo Mirelli,
principe di Teora, creditore fiscalario
dell’Università per 964 ducati annui, interessato alla diminuzione di spesa e alla
messa sotto accusa degli amministratori in
carica, per il solo fine di inabilitare la loro
azione legale e politica contro i suoi abusi
nella limitazione del pascolo e di altri usi
civici nel demanio di Castiglione (giuridicamente feudale, ma di fatto comunale
perchè fittato dall’Università in perpetuo
da oltre un secolo e mezzo).
Protagonisti sotto accusa sono i Margotta (Giuseppe, esattore della tassa catastale, e Antonio, più volte sindaco e fra i
proprietari con l’imponibile più elevato),
esponenti della famiglia di affittatori e proprietari armentizi più in vista e che usciranno battuti alla fine degli anni ’90.
Chiave di volta nella prima metà degli
anni anni ’90 è la diversa destinazione d’uso di notevole parte dell’antico e vasto territorio feudale di S. Maria in Elce, soggetto a possesso e giurisdizione particolare,
che eguaglia in estensione i demani feudali e universali, e che costituisce il ventre
molle del dirottamento dei conflitti fra le
fazioni in campo dei galantuomini.
La crisi del 1799 ne è l’approdo ed insieme la cartina di tornasole. Calitri resiste
come nessuna altra terra della provincia alla democratizzazione, fosse pure quella
apparente e di circostanza per tenere lontane le truppe francesi e repubblicane. La
sua collocazione strategica ne fa, fra l’altro, un punto di riferimento per le forze
realiste, sia nella fase di preparazione delle
Roma, 1° gennaio 2008, i coniugi Vincenza
Maffucci (Ang’legghia) e Angelo Cestone
(Panculosc’) hanno felicemente festeggiato
il loro cinquantesimo anno di matrimonio.
Auguri da parenti, amici e dalla Redazione.
9
insorgenze che della regalizzazione definitiva. La sua connotazione politica è uno
scandalo e una sfida permanente alla forza
della repubblica nella zona.
Ancora ad aprile inoltrato, non vi è stata modifica istituzionale di sorta o atto
simbolico di circostanza di adesione alla
Repubblica. Cosa mai spiega questa eccentricità, tetragona ad ogni minaccia?
Crediamo che la risposta sia semplice e disarmante allo stesso tempo: la cittadina è
interessata a conservare ciò che ha appena
conquistato, ossia la messa a coltura armata manu dei territori dell’abbazia di S. Maria in Elce nelle località Spineto di Luzzano, Pascone, Difesella, sui quali per la prima volta nella sua storia ha applicato in
modo massiccio i suoi pretesi diritti di
confinazione (secondo quanto fissato con
Carlo II d’Angiò nel 1395), i suoi diritti di
usi civici di aratura e semina (concessione
di Ferdinando II nel 1496 e accordo scritto
sancito nel 1507 fra l’abate protempore,
Massenzio Gesualdo, e l’Università)39, dirompenti rispetto ai tradizionali usi promiscui di pascolo sempre riconosciuti pacificamente all’Università.
La Badia possiede centinaia di ettari di
territori coltivati e boscosi, e due grance in
altre terre (una in Venosa e un’altra in Andretta), in una della quali vi è un molino. A
fine Settecento, l’antichissima, millenaria
abbazia ha ancora un valore capitale di poco meno di 100.000 ducati ed è affittata per
un estaglio annuo superiore a 3000 ducati;
fra chiese, capitoli e luoghi pii non abitanti, che sono tassati per 4385 d’imponibile
solo essa raggiunge le 3956 once. La questione della messa a coltura dei terreni ha
attraversato negli ultimi anni le fazioni dei
galantuomini che si sono avvicendati nel
governo dell’Università. Passata dalla famiglia Gesualdo, poi Ludovisi, al principe
di Teora, che ne ha il juspatronato e la giurisdizione criminale e civile delle prime e
seconde cause, l’abbazia è stata il ventre
molle su cui prima sono esplose le tensioni
fra massari di animali e contadini, e poi sono state dirottate le richieste di messa a
IL CALITRANO
coltura alimentate dalla prammatica Palmieri. Già agli inizi degli anni ’90 vi è stato un primo disboscamento e dissodamento, che ha portato ad un intervento del Sacro Regio Consiglio per lite insorta su terreni promiscui ad uso di pascolo con l’Università. Sulla modifica colturale e sul
nuovo affittatore è precipitato lo scontro di
fazione e cittadino complessivo. Nuovo
aggiudicatario nel 1793 è stato Michele
Margotta di Calitri, che lo ha strappato ai
precedenti affittatori, l’onnipresente Donato Rago, di Bisaccia, e Michele Zampaglione, di Calitri, l’esponente più in vista
della famiglia che da secoli ha fornito
agenti ed erari ai locali feudatari. Paventando il vento che spira, il nuovo contraente ha apposto una clausola vincolante alla
non innovazione della destinazione d’uso
già affermatasi dei terreni a pascolo, a bosco e a coltura. Di più: prima della entrata
in possesso, in via cautelativa, il nuovo affittuario ha denunciato alla Regia Camera
della Sommaria la possibile modifica colturale da parte degli affittuari il cui contratto sta per scadere, Michele Zampaglione e
Donato Rago (temendo in particolare il taglio di alberi, la messa generalizzata a coltura, la manomissione delle attrezzature e
ricoveri, fontane per animali, guardiani,
ecc.). La recente nuova occupazione di terre (per la quale non vi è stata alcuna corresponsione di estaglio, e che, caricata nel
nuovo bilancio preventivo di agosto 1799
per ben 1000 ducati, dovrebbe ammontare
ad almeno 1000 tomoli), che ha visto la
partecipazione di circa 500 bracciali, tutti
rubricati, ha avuto a capo del movimento il
sacerdote don Giovanni Cestone, già eletto
deputato ad lites per conto dall’Università,
sin dal 1796, nei tribunali di Napoli. Del
conflitto sociale e della legittimità delle
modifiche colturali, fra il 1797 e il 1798 è
investito il Sacro Regio Consiglio, chiamato a pronunziarsi nella causa fra l’abate
pro-tempore e l’università di Calitri. Il Sacro Regio Consiglio, con un decreto ad
hoc, non riconosce il diritto di arare e seminare, ma solo quello di pascere, acquare, legnare; l’università di Calitri ritiene invece che i suoi antichi diritti debbano valere anche per la messa a coltura. Il sacerdote Cestone, in una supplica al re ricorda come […] “L’Università di detta terra da
tempo immemorabile possiede il diritto di
pascere, acquare e legnare, come pure di
arare e seminare in taluni territori di quella
pertinenza che diconsi della Badia di S.
Maria in Elce, denominati Luzzano, Pa-
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
LAUREA
Carolina Leone nel giorno della Laurea con i genitori Amalia Uliano e
Angelo Leone. Sotto: Abano Terme, la
dott.ssa Carolina Leone col marito
Matteo dott. Penzo.
Il 6 dicembre 2007, presso l’Università
degli Studi di Padova si è brillantemente
laureata, con il massimo dei voti,
in Lettere e Filosofia
Carolina LEONE
discutendo una tesi su
“Un Arato illustrato nel Rinascimento”
All’attivo di questa giovane signora
va detto che dal 1994 è diplomata
Infermiera Professionale e lavorando
ha continuato i suoi studi fino alla Laurea.
Nel 2003 si è sposata col dott. Matteo
Penzo ed hanno due bellissime figlie,
Anna e Laura. All’orgoglio dei genitori
e del marito, aggiungiamo gli auguri
della Redazione per un avvenire
pieno di soddisfazioni.
scone, Difesetta, siccome chiaramente appare da certa verificazione di confini fatta
nel 1295 per ordine di Carlo II d’Angiò, e
da una concessione di Ferdinando II nell’anno 1496; e da un in strumento infine
dell’anno 1507 tra l’università suddetta e
l’abate d’allora Massenzio Gesualdo”40.
I massari e proprietari di armenti, interessati alla conservazione dei soli usi civici del pascolo e bosco, riescono ad insediarsi fra il settembre del 1797 e l’autunno
del 1798 al governo comunale, e tentano la
carta politica accusando il sacerdote Cestone di aver trasmesso alla popolazione
calitrana false notizie in merito al decreto
10
emesso e di ispirarsi al giacobinismo (di
voler fare “peggio de’ francesi”).
Ma il sacerdote respinge il tutto come
calunnie e chiede un’inchiesta vera, mostrandosi disponibile a portare testimoni
da Calitri a Napoli per qualsiasi ulteriore
verifica.
La Real Camera, subentrando al Sacro
Regio Consiglio, dopo un primo intervento del re, nel settembre del 1798, non accoglie l’imputazione di reità di stato e ritiene
legittima la messa a coltura in base ai privilegi antichi accordati all’Università.
La crisi politica degli inizi del 1799 coglie dunque la stragrande maggioranza
della popolazione interessata alla conservazione delle conquiste appena conseguite
con l’avallo del re. La minaccia della loro
perdita può provenire solo dalle innovazioni e dalle forze repubblicane comandate
dal determinato sacerdote Di Guglielmo
della vicina terra di Andretta, detenuto per
omicidio di un parente suddiacono da
quattro anni nelle carceri della capitale e liberato con l’arrivo delle truppe francesi.
Dopo il sacco della vicina Bisaccia, potrebbe essere la volta di Calitri. Di Guglielmo, già il 19 febbraio (1 germile), nell’indirizzarsi al sindaco di Calitri fra blandizie
e rassicurazioni, volte a demolire la propaganda con cui sono stati presentati i francesi e la Repubblica appena costituita (la minaccia dell’onore, della vita, degli averi,
dei deboli), al richiamo della comune terra
natia, ha minacciato l’uso della forza, solo
provvisoriamente sospesa:
Libertà Eguaglianza
Andretta, 1 germile, anno 7 della
Repubblica
Cittadino amico,
con sommo mio rincrescimento sento
che questa popolazione vuole stare sotto il gioco tirannico, pieno di un fanatismo di alcuni falsi proclami, sparsi da
spiriti maligni per farci distruggere uno
coll’altro. Aprite gli occhi e date uno
sguardo al vostro ritratto, che lo ritroverete squallido e lacero, così ridotto
dal fuggitivo tiranno, il quale vi ha rubato, una con le sostanze, i vostri figli,
non avendo avuto ritegno di radunarsi
anche la paglia.
