Dalla Fontanabuona alla Moldavia

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Dalla Fontanabuona alla Moldavia
EMIGRAZIONE
Quelli che non hanno trovato l’America
Dalla Fontanabuona
alla Moldavia
Mauro Piffero
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A cavallo fra Otto e Novecento
non pochi abitanti
della Val Fontanabuona
partirono alla volta delle “Meriche”
in cerca di fortuna.
Chi più, chi meno, molti
la trovarono.
Altri invece ...
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EMIGRAZIONE
cavallo fra Otto e Novecento non pochi abitanti
della Val Fontanabuona
partirono alla volta delle “Meriche”
in cerca di fortuna. Chi più, chi
meno, molti la trovarono proprio
oltreoceano. F ra questi ricordiamo, in particolare, Amedeo Peter
Giannini, di Favale di Malvaro, che
fondò a San Francisco la Bank of
America e i fratelli Joseph e Victor
Saturno che distribuirono una parte
della loro immensa ricchezza fra gli
abitanti di San Marco d’Urri. Ma
non fu per tutti così. Ci fu anche
chi, come i Basso di Gattorna, scegliendo, per cattiva sorte, la minuscola e povera Moldavia piombarono drammaticamente dalla miseria
all’indigenza.
Di questa curiosa e un po’ paradossale storia cerchiamo di riper-
A
A sinistra in alto
La famiglia Basso
in una foto d'epoca.
A sinistra in basso
Aline Basso, Mauro Piffero,
Andrea Basso.
correre le tappe più salienti, iniziando dal 1847, quando Gattorna era
un villaggio di 60 fuochi, tante erano le famiglie che lo componevano
e ben 23 erano parentate Basso; la
maggior parte con numerosi figli,
tutte erano dedite all’agricoltura,
unica risorsa per sopravvivere.
I giovani, crescendo, sentivano
sempre di più la necessità di migliorare la propria condizione sociale visto che la terra, più di tanto
non dava e restare in paese significava lavorare ed invecchiare senza
alcuna prospettiva futura.
Contrariamente ai giovani delle
frazioni limitrofe che cominciarono
ad emigrare verso le Meriche i
Gattornini, forse per paura dei lunghi ed avventurosi viaggi per mare, scelsero allora di tentare la fortuna verso il nord Europa predili-
gendo in particolare la Germania,
solo negli anni successivi avrebbero varcato l’oceano.
Luigi e Teresa Basso rispettivamente di 40 e 31 anni, vivevano
con la loro famiglia nel quartiere
“La Costa Della Chiesa”, avevano
5 figli: Angelo 13 anni, Andrea 11,
Maria 9, Maria Caterina 5 e Luigi 1.
(Nel 1849 si sarebbe aggiunta anche Maddalena.) Angelo, il primogenito, sarebbe sempre rimasto a
Gattorna ad occuparsi della terra e
della famiglia.
Luigi nel 1870 a 23 anni decise di
tentare la fortuna e partì alla volta
della Germania iniziando a lavorare
come scaricatore di porto ad Amburgo. Con i primi guadagni si mise
in proprio e nel giro di pochi anni
riuscì a diventare proprietario di un
albergo. L’eco della rapida fortuna
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di Luigi Basso giunse in paese ed
altri giovani decisero di imitarlo partendo verso la stessa destinazione
e bisogna dire che ad Amburgo tutti
trovarono asilo e pasti caldi a volte
anche gratuitamente dal fortunato
concittadino; fu così che cominciò
la fortuna del piccolo centro Fontanino. I giovani cominciarono il commercio dei giocattoli proprio da lì,
d’inverno li costruivano a Gattorna
e d’estate andavano a venderli nelle feste delle città tedesche.
Il fratello di Luigi, Andrea, forse
stimolato dall’eco suscitato dalle
notizie che giungevano in paese,
nel 1880 decide di partire; all’età
di 44 anni con la moglie Giuditta
di 24 ed i figlioletti, Teresa di 6 e
Giovanni di 5 anni, prendono la
via dell’Est Europeo portando con
loro anche i suoceri Cesare ed
Elisa Gatti di Mezanego. Da quel
giorno a Gattorna nessuno ne
seppe più nulla.
Nel giugno dello scorso anno, leggendo il mensile “Il Golfo”, appresi
che l’internazionalista Giulio Vignoli,
docente della facoltà di Scienze Politiche all’Università di Genova (noto
ricercatore di comunità Italiane nei
paesi dell’Est Europeo) aveva scoperto a Chisinau, capitale della Moldova, una comunità di “Fontanini”
denominata “Italiana”, il cui presidente si chiama Andrea Basso. La
notizia mi ha particolarmente incuriosito, considerato che Gattorna è
storicamente la roccaforte dei Basso. Ho contattato telefonicamente il
Prof. Vignoli dal quale ho avuto le
prime indicazioni e gli elementi per
mettermi in contatto con Andrea
Basso che mi ha confermato le origini liguri dei suoi antenati.
Tramite gli archivi parrocchiali,
unica fonte in grado di aiutare le
ricerche e la collaborazione del
Parroco di Gattorna, Don Luciano
Smirni, abbiamo appurato con
certezza documentata che Andrea Basso partì da Gattorna l’anno 1880. Lo attestano anche i documenti dell’archivio di stato della
Repubblica Moldava che ne con-
fermano la presenza a Chisinau
nel 1884 giunti da Kiev (Ukraina)
dove si erano stabiliti nel 1880.
Andrea Basso morì di polmonite il
14 dicembre 1888 lasciando la moglie e i figli eredi di una propria abitazione, la figlia cambiò il cognome
e sposò un cittadino Moldavo; il figlio Giovanni sposò Joanna Adalscaliza dalla quale tra il 1897 ed il
1922 ebbe 11 figli: Andrea ((1897),
Antonio (1899), Cozma (1899), Giuseppe (1906), Teodoro (1910), Zaccaria (1916), Alessio (1918; ancora
in vita) le figlie: Ulita (1903), Susanna (1905), Domenica (1911) e Maria (1922); questo spiega la rapidità
con cui si è formata la colonia “Italiana”, che oggi conta 100 persone,
46 delle quali parentate Basso.
La loro permanenza nell’Est non è
stata certamente facile, perché nei
primi anni del secolo, con l’avvento
del comunismo, furono loro confiscati i terreni che avevano acquistato per coltivarli come in Fontanabuona; furono guardati a vista, dovettero mutare anche il cognome e
nascondere l’origine italiana; fu pure, per loro impossibile comunicare
con l’Italia e professare la religione
cattolica, non potevano lasciare la
Moldova pena la confisca di quanto
possedevano. Poi, e siamo nel
1994, finalmente viene raggiunta
l’indipendenza e l’autonomia dall’ex
Unione Sovietica e fondata la Repubblica anche se poverissima. Lo
Stato, infatti, non è neppure in grado di attivare un servizio pubblico di
autobus, espletato da privati cittadini su vecchi furgoni; periodicamente viene tolta l’energia elettrica anche per tre giorni consecutivi, per
mancanza di fondi (immaginiamo
una capitale per tre giorni priva di
energia, completamente paralizzata); la popolazione vive di estrema
indigenza, svolgono tutti mansioni
modeste, con un reddito pro capite
di 80.000 lire al mese.
La loro conoscenza dell’Italia deriva dai ricordi tramandati dai loro
progenitori: conoscono la Fontanabuona, le località turistiche come
Chiavari, Nervi o Portofino, patria
del benessere e del sole. Il loro più
grande desiderio è di poter un giorno tornare nei luoghi d’origine; desiderio che la Croce Rossa Italiana di Gattorna, superate un’incredibile serie di difficoltà burocratiche,
sta concretizzando, anche grazie
alla mobilitazione generale di tutti i
“fontanini”.
In queste pagine,
immagini di monumenti
e scene di vita quotidiana
in Moldavia.