L`ANNUNZIATA DI ANTONELLO DA MESSINA Una giovane donna

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L`ANNUNZIATA DI ANTONELLO DA MESSINA Una giovane donna
L’ANNUNZIATA DI ANTONELLO DA MESSINA
Una giovane donna trasformata dalla Parola
2. Ecco l’Annunziata di Antonello da Messina, pittore di origini siciliane, cresciuto
artisticamente a Napoli a cavallo della metà del '400. L'Annunziata è considerata uno dei
massimi capolavori dell'arte italiana: è un'immagine pacata e perfettamente misurata.
Costituisce una versione molto particolare di un soggetto diffusissimo nell'arte cristiana e
questa abbondanza offriva agli artisti la possibilità di ispirarsi a diverse soluzioni. Antonello
da Messina, qui imbocca una strada nuova, originale, utilizzando un linguaggio del tutto
"laico": infatti, non ritroviamo più l'angelo, né il raggio che scende dal cielo, né aureole, né
vaso di gigli né altri simboli "religiosi".
Contempliamola per qualche istante.
3. Una giovane donna con il capo e le spalle coperte da un velo, un leggio con il libro delle
Scritture, la mano destra protesa in avanti.
Fissiamo il nostro sguardo sul suo volto: gli occhi pensosi, lo sguardo meditativo, l'ovale
perfetto del viso...
L’autore colloca noi, quasi al posto dell'Angelo, di fronte a questa donna perché ci lasciamo
raggiungere dal suo messaggio penetrante, straordinario.
4. Su di un fondo nero, ci viene presentata Maria a mezzobusto, raccolta dentro una forma
piramidale creata dal velo blu che le copre interamente la testa e le spalle.
Maria è raffigurata senza l'aggiunta di particolari; non c'è nulla. Maria è sola. Sola con se
stessa, col mistero che ha accolto tramite l'ascolto della Parola rivolta da Dio a lei, giovane
donna ebrea, futura madre del Messia.
5. La Vergine è davvero molto bella. Ha la pelle bruna, gli occhi di un colore indaco
indefinibile.
La sua è un'espressione pensosa: gli occhi sono rivolti a destra, verso la luce. Sono "occhifinestra" ai quali questa donna si affaccia, si manifesta e dai quali lascia entrare gli
avvenimenti per farli scendere nell'intimo. Anche noi che la guardiamo ci sentiamo attratte
dal suo mondo interiore.
Le bellissime labbra designano serietà e serenità ad un tempo e questo stesso tono è espresso
dalle nere sopracciglia.
L’autore vuol farci scoprire Maria, donna vera, nei tratti di una bellissima ragazza siciliana
del suo tempo.
6. Le mani. L’autore ci mostra l’accettazione di Maria attraverso la realizzazione della mano
destra, protesa in avanti ad esprimere l'«eccomi» e l'ascolto che accoglie.
A partire dal XIII secolo, in Occidente si cominciò a raffigurare Maria nell'Annunciazione
mentre meditava il celebre testo di Isaia 7,14:
"Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio...".
Maria viene dunque presentata ora come donna dell'ascolto, colei che interiorizza la Parola
fino al punto di darle forma, corpo, volto. Qui, in questa mano possiamo allora contemplare
la sintesi del primo compito di ogni discepolo: ascoltare la Parola e accoglierla nel proprio
cuore.
La mano sinistra congiunge i due lembi del velo quasi a raccogliere in intima contemplazione
la Parola che è giunta a lei perché nel suo corpo diventi persona. Maria, secondo il Vangelo di
Luca, “serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Questo seno diventa la prima ospitalità, la patria del Verbo, il primo spazio terreno abitato
dal Figlio di Dio, il suo primo luogo di riposo, per questo deve essere ben custodito!
L'Annunziata allarga e custodisce il proprio cuore per ospitare l'Altro, per fargli posto; si
lascia visitare, fa' spazio all'Altro, si ferma, lo incontra davvero, condivide il suo mistero.
7. II libro: il grande libro aperto è la Bibbia. Su di esso è protesa la mano di Maria.
C'è uno spazio vuoto che indica una distanza da colmare, la possibilità di adesione libera alla
proposta di Dio. È lo spazio in cui anche noi possiamo stare perché, questo è il posto della scelta
personale.
Maria ha sollevato la mano destra dal tavolo dove stanno il leggio con il Libro delle
Scritture. Questo Libro, che contiene la Parola, è molto vicino a lei, eppure il rapporto della
mano col testo è segnato da uno spazio vuoto, uno spazio da colmare: lo spazio tra l'una e
l'altro è come una presa di distanza, perché la persona possa rispondere all'invito del
Signore in tutta libertà. È lo stesso tema iconografico che troviamo nella celebre mano di
Adamo che sfiora quella di Dio, nella Cappella Sistina dipinta da Michelangelo qualche
decennio dopo. In questa continuità/distanza ci sta tutto il protagonismo di Maria. La sua
soggettività, la sua libertà; Maria ha ascoltato la Parola ed ora esprime una sua "parola
personale". Il suo "sì" non è una meccanica strumentalità, sottomessa alla gestione di una
volontà dell'Onnipotente che manovra dall'alto. È una risposta libera, disponibile, che nasce
dall'ascolto. Maria può dire una "parola sua".L'ascolto l'ha resa una donna adulta, pronta per
il dono di sé!
8. Dall'incontro con questa immagine di Maria Annunziata possiamo portar via il
messaggio di ascolto e di accoglienza delle Scritture.
Di fronte al pericolo che corriamo di "fare", senza lasciarci educare da una continua
ricettività della Parola di Dio, Maria ci richiama a ristabilire l'equilibrio tra l'ascolto e il
servizio, sapendo che il secondo nasce dal primo.
Anche noi allora, di fronte a questa immagine, riscopriamo che cosa significa ascoltare con
disponibilità, accogliere e far fruttificare la Parola.
La Parola ci fa capire che la nostra vita ci è donata dal Signore. Solo questa profonda
consapevolezza ci permette di diventare una testimonianza vivente del donarsi di Dio al
mondo. L’Annunziata di Antonello da Messina può allora farci riflettere sul fatto che le
nostre preoccupazioni apostoliche e il nostro desiderio di trasformazione profonda nascono
da un rinnovato ascolto delle Scritture perché possiamo rimanere sempre in atteggiamento
di discepole.
E la scelta di Antonello da Messina di non far nulla per "elevare" l'atmosfera, rendendola più
"spirituale", e che questo dipinto ci presenti una donna comune, senza aureole né simboli
religiosi... cioè una Madonna "laica", evidenzia che ciascuno di noi ha la possibilità di
incontrare questa Parola, anche senza mandato sacerdotale, profetico o regale; ed ha la
possibilità di incontrarla in una realtà feriale, ordinaria, con mezzi comuni. Questo ricorda a
tutti che davvero "Questa Parola è molto vicina, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché la
metta in pratica" (cfr. Deuteronomio 30,14)! Così possiamo, con Maria, rinnovare la nostra
disponibilità a compiere ciò che il Signore stesso proclama: "Figlio dell'uomo, tutte le parole
che ti dico accoglile nel cuore ed ascoltale con gli orecchi" (cfr. Ezechiele 3,10).
(Cf. GIANCARLA BARBON E ANTONIO SCATTOLINI,
in Evangelizzare, supplemento al n.01-settembre 2009)