N°1 - 2011

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N°1 - 2011
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Relazione del presidente
nazionale della C.N.D.A.
Parma 27 marzo 2011
Cari Amici Presidenti,
Vicario Tito Suss, e, con il suo aiuto alcune
problematiche vengono prontamente risolte.
Come di consuetudine, e con immenso piacere, Entrambi ci stiamo accorgendo che alcuni problemi
anche questo anno siamo riuniti a Parma, in questa derivano dai Presidenti di poligono, ma, spiegando
sede ormai diventata storica, per l’annuale il problema agli organi federali, riusciamo a
Assemblea.
smascherare chi intende remarci contro.
Purtroppo quest’anno, con grande tristezza,
Ma il compito che mi avete affidato all’inizio
noto che tra di voi una sedia vuota, ed il pensiero del mio secondo mandato non è stato ancora
và all’amico Zanella, presidente dell’ASG che ci ha assolto.
lasciato pochi giorni fà.
La CNDA cerca ancora una collocazione in
La mia memoria va’ all’anno 2007, proprio ambito CONI, in quanto la nostra associazione porta
in questo albergo, dove eravamo alloggiati per lustro all’Italia al pari di altre associazioni riconosciute
l’organizzazione del Campionato Europeo, e lui, dall’organo olimpico.
nonostante la malattia che lo aveva da poco
Non è possibile che associazioni come “Il
attanagliato, aveva dato la disponibilità ad aiutare
l’organizzazione con la sua presenza sui campi di gioco della Morra” o “Il lancio del formaggio”, senza
tiro in qualità di commissario, compito che svolse nulla levare ai praticanti di dette discipline, abbiano
cuciti i cinque cerchi sulla divisa e noi non possiamo
con estrema maestria.
vantare questo riconoscimento, a parer mio dovuto.
Purtroppo devo ricordare anche la scomparsa
In compenso l’UITS, in un incontro con i suoi
di altra figura storica della nostra associazione, uno
dei più grossi collezionisti italiani di armi antiche, il massimi esponenti, mi ha dimostrato comunque
Dott. Fabrizio Mennucci, noto professionista in campo un’apertura ed una voglia al dialogo, ciò da me
medico, grande appassionato e grande tiratore degli ritenuto positivo.
albori della CNDA.
Può darsi che dovremo cambiare l’assetto
Il mio cordoglio e quello del Consiglio statutario, ed in previsione ho inoltrato quanto in
mio possesso alla Commissione Statuto che sta
Direttivo và alle loro famiglie.
valutando le problematiche.
Chiedo quindi un minuto di raccoglimento per
Quest’aria di tranquillità che aleggia durante
ricordare i nostri amici defunti.
le gare ha portato, a quanto mi riferisce l’addetto
Grazie
alle classifiche, ad un aumento delle prestazione
rispetto all’anno precedente. Chiaramente è
Passo ora a relazionarvi quanto accaduto impossibile raggiungere i valori del 2002 e 2007, in
nell’anno 2010.
quanto anni particolari in cui veniva disputato in
Italia un campionato internazionale, il quale portava
Dopo l’accordo con UITS, l’anno sportivo è i nostri tiratori ad un impegno maggiore nella
trascorso in grande armonia, sia sui campi di tiro speranza di punteggi interessanti per la qualificazione
che con i rapporti con la Federazione; questo è stato a dette competizioni. Si è notato anche un’altra
agevolato, secondo me, anche dal cambio di positività che è quella dell’incremento del campionato
interlocutore. Ora mi relaziono con il Vice Presidente a squadre. Sempre dai dati si evince ancora
una volta che la soglia di gare per cui i tiratori
destano interessamento debba essere individuata in
Per chi volesse inviare materiale da
un numero massimo di 15. Con l’inserimento in
pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) campionato di una nuova sede quale Bari, vi faccio
notare che le gare disputate al sud sono 1/3 delle
può scrivere, telefonare oppure inviare
gare di tutta la competizione nazionale e siamo
una e-mail alla redazione:
disposti a valutare anche l’inserimento di altre sedi.
Avancarica
Magazine
c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61
48100 Ravenna
cell. 328.8290263
fax 0544.271417
e-mail: [email protected]
Il campionato 2010 ha visto l’introduzione
nelle nostre gare di una figura importantissima: “La
Giacca Verde”, il cui compito è di vigilare sul corretto
funzionamento di una gara e relazionare a chi dovrà
in seguito riaffidare o meno alla compagnia una
gara di campionato italiano.
Questo a maggior salvaguardia dei partecipanti
al campionato stesso.
Devo però evidenziare che, nonostante
ripetute sollecitazioni, i partecipanti ai corsi per
“Giacca Verde” al sud rasentano lo zero. Questo
disinteresse fa sì che, per coprire i ruoli delle gare
del sud Italia, debba spostarsi personale dal nord
con significativi aumenti di costi per la CNDA.
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Altra novità introdotta quest’anno è l’uniformità
Quest’anno sono in programma due trasferte
dei bersagli.
impegnative: la prima nei dintorni di Marsiglia e la
seconda, decisamente più impegnativa della prima,
Ci siamo accorti, proprio grazie a segnalazioni sia per costi che per distanza, per il Campionato
delle “Giacche Verdi” che alcune marche di bersagli Europeo in Finlandia.
creavano problemi per il conteggio dei colpi. In base
ad una delibera assembleare ho inviato una circolare
Già dalla prenotazione alberghiera abbiamo
a tutte le Compagnie organizzatrici invitandole ad trovato grosse difficoltà, causa la mancanza di
adeguarsi nell’acquisto di bersagli scelti dalla CNDA, ricezione alberghiera, comunque risolte, ma ad oggi
con prezzi concordati con il fornitore Bignami, il grosso problema è dato dall’esportazione delle
rappresentato dal nostro amico Cocumazzi, che vi armi e dalla scarsa collaborazione, per non dire,
invito a contattare.
rigidità dei referenti finlandesi.
Tengo ad informare questa Assemblea che le
La trasferta marsigliese, per la disputa della
“Giacche Verdi” hanno l’imput di dichiarare nulla la consueta tenzone tra Italia e Francia, haime! mai da
gara in caso non fosse riscontrato l’uso di bersagli noi vinta, prevede la convocazione dei tiratori di
omologati.
interesse da parte della CNDA, con trasferimento in
pulman , sistemazione alberghiera ed iscrizione alle
Lasciatemi ora il piacere di ringraziare gare a carico della CNDA stessa.
pubblicamente questi tesserati che, superato il corso
di preparazione, hanno dato la loro disponibilità ad
In ambedue le trasferte il Consiglio Direttivo
aiutare questo Consiglio Direttivo nell’interesse di ha deliberato, come potrete constatare, aiuti
tutti i tiratori, sovrintendendo alla gara per un economici al gruppo.
corretto svolgimento di essa, e la scelta del
In questi anni da Consigliere prima e da
bersaglio unificato è stato il primo scalino.
Presidente poi, mi sono imbattuto in persone che mi
hanno chiesto, conoscendo la mia dedizione, e il
tempo dedicato alla CNDA:
Con l’aiuto dei nostri Sponsor, che ovviamente
ringrazio, l’attività si è estesa a chi volesse avvicinarsi
Ma chi te lo fa fare?
al nostro mondo. Di conseguenza sono stati
Difficile fornire subito una risposta adeguata
organizzati “Corsi di avviamento all’avancarica” che
hanno portato nuovi tesserati ed hanno fatto ed esauriente. A volte, pur di togliermi da torno
nascere una nuova Compagnia in Spoleto, anche l’interlocutore così banale, mi sono rifugiato dietro
grazie alla passione del presidente dell’omonimo tiro una battuta compiacente ma l’interrogativo mi
ritornava in mente, alla ricerca della risposta.
a segno.
Chi me lo fa fare?
Oggi possiamo aggiungere che l’avancarica è
sbarcata anche in terra sarda, tra quella gente
La passione
ospitale, ho conosciuto Vittorio Serra e suo cugino
La passione per quella che era la mia famiglia,
Giuseppe Cocco, i quali oltre ad aver creato la prima
compagnia di avancarica sarda con proprio campo di per la mia terra, per uno sport sano, per la voglia di
tiro, hanno indotto altri tiratori a formare compagnie vedere il tricolore salire sul pennone più alto al
di avancariche che ad oggi sono diventate ben tre. suono dell’inno nazionale, per la nostra storia e per
la nostra cultura e per tutto ciò che mi hanno saputo
La passione di Vittorio Serra nel tiro a lunga infondere.
distanza ha fatto nascere in me una nuova
Ecco trovata la parolina: “Passione”.
scommessa: portare il Long Range in Italia. Voi mi
conoscete bene! Mi sono mosso cercando di trovare
Credo fermamente che in ogni momento della
campi adeguati ed alcuni tiratori sono già pronti a
nostra
giornata, specie in una società come quella
cimentarsi in questa nuova specialità MLAIC e già il
contemporanea,
dove i sogni rischiano di scomparire,
mio pensiero corre ad una organizzazione di evento
le aspirazioni alte e spirituali rischiano di essere
internazionale, in Sardegna? Chi sa!!!
travolte da quelle più materialistiche e “immediataCome tutti voi ben già sapete la Rappresentativa mente produttive”, la vera rivoluzione sia quella di
Nazionale si è spostata in terra portoghese per reintrodurre la carica emotiva di una passione sana
disputare il Campionato del Mondo di Avancarica. e trascinante per la propria vita, per lo sport che
Non nego alcune difficoltà logistiche in quanto il amiamo, per le amicizie, per i sani valori ed ideali in
nostro splendido albergo distava circa quarantacinque cui crediamo.
minuti dalla sede delle competizioni, ma ciò non è
Gabriele D’Annunzio auspicava: “La passione
stata conseguenza di una cattiva gestione da parte
è
tutto”.
della nostra organizzazione, ma un grosso ritardo in
fase organizzativa di informazioni attese da UITS;
Non saremo mai soli, perché sono convinto
nonostante ciò il bottino medaglie, debbo dire che la passione sia contagiosa, che troveremo tanti
inaspettato alla partenza, è stato del tutto nuovi amici, e né abbiamo già avuto la prova, pronti
ragguardevole, e di questo ringrazio e mi a seguire le persone animate da ideali e passioni.
complimento con chi è stato artefice di così
Questo sia di monito a chi pensa ed ha
inaspettato risultato.
pensato di farci scomparire.
Altra grossa soddisfazione il ricordo degli
Bene, questa parola – PASSIONE – tutti noi la
stranieri dell’organizzazione del campionato del 2007
in Parma, che non aveva nulla a che vedere con il dobbiamo farla sentire a tutti, dobbiamo gridarla a
disastro, sia tecnico che organizzativo, dei portoghesi. tutti, con la speranza che prima o poi qualcuno ci
ascolti e ci apra le porte a quel riconoscimento
Spero vivamente che nel prossimo futuro il tanto meritato che si chiana CONI.
MLAIC assegni l’organizzazione di così importanti
eventi solo a chi dà specifiche garanzie o ha Grazie
Giovanni Gentile
dimostrato nel tempo di esserne all’altezza.
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Avancarica, un
“Cattaneo” da record!
Nella XI^ tappa del campionato italiano d’avancarica CNDA-UITS, disputata a
Vigevano il 19 e 20 marzo, il tiratore della compagnia S.L.V. Graziano Cattaneo,
ha stabilito il nuovo record italiano nella specialità “Lamarmora/O” con punti
97/100, record ottenuto con un fucile originale, Remington Zuave “7 righe”.
Cattaneo al centro tra Fuserio e Casucci
Il bersaglio... record
Per tutte le altre
news, classifiche e varie
collegati al sito
www.cnda.it
Curiosità…una trasferta in…4 scatti
Andata
TSN Napoli
Ritorno
Derrate...
C.N.D.A.
(Consociazione Nazionale Derrate Alimentari)
vedi foto!
pagina 5
Gara della Befana 2011 “tiro alla scopa”
Ravenna 06 gennaio 2011
Al TSN di Ravenna, organizzato dalla Compagnia
Avancarica Ravennate, si è disputata la quinta
edizione della gara di “tiro alla scopa” con pistola
ad avancarica.
Il bersaglio era, come tradizione vuole, il manico di
legno di una scopa di saggina posto a 25 metri.
Sotto l’attenta regia di Barbara Mancini si sono
sfidati una decina di concorrenti.
Sul gradino più alto del podio è salito Daniele
Filipponi (AR) che ha rotto la scopa al secondo colpo
nel tempo di 1’ e 19”, al secondo posto Francesco
Fabbri (LARC) col tempo 1’ e 40”,
al terzo Dario Cortini (AR) col tempo di 2’ e 48”.
Una menzione particolare per Mancini e Romanini che,
pur centrando per ben due volte il bersaglio, la scopa
non ne ha voluto sapere di rompersi.
L’albo d’oro delle precedenti edizioni vede con due
vittorie Ivo Angelini (detentore anche del tempo record
di 1’ e 13”) Marco Nanetti
e Battista Ravaglia.
Al termine della gara,
come tradizione,
il pranzo conviviale
e le premiazioni.
Francesco Fabbri
nelle foto
alcuni momenti
della giornata
pagina 6
NATALE A.R.T.A.
2010
di Antonio Valeri
Per tutte le altre news
classifiche e varie
collegati al sito
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pagina 7
E SE DOMANI…
In occasione della trasferta
a Napoli per la settima gara del
Campionato Italiano d’Avancarica, il
presidente della C.N.D.A. Giovanni
Gentile, ha fatto sosta a Capua per
incontrare l’olimpionico di Skeet,
Ennio Falco.
Motivo della visita un primo
contatto per un’eventuale, futuro,
interessamento di Ennio Falco per il
tiro a volo ad avancarica, sul tappeto
la proposta di C.N.D.A. per l’organizzazione di gare di tiro a volo presso uno dei campi di tiro di Falco.
Per il momento la cosa è rimasta in sospeso per l’impegno totale di Falco nella
preparazione in vista delle Olimpiadi di Londra del 2012, ma…dopo Londra non è detto che non si
possa vedere addirittura Ennio Falco in pedana con l’avancarica!
Per chi non conoscesse Ennio Falco riassumo il suo
palmares, sperando di non dimenticare nulla:
1 ORO olimpico ad Atlanta 1996
4 TITOLI Mondiali a squadre
4 COPPE del Mondo
10 TITOLI Europei
1 ORO ai Giochi del Mediterraneo
1 ORO ai Campionati Mondiali Universitari.
Francesco Fabbri
pagina 8
Col Patrocinio del
C.N.D.A.
Consociazione Nazionale
Degli Archibugieri
LARC – FAENZA
TSN – FAENZA
ORGANIZZANO IL
2° TROFEO A.D.A.
“ALPEN-DONAu-ADRIA”
(Alpi – Danubio - Adriatico)
GARA INTERNAZIONALE
DI TIRO AL PIATTELLO
CON ARMI ANTIChE AD AvANCARICA,
RISERvATA A SquADRE NAZIONALI.
Poligono di tiro di Faenza, 18-19-20-21
Maggio 2011
via San Martino n° 47 Faenza (RA)
Con la partecipazione delle rappresentative
nazionali di Austria, Baviera, Francia,
Olanda, Svizzera e Italia.
Specialità: Lorenzoni O/R e Manton O/R
sulla distanza di 50 piattelli.
Per informazioni:
Francesco Fabbri
328.8290263
Il Presidente Nazionale CNDA
Giovanni Gentile
pagina 9
A Cerea finalmente la…vera avancarica
Dopo un primo tentativo fallito ed un secondo
non proprio felice (in entrambi i casi c’era
lo zampino UITS) finalmente la vera avancarica,
l’avancarica targata C.N.D.A.-UITS
è sbarcata a Cerea, mettendo in onda la nona
gara del campionato italiano.
La prima gara di campionato al nord
dopo la sosta invernale e la conseguente voglia di
gareggiare degli appassionati, hanno fatto lievitare
le prestazioni oltre la soglia delle 250.
Le presenze sono andate ben al di là le più rosee
previsioni della compagnia organizzatrice
Avancarica Veneta, tanto che il suo presidente
Giovanni Montagnoli, in accordo col presidente
del TSN di Cerea, Zeno Chiarotto, con
il placet di C.N.D.A. ha prolungato
con una giornata aggiuntiva di gare.
Comprensibile un certo imbarazzo iniziale,
poi la macchina organizzatrice ha preso a
girare a pieno regime e tutto è filato liscio,
come ha rilevato con soddisfazione
il presidente nazionale della
C.N.D.A. presente alla gara.
Francesco Fabbri
pagina 10
San Valentino…
vestito di nuovo!
Come da tradizione,
ogni anno, il Trofeo San
Valentino che si disputa
a Forlì, organizzato dalla
Compagnia del Passatore,
presenta una novità,
pensavate che la novità
fosse l’assenza di neve
e gelo?
E’ vero, non pioveva
e non nevicava,
ma la novità è stata
l’ingresso del tiro a volo
nel Trofeo San Valentino,
mentre le gare di tiro
si disputavano al poligono di
Forlì il tiro a volo è andato inscena al campo di tiro CNDA a Faenza.
Naturalmente il presidente Gentile avrebbe pagato di tasca propria per vincere la prima
gara ma, Andrea Mariotti, “El Cuervo” per gli amici, l’ha portato agli spareggi per poi beffarlo al
7° piattello, buon terzo il giovane tiratore di casa Jacopo Turci.
pagina 11
Gli altri vincitori, sugli scudi il ravennate Fulvio
Strocchi e il forlivese Giorgio De Paoli autori di una
doppietta, gli altri vincitori romagnoli sono i forlivesi
Loris Fornasari e Nevio Cavina.
Per gli ospiti le vittorie di Giuliana Casucci di Somma
Lombardo, Adriana Tivelli di Este.
Sul podio tre volte Adriana Tivelli e Francesco Fabbri
di Faenza, due volte Teresio Biagini di Galliate e Carlo
Arrigoni di Somma Lombardo, una volta Oriana
Ferrari di Galliate, Alberto Ferrerio di Somma
Lombardo, il forlivese Carlo Severi, il ravennate Dario
Cortini e Luciano Mancini di Santarcangelo.
Al termine della gara il tradizionale pranzo da
Alfio con le premiazioni e i saluti.
Francesco Fabbri
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Ve n d i ... c e r c h i ...
scambi?
pubblicate le risposte.
lo permetteranno, saranno
Con questo numero parte una nuova rubrica, dedicata a chi cerca notizie o
curiosità su armi o reperti storici, alcuni tesserati C.N.D.A., che ringraziamo,
hanno risposto all’invito della redazione e dato la loro disponibilità
a collaborare, tale invito è rivolto a tutti voi che leggete. Naturalmente è tutto
senza impegno, per puro divertimento. Queste “expertise” avranno un valore
puramente indicativo, non possono avere i crismi dell’ufficialità né tantomeno
essere usate per un qualsiasi altro scopo.
In data 26 gennaio il dott. Attilio Mariani ci scriveva chiedendo di conoscere la provenienza e le
caratteristiche di alcune armi cui era venuto in possesso: “Spero che riesca a visualizzare le
immagini, queste sono le ultime 4 foto. Sono di scarsa qualità, comunque le riporto le incisioni
presenti su 2 fucili: fucile schutzen (davanti tacca di mira e guancia) AUSSERER IN BOZEN, altro
fucile avancarica, guancia destra forse, MANUF.ERE IN ROMA. Grazie ancora per la sua
disponibilità e cortesia.”
Mariani Attilio
Fucile militare inglese in uso alla fanteria (dalla foto non riesco a vedere quante fascette stringono la canna)
modello “SNIDER” pattern, costruzione L.S.A. co (London Small Arms co) anno di produzione 1871, calibro
mm.14,7 x 51 con 3 rigature, sistema a retrocarica SNIDER e cartuccia 577 SNIDER dotata di bossolo a
innesco centrale boxer, la palla era tipo “miniè” da 34 gr. Punzoni: a sinistra corona con VR, Regina Vittoria,
a destra corona con V, ispezione armi Londra. Deriva dalla
conversione di fucili Enfield a percussione mod.1853, il progetto
fu brevettato nel 1862 dall’americano J.SNIDER dal quale
l’arma prende il nome. Batteria con molla avanti con cane
esterno la cui testa può essere piana o a tazza, l’arma se
presenta 3 fascette d’assemblaggio è per la fanteria, con 2
fascette è il modello 1867 per la marina, con più il bocchetto
finale. L’alzo a quadrante con ritto graduato fino a 950 yarde
per fanteria e 1000 yarde per la marina. Guardia, bocchetto
e calciolo sono in bronzo.
Inviate all’indirizzo [email protected] le foto quanto più particolareggiate
e chiare, allegando: l’elenco dei marchi, fregi ecc. leggibili sui reperti.
se i tempi di lavorazione
EXPERT...ISE
Avancarica Magazine,
Nel numero successivo di
pagina 12
Fucile a pietra con cartella scritta “G.M. Manifattura di Roma”
Fucile tipologia militare francese (mod. 1754?) dalla mia
ricerca attribuito all’armaiolo romano Gaetano Mazzotti,
vissuto a cavallo tra il 1700 e il 1800, all’inizio del XIX
secolo era custode dell’armeria vaticana e armaiolo
addetto al servizio militare con la privativa assoluta
di tutti i lavori e di tutte le riparazioni. Il privilegio,
sospeso durante l’invasione francese, fu rinnovato
alla restaurazione del Governo Pontificio, il Mazzotti
ebbe ordinazioni di armi fino agli anni 1816-1818. Il
figlio Giovanni proseguì il lavoro del padre dando
impulso alla fabbricazione delle canne. Azzardo,
essendo essa una grossa impresa per l’epoca,
potrebbe aver firmato le armi costruite “G.M.
Manifattura di Roma” con sistema e caratteri francesi.
Fucile firmato “Ausserer in Bozen” Classico fucile “Sanftl
Schuetzen”, rigato, a percussione, da tiro a segno,
costruito nel Sud Tirolo, datato 1840, circa.Caratteristica
particolare il calcio molto angolato sistema di scatto con
stecker per alleggerire il peso di sgancio, il cane
imperniato al rovescio per dare meno vibrazioni verso la
canna. Tradizionali incisioni, semplici e rustiche, caratteristiche dei fucili sud tirolesi. Peccato per la tanta ruggine.
Quarto fucile in basso nella foto generale. Fucile da
caccia databile fine 1700 con acciarino alla “Miquelet
spagnolo”, accensione tramite selce che batte sulla
martellina. (per quello che si può vedere nella foto). R.V.
pagina 13
Remington…
storia di un primato
di Gualtiero Fabbri
Indiscutibilmente, se Samuel Colt con la produzione di massa dei suoi revolver a percussione fu
il più grande e il più famoso armaiolo americano dell’ottocento. La palma del migliore prodotto dovrebbe
toccare alla ditta E. Remington & Sons con il suo 1861 New
Model Army and Navy Revolver, fino al 1857 non fu possibile
ai produttori di armi Statunitensi aggirare efficacemente il
famigerato brevetto Colt ma, al suo spirare non si fecero trovare
impreparati, molti si limitarono a copiare il mitico Colt 1851
Navy Model, altri cercarono strade alternative per migliorare
un’arma ormai entrata nell’uso comune.
Il prodotto migliore alla fine fu, appunto, il revolver di
Remington, che sfruttava alcuni brevetti di Fordyce Beals di W.
Elliott e altri degli stessi Remington.
A differenza della diretta concorrente essa era un’arma
a castello chiuso che gli conferiva una maggiore robustezza,
aveva organi di mira fissi, e non precari come il Colt, in questo
revolver, poi, era possibile la rapida sostituzione del tamburo
con un altro carico, non conosco quanto questa funzione fosse
applicata in pratica ma pare che fosse utilizzata, anche se a dire
il vero in diverse foto dell’epoca si vedono personaggi che per
avere un alto volume di fuoco preferivano affidarsi al trasporto
di più armi.
Altro particolare di non secondaria importanza era la
tacca per il cane a riposo presente sul tamburo tra una camera
e l’altra, quest’accorgimento permetteva di caricare tutte e 6 le
camere senza il pericolo di uno sparo accidentale, anche la
disposizione più protetta dei luminelli impediva che schegge
della capsula potessero colpire il volto del tiratore.
Una caratteristica di questi revolver è la “vela” sotto la
leva-calcatoio, dubito che servisse per irrobustirne l’azione,
tante altre armi assolvevano egregiamente questa funzione con
normali calcatoi, sicuramente non fu messa per abbellimento,
nessun americano ai tempi, specie l’US Dep. di cui i fabbricanti
ambivano alle commesse, avrebbe pensato a questo tipo di
“fronzoli”.
Una mia ipotesi è che servisse per agevolare
l’estrazione e l’inserimento in fondina o
cintura, insomma doveva impedire che l’arma
s’impigliasse in qualche cosa nel momento
meno opportuno, questa mia teoria però
incontra pochi seguaci, ma non ne ho pensata
una migliore.
Se la maggior robustezza è facilmente
riscontrabile a vista, per quello che riguarda
l’affidabilità e la precisione di queste armi
basta gettare uno sguardo alle linee di tiro
durante le gare di avancarica C.N.D.A. - UITS,
dove sia nella categoria originali sia repliche
la parte del leone la fa il New Model di
Remington, affiancato da alcuni rari revolver
la cui costruzione fu sviluppata verso la fine
dell’epoca delle armi a percussione, i Rogers
e Spencer, che, come i Whitney Navy, erano
una “via di mezzo “trai i Colt Navy 1851 ed i
Remington.
(continua nelle pagine successive)
pagina 14
(continua dalla pagina precedente)
Non voglio e non ho i mezzi (essendo un più che
mediocre tiratore) per affermare la superiorità del Remington
in campo agonistico, è certo però che la ditta Remington già
dal 1816, presenti Eliphalet Sr. e Junior, era famosa per
l’accuratezza e la precisione delle sue canne.
Un Pennsylvania o un Hawken di questa ditta divenne
in breve un pezzo ambito e la qualità delle canne Remington si
è consolidata nel tempo, (un’arma per tutte: il Remington
Zuave 1863 “sette righe”)
Più avanti ho indicato la fine produzione dei
Remington ad avancarica nel 1873, in quell’anno cessò la
produzione della maggior parte delle armi di questa specie.
In realtà quantità minori di Remington ad avancarica
sono presenti ancora nelle produzioni del 1875 e anche
del 1878, quando si era già in piena epoca della cartuccia
metallica.
Da appassionato di armi antiche c’è però un
particolare sulle repliche moderne di questi Remington che mi
lascia perplesso, in tutti i cataloghi (o quasi) delle varie ditte
che producono queste repliche l’arma, è chiamata Mod. 1858
New Model, mentre in realtà il modello che poi tutti presentano
è un New Model 1861.
Questo è un particolare minore, che nulla ha a che
fare con le prestazioni dell’arma ma,
per un appassionato di armi Western
diventa importante.
Forse il “disguido” nasce
dalle scritte impresse sulla canna,
nei primi modelli.
I Remington-Beals, che già
si assomigliavano molto al prodotto
finale, costruiti in numero limitato
nel 1861-1862, vi era lo scritto:
<< Beals Patent sept. 14 1858
Manufactured by Remingtons’ Ilion,
N.Y. >>
Al modello “Beals” seguì nel 1862 il Remington 1861
Army and Navy Revolver, conosciuto in seguito anche come
“Old Model”, e questo sulla canna aveva scritto: << Patented
Dec.17, 1861, Manufactured by Remingtons’, Ilion N.Y. >>.
Sul modello definitivo, il Remington New
Model Army and Navy Revolver, prodotto dal 1863 al 1873
(chiamato anche 1861 New Model oppure da alcuni mod.
1862) Sulla canna vi è lo scritto: << Patented Sept. 14.
1858 / E. Remington & Sons, Ilion, New York U.S.A. New
Model >>
Lo stesso scritto che è presente anche sulle canne
delle nostre moderne repliche.
Ho pensato che possa essere stata la data
del brevetto Beals (14-sett-1858) riportata sugli ultimi
modelli a produrre il disguido.
Alcuni giorni fa nell’ufficio del Sig. G. Merlino a
Gardone Valtrompia ho avuto occasione di ammirare un bel
revolver Remington 1861 New Model, originale e in ottime
condizioni, convertito a cartuccia metallica, in cal 45cf.
(La ditta Uberti di cui il sig. G. Merlino è responsabile
produce una replica di questa arma chiamandola però: 1858
New Improved Conversion).
pagina 15
Queste conversioni in origine furono eseguite dalla
Remington dal 1868 pagando una royalty alla Smith & Wesson
detentrice del brevetto Rollin White. Le prime armi in cui furono
eseguite le conversioni erano dei New Model Navy 1861. Furono
tentate diverse soluzioni utilizzando vari brevetti già esistenti,
come quello di C. Trevis, di J. Adams e di W. Tranter, tutti
prevedevano il taglio della sezione iniziale del tamburo dove c’era
l’alloggio dei luminelli
I primi esemplari di conversione erano privi della
bacchetta di estrazione ed anche del portellino di caricamento,
che oltre a questa funzione impedisce anche alle cartucce cariche
di sfuggire dal tamburo. Una soluzione fu di applicare al tamburo
una piastra posteriore rimovibile che andava inserita dopo il
caricamento delle cartucce.
Una prova, poi abbandonata, consistette nell’inserire 6
percussori flottanti direttamente su questa piastra, in questo
modo il cane poteva restare quello originale e con la sostituzione
del tamburo si poteva tornare alla percussione ad avancarica.
Nei primi tentativi venne semplicemente forato il tamburo,
fresati gli alloggiamenti per il “rim” della cartuccia e modificato
il cane. Il modello Army alla fine fu un calibro 46”, com’è noto il
calibro nominale del 44 avancarica in realtà è circa 11,7 mm.
(0,460”), allargando i fori del tamburo per contenere le
cartucce metalliche questo diventava poi troppo fragile,
essendo insoddisfacenti tali soluzioni si dovette procedere
alla sostituzione del tamburo mantenendo il resto della
arma, di queste conversioni la Remington ne eseguì 4.574,
con un tamburo a 5 colpi in cal. 46 rimfire.
La stessa cosa successe nel modello Navy, che
mantenne la capacità di sei colpi ma in calibro .38, non ho
trovato la quantità convertita da Remington di questi secondi
modelli. Le conversioni costavano 4,25 dollari in cui era
incluso il dollaro di royalty per Smih&Wesson, la ribrunitura
dell’arma ed un paio di guancette nuove.
In seguito il modello Army Conversion fu realizzato
nei calibri 44 Centerfire e Rimfire e nel calibro 45 Centerfire
e rimase in produzione fino all’uscita del Modello 1875, mentre
la conversione Navy in calibro 38 continuò a essere prodotta per altri
3 anni. Un’osservazione “di costume” la vorrei fare ancora sulla
caratteristica “vela” che in queste armi rimase, non solo quando la
leva calcatoio divenne inutile per le nuove conversioni.
La conversione fu eseguita anche sul modello 1875, dove
essendo l’arma fabbricata ex novo in tutte le sue parti avrebbe potuto
essere eliminata, rimase per dare un’identità precisa a queste armi
od aveva, come ho sospettato e spiegato, un uso pratico? Se nel tiro
di precisione ad avancarica C.N.D.A. - UITS il Remington 1861 la fa
da padrone, nella specialità a cartuccia metallica questo primato
appartiene al Colt SAA nelle sue varianti. Ora mi sarebbe piaciuto
provare se questa “nuova” arma abbia mantenuto la stessa superiorità
che aveva sulla sua concorrente, ho già un eccellente tiratore
sottomano, appena avrò la possibilità dell’arma, procederò nelle
prove, seguite da un’imparziale (spero) giudizio.
Per tutte le altre news
classifiche e varie
collegati al sito
www.cnda.it
pagina 16
Buon Compleanno AVANCARICA
Buon compleanno Italia... e perché no, anche all’avancarica.
Tutto è cominciato quando Giuseppe Garibaldi
convinse il Re, Vittorio Emanuele II dell’utilità
dell’addestramento all’uso delle armi e della pratica
del tiro a segno. Con l’emissione del Regio Decreto
dell’1 aprile 1861, il neonato Regno d’Italia, istituì
ufficialmente la formazione delle “Società di Tiro a
Segno” poi, col Regio Decreto dell’11 agosto 1861 fu
promulgata la nascita
della “Società del Tiro
a Segno Nazionale”
con sede in Roma e
con lo scopo di organizzare
almeno
2
manifestazioni nazionali
l’anno e di conseguenza,
sancì la nascita del Tiro a Segno nell’Italia unita.
Proprio così, anche noi praticanti del Tiro a Segno con
le armi ad avancarica, compiamo ben 150 anni!
Il primo consiglio direttivo della Società del
Tiro a Segno Nazionale” era presieduto da Sua Altezza
Reale il Principe Umberto di Savoia, i vice presidenti,
nominati dalla Casa Reale, erano il Generale d’Armata
Giuseppe Garibaldi, il Gen. di Corpo d’Armata Enrico
Cialdini ed il Luogotenente Generale, Alessandro
Manfredi Luserna D’Angrogna. I consiglieri, tutti
parlamentari del Regno erano: Giuseppe Pandolfini,
Giacomo Plezza, Rinaldo Simonetta, Luigi Torelli, Nino
Bixio, Gabriele Camozzi, Carlo Penzi, Enrico Cosenz,
Magnani Ricciotti, Giovanni Cavalli, Francesco
Simonetti ed Ernesto Riccardo Di Neto. Questi decreti
restarono in vigore sino al 1882 quando diventarono
legge dello Stato, legge n°883 del 2 luglio 1882 sulla
istituzione del Tiro a Segno Nazionale.
Grazie al Regio Decreto del 1861 si formarono
in molti Comuni e mandamenti varie Società di Tiro a
Segno e la prima Gara a Torino nel 1863 decretò la
nascita ufficiale del Tiro a Segno in Italia. Poi si replicò
a Milano, a Firenze e anche per festeggiare l’annessione
del Veneto nel 1866 le gare furono organizzate a
Venezia.
Con l’avvento della
cartuccia metallica e
dal 1980 della polvere
infume, inizia l’uso del
“Vetterli”; nei Poligoni
e nelle gare vediamo
sempre meno la mitica
“carabina
Svizzera”
tanto amata e usata, con grandi successi, nelle varie
campagne risorgimentali e osannata da Giuseppe
Garibaldi.
Pe r g l i a m a n t i d e l l ’ a va n c a r i c a p o r t o
brevemente a conoscenza l’origine storica della
“Carabina Svizzera”.
N e l 1 8 5 0 , a G e n o va , e ra s o r t a u n a
congregazione di stampo Mazziniano dove la pratica
del Tiro a Segno faceva da collante e da sinergia per il
formarsi di squadre di volontari, sempre pronti a
intervenire nelle frequenti chiamate alle armi del
risorgimento Italiano.
Si trattava di un’elite di esperti tiratori,
equipaggiati principalmente con la carabina federale
Svizzera mod. 1851, in assoluto la più precisa di tutte,
era di piccolo calibro 10,4 e armava l’esercito Svizzero,
costava tre volte di più di una qualsiasi altra arma
d’ordinanza. I carabinieri Genovesi l’acquistavano
pagina 17
personalmente allenandosi nei poligoni e portandola
sui campi di battaglia, risolsero molti fatti salienti delle
guerre d’Indipendenza al fianco di G. Garibaldi (non
per niente fu chiamata la Santa Carabina!).
Dopo il 1870 tornando tra le mura dei
Poligoni vediamo affermarsi definitivamente l’arma a
retrocarica che ormai sostituisce l’avancarica con il
nuovo, si fa per dire, Vetterli cal. 10,35X47R divenuto
l’arma in dotazione all’esercito.
Nel 1885 si era costituita a Roma la
Federazione di Tiro a Segno, che dettò le regole con
cui praticare in campo nazionale l’attività del Tiro.
In Europa il Tiro a Segno si
sviluppa principalmente nella tipologia
estrema e cioè il Tiro a lunga distanza.
Il XIX secolo vide
l’Inghilterra lontana dai teatri di
guerra Europei, l’attività del tiro a
segno Anglosassone, al contrario di
quella spinta patriottica che pervase
in l’Italia, era coltivata come uno
sport d’elite dell’aristocrazia.
Si sviluppa principalmente
a Wimbledon, già dal 1865 e poi a
Bisley dal 1890.
Si attrezzarono così
immensi campi di tiro predisposti per
centinaia di tiratori, storiche le gare
con l’America (National Rifle
Association) siamo nel 1872 le armi
più usate, i Rigby ad avancarica
contro le americane Sharp, affiancate
dai Remington “rolling block” a
cartuccia metallica, gare vinte
sempre dall’America.
Anche se è vero che gli
Irlandesi (campioni indiscussi nel
Regno Unito) dimostrarono che alle
lunghe distanze, i loro fucili ad
avancarica, erano ancora validissimi, il verdetto sul campo
fu abbastanza chiaro, con gli Sharp e i Remington a
retrocarica, gli Americani avevano fatto cose ritenute
allora impossibili dal punto di vista della precisione.
In Italia intanto il Tiro entrava sempre di più
nella sua dimensione, nel 1893 nasceva L’Unione
Tiratori Italiani (UTI) e nel 1899 fu fondata l’Unione
Italiana di Tiro a Segno (UITS).
La prima, come da legge vigente, preparava
i giovani all’uso delle armi era controllata e gestita dal
Ministero della Guerra, dell’Interno e della Pubblica
Istruzione, utilizzando solo l’arma militare.
L’UITS si inserisce come
organo sportivo, allo scopo di addestrare i giovani tiratori negli ambiti
nazionali, internazionali ed alle gare
sportive.
Si affiliò all’Unione Internazionale di
Tiro, esistente dal 1897, partecipando
così al 1° Campionato Mondiale,
organizzato a Lione nel 1897. Vi
parteciparono 5 tiratori italiani (4 di
Torino ed 1 di Genova). La gara era
di fucile o carabina di grosso calibro,
a 300 metri sulle 3 posizioni.
Subito dopo la 1° Guerra Mondiale,
l’UITS entra a far parte del CONI e
nella 7° Olimpiade, Anversa 1920,
c’è la prima partecipazione di tiratori
italiani.
Nella 9° Olimpiade, Los Angeles
1932 arrivò la prima medaglia d’oro
per l’Italia, grazie al ravennate Renzo
Morigi nella pistola automatica, ben
spalleggiato dal suo concittadino
Domenico Matteucci, medaglia di
bronzo.
(continua nella pagina successiva)
pagina 18
(continua dalle pagine precedenti)
Dopo le olimpiadi di Berlino del 1936, dove il
miglior risultato azzurro fù il sesto posto di Walter
Boninsegni nella pistola automatica, il tiro a segno
Italiano entra in una galleria buia dove le leggi
frenarono lo svolgimento di tale sport, asservendolo
solo alla propaganda del regime.
Mentre in Italia il Tiro sportivo era utilizzato
per addestramento principalmente con armi militari,
nei paesi nordici, dalla Svezia alla Svizzera, il Tiro a
Segno era promosso e praticato a livello istituzionale.
Dopo la seconda guerra Mondiale si cambiò
la mentalità, con un Decreto Legge dell’8 luglio 1944
fu disposto lo scioglimento dell’UTS e delle sezioni di
Tiro a Segno Nazionale e tutto passò sotto il
Commissariato del Ministero della Difesa.
Nel 1947 a Stoccolma si disputarono i primi
Campionati Mondiali del dopoguerra e nonostante il
calo di tecnica e di agonismo, la bandiera Italiana
salì nel pennone più alto con la specialità pistola
automatica a squadre.
I molti poligoni, distrutti dalla guerra, il
disinteresse dello stato, i costi alti per ricostruire fecero
si che nei poligoni entrasse il calibro 22, riducendo le
distanze e le specialità di tiro; nasceva quindi anche la
specialità dell’aria compressa a 10 metri.
Il Tiro a Segno negli ultimi sessant’anni è
quindi vissuto in un ambito molto accademico senza
più il supporto popolare che ne aveva decretato la
diffusione e il successo come quando nacque nel
milleottocento.
Le nuove attività agonistiche, vedi ex
ordinanza, bench rest, ecc... utilizzano armi militari o
di alta tecnologia, queste gare hanno però ben poco a
che vedere con le gare del passato
Allora si gareggiava utilizzando le 3 posizioni,
a terra, in ginocchio ed in piedi, in imbracciata senza
alcun supporto o appoggio e abitualmente si tirava a
300 metri, ora si fanno sparare i tiratori (appassionati
di armi ex ordinanza e armi storiche) in posizione
seduta con le armi ben appoggiate su di un rest o
bancone, questo per motivi di “sicurezza” e per dare la
possibilità di poter fare partecipare comunque i tanti,
che altrimenti non riuscirebbero a tenere l’arma in
mano per motivi di età, scarso allenamento o scarsa
attitudine all’uso delle armi in generale.
Più che le qualità del tiratore si può valutare
la bontà delle armi e, infatti, la classifica di queste
gare la fa lo spessore del portafogli dei partecipanti più
che la loro bravura.
Il tutto pubblicizzato e sponsorizzato da
venditori di armi e munizioni, grazie al notevole giro
d’affari che comporta questa rincorsa a materiali
costosi e tecnologici.
Questo si trova oggi: consumismo e poca
voglia d’imparare a impegnarsi sul serio, di
conseguenza sono sempre più deserti le linee di tiro
accademico nei poligoni dei vari Tiro a Segno (infatti,
le prestazioni di buon livello internazionali sono
sempre più rare).
Una delle “poche” federazioni che tiene
ancora vivo lo spirito con cui è nato il Tiro a Segno, è
la Consociazione Nazionale degli Archibugieri
(C.N.D.A.) che con l’uso sportivo di armi ad avancarica
ed il loro studio si avvicina molto all’attività “madre”
del Tiro, cosi com’è stata codificata dalle origini in poi.
Si può affermare, perciò,
che il Tiro a Segno del futuro
deve ancora guardare alle proprie radici.
BUON COMPLEANNO!!!
Vittorio Serra - Robero Vecchi - Francesco Fabbri
pagina 19
ROMA
CAPITALE
di F. Fabbri
AL LAVORO...
Nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni
dell’Unità d’Italia potevamo mancare alla gara nella
capitale?
Certamente no ed allora… via per l’ottava
gara del Campionato Italiano d’Avancarica solo che,
confermando i nostri timori della partenza, la parte
tecnica è passata in secondo piano lasciando spazio
all’amicizia e alla convivialità.
Le gare hanno avuto naturalmente la loro
importanza e alcuni tiratori hanno esagerato, su tutti
Alfredo Vedani, con 5 primi posti ha lasciato Renzo
Signorini a 4 e Antonio Valeri a 3, da segnalare
l’ingresso di Antonio Bambacaro nel club dei grandi con
la vittoria nella specialità “Vetterli R” con punti 98.
a Tavola... con CIRCI
Buon appetito
GENTILE, CAPONE
e MANTEGAZZA
DODI...un mito
pagina 20
ERRATA CORRIGE
Nel numero precedente di Avancarica Magazine c’è stata un’inversione nelle didascalie
delle foto delle armi a ruota, rimediamo ora scusandoci per l’inconveniente.
La redazione.
Piastra per pistola con meccanismo alla bresciana (1630 circa).
Piastra per fucile tedesca “alla fiamminga”, fine ‘500 inizi
‘600.
Piastra per fucile da caccia, Europa centrale, 1680-1700.
Pistola a ruota “di Norimberga” interamente in acciaio, con
sicura allo scatto, e chiusura automatica dello sportellino
(1580).
“Puffer” della Guardia dell’Elettore di Sassonia (1590)
Pistola militare a ruota olandese, guerra dei trent’anni
(1618-1648) essenziale e senza fronzoli.
Fucile bresciano con ruota alla “fiamminga” (1590-1600), aveva
due scatti montati nello stesso meccanismo, per sicurezza, se uno
falliva si usava l’altro.
pagina 21
Fucile da caccia, Europa Centrale (1750).
Fiasca per polverino dotata di chiave per caricare il
meccanismo a ruota.
Muller Buchse Germania, (1650).
Tschinche, Slesia (1630-1670).
L’ultima arma a ruota fu costruita nel 1829 a Parigi da Le
Page (era una bellissima coppia di pistole).
Piastra con meccanismo alla francese.
vetrina con panoplia di armi a ruota bresciane e chiavi per caricamento.
pagina 22
STRA
DITE LA V
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Gentilissimi,
Vorrei avvicinarmi al tiro ad
avancarica con una replica di revolver Remington.
Non avendo trovato nel regolamento
nessuna restrizione a proposito vorrei
sapere se:
Risponde
Massimo Capone
- Quanto alla tacca di
mira sconsiglio interventi
di allargamento
od approfondimento
perché li ritengo
alterazione della
tipologia originale.
- posso approfondire e allargare
(mantenendo il profilo) il solco
che costituisca la tacca di mira?
- posso adattare delle guanciette
(identiche nel disegno) per allungare
l'impugnatura che per me é corta?
- Quanto alle guanciette
è assolutamente vietata
qualsiasi alterazione
nelle dimensioni
(ricordarsi anche
di mantenere la
superficie liscia)
Cari saluti
Massimo Capone
Tutto ciò é prematuro perché devo
ancora fare pratica prima di pensare
alla partecipazione a gare, ma non potendo
(per visus e morfologia) usare l'arma come
esce dal fabbricante vorrei essere certo
di non commettere irregolarità.
Ringrazio per l'attenzione
Giovanni Javarone - Torino
Nell’arco di pochi giorni sono mancate 2
figure storiche dell’avancarica italiana,
Elia Zanella e Fabrizio Mennucci,
alle loro famiglie le condoglianze
ed un affettuoso abbraccio
dalla C.N.D.A.
il Presidente nazionale C.N.D.A. Giovanni
Gentile
FABRIZIO MENNUCCI
(nella foto)
Un saluto di Alessandro Cesari
e Giorgio Alidori
Il 6 marzo 2011 si è spento
a Pisa Fabrizio Mennucci.
Appassionato, da una vita, di armi,
ricarica e soprattutto di avancarica
ed armi antiche.
Collezionista e medico stimato, ha
contribuito alla diffusione della
prima ora del nostro sport specie
in toscana. Fondatore della compagnia GACEN a cui è rimasto
sempre legato.
Prima del precoce manifestarsi di una
lunga malattia ha partecipato a numerosi campionati C.N.D.A. ed ha contribuito, soprattutto
nell’ambito del controllo armi, allo svolgimento
di numerosi campionati internazionali.
Lo ricordano, con amicizia e affetto, tutti
coloro che da lui hanno ricevuto garbati consigli,
indicazioni e con i quali ha condiviso volentieri la
sua passione.
Ciao Fabrizio ci mancherai davvero.
ELIA ZANELLA
Presidente e
fondatore della
Compagnia
d’Avancarica ASG.
Lo ricordiamo come
grande sostenitore
della Avancarica
Italiana, diede un
notevole contributo
all’organizzazione del Campionato Europeo
svoltosi a Parma nel 2007.
pagina 23
Tivelli...
di F. Fabbri
un…quasi record
Nella decima gara del
Campionato Italiano
d’avancarica, disputato
a Milano il 5 e 6 marzo,
Adriana Rossella Tivelli,
plurimedagliata
di Corbola (Rovigo),
tesserata per la compagnia
APN ha insidiato da vicino
il record Italiano nella
categoria Lamarmora R,
per ora detenuto da Aldo
Ascione della compagnia
AAN con i novantotto punti
realizzati a Pisa nel 2002.
pagina 24
PYRODEX...
doping… tecnico?
Confermando il divieto all’uso delle polveri PYRODEX e TRIPLE SEVEN nelle gare ufficiali C.N.D.A. e in attesa
di un pronunciamento definitivo dell’Assemblea Generale delle Compagnie e del Consiglio Direttivo della C.N.D.A.
che decideranno quale sistema di controllo sarà adottato, riportiamo le caratteristiche delle polveri pubblicate sul
sito della ditta Hogdon e un estratto di un articolo pubblicato su Armi e Tiro, a firma di Giulio Tonini.
HOGDON PYRODEX
Pyrodex P è destinata ad essere una sostituta diretta della polvere nera ed è misurata volumetricamente
come una misura di polvere nera. Gli usi principali Pyrodex P sono pistole ad avancarica, revolver palla ed in piccolo
calibro, fucili ad avancarica. Pyrodex RS può essere utilizzato in tutti i calibri di fucili ad avancarica a percussione e
fucili da caccia.
Ha una vasta applicazione di usi ed è la polvere più versatile della linea Pyrodex. Come tutti i gradi di
Pyrodex, brucia più pulito e produce meno incrostazioni della polvere nera. RS siparagona come dimensione delle
particelle alla polvere nera 2F.
Select è un accessorio delle nostre RS grado di Pyrodex. Utilizzando la polvere RS con i dati 2F, Select può
ridurre significativamente il volume di carica. Una bella notizia per il cacciatore di cervi è che Select si comporta
bene con i sabot e proiettili conici. Select è diventata la preferita tra i molti tiratori a cartuccia metallica a polvere
nera per la sua eccezionale consistenza.
HOGDON TRIPLE SEVEN
Propellente rivoluzionario Hodgdon per l’avancarica, una polvere cristallizzata che si pulisce con la sola
acqua. Non contiene zolfo, quindi non ci sono odori forti e la pulizia è un gioco da ragazzi. Seven Triple polvere
granulare è destinata all'uso in fucili da caccia e fucili in calibro 45 e più grandi, così come carica per le cartucce
metalliche. La stessa polvere grande come la FFG ma con granulometria più piccola è destinato all'uso in pistole e
fucili di calibro 50 e più piccoli.
(tratto dal sito della Hogdon)
Le foto
sono tratte
dalla rivista
“Armi e Tiro”
pagina 26
CHIAPPA
FIREARMS
crea la versione
moderna di
un classico
Winchester:
il 1886 KODIAK
Il 1886 rappresentò per la Winchester il raggiungimento di un importante successo: la
richiesta popolare era per cartucce sempre più potenti, e da tempo l’azienda tentava di costruire
un fucile a leva in grado di camerare il popolarissimo e potente calibro a polvere nera .45/70.
Dal progetto del geniale Browning, che collaborò fruttuosamente con Winchester per circa 30
anni, nacque il modello 1886.
pagina 27
Questo fucile, caratterizzato da una solidissima chiusura della culatta, superò di gran lunga
le aspettative della Winchester: riusciva a camerare non solo il .45/70, ma anche il .45/90, il
.50/110 “Express Buffalo” e nel 1903 persino le cartucce a polvere infume ad alta velocità
.33WCF. Si può dire che il modello 1886 fu il vero fucile “Express” americano. Questo termine
venne coniato all’inizio del 19° secolo per indicare un fucile o delle munizioni capaci di velocità
di gran lunga superiore alla media; queste prestazioni si poterono ottenere grazie all’utilizzo di
cartucce leggere - spesso a testa cava - caricate con pesanti quantità di polvere nera.
Chiappa Firearms distribuisce la fedele replica del fucile 1886 Lever Action calibro .45/70
dalla metà del 2010. Il successo di questo modello è stato grandissimo soprattutto nel mercato
americano, che richiede prestazioni impeccabili (viene utilizzato nella caccia tradizionale ad
animali di grossa taglia) ma è al contempo attentissimo alla fedeltà storica. Il modello 1886 di
Chiappa Firearms è una riproduzione fedelissima, ed è l’unica replica che garantisce il 100% di
intercambiabilità delle parti col fucile originale.
Chiappa Firearms ha sviluppato ora una versione più moderna del 1886 studiata
appositamente per la caccia, disponibile dall’inizio del 2011. Il look è sportivo ma raffinato,
offrendo un’abbinata eccezionale di praticità ed estetica. Calcio ed astina sono in legno
verniciato “soft touch”, uno strato di gomma colore nero opaco che garantisce una presa salda
e confortevole, il calcio monta un calciolo in gomma estremamente morbido.
Bascula, otturatore, leva armamento, canna e tutte le parti metalliche a vista sono
protette alla corrosione mediante un trattamento di cromatura opaca (definita “cromo duro”)
che, oltre ad essere particolarmente elegante, dura inalterata nel tempo.
La canna semiottagonale da 22” è ottenuta per botonatura; il caricatore corto porta 4 colpi
(un colpo ulteriore è contenuto nella bascula).
Una particolarità del 1886 Kodiak sono lo mire “Skinner”, conosciute e molto apprezzate
soprattutto negli Stati Uniti. Prodotte con cura artigianale in piccole serie, le mire Skinner
garantiscono una precisione eccellente oltre ad una funzionalità, un’estetica e una durata che
non temono confronti e le rendono l’ideale complemento per un fucile da caccia.
pagina 28
COMPRO...
VENDO...
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Carabina C.Z. mod. 550 cal. 30.06,
cedo ad interessati.
Claudio G. 340.0634612
Carabina da tiro G. Manzoni in
Lugano 1850, canna ottagonale rigata
a specchio cal. 9 mm, doppio grilletto
con stecher, lunga 120 cm. peso 6,5
kg. condizioni perfette. € 1.950.
Mauro 335.5062312
Carabina Federale Svizzera a
percussione con diottra, pallottiere
e trafilatore cal. 10,50 originale
1851, tenuto bene, fabbricato
Winterthur - F. Bram. € 1.600
Massimo 347.9054841
Carabina Mauser mod. 98/48
cal.8x57 (Mod. jugoslava), ottimo
stato, buona rigatura.
€. 250
Francesco 328.8290263
winchester mod. 1892 cal.4440, carabina del 1910 tutta
originale, non ribrunita, canna
tonda cm.51, legni ottimi, brunitura
30%.
€. 2.100
Orazio 06.99674394
pagina 29
Carabina aria compressa DIANA
52 usata poco. Regalo il fodero.
€. 300
valerio 349.1469267
Carab. Fed. mod. 1851 marcata
in culatta Petzold-Soleure cal. 10,7 con
6 righe perfette, dotata fin dall’epoca
di diottra, pomolo d’appoggio, mirino
a 1/2 tunnel, calciolo senza speroni
per tiro a terra, baionetta, cinghia,
borsone-giberna a bandoliera con
stemma svizzero+fondipalle Cattaneo
per palla a compr. .423 molto precisa, cond. molto buone. €. 2.500
Aldo 339.4517816
Sharps New Model 1863, carabina
convertita dal governo U.S.A. nel
1867 da percussione a cartuccia
metallica cal.50-70. Arma rara e in
ottime condizioni. €. 4.000
Orazio 06.99674394
winchester mod. RIOT a pompa
cal.12 completo di copricanna, raffreddamento e attacco a baionetta.
€. 1.050
Duranti 339.8190592
Doppietta Cani esterni cm.55
mod. Coach Shotgum 1878 cal.12
MAG. Custodia. €. 760
Duranti 339.8190592
Fucile JAGER TARGET avancarica
a percussione replica Pedersoli cal.
54 con diottra in buone condizioni
cedo a € 600.
Massimo 347 9054841
PISTOLE
e
REVOLVER
Pistola a luminello originale, metà
800 bella e precisa cal. 395, calcio in
noce, compl. di cassetta e accessori.
Prezzo da concordare
Fabio Bignotti 328.7527613
Pistola avancarica modello NAvY,
come nuova, sparato pochissimo
con cassetta in legno ed accessori.
Angelo tel. 339.2771512
Pistola hAMMERLI mod. 280 cal.
22 e convers. in cal. 32 usata
pochissimo in valigetta originale con
tutti gli accessori e con 2 impugnat.
€ 3.500 e pistola BERARDELLI
modello P ONE cal. 9 x 21 accuratizzata + vari ricambi. € 500
Gasbarri 339.2266136
Replica pistola avancarica Pedersoli
REMINGTON PATTERN cal. 44.
mod. 1863-1875 catalog. sportiva,
perchè poco usata x inutilizzo.
Gianni 338.353447
Pistola monocolpo avanc. Pedersoli
Mortimer Match come nuova con
scatola originale, DVD ancora imballato+fondipalle nuovo. € 400 non tr.
Monti 338.3797464
Vendesi pistola semiautomatica
9x21 modello TECNEMA con 2
caricatori, canna conica e scatola
originale. Sparati 600 colpi.
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kuchenreuter cal.40 in cassetta
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Pistola avancarica Bondini “Le
Page Imperior” cal.45 in cassetta
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Revolver Remington New Model
ricerca costruzione 1860 cal.36
preciso e pronto alle gare.
348 313466 Enrico Rabacchin
Revolver Roger & Spencer
cal.44 preparato già alla gare.
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Revolver wITNEY 1857 cal.36
molto preciso.
348 313466 Enrico Rabacchin
Le Page (Armi Sport) cal.45 dotata
di stecher, come nuova. €. 180
334 6404373 Emanuele
Revolver ROGER&SPENCER
(Pedersoli) cal.44 ver. gara: Ottime
finiture, precisissimo, altamente
competitivo. Ottimo stato. €. 480
334 6404373 Emanuele
h Ow kEN RIv ER (Pedersoli)
cal.45, diottra regolabile ed inserti
stecher. Ideale per il tiro di precisione.
Condizioni pari al nuovo. €. 550
334 6404373 Emanuele
MISCELLANEA
Vendo splendida baionetta sistema
Lauckart per Fucile da Fanteria
Kammerbuechse 1842. Oppure
cambio/compro con analoga ma per
Carabina Jaeger Kammerbuechse
1842 (il manicotto deve essere lungo
ca. cm 10) ottime condiz. € 400 tr.
Alberto tel. 051.6368004
Vendo GIACCA DA TIRO in stoffa
usata solo 3 volte, colore verde e
blu, taglia 46. € 200
valerio tel. 329.4514155
quaderni Franchi anni dal ‘56 al ‘73
(tutto il pubblicato) e Diana Armi
anni dal ‘72 al ‘03, fascicoli perfetti.
Vendo anche 1 collez. di cartoline a
soggetto venatorio e cataloghi di
armi+manuale pratico per uso corretto delle armi ad avancarica dal
titolo “A caccia con lo schioppo a
percussione. Spari e nuvole di
fumo”. Volume di 200 pagine e ca.
200 illustr. in b/n ed a colori; ed. di
soli 600 esemplari in via di esaurim.
Dott. Raggi tel. 0544. 590206 op
vALIGIA tipo PAkMAYR, nuova ed
adatta per trasporto sino a 5 pistole
con tutti gli accessori. € 180
Gasbarri 339.2266136
Catalogo della mostra svoltasi nel 1997
nel MUSEO NAPOLEONICO di Roma.
1796 – 1797 Da Montenotte a
Campoformio: la rapida marcia
di Napoleone Bonaparte
Ed. “L’ERMA di Bretschneider” - 1997
nuovo. € 40
Massimo Capone 338.8510997
Cosi’ sparavano i nostri
di A. Gattia e A.G. Cimarelli - Ed.
Stringa –Genova - 1966
Illustratissimo colori e b/n (armi
western ed esemplari anche da
collezioni italiane) Raro € 80
Massimo Capone 338.8510997
L’ARMERIA REALE DI TORINO
Autori diversi - Ediz. Bramante 1981 (ediz. limitata di 2000 copie)
Esemplare n. 716 di 2000
434 pag. con tavole a colori e b/n.
Copert. in tela con sovracopertina
ill. In condiz. di nuovo. Raro. € 200
Massimo Capone 338.8510997
ETUDES SUR L’ARTILLERIE
MODERNE Turgan Ed. M. Levy
Freres - Paris, fine 19° secolo.
Ricchissimo di illustr. (da incisioni) su
artiglierie e relativi munizionamenti
(spaccati, fabbricazione, tabelle balistiche, ecc) della 2° metà del IXX°
secolo. Comprende anche capitoli
sulla fabbricazione delle capsule e
delle prime cartucce a retrocarica da
guerra e da caccia ed un capitolo
sulla fabbrica di M. E. Lefaucheux.
290 pagine Rilegatura successiva in
tela. Condizioni ottime. Raro. € 120
Massimo Capone 338.8510997
W COME WINCHESTER
E' il titolo del nuovo libro scritto dal
socio della S.L.V. Viscardo Brunelli,
già autore di “Allin-Springfield-trapdoor system arms”. L’opera comprende tutti i modelli di Winchester,
dall’Henry al Mod. 95, con oltre 230
pagine, testi in italiano e in inglese e
più di 100 foto a colori. Tra queste
spiccano delle stampe a grandi dim.
con fucili a grand. quasi nat., con
foto di 90 cm. Il libro sarà disp. in
due versioni con un prezzo di cop.
al pubblico di € 80 con custodia e di
€ 65 senza custodia. Prenot. l’opera
direttamente dall’Editore “Edizioni
ET Srl - Varese” contattando il dirett.
Signor Bruno Erba. tel. 0332 97
10 28 oppure all' indirizzo e-mail:
[email protected]. Potete trovare la
pres. dell' opera anche sul giornale
“La vetrina delle armi” e sul sito
http://www.lavetrinadellearmi.it
LA REDAzIONE
RICORDA
AGLI INSERzIONISTI
DI COMuNICARE
AVVENuTE VENDITE
DI ARMI O EVENTuALI
VARIAzIONI AGLI
ANNuNCI IN ESSERE
pagina 30
Sparare senza
la polvere
Proiettile sì, polvere nera no: un modo semplice e divertente per utilizzzare
proficuamente un’arma nella preparazione agonistica o nel tiro ludico indoor.
(a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli)
È trascorso circa un anno da quando la Davide Pedersoli ha presentato gli innovativi proiettili
in polimero da utilizzare nelle armi ad avancarica, con apposita conversione del luminello, o nei
revolver a cartuccia metallica (calibro .38 Special e .45 Colt), con uno specifico bossolo. Il
vantaggio, in entrambi i casi, è quello di potere sparare senza l’impiego della polvere nera.
Gli sviluppi più pratici si sono rivelati sia nel tiro indoor sia nel tiro preparatorio alla
prestazione agonistica, anche per quanto riguarda le competizioni del Cowboy Action: è
sufficiente dedicare attenzione alla posizione di tiro, alla respirazione, e allo scatto del grilletto
oppure, se il training è rivolto al tiro western, alla istintività del tiratore.
La distanza di tiro consigliata è di circa 15 metri e la precisione balistica è apprezzabile.
Con il tiro senza polvere nera si possono rivelare idonei spazi privati, interni o esterni,
altrimenti non utilizzabili per tale attività. Dopo alcune
prove eseguite in un campo di tiro all’aperto, per
Calibri, dimensioni e pesi
esempio, è stato rilevato che il rumore denota, da
Misura palla
Peso palla
qualsiasi direzione si ponga l’attenzione, una intensità
minima, appena percettibile.
Calibro
mm
inches grammi grani
I pesi delle palle in polimero oscillano da 1,68
grammi - 26 grani - per quella calibro .354 (4 g .354
1,68
26
.36; .38 Special 8,99
61.73 grani - la corrispondente in piombo) a 3,36
11,18 .440
3,17
49
.44
grammi - 52 grani - per la calibro .451 (9 g - 138.90
grani - quella in piombo). Disponibile anche le palle in
11,45 .451
3,36
52
.45; .45 Colt
calibro .44 (3,17 grammi - 49 grani).
Come si spara
Nelle pistole ad avancarica a percussione si deve svitare il luminello e sostituirlo con quello
realizzato dalla Pedersoli specificamente per la capsula #209. Avvitato il nuovo luminello, eventualmente con l’ausilio di una chiave o una pinza, e dopo avere spinto fino in fondo nella canna la palla
(non usare polvere nera), si inserisce la capsula #209 nella apposita sede coassiale dello stesso
luminello e si avvita, a mano, il coperchietto che
alloggia il percussore. A questo punto, l’arma è pronta
per sparare. Dopo lo sparo, e svitato il coperchietto, la
capsula spenta può essere estratta manualmente dal
luminello. Tale capsula potrebbe lasciare dei leggeri
residui che possono essere rimossi, dopo avere sparato
alcuni colpi, utilizzando uno scovolo di bronzo.
Interessante il recente Set Indoor proposto della
Pedersoli e destinato a chi vuole iniziare questa
piacevole esperienza: una pistola Continental Duelling
calibro .45 già predisposta con la conversione del
luminello e corredata con una confezione da cento palle
in polimero, un bullet starter e una bacchetta di caricamento, il tutto contenuto in una valigetta da tiro. La
proposta potrebbe rivelarsi utile anche per coloro che
non volessero sostituire ogni volta il luminello della propria
arma da tiro. Il Set Indoor, a richiesta, può essere allestito con qualsiasi altro modello della gamma Pedersoli.
Oltre che nelle pistole, la conversione per
sparare le palle in polimero consente una buona
precisione di tiro anche se impiegata nei fucili con
canna lunga fino a 710 mm (28”).
Pur non impiegando la polvere nera, la conversione per il tiro indoor mantiene inalterato lo spirito del tiratore ad avancarica che, a parte un paio di
movimenti, seguirà sempre la solita procedura, anch’essa importante in una seduta preparatoria al tiro
pagina 31
agonistico. E considerando
proprio l’assenza della polvere
nera, e quindi dei residui
carboniosi della combustione,
ci si accorgerà che non sarà
necessario, dopo l’uso, pulire
l’arma con il tradizionale
sistema del lavaggio.
Per evitare di reperire
di volta in volta un adeguato
bersaglio, la Pedersoli offre
anche un portabersaglio metallico con dimensioni di 30x30
centimetri di lato e 7 centimetri I luminelli di conversione
di profondità. La parete poste- per l’utilizzo della capsula
riore presenta un’asola per il .209.
fissaggio a parete ed è protetta
Cofanetto per tiro indoor contenente la da una controparete ammortizzata, e quindi elastica,
pistola Continental Duelling, la bacchetta di che impedisce eventuali
caricamento, il bullet starter e una confezione
rimbalzi di frammenti dei
di palle.
proiettili in polimero. Il
portabersaglio viene fornito con dieci bersagli in cartoncino.
Si ricorda che il valore del diametro dei proiettili in polimero è
abbastanza prossimo a quello del diametro del calibro dell’arma, per cui
non dovrebbe essere necessario l’impiego della pezzuola nella fase di
caricamento. Pur tuttavia, se il tiratore dovesse decidere di utilizzarla si
raccomanda di scegliere quelle con il minore spessore disponibile.
La conversione del luminello tradizionale con quello per la capsula
#209 si può rivelare utile nella caccia ad avancarica: si eliminerebbe il
rischio che la capsula #11 possa essere inficiata da eventuali accumuli
di umidità durante una battuta e, inoltre, si avrebbe una accensione più
netta e potente della carica di polvere.
Per l’utilizzo nei revolver a retrocarica calibro .38 Special o .45
Long Colt sia la palla sia l’innesco vengono inseriti, sempre
manualmente, in un apposito bossolo di ottone creando così una
falsa cartuccia pronta da camerare nel tamburo. La sede dell’innesco Il portabersagli in metallo
ha un diametro tale che lo stesso innesco può essere calzato vincendo 30x30x7 centimetri. La parete
un certo attrito, magari con l’aiuto di una martelletto di legno o teflon. posteriore è protetta da una
La palla, invece, può essere calzata nella sua sede concava controparete ammortizzata per
con estrema facilità, semplicemente appoggiandola: la curvatura impedire eventuali rimbalzi di
frammenti dei proiettili.
della sede consentirà di mantenerla nella posizione ottimale.
Nella parte
interna del bossolo
è presente soltanto
un condotto per
convogliare l’azione
detonante della
capsula in maniera
netta e uniforme
sulla palla. Tale
condotto
deve
rimanere assolutamente libero:
in nessun caso
deve essere utilizzata polvere
nera. Dopo lo
sparo, la capsula
spenta può essere
estratta spingendola con un
cacciaspine del
diametro di 2,5
millimetri.
Revolver Doc Holliday calibro .38 Special assieme a bossoli, palle e capsule .209.

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