IMPORTARE IN AUSTRALIA
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IMPORTARE IN AUSTRALIA
IMPORTARE IN AUSTRALIA Superficie Popolazione Densità di Popolaz. Lingua Ufficiale Religione Unità Monetaria Forma Istituzionale Capitale 7,617,930 kmq 23,530,708 (luglio 2014)) 2.9 ab/kmq Inglese Cristiani cattolici (26%), Anglicani (19%) Buddisti (2,1%) Dollaro Australiano Monarchia Costituzionale Canberra QUADRO MACROECONOMICO L'Australia, grazie alle sue risorse naturali e al suo costante sviluppo economico con un prodotto interno lordo di oltre 1500 miliardi di dollari, rappresenta la 12.ma economia del mondo e la 4° più grande della regione asiatica. Da venti anni questo Paese registra tassi di crescita economica sopra la media delle economie OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Secondo un rapporto della Banca Mondiale e dell'IFC (International Finance Corporation) "Doing Business 2014" l'Australia è uno dei migliori paesi al mondo dove fare affari. I criteri che rendono questo paese così competitivo sono facilità di accesso al credito, tempi di registrazione di una società, procedure doganali, soluzioni delle controversie. La crisi finanziaria mondiale ha avuto un impatto limitato sull'economia australiana rafforzando così la sua solidità e credibilità. Grazie soprattutto al crescente legame e interscambio con le economie emergenti asiatiche, l'Australia ha mantenuto, durante il periodo di crisi, un tasso di crescita economico positivo senza mai entrare in recessione. L'economia australiana è cresciuta del 2,4% nel 2011, del 3,7% nel 2012 e del 2,8% nel 2013. Il tasso di crescita degli ultimi cinque anni ha raggiunto il 13%. Nel primo trimestre 2014 la crescita è stata del 3,5%.1 1 Rapporto ITA -‐ Italian Trade Agency/ ICE -‐ Italian Trade Commission, a cura dell'Ufficio di Sydney dell'ICE-‐Agenzia, luglio 2014, www.ice.gov.it. Sono molti gli aspetti che rendono l'Australia la destinazione ideale per fare affari, tra questi, una crescita costante del flussi di investimenti diretti esteri, una forza lavoro flessibile e qualificata, un ambiente per gli affari dinamico, aperto e innovativo, un buon sistema amministrativo, un'alta qualità della vita, un'ottima posizione strategica grazie alla vicinanza con i mercati del Sud Est asiatico. Da sottolineare come queste caratteristiche l'hanno resa una sede ottimale per il dislocamento delle funzioni direttive di molte imprese multinazionali. Secondo un recente rapporto ICE, le relazioni economico-commerciali fra Italia e Australia godono di ottima salute. Nel 2013 il valore delle esportazioni di merci italiane è ammontato a 5,8 miliardi di AUD (dollaro australiano),in crescita dell'8,1% rispetto al 2012, con una quota di mercato dell'Italia pari al 2,4% (nel 2012 era del 2,2%) mentre le esportazioni australiane sono ammontate a 702 milioni di dollari australiani. Il settore agroalimentare, negli ultimi anni, ha costituito un volano dell'export italiano crescendo del 12,49% per un valore di 412 milioni di euro. Un aumento si è registrato anche nel comparto tessile, dell'abbigliamento e degli accessori in pelle (+5.27%), il cui valore esportato è stato pari a 185 milioni di euro. Il settore dei macchinari e dei beni intermedi trainano l'export italiano verso l'Australia, con un valore complessivo di 1,4 miliardi di euro (quasi il 38% dell'intero export).2 L'Italia è il 12° Paese fornitore dell'Australia ed il 3° tra i Paesi fornitori Europei dopo Germania e Regno Unito. Le aziende italiane presenti in Australia sono circa 150, radicate in forma stabile e diretta nel mercato locale con impianti di produzione, filiali commerciali o uffici di rappresentanza. In crescita è la partecipazione delle imprese italiane nei progetti australiani di sviluppo nei settori minerario, energetico e infrastrutture. Il valore complessivo degli investimenti nei due sensi è storicamente limitato in ragione della lontananza geografica e della struttura economica di entrambi i Paesi contraddistinta da piccole e medie imprese. Nonostante ciò, negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse degli investitori italiani verso l'Australia. Il crescente apprezzamento del consumatore australiano nei confronti del "Made in Italy", dovuto alla qualità dei prodotti e al legame culturale con il nostro Paese, comporterà un miglioramento delle esportazioni italiane. L'industria dell'agroalimentare è un settore molto attivo e rappresenta la fetta più grande delle attività manifatturiere che, solo nel 2012, ha prodotto un 2 www.Infomercatiesteri.it 2012-‐2014. valore aggiunto di 18 miliardi, in crescita rispetto all'anno precedente.3 Il settore delle carni, della frutta e della verdura è quello dove si è avuta la spesa maggiore. Continua invece a crescere la vendita di pesce e di prodotti marittimi. I principali prodotti "Made in Italy" che vengono importati sono: l'aceto balsamico, il prosciutto crudo di Parma, le salse al pomodoro. le olive, la pasta artigianale. Altri prodotti quali ad esempio, biscotti, sostituti del pane (taralli, grissini), prodotti sott'olio e sott'aceto, formaggi particolari, sughi pronti e creme spalmabili, cereali, prodotti integrali in genere e piatti pronti surgelati, potrebbero essere implementati. Due settori molto interessanti da tenere sotto controllo sono il settore biologico e il settore dei prodotti senza glutine. RESTRIZIONI ALLE IMPORTAZIONI Merci soggette al controllo sugli import: -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ alcune droghe e merci contenenti sostanze e/o prodotti pericolosi e nocivi per la salute; animali e prodotti di origine animale; armi; specie protette e relativi prodotti; beni protetti appartenenti al patrimonio culturale; motoveicoli. Il controllo delle merci in entrata è molto severo in quanto il servizio di quarantena australiano (gestito dal DAFF, “Department of Agriculture”) ha lo scopo di impedire l’ingresso nel paese di organismi nocivi e malattie esotiche. Le regole della quarantea australiana sono molto rigide.Se vengono individuate o anche solo si sospettano delle malattie in atto,i prodotti possono essere trattati, distrutti o rispediti direttamente all’estero a spese del proprietario. E’ pertanto consigliabile, per le aziende italiane che vogliano esportare in Australia seguire alcuni accorgimenti: -non usare paglia per l’imballaggio, in quanto proibito; -i contenitori in cui sono usati paglia, buccia di riso o simili devono essere disimballati presso un centro autorizzato; 3 Fonte MISE. -non imballare la merce in scatoloni per frutta, ortaggi, carne o uova o in sacchetti già usati; -non usare legname contenente corteccia. Inoltre, speciali regolamentazioni sono previste per l’importazione di carni,salumi e formaggi che possono essere importati solo previa autorizzazione, concessa a seguito di trasmissione di ampie certificazioni. NORMATIVA DOGANALE Prima di importare dei beni in Australia occorre informarsi sull’esistenza di eventuali dazi o tariffe di importazione sui prodotti di interesse. Una prima distinzione viene fatta sul valore della spedizione: -‐ se essa è inferiore ad AU$ 1.000,00 non viene applicata alcun duty o GST (tassa sui prodotti e servizi). L’unica cosa che occorre fare è compilare una dichiarazione individuale sui prodotti in ingresso. -‐ Se la spedizione, invece, è superiore ad AU$ 1.000,00 i costi da sostenere sono legati ad: -una import declaration che va compilata e presentata da un agente doganale; -duty sul prodotto calcolato sul tipo di prodotto e sul prezzo dello stesso.E’ calcolato come una percentuale e va aggiunto al prezzo a cui il prodotto viene venduto all’importatore australiano (custom value); -GST, vale a dire una tassa sui prodotti e servizi che viene applicata sul prezzo finale (incluso quindi di duty, trasporto e assicurazione).Il GST è una tassa molto simile all’ IVA e ammonta al 10 %. Riportiamo di seguito il normale sistema di tassazione che, come è visibile, cambia in base al tipo di prodotto: -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ fashion e abbigliamento :10% industria: 5% alimentare : da nulla fino al 5% gioielli: 5% automobili: 15% per alcool e tabacco vi sono delle legislazioni particolari. Esiste, infatti, una tassa sul vino, la “wine equalisation tax” corrispondente al 29%. Essa va calcolata dopo aver considerato il duty e le spese di trasporto e assicurazione. Sui prodotti biologici non sembrano esserci duty particolari. E’ bene, però, consultare un agente doganale per avere informazioni dettagliate sui casi specifici e per ricevere assistenza nella spedizione. L’Australia ha un numero limitato di tariffe preferenziali che si applicano a: -Isole del Pacifico, grazie ad un accordo che stabilisce particolari concessioni per l’importazione da alcune isole del pacifico; -Nuova Guinea; -Nuova Zelanda, grazie ad un accordo che stabilisce il principio di libero scambio tra i due paesi. Vi sono,inoltre, alcune zone franche. Ad esempio nel 1997 è stata istituita una struttura a New Castle in cui si possono introdurre beni strumentali senza che sia necessario effettuare il pagamento dei relativi dazi doganali o delle ulteriori tasse all’importazione.Le merci sono soggette al pagamento dei dazi e delle tasse una volta introdotte sul mercato australiano per essere vendute o lavorate. Le importazioni temporanee di merci e i campionari pagano il dazio normale che viene restituito al momento della loro riesportazione. DOCUMENTAZIONE RICHIESTA PER LE IMPORTAZIONI Fattura commerciale, deve essere redatta in lingua inglese se esente da visti e deve contenere i seguenti elementi: -destinatario; - data di emissione; -data ordine; -valore della merce; -numero dei colli e peso lordo; -peso netto o numero di pezzi; -porto di destinazione; -totale spese di trasporto; -totale spese assicurative; -condizioni di pagamento; -dichiarazioni redatte dall’esportatore; -attestazione di congruità del prezzo a cura della Camera di Commercio (non obbligatoria). Fattura consolare, non richiesta. Certificazioni attestanti l origine, non richieste. Documenti speciali: -certificato fitosanitario per i prodotti di origine vegetale per i quali è richiesta la licenza all’importazione rilasciata dall’ACQUIS; -certificato di analisi per i prodotti per i quali è richiesta la licenza all’importazione rilasciata dall’ ACQUIS; -autorizzazioni speciali per l’importazione di semi, piante, animali e derivati; -certificato di fumigazione , rilasciato dalle autorità portuali italiane o da una impresa specializzata australiana, per i contenitori che trasportano mobili, merci di origine vegetale o animale e imballaggi in legno. In assenza del certificato o in caso di dubbi da parte dell’ufficio quarantena sull’efficacia del trattamento, le merci dovranno essere assoggettate. Documenti di trasporto, per i documenti di trasporto non esiste un formato obbligatorio; la polizza di carico deve contenere le seguenti indicazioni: -descrizione delle merci comprensiva del marchio; -nome del vettore; -luogo di origine e destinazione delle merci; -nominativo dello spedizioniere e del consegnatario; -termini di pagamento; -numero e data di emissione della polizza.