baggio - Milano storia e quartieri

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baggio - Milano storia e quartieri
BAGGIO
Baggio (in dialetto locale: Bagg), attualmente quartiere della periferia occidentale
milanese, facente parte della zona 7, è un quartiere di Milano.
Il quartiere è un ex comune autonomo che venne annesso a Milano nel 1923, per
volontà del regime fascista.
Le prime testimonianze storiche di Baggio risalgono a insediamenti molto antichi,
con molta probabilità di popolazioni celtiche.
L'origine del nome Baggio ha diviso gli studiosi: qualcuno ipotizza derivi da una torre
militare romana denominata Badalocum ("bada al luogo") che doveva dominare le
campagne e la strada per Novara; altri invece lo fanno derivare da una abbazia o
torre del terrapieno denominata badia aggeris, nome che successivamente si è
trasformato in Badagio, Badaglo, Badaxio, fino all'odierna Baggio.
Nel 221 a.C. l'intero territorio identificato nei centri di Trenno, Quarto Cagnino,
Quinto Romano e Seguro venne conquistato a opera dei Romani, i quali
affiancavano ad ogni conquista un'intensa opera di civilizzazione che si traduceva
nella costruzione di strade e centri abitati.
Nel punto più elevato della zona sorse, successivamente, una torre di guardia e di
avvistamento che doveva dominare le campagne e la strada per Novara; in epoca
medioevale tale punto fu denominato Baggio.
Successivamente la cittadina rimase coinvolta in terribili distruzioni messe in atto
dalle popolazioni barbare; nuove notizie di Baggio risalgono all'anno 881 d.C.
quando il nobile Tazone promosse la ricostruzione del borgo e fece erigere sulle
fondamenta dell'antica torre di guardia, distrutta completamente, una chiesa
dedicata a S. Apollinare e un campanile in stile gotico-longobardo.
In epoca longobarda fu sede di una fara, ossia di una corte agricola fortificata, e nel
1162 diede rifugio ad alcuni milanesi fuggiti dalla città invasa da Federico Barbarossa.
Nello stesso anno fu edificato, nei pressi della sopra citata chiesa, un imponente
monastero.
L'epoca d'oro di Baggio fu proprio tra il IX e il XII secolo, allorché la famiglia da
Baggio, detta anche Baggi, ne fece un rilevante centro politico e militare.
Tra i maggiori esponenti di questa famiglia vi fu Anselmo, divenuto papa nel XI
secolo col nome di Alessandro II.
Baggio, nel corso della sua storia, è sempre stata un'entità indipendente da Milano,
con una economia essenzialmente agricola.
Con l'introduzione in Italia del gelso, nella seconda metà del XV secolo, i Baggesi si
specializzarono nell'allevamento dei bachi da seta; il territorio fu quindi, per un
lungo periodo, legato ad attività agricole e tessili e le cascine diventarono il simbolo
della rinascita economica.
All'epoca dell'Unità d'Italia Baggio divenne Comune, con una superficie di circa 400
ettari e una popolazione di oltre 1.200 abitanti.
A partire dal 1869 furono annesse a Baggio alcune borgate circostanti: Sella Nuova,
Muggiano, Quarto Cagnino e Quinto Romano.
Dopo l'unificazione, con il progresso industriale sorsero concerie e filande, una
cooperativa edile e una cooperativa di consumo.
A causa del sovraffollamento e degli affitti gravosi di Milano molti lavoratori si
trasferirono progressivamente a Baggio, dove i terreni per costruire e le case
costavano poco.
Così Baggio passò da circa 4.000 abitanti nel 1901 ad oltre 6.100 nel 1921: un
aumento considerevole, nonostante la decimazione causata dalla Grande Guerra e
dall'epidemia di spagnola.
La strada principale che collegava Baggio con Milano era chiamata "Baggina".
Questa strada era percorsa a piedi ogni giorno dagli operai diretti verso le prime
industrie della città; questo avvenne fino al 1913, quando venne realizzata la prima
linea tranviaria per Baggio (la stessa che a partire dal 1927 venne numerata con il
famoso 34).
La vita politica della vecchia borgata si svolgeva in piazza Cesare Stovani
(dall'operaio tipografo socialista che fu eletto sindaco a furor di popolo
nell'infuocato 1919 fino all'avvento del fascismo).
