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numero ZERO il magazine dei protagonisti dello sport business Impianti sportivi All’inglese, all’italiana, alla francese: quando avremo i nuovi stadi? Mentre in Europa si parla di stadi di seconda e terza generazione, il Bel Paese è fermo a ipotesi di progetto, tranne qualche eccezione… I CLUB LE AZIENDE GLI SPONSOR Sampdoria Innovare Impiantistica sportiva Carpisa EVENTI&MEDIA Calciomercato.com INDICE numero 0 il magazine dei protagonisti dello sport business :: PUNTI DI VISTA Parliamo di Sport Business :: COMMENTI DALLO SPORTBIZ La rubrica di commenti dal network sui fatti dello sport business 7 I CLUB Sampdoria tra sport&sponsor IMPIANTI SPORTIVI 1 9 La proposta dello stadio all’Italiana di Dario Boldoni CARPISA: la tartaruga con la passione per lo sport :: I CLUB Sampdoria tra sport&sponsor: quando il marketing aiuta a fare cassa :: LE AZIENDE Impianti sportivi/1 La proposta dello stadio all’Italiana di Dario Boldoni Il bollino blu lo dà il Comitato presieduto da Pancalli… Project financing – quando lo stadio diventa “caldo” Impianti sportivi/2 Nuovi stadi: l’Italia si avvicina al modello inglese? :: GLI SPONSOR Carpisa: la tartaruga con la passione per lo sport…intervista a Carlo Palmieri :: EVENTI & MEDIA 14 CALCIO MERCATO.COM: il nostro motto? essere sempre i primi 16 Calciomercato.com: il nostro slogan? Essere sempre primi, intervista a Cosimo Baldini e a Marco Frattini :: TESTIMONIAL Un portafoglio mondiale :: COMUNICATI & AGENDA Eventi, Aziende, Sponsor, Club, Sportivi e Spettatori :: FACCIAMO I NOMI PUNTI DI VISTA PARLIAMO DI SPORT BUSINESS Questo è il primo numero di SponsorNet.it – Magazine un appuntamento con il mondo del business sportivo e, per noi, un’occasione per far conoscere e rafforzare il nostro progetto. Progetto che nasce con il portale internet sullo sport business www.sponsornet.it e prosegue con l’evento b2b Napoli Sport Business Forum. La nostra mission è dare voce al network dei protagonisti dello sport business ed offrire loro occasioni di incontro, di confronto e di aggiornamento su quanto avviene nelle realtà professionali ed imprenditoriali dell’economia dello sport nazionale ed europeo. Già.. ma si può scrivere e parlare di sport come business perchè alimenta un settore importante dell’economia italiana? C’è bisogno di uno spazio dedicato allo sport business e ai suoi operatori? C’è bisogno di un portale sullo sport business che metta in rete la comunità degli operatori dello sport business? Noi crediamo di sì e, questo magazine, ne è un esempio importante. COMMENTI DALLO SPORTBIZ LA RUBRICA DI COMMENTI DAL NETWORK SUI FATTI DELLO SPORT BUSINESS Il pubblico italiano può accettare tutto, ma non che il suo club cambi nome. Vi immaginate i telecronisti che annunciano la gara tra Nike Juventus vs. Mediaset Milan? Sponsorship: non è tutto oro quello che luccica di Marcel Vulpis Spesso, quando si parla di sponsorizzazioni si è portati, inevitabilmente, a considerare il calcio come l’eldorado del settore, e le altre discipline come “figlie di un dio minore”. Se è vero che il calcio è ancora oggi il punto di riferimento del settore sponsoring per volume d’affari e per quantità di accordi, grazie anche alla sua fan-base, dall’altro basket e pallavolo possono “permettersi” iniziative di sponsoring per il momento vietate nel football tricolore. Sia nella pallacanestro, che nella pallavolo, infatti, la sponsorship più importante è quella della “titolazione” della squadra/club. L’Itas Trentino volley, fresco campione di A1 maschile, fa pensare subito alla compagnia assicurativa Itas, così come l’AJ Olimpia Milano è legata a filo doppio all’azienda dello stilista Giorgio Armani. Nel calcio, quale che sia la serie non è possibile arrivare al titling diretto. Solo nei campionati minori ci sono stati esempi di questo genere (il più clamoroso è stato il modello di show-football del Vodafone Cervia), ma è naufragato in pochi mesi. Il pubblico italiano può accettare tutto, ma non che il suo club cambi nome. Vi immaginate i telecronisti che annunciano la gara tra Nike Juventus vs. Mediaset Milan. Farebbe arricciare il naso ai puristi SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _04 del settore, e più di un tifoso parlerebbe di vera e propria “rivoluzione”. Basket e pallavolo hanno da tempo abdicato all’idea di tenere la divisa di gioco “pulita”. Non è possibile a meno che il patron della società non decida di coprire integralmente il budget stagionale. Il calcio è arrivato all’idea della parcellizzazione delle offerte commerciali solo nelle ultime quattro stagioni. E’ ancora lontano dall’effetto marmellata di basket/volley, ma i piccoli club sono pronti ad equipararsi a queste due “sorelle” pur di reperire nuove risorse finanziarie. Non è tutto oro, quindi, quello che luccica nel settore sponsoring, quale che sia lo sport. Quando il calcio inglese è politically uncorrect di Enrico Flavio Giangreco Tempi grami, questi, per tutto ciò che sa d’Europa. Per anni, i signori del Regno Unito ci hanno raccontato che il loro calcio fosse un modello di virtù, la realizzazione dei sogni dell’entertainment business. Lo scorso 6 giugno, però, il presidente dell’Uefa Michel Platini, le Roi, ha raccontato in un articolo di Maurizio Crosetti, apparso sulle pagine di Repubblica¹, che chi vince in Europa non lo debba alla sua bravura ma al fatto che “bara con i conti”. Ci siamo capiti? Noi italioti, noi pronti a vergognarci di un calcio che ha prodotto Moggi e Giraudo, abbiamo scoperto che il Manchester United e il Chelsea, i due club inglesi finalisti di Champions League, quest’anno assommano, insieme, un deficit pari alla bellezza di 1,9 miliardi di euro. Alla faccia della sana gestione d’azienda, si potrebbe ben dire. Platini ha anche detto: “Guardate il deficit di Manchester United e Chelsea SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _05 ormai non si gioca per vincere ma per ripianare i debiti. Uefa e Fifa devono combattere questa situazione che mi imbarazza molto: bisogna evitare che una sconfitta sportiva si trasformi in un dramma finanziario”. Osservazioni da sottoscrivere e che devono valere per tutte le società calcistiche del continente, altro che storie. Con una semplice aggiunta. I regolamenti Uefa, dal 2004, impongono bilanci revisionati e nessun debito con altri tesserati o enti previdenziali, con l’obbligo di presentare alla propria lega di appartenenza, entro il marzo di ogni anno, budget e piani di liquidità. Pena, altrimenti, l’iscrizione alle coppe europee. Speriamo che nessuno se ne dimentichi. Platini non ce l’ha con l’Inghilterra ma con le proprietà del Chelsea (il russo Roman Abramovich) e del Manchester (l’americano Malcom Glazer) e insiste: “Non vedo perché dagli Usa debbano investire nel calcio europeo, se non per trasformarlo in un prodotto”. E, quindi, sostiene: “Ecco la ragione di proposte come quella di giocare all’estero l’ultima gara della Premier League”. Ma, a ben pensarci, quello che è emerso non si può, soltanto, addebitare all’azione di due miliardari extracomunitari dimentichi dei principi che governano il calcio continentale. E’, invece, il riproporsi della solita storia: c’è, sempre, qualcuno che si preoccupa di aumentare i ricavi, ma non tiene sotto controllo i costi. Brutta roba: qualsiasi impresa, il cui primo margine di contribuzione non copre i costi fissi, è destinata a vivere giorni difficili. Se lo ricordino i presidenti-padroni, anche perché i comportamenti sopra citati possono complicare la vita del sistema calcio europeo. Ha ragione Arrigo Sacchi, quando, sulla Gazzetta dello Sport del 24² maggio afferma che “I club inglesi sono bene organizzati e sfruttano adeguatamente le risorse pubblicitarie, di merchandising e marketing. Inoltre stadi moderni, produttivi, confortevoli e di proprietà contribuiscono a impegnativi bilanci. In Inghilterra sono stati ingaggiati osservatori di buon livello che si muovono in tutte le parti del mondo per trovare nuovi talenti” . Dalle parole di Platini, però, si comprende come determinate follie gestionali, che noi italiani conosciamo bene, potrebbero, alla lunga, caratterizzare non soltanto tutto il calcio del Regno Unito, ma dell’intero continente europeo, se non saranno ribadite regole puntuali che ispirino i comportamenti degli addetti ai lavori. Per i club grandi e piccoli dell’Italia del pallone il modello gestionale di riferimento resta, comunque, quello inglese, arricchito delle migliori esperienze tedesche e spagnole che, oggigiorno, vanno per la maggiore. Trattamenti fiscali inclusi. 1 Vedi http://www.sponsornet.it/index.php?option=com_c ontent&task=view&id=312&Itemid=64 Maurizio Crosetti, La prima crociata del presidente Platini “I club inglesi barano” - La Repubblica, giugno 2008. 2 Vedi http://www.sponsornet.it/index.php?option=com_c ontent&task=view&id=251&Itemid=42 Arrigo Sacchi, Lo strapotere inglese nasce con investimenti e pazienza - Gazzetta dello Sport, maggio 2008. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _06 Platini ammonisce Manchester United e Chelsea, i due club inglesi finalisti di Champions League, che quest’anno assommano, insieme, un deficit pari a quasi due miliardi di euro. I CLUB Incontriamo Marco Caroli giovane uomo marketing del club blucerchiato. “Abbiamo avuto un netto aumento di visibilità grazie all’ottimo posizionamento raggiunto dalla squadra nella classifica del Campionato di Calcio di serie A e naturalmente grazie alla presenza di Antonio Cassano nella squadra” Sampdoria tra sport&sponsor: quando il marketing aiuta a fare cassa SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _07 Acquisire nuovi sponsor senza trascurare quelli già affiancati alle società, è uno dei ruoli più importanti dei marketing manager dei grandi club sportivi. Ne parliamo con Marco Caroli trentasei anni, responsabile marketing, alla Samp dal 2004. “La visibilità della Sampdoria sulla carta stampata in quest’ultimo anno è passata dal 3,5% al 6,8%, è questo uno dei dati forniti dalla Sport system Europe che diamo ai nostri sponsor come risultato della stagione 2007/2008. Abbiamo avuto un netto aumento di visibilità grazie all’ottimo posizionamento raggiunto dalla squadra nella classifica del Campionato di Calcio di serie A e naturalmente grazie alla presenza di Antonio Cassano nella squadra”. Chiaro segnale del successo della visibilità del club blucerchiato è la campagna di acquisizione sponsor e di vendita degli spazi pubblicitari a bordo campo che in genere riesce a chiudersi non prima della fine del mese di agosto e che quest’anno già nel mese di luglio era in fase conclusiva. Successo di sponsor, dunque, per la Sampdoria che dice no all’effetto marmellata a bordo campo vendendo l’80% degli spazi a pacchetto mentre solo un 20% ai singoli inserzionisti, così da non invalidare i propri sponsor e rendendo visibili non più di due o tre marchi contemporaneamente nelle riprese TV. Tuttavia, Caroli tiene a precisare che la Sampdoria, oltre alla comunicazione pubblicitaria, offre ai suoi partner altre opportunità nell’area degli eventi e del marketing esperienziale, “non a caso”, dice Caroli, “la Sampdoria quest’anno ha confermato ben l’85% delle sponsorizzazioni dell’anno appena chiuso”. Negli ultimi anni, infatti, il marketing Sampdoria ha sviluppato una serie di iniziative che esaltano il ruolo del calcio come experience provider (ospitalità e walk about) e come aggregatore (eventi incentive allo stadio ed eventi istituzionali). “Il Welcome day, ad esempio, è l’appuntamento di inizio stagione in cui si incontrano e si salutano tutti gli sponsor e si presenta lo staff tecnico del club. Nel corso del welcome day, gli sponsor hanno la possibilità di presentare la loro azienda agli altri partner e possono anche prendere parte per un giorno alla vita quotidiana della squadra, vivendo lo spirito dello spogliatoio”. Il Business Seat consiste, invece, in un pacchetto per gli ospiti degli Sponsor della Sampdoria. Proprio sotto la tribuna centrale è situata un’area di circa 600 metri quadri divisa in quattro differenti zone, su due piani. Per ogni incontro casalingo della Sampdoria gli Sponsor invitano ad assistere alla partita mediamente circa 250 ospiti, ai quali viene riservata un’accoglienza e un servizio di livello. Non potevamo chiudere l’intervista senza intraprendere il discorso nuovo stadio che riguarda da vicino il club blucerchiato e in merito Caroli dice dice “esiste il progetto di un nuovo stadio di circa 32 mila posti seguito dalla Forum Invest, è certamente un’importante opportunità che attualmente è al varo delle istituzioni preposte. Sarebbe un progetto autofinanziato che deve superare tutti gli iter burocratici”, e aggiunge “ i finanziatori sono interessati alla gestione dello stadio con orari di apertura continui sette giorni su sette e, in questo contesto, la Samp sarebbe uno dei “condomini” dello stadio, sicuramente il più importante perché porta lo spettacolo più importante”. Riccardo Garrone Marco Caroli un calcio fatto si passione, di sogni, di ricordi www.latestanelpallone.it jo.ve vico monteroduni, 16 80132 napoli SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _08 tel 081 19568905-7 faxmail +39 06.622 770 89 p. iva 05370151218 www.jovemedia.it [email protected] LE AZIENDE IMPIANTI SPORTIVI/1 “Costruire un nuovo stadio significa investire tra i 3000 e i 4000 euro a seduta. Le volumetrie aggiuntive in grado di garantire rientri nell’investimento sono un valore fondamentale al fine di creare appeal”… Dario Boldoni La proposta dello stadio all’Italiana di Dario Boldoni La costruzione di nuovi impianti sportivi in Italia è un argomento di grande attualità che interessa non solo squadre di calcio e club sportivi ma anche istituzioni pubbliche, investor e imprenditori. Ne parliamo con l’ingegnere-imprenditore napoletano Dario Boldoni, già consigliere di amministrazione del calcio Napoli ai tempi di Ferlaino.Territorio, socialità, cultura, sono le peculiarità alla base dell’ idea di Dario Boldoni sullo stadio italiano del futuro, non più visto come impianto esclusivamente sportivo ma come un complesso multifunzionale, in grado di essere una efficiente struttura ricettiva in cui poter mangiare una pizza o guardare un film anche nei giorni in cui non si SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _09 gioca la partita. Quella di Boldoni, è un’idea di stadio “glocale”, in grado di competere con il mercato globale grazie alla valorizzazione del territorio: nel caso napoletano, ad esempio, il nuovo stadio dovrebbe “trasudare napoletanità” dice Boldoni. Tuttavia, per realizzare un progetto di questa portata c’è una condizione fondamentale da garantire. “Costruire un nuovo stadio significa investire tra i 3000 e i 4000 euro a seduta e, quindi, per uno stadio da 50.000 spettatori sarà necessario un investimento di circa 160 milioni