Cittadino, v’invito a far capire al
Popolo che io sono un paesano e che ho
respirata l’aria vostra istessa, io son venuto a portar pace a tutti, e non già
guerra. Le truppe le ho lasciate indietro
per non rovinare le nostre popolazioni;
ho avuto davanti gli occhi il vostro
onore, la vita, le vedove ed i pupilli. Io
desidero che il valore di questi cittadini
si adoperasse a favore di questi cittadini della Repubblica, e non più contro
loro stessi. Se volete che io venga,
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
verrò solo e da paesano, semplicemente accompagnato da voi stessi. Io sarò
un semplice testimonio delle vostre allegrezze nell’alzarsi l’arbore della libertà, vi terrete l’arme per la difesa della padria, senza riportarne castigo alcuno di quanto sino ad ora si è oprato. Se
voi sarete renitenti a questi miei inviti,
non vi lagnate, o cittadini, se verranno
le truppe a spogliarvi di tutto. Per mio
regolamento aspetto risposta, e per non
dar passi ulteriori, v’invito alla pace.
Salute e fratellanza.
Il comune amico e cittadino Vincenzo Guglielmo, Capitano Comandante
La democratizzazione forzosa41 e gli
schieramenti in campo sono un corollario
dei conflitti del decennio. L’erezione dell’albero, il 4 aprile del 1799, possibile solo
per l’intervento armato del comandante
Vincenzo di Guglielmo della vicina Andretta, ha fra i protagonisti galantuomini,
affittatori, massari e pastori sconfitti non
rassegnati. La maggiore “premura e insistenza” è del magnifico Giuseppe Margotta, fratello di Michele e prossimo aggiudicatario dell’immenso demanio feudale di
Castiglione, tenuto al momento da Michele Zampaglione suo rivale, il cui contratto
scade a fine anno. Con i Margotta sono
schierati don Donato Antonio e Carlo
Tuozzolo, altri grandi armentari, locati da
secoli nel Tavoliere di Puglia, e locati e galantuomini minori: Domenico Imperiale,
Rocco Polestra, don Michele Cioglia, don
Bonaventura Gervasio (i quali avrebbero
usato violenza per far indossare i simboli
repubblicani, e soprattutto preso contatti
con il Presidente della municipalità di Bisaccia per concertare il saccheggio di Calitri e la fucilazione di Nicolais, Berrilli ed
altri), e dal segretario Giuseppe Rinaldi,
“che disponeva di tutto e che portava la
nocca tricolore della Repubblica.”
Gli sconfitti dalla forza armata riescono però, nell’elezione della municipalità
nello stesso giorno, forti del numero e del
consenso della popolazione, ad imporre
Vincenzo Berrilli a comandante della
Guardia Civica, vale a dire a neutralizzare
militarmente e politicamente la municipalità. I Margotta, i Tuozzoli e Vincenzo di
Gugliemo perderanno la loro battaglia:
Calitri sarà la prima terra ad essere regalizzata a fine maggio, protagonista il magnifico Vincenzo Berrilli e Giuseppe Rabasca
con il sopraggiungere della truppa a massa
dell’Armata cristiana, capeggiata da un altro sacerdote, Antonio Greco. L’albero reciso agli inizi di maggio mai più sarà innal-
zato, nonostante le possibili aggressioni
dalle vicine terre di S. Fele della provincia
di Basilicata e di Bisaccia. Vincenzo di
Guglielmo, sarà fra i rei di stato esclusi dal
primo e secondo indulto42, e finirà la sua vita oltre venti anni dopo, barbaramente trucidato da detenuti comuni, suoi compagni
di cella, in un carcere di un’isola siciliana.
A decidere della sua sorte e dell’oblio calato sul suo nome, sarà il ricordo vendicativo
della leggerezza cinica della forza da lui
usata e minacciata. I Margotta e i Tuozzoli
(il cui cognome di muterà in Tozzoli), memori dei rischi connessi agli schieramenti
politici frettolosi e rischiosi, sapranno invece adeguarsi nei decenni a venire e per
tutto l’Ottocento alle numerose crisi istituzionali e politiche, facendo della prudenza
e dell’opportunismo la loro virtù, intrecciando ancora le loro fortune con quelle
degli Zampaglione, rivali sì, ma non sul
piano della fedeltà a chi governa.
Appendice documentaria
Consulta presentata al Re dal S. R. C. l’8
giugno del 1798:
“S.R.M.
Sin dall’anno 1796, si lagnarono alcuni
cittadini di Calitri che altri loro connaturali
cercarono di togliere loro il dritto di pascere, aquare, legnare ne’ territori della Badia
di S. Maria in Elce, detto Spineto di Luzzano, Pascone, e Difesella, con ridurre questi
a coltura e smacchiandoli. Le di loro lagnanze furono contro di molti, e fra gli altri
il sacerdote don Giovanni Cestone e di Vito Antonio Margotta, come fomentatori di
tutto ciò contro gli ordini del S.C. Questo
supremo tribunale però, a fine di correggere questi attentati in aprile 1797 ordinò che
niente si fosse posteriormente innovato,
che l’innovazione si riducessero al primo
stato e che si prendessero le diligenze,e, se
occorresse, l’informazione contro de’ contravventori. Tanto sarebbesi dal subalterno
della Regia Udienza di Montefusco seguito, purché un gran numero di Calitrani non
gli si fusse opposto prima con delle ingiurie ed espressioni di molto avanzate, e posteriormente minacciandolo di vanire a’
fatti. Stimò proprio detto subalterno perciò
di eseguire l’ultima parte degli ordini incaricatigli, cioè di compilare di tutto l’avvenuto l’informazione. Adempì infatti a tutto
ciò con quella ritualità all’uopo necessaria,
ed avendola qua rimessa, si videro rubricati circa 500 calitrani, e siccome eziandio
11
dubitava di maggior delitto, si vede l’informazione stessa passata alla Giunta di Stato,
e da questa con suo decreto, accompagnato
da Vostro Real rescritto, rimessa a questo
supremo tribunale, affinché continuasse a
procedere, e trovando cosa di cognizione
della Giunta di Stato, avesse riferito. In seguito di tutto ciò, il Fiscale dichiarò le sue
istanze di citarsi cioè tutti i rubricati ad
informandum a dieci però per volta, e rispetto al sacerdote don Giovanni Cestone
farsi alla M. V. consulta per destinarsi chi
debba contro di questo procedere. Trovò
giusta il S. C. questa istanza, per cui a 28
del passato aprile, ne ordinò con suo decreto l’esecuzione, e contro a’ laici si sono incominciati a spedire gli ordini corrispondenti; rimane ora al Vostro Sovrano arbitrio
il risolvere chi debba essere il giudice dell’attentati, che diconsi del suddetto sacerdote Cestone commessi. Iddio intanto conservi la M. V. e Vostra Real Famiglia per
consolazione di tutti coloro che vantansi
essere vostri sudditi.
Dal Sacro Consiglio, 8 di giugno 1798
Di Vostra Maestà,
umilissimi vassalli [seguono le firme
dei suoi membri: Filippo Mazzocchi, Domenico Capece Zurlo, Voncenzo Sanseverino, Giacinto Troisi]
E ancora il Sacro Regio Consiglio in
altro parere inviato al re: “Se al prete Cestone si voglia dare un giusto castigo proporzionato al delitto in avere sedotti taluni
non solo alla contravvenzione degli ordini
di magistrati supremi; ma altresì al tumulto ed alla sedizione, è certamente da rimettersi per l’ulteriore processura o alla Giunta di Stato, o almeno alla Giunta per i misfatti de’ preti, cui preside il Cappellano
Maggiore con altri togati; mai però deve
prender parte in così fatta ulteriore processura contro del prete la curia ordinaria di
Conza, sia perché si sono offese l’autorità
del S. C., sia perché la materia è tale che ha
bisogno di tutta l’autorità di un collegio di
Magistrati.
NOTE
37
Cfr. ASNA, Attuari diversi, b. 228, fascicoli
vari, e Pandetta Negri, b. 209.
38
L’oncia è un’unità di misura dell’imponibile
sulla rendita calcolata sulla moneta corrente che è il
ducato (= 10 carlini = 10 grana).
39
Cfr. ASNA, Ministero Affari Ecclesiastici,
b. 1355, e ASFG, Dogana II serie, b. 855, fasc.lo.
17440.
40
ASNA, Ministero Affari ecclesiastici, b. 1355.
41
Cfr. ASNA Pandetta Negri, b. 250, fede degli
amministratori del 19 agosto.
IL CALITRANO
Riccione, 28 dicembre 2007, i signori Vincenzo Galgano ed Antonietta Tartaglia festeggiano i loro 50 anni di matrimonio. Un
augurio da tutti gli amici, conoscenti e
dalla Redazione.
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
Mariano Comense, 16 gennaio 2008, i coniugi Vito Scoca e Annunziata Maria Russo hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio e il giorno 20 gennaio le famiglie
Scoca e Russo si sono riunite per l’occasione. Auguri ai coniugi Vito e Annunziata Maria
per il loro 50° anniversario di nozze da tutti i parenti, gli amici e dalla Redazione.
Calitri 4 novembre 2005, i novant’anni di Mariantonia Melaccio, da
sinistra: Tonino Miranda, genero della festeggiata, Franca Vallario
moglie di Pasquale, Raffaele Fierravanti, Celeste Fierravanti figlia di
Pasquale,Celeste Fierravanti figlia di Raffaele,Pietro Fierravanti figlio
di Pasquale, Maria Cerreta moglie di Raffaele; in prima fila: Francesca Cestone, figlia della festeggiata – la festeggiata – Celeste Cestone, altra figlia, Federico Fierravanti, figlio di Raffaele e la piccola Emanuela Fierravanti, figlia di Pasquale.