Con un decreto reale firmato a Racconigi da Vittorio Emanuele III e siglato da
Mussolini il 2 settembre 1923, Baggio fu annessa a Milano insieme ad Affori,
Chiaravalle, Crescenzago, Gorla, Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco,
Niguarda, Trenno, Vigentino e Rogoredo.
Dall'aerodromo di Baggio il 15 aprile 1928 partì la spedizione del generale Umberto
Nobile per la sua seconda e tragica spedizione alla conquista del Polo Nord con il
dirigibile "Italia".
Il quartiere
La strada principale del quartiere è la lunghissima via delle Forze Armate, percorsa
dalla linea ATM 67, storico autobus di Baggio insieme alla non più esistente "U".
La fermata della metropolitana più vicina è Bisceglie, capolinea della linea 1,
raggiungibile con le linee 58, 63 e 78 degli autobus ATM.
Il quartiere è adiacente a uno dei parchi principali della città, il Parco delle Cave.
Cascina Linterno
Numerose sono le cascine che costellano Baggio, la più famosa delle quali è Cascina
Linterno (che venne chiamata sino alla fine del '500 con il nome "ad Infernum" e poi
"cassina de Infernum", probabilmente dal longobardo "In-Fern" - "fondo lontano"),
grangia del XII secolo che fu un insediamento rurale di una comunità monastica,
Giovannita o Templare.
Le prime tracce documentate di Cascina Linterno si hanno nella "Carta Investiture"
del 1154: in questo atto notarile "Infernum" ed il suo territorio hanno come
proprietari fondiari i "de Marliano" di legge longobarda.
I documenti capitolari concernono la zona che aveva avuto il suo centro principale in
Baggio, luogo d'origine della potente famiglia capitaneale di origine longobarda, i
"da Baggio", molto vicini ai "de Marliano"
Altre cascine a Baggio e dintorni sono la cascina Sella Nuova, nell'omonima via, e la
cascina Meriggia in via Budrio.
La Solitudine di Linterno, dimora agreste di Francesco Petrarca
Una consolidata tradizione ritiene che Cascina Linterno sia stata dimora agreste di
Francesco Petrarca dal 1353 al 1361, a partire dall'esplicito riferimento della lettera
autografa di Petrarca all'amico Moggio di Parma (20 giugno 1360) e proseguendo coi
riferimenti al luogo (detto "Infernum", posto al quarto miglio dalla città di Milano)
contenuti in diversi incunabuli successivi (1473, il "Canzoniere, Trionfi, Memorabilia
de Laura" nella "Vita di Petrarca" probabilmente di Pier Candido Decembrio; 1474, il
"Canzoniere, sez. Vita di Petrarca" di Leonardo Bruni; 1484, "Trionfi, Canzoniere"
commentati da Bernardo Lapini, Francesco Filelfo e Girolamo Squarzafico).
Non si conoscono altre "Infernum" nel milanese (è nota solo una cascina "Invernum"
nel lodigiano, ma a trenta chilometri da Milano): Cascina Linterno si trova nei pressi
del borgo di Quarto Cagnino che, come testimonia il nome stesso, era situato a
quattro miglia da Milano.
Il riferimento a Linterno/Infernum quale dimora milanese del Petrarca è
continuativo nei secoli.
Se ne scrive nel "Libro Annotationum" stampato a Lione nel 1576 dall'editore
Guglielmo Rovillius.
Pietro Verri nel '700 ne scrive nella "Storia di Milano"[; Giovan Battista Baldelli,
letterato e collaboratore dell’Antologia del Vieusseux, che studiò soprattutto il
Boccaccio (Vita di G.B, 1806) e il Petrarca (Del Petrarca e delle sue opere libri quattro,
1797) ne scrive alla fine del '700.
Citazioni anche da Ugo Foscolo nei suoi "Saggi sopra il Petrarca"; da Giacomo
Leopardi nella sua "Interpretazione delle Rime" e da Carlo Cattaneo nel saggio
"Notizie naturali e civili su la Lombardia" tratto dalle "Opere scelte" (1839 - 46).