di euro. Tale investimento sarebbe giustamente recuperabile solo se ci fosse l’opportunità di realizzare delle ulteriori opere immobiliari nelle aree circostanti lo stadio, quali ad esempio: centri commerciali, multisala, campi da tennis, area uffici e perché no? Anche centri residenziali”. Secondo Boldoni solo in questo modo sarebbe possibile avere un rientro dell’investimento nell’arco di 12-15 anni (mentre la sola gestione dell’impianto sportivo farebbe recuperare solo il 1520% dello stesso). Le volumetrie aggiuntive in grado di garantire rientri nell’investimento (per realizzare “il complesso stadio” occorrerebbe uno spazio di 300.000 mq2), sono un valore fondamentale al fine di creare appeal nei soggetti che intendono investire nel business dell’impiantistica sportiva. “La città di Lille, ad esempio, attraverso la costruzione del nuovo stadio avvenuta in una zona degradata della municipalità, ha tradotto in riqualificazione del territorio la necessità di costruire un nuovo impianto. La formula del successo dell’operazione è leggibile nell’apertura del Comune francese nell’apportare le dovute modifiche di adeguamento del piano regolatore. Tuttavia, una intelligente operazione di marketing avviata due anni prima della costruzione del nuovo stadio ha coinvolto i cittadini a partecipare alla definizione di importanti aspetti del progetto (dal nome dello stadio, alla sua localizzazione passando per la raccolta fondi) avvicinandoli in maniera forte e diretta alla costruzione dell’impianto sportivo”. Gli stadi, dunque, come moderno luogo di svago, intrattenimento e servizi rivolti all’intera collettività per un modello di sviluppo che non è soltanto sportivo ed economico ma anche sociale. Ed è a questo tipo di modello ovvero quello francese che, secondo Boldoni, l’Italia deve ispirarsi perché, al contrario di quello inglese, identifica nelle peculiarità territoriali e culturali il fattore vincente dei suoi nuovi impianti sportivi. Ricordiamo che oggi la Francia ha 12 stadi cantierati di cui 4 in ristrutturazione e 8 nuovi impianti al contrario dell’Italia che, come ricorda Marcel Vulpis di Sporteconomy, “è ancora ferma a ipotesi di progetto”. Ma la costruzione dei nuovi stadi non è l’unica urgenza dell’impiantistica sportiva: Dario Boldoni già da alcuni anni sta proponendo un progetto alle amministrazioni comunali e provinciali riguardo la costruzione di “cittadelle dello sport” che con le loro strutture promuoveranno l’incontro sportivo ma soprattutto saranno motori territoriali di aggregazione sociale. Il progetto si muove su un doppio binario: da un lato c’è l’imprenditore che garantisce e si preoccupa di fornire i mezzi finanziari e gli investimenti necessari, dall’altro il Comune, esentato da qualsiasi onere finanziario, si preoccupa di effettuare le modifiche giuste alla realtà urbanistica. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _10 Anche questo progetto, come quello della costruzione dei grandi centri, è caratterizzata da un’operazione di project financing. Quello degli impianti sportivi, in effetti, è un tema complesso perchè complessa è la compagine degli attori che si incrociano spesso configgendo sul campo. Da un lato ci sono gli attuali proprietari degli stadi ovvero i Comuni (tranne per lo stadio di Reggio Emilia) che dettano il ritmo e i cambiamenti della politica, dall’altro le squadre di calcio che nella maggior parte dei casi si considerano i “veri proprietari” dello stadio e, sullo sfondo, investor e imprenditori interessati a fare business ma alle loro condizioni. In questo contesto è nata la prima proposta di legge bipartisan sull’impiantistica sportiva che a breve sarà presentata in parlamento. L’imprenditore napoletano ha le idee molto chiare sulle motivazioni del ritardo italiano in materia di impiantistica sportiva e dichiara: “Il problema di fondo in Italia risiede nell’adeguamento urbanistico delle aree predisposte alla costruzione degli impianti sportivi, fin quando non si supererà questa condizione, parlare di stadi di nuova generazione è semplicemente utopia”. Project financing quando lo stadio diventa “caldo” Il project financing, o finanza di progetto, è una forma di finanziamento tramite la quale le pubbliche amministrazioni possono ricorrere a capitali privati per la realizzazione di progetti e infrastrutture ad uso della collettività. In altre parole le spese per la realizzazione di un’opera pubblica possono essere sostenute totalmente – nel caso di project financing puro – o parzialmente da privati. I vantaggi di questa collaborazione tra pubblico e privato sono noti. Sotto il profilo strettamente economico-finanziario l’ambito di operatività del project financing è fortemente condizionato dalla finanziabilità dell’opera o del servizio: caratteristica che ha portato a distinguere le opere pubbliche in opere fredde e opere calde. Le opere fredde sono opere in cui la funzione sociale è assolutamente predominante e che non consentono, per tale motivo, l’applicazione di tariffe o in cui il livello socialmente accettabile delle tariffe è talmente basso da non generare flussi di cassa in grado di consentire il rimborso dei fondi impiegati. Le opere calde sono invece opere per le quali è possibile applicare un prezzo del servizio, come controprestazione che l’utente è tenuto a effettuare per fruire del servizio stesso di cui ha bisogno; si tratta quindi di opere che consentono di svolgere un’attività organizzata di tipo imprenditoriale, con costi e ricavi. Lo Stadio anche se multifunzionale, resterebbe un’opera “tiepida”, secondo Boldoni, perché una realtà non remunerativa (anche considerando gli spazi accessori come tribune vip e spazi per gli sponsor); unica formula per poter trasformarla in un’opera calda sarebbe riuscire a realizzare il “complesso stadio”, ovvero tutta una serie di strutture esterne ad esso in grado di assicurare, ad imprenditori e investors, introiti a medio e lungo termine. IMPIANTI SPORTIVI/2 Nuovi stadi: l’Italia si avvicina al modello inglese? di Marcel Vulpis Se in Italia siamo agli squilli di tromba per il nuovo Delle Alpi, bisognerebbe ricordare ai 20 presidenti della serie, che siamo, comunque, in forte ritardo rispetto al resto del Vecchio continente. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _11 Finalmente, dopo l’occasione mancata di Euro2012 si inizia, in Italia, a lavorare su stadi polifunzionali seguendo il modello del football inglese. Il Delle Alpi sarà un’arena da oltre 40 mila posti, con un costo complessivo di 105 mln di euro (50 mln di euro del debito pluriennale contratto con l’Istituto per il Credito Sportivo coperto dai 75 mln di euro di minimo garantito di SportFive e dai). La Juve è diffusa capillarmente in tutta Italia e Torino è solo la sede sociale di questa enorme fan-base (stimata in 14 mln di unità solo sul territorio tricolore). Ma la ragione di avere uno stadio a misura di città nasce anche dall’esempio “vincente” degli impianti della Premier league. Piccolo è bello, sembrerebbe voler dire la Juventus con un impianto di queste dimensioni. Senza arrivare allo stadio del Manchester United, il club più blasonato d’Inghilterra, o al “Chelsea village” di Roman Abramovich (al suo interno vi è anche un albergo e una Spa per i momenti di relax), c’è l’esempio dell’Aston Villa, piccolo club con una tifoseria tradizionalmente molto calda, che, oggi, grazie ai ricavi da stadio, incassa circa il 40% delle sue entrate. Se