Calitri 7 agosto 1966, campo della Madonnella, torneo estivo di calcio, da sinistra: Salvatore Zabatta (mart’lan’), Donato Zarrilli (zd),
Canio Miele, il professore Giuseppe Di Milia,Angelomaria Maffucci
(s’nd’mend’); prima fila: Giuseppe Miele, fratello di Canio,Antonio
D’Emilia (c’cch’tiegghj), Attilio Melaccio (t’nend’), e Canio Pastore.
Calitri 15.08.2007, presso la casegghia r’
M’chel’ l’urt’lan’ da sinistra: Lucia Santina
Di Milia in Caruso, Giovanni Sicuranza (u’
barbier’), Donato Maffucci (patr’nett’), Maria Maffucci in Di Cecca e Rosa Gallucci in
Maffucci.
Salerno 1956, i liceali Giovanni Marmo,
Raffaele Marra e Peppino Di Milia.
12
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
LAUREA
Roma 10 novembre 2007,“Giornata delle Arciconfraternite”: l’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Calitri. Da sinistra ultima fila: Claudio Polestra, Giovanni Polestra, Canio Fierravanti, Mario Lucadamo, Michele Borea (il più alto); seconda fila: Gaetano Zarrilli, Salvatore Fierravanti, Canio Codella,Vitantonio Di Milia (priore), Giovanni
Tuozzolo, Pasqualino Margotta; sempre da sinistra: Domenico Di Salvo, Giuseppe Codella, Giuseppe Mario Maffucci,Adriano Cubelli,Vincenzo Cubelli (si vede solo la testa),
Vincenzo Galgano con occhiali scuri,Vincenzo Coppola, Donato Pastore (si vede solo la
testa), Pasquale Calà, seconda fila: Raffaele Cardinale, Salvatore Strollo, Canio Gautieri,
Angelo Cestone in abiti civili, Giovanni Gervasi; prima fila: Giovanni Galgano, Antonio
Fiordellisi con baffi, Pasquale Cestone e Sergio Fasulo.
Il 17.11.2007 presso l’Università cattolica del sacro
cuore A. Gemelli
di Roma,Facoltà di
medicina e chirurgia, Patrizia Gautieri ha conseguito
la Laurea triennale
in fisioterapia discutendo la Tesi: Ictus evento da prevenire,patologia da riabilitare.
Il marito Michele, i genitori Vincenzo e Lucia,i suoceri Vito e Maria,fratelli,sorelle,cognati e cognate, si uniscono alle felicitazioni
per la laurea conseguita.Auguri anche dalla
Redazione.
I CALITRANI
storia per immagini
Zurigo 5 aprile 2008, in prima fila, in piedi, il nostro concittadino Giuseppe Gautieri – membro del direttivo della Consulta della Regione
Campania – che ha organizzato in Svizzera l’incontro con le autorità
Svizzere, la Regione Campania ed i rappresentanti delle Associazioni
Campane in Europa.
Roma 13 gennaio 2008, il piccolo Riccardo di sei mesi insieme ai
genitori Gianluca e Alessandra Pareggiani, che inviano un forte
abbraccio a tutti i parenti calitrani.
Roma, 1962 durante una gita: Pasquale Di Muro (‘u pueta), Vito
Della Valva e Vincenzo Gallo (‘u tintor’).
13
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
I CALITRANI
storia per immagini
Calitri 15 febbraio 2008, 50 anni di matrimonio di Vito Galgano e Benedetta Galgano con
le tre figlie, da sinistra: Luigina, Benedetta,Vito, Cosima e Maria Gaetana. Con gli auguri
della Redazione.
Mariano Comense, Donato Maffucci ha
compiuto i nove anni il 15 giugno 2008 e
Aurora Maffucci ha compiuto gli 11 anni il
3 luglio 2008: auguri dai nonni e dalla Redazione.
Calitri 3 settembre 2006, battesimo di
Dylan Gautieri, da sinistra: Salvatore Gautieri, Angela Sanò Di Maio,Vincenzo Gautieri e Gerardina.
Lavena Ponte Tresa, 30 aprile 2005, matrimonio di Massimo Nicolais e Francesca Mazzei; da
sinistra: Rosaria Ruberto,Antonio Nicolais – gli sposi – Maria Germano e Giuseppe Mazzei.
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IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
Belgio 2005, quattro generazioni di Felina Di Carlo nata a Calitri il
06.01.1930 da Michele e da Lucia Cicoira; da sinistra: Roberta Bianchi (1975) con in braccio Van de Laar Melissa (2005), Luigia Gisa
Prata (1951) e Felina Di Carlo.
Venezuela, Caracas 1° luglio 1962, in occasione del battesimo di Angela Zabatta; da sinistra in piedi:Antonio Petito (pr’hatorij), Rosario Schiavo, Lisetta moglie di Schiavo,Vittoria Galgano (r’nategghia)
con in braccio la piccola Angela nata a Caracas il 22.05.1962, Pietro
Zabatta (ciend’capill’/ 23.03.1936 † 22.12.1983); seduti: Michelarcangelo Galgano (rend’ror’), Antonietta Lampariello (Daharora) moglie
di Galgano, Antonio Zazzarino con la moglie Maria Irace e Gaetano
Di Cairano (laquequa).
Cantù (CO) 23 marzo 2008, festeggiamento della Santa Pasqua in
casa di Gaetano Ramundo, da sinistra:Valentina Fragomeni, residente a Milano, dottor Giuseppe Ramundo figlio di Gaetano e di
Lucia Rosa Zabatta, residente a Milano, Salvatore Ramundo, Angela Ramundo sorella di Salvatore, residente a Como, Luciana Nicolais, residente a Como, Lucia Rosa Zabatta e Domenico
Baldisarro, residente a Como.
Venezuela, Caracas 20 maggio 1970, da sinistra Vittoria Galgano (R’nategghia), residente a Caracas, il piccolo Giuseppe Luigi Zabatta, Pietro Zabatta (ciend’capill’/ 23.03.1936 † Caracas 22.12.1983) e le
sorelle Angela e Vincenzina Zabatta, residenti a Caracas.
Calitri 12 giugno 1976, i coniugi Maria Zabatta e Vincenzo Di Cairano in costume calitrano.
15
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
FESTA DELL’IRPINIA
A CAMBIANO
C dell’Irpinia” curata dai circa cento volontari dell’“Associaambiano (TO) è quest’anno alla quinta edizione della “Festa
Lo stress organizzativo è stato appagato dal successo oltre
ogni aspettativa: basti pensare che sono stati serviti più di tre quintali e mezzo di caciocavallo, quattro quintali di salsiccia e salame
(tutto doverosamente di produzione di aziende calitrane), oltre che
due quintali di pasta. Invitato d’eccezione il gruppo Folkloristico
di Calitri “I Uagliun r’u Affj”, che, sfilando per le vie e le piazze
del paese, ha allietato con i suoi balli popolari ed i suoi costumi tipici l’intero pomeriggio e la serata del sabato 9 giugno.
Tantissimi conoscenti ed amici calitrani si sono stretti attorno
al gruppo, apprezzandone l’attrattiva e non sono mancati momenti di emozione.
I componenti il detto gruppo folkloristico ringraziano gli organizzatori per l’ospitalità, la cortesia e le attenzioni loro riservate, esprimono entusiasmo per la familiarità ed il cameratismo che
immediatamente si è instaurato con i volontari e, per l’edizione
di quest’anno, augurano loro di “bissare” il successo dell’anno
scorso.
zione per la conservazione delle tradizioni popolari”, organizzatrice dell’evento annuale.
Tale avvenimento è caratterizzato da due giorni di manifestazioni popolari, alla rievocazione del gusto e dell’atmosfera della
nostra terra irpina, con spettacoli, danze, musica, raccolte fotografiche, stands espositivi di prodotti artigianali e stands gastronomici con degustazione.
Cambiano, come tanti paesi limitrofi ai grandi centri del
nord, è in gran parte abitato dai nostri conterranei infatti è forte la
presenza di persone originarie di Monteverde ed Aquilonia, ma
non manca gente di Calitri, Bisaccia, Rapone, Rocca San Felice,
ecc.
L’edizione 2007 (8 e 9 giugno) si è aperta con lo spettacolo
dedicato al patrono San Gerardo Maiella.
I visitatori, più di cinquemila persone, nel corso dei due giorni si sono riversati copiosi nelle strade di Cambiano da tutto
l’hinterland torinese, raddoppiandone la popolazione.
Terry Maffucci
Mostra “Dialogo con la Materia”
L'artista avellinese Luigi di Guglielmo - di Calitri precisamente - ha partecipato in aprile con una delle sue emblematiche
sculture lignee alla XXIII edizione del Premio Italia per le Arti
Visive tenutasi nell’Ex-Fornace Pasquinucci a Capraia Fiorenti-
na, manifestazione promossa ed organizzata dalla rivista “Eco
d'arte moderna” di Firenze. Ottenuto in quell'occasione un premio editoriale l'artista è stato anche invitato dalla stessa rivista a
comporre, assieme ad altri quattro artisti, la mostra "Dialogo
con la materia" presentata dal 24 maggio al 5
giugno presso la galleria Gadarte in Firenze. La
mostra ha suscitato grande interesse creando un
incontro tra personalità espressive diverse ma
comunicanti attraverso l'uso di materiali naturali ed artificiali, arcaici e moderni, impiegati per
assecondare ricerche di connotazione per lo più
astratta-informale ma arricchita da evocazioni
simboliche e figurali, tanto nella valenza plastica che in quella pittorica.
Di Guglielmo con i suoi legni vissuti, forme recuperate da vecchi elementi d'uso e ricontestualizzate con interventi minimali in
sculture del tempo.
Accanto a lui le opere forgiate in ferro e inserimenti in acciao di Filippo Quochi, le superfici
costruite con assemblaggi in plastica di Sacha
Garcia, le tele corrugate ed aperte in squarci con
frammenti di materiali vari di Marcela Bracalenti e i reperti murari di Antonio Maestrini che conFirenze, 24 maggio 2008, Galleria d’Arte via S. Egidio, apertura mostra “Dialogo con
tengono collage di memorie diverse.
la Materia”, da sinistra: M. Eleonora Ramundo, il marito Vincenzo,Alfonso Acocella,
Luigi Di Guglielmo, Maria Zabatta, moglie di Alfonso,Angela De Nicola,Angela Armiento, Maria Rosa Galgano moglie di Di Guglielmo.
16
Roberta Fiorini
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
EMILIO RICCIARDI
L’IRPINIA NEL SETTECENTO (IV)
C zione del Principato Ultra
ontinuando la lettura della Descri1
secondo
l’ordine alfabetico usato dall’autore, è
adesso il turno delle città di Conza e di
Lacedonia2, due centri che, sebbene
avessero in comune l’origine antichissima, presentavano una storia molto diversa.
Lacedonia infatti, dopo la distruzione subita durante la seconda guerra punica, era rimasta “desolata” e non era
più riuscita a risorgere dalle sue rovine.
Agli inizi del XVIII secolo il piccolo
centro, popolato da meno di tremila abitanti che vivevano “scarsamente […]
per lo poco frutto” che riuscivano a trarre “dalle loro campagne ristrette, ed inculte”3, era la sede di una minuscola
diocesi che comprendeva, oltre a Lacedonia, la sola terra di Rocchetta
Sant’Antonio; i due paesini erano parte
del grande stato feudale del principe
Doria di Melfi4.
Anche Conza, che pure aveva avuto
una storia molto più illustre di Lacedonia,
e che in età romana e medievale era stata
uno dei centri più importanti della Campania, negli anni Trenta del Settecento appariva ridotta a povera cosa, a causa dei
terremoti che nel corso dei secoli avevano
più volte distrutto l’abitato e ucciso la
maggior parte dei suoi cittadini.
La città irpina, acquistata pochi anni
prima dai principi Mirelli di Teora, mostrava ancora le ferite del sisma che l’aveva colpita nel 17325, dopo il quale i
sopravvissuti, spinti “da natural avversione al luogo del ricevuto male”, avevano abbandonato il centro abitato e si
erano ridotti ad abitare, come altre volte
era successo nella storia della città,
“nelle sue vicine campagne, e di lei territorio”, lasciando la città “disabitata, e
quasi che all’intutto distrutta […]non
dimorandovi colà, che taluni pochi secolari, ed altri pochi preti”6. Nelle poche righe dedicate alla sede vescovile
conzana l’autore del manoscritto sottolineava che, a causa del recente terremoto, nemmeno l’arcivescovo risiedeva
nella città principale della sua diocesi,
ma nell’episcopio di Sant’Andrea.
Proprio a causa della “scarsezza” di
Lacedonia e di Conza, la descrizione
dei due paesini si sofferma più sulle
glorie del loro passato che sul loro stato
presente e l’autore, a differenza di
quanto aveva fatto trattando di città più
prospere come Ariano, Montefusco o
Avellino, tralascia perfino di compilare
l’elenco delle famiglie locali che fossero “per averi, o per nascimento assai rimarchevoli”.
Qui di seguito si riportano le pagine
relative a Lacedonia e a Conza; si è
cercato, compatibilmente con le esigenze tipografiche, di renderle come appaiono sul manoscritto. L’apparato critico originario è stato riportato tra pa-
XXVII FIERA
INTERREGIONALE
DI CALITRI
Un impegno
per le zone interne
del Mezzogiorno
Rassegna espositiva specializzata nei settori
dell’Artigianato,
dell’Industria,
dell’Agricoltura
del Turismo
e dei Servizi
Dal 24 al 31 agosto
2008
Un appuntamento
per la Rinascita
e il consolidamento
delle nostre contrade
17
rentesi e in corsivo,senza sciogliere le
abbreviazioni usate dall’autore; nello
stesso modo e con lo stesso carattere
sono state riportate le glosse a margine
di alcune pagine.
***
Cedogna Città antichissima e assai
buona, come le dilei rovine dimostrano,
e gli Autori ce la devisano. Vedesi situata nel fine della Provinzia, ove questa da
Basilicata verso Levante si disiunge.
Fu ella anticamente chiamata Herdonea, come attesta Filippo Cluverio,
che si oppone a coloro, i quali vollero,
che Laquidonia, o Aquilonia ancora si
chiamasse. Di questa città, in più luoghi
della sua storia, ne fa Tito Livio ricordanza, spezialmente nel libro 27, ove
rapporta di averla Annibale bruggiata, e
che ivi ricevé il suo esercito dalle inimiche armi Romane notabile sconfitta; e
che Gneo Fulvio console ricevé medesimamente la morte; qual destruzione avvenne 212 anni prima del nascimento di
Cristo, e da quel tempo la misera città
distrutta, e desolata non ha potuto dall’antiche sofferte ruine risurgere. Quindi oggidì non più di 2296 abitatori in lei
si ritrovano, quali scarsamente vivono
per lo poco frutto che ricolgono dalle
loro campagne ristrette, ed inculte, come ce lo divisa anche Silio nell’ottavo
libro del suo poema. (…) quosque
Obscura incultis Herdonea misit ab
agris.
Governasi per lo spirituale questa
città dal proprio suo vescovo, che in essa vi fa sua residenza, e per lo temporale vi è un sindaco co’ suoi eletti, che
tengono dell’Università, e di tutto ciò
che a lei si appartiene, conto e pensiere;
e per quello che importa alla giustizia vi
si destina dall’util padrone di tal luogo
un capitano, dal quale la giustizia si amministra.
Non vi sono nella città di Cedogna
famiglie che per averi, o per nascimento
assai rimarchevoli, perciò di esse tralasciamo di qui di formarne catalogo. Si
possiede questa città da D. (…) d’Oria
IL CALITRANO
de’ principi di Melfi, a cui annualmente
frutta la somma di ducati (…).
Conza, rinomata città, e conta, e potente, che piccol tratto si discosta dai luoghi, ne’ quali questa Provinzia da Principato Citra, e Basilicata, si separa. Si fu
presso gli antichi Cosma denominata.
Fanno di tal città, tra gli altri scrittori, laudevol ricordanza, Cicerone, Livio, e Velleio Patercolo, scrivendo quest’ultimo,
che negli anni di Roma 479, che furono
273 prima di nostra riparata salvezza, i
Romani una colonia in Conza vi menarono, il che dall’Epitome del decimo quarto
libro di Livio medesimamente si ricava.
In questa città Livio Annio Milone,
assai conto per la dotta orazione fatta a
suo pro da Cicerone, finì di vivere, secondo che scrive lo stesso Velleio.
Molti rimarchevoli avvenimenti di
Conza, dei di lei conti e dei cittadini,
presso l’Ercemperto (Ercemp. in hist.
Longobard.) e Lione Ostiense (Ostien.
lib. 1.2.3.) registrati ritrovansi. E Marino Freccia ci ragguaglia (Freccia de
subfeud. cap. de Civit. Regn.), che Carlo Magno tra gli altri patti chiesti a Grimoaldo figliuol di Arechi principe di
Benevento, allora che trovandosi presso
di lui in ostaggio, al Principato, sicome
al padre successe, si fu quello di far diroccare sin da fondamenta le mura di
Salerno, d’Acerenza e di Conza, come
di già in adempimento de’ concordati
patti avvenne.
Ma maggior distruzione cagionolle
l’orribile terremoto, che negli anni di
Cristo 981 sì fieramente la percosse,
che più di sua mettà menò a terra, ed il
di lei vescovo, e molti cittadini vi lasciarono infelicemente la vita (Chron.
Cassinen., Leo Ostiens. lib. 2 c. II,
Freccia loc. cit.).
Quindi fu che per tale avvenimento
la maggior parte di quei, che di man di
morte camparono, spinta da umore, e da
natural avversione al luogo del ricevuto
male, pose la città in abbandono, e nelle
sue vicine campagne, e di lei territorio
si fermarono ad abitare, né fecero di poi
nuovamente alla città ritorno; d’onde è
addivenuto, che disabitata, e quasi che
all’intutto distrutta ella divenisse, come
al presente vedesi, non dimorandovi
colà, che taluni pochi secolari, ed altri
pochi preti, intesi a celebrare nella arcivescoval chiesa i divini uffizi, che in
tutto compongono il numero di 735, i
quali con pochi frutti dei loro angusti
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
terreni, e con piccole industrie di taluni
armenti scarsamente si vivono.
La chiesa di Conza col di lei vescovo, il quale per la cennata ragione, lasciata la principale sede, oggidì, nella
terra di S. Andrea risiede, fu a tempo di
Carlo II d’Angiò sotto la real protezione
ricevuta (Regio Archiv. nel registr. dell’an. 1300, e 301, Ciarlante Memor. del
Sannio lib. I cap. 16). Egli l’arcivescovo
di Conza si è barone di due terre, cioè di
S. Andrea, e di Santo Mennaio, che corrottamente oggi Santo Menna chiamasi,
nelle quali sua giurisdizione nelle cause
solamente civili esercita.
Evvi nella città di Conza un sindaco,
il quale con due eletti intende a portar
l’amministrazione di quel piccolo pubblico, si come ne porta quella della giustizia un governadore, che vi si manda
ogni anno dal barone del luogo, quale
oggidì si è D. Francesco Maria Mirelli,
che possiede la città con titolo di conte, e
ne ricava di frutto ciascun anno la somma di docati mille quattrocento in circa.
NOTE
1
Cfr. E. RICCIARDI, L’Irpinia nel ‘700, in «Il
Calitrano», n.s., 35 (2007), pp. 5-8, 36 (2007), pp.
11-13, e 37 (2007), p. 7.
2
Per ulteriore bibliografia sulle due città cfr.
E. RICCIARDI, Irpinia antica, Roma 2007.
3
BNNa, Descrizione della provincia di Principato Ultra, s.d. (ma 1736-38), in Appendice.
4
Cfr. P. B. ARDOINI, Descrizione dello stato
di Melfi (1674), a cura di E. Navazio, Lavello
1980.
5
Cfr. Relazione del terremoto sentitosi in Napoli ed in alcune provincie del Regno a’ 27 di novembre 1732, Lucca 1732.
6
BNNa, Descrizione, in Appendice.
PUBBLICO E PRIVATO UNITI NELLA TUTELA
DEI BENI CULTURALI IRPINI
Il 24 aprile 2008 “Primavera Irpina” ha
visto il successo di un’importante iniziativa sulla tutela del patrimonio culturale irpino, ancor più significativa
per la partecipazione dei giovani allievi delle nostre scuole.
Il Lions Club di Morra De Sanctis e la
Provincia di Avellino, col concorso
della Comunità Montana Alta Irpinia,
del Comune di Calitri, del Comune e
della Pro Loco di Monteverde, nonché
degli Istituti scolastici d’Istruzione
superiore di Sant’Angelo dei Lombardi, Montella, Bisaccia e Lioni e in particolare dell’Istituto d’Istruzione superiore A.M. Maffucci di Calitri, che ha messo
a disposizione il proprio auditorium, hanno realizzato una mostra e una conferenza sul recupero integrato dell’abbazia del Goleto, gioiello architettonico e artistico del XII secolo, presso Sant’Angelo dei Lombardi.
La mostra didattica era curata da Giacomo Di Cosmo, docente di discipline geometriche, con Maria Venezia, docente del liceo di Lacedonia, esperta di beni culturali. Nell’ambito della conferenza, dopo l’introduzione di Gerardo Vespucci, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore di Calitri, Antonio Iannece, docente di
storia dell’arte dell’ISA di Calitri, ha illustrato il tema “L’Istituto d’arte apre al territorio”: quindi è stata la volta delle relazioni, con proiezione di video, “Restauro,
innovazione e gestione dell’abbazia”, da parte dell’architetto Angelo Verderosa, e
“Spazi della collettività tra memoria e tecnologia”, svolta dall’architetto Giovanni Maggino. Agli interventi di Otello Natale, del Lions Club di Morra, di fra Paolo M. Barducci, rettore dell’abbazia del Goleto, Franco Ricciardi, sindaco di Monteverde, e Giuseppe Di Milia, sindaco di Calitri, ha fatto seguito un dibattito con
gli allievi dell’Isa.
A corollario della manifestazione è stato presentato il progetto scolastico “L’Istituto d’Arte adotta Monteverde” e il pubblico ha potuto visitare la nuova gipsoteca
dell’Istituto d’Arte, con documentazione dell’attività artistica e dei laboratori degli allievi nell’anno scolastico 2007-2008.
18
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
impressi nell’anima come visioni indelebili; figure ed emozioni
poetiche che rivivono nella scrittura. Immagini il lettore quante altre
pagine dovremmo riempire citando i tempi e i luoghi poetici rivissuti scrivendo quest’opera ammirevole e singolare.
Ci sorge istintivamente il piacere di avvicinare questo libro tanto prezioso alle Confessioni di S. Agostino e ancor più a quelle di
Jean-Jacques Rousseau, al quale, il nostro autore, per citare almeno
una somiglianza, si avvicina per il paicere di camminare a piedi
(…camminare a piedi… fra tutti i modi di vivere, ecco quello più vicino ai miei gusti). Numerosi riferimenti, colti dall’Abitare poeticamente la terra, ci richiamano i due capolavori citati.
Al lettore ben raffinato nella sensibilità e nella cultura questo libro/capolavoro impone, leggendo con lentezza, silenzio e solitudine
meditativa, di trasferire le emozioni vissute dall’autore alla sua vita,
ai suoi luoghi, alle sue riflessioni, alle sue varie situazioni, ai suoi
personaggi, ai suoi anni, alle sue stagioni, ai suoi giorni, e di godere
se li ha vissuti con amore e poesia e di soffrirne se ha perduto ormai
per sempre la possibilità di viverli come l’autore confessa nel libro.
È questa non solo l’emozione più alta che il lettore prova e vive,
ma è soprattutto un’efficace lezione per la vita che gli resta ancora
da vivere, in particolare per i giovani ai quali è affidata la terra. La
elevata maturità intellettuale e la profonda sensibilità consentono all’autore rapidi e lunghi salti di tempi e di luoghi, toccando, ove più
ove meno, tutto lo scibile umano: dai lontani tempi preistorici ai
giorni nostri pone confronti e richiami, citazioni di passi, di frasi, di
parole rivivendo con l’anima eccesa la virtus poetica che visse e che
continua a vivere nella memoria, vibrazione di sentimenti, di amore
e di bellezza, ricordi che furono e sono rimasti poesia: momenti,
tempi vissuti in armonia con i tanti luoghi che furono e sono rimasti
nell’anima con la tenera voce della poesia.
Abbiamo già accennato che un libro così vario, così ricco, così
profondo di sentimenti, così pieno di vita non può in alcun modo essere riassunto. Possiamo tentare di indicare in veloce sintesi i principali temi che gli danno vita. Da mestro dell’interpretazione/ermeneutica Giachery apre la sua rara opera con profonde pagine, illuminando il titolo dato al libro; nella seconda parte tratta di “temi onirici”, riferendo miti, memorie e sogni tutti vissuti in prima persona;
nella terza parte riferisce di vita vissuta, sempre in prima persona, in
luoghi, in paesaggi, in radure, in posti che sono diventati dell’anima;
nella quarta parte discute con alta e specifica competenza sul noto
problema critico delle ultime creazioni dei grandi geni dell’Arte in
senso generale (Heidegge, Ungaretti, Leopardi – Il tramonto della
luna – Leo Spitzer, Hillman…). Piene di poesia sono le pagine che
trattano, meglio ricordano, delle passeggiate e della luce di Lunigiana; la quinta parte sale ancora di più riferendo visioni, sogni, apparizioni, epifanie e penetrando con la magia dell’immaginazione poetica negli spazi oltreumani; la sesta parte é dedicata specificamente
ai poetici ricordi di quanto l’autore vide e visse in vari posti definiti
dell’anima; il contatto vivo col Pascoli nella Lucchesia: in questa
parte si trova il tema “Le capre di Dalpe”, si tratta di poche pagine,
ma forse le più toccanti del libro; nella parte conclusiva, la settima,
Emerico Giachery chiude il suo capolavoro, sostanziato di confessioni, elevandosi ai vertici cui può giungere il miracolo della “Parola”: illumina con sentimenti e pensieri, con riferimenti di fatti e azioni di personaggi i grandi valori della “cortesia” e della “tenerezza”,
le quali nella pratica della vita diventano luce e musica e, naturalmente, intima e altissima poesia… Ci piece chiudere questo nostro
scritto cedendo la parola direttamente all’autor: “La cortesia richiama tutta una famiglia, legata da un più o meno stretto rapporto di
parentela o affinità, di armoniose virtù: la gentilezza, che è sua sorella gemella ed é quasi un sinonimo, la benevolenza, l’affabilità, la
liberalità (celebrata in pagine tra le più squisite del Decamerone),
la generosità (anche intellettuale, che é così rara), la delicatezza (di
cui con compiacimento una sola volta sentii fare l’elogio dal pulpito), la discrezione (“Non infastidire il prossimo è l’undicesimo comandamento” soleva dire Montale), la pazienza.
L A N OS TRA
BIBLIO TEC A
Abitare poeticamente la terra di Emerico Giachery – Carpena
Edizioni – Milano 2007
I estrema ferma decisione, raffinatezza di sensibilità e di cultura. La
l nome dell’autore e il titolo del libro richiedono al lettore, con
elevata statura culturale e l’infallibile intuito interpretativo (ermeneutico) di Emerico Giachery non hanno alcun bisogno di rilevarli,
esendo ben noti nelle alte sfere della cultura europea e oltre.
Il titolo impone al lettore subito una lunga e vasta meditazione.
Che cosa si richiede per vivere gli anni assegnatici dal destino sulla
terra, qualunque attività ci viene assegnata, con l’alta e umanissima
sensibilità dei grandi geni creatori?
Non occorre certamente in esclusiva scrivere versi e opere che si
avvicinano a quella dantesca. Già il grande critico/filosofo Benedetto Croce dichiarava liberamente che tutti gli uomini sono (o almeno
possono) essere poeti; e il Pascoli dichiarava universale la poetica
del fanciullino. In qualsiasi angolo della terra, in qualsiasi occasione, in qualsiasi momento si può accendere in noi la scintilla dell’emozione poetica.
Il filosofo/critico ricordato distingue la poesia in occasionale e
in “scientifica, tecnica, specifica”, ossia la poesia di chi non la perde
nell’attimo (nel tempo) in cui l’emozione vive dentro di lui, ma la
conserva e la esprime anche per gli altri. Oltre le specifiche facoltà
ricevute dalla natura ha conquistato la tecnica (lo stile) specifica per
trasferirla sulla pagina nelle forme e misure volute dal suo interno
sentire, ossia dalle leggi della sua Arte. Ma noi non ci vogliamo perdere in divagazioni dimostrative e torniamo al libro. Questo attrae il
lettore degno del nome in tutti i suoi aspetti, a cominciare, come abbiamo accennato, dal fascino che emana dal titolo: dal taglio/formato alla copertina; dalla carta di ottima qualità (paglierina) alla graziosità dei caratteri; dalla pagina tipograficamente ben curata alla ripartizione della sostanza in sette parti ciascuna con specifiche indicazioni tematiche…
Un libro così vario e così altamente vissuto pagina dopo pagina,
svolando di tematica in tematica, di tempi in tempi e di luoghi in luoghi sfigge a qualsiasi ampiezza recensiva e impone all’autore che ne
voglia scrivere anzitutto il dovere di esortare gli studiosi tutti e in
particolar modo i tanti che già conoscono l’alta serietà del magistero culturale e creativo nonchè l’onesta intellettualità di scrivere
amando sempre la verità e la bellezza della parola di Emerico Giachery a procurarsi questo ABITARE POETICAMENTE LA TERRA,
a leggerlo in divino silenzio e in sacra solitudine. Noi, volendo indicare alcuni dei numerosi pregi dell’opera, cominceremo con il chiederci se, pur in tanta varietà di tematiche, di riferimenti e situazioni,
il libro può definirsi un’autobiografia, oppure un diario o, meglio ancora, le confessioni di una vita il cui fine é stato ed é proprio come
dichiara il titolo: vivere sempre e in ogni luogo e situazione da poeta nel senso generale e non specifico come chi si propone di scrivere libri di versi. Certo é che tutto il libro, tutte le sette parti con le loro specifiche articolazioni trattano dell’autore che riferisce e confessa di sé in una scrittura non solo coinvolgente ma anche elevante il
tessuto delle parole e delle mitologie, dei sogni e delle epifanie in
un’armonia di continua bellezza. l’autore rivive con personaggi
creativi in molti campi del fare umano; rivivono luoghi, paesetti,
montagne, fiumi, grandi città, volti fissati si emotivamente nell’anima, frasi, brani, detti famosi, singole parole, anime che amano poeticamente alberi e animali, persino le forme di certi sassi che si sono
19
IL CALITRANO
Solo ad assaporare la risonanza delle
parole che le denotano, queste virtù procurano gioia, e formano una luminosa corona
di spirituale civiltà”
Vincenzo Rossi
Ricordi di vita scolastica, militare e degli
anni di guerra di Luigi De Blasi – Editori
D&P – Bracigliano (Sa) – 2008
L re nel 1919, ha insegnato italiano e latino
uigi De Blasi, nato a San mango sul calo-
nei licei, prima al “Giannone” di benevento,
poi nella Scuola Militare “Nunziatella” di
napoli. I ricordi scolastici e di vita militare
riuniti in questo volume si riferiscono agli
anni 1916-1945.
Nelle pagine dedicate agli anni di guerra sono ripersorse, dal punto di vista di un
giovane ufficiale, le vicende storiche dolorose della Seconda guerra mondiale e, in
particolare, le esperienze drammatiche
dell’8 settembre 1943. Ricordi autobiografici condivisi con molti altri della stessa generazione sono anche quelli che si riferiscono a un percorso di studi tutt’altro che agevole, compiuto in tempi in cui la scelta di
proseguire gli studi comportava, soprattutto
per chi nasceva in provincia, impegno, dedizione e sacrifici (spesso sia economici che
affettivi) di interi nuclei familiari, che con la
loro forza progettuale privata si inserivano
in una fase storica segnata da cambiamenti e
svolte sociali di portata più generale.
L’autore ha pubblicato i seguenti scritti:
Primi orizzonti danteschi (Napoli, Conte
1966), Dizionario dialettale di San Mango
sul Calore (Potenza, Il Salice, 1991), Un paese sulla collina. Ricordi di San Mango sul
Calore (Napoli, Dante & Descartes 1999), Li
scangianomi. Soprannomi di San Mango sul
Calore (Napoli, 2004), La storia del nostro
amore (Napoli, 2007), San Mango sul Calore. Il feudo, le chiese, le attività, il linguaggio
(Bracigliano, D & P Editori 2007).
Dal fondo dei ritratti di Alfonso Nannariello – L’opera di Luigi Rainone (19681975) – Edizioni Delta 3 – Grottaminarda
2008.
C un’opera d’arte si possono dare diverse
omunicare l’arte è spesso difficile. Di
letture: iconografia, simbolica, d’interpretazione. In questo studio ci sono tutte contemporaneamente. l’opera di Luigi Rainone viene letta al cospetto del grande mistero della
vita e della morte, attraverso il passaggio autore-messaggio-fruitore, attraverso il compenetrarsi di altri schemi di lettura (la struttura
della fiaba, il più semplice e schematico testo
narrativo), attraverso alcuni momenti storici
importanti del secolo scorso (la contestazione giovanile del Sessantotto, il terrorismo).
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
MOVIMENTO DEMOGRAFICO
Rubrica a cura di Anna Rosania
I dati, relativi al periodo dal 1 febbraio 2008 al 6 giugno 2008,
sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.
NATI
Maffucci Michele di Angelomaria Gerardo e di Di Cosmo Jessica
Mesce Mirko di Nicola e di Calabrese Nicoletta
Di Maio Giovanni Luigi di Michele e di Laurano Donatella
Galgano Angelino di Antonio e di Malanca Alessandra
18.01.2008
30.01.2008
23.02.2008
05.03.2008
MATRIMONI
Vernacchio Giuseppe e Zabatta Maria
Mannetti Francesco e Cappiello Rosa
Bavosa Angelo Maria e Armiello Sara Simona
Diasparra Vincenzo e Chis Stela Mafiana
Picariello Enrico e Metallo Concetta
Lucadamo Carmine e Fierravanti Francesca
Strazzella Angelo e Maffucci Giovanna
03.02.2008
13.04.2008
03.05.2008
10.05.2008
10.05.2008
17.05.2008
04.06.2008
MORTI
Gallo Angelina
Galgano Michele
Roina Carmela
Codella Agnese
Cerreta Canio
Cestone Costantino
Melaccio Mariantonia
Rosania Gaetana
Martiniello Giacinta Violante
Casale Giuseppe
Germano Maria Michela
Zarrilli Angela
Fatone Assunta
Cicoira Osvaldo
Cestone Franca Maria
Cestone Pasqualina
Maffucci Vincenzo
Bavosa Flavia
Cerreta Michelina
Prisco Maria Antonietta
Germano Michelantonio
Cestone Gaetana
Lucrezia Antonia
Caputo Nicola
Paglialonga Mario
Stanco Donato
Capossela Canio
Cubelli Angelo
La lettura delle opere è così profonda
da entrare pienamente nell’io dell’artista,
non solo in chiave psicologica, ma anche
fisicamente, nel suo cuore, nei suoi occhi,
nel suo ventre, gli si stringe intorno come
fa il collare rosso della foto dell’autoritratto (in copertina), restituendo un’immagine mitica, titanica, di una persona
20
28.01.1956 - † 01.02.2008
27.03.1924 - † 02.02.2008
14.06.1915 - † 05.02.2008
12.07.1929 - † 06.02.2008
02.12.1929 - † 10.02.2008
23.12.1935 - † 11.02.2008
04.11.1915 - † 18.02.2008
17.06.1922 - † 26.02.2008
14.03.1941 - † 28.02.2008
03.04.1947 - † 03.03.2008
04.02.1917 - † 05.03.2008
25.11.1919 - † 07.03.2008
14.08.1915 - † 09.03.2008
18.04.1925 - † 15.03.2008
01.06.1960 - † 17.03.2008
25.12.1965 - † 17.03.2008
24.09.1931 - † 25.03.2008
03.10.1932 - † 26.03.2008
04.07.1924 - † 04.04.2008
24.10.1963 - † 14.04.2008
09.02.1917 - † 21.04.2008
24.07.1924 - † 27.04.2008
01.02.1922 - † 05.05.2008
23.05.1934 - † 06.05.2008
02.10.1930 - † 09.05.2008
10.08.1925 - † 20.05.2008
15.10.1916 - † 27.05.2008
02.02.1916 - † 03.06.2008
che eroicamente ha sopportato fatica, sofferenza e le prove che la vita gli ha destinato, e che egli ha accettato, portandosi
dentro il dolore, oltre alla constatazione di
ciò che poteva essere e non è.
Concetta Zarrilli
(Dalla seconda di copertina)
IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
DIALETTO E CULTURA POPOLARE
LA MARONNA R’ CALITR’
LA MADONNA
L’autunn’ eia viern’, a Calitr’ ropp’ la Maronna.
La festa r’ la Maronna a Calitr’ s’ send’ assaj, ndo la chiesia
e ndo r’ cas’, ndo lu cor’ a t’nim’ la Maronna nostra e guai a chi
n’ la tocqua.
U’ juorn’ r’ la Maronna, n’ cambia la vita, stam’ tutt’ cchiù
allehr’, la festa s’ fac’ send’, cand’, suon’, banda, bancaregghj
r’allehran’ Calitr’, tutt’ illuminat’.
Ma quann’ ess’ la Maronna, a la tutt’ li lat’, ndo li vich’,
ngimma cort’, a ra tutt’ r’ part’ tu la uard’, Egghia t’ uarda e t’
parla, brillan’ l’uocchj e r’ lahr’m’ s’ n’ scenn’n’ sol’ sol’; bella assaj eia….n’ capisc’ a tutt’ quanta, n’ ng’eia bb’suogn’ r’
ric’ niend’, Egghia canosc’ tutt’ li Cal’tran’ e r’ p’rdona, e ci
ama!
Nonna mia m’ r’cia semb’: na Maronna cchiù bella r’ questa n’ la truov’ a n’sciuna part’; parlava r’ la statua naturalment’, ma avia raggion’.
Tanda fr’stier’ ven’n’ a Calitr’, a sta festa, emigrand’, e nuj
sim’ cuntend’: Ma li nov’ a matin a calitr’, nnanda a Cola, s’
ver’ ca eia già cambiat’, sembra sp’gliat’, a ra nu juorn’ a
n’aut’, sembra viern’, cum l’autunn’ quann’ car’n’ r’ fogl’, accussì Calitr’ sembra ropp’ la Maronna.
Tutt’ part’n’, li postal’ sò a ra chin’ a chin’, machin’ chi s’
n’ vann’ e tutt’ a salutà.
R’manim’ sul’ nuj Cal’tran’, sott’ l’Arch’ r’ Pignon’, pur’
ca fac’ fridd’, semb’ gghià so’ a chiacchiarià, e a fa lu collaud’
a chi s’ trova a passà.
Voria viend’ s’ fann’ send’, s’arrostan’ r’ castagn’, facim’
na bella migliazza, lu ruot’ a lu furn’, e lu tiemb’ facim’ passà.
Nuj a Calitr’ t’nim’ semb’ a ra fa, si ven’ a n’v’cà, subb’t’ a
li puorc’ hamma p’nzà, parlann’ cu rispett’, r’ sauzicchj hamma pr’parà, p’ quann’ ven’n’ n’ata vota l’emigrand’, ca lo ramma fa pr’và.
Nuj tutt’ st’ cos’ r’ v’lim’ fa capì a la gg’n’razzion’ r’ mò,
ca a Calitr’ n’ s’ staj sul’ buon’ buon’ ndo lu mes’ r’aust’, ma
pur’ quann’ fac’ fridd’, eia viern’, s’ raccontan’ tanda fattariegghj, ma n’ n’ vol’n’ sapè.
Cu li telefonin’ vol’n’ sciuquà, t’ mmannan’ nu emme esse
e t’ vaj a r’trà.
Ma nuj sim Cal’tran’ e tand’ basta, t’nim’ lu cor’ bbuon’ e
subb’t’ n’ passa estat’, autunn’ e viern’, r’ staggiun’ so’ tott’
bbell’ p’cchè r’ sapim’ appr’zzà.
Basta chi s’ staj bbuon’ e puoj agg’rà pur cu la nev’, Calitr’
eia semb’ bell’!
Lu presebbio vivend’ p’ nuj resterà.
Ij pur semb’ quegghia so’…la poetessa ra strapazz’, che eia
assuta paccia, ma sper’ ca rest’ demb’ accussì p’ l’avvenir’.
L’autunno è l’inverno a Calitri dopo la Madonna. La festa
della Madonna a Calitri si sente, tanto in chiesa quanto nelle
case.
Nel cuore abbiamo la Madonna nostra, e guai a chi ce la
tocca. Il giorno della festa ci cambia la vita, stiamo tutti allegri,
si fa sentire, canti, suoni, banda musicale, bancarelle rallegrano
il paese tutto illuminato. Ma quando esce la processione della
Madonna, da ogni lato, tu la guardi, Lei ti guarda e ti parla, si illuminano gli occhi di lacrime che se ne scendono da sole. Bella è assai e comprende ciascuno di noi, non c’è bisogno di dirle
niente, lei ci capisce, ci conosce, ci perdona e ci ama!
Mia nonna mi diceva sempre che una Madonna più bella di
questa non la trovi da nessuna parte, la statua è così bella, ed
aveva ragione. Tanti forestieri ed emigrati vengono a Calitri per
questa festa, e noi siamo contenti.
Ma il giorno nove a Calitri, davanti a Cola, è già cambiato
tutto, sembra spoglio, da un giorno all’altro, sembra inverno,
è come l’autunno quando cadono le foglie, così sembra Calitri dopo la Madonna. Tutte le persone partono, i pulman sono
pieni, macchine che sfrecciano e tutti che se ne vanno e salutano.
Rimaniamo solo noi, i Calitrani, sotto l’Arco di Pignone,
anche se fa freddo, le persone sono sempre là a chiacchierare e
a criticare i passanti. La borea e il vento si fanno sentire e i Calitrani stanno in casa, accendono il fuoco, le castagne vengono
arrostite, si fa una bella “migliazza”, tipo pizza rustica con la
farina di granoturco, carne al forno e così passa il tempo.
Noi a Calitri abbiamo sempre da fare, quando arriva la neve
c’è il maiale da ammazzare, preparare i salami che faremo assaggiare agli emigranti quando ritorneranno. Noi vogliamo far
capire tutte queste cose alla generazione moderna, ai ragazzi,
che a Calitri si sta bene non solo in estate, quando ci sono le feste, ma anche quando fa freddo e si sta in casa e si raccontano
le storie di una volta.
Ma adesso ci sono i telefonini e vogliono giocare, ti inviano
un emmeesse e ti mandano a quel paese. Noi Calitrani siamo di
buon cuore e subbito ci passa la malinconia, estate, autunno o
inverno le stagioni sono tutte belle per chi le sa apprezzare.
Basta che si sta bene in salute, puoi girare anche con la neve, Calitri é sempre bello, il presepe vivente resterà per noi paesani.
Anch’io sono sempre la poetessa da strapazzo, che per ironia è diventata pazza, ma spero di restare sempre così.
Graziella Caruso
Graziella Caruso
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IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L E
Giuseppe (Portici), Cicoira Antonio (Rimini), Di Cecca Canio
(Poggibonsi), De Vito Antonietta (Roma),Tornillo Gaetano (Roma), Maffucci Vincenzo (Bregnano), Nicolais Antonio (Perignano),Cestone Canio e Giuseppina (Treviglio),Russo Leo (Solaro),
Galgano Anna (Milano), Di Milia Antonietta (Milano), Ciccone
Gaetano (Caronno Pertusella), Figurelli Canio (Rovellasca), Di
Cecca Michele (Paola)
Euro 25: Pannella Luigi (Novate M.se), Margotta Mario (Figino
Serenza),Della Badia Angelo (Napoli),Di Milia Angela Maria Chirico (Teora), Lampariello Maria (Genova), Zabatta Vito (Milano),
Fenu Luigi (Uta), Armiento Giuseppina (Castellabate), Studio
Commerciale Di Cairano Mario (Guidonia)
Euro 26: Losasso Rocco (Avellino), Vallario Giuseppe Nicola
(San Miniato Basso)
Euro 29: Della Valva Vito (Bollate)
Euro 30: Gizzi Nicola (Cambiano), Liberati Gianfranco (Bari),
Codella Elio (Corsico), Grieco Paola (Roma),Tozzoli Maria (Napoli), De Nicola Michele (Bologna)
Euro 50: D’Ascoli Berardino (Genova), Fiore Iorio (Roma),
Rossi Vincenzo (Cerro al Volturno),Galgano Anna (Milano),Cerrata Annamaria (Foggia), Di Milia Giuseppe (Milano), Tuozzolo
Giovannino (Roma), Melaccio Vito (Giussano), Tornillo Mario
(Poggio Mirteto)
Euro 100: Cestone Vincenzina (Melfi), Tuozzolo Donato (Roma), Leone Angelo (Abano Terme)
DA CALITRI
Euro 10:Capossela Giovanni,Della Badia Mario,Borea Antonio,
Cicoira Vitantonio, Zarrilli Giuseppe, Cerreta Vito Alfredo, Famiglia Iannolillo Luigi, Cestone Vito Contrada Carruozzo, Rabasca
Antonio Mario, Lucrezia Michelangelo, Bavosa Antonio,
Euro 15: Di Napoli Pasquale Salvatore, Buldo Antonio, Lo Priore Antonio, Di Carlo Carmine, Buldo Maria, Luongo Donata,
Euro 20: Mottola Gerardo, Cialeo Vincenzo, Maffucci Vincenzo,
Macelleria “Vitello d’Oro”,Scoca Vito,Sibilia Leonardo e Giuseppina, Armiento Lucia, Zarrilli Giovanni, Germano Michele (via
Torre 51), Pastore Donato Nicola,
Euro 30: Sansone Lorenzina, Zarrilli Canio, Miranda Pasquale
Antonio e Francesca, Di Cairano Giuseppe (Via Circonvallazione 126), Di Cecca Berardino,
Euro 40: D’Orsi Elena vedova Senerchia
DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE
Euro 5: Borea Grazia Spadaro (Genova)
Euro 8: Di Domenico M.Antonia (Poggibonsi), Cerreta Giuseppe (Cambiano)
Euro 9: Metallo Vincenzo (S. Giovanni V.no)
Euro 10:Di Napoli Vincenzo (Bologna),Padri Redentoristi (Marianella/NA), Lops Antonio (Besano), Cerreta Marianna (Firenze), Araneo Vincenza (Perticato), Donatiello Giovanni (Usmate
Velate), Mazziotti Grazia (Tione), De Felice Michele (Avellino),
Germano Mario (Capriano), Di Cairano Antonio (Guidonia),
Acocella Vito Antonio (Lentate S.S.),Currà Antonio (Cambiano),
Borea Michele (Brindisi), Lamanna Pasquale (S.Andrea di Conza), Di Tolve Rosa (Vallata), Di Cosmo Michele (Poggibonsi), Di
Carlo Maria (Cambiano),Armiento Michelina (Alessandria), Rabasca Canio (Nova M.se), Gallicchio Angelo (Bisaccia), Zarrilli
Luigi (Poggibonsi), De Vito Rocco (Roma), Senerchia Mario (Vicchio M.llo), Fastiggi Vittorio (Mariano C.se), Cestone Antonio
(Brescia), Metallo Rocco (Scandiano), Paregiani Gianluca (Roma), Scoca Antonio (Camnago Lentate), Leone Concetta (Cermenate)
Euro 15: Acocella Enzo (Bresso), Mazziotti Francesco (Roma),
Cerreta Rosamaria (Nova M.se), Mucci Vito Michele (Sesto
S.Giovanni), Zabatta Salvatore (Supersano), Codella Rosa in Di
Milia (Salerno), Di Cosmo Vincenzo (Poggibonsi), Bozza Michele
(Roma), Galgano Angelo Maria (Salerno), Rainone Immacolata
(Capoliveri), Zampaglione Angela (Roma), Nicolais Maria Giuseppa (Cairano), Maffucci Maria Antonia (Roma)
Euro 17,50: Germano Canio (Prato)
Euro 19: Scoca Giuseppe (Bologna)
Euro 20: Nicolais Antonio (Lavena Ponte Tresa), Gautieri Maria
(Castel s. Niccolò), Cerreta Margherita (Milano), D’Onghia Ernesto (Andretta), Di Tore Loredana (Torino), Cianci Michele
(Briosco), Zabatta Salvatore (Milano), Di Maio Giacinta (Cogliate),Toglia Canio (Poggibonsi), Di Milia Canio (Bollate), Maffucci
DALL’ESTERO
BELGIO: Euro 50 Di Maio/Palermo,Euro 20 Rinaldi Vincenzo
ROMANIA: Euro 50 Suor Michelina
SPAGNA: Euro 50 Messina/Di Cecca
SVIZZERA: Euro 350 Associazione Lavoratori Calitrani Emigrati in Svizzera
ARGENTINA: Euro 30 Bozza Michele
VENEZUELA: Euro 25 Di Cairano Gaetano
STATI UNITI: Euro 100 Frucci Costantino
Calitri 20 giugno 2007,Alessandra Rainone (Sandrina) al centro, con i due
nipoti Attilio Gautieri e Alessandra Gautieri.
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IL CALITRANO
N. 38 n.s. – Maggio-Agosto 2008
COMUNICAZIONE
per i gentili lettori
IN COPERTINA:
Via San Vito, la strada che porta direttamente alla
chiesa dell’Immacolata Concezione di Calitri.
Una volta era arricchita dalle abitazioni distrutte
dall’ultimo terremoto, nella foto è guarnita di belle
piante per onorare la festa della Madre del cielo.
IN QUESTO NUMERO
Progettiamo il Presente pag. 3
di Raffaele Salvante
Comunità Montana
Alta Irpinia
4
Il Comitato Organizzatore
Festa ALECS
4
di Giuseppe Gautieri
L’altare dell’Immacolata
Concezione di Calitri
Dato che dalla metà del prossimo
luglio saremo a Calitri per la costituzione di un Centro socio- culturale al totale servizio dei cittadini, e
non sappiamo di quanto si allungherà la nostra assenza da Firenze,
vorremmo pregare tutti i nostri
gentili lettori di alcune cose molto
precise, per favore :
• non inviateci più “raccomandate”
basta la posta prioritaria.
• per quanto riguarda gli assegni in
moneta straniera, Vi dobbiamo dire
che quando si va in Banca per il
cambio questo è sempre a favore
della banca stessa e in più bisogna
pagare le spese che sono pepate.
Nella seconda pagina del giornale
ci sono gli estremi per fare il versamento sul c/c postale oppure sul
c/c bancario; Vi pregheremmo di
attenervi a queste direttive. Grazie.
5
7
del dott. Giovanni Galgano
Calitri e Bisaccia
nella crisi del 1799 (IV)
ANNO XXVIII - N. 38 n.s.
R E Q U I E S C A N T
I N
PA C E
Periodico quadrimestrale
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni
dell’Associazione Culturale “Caletra”
Fondato nel 1981
Sito Internet:
www.ilcalitrano.it
E-mail:
[email protected]
Gaetanina Cestone Ricciardi
24.07.1924
† 27.04.2008
Michele Ricciardi
15.08.1916
03.01.1973
Maria Antonietta Prisco
vedova Senerchia
24.10.1963 † 14.04.2008
“ Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio
nella sua sconfinata bellezza”.
Il Signore ha dato
e il Signore ha tolto
imperscrutabili sono
le sue vie. Ma la mia
salvezza sta in Dio.
(S. Agostino)
Direttore
Raffaella Salvante
Direttore Responsabile
A. Raffaele Salvante
Segreteria
Martina Salvante
Direzione, Redazione,
Amministrazione
50142 Firenze - Via A. Canova, 78
Tel. 055/78.39.36
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in
abbonamento postale 70% DCB Firenze 1
Pasqualina Cestone
25.12.1965 † 17.03.2008
“La tua bella giovinezza fu
infranta. Quando tutto ti
sorrideva.
Ti portò lungi la morte,
ma non ti separò dai tuoi cari
che ripetono ognora il tuo
nome nella casa vuota e
silenziosa, ove tutto ricorda
di te e rinnova l’acerbo
dolore.”
Michele Cianci
(napulitan’)
17.08.1925
† Mariano C.se
10.03.2008
Mariantonia Melaccio
04.11.1915 † 18.02.2008
Gocce di dolore lasciano
a fatica la nostra anima
un sorriso triste illumina
le labbra un sospiro
di speranza riempie
la nostra vita. I tuoi cari
La mia difesa sta in Dio che
salva i cuori puri
(Salmo 7.11)
C. C. P. n. 11384500
della dott.ssa Concetta Zarrilli
Sviluppo e Protezione
dell’ambiente
IL CALITRANO
9
ASSOCI AZIO NE
ROMANA
DEI CALITRANI
Anche quest’anno l’Associazione ha
un folto programma da attuare:
di Annibale Cogliano
I Calitrani
storia per immagini
12
Festa dell’Irpinia
16
di Terry Maffucci
Mostra “Dialogo
con la Materia”
30 agosto 2008 alle ore 20,30: nei
locali della Parrocchia S. Canio
verrà presentata un classico del teatro antico, “Il medico dei Pazzi” di
Eduardo Scarpetta.
La collaborazione è aperta a tutti,
ma in nessun caso instaura un rapporto
di lavoro ed è sempre da intendersi
a titolo di volontariato.
I lavori pubblicati riflettono il pensiero
dei singoli autori, i quali se ne
assumono le responsabilità di fronte
alla legge.
L’Irpinia nel Settecento (IV) 17
del dott. Emilio Ricciardi
Pubblico e privato
uniti nella tutela
dei beni culturali irpini
18
LA NOSTRA BIBLIOTECA
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MOVIMENTO DEMOGRAFICO
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DIALETTO
E CULTURA POPOLARE
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SOLIDARIETÀ COL GIORNALE
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REQUIESCANT IN PACE
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3 settembre 2008 ore 17: presso la
casa dell’ECA verrà presentato dal
dottor Giuseppe Silvestri un
“Programma sugli emigranti”, cui
seguirà la proiezione di un documentario di Pino Tortiglione dal
titolo “Loro scoprirono l’America”.
4 s et te mb r e 2008 tutto il giorno:
presso il ristorante “Gagliano”,
Assemblea Generale dell’Associazione con relative relazioni,
pranzo e a sera l’annuale festa danzante con piccolo buffet.
I miei giorni sono fuggiti
veloci più che la spola,
e sono spariti.
Ma in te io spero o Signore.
(Giobbe 7.6)
Il giornale viene diffuso gratuitamente.
Attività editoriale di natura non
commerciale nei sensi previsti dall’art. 4
del DPR 16.10.1972 n. 633
e successive modificazioni.
Le spese di stampa e postali sono
coperte dalla solidarietà dei lettori.
Stampa: Polistampa - Firenze
di Roberta Fiorini
Costantino Cestone
23.12.1935 † 11.02.2008
Autorizzazione n. 2912 del
13/2/1981
del Tribunale di Firenze
Angelina Gallo
28.01.1956 † 01.02.2008
Lucrezia Antonia
01.02.1922 † 05.05.2008
La ricordano
con tanto affetto
coloro che l’amarono,
il marito con i figli,
i generi, il fratello
e le sorelle e gli anziani
genitori
Antonio Vallario
26.10.1915
† 06.03.1991
Vincenzo Cestone
24.09.1929 † 26.04.2007
Mamma, l’amore che ci hai
dato vive sempre nel nostro
cuore.
… Ciao mamma
Raffaela Di Napoli
25.03.1919
† 18.10.2007
A loro sarà dato un premio per la loro fedeltà.
L’onestà fu il suo ideale,
il lavoro la sua vita,
la famiglia il suo affetto.
I suoi cari ne serbano
nel cuore la memoria.
(Sapienza 3.14)
Il Foro competente per ogni controversia
è quello di Firenze.
Accrediti su c/c postale n. 11384500
intestato a “IL CALITRANO” - Firenze
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(dall’estero)
Chiuso in stampa il 15 luglio 2008
BENEDETTA DEL COGLIANO
28.05.1914 † 04.07.1998
Dieci anni non spengono i vincoli fra noi:
c’è un angolo dell’animo in cui inevitabilmente sei,
quello più fanciullesco, che integre serba
le cure, le tue materne premure.
Ti immaginiamo – ora – giocare coi piccoli del cielo,
come amorevolmente facesti con noi, quaggiù.
Grazie, zia Benedetta
Carmine Palermo
15.08.1915 † 20.12.2007
Non rattristiamoci di averlo perso,
ma ringraziamo
di averlo avuto
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Calitri, 14 agosto 2005 festa dei cinquantenni, da sinistra ultima fila in piedi:Vincenzo Bozza,Vincenzo Nannariello, Crescenzo Zarrilli, Michele Di Milia (si vede appena), Antonio Di Cairano, Canio
Nicolais con occhiali, Emilio Maffucci, Michele Zarrilli, Maria Filomena Di Napoli (si vede appena); penultima fila: Concetta Galgano, Angelo Margotta, Antonio Di Napoli con occhiali e cravatta,
Claudio Iannella con occhiali, Antonio Lampariello, Giuseppe Mauro con camicia a righe, Vincenzo Mario Di Napoli, Angelo Di Cairano con occhiali, Giuseppe Di Guglielmo con baffetti, Vincenzo
Zarrilli; fra penultima e terzultima fila: Mario Antonio Zarrilli seduto, Maria Di Milia, Rosetta Di Milia con occhiali, Giovanna Maffucci, Marianna Borea, Angela De Nicola, Franca Maria Di Muro,
Maria Antonietta Cestone con giacca bianca, Domenica Grasso; seduti seconda fila: Anna Rosania con occhiali,Angelina Calà con giacca bianca,Teresa Leone, Rosa Maria Di Milia, Maria Pinto, Maria
Concetta Russo, Maria Galgano, Angela Bavosa, Lucia Cialeo, Maria Teresa Senerchia con occhiali, Luisa Cerreta, Angela Di Maio; prima fila: Michele Tornillo,Vincenzo Maffucci, Crescenzo Acocella,
Giuseppe Galgano, Claudio D’Amelio, Giuseppe Zarrilli, Luigi Di Napoli,Antonio Vallario, Franco Gautieri e Pietro Galgano.
ISSN 1720-5638
In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP
per la restituzione al mittente previo pagamento resi
IL CALITRANO
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni
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ANNO XXVIII - NUMERO 38 (nuova serie)
MAGGIO-AGOSTO 2008
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