Nel 1819 ne scrive il bibliofilo e petrarchista Antonio Marsand, docente all'Università
di Padova, nella sua prefazione delle "Rime", cui si affianca una tavola fuori testo
incisa da Giovanni Migliara che riproduce nei dettagli la "Solitudine di Linterno".
Nel 1837 la rivista culturale Cosmorama Pittorico diede grande risalto a Villa
Linterno con un'acquaforte di Gaetano Fiorentini.
Altri, tra cui Carlo Romussi, autore di Storia di Milano attraverso i suoi monumenti,
sostengono che il Petrarca abbia soggiornato in un palazzo poco distante da
Sant'Ambrogio oppure presso la Certosa di Garegnano (Luciano Patetta in un saggio
del 1997 accennava al dibattito sulla localizzazione della dimora milanese del
Petrarca).
Dei quattro luoghi abitati dal Petrarca di cui si ha notizia nel suo pluriennale
soggiorno milanese, sono purtroppo scomparse la dimora presso la basilica di
Sant'Ambrogio e quella vicino alla basilica di San Simpliciano; nessuna traccia rimane
di quella presunta presso la Certosa di Garegnano, che pure ospitò il Poeta, ma da
quel tempo è stata in gran parte ricostruita.
Unica e ultima testimonianza della presenza di Francesco Petrarca a Milano rimane
Cascina Linterno.
Monumenti, tradizioni, associazioni
Le chiese più importanti sono quelle di San Giovanni Bosco, di Sant'Anselmo, di San
Pier Giuliano e di Sant'Apollinare; in quest'ultima si trova uno dei campanili più alti
d'Europa.
Di rilevanza storico artistica la chiesa vecchia che si trova al termine di via delle
Forze Armate, all'angolo con via Ceriani, con un campanile risalente al XII secolo. È
inoltre molto famosa la biblioteca del quartiere, da poco ristrutturata, considerata
una delle biblioteche più belle e ricche di Milano.
Ogni anno, la terza domenica di ottobre, si svolge la Sagra di Baggio, durante la
quale si svolge la corsa degli asini.
Baggio è inoltre sede di numerose associazioni, a testimonianza dello spirito solidale
che la pervade; tra queste spiccano la Croce Verde Baggio (fondata nei primi anni
del 1900), Associazione Dimensione Diverse, la Banca del Tempo, CentoFarfalle, Il
Gabbiano, le sezioni baggesi di AVIS e AIDO, il Comitato per la Salvaguardia del parco
delle Cave. Le società sportive locali sono l'Alcione, la Baggio II, la Visconti e la
Gescal Boys.
Luoghi comuni
Fino ad alcuni anni fa Baggio, come molte altre periferie di Milano, aveva una
pessima fama, testimoniata anche dai detti: «Baggio, quartiere selvaggio» e «Non
andare a Baggio se non hai coraggio».
In questi anni la situazione è decisamente migliorata e il quartiere si è rivalutato
anche grazie allo sviluppo e alla cura del Parco delle Cave, vero polmone ricco di
flora e fauna, molto frequentato dai milanesi.
I baggesi con la loro tenacia hanno stimolato le ultime amministrazioni municipali al
recupero dell'intera area strappandola così all'incuria e alla criminalità che vi
albergava.
Gli abitanti di Baggio hanno maturato con questa conquista un formidabile
attaccamento al loro quartiere.
Un altro detto ("Và a Bagg a sonà l'ôrghen", ovvero "va' a Baggio a suonare
l'organo") si riferisce alla presenza di un organo dipinto all'interno della chiesa di
Baggio, dato che la chiesa per mancanza di fondi sufficienti non aveva potuto
permettersene uno vero.
Il modo di dire viene utilizzato quindi per sottolineare la falsità di alcune persone,
equivalendo al "mandare al tal paese".
Il detto, di origini antiche, può sembrare falso a chi visita oggi la "chiesa vecchia" di
Baggio (nella quale è conservato un organo risalente alla seconda metà
dell'Ottocento).
In realtà l'attuale "chiesa vecchia" non è altro che una ricostruzione, eseguita nella
seconda metà del diciannovesimo secolo, della ben più antica chiesa parrocchiale le
cui origini si fanno risalire al XI secolo abbattuta perché considerata pericolante e
irrecuperabile.
Gran parte del materiale marmoreo e lapideo della chiesa originaria è ora
conservato al museo archeologico di Milano.