in Italia siamo agli squilli di tromba per il nuovo Delle Alpi, bisognerebbe ricordare ai 20 presidenti della serie “A”-Tim, che siamo, comunque, in forte ritardo rispetto al resto del Vecchio continente. Il caso dell’Allianz Arena, che oggi può contare sui 90 milioni di euro dei naming rigths del colosso finanziario-assicurativo tedesco, o dell’Emirates stadium dell’Arsenal (l’impianto di calcio più tecnologico al mondo), sono un chiaro segno di come, all’estero, sia possibile produrre ricavi da tutto, perfino dal nome della struttura che ospita le partite di football. Il business “vero”, poi, è nei cosiddetti no match days, i giorni feriali, dove la gente si reca allo stadio per fare la spesa (nel Delle Alpi ci saranno le catene Conad e Obi), per andare al cinema e in generale per rilassarsi al di là del mero evento sportivo. Tutti aspetti che bisognerà valutare post 2011, a partire dallo stadio torinese, per capire se il tifoso italiano ha le stesse caratteristiche e propensione alla spesa di quello inglese, spagnolo o tedesco. Il bollino blu lo dà il Comitato presieduto da Pancalli… Il Comitato per l’attuazione del programma straordinario per l’impiantistica sportiva destinata allo sport professionistico, presieduto dall’avv. Luca Pancalli, è stato costituito l’ 8 febbraio 2008 con Decreto del Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive controfirmato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze presso il Dipartimento per le Politiche giovanili e le Attività sportive. Ruolo fondamentale del Comitato è la verifica della conformità dei progetti alle Linee Guida del Programma Straordinario. Ferme restando le competenze dell’Istituto per il Credito Sportivo, infatti, la concessione dei mutui concessi attraverso l’utilizzo delle risorse è subordinata al parere espresso dal Comitato che non gestisce alcun fondo. Un esempio di questa tipologia di finanziamento lo si è avuto con la Juve per la costruzione del nuovo stadio ”Delle Alpi” (vedi articolo di Marcel Vulpis “Nuovi Stadi: L’Italia si avvicina al modello inglese?”). Esso, inoltre, può fissare requisiti aggiuntivi di carattere tecnico per la valutazione dei progetti anche in relazione alle disposizioni emanate dagli organismi competenti sportivi in materia di realizzazione di impianti. Le Linee Guida prevedono che per beneficiare dei contributi in conto interessi i progetti devono: - rispettare le norme in materia di sicurezza degli impianti e le misure previste dalla 41 del 2007; - garantire l’equilibrio economico e finanziario nella gestione degli impianti; - rispettare le procedure fissate dal Comitato di gestione dei “Fondi apportati” dell’Istituto per il Credito Sportivo per la concessione del credito a valere sul fondo speciale di cui all’articolo 5 della legge 24 dicembre 1957, n. 1295. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _12 Napoli Sport Business Forum “il network dei protagonisti dello sport business” jo.ve vico monteroduni, 16 80132 napoli SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _13 tel + 39 081 19568905-7 faxmail +39 06.622 770 89 p. iva 05370151218 www.jovemedia.it [email protected] GLI SPONSOR Federica Pellegrini Il carpisa yamamay 2008-2009 con il direttore tecnico Italo Palmieri Testa – Di Meglio “La strategia vincente di Carpisa è puntare su personaggi e su sport che meglio rappresentano la nostra filosofia, per questo scegliamo iniziative e progetti sportivi che conservano questi quattro fattori: lealtà, trasparenza, gioventù e passione” Nate Green, Carlo Palmieri, il presidente della Napoli Basket Mario Maione Carpisa: la tartaruga con la passione per lo sport… La Carpisa nasce nel 2001 come progetto congiunto della famiglia Cimmino e Carlino e, nello stesso anno, nasce anche l’azienda Yamamay a opera delle famiglie Cimmino e Garda. Le due aziende in questi anni hanno camminato di pari passo: entrambe raggiungono fatturati da circa cento milioni di euro l’anno ed entrambe investono nello sport per veicolare la propria immagine. Ne abbiamo parlato con Carlo Palmieri dottore commercialista, referente della famiglia Carlino. “Con la Carpisa si vince non ci piove! Qual’è stato il risultato più alto raggiunto negli ultimi 40 anni del basket napoletano? SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO _OTTOBRE ‘08_14 La vittoria della Coppa Italia TIM nel 2006 quando noi eravamo title sponsor del Napoli Basket (battendo in seguenza MPS, Armani Jeans e Lottomatica Roma) e, qual è stato l’ultimo scudetto vinto dalla pallanuoto a Napoli? La Carpisa Posillipo nel 2004. Chi è stato campione europeo 2008 di Offshore classe 3/6 litri? Testa - Di Meglio sponsorizzati da Carpisa-Yamamay. E chiuderei con la promozione della Carpisa calcio femminile in A2 nell’ultima stagione dopo essere stata promossa dalla C alla B sempre con Carpisa come title Sponsor (3 promozioni in 3 stagioni)…” Carlo Palmieri, come nasce la decisione di affiancare il marchio Carpisa allo sport? E con quale strategia scegliete le iniziative da sponsorizzare o alle quali legare il vostro marchio? “Tutto è conducibile alla volontà delle famiglie Cimmino e Carlino di legare la loro passione per lo sport allo sviluppo dei propri marchi, considerando lo sport un canale privilegiato per la comunicazione della tipologia dei nostri prodotti. Il primo affiancamento sportivo della Carpisa allo sport è avvenuto nel 2003, praticamente immediatamente dopo la nascita aziendale. Prima sponsorizzazione (Carpisa Posillipo nella pallanuoto) nel biennio e immediatamente prime vittorie con la Coppa delle Coppe europea e scudetto in una memorabile gara 5 a Recco contro la favorita Pro Recco. La strategia vincente di Carpisa è puntare su personaggi e su sport che meglio rappresentano la nostra filosofia, per questo scegliamo iniziative e progetti sportivi che conservano questi quattro fattori: lealtà, trasparenza, gioventù e passione. Abbiamo deciso di sponsorizzare, ad esempio, la Carpisa di Calcio femminile accompagnandola fino alla promozione in A2. Il calcio femminile rispecchia il nostro target rappresentato per lo più da famiglie e giovani donne tra i 16 e i 40 anni, ma la ragione più profonda è che nel calcio femminile la lealtà e la trasparenza sono ancora valori tangibili e questi si sposano con la pura passione per il giuoco del calcio. Abbiamo anche una scuola giovanile di calcio maschile e femminile, perché investiamo e crediamo nei giovani e non solo…ad esempio, abbiamo sponsorizzato “La Carpisa Champions Cup”, campionato europeo annuale di vela classe optmist per ragazzi a Riva del Garda, e continueremo a farlo fino al 2010”. Che percentuale del vostro budget utilizzate per azioni di comunicazione e quanto di questa percentuale dedicate allo sport? “La Carpisa ad oggi conta 450 punti vendita di cui 30 si trovano in città estere, il negozio più rappresentativo lo abbiamo inaugurato nel cuore di SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _15 Londra ad Oxford Street nel 2007. L’azienda destina alle attività di marketing e comunicazione circa l’810% del volume di affari, di cui circa il 30% va alla sponsorizzazione sportiva. È importante sottolineare che la nostra strategia di comunicazione è trasversale e punta soprattutto sui giovani non solo attraverso lo sport ma anche attraverso l’arte contemporanea e la musica, un esempio per tutti è il Carpisa Neapolis Festival che ha portato a Napoli artisti quali Rem, Santana, Iggy Pop, Battiato, Jovanotti, etc…” Come seguite i progetti sportivi che sponsorizzate? “Da sempre noi affianchiamo team diventando loro grandi tifosi, accompagnandoli in tutto ciò che riguarda il loro percorso sportivo, dalla partecipazione alle loro partite fino alla strutturazione di un percorso di incentivi collegati agli obiettivi sportivi raggiunti. Ricordo ad esempio che regalammo uno scooter “griffato” a tutti i giocatori della squadra del Carpisa Posillipo di pallanuoto in caso di vittoria dello scudetto, per una scommessa simpatica in negativo: avremmo perso in caso di loro vittoria…ovviamente fummo felici di aver perso la scommessa! Queste sono emozioni e rapporti che vanno ben oltre le operazioni di marketing…” Novità per il prossimo anno? “Seguendo la scia di successi abbiamo come testimonial la neocampionessa olimpica Federica Pellegrini e per il prossimo anno la nostra strategia di co-branding e co-marketing Carpisa-Yamamay si rinsalderà maggiormente”. Carpisa sponsor della fed cup 2008 Federica Pellegrini Gianluigi Cimmino a. d. Yamamay, socio Carpisa EVENTI&MEDIA Nato nel 1996 calciomercato.com è oggi tra i siti più visitati in Italia, ne parliamo con Cosimo Baldini amministratore unico del sito e Marco Frattini di recente entrato a far parte della redazione Calciomercato.com: il nostro slogan? Essere sempre primi Marco Frattini Cosimo Baldini SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _16 In ufficio, al bar con gli amici, sotto l‘ombrellone o durante le passeggiate in montagna, il calcio mercato è uno degli argomenti di cui maggiormente si discute nei mesi estivi. Il “Chi va dove e a quanto” è uno slogan che continua ad entusiasmare e a interessare centinaia di migliaia di italiani, senza distinzione di provenienza geografica, sociale ed economica. Calciomercato.com, azienda web nata nel 1996, è stato il primo sito a dedicare uno spazio virtuale al calcio mercato, arrivando oggi a contare 300 mila visitatori unici al giorno alle sue pagine web. Abbiamo incontrato Cosimo Baldini amministratore unico del sito e Marco Frattini redattore di calciomercato.com. Cosimo Baldini come nasce l’idea di calciomercato.com? “Calciomercato.com è nato da un’idea congiunta di procuratori di calcio come Pallavicino e di alcuni giornalisti sportivi. Inizialmente calciomercato.com era un sito b2b rivolto alle società di calcio in cui venivamo pubblicati i contratti dei calciatori in scadenza. Quasi subito, però, ci si è accorti che il sito aveva un forte appeal per un pubblico ben più vasto, come quello degli appassionati e tifosi sportivi e, per questo, nel giro di pochi anni il sito si è evoluto in termini di contenuti e notizie fino ad arrivare al format attuale”. Da chi è composto lo staff di calciomercato.com? “Oggi calciomercato.com lavora con uno staff qualificato e indipendente formato da una redazione di 6 persone con sede a Milano e operativa dalle 8e30 alle 24 e da alcuni inviati sul posto”. Qual’è il vostro target? “Il nostro è un target trasversale, da varie indagini è emerso che il pubblico di calciomercato.com comprende al 90% uomini di età compresa tra i 15 e i 55 anni, in cui la fascia più presente e partecipativa è quella di età compresa tra i 20 e i 35 anni. Possiamo dire che il sito è letto un po’ da tutti, e geograficamente rispecchia le maggiori tifoserie italiane a livello di pubblico: Milan, Inter, Napoli, Roma, Juve, Roma…” Quante persone visitano il vostro sito ogni giorno? “Andiamo da un minimo di 200.000 visitatori unici al giorno, ad un massimo di 300.000, dipende dai periodi: in un mese notoriamente caldo per il calcio mercato come luglio, arriviamo in 30 giorni a 50 milioni di pagine viste con ben 2 milioni di utenti unici, fonti google analytics”. Come si finanzia il vostro progetto? “Sicuramente grazie alla pubblicità, il 95% del totale del fatturato è coperto proprio dalla pubblicità e il restante 5% dalla vendita di contenuti, ad esempio, ad altri siti”. Vi affidate ad una concessionaria? “Si, la Adsolutions gestisce in esclusiva il nostro sito ma abbiamo anche accordi e sponsor diretti, nel primo caso un esempio è google, nel secondo Bwin”. Avete qualche ritorno del grado di soddisfazione degli inserzionisti? Come affrontate la concorrenza di pubblicità e visibilità offerta da altri media? “Beh, il mercato on-line, anche se in crescita, è sicuramente sottostimato rispetto alle sue potenzialità. A differenza di altri canali di visibilità, l’on-line è totalmente misurabile, inoltre, c’è l’interazione immediata con l’utente che viene portato all’azione attraverso varie strategie: dalla richiesta di compilazione di moduli di iscrizioni fino ad arrivare ad SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO _OTTOBRE ‘08_17 acquisti fatti real-time, ad esempio, nel caso delle scommesse on-line, si può verificare se l’utente che ha giocato sia arrivato al sito da una pubblicità on-line, e inoltre, si può capire il suo profilo e il suo comportamento”. Marco Frattini negli ultimi anni i siti dedicati al calcio e al calcio mercato sono in continuo aumento e con essi la concorrenza virtuale, come si confronta con questa realtà calciomercato.com? “Il mercato negli ultimi anni si sta vivacizzando molto e sono entrate in scena altre realtà. Oggi ci sono almeno 30 siti di informazione sul calcio italiano, escludendo i siti delle tifoserie, ogni squadra ha almeno 3 siti di riferimento, il Napoli, ad esempio, ne ha ben 6. Proliferazione di siti che, se da un lato sono una fonte di informazioni utili e aggiornate, dall’altro fanno emergere forse il più grande dei limiti del web: la presenza di fonti incontrollabili e incontrollate di notizie che spesso risultano inesistenti o inesatte. Per questo Calciomercato.com sta lavorando ad una nuova strategia, ovvero, alla costruzione di un webnetwork professionale formato da siti che fungano da partner esclusivi in loco e che possano abbracciare il nostro slogan arrivare sempre primi alle notizie-”. Riprende Baldini “E’ importante ricordare che il nostro pubblico è composto da veri appassionati di calcio, molto tecnici e interessati ad avere notizie in anteprima, poi, per l’approfondimento, vanno ad informarsi su siti non-ufficiali delle squadre, sui giornali, etc. ” Marco Frattini come spiega il successo di calciomercato.com? “Calciomercato.com è tra i siti più visitati in Italia, secondo alexa è al 50esimo posto (…). Il successo è sicuramente conducibile alla fedeltà che Calciomercato.com ha con il suo dominio, infatti, pur occupandosi di calcio a tutto tondo dando riferimenti al calcio giocato nei periodi di campionato, è il calcio mercato il protagonista indiscusso del sito, con aggiornamenti puntuali e continui”. Riprende Baldini “La più grande intuizione di chi ha fondato calciomercato.com, è stata quella di dare notizie in tempo reale… tuttavia, oggi stiamo lavorando ad altre aree del sito, un esempio è il blog Vivo per lei interamente dedicato ai tifosi. Vivo per lei è il classico social network in cui ci si iscrive e si diventa parte del circolo di amicizia della propria tifoseria, poi, a richiesta, un tifoso può partecipare ed entrare nel circolo di un’altra tifoseria...un modo per tutelare noi, evitando incontriscontri verbali tra tifosi di diverse squadre e, nello stesso tempo, un modo nuovo per creare contatti tra tifosi di club calcistici differenti”. la primavera del River Plate, squadra di calcio sponsorizzata da calciomercato.com