Calcio, Pippo Inzaghi “sostituisce” Seedorf sulla panchina del Milan

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Calcio, Pippo Inzaghi “sostituisce” Seedorf sulla panchina del Milan
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Calcio, Pippo Inzaghi “sostituisce” Seedorf sulla
panchina del Milan
MILANO. Certi amori non finiscono. Altri invece sì. La
canzone di Venditti tanto cara a Galliani è perfetta per
definire il rapporto fra il Milan e Filippo Inzaghi. Una
storia d’amore cominciata nel 2001, quando
Superpippo fu strappato a suon di miliardi (70, 40 più
Zenoni per essere precisi) alla Juventus. Da allora gol
e vittorie sono andati di pari passo: 126 reti in 300
partite, due scudetti, due Champions - quella del 2007
decisa dalla sua doppietta al Liverpool - due
Supercoppe Europee, un Mondiale per club. Facile
capire perchè Galliani abbia sempre stravisto per
Inzaghi che due anni fa, capito che con Allegri non
avrebbe più avuto spazio e che l’età non era più dalla
sua parte, decide di passare dall’altra parte della
barricata. Ma il dna è sempre lo stesso: meticoloso e
appassionato da calciatore, perfezionista ed entusiasta
da allenatore. Prima con gli Allievi e poi con i ragazzi
della Primavera rossonera, con cui trionfa al Viareggio,
fa intravedere di avere stoffa tanto che a gennaio
Squinzi, milanista nel cuore ma proprietario del
Sassuolo di professione, lo vorrebbe al posto di
Eusebio Di Francesco. Galliani, però, lo blinda, non
vuole che vada via, per lui prevede grandi cose per
quanto, già in due occasioni, il Milan gli abbia preferito
qualcun altro, confermando Allegri l’estate scorsa e poi
puntando su Seedorf dopo la rottura col tecnico
toscano. Ma quando anche il feeling con l’olandese si
esaurisce, ecco tornare in ballo il suo nome e il 26
maggio scorso arriva l’investitura ufficiosa di Silvio
Berlusconi nelle camere di Arcore. “Sono un
dipendente del Milan e se il Milan mi chiamerà per altre
mansioni sarò ben felice, altrimenti resto ad allenare la
Primavera”, dirà qualche giorno dopo. Ma ormai è fatta
e quando Berlusconi, nella sua prima visita nella nuova
sede, lo descrive “determinato, affamato di vittorie e
coerente con quello che vogliamo sia il Milan, ovvero
una squadra che torni a vincere”, ci sono pochi dubbi
su come andrà a finire. L’annuncio non poteva che
arrivare il 9, il suo numero di maglia, il suo giorno di
nascita. Ma per un amore che continua, un altro si
spezza. Dopo aver aleggiato per mesi sul capezzale di
Allegri, Seedorf era arrivato a gennