A Canale 5 è “Gigi D`Alessio show”

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A Canale 5 è “Gigi D`Alessio show”
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SPETTACOLI
TELEVISIONE
domenica 6 maggio 2012
“MATRIX” HA RIPERCORSO LA VITA DEL CANTAUTORE NAPOLETANO DALL’INFANZIA AD ANNA TATANGELO
A Canale 5 è “Gigi D’Alessio show”
di Bruno Russo
NAPOLI. Un pianoforte inciampa in
un incontro strano, come le parole e
le belle immagini “espressioni del
mio viso” che “Matrix” venerdì sera
ha dedicato a Gigi D’Alessio (nella
foto con Anna Tatangelo), alla sua
storia, al suo ultimo album “Chiaro”,
all’agio con cui Gigi dispone chi vuole colloquiare con lui, riconosciuta dal
conduttore Alessio Vinci, la cui iniziale domanda: “Parli Italiano?” non
lo coglie impreparato: «il napoletano
si capisce ovunque, e il mio album è
dedicato ad un amico, perchè io succhio le idee di chi mi sta vicino».
D’Alessio ha celebrato la festa che
“Matrix” gli ha regalato, ripercorrendo la sua saga, per niente fortuita, arrivata anche a Washington quando
cantò per Bill Clinton “Malafemmena”, riconvertita in “Bad Woman”.
Un diploma in pianoforte, la gavetta,
la collaborazione con Mario Merola,
il successivo debutto come solista
che lo porta nel 1987 a cantare per
più di ventimila fans e ad autoprodursi. Lucio Dalla fu uno dei primi ad
accorgersi del suo talento, e tra il
2006 e il 2007 Gigi ha ottenuto un
successo da far paura trascinato dai
primi posti nelle classifiche delle vendite. Il suo seguito è consistente anche all’estero, ove egli afferma «sono
emigrato tre volte», ricordando la sua
internazionalità nell’esecuzione di
una “Quanti amori” con gli archi della London Simphony Orchestra. “Matrix” prosegue l’elogio di Gigi, il suo
racconto, l’evidenza di talento e semplicità che si sono guidati a braccetto, le sue scommesse con se stesso,
compresa la bellissima storia d’amore con Anna Tatangelo fino all’ultima
scommessa di Sanremo, “Respirare”
e l’album “Chiaro”. Alla domanda
“perchè guardare Gigi D’Alessio a
Matrix”, lui risponde «La mia fortuna
è portare subito le emozioni in musi-
ca», ma è una gavetta iniziata alla tenera età di quattro anni fino all’ultimo
concerto newyorchese con personaggi come Liza Minelli, perchè nessuno gli ha regalato niente: «Gigi
D’Alessio o si ama o si odia, e chi lo
odia è perchè non lo conosce; il successo non è una canzone e cerco di
dare il meglio prima per me e poi per
gli altri, cantando come una preghiera».
Il programma è continuato con le sue
origini, da piazza Borsa dove è nato,
alla Galleria Umberto dove dava gli
esami di pianoforte, definito dall’insegnante “un ragazzo piccolo ma con
uno sguardo molto aperto che mi ripeteva in continuazione ‘aggià fa ‘o
cantante’”. A quattro anni il padre gli
regala il primo strumento, una fisarmonica, e la sorella lo racconta in un
video: il suo primo complesso, i primi fan, i fratelli cresciuti a Fuorigrotta, il padre che umilmente comprava il biglietto dei suoi concerti che
andava a vedere senza dirgli nulla.
Gigi afferma di essere cresciuto come si dice a Napoli “a pane e pummarole” e di avere i brividi a vedere
i filmati della sua vita, perchè quando si viene travolti dal successo non
si ha il tempo di girarsi. È cresciuto
con la nonna finita ultracentenaria,
perchè il padre lavorava in Venezuela: gli diede l’opportunità di lavorare
in un negozio, ma si portava la tastiera e la chitarra. A questo punto
D’Alessio ha dedicato, dall’ultimo album, “Canzone per il padre” anche
ai figli in genere, visto che è nonno
da cinque anni di Noemi, e da poco
anche padre per la quarta volta; toccante è la frase nel brano: “sarò io
l’amico vero per giocare insieme a
te”. Sono seguiti i videomessaggi di
“Matrix”; Bonolis che ha sottolineato la capacità di D’Alessio di essere
sempre di parola, che esegue musica pop come “la intendo io”; Claudio
il suo primo impresario; Roberto Me-
TEATRO MERCADANTE
rola e il regista Maurizio Palumbo: un
coro di elogi e di ricordi, ai quali si
aggiunge Espedito Barrucci che ha
ricordato negli studi della Zeus Records, come in poco tempo il giovane Gigi divenne l’arrangiatore più richiesto a Napoli, che realizzò cinque
album in cinque anni, fino a quel
grande concerto del 1987 allo stadio
San Paolo.
Ora Gigi D’Alessio lavora senza impresario, nel senso che ama citare come impresari un gruppo di persone
in sintonia, che lavorano per una sola macchina, tutti a decidere compreso lui. Il momento più significativo è stato però quando Vinci gli ha
chiesto “Ti sei mai sentito tradito?”,
e lui ha risposto «Le persone più vicine a te ti tradiscono», anche verso
una parte di Napoli che non lo ha voluto apprezzare perchè «vedono Pullecinella solo quando va’ in carrozza», nel senso che non si vogliono vedere gli sforzi precedenti al successo.
Del resto quando è andato via da Napoli sono iniziate le polemiche. Ne è
seguita una gag sulla differenza tra
il “posteggiatore” e il “parcheggiatore”. In realtà avvenne in occasione
di una festa privata e fu solo un momento di grande generosità, rifiutando i soldi del parcheggiatore: un
milione di vecchie lire. Dopo il “trat-
tamento karaoke”
che è il tentativo di
far cantare a normali
cittadini per la strada, alcuni pezzi dei
brani di Gigi, si è
passati alle polemiche che nascono sulle frasi sul matrimonio con Anna, che i
media si divertono a
fare e disfare, senza
dare conto alla realtà
che Gigi deve aspettare il divorzio prima
di poter fare progetti. Altri filmati “toccanti” sono stati
con Alfonso Signorini che lo ha definito “una persona vera, che ti riceve
in cucina e che ha la capacità di
comporre così velocemente come se
qualcuno gliele dettasse al momento
le canzoni”; poi l’attestato di grande
generosità di Maurizio Costanzo che
ha ricordato una trasmissione in cui
chiese un pianoforte per Umberto
Bindi: “solo Gigi D’Alessio aderì con
l’eguale dinamismo del suo comporre”.
Tra le ultime tappe della lunga serata il video su Anna Tatangelo e la sua
storia, nonchè il ricordo di Lucio Dalla definito da Gigi «un vero patrimonio dell’Unesco», al quale durante i
preparativi di un grande concerto diceva «tu in questa strofa devi dare la
tua sensazione». Ne è seguito il videoclip di “Chiaro” e il commento del
protagonista: «anche in uno sfasciacarrozze c’è la vita, perchè tra lamiere
ricomposte ci sono tante storie iniziate e finite». Dopo l’ultimo saluto e
augurio di Pino Insegno, con il quale Gigi D’Alessio organizzava tanti
scherzi, ha ringraziato tutti per una
vera serata di festa vissuta a proprio
agio, con la promessa di ricambiare
la spontaneità di Alessio Vinci con la
sua, fatta di generosità e di un sorriso certificato nel sapere di “buono”.
COINVOLGENTE DUETTO CON ORNELLA VANONI
E Sal Da Vinci ha stregato
il pubblico del teatro Sistina
Sal Da Vinci ha riscosso un grande successo al teatro Sistina di Roma
ROMA. Straordinario successo di pubblico e di consensi per Sal Da
Vinci che per due giorni ha letteralmente stregato il teatro Sistina di
Roma con lo spettacolo “È così che giro il mondo”, ispirato al suo
nuovo omonimo album, con la regia di Jimmy Pallas, i testi di
Vincenzo Incenzo e Pasquale Panella e la produzione artistica e gli
arrangiamenti oltre che di Sal anche di Adriano Pennino. Ospite
d’eccezione è stata Ornella Vanoni che con l’artista napoletano ha
duettato nel brano contenuto nel nuovo disco, “Senza un motivo”, e
poi con una coinvolgente “Tu sì na cosa grande”.
Prossima tappa del tour venerdì al teatro Smeraldo di Milano, dove
Sal Da Vinci avrà come ospiti Ornella Vanoni e Maurizio Solieri. “È
così che gira il mondo” è composto da 15 brani inediti. L’album
contiene due duetti, uno con Ornella Vanoni e uno con la cantante
brasiliana Ana Carolina, e un brano con la partecipazione del
chitarrista Maurizio Solieri. Alla scrittura e alla realizzazione del
disco, insieme allo stesso Sal Da Vinci, hanno partecipato Vincenzo
Incenzo, Pasquale Panella, Adriano Pennino, Federico Salvatore,
Max Calò, Raffaello Di Pietro.
Il cantautore napoletano torna sulle scene a due anni dall’uscita
dell’album “Il mercante di stelle”, il cui omonimo spettacolo teatrale
ha riscosso un grande successo di pubblico, e a tre anni dalla
partecipazione al Festival di Sanremo (59ª edizione), dove si
classificò terzo con il brano “Non riesco a farti innamorare”.
ANDREA SANNINO, CANTAUTORE E ATTORE, TRA I PIÙ PROMETTENTI INTERPRETI
«Il mio vero amore è la musica,
ma il teatro è la mia amante»
di Mimmo Sica
NAPOLI. Andrea Sannino l’arte ce
progetto cofinanziato dall’Unione Europea
l’ha nel Dna. Suo nonno era un macchiettista negli anni Cinquanta ed
era conosciuto con il nome Andreìandreà. Nonostante abbia solo ventisei anni, si è imposto con successo nel mondo della canzone e del
teatro.
Quando hai scoperto la tua vena artistica?
«Il mio talent scout è stato il fratello di mia madre. All’età di 7 anni mi
fece entrare, come cantante, nel giro dei matrimoni. Raggiunta l’adolescenza capii che quella non era la
strada giusta per me. L’incontro con
Rosita Piccolo che aveva una piccola compagnia teatrale ad Ercolano, la “Mare Luna”, mi aprì le porte
del teatro. Iniziai anche a studiare
canto con il maestro Bruno Illiano,
noto arrangiatore e tastierista di Pino Daniele. Mi presentai ad un provino per un programma di Antonella Clerici sulla Rai. Su trecento concorrenti fui scelto io e duettai con il
maestro Lucio Dalla».
Che cosa ha rappresentato per
te quell’esperienza?
«Un momento fondamentale per la
mia carriera. Entrai nell’entourage
del maestro e guadagnai la sua stima e la sua amicizia. Quando veniva a Napoli mi invitava a duettare
con lui sul palco. Abbiamo cantato
insieme “Caruso”, “Piazza grande”
e “Attenti al lupo”. Mi ha insegnato innanzitutto l'umiltà. Era un grande, un potente, ma con gli altri era
semplice e cordiale. Con la sua prematura scomparsa ho perduto una
persona di famiglia».
Questa conoscenza ha contribuito a farti partecipare al musical “C’era una volta... Scugnizzi”?
«L’amicizia con Lucio Dalla mi ha
Andrea Sannino
dato visibilità. Sono convinto, però,
che il maestro Mattone mi ha voluto nel suo musical perchè ha apprezzato le mie qualità artistiche
che ho perfezionato anche grazie ai
preziosi insegnamenti ricevuti da
Lucio».
Il dopo “Scugnizzi”?
«Il rapporto con Claudio Mattone
continua. Sono un cantautore e amo
scrivere. Ho collaborazioni con artisti di spessore come Rino Giglio e
Bruno Lanza. Ho scritto per il duo
Principe e Socio M, piazzatosi al terzo posto al Sanremo giovani del
2002 e per Pippo Seno che è il chitarrista di Gigi D'Alessio. Ho composto insieme con Emanuele Nerino il brano “Pe’ l’età che tengo”, una
canzone ispirata a una esperienza
realmente vissuta da un mio amico
di Ercolano. Figlio di un camorrista,
a soli 13 anni ha avuto la forza di dire “no” alla malavita. Il suo principio di vita è tutto nelle sue parole:
“tengo tutto nun me manca niente,
tengo troppo forse pe l’età che tengo”. Su questa canzone con Luciano Filangieri abbiamo girato il videoclip anticamorra, ambientato ad
Ercolano, per dire no all’omertà.
Hanno partecipato attori importanti tra cui Corrado Taranto, nipote del
famosissimo Nino, Anna Capasso,
Alessandro Bolide, Arduino Speranza, e con loro un gruppone di più
di 600 persone che ho reclutato
mettendo semplicemente delle locandine per le strade di Ercolano
dove c’era scritto che in piazza Pugliano si girava la scena finale del
videoclip anticamorra di Andrea
Sannino. Il video è stato visto in rete da Canalplus, la più grande emittente francese, che pochi mesi fa ha
voluto girare con me, ad Ercolano,
un documentario sulla storia raccontata nel videoclip e sui motivi
che mi hanno indotto a realizzarlo».
I tuoi progetti futuri?
«Due giorni fa ho fondato una etichetta musicale con la quale saranno firmati tutti i dischi che produrrò e, in omaggio a mio nonno,
l’ho chiamata “Andreìandreà”. Fra
15 giorni uscirà il mio nuovo singolo dal titolo “Che non ti ho detto
mai”, scritto sempre a quattro mani con Nerino. È una canzone che
questa volta parla di amore. Sto scrivendo pezzi anche per altri cantanti come ad esempio per i “Mr Hyde”. In estate porterò in giro lo spettacolo “Sannino canta Mattone”.
Canterò i successi scritti dal maestro per tanti cantanti famosi tra i
quali Arbore, De Crescenzo, Sirya.
C’è, poi, in cantiere un progetto ambizioso che ha origine dalla canzone “Pe l’età che tengo”. Il famoso
autore di testi Bruno Lanza, l’attore Pippo Cangiano, Emanuele Nerino ed io abbiamo iniziato a lavorarci da 15 giorni. Da buon napoletano, per scaramanzia non voglio
anticipare altro e incrocio le dita.
Un’ultima cosa: il mio vero amore è
la musica, ma il teatro è la mia
amante».