nell’ultimo torneo di Viareggio TESTIMONIAL Un portafoglio mondiale Non stupisce più vedere un calciatore leggere il “Sole 24ore” anziché la “Gazzetta dello Sport” sull’aereo. Né Felipe Massa controllare, tra un test e l’altro in pista, il televideo Ferrari sulla pagina non dei risultati sportivi, bensì dei titoli azionari SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _18 Sponsorizzazioni, stipendi da capogiro, investimenti: oggi i grandi dello sport mettono da parte in pochi anni patrimoni talmente imponenti da dover diventare industriali molti anni prima di ritirarsi dal sano agonismo. Edilizia, abbigliamento, discoteche, locali, cereali, cozze, mozzarelle, farmacie, ospedali, cliniche, giornali, banche: le direzioni che prendono i loro capitali sono le più varie, anche se il mattone resta l’indirizzo principale. Non stupisce più vedere un calciatore leggere il “Sole 24ore” anziché la “Gazzetta dello Sport” sull’aereo. Né Felipe Massa controllare, tra un test e l’altro in pista, il televideo Ferrari sulla pagina non dei risultati sportivi, bensì dei titoli azionari (fonte “L’espresso”). Né ormai fa notizia che i 23 campioni del mondo dell’Italia di Marcello Lippi mettessero assieme, ben prima di sollevare la coppa a Berlino, 40 società e un fatturato totale di 16 milioni, nel frattempo sicuramente cresciuto, solo per le loro attività extra. Se diamo, infatti, uno sguardo ai campioni della nostra nazionale azzurra ci si rende conto che gli affari per molti di loro vanno davvero a gonfie vele. Il difensore più forte del mondo Fabio Cannavaro, ad esempio, difende bene anche il suo patrimonio con una rete di partecipazioni fra le più consistenti e varie. Il gruppo è coordinato dalla Cma holding e servizi. La controllata Cma immobiliare, amministrata direttamente da Cannavaro, ha 4 milioni di euro di immobili a libro in varie città d’Italia. A creare reddito ci pensano il comparto edilizio con la partecipazione del 45% nell’impresa Tasso sit e il comparto industriale con la Fattoria Gaia, un’azienda che produce mozzarella di bufala nell’agro aversano e che, dribblando la polemica sulla diossina, è passata da 1,5 milioni di ricavi nel primo anno di attività (2004) a 4,6 milioni di euro nell’esercizio 2007. Altri 700 mila euro arrivano dai ristoranti che Cannavaro possiede. Uno è a Napoli sul lungomare di via Partenope e nel mese di marzo Cannavaro si è lanciato sulle piste di altri colleghi e ha debuttato nell’abbigliamento con la Fenix, costituita con l’imprenditore tessile Luigi Iavarone. La Edge, invece, controllata insieme al fratello-manager Stefano, è la struttura principale di Alessandro del Piero che produce 4 milioni di euro di fatturato l’anno. La Edge non contiene il comparto immobiliare. Appartamenti, capannoni industriali e negozi per un valore di 6 milioni sono stati conferiti alla Olympic, alla quale si è aggiunta nel 2006 la Hera (nessun legame con la utility), comprata per 2,4 milioni di euro e proprietaria di alcuni terreni a Conegliano Veneto. Come Del Piero, anche Andrea Pirlo ha una holding che ha fra i suoi obiettivi lo sfruttamento dei diritti di immagine. Ma la Ap sport service, con i suoi 3 milioni di ricavi e 8 milioni di attivo netto di cui 6,6 milioni di valore immobiliare, è solo un frammento delle attività del centrocampista rossonero. Andrea Pirlo viene da una famiglia bresciana di imprenditori dell’acciaio. Attraverso la Ap, ha una partecipazione del 2,3% nella Elg steel di Castel Mella controllata al 71,3% del padre Luigi e passata da 41 milioni di ricavi nel 2004 a 52 milioni di ricavi nel 2006. Il rossonero non si limita però al ruolo di erede e nel maggio 2007 ha fondato un’azienda che è sua al 100%. Si chiama Fidbon e lavora a freddo il ferro e l’acciaio. Sempre l’anno scorso Pirlo ha costituito un’azienda agricola, la Pratum Coller, ancora a Brescia. Molti dei nostri giocatori pensano al loro futuro con investimenti gestiti insieme ai familiari più stretti, a volte affidati a esperti del settore, ma sempre seguiti da molto vicino. Lo sportivo più ricco del mondo, come è ormai noto da anni, però, non è né un calciatore né un giocatore di Basket, bensì un golfista, l’americano Tiger Woods. Il golfista più famoso al mondo, ha guadagnato fino ad oggi, circa 800 milioni di dollari. Una cifra record che potrà raggiungere anche il tetto del miliardo di dollari entro la stagione sportiva del 2010. Woods, anche quest’anno, ha stravinto la classifica dei “paperoni dello sport”, stilata per tradizione dal settimanale americano “Forbes”, riportata di seguito. Si stima che nell’ultimo anno abbia incassato circa 120 milioni di euro, di cui 25 mln di euro dalle sponsorship e dallo sfruttamento dei diritti di immagine. Il contratto più importante è con la Nike, che ha creato una divisione golf proprio puntando sul suo volto e carisma sul campo. Dopo le cifre da capogiro di Woods a seguire nella classifica del “Forbes” è il Boxista Oscar De La Hoya con “soli” 43 milioni di dollari e il golfista SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _19 Phil Mickelson con 42,2 milioni di dollari. Il primo e unico italiano nella lista dei quattordici paperoni dello sport mondiale è Valentino Rossi, che deve accontentarsi dell’undicesimo posto e godersi il suo gruzzoletto stimato intorno ai 30 milioni di euro. Fonti: G. Turano - il Mondo, 30 maggio 2008; Sportweek, 5 Aprile 2008; . E. Matarrese - L’espresso, 1 Maggio 2008 I guadagni dell’ultimo anno secondo “Forbes” SPORT IN DOLLARI 1 Tiger Woods (Usa) 2 Oscar De La Hoya (Usa) 3 Phil MIckelson (Usa) 4 Kimi Raikkonen (Fin) 5 Michael Schumacher (Ger) 6 David Beckham (Ing) 7 Kobe Bryant (Usa) 8 Shaquille O’Neal (Usa) 9 Michael Jordan (Usa) 10 Ronaldinho (Bra) 11 Valentino Rossi (Ita) 12 Alex Rodriguez (Usa) 13 Roger Federer (Svi) 14 Derek Jeter (Usa) Golf 100 mln Boxe 43 mln Golf 42,2 mln Auto 40 mln Auto 40 mln Calcio 33 mln Basket 32,9 mln Basket 31,9 mln Basket 31 mln Calcio 31 mln Moto 30 mln Baseball 23,2 mln Tennis 29 mln Baseball 28,3 mln COMUNICATI&AGENDA Mondiale 2014 Il volley rosa beffa il basket SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _20 Settembre 2008, Flavio Vanetti Corriere della Sera Pallavolo batte basket 3-0. Tre come i Mondiali che l’ Italia della rete ospiterà nel futuro: dopo beach volley (2009) e volley maschile (2010), ecco quello delle donne nel 2014 (nella foto: la nazionale olimpica). Il contratto tra la Fipav e la Fivb relativo alla rassegna iridata rosa, che si svolgerà nel mese di settembre, è stato firmato ieri. Ma nel 2014 l’ Italia non ambiva a ospitare il Mondiale maschile di basket? Sì e in teoria, visto che la scelta avverrà nel maggio 2009, la possibilità esiste ancora. Da ieri, però, la candidatura «vede» il binario morto. Come se non bastassero infatti la discesa in campo della Cina (diventata la favorita) o la solidità dell’ opzione spagnola (che qualche ingenuo sosteneva sarebbe caduta qualora l’ Italia avesse proposto la propria...), o ancora le chance di una Russia piena di soldi, ecco la palla avvelenata dei cugini del volley. Dato che settembre è mese iridato pure per il basket e che in Italia gli impianti sono contati, la Fiba, secondo voi, che cosa farà? Scantonerà dai nostri lidi, anche per non creare sovrapposizioni mediatiche con l’ altro evento, già appaltato. Quella del Mondiale 2014 di basket è una storia che nasce nel pieno del fervore veltroniano (cfr. Walter Veltroni, leader