apri e scarica il numero zero del magazine

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apri e scarica il numero zero del magazine
numero ZERO
il magazine dei protagonisti dello sport business
Impianti sportivi
All’inglese, all’italiana, alla francese:
quando avremo i nuovi stadi?
Mentre in Europa si parla di stadi di seconda e terza generazione, il
Bel Paese è fermo a ipotesi di progetto, tranne qualche eccezione…
I CLUB
LE AZIENDE
GLI SPONSOR
Sampdoria
Innovare
Impiantistica sportiva
Carpisa
EVENTI&MEDIA
Calciomercato.com
INDICE
numero 0
il magazine dei protagonisti dello sport business
:: PUNTI DI VISTA
Parliamo di Sport Business
:: COMMENTI DALLO SPORTBIZ
La rubrica di commenti dal network
sui fatti dello sport business
7
I CLUB
Sampdoria tra
sport&sponsor
IMPIANTI SPORTIVI 1
9
La proposta dello
stadio all’Italiana
di Dario Boldoni
CARPISA:
la tartaruga con
la passione per lo sport
:: I CLUB
Sampdoria tra sport&sponsor:
quando il marketing
aiuta a fare cassa
:: LE AZIENDE
Impianti sportivi/1
La proposta dello stadio all’Italiana
di Dario Boldoni
Il bollino blu lo dà il Comitato
presieduto da Pancalli…
Project financing – quando lo stadio
diventa “caldo”
Impianti sportivi/2
Nuovi stadi: l’Italia si avvicina al
modello inglese?
:: GLI SPONSOR
Carpisa: la tartaruga con la passione
per lo sport…intervista a Carlo Palmieri
:: EVENTI & MEDIA
14
CALCIO MERCATO.COM: il nostro motto?
essere sempre i primi
16
Calciomercato.com: il nostro slogan?
Essere sempre primi, intervista a
Cosimo Baldini e a Marco Frattini
:: TESTIMONIAL
Un portafoglio mondiale
:: COMUNICATI & AGENDA
Eventi, Aziende, Sponsor, Club, Sportivi
e Spettatori
:: FACCIAMO I NOMI
PUNTI DI VISTA
PARLIAMO DI SPORT BUSINESS
Questo è il primo numero di SponsorNet.it – Magazine un
appuntamento con il mondo del business sportivo e, per noi,
un’occasione per far conoscere e rafforzare il nostro progetto.
Progetto che nasce con il portale internet sullo sport business
www.sponsornet.it e prosegue con l’evento b2b Napoli Sport
Business Forum.
La nostra mission è dare voce al network dei protagonisti
dello sport business ed offrire loro occasioni di incontro, di
confronto e di aggiornamento su quanto avviene nelle realtà
professionali ed imprenditoriali dell’economia dello sport
nazionale ed europeo. Già.. ma si può scrivere e parlare di
sport come business perchè alimenta un settore importante
dell’economia italiana? C’è bisogno di uno spazio dedicato
allo sport business e ai suoi operatori? C’è bisogno di un
portale sullo sport business che metta in rete la comunità
degli operatori dello sport business? Noi crediamo di sì e,
questo magazine, ne è un esempio importante.
COMMENTI DALLO SPORTBIZ
LA RUBRICA DI COMMENTI DAL NETWORK SUI FATTI DELLO SPORT BUSINESS
Il pubblico italiano può accettare tutto,
ma non che il suo club cambi nome. Vi
immaginate i telecronisti che annunciano
la gara tra Nike Juventus vs. Mediaset
Milan?
Sponsorship: non è tutto oro
quello che luccica
di Marcel Vulpis
Spesso, quando si parla di
sponsorizzazioni si è portati,
inevitabilmente, a considerare il
calcio come l’eldorado del settore,
e le altre discipline come “figlie di un
dio minore”.
Se è vero che il calcio è ancora
oggi il punto di riferimento del
settore sponsoring per volume
d’affari e per quantità di accordi,
grazie anche alla sua fan-base,
dall’altro basket e pallavolo possono
“permettersi” iniziative di sponsoring
per il momento vietate nel football
tricolore. Sia nella pallacanestro, che
nella pallavolo, infatti, la sponsorship
più importante è quella della
“titolazione” della squadra/club.
L’Itas
Trentino
volley,
fresco
campione di A1 maschile, fa pensare
subito alla compagnia assicurativa
Itas, così come l’AJ Olimpia Milano
è legata a filo doppio all’azienda
dello stilista Giorgio Armani. Nel
calcio, quale che sia la serie non è
possibile arrivare al titling diretto.
Solo nei campionati minori ci sono
stati esempi di questo genere (il
più clamoroso è stato il modello di
show-football del Vodafone Cervia),
ma è naufragato in pochi mesi.
Il pubblico italiano può accettare
tutto, ma non che il suo club cambi
nome. Vi immaginate i telecronisti
che annunciano la gara tra Nike
Juventus vs. Mediaset Milan.
Farebbe arricciare il naso ai puristi
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _04
del settore, e più di un tifoso
parlerebbe di vera e propria
“rivoluzione”. Basket e pallavolo
hanno da tempo abdicato all’idea
di tenere la divisa di gioco “pulita”.
Non è possibile a meno che il
patron della società non decida
di coprire integralmente il budget
stagionale. Il calcio è arrivato
all’idea della parcellizzazione delle
offerte commerciali solo nelle
ultime quattro stagioni. E’ ancora
lontano dall’effetto marmellata di
basket/volley, ma i piccoli club
sono pronti ad equipararsi a queste
due “sorelle” pur di reperire nuove
risorse finanziarie. Non è tutto oro,
quindi, quello che luccica nel settore
sponsoring, quale che sia lo sport.
Quando il calcio inglese è
politically uncorrect
di Enrico Flavio Giangreco
Tempi grami, questi, per tutto ciò che
sa d’Europa.
Per anni, i signori del Regno
Unito ci hanno raccontato che il
loro calcio fosse un modello di
virtù, la realizzazione dei sogni
dell’entertainment business.
Lo scorso 6 giugno, però, il
presidente dell’Uefa Michel Platini,
le Roi, ha raccontato in un articolo
di Maurizio Crosetti, apparso sulle
pagine di Repubblica¹, che chi vince
in Europa non lo debba alla sua
bravura ma al fatto che “bara con i
conti”.
Ci siamo capiti? Noi italioti, noi pronti
a vergognarci di un calcio che ha
prodotto Moggi e Giraudo, abbiamo
scoperto che il Manchester United e
il Chelsea, i due club inglesi finalisti
di Champions League, quest’anno
assommano, insieme, un deficit pari
alla bellezza di 1,9 miliardi di euro. Alla
faccia della sana gestione d’azienda,
si potrebbe ben dire. Platini ha
anche detto: “Guardate il deficit di
Manchester United e Chelsea
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _05
ormai non si gioca per vincere ma per
ripianare i debiti. Uefa e Fifa devono
combattere questa situazione che mi
imbarazza molto: bisogna evitare che
una sconfitta sportiva si trasformi in
un dramma finanziario”. Osservazioni
da sottoscrivere e che devono valere
per tutte le società calcistiche del
continente, altro che storie. Con una
semplice aggiunta. I regolamenti
Uefa, dal 2004, impongono bilanci
revisionati e nessun debito con altri
tesserati o enti previdenziali, con
l’obbligo di presentare alla propria
lega di appartenenza, entro il marzo
di ogni anno, budget e piani di
liquidità. Pena, altrimenti, l’iscrizione
alle coppe europee. Speriamo che
nessuno se ne dimentichi.
Platini non ce l’ha con l’Inghilterra ma
con le proprietà del Chelsea (il russo
Roman Abramovich) e del Manchester
(l’americano Malcom Glazer) e insiste:
“Non vedo perché dagli Usa debbano
investire nel calcio europeo, se non
per trasformarlo in un prodotto”. E,
quindi, sostiene: “Ecco la ragione
di proposte come quella di giocare
all’estero l’ultima gara della Premier
League”. Ma, a ben pensarci, quello
che è emerso non si può, soltanto,
addebitare all’azione di due miliardari
extracomunitari dimentichi dei principi
che governano il calcio continentale.
E’, invece, il riproporsi della solita
storia: c’è, sempre, qualcuno che
si preoccupa di aumentare i ricavi,
ma non tiene sotto controllo i costi.
Brutta roba: qualsiasi impresa, il
cui primo margine di contribuzione
non copre i costi fissi, è destinata a
vivere giorni difficili. Se lo ricordino
i presidenti-padroni, anche perché i
comportamenti sopra citati possono
complicare la vita del sistema calcio
europeo.
Ha ragione Arrigo Sacchi, quando,
sulla Gazzetta dello Sport del
24² maggio afferma che “I club
inglesi
sono bene organizzati e
sfruttano adeguatamente le risorse
pubblicitarie, di merchandising e
marketing. Inoltre stadi moderni,
produttivi, confortevoli e di proprietà
contribuiscono a impegnativi bilanci.
In Inghilterra sono stati ingaggiati
osservatori di buon livello che si
muovono in tutte le parti del mondo
per trovare nuovi talenti” .
Dalle parole di Platini, però, si
comprende
come
determinate
follie gestionali, che noi italiani
conosciamo bene, potrebbero, alla
lunga, caratterizzare non soltanto
tutto il calcio del Regno Unito, ma
dell’intero continente europeo, se
non saranno ribadite regole puntuali
che ispirino i comportamenti degli
addetti ai lavori.
Per i club grandi e piccoli dell’Italia
del pallone il modello gestionale di
riferimento resta, comunque, quello
inglese, arricchito delle migliori
esperienze tedesche e spagnole che,
oggigiorno, vanno per la maggiore.
Trattamenti fiscali inclusi.
1 Vedi http://www.sponsornet.it/index.php?option=com_c
ontent&task=view&id=312&Itemid=64
Maurizio Crosetti, La prima crociata del presidente Platini
“I club inglesi barano” - La Repubblica, giugno 2008.
2 Vedi http://www.sponsornet.it/index.php?option=com_c
ontent&task=view&id=251&Itemid=42
Arrigo Sacchi, Lo strapotere inglese nasce con
investimenti e pazienza - Gazzetta dello Sport, maggio
2008.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _06
Platini ammonisce
Manchester United e
Chelsea, i due club
inglesi finalisti di Champions
League, che quest’anno
assommano, insieme, un
deficit pari a quasi due
miliardi di euro.
I CLUB
Incontriamo Marco Caroli giovane uomo marketing
del club blucerchiato. “Abbiamo avuto un netto
aumento di visibilità grazie all’ottimo
posizionamento raggiunto dalla squadra nella
classifica del Campionato di Calcio di serie A
e naturalmente grazie alla presenza di Antonio
Cassano nella squadra”
Sampdoria tra sport&sponsor:
quando il marketing aiuta a fare cassa
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _07
Acquisire nuovi sponsor senza
trascurare quelli già affiancati alle
società, è uno dei ruoli più importanti
dei marketing manager dei grandi
club sportivi. Ne parliamo con Marco
Caroli trentasei anni, responsabile
marketing, alla Samp dal 2004.
“La visibilità della Sampdoria sulla
carta stampata in quest’ultimo
anno è passata dal 3,5% al 6,8%,
è questo uno dei dati forniti dalla
Sport system Europe che diamo ai
nostri sponsor come risultato della
stagione 2007/2008. Abbiamo avuto
un netto aumento di visibilità grazie
all’ottimo posizionamento raggiunto
dalla squadra nella classifica del
Campionato di Calcio di serie A e
naturalmente grazie alla presenza di
Antonio Cassano nella squadra”.
Chiaro segnale del successo della
visibilità del club blucerchiato è la
campagna di acquisizione sponsor
e di vendita degli spazi pubblicitari
a bordo campo che in genere riesce
a chiudersi non prima della fine del
mese di agosto e che quest’anno
già nel mese di luglio era in fase
conclusiva. Successo di sponsor,
dunque, per la Sampdoria che dice
no all’effetto marmellata a bordo
campo vendendo l’80% degli
spazi a pacchetto mentre solo un
20% ai singoli inserzionisti, così da
non invalidare i propri sponsor e
rendendo visibili non più di due o tre
marchi contemporaneamente nelle
riprese TV. Tuttavia, Caroli tiene a
precisare che la Sampdoria, oltre alla
comunicazione pubblicitaria,
offre ai suoi partner altre opportunità
nell’area degli eventi e del marketing
esperienziale, “non a caso”, dice
Caroli, “la Sampdoria quest’anno
ha confermato ben l’85% delle
sponsorizzazioni dell’anno appena
chiuso”.
Negli ultimi anni, infatti, il marketing
Sampdoria ha sviluppato una serie
di iniziative che esaltano il ruolo del
calcio come experience provider
(ospitalità e walk about) e come
aggregatore (eventi incentive allo
stadio ed eventi istituzionali).
“Il Welcome day, ad esempio, è
l’appuntamento di inizio stagione in
cui si incontrano e si salutano tutti gli
sponsor e si presenta lo staff tecnico
del club. Nel corso del welcome day,
gli sponsor hanno la possibilità di
presentare la loro azienda agli altri
partner e possono anche prendere
parte per un giorno alla vita quotidiana
della squadra, vivendo lo spirito dello
spogliatoio”.
Il Business Seat consiste, invece,
in un pacchetto per gli ospiti degli
Sponsor della Sampdoria. Proprio
sotto la tribuna centrale è situata
un’area di circa 600 metri quadri
divisa in quattro differenti zone, su
due piani. Per ogni incontro casalingo
della Sampdoria gli Sponsor invitano
ad assistere alla partita mediamente
circa 250 ospiti, ai quali viene
riservata un’accoglienza e un servizio
di livello.
Non potevamo chiudere l’intervista
senza intraprendere il discorso nuovo
stadio che riguarda da vicino il club
blucerchiato e in merito Caroli dice
dice “esiste il progetto di un nuovo
stadio di circa 32 mila posti seguito
dalla Forum Invest, è certamente
un’importante
opportunità
che
attualmente è al varo delle istituzioni
preposte. Sarebbe un progetto
autofinanziato che deve superare tutti
gli iter burocratici”, e aggiunge “ i
finanziatori sono interessati alla
gestione dello stadio con orari di
apertura continui sette giorni su
sette e, in questo contesto, la Samp
sarebbe uno dei “condomini” dello
stadio, sicuramente il più importante
perché porta lo spettacolo più
importante”.
Riccardo Garrone
Marco Caroli
un calcio fatto si passione,
di sogni, di ricordi
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LE AZIENDE
IMPIANTI SPORTIVI/1
“Costruire un nuovo stadio significa investire tra i
3000 e i 4000 euro a seduta. Le volumetrie aggiuntive
in grado di garantire rientri nell’investimento sono un
valore fondamentale al fine di creare appeal”…
Dario Boldoni
La proposta dello stadio
all’Italiana di Dario Boldoni
La costruzione di nuovi impianti
sportivi in Italia è un argomento di
grande attualità che interessa non solo
squadre di calcio e club sportivi ma
anche istituzioni pubbliche, investor
e imprenditori. Ne parliamo con
l’ingegnere-imprenditore napoletano
Dario Boldoni, già consigliere di
amministrazione del calcio Napoli ai
tempi di Ferlaino.Territorio, socialità,
cultura, sono le peculiarità alla base
dell’ idea di Dario Boldoni sullo
stadio italiano del futuro, non più
visto come impianto esclusivamente
sportivo ma come un complesso
multifunzionale, in grado di essere
una efficiente struttura ricettiva in cui
poter mangiare una pizza o guardare
un film anche nei giorni in cui non si
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _09
gioca la partita.
Quella di Boldoni, è un’idea di stadio
“glocale”, in grado di competere
con il mercato globale grazie alla
valorizzazione del territorio: nel
caso napoletano, ad esempio, il
nuovo stadio dovrebbe “trasudare
napoletanità” dice Boldoni. Tuttavia,
per realizzare un progetto di
questa portata c’è una condizione
fondamentale
da
garantire.
“Costruire un nuovo stadio significa
investire tra i 3000 e i 4000 euro a
seduta e, quindi, per uno stadio da
50.000 spettatori sarà necessario
un investimento di circa 160 milioni
di euro. Tale investimento sarebbe
giustamente recuperabile solo se ci
fosse l’opportunità di realizzare
delle ulteriori opere immobiliari
nelle aree circostanti lo stadio, quali
ad esempio: centri commerciali,
multisala, campi da tennis, area
uffici e perché no? Anche centri
residenziali”. Secondo Boldoni solo
in questo modo sarebbe possibile
avere un rientro dell’investimento
nell’arco di 12-15 anni (mentre la
sola gestione dell’impianto sportivo
farebbe recuperare solo il 1520% dello stesso). Le volumetrie
aggiuntive in grado di garantire rientri
nell’investimento (per realizzare “il
complesso stadio” occorrerebbe
uno spazio di 300.000 mq2), sono un
valore fondamentale al fine di creare
appeal nei soggetti che intendono
investire nel business
dell’impiantistica sportiva.
“La città di Lille, ad esempio,
attraverso
la
costruzione
del
nuovo stadio avvenuta in una zona
degradata della municipalità, ha
tradotto in riqualificazione del
territorio la necessità di costruire
un nuovo impianto. La formula del
successo dell’operazione è leggibile
nell’apertura del Comune francese
nell’apportare le dovute modifiche di
adeguamento del piano regolatore.
Tuttavia, una intelligente operazione
di marketing avviata due anni prima
della costruzione del nuovo stadio
ha coinvolto i cittadini a partecipare
alla definizione di importanti aspetti
del progetto (dal nome dello stadio,
alla sua localizzazione passando per
la raccolta fondi) avvicinandoli in
maniera forte e diretta alla costruzione
dell’impianto sportivo”.
Gli stadi, dunque, come moderno
luogo di svago, intrattenimento e
servizi rivolti all’intera collettività per
un modello di sviluppo che non è
soltanto sportivo ed economico ma
anche sociale. Ed è a questo tipo di
modello ovvero quello francese che,
secondo Boldoni, l’Italia deve ispirarsi
perché, al contrario di quello inglese,
identifica nelle peculiarità territoriali
e culturali il fattore vincente dei suoi
nuovi impianti sportivi. Ricordiamo
che oggi la Francia ha 12 stadi
cantierati di cui 4 in ristrutturazione e
8 nuovi impianti al contrario dell’Italia
che, come ricorda Marcel Vulpis di
Sporteconomy, “è ancora ferma a
ipotesi di progetto”.
Ma la costruzione dei nuovi stadi non
è l’unica urgenza dell’impiantistica
sportiva: Dario Boldoni già da alcuni
anni sta proponendo un progetto
alle amministrazioni comunali e
provinciali riguardo la costruzione di
“cittadelle dello sport” che con le loro
strutture promuoveranno l’incontro
sportivo ma soprattutto saranno
motori territoriali di aggregazione
sociale. Il progetto si muove su
un doppio binario: da un lato c’è
l’imprenditore che garantisce e si
preoccupa di fornire i mezzi finanziari
e gli investimenti necessari, dall’altro
il Comune, esentato da qualsiasi
onere finanziario, si preoccupa di
effettuare le modifiche giuste alla
realtà urbanistica.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _10
Anche questo progetto, come quello
della costruzione dei grandi centri,
è caratterizzata da un’operazione
di project financing. Quello degli
impianti sportivi, in effetti, è un
tema complesso perchè complessa
è la compagine degli attori che si
incrociano spesso configgendo sul
campo. Da un lato ci sono gli attuali
proprietari degli stadi ovvero i Comuni
(tranne per lo stadio di Reggio Emilia)
che dettano il ritmo e i cambiamenti
della politica, dall’altro le squadre di
calcio che nella maggior parte dei
casi si considerano i “veri proprietari”
dello stadio e, sullo sfondo, investor
e imprenditori interessati a fare
business ma alle loro condizioni.
In questo contesto è nata la prima
proposta
di
legge
bipartisan
sull’impiantistica sportiva che a breve
sarà presentata in parlamento.
L’imprenditore napoletano ha le
idee molto chiare sulle motivazioni
del ritardo italiano in materia di
impiantistica sportiva e dichiara: “Il
problema di fondo in Italia risiede
nell’adeguamento urbanistico delle
aree predisposte alla costruzione
degli impianti sportivi, fin quando
non si supererà questa condizione,
parlare di stadi di nuova generazione
è semplicemente utopia”.
Project financing
quando lo stadio
diventa “caldo”
Il project financing, o finanza di
progetto, è una forma di finanziamento
tramite la quale le pubbliche
amministrazioni possono ricorrere a
capitali privati per la realizzazione di
progetti e infrastrutture ad uso della
collettività. In altre parole le spese per
la realizzazione di un’opera pubblica
possono essere sostenute totalmente
– nel caso di project financing puro
– o parzialmente da privati. I vantaggi
di questa collaborazione tra pubblico
e privato sono noti.
Sotto
il
profilo
strettamente
economico-finanziario l’ambito di
operatività del project financing
è fortemente condizionato dalla
finanziabilità
dell’opera
o
del
servizio: caratteristica che ha portato
a distinguere le opere pubbliche in
opere fredde e opere calde.
Le opere fredde sono opere in cui
la funzione sociale è assolutamente
predominante e che non consentono,
per tale motivo, l’applicazione di
tariffe o in cui il livello socialmente
accettabile delle tariffe è talmente
basso da non generare flussi di cassa
in grado di consentire il rimborso dei
fondi impiegati.
Le opere calde sono invece opere per
le quali è possibile applicare un prezzo
del servizio, come controprestazione
che l’utente è tenuto a effettuare per
fruire del servizio stesso di cui ha
bisogno; si tratta quindi di opere che
consentono di svolgere un’attività
organizzata di tipo imprenditoriale,
con costi e ricavi.
Lo Stadio anche se multifunzionale,
resterebbe
un’opera
“tiepida”,
secondo Boldoni, perché una
realtà non remunerativa (anche
considerando gli spazi accessori
come tribune vip e spazi per gli
sponsor); unica formula per poter
trasformarla in un’opera calda
sarebbe riuscire a realizzare il
“complesso stadio”, ovvero tutta una
serie di strutture esterne ad esso in
grado di assicurare, ad imprenditori
e investors, introiti a medio e lungo
termine.
IMPIANTI SPORTIVI/2
Nuovi stadi: l’Italia si avvicina
al modello inglese?
di Marcel Vulpis
Se in Italia siamo agli
squilli di tromba per
il nuovo Delle Alpi,
bisognerebbe ricordare
ai 20 presidenti della
serie, che siamo,
comunque, in forte
ritardo rispetto al resto
del Vecchio continente.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _11
Finalmente,
dopo
l’occasione
mancata di Euro2012 si inizia, in
Italia, a lavorare su stadi polifunzionali
seguendo il modello del football
inglese. Il Delle Alpi sarà un’arena
da oltre 40 mila posti, con un costo
complessivo di 105 mln di euro (50
mln di euro del debito pluriennale
contratto con l’Istituto per il Credito
Sportivo coperto dai 75 mln di euro
di minimo garantito di SportFive e
dai). La Juve è diffusa capillarmente
in tutta Italia e Torino è solo la sede
sociale di questa enorme fan-base
(stimata in 14 mln di unità solo sul
territorio tricolore). Ma la ragione di
avere uno stadio a misura di città
nasce anche dall’esempio “vincente”
degli impianti della Premier league.
Piccolo è bello, sembrerebbe voler
dire la Juventus con un impianto di
queste dimensioni. Senza arrivare
allo stadio del Manchester United,
il club più blasonato d’Inghilterra,
o al “Chelsea village” di Roman
Abramovich (al suo interno vi è
anche un albergo e una Spa per
i momenti di relax), c’è l’esempio
dell’Aston Villa, piccolo club con
una tifoseria tradizionalmente molto
calda, che, oggi, grazie ai ricavi da
stadio, incassa circa il 40% delle sue
entrate. Se in Italia siamo agli squilli
di tromba per il nuovo Delle Alpi,
bisognerebbe ricordare ai 20
presidenti della serie “A”-Tim,
che siamo, comunque, in forte
ritardo rispetto al resto del Vecchio
continente. Il caso dell’Allianz Arena,
che oggi può contare sui 90 milioni
di euro dei naming rigths del colosso
finanziario-assicurativo tedesco, o
dell’Emirates stadium dell’Arsenal
(l’impianto di calcio più tecnologico
al mondo), sono un chiaro segno
di come, all’estero, sia possibile
produrre ricavi da tutto, perfino dal
nome della struttura che ospita le
partite di football. Il business “vero”,
poi, è nei cosiddetti no match days, i
giorni feriali, dove la gente si reca allo
stadio per fare la spesa (nel Delle Alpi
ci saranno le catene Conad e Obi),
per andare al cinema e in generale
per rilassarsi al di là del mero evento
sportivo. Tutti aspetti che bisognerà
valutare post 2011, a partire dallo
stadio torinese, per capire se il tifoso
italiano ha le stesse caratteristiche
e propensione alla spesa di quello
inglese, spagnolo o tedesco.
Il bollino blu lo
dà il Comitato
presieduto da
Pancalli…
Il Comitato per l’attuazione del
programma
straordinario
per
l’impiantistica sportiva destinata
allo
sport
professionistico,
presieduto dall’avv. Luca Pancalli,
è stato costituito l’ 8 febbraio 2008
con Decreto del Ministero per
le Politiche Giovanili e le Attività
Sportive controfirmato dal Ministro
dell’Economia e delle Finanze presso
il Dipartimento per le Politiche
giovanili e le Attività sportive. Ruolo
fondamentale del Comitato è la
verifica della conformità dei progetti
alle Linee Guida del Programma
Straordinario. Ferme restando le
competenze dell’Istituto per il Credito
Sportivo, infatti, la concessione dei
mutui concessi attraverso l’utilizzo
delle risorse è subordinata al parere
espresso dal Comitato che non
gestisce alcun fondo. Un esempio
di questa tipologia di finanziamento
lo si è avuto con la Juve per la
costruzione del nuovo stadio ”Delle
Alpi” (vedi articolo di Marcel Vulpis
“Nuovi Stadi: L’Italia si avvicina al
modello inglese?”). Esso, inoltre, può
fissare requisiti aggiuntivi di carattere
tecnico per la valutazione dei progetti
anche in relazione alle disposizioni
emanate dagli organismi competenti
sportivi in materia di realizzazione di
impianti. Le Linee Guida prevedono
che per beneficiare dei contributi in
conto interessi i progetti devono:
- rispettare le norme in materia di
sicurezza degli impianti e le misure
previste dalla 41 del 2007;
- garantire l’equilibrio economico
e finanziario nella gestione degli
impianti;
- rispettare le procedure fissate dal
Comitato di gestione dei “Fondi
apportati” dell’Istituto per il Credito
Sportivo per la concessione del
credito a valere sul fondo speciale
di cui all’articolo 5 della legge 24
dicembre 1957, n. 1295.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _12
Napoli Sport
Business Forum
“il network dei
protagonisti dello
sport business”
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GLI SPONSOR
Federica Pellegrini
Il carpisa yamamay 2008-2009 con il direttore
tecnico Italo Palmieri
Testa – Di Meglio
“La strategia vincente
di Carpisa è puntare
su personaggi e su
sport che meglio
rappresentano la
nostra filosofia, per
questo scegliamo
iniziative e progetti
sportivi che
conservano questi
quattro fattori:
lealtà, trasparenza,
gioventù e passione”
Nate Green, Carlo Palmieri, il presidente della Napoli Basket Mario Maione
Carpisa: la tartaruga con la
passione per lo sport…
La Carpisa nasce nel 2001 come
progetto congiunto della famiglia
Cimmino e Carlino e, nello stesso
anno,
nasce
anche
l’azienda
Yamamay a opera delle famiglie
Cimmino e Garda. Le due aziende
in questi anni hanno camminato di
pari passo: entrambe raggiungono
fatturati da circa cento milioni di
euro l’anno ed entrambe investono
nello sport per veicolare la propria
immagine.
Ne abbiamo parlato con Carlo
Palmieri dottore commercialista,
referente della famiglia Carlino.
“Con la Carpisa si vince non ci
piove! Qual’è stato il risultato più
alto raggiunto negli ultimi 40 anni del
basket napoletano?
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO _OTTOBRE ‘08_14
La vittoria della Coppa Italia TIM
nel 2006 quando noi eravamo title
sponsor del Napoli Basket (battendo
in seguenza MPS, Armani Jeans
e Lottomatica Roma) e, qual è
stato l’ultimo scudetto vinto dalla
pallanuoto a Napoli? La Carpisa
Posillipo nel 2004. Chi è stato
campione europeo 2008 di Offshore
classe 3/6 litri? Testa - Di Meglio
sponsorizzati da Carpisa-Yamamay.
E chiuderei con la promozione
della Carpisa calcio femminile in
A2 nell’ultima stagione dopo essere
stata promossa dalla C alla B sempre
con Carpisa come title Sponsor (3
promozioni in 3 stagioni)…” Carlo
Palmieri, come nasce la decisione
di affiancare il marchio Carpisa
allo sport? E con quale strategia
scegliete
le
iniziative
da
sponsorizzare o alle quali legare il
vostro marchio?
“Tutto è conducibile alla volontà
delle famiglie Cimmino e Carlino di
legare la loro passione per lo sport
allo sviluppo dei propri marchi,
considerando lo sport un canale
privilegiato per la comunicazione
della tipologia dei nostri prodotti.
Il primo affiancamento sportivo della
Carpisa allo sport è avvenuto nel
2003, praticamente immediatamente
dopo la nascita aziendale.
Prima sponsorizzazione (Carpisa
Posillipo nella pallanuoto) nel biennio
e immediatamente prime vittorie con
la Coppa delle Coppe europea e
scudetto in una memorabile gara 5 a
Recco contro la favorita Pro Recco.
La strategia vincente di Carpisa è
puntare su personaggi e su sport
che meglio rappresentano la nostra
filosofia, per questo scegliamo
iniziative e progetti sportivi che
conservano questi quattro fattori:
lealtà, trasparenza, gioventù e
passione.
Abbiamo deciso di sponsorizzare,
ad esempio, la Carpisa di Calcio
femminile accompagnandola fino alla
promozione in A2.
Il calcio femminile
rispecchia il
nostro target rappresentato per lo
più da famiglie e giovani donne tra
i 16 e i 40 anni, ma la ragione più
profonda è che nel calcio femminile
la lealtà e la trasparenza sono ancora
valori tangibili e questi si sposano
con la pura passione per il giuoco
del calcio. Abbiamo anche una
scuola giovanile di calcio maschile
e femminile, perché investiamo e
crediamo nei giovani e non solo…ad
esempio, abbiamo sponsorizzato
“La Carpisa Champions Cup”,
campionato europeo annuale di vela
classe optmist per ragazzi a Riva del
Garda, e continueremo a farlo fino al
2010”.
Che
percentuale
del
vostro
budget utilizzate per azioni di
comunicazione e quanto di questa
percentuale dedicate allo sport?
“La Carpisa ad oggi conta 450 punti
vendita di cui 30 si trovano in città
estere, il negozio più rappresentativo
lo abbiamo inaugurato nel cuore di
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _15
Londra ad Oxford Street nel 2007.
L’azienda destina alle attività di
marketing e comunicazione circa l’810% del volume di affari, di cui circa il
30% va alla sponsorizzazione sportiva.
È importante sottolineare che la
nostra strategia di comunicazione
è trasversale e punta soprattutto
sui giovani non solo attraverso lo
sport ma anche attraverso l’arte
contemporanea e la musica, un
esempio per tutti è il Carpisa Neapolis
Festival che ha portato a Napoli
artisti quali Rem, Santana, Iggy Pop,
Battiato, Jovanotti, etc…”
Come seguite i progetti sportivi
che sponsorizzate?
“Da
sempre
noi
affianchiamo
team diventando loro grandi tifosi,
accompagnandoli in tutto ciò che
riguarda il loro percorso sportivo,
dalla partecipazione alle loro partite
fino alla strutturazione di un percorso
di incentivi collegati agli obiettivi
sportivi raggiunti.
Ricordo ad esempio che regalammo
uno scooter “griffato” a tutti i
giocatori della squadra del Carpisa
Posillipo di pallanuoto in caso di
vittoria dello scudetto, per una
scommessa simpatica in negativo:
avremmo perso in caso di loro
vittoria…ovviamente fummo felici di
aver perso la scommessa!
Queste sono emozioni e rapporti
che vanno ben oltre le operazioni di
marketing…”
Novità per il prossimo anno?
“Seguendo la scia di successi
abbiamo
come
testimonial
la
neocampionessa olimpica Federica
Pellegrini e per il prossimo anno la
nostra strategia di co-branding e
co-marketing Carpisa-Yamamay si
rinsalderà maggiormente”.
Carpisa sponsor della fed cup 2008
Federica Pellegrini
Gianluigi Cimmino a. d. Yamamay, socio Carpisa
EVENTI&MEDIA
Nato nel 1996
calciomercato.com
è oggi tra i siti più
visitati in Italia,
ne parliamo con
Cosimo Baldini
amministratore unico
del sito e Marco
Frattini di recente
entrato a far parte
della redazione
Calciomercato.com: il nostro
slogan? Essere sempre primi
Marco Frattini
Cosimo Baldini
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _16
In ufficio, al bar con gli amici, sotto
l‘ombrellone o durante le passeggiate
in montagna, il calcio mercato è uno
degli argomenti di cui maggiormente
si discute nei mesi estivi. Il “Chi va
dove e a quanto” è uno slogan
che continua ad entusiasmare e
a interessare centinaia di migliaia
di italiani, senza distinzione di
provenienza geografica, sociale ed
economica.
Calciomercato.com, azienda web
nata nel 1996, è stato il primo sito a
dedicare uno spazio virtuale al calcio
mercato, arrivando oggi a contare
300 mila visitatori unici al giorno alle
sue pagine web. Abbiamo incontrato
Cosimo Baldini amministratore unico
del sito e Marco Frattini redattore di
calciomercato.com.
Cosimo Baldini come nasce l’idea
di calciomercato.com?
“Calciomercato.com è nato da
un’idea congiunta di procuratori di
calcio come Pallavicino e di alcuni
giornalisti
sportivi.
Inizialmente
calciomercato.com era un sito b2b
rivolto alle società di calcio in cui
venivamo pubblicati i contratti dei
calciatori in scadenza.
Quasi subito, però, ci si è accorti che
il sito aveva un forte appeal per un
pubblico ben più vasto, come quello
degli appassionati e tifosi sportivi
e, per questo, nel giro di pochi
anni il sito si è evoluto in termini di
contenuti e notizie fino ad arrivare al
format attuale”.
Da chi è composto lo staff di
calciomercato.com?
“Oggi calciomercato.com lavora con
uno staff qualificato e indipendente
formato da una redazione di 6 persone
con sede a Milano e operativa dalle
8e30 alle 24 e da alcuni inviati sul
posto”.
Qual’è il vostro target?
“Il nostro è un target trasversale, da
varie indagini è emerso che il pubblico
di calciomercato.com comprende
al 90% uomini di età compresa tra
i 15 e i 55 anni, in cui la fascia più
presente e partecipativa è quella di
età compresa tra i 20 e i 35 anni.
Possiamo dire che il sito è letto un po’
da tutti, e geograficamente rispecchia
le maggiori tifoserie italiane a livello di
pubblico: Milan, Inter, Napoli, Roma,
Juve, Roma…”
Quante persone visitano il vostro
sito ogni giorno?
“Andiamo da un minimo di 200.000
visitatori unici al giorno, ad un massimo
di 300.000, dipende dai periodi: in un
mese notoriamente caldo per il calcio
mercato come luglio, arriviamo in
30 giorni a 50 milioni di pagine viste
con ben 2 milioni di utenti unici, fonti
google analytics”.
Come si finanzia il vostro
progetto?
“Sicuramente grazie alla pubblicità, il
95% del totale del fatturato è coperto
proprio dalla pubblicità e il restante
5% dalla vendita di contenuti, ad
esempio, ad altri siti”.
Vi affidate ad una concessionaria?
“Si, la Adsolutions gestisce in
esclusiva il nostro sito ma abbiamo
anche accordi e sponsor diretti, nel
primo caso un esempio è google, nel
secondo Bwin”.
Avete qualche ritorno del grado di
soddisfazione degli inserzionisti?
Come affrontate la concorrenza di
pubblicità e visibilità offerta da altri
media?
“Beh, il mercato on-line, anche se in
crescita, è sicuramente sottostimato
rispetto alle sue potenzialità. A
differenza di altri canali di visibilità,
l’on-line è totalmente misurabile,
inoltre, c’è l’interazione immediata con
l’utente che viene portato all’azione
attraverso varie strategie:
dalla
richiesta di compilazione di moduli di
iscrizioni fino ad arrivare ad
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO _OTTOBRE ‘08_17
acquisti fatti real-time, ad esempio, nel
caso delle scommesse on-line, si può
verificare se l’utente che ha giocato
sia arrivato al sito da una pubblicità
on-line, e inoltre, si può capire il suo
profilo e il suo comportamento”.
Marco Frattini negli ultimi anni i
siti dedicati al calcio e al calcio
mercato sono in continuo aumento
e con essi la concorrenza virtuale,
come si confronta con questa
realtà calciomercato.com?
“Il mercato negli ultimi anni si sta
vivacizzando molto e sono entrate
in scena altre realtà. Oggi ci sono
almeno 30 siti di informazione
sul calcio italiano, escludendo i
siti delle tifoserie, ogni squadra
ha almeno 3 siti di riferimento, il
Napoli, ad esempio, ne ha ben 6.
Proliferazione di siti che, se da un lato
sono una fonte di informazioni utili e
aggiornate, dall’altro fanno emergere
forse il più grande dei limiti del web:
la presenza di fonti incontrollabili e
incontrollate di notizie che spesso
risultano inesistenti o inesatte. Per
questo
Calciomercato.com
sta
lavorando ad una nuova strategia,
ovvero, alla costruzione di un webnetwork
professionale
formato
da siti che fungano da partner
esclusivi in loco e che possano
abbracciare il nostro slogan
arrivare sempre primi alle notizie-”.
Riprende Baldini “E’ importante
ricordare che il nostro pubblico è
composto da veri appassionati di
calcio, molto tecnici e interessati
ad avere notizie in anteprima, poi,
per l’approfondimento, vanno ad
informarsi su siti non-ufficiali delle
squadre, sui giornali, etc. ”
Marco Frattini come spiega il
successo di calciomercato.com?
“Calciomercato.com è tra i siti più
visitati in Italia, secondo alexa è
al 50esimo posto (…). Il successo
è sicuramente conducibile alla
fedeltà
che
Calciomercato.com
ha con il suo dominio, infatti, pur
occupandosi di calcio a tutto tondo
dando riferimenti al calcio giocato
nei periodi di campionato, è il calcio
mercato il protagonista indiscusso
del sito, con aggiornamenti puntuali
e continui”. Riprende Baldini “La più
grande intuizione di chi ha fondato
calciomercato.com, è stata quella di
dare notizie in tempo reale…
tuttavia, oggi stiamo lavorando ad
altre aree del sito, un esempio è il
blog Vivo per lei interamente dedicato
ai tifosi. Vivo per lei è il classico social
network in cui ci si iscrive e si diventa
parte del circolo di amicizia della
propria tifoseria, poi, a richiesta, un
tifoso può partecipare ed entrare nel
circolo di un’altra tifoseria...un modo
per tutelare noi, evitando incontriscontri verbali tra tifosi di diverse
squadre e, nello stesso tempo, un
modo nuovo per creare contatti tra
tifosi di club calcistici differenti”.
la primavera del River Plate, squadra di calcio sponsorizzata
da calciomercato.com nell’ultimo torneo di Viareggio
TESTIMONIAL
Un portafoglio mondiale
Non stupisce più
vedere un calciatore
leggere il “Sole
24ore” anziché la
“Gazzetta dello Sport”
sull’aereo. Né Felipe
Massa controllare,
tra un test e l’altro
in pista, il televideo
Ferrari sulla pagina
non dei risultati
sportivi, bensì dei
titoli azionari
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _18
Sponsorizzazioni,
stipendi
da
capogiro, investimenti: oggi i grandi
dello sport mettono da parte in pochi
anni patrimoni talmente imponenti da
dover diventare industriali molti anni
prima di ritirarsi dal sano agonismo.
Edilizia, abbigliamento, discoteche,
locali, cereali, cozze, mozzarelle,
farmacie, ospedali, cliniche, giornali,
banche: le direzioni che prendono
i loro capitali sono le più varie,
anche se il mattone resta l’indirizzo
principale.
Non stupisce più vedere un calciatore
leggere il “Sole 24ore” anziché la
“Gazzetta dello Sport” sull’aereo.
Né Felipe Massa controllare, tra
un test e l’altro in pista, il televideo
Ferrari sulla pagina non dei risultati
sportivi, bensì dei titoli azionari (fonte
“L’espresso”). Né ormai fa notizia che
i 23 campioni del mondo dell’Italia di
Marcello Lippi mettessero assieme,
ben prima di sollevare la coppa a
Berlino, 40 società e un fatturato
totale di 16 milioni, nel frattempo
sicuramente cresciuto, solo per le
loro attività extra. Se diamo, infatti,
uno sguardo ai campioni della nostra
nazionale azzurra ci si rende conto
che gli affari per molti di loro vanno
davvero a gonfie vele. Il difensore più
forte del mondo Fabio Cannavaro, ad
esempio, difende bene anche il suo
patrimonio con una rete di
partecipazioni fra le più consistenti
e varie. Il gruppo è coordinato dalla
Cma holding e servizi. La controllata
Cma
immobiliare,
amministrata
direttamente da Cannavaro, ha 4
milioni di euro di immobili a libro in
varie città d’Italia. A creare reddito ci
pensano il comparto edilizio con la
partecipazione del 45% nell’impresa
Tasso sit e il comparto industriale
con la Fattoria Gaia, un’azienda
che produce mozzarella di bufala
nell’agro aversano e che, dribblando
la polemica sulla diossina, è passata
da 1,5 milioni di ricavi nel primo
anno di attività (2004) a 4,6 milioni
di euro nell’esercizio 2007. Altri 700
mila euro arrivano dai ristoranti che
Cannavaro possiede. Uno è a Napoli
sul lungomare di via Partenope e
nel mese di marzo Cannavaro si è
lanciato sulle piste di altri colleghi e
ha debuttato nell’abbigliamento con
la Fenix, costituita con l’imprenditore
tessile Luigi Iavarone.
La Edge, invece, controllata insieme
al fratello-manager Stefano, è la
struttura principale di Alessandro
del Piero che produce 4 milioni di
euro di fatturato l’anno. La Edge non
contiene il comparto immobiliare.
Appartamenti, capannoni industriali
e negozi per un valore di 6 milioni
sono stati conferiti alla Olympic, alla
quale si è aggiunta nel 2006 la
Hera (nessun legame con la utility),
comprata per 2,4 milioni di euro
e proprietaria di alcuni terreni a
Conegliano Veneto. Come Del Piero,
anche Andrea Pirlo ha una holding che
ha fra i suoi obiettivi lo sfruttamento
dei diritti di immagine. Ma la Ap
sport service, con i suoi 3 milioni di
ricavi e 8 milioni di attivo netto di cui
6,6 milioni di valore immobiliare, è
solo un frammento delle attività del
centrocampista rossonero. Andrea
Pirlo viene da una famiglia bresciana
di imprenditori dell’acciaio. Attraverso
la Ap, ha una partecipazione del
2,3% nella Elg steel di Castel Mella
controllata al 71,3% del padre Luigi
e passata da 41 milioni di ricavi nel
2004 a 52 milioni di ricavi nel 2006. Il
rossonero non si limita però al ruolo di
erede e nel maggio 2007 ha fondato
un’azienda che è sua al 100%. Si
chiama Fidbon e lavora a freddo
il ferro e l’acciaio. Sempre l’anno
scorso Pirlo ha costituito un’azienda
agricola, la Pratum Coller, ancora a
Brescia.
Molti dei nostri giocatori pensano al
loro futuro con investimenti gestiti
insieme ai familiari più stretti, a volte
affidati a esperti del settore, ma
sempre seguiti da molto vicino. Lo
sportivo più ricco del mondo, come
è ormai noto da anni, però, non è
né un calciatore né un giocatore di
Basket, bensì un golfista, l’americano
Tiger Woods. Il golfista più famoso al
mondo, ha guadagnato fino ad oggi,
circa 800 milioni di dollari. Una cifra
record che potrà raggiungere anche
il tetto del miliardo di dollari entro la
stagione sportiva del 2010.
Woods, anche quest’anno, ha
stravinto la classifica dei “paperoni
dello sport”, stilata per tradizione
dal settimanale americano “Forbes”,
riportata di seguito. Si stima che
nell’ultimo anno abbia incassato
circa 120 milioni di euro, di cui 25
mln di euro dalle sponsorship e dallo
sfruttamento dei diritti di immagine.
Il contratto più importante è con la
Nike, che ha creato una divisione
golf proprio puntando sul suo volto e
carisma sul campo.
Dopo le cifre da capogiro di Woods
a seguire nella classifica del “Forbes”
è il Boxista Oscar De La Hoya con
“soli” 43 milioni di dollari e il golfista
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _19
Phil Mickelson con 42,2 milioni di
dollari. Il primo e unico italiano nella
lista dei quattordici paperoni dello
sport mondiale è Valentino Rossi, che
deve accontentarsi dell’undicesimo
posto e godersi il suo gruzzoletto
stimato intorno ai 30 milioni di euro.
Fonti: G. Turano - il Mondo, 30 maggio 2008; Sportweek, 5 Aprile 2008;
.
E. Matarrese - L’espresso, 1 Maggio 2008
I guadagni dell’ultimo anno secondo “Forbes”
SPORT IN DOLLARI
1 Tiger Woods (Usa)
2 Oscar De La Hoya (Usa)
3 Phil MIckelson (Usa)
4 Kimi Raikkonen (Fin)
5 Michael Schumacher (Ger)
6 David Beckham (Ing)
7 Kobe Bryant (Usa)
8 Shaquille O’Neal (Usa)
9 Michael Jordan (Usa)
10 Ronaldinho (Bra)
11 Valentino Rossi (Ita)
12 Alex Rodriguez (Usa)
13 Roger Federer (Svi)
14 Derek Jeter (Usa)
Golf 100 mln
Boxe 43
mln
Golf 42,2 mln
Auto 40 mln
Auto 40 mln
Calcio 33 mln
Basket 32,9 mln
Basket 31,9 mln
Basket 31 mln
Calcio 31 mln
Moto 30 mln
Baseball 23,2 mln
Tennis
29 mln
Baseball 28,3 mln
COMUNICATI&AGENDA
Mondiale 2014
Il volley rosa
beffa il basket
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _20
Settembre 2008, Flavio Vanetti Corriere della Sera
Pallavolo batte basket 3-0. Tre
come i Mondiali che l’ Italia della
rete ospiterà nel futuro: dopo beach
volley (2009) e volley maschile
(2010), ecco quello delle donne
nel 2014 (nella foto: la nazionale
olimpica). Il contratto tra la Fipav e
la Fivb relativo alla rassegna iridata
rosa, che si svolgerà nel mese di
settembre, è stato firmato ieri. Ma nel
2014 l’ Italia non ambiva a ospitare il
Mondiale maschile di basket? Sì e
in teoria, visto che la scelta avverrà
nel maggio 2009, la possibilità esiste
ancora. Da ieri, però, la candidatura
«vede» il binario morto. Come se
non bastassero infatti la discesa
in campo della Cina (diventata la
favorita) o la solidità dell’ opzione
spagnola (che qualche ingenuo
sosteneva sarebbe caduta qualora l’
Italia avesse proposto la propria...), o
ancora le chance di una Russia piena
di soldi, ecco la palla avvelenata dei
cugini del volley. Dato che settembre
è mese iridato pure per il basket e
che in Italia gli impianti sono contati,
la Fiba, secondo voi, che cosa farà?
Scantonerà dai nostri lidi, anche
per non creare sovrapposizioni
mediatiche con l’ altro evento, già
appaltato. Quella del Mondiale 2014
di basket è una storia che nasce nel
pieno del fervore veltroniano (cfr.
Walter Veltroni, leader del Pd, ex
sindaco di Roma, patito di canestri),
che si intoppa quando il presidente
del Coni boccia l’ organigramma già
deciso del comitato promotore e che
vira al peggio quando il gruppo di
lavoro si avvia tardi e con risorse tutte
da trovare. Ora è in vista il cartello
«The End». Noi però non scordiamo
che in inverno Gianni Petrucci diede
una ramanzina «alle federazioni che
chiedono i Mondiali e poi battono
cassa», rivendicando il diritto del
Coni a coordinare gli interventi. A
giudicare dai fatti, le marcature sono
saltate. E quelli del basket si sentono
cornuti e mazziati.
Diritti tv
Si chiude la “querelle” Rai-Lega
calcio sui diritti in chiaro
Agosto 2008, fonte Sporteconomy
Come è stato “spacchettato” il
calcio in chiaro dalla Lega calcio nei
nuovi contratti stipulati con Rai, RTI
e Sportitalia per le stagioni 2008/9 e
2009/2010. Con l’accordo tra Rai e
Lega Calcio, si completa il quadro
relativo all’assegnazione dei diritti
per i campionati di Serie A e Serie
B 2008-2009 e 2009-2010. Alla Rai
sono stati assegnati: a) in esclusiva,
i diritti audiovisivi delle immagini
salienti e correlate (highlights) della
Serie A TIM 2008/2009 e 2009/2010,
da esercitarsi in chiaro, in ambito
nazionale, dalle ore 13.30 alle ore
22.30; b) non in esclusiva, i diritti
audiovisivi delle immagini salienti
e correlate (highlights) della Serie
A TIM 2008/2009 e 2009/2010,
da esercitarsi in chiaro, in ambito
nazionale, dopo le ore 22.30; c)
in esclusiva, i diritti audiovisivi
delle immagini salienti e correlate
(highlights) della Serie B TIM 2008/
2009 e 2009/2010, da esercitarsi in
chiaro, in ambito nazionale, dalle ore
13.30 alle ore 20.30; d)
non in esclusiva, i diritti audiovisivi
delle immagini salienti e correlate
(highlights) della Serie B TIM 2008/
2009 e 2009/2010, da esercitarsi
in chiaro, in ambito nazionale,
dopo le ore 22.30; e) in esclusiva,
i diritti radiofonici della Serie A
TIM e Serie B TIM 2008/2009 e
2009/2010, da esercitarsi in ambito
nazionale. A RTI (reti Mediaset) sono
stati assegnati: a) non in esclusiva,
i diritti audiovisivi delle immagini
salienti e correlate (highlights) della
Serie A TIM 2008/2009 e 2009/2010,
da esercitarsi in chiaro, in ambito
nazionale, dopo le ore 22.30. A
Sportitalia sono stati assegnati: a)
non in esclusiva, i diritti audiovisivi
delle immagini salienti e correlate
(highlights) della Serie A TIM 2008/
2009 e 2009/2010, da esercitarsi in
chiaro, in ambito nazionale, dopo
le ore 22.30; b) in esclusiva, i diritti
audiovisivi delle immagini salienti
e correlate (highlights) della Serie
B TIM 2008/2009 e 2009/2010,
da esercitarsi in chiaro, in ambito
nazionale, in esclusiva dalle ore 20.30
alle ore 22.30.
Toni porta l’Emilia-Romagna in Germania
Luglio 2008, fonte Stageup
Luca Toni, attaccante del Bayern di Monaco e della Nazionale Italiana, da ieri
è testimonial ufficiale dell’Emilia Romagna, in Germania. Il bomber ha firmato
sulla spiaggia di Cervia, davanti a numerosi tifosi e a giornalisti italiani e
tedeschi, un contratto che fino al 2010 lo impegna a prestare la sua immagine
per servizi fotografici legati alle mille offerte turistiche di mare, di montagna,
termali e di città d’arte della regione. Per l’industria del turismo romagnola, la
Germania rappresenta un bacino di oltre 3,2 milioni di presenze all’anno, pari
al 38,6% del movimento internazionalecomplessivo nella regione. L’ingaggio
di Toni è avvenuto a opera dell’Apt, l’agenzia di promozione turistica dell’Emilia
Romagna. L’esordio di Toni come testimonial è avvenuto proprio sulla
spiaggia cervese con un primo shooting fotografico, nel quale il campione
è protagonista della vacanza sulla riviera adriatica tra sport, benessere ed
enogastronomia.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _21
STADI
Juventus: il nuovo
impianto sarà “griffato”
Luglio 2008, fonte Sporteconomy
L’amministratore delegato della Juventus Jean-Claude Blanc, assistito
dal direttore commerciale Fassone ha presentato il Piano Urbanistico
Esecutivo relativo all’area dello stadio delle Alpi alla Commissione
Urbanistica del Comune di Torino. «Dopo aver consegnato il Programma
di riqualificazione Integrato (PRIN) il 15 maggio agli uffici competenti era
il momento di presentare alla Commissione i dettagli dell’intervento, per
mantenere gli impegni e per continuare a collaborare con la Città, come
abbiamo fatto finora e come continuiamo a fare con tutte le autorità
competenti». Per quanto riguarda la progettazione, Blanc ha annunciato
che il team di architetti e ingegneri che sta lavorando alla realizzazione
del nuovo stadio e del centro commerciale si è arricchito in questi mesi
del contributo di due grandi firme del design internazionale: Giugiaro e
Pininfarina, che studieranno alcuni interventi per l’esterno (Giugiaro) e per
l’interno dell’impianto (Pininfarina).
Un museo per la
rossa di Maranello
Luglio 2008, Fonte Stageup
Casa Ferrari pronta dal 2010. Il
museo casa natale di Enzo Ferrari
aprirà i battenti nel 2010: costerà 14
milioni. Si baserà su due differenti
contenitori: la Casa Natale-Officina
e la Galleria espositiva. Il Comune di
Modena prevede che nel primo anno
di attività l’incasso possa superare il
milione di euro.
Luglio 2008,
fonte Yahoo Italia!Finanza
Pechino 2008, evento da 1,5 miliardi di euro
Luglio 2008, fonte Stageup
Il solo budget organizzativo delle XXIX Olimpiadi estive sarà coperto
per il 60% da diritti media e sponsorizzazioni. Secondo l’analisi
StageUp su dati Cio, l’investimento di un singolo sponsor del
Comitato Olimpico Internazionale è cresciuto del 580% negli ultimi
20 anni. Il report completo è scaricabile da www.stageup.com/
pechino2008/. I ricavi da diritti media e da sponsorizzazioni
sostengono le Olimpiadi di Pechino e l’intero Movimento Olimpico.
Secondo l’analisi di StageUp su dati del Cio, il budget di 2,4 miliardi
di dollari (circa 1,5 miliardi di euro al cambio attuale) sarà coperto
per il 60% da diritti media e sponsor. La maggior parte dei costi
sostenuti dal Comitato Organizzatore di Pechino (Bocog) verranno
coperti dai ricavi derivanti dalla cessione dei diritti media (44%),
dagli sponsor (fra contributi degli sponsor del Cio ed altri sponsor si
arriverà al 16%), lotterie e giochi (11%), biglietteria (8,6%), sussidi
(6%), licenziatari (3%). La restante parte sarà assicurata da fornitori
ufficiali, numismatica, filatelia, donazioni ed altri contributi
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _22
Nike, utile
netto
esercizio
2008 sale
a 1,9
miliardi di
dollari
Ricavi e utile netto in
progresso nell’anno fiscale
2008 per Nike. Il colosso
dell’abbigliamento
sportivo americano ha
archiviato l’esercizio 2008,
chiuso il 31 maggio, con
un giro d’affari in rialzo
del 14% a 18,6 miliardi
di dollari rispetto i 16,3
miliardi dell’anno passato.
Crescita a doppia cifra
anche per l’utile netto che
si è attestato a 1,9 miliardi
contro i precedenti 1,5
miliardi. L’utile per azione
(eps) è, invece, salito del
28%, passando da 2,93 a
3,74 dollari.
Diritti media e sponsor
“linfa” per il Movimento
Olimpico
Lega Calcio
Infront è il
nuovo advisor
Luglio 2008, fonte Stageup
Nonostante la congiuntura
economica
mondiale
non
favorevole,
il
Movimento
Olimpico accresce i suoi
ricavi soprattutto grazie ai
diritti media ed agli sponsor.
L’analisi di StageUp evidenzia
come gli introiti da diritti media
delle Olimpiadi sono cresciuti
del 15% da 2.232 milioni di
dollari (1.423 milioni di euro)
del quadriennio 2001-2004 a
2.568 milioni di dollari (1.637
milioni di euro) del quadriennio
2005-2008. Per gli stessi
periodi di riferimento, come si
legge nello studio di StageUp
“Pechino 2008 – il business
delle Olimpiadi” scaricabile
dall’indirizzo www.stageup.com/
pechino2008/, i ricavi da
TOP Sponsor, i 12 Partner
ufficiali del Comitato Olimpico
Internazionale
(Cio),
sono
passati da 663 milioni di dollari
(422 milioni di euro) a 866
milioni di dollari (552 milioni
di euro) per una crescita del
31%. Negli ultimi 20 anni, i
ricavi da diritti media del Cio
sono cresciuti del 253%. Nello
stesso periodo, l’investimento
medio per singolo sponsor TOP
Sponsor è passato da 10,6
milioni di dollari (6,8 milioni di
euro) del quadriennio 19851988 a 72,2 milioni di dollari (46
milioni di euro) del quadriennio
2005-2008 per una impennata
del 580%.
Luglio 2008, fonte Sporteconomy
Nell’assemblea di Lega Calcio tenutasi oggi a Milano, Infront Sports & Media
è stata confermata advisor della Lega Nazionale Professionisti. La società
assisterà la Lega nelle attività di offerta e commercializzazione, in forma
centralizzata, dei diritti audiovisivi individuati e regolati dal nuovo Decreto
Legislativo a partire dal campionato sportivo 2010/ 2011. Marco Bogarelli
nel consiglio di amministrazione di Infront e presidente della divisione italiana
ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto, è per noi il
coronamento di un lungo percorso che ci ha visto impegnati da più di 20 anni
nella gestione dei diritti televisivi legati al mondo dello sport, in Italia e nel
mondo.” Infront possiede tutte le competenze specifiche e tecniche richieste
per affiancare la Lega Calcio in questo ambito: il primato della gestione dei
diritti web e di telefonia mobile del Campionato italiano di Calcio; la gestione
dei diritti media e marketing delle principali discipline nel panorama dello
sport mondiale tra cui il calcio, gli sport invernali e il Campionato Mondiale
Superbike; il fatto di essere l’operatore leader nel mondo nella produzione del
segnale televisivo, aggregazione e distribuzione di contenuti per piattaforme
media.
Per evidenziare l’ampio know-how nel mondo del calcio del gruppo Infront,
va ricordata l’esperienza maturata in occasione dei Mondiali FIFA nel 2002
e nel 2006 in Corea / Giappone e in Germania quando, oltre al completo
controllo della produzione Infront ha anche gestito la commercializzazione e
distribuzione di tutti i diritti media ad oltre 500 broadcaster in tutto il mondo.
In aggiunta a ciò, a partire dall’imminente stagione 2008/09 e per quattro
stagioni consecutive sarà una divisione posseduta interamente da Infront
(HBS) ad occuparsi della produzione completa del massimo campionato
francese di calcio: la Ligue 1. Ricordiamo che il presidente della sede centrale
di Infront sports con sede in Svizzera è Philippe Blatter, nipote di Joseph
presidente della FIFA.
Marketing - La Lega Pro alla
ricerca di un title-sponsor
Luglio 2008, fonte Sporteconomy
A regime la nuova “Lega Pro”, che riparte dalle “ceneri” della serie C (C1 e
C2), intende introitare una cifra vicina ai 4-5 milioni di euro dai ricavi marketing.
Fino a oggi ha spiegato a Sporteconomy.it, Mario Macalli, presidente della
Lega Pro, abbiamo potuto contare sulla mutualità, sui diritti tv, ma mai su
questa voce. E’ tempo di lavorare su questo fronte e per questa ragione ci
siamo affidati a un advisor (I&B) che ci possa sostenere in questo percorso
di medio-lungo periodo.Complessivamente la Lega Pro prevede, a regime,
di poter contare su 4-5 milioni di euro di ricavi commerciali. “Non è una
grandissima cifra” ha continuato Macalli, “ma si tratta di un punto di partenza
importante, oltre che una grande novità per il nostro settore”. Il nome del
nuovo title sponsor verrà svelato, sperano i dirigenti della Lega Pro, prima
dell’inizio del nuovo campionato.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _23
La Francia vince
l’Europeo delle
sponsorship
Luglio 2008, fonte Sporteconomy
I campionati europei sono appena
cominciati,ma una Nazionale ha
già vinto il suo europeo,almeno sul
fronte delle sponsorship. A guidare
questa particolare classifica è la
Francia con sponsorizzazioni per
un valore pari a circa 37,5 milioni
di euro. La nazionale transalpina
ottiene circa 24,5 milioni di euro
dai main partner (Suez, Carrefour
e Credite Agricole),mentre gli altri
13 milioni giungono dallo sponsor
tecnico Adidas. La seconda
posizione è occupata dai tedeschi
con circa 24,5 milioni,di cui 13,5
milioni provengono da nove aziende
tra partner e sponsor(MercedesBenz, Bitburger, Coca Cola, Lg,
Postbank, T-Com, Lufthansa,Mc
Donalds e Ferrero),mentre gli altri
11 milioni vengono versati da
Adidas. L’italia occupa la terza
posizione con 24,25 milioni,la metà
dei quali garantiti dagli sponsor
ufficiali Tim e Compass,mentre la
parte restante viene da Puma. A
chiudere c’è la nazionale spagnola
con 12,7 milioni di euro. Per gli
iberici i maggiori introiti giungono
dallo sponsor tecnico Adidas
che versa circa 7 milioni. La fetta
minore invece è coperta dagli altri
partner come Toyota, La Caixa e
Santa Monica Sports.
Bahrain: affari per
centinaia di milioni
dalla F1
Luglio 2008, fonte Sporteconomy
Un giro d’affari per diverse centinaia di milioni di Usd. Questa è l’aspettativa
del CEO del Bahrain International Circuit, Martin Whitaker, che in una intervista
ad un giornale locale ha parlato degli effetti positivi del Gp di F1 che il Bahrain
ospiterà fino al 2016. Un giro di circa 540 milioni di Usd, che contribuirà alla
crescita economica del Paese arabo. Proprio la scadenza dell’accordo a
lungo termine prevista per il 2016, consentirà investimenti importanti ed una
crescita dell’area nel settore del “entertainment” del turismo e, del business
in generale.
Diritti Tv
UEFA vende in Africa
Luglio 2008, fonte Sporteconomy
La UEFA ha annunciato tre ulteriori contratti per i diritti di trasmissione della
UEFA Champions League, della Supercoppa UEFA e della Coppa UEFA dal
2009 al 2012 nell’Africa subsahariana (esclusi Repubblica del Sudafrica e
Sudan).
Dopo l’assegnazione dei diritti pay TV A SuperSport il mese scorso, CFI si
è aggiudicata l’esclusiva per i diritti in chiaro della UEFA Champions League
su base locale. Il network africano garantirà la copertura in tutta la regione
e trasmetterà una partita in diretta, un programma con sintesi, differite e
approfondimenti per ogni giornata di incontri.
SPONSORNET MAGAZINE NUMERO ZERO_OTTOBRE ‘08 _24
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