Editoriale - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera

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Editoriale - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Editoriale
di Giangi Cretti
F
ra i vizi capitali è quello verso il quale ci dimostriamo più tolleranti.
Cesare Marchi annotava che “assieme alla lussuria, è il vizio più confessabile,
il solo che aumenta con l’età, mentre tutti gli altri tendono a diminuire. Nessuno si
vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente.
Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles (e per Francesca
Dellera)”. Difficile, a meno che non si voglia pagare pesante pegno all’onestà
intellettuale (nostra e altrui), dargli torto.
Il riferimento è alla gola, quel piacere (in quanto tale, per taluni, ipocrita fonte
di vergogna) al quale indugiamo con la malcelata presunzione (ambizione?)
di poterci annoverare nell’eletta schiera dei gourmet: tutt’altra cosa, va da sé,
di quella, sicuramente folta e assai più rozza, dei gourmand.
Buongustai, dunque, e come tali colti: pertanto, attenti e selettivi. Impossibile,
anzi inaccettabile, il paragone con i golosi: inclini all’ingordigia, nella loro perenne
competizione con Pantagruel, scomodano, spesso inconsapevoli, Rabelais.
Così fosse, potremmo dedurre che il (buon)gusto, sia uno stato evolutivo della gola.
Confinato fra i vizi quest’ultimo, viene coltivato (nel migliore e lodevole dei casi)
e ostentato (con vezzo modaiolo) come virtù il primo.
Abbandonando quello che (erroneamente mi permetto di sottolineare) può parer
un mero esercizio di stile - a metà strada fra il filosofeggiare vacuo e l’argomentar
simildotto (e viceversa) - credo si possa concordare sul fatto che oggi la particolare
attenzione ai piaceri della gola sia complice di un indubbio affinamento del gusto.
Ne deriva che a fronte di una crescente consapevolezza del consumatore, sempre
più attento a deliziare il proprio (buon)gusto, deve corrispondere un’adeguata
preparazione del produttore, che, a sua volta, sa di essere misurato con il metro
della qualità. Su questi presupposti, si stabilisce una sorta di sfida, il cui unico
arbitro è la selezione del mercato.
In questo ambito specifico, si può, con motivato titolo, affermare che il Made in
Italy (da non confondere con il Made by Italy) continua ad essere ben attrezzato.
Non vi è dubbio, infatti, che nel settore enoalimentare il nostro Paese possa vantare
sostanziosi (l’aggettivo è appropriato) primati. Fermo restando che, merito
(o colpa?) della globalizzazione, la concorrenza si moltiplica e, a maggior ragione
in questa delicata fase congiunturale, in un mercato dinamico e blandito come
quello svizzero si vince in qualità.
L’occasione fornita da una fiera come Gourmesse, uno degli appuntamenti che ben
può assumere il valore di esempio, costituisce per tutti, consumatori e produttori,
un importante momento di verifica.
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Sommario
RUBRICHE
1
In breve
9
Italiche
11
Europee
13
Internazionali
15
Oltrefrontiera
17
Convenzioni Internazionali
24
Burocratiche
27
Benchmark
31
Angolo Fiscale
33
Angolo legale
35
L’elefante invisibile
37
Scaffale
51
Sequenze
57
Diapason
59
Convivio
73
Motori
77
Starbene
80
Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Direttore - Giangi CRETTI
Comitato di Redazione
L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI,
C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI
Collaboratori
Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN,
G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO,
P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI,
L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì,
G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL
La Rivista
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Editoriale
PRIMO PIANO
19
22
Gli italiani e gli orologi: una lunga storia d’amore
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La crisi finanziaria internazionale:
le ragioni tecniche e culturali
A Ginevra e Losanna le conferenze inaugurali
del professor Roberto Ruozi
INCONTRI
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4
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Essere a capo di un’impresa è gratificante
Donne in carriera: Daniele Gasparini
Rivista – Ottobre 2009
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43
Le molte facce della diplomazia
Intervista esclusiva con Cornelio Sommaruga
(seconda e ultima parte)
Svizzera 1939: mobilitazione di un esercito
e di un popolo
A settanta anni dello scoppio della seconda
Guerra mondiale
CULTURA
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Fredde delizie siciliane per torride estati
Granite, Sorbetti e “Gelu e Muluni r’acqua”
Tecnologia MultiAir
Alfa Romeo MiTo MultiAir
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Harley-Davidson: Novità 2010
Tradizione e tecnologia
Gilera Runner 50 SP
Tutto nuovo secondo le norme Euro 3
IL MONDO IN FIERA
Il Museo della Bilancia, della Figurina
dell’Illustrazione, il Castello dei Burattini
e la Casa della Musica
Gli scrigni delle curiosità8
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L’autunno della cultura su LA 1 e LA 2
«Il privilegio di presentare un proprio album»
Il debutto musicale di Gabriel Rimoli
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Il rilancio inizia dal nostro palato? Anche,
perché no!
A Zurigo dal 9 al 12 ottobre
Gourmesse 2009
Affari, novità e compratori: è il Macef
della ripresa
Trasporto di persone su gomma
Bus&Bus Mobility Business: Verona,
18 - 21 novembre
L’unica Esposizione Internazionale
dell’anno dedicata alla moto
EICMA 2009: Milano, 10 - 15 novembre
Il Salotto della Grappa e Distillati nazionali
ed esteri
SpiriTs&Co: Trieste, 12 - 14 novembre
IL MONDO IN CAMERA
Crescere in termini di qualità
Intervista con Stefan Schramm, direttore
della casa editrice ‘Salz & Pfeffer’
organizzatrice di Gourmesse
Le Aziende Italiane a Gourmesse 09
Risultato lusinghiero per le cantine italiane
16° Concorso internazionale dei vini Zurigo 2009
Livernano e Casalvento incontrano
i giornalisti di Zurigo
Rivista – Ottobre 2009
La
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Chocodays - Le giornate del cioccolato
Bellinzona, 6-8 novembre
La Venezia di Rolf Gérard
In mostra ad Ascona fino al 31 ottobre
Domenico e Rita Miggiano tra i premiati
del Pfefferzeichnen 2009
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73
Zurigo In Italiano
Il programma completo
DOLCE VITA
63
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I
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92
93
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Il tema di Lara
ncontro con Lara Francesca Cucinotta
Concerto di beneficienza per l’Abruzzo
Il 13 ottobre alla Tonhalle di Zurigo
L’eccellenza dell’arredamento artigiano
della Brianza: la culla del design italiano
Italienisch? Sì
Corsi di lingua e cultura italiana a Zurigo
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In Breve
Il traffico ferroviario di Cisalpino
torna alle società madri
Con l’entrata in vigore del nuovo orario il prossimo 13 dicembre la società Cisalpino cesserà
l’attività. FFS e Trenitalia fanno marcia indietro
e riassumono la gestione autonoma del traffico passeggeri fra Svizzera e Italia. Ai circa 40
dipendenti della Cisalpino verrà offerta un’opportunità d’impiego presso le case madri, nel
rispetto delle normative nazionali vigenti. Di
fronte ai problemi tecnici, ai ritardi e all’insoddisfazione dei clienti le possibili soluzioni
erano due: o ingrandire Cisalpino o ritornare al
punto di partenza. In una nota congiunta FFS e
Trenitalia hanno ammesso che il servizio non
raggiunge ancora i livelli di qualità auspicati,
e condiviso la consapevolezza che l’attuale
struttura societaria di Cisalpino non permette il
conseguimento degli obiettivi in tempi ragionevoli. Il nuovo modello per il trasporto passeggeri tra Svizzera e Italia corrisponde in pratica a
quello in vigore prima della creazione di Cisalpino SA, società fondata nel 1993 e controllata in parti uguali da FFS e Trenitalia. La nuova
forma di collaborazione prevede la gestione di
Vignetta autostradale:
raddoppiata la multa
Costerà più caro, in futuro, circolare senza contrassegno autostradale valido: seguendo il Nazionale,
il Consiglio degli Stati ha deciso di
raddoppiare da 100 a 200 franchi
la multa per punire i trasgressori. Il
prezzo della «vignetta» rimane invece fissato a 40 franchi all’anno.
«Chi non paga il contrassegno autostradale, provoca una
perdita fiscale di 20 milioni di franchi ogni anno», ha dichiarato Peter Bieri (PPD/ZG) a nome della commissione
dei trasporti. L’aumento della multa mira a ridurre la quota
degli abusi stimata al 6%. All’unanimità i senatori hanno
concretizzato a livello di legge le disposizioni attualmente in vigore. Il sistema non è però stato rivoluzionato: in
particolare, non si è voluto introdurre un contrassegno
elettronico, di durata limitata o valido soltanto in alcune regioni. La Camera dei Cantoni ha tuttavia inasprito
talune misure per combattere gli abusi, come il riutilizzo
o la manipolazione del contrassegno. Stando ai senatori,
l’amministrazione federale delle dogane dovrebbe quindi
avere la facoltà di delegare a organizzazioni private i controlli alle frontiere e le sanzioni per punire i trasgressori.
Tale provvedimento, proposto dal Governo, è invece stato
respinto in precedenza dal Nazionale, che ora dovrà nuovamente occuparsi del dossier.
Rivista – Ottobre 2009
La
tre coppie di treni sul Lötschberg, quattro per
Losanna/Ginevra, di cui uno da Venezia, e sette sull’asse del San Gottardo. La responsabilità
operativa dei treni passa da una società all’altra
al confine fra i due Paesi. L’accordo tra Trenitalia e FFS disciplina pure la ripartizione dell’attuale flotta di Cisalpino. Cinque dei nove treni
ETR 470 vengono ripresi da Trenitalia e gli altri
quattro dalle FFS. La flotta dei 14 nuovi treni
ETR 610, di cui sono finora disponibili soltanto
due convogli, sarà ripartita a metà fra le due
società. La concessione rilasciata a Cisalpino,
recentemente prolungata fino al 2017, dovrà
ora essere adattata. Si dovrà inoltre modificare
la concessione rilasciata alle FFS per i collegamenti internazionali, analogamente a quanto
dovrebbe accadere da parte italiana. I collaboratori di Cisalpino esprimono in una nota
«delusione» per l’accordo fra FFS e Trenitalia,
precisando comunque che rispetteranno la decisione e faranno tutto il possibile per rendere
possibile un trasferimento delle attività senza
problemi. Sempre a partire dal cambio d’orario, FFS e Trenitalia hanno deciso di sospendere il servizio dei treni notturni tra la Svizzera
e l’Italia. Una decisione motivata con il calo
della domanda registrato in questi ultimi anni e
con i livelli di qualità offerti dai treni notturni,
che non sono più al passo con i tempi.
Invito al seminario
Die steuerlichen Beziehungen zwischen Italien und der Schweiz
nach dem “Sommerpaket“ der italienischen Regierung
Siegrid Mayr, Robert Frei e Manfred Psaier, moderati dall’avvocato Massimo Calderan, trattano i seguenti argomenti:
- Investitionsanreize im Rahmen der Konjunkturpakete der italienischen Regierung
- Neue CFC-Regelung gegenüber Gesellschaften in der Schweiz,
die in der black list angeführt sind
- Neue CFC-Regelung gegenüber Gesellschaften in der Schweiz,
die nicht in der black list aufscheinen
- Das Problem der Nicht-Abzugsfähigkeit der Kosten aus Lieferungen und Leistungen von CH-Gesellschaften der black list
- „Scudo fiscale“ (Repatriierung)
- Eventuali domande
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Italiche
di Corrado Bianchi Porro
La ripresa c’è, quasi tutti sono concordi e i
segnali si moltiplicano quasi giorno dopo
giorno, anche se naturalmente non va esclusa l’ipotesi di una parziale correzione. Ma
l’emergenza occupazione continuerà ancora
per qualche tempo, perché la crisi ha effetti di
trascinamento. Negli Stati Uniti si arriverà al
10%, ma anche in Italia e in Europa per mesi
il problema continuerà ad agitare l’attenzione
dei politici, imprenditori, lavoratori e famiglie.
È facile distruggere e tagliare, mentre le nuove
aziende che nascono con altre basi, ci mettono ben altro tempo per crescere.
Questo il polso dei politici e degli industriali intervenuti al Workshop Ambrosetti che si
è svolto in settembre a Cernobbio. Secondo
Massimo d’Alema, l’emergenza lavoro è un
grandissimo problema europeo. Credo, ha det-
I postumi della crisi
to, che questo richieda un’azione coordinata.
«Occorrono politiche fiscali, che incoraggino
le imprese e una politica di assistenza perché
non possiamo lasciare le famiglie senza reddito e le persone senza speranza. Occorrerebbe coesione e riforme, perché il lavoro è una
grande emergenza europea». Immediata la
risposta di Renato Brunetta. «In tutte le crisi spiega - l’occupazione reagisce normalmente
con un ritardo di circa sei mesi. Cioè la reattività dell’occupazione all’andamento del Pil è
vischiosa.
Quando le cose vanno bene, l’occupazione
reagisce positivamente sei mesi dopo; quando le cose vanno male, altrettanto. Quindi,
mentre noi oggi possiamo vedere la svolta per
quanto riguarda il Pil, dobbiamo in qualche
modo subire i contraccolpi sull’occupazione
che sono propri dell’andamento del Pil di sei
mesi fa, per il cui fenomeno era ampiamente
previsto».
Oscar Giannino, noto commentatore finanziario che da giugno conduce una trasmissione
giornaliera su Radio 24 (emittente radiofonica
del Sole 24 Ore) osserva inoltre che in Italia
prevale la coesione tra impresa e occupato.
Ciò spiega perché l’Italia tra i Paesi Ocse sia
quella che ha avuto minori tensioni sociali rispetto a Francia e Germania. Il mercato del lavoro colpito da questa crisi è il manifatturiero
esportatore.
In teoria ci si sarebbe attesi un’espulsione di
occupati molto maggiore, ma si sconta il fatto
che gli imprenditori temono di eliminare forza
lavoro qualificata. L’impresa ha faticato alcuni anni per investire sull’operaio specializzato
e a coinvolgerlo. Se lo espelle e si rivolge a
emigrati, la manodopera è tutta da riformare
e quindi l’imprenditore è il primo a pensarci
Rivista – Ottobre 2009
La
molto bene, ha spiegato Giannino. Un altro
problema che è emerso al workshop Ambrosetti è stato quello del credito. C’è oggi credito sufficiente nel sistema bancario italiano,
in particolare per le piccole e medie imprese?
Secondo Corrado Fissola, presidente dell’ABI,
il problema della liquidità non costituisce oggi
una remora per effettuare finanziamenti alle
imprese, né a breve, né a lungo termine. La
quantità enorme di liquidità messa a disposizione della Banca Centrale Europea per l’eurosistema è tale per cui le banche hanno una
quantità rilevantissima di denaro.
La crisi di fiducia che aveva ingessato il mercato interbancario, per l’Italia non è stato un
problema. Abbiamo solo bisogno di domanda
di credito “buono”.
Anche quello un po’ meno buono, lo stiamo
gestendo; ci stiamo invece leccando le ferite
per una crescita insufficiente e ci auguriamo di
tornare presto a fare il nostro mestiere per erogare il credito alle imprese e alle famiglie, ha
detto Faissola. Il mancato credito non dipende
né dalla mancata disponibilità, né da criteri
patrimoniali che non siano adeguati.
Tutte le nostre banche hanno patrimoni rilevanti. La situazione di oggi è infatti radicalmente diversa da quella vissuta tra settembre
2008 e febbraio 2009.
Il nostro sistema per allungare il credito alle
aziende col sistema del silenzio assenso, con
un’istruttoria facilissima e comprensibile (solo
in rifiuto sarà infatti adeguatamente motivato)
è all’avanguardia nel mondo. Non solo per
questa ultimissima iniziativa, ma per tutti gli
sforzi che sono stati fatti in materia di trasparenza, i conti correnti, la trasferibilità delle rate
di mutuo, la domiciliazione.
Il Governo e tutto il Paese si dovrebbero preoccupare invece di evitare che attraverso una
serie di balzelli diretti o indiretti, attraverso
una penalizzazione fiscale, il sistema bancario
venga penalizzato.
Un sistema bancario che è entrato nella crisi
come il miglior sistema in Europa e del mondo, non ne esca con un rapporto invece molto
indebolito.
Anche in termini prospettici, per rimanere in
un’economia di mercato perché se uno Stato
interviene nella proprietà delle banche, o se
qualche istituto dovesse essere oggetto delle
mire di istituzioni straniere, io credo, ha concluso Corrado Faissola, che il Paese non ne approfitti e non ne ricavi alcuna utilità.
Sono iniziative, quelle dell’allungamento del
credito, che sono state adottate naturalmente
solo per il momento di crisi e nell’interesse supremo del Paese per rafforzare le necessità di
finanziamento a favore delle piccole e medie
imprese che rappresentano la spina dorsale
del sistema italiano.
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Europee
di Philippe Bernasconi
Ottimistici forse no, ma i toni di esperti e
governanti del mondo intero non sono più
quelli cupi di qualche mese fa. All’orizzonte si intravvedono i primi, seppur timidi, segnali di ripresa economica. Anche in Europa. Se quest’anno il prodotto interno lordo
dell’Unione europea dovrebbe far registrare
un poco invidiabile -4%, a partire dal 2010
la congiuntura dovrebbe ricominciare a crescere. E pensare che solo un anno fa il sistema
economico e finanziario mondiale sembrava
sull’orlo della bancarotta. Ma l’ottimismo, anche se cauto, di questi giorni potrebbe essere
prematuro e fuorviante.
Le lezioni di una crisi
La mattina del 15 settembre del 2008 l’Europa
si svegliò con un brutto presentimento. Che il
mondo della finanza si trovasse a pochi centimetri dall’abisso. Poche ore prima, nel cuore
della notte, a New York falliva (o, se preferite,
veniva lasciata fallire) la Lehman Brothers, la
quarta banca d’investimenti americana. Ma,
soprattutto, un simbolo di un sistema che per
troppo tempo aveva vissuto al di sopra delle proprie possibilità. E che ora stava precipitando verso l’inferno. Fino ad allora, dallo
scoppio della bolla immobiliare nel 2007 con
i suoi subprime (i famigerati titoli spazzatura),
la situazione era rimasta tutto sommato fluida.
Non c’era ancora la percezione dell’ampiezza e della gravità della crisi.
E i tentativi di tamponare le ferite erano in
qualche modo riusciti a rallentare il decorso
della malattia. Ma con la Lehman Brother il
limite era stato superato, gli argini si erano definitivamente rotti.
E anche la Federal Reserve e la Casa Bianca,
allora ancora guidata da George Bush, avevano dovuto tirare i remi in barca. Salvare, con
un ingente esborso di denaro liquido, anche
questa banca sarebbe servito a poco o nulla.
E, allora, tanto meglio lasciarla morire di morte propria. Per poi ripartire su nuove solide
basi. Oppure assistere a un effetto domino.
Un crollo a cascata dell’intero sistema.
Gli ultimi 12 sono stati mesi ad altissima tensione in tutto il mondo. Dal tracollo della Lehman Brothers le autorità finanziarie di Stati
Uniti, Europa e Asia hanno cercato di reagire
con un’iniezione di migliaia di milioni di dollari nel sistema. Prima per cercare di salvare il
salvabile ed evitare che altri istituti facessero
la fine della Lehman.
Poi per cercare di stimolare un’economia che
era entrata in una fase recessiva, al limite della
depressione. La crisi finanziaria – che aveva
preso avvio negli Stati Uniti con il crollo del
Rivista – Ottobre 2009
La
mercato immobiliare – si era ben presto trasformata in una crisi dell’economia reale.
Contro la quale i governi di mezzo mondo
hanno provato ad intervenire riesumando le
vecchie ricette keynesiane: denaro pubblico
per alimentare la domanda. Una ricetta che,
in qualche modo, sembra aver funzionato.
E anche l’Europa ha fatto la propria parte. Inizialmente riluttanti, i paesi membri dell’Unione europea hanno trovato un minimo comun
denominatore ed hanno espresso una politica
di rilancio economico unica, anche se applicata con diverse sfaccettature e velocità. Non
tutti gli Stati hanno del resto dovuto affrontare
le stesse problematiche. Per l’Unione europea
si è comunque trattato di un passo avanti rispetto a un passato fatto di divisioni e di politiche nazionali spesso e volentieri in antitesi
le une rispetto alle altre.
Le politiche adottate in questi mesi un po’ in
tutto il mondo hanno avuto un filo conduttore
comune. Nel sistema economico e finanziario sono state immesse immense somme di
denaro. Con un doppio obiettivo. Stabilizzare il sistema finanziario e rilanciare il sistema
bancario e creditizio da una parte, stimolare
la crescita economica dall’altra. E i risultati –
come detto - si sono a poco a poco visti.
Se le borse dal mese di marzo hanno invertito la tendenza, riprendendo a crescere, anche l’economia reale potrebbe essere uscita
dal tunnel della recessione-depressione. Già
dall’anno prossimo gli istituti di ricerca prevedono una ripresa generalizzata, anche se
timida e lenta. Ma è già qualcosa.
Rimane, è vero, la disoccupazione, che nei
prossimi mesi rischia di esplodere. Ma, si sa,
il mercato del lavoro reagisce con mesi di ritardo alle crisi economiche, e di conseguenza
anche nel caso contrario, quando l’economia
riprende a galoppare.
Il vero problema potrebbe essere un altro. E
ben più gravoso.
Grazie anche all’enorme liquidità presente sul
mercato il sistema finanziario sembra – almeno in parte – essere tornato a fare quello che
faceva prima. E cioè – stimolato da bonus e
premi ai guadagni immediati - ad esporre il
denaro agli altissimi rischi di breve termine.
Senza preoccuparsi della sostenibilità di lungo termine.
Come dire che la lezione, pesantissima, di
questa crisi epocale potrebbe non essere servita ad alcun che. Ci vogliono insomma al più
presto nuove regole. Negli Stati Uniti, ma anche nella Vecchia Europa.
L’allarme è giunto dallo stesso presidente americano Obama ad un anno dal crack Lehman:
“Subito la riforma della finanza mondiale”.
Dalle promesse bisogna passare al più presto
ai fatti. Al di là e al di qua dell’Atlantico.
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Internazionali
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Guerra, guerra e ancora guerra. Questa parola
che l’Italia ripudia esiste e si sta svolgendo in
un luogo dove i militari della più grande alleanza militare della storia sono presenti ormai
da vari anni. È triste a dirsi ma ci resteranno
per ancora più tempo. Non c’è dubbio che la
situazione in Afghanistan è grave e va deteriorandosi. L’attentato al convoglio della Folgore ha avuto luogo in una zona che dovrebbe
essere sotto il controllo delle truppe NATO.
In pieno giorno, in città e con il livello di sicurezza al massimo, gli attentatori hanno raggiunto l’obiettivo. Nel 2009 i caduti del contingente internazionale sono stati circa 400 e
sono aumentati a causa degli ordigni lasciati
ai bordi delle strade, che esplodono al passaggio dei mezzi. Vere e proprie trappole che
si fa la guerra, ma con pochi soldati. Ogni
caduto pesa sull’opinione pubblica come un
macigno proprio perchè il paffuto, opulento
e viziato mondo occidentale non è più abituato a soffrire le pene dei quattro cavalieri
dell’Apocalisse. La fame, la peste, la guerra
e la morte sono esorcizzati dal consumismo
esasperato delle reti commerciali.
Ma i terroristi, i talebani, o chiamiamoli
semplicemente i disperati che da che sono
al mondo non hanno conosciuto altro che
la miseria e la violenza, hanno come unico
mestiere possibile quello delle armi. I loro comandanti non hanno uno scrutinio elettorale
dietro l’angolo e non devono quindi rendere
conto ad un’opinione pubblica. Non hanno
nulla da perdere. L’hanno dimostrato durante
l’invasione sovietica e ancora
prima nei confronti degli inglesi. È chiaro poi che se i gruppi
talebani riuscissero a sconfiggere definitivamente nel morale gli Stati Uniti e la NATO, a
farli ritirare con la coda tra le
gambe, si sentirebbero onnipotenti e il mondo sarebbe inondato dalle violenze dovute al
rafforzamento di Al Qaeda. Come porre allora un tampone a quest’emorragia di violenza
senza fine?
Una strategia che potrebbe rivelarsi efficace
in Afghanistan è quella usata in Irak: la cosiddetta surge. In pratica la maggioranza dei
talebani sono in vendita e dunque è possibile
comprarli, a patto di avere fondi sufficienti.
Nel caso dell’Irak le milizie paramilitari che
stavano per scatenare una guerra civile sono
state inquadrate e finanziate dagli Stati Uniti
per mantenere la sicurezza interna. Questa
strategia del generale americano David Petraeus si è rivelata utile per diminuire gli attentati. Si è passati dai 160 al giorno del giugno
2007 ai 20 attuali. Il conflitto in Afghanistan è
stato asimmetrico sin dall’inizio.
C’era forse qualche dubbio che dopo l’11 settembre 2001 gli Stati Uniti e gli alleati avrebbero avuto delle difficoltà a rovesciare il regime che ospitava Al Qaeda? No di certo. Ma da
una vittoria militare alla stabilizzazione di un
paese quasi fallito ce ne corre. L’Afghanistan
è oggi un ginepraio infestato dal narcotraffico,
dalla corruzione e dalla guerriglia islamista.
A differenza di un esercito convenzionale,
che vince solo quando ha sconfitto il nemico, la guerriglia vince se non è sconfitta. Per
liberarsi della guerriglia islamista è infatti indispensabile l’aiuto dei paesi confinanti quali il Pakistan e l’Iran. Lo scenario è dunque
regionale e le conseguenze di un fallimento
del controllo dell’Afghanistan si sono già fatte
sentire una bella mattina di settembre di alcuni anni fa a New York.
Sei parà uccisi e ci si ricorda
che c’è una guerra
si sono rivelate micidiali per i mezzi blindati italiani tanto da far rafforzare la blindatura
dei mezzi Lince prodotti dall’IVECO. Tuttavia,
l’esplosione dell’autobomba a Kabul è stata
talmente devastante che uno dei due mezzi
militari coinvolti è stato sventrato.
Sei militari uccisi. Non siamo abituati al fatto
che dei soldati italiani siano caduti. Non siamo abituati ad essere odiati.
Gli italiani tendono la mano e sono in Afghanistan per contribuire alla ricostruzione del
paese. È noto l’impegno per il consolidamento di un nuovo ordinamento giuridico che
gli italiani hanno ormai intrapreso da tempo,
così come il ruolo dei carabinieri per l’addestramento della polizia afghana nella zona
di Herat. L’Italia è presente con 3'300 militari inquadrati nel comando NATO, dunque è
difficile pensare ad un ritiro unilaterale delle
truppe dal Paese. Il generale Mario Arpino, ex
capo di Stato Maggiore della Difesa, ha commentato così sul Corriere della Sera del 18 settembre scorso:
“Solo dopo la stabilizzazione del paese si potrà contribuire in maniera utile al suo sviluppo
civile ed economico. Il problema è appunto
che il 97% del Paese è infestato dai talebani.
La priorità perciò è il controllo del territorio. Le
nazioni si sono dichiarate disponili ad occuparsi di attività relative all'istruzione, alla cultura, alla liberazione delle donne, ma prima
bisognava controllare il territorio militarmente."
Come combattere una forza di guerriglia avendo sul terreno un numero di soldati insufficiente? Il problema è lo stesso che si presentò
nei momenti successivi l’invasione dell’Irak:
Rivista – Ottobre 2009
La
15
Oltrefrontiera
di Fabrizio Macrì
Spesso sui giornali e nei documenti ufficiali che si
occupano di strategie per l’internazionalizzazione
e soprattutto di attività promozionali tese al sostegno del Made in Italy nel mondo vengono esposti
due ordini di argomenti: si indicano nuovi possibili
mercati di esportazione o si indicano nuovi settori
di specializzazione. Si parla molto meno di metodo; o meglio al vago ma ripetuto e ormai stucchevole richiamo a “fare sistema” non seguono mai
precise indicazioni su come fare, se non generici
inviti alla collaborazione che non necessariamente
però prevede una razionalizzazione degli interventi ed un aumento quindi della loro efficacia. Non
è questa la sede per affrontare il tema della riorganizzazione degli enti preposti alla promozione ed
internazionalizzazione del
Made in Italy, vorremmo però dare un contributo
alle questioni di metodo sui processi di promozione e soprattutto sul modo di andare all’estero
delle PMI italiane che nascono da alcune impressioni derivanti dal rapporto diretto e quotidiano
con esportatori italiani e controparti estere. Punto
di partenza dovrebbe sempre essere la conoscenza
del mercato target, o meglio la semplice osservazione della realtà, dei propri interlocutori, dei loro
metodi di lavoro, delle notizie riguardanti il paese.
La possibilità infatti di concludere un rapporto di
affari su un mercato diverso da quello domestico
richiede una conoscenza minima dei trend di consumo e domanda che consenta di presentare un
prodotto che li assecondi e soprattutto coerente
con le aspettative che il consumatore ed il distributore hanno rispetto ad un prodotto italiano: tipicità,
qualità, richiami alla tradizione. Questo comporta
non sempre un investimento nei settori innovativi
ma anche attenzione alle opportunità che si aprono
nei settori tradizionali. Sui mercati maturi, come la
Svizzera e l’Unione Europea, dove l’Italia indirizza tra il 50 ed il 60% delle proprie esportazioni,
spesso i produttori hanno a che fare con mercati in
cui i canali distributivi sono saturi e la distribuzione impone le proprie regole. In queste condizioni
un’altra scelta che può essere vincente, ma viene
spesso trascurata dalle imprese italiane, è quella
della promozione al consumo, mirata cioè alla
creazione di nuova domanda, di nuovo interesse
per un prodotto che altrimenti verrebbe percepito
come semplice replica di un simile predecessore
già esistente e distribuito. L’imprenditore italiano
infatti, per eccesso di concretezza e credendo di
ottimizzare le risorse punta sempre e solo al contatto con la distribuzione: il buyer (compratore)
presso le fiere italiane, i workshop, le convention,
nelle delegazioni è diventata l’oggetto del desiderio delle segreterie organizzative, delle Camere di
Commercio e degli imprenditori italiani; in realtà l’importatore estero prima ancora di essere un
buyer è uno scouter e cioè uno selezionatore di
fornitori, uno che verifica l’offerta e poi con calma
valuta se, quando e a quali condizioni avviare un
rapporto di affari. Per questo spesso l’introduzione
di un nuovo prodotto passando dal semplice incontro con il buyer non è facile e la presenza di
un importatore e l’incontro con esso non significa
necessariamente l’aumento del proprio volume di
Cosa fare come
Rivista – Ottobre 2009
La
affari. La distribuzione infatti acquista solo quello
che riesce a rivendere e spesso l’ennesimo prodotto italiano non viene apprezzato dal consumatore
come innovativo o interessante; da qui nasce la
necessità di comunicare direttamente con i consumatori, far loro apprezzare la novità, spiegare loro
la differenza rispetto ad altri prodotti italiani più
conosciuti e creare un bacino di domanda locale
che induca il distributore all’acquisto a diventare
un buyer appunto. Da qui l’utilità della pubblicità
a mezzo stampa o tramite siti specializzati e nel
settore alimentare il coinvolgimento della ristorazione nelle iniziative promozionali. Il rapporto
diretto con la distribuzione, soprattutto sui mercati ricchi e maturi dell’Europa Occidentale, invece andrebbe approfondito per la promozione e il
rafforzamento delle quote di mercato dei prodotti
italiani che sono già presenti sul mercato: anche
il prodotto già distribuito è Made in Italy. Creare
un rapporto di collaborazione con gli importatori
che consenta con cadenza regolare di realizzare
in partnership iniziative promozionali a vantaggio
dei prodotti già distribuiti con il coinvolgimento
della clientela dell’importatore stesso (nel caso
dell’alimentare si tratta spesso di dettaglianti, ristoratori, consumatori finali). In questa direzione va il
lavoro della CCIS teso a creare rapporti sempre più
stretti con un vasto gruppo di importatori alimentari che più spesso partecipano alle nostre iniziative
e che puntino a diventare veri e propri specialisti
del prodotto d’importazione italiano; per la Camera sarebbe un arricchimento anche in termini
di monitoraggio del mercato svizzero e accresciuta conoscenza delle dinamiche di funzionamento
dei canali distributivi. Conoscenza della domanda
quindi, della distribuzione, del consumo e promozione che ne comprenda ed assecondi le tendenza
ma che, con azioni mirate al consumo, tenda anche ad influenzarne le dinamiche a proprio vantaggio. Così come è mutevole la domanda, mutevole
è anche l’offerta, le caratteristiche ed esigenze cioè
delle imprese esportatrici italiane cambiano al mutare delle condizioni di mercato.
Per questo negli ultimi mesi l’attività della CCIS
ha intrapreso la strada di un sempre più approfondito monitoraggio dell’offerta italiana: questo
si traduce in decine di colloqui individuali con le
singole PMI appartenenti ai settori dell’artigianato,
dell’industria e dei servizi più svariati. Si tratta
spesso di microimprese con le esigenze pù diverse
tra loro, ma con un’unica grande lacuna in comune: la conoscenza del mercato e delle modalità di
accesso ad un primo proficuo contatto con una
potenziale controparte commerciale. Al colloquio
segue in genere una ricerca individuale di committenti tarata sulle effettive esigenze e disponibilità
finanziare dell’azienda “intervistata”.
Il servizio è a basso costo, puntuale e offre di solito sbocchi commerciali tangibili; in quest’ottica
andrebbe quindi pensata una partnership futura tra
CCIE e Desk esteri delle CCIAA (Camere di Commercio Industria, Agricoltura e Artigianato) che
consentano alle aziende del territorio appartenenti
a tutti i settori di accedere a questi colloqui personalizzati con il personale camerale e a condizioni
agevolate ai servizi che ne derivano.
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G
li italiani e gli orologi:
una lunga storia d’amore
di Franco Cologni *
Per le sue tradizioni storiche, culturali e sociali, l’Italia è considerata come un mercato test per l’Alta
Orologeria tecnica e preziosa per la quale le statistiche ufficiali svizzere d’esportazione danno un’indicazione di prezzo al pubblico hors taxes che parte da 5.000 Franchi Svizzeri. Al primo semestre 2009 il
paese si conferma leader quantitativo al terzo posto fra i territori destinatari del made in Swiss
Da quando questo segmento di prodotti, cari e rari
al contempo, di Lusso, ha avviato il suo percorso di
internazionalizzazione a tappe forzate, negli ultimi
dieci anni in particolare, ha trovato in Italia un sostegno di rilevante importanza e significato.
Gli orologi tecnici o preziosi che ottengono successo
in Italia possono avere la quasi certezza di ottenere
un simile riconoscimento anche nel resto del mondo. “È il consenso che fa il principe”, diceva Erasmo.
Una massima che si applica molto bene al posto che
ormai occupano l’Italia e i suoi illuminati amatori
della bella orologeria, considerati in materia come
dei veri arbitres elegantiarum. Ci sono diverse ragioni dietro a questo primato. Ragioni in primo luogo
culturali. L’Italia, culla del Rinascimento, ha in effetti visto nascere sul suo territorio un gran numero
di inventori il cui genio si è applicato a far progredire la scienza orologiera tra il XIV e il XVII secolo. Si pensi, per esempio, a Giovanni Dondi (1318
– 1389) e al suo celebre Astrarium, che necessitò
di ben sedici anni di duro lavoro; a Leonardo da
Vinci (1452 – 1519) e ai suoi lavori sugli organi di
regolazione della forza motrice dei segnatempo; o
ancora a Petro Guido, considerato come il primo ad
aver realizzato un orologio da polso verso il 1505
sulla base degli orologi portativi; o infine a Galileo
Galilei (1564 – 1642) e alla sua scoperta della legge dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo.
Questa lista, non certo esaustiva, mostra tuttavia
a qual punto l’Italia sia un terreno fertile per l’alta orologeria, visto che la cultura della misurazione
del tempo vi è storicamente radicata da secoli. Mi
sono fermato alle citazioni storiche delle grandi invenzioni del Rinascimento, ma posso accennare che
anche nei secoli successivi l'interesse alla scoperta
del Tempo e alle sue misure non è mai venuta meno,
ricordando per inciso che oggi la Svizzera beneficia
del talento non soltanto dei tecnici (Ingegneri) ma
anche dei creativi (Designers).
Statistiche eloquenti
Nella tabella che segue indico il valore delle esportazioni di orologeria svizzera per paese nelle collezioni che partono da un prezzo al pubblico (a cui
aggiungere le tasse locali) di 5.000 Franchi Svizzeri, con una comparazione Gennaio – Giugno 2009,
2008 e 2007. Si può constatare così che l'Italia con
i suoi 60 milioni di abitanti resta agevolmente installata al terzo posto nonostante la crisi in corso:
rispetto al 2008 la diminuzione è stata del 6%, mentre Hong Kong, che è la piattaforma girevole, verso
l'Asia diminuiva del 23%, e gli Stati Uniti (305 mi-
Valore totale delle esportazioni (ricalcolato ad un prezzo al pubblico, senza tasse locali, per modelli da 5.000 Franchi Svizzeri per Paese: Gennaio – Giugno 2009,2008, 2007
Paese
2009
Milioni di CHF
2008
Milioni di CHF
2007
Milioni di CHF
Variazione
2009/08 2009/07
Variazione
Hong Kong
Stati Uniti
Italia
Francia
Giappone
Germania
Singapore
Regno Unito
Emirati Arabi
Cina
791.5
459
326.6
326.3
300.8
236.5
234.7
176.4
175.8
95.4
1’024.6
815.6
347.2
343.4
412.4
266.8
330.4
203
263.8
209.9
812.6
755.6
332.9
239.9
428.8
229.5
222.9
229.7
178.4
99.4
-23%
-44%
-6%
-5%
-27%
-11%
-29%
-13%
-33%
-55%
-3%
-39%
-2%
36%
-30%
3%
5%
-23%
-1%
-4%
Rivista – Ottobre 2009
La
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Inutile dire che l’alta orologeria vi trova un posto
di riguardo, sia per gli uomini sia per le donne in
quanto è indice di qualità personali buone e belle:
più di un Borsalino, di una borsetta di Gucci o di un
paio di scarpe Tod’s, l’orologio da polso lo testimonia aggiungendovi un valore di durata importante:
passa indenne attraverso gli anni e le mode.
È facile constatare che il Rolex Oyster per l’uomo…
…e il Cartier Tank Française per la donna occupano un ruolo di
rilievo nel cuore degli italiani.
(Philippe Lacombe © Cartier)
lioni di abitanti), al secondo posto, sprofondavano
del 44%. È una conferma: la presenza dei modelli
made in Swiss di Alta Gamma rimane stabile e forte
e, secondo me, anche se questo periodo critico continuerà i valori, che indicano apprezzamento e fiducia, rimarranno consolidati. La domanda, insomma,
rimane buona, il cliente fedele. Anche se andiamo a
vedere lo stato di salute della distribuzione dell'orologeria di Lusso si assiste presso i rivenditori ad un
fenomeno di destoccaggio per mancanza di cash
che ha come conseguenza pericolosa la subdistribuzione, lo sconto che può arrivare fino al 25% (e
forse di più), e il cosiddetto mercato parallelo.
Tale conseguenza può intaccare l'immagine del
Marchio e creare confusione presso il cliente.
La “bella figura”
I riferimenti al patrimonio storico culturale e sociale
come “valore” del made in Swiss in Italia, non spiegano tutto. Per gli italiani, come si sarà capito, gli
orologi da polso di prestigio non sono solo uno strumento per misurare il tempo: l’acquisto è sempre
legato a dei valori tecnici ed estetici che ne fanno un
oggetto prezioso, artistico, che corrisponde a precisi codici personali. E qui non stiamo parlando di un
fenomeno di moda, dove l’orologio diventa presto
l’espressione ostentata di una volontà di apparire:
il fenomeno è nettamente più profondo perché permette di mettere in scena, e in qualche misura di
incarnare, i codici genetici più personali. Quando
un italiano porta al polso un orologio lo vede come
un prolungamento evidente dei suoi gusti, delle sue
preferenze, del suo carattere, in una parola – della
sua personalità. Come si dice “dimmi con chi vai e ti
dirò chi sei”, altrettanto si può dire, guardando l'orologio del vicino, “dimmi che orologio portai e ti dirò chi
sei”. L’italiano con la coppola, il pizzaiolo e il suonatore di mandolino, sono dei clichés che ormai da
decenni hanno fatto il loro tempo. Ma il discorso
dell’italiano che ama fare “bella figura” è diverso:
qui si tratta di una vera filosofia di vita che considera la componente estetica, cioè lo stile e il buongusto come un valore fondamentale e intramontabile.
Rivista – Ottobre 2009
La
Dei collezionisti a profusione
Non si deve comunque limitare l’amore degli italiani per la bella orologeria soltanto a questi fattori. Se il Paese detiene un tale primato nell’universo
delle Maison del settore, è anche perché le reti di
distribuzione si sono diffuse in tutta la Penisola al
punto che ogni amatore può trovare un rivenditore
autorizzato di sua scelta in una qualunque città di
una certa importanza, che oltretutto offre un servizio di ottimo livello alla clientela. Le prima generazione dei Vacheron Constantin, per esempio, aveva
già compreso l’importanza del mercato italiano in
quanto – e siamo nella seconda metà del 1700 – in
carrozza attraversava le Alpi, rischiando valanghe
e briganti, per mostrare e vendere ai clienti italiani i
suoi modelli, che avrebbero poi fatto il giro del mondo. E sempre in Italia, numerosi sono i collezionisti
veramente importanti. Conosco personalmente un
amatore di orologi da polso che possiede circa 400
modelli Cartier del periodo Art Déco soltanto in
oro bianco! Non solo una fortuna, ma anche una testimonianza forte di una ricerca lunga e puntigliosa.
E che dire della collezione di Davide Blei, una delle
più belle dell’universo Rolex, recentemente messa
all’asta? Ai grandi collezionisti corrispondono poi
degli aficionados che si appassionano in particolare a
un modello o a una marca, e che contrariamente ai
loro “correligionari” che tesaurizzano le perle negli
scrigni, non esitano a mostrare con orgoglio i cinque o sei pezzi di cui vanno fieri. Non c’è dubbio:
questa infatuazione è contagiosa quanto l’influenza
N1H1, di cui oggi tanto si parla.
Lasciare che il tempo prenda le misure
Ora, so bene che mi chiederete quali siano gli orologi che riscuotono il maggior successo presso gli
estimatori della Penisola. Il ruolo dell’arbitro in
materia non mi compete di certo, vista la mia posizione di Presidente della Fondazione dell’Alta Orologeria, ma è facile constatare che il Rolex Oyster
per l’uomo e il Cartier Tank Française per la donna
occupano un ruolo di rilievo nel cuore degli italiani
che amano i begli orologi. Ma non potremmo certo
limitare l’alta orologeria a questi due modelli.
Fate una passeggiata, date un’occhiata alle vetrine
nelle più belle strade e città italiane, e lasciatevi tentare dagli orologi che mostrano la bellezza dell’ora,
e quindi l'eternità del Tempo, come un Picasso ci
mostra la perennità dell’arte.
* Presidente della Fondazione dell’Alta Orologeria
21
L
Il programma Arte e cultura
dell’impresa in Svizzera
a crisi finanziaria internazionale:
le ragioni tecniche e culturali
A Ginevra e Losanna le conferenze inaugurali del professor Roberto Ruozi
Come annunciato ne La Rivista del mese di giugno 2009, l’Institut suisse de brainworking ha inauguato
il suo programma Arte e cultura dell’impresa invitando il professor Roberto Ruozi, il 15 giugno 2009 a
Ginevra e il 16 giugno 2009 a Losanna, a tenere una conferenza pubblica intitolata «La crisi finanziaria
internazionale: le ragioni tecniche e culturali». Questo avvenimento ha riunito più di 200 participanti e
invitati, tra cui impreditori e rappresentanti degli interessi dell’economia italiana in Svizzera
di Ingrid Portner
e Ruxandra Stoicescu*
1
Roberto
Ruozi, Dr Jekyll
e Mr Hyde ,
Ed. Spirali
(2008).
22
A Ginevra come a Losanna, François
Keller, presidente de l’Institut suisse de
brainworking e Enrica Ferri, imprenditrice culturale e responsabile del programma Arte e cultura dell’impresa hanno
proposto al professor Roberto Ruozi
d’abbordare i temi della sua conferenza,
legati a delle questioni culturali.
Inoltre, Marilena Berardo, responsabile
dell’ufficio di Ginevra della Camera
di commercio italiana per la Svizzera,
Alberto Colella, Console generale
d’Italia a Ginevra e Adolfo Barattolo,
Console generale d’Italia a Losanna
hanno sottolineato gli aspetti culturali e
le implicazioni delle imprese italiane in
Svizzera. L’avvenimento è stato declinato in una serie d'altri appuntamenti tenuti dal professor Roberto Ruozi, Enrica Ferri e François Keller presso il Club
Svizzero della Stampa e diversi media
locali, oltre a quotidiani e i principali canali radio della regione lemanica. Questi
scambi con i giornalisti hanno riguardato il senso e l'importanza di questo avvenimento, la sua logica nell’ambito del
programma proposto da l’Institut suisse
de brainworking, nel contesto della crisi attuale, che propone d’elaborare dei
nuovi modelli d'affari.
Il professor Roberto Ruozi con il suo
racconto e le sue risposte alle numerose domande del pubblico e dei giornalisti, ha proposto una lettura della crisi
finanziaria internazionale, sottolineando
tra l’altro la contraddizione tra un intervento massivo attuale dello stato e, in
precedenza, una tendenza generale della sua riduzione nell’economia. Questa
questione è stata abbordata dal professor Roberto Ruozi mettendo in gioco le
figure di Dr. Jekyll e Mr. Hyde1.
Il professor Roberto Ruozi ha notato che
la crisi era inevitabile, inerente a un sistema dove l’offerta superava la domanda e che credeva che il mercato avesse
risposte a tutto. Essa è stata accelerata
da un comportamento a rischio che si è
rivelata essere una corsa al successo.
Delle cause tecniche e culturali hanno
superato questo ciclo dell'economia reale creandone in modo brutale e globale
una nuova crisi finanziaria internazionale. Con i loro comportamenti, alcuni
dirigenti e attori economici hanno abbandonato la via tradizionale della gestione per una corsa al profitto a breve
termine, e violato deliberatamente le regole elementari della gestione finanziaria
preferendone la redditività attraverso la
speculazione. Si è anche insistito sulla riforma del sistema finanziario che passa
sia attraverso i dirigenti politici che gli
attori economici globali e individuali, tra
cui i tops managers e i consigli d’amministrazione delle società.
Il programma Arte e cultura dell’impresa
La conferenza del professor Roberto
Ruozi ha messo in evidenza molti
elementi — i comportamenti a rischio, la
corsa al successo, la gestione esclusiva del
breve termine — che saranno ripresi con
il programma Arte e cultura dell’impresa,
da ottobre 2009 sino a fine 2010. La
conferenza del 15 e del 16 giugno 2009
sarà pubblicata nel libro Arte e cultura
Rivista – Ottobre 2009
La
Ginevra, Société de Lecture, 15 giugno 2009
Da sinistra a destra: François Keller, Marilena Berardo,
Roberto Ruozi, Enrica Ferri, Alberto Colella.
dell’impresa (fine 2010) integrando la
testimonianza di dieci imprenditori della
Svizzera romanda.
A Ginevra come a Losanna, François
Keller ha precisato che con il brainworking è questione di direzione e di management di progetti, come anche della valorizzazione del rischio d’impresa.
Uno degli apporti del brainworking è di
declinare dei valori, degli insegnamenti,
un profitto di salute e un’integrità nel e
per l’impresa. L’imprenditore ha bisogno
di valorizzare i dispositivi di comunicazione in particolare narrativi e editoriali, per la riuscita e la qualità del business.
É la proposta che l’Institut suisse de
brainworking costruisce con il programma Arte e cultura dell’impresa.
Presentando i dispositivi previsti da questo programma, Enrica Ferri ha esposto
in cosa l’arte e la cultura dell'impresa è
una proposta che contribuisce al modo
d’intraprendere e allo sviluppo degli affari. Con arte, occorre intendere arte di
fare, arte dell’intelligenza, introducendo l’immagine, altre idee e valorizzando
qualche cosa che non è li in quanto visivo
rispetto all’impresa e ai prodotti ch’essa
fabbrica e commercializza.
Con questo programma, il rischio è considerato come indispensabile alla riuscita e da delle occasioni d’investimenti e di
battaglie.
Come l'ha rilevato il professor Roberto
Ruozi, le testimonianze di dieci imprenditori che si disporranno sotto forma di
laboratori editoriali, presenteranno le
condizioni della riuscita di un’impresa,
proveniente dall’esperienza e dalla trasmissione attraverso il racconto. Metteranno in valore l’arte e la cultura del
fare, la valorizzare la memoria e contri-
Rivista – Ottobre 2009
La
Losanna, Aula des Cèdres, 16 giugno 2009
Da sinistra a destra: François Keller, Marilena Berardo,
Roberto Ruozi, Enrica Ferri, Adolfo Barattolo.
buiranno a instaurare La scuola narrativa
degli imprenditori.
L’Agenda
Con lo slancio dato dalla conferenza e
l'interesse dei nostri partenaires come il
GEI, la Camera di commercio italiana
per la Svizzera, e la rete consolare italiana in Svizzera, il programma Arte e cultura dell’impresa proseguirà dal mese d’ottobre 2009, proponendo sino a dicembre
2009 tre primi laboratori editoriali, in
occasione dei quali interverranno degli
imprenditori del Vallese, del Cantone di
Vaud e del Cantone di Ginevra.
Questa prima parte sarà anche l’occasione di costruire e di mettere in opera
dei progetti pilota, sia per i privati, che
per delle imprese in costituzione e delle
società, nell’ambito di seminari che saranno tenuti nell’intervallo dei laboratori
editoriali, durante l’autunno 2009 (vedere il riquadro).
*Traduzione dal francese: Ambrogio Farina
Agenda 2009 del programma Arte e cultura dell’impresa
Laboratori editoriali
Enrica Ferri invita alla testimonianza :
• Marie-Françoise Perruchoud-Massy, Direttrice del- l’Istituto
Economia & Turismo della Haute Ecole Valaisanne, il
26 ottobre 2009, sul tema L’intersettorialità: turismo,
economia, banca
• Riccardo Piunti, Presidente amministratore delegato di Agip
Svizzera, il 16 novembre 2009, sul tema La multinazionale
e le implicazioni per la Svizzera
• Philippe Chevrier, Chef e imprenditore, il 7 dicembre 2009,
sul tema L’arte del dettaglio e l’imprenditoria
Seminari: 23 novembre 2009, 14 dicembre 2009
Iscrizioni e informazioni: www.brainworking.ch
23
Convenzioni Internazionali
Nell’ambito delle procedure di sistemazione
familiare (essenzialmente connesse a temi
ereditari) assumono una grande importanza
delle strutture che sono di fatto nel pieno controllo del soggetto fondatore ma che vengono
amministrate da soggetti terzi consentendo
una separazione legale di quanto conferito
dal patrimonio del soggetto fondatore e la imputazione del rapporto proprio a queste strutture (tipicamente il trust ma certamente più
conosciuta è la fondazione).
di Paolo Comuzzi
corporate entity is exempted from corporate income tax in the hands of the private
foundation. (In Austria dividend income
received by a resident corporation from
a non-resident corporation is only exempted from corporate income tax if certain strict criteria can be met with regard
to percentage ownership of the company
and the time that the shareholding has
been owned). However, the international
participation exemption for dividend in-
Le Fondazioni private in Austria:
uso e convenzioni
contro le doppie imposizioni
Le fondazioni previste nell’ordinamento austriaco (nate con una legge del 1993 e che
oggi sono circa 2500) si presentano come
delle entità che sono atte a svolgere questo
ruolo in quanto presentano caratteristiche che
possono consentire di evitare aggravi tributari
nell’ambito di quelle che sono le convenzioni contro le doppie imposizioni e sono anche
flessibili essendo lecita la loro revoca se viene prevista nel documento che porta alla loro
costituzione.
Certamente questa attrazione nell’ambito della
pianificazione di carattere familiare (ed infatti
le banche quando le studiano indicano bene
come motivo di implementazione quello della
“ … a) protection against fragmentation of family estates …; b) prevention of disputes over
inheritance; …c) absence of descendants …”
viene certamente meno se per queste strutture
vi fosse una struttura fiscale di svantaggio ed
incapace di consentire quel realizzarsi di una
unica imposizione (o di impedire una doppia
tassazione) ovvero di fatto una struttura che
negasse qualsiasi utilizzo della normativa
convenzionale a queste strutture.
Commenti
Con riferimento agli aspetti fiscali possiamo
dare precisa indicazione che la dottrina tributaria che si è occupata dell’argomento ha
evidenziato che “ … Private foundations are
considered corporate entities for tax purposes
and therefore subject to corporate income tax
at the standard rate. However unlike other
corporations they benefit from a number of
fiscal advantages: ..:”
1. Dividend Income: Dividend income received by a private foundation on a shareholding held in a resident or non-resident
24
come is only applicable in cases in which
foreign withholding taxes have not been
reduced under a tax treaty.
2. Interest Income and Capital Gains: Interest income from bank deposits, bonds or
mutual funds as well as capital gains from
the disposal of substantial shareholdings,
i.e. 1% or more, are subject to a 12.5%
tax rate (at the time of writing). Such tax
will be credited against withholding tax
on distributions to beneficiaries. (In Austria capital gains are taxed as corporate
income and resident corporate entities are
not exempted from corporate income tax
on the profitable disposal of shares in a
resident entity).
3. Income distributed by the private foundation is currently subject to a final withholding tax of 25% whether the recipient
is an individual or a corporation, and this
may be reduced by tax treaties. Thereafter no taxes are payable by the recipient.
If however the recipient is an individual
with a lower marginal tax rate part of the
withholding taxes may be re-claimed.
Where the recipient is a corporate entity
no reclaim can be made but taking into
account the rate of corporate income tax
and the fact that no more taxes will be levied on the income distributed, this fiscal
treatment potentially represents a substantial fiscal concession
Come si vede la fondazione privata di diritto
austriaco è considerata una società ai fini delle imposte sul reddito e quindi ha titolo per
usare delle convenzioni contro le doppie imposizioni.
In aggiunta, la fondazione messa alla testa di
un gruppo, procede accumulando (mediante
Rivista – Ottobre 2009
La
il passaggio attraverso una subholding) la cassa del gruppo e quindi trasferendo la stessa
agli azionisti (che possono essere anche residenti esteri con il beneficio della convenzione
contro le doppie imposizioni).
E’ proprio tenendo conto di questi elementi
che possiamo affermare che si tratta di una
struttura che dal punto di vista fiscale presente
aspetti di grande flessibilità mentre dal punto
di vista legale la dottrina ha avuto cura di indicare che sussiste una flessibilità altrettanto
importante (che in questa sede non andiamo
a descrivere in modo compiuto).
E’ vero che i due termini “fondazione” e “privata” sono due termini che dovrebbero essere
antitetici in quanto il vero e primario scopo
della fondazione è quello di procedere con la
distribuzione del provento ai fini del cd interesse pubblico ma resta che nell’ordinamento
austriaco (seppur con qualche critica) questo
tipo di istituto viene piegato anche a interessi
pienamente privati quali sono quelli del fondatore (in primis anche la erogazione di una
forma garantita di reddito ai figli e / o parenti
senza per questo consentire la loro intromissione nella gestione della società).
E’ del tutto evidente agli esperti che la fondazione privata di diritto austriaco è il cugino,
nell’ambito della normativa di civil law, di
quello che è il trust nella normativa di common law con la differenza che per questa
entità (la fondazione) la normativa è assolutamente certa e definita e che una eventuale
contestazione avviene nell’ambito di una sistema giuridico “certo” e comunque ben noto
(vedasi quanto pubblicato in Tax Journal 18
settembre 2000), proprio un testo nel quale si
indica con chiarezza il framework legale in
cui si muove la private foundation austriaca.
Appare del tutto evidente che la private
foundation si pone come una precisa alternativa ben strutturata ad altre forme di “blocco”
del patrimonio familiare (come è la fondazione del Lichtenstein) in quanto la stessa si colloca anche in uno Stato pienamente parte della Unione Europea e che non presenta alcun
carattere di “paradiso fiscale” come invece
avviene per i suoi vicini (Lichtenstein) le cui
strutture sono note ma anche molto criticate.
Sul piano legale la fondazione necessità di
una Board of Directors di almeno 3 persone
e di auditors mentre sono facoltativi advisory
Board e Supervisory Board e deve essere posta in essere mediante una dichiarazione da
rendere avanti ad un Notaio Austriaco con indicazione dello Statuto che si vuole dare alla
stessa e degli scopi che si intendono raggiungere (che non posso ovviamente essere contrari alla morale ed al cd ordine pubblico).
La fondazione è una persona giuridica senza
azionisti ma che appartiene a se stessa e che
nessuno (tolto il fondatore) può “sciogliere” e
/ o mutare nel corso del tempo.
Conclusione
E’ del tutto evidente che la fondazione privata
di diritto austriaco presenta quei caratteri di
flessibilità legale e di vantaggiosità fiscale che
le rendono uno strumento importante nell’ambito della pianificazione fiscale internazionale e per la sistemazione di quote importanti
del patrimonio familiare.
In questo senso una struttura che la inserisca
alla testa del gruppo (ovviamente seguendo
tutte le norme legali italiane) si presenta atta
a proteggere il gruppo stesso da quelle controversi che potrebbero minare l’andamento
industriale e quindi la sua solidità futura.
Incontro d’affari italo-svizzero
Nell’ambito delle manifestazioni del centenario della Camera di Commercio per la Svizzera
(CCIS), il prossimo Déjeuner Italo-Suisse luogo giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 12.00 presso
il «Zunfthaus zur Meisen», Münsterhof 20, Zurigo
Ospite d'onore
M. Alessandro Profumo - CEO del Gruppo UNICREDIT
Titolo dell’intervento:
«Superare la crisi: il ruolo delle banche nel rilancio dell’economia»
Informazioni e iscrizione: Camera di Commercio per la Svizzera - Seestrasse 123- 8027 Zurigo
Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 -E-mail: [email protected] www.ccis.ch
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Burocratiche
di Luigi Cortese
La Cassazione rende più elastici i limiti all’uso
personale di droghe leggere. Non si rischia una
condanna per spaccio quando, nonostante il superamento della soglia massima consentita dalla
legge, chi detiene lo stupefacente riesca a dimostrare che gli serviva per una scorta, come avviene
per un pastore in transumanza. Insomma ai fini di
una condanna non è sufficiente il superamento
delle quantità ma l’accusa deve provare altri elementi che conducano allo spaccio. Lo ha stabilito
la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso
della Procura di Trento presentato contro l’assoluzione di un pastore che era stato sorpreso con
53 dosi di hashish prima di ritirarsi in montagna.
Nelle brevi motivazioni la sesta sezione penale
società di Milano coinvolta in una bancarotta a
pagare 11.400 euro alla controparte per «responsabilità aggravata» nella presentazione del ricorso in Cassazione. Il Giudice Fausto Izzo, relatore
della sentenza 4829, precisa che il ricorso oltre
ad avere «omesso negligentemente la formulazione dei quesiti di diretto», cioè gli interrogativi
ai quali la Corte avrebbe dovuto rispondere, «si
limita a riproporre le questioni di merito» già decise dai giudici d’appello e inoltre, conclude il
giudice, solleva «censure del tutto generiche ed
inidonee ad evidenziare profili di erroneità della
sentenza impugnata». In pratica, un esempio di
ricorso che, una volta introdotto il «filtro» previsto dalla riforma, sarebbe dichiarato inammissibile prima ancora di
essere esaminato. La
Cassazione infligge un
duro colpo alle indagini
della polizia nelle quali
sono coinvolti i clandestini. Acquisiscono automaticamente il diritto
ad essere espulsi se la condanna, che dovrebbero
scontare in Italia, non supera i due anni. Lo ha
stabilito la prima sezione penale della Suprema
Corte che ha accolto il ricorso di un immigrato
coinvolto in un’indagine della polizia sul traffico di stupefacenti e condannato a pochi mesi,
che aveva invocato il diritto ad essere espulso per
non scontare il carcere qui da noi. Insomma, lo
straniero si era visto rigettare dal Magistrato di
sorveglianza di Firenze la richiesta di applicazione del decreto di espulsione come sanzione
sostituita della detenzione. Secondo il giudice,
infatti, già il Pm del Tribunale di Trieste aveva negato il nulla osta all’allontanamento, perché era
in corso un’indagine sul traffico di stupefacenti
che coinvolgeva l’immigrato, raggiunto da un
decreto di custodia poi revocato dal Giudice del
riesame. Contro queste disposizioni l’uomo ha
fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto. Il Collegio di legittimità ha ritenuto legittima la richiesta
del clandestino ad essere espulso, sottolineando
che in questi casi siamo nel campo «delle misure
alternative alla detenzione». Ora gli atti sono stati
rimessi al Magistrato di sorveglianza di Firenze
perché riesamini il caso. Questo perché, motivano i giudici di legittimità nella sentenza, «se lo
straniero versa nelle condizioni di legge per poter
usufruire della sanzione alternativa dell‘espulsione e debba scontare una pena detentiva anche
residua non superiore a due anni per un delitto
lieve, questi diventa titolare di un diritto ad essere espulso con esclusione di qualsiasi potere
discrezionale del giudice di merito circa la sua
concedibilità o del potere del pm a rilasciare il
nulla osta». Ma non basta. La sanzione sostitutiva
dell’espulsione, anche se diversa dalle misure alternative al carcere che puntano al reinserimento
del condannato, ha lo scopo di «deflazionare la
popolazione carceraria», scrive la Cassazione,
«allontanando dal territorio dello Stato quegli
Uso personale di droghe leggere
Clandestini: espulsione alternativa alla condanna
Studiare in un altro Stato europeo
precisa che la riforma legislativa «non ha introdotto nei confronti dell‘imputato che detiene un
quantitativo di sostanza stupefacente in quantità
superiore ai limiti massimi indicati con decreto
ministeriale né una presunzione, sia pure relativa, di destinazione della droga detenuta ad uso
non personale, né un‘inversione dell‘onere della
prova». In altre parole non è sufficiente un solo
parametro che viola la legge, come il superamento della soglia, per arrivare a una condanna per
spaccio: «i criteri indicati nella fattispecie per apprezzare la destinazione ad uso non elusivamente
personale costituiscono criteri probatori che non
possono essere considerati singolarmente e isolatamente, sicché non è sufficiente la sussistenza
di uno solo affinché la condotta di detenzione
sia penalmente rilevante». Insomma, i giudici di
Piazza Cavour hanno condiviso il verdetto del
Gup che aveva assolto il pastore perché aveva
«valutato come plausibile la tesi difensiva in base
alla quale i 38 grammi di hashish erano la precostituzione di una scorta per uso personale da
parte dell‘imputato, abituale assuntore di droghe
leggere, al fine di consumo personale nel lungo
periodo di permanenza solitaria in campagna e in
montagna, ove doveva recarsi per le attività connesse alla transumanza di greggi di pecore».
Multe per ricorsi senza validi motivi
Multe salate dalla Cassazione per chi fa ricorso
senza validi motivi. La Corte, in qualche nodo
anticipando il ddl di riforma della giustizia civile
che introduce il cosiddetto filtro per i ricorsi in
Cassazione, ha deciso di sanzionare duramente
chi «scomoda» la Suprema Corte soltanto per
perdere tempo e, magari, allontanare nel tempo
un’eventuale sentenza sfavorevole. I giudici della
prima sezione civile, utilizzando una norma già
presente nel nostro ordinamento dal 2006, hanno perciò condannato l’amministratrice di una
Rivista – Ottobre 2009
La
27
stranieri, non appartenenti alla Comunità Europea, che non
sono in regola col permesso di soggiorno, purché si tratti di
pene contenute (inferiori a due anni) e non siano di particolare gravità. Vi è, dunque una sorta di rinuncia da parte dello
Stato alla pretesa punitiva a fronte del vantaggio immediato
di evitare un sovraffollamento del circuito carcerario».
Niente multe dagli ausiliari del traffico
Addio multe per divieto di sosta sollevate dagli ausiliari del
traffico. D’ora in avanti, i vigilini potranno solo fare il verbale
per il mancato pagamento del pedaggio o per altre infrazioni
commesse rigorosamente dentro «gli spazi distinti con strisce
blu». Mentre prima potevano contestare le infrazioni commesse entro tutta l’area di concessione del parcheggio a pagamento. Un nuovo paletto ai poteri degli ausiliari del traffico è stato sancito, questa volta, dalle sezioni unite civili della
Corte di Cassazione che hanno risolto una questione molto
discussa dalla giurisprudenza che aveva prodotto diverse e, a
tratti fantasiose, interpretazioni. Ecco il nuovo principio messo nero su bianco dal massimo consesso di Piazza Cavour:
«Le violazioni in materia di sosta che non riguardino le aree
contrassegnate con le strisce blu e/o da segnaletica verticale e non comportanti pregiudizio alla funzionalità delle aree
distinte come sopra precisato, non possono essere legittimamente rilevate da personale dipendente delle società concessionarie di aree adibite a parcheggio a pagamento, seppure
commesse nell‘area oggetto di concessione». I figli devono
portare il cognome paterno anche se il comportamento di
28
papà è discutibile. La Cassazione ha respinto la richiesta di
una madre che avrebbe voluto «cancellare» l’ex marito anche dalla «carta d‘identità» della sua bambina, costretta a
fare i conti con un padre che non si è mai fatto vivo. I giudici
della prima sezione civile però ricordano che per i figli nati
dal matrimonio, o una volta avvenuto il riconoscimento per i
figli naturali, viene a concretizzarsi l’assegnazione ai bambini del cognome del padre. Non basta che il genitore poi non
si sia fatto più vivo, sul piano affettivo e umano, per sostituire
il cognome con quello della madre.
Amnesia conveniente
L’automobilista che dichiara tempestivamente alla polizia
di non ricordare chi era alla guida del proprio veicolo non
può essere multato per la propria amnesia. Lo ha ribadito il
Giudice di Pace di Lecce con la sentenza. Un conducente
ha ricevuto la notifica postale di una multa che prevede anche la decurtazione di punteggio a carico dell’effettivo trasgressore. Il proprietario del veicolo, non ricordando chi era
alla guida del mezzo, ha comunicato all’organo di polizia
stradale di non essere in grado di identificare l’effettivo conducente. Contro la conseguente sanzione pecuniaria di 250
euro, confermata dalla Prefettura, l’interessato ha proposto
ricorso al Giudice di Pace che ha annullato la multa. Nulla
può rimproverarsi, specifica infatti la sentenza, «a colui che
in buona fede, a distanza di mesi dall‘accertamento non sia
in grado di ricordare a chi aveva consentito l‘uso della propria autovettura».
Rivista – Ottobre 2009
La
… E SOPRATTUTTO …
Gli obiettivi di politica sociale sono le legittime finalità che
giustificano le deroghe al divieto delle discriminazioni fondate sull’età. È quanto chiarisce la Corte di Giustizia dell’Ue
nella sentenza alla causa C-388/07, spiegando in particolare
le condizioni in base alle quali gli Stati membri possono autorizzare il licenziamento dei lavoratori per collocamento a
riposo (pensionamento). Le norme di riferimento sono la direttiva 2000/78 che vieta le discriminazioni fondate sull’età
nell’occupazione e nel lavoro. Secondo la Corte Ue, che
con la sentenza decide una causa dell’alta corte inglese,
una normativa nazionale può prevedere, in via generale,
che tale genere di disparità di trattamento fondata sull’età
sia giustificata qualora costituisca un mezzo proporzionato
per conseguire finalità legittime di politica sociale connesse
alla politica del lavoro, del mercato del lavoro o della formazione professionale. In tal caso, dunque, spetta al giudice
nazionale verificare se la normativa risponda o meno a tale
finalità e se i mezzi prescelti sono appropriati e necessari
alla realizzazione della stessa.
Studiare in un altro Stato europeo per un periodo inferiore a tre mesi (ad esempio per seguire corsi di lingue), non
comporta alcun problema: è sufficiente essere in possesso
di una carta d’identità o di un passaporto validi. Lo ricorda
la Commissione CE in una guida dedicata allo studio e alla
formazione nei Paesi della Ue, aggiungendo che se il corso
di studio ha una durata superiore a tre mesi, il cittadino proveniente da un altro Paese UE deve soddisfare alcune condizioni per poter beneficiare del diritto di soggiorno e cioè:
essere inserito in un istituto di insegnamento riconosciuto;
essere coperto da una adeguata assicurazione malattia; disporre di ricorse sufficienti per non gravare sull’assistenza
sociale del Paese ospitante. A queste condizioni viene rilasciata una carta di soggiorno valida per tutto il periodo della
formazione, ma, se scaglionata su vari anni, la carta dovrà
essere rinnovata annualmente.
La Commissione CE ricorda anche che non esistono ancora
disposizioni comunitarie che impongano il riconoscimento accademico dei diplomi nella UE, in quanto ogni Stato
membro è responsabile del contenuto e della struttura del
suo sistema educativo. Per ottenere il riconoscimento ci si
può informare presso i Centri Nazionali di informazione sul
riconoscimento accademico (NARIC) presenti in ogni Stato
membro, che formano una rete in grado di assicurare agli
studenti tutte le informazioni necessarie e consigli sui problemi del riconoscimento accademico dei diplomi e sui periodi di studi passati in altri Stati.
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Se state leggendo quest’articolo ci sono buone probabilità che siate una delle 250 milioni di persone che hanno un profilo su Facebook. Probabilmente vi siete avvicinate a
Facebook per caso, per gioco, per avere un
canale in più di contatto con i vostri amici.
Di sicuro, almeno fino a pochi mesi fa, né voi
né nessun altro (o quasi), entrando in contatto con l’universo “Fb”, si sarebbe immaginato di avere davanti non un semplice “social
network” – vale a dire una rete sociale che
mette potenzialmente in contatto fra loro
individui di tutto il mondo – ma una delle
possibili vie d’accesso per il web di domani.
Oltre Facebook:
un mondo di “amici”
nel web di domani
Ma partiamo dall’oggi, e dal modo in cui l’intera attività di navigazione su internet è organizzata. Oggi la stragrande maggioranza degli
utenti della rete, per individuare contenuti,
informazioni e siti di ogni genere sul web, utilizza Google. Il celebre motore di ricerca, che
si prefigge di “organizzare le informazioni di
tutto il mondo”, è per chiunque il punto di
partenza della ricerca su internet. Un punto
di partenza imprescindibile, per la sua capacità di scandagliare miliardi di pagine web,
indicizzarle secondo complessi algoritmi e
proporre i risultati in elenchi ordinati di link.
Quella di Google è una ricerca neutra, costruita – appunto – sulla base di parametri
matematici, e basata, per stabilire l’utilità e
l’affidabilità di una certa pagina, sul numero
di persone che a loro volta l’hanno trovata utile e quindi l’hanno “linkata” al proprio sito.
Una ricerca neutra: priva, appunto, di influenze “soggettive” di alcun genere.
Ma per qualcuno proprio questo, che di primo acchito sembrerebbe la migliore garanzia di qualità per le informazioni cercate,
potrebbe essere il punto debole di Google.
Un vero e proprio tallone d’Achille, per il
più grande protagonista del mondo di internet. Che per la prima volta, dopo che negli
ultimi anni si era profilato come un colosso inattaccabile, comincia a temere che
il futuro gli riservi sorprese poco gradite.
Sorprese che potrebbero arrivare, guarda caso,
proprio da Facebook. Un impero guidato da un
ragazzo di venticinque anni, Mark Zuckerberg,
insopportabilmente presuntuoso, ma il cui arsenale è fornito di armi a dir poco micidiali.
Rivista – Ottobre 2009
La
Cos’ha Facebook dalla sua di così potente da far tremare il colosso Google? E, detto
per inciso, da indurre un altro colosso come
Microsoft a offrire qualcosa come 240 milioni di dollari per acquisirne una quota di
appena l’1,6 per cento, di fatto stimando il
valore di Facebook sui 15 miliardi di dollari?
L’arma segreta – si fa per dire – di Facebook è,
detto in una sola parola, la personalizzazione.
Lo riassume efficacemente Fred Vogelstein in
un bell’articolo (da cui ho “rubato” molti dei
dati citati in questa pagina) pubblicato dalla
rivista Wired: “Facebook immagina un web
più personalizzato, umano, in cui la rete di
amici, colleghi e familiari è la fonte primaria
di informazioni proprio come lo è nella vita di
tutti i giorni. Zuckerberg prevede che gli utenti
per trovare un dottore, o la macchina fotografica migliore, o per assumere qualcuno, interrogheranno il suo social network piuttosto che
rivolgersi all’algida matematica di Google. È
un ripensamento radicale del nostro modo di
navigare online che piazza Facebook al centro: in altre parole, lo mette proprio dove ora
sta Google”.
Come è facile immaginare, è una rivoluzione senza precedenti quella che avverrebbe se
davvero si tradurranno in realtà i piani del giovane patron di Facebook. Il quale – ancora un
dato per rendere ancor meglio l’idea di ciò che
sta accadendo – aveva mostrato già due anni fa
di avere le idee chiare su dove voleva arrivare,
rimandando al mittente un’offerta di acquisto
della sua società da parte di Yahoo. Sull’assegno, rimandato al mittente, gli zeri erano nove.
Gli esiti della sfida a distanza fra Facebook e
Google, in ogni caso, sono tutt’altro che scontati. Zuckerberg ha provato più volte in passato ad “infilare” fra le pieghe del suo sito pubblicità mirate, utilizzando le informazioni personali che, peraltro, ciascun utente, creando il
proprio profilo, dichiara di cedere senza condizioni a Facebook: una sostanziale, sebbene
non formale, violazione della privacy degli
utenti che questi ultimi, protestando energicamente, hanno mostrato di non gradire affatto.
D’altra parte, Zuckerberg non potrà che riprovarci, magari in forme più “sottili” e più “digeribili”: in palio, infatti, c’è il mercato pubblicitario più appetitoso, quello delle grandi
marche che finora hanno destinato a internet
appena il 10 per cento dei 550 miliardi di dollari del loro budget.
Una percentuale che potrebbero crescere sensibilmente, se davvero le “big brand” avranno
la possibilità di raggiungere gli utenti non solo
nel luogo in cui essi soggiornano più volentieri (Facebook e i siti collegati) ma anche offrendo esattamente i prodotti e i servizi che essi
hanno voglia di comprare. Affaire à suivre.
31
Cio’ che pratichiamo dal 1958
ha oggi un nome:
Fair-Relationship-Banking.
Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro
dell’attenzione»: cosa significa concretamente questa frase?
E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione»,
fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna?
Da 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la
propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre
stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto
scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza
molto rilevante.
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che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano
di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere
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Fair-Relationship-Banking
Sede centrale: Finter Bank Zürich AG Claridenstrasse 35 CH-8002 Zürich
Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas
Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein
dal 1958
Angolo Fiscale
di Tiziana Marenco
Con le remunerazioni differite, la FINMA intende introdurre un elemento di remunerazione variabile per il quale i collaboratori acquistano un diritto esigibile solo allo scadere
del termine di blocco e il cui valore oscilla
durante lo stesso periodo a dipendenza del
successo economico dell'istituto, del comportamento e delle prestazioni del collaboratore
e, indirettamente, delle condizioni di mercato
in generale. Queste componenti remunerative,
secondo le direttive della FINMA, devono essere esposte anche a rischi che si verificano
dopo la loro attribuzione. La FINMA appoggia
inoltre apertamente l'introduzione di sistemi di "claw-back" o "malus" secondo i quali
la remunerazione può essere interamente o
parzialmente revocata sino alla scadenza del
periodo di blocco.
possono essere tassate solo allo scadere o alla
soppressione del periodo di blocco, cioè al
momento dell'acquisizione del diritto. Va da
sé che anche il loro valore fiscale dovrà essere
determinato nel medesimo momento.
Il periodo di blocco previsto dalla FINMA si
sovrappone anche a eventuali periodi di blocco previsti per azioni o opzioni di collaboratori che fanno parte del basket di remunerazione
differita del collaboratore, le quali potranno
eventualmente ritardare ulteriormente il momento della tassazione ma non anticiparlo.
Mentre per queste prima della crisi finanziaria
si riteneva preferibile una tassazione al momento dell'attribuzione al fine di ridurre la
base imponibile, non sarà più possibile giustificare sotto il nuovo regime che "blocca" an-
Fiscalità dei “Sistemi di remunerazione”
Osservazioni critiche al progetto di circolare FINMA (seconda parte)
A mente della FINMA il periodo di blocco ha
priorità anche nei confronti della fine di un
rapporto di lavoro, che secondo le regole classiche del diritto delle obbligazioni renderebbe
invece imperativamente esigibili tutte le pretese derivanti dal rapporto contrattuale.
Secondo i principi del diritto civile e fiscale,
le condizioni FINMA relative al blocco della
remunerazione differita impediscono la costituzione di un diritto esigibile, ragion per cui
la remunerazione differita costituisce, in forza
delle numerose condizioni dipendenti sia dalla situazione dell'impiegato che da quella del
datore di lavoro e dei mercati che possono in
ogni momento impedire o limitare l'acquisizione del diritto, una semplice aspettativa sino
allo scadere del periodo di blocco. A mente
della scrivente tale periodo di blocco si distingue anche dalle disposizioni di blocco previste nei programmi classici di partecipazioni
per collaboratori, essendo queste ultime piuttosto un attributo tecnico della partecipazione
che può influenzare il valore della stessa secondo le teorie di valutazione classiche (Black
Scholes etc.), senza mettere in discussione
l'acquisizione della partecipazione avvenuta
in via definitiva al momento dell'attribuzione.
Secondo i principi generali del diritto armonizzato delle imposte sui redditi, principi tra
l'altro ben riassunti nella circolare dell'Amministrazione Federale delle Contribuzioni
del 6 maggio 2003 relativa all'imposizione
delle opzioni di collaboratori con clausola
di vesting e ancorati in Svizzera nel principio
dell'incasso rispettivamente della realizzazione ("Zufluss-, Realisationsprinzip"), tali remunerazioni differite a carattere di aspettativa
Rivista – Ottobre 2009
La
che le remunerazioni in contanti una tassazione al momento dell'attribuzione, poiché in relazione al contante il principio costituzionale
dell'imposizione secondo il potere economico
obbligherebbe il contribuente - a mente della
scrivente senza possibilità alcuna di eccezione
- a dichiarare le correzioni annue positive o
negative a dipendenza dell'oscillazione di valore.
E se pensiamo a semplici questioni pratiche,
quali per esempio il rilascio del certificato di
salario, e al dispendio amministrativo necessario per implementare un sistema di tassazione
al momento dell'attribuzione con susseguenti
dichiarazioni annuali delle oscillazioni di valore, non si può non dare la preferenza a un
sistema di imposizione unica allo scadere del
periodo di blocco con corrispondente tassazione del reddito imponibile in un singolo periodo fiscale.
Solo nei rarissimi casi di restituzione di remunerazioni differite già versate, e se date le
condizioni previste dalla legge, sarebbe eventualmente necessario ricorrere allo strumento
della revisione in ragione di fatti scoperti dopo
la decisione di tassazione ma verificatisi precedentemente. La stessa revisione potrebbe essere utilizzata anche per correggere situazioni
estreme ed in particolare quelle dei collaboratori che, dopo l'attribuzione delle remunerazioni differite ma prima del loro versamento,
hanno cessato la loro attività lucrativa e per i
quali anche un elemento negativo di imposizione non ha più effetto. (continua)
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Angolo Legale
di Massimo Calderan
In Svizzera, per chi vuole farsi assumere, oltre
ai diplomi sono molto importanti gli attestati
dei lavori precedenti. Il lavoratore può chiedere in qualsiasi momento al datore di lavoro
un attestato che indichi la natura e la durata
del rapporto di lavoro e si pronunci sulle prestazioni e sulla condotta del lavoratore. Vista
l’importanza dell’attestato, il datore di lavoro
lo deve scrivere in modo inappuntabile sia dal
punto di vista formale che dal punto di vista
del contenuto.
L’attestato deve contenere le seguenti informazioni, nell’ordine: (1) nome, cognome,
data di nascita, luogo di attinenza (Bürgerort)
per i cittadini svizzeri o cittadinanza per quelli non svizzeri, e indirizzo privato; (2) inizio e,
se il rapporto è terminato, fine del rapporto di
lavoro; (3) tipo di lavoro e principali compiti
L’attestato di lavoro
nel diritto svizzero
svolti; quanto più il lavoro è poco conosciuto,
tanto più dettagliata deve essere la descrizione; (4) qualifica delle prestazioni; (5) comportamento; (6) motivo della fine del rapporto; (7)
auguri per il futuro del lavoratore. In relazione
alla complessità del lavoro, l’attestato deve
essere più o meno lungo, ma non dovrebbe
superare le due pagine.
Per la qualifica delle prestazioni e del comportamento spesso si usano vocaboli standard e
frasi fatte (esistono veri e propri codici), che
il lettore riconosce come qualifiche alla stregua di un voto. È, invece, preferibile utilizzare
parametri obiettivi e parole concrete piuttosto
che frasi generiche e vocaboli in codice. Ad
ogni modo lo stile degli attestati è eufemistico,
in quanto si fanno risaltare gli aspetti positivi e
si cerca di omettere gli aspetti negativi, fermo
restando che l’interpretazione data alle parole
da chi scrive e da chi legge ovviamente può variare. Sarebbe permesso usare qualifiche negative, ma ciò in pratica non accade quasi mai.
Per avere i dati necessari per stilare l’attestato è importante che il datore di lavoro valuti
il lavoratore alla fine del periodo di prova (al
massimo tre mesi) e poi annualmente. Le vautazioni vanno discusse con il lavoratore, onde
evitare che questo al momento del rilascio
dell’attestato protesti. Anche quando la qualità delle prestazioni o del comportamento del
lavoratore subisce variazioni nel tempo, l’attestato deve pronunciarsi sull’intero periodo
di lavoro in un’unica valutazione. Inoltre, non
è permesso dare una rilevanza sproporzionata all’ultimo periodo di lavoro, a quello che
Rivista – Ottobre 2009
La
eventualmente ha causato il licenziamento da
parte del datore di lavoro o al periodo successivo al licenziamento.
Quando ci sono motivi obiettivi per un licenziamento che non hanno niente a che vedere
con il lavoratore, ad esempio la chiusura di
uno stabilimento, è bene scriverlo. Per contro, se un licenziamento da parte del datore
di lavoro è dovuto alle prestazioni o il comportamento del lavoratore, lo si può scrivere,
ma è evidente che il lavoratore protesterà ed
all’occorrenza promuoverà un’azione legale,
perché un tale attestato rischia di compromettere la sua carriera. Solitamente i datori di lavoro in Svizzera lo evitano.
L’attestato deve comprendere il periodo fino
all’ultimo giorno del rapporto di lavoro, quindi anche un eventuale periodo di esenzione
dalle prestazioni “concesso” al lavoratore. In
caso di licenziamento senza preavviso dato
dal datore di lavoro non alla fine di un mese
e senza che ne abbia un valido motivo, l’attestato deve comprendere anche il periodo fino
alla fine del corretto periodo di preavviso.
L’attestato non deve necessariamente portare
la data del giorno della fine del rapporto di
lavoro. Secondo la giurisprudenza la data di
rilascio differente dal termine del rapporto
non indica necessariamente che nel frattempo
vi sia stato un contenzioso.
Il rischio per il datore di lavoro che rilascia un
attestato troppo positivo di doverne rispondere nei confronti di un nuovo datore di lavoro è
praticamente inesistente. Si conosce un unico
caso, nel quale un datore di lavoro non aveva scritto nell’attestato che il lavoratore aveva
sottratto delle somme importanti, reato poi
ripetuto ai danni del nuovo datore di lavoro.
E’ altrettanto difficile che il datore di lavoro
che non rilascia un attestato oppure ne rilascia uno non molto buono, debba rispondere
dei danni che il lavoratore subisce perché non
trova una nuova occupazione.
Referenze a voce possono essere date a potenziali nuovi datori di lavoro soltanto con
l’accordo del lavoratore e devono rispondere ai parametri summenzionati. Il lavoratore
può intentare un’azione legale per obbligare
il datore di lavoro a modificare un attestato.
Purtroppo i tribunali del lavoro tendono ad
obbligare i datori di lavoro a rilasciare attestati esageratamente benevoli anche quando
ci sarebbero tutti i presupposti per valutazioni
negative. Su richiesta del lavoratore l’attestato
deve essere limitato alla natura e alla durata
del rapporto di lavoro, senza alcuna valutazione.
[email protected]
35
E
Donne in carriera: Daniela Gasparini
ssere a capo di un’impresa
è gratificante
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Daniela Gasparini – nata a
Reggio Emilia nel 1950,
coniugata, con un figlio
di 37 anni, diplomata,
iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti dal
1995 – che può vantare
un percorso professionale
veramente notevole, una
carriera sempre in ascesa, in aziende pubbliche,
private e nella pubblica
amministrazione. Poiché
non possiamo citare tutte le cariche ricoperte da
questa dinamica donna in
carriera, ci limitiamo ad indicarne alcune che ci sembrano più significative. Dal 1992 al 1994 è stata Assessore
comunale, per poi diventare sindaco di Cinisello Balsamo
(MI) - città con 75.000 abitanti, 570 dipendenti comunali,
con 3000 aziende sul territorio -, carica che ha mantenuto
per due legislature:
dal 1994 al 2004: Dal 2004 al 2008 è stata Consigliere
provinciale della provincia di Milano e Assessore della
Giunta milanese con tre deleghe principali: al Personale
(2.500 dipendenti, 60 Dirigenti); alla Conferenza dei Sindaci (189 comuni); al Piano Strategico Area metropolitana
milanese.
“Nel 2008 sono stata nominata Amministratore Delegato
di Milano Metropoli, dal Presidente Filippo Penati proprio
con il principale incarico di far diventare questa Agenzia il
braccio operativo della Provincia di Milano per la realizzazione dell’evento EXPO 2015” ci precisa Daniela.
“Per trasformare questo importante appuntamento in una
vera occasione di sviluppo e di rilancio dell’area milanese,
abbiamo già promosso il Bando Expo dei Territori. Si tratta
di un’iniziativa che sta coinvolgendo tutti i territori milanesi, con l’obiettivo di stimolare e valorizzare – nell’ottica dell’evento EXPO – la progettualità dei Comuni e dei
diversi settori economici e sociali in tre ambiti di riferimento: Alimentazione – Ambiente ed Energia – Cultura,
Accoglienza e Turismo.” (info.www.milanomet.it)
Questa straordinaria donna manager – ovviamente sempre
molto occupata – ci ha gentilmente concesso un poco del
suo tempo prezioso per l’intervista la cui sintesi proponiamo di seguito. Alla nostra consueta domanda d’esordio su
cosa significhi essere donna piuttosto che uomo in carriera ci ha risposto semplicemente che ci vuole molto, ma
molto più impegno e una notevole grinta.
Inoltre, per farsi apprezzare in questo mondo di uomini potrebbe servire un solo giorno oppure tutta la vita:
dipende dalle circostanze e dalle persone che devono
giudicare l’operato della donna. “Prima di approdare a
Milano Metropoli” - ricorda Daniela - “durante il periodo
in cui ero Sindaco con ampi poteri in un mondo di uomini,
36
di Ingeborg Wedel
la difficoltà decisionale è stata quella di fare delle scelte,
avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere: gli uomini,
invece, quando hanno il potere lo rinforzano prevalentemente prima di fare dei progetti ed attuarli”.
La diffidenza verso la donna in una posizione dirigenziale
cessa automaticamente quando ci sono risultati positivi.
“Personalmente mi ritengo fortunata” - sostiene Daniela - “in quanto gli ostacoli si trovano prevalentemente
nell’ambito familiare: io ho avuto sempre l’appoggio e
la solidarietà di mio marito. Nell’ambito lavorativo si può
parlare solamente di priorità da affrontare e svilupparne il
progetto.”
Per quanto riguarda gli svantaggi Daniela si augurerebbe
che la giornata potesse avere 48 ore, mentre il vantaggio è
di poter entrare in contatto con tanti mondi, politici economici e culturali e – poiché è curiosa – amplificare le
sue conoscenze nei vari settori e delle relative persone da
valutare in base alla loro professionalità. Il vantaggio per
la donna è che – ancora oggi, in Italia – viene vista come
madre, sorella o compagna: quindi c’e’ meno aggressività
da parte maschile. L’intuizione per Daniela significa semplicemente che la donna è più flessibile e accomodante
dell’uomo, pur non perdendo di vista l’obbiettivo da raggiungere. Nessun comportamento rigido, quindi: questo
permette di trovare le soluzioni più innovative.
“Agli inizi della mia carriera politica”, confessa Daniela
“ho usato e con successo l’arte della seduzione che però
– con gli anni – ho semplicemente archiviato”.
La maggiore soddisfazione che si può ottenere dal punto
di vista femminile è prima di tutto non essere considerata
“diversa” dall’uomo e, ovviamente, raggiungere gli obiettivi e presentare ai sigg. uomini quanto può ottenere una
donna manager nella posizione di solito riservata a loro!
Daniela ha alle sue dipendenze 30 persone: metà donne
e metà uomini; il trattamento è paritario, però dà grande sostegno alle giovani donne, specialmente per quanto
riguarda la maternità che si deve poter conciliare la carriera. A questo punto Daniela ci confida che, quando era
Assessore al personale, aveva organizzato, un servizio che
si chiama tuttora “figli: si grazie!” per aiutare le donne a
non interrompere la carriera.
Si tratta di usare il “telelavoro” durante il primo anno di
vita del figlio, per permettere alla donna manager o comunque in una posizione direttiva di non perdere di vista
l’attività ed il gruppo esecutivo. Per quanto riguarda le rinunce della donna queste ci sono e ci saranno sempre.
Però essere a capo di un’impresa è talmente gratificante
che il poco tempo dedicato alla famiglia diventa più prezioso e di qualità e viene apprezzato, specialmente quando il marito approva le sue scelte lavorative.
Ovviamente il tempo libero, ossia il periodo delle ferie
estive e qualche fine settimana, non viene completamente
sacrificato. Daniela ama andare in barca a vela con suo
marito, figlio ed amici tutti appassionati, allo stesso modo
in cui le piace la montagna, fare lunghe escursioni, curare
personalmente il suo giardino, mentre la lettura preferita
sono i gialli.
Rivista – Ottobre 2009
La
1
Elefante invisibile
di Vittoria Cesari Lusso
Da anni – anzi da decenni – c’è un particolare
che mi colpisce quando mi capita di passare la
frontiera che separa, da un lato, la Francia, la
Svizzera o l’Austria e, dall’altro, il territorio della Repubblica Italiana. Il particolare ha la forma
di un banalissimo segnale stradale indicante i
limiti di velocità prescritti quando vi sono lavori
in corso. Per forza di cose, si sa, i cantieri causano fastidiosi restringimenti della carreggiata e
delle corsie nelle strade e autostrade. Ciò aumenta il rischio. È normale quindi che le norme
prevedano in questi casi, a protezione di tutti
gli automobilisti, una limitazione della velocità
massima consentita. Ciò accade ovviamente in
tutti i Paesi.
Veri e falsi limiti…
Una vecchia
leggenda indiana
narra di
un elefante che
pur muovendosi
tra le folle
con la sua imponente
mole passava
comunque
inosservato.
Come se fosse
invisibile…
Quel che invece cambia a seconda dell’area geopolitica è il rapporto fra la prescrizione formale e
il comportamento che di fatto ci si attende dagli
utenti. Ebbene, in questi casi in Italia capita molto spesso che il limite sia palesemente incongruo
rispetto alle circostanze oggettive, il che implica
tacitamente dare per scontato una sua non osservanza rigorosa. Mi spiego passando ad esempi
concreti.
Nei paesi confinanti in caso di restringimento
o deviazione delle corsie autostradali i cartelli
prescrivono in genere limiti di 70/80 Km orari;
sulle strade ordinarie, in presenza di cantieri o
altri impedimenti, troviamo solitamente limiti di
50/60 Km. Conseguenza: tali limiti sono considerati ragionevoli e vengono rispettati dagli
utenti della strada. Varcato il confine italiano, il
limite di velocità ufficialmente imposto per casi
del tutto analoghi spesso è drasticamente più
basso. In autostrada l’automobilista può vedersi apparire un cartello che prescrive di ridurre
d'un tratto la velocità oraria dai normali 130 a 60
Km (o addirittura 40 Km!); per non parlare delle
strade ordinarie, dove le cifre che spiccano sui
cerchi bianchi bordati di rosso segnano 30, 20 o
finanche 10 Km orari! Conseguenza: i limiti non
vengono presi sul serio e gli automobilisti italiani
adeguano nei fatti la velocità agli standard che
sarebbero richiesti in altri paesi. Per inciso, è interessante notare come si comportano di solito
gli stranieri in visita al Bel Paese: la prima volta
si producono in performances degne di un pilota
di formula uno, cercando di ridurre di un terzo
la velocità nello spazio di pochi secondi (con il
rischio di causare tamponamenti a catena). Poi,
osservano i comportamenti degli indigeni, ne
traggono un’informazione supplementare sugli
italici costumi e si adeguano.
Viene dunque da chiedersi: come mai tali «finti
limiti»? Provo ad avanzare alcune ipotesi. Ipotesi numero uno: le autorità italiane hanno uno
stock di vecchi cartelli da smaltire che risalgono
all’epoca in cui il mezzo di trasporto più comune era il carretto tirato da cavalli. È un’ipotesi
che non prendo ovviamente in considerazione.
Rivista – Ottobre 2009
La
Ipotesi numero due: gli italiani sono un popolo
di iper-prudenti e i limiti di velocità nel caso di
lavori stradali rispecchiano tale tratto di carattere nazionale. Anche questa ipotesi mi sembra da
scartare. Ipotesi tre: si tratta di un indizio, apparentemente poco rilevante ma a mio avviso di
alto valore emblematico, dell’atavica mancanza
di fiducia tra autorità pubblica e cittadino. È questa l’ipotesi che mi sembra più plausibile. Tale
indizio rivela un gioco delle parti del tipo: io autorità, non avendo fiducia nel cittadino, prescrivo
norme più severe del necessario per neutralizzare le scontate trasgressioni; io cittadino, sapendo
che la prescrizione pecca deliberatamente per
eccesso, non la prendo troppo alle lettera. Alla
faccia della certezza del diritto! Siamo di fronte
al grande elefante invisibile di un rapporto statocittadino «non adulto» e «diseducativo». Vediamo un paio di argomenti a sostegno di tali tale
tesi.
Perché diseducativo? Immaginiamo che Tizio
viaggi sulla sua bella automobile in compagnia
del figlio, un vispo ragazzino di otto anni che
già vuole sapere tutto sui motori e sulle regole
della circolazione. Il piccolo, curioso, osserva
tra l'altro tutti i cartelli con i limiti di velocità e
li confronta con quanto indicato dal tachimetro
della macchina. A un certo punto esclama: «Papà
com’è che quando c’era il limite dei 20 Km orari tu andavi ai 40, e quando sull'autostrada c’era
quello dei 60 km tu andavi agli 80?». Cosa può
rispondergli il genitore? Per un «adulto-educatore» è una situazione quasi ingestibile: qualsiasi
risposta è inadatta sul piano morale. Dire la verità
è come insegnare che le norme e le regole non
vanno prese tanto sul serio. Anche se si tratta di
una norma «poco importante» il messaggio che
passa scredita agli occhi del figlio il valore delle
regole collettive. Mentire al piccolo dicendo «Si
sono sbagliati» non funziona comunque, proprio
perché è una bugia!
Perché non adulto? Perché troppo basato su vecchi schemi relazionali che hanno come base la
sfiducia reciproca e che fanno della «furbizia»
un valore da sbandierare. È quanto succede anche in materia fiscale: lo stato, da un lato, applica aliquote da «inferni» fiscali; il cittadino,
dall’altro, si difende come sa e come può, non
considerando peccato ma «legittima furbizia»,
ad esempio, il fatto di trasferire la residenza
nei cosiddetti «paradisi» fiscali, pagare in nero
l’idraulico o il muratore, non denunciare il proprio secondo, terzo lavoro.
Può darsi che questo sempiterno gioco a chi è più
furbo stimoli comunque il cervello e certe abilità.
Quel che è certo, per contro, è che deprime il
valore dell’onestà e di una sana maturità nei rapporti privati e pubblici. Ma questo, concretamente, chi lo considera un problema oggigiorno?
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37
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L
a
Intervista esclusiva con Cornelio Sommaruga (2
parte)
e molte facce della diplomazia
Si completa su questo numero l’intervista che Cornelio Sommaruga ha concesso in esclusiva a La Rivista. Nella prima
parte (numero di settembre) Sommaruga ha toccato temi a lui cari quali le origini del CICR (Comitato Internazionale
della Croce Rossa), la convenzione di Ottawa di cui è stato il principale artefice per la messa al bando delle mine antipersona
e l’attività della Fondazione Initiatives for Change a Caux di cui rimane uno degli animatori vista la sua pluridecennale
esperienza in diplomazia
di Michele Caracciolo
di Brienza
In tredici anni ha
incontrato 110 capi
di stato. Qui è
con il Capo
dell’Organizzazione
per la liberazione
della Palestina
Yasser Arafat
a Ginevra (1989).
Dottor Sommaruga, sulla base della
sua esperienza di Segretario di Stato
all’Economia Esterna un buon negoziatore che doti deve avere? L’empatia è
tra queste?
Un buon negoziatore deve avere l’empatia - lei l’ha detto - per poter creare una relazione di fiducia con i suoi interlocutori.
Deve conoscere bene non solo il proprio
dossier ma anche tentare di capire quali
sono gli interessi dell’altra parte negoziale.
Bisogna che giochi in trasparenza. Questo è sempre stato il mio metodo. Quando
si dice che il diplomatico è qualcuno che
continua a dire delle cose che non sono
vere e giuste, per me è assolutamente
inammissibile. Qualche volta si possono
non dire determinate cose, ma in generale
bisogna essere trasparenti. Bisogna avere il contatto con la parte negoziale che le
permetta di avere questa fiducia per poi
avanzare. Ho sempre detto sin dall’inizio
quello che era il mio obiettivo senza nasconderlo. Naturalmente era difficile raggiungerlo, ma volevo che si sapesse che
era così, anche quando negoziavo per la
Confederazione in questioni economiche
e commerciali. Del resto ho avuto qualche
difficoltà nei negoziati per la Confederazione perché ho alcuni principi di vita da
me scelti più o meno a diciotto anni che ho
cercato di applicare sempre e sono: “Servire”, il rispetto della dignità umana e poi
vivere per e in famiglia. Questi principi, a
volte specialmente il secondo, in qualche
negoziato economico un po’ duro mi dava
qualche problema. In fondo li ho superati perché tentavo sempre di mettere sul
tavolo il problema del rispetto delle persone. Questo atteggiamento mi è servito
parecchio quando ero al CICR.
In tredici anni lei ha incontrato 110 capi
di stato. Di tutti questi personaggi ha
un ricordo che le è rimasto particolarmente impresso?
Rivista – Ottobre 2009
La
Sono stati incontri di natura diversa e le
impressioni sono state anch’esse diverse.
Le racconterò il mio ricordo di due personaggi tra loro contraddittori. Uno è Fidel
Castro con cui ho negoziato in una notte
nel suo ufficio nel 1988 un accordo per
poter visitare i prigionieri politici a Cuba.
L’accordo fu poi concluso per tre anni.
Purtroppo alla fine del secondo anno non
rispettarono le condizioni che noi avevamo dato e allora rinunciammo a continuare. Il negoziato con questa personalità dal
carisma straordinario fu indimenticabile.
Tra un aneddoto e l’altro come comandante ribelle nella Sierra Maestra che lottava
contro Batista e che voleva tenere alti i
principi della Croce Rossa, m’impressiono’ molto. L’altra persona che mi ha colpito è stato papa Giovanni Paolo II. L’ho
incontrato tre volte ed era un uomo che
non solo ascoltava ma che chiedeva perché capiva qual era il nostro ruolo. Anche
lui un uomo di grande carisma e un po’
teatrale qualche volta dato che a quanto
pare in gioventù fu un attore.
La politica del CICR è sempre stata di
grande discrezione e in passato ci sono
state anche delle critiche dure per questo atteggiamento. Quando ha avvertito la necessità di denunciare le autorità
politiche di un paese per fatti riportati
dai delegati del CICR?
Il CICR segue una direttiva chiara: in
caso di violazioni del diritto internazionale
umanitario può denunciare pubblicamen39
Qui, invece, sempre Ginevra, è con Nelson Mandela a Ginevra (1990).
te se sono rispettate quattro condizioni. La prima
condizione è che le violazioni siano state constatate
dai delegati stessi o che siano di notorietà pubblica; la seconda è che tutte le démarches bilaterali per
farle cessare siano state esaurite senza successo. In
terzo luogo, la dichiarazione di violazione del diritto
non deve avere conseguenze negative nei confronti
delle vittime. Bisogna sempre tentare di riflettere a
quello che potrebbe accadere alle vittime in seguito
ad una denuncia pubblica. Poi la quarta condizione che avrei dovuto menzionare prima è che queste
violazioni devono essere particolarmente gravi e ripetute. In passato sono stato confrontato al conflitto
nell’ex - Jugoslavia, alla crisi in Ruanda, in Somalia,
alla Prima Guerra del Golfo, dove delle situazioni
gravi erano oggetto del consiglio esecutivo che si riuniva ogni settimana. Talvolta avevo preso l’iniziativa per conto mio in quanto non volevo aspettare
che consiglio si riunisse. Ho avuto delle resistenze
da parte di miei colleghi, ma in generale credo che
la mia condotta sia stata corretta. Mi ricordo sempre che nel ’92 feci una dichiarazione riguardante
il conflitto allora in corso nella Repubblica Serbska
in Bosnia Erzegovina riferendomi ad alcuni avvenimenti nei campi di prigionieri, ma non dissi mai chi
era responsabile. Feci la dichiarazione qui a Ginevra durante una conferenza ministeriale convocata
dall’Alto Commissario per i Rifugiati che mi affidò
l’elaborazione del key-note address. Bisognava essere
duri perché era il momento in cui c’era un esodo di
rifugiati e di profughi che andavano verso la Croazia, verso la Germania e l’Italia. Varie volte ebbi
l’occasione di denunciare pubblicamente fatti gravi.
Durante le fasi iniziali della Prima Guerra del Golfo
convocai al CICR le televisioni svizzere per far presente il pericolo degli scudi umani e delle armi atomiche che potevano essere usate dall’una o dall’altra
parte. Non si sapeva bene se l’Irak ne fosse dotato o
meno, ma gli altri paesi coinvolti le avevano.
Nel diritto internazionale umanitario la codificazione arriva sempre un momento dopo la catastrofe. Le convenzioni di Ginevra moderne datano del ’49 dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel
’77 dopo il processo di decolonizzazione furono
aperti alla ratifica i due protocolli aggiuntivi. Oggi
40
qual è la frontiera del diritto umanitario internazionale? Sarebbe auspicabile applicare il diritto
esistente. Tuttavia com’è possibile affrontare con
gli strumenti attuali il problema del terrorismo,
dell’identificazione dei combattenti, di Guantanamo…Sono d`accordo con lei quando dice che
l’applicazione del diritto esistente è già un risultato
incoraggiante. Si cerca sempre l’universalità delle
ratifiche dei protocolli aggiuntivi. Da poco tempo il
CICR ha pubblicato uno studio sulla delicata distinzione tra civili e combattenti. Di nuovo Gaza ha sollevato la questione e ha dimostrato quanto sia difficile fare questa distinzione. S’è lavorato per anni con
dei professori di diritto umanitario di tante parti del
mondo per dare una sorta d’interpretazione a quello che è attualmente il diritto di Ginevra su questo
tema. Le dirò che non sono favorevole ad iniziare un
nuovo negoziato per avere una nuova convenzione
o fare una revisione delle convenzioni attuali. E’ il
vaso di Pandora, se si apre qualche cosa non si sa
dove si andrà a finire. Il pericolo è semplice: la protezione delle vittime potrebbe diminuire. Bisogna,
quindi, essere estremamente prudenti ad ogni tipo
di revisione delle convenzioni esistenti. La questione
del cristallo è stata al centro dell’ultimo atto legato
alle convenzioni di Ginevra e non ha portato veramente una modifica, semmai ha aggiunto un simbolo a quelli già esistenti. Alla base c’era il problema
d’Israele che con difficoltà ha poi ratificato il protocollo. Per ora, da quanto mi si dice, non utilizzano il
nuovo emblema. Dunque è una questione delicata la
modifica del patrimonio giuridico accumulato sino
ad oggi. Un grandissimo contributo del CICR è la
raccolta del diritto umanitario consuetudinario la
cui pubblicazione ha richiesto otto anni. Ci sono alcuni paesi che, pur non avendo ratificato i protocolli
aggiuntivi, si sentono comunque vincolati perché li
considerano norme consuetudinarie.
L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, in
un’intervista rilasciata dopo la fine del suo secondo
mandato ha dichiarato che il genocidio in Ruanda
nel 1994 ebbe una dinamica talmente rapida che
dopo tre mesi dall’inizio della crisi, quando lui
cominciò ad occuparsene, ormai il peggio era già
successo. La comunità internazionale non ha fatto nulla e ciò è stato spesso utilizzato come argomento polemico da parte delle autorità ruandesi.
Kofi Annan all’epoca era a capo delle missioni di
mantenimento della pace ed ha avuto delle critiche da più parti. Secondo lei sono state giustificate? Come si sarebbe potuto agire? In fin dei conti
è stato un genocidio molto particolare perchè non
è stato un genocidio pianificato e organizzato da
un’autorità statale. In Ruanda per la prima volta
una popolazione intera s’è accanita nei confronti
di un’altra. E’ stato diverso dal genocidio armeno
o dalla Shoah. Inoltre, il luogo remoto e la rapidi-
Rivista – Ottobre 2009
La
tà degli eventi non hanno permesso un intervento
rapido ed il precedente della Somalia non ha certo giocato a favore di un intervento umanitario
della comunità internazionale. Insomma, come si
sarebbe potuto agire? Questo pericolo poi rimane, se non in quella zona, altrove.
Lei rivolge la domanda ad uno dei redattori del rapporto la responsabilità di proteggere pubblicato nel
2001. In quel rapporto abbiamo affermato che la responsabilità di proteggere comporta la responsabilità di prevenire, poi di reagire e di ricostruire. Credo
che sia essenziale di ricordarsi quanto sia importante la prevenzione. Penso che tutti abbiano sottovalutato la problematica di questi paesi africani,
in particolare dei paesi dei Grandi Laghi con etnie
diverse che potevano portare allo scoppio di un conflitto di quel genere. Andai in Ruanda nel ’93 e poi
nel ’95. Nel 1994 ci fu il genocidio. Quando andai
nel ’93 vidi anche il presidente Juvenal Habyarimana che morì nell’abbattimento del suo aereo. Ricordo benissimo che si palpava la tensione ovunque. Il
nunzio diede una colazione dove c’erano alcuni ministri ruandesi e alcuni diplomatici. Fu una colazione con una tale tensione nell’aria che la gente quasi
non parlava perché si sentiva che c’era qualcosa che
stava per capitare. La nostra delegazione del CICR
fu straordinaria. Fu l’unica delegazione che rimase
tutto il tempo sul posto. Insomma, è stata un’operazione importante del CICR, anche se era una goccia
in un oceano di sofferenze. Avevamo due strutture
ospedaliere dove si tentava di curare i feriti. Quanti
dei nostri collaboratori locali furono trucidati!
È chiaro poi quanto sia difficile fare stime precise
in un paese dove l’anagrafe non registrava tutta la
popolazione. Si poteva fare di più? Non lo escluderei. Uno dei problemi maggiori fu la massa di armi
che circolava, anche se poi in gran parte gli eccidi
sono stati compiuti con i machetes. Tuttavia c’erano
armi da tutte le parti. Si sarebbe potuto anche intervenire in modo massiccio su tutto il paese. Quando
è avvenuto il primo attacco contro dei Caschi Blu
poco dopo si sono ritirati, in particolare i belgi. La
reazione avrebbe dovuto essere l’esatto contrario.
Tuttavia, né Kofi Annan né Boutros Ghali capirono
la gravità di quello che stava accadendo. Il generale
canadese Romeo Dallaire rimase sul posto alla testa
di un piccolo contingente di caschi blu e soffrì molto
dovendo assistere impotente a quei massacri.
Philippe Gaillard, che fu a capo della delegazione
del CICR durante quei momenti, sostiene che le vittime furono circa un milione.
L’attacco al CICR nel 1999 in Cecenia fu un momento durissimo e ciò si percepisce nella sua allocuzione funebre in ricordo delle vittime nella
Cattedrale di Saint Pierre a Ginevra. Chi erano i
collaboratori uccisi?
Rivista – Ottobre 2009
La
Sommaruga in Ruanda a Kigali (27 ottobre 1995).
Erano un ingegnere e cinque infermiere. Le conoscevo tutte e cinque, dato che ho sempre avuto una
simpatia per le infermiere, forse perché anche mia
madre era infermiera. Pensavo che dessero molto
all’impegno della Croce Rossa senza essere veramente considerate. Per questo motivo vorrei descrivere un dettaglio di un quadro di Ugo Bernasconi,
pittore italiano del comasco parente di mia madre.
Quando io poi fui nominato alla Croce Rossa le sue
figlie mi regalarono un quadro che rappresenta la
crocerossina. E’ un bellissimo quadro con una donna con l’abito della crocerossina italiana e l’ultimo
anno del mio mandato ho portato questo quadro
a Ginevra e l’ho regalato al CICR intitolandolo
l’”Omaggio all’infermiera sconosciuta”. Ci sono tanti di quei monumenti al milite ignoto. Si dimentica
che l’infermiera è anche lei sempre sul fronte, che
opera con grande valore e spesso ci lascia la vita.
Ginevra rimane una città unica nel suo genere.
Tayllerand disse: “Esistono i cinque continenti e poi
c’è Ginevra”. E’ una città unica viste anche le dimensioni: 190'000 abitanti. E’ un villaggio se paragonata alle metropoli del resto del mondo. Oltre alla parte diplomatica multilaterale, qui hanno sede grandi realtà produttive e di servizi quali
la Procter & Gamble, la Caterpillar, la Dupont,
la Mediterranean Shipping Company e la MSC
Crociere. Sì è un villaggio. Ero stato qui come diplomatico economico perché rappresentavo la Svizzera all’EFTA, all’UNCTAD e all’UNECE. Poi
dopo fui richiamato a Berna e da lì al CICR. Ci troviamo bene, anche se poi non abbiamo abbandonato
la nostra italofonia perché continuiamo a parlare in
famiglia sempre in italiano. Ciò che è straordinario
di Ginevra è che lei qui incontra persone del mondo
intero che svolgono le attività più diverse. C’è una
grande armonia d’incontri nonostante il fatto che ci
possano essere dei negoziati duri e difficili sia dal
punto di vista politico, economico e commerciale. Se
lei va a New York la comunità legata all’ONU si disperde in questa enorme città che è Manhattan con i
suoi sobborghi. Invece a Ginevra, proprio per il fatto che la città è piccola, questa comunità internazionale è estremamente visibile e facile da frequentare.
41
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S
A settanta anni dello scoppio
della seconda Guerra mondiale
vizzera 1939: mobilitazione
di un esercito e di un popolo
La seconda Guerra mondiale (1939-1945), che ha visto fronteggiarsi le forze dell’Asse (Germania e Italia più Giappone) contro gli Alleati (Inghilterra e Stati Uniti d’America più Unione Sovietica), coinvolse quasi tutti gli Stati del
Mondo. La Svizzera si trovò allora confrontata con alcuni dei più drammatici momenti della sua storia, ma, sebbene
accerchiata dagli spaventosi eventi bellici, riuscì a mantenere la sua neutralità e la sua integrità territoriale, grazie
ad un’intensa attività diplomatica, alla compattezza del suo esercito e soprattutto al forte spirito di appartenenza alla
comune patria elvetica di tutto il popolo
di Tindaro Gatani
La cartina con
le dittature
filofasciste
in Europa
alla vigilia
delle seconda
Guerra mondiale.
Quadro desolante
Una volta terminata la prima Guerra
mondiale, le speranze di un’Europa migliore in un futuro di pace furono di breve durata. Non si erano ancora spenti gli
echi dei cannoni che vincitori e vinti, nessuno escluso, dovettero cominciare a fare
i conti con tutti quei problemi che la guerra non solo non aveva risolto, ma addirittura complicato, aggravandoli. I terribili
scontri si erano lasciata dietro una enorme
miseria che colpiva soprattutto gli strati
meno abbienti delle popolazioni. Bertolt
Brecht riassunse così in modo lapidario la
situazione: «Tra i vinti, la povera gente fa
la fame e tra i vincitori fa la fame la povera gente». Enormi masse di disoccupati,
di vedove, di orfani non avevano di che
vivere. La situazione era dunque disastrosa in tutti gli Stati, anche in quelli che
avevano vinto sui campi di battaglia. E si
sa le gravi crisi economiche favoriscono
i partiti estremisti. La gente che ha fame
non ha tempo per pensare alla politica e
alle battaglie democratiche. Così in molti
Paesi, con il passare del tempo, andarono
al potere con la forza governi populisti e
di estrema desta. Il primo banco di prova
fu quando, ancora in pieno conflitto, scoppiò la rivoluzione russa con da una parte i
«rossi», che volevano imporre il regime comunista dei Soviet, e dall’altra i «bianchi»,
sostenitori del vecchio regime zarista. La
Russia, ritiratasi dalla Guerra contro la
Germania e l’Austria, si trovò nello stesso tempo al centro di una feroce guerra
civile e costretta a difendersi dall’assedio
delle potenze capitaliste. Nell’autunno
del 1918, truppe inglesi sbarcarono ad
Arcangelo (Arhangelsk, nella Russia nordoccidentale), quelle francesi a Odessa e
Rivista – Ottobre 2009
La
quelle americane nella Siberia orientale,
mentre l’esercito giapponese creava una
testa di ponte a Vladivostock. Era una
guerra nella guerra. Una volta sconfitti i
nemici interni e quelli esterni, i sovietici,
sotto la guida di Lenin, instaurarono una
dittatura poliziesca. Andrà ancora peggio
quando gli succederà Stalin. La smobilitazione di milioni di uomini chiamati alle
armi aveva intanto creato, come detto, difficoltà economiche e contrasti ideologici e
di classe anche nell’Europa occidentale.
Con il passare del tempo, in Italia si affermò il regime fascista di Benito Mussolini,
in Germania, dopo la confusa esperienza
della cosiddetta Repubblica di Weimar,
quello nazista di Adolf Hitler. Si trattava
di regimi totalitari nella cui sfera militavano tanti altri Stati europei. Francia e
Inghilterra, uscite vittoriose della guerra, erano più preoccupate della minaccia
sovietica che di quanto stava accadendo
in Italia e in Germania. Anzi, Francesi e
Inglesi speravano in un eventuale scontro russo-tedesco per trarne poi vantaggi
politici ed economici. Fu in questo quadro che maturarono l’invasione italiana
dell’Etiopia e l’avvento al potere in Spagna, dopo una terribile guerra civile, della dittatura del generale Franco. Alle crisi
43
provocate dagli eventi bellici si era intanto aggiunta
la depressione economica che aveva colpito l’economia mondiale dopo il crollo della Borsa americana
dell’ottobre 1929.
L’ingordigia nazista
Quando la Germania nazista, dopo essersi alleata con l’Italia fascista (Asse Roma-Berlino (ottobre
1936), intraprese la sua politica di espansione rapida
e violenta (Blitzkrieg, guerra lampo) verso i suoi vicini dell’Europa orientale, Francia e Inghilterra mantennero un atteggiamento quasi indifferente e rinunciatario. Approfittando della loro passività, Hitler,
nel marzo 1936, fece occupare la zona smilitarizzata
sulla sinistra del Reno, garantita dalla Pace di Locarno del 1925, e due anni dopo ordinò, a sorpresa,
l’annessione dell’Austria al Terzo Reich (Anschluss,
marzo 1938). Una ulteriore conferma che per la dittatura nazista i trattati internazionali erano «solo carta straccia». Gli altri Stati europei, che non avevano
né la forza né la volontà di fermare le pretese sempre
più ingorde della Germania, non solo si mostrarono
pavidi, ma persino anche collaborativi. Così quando
Hitler, sempre più baldanzoso e pimpante, per forza
propria e per passività altrui, avanzò la pretesa di
annettersi la regione cecoslovacca dei Sudeti, abitata da molti tedeschi, Francia, Inghilterra e Italia, con
il Trattato di Monaco (settembre 1938), appoggiarono
le sue richieste nella speranza di salvare la pace. Ma
non fu così, anche se il Führer aveva solennemente
promesso: «È l’ultima rivendicazione territoriale che io
pongo in Europa!». L’ingordigia del dittatore era, però,
infinita e nel marzo del 1939, la Germania invadeva
la Cecoslovacchia e si annetteva così anche la Boemia e la Moravia. Mussolini aveva intanto stipulato
un trattato di alleanza militare con Hitler (Patto di
acciaio, 22 maggio 1939), che sarà poi esteso al Giappone. Le potenze occidentali erano ancora convinte
che una eventuale guerra si fosse combattuta solo
tra la Germania e l’Unione Sovietica. Ma non sarebbe andata così. Le speranze di Francia e Inghilterra
si infransero però alla notizia che, il 23 agosto 1939
a Mosca, la Germania, militarista e anticomunista,
con un’altra mossa a sorpresa, aveva concluso con
l’Unione Sovietica un Patto di non aggressione, chiamato dai due ministri degli esteri firmatari Patto
Molotov-Ribbentrop. Ufficialmente l’accordo era volto
a risolvere eventuali attriti futuri tra il Terzo Reich
e l’Unione Sovietica, le clausole segrete stabilivano,
invece, le rispettive sfere di influenza sugli Stati cuscinetto tra le due potenze, così decise al tavolo delle
trattative: l’area tedesca si sarebbe spinta fino alla
frontiera settentrionale della Lituania, mentre Finlandia, Estonia e Lettonia cadevano sotto quella sovietica. La sorte più disgraziata spettò alla Polonia,
della quale fu decisa la violenta divisione militare tra
i due contraenti. Erano patti che Hitler sapeva di
non dovere rispettare, perché, restava fermamente
44
convinto di attaccare in un secondo tempo anche
la Russia. Nei suoi disegni, il suo prossimo passo
sarebbe stato infatti la conquista della Repubblica
sovietica dell’Ucraina, considerata allora il «granaio
d’Europa».
La Mobilitazione svizzera
Il giorno prima della firma del Patto di Mosca, il dittatore tedesco aveva confidato ai suoi generali: «Ho
bisogno dell'Ucraina, altrimenti ci faranno morire di fame
come durante la guerra passata». Anche Stalin sapeva
che lo scontro con Hitler sarebbe stato inevitabile,
ma quel Patto gli avrebbe permesso di prendere tempo per prepararsi ad una guerra alla quale non era
ancora pronto. A sorpresa, il 25 agosto, fu reso noto
anche un Trattato anglo-polacco di mutuo soccorso.
Il 1° settembre 1939, Hitler ordinò l’invasione della
Polonia, contando anche sugli eventuali buoni uffici di Mussolini per l’organizzazione di una «seconda
Monaco», che avrebbe riconosciuto il «fatto compiuto».
Alla vigilia di quell’avvenimento, esattamente il 30
agosto, alle ore 17, a Berna si riunì in seduta straordinaria il Parlamento per concedere al Consiglio
federale i pieni poteri ed eleggere Henri Guisan alla
carica di generale e Jakob Labhart a quella di capo
di Stato maggiore generale (Comando supremo
dell’esercito). Due giorni prima, proprio in previsione dell’aggressione tedesca contro la Polonia, erano
state mobilitate le brigate di frontiera. In vista della
riunione del 30 agosto, il Consiglio federale aveva
preso dei provvedimenti per la protezione del Paese
e per il mantenimento della sua neutralità «in ogni
caso e rispetto a tutte le potenze». In momenti tanto difficili, con i venti di guerra che soffiavano impetuosi su
tutta l’Europa, la Svizzera era stata costretta a prendere le più rigorose misure per garantire la sua integrità territoriale e le attività della sua agricoltura,
che doveva assicurare le forniture alimentari alla popolazione. Alla notizia dell’avvenuta invasione della
Polonia, già il mattino del 1° settembre, il Consiglio
federale, d’intesa con il generale Guisan, proclamò
la mobilitazione generale dell’esercito per il giorno
dopo, 2 settembre. Circa 430.000 uomini si misero
subito in marcia per raggiungere i reparti di destinazione. Anche le industrie furono mobilitate per sostenere «l’economia nazionale» e molte di esse furono
convertite in fabbriche belliche per produrre armi e
tutto quanto doveva far funzionare «la macchina militare». Il 3 settembre, la Francia e l’Inghilterra, «consapevoli che ormai era in gioco la libertà di tutti i popoli»,
dichiararono guerra alla Germania. La mobilitazione svizzera era giustificata anche dal fatto che molti
documenti propagandistici del Terzo Reich parlavano di progetto di un unico Stato per tutti i popoli
di lingua tedesca e che in molte carte stampate in
Germania la Confederazione, di fatto, era scomparsa come identità politica indipendente. Nonostante
le farneticazioni di Hitler, in quei difficili momenti,
Rivista – Ottobre 2009
La
«certamente rassicuravano gli Svizzeri
– come sottolinea
Pierre Béguin – la
potenza dell’esercito
francese, la solidarietà britannica, e il
desiderio dell’Italia
fascista di non avere un unico vicino
sui suoi confini settentrionali,
unito
alla pratica di una
politica di amicizia
Il giuramento del generale Henri Guisan verso la Svizzera,
davanti all’Assemblea federale straordinonostante l’irredennaria del 30 agosto 1939.
tismo dei fascisti più
zelanti i quali, se non furono mai sconfessati, non ebbero
nemmeno l’appoggio ufficiale del regime» (Pierre Béguin,
in Appendice a William Martin, Storia della Svizzera,
Bellinzona 1980, p. 287).
Il Ridotto del Gottardo
Mai, anche nei più drammatici momenti della seconda Guerra mondiale, la Svizzera ebbe dunque
a temere un attacco italiano, perché i rapporti di
buon vicinato tra i due Paesi non vennero mai meno
(si veda Scenari di guerre impossibili, in «La Rivista» di
aprile 2009). L’imponente apparato difensivo elvetico ai confini con Piemonte e Lombardia, era più
una prevenzione per un’eventuale invasione tedesca
dal sud, anche solo per avere un canale più diretto
tra l’Italia settentrionale e la Germania meridionale, che per un temuto attacco italiano. Le truppe
posizionate sul fronte sud dovevano essere soprattutto a sentinella dell’intangibilità del massiccio del
San Gottardo, assurto, grazie alle sue impenetrabili
difese naturali a ultimo inespugnabile baluardo di
un’eventuale resistenza ad oltranza «contro ogni invasore». Nel momento più difficile del conflitto, quando
ormai le truppe germaniche avevano invaso mezza
Europa, compresa quella parte nordorientale della
Francia, che confinava con la Svizzera, il generale Guisan, con l’Ordine n. 13 del 14 maggio 1941,
stabiliva, infatti, l’estrema difesa della patria con
l’eventuale ritiro entro il cosiddetto Ridotto nazionale,
nel triangolo compreso tra Sargans (San Gallo), il
San Gottardo (Ticino/Uri) e St. Morice (Vallese).
Ancora una volta il San Gottardo, da sempre centro del sistema difensivo elvetico, rinnovava la sua
particolare importanza nella memoria collettiva di
tutti gli Elvetici. La montagna, luogo di incontro
delle tre regioni linguistiche della Confederazione
e quindi punto focale della coesione delle sue genti, ritornava ad essere il mito dell’indipendenza e
del’identità nazionale.
Allo scoppio della guerra, gli Svizzeri avevano temuto un’invasione francese dalla Savoia verso la
Rivista – Ottobre 2009
La
Germania meridionale e viceversa quella delle truppe naziste verso la Francia. Ma i Tedeschi, per aggirare la formidabile ed insuperabile Linea Maginot,
preferirono marciare su Parigi superando quell’ostacolo con l’invasione del Belgio e dell’Olanda. La difesa svizzera si svolse non solo lungo le frontiere,
ma anche in tutte le sedi diplomatiche possibili, approfittando anche del fatto che sul suolo neutrale
della Confederazione si incontravano i rappresentanti dei vari Paesi, compresi quelli belligeranti, per
condurre trattative riservate e segrete sullo svolgimento del conflitto e sul futuro assetto europeo e
mondiale. C’era comunque da affrontare anche la
pressione economica che si faceva sempre più soffocante soprattutto quella esercitata dagli Inglesi e
dai Tedeschi: «Al peso della pressione tedesca replicava
l’intransigenza britannica. Londra non sembrava rendersi conto che, limitando sempre più gli approvvigionamenti
svizzeri provenienti dal mondo libero, rischiava di rendere il
Paese sempre più dipendente dal suo grande vicino» (P. Béguin, op. cit., p. 289). L’isolamento e lo spirito di difesa nazionale contribuirono tuttavia a consolidare
la solidarietà tra le diverse regioni e tra i diversi ceti
della Confederazione, che, al termine del conflitto,
ne sarebbe uscita fortemente rafforzata, sia sul piano sociale che su quello politico.
La minaccia interna
Eppure per tutta la durata della guerra, il pericolo
più grave era venuto proprio dall’interno: ci furono
Svizzeri, anche in servizio militare attivo, che spiavano per potenze straniere, altri che costituirono
veri e propri gruppi di attivisti nazionalsocialisti. La
cosa più grave era che molti lo facevano solo per
facilitare un’eventuale annessione all’«unica grande
madre tedesca». Anche in Svizzera, qualcuno aspirava
infatti a diventare cittadino del Reich, perché, come
diceva Hitler era «più grande onore avere il titolo di cittadino del Reich in qualità di spazzino che essere re in uno
Stato straniero». Per frenare la subdola propaganda
nazista, i tribunali militari svizzeri emisero 19 condanne a morte (16 eseguite), 33 condanne di carcere a vita, e oltre 200 punizioni a varie pene detentive
per spionaggio. Si trattava di una esigua minoranza
che avrebbe tuttavia svolto un ruolo molto importante in caso di invasione tedesca del Paese. Le autorità federali, per dare un rigoroso esempio, furono
costrette anche a privare della nazionalità e mettere
al bando «parecchi cittadini svizzeri» (P. Béguin, op.
cit., p. 290). E che nemmeno nei momenti più bui
del conflitto non siano mai venuti meno i rapporti
di amicizia e di buon vicinato tra l’Italia e la Svizzera è dimostrato dall’interscambio commerciale. Dal
1940, primo anno della guerra, la Confederazione
completamente accerchiata dai Paesi belligeranti,
aumentò il più possibile le sue riserve alimentari
e di materie prime con le importazioni dall’Italia o
servendosi del porto di Genova, visto che gli scali
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francesi, olandesi e tedeschi
op. cit., p. 294). E fu
erano inaccessibili. Certo,
in quella occasione
per sopravvivere, l’economia
che la Confederaziosvizzera ha dovuto fare i conne normalizzò i suoi
ti anche con il potente vicino
rapporti con la Frantedesco, attirandosi la velata
cia, riconoscendo il
accusa di collaborazionismo
regime del generale
con Hitler. Ma alla fine, la
De Gaulle, nato dalConfederazione ne uscì a tela lotta di Resistenza
sta alta, dimostrando che ave- Soldati svizzeri leggono i manifesti della Mobilitazione per conoall’invasione nazista,
scere
la
destinazione
del
proprio
reparto.
va agito per necessità e per
e riallacciò le relaziopremunirsi proprio da un attacco germanico, che ni diplomatiche con l’Unione Sovietica interrotte
in alcuni momenti, con la concentrazione di truppe dopo l’ascesa al potere dei comunisti nel lontano
tedesche vicino Sciaffusa e Costanza, era sembrato 1918. Ed infine, un solo altro dato che testimonia
imminente. A tre mesi dalla fine del conflitto, una come, nemmeno in quei frangenti, venne mai meno
missione degli Alleati, arrivata a Berna (13 febbraio il rapporto di stima e solidarietà reciproca tra Ita1945) per esprimere «un giudizio molto severo sul com- liani e Svizzeri: in uno dei momenti più drammatici
portamento della Svizzera durante tutto il lungo conflitto», del conflitto, quello seguito alla caduta del fascismo
fatta una approfondita inchiesta, se ne ripartiva (8 dell’8 settembre 1943, quarantacinquemila nostri
marzo) dopo aver «capito con quanti sforzi e con qua- connazionali (tra rifugiati civili e internati militari)
le perseveranza la Svizzera s’era impegnata a scoraggiare trovarono rifugio nella Confederazione, dove rimala Germania dall’attaccare il suo territorio» (P. Béguin, sero fino al termine della guerra.
Il racconto di Francesco Sanctis
Parlando della chiamata alle armi del popolo svizzero nel
1939, il pensiero non poteva non andare ad un’altra storica
mobilitazione, quella del dicembre 1856, decritta da Francesco De Sanctis, primo professore di Lingua e letteratura
italiana del Politecnico federale, che poté ammirare «le virtù di un popolo indipendente e libero», che si mobilitava
per difendere la patria. Minacciati dal re di Prussia, per l’Affare di Neuchâtel*, gli Svizzeri si preparavano alla difesa
dai ventilati attacchi con compostezza e disciplina. «Qui
- scriveva De Sanctis all'amico De Meis, in data 24 dicembre - tutto ha preso un aspetto guerresco. 20 mila uomini
muovono sopra Sciaffusa; i Cantoni aprono crediti illimitati
[…] i Consigli si riuniscono a far petizioni; e probabilmente
il Politecnico resterà chiuso[…] Prendono le misure più rigorose con una calma, una placidezza da non credere[…]
Se i Prussiani prendon Sciaffusa […] in sei ore sono a Zurigo. Sta a vedere che mi tocca morire di palla prussiana […].
Com'è divenuta bella Zurigo! Mi sento rivivere. Le strade
già solitarie formicolano di soldati accorrenti dalle campagne. E qui! cittadini che l'altro giorno stavano tranquillamente nelle loro botteghe e a' loro banchi, lasciano i negozi
e corrono alle armi. Al teatro si canta l'inno nazionale […]
parlano della patria con quell'interesse che la nostra plebe
mette ne' suoi affari privati. Questa sera si doveva dare un
concerto; i cantanti e i sonatori sono apparsi in abito militare; domani partiranno; gli studenti saranno in caserma
sabato; questa sera, ultima lezione, ci era un entusiasmo
indescrivibile; i miei giovani si sono arruolati tutti. Oggi si
è prestato il giuramento, cerimonia grave e commovente.
Il capo del governo ha spiegato in poche parole le ragioni
della guerra; da ogni parte hai veduto un levar di mani;
hanno giurato di morire difendendo la bandiera, e costoro
credono al giuramento; non è per loro una vana cerimonia.
Tutto questo senza baccano, senza tumulto, con semplicità
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e pacatezza […]. Questa gente si farà tagliare a pezzi ma
non fuggirà […] Non ho mai vista una tale concordia di volontà; una voce e un cuore […]. Ho una mezza tentazione
di gettarmi in mezzo a' miei bravi giovani e correre lo stesso
destino». Ed ancora, in data 30 dicembre: «Qui i preparativi
di guerra continuano; vado tutte le mattine ad assistere agli
esercizi militari […]. Ci è da non credere ai miei occhi. Ufficiali senza pensiero di avanzamento, che dopo la guerra
si ritireranno nelle loro case; paesani che lasciano tutto ciò
che vi è di più caro, e con rami verdi sui cappelli entrano
cantando in città […]. Non una voce dissonante; non dissenso sul fine, sui mezzi, non esaltati e moderati, non grida
di piazza, non congiure di camerille; umanità nei consigli,
nel popolo, nella stampa; offerte di persone e di denaro fatte con la semplicità e la calma del dovere. Bisogna vedere
con che serietà gli studenti adempiono ai loro uffizi militari.
Oggi faceva un freddo rigidissimo; la piazza era coperta di
neve, con un vento che ti gelava i polmoni. Sono stati tre
ore immobili sotto le armi, con una allegria, che pare non
fossero di carne […], la disciplina è severissima».
* L’Affare di Neuchâtel
L’Affare di Neuchâtel, con questo nome è passato alla storia, era
stato provocato da uno strascico del Congresso di Vienna (1815),
che aveva confermato il duplice status giuridico del Principato di
Neuchâtel come membro della Confederazione Elvetica e contestuale possedimento del re di Prussia. Il conflitto era nato dopo
che, con la rivolta del 1848, i repubblicani neocastellani avevano
deposto la “monarchia”. Re Federico Guglielmo IV di Prussia, non
riuscendo a riavere il principato con le buone, aveva proclamato
la mobilitazione delle sue truppe per il 1 gennaio 1857. Gli Svizzeri risposero allora con la chiamata alle armi del loro esercito.
Alla fine, per i buoni uffici dell’imperatore francese Napoleone III,
l’invasione non avvenne e con il Trattato di Parigi del 26 maggio
1857, la Prussia rinunciò ai possedimenti neocastellani.
Rivista – Ottobre 2009
La
Organizzano
Amici del Liceo Artistico
www.liceo.ch
Istituto Svizzero di Studi d’Arte
Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia www.asri.ch
Italienzentrum dell’Università di Zurigo
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Kunsthistorisches Institut dell’Università di Zurigo
www.ccis.ch
Cattedra di Letteratura e Cultura italiana dell’ETH di Zurigo
Cattedra di Storia dell’Arte moderna dell’Università di Zurigo
www.khist.uzh.ch
www.lit.ethz.ch
Liceo Artistico
www.liceo.ch
www.khist.uzh.ch
Liceo Vermigli
www.liceo-vermigli.com
Centre for Renaissance Studies dell’Università di Zurigo
Literaturhaus Museumsgesellschaft
www.literaturhaus.ch
Centro culturale Sandro Pertini Dietikon
Literaturpodium della città di Zurigo
www.stadt-zuerich.ch
Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo
Comites di Zurigo
Consolato Generale d’Italia in Zurigo
Filmpodium
Istituto Italiano di Cultura Zurigo
zh.ref.ch/gemeinden/chiesa
www.comites-zurigo.ch
www.conszurigo.esteri.it
www.filmpodium.ch
www.iiczurigo.esteri.it
Pro Grigioni Italiano di Zurigo
Pro Ticino di Zurigo
proLinguaitaliana
Seminario di Romanistica dell’Università di Zurigo
Società Dante Alighieri di Zurigo
www.pgi.ch
www.proticino.ch
www.prolinguaitaliana.ch
www.rose.uzh.ch
www.dantealighieri.ch
Unter dem Patronat des Präsidialdepartements der Stadt Zürich
Con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Zurigo, del Comites e
del Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Canton Ticino
Rivista – Ottobre 2009
La
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Conferenza-lettura della
scrittrice Valeria Parrella
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Casa Editrice
Bertelsmann, Monaco di Baviera
Moderazione Luca Bernasconi, traduzione e lettura Michael
Schwarzenbach. Seguirà un rinfresco.
Aula KOL-E-18 - ingresso libero.
Galileo scienziato, filosofo, scrittore
A quattro secoli dal Sidereus Nuncius
Convegno internazionale con la partecipazione di numerosi studiosi
fra cui F. Pacini, N. Cabibbo, A. Battistini, P. Redondi e O. Besomi
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Seminario di
Romanistica e Centre for Renaissance Studies dell’Università di
Zurigo, Società Dante Alighieri di Zurigo. Il programma completo del convegno è disponibile sul sito www.iiczurigo.esteri.it
Seguirà programma-invito. Aula D.1-2 - ingresso libero
Mostra multimediale storico-didattica
su Galileo Galilei con esposizione di
antiche edizioni delle sue opere
Catalogo a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Seminario di
Romanistica dell’Università di Zurigo, Centre for Renaissance
Studies dell’Università di Zurigo, Società Dante Alighieri di
Zurigo. Ingresso libero.
Incontro con i poeti Pietro De Marchi,
Gabriele Frasca e Jolanda Insana
Organizza: Istituto Italiano di Cultura Zurigo
Moderazione e traduzione Barbara Villiger Heilig e Michael
Schwarzenbach. Seguirà un rinfresco.
Aula KOL-E-18 - ingresso libero
Croce Rossa: 150 anni dopo Solferino
Premiazione ”Premio Pro Ticino 08”
Premiazione dei migliori lavori di Master o Dottorato eseguiti da
studenti ticinesi presso gli atenei di Zurigo; segue un rinfresco.
Organizzano: Pro Ticino di Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo
Aula magna, KOL-G-201 - ingresso libero
La legalità dal tempo del brigantaggio
ai giorni nostri
Organizza: il Consolato Generale di Zurigo
L’aula sarà segnalata all’ingresso. Ingresso libero.
Das Denkmal und die Platzmitte: der Stadtraum und seine geisterhafte Gegenwart
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Kunsthistorisches Institut dell’Università di Zurigo.
L’aula sarà segnalata all’ingresso. Ingresso libero.
27 ottobre
Le dinamiche della bellezza
Organizza: Società Dante Alighieri
Ingresso libero
ore 18.30
Internationaler Lyceum Club
Rämistr. 26, Zurigo
La conferenza del Prof. Giuseppe O. Longo affronterà il tema della bellezza in relazione all’etica e all’evoluzione dell’ambiente.
28 ottobre
L’eccellenza dell’arredamento artigiano
della Brianza: la culla del design italiano
8 ottobre
ore 19.00-21.00
Edificio principale dell’Univer- Presentazione del romanzo ”Lo spazio bianco” (2008), e della traduzione
sità, Rämistr. 71, Zurigo
tedesca (Bertelsmann, 2009). In italiano e in tedesco.
16/17 ottobre
ore 14.00-18.15 / 09.00-13.00
Politecnico Federale di Zurigo
Rämistr. 101, Zurigo
16 ott. - 6 nov.
Biblioteca del Politecnico
Federale di Zurigo
Rämistr. 101, Zurigo
20 ottobre
ore 19.00-21.00
Edificio principale dell’UniverIn italiano e in tedesco
sità, Rämistr. 71, Zurigo
22 ottobre
ore 18.15
Edificio principale dell’UniverDiscorso dell’ex-presidente del CICR Dr. Dr. hc. Cornelio Sommaruga
sità, Rämistr. 71, Zurigo
23 ottobre
ore 18.15-20.00
Edificio principale dell’Univer- Conferenza del dott. Luigi De Magistris (Parlamentare Europeo)
sità, Rämistr. 71, Zurigo
27 ottobre
ore 18.15-19.00
Edificio principale dell’Univer- Conferenza del Prof. Dr. Alessandro Nova
sità, Rämistr. 71, Zurigo
ore 19.00-21.00
Fiera neue räume
ABB Hallen di Oerlikon ZH
Il distretto industriale della Brianza ed il ruolo insostituibile degli artigiani
nel garantire all’arredamento italiano la leadership a livello mondiale
29 ottobre
Perché hanno ucciso Gesù?
ore 18.00
Università di Zurigo
Rämistr. 69, Zurigo
Conferenza di Corrado Augias
Incontro con il noto giornalista e scrittore su un tema di grande attualità e
sul quale ha scritto tre libri di grande successo.
1° novembre
Calvino in Italiano
ore 11.30-13.00
Zwinglihaus
Aemtlerstr. 23, Zurigo
Conferenza del Dr. theol. Emanuele Fiume (pastore della chiesa valdese di
Roma, via IV Novembre), in occasione del 500° anniversario della nascita
del Riformatore Giovanni Calvino
2 novembre
Presentazione dell’antologia
Scrittori del Grigioni Italiano
ore 19.00
Romanisches Seminar UZH
Zürichbergstr. 8, Zurigo
7 ott. - 16 dic.
Organizza: Associazione svizzera per i rapporti economici e
culturali con l’Italia
Aula SOC-1-106 - ingresso libero
Al termine: inaugurazione della mostra itinerante su Giovanni
Calvino e il Calvinismo. Segue rinfresco.
Organizza: Chiesa Evangelica di Lingua italiana, Zurigo
Organizzano: Pro Grigioni Italiano Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo, Pro Ticino Zurigo
Aula D 31 – ingresso libero
In presenza dei curatori Michèle e Antonio Stäuble
Bilder und Zerrbilder Italiens
ore 18.15-20.00
Interdisziplinäre Vorlesungsreihe des Italienzentrums
Edificio principale dell’Univer- an der Universität Zürich
sità, Karl Schmid-Str. 4, Zurigo
7 ottobre La «scoperta dell’Italia» nella narrativa di Luigi Meneghello
Organizza: Italienzentrum dell’Università di Zurigo
Prof. Carlo Moos
Aula KO2-F-150 - ingresso libero
PD P. De Marchi (UZH)
14 ottobre Le Corbusier auf Reisen und der Mythos Venedig
Prof. S. von Moos (UZH)
21 ottobre Italien, Italienbild und die ersten Schweizer Heiligen
Prof. B. Näf (UZH)
28 ottobre L’Italia rappresentata dai suoi intellettuali
Prof. N. La Fauci (UZH)
4 novembre «Italiani brava gente» - Historisch-theologische Erwägungen
zu einigen Kategorien der italienischen Gegenwartskultur
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Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Iscrizione obbligatoria (ingresso in fiera gratuito):
e-mail: [email protected] oppure tel. +41 44 289 23 23
Prof. E. Campi (UZH)
→
Rivista – Ottobre 2009
La
11 novembre L’Italia nella novella europea del secolo XV
Prof. L. Rossi (UZH)
18 novembre Die ersten bybliothecae, von Sizilien bis Rom
PD E. Mango (UZH)
25 novembre Thomas Mann und Italien
Prof. A. Tönnesmann (ETH Zürich)
2 dicembre San Cipirello - Erinnerungen an 40 Jahre Forschungstätigkeit
in einem sizilianischen Dorf
Prof. Dr. Hans Peter Isler (UZH)
9 dicembre Fanciulla, cantante, dai tratti orientali:
l’Italia che piace nell’Europa fra Sette e Ottocento
Prof. T. Crivelli (UZH)
16 dicembre Lezione di congedo e conclusione del ciclo di conferenze
del Prof. C. Moos Bilder und Zerrbilder Italiens
Prof. C. Moos (UZH)
ore 19.00-21.00
Cabaret Voltaire
Spiegelgasse 1, Zurigo
Serata futurista con letture sceniche,
musica e video, per il centenario
del Manifesto futurista del 1909
Interpretazione e regia di Elettra de Salvo
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Cattedra di
Letteratura italiana dell’Università di Zurigo
Seguirà un rinfresco. Ingresso libero.
5 novembre
Storia naturale dei giganti
Organizzano: Società Dante Alighieri, Cattedra De Sanctis del
Politecnico Federale di Zurigo, Cattedra di Letteratura Italiana
dell’Università di Zurigo
L’aula sarà segnalata all’ingresso. Ingresso libero.
3 novembre
ore 18.00
Presentazione del romanzo, pubblicato da Guanda nel 2007, in presenza
Edificio principale dell’Univer- dell’autore Ermanno Cavazzoni e lettura di brani. La serata sarà introdotta
sità, Rämistr. 71, Zurigo
da Gianni Celati.
L’italiano della terza generazione
in Svizzera
Il Prof. Bruno Moretti è ordinario di Linguistica italiana
dell’Università di Berna, il Prof. Stephan Schmid è responsabile
del Laboratorio di Fonetica dell’Università di Zurigo.
Organizzano: proLinguaitaliana, Amici del Liceo Artistico
Aula O3.01 - ingresso libero
6 novembre
L’Orlando Furioso dell’Ariosto
ore 18.00
Politecnico Federale di Zurigo
Rämistr. 101, Zurigo
Lettura e racconto di Ermanno Cavazzoni e Gianni Celati
Organizza: Cattedra de Sanctis di letteratura e cultura italiana del
Politecnico Federale di Zurigo
Aula HG E 1.2 - ingresso libero
7 novembre
Visita guidata agli edifici storici
della città vecchia di Zurigo
Organizza: Pro Grigioni Italiano
Partecipazione gratuita - numero di posti limitato
Prenotazione al numero 079 751 82 85 oppure a [email protected]
8 novembre
La Mandragola
ore 16.00
St. Agathasaal
Bahnhofplatz 3, Dietikon
Commedia in 5 atti di Niccolò Machiavelli
Adattata e interpretata dagli studenti del Liceo Vermigli di Zurigo
Organizzano: Liceo Vermigli di Zurigo, Centro culturale
”Sandro Pertini” di Dietikon
Entrata Fr. 10. -, studenti Fr. 5.-
9 novembre
Storia di Montalbano
6 novembre
ore 16.00-18.00
Dip. Linguistica appl. - ZHAW
Incontro-dibattito con il Prof. Bruno Moretti e con il Prof. Stephan Schmid
Theaterstr. 15c, Winterthur
ore 14.00
Tourist Service all’interno della
stazione centrale di Zurigo
ore 18.15
Una riflessione critica di Gianfranco Marrone (Università di Palermo e
Edificio principale dell’Univer- La Stampa) sul noto personaggio creato da Andrea Camilleri
sità, Rämistr. 71, Zurigo
10 novembre
ore 19.30-21.30
Kirche St. Peter
Schlüsselgasse, Zurigo
12 novembre
Concerto del violinista Uto Ughi con accompagnamento al pianoforte del M° A. Specchi
Musiche di Ludwig van Beethoven, Antonín Dvořák, Giuseppe Tartini
Italiano: a che punto è la notte?
ore 16.15-20.00
Tavola rotonda con la partecipazione di S. Bartezzaghi (la Repubblica),
Edificio principale dell’Univer- G. Marrone (Università di Palermo e La Stampa), N. La Fauci (UZH),
sità, Rämistr. 71, Zurigo
P. Di Pretoro (Istituto Italiano di Cultura di Zurigo)
13 novembre
Dante, i giochi e la memoria
ore 18.15
L’opera di Dante Alighieri vista attraverso la prospettiva dello studioso di
Edificio principale dell’Univer- giochi Stefano Bartezzaghi (la Repubblica)
sità, Rämistr. 71, Zurigo
14 novembre
Cena di gala
ore 19.00
Sala del Liceo Artistico
Parkring 30, Zurigo
Menu di pesce creato dal cuoco toscano Francesco Ciarapica
(Ristorante Papà Baccus di Roma)
15 novembre
Registi italiani di oggi
ore 16.00-23.00
Casa d’Italia, Sala Pirandello
Erismannstr. 6, Zurigo
Mini-rassegna cinematografica sui temi dell’amore e del lavoro ai nostri
giorni. Presentazione: d.ssa M. A. Le Foche, lettrice Università di Zurigo
Rivista – Ottobre 2009
La
Organizzano: Società Dante Alighieri, Cattedra di Linguistica
Italiana UZH Prof. N. La Fauci
Aula KOL-F-117 - ingresso libero
Organizza: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, con il patronato
dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera e del Consolato Generale
d’Italia in Zurigo. Ingresso libero con offerta il cui ricavato sarà
interamente devoluto al recupero di monumenti artistici danneggiati dal recente terremoto in Abruzzo. Seguirà programma-invito
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Cattedra di Linguistica italiana dell’Università di Zurigo Prof. N. La Fauci
Aula KOL-G-217 - ingresso libero
Organizzano: Società Dante Alighieri, Cattedra di Linguistica
Italiana UZH Prof. N. La Fauci
Aula KOL-F-117 - ingresso libero
Organizza: Liceo Artistico
Posti limitati. Prenotazione obbligatoria:
044 202 80 40 oppure [email protected]
Costo Fr. 100.- bevande escluse
Ore 16.00: Tre metri sopra il cielo (di Luca Lucini, 2004)
Ore 18.15: Febbre (di Alessandro D’Alatri, 2005)
Ore 20.30: Manuale d’Amore (di Giovanni Veronesi, 2005)
I film sono sottotitolati. Ingresso libero.
Organizzano: Il Consolato Generale di Zurigo, Comites
49
16 nov. - 6 dic.
Cinema italiano
Filmpodium Zürich
Nüschelerstr. 11, Zurigo
Cinque nuovi film italiani in tournée
Organizzano: Filmpodium, Cinélibre Berna, Made in Italy Roma,
Istituto Italiano di Cultura di Zurigo. Tutti i film sono in versione
originale con sottotitoli in tedesco. Prenotazioni: 044 211 66 66
L’amico di famiglia (regia di Paolo Sorrentino, 2006, 110 minuti)
16 nov. (ore 15.00), 17 nov. (ore 18,15), 19 nov. (ore 20.45)
Lascia perdere Johnny (regia di Fabrizio Bentivoglio, 2007, 104 minuti)
16 nov. (ore 18.15), 17 nov. (ore 20.45), 18 nov. (ore 15.00)
Il vento fa il suo giro (regia di Giorgio Diritti, 2007, 110 minuti)
24 nov. (ore 18.15), 25 nov. (ore 15.15)
La giusta distanza (regia di Carlo Mazzacurati, 2007, 106 minuti)
1° dic. (ore 20.45), 4 dic. (ore 18.15)
L’orchestra di Piazza Vittorio (regia di A. Ferrente, 2006, 93 minuti)
3 dic. (ore 18.30, in presenza del regista), 6 dic. (ore 15.00)
Conferenza-lettura dello scrittore
Tiziano Scarpa
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Literaturpodium
della città di Zurigo, Literaturhaus Museumsgesellschaft, Casa
Editrice Klaus Wagenbach, Berlino. In italiano e in tedesco.
Moderazione Luca Bernasconi, traduzione e lettura Prof. Johannes Bartuschat. Ingresso Fr. 18.- (ridotti Fr. 12.-)
17 novembre
ore 20.00-22.00
Literaturhaus di Zurigo
Limmatquai 62, Zurigo
Presentazione del romanzo ”Stabat Mater” (2008), vincitore del Premio
Strega 2009, e della traduzione tedesca (Klaus Wagenbach, 2009)
19 novembre
Vini italiani e selvaggina locale
ore 19.00
Sala Pecavi
Seestr. 123, Zurigo
Cena e degustazione
22 novembre
Tempio di concerti
Concerto per pianoforte a quattro mani
ore 17.00-18.00
Zwinglihaus
Aemtlerstr. 23, Zurigo
23 novembre
ore 17.00
Sala del Liceo Artistico
Parkring 30, Zurigo
24 novembre
ore 18.00-20.00
Edificio principale dell’Università, Karl Schmid-Str. 4, Zurigo
26 novembre
ore 18.30
Sala del Liceo Artistico
Parkring 30, Zurigo
Maria Grazia Sorrentino, Peter Hitz
L’Orlando furioso di Ariosto,
letto e raccontato in prosa
Conferenza del Prof. Gianni Celati
1909 – 2009: 100 anni di Camera di
Commercio Italiana per la Svizzera
Presentazione del volume edito in occasione del centenario
Intervengono: l’autore, Tindaro Gatani e il Segretario generale
della CCIS, Andrea G. Lotti
Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Ingresso libero
Un secolo di rapporti italo-svizzeri: il futuro sotto la lente
ore 18.00
Romanisches Seminar UZH
Zürichbergstr. 8, Zurigo
Conferenza del drammaturgo, saggista e regista Enrico Bernard, figlio dell’autore neorealista Carlo Bernari, autore del celebre romanzo ”Tre operai”,
e lettura teatrale della compagnia ”A prescindere”
29 novembre
Tempio di concerti
Napoli in Jazz
ore 19.00-21.00
Kantonsschule Freudenberg
Gutenbergstr. 15, Zurigo
Concerto Jazz dell’Alessandro D’Episcopo-Trio
A. D’Episcopo, piano; H. Hämmerli, contrabbasso; E. Frey, batteria
Conferenza-lettura della scrittrice
Susanna Tamaro
Presentazione del racconto ”Il grande albero” (2009), e della traduzione
tedesca (Bertelsmann, 2009). In italiano e in tedesco.
5 dicembre
Quando c’era Un’ora per voi
ore 16.30
Casa d’Italia
Erismannstr. 6, Zurigo
Una serata di immagini, ricordi e riflessioni in compagnia di Mascia Cantoni, conduttrice della trasmissione per gli italiani in Svizzera, a 45 anni dalla
prima puntata
10 dicembre
Leon Battista Alberti e il volgare
ore 18.00
Romanisches Seminar UZH
Zürichbergstr. 8, Zurigo
Dr. Mariantonietta Passarelli (Università La Sapienza di Roma e
Università di Zurigo)
12 dicembre
Registi italiani di oggi
ore 16.00-23.00
Casa d’Italia, Sala Pirandello
Erismannstr. 6, Zurigo
Mini-rassegna cinematografica sui temi dell’amore e del lavoro ai nostri
giorni. Presentazione: d.ssa M. A. Le Foche, lettrice Università di Zurigo
13 dicembre
Tempio di concerti
Concerto per pianoforte e voce di soprano
ore 17.00-18.00
Zwinglihaus
Aemtlerstr. 23, Zurigo
20 dicembre
ore 11.30-12.30
Zwinglihaus
Aemtlerstr. 23, Zurigo
50
Il Prof. Gianni Celati è visiting professor per la Cattedra
di Letteratura e Cultura italiana (Cattedra de Sanctis)
al Politecnico federale di Zurigo
Organizza: Amici del Liceo Artistico
Ingresso libero
Organizzano: Pro Ticino di Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo
Per informazioni: 044 634 36 23
KO2-F-175 - ingresso libero
Tre operai, tre giovani d’oggi
30 novembre
Musiche di Clementi, Casella, Ravel, Fauré e Brahms
Dopo il concerto: rinfresco e incontro con i musicisti
Organizzano: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo,
Kulturverein Hitz-Sorrentino
Ingresso libero (colletta)
Serata di poesia con Giorgio Orelli
e Fabio Pusterla
27 novembre
ore 19.00-20.00
Zwinglihaus
Aemtlerstr. 23, Zurigo
Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Posti limitati. Iscrizione obbligatoria entro il 10 novembre:
044 289 23 23 oppure [email protected]
Costo Fr. 130.- (aperitivo, vini, acqua e caffè compresi)
Chiara Skerath, soprano; Maria Grazia Sorrentino, pianoforte
Tempio di concerti
”Back to Bach!”
M° Eugenio Giovine, organo
Organizzano: Cattedra di Letteratura Italiana dell’Università
di Zurigo, Compagnia ”A prescindere”
Per informazioni: 044 634 36 23
Aula D31 - ingresso libero
Dopo il concerto: inaugurazione del Presepe napoletano
di Paola de Paola, rinfresco e incontro con i musicisti
Organizza: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo
Ingresso libero (colletta)
Organizzano: Istituto Italiano di Cultura Zurigo, Liceo Artistico
di Zurigo, Casa Editrice Bertelsmann, Monaco di Baviera
Aula Magna della Kantonsschule Freudenberg - ingresso libero
Seguirà programma-invito.
Interverranno alcuni dei protagonisti della tv di quegli anni, fra
cui Marco Blaser, Sergio Genni e Dario Robbiani, e Matilde Gaggini, autrice del volume ”Un’ora per voi. Storia di una TV senza
frontiere (1964-1989)”. Seguirà un aperitivo.
La conferenza si incentrerà sulla nozione di ”volgare” e su cosa
essa significhi nel progetto letterario e culturale del grande architetto, matematico e poeta umanista.
Organizza: Centre for Renaissance Studies dell’Università di
Zurigo. Aula D31 - ingresso libero
Ore 16.00: Scusa ma ti chiamo amore (di Federico Moccia, 2008)
Ore 18.15: Volevo solo dormirle addosso (di E. Cappuccio, 2004)
Ore 20.30: Manuale d’Amore 2 (di Giovanni Veronesi, 2007)
I film sono sottotitolati. Ingresso libero
Organizzano: Il Consolato Generale di Zurigo, Comites
Musiche di Bellini, Donizetti, Rossini, Verdi, Puccini, Tosti
Dopo il concerto: rinfresco e incontro con i musicisti
Organizzano: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo,
Kulturverein Hitz-Sorrentino
Ingresso libero (colletta)
Un’immersione nel variegato mondo del repertorio organistico
(non solo natalizio) di J. S. Bach
Dopo il concerto: rinfresco e incontro con il musicista
Organizza: Chiesa Evangelica di Lingua italiana Zurigo
Ingresso libero (colletta)
Rivista – Ottobre 2009
La
di Liber
Matilde Gaggini Fontana
Un’ora per voi
Storia di una tv senza frontiere
Edizioni Casagrande
pp.224; CHF 42.00
Quella di “Un’ora per voi” non è solo la storia di un programma
nato da una collaborazione sperimentale tra la Televisione svizzera
e quella italiana. È una storia che riporta alla Svizzera degli anni
Sessanta, chiamata a fare i conti con la massiccia crescita della
popolazione straniera, in gran parte italiana, e con i relativi fenomeni d’intolleranza. In questo contesto di profondo rivolgimento
sociale, la tv ai suoi esordi ha saputo giocare un ruolo di protagonista nell’avvicinamento culturale tra gli svizzeri e gli immigrati.
La rubrica settimanale in onda per 25 anni è stata un ponte transfrontaliero per l’approvvigionamento del “made in Italy” televisivo, ma anche un sicuro punto di riferimento in terra straniera, un
Salvo Sottile
Più scuro di mezzanotte
Sperling & Kupfer
pp. 360, € 18,90
È intorno alla metà degli anni Ottanta che inizia la “carriera”
di Nino Giaconia, uomo d’onore affiliato al clan emergente
dei Corleonesi. Accanto al cognato Gaspare, che in breve
raggiunge il vertice della Cupola, Nino si conquista la fama
di killer spietato e senza scrupoli, interamente votato agli
interessi di Cosa Nostra. Anche lui, però, ha una debolezza:
l’attaccamento alla moglie Rosa Martinez, appartenente alla
cosca perdente dei Palermitani. Bellissima e tormentata, Rosa
lo ha sposato più per sottrarsi alla soffocante tutela paterna
che per amore. Una scelta che ha trasformato la sua vita in
un inferno e che, col passare del tempo, la persuade di avere
Walter Veltroni
NOI
Rizzoli
pp. 352; € 19,00
1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull’album da disegno
gli ultimi giorni del fascismo, il bombardamento di Roma del
19 luglio, la deportazione degli ebrei il 16 ottobre. 1963:
Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino
decappottabile, l’Italia del boom. 1980: l’undicenne Luca
registra sulle cassette del suo mangianastri l’anno terribile
del terremoto in Irpinia, del terrorismo, dell’assassinio di
John Lennon. 2025: l’adolescente Nina vuole costruire la
sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di
coloro che l’hanno preceduta. Quattro generazioni della
stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto
Rivista – Ottobre 2009
La
Scaffale
tradizionale appuntamento per centinaia di migliaia di lavoratori
italiani. L’exploit tecnologico dello scambio di auguri tra Roma e
Zurigo per il Natale 1964, i “saluti da casa” via etere, le migliaia di
lettere alla redazione, i notiziari, lo sport, gli sketch umoristici sulla
convivenza tra svizzeri e immigrati, gli spettacoli con cantanti, artisti e sportivi “di casa” presentati dai due mattatori del programma:
gli amici televisivi Corrado e Mascia Cantoni. Il programma sintetizzò in un’ora un intero palinsesto costruito appositamente per il
pubblico degli emigrati italiani in Svizzera, con la doppia funzione
di mantenere un legame con la patria di partenza e di avviare un
processo d’integrazione nella potenziale patria d’adozione. Curata
dalla Televisione della Svizzera italiana (TSI) in collaborazione con
la RAI ed emessa in lingua italiana sull’intero territorio nazionale,
la rubrica costituisce l’unico episodio di regolare consumo televisivo condiviso da tutte le regioni della Confederazione quadrilingue.
Un esempio unico e irripetibile di televisione senza frontiere.
Matilde Gaggini Fontana, giornalista, ha ottenuto la laurea in Lettere all’Università di Zurigo e il dottorato in Scienze della comunicazione all’Università della Svizzera italiana.
Ha collaborato a quotidiani e riviste. Attualmente lavora al settore
Multimedia della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana.
imboccato una strada senza ritorno. Sulle tracce di Gaspare
e Nino, superlatitanti da oltre un ventennio, ci sono infatti
l’inflessibile giudice Elvira Salemi e il commissario Matteo Di
Giannantonio: entrambi lacerati da dubbi e contraddizioni,
sono tuttavia decisi a non mollare, costi quello che costi.
E per Cosa Nostra è giunta l’ora di cambiare perché tutto,
gattopardescamente, resti come prima Un romanzo corale
di sangue, amore e morte, cui la penna asciutta, affilata, di
Salvo Sottile - già noto al pubblico per il bestseller Maqeda
- imprime un ritmo quasi cinematografico, con sequenze
emozionanti che si succedono in un crescendo di suspense.
Una storia di mafia che nulla concede alla retorica e agli
stereotipi del genere, componendo un vibrante affresco di
rara potenza drammatica.
Salvo Sottile, giornalista, è caporedattore della “cronaca”
al Tg5. Dopo una lunga esperienza di inviato in Italia e
all’estero, comprese alcune zone di guerra, dal 2001 si è
trasferito a Roma, dove attualmente vive e lavora. Nel
2007 con Baldini Castoldi Dalai ha pubblicato il suo primo
romanzo, Maqeda, che dopo un successo di vendite e di
critiche, si appresta a diventare un film.
di svolta (l’esperienza della morte e della distruzione, la
malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli
affetti, la rivelazione dell’amore) che coincide con momenti
decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro
di inquietudini e di speranze. Il nuovo romanzo di Walter
Veltroni intreccia voci, destini, ricordi, eventi, oggettisimbolo, canzoni, film, sentimenti e passioni che vengono
da giorni e luoghi perduti, eppure così familiari. Forse perché
quelle voci siamo Noi. Walter Veltroni è stato direttore
dell’“Unità”, vicepresidente del Consiglio nel governo
di Romano Prodi, segretario nazionale dei Democratici
di sinistra, sindaco di Roma e segretario nazionale del
Partito democratico. Oltre ad alcuni libri sulla televisione
e sul cinema, ha pubblicato presso Baldini Castoldi Dalai Il
sogno spezzato. Le idee di Robert Kennedy (1993 e 1999),
Governare da sinistra (1997), La sfida interrotta (1999), I care
(2000) e presso Rizzoli La bella politica (1995), Forse Dio
è malato. Diario di un viaggio africano (2000), Il disco del
mondo. Vita breve di Luca Flores, musicista (2003), Senza
Patricio (2004), La scoperta dell’alba (2006) e La nuova
stagione. Contro tutti i conservatorismi (2007).
51
Benefici immediati
e vantaggi futuri
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Alto rendimento e massima sicurezza.
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L
In mostra ad Ascona fino al 31 ottobre
a Venezia di Rolf Gérard
“Sono nato a Berlino il 9 agosto 1909 figlio di Walter Gérard, scienziato tedesco di origine ugonotta e
della celebre cantante italiana, Mafalda Salvatini” Questo è l’incipit di Rolf Gérard si racconta in Rolf
Gérard: Un diario lungo 90 anni
di Augusto Orsi
Lo scorso 9 agosto il grande artista e
maestro della scenografia che risiede ad
Ascona dal 1977, e ancora oggi crea e
dipinge quotidianamente, ha festeggiato il centesimo compleanno. L’omaggio
all’artista che con le sue scenografie teatrali e cinematografiche è testimone della
cultura di un secolo si è concretizzato in
una significativa e splendida esposizione
che celebra l’amore di una lunghissima
esistenza, quella di Gérard, per una città unica al mondo: Venezia. La Venezia
di Rolf Gérard, che riprende, aggiornandola e arricchendola notevolmente per il
numero delle opere esposte, Venise vu par
Rolf Gérard, alla galleria Bernhein-Jeune
di Parigi del 1971.
La mostra è collocata alla Fondazione
Gérard (Via Carra dei Nasi 1, Ascona)
e alla Fondazione Epper (Via Albarelle
14, Ascona). Un piccolo acquarello del
1929 in cui Venezia si profila quasi come
in un sogno, tra tinte sfumate ed evanescenti e in cui vibrano le atmosfere, è la
prima creazione di Gérard su Venezia,
il suo primo segno di un amore che si
perpetua ininterrottamente da circa 80
anni. Le due esposizioni, complementari l’una dell’altra illustrano Venezia in
tutto il suo splendore e anche nella sua
intimità recondita. È una Venezia legata
alla memoria la quale si rinnova e rinvigorisce nelle sue visite e nei suoi soggiorni annuali: “A Venezia la scenografia si
fonde con la pittura - scrive Gérard - Per me
la città è un grande teatro, un palcoscenico.
È sospesa quasi irrealmente tra cielo e acqua.
Più la dipingo, più essa diventa piccola e più
il cielo e l’acqua si ingrandiscono. D’esta-
LA VENEZIA DI ROLF GÉRARD
Fondazione Gérard e Fondazione Epper Ascona
fino al 31 ottobre.
Orari: mercoledì- venerdì 10 – 12 / 15 -18
Sabato e domenica 15- 18
Lunedì e martedì chiuso. Entrata libera
Rivista – Ottobre 2009
La
te paragono Venezia ad una perla bianca e
d’inverno ad una perla grigia”. Di Venezia
Gérard ci dà soprattutto le vedute. Queste nascono dal suo talento scenografico,
dall’utilizzazione di tonalità luminose e
da una tavolozza ricca di colori, di tinte,
di atmosfere pittoriche che carpiscono i
momenti atmosferici (sole, pioggia, acqua) e gli attimi magici dell’avvicendarsi
delle stagioni e del passar del tempo.
In vele sulla laguna, su canali e scorci di
calle egli riproduce in modo irripetibile
il rosso e i bagliori della Serenissima. In
diversi dipinti notturni, e paesaggi intimi, riesce a trasmetterci la caducità delle cose e il senso della morte allo stesso
modo di Luchino Visconti (grande regista, ma anche grande scenografo) in
Morte a Venezia.
Dai tetti di Venezia, con la sua stupenda
prospettiva scenica a Gondoliere (riprodotto sulla locandina dell’esposizione)
da Vista sulla Salute, a La Salute sotto la
neve, a San Marco in una tormenta di neve,
e ad altri luoghi canonici della città lagunare, l’esposizione si snoda come un
inno d’amore per una città fatta non unicamente di mare, di cielo e di monumenti, ma di luoghi dell’ispirazione artistica
e della memoria, dove sentimenti e passioni hanno valori indistruttibili.
Ai paesaggi si affianca anche una galleria di personaggi unici e caratteristici
che hanno colpito l’immaginario dell’artista e che lui ha saputo ritrarre con tinte
dense, corpose come il tenebroso Sacrestano o Il nano dei miracoli uscito quasi
per caso da una di quelle calle che assisteranno, forse anche al passaggio di
Corto Maltese il leggendario marinaio
di Hugo Pratt.
Il ritratto di Kyria a Venezia, la donna che
Gérard amò incondizionatamente più di
ogni altro, è una delle opere più rappresentative dell’esposizione per qualità artistiche, ma soprattutto per la sua
valenza sentimentale e simbolica: quella
dell’amore eterno.
53
I
Gli scrigni delle curiosità9
l Museo della Bilancia, della Figurina,
dell’Illustrazione, il Castello dei Burattini
e la Casa della Musica
di LuCor
A Campogalliano (Mo) la bilancia fa la sua comparsa “da protagonista” nel lontano 1860. Esigenze
quotidiane di pesatura sviluppano una tecnologia produttiva da cui nascono i tipici strumenti legati
all’economia locale. Dalla prima azienda, la Crotti, ai laboratori Baccarani, alla nascita della Società Cooperativa Bilanciai, con le più recenti espressioni artigianali della CMS e industriali dell’ABC
Bilance, il cammino della bilancia a Campogalliano è tracciato anche da strade contemporanee che
esaltano una specializzazione territoriale nei mercati mondiali dei sistemi di pesatura. Con queste
premesse nasce, nel 1989, un museo unico nel suo genere, il Museo della Bilancia, sorto per conservare
una tradizione illustre e documentare l’evoluzione dello strumento nel tempo. Riallestito nel 1997,
nella nuova sede dell’antica distilleria della Cantina Sociale (1908), l’istituzione museale si presenta oggi in una connotazione anche internazionale con la sua raccolta di pezzi provenienti da tutta
Europa, dagli Stati Uniti e da altri paesi. Nella sua crescita il museo ha coinvolto l’intero tessuto
connettivo urbano ed ha portato alla denominazione di Campogalliano, Città della bilancia, come il
turista può leggere nell’insegna di benvenuto all’ingresso del paese
A Campogalliano (Mo) la bilancia fa la sua comparsa "da protagonista" nel lontano 1860. Esigenze
quotidiane di pesatura sviluppano una tecnologia
produttiva da cui nascono i tipici strumenti legati
all'economia locale. Dalla prima azienda, la Crotti,
ai laboratori Baccarani, alla nascita della Società
Cooperativa Bilanciai, con le più recenti espressioni artigianali della CMS e industriali dell'ABC
Bilance, il cammino della bilancia a Campogalliano è tracciato anche da strade contemporanee
che esaltano una specializzazione territoriale nei
mercati mondiali dei sistemi di pesatura. Con
queste premesse nasce, nel 1989, un museo unico
nel suo genere, il Museo della Bilancia, sorto per
conservare una tradizione illustre e documentare
l'evoluzione dello strumento nel tempo. Riallestito nel 1997, nella nuova sede dell'antica distilleria
della Cantina Sociale (1908), l'istituzione museale
si presenta oggi in una connotazione anche internazionale con la sua raccolta di pezzi provenienti
da tutta Europa, dagli Stati Uniti e da altri paesi.
Nella sua crescita il museo ha coinvolto l'intero
tessuto connettivo urbano ed ha portato alla denominazione di Campogalliano, Città della bilancia,
come il turista può leggere nell’insegna di benvenuto all'ingresso del paese.
Museo della figurina di Modena
Il Museo della Figurina nasce negli anni '80,
sull'onda dell'enorme popolarità raggiunta dalla
nota azienda modenese, che le ha rese celebri, allo
54
scopo di documentare la diffusione delle figurine in
tutto il mondo. Vi sono esposte migliaia di figurine
di ogni formato e diversi materiali: dalle scatole di
fiammiferi, ai bolli chiudi lettera, dalla carta moneta ai menù. Una sezione è dedicata agli album delle
figurine, agli album d'epoca frutto della passione
collezionistica. Il museo è anche un punto di riferimento per gli studiosi di questo particolare settore,
in quanto è stato sviluppato uno speciale sistema di
catalogazione. Il patrimonio del museo è stato recentemente incrementato dall’acquisizione di una
nuova collezione donata dal Professore Ruggero
Tagliavini e Anna Maria Roccatagliati di Modena,
costituita da moltissimi periodici italiani per ragazzi che vanno dal 1812 agli anni ’50 di questo secolo.
A differenza delle altre raccolte conservate in museo (ad esclusione delle figurine dal dopoguerra),
questa non è costituita, se non in una piccola parte,
da materiali pubblicitari, ma dalle raffigurazioni
che ci documentano in modo significativo la storia
della stampa e del costume tra Otto e Novecento.
Museo dell’illustrazione di Ferrara
Il Museo dell'Illustrazione è stato promosso dalla professoressa Paola Pallottino, esperta di arte
contemporanea e di illustrazione. Il Museo si propone come centro studi sull'immagine, cataloga e
conserva materiali relativi all'illustrazione. Attraverso mostre temporanee, conferenze, convegni, il
Museo diffonde la propria attività, principalmente
rivolta alla catalogazione di documenti relativi alla
Rivista – Ottobre 2009
La
storia dell'illustrazione, di bozzetti grafico-pittorici, di originali e riproduzioni a stampa in libri e
periodici d'epoca, nonché opere d'incisione, cartellonismo, fumetto, caricatura e grafica minore. Il
Museo dispone anche di una biblioteca e di una
emeroteca specializzate.
Il Castello dei Burattini
É la più importante raccolta italiana riguardante il
teatro d'animazione raccolta da Giordano Ferrari,
burattinaio parmigiano. Nel Museo (pressi i Musei
Civici di Parma) è collocata la sua importante collezione oltre a pezzi di varia provenienza. marionette, burattini, oggetti di scena, manifesti, copioni
animano le sale del nuovo. Il percorso espositivo
si snoda partendo dalle maschere della Commedia
dell'Arte (Arlecchino, Pantalone, Brighella) e prosegue facendo riferimento alle tradizioni artistiche
di varie aree geografiche, come l'emiliana o la bergamasca, fino a quelle estere. Le marionette sono
invece esposte con la volontà di mettere in rilievo
le più importanti compagnie degli ultimi
tre secoli e le loro opere. Completamente dedicata alla famiglia Ferrari, l'ultima
sala presenta “attraverso pezzi ideati e
realizzati dai componenti della famiglia”
una compagnia teatrale profondamente
legata alla sua terra.
Casa della Musica di Parma
La Casa della musica, creata dal Comune
nel 2002, si propone di raccogliere, conservare e divulgare le testimonianze della
cultura musicale. La Casa è, perciò, sia
un centro di ricerca, sia un riferimento
culturale e didattico. Assieme alle attività di studio, infatti, sono proposti diversi
servizi, tra i quali l'accesso alla Biblioteca-Mediateca e all'Archivio Storico del
Teatro Regio. Presso la Casa è inoltre
allestito il Museo Multimediale L'Opera
in Scena, propone un percorso storico in
quattro sale espositive, attraverso la tradizione parmense del teatro d'Opera, dal
barocco a Verdi e Toscanini, accostando
documenti che riguardano lo sviluppo del
melodramma. Una sala è dedicata a cimeli, ritratti e fotografie di Toscanini. L'allestimento, di moderna concezione, integra i sistemi espositivi tradizionali con le
tecnologie informatiche più all'avanguardia. Il percorso culturale progettato dalla
Casa della Musica include il Museo del
Suono Riprodotto, allestito nella chiesa
di Santa Elisabetta, che propone una raccolta di strumenti per la riproduzione la
diffusione del suono, a partire dal fono-
Rivista – Ottobre 2009
La
grafo fino alle tecnologie più moderne, e il Museo
Arturo Toscanini, allestito nella casa in cui nacque
il maestro, che propone un'esposizione di pezzi,
documenti e cimeli appartenuti a Toscanini.
Il Victoria Albergo Romano di primissima classe •
costruito nel 1899 • Ristrutturato rispettando
stile e opere d’arte • Situazione calma nel centro
storico, di fronte al Parco di Villa Borghese a
due passi dalle vie più famose per lo «shopping» •
Rinomato per il suo ristorante italiano classico,
il BELISARIO • Il VIC’S-BAR come punto d’incontro • Roof-garden romantico per cocktails e cene
estive • Sale conferenze funzionali • Garage 24
ore • Servizio tempestivo, cortese e multilingue •
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Amministratori delegati
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55
L’
autunno della cultura su LA 1 e LA 2
L’autunno della cultura in tv si
annuncia con molte conferme e
diverse novità. Andiamo in ordine cronologico. Il Filo della
Storia (a cura di Silvana Bezzola, giovedì alle 22.35
su La1) ha ripreso il proprio percorso con le prime
visioni di documentari che raccontano, analizzano e
documentano fatti e personaggi che segnano e hanno segnato il mondo. Superalbum cambia volto ed
è affidato a Gianni Delli Ponti. La rubrica del sabato
sera (ore 21.00 su La2, curata da Federico Jolli) ha
ripreso sabato 19 settembre a viaggiare nella storia
delle produzioni documentaristiche della RSI, un
viaggio che molti telespettatori hanno apprezzato,
perché permette di rivivere situazioni e personaggi e
anche di riflettere su quanto è poi successo e su come
le realtà raccontate in cinquant’anni di storia della tv
svizzero-italiana sono evolute.
Il Giardino di Albert in versione studio virtuale
ripropone lo schema rivelatosi vincente la scorsa
stagione, con l’alternanza di magazine e puntate monotematiche, che aprono squarci di curiosità e indagine sul mondo della scienza, cercando di andare
a guardare in ogni luogo, vicino o lontano da noi.
Saranno ancora Cecilia Broggini e Giovanni Pellegri i
volti del Giardino, che potrete incontrare ogni do-
menica alle 18.10 su La1. La squadra capitanata da
Maurizio Chiaruttini promette davvero di farci vedere
le meraviglie del possibile. A Storie, dopo l’aperitivo
settembrino di Storie Cinema dedicato al giallo e lo
speciale su Georges Simenon a vent’anni dalla morte, Sandra Sain passa il testimone a Maurizio Canetta,
che sarà in studio per la prossima stagione del programma curato da Federico Jolli e Luca Jaeggli, che ha
preso il via domenica 4 ottobre. Con qualche novità
e una scenografia nuova di zecca. Novità importante
anche per la serata del lunedì su La 2: Fuoricampo e
Me-Doc si fondono, Silvana Bezzola e Luisella Realini
lanciano dal 5 ottobre “La2 Doc, il piacere del documentario”, che, ogni lunedì alle 21.00 su La2, aprirà
lo sguardo su orizzonti appassionanti e commoventi,
avvolgenti e intriganti, spaziando dalla Svizzera al
mondo alla ricerca del meglio della narrazione attraverso le immagini. Senza dimenticare, in chiusura,
i consueti e attesi appuntamenti con i documentari
di natura (National Geographic e dintorni, scelti da
Patrizia Balerna) proposti la domenica alle 16.00 su
La1 e ogni giorno alle 17.30 su La2. Un menu dalle molte portate con appendice nel sito internet che
Enrico Lombardi nutre anche di contributi originali e
accattivanti per completare un’offerta piena di spunti, riflessioni e idee.
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Rivista – Ottobre 2009
La
Sequenze
di Jean de la Mulière
Desert Flower
di Sherry Hormann
Per quanto non sia prevista da alcuna legge islamica, la pratica dell’infibulazione, stando ai dati
forniti dall’Onu, rende vittime circa 6mila bambine ogni giorno. La stessa sorte ha subito Waris
Dirie che all'età di 13 anni fugge dalla propria
famiglia in Somalia per scampare a un matrimonio forzato. Aiutata dalla nonna a Mogadiscio viene inviata a Londra, dove
diventa una serva all’interno dell’Ambasciata Somala. Questo la esclude
dall’apprendimento della lingua inglese e quando il governo somalo cadrà, non volendo rientrare in patria, si troverà sperduta in una metropoli.
L'aiuterà una commessa di grandi magazzini, Marilyn. Waris, che diventerà una top model nota in tutto il mondo, conserva il suo tragico segreto.
Desert Flower non è un film relegabile con superficialità tra le opere didattiche su tematiche sociali. Sherry Hormann, con la collaborazione
della vera Waris Dirie e dell'altrettanto famosa modella Liya Kebede (che
la impersona sullo schermo) raggiunge perfettamente l’obiettivo di intrattenere inducendo a pensare. L'odissea di una bambina nomade e mu-
Giulia Verschwinden
di Christoph Schaub
Giulia è molto turbata poiché sta per compiere cinquant'anni. Giulia pensa di essere
ormai invisibile agli occhi degli altri, ma poi
incontra un uomo che la invita a bere un bicchiere e decide di non raggiungere gli ospiti
che la stanno aspettando per festeggiarla. Nel
frattempo, Jessica e Fatima, due ragazze di quattordici anni in cerca di
un regalo di compleanno, vengono arrestate dalla guardia di un centro
commerciale. Il loro gesto getterà nell'inquietudine i genitori divorziati
di Jessica che, informati dei fatti, si recano alla centrale di polizia per
recuperare le due ragazze. Inoltre, quello di Giulia non è l'unico compleanno del giorno.
In una casa di riposo, infatti, l'80enne Leonie festeggia senza entusiasmo il suo genetliaco.
Commedia agrodolce, Giulias Verschwinden (la scomparsa di Giulia)
pone sotto la lente i vari personaggi mettendone a nudo i disperati
tentativi per rubare all’età qualche anno.
Verblendung
di Niles Arden Oplev
Mikael Blomkvist è un giornalista ostinato e idealista, sconfitto in tribunale dal
potente uomo d'affari incriminato dalla
sua inchiesta. Lisbeth Salander è una giovane hacker asociale e introversa, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica. Henrik Vanger è un ricco industriale
ossessionato dalla scomparsa della nipote, avvenuta quarant'anni
prima. In un'isola bagnata dal Baltico e abitata dal potente clan dei
Vanger, Mikael, Lisbeth ed Henrik si incontreranno, collaborando
a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso.
Mentre in Italia è già in programmazione il secondo film (con gli stessi
autori ma con un nuovo regista) tratto dalla trilogia di Stieg Larson, intitolata Verblendung esce in Svizzera la versione cinematografica del primo
volume pubblicato in italiano con il titolo di Uomini che odiano le donne. Rinchiusa nei canoni del cinema di genere, il film conserva la critica
sociale che emerge dalle pagine della trilogia. Le vittime principali delle
Rivista – Ottobre 2009
La
tilata (nel corpo e nello spirito) che diventa
una delle modelle del Calendario Pirelli non
vuole tramutarsi in una favola di Cenerentola
adattata ai nostri giorni.
Grazie anche alla sempre vulcanica presenza di Sallky Hawkins (la Poppy di Happy Go
Lucky) il film trasmuta di volta in volta dal
dramma alla commedia per poi ritornare al
dramma e suscitare quel particolare tipo di
commozione che può muovere all'azione.
Perché se il tema della lotta alle mutilazioni
sessuali è al centro dell’azione che Waris Dirie continua a condurre come ambasciatrice
dell'Onu, Desert Flower affronta anche i problemi dell’immigrazione con il susseguirsi di
leggi di cui i soggetti interessati non sempre
sono a conoscenza e quello del difficile processo di integrazione anche quando la Natura ti ha dotato di un aspetto decisamente
superlativo.
Sceneggiato dal noto scrittore svizzero Martin Suter il film mette in scena una commedia corale e ritmata sul tema dell’invecchiamento in una società che ci vorrebbe
sempre sani e giovani, almeno nell’aspetto
esteriore, e lo fa infarcendo di battute acute
un film che sposta l’attenzione da un personaggio all’altro prendendosi il tempo di
approfondirne il carattere. Una commedia
sempre divertente, spesso esilarante, che
mostra come, mentre tentiamo di fermare
artificialmente il tempo, ci impediamo di
crescere. Ottimo cast che comprende, oltre
a Bruno Ganz, la pluripremiata attrice tedesca Corinna Harfouch (la Giulia del titolo).
Il film, che ha ottenuto il Premio del pubblico al recente Festival di Locarno, è dedicato alla memoria del regista Daniel Schmid, scomparso esattamente tre anni fa, che
avrebbe dovuto dirigere il film
persecuzioni e delle violenze del primo romanzo dello scrittore svedese sono evidentemente le donne, i carnefici sono dei mostri
che vanno eliminati senza sconti, indulgenze o garantismi. Il terrore nel libro e nel film
omonimo non corre sul filo ma nel luogo
sacro dell'immaginario europeo, la famiglia.
La vicenda ruota attorno al potente clan dei
Vanger, dominato da patriarchi antisemiti
che hanno praticato il nazionalsocialismo
in un passato nemmeno troppo lontano.
Mikael Blomkvist - direttore e comproprietario della rivista Millennium – assoldato dal
vecchio Henrik per far luce sulla sparizione
dell'adorata nipote, incarna l'irruzione di
una turbativa del presunto ordine familiare.
Affiancato dall'inquieta ma efficiente e dinamica Lisbeth, il giornalista indaga e poi
smaschera il misfatto che racchiude la storia
occulta della famiglia, il nucleo rimosso della realtà dei Vanger (e di una nazione).
57
Cisalpino II.
È cominciata
una nuova era!
Salga a bordo del nuovo Cisalpino II (ETR610) e approfitti dei seguenti collegamenti:
Ginevra – Milano
Ginevra
Losanna
Montreux
Sion
Briga
Domodossola
Stresa
Milano
Per ulteriori informazioni: www.cisalpino.com
Milano – Ginevra
CIS 35
5.45
6.20
6.39
7.14
7.44
8.17
8.39
9.35
Milano
Stresa
Domodossola
Briga
Sion
Montreux
Losanna
Ginevra
CIS 40
16.25
17.21
17.48
18.20
18.47
19.21
19.45
20.18
di Marco Diorio
Sebbene la sua carriera inizi ben quattro decadi
fa con il blues americano, negli anni ha esteso
la sua prospettiva, includendo virtuali rappresentanze da ogni angolo del mondo.. Polistrumentista, ma soprattutto chitarrista, incomincia
la propria carriera musicale all´università negli
anni Sessanta quando forma i Taj Mahal & the
Elektras. Dopo la laurea nel 1964 si trasferisce
a Los Angeles, dando vita ai Rising Sons as-
Diapason
sieme al chitarrista Ry Cooder. Maestro è una
festa di musica, con molti originali e altrettante cover, con una contagiosa Scratch Back che
surriscalda subito l´atmosfera. In sostanza un
lavoro di classe, canzoni di splendida fattura
di cui alcune davvero stupende. Taj Mahal si
dimostra artista versatile, eclettico, creativo,
“Maestro” nell´improvvisare, in grado di interpretare al meglio la musica.
Taj Mahal Maestro (Heads Up Egea)
I La Crus sono nati a Milano all´inizio degli
anni novanta per l´incontro tra Alessandro
Cremonesi, Mauro Ermanno (Joe) Giovannardi e Cesare Malfatti. Un disco dal vivo, quindi, un tour e poi la fine. È questo il presente
ed il (mancato) futuro dei La Crus, una delle
formazioni più amate del panorama italiano
che si avvia verso il suo definitivo scioglimento a causa dei progetti personali dei singoli
componenti del gruppo. Questo è un disco
dalle atmosfere rarefatte, morbide, complice
l´ampio uso di strumenti delicati. Lo stile è
un rock raffinato. Ci raccontano senza remore e da ogni parola, come un fiume in piena,
straripa tutto quello che gli passa per la testa,
ogni pensiero, ogni congettura sulla loro e
sull´umana condizione (ma più che altro sulla loro), sulle loro e sulle umane pene.
La Crus Io non credevo che questa sera (Warner)
Ginevra Di Marco con il suo nuovo album
dal titolo Donna Ginevra, ci dà il modo di
ascoltare non solo la sua splendida voce,
ma anche di recuperare dei brani del lontano passato proposti in una veste attuale ed
inedita.
Così Donna Ginevra, con la barca riprodotta
sull´immagine di copertina, ci accompagna
in Bretagna con un canto d´amore come Au
bord de la fontaine, in Macedonia con il canto da matrimonio rom Usti usti baba, in Albania con l´antico brano Ali Pasha.
E poi la Toscana, la sua terra d´origine, che
ritroviamo in La Malcontenta, ninnananna
dal sapore amaro raccolta da Caterina Bueno
nelle terre di Siena e In Maremma spaccato
della Toscana contadina del Novecento che
emigrava per faticare nei campi.
Folco Orselli MilanoBabilonia (Venus Dischi)
Folco Orselli con la sua roca voce da bluesman
esperto, fin dalle prime note di questo suo nuovo capitolo: Milanobabilonia, ci proietta in un
serratissimo e distorto rock, carico di visioni infernali e di invasioni di presumibili extraterresti per niente ben intenzionati. È livido questo
disco: come nello scenario mefistofelico di La
fine del mondo un´apocalisse da non augurarsi.
O come nel brano MilanoBabilonia manifesto
della globalizzazione mal riuscita, dei furbetti
che si sono presi il potere in città: “Povera Milano in mano a dei coglioni“... Orselli è per quelli
che amano il genere. Ma è più trasversale di
quanto si potrebbe imprigionarlo con le solite, asfissianti etichette. Perché, come per ogni
cantautore che prima di tutto scriva col sangue
più che con la testa, il nocciolo del disco arriva
immediato, subito, al primo ascolto.
Ginevra Di Marco Donna Ginevra (Materiali Sonori)
A due anni di distanza dal suo ultimo lavoro,
Mark Knopfler torna con il nuovo album di
studio, il quinto di quest´ultima decade.
Get Lucky, è una magistrale esplorazione
delle radici musicali di una vita.
L´album è una combinazione di folk, blues,
con l´originale scrittura di Mark Knopfler che
contiene elementi britannici personalizzati
e vivido lirismo. Elegante e sapiente in ogni
passaggio e per ogni paesaggio, ecco il Mark
Knopfler che da 30 anni incanta i cuori.
Naturalmente, come è già stato altre volte
sottolineato in passato, è questo un musicista più maturo, quasi più distaccato del “guitar hero” conosciuto con i Dire Straits: w
la sua è una maturità distillata tra una chitarra efficacissima e una voce sempre più
calda.
Mark Knopfler Get Lucky (Mercury)
Rivista – Ottobre 2009
La
59
I
Il debutto musicale di Gabriel Rimoli
l privilegio di presentare
un proprio album
Puro rock latinoamericano con influsso britannico: è questo il progetto di Gabriel Rimoli, un cantante, musicista e produttore di origine uruguayana e italiana. ‘Escondiéndome de mi’ (nascondermi da
me stesso) s’intitola il debutto, uscito presso la sua etichetta, la ‘Gaucho Music’. Chi è quest’uomo
che intende nascondersi? La redazione della Rivista si è incuriosita, e ha inviato un giornalista alla
ricerca del cantante, scovandolo in Ticino, dove vive da oltre sei anni
di Luca
D’Alessandro
Gabriel Rimoli, 'Escondiéndome de mi'
dà un'impressione piuttosto negativa.
Una persona che si deve nascondere,
di principio non è felice
Ho riflettuto a lungo sul titolo da dare
al mio album. Sono tuttora convinto che
abbia fatto una buona scelta, poiché il titolo rispecchia la situazione nella quale
mi trovavo nel 2003, quando ho portato
su carta le prime note.
Puoi precisare la situazione di allora?
Noi tutti viviamo dei momenti in cui
vorremmo nasconderci da noi stessi – i
motivi possono essere diversi. Ci si trova ad esempio a chiedersi: perché non
sono contento di ciò che ho raggiunto
e di ciò che il destino mi ha portato? In
certi momenti bisogna interrompere il
flusso in cui ci si trova, guardarsi intorno e riprendere fiato. Bisogna tentare di
capire cosa sta succedendo e riflettere
sui prossimi passi. Nel 2003 ho vissuto
diversi momenti non positivi, nel contempo però ho notato nuove vie aperte.
Mi sono deciso per una di queste possibilità, ed eccomi qua: sto benissimo e ho
in mano una produzione musicale che mi
60
dà grande soddisfazione.
Probabilmente questa ricerca della diritta via si rispecchia nel tuo disco: le
prime canzoni sono piuttosto negative,
come suggerisce ad esempio il titolo
«Tu cuerpo no miente», mentre quelle
nella seconda parte hanno un carattere
spensierato, come nel caso di «Dame tu
amor» oppure di «Francesca».
L'affermazione è corretta, il disco è paragonabile ad un diario che elabora tutto
ciò che ho vissuto nei sei anni passati.
Chi è «Francesca»?
Francesca è la mia gioia di vita. L'ispirazione di cui ho bisogno nel mio cammino da musicista. È entrata nella mia
vita all'improvviso, dando al disco l'essenza, cioè l'amore. L'album difatti parla
dell'amore; quello che ho vissuto negli
ultimi anni attraverso Francesca.
La produzione del disco è avvenuta
tra Uruguay, gli Stati Uniti, l'Italia e
la Svizzera. Come sei riuscito a coordinare tutto?
Con un bel po' di pazienza (ride). Le
canzoni le ho composte in Svizzera, i
Rivista – Ottobre 2009
La
musicisti invece, che abitano nei paesi menzionati,
hanno registrato i suoni nei loro studi, e me li hanno inviati per via elettronica in formato audio. Ho
ricevuto tantissimi 'sound files', che ho radunato e
inserito nel disco assieme al mio materiale.
Ma se ti volessi presentare su un palco, avresti
bisogno di musicisti disponibili e residenti in Ticino oppure in Italia settentrionale. Come fai a
dare dei concerti se un chitarrista vive in Uruguay, mentre il batterista risiede in Italia?
In realtà in questo momento non ci penso proprio
a dare dei concerti. A me sta bene se posso sperimentare con i suoni, con le combinazioni, scrivere
canzoni, insomma, vivere la musica.
I musicisti del tuo disco si conoscono a vicenda?
Non tutti e comunque non si sono mai trovati a registrare contemporaneamente. Magari se li facessi
venire tutti in Svizzera potremmo dare un concerto e presentarci unitamente in pubblico. L'idea mi
piace, ma oggi come oggi non so dire se tale situazione si avvererà.
Come mai ti sei deciso a dedicarti allo stile del
rock del tipo latino-britannico?
Fin da giovane ero stuzzicato dall'idea di creare un
disco che si collegasse alla cultura del rock-britan-
nico. Andavo matto per quel genere. La forza e la
ruvidità mi hanno sempre appassionato.
In parole povere: come definiresti il tuo genere?
Una fusione tra rock e ritmi classici del 'Rio De la
Plata', che sono il tango, la murga e il candombe,
quest'ultimo il più classico dei ritmi uruguayani. Il
candombe oggi è celebrato con dei tamburi sulle
piazze e nelle vie di Montevideo come stile folcloristico. In Uruguay gode di una simile reputazione
come la samba in Brasile.
Hai trovato la via dall'Uruguay in Ticino. Come
mai ti sei spostato?
I miei bisnonni ai loro tempi si erano spostati in
Uruguay, dove hanno costruito la loro vita. Discendo quindi da italiani. Una cultura che porto in
me, anche se la mia madrelingua è lo spagnolo. Qui
in Ticino ho ritrovato tutto ciò che in Uruguay ho
imparato a conoscere, il modo di pensare italiano,
le amicizie e il rispetto reciproco. Inoltre qui trovo
la cordialità e la correttezza svizzera, e tante possibilità, che mi fanno sentire a casa: la spontaneità,
il calore e la libertà di scelta, come ad esempio il
privilegio di poter presentare un proprio album.
Mi sento bene e sono molto contento.
Info: www.gabrielrimoli.com
L'Hotel Hassler Roma,
in cima alla Scalinata di
Piazza di Spagna, è uno
dei più prestigiosi hotel
nel mondo. Il Presidente e
Direttore Generale, Roberto
E. Wirth, quinta generazione di una famiglia di albergatori svizzeri, usa un rigore assoluto nel prendersi
cura degli ospiti e gestire il
ristorante Imàgo, che offre
una vista spettacolare dove
ammirare le mille luci della
Città eterna.
Ristorante Panoramico all’Hassler
Dinner
Rivista – Ottobre 2009
La
www.hotelhasslerroma.com
www.imagorestaurant.com
61
La nuova pasta integrale Barilla.
Ricca di fibre e sostanze nutritive.
100% di gusto.
Tipicamente Barilla. Pasta al dente, con tutto il gusto dell’italianità, di una bontà senza compromessi. La nuova pasta Barilla Integrali nasce con un procedimento di macinatura esclusivo, è
ricca di fibre naturali e contiene preziose sostanze nutritive. Barilla Integrali esiste in quattro formati di pasta classici: gli Spaghetti no. 5, le Pennette Rigate, i Fusilli o le Pipe Rigate. Barilla
Integrali: l’alimentazione sana diventa anche varia e gustosa!
No 1 in Italia
A Zurigo dal 9 al 12 ottobre Gourmesse 2009
Il rilancio inizia dal nostro palato?
Anche, perché no!
Il rilancio nasce nelle nostre menti“ si diceva durante la crisi del 1993. La ripresa iniziò solo quattro
anni più tardi e non nelle nostre teste, bensì nella
politica finanziaria della Banca Nazionale. Ora, con
la crisi attuale avremmo bisogno di un nuovo motto
incoraggiante, tipo: Il rilancio inizia dal nostro palato.
Nessuna pretesa di risollevare le sorti del mondo, ma
un po’ di slancio e necessario ottimismo può derivare anche soddisfando, con giusta moderazione s’intende, il proprio palato. Non foss’altro per rendere
meno dura l’attesa della ripresa. Dal 9 al 12 ottobre
2009 i buongustai avranno nuovamente l’occasione
di avventurarsi in un tour luculliano tra i corridoi di
Gourmesse, nei saloni del Centro Congressi (Kongresshaus) di Zurigo, cogliendo tutte le opportunità
di viziare le proprie papille con 1001 delizie proposte da 140 espositori. Con piccoli squisiti seminari,
esposizioni speciali, degustazioni e tante piccole e
grandi golosità. Benvenuti a Gourmesse 2009! Fiera del Gusto, delle Specialità e dei prodotti di nicchia: che vede l’Italia è presente con una massiccia e
importante selezione di aziende nostrane. Un’occasione per una full immersion di 4 giorni nella cultura
della tavola, tra pregiate specialità culinarie e prodotti agroalimentari di vario tipo e natura, con un
unico comun denominatore: la delizia del palato.
Rivista – Ottobre 2009
La
La Camera di Commercio per la Svizzera
allestisce “Piazza Italia”
È perfino retorico chiedersi se l’Italia poteva mancare ad un incontro declinato all’insegna della raffinatezza e del piacere.?
Ecco pertanto che in occasione di “Gourmesse
2009”, la Camera di Commercio Italiana, partner ormai storica degli organizzatori, allestisce
la “Piazza Italia” all’interno del Salone, presso la
Gartensaal: una panoramica completa sulla cultura gastronomica Made in Italy, dove sarà possibile
trovare provare e, nel caso acquistare, prodotti tipici e specialità regionali.
La Camera di Commercio per la Svizzera, che si
fa carico di assicurare una costante assistenza per
tutta la durata della rassegna, ha coinvolto con
entusiasmo un buon numero di produttori del Bel
Paese coordinati in tre importanti collettive:
CCIAA di Catania (che raddoppia dopo la partecipazione dello scorso anno) presenti con 7 aziende siciliane, il CONSORZIO LODI EXPORT
rappresentato di 6 aziende loro associate, ECIPAR Parma che raccoglie 8 aziende dell’EmiliaRomagna.
L’elenco completo delle aziende italiane presenti in
fiera è riportato sulle pagine seguenti.
63
Intervista con Stefan Schramm, direttore della casa
editrice ‘Salz & Pfeffer’, organizzatrice di GOURMESSE
Crescere in termini di qualità
Nasce per un questione di fiuto (“15 anni fa abbiamo fiutato l’interesse del consumatore per le specialità e i prodotti
di nicchia”) ed è diventata un appuntamento irrinunciabile
per chi ama soddisfare il palato. Coinvolge oltre 140 espositori che si propongono ad un pubblico che ormai supera le
10’000 unità. Ne abbiamo parlato con chi a suo tempo ha
avuto naso e a distanza di anni ne dirige l’organizzazione
di Simona Ninni
e Luigi Palma
Gourmesse, quali sono le novità e le
aspettative? È curioso, le novità nascono sempre dalle cose già esistenti, abbiamo per esempio degli espositori che
tornano ogni anno che spesso portano
in fiera un prodotto nuovo; ovviamente
non scopriamo l’acqua calda, ma ad ogni
edizione mettiamo in risalto le novità e
le idee innovative, questo è, diciamo, il
carattere della Gourmesse.
Quanto ha influito la crisi di quest’anno sulla manifestazione? La crisi é stata senz’altro una grande preoccupazione per noi, ma per quanto riguarda gli
espositori non ne abbiamo risentito molto, anzi, i nostri dubbi sono stati spazzati
via, in effetti gli spazi espositivi in fiera
sono completamente esauriti. È anche
vero che il consumatore solitamente risparmia sul cibo, pertanto l’impatto della crisi sul pubblico della Gourmesse si
potrà misurare solo a termine della fiera.
Ma tutti i partecipanti sono molto motivati e fiduciosi che la crisi non abbia solo
influenze negative e che la manifestazione sia un ulteriore successo.
Da qualche anno collaborate con la
Camera di Commercio Italiana per la
Svizzera. Come valuta questa collaborazione? Noi tutti della Salz & Pfeffer
siamo molto soddisfatti di avere un partner come la CCIS che ci fornisce servizi importanti e molta esperienza; questa
collaborazione è e sarà sempre preziosa
ed efficace per entrambe le parti, una
64
cooperazione armoniosa per continuare
a lavorare sul progetto ed inseguire costantemente l’alto livello di qualità.
Quanto sono importanti gli espositori italiani presenti alla Gourmesse?
L’Italia è una fonte inesauribile di prodotti e specialità, questo la rende un
pool di espositori molto prezioso per la
Gourmesse. Inoltre è piacevole il fatto
che la globalizzazione non abbia ancora
omogeneizzato il paese, in quanto sono
sempre molto attivi i piccoli produttori,
i consorzi e le regioni. In questo senso,
l’Italia è diventata un incontro fisso alla
Gourmesse.
Come descrive il Suo rapporto con la
gastronomia italiana e l’Italia in generale? Devo ammettere che sono un
grande fan dell’Italia, ho visitato il Piemonte e anche altre regioni e ho avuto
la fortuna di conoscere dei prodotti straordinari, dei paesaggi incantevoli e della
gente molto accogliente. Ho un rapporto
Rivista – Ottobre 2009
La
meraviglioso con questo paese, in qualunque posto vai, hai sempre la certezza
di trovare luoghi stupendi e una gastronomia impeccabile.
Come nasce e cresce negli anni tale
manifestazione? È tutto un discorso di
richiesta sul mercato ed esperienze: 15
anni fa abbiamo fiutato l’interesse del
consumatore per le specialità e i prodotti
di nicchia e da lì è scattata la dinamica
dell’organizzazione di una manifestazione specializzata in questo settore. Fino al
giorno d’oggi è una continua ricerca di
novità, esplorazione del mercato e un costante sviluppo di idee. La Gourmesse ha
raggiunto una posizione ineguagliabile,
ma il lavoro sul campo non finisce mai.
Come vede la Gourmesse nei prossimi 15 anni? Non usiamo fare progetti
a lungo termine. Certo, ci piacerebbe
pensare che la Gourmesse esisterà anche
fra 15 anni e che sarà cresciuta all’infinito, ma preferiamo non guardare oltre la
staccionata e ci concentriamo ogni volta
sull’edizione attuale e su quella dell’anno
seguente. Ci affidiamo alla nostra flessibilità e alla nostra struttura capace di
reagire con velocità agli eventi. Non siamo indovini, bensì realisti e preferiamo
crescere all’interno in termini di qualità,
non espandere in quantità.
Sempre più fiere si rivolgono ad un
pubblico di operatori del settore. Come
mai la scelta di coinvolgere in maniera
così massiccia il pubblico privato?
Rivista – Ottobre 2009
La
Abbiamo constatato che a Zurigo il
pubblico gastronomico è composto da
buongustai ai quali piace mangiare e
bere e non cibarsi e abbeverarsi; ma anche l’operatore del settore come i grandi
magazzini visita la fiera con piacere per
incontrare i colleghi del ramo, scambiarsi e scoprire i nuovi prodotti di nicchia.
Questo di solito avviene di lunedì, per
questo stiamo puntando sempre più su
questo giorno, nel quale gli operatori di
settore, i decision makers della gastronomia e i buyers utilizzano la fiera per
rinnovare il loro business. Inoltre, il lunedì lo possiamo dichiarare “giornata del
Bordeaux”, dove da anni ormai si tengono interessanti workshop e seminari su
questa rinomatissima regione del vino.
Quindi, anche quest’anno il pubblico
della Gourmesse, sia di settore che privato, si può aspettare un programma ricco e coinvolgente.
65
AZIENDE ITALIANE PRESENTI
A GOURMESSE 2009
Collettiva CONSORZIO LODI EXPORT
(Via Haussmann 11/15, I-26900 Lodi
Tel. +39/0371/450 52 64, fax +39/0371/450 52 77
e-mail: [email protected]; www.lodiexport.it)
PASTICCERIA CERRI DI CERRI PAOLO
Via A. Diaz 39
I - 26866 Sant'Angelo Lodigiano (LODI)
Tel.: +39 0371-210192 - Fax: +39 0371-210192
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Pasticceria, amaretti
PASTIFICIO DI AMANTE SAS
Via dell’Elettronica 9
27010 Cura Carpignano (PAVIA)
Tel.: +39 0371-97032 - Fax: +39 0371-97092
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Pasta all’uovo
GALLETTI DI GALLETTI AURELIO E C. SNC
Via Faverzani 13
I - 26046 San Daniele Po (CREMONA)
Tel.: +39 0372-65544 - Fax: +39 0372-65082
http://www.gallettisnc.it
E-mail : [email protected]
Prodotti esposti: Condimenti vari, aceti, verdure
sottoli e sottaceti
MOLINO RIVA
Via Provinciale 69
I - 23846 Garbagnate Monastero (LECCO)
Tel./Fax: +39 031853378
http://www.molinoriva.it
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Farine di granoturco
CANTINA BOLDRASCA
Cascina Boldrasca
I - 26010 Dovera (CREMONA)
Tel. +30 327 048 28 31
http://boldrasca.webnode.com
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Vini
RISO DELLA MONSIGNORA
Azienda Agricola Alberto Tavazzani
Cascina Colombara
I - 27016 Lardirago (PAVIA)
Tel.: +39 0382-953093
http://www.risodellamonsignora.it
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Riso
MOLINO PAGANI SPA
Via dei Molini, 38
26812 Borghetto Lodigiano (Lodi)
Tel.: +39 0371 - 29011
Fax: +39 0371 - 899035
http://www.molinopagani.it
E-mail: [email protected]
Prodotti: farine bianche
TORREFAZIONE PORTIOLI SPA
Via Cerca, 24
20090 Caleppio di Settala (Milano)
Tel.: +39 02 - 9589751 - Fax: +39 02 - 9589755
http://www.portioli.it
E-mail: [email protected]
Prodotti: caffè
TERRE DI MIELE
Apicoltura Motta Sebastiana
Via Cancelliere, 61
95019 Zafferana Etnea (Catania)
Tel./fax: +39 095 - 7081926
http://www.terredimiele.it
E-mail: [email protected]
Prodotti: miele
66
Collettiva
CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI CATANIA
(Via Cappuccini 2, I-95124 Catania
Tel. +39/095/73 61 376, Fax +39/095/736 13 78
e-mail: [email protected]
www.ct.camcom.it)
SINATRA GAETANO SALVATORE
Azienda Agricola
Via Pietro Metastasio 6
I - 95047 Paternò (CATANIA)
Tel. & Fax: +39 095 846 789
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Olio extravergine di oliva,
marmellate
JUDEKA SRL - SOCIETA' AGRICOLA
Via Messina 6
I - 95040 Ramacca (CATANIA)
Tel.: +39 0933 60544
E-mail: [email protected]
http://www.judeka.com
Prodotti esposti: Vini
AL-CANTARA SOCIETA' AGRICOLA SRL
Via A. Cecchi 23 - I - 95125 Catania
Tel.: +39 095 222644
E-mail: [email protected]
[email protected]
Prodotti esposti: Vini
AZIENDA AGRICOLA F.LLI RICCOBONO EREDI
DI MARIA SILVESTRI
Frazione Granieri
I - 95041 Caltagirone (CATANIA)
E-Mail: [email protected]
Prodotti esposti: Vini
LA CAPIROSSA TRADING SRL
Via Magenta 27 - Solicchiata
I - 95012 di Castiglione di Sicilia (CATANIA)
Tel./Fax.: +39 0942 986158
E-mail: [email protected]
[email protected]
http://www.capirossa.com
Prodotti esposti: Vini
PATRIA SCRL
s.s.120, Km 194.500
I - 95030 Solicchiata di Castiglione di Sicilia
(CATANIA)
Tel.: +39 0942 986072 / 983133
Fax: +39 0942 983143
E-mail: [email protected]
http://www.vinipatria.it
Prodotti esposti: Vini
PROSCIUTTIFICIO FRATELLI GALLONI
Via Martiri della Libertà 17
I - 43013 Langhirano (PARMA)
Tel.: +39 0521 354211 - Fax: +39 0521 354222
E-mail: [email protected]
http://www.galloniprosciutto.it/ita/dove/index.htm
Prodotti esposti: Prosciutti di Parma
FRANTOIO OLEARIO BIGUCCI
Via Pianventena 972/c
I - 47842 San Giovanni in Marignano (RIMINI)
Tel. +39 0541 955196-956755
Fax +39 0541 825231
E-mail: [email protected]
http://www.bigucci.it
Prodotti esposti: Aceto balsamico, miele, olii
aromatizzati, olio extra-vergine, salse
CONFRATERNITA DEI VIGNAIOLI
DELLA TORRECHIARA
c/o La Bandina
Strada Bandina 3
I - 43013 Langhirano (PARMA)
Tel: +39 0521 355166 - Fax:+39 0521 355296
oppure
c/o Amadei Federico
Strada Langhirano 298 - I - 43100 Parma
Tel.: +39 0521 648333
E-mail: [email protected]
[email protected]
Prodotti esposti: Vini
PASTA FRESCA VENUSTI
Via Monte Molinatico 10/a
I - 43100 Parma
Tel: +39 0521 967094
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Pasta fresca
IL SALUMIERE
Via Cascinapiano 43/B
I - 43013 Langhirano (PARMA)
Tel.: +39 0521 861169
E-mail: [email protected]
http://www.parmaest.it/vetrina/ilsalumiere/
pagina_iniziale.htm
Prodotti esposti: Salumi tipici di Parma, formaggi
CASEIFICIO SOCIALE CASTELLAZZO
Via don Mazzolari 12
I - 42012 Campagnola Emilia (REGGIO EMILIA)
Tel.: +39 0522 652862 - Fax: +39 0522 652910
E-mail: [email protected]
www.parmigianoreggianocastellazzo.it
Prodotti esposti: Formaggi, Parmigiano Reggiano
AZIENDE SINGOLE
LE ANTICHE DELIZIE DI G. PALERMO
Via dei Belfiore 44
I - 95028 Valverde (CATANIA)
Tel.: +39 095 7213421 - Fax: +39 095 7212970
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Liquori, rosoli, creme
e marmellate
Collettiva ECIPAR di Parma Scarl
(Via G. e G. Sicuri 44/a, I-43100 Parma, Tel.
+39/0521/26 70 17, fax: +39/0521/26 70 70,
www.eciparpr.com)
SALUMIFICIO BUONGUSTAIO
Via Pagliani G. 29/A
I - 42019 Scandiano (REGGIO EMILIA)
Tel.: +39 0522 989055
E-mail: [email protected]
Prodotti esposti: Salumi
AZIENDA AGRICOLA TUFO ANTONIO
CARMINE
C/da S. Lucia 216
I - 82021 Apice (BENEVENTO)
Tel.: +39/334/770 94 50
Fax: +39/0824/911 019
E-mail: [email protected]
www.frantoioantoniotufo.it
Prodotti esposti: Olio di oliva, vino, conserve,
salumi e formaggi
AZIENDA AGRICOLA FRANCO DI FILIPPO
Via Malcangi 99
I - 70059 Trani
Tel.: +39/0883/480 872- Fax: +39/0883/488 763
E-mail: [email protected]
www.moscatotrani.it
Prodotti esposti: Moscato e grappe
Rivista – Ottobre 2009
La
Grancereale – i biscotti ricchi di fibre
Grancereale – il biscotto integrale che regala un vero piacere. Ricco di salutari fibre e ingredienti
naturali selezionati. Grancereale esiste nelle tre varietà Classico, Frutta e Croccante.
R
16° Concorso internazionale dei vini Zurigo 2009
isultato lusinghiero
per le cantine italiane
Fra i vini italiani, si sono distinti quelli
della Fattoria La Vialla (www.lavialla.
it), Arezzo, dei fratelli Gianni, Antonio
e Bandino Lo Franco, gli ultimi due presenti alla premiazione, che hanno ottenuto quatto “Gold-Diplome” (diplomi
d’oro) e un “Silber Diplom” (diploma
d’argento).
Premiati con il Gold-Diplom
I fratelli Antonio
e Bandino Lo Franco
ricevono il
Goldendiplom dalle
mani di Lara
Cucinotta delegata
per la serata
della Camera
di Commercio Italia
per la Svizzera
(Foto di Nina Mann
www.ninamann.ch)
Quest’anno, al Concorso internazionale
dei vini Zurigo, sono stati presentati oltre 2'100 vini. Meta dei quali provenienti
da vigneti svizzeri, mentre i restanti in
ambito internazionale, l’offerta italiana
era quella più rappresentata con ben 312
bottiglie. Di queste, 57 hanno ricevuto il
“Gold-Diplome” (diplomi d’oro) e 63 il
“Silber Diplom” (diploma d’argento).
Sotto la competente guida di Hans Bättig, ingegnere agronomo responsabile
del Concorso, i vini sono stati degustati
e valutati a metà luglio da una corposa
commissione di 160 esperti tra i quali figuravano enologi, ricercatori, istruttori,
viticoltori, negozianti e acquirenti.
La consegna dei premi ha avuto luogo 10
settembre 2009 alla presenza, tra gli altri, oltre che di Bättig, anche del padrone
di casa: il presidente dell’EXPOVINA,
Bruno Sauter.
VIN SANTO 2005
VIN SANTO DEL CHIANTI
CASA CONFORTO 2004
CHIANTI RISERVA
ROSAROS/\ 2008
ROSATO TOSCANO
CASA CONFORTO 2008
BIANCO COLLI DELL' ETRURIA
CENTRALE
Con il Silber-Diplom
TORBOLINO, TOSCANA BIANCO
Appuntamento ora per la 56esima esposizione dei vini EXPOVINA che avrà
luogo come ogni anno su 12 battelli ancorati all’imbarcadero della Bürkliplatz,
dal 29 ottobre al 12 novembre 2009. In
tal occasione verranno realizzati interessanti seminari dove poter scoprire i vini
con l’aiuto di rinomati esperti.
Salute!
Domenico e Rita Miggiano tra i premiati del Pfefferzeichnen 2009
Il riconoscimento, istituito
nel 2006 da Gastrosuisse e
dalle Edizioni Salz&Pfeffer,
viene attribuito a quelle
aziende che a diverso titolo si sono distinte nel
mondo della gastronomia
dell’hotelleria e del turismo.
Orientato al futuro, esso
premia iniziative innovative
e originali. Nella categoria
“Zukunftträger”
(letteral-
68
mente: portatori di futuro) quest’anno il premio è andato a
Domenico e Rita Miggiano del Gasthof Löwen di Bubikon
(Zh). Da un lato, come si legge nella motivazione, è un
riconoscimento della competenza gastronomica di Domenico Miggiano, culturalmente mediterranea, essendo
Domenico di origini meridionali, ma arricchita con stage
in giro per il mondo e poi affinata al Waldhaus di Flims,
al Suvretta Haouse di S. Moritz e al Lago di Lugano a Bissone. Al contempo, è anche un premio alla sua capacità
di trasmettere l’arte della cucina a tutti quegli appassionati apprendisti che hanno la possibilità di lavorare al suo
fianco.
Rivista – Ottobre 2009
La
L
ivernano e Casalvento incontrano
i giornalisti di Zurigo
In un incontro conviviale che si è svolto in una sala del ristorante Carlton, lo
scorso Mercoledì 9 settembre le tenute
Livernano e Casalvento di Robert e Gudrun Cuillo, situate nelle alte colline di
Radda in Chianti, hanno presentato alla
stampa Svizzera i propri prodotti, frutto
del lavoro di una proprietà e di uno staff
di alto livello che nutre il più profondo
rispetto per il territorio vocato in cui opera. Durante il pranzo sono stati degustati
i Chianti Classico Riserva delle due tenute: Il Livernano Docg 2005 (3 bicchieri
sulla Guida del Gambero Rosso) (80%
sangiovese e 20% merlot) e il Casalvento Docg 2005 (80% sangiovese e 20%
cabernet sauvignon), entrambi ricchi di
frutto e di aromi, fini ed espressivi, vini
di carattere e notevole profondità gustativa. l Purosangue 2006 (sangiovese in
purezza) con aromi di violetta e ciliegia
e una consistenza vellutata. Con la seconda portata sono stati serviti: Il Casalvento Janus Toscana Rosso Igt 2005
(cabernet sauvignon in purezza) insieme
al Livernano Toscana Rosso Igt 2005 (al
60% di cabernet sauvignon si aggiungono un 35% di merlot e un 5% di sangiovese) dai profumi riccamente fruttati e
dalla potente struttura. I coniugi Cuillo
acquistarono Casalvento nel 1998 e nel
2001 fecero i primi impianti. Attualmente
la proprietà si estende su 70 ettari di cui
6,5 vitati a cabernet sauvignon, merlot e
sangiovese. Nel 2003 acquistarono Li-
Rivista – Ottobre 2009
La
vernano (71 ettari) il cui splendido borgo
fu abitato dagli Etruschi e dai Romani
per poi diventare, in epoca medievale,
una roccaforte di difesa. Nel XVII secolo
Livernano divenne un tranquillo borgo
agricolo, conservando al suo interno la
chiesa romanica dell’XI secolo. Nel 1990
il borgo, grazie ad una profonda azione
di restauro, recuperò nuova vita, attraverso l’impianto di nuovi vigneti, la sistemazione delle terrazze coltivate a olivi
e il restauro degli edifici, così da creare
una moderna ed efficiente fattoria e un
accogliente agriturismo. In entrambe le
Aziende i vigneti sono stati piantati con
vitigni appositamente selezionati per il
microclima e il terroir, con una elevata
densità e riduzione della produzione, per
ottenere un prodotto eccellente in grado
di esprimere la piena ricchezza del territorio. I vini sono lavorati interamente
nella modernissima cantina.
I vini degustati
Uno scorcio
dell’agriturismo
di Livernano.
Livernano s.s.
Località Livernano, 37/A
53017 Radda in Chianti (SI)
tel. 0577 738353 - fax 0577 738259
www.livernano.it - [email protected]
Casalvento s.s.
Loc. Casalvento
53017 Radda in Chianti (SI)
tel. 0577738967- fax 0577738714
www.casalvento.net
[email protected]
69
C
Bellinzona, 6-8 novembre
hocodays - Le giornate del cioccolato
Nota in tutta la Svizzera per i suoi tre
castelli medievali, dichiarati «Patrimonio
dell’Umanità» dall’Unesco, da ormai tre
anni la città di Bellinzona si distingue nel
panorama dei migliori eventi socioculturali e gastronomici elvetici anche per
l’appuntamento «Chocodays - Le giornate
del cioccolato», che quanto a contenuti non
trova eguali a livello nazionale.
Da venerdì 6 a domenica 8 novembre,
infatti, la capitale ticinese celebrerà il rinomato «oro bruno» attraverso un ampio
ventaglio di proposte. Il mercato dimostrativo, anzitutto, ospiterà i più rinomati maîtres chocolatiers del cantone e offrirà
ghiotte degustazioni. Sotto il profilo artistico, l’ospite internazionale sarà Jorge
Sempere, mastro cioccolataio della celebre
Escola de Pastisseria di Barcellona, che
nel 2008 ha conquistato la medaglia d’argento al Concorso internazionale delle figure di cioccolato. Un prestigioso scultore
locale, per la prima volta in carriera, sostituirà inoltre i suoi tradizionali materiali
di lavoro con il cioccolato. Ma non finisce
qui. Attraverso un ciclo di conferenze si
approfondiranno argomenti quali i positivi risvolti medici del cacao e i migliori abbinamenti tra il vino e il cibo degli dei, un
team di estetiste fornirà consulenze sugli
ultimi ritrovati nel campo dei trattamenti
al cioccolato, i piccini saranno intrattenuti con proposte didattiche specifiche. Da
non perdere, infine, la rassegna gastronomica tematica a cui aderirà una decina di
ristoranti della regione, così come un laboratorio del gusto di Slow Food Ticino.
«La Svizzera è la patria del cioccolato», osservano gli event manager Marina Buttiglio-
Rivista – Ottobre 2009
La
ne e Thomas Carta, «ed è davvero piacevole
dare vita a un’iniziativa che, oltre a soddisfare
i palati, promuova il territorio e la sua cultura, non solo culinaria. Forti e orgogliosi delle
oltre ottomila presenze contabilizzate nel 2008,
abbiamo voluto soddisfare ancor più i desideri
del nostro pubblico. Di certo, l’entusiasmo della
popolazione e dei turisti è molto marcato, e non
possiamo che rallegrarcene». Pur proponendo esclusivamente cioccolato svizzero di
alta gamma, sin dagli inizi i «Chocodays»
hanno avuto un importante legame con
l’Italia. L’evento richiama effettivamente
centinaia di visitatori, ormai affezionati,
dalla Lombardia, mentre una parte degli
specialisti e degli artisti ospitati proviene
dalla Penisola. Quest’anno, per esempio,
la sezione storica proporrà la rievocazione di una cioccolateria del Seicento, con
figuranti in costumi d’epoca, a cura dei
«Mestieranti dei Buonvisi» di Lucca.
Quale appendice all’edizione 2009, poi,
giovedì 19 novembre il popolare giornalista gastronomico della Stampa di Torino
Gigi Padovani e la moglie Clara terranno
una conferenza sulla cultura del cioccolato che accomuna l’Italia e la Svizzera italiana. Agli allievi delle scuole elementari
comunali sarà invece offerta una rappresentazione teatrale: «La fantastica storia del
cioccolato», spettacolo scelto, nel 2005, dal
direttore artistico Michele Placido per la
festa di inaugurazione del nuovo Teatro
TBM di Roma. Grazie al sostegno della
Città di Bellinzona, promotrice dell’evento, l’accesso ai «Chocodays» sarà assolutamente gratuito.
Maggiori informazioni sul sito internet
www.chocodays.ch.
71
Zurigo
Brindisi
Lamezia Terme
Palermo
Palermo
Catania
Piano di volo festivo 2009 / 2010
Destinazioni
da/per Zurigo
Gennaio 2010
Dicembre 2009
18
19
20
Ve
Sa Do
21
22
23
24
25
26
27
Lu Ma Me
Gi
Ve
Sa Do
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29
30
31
1
Lu Ma Me
Gi
Ve
2
3
Sa Do
4
5
6
Lu Ma Me
7
8
Gi
Ve
10
11
Sa Do
9
Lu
Brindisi
Lamezia Terme
Catania
Palermo
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Convivio
di Domenico Cosentino
Granite, Sorbetti e “Gelu e Muluni r’acqua”
Fredde delizie siciliane
per torride estati
A Cefalù (Palerrmo) tra la fine di uno sciroccoso, caldo e torrido mese di agosto, si è tenuto un rinfrescante appuntamento: la terza
edizione di “Sherbeth & Granita festival”, festa
concorso internazionale del gelato artigianale. Un mondo di sorbetti, di granite preparate
dai migliori professionisti delle “acque gelate” già famose ai tempi di Luigi XIV. Presenti
diversi personaggi del mondo della gastronomia e della gelateria. C’era Accursio Craparo, apprezatissimo Chef de La Gazza Ladra,
ristorante –hotel di Modica (Ragusa). Sfiziosa
e rinfrescante la sua anguria con crema gelata
di riccio di mare, essenza di rosa canina e capelli d’angelo soffiati). Arturo Spidocchi è arrivato da Corvara,(Bolzano), ed ha presentato
un sorbetto di tè all’eco-chef, a dimostrazione
di quanto rispetto ha dei ghiacciai eterni delle
sue Dolomiti. E poi c’era ancora. Andrea Migliaccio, da Capri (Napoli), che ha preparato
dei sorbetti di mela annurca e creme gelate
di ricotta di bufala, mentre, Cicco Sultano di
Scicli (Ragusa), antica cittadina dominata dagli arabi, ci ha deliziati con le sue granite e
con una tartare di tonno e sorbetto di monjito.
Nella schiera di questi giovani e preparatissimi nuovi talenti della cucina italiana, erano
presenti anche Giancarlo Perbelini di Isola
Ruzza (Verona), con la sua famosa Tartina di
foie gras con sorbetto di melone e Paolo Taverini che opera ai fornelli dell’Hotel Tosco Romagnolo di Bagni di Romagna , Forlì-Cesena,
e che ha “giocato” associando alla spuma di
erba limone una granita al frutto di passione e
un frullato di fragole.
E fra le altre presenze allo Sherbeth-Festival”
di Cefalù: Cuochi, Sommellier, Barman, Pasticcieri, Gelatieri, il viaggiatore goloso ha
incontrato una sua vecchia conoscenza: Tonino Rania, per gli amici Tony, che conduce a livello familiare, ormai da anni, Il Blue
Rose, una Pasticceria-Gelateria nel cuore di
Pietragrande-Beach, dove, durante tutta l’estate – in special modo, nel periodo caldo, afoso, torrido dei mesi di luglio e agosto, Tonino,
spegne l’arsura e rinfresca il palato di tutti
quei golosi, come il sottoscritto, e dei suoi
affezionati clienti (turisti, villeggianti), con le
sue “Granite in Purezza”: limone, mandorle,
fragoline di bosco, pistacchio di Bronte, caffè
e, ultimamente, anche di more di gelso. Tony
Rania, chiama le sue granite “Pure”, per il fat-
Rivista – Ottobre 2009
La
to che non vengono contaminate con derivati
di frutta, ma fatte, tutti i giorni fresche, esclusivamente con acqua minerale e polpa di frutta:
spremute di limoni non trattati, pasta di mandorla (la prepara con mandorleti di Avola e
zucchero), fragoline dei boschi silani, pistacchi di Bronte, caffè (arabica) espresso e more
di gelso di San Floro che, una volta pronte lascia ghiacciare lentamente nel tempo, usando
sempre la sua vecchia “gattabriga” e servendo
sempre rigorosamente fresca, ghiacciata, perché –come sostiene Tony – la granita non deve
essere acquosa, liquida, ma un composto di
ghiaccio, che è la sostanza principale, regina
per la preparazione delle granite.
Tris di granite.
No Ice, No Granite!
A dimostrazione che senza ghiaccio, non esistono sorbetti, gelati e granite, alla terza edizione del Sorbeth-Festival”, durante i tre giorni
di lavoro, si è anche parlato di cambiamento
di clima, di oceani e mari mai così caldi negli
ultimi 120 anni e di ghiacciai che scricchiolano e si sciolgono. Lo ha sostenuto nella sua
relazione, dal titolo:No Ice, No Granite!, il
Prof. Andrei Weaver, dell’università di Victoria
nella British Columbia: “… Anche gli oceani
- ha iniziato il professore - oggi hanno caldo.
Se nel mese di luglio la temperatura alla superficie ha battuto il record da quando nel 1890
sono iniziate le misurazioni sistematiche,il
mese di agosto, secondo una statistica del National Climatic Data Center statunitense, si è
piazzato in testa alla classifica dei mesi con
73
Limone briche
e fragoline.
Tony Rania gelatiere.
le acque salate più calde. La media di tutti gli
oceani – ha proseguito il professore – ha fatto
toccare i 17 gradi. E sono circa 10 anni che
si viaggia costantemente al ritmo di mezzo
grado oltre il valore medio del secolo scorso
(16,4 gradi). Se non si ricorrerà ai ripari, un
caldo simile, negli oceani, non si disperderà
da un anno all’altro e, certamente influenzerà
anche la terra e in particolar modo i ghiacciai.
Quello del Polo Nord scricchiola: l’estensione – ad esempio – del pack artico dal 1979
si è ridotta del 6,1 per cento ogni decade. E
voi sapete, cari pasticcieri, cari gelatieri – così
ha concluso il professr Weaver ironicamente
–che “No Ice, No Granite!” senza ghiaccio,
niente granite”.
Sovrano insostituibile nella stagione calda
A parte il cambiamento di clima in atto, a
parte l’ironia del Prof. Weaver, non potrei immaginare un mondo senza i ghiacciai, come
una cucina senza ghiaccio. È impossibile farne a meno, fin dai tempi i cui i venditori di
ghiaccio giravano per le strade con le stecche coperte da un panno caricate su carretti,
biciclette, motocarri. Il ghiaccio è supporto
fondamentale alla corretta conservazione
dei cibi, acceleratore di processi culinari, e
fantastica, naturalissima droga termica: sotto
il solleone di agosto, nulla di più dissetante
di una fetta di anguria in ghiaccio, di un sorbetto o di una granita al limone. E ancora, il
ghiaccio è nido per molluschi crudi e caviale,
compagno obbligatorio del mio frullatore e
shaker. E non c’è Chef di cucina che risparmi
alle verdure appena bollite una poderosa immersione in acqua e ghiaccio, per immortalarne il colore verde originario, come non c’è
barman che rinunci a una vigorosa palettata
di cubetti per emulsionare i mix di ingredienti
più o meno alcolici. Il ghiaccio, come detto
74
sopra, è la sostanza regina di sorbetti e granite: è il sovrano insostituibile della stagione
torrida. È in cima – come dibattuto a Cefalù
– a tutti i cento utilizzi, sua maestà sherbeth ,
parola araba accomodata a “sorbetto-granito”
dai primi artigiani gelatieri siciliani. Fu uno di
loro, Francesco Procopio dei Coltelli, che, nel
1686, aprendo a Parigi il Café Procope per la
vendita di “acque gelate, fiori d’arancio e di
cannella”, regalò alla Francia i primi sorbetti,
le prime granite.
Ma la granita non è solo siciliana
Suelle sue origini non ci sono dubbi: la granita
è nata in Sicilia, introdotta “dai soliti invasori” che, proprio durante la loro permanenza
sull’isola, perfezionarono lo sherbeth, una
bevanda fredda a base di acqua dolcificata
e frutta. Negli anni però, vuoi per la calura,
vuoi perché la frutta è buona e saporita in tutto il Sud-Italia, vuoi per una innata attitudine
al buon vivere, sorbetti, gelati e granite, hanno assunto una dignità del tutto particolare in
tutto il Meridione, diventando così, una componente delle gastronomia di regioni come la
Campania, Calabria e Sicilia. Ma quale granita, direbbe Tony Rania!. Forse quella al gusto
originario di limone! Nella sua versione originale è diffusa in tutto il Sud, tuttavia, la diffusione maggiore e la sua migliore espressione
si hanno sulla costa Orientale della Sicilia.
Oppure le altre varianti che, col tempo si sono
affiancate al gusto originario del limone.
La granita di mandorla, probabilmente nata
nella zona di Avola, nel Siracusano (dove si
hanno le più estese coltivazioni di mandorle siciliane), è ormai il gusto più diffuso nelle
gelaterie del Sud ed in particolare nella costa
est dell’isola. E poi c’è la granita di caffè, che
sembra sia una specialità della città di Messina, solitamente servita in un bicchiere in
Rivista – Ottobre 2009
La
GELU E MULUNI R’ACQUA
(GELO D’ANGURIA)
Ingredienti: 1 Kg. di polpa d’anguria matura,
zuccherina e aromatica, 70- 90 grammi di
amido di Frumento(Frumina) per ogni litro di
succo preparato, 100 gr di zucchero(se l’anguria è zuccherina, altrimenti 150 gr.), 50 gr
di pistacchi (o zucca candita). Io preferisco i
pistacchi!, 50 gr. di gocce di cioccolato fondente.
Come preparo il gelo d’anguria:
Taglio l’anguria grossolanamente, dopo aver
scartato la parte bianca. Setaccio o Frullo per
ricavarne il succo. Filtro per separare i semi e i
residui di fibra. In una pentola metto l’amido
di frumento, aggiungo lo zucchero, mescolo
accuratamente e pongo il recipiente sul fuoco. Non appena il liquido comincia a bollire,
tolgo da fuoco, faccio raffreddare e verso in
coppette o bicchieri di vetro trasparente, che
ripongo in frigo per almeno tre ore. Prima di
servire, aggiungo la zucca tagliata a dadini o
i pistacchi, guarnisco con gocce di cioccolato
fondente che richiamano visivamente i semi
dell’anguria e servo(Solo nelle serate torride
d’estate!) quale Dessert.
Il vino: Al gelo d’anguria non abbino vini
LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA
cui la metà inferiore è costituita da granita e la
restante parte ricoperta di panna (comunemente detta Menza capanna), rigorosamente servita
gelata. Molto diffuse nel Catanese sono invece
le granite al pistacchio di Bronte, alla mandorla
(la minnulata catanese), cioè mandorlata, e agli
altri gusti di frutta: gelsi neri, fragoline di bosco,
servite in bicchieri di vetro trasparenti, accompagnate, quasi sempre, da una fresca e tipica
brioche, dalla forma a base semisferica sormontata da una pallina. Tradizione vuole però, che a
Palermo, per la festa di metà agosto (l’assunzione
di Maria Vergine ), in famiglia, al posto della granita, analoghe e originali preparazioni vengono
preparate adoperando fiori di gelsomino messi in
fusione in acqua e zucchero oppure “U gelu e
muluni r’acqua”.
Il Gelo d’anguria che, per la sua semplice preparazione, lo propongo come ricetta.
Viva Italia
Cucina tradizionale!
Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre
specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare.
Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un
servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate
secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e
con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», dalle tipiche pietanze
a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta
fresca e dai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie
del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini
selezionati da tutte le regioni italiane.
«Buon appetito!»
Il team Molino si fara piacere di accoglierla alla
sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»!
Nei 16 Ristoranti MOLINO in Svizzera,
Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti
i 365 giorni dell’anno:
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Rivista – Ottobre 2009
La
75
www.molino.ch
Motori
di Graziano Guerra
Nuova Porsche Cayenne Turbo S
Nur für Kapitäne
Ci sono momenti nella vita nei quali non si pensa ad altro
se non a quello che si sta facendo. Fuori dall’impellente,
fuori da ogni impegno. In certi momenti conta l’attimo.
“Carpe diem”, dicevano gli antichi e, chi può, “carpe
Cayenne”, diciamo noi oggi!
Gli elementi che distinguono la Porsche Cayenne Turbo
S sono l’8 cilindri biturbo da 4,8 litri e il VarioCam Plus,
ripresi dalla Cayenne Turbo. L’aumento di potenza deriva
dal nuovo impianto di aspirazione e da modifiche al sistema di gestione elettronica del motore, che riducono i
consumi del 5% rispetto al modello precedente. Tradotto
in numeri: il motore è in grado di erogare 550 CV a 6.000
giri/minuto, l’enorme coppia massima di 750 Nm è disponibile tra 2.250 e 4500 giri/minuto. La Turbo S passa
da 0 a 100 all’ora in 4,8 secondi. La velocità massima
raggiungibile, là dove consentito, è di 280 Km/h. Trazione integrale. La potenza arriva alle quattro ruote tramite
il cambio automatico Tiptronic a 6 rapporti. Le cambiate
sono immediate, quasi impercettibili. I tasti a bilancino
sul volante riservano un piacere esclusivo …
È una gran macchina, fatta per dominare determinate situazioni con naturalezza. Costa parecchio, ma è destinata a coloro che, oltre ai mezzi, hanno ben precise necessità. Con lei niente è impossibile, dal traino della cabina
con gli equini al più profondo fuoristrada, dall’autostrada
più lunga e assolata al passo di montagna innevato. Si
distingue dalle consorelle per la potenza del suo motore,
e per alcune particolarità … principesche. Le prestazioni
sono da F1, ma i consumi sono contenuti.
Il propulsore a benzina adotta di serie l’iniezione diretta
(DFI – Direct Fuel Injection): il carburante viene iniettato
a forte pressione nella camera di combustione, con controllo elettromagnetico per un dosaggio di estrema precisione. Questo compito è assegnato ad una pompa ad alta
pressione la cui apertura è adeguata in funzione di emissioni, coppia e potenza. La combustione è più efficace e
oltre a rispettare l’ambiente fa anche risparmiare.
Rivista – Ottobre 2009
La
Porsche Dynamic Chassis Control, queste parole stanno
ad indicare una dotazione da re: si tratta di un sistema
che stabilizza il rollio. A bordo si ha l’impressione di volare bassi: in curva, il sistema registra le inclinazioni e ne
riduce i movimenti ondulanti. Al posteriore e all’anteriore
operano barre stabilizzatrici, le quali garantiscono una
tenuta trasversale che cerca eguali.
Il Porsche Stability Management (PSM) è invece un sistema elettronico (disinseribile, ma rimane lo stesso sempre
in sorveglianza!) che stabilizza la macchina in situazioni
limite: vettura ed eventuale rimorchio sono mantenuti in
traiettoria, ovviamente non oltre i limiti della fisica, dove
nessuno può andare e restare indenne. Un’altra sigla?
Eccovi accontentati: PASM (sta per Porsche Active Suspension Management) e dai 210 all’ora abbassa automaticamente l’assetto vettura.
L’impianto frenante della Turbo S rappresenta il meglio di
quanto disponibile, il PCCB (Porsche Ceramic Composite
Brake) è funzionale alla maggiore potenza. I fari sono di
alta gamma, gli anteriori, di serie Bi-Xenon, hanno regolazione statica e dinamica in curva e automatica di
profondità: non ci si stanca mai, neanche per chilometri
e chilometri nel buio più pesto.
Ha tutto quello che ci si aspetta da una vettura d’alto lignaggio: interni principeschi, equipaggiamento raffinato
e completo, ma la S è bello scoprirla un po’ alla volta. Per
esempio: l’unità di comando centrale del sistema audio,
di navigazione e di comunicazione, con monitor touch
screen da 6,5 pollici, i 14 altoparlanti con centerspeaker
e amplificatore digitale a dieci canali con potenza nominale di 410 Watt, oppure il sistema che analizza costantemente tutti i rumori all’interno vettura, adeguando in
tempo reale la riproduzione musicale.
Il prezzo base della Cayenne Turbo S è di 197'500.00
CHF; della vettura in test 205'436.80 CHF.
DATI TECNICI
Motore: 8 cilindri
Cilindrata: 4.806 cc
Potenza (DIN) 404 kW (550 CV) a 6.000 giri/minuto
Coppia max 750 Nm a 2.250–4.500 giri/minuto
Trazione integrale
Cambio: 6 marce Tiptronic S
Cerchi/Pneumatici: 10Jx21 / 295/35 R 21
Consumi (l/100 Km): Ciclo urbano 22,5 / Extraurbano 10,5
Combinato 14,9
Emissioni di CO2: 358 g/km
Categoria di efficienza: G
Pesi (Kg): a vuoto 2.355 / complessivo ammesso 3.080
carico max 725
77
a cura di Graziano Guerra
Automotonews
Tecnologia MultiAir
Sviluppata e brevettata da FPT – Fiat Powertrain Technologies - MultiAir rappresenta un
importante “salto generazionale” rispetto agli
attuali motori a benzina, proprio come avvenne nel 1997 con la tecnologia Common Rail
applicata ai propulsori diesel. Infatti, il sistema
porta il motore ad accensione comandata a limiti di efficienza un tempo impensabili. Merito
del principio che è alla base di questa nuova
tecnologia: la possibilità di regolazione continua dei principali elementi che garantiscono
una combustione ottimale a qualsiasi regime e
in ogni condizione di guida. In particolare, la
possibilità di gestire l’istante più opportuno di
apertura e chiusura della valvola di aspirazione ha consentito di ottimizzare il rendimento
volumetrico del motore a tutto vantaggio della coppia massima erogata soprattutto a basso
regime: rispetto al tradizionale motore Turbobenzina da 120CV, lo stesso propulsore con
tecnologia MultiAir registra un incremento di
potenza massima (135CV) senza penalizzare
la coppia e la risposta a basso regime di rotazione (5.000 giri/minuto). Con l’introduzione
della tecnologia MultiAir l’autovettura diventa
ancora più agile e scattante, grazie agli incrementi di potenza e coppia, possibili con i nuovi
propulsori che garantiscono al contempo una
sensibile riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti, a tutto vantaggio dei costi di
gestione e del rispetto dell’ambiente. I nuovi
propulsori rappresentano un importante “punto
di rottura” rispetto all’attuale scenario dei motori a benzina, basti pensare che, rispetto ad un
tradizionale motore a benzina di pari cilindrata,
i propulsori MultiAir assicurano un incremento di potenza (fino al 10%) e coppia (fino al
15%), oltre ad una sensibile riduzione di consumi (fino al 10%) ed emissioni di CO2 (sino
al 10%), di particolato (sino al 40%) e di NOx
(sino al 60%). Cuore del MultiAir è il nuovo sistema elettro-idraulico di gestione delle valvole
che permette di ridurre i consumi (grazie ad un
controllo diretto dell’aria mediante le valvole
di aspirazione del motore, senza l’utilizzo della farfalla) e le emissioni inquinanti (merito del
controllo della combustione). Inoltre, emblema
del concetto di downsizing, il MultiAir è una
tecnologia versatile, facilmente applicabile a
tutti i motori a benzina, con un futuro potenziale sviluppo anche nei motori diesel.
Alfa Romeo MiTo MultiAir
Alfa Romeo, da sempre sinonimo di tecnologie raffinate e di motori prestazionali, porta al
debutto la rivoluzionaria tecnologia MultiAir,
sviluppata e brevettata da FPT – Fiat Powertrain Technologies. Capostipite di questa rivoluzionaria famiglia è il motore MultiAir 1.4,
recentemente presentato in anteprima mondiale sul modello Alfa Romeo MiTo e proposto
con 3 diversi livelli di potenza (105 CV, 135
CV e 170 CV), tutti già in linea con la normativa Euro5. Al lancio i primi due propulsori MultiAir su Alfa Romeo MiTo sono il 1.4 da 135
CV e il 1.4 da 105 CV (lancio commerciale in
Svizzera previsto per inizio 2010) offerti per
entrambi gli allestimenti della gamma.
Successivamente verrà commercializzato anche il 1.4 MultiAir Turbobenzina da 170 CV
che andrà a completare la gamma di motori
78
benzina di Alfa Romeo MiTo e che sarà proposto con l’inedito allestimento “Quadrifoglio
Verde”. Grazie a questa ampia offerta, MiTo
riesce a soddisfare le esigenze di un pubblico
sempre più vasto e competente che sta premiando la compatta Alfa Romeo con ottimi
risultati di vendita.
Rivista – Ottobre 2009
La
Harley-Davidson: Novità 2010
Tradizione e tecnologia
Con sei piattaforme, Harley-Davidson fonde
tradizione e tecnologia in una serie di modelli
che offre potenza, lusso, stile e valore. Queste
le novità salienti della gamma Harley-Davidson
per la nuova stagione motociclistica: Electra
Glide® Ultra Limited, Dyna® Wide Glide®, Fat
Boy, l’XR1200X™.
Al top della gamma Harley-Davidson® Touring
troviamo la Electra Glide® Ultra Limited. La
versione 2010 offre le prestazioni maggiorate
di un motore Twin Cam 103™ ed è dotata, di
serie, di alcuni elementi che normalmente sono
disponibili solo come accessori sugli altri modelli della gamma Touring Harley-Davidson. La
Dyna® Wide Glide® torna completamente rinnovata, ma con uno stile chopper “old school”:
Cerchi a raggi, colore nero, parafango posteriore corto, sissy bar nero e lo scarico 2-1-2 con
paracalore “Tommy Gun”.
Speciale la verniciatura con motivo a fiamme
(su richiesta e in produzione limitata). La Fat
Boy è stata arricchita con particolari in cromo
satinato e in black denim. Il nuovo modello
Fat Boy® Special (nella foto) è la versione più
“dark” e ribassata della moto che definisce ancora il segmento fat-custom. Per la nuova sta-
gione 2010, la XR1200 è stata completamente
rinnovata nella versione la XR1200X, perfetta
in città e a suo agio in piega. Evoluzione del
concetto XR, si arricchisce di uno stile grintoso.
L’alloggiamento del motore, la forcella a steli
rovesciati, il codino, il serbatoio e il parafango,
tutti in colore nero opaco le conferiscono un
aspetto più aggressivo.
Inoltre gli ammortizzatori Showa a taratura
sportiva con serbatoio separato offrono prestazioni superiori e un controllo più sicuro.
Il team Custom Vehicle Operations™ (CVO™)
di Harley Davidson è composto da maestri
nell’esecuzione di scintillanti cromature e di
audaci verniciature, i quali hanno approntato
quattro modelli in serie limitata per il 2010.
Due sono nuovissime, la CVO™ Softail™ Convertiblee e la CVO™ Street Glide®.
La prima motocicletta è adatta sia alla città sia ai
lunghi viaggi, la seconda è una “bagger” ad alte
prestazioni. I modelli CVO™ Ultra Classic™
Electra Glide® e CVO™ Fat Bob® sono stati
invece rinnovati grazie a nuove verniciature e
dettagli di stile. Tutti i modelli CVO montano
un bicilindrico Twin Cam 110™, la maggiore
cilindrata offerta da Harley-Davidson.
Gilera Runner 50 SP
Tutto nuovo secondo le norme Euro 3
Le linee estetiche di Gilera Runner, più che a
uno scooter fanno pensare a una moto. Di lato
dominano linee allungate con nuove sezioni e
righe bianche, rosse e nere che gli conferiscono
un’estetica raffinata ed esclusiva. Le carenature
laterali pigmentate in nero, come lo spoiler, segnalano rigidità e sono un elemento chiave del
rinnovato look.
Il nuovo cruscotto analogico/digitale comprende conta km analogico, con fondo rosso
illuminato, display LCD con tachimetro, livello benzina, temperatura, orologio e le spie per
la riserva, frecce, fari abbaglianti e livello olio.
Il telaio a doppia culla è in tubi d’acciaio ad
alta resistenza, con rinforzi in lamiera stampata
per la massima robustezza e resistenza in fase
torsionale. Grazie all’abbassamento del bari-
Rivista – Ottobre 2009
La
centro – il serbatoio è alloggiato sotto al tunnel
centrale - il pilota ha sempre il massimo controllo del veicolo. Le sospensioni: all’anteriore
opera una forcella a steli rovesciati di 30 mm
e al posteriore un ammortizzatore idraulico
da 35 mm. I nuovi cerchi a sei razze dal design sportivo sono in lega leggera, 14” rispettivamente 13” al posteriore con pneumatici da
120/70 e, addirittura 140/60 dietro. Dimensioni
che garantiscono stabilità e pieghe incredibili.
L’impianto frenante conta su due freni a disco.
Il Runner 50 SP con il suo motore HiPer2 a carburatore non ha niente da invidiare a modelli
di categoria superiore. Grazie all’impianto di
scarico con due catalizzatori di serie rispetta
ora le norme Euro 3. È disponibile nei colori:
bianco, rosso, nero.
79
Starbene
Allarme diete: se i carboidrati
sono troppo pochi aumenta
il rischio d’infarto
Un’alimentazione povera di pasta e farinacei
contribuisce a ostruire le arterie aumentando i
rischi di infarto e ictus. Una ricerca dell’università di Harvard, negli Stati Uniti, ha rivelato come
privando o quasi di carboidrati i topi-cavia questi
avessero riportato seri danni alle arterie. Un duro
colpo alla moda della dieta tutta carne, pesce e
formaggi, con il pane rigidamente razionato e la
pasta praticamente vietata, una moda in auge negli anni ‘90 e già vacillante da alcuni anni, con i
migliori dietologi ormai convinti che l’ideale sia
una dieta comunque equilibrata accanto a un regolare esercizio fisico. I ricercatori del Beth Israel
La musica cura, il rumore affanna
Musica tutti i giorni, per almeno 12 minuti. È
questa la terapia consigliata dal professor Predrag
Mitrovic dell’Università di Belgrado ai pazienti
cardiopatici. Un lungo studio, iniziato nel 1990,
ha confermato gli effetti benefici delle note sul
sistema circolatorio. I 370 cardiopatici che negli
ultimi anni hanno ascoltato almeno dodici minuti
di musica al giorno sono meno ipertesi, hanno un
minor numero di battiti cardiaci e hanno avuto
meno ricadute rispetto ai 370 che non si sono
fatti allietare dalle note. L’idea della musica come
cura è venuta a Mitrovic nel 1985 quando compì
un doloroso intervento di aspirazione del midollo osseo a una bambina che per tutta la durata
dell’intervento ascoltò il walkman e a differenza
di tutti i suoi coetanei non diede segno di dolore
se non nel momento dell’aspirazione. Da allora
Mitrovic si è dedicato a rilevare l’impatto della
musica sulla pressione sanguigna. Secondo le
Fumo: con il divieto nei luoghi
pubblici calo drastico degli infarti
Il divieto di fumo imposto da molti Paesi nei locali
e nei luoghi pubblici fa bene al cuore: già dopo
un anno dall’introduzione del divieto si registra
un calo del 17% dei casi di infarto e dopo tre anni
del 36%; un grande successo per questa misura di
prevenzione che ha ridotto non solo l’esposizione
coatta al fumo passivo cui erano obbligati i non
fumatori, ma anche in alcuni casi le abitudini di
chi invece fuma.
È quanto rivela uno studio pubblicato sulla rivista
Circulation da James Lightwood dell’Università di
San Francisco. I risultati sono il frutto di un’analisi
di 13 studi compiuti in diversi paesi dove sono
80
Institute, che fa parte della Harvard Medical School, hanno deciso di verificare l’impatto sul sistema cardiovascolare dopo aver analizzato diversi
rapporti che segnalavano aumenti consistenti di
attacchi di cuore nelle persone a dieta. Gli autori
dello studio, pubblicato sulla rivista Proceedings
of the National Academy of Sciences, hanno nutrito i topi con tre diete diverse: una standard,
una ad alto contenuto di grassi e una povera di
carboidrati, scoprendo che quest’ultima non solo
non intaccava i livelli di colesterolo, fallendo di
fatto nel suo scopo, ma aveva un notevole impatto sull’aterosclerosi (+15%), cioè l’accumulo di
grasso nelle arterie, via maestra per infarti e ictus.
Per ora, la ricerca suggerisce che, almeno negli
animali, queste diete potrebbero avere effetti avversi cardiovascolari. Si devono valutare gli effetti
nell’uomo, ma di certo ora sappiamo che in una
dieta ideale a lungo termine almeno un terzo di
ciò che mangiamo deve essere pane, riso, patate,
pasta o altri farinacei».
prescrizioni del professore la musica da ascoltare
dovrebbe essere classica, ma alcuni pazienti hanno confessato di aver trasgredito all’ordine e di
avere ascoltato musica pop. La cosa di per sé non
è indicativa, i gusti sono soggettivi e l’importante è che le note siano percepite come rilassanti.
Forse l’industrial rock non rientrerebbe nei canoni del professore serbo se è vero quello che un
altro studio redatto in questo caso dai ricercatori
dell’Università di Lund in Svezia ha dimostrato,
ovvero che l’inquinamento acustico da traffico
urbano compromette la salute delle persone.
Lo studio, pubblicato sull’Environmental Health
Journal, ha analizzato i dati clinici di oltre 24mila
individui, incrociandoli con il livello medio del
rumore del traffico nella loro zona di residenza.
Vivere intorno a strade che generano più di 60
decibel aggrava l’ipertensione in media del 25%,
e se il livello oltrepassa i 64 decibel l’aumento è
del 90%, ma in questo caso - per ammissione degli stessi ricercatori – i dati, considerato l’esiguo
numero di soggetti che la rappresentano nello
studio, non consentono di esprimere certezze.
state approvate negli ultimi anni leggi anti-fumo
con divieti nei locali e nei luoghi pubblici. In Italia il divieto di fumo nei locali pubblici e negli uffici è entrato in vigore nel gennaio 2005, e da allora alcuni studi ne hanno documentato gli effetti
benefici: per esempio uno studio dell’Università
di Torino, pubblicato sulla rivista European Heart
Journal, ha dimostrato che la legge antifumo ha
determinato solo in Piemonte un calo dell’11%
dei ricoveri per attacco cardiaco per gli individui under-60 già dopo cinque mesi dall’entrata
in vigore. Ormai numerose ricerche hanno evidenziato i rischi derivanti dal fumo passivo: i dati
più aggiornati dell’American Heart Association
nell’indagine Heart Disease and Stroke Statistics
2009 Update, evidenziano che i non-fumatori
esposti al fumo passivo a casa e a lavoro hanno
il 25-30%di rischio in più di sviluppare una malattia cardiaca.
Rivista – Ottobre 2009
La
Due nuovi test del sangue
per scoprire il cancro del colon-retto
Il cancro del colon-retto, negli Stati Uniti e in
Europa, fa registrare 560 mila nuovi casi l’anno
e 250 mila morti. Morti che potrebbero essere
ridotte se la malattia fosse diagnosticata in una
fase iniziale, quando è più curabile. Fino a oggi
però i metodi principali per la diagnosi sono stati la colonscopia e la ricerca di sangue occulto
nelle feci. Sistemi non certo graditi ai pazienti,
che spesso non aderiscono agli screening.
Il primo studio si basa sull’estrazione del Dna da
campioni di sangue - prelevato da infermieri o
medici, senza la necessità di apparecchiature o
di formazione speciali - e sulla ricerca di alcuni
specifici geni metilati, presenti solo in persone
con neoplasie all’intestino.
Il secondo lavoro, firmato dai ricercatori della
Ecrc Charitè University of Medicine e del Cen-
tro di medicina molecolare Max-Delbrueck, entrambi a Berlino, ha messo in evidenza un altro
promettente esame del sangue che potrà aiutare
a diagnosticare i tumori del colon, del retto o
gastrici.
Secondo la ricerca, il test potrà anche prevedere la probabilità di metastasi dopo la diagnosi.
Il team ha studiato nel sangue di pazienti con
tumori gastrointestinali la presenza di un particolare trascritto (la prima fase dell’espressione di
una proteina), chiamato S100A4, scoprendo che
era presente a livelli significativamente elevati
nei pazienti affetti sia da cancro colorettale che
gastrico, ma non nei gruppi di controllo, e che i
livelli erano ancora più alti nei malati con metastasi rispetto a quelli con un tumore localizzato.
Per entrambi i test ci sarà bisogno di studi prospettici più ampi, prima di arrivare all’impiego
vero e proprio nella pratica clinica.
Ma i risultati già ottenuti promettono di offrire
presto nuove modalità per lo screening, favorendo la partecipazione di chi è restio a sottoporsi
agli esami.
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Rivista – Ottobre 2009
La
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AgipPLUS
Il
Mondo in Fiera
Affari, novità
e compratori:
è il Macef della ripresa
Bus&Bus Mobility
Business: Verona
18 - 21 novembre
EICMA 2009:
Milano
10 - 15 novembre
SpiriTs&Co:
Trieste
12 - 14 novembre
Fiere
Affari, novità e compratori:
è il Macef della ripresa
Il “Macef come non l‘avete mai visto”, per parafrasare il fortunato claim pubblicitario che
ha accompagnato l’edizione del 45° anniversario, ha chiuso i battenti di un’edizione per
molti versi “storica”. Non tanto per i numeri,
che pure sono buoni (circa 72mila visitatori,
con una modesta flessione del 3,5%), quanto per il clima degli affari che – per la prima
volta dopo una lunga congiuntura negativa
– ha riportato in fiera commercianti disposti a scommettere sulla ripresa economica e
dunque propensi a fare acquisti. “Mia figlia a
Beirut sta aprendo un negozio – dice Claude
Mazloum, giornalista libanese – e per questo
mi ha incaricato di procurarle prodotti di bigiotteria e di design di fascia alta.
Ma in molti stand ho dovuto pazientemente aspettare il mio turno perché prima di me
c’era una lunga coda di clienti in attesa”. “Piacevole sorpresa” esprime anche Yoichi Kitazawa, un buyer di Kita Ceramics & Glassware
di San Diego (Usa). “Ciò che ci ha piacevolmente sorpreso – dice - è stato il gran numero
di aziende nuove, che partecipavano a Macef per la prima volta e che hanno portato nel
Salone della Casa una significativa ventata di
prodotti davvero belli e davvero nuovi, che
certamente aiuteranno l’industria e il mondo
della distribuzione nel loro sforzo per la ripresa dei consumi”.
Per questo Macef, d’altro canto, e proprio per
poter cogliere al meglio i segnali di ripresa
che si avvertivano, era stata messa in campo
una specifica azione di marketing territoriale:
voli e camere di albergo a tariffe agevolate;
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il metrò a prezzi ridotti, sconti nei ristoranti;
sono state avviate iniziative come il Temporary Shop o il Design Camp, dedicato ai giovani
creativi. E al tempo stesso è stato sviluppato
un importante lavoro sui buyer da portare in
fiera. “Questo lavoro è stato premiato – dice
Nello Martini, direttore della mostra - perché il Macef, in questi giorni, sembra tornato
quello di un tempo: eccitante e propositivo,
crocevia degli affari per un settore – quello
della casa – che da sempre produce bene e
innova e che meritava, con il ritorno della fiducia, una “ripartenza” anche in termini economici. Effettivamente – prosegue Martini - da
qualche anno il ruolo della Fiera è cambiato, rimane sempre il luogo dove la domanda
incontra l'offerta. Ma il momento espositivo,
oltre a favorire il business, è sempre più anche
momento di confronto fra le differenti esperienze e di crescita professionale ed è questo
il vero valore aggiunto delle fiere rispetto agli
altri strumenti del marketing mix”.
I frutti dell’intenso lavoro di questi giorni si
vedranno soprattutto nel periodo del Natale,
quando la gran parte delle novità acquistate
in fiera dai commercianti passerà dagli scaffali
dei negozi alle nostre case, magari attraverso
un augurale scambio di doni.
Per la cronaca, quella che si è chiusa era l’edizione n. 87. Vi hanno preso parte 1.600 aziende (il 26% delle quali estere) su quasi 80 mila
metri quadrati. Quattrocento gli espositori che
partecipavano per la prima volta. Dei circa 72
mila visitatori il 15% (quasi 10mila operatori
commerciali) sono venuti dall’estero.
Rivista – Ottobre 2009
La
EICMA 2009: Milano, 10 - 15 novembre
L’unica Esposizione Internazionale
dell’anno dedicata alla moto
Occuperà una superficie espositiva netta di oltre 50.000
mq, e sarà ampiamente rappresentativa di tutta la produzione mondiale. Per averne conferma, basta scorrere
l’elenco dei 20 Espositori che saranno presenti con gli
stand di maggiori dimensioni, e che citiamo in ordine
alfabetico: Aprilia- Betamotor- BMW- CF Moto Europe
– Ducati – Garelli - Harley Davidson – Husqvarna- Ixs
Italia – Kawasaki – KTM - Kymco – Locatelli – Malaguti
- Moto Guzzi – MV Agusta – Peugeot – Piaggio – Polaris
– Polini - Sanyang - Sito – Suzuki- Triumph.
Mancano al momento 2 Espositori importantissimi: Honda e Yamaha. Ma tutti gli altri player del mercato mondiale – costruttori di moto, scooter, componenti, accessori - hanno confermato la loro presenza. Fiera Milano
ospiterà 420 Espositori diretti e 500 marchi rappresentati.
Percentualmente più forte che in passato la partecipazione straniera: la Cina è presente con 3 collettive e altre
14 Aziende, Taiwan con 3 collettive più 26 Aziende, il
Pakistan con una collettiva e 22 Aziende, la Spagna con
una collettiva e altre 10 Aziende, gli Stati Uniti con una
collettiva e altre 10 Aziende.
Rivista – Ottobre 2009
La
Da tutto il mondo arrivano richieste di accredito
da parte di operatori
che non vogliono perdere l’unica possibilità
di partecipare ad una
grande rassegna dell’industria
motociclistica
internazionale nel corso
del 2009. EICMA e Fiera Milano confermano
quindi anche in un anno
difficile come questo la
loro leadership mondiale, ulteriormente confermata dall’interesse delle autorità
della Cina – il primo Paese produttore e il primo Paese
consumatore al mondo di veicoli a 2 ruote – che ha scelto EICMA come partner per il lancio di quella che mira a
diventare la più grande manifestazione fieristica dell’Asia
nel settore delle P2W.
Anche quest’anno EICMA sarà arricchita da “Motolive“:
80.000 mq outdoor dedicati alle prove, alle gare, alla
scuola guida, alle esibizioni, alla musica, allo spettacolo,
alla grande festa delle 2 ruote.
All’interno dell’Esposizione, la grande novità è “The Green Planet”, un Salone nel Salone dedicato all’ibrido e
all’elettrico.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Luigi Palma, Simona Ninni
Seestrasse 123, 8002 Zurigo
Tel. 044 289 23 23 Fax 044 201 53 57
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SpiriTs&Co: Trieste, 12 - 14 novembre
Il Salotto della Grappa e Distillati
nazionali ed esteri
In questa direzione sono stati organizzati seminari tecnici, corsi di apprendimento all’assaggio, un apposito
SpiriTS Bar dove poter provare tutti i distillati presenti
all’evento, cene degustazione con chef stellati Michelin.
Il nuovo gioiello di Fiera Trieste Spa vuole essere un vero
e proprio Salotto delle migliori Grappe e distillati.
Il pubblico, infatti, potrà partecipare a serate a tema dove
verranno proposti abbinamenti classici e innovativi con
cioccolato e sigari.
Le aziende e gli operatori, grazie a SpiriTS & Co, avranno anche la possibilità di internazionalizzare la propria
attività con il servizio, garantito da Fiera Trieste, di match
making con incontri mirati e programmati con buyers italiani ed esteri.
La posizione geografica di Trieste, crocevia di domanda e
offerta del mercato della nuova Europa sempre più aperta
ad Est, favorirà questo obiettivo.
Lo SpiriTs Shop sarà il punto di riferimento per i consumatori e visitatori che vorranno acquistare direttamente
in fiera in prodotti in esposizione.
“SpiriTs&Co. – Il Salotto della Grappa e Distillati nazionali ed esteri” è il nuovo appuntamento organizzato da
Fiera Trieste Spa.
Dopo le accreditate ed internazionali fiere specializzate
del Trieste Espresso Expo ed Olio Capitale, il pacchetto
eventi di Fiera Trieste si arricchisce quest’anno con la fiera specializzata SpiriTS & Co. interamente dedicata alla
Grappa ed ai Distillati italiani e stranieri che si svolgerà
a Trieste dal 12 al 14 novembre 2009. L’evento fieristico,
organizzato con il patrocinio dell’ ING (Istituto Nazionale Grappa), è il primo in Italia interamente dedicato a
questo settore ed oltre a coinvolgere il pubblico, ha l’ambizione di diventare punto di riferimento per distributori,
importatori, professioni del comparto che grazie a questo
appuntamento specializzato avranno la possibilità aprirsi
a nuovi mercati e conoscere e testare direttamente alcune delle migliori etichette delle aziende che saranno
presenti a SpiriTs & Co.
SpiriTs & Co. sarà caratterizzata da un ricco programma
di eventi collaterali che vogliono accrescere la cultura
del distillato e del bere consapevole favorendo la conoscenza della grappa italiana.
È IL MARCHIO CHE DISTINGUE
LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA.
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Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping
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rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia.
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Rivista – Ottobre 2009
La
Bus&Bus Mobility Business: Verona, 18 - 21 novembre
Trasporto di persone su gomma
Un’importante area espositiva, workshop e convegni sul tema, ed un forum internazionale sulla mobilità nei piccoli e medi centri urbani
“Bus&Bus Mobility Business” si colloca tra gli eventi più
importanti in Europa dedicati al mondo del trasporto di
persone su gomma quale manifestazione di riferimento
per l’intero settore, punto d’incontro qualificato tra le
principali aziende produttrici del comparto e i propri
utenti. Un appuntamento che guarda al mondo dell’autobus a 360°: dal trasporto su gomma per turismo, da cui
nacque il salone, al trasporto urbano, interurbano ed extraurbano, dagli scuolabus ai veicoli speciali e minibus.
Una preziosa vetrina per conoscere le molteplici offerte di accessori, attrezzature, servizi e sistemi di comunicazione e di lavaggio, e poter guardare, da un punto
di osservazione privilegiato, l’evoluzione del mercato,
capirne o anticiparne le tendenze, creare opportunità di
business consolidando o instaurando nuove partnership
o alleanze, oltre a supportare efficacemente lo sviluppo e
la promozione dell’intera filiera, favorire incontri e scambi tra produttori ed utilizzatori offrendo un palcoscenico
internazionale e qualificato.
Motivo per cui Veronafiere ha fermamente voluto, all’interno dell’appuntamento di novembre, l’organizzazione
dei «Regional Transport Days», il forum permanente ideato in partnership con UITP e ASSTRA che coinvolgerà
oltre 400 delegati da tutto il mondo, per studiare le specifiche esigenze del trasporto pubblico nelle città mediopiccole, a conferma della necessità di una mobilità funzionale e moderna, problema non più limitato alle sole
grandi aree metropolitane.
Moltissime amministrazioni pubbliche in tutta Europa
scelgono autobus sempre più ecologici e adottano sistemi di trasporto collettivo a trazione elettrica, filobus ma
anche tram di nuova generazione e metropolitane leggere o su gomma.
Secondo le rilevazioni di Asstra, sono oltre un miliardo
i passeggeri che ogni anno utilizzano i mezzi pubblici
nelle città con meno di 300mila abitanti in Italia e le
aziende di trasporto percorrono con i loro mezzi - oltre
17mila - ben 639 milioni di km l’anno. Gli addetti del
settore, sempre relativi ai centri urbani medio piccoli,
sono quasi 30 mila e il valore totale della produzione
supera i 2,5 miliardi di euro l’anno.
Bus & Bus si ripresenterà, forte dei numeri della precedente edizione 2007 che ha ottenuto risultati di assoluto prestigio, sia nella quantità che nella qualità degli
espositori, visitatori e ospiti. 15.569 soni stati i visitatori
qualificati (tutti “addetti ai lavori”) che hanno frequentato
il salone disposto in 4 padiglioni del quartiere fieristico
veronese per una superficie coperta di 39.636 mq. netti,
con 264 espositori (dati certificati da FKM, organismo tedesco per il controllo volontario delle statistiche relative
a fiere ed esposizioni).
Rivista – Ottobre 2009
La
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Luigi Palma, Simona Ninni
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Il
Mondo in Camera
Il tema di Lara
Concerto di beneficienza
Incontro con
per l’Abruzzo
Lara Francesca Cucinotta
Il 13 ottobre alla Tonhalle di Zurigo
La
– Ottobre 2009
Rivista
L’eccellenza dell’arredamento
artigiano della Brianza:
culla del design italiano
Italienisch? Sì
Corsi di lingua
e cultura italiana a89
Zurigo
Il mondo in Camera
Il tema di Lara
Il nostro breve viaggio – siamo quasi alla conclusione – dietro le quinte camerali, ci porta oggi ad incontrare Lara Francesca Cucinotta attiva nel Reparto Marketing e Progetti
la del design italiano”. Veniteci a trovare!
Altre attività sono la gestione della pubblicità
di questa rivista, il sostengo e la promozione
del PLIDA Commerciale (certificato di italiano
economico-commerciale – i nuovi corsi iniziano a ottobre), sono la Responsabile Qualità
della CCIS (ISO 9001) e mi occupo anche di
varie attività di human resources.
Un’attività che mi sta molto a cuore è quella
di tutor aziendale. La nostra CCIS ospita giovani studenti o neolaureati che spesso per la
prima volta entrano in contatto del mondo del
lavoro.
Hai parlato di un campo d’azione stimolante
Sì molto. Come figlia di emigrati - mio papà
è di Giardini Naxos, provincia di Messina (e
qui tanti penseranno: “come LA Cucinotta” –
ma non mi risulta di essere sua parente) e mia
mamma è bellunese - sono cresciuta in due
realtà con due mentalità diverse, quella italiana e quella svizzera, dunque la CCIS mi da
la possibilità di unire e vivere i rapporti con i
due Paesi che in fin dei conti sono entrambe
la mia patria. Grazie ai vari compiti posso perfettamente trarre profitto dalle varie formazioni delle quali ho goduto.
Da quanti anni lavori per la Camera?
Ormai sono in CCIS da più di un anno e mezzo.
Lungo quale strada ci sei arrivata?
Dopo una formazione commerciale, poi una
come traduttrice SUP e di seguito come educatrice per adulti, Sveb I/II, ora, viste le attività
che svolgo in CCIS, mi applico per approfondire le mie conoscenze di marketing.
Di cosa ti occupi?
Il mio campo d’azione è molto vasto e stimolante: mi occupo di eventi realizzati in
Svizzera, come i Déjeuner Italo-Suisse - p.es.
quello del 22 ottobre con il Dott. Alessandro
Profumo, CEO dell’UniCredit Group - oppure
seminari come quello del 13 ottobre sulle relazioni fiscali tra l’Italia e la Svizzera, ma anche di workshop, come la presentazione della
Provincia di Vercelli “Out of the box” del 7
ottobre.
Oltre a ciò organizzo incontri B2B, p.es. quello organizzato il 28 ottobre presso la fiera
neue räume di Oerlikon, dove degli artigiani
della Brianza si presentano durante tutta la fiera con un’esposizione (Sonderschau) dal titolo
“L’eccellenza dell’arredamento artigiano della
Brianza”. In tale occasione, il 28 sera, anche
in ambito di “Zurigo in Italiano” ci sarà un seminario sul distretto industriale: “Brianza: cul-
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Pensi che la Camera giochi un ruolo importante di promozione dell'economia italiana
in Svizzera?
Non c’è dubbio: la CCIS è un punto di riferimento centenario. Può contare su collaboratori e stagisti motivati che si impegnano
ad aiutare la (le) propria patria(e) con il filo
conduttore di promuovere il Made in Italy in
Svizzera.
La CCIS dispone di un ottimo network sia in
Svizzera che in Italia e possiede cognizioni
molto elevate di questi mercati. Dispone, per
di più, di eccellenti mezzi di comunicazione come questa rivista, il sito www.ccis.ch,
newsletter mensili e il giornale on-line www.
ilgiornale.ch per raggiungere sempre il target
desiderato.
Se dovessi dare un consiglio ad un’azienda
italiana che per la prima volta affronta il mercato svizzero come le diresti di comportarsi?
Direi all’azienda italiana di mandare una mail
alla CCIS descrivendo in modo più dettagliato
possibile la sua richiesta.
I miei colleghi dell’Ufficio Commerciale si occuperanno poi in prima istanza della richiesta
per definire eventualmente direttamente con
l’azienda come procedere per trovare la giusta forma per soddisfare le loro esigenze.
Rivista – Ottobre 2009
La
Incontro con la provincia di Vercelli
OUT OF THE BOX
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La Provincia di Vercelli conta poco meno di 180 mila abitanti
distribuiti in 86 comuni: un piccolo universo che ruota attorno a
due anime distinte paesaggisticamente, ma che ben si coniugano
grazie all’abbraccio del fiume Sesia.
A nord, la Valsesia: terra di montagna, di attività turistiche, con
le suggestioni del Monte Rosa, le piste da sci di Mera e Alagna e
la monumentale "Gerusalemme in miniatura", rappresentata dal
Sacro Monte di Varallo.
A sud, una generosa porzione di pianura Padana, Terra d'Acqua e
di Riso, con tutte le attività legate al turismo d’arte, all’enogastronomia e al benessere.
La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera con la Provincia di Vercelli e con l’ENIT di Zurigo
sono lieti di invitarVi all’evento
Out of the box: Presentazione della Provincia di Vercelli
il 7 ottobre 2009, ore 18:00
presso la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Zurigo.
Programma
18.00 – 19.00
presentazione Out of the box: Provincia di Vercelli
Saluti
- Dr. Renzo Masoero, Presidente Provincia di Vercelli
- Dr. Andrea G. Lotti, Segretario Generale CCIS
Relatori - Dr. Marco Pasteris, Assessore al Turismo Provincia
di Vercelli
- Dr. Felix Lombardi, ATL Vercelli
Informazioni ed iscrizioni (obbligatoria)
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, CCIS,
Lara Francesca Cucinotta
Tel. 044 289 23 23 – Fax 044 201 53 57
Mail [email protected]
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Rivista – Ottobre 2009
La
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Il mondo in Camera
Il 13 ottobre alla Tonhalle di Zurigo
Concerto di beneficienza per l’Abruzzo
La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), il Consolato Generale di Zurigo,
il Comites di Zurigo, la Federazione delle
Colonie Libere Italiane in Svizzera, con l’alto patronato della Città di Zurigo, invitano al
Concerto di beneficienza per l’Abruzzo del
Pianista Michele Gioiosa che si terrà martedì,
13 ottobre 2009, alle ore 19.30 presso la Tonhalle (sala piccola) di Zurigo.
L’evento musicale si colloca nell’ambito di
iniziative solidali promosse dalla comunità
italiana in Svizzera a sostegno di interventi
di ristrutturazione e ricostruzione nella regione Abruzzo devastata dal terremoto del 6
aprile scorso. I proventi del concerto confluiranno nel fondo devoluto all’Associazione
“Terremoto Abruzzo” del Coordinamento dei
Comites in Svizzera, sostenuto anche dalla
CCIS. Le risorse raccolte dall’Associazione
“Terremoto Abruzzo“ saranno utilizzate per la
realizzazione di un opera sociale che resterà a testimonianza della solidarietà espressa
dai sostenitori. L’associazione renderà conto
dell’utilizzo del fondo, informando la pubblica opinione sull’opera realizzata.
Michele Gioiosa (1962) si è diplomato nel
1982 con il massimo dei voti con Michele
Marvulli presso il Conservatorio di Musica "U.
Giordano" di Foggia. Ha conseguito il Compimento Inferiore di Organo e Composizione
Organistica ed è laureato in Filosofia presso la
L’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza:
culla del design italiano
neue räume 09: dal 24 ottobre al 1 novembre 2009
presso le ABB Hallen di Oerlikon/Zurigo
www.neueraeume.ch
5° edizione della fiera: neue räume 09, la più grande
piattaforma per il design del mobile e dell’arredamento
d’interni svizzero. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA) di Como con il contributo della Camera
di Commercio di Como, in collaborazione con il CLAC e
la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS)
presentano in occasione un’esposizione speciale con
il titolo: L’eccellenza dell’arredamento artigiano della
Brianza”: una presentazione dei prodotti, della storia
e dell’artigianato del design della Brianza – roccaforte
dell’industria del mobile italiano.
Il 28 ottobre 2009 sono previste ulteriori attività dedicate
all’eccellenza dell’arredamento artigiano della Brianza:
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Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di
Urbino. È titolare della cattedra di Pianoforte
Principale presso il Conservatorio "U. Giordano" di Foggia. Alla sua attività concertistica
affianca anche quella di musicologo e critico
musicale ed è Direttore Responsabile della rivista Musica e Scuola. Ha studiato Direzione
d’Orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese con Gilberto Serembe e a Mosca con
Pavel Lando e numerose sono le Masterclasses
tenute in Italia, in Russia ed in Germania.
Prevendita dei biglietti
(da 50.- 75.- e 100.- franchi)
cassa della Tonhalle
Claridenstrasse 7, 8002 Zürich
Lun. – Ven. ore 10.00 alle 18.00
Per telefono: Tel. 044 206 34 34
Lun. – Ven. ore 10.00 alle 18.00
per internet : www. billettkasse.ch
Uleriori prevendite
BIZZ, Musik Hug, Jecklin, Jelmoli City,
Migros City
dalle 14:00 alle 19:00
incontri B2B tra artigiani della Brianza e tra architetti, designer d’interni, appaltatori, importatori, giornalisti, pubblico interessato e addetti ai lavori
inizio 19:00 – 21:00
seminario sul distretto industriale della Brianza con il titolo: “Brianza: culla del design italiano” per il pubblico
d’intenditori e per gli amanti del design italiano (in lingua
italiana e tedesca)
segue rinfresco e possibilità d’incontro con gli artigiani
della Brianza.
L’iscrizione a tali eventi gratuiti è obbligatoria.
Iscrizioni e informazioni
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123 - 8027 Zürich
Tel. 044 289 23 23 [email protected] www.ccis.ch
Rivista – Ottobre 2009
La
ITALIENISCH? SÌ
CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA A ZURIGO
Volete migliorare le vostre conoscenze della lingua italiana o immergervi nel mondo della cultura italiana?
Allora contattate la Scuola Dante Alighieri di Zurigo che con i suoi numerosi corsi soddisfa tutte le esigenze.
La Società e Scuola Dante Alighieri è sorta in Italia nel 1889 con il compito di tutelare e di diffondere la lingua
e la cultura italiana nel mondo. Oggi dispone di 3300 scuole e 500 comitati in tutto il mondo. La Scuola Dante
Alighieri di Zurigo, www.dantealighieri.ch, offre anche quest'anno corsi per l'apprendimento della lingua e
della cultura italiana. Seguendo le indicazioni del Portfolio Europeo per le lingue, la scuola offre classi per i
livelli A1 e A2 (italiano iniziale); B1 e B2 (italiano fondamentale); C1 e C2 (italiano professionale). Sono anche
in programma corsi di conversazione, corsi per i bambini (età ideale 8-12 anni), corsi di cultura e lezioni
private. Inoltre, in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), la Scuola
Dante Alighieri offre corsi d’italiano commerciale, rivolti in particolare a coloro che studiano l’italiano
come lingua straniera per motivi di lavoro, e che intendono servirsene nel campo della finanza, del
commercio, dell’industria e in generale degli affari. Sono previsti ogni semestre corsi per la preparazione
del certificato PLIDA e PLIDA Commerciale. Quest'anno per far conoscere e apprezzare la lingua italiana,
la Scuola Dante Alighieri offrirà dei corsi gratuiti di primo livello (A1), previa l'iscrizione alla Società
Dante Alighieri (CHF 65.-).
Dove: i corsi si tengono nella scuola cantonale Hottingen di Zurigo, a pochi passi dal Kunsthaus.
Saremo lieti di darvi il benvenuto presso la nostra scuola.
Per iscrizioni e maggiori informazioni
Società e Scuola Dante Alighier
Casella Postale 357
8044 Zurigo
Tel. 044 586 54 42 (lun. 9-13)
[email protected]
www.dantealighieri.ch
Rivista – Ottobre 2009
La
PLIDA Commerciale
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Lara Francesca Cucinotta
Seestrasse 123
8027 Zurigo
Tel. 044 289 23 23
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Contatti Commerciali
DAL MERCATO ITALIANO
Offerte di merci e servizi
Portoni industriali
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via Torre Angiolini 47/A
I - 26038 Torre de' Picenardi (CR)
Tel: +39 0375-94215
Fax: +39 0375-395226
E-mail: [email protected]
www.falegnameriadilda.com
Vino
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I - 53013 Gaiole in Chianti (SI)
Tel: +39/0577 74481
Fax: +39/0577 744839
[email protected]
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Via E. Fermi 14
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Tel: 0039/0421 65426/658614
Fax: 0039/0421 658910
E-mail: [email protected]
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Packaging per industria alimentare
e cosmetica
Ideal Plast di Ivano Sironi
via Vignazzola 117
I - 20036 Meda (MI)
Tel.: +39 0362-343731
Fax: +39 0362-343733
E-mail: [email protected]
www.idealplastpackaging.it
Costruzione e montaggio
di impianti industriali
Tecnim srl
Viale Aldo Moro, 10
I - 26845 Codogno (Lo)
Tel. +39 0377 437043
Fax +39 0377 437020
E-mail [email protected]
www.tecnim.com
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di precisione
Gamba srl
Via Dezza 47
I - 20144 Milano
Tel. +39 024980441
Fax: +39 0248008021
E-mail: [email protected]
www.gambasrl.it
Impianti e macchinari
per l’industria cosmetica
Ve.tra.co Group srl
Via E. Mattei, 25
I - 26020 Madignano (Cr)
Tel.: +39 0373 65185
Fax: +39 0373 65713
E-mail: [email protected]
www.vetraco.com
Abbigliamento
SEIDIMILANO srl
Corso Concordia 5
I - 20129 Milano
Tel: 0039 3925737601
E-mail: [email protected]
www.nuvoline.it
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Torrefazione Portioli Spa
Via Cerca 24
I - 20090 Caleppio di Settala (MI) Italia
Tel. +39 02 95 89 751
Fax +39 02 95 89 755
Email [email protected]
www.portioli.it
Uniformi e abiti professionali
Tecno Safety Couture Srl
Via Eugubina, 30
I - 06122 Perugia
Tel. +39 075 59 14 441
Fax. +39 075 59 13 484
[email protected]
www.tecnosafetycouture.com
Lavorazioni meccaniche
di precisione
BCM sas
Via Roma 107
I - 31040 Chiarano TV
Tel. 0039/0422746969
Fax 0039/0422746969
E-Mail: [email protected]
www.italoferretti.it
Tubi saldati
Eusider SpA
Via B. Melzi 203
I - 20025 Legnano
Tel: 0039/033188411
Fax: 0039/0331592953
[email protected]
www.eusider.com
Sviluppo
di nuovi prodotti industriali
Pfactor srl
Via Lombardia 1/B
I - 31050 Monastier di Treviso (TV)
Tel. +39 0422.798761
Fax. +39 0422.798094
E-Mail: [email protected]
www.pfactor.it
Progettazione e produzione
di strumenti ottici su misura
Beta Nit srl
Applied Optics
via Roma 57
I - 26865 San Rocco al Porto (Lodi)
Tel: +39-0377-569530
Fax: +39-0377-568083
E-mail: [email protected]
www.betanit.com
Prodotti alimentari
tipici romagnoli
La Romagnola
Via Martiri Ponte Bastia 11
I - 44016 San Biagio Argenta (FE)
Tel. +39 0532809666
Fax.+39 0532809477
E-Mail: [email protected]
www.la-romagnola.it
Prodotti per la cosmesi
e il benessere
Re-Age Italia
Via Bottego 239
I - 41010 Modena - Italy
Tel: +39 059 2929250
Fax: +39 059 2927345
[email protected]
www.re-age.com
Richieste di ricerca
agenti-rappresentanti
• L’azienda SAIGI è specializzata
nella macellazione e vendita di
carni avicole fresche e surgelate
ed ha i suoi uffici e la struttura di
macellazione a Santarcangelo di
Romagna, da qui gestisce tutta la
Rivista – Ottobre 2009
La
filiera che si compone di diversi
allevamenti di quaglie e galletti dislocati nel Nord Italia. Nel
2007 Saigi ha immesso sul mercato nazionale una media settimanale di circa 150.000 quaglie
a proprio marchio o a marchio
delle primarie aziende avicole
nazionali, circa 30.000 galletti
e 3.500 piccioni a settimana; è
inoltre una delle poche aziende
italiane a macellare e vendere
fagiani e pernici freschi ed è in
grado di fare consegne dirette
a punto vendita nell’arco delle
24/48 ore successive all’ordine.
Per le richieste di cui sopra rivolgersi a:
Camera di Commercio Italiana per
la Svizzera, Seestr. 123
casella postale, 8027 Zurigo
Tel. 044/289 23 23
Fax 044/201 53 57
e-mail: [email protected], www.ccis.ch
• L’azienda GIAS SpA è specializzata nella produzione di verdure
grigliate e di piatti pronti italiani
surgelati di diverse qualità, sia
con la pasta sia col riso, sia con
la carne che con i frutti di mare.
GIAS vorrebbe ampliare il proprio mercato e intraprenderebbe
volentieri nuove relazioni commerciali con grossisti di prodotti
alimentari che danno valore alla
qualità dei prodotti e sono interessati a inserire sul mercato svizzero i prodotti citati.
• La società Nastro & Nastro Srl,
operante a Luino (Va) nel settore delle arti grafiche dal 1885, ha
recentemente ampliato la propria
gamma di prodotti con l’introduzione di una nuova linea di carta
regalo, carta personalizzata e carta
da imballo. Questi prodotti possono essere forniti sia in fogli (stesi
o piegati) sia in rotolo. Cerchiamo
per il mercato Svizzero importatori
/ distributori / grossisti e rappresentanti introdotti nei settori cartolerie,
librerie e imballaggi.
• La società DGV srl di Milano attiva nel settore delle lavorazioni
di subfornitura meccanica per
produttori di macchine e articoli industriali. La società DGV srl
opera nel settore delle lavorazioni meccaniche per conto terzi e
con l’ausilio di stazioni CAD progetta e realizza articoli e lavorazioni in metallo di sicura qualità
ed affidabilità per qualsiasi tipo
di applicazione industriale.
Per informazioni contattare:
Nastro & Nastro S.r.l.
Via Stehli, 15
21010 Germignaga (VA)
Tel. + 39 0332 531463
Fax + 39 0332 510715
E-mail: [email protected]
• La ditta Pasquinoni snc di Rimini attiva nella produzione di olio
extravergine di oliva di assoluta
e primissima qualità, collaborerebbe volentieri con importatori
Macchine industriali
per la bigiotteria
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rte d'Allaman 36 Pf 99
1163 Etoy
e distributori di prodotti alimentari e specialità italiane. Tutti i
prodotti sono certificati e il prodotto di punta è l’olio extravergine MOSTO vincitore del premio
ORO GIALLO 2009, massima
rassegna italiana per ciò che riguarda l’olio d’oliva.
DAL MERCATO SVIZZERO
Ricerca di merci e servizi
Opportunità di lavoro
Dirigente di una giovane Tour Operator cerca, per un periodo temporaneo,
attività di ufficio da eseguire a domicilio e in modo freelance. Compiti
amministrativi, corrispondenza, correzioni, traduzioni francese-italiano e
italiano-francese (perfettamente bilingue), come pure altri incarichi d’ufficio in funzione delle necessità requisite dalle persone interessate.
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Rivista – Ottobre 2009
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CH - 3960 Sierre
Tel: +41 274518080
Fax +41 274518089
E-mail: [email protected]
www.martin-transports.ch
Per le richieste di cui sopra rivolgersi a:
Camera di Commercio Italiana per
la Svizzera, Seestr. 123
casella postale, 8027 Zurigo
Tel. 044/289 23 23
Fax 044/201 53 57
e-mail: [email protected], www.ccis.ch
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Attività e Servizi
Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del
Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO
9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro:
• Ricerche su banche dati di produttori e/o importatori dAuoi seguenti Paesi: Italia e Svizzera
• Collegamenti online per visure, protesti, bilanci, statistiche ecc.
• Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti
• Ricerca e mediazione di rappresentanti, agenti e distributori
• Organizzazione di incontri tra operatori, con l‘ausilio di
servizi di interpretariato e segretariato
• Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo
alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali
Pubblicazioni
• Recupero crediti in Svizzera
• Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione
della Camera Arbitrale della CCIS
• Compra-vendita di beni immobili in Italia
• Costituzione di società affiliate
di imprese estere in Italia
• Servizi camerali
• Das neue italienische Gesellschaftsrecht
• ”La Rivista“ periodico ufficiale mensile
(11 edizioni all‘anno)
• Calendario delle Fiere italiane
• Annuario Soci
• Indicatori utili Italia-Svizzera
• Facilitazioni per i Soci
Seestrasse 123,
Casella postale,
8027 Zurigo
Tel. ++41(0)44 289 23 23,
• Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani,
nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche
• Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto
commerciale, societario e fiscale
• Assistenza e consulenza in materia doganale
• Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere
• Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento
di brevetti
• Azioni promozionali e di direct marketing
• Arbitrato internazionale
• Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insiediamenti in Svizzera ed in Italia
• Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità
• Traduzioni
• Viaggi di Studio
• Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma
• Swiss Desk Porti italiani
• La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane.
Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere
Fax ++41(0)44 201 53 57
http://www.ccis.ch,
e-mail: [email protected]
IVA-Nr. 326 773
Rue du Cendrier 12-14,
Casella postale,
1211 Ginevra 1
Tel. ++41(0)22 906 85 95,
Fax ++41(0)22 906 85 99
e-mail: [email protected]
IVA-Nr. 326 773
Tagliando d’abbonamento
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Indirizzo ..................................................................................................
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Ritagliare ed inviare a:
La Rivista, Seestrasse 123, Postfach, 8027 Zurigo
Oppure inviare un eA-mail a: [email protected]