del Pd, ex sindaco di Roma, patito di canestri), che si intoppa quando il presidente del Coni boccia l’ organigramma già deciso del comitato promotore e che vira al peggio quando il gruppo di lavoro si avvia tardi e con risorse tutte da trovare. Ora è in vista il cartello «The End». Noi però non scordiamo che in inverno Gianni Petrucci diede una ramanzina «alle federazioni che chiedono i Mondiali e poi battono cassa», rivendicando il diritto del Coni a coordinare gli interventi. A giudicare dai fatti, le marcature sono saltate. E quelli del basket si sentono cornuti e mazziati. Diritti tv Si chiude la “querelle” Rai-Lega calcio sui diritti in chiaro Agosto 2008, fonte Sporteconomy Come è stato “spacchettato” il calcio in chiaro dalla Lega calcio nei nuovi contratti stipulati con Rai, RTI e Sportitalia per le stagioni 2008/9 e 2009/2010. Con l’accordo tra Rai e Lega Calcio, si completa il quadro relativo all’assegnazione dei diritti per i campionati di Serie A e Serie B 2008-2009 e 2009-2010. Alla Rai sono stati assegnati: a) in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie A TIM 2008/2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, dalle ore 13.30 alle ore 22.30; b) non in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie A TIM 2008/2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, dopo le ore 22.30; c) in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie B TIM 2008/ 2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, dalle ore 13.30 alle ore 20.30; d) non in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie B TIM 2008/ 2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, dopo le ore 22.30; e) in esclusiva, i diritti radiofonici della Serie A TIM e Serie B TIM 2008/2009 e 2009/2010, da esercitarsi in ambito nazionale. A RTI (reti Mediaset) sono stati assegnati: a) non in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie A TIM 2008/2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, dopo le ore 22.30. A Sportitalia sono stati assegnati: a) non in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie A TIM 2008/ 2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, dopo le ore 22.30; b) in esclusiva, i diritti audiovisivi delle immagini salienti e correlate (highlights) della Serie B TIM 2008/2009 e 2009/2010, da esercitarsi in chiaro, in ambito nazionale, in esclusiva dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Toni porta l’Emilia-Romagna in Germania Luglio 2008, fonte Stageup Luca Toni, attaccante del Bayern di Monaco e della Nazionale Italiana, da ieri è testimonial ufficiale dell’Emilia Romagna, in Germania. Il bomber ha firmato sulla spiaggia di Cervia, davanti a numerosi tifosi e a giornalisti italiani e tedeschi, un contratto che fino al 2010 lo impegna a prestare la sua immagine per servizi fotografici legati alle mille offerte turistiche di mare, di montagna, termali e di città d’arte della regione. Per l’industria del turismo romagnola, la Germania rappresenta un bacino di oltre 3,2 milioni di presenze all’anno, pari al 38,6% del movimento internazionalecomplessivo nella regione. L’ingaggio di Toni è avvenuto a opera dell’Apt, l’agenzia di promozione turistica dell’Emilia Romagna. L’esordio di Toni come testimonial è avvenuto proprio sulla spiaggia cervese con un primo shooting fotografico, nel quale il campione è protagonista della vacanza sulla riviera adriatica tra sport, benessere ed enogastronomia. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _21 STADI Juventus: il nuovo impianto sarà “griffato” Luglio 2008, fonte Sporteconomy L’amministratore delegato della Juventus Jean-Claude Blanc, assistito dal direttore commerciale Fassone ha presentato il Piano Urbanistico Esecutivo relativo all’area dello stadio delle Alpi alla Commissione Urbanistica del Comune di Torino. «Dopo aver consegnato il Programma di riqualificazione Integrato (PRIN) il 15 maggio agli uffici competenti era il momento di presentare alla Commissione i dettagli dell’intervento, per mantenere gli impegni e per continuare a collaborare con la Città, come abbiamo fatto finora e come continuiamo a fare con tutte le autorità competenti». Per quanto riguarda la progettazione, Blanc ha annunciato che il team di architetti e ingegneri che sta lavorando alla realizzazione del nuovo stadio e del centro commerciale si è arricchito in questi mesi del contributo di due grandi firme del design internazionale: Giugiaro e Pininfarina, che studieranno alcuni interventi per l’esterno (Giugiaro) e per l’interno dell’impianto (Pininfarina). Un museo per la rossa di Maranello Luglio 2008, Fonte Stageup Casa Ferrari pronta dal 2010. Il museo casa natale di Enzo Ferrari aprirà i battenti nel 2010: costerà 14 milioni. Si baserà su due differenti contenitori: la Casa Natale-Officina e la Galleria espositiva. Il Comune di Modena prevede che nel primo anno di attività l’incasso possa superare il milione di euro. Luglio 2008, fonte Yahoo Italia!Finanza Pechino 2008, evento da 1,5 miliardi di euro Luglio 2008, fonte Stageup Il solo budget organizzativo delle XXIX Olimpiadi estive sarà coperto per il 60% da diritti media e sponsorizzazioni. Secondo l’analisi StageUp su dati Cio, l’investimento di un singolo sponsor del Comitato Olimpico Internazionale è cresciuto del 580% negli ultimi 20 anni. Il report completo è scaricabile da www.stageup.com/ pechino2008/. I ricavi da diritti media e da sponsorizzazioni sostengono le Olimpiadi di Pechino e l’intero Movimento Olimpico. Secondo l’analisi di StageUp su dati del Cio, il budget di 2,4 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di euro al cambio attuale) sarà coperto per il 60% da diritti media e sponsor. La maggior parte dei costi sostenuti dal Comitato Organizzatore di Pechino (Bocog) verranno coperti dai ricavi derivanti dalla cessione dei diritti media (44%), dagli sponsor (fra contributi degli sponsor del Cio ed altri sponsor si arriverà al 16%), lotterie e giochi (11%), biglietteria (8,6%), sussidi (6%), licenziatari (3%). La restante parte sarà assicurata da fornitori ufficiali, numismatica, filatelia, donazioni ed altri contributi SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _22 Nike, utile netto esercizio 2008 sale a 1,9 miliardi di dollari Ricavi e utile netto in progresso nell’anno fiscale 2008 per Nike. Il colosso dell’abbigliamento sportivo americano ha archiviato l’esercizio 2008, chiuso il 31 maggio, con un giro d’affari in rialzo del 14% a 18,6 miliardi di dollari rispetto i 16,3 miliardi dell’anno passato. Crescita a doppia cifra anche per l’utile netto che si è attestato a 1,9 miliardi contro i precedenti 1,5 miliardi. L’utile per azione (eps) è, invece, salito del 28%, passando da 2,93 a 3,74 dollari. Diritti media e sponsor “linfa” per il Movimento Olimpico Lega Calcio Infront è il nuovo advisor Luglio 2008, fonte Stageup Nonostante la congiuntura economica mondiale non favorevole, il Movimento Olimpico accresce i suoi ricavi soprattutto grazie ai diritti media ed agli sponsor. L’analisi di StageUp evidenzia come gli introiti da diritti media delle Olimpiadi sono cresciuti del 15% da 2.232 milioni di dollari (1.423 milioni di euro) del quadriennio 2001-2004 a 2.568 milioni di dollari (1.637 milioni di euro) del quadriennio 2005-2008. Per gli stessi periodi di riferimento, come si legge nello studio di StageUp “Pechino 2008 – il business delle Olimpiadi” scaricabile dall’indirizzo www.stageup.com/ pechino2008/, i ricavi da TOP Sponsor, i 12 Partner ufficiali del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), sono passati da 663 milioni di dollari (422 milioni di euro) a 866 milioni di dollari (552 milioni di euro) per una crescita del 31%. Negli ultimi 20 anni, i ricavi da diritti media del Cio sono cresciuti del 253%. Nello stesso periodo, l’investimento medio per singolo sponsor TOP Sponsor è passato da 10,6 milioni di dollari (6,8 milioni di euro) del quadriennio 19851988 a 72,2 milioni di dollari (46 milioni di euro) del quadriennio 2005-2008 per una impennata del 580%. Luglio 2008, fonte Sporteconomy Nell’assemblea di Lega Calcio tenutasi oggi a Milano, Infront Sports & Media è stata confermata advisor della Lega Nazionale Professionisti. La società assisterà la Lega nelle attività di offerta e commercializzazione, in forma centralizzata, dei diritti audiovisivi individuati e regolati dal nuovo Decreto Legislativo a partire dal campionato sportivo 2010/ 2011. Marco Bogarelli nel consiglio di amministrazione di Infront e presidente della divisione italiana ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto, è per noi il coronamento di un lungo percorso che ci ha visto impegnati da più di 20 anni nella gestione dei diritti televisivi legati al mondo dello sport, in Italia e nel mondo.” Infront possiede tutte le competenze specifiche e tecniche richieste per affiancare la Lega Calcio in questo ambito: il primato della gestione dei diritti web e di telefonia mobile del Campionato italiano di Calcio; la gestione dei diritti media e marketing delle principali discipline nel panorama dello sport mondiale tra cui il calcio, gli sport invernali e il Campionato Mondiale Superbike; il fatto di essere l’operatore leader nel mondo nella produzione del segnale televisivo, aggregazione e distribuzione di contenuti per piattaforme media. Per evidenziare l’ampio know-how nel mondo del calcio del gruppo Infront, va ricordata l’esperienza maturata in occasione dei Mondiali FIFA nel 2002 e nel 2006 in Corea / Giappone e in Germania quando, oltre al completo controllo della produzione Infront ha anche gestito la commercializzazione e distribuzione di tutti i diritti media ad oltre 500 broadcaster in tutto il mondo. In aggiunta a ciò, a partire dall’imminente stagione 2008/09 e per quattro stagioni consecutive sarà una divisione posseduta interamente da Infront (HBS) ad occuparsi della produzione completa del massimo campionato francese di calcio: la Ligue 1. Ricordiamo che il presidente della sede centrale di Infront sports con sede in Svizzera è Philippe Blatter, nipote di Joseph presidente della FIFA. Marketing - La Lega Pro alla ricerca di un title-sponsor Luglio 2008, fonte Sporteconomy A regime la nuova “Lega Pro”, che riparte dalle “ceneri” della serie C (C1 e C2), intende introitare una cifra vicina ai 4-5 milioni di euro dai ricavi marketing. Fino a oggi ha spiegato a Sporteconomy.it, Mario Macalli, presidente della Lega Pro, abbiamo potuto contare sulla mutualità, sui diritti tv, ma mai su questa voce. E’ tempo di lavorare su questo fronte e per questa ragione ci siamo affidati a un advisor (I&B) che ci possa sostenere in questo percorso di medio-lungo periodo.Complessivamente la Lega Pro prevede, a regime, di poter contare su 4-5 milioni di euro di ricavi commerciali. “Non è una grandissima cifra” ha continuato Macalli, “ma si tratta di un punto di partenza importante, oltre che una grande novità per il nostro settore”. Il nome del nuovo title sponsor verrà svelato, sperano i dirigenti della Lega Pro, prima dell’inizio del nuovo campionato. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _23 La Francia vince l’Europeo delle sponsorship Luglio 2008, fonte Sporteconomy I campionati europei sono appena cominciati,ma una Nazionale ha già vinto il suo europeo,almeno sul fronte delle sponsorship. A guidare questa particolare classifica è la Francia con sponsorizzazioni per un valore pari a circa 37,5 milioni di euro. La nazionale transalpina ottiene circa 24,5 milioni di euro dai main partner (Suez, Carrefour e Credite Agricole),mentre gli altri 13 milioni giungono dallo sponsor tecnico Adidas. La seconda posizione è occupata dai tedeschi con circa 24,5 milioni,di cui 13,5 milioni provengono da nove aziende tra partner e sponsor(MercedesBenz, Bitburger, Coca Cola, Lg, Postbank, T-Com, Lufthansa,Mc Donalds e Ferrero),mentre gli altri 11 milioni vengono versati da Adidas. L’italia occupa la terza posizione con 24,25 milioni,la metà dei quali garantiti dagli sponsor ufficiali Tim e Compass,mentre la parte restante viene da Puma. A chiudere c’è la nazionale spagnola con 12,7 milioni di euro. Per gli iberici i maggiori introiti giungono dallo sponsor tecnico Adidas che versa circa 7 milioni. La fetta minore invece è coperta dagli altri partner come Toyota, La Caixa e Santa Monica Sports. Bahrain: affari per centinaia di milioni dalla F1 Luglio 2008, fonte Sporteconomy Un giro d’affari per diverse centinaia di milioni di Usd. Questa è l’aspettativa del CEO del Bahrain International Circuit, Martin Whitaker, che in una intervista ad un giornale locale ha parlato degli effetti positivi del Gp di F1 che il Bahrain ospiterà fino al 2016. Un giro di circa 540 milioni di Usd, che contribuirà alla crescita economica del Paese arabo. Proprio la scadenza dell’accordo a lungo termine prevista per il 2016, consentirà investimenti importanti ed una crescita dell’area nel settore del “entertainment” del turismo e, del business in generale. Diritti Tv UEFA vende in Africa Luglio 2008, fonte Sporteconomy La UEFA ha annunciato tre ulteriori contratti per i diritti di trasmissione della UEFA Champions League, della Supercoppa UEFA e della Coppa UEFA dal 2009 al 2012 nell’Africa subsahariana (esclusi Repubblica del Sudafrica e Sudan). Dopo l’assegnazione dei diritti pay TV A SuperSport il mese scorso, CFI si è aggiudicata l’esclusiva per i diritti in chiaro della UEFA Champions League su base locale. Il network africano garantirà la copertura in tutta la regione e trasmetterà una partita in diretta, un programma con sintesi, differite e approfondimenti per ogni giornata di incontri. SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _24 FACCIAMO I NOMI In pagina Adsolution Alexa, Allianz Arena Ap sport service Aston Villa Baldini Cosimo Boldoni Dario Bwin Calciomercato.com Caroli Marco Carpisa calcio femminile Carpisa Chelsea village Cma immobiliare Comitato per l’attuazione del programma straordinario per l’impiantistica sportiva Conad De La Hoya Del Piero Alessandro Delle Alpi Edge Elg steel Emirates stadium Cannavaro Fabio Famiglia Carlino Fattoria Gaia Fenix Forbes Forum Invest Frattini Marco Google analytics Hera Hanno collaborato Iavarone Luigi Istituto per il Credito Sportivo Juve Manchester United Massa Felipe Mickelson Phil Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive Nike Obi Olympic Original Marines Palmieri Carlo Pancalli Luca Pirlo Andrea Pratum Coller Rossi Valentino Sport system Europe Sporteconomy Sportfive Tasso sit Woods Tiger Yamamay jo.ve vico monteroduni, 16 80132 napoli SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _25 numero ZERO il magazine dei protagonisti dello sport business Maria Domenica Ciamillo Lorenza Corti Enrico Flavio Giangreco Mimmo Mazzella Mariangela Orabona Marcel Vulpis tel +39 081 19568905-7 faxmail +39 06.622 770 89 p. iva 05370151218 www.jovemedia.it [email protected]