L`articolo del Giornale di Brescia del 29 dicembre 1996

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L`articolo del Giornale di Brescia del 29 dicembre 1996
APPARECCijfI ACUSTICI
i
ISTITUT
BRESCIA
E PROVINCIA
GIORNALE
-
AUDIOPROTESICO
BRICCHETTI
Brescia
DI BRESCIA
- P.le Arnaldo.
’
1
Domenica 29 dicembre 1996
La vittima del sasso lanciato sulla A/21 aveva 31 anni, si era sposata cinque mesi fa con un bresciano e stava sistemando la sua casa a Travagliato
Letizia, un sogno schiantato
La sorella in lacrime: «Non si può ucciderecosì,per gioco»
Si era sposata cinque mesi fa, esattamente il 27 luglio, nella chiesa di Torbiato di Adro in Franciacorta,
Maria Letizia Berdini, 31
anni (il 29 gennaio avrebbe
compiuto i 32), la giovane,
bresciana di adozione, uccisa venerdì sera sull’autostrada «A21~ Torino-Piacenza
da un grosso sasso lanciato
da un viadotto vicino a Tortona (Alessandria).
La donna viaggiava sulla
«Mercedes 190))condotta dal
marito, Lorenzo Bossini, 30
anni, geometra, che ha mantenuto la residenza anagrafica nella casa dei genitori, in
via Mulini 85 a Travagliato.
1 giovani coniugi erano partiti da Travagliato alle 19.30
ed erano diretti a Torino,
dove avevano l’appuntamento con alcuni amici per raggiungere poi tutti assieme
Parigi per trascorrervi il
Capodanno.
Ma il loro viaggio si è
concluso tragicamente a Tortona, dove l’auto sulla quale
viaggiavano è stata colpita
in pieno da un sasso lanciato da un ponte sull’autostrada. Improvvisamente, sotto
il cavalcavia della strada
comunale per Tortona, detta
Strada della Cerca, alcune
auto che precedevano la
Mercedes hanno sbandato.
Lorenzo Bossini ha pensato
ad una lastra di ghiaccio ed
ha rallentato. Invece gli
sbandamenti erano provocati dai sassi scagliati dal ponte da alcuni ragazzi. Una di
queste pietre ha sfondato il
parabrezza della Mercedes
ed ha colpito alla testa Maria Letizia Berdini.
Sono stati attimi di disperata concitazione. La donna
perdeva sangue dal capo: il
marito ed alcuni soccorritori hanno deciso di portarla
di corsa all’ospedale senza
attendere l’arrivo dell’ambulanza. Ma il colpo era stato
troppo violento, e Maria Letizia è morta durante la
corsa verso il pronto soccorso. Così la salma è stata
ricomposta nell’obitorio, vegliata dal marito rimasto
illeso nell’incidente. Ieri sono arrivati anche i parenti,
straziati dal dolore.
Maria Letizia Berdini aveva mantenuto la residenza
anagrafica a Civitanova
Marche in provincia di Macerata. Quattro anni fa, met-
Un momento
felice di Maria LetIzia con Lorenzo
tendo a frutto il diploma
magistrale, aveva trovato
impiego in una ditta di Brescia, per cui aveva trovato
casa a Rezzato, in via Scalabrini. Ed è qui che, dopo il
matrimonio, si era temporaneamente trasferito anche il
marito (che ha uno studio
professionale in città). 1 due
erano in attesa di iniziare
nelle prossime settimane la
ristrutturazione delIa casa
di Travagliato accanto ai
genitori Silvano e Rosa Verzelletti e alla sorella Cristina, sposata. Una casa che
resta un sogno infranto.
Lorenzo Bossini a mezzanotte di venerdì ha telefona-
Sono salite a sette, in dieci anni, le vittime di massi lanciati da un cavalcavia
to ai familiari. AlIa mamma
Maria Rosa Berdini ricorche ha alzato la cornetta, ha da, tra i singhiozzi, che la
detto, sconvolto: ((Abbiamo sorella Maria Letizia per le
fatto un incidente)). La don- nozze aveva fatto tutto da
sola, aveva preparato anche
na le ha chiesto: ((Ti seifatto
mule?)).Lui ha risposto sem- la casa senza chiedere aiuto
plicemtinte di no. rrE Leti- alla famiglia. Durante la cezia?)) le ha chiesto preoccu- rimonia nuziale aveva cantapata la madre. r&etizia è to una canzone di Giorgia
che le piaceva tanto dal titomorta)) è stata l’agghiaccianlo, dimostratosi ora emblete risposta: & stata colpita
da un sasso lanciato da un matico, c6tran.o il mio destiPoi, aggiunge la sorella,
cavalcavia del1‘autostrada)). ncw.
quando era stato il momenPoi le lacrtie.
di andarsene, aveva abMaria Letizia Berdini a to
bracciato il padre e gli aveCivitanova Marche lascia il
detto: rcGrazie?j.r(E di che
padre Vincenzo, la madre vaaveva
risposto lui
’
Mara e due sorelle. Ed è fatto tutto’
tu du sola)).B !$
stata la sorella maggiore, ((Grazie che ci sei, che siete
Maria Rosa, 40 armi, impiequi)).
gata in Comune, a commenE proprio il padre nei
tare la disgrazia, in preda a giorni scorsi si era dato
dolore, rabbia e disperazio- tanto da fare per procurare
ne: «Questo è un Paese im- alla figlia i documenti senza
pazzito, che non sa dove sta i quali non avrebbe potuto
andando. Tutta Htaliu deve rinnovare in tempo la carta
sapere che non si può am- d’identità necessari per
mazzare cos2per gioco. Non l’espatrio. Conclude la sorelavrò pace, non avremo pace la: ((Mio cognato è sotto choc;
jìno a quando questi assassi- quando gli abbiamo chiesto
sepotevamo seppellire Maria
ni non saranno stati trovati.
Letizia qui, hu avuto solo lu
Ma non vorrò sentire parlare di clemenzaper chi mi hu forza di dire: fatemi fare una
strappato una sorella felice, MkMe;, con lei, poi ve la
.
aperta, che dava aiuto a
chiunque glielo chiedeva)).
Giovanni Spinoni
Maria Letizia
Berdini
fotografata
nel giorno
del matrimonio
con Lorenzo
Bossini
Uno dei sassi lanciati a Tortona ha colpito un’altra auto sfiorando un bambino e ferendo il padre
LOrrendo replay cf~on9Mcfio Caccia serrata ai killer del cavalcavia
Monica Zanotti fu uccisa da un sasso il 29 dicembre ‘93
È il replay di un incubo: quel masso
scaraventato dall’alto del cavalcavia,
che manda il parabrezza in mille frantumi e che uccide la ragazza seduta sul
sedile anteriore del passeggero. E la
stessa scena, lo stesso tragico epilogo:
la morte di Maria Letizia non può non
r’chiamare alla mente quella di Monica Zanotti, la venticinq
Giovanni Lupatoto (in hl
Verona) che la notte tra6.
dicembre 1993 venne uccisa da un
sqsso pesante 14 chili che venne scagliato da un cavalcavia sulla autostrada del Brennero, nella zona di Bussolengo.
Quella notte Monica stava viaggiando a bordo di una Renault Espace
midata dal suo fidanzato Davide Perbellini. Il masso lanciato dal cavalcavia sfondb il tettuccio dell’auto e colpì
in pieno la ragazza, che morì poche ore
dopo all’ospedale di Verona.
Dieci giorni più tardi gli investigatori riuscirono ad identificare e ad arrestare i\ responsabili del gesto: erano
Marco Meschini, Riccardo Gerbin e
Davide Lugoboni. All’ep, CQdei fatti i
primi due avevano 20 a1 ni e il terzo
solo 19.
Il processo venne celebrato nella
primavera del ‘95 davanti alla Corte
d’Assise di Verona. 1 tre ragazzi vennero riconosciuti colpevoli del delitto più
grave: l’omicidio volontario. Oltre che
di altri quattro tentati omicidi per
altrettanti sassi gettati ad auto che
erano passate sotto il cavalcavia di
Bussolengo prima della Renault Espace di Moriic&&notti,.
,
Pesanti le &@~&fYHtte
in,primo
grado: 23 anni d&Wfsibne a Moschini (che confessò di essere l’autore
materiale del lancio killer) e 22 anni
per Garbin e Lugoboni. L’appello, poi,
ridusse le condanne di sette anni. Ai
familiari della vittima la Corte d’Assise attribuì anche un risarcimento danni di duecento milioni, che vennero
impegnati in una fondazione intitolata
a Monica Zanotti e il cui obiettivo è
sensibilizzare le coscienze sulIe conseguenze di un simile sconsiderato gesto.
Ma se quello di Monica rimane
l’episodio più noto all’opinione pubbli- anche perché vennero assicurati
za giustizia gli autori del gesto - le
prime vittime accertate risalgono però
al 1986. Il 22 aprile di quell’anno un
grosso masso, lasciato cadere da un
sovrappasso della provinciale Milano Lentate sul Seveso, uccise Maria Jle-
nia Mandriani, di appena due mesi e
mezzo, mentre dormiva in braccio alIa
madre. La piccola viaggiava con i
genitori su una Fiat 127.
La seconda vittima delI’ fu Giuseppe Capurso, di 40 anni. Il 24 novembre
il veicolo sul quale viaggiava lungo
l’autostrada A/l4 venne centrato da un
sasso partito da un cavalcavia nei
nel quale persero la vita due anziani
coniugi: Domenico Fornale, 70 anni, e
Rosa Perena, 69. Anche per loro la
morte arrivò, il 13 febbraio, sulla A/22
a causa di alcuni sassi che centrarono
il parabrezza della loro vettura. Nell’uscita di strada che ne conseguì
perirono entrambi.
Un altro episodio risale al 18 aprile
del ‘93. Vi perse la vita un automobilista colpito al petto da un masso che
aveva sfondato il parabrezza della sua
automobile mentre percorreva la A/14,
nei pressi di Giovinazzo.
Ora il
di uno sconsiderato
torna ad
e dall’alto di un cavalcavia. La
si,x$pete in un replay
da incubo.
m.1.
Lo psicologo: «Bravate di giovani che non distinguono il bene dal male»
È: caccia serrata nell’Alessandrino ai killer dell’autostrada. Polizia stradale e carabinieri stanno interrogando deche di persone per
identificare i teppisti che
l’altra sera, verso le 21, hanno seminato morte e panico
sulla Torino-Piacenza all’altezza del viadotto di,località
Cavallosa, a pochi chilometri da Tortona.
Ahneno tre 0 quattro giovani hanno lanciato una decina di pietre, del peso variante da due e tre chilogrammi, contro le auto in
transito verso Torino. Pietre levigate, probabilmente
raccolte dal greto del vicino
rio che fiancheggia la strada
comunale che da Torre Garofoli conduce a Sale oppure
a Lobbi.
Sul luogo non sono state
trovate tracce in quanto iI
terreno è ghiacciato, ma l’altra sera una coppia di fidanzati ha detto agli inquirenti
di aver notato un’auto allontanarsi a forte velocità.
L’auto di Lorenzo
Bossinl,
Oltre a quella su cui viaggiava Maria Letizia Berdini,
le pietre hanno colpito altre
sei auto. fi stato ferito anche
un automobilista, Raffaele
Macera, ventiseienne di Genova: scheggedi vetro l’hanno raggiunto al volto e al
con il parabrezza
infranto
gomito. «Quando siamo passati proprio sotto il cavalcavia - ha raccontato - hanno
lanciato varie pietre di dimensioni più o meno di un
panettone di Natale e ci hanno colpiti. Un sassoè entrato
nell’abitacolo ed è andato a
infilarsi tra le gambe del
bambino» di pochi mesi che
viaggiava sul sedile posteriore assieme alla moglie.
Già in passato sulIa Torino-Piacenza, sempre nei
pressi di Tortona, si erano
verificati lanci di pietre,
esattamente nell’agosto e settembre ‘95. Allora ci furono
danni ai mezzi, qualche ferito, ma nessuna vittima.
Ma cosa può spingere
gruppi di ragazzi a compiere bravate che possono avere risvolti drammatici? Secondo lo psichiatra Paolo
Crepet i fattori emotivi scatenanti vanno individuati
nella noia, nel vuoto e nel
poco affetto. «A questa noia
e a questo woto - dice Crepet
- i ragazzi reagiscono con la
gruppalità che è l’unica identità che hanno nel bene e
soprattutto nel male. Si cerca
quindi l’appartenenza al
gruppo attraverso regole e
ruoli gerarchici». Allo stesso
filone di comportamento appartengono secondo Crepet
Mostra per il Cinefotoclub dal 6 gennaio
I deputati dell’Ulivo Paolo Corsini e Emilio Del Bono hanno Incontrato il procuratore Giancarlo Tarquini
Foto on the road
con tTeri» Dixon
HABrescianon c’è solo il caso Di Pietro))
Si intitola «Biglietti di viaggio» la mostra fotografica della
Benham Gallery di Seattle delle opere della statunitense
Teri Dixon che verrà inaugurata lunedì 6 gennaio alle 10.30
a.llo spazio espositivo che il Museo Cinefotoclub gestisce al
Gallery cafè di piazza Mercato, 22. L’apertura al pubblico in
ogni giorno feriale va dalle 8 alle 20, fino al 24 gennaio.
Teri Dixon è una giovane fotografa americana, ingegnere
petrolifero che dopo anni di cunicoli e di oleodotti ha
buttato tutto alle ortiche ed ha iniziato a vivere di
fotografia. Abita in una piccola casa con pareti di vetro
direttamente sulla baia di Bainbridge, vicino a Seattle (nello
stato di Washington). Nelle immagini esprime la piena
padronanza della macchina fotografica e la capacità di
fissare nel chiaroscuro del bianco e nero una forza
espressiva di grande effetto. Al suo arco artistico anche
immagini colorate a mano.
Parlando di sé, Teri Dixon dice: «Sono quel tipo di persona
a cui piace fare cose noiose in posti strani, come stare seduti
in una macchina od in un letto matrimoniale. Le vacanze
sono sempre intelligenti. Capita qualcosa alla tua capacità di
vedere. Certe cose di saltano addosso. l? come ciò che succede
quando visiti la casa di nuovi amici per la prima volta. La
magia accadequando vedi le cosenel modo in cui vuoi vederle
in vacanza. Tutto ciò inizia come semplice faccenda di
vicinanza. Diventi amico di gente che non vedrai mai più. In
vacanza impari cose nuobe su persone stando in macchina.
L’auto può influenzare il tuo stato d’animo. Ti può far sentire
l’importanza tutta speciale di un posto. L’esseresulla strada
sprigiona lu mia tendenza a narrare».
1
Telef.
(030)
34.7565
le gesta degli ultras del calcio e i cosiddetti giochi di
morte: «Questi ragazzi non
vogliono uccidere, ma vogliono compiere soltanto un gesto che li sottragga per un
attimo alla vita noiosa che
conducono tutti i giorni. Vogliono emozioniforti e soltanto attraverso queste azioni di
gruppo riescono ad averle».
Sulla vicenda è intervenuta anche Ivana Crivellaro,
la madre della ragazza uccisa in modo analogo a Bussolengo tre anni fa: «Spero che
Monica dall’alto faccia tutto
per& siano trovati gli assassini di Maria Letizia».
Durissimo invece il commento dell’Usp (l’Unione sindacale di Polizia): «Contro i
killer dei cavalcavia va valutata la possibilità di autorizzare 194.~0legittimo delle armi da parte degli operatori
di Polizia. Al ministro Napolitano inoltre chiediamo di
incrementare di 1Zmila persone l’organico della Polizia
stradale». (m.1.)
- Vla Fura,
131 - BRESCIA
Il capo deipm: «Siamo in pochi ma attenti a tutti i fenomeni criminali))
Una stretta decisiva nell’inchiesta sulIa strage di
piazza Loggia e maggior attenzione ai fenomeni crimi*
nali tipici della zona di Brescia.
Questo sono andati a chiedere ieri al procuratore capo Giancarlo Tarquini i due
parlamentari bresciani dell’ulivo Paolo Cor.&ni e Emilio Del Bono, membri della
commissione stragi. Il colloquio, svoltosi nell’ufficio del
dottor Tarquini, è durato
piti di due ore e in sostanza
il capo dei pm del Tribunale
di Brescia ha rassicurato i
due onorevoli: la Procura di
Brescia soffre per un organico insufficiente, ma non è
vero che l’impegno di molti
sostituti procuratori nelle
indagini su Di Pietro vada a
scapito di altre inchieste;
inoltre le indagini sulIa strage sarebbero a una svolta
decisiva e ci si può attendere in tempi brevi anche una
Paolo Corsini
conclusione, ma su quale
tipo di conclusione ci si
debba aspettare il procuratore ovviamente non si è sbilanciato.
L’onorevole Corsini, che è
capogruppo della sinistra democratica all’interno della
Emilio
Del Bono
commissione bicamerale sulle stragi alla fine dell’incontro con il procuratore hanno spiegato iI significato della loro iniziativa che è da
considerare del tutto istituzionale: «Non eravamo qui
come deputati di questa o
quella forza politica - ha
detto il parlamentare - ma
come membri della commissione stragi e in questa veste volevamo conoscere lo
stato dell’inchiesta sulla
strage di piazza Loggia soprattutto dopo le recenti notizie comparse sulla stampa
a proposito di nuovi dati
che permetterebbero di individuare nuovi scenari che
vedrebbero coinvolti sia
esponenti della destra radicale veneta che personaggi
legati ai servizi segreti sia
nazionali che internazionali».
Ma sullo «stato delle indagini» il procuratore Tarquini non si è sbilanciato molto, ha semplicemente confermato che l’inchiesta ha dei
tempi già determinati e non
lunghissimi entro i quali si
giungerà a una conclusione
0 comunque a una svolta
decisiva che, pare di capire,
potrebbe essere l’iscrizione
Il ccProgettob>
della Banca San Paolo per sostenere quattro realtà che operano nel campo del no profit e della ricerca medica
Solidarietà, un aiuto dal conto corrente
La solidarietà passa dallo sportello
bancario. fi la Banca San Paolo, da
sempre impegnata in iniziative nel
campo dell’istruzione, della cultura e
dell’assistenza sociale, a lanciare un
vero e proprio «Progetto solidarietà»
finalizzato al finanziamento e al sostegno di alcune associazioni che operano nel settore del no profit.
L’iniziativa della San Paolo è volta
a coinvolgere la clientela della banca
nel sostegno di alcuni enti operanti
nel campo della solidarietà.
Tutti i correntisti - infatti - potranno destinare un importo periodico o
una somma una tantum, ovvero una
quota degli interessi netti maturati
sul conto corrente, a favore di una
delle quattro realtà interessate all’inipa della promozione di iniziative di
ziativa, semplicemente compilando
solidarietà e direttamente assiste peruna scheda allegata all’estratto conto sone sole ed emarginate operando in
del mese di novembre.
collaborazione con i servizi sociali e
Queste le realtà interessate: l’Asso- le comunità parrocchiali; infine la
ciazione italiana per la ricerca sul
cooperativa Sol.Co. (Solidarietà e coocancro - Aire, impegnata sin dal 1985 ,perazione), un consorzio che cura il
nella prevenzione e cura delle forme
coordinamento e l’indirizzo, anche
tumorali soprattutto attraverso il fì- tramite formazione, delle attività di
nanziamento di specifici programmi
numerose cooperative sociali della
di ricerca coadotti da importanti istiprovincia di Brescia che operano neltuti e laboratori oncologici; la Lega l’area socio-assistenziale e dell’inseridel Filo d’oro, che si prefigge l’obiettimento lavorativo, a favore di persone
vo di assistere, educare, recuperare e handicappate, malati di mente, emarreinserire nella società i non vedenti
ginati.
privi di udito e i pluriminorati psicoUna realtà che occupa sul territorio
sensoriali; la Caritas di Brescia, orga- circa 1300persone di cui 200 lavoratonismo pastorale diocesano che si occu- ri svantaggiati.
sul registro generale della
Procura di qualche indagato
per strage, nell’ambito dell’inchiesta che tutt’ora risulta «contro ignoti».
«Abbiamo anche esposto
al procuratore - ha aggiunto
l’onorevole Del Bono - le
nostre preoccupazioni per il
fatto che il lavoro della Procura possa venire condizionato da inchieste molto eclatanti, e abbiamo sollecitato
che i due pm della strage,
Roberto Di Martino e Francesco Piantoni, siano impegnati a tempo pieno in questo lavoro, cosa già annunciata piii volte e mai concretizzata».
Come dire che non ci sono solo iI caso Di Pietro e le
inchieste sui magistrati milanesi, ma cose piti importanti e pericolose per la
comuniti bresciana. E a questo proposito il dottor Tarquini, pur confermando la
situazione di superlavoro
per i suoi undici sostituti,
ha assicurato il massimo
impegno sulla strage di piazza Loggia. Il procuratore ha
anche garantito l’attenzione
ai fenomeni criminali particolari della nostra città dei
quali i due parlamentari
avevano sottolineato la percolosità: traffico d’armi, infiltrazioni delIa criminalità
organizzata, trafIico di droga, prostituzione e microcriminalità urbana legata all’immigrazione clandestina,
reati finanziari e tributari.
Un colloquio interessante
e costruttivo, hanno commentato i due deputati bresciani sottolineando l’apprezzamento per lo stile del
procuratore Giancarlo Tarquini, la misura, la riservatezza e la mancanza di esternazioni, che sono state invece caratteristiche di recenti
stagioni della giustizia bresciana. (a. pell.)
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Tel. 030/3754296
1
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fino alle luci dell’alba per entrare
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tel. 030/99950 - fax 030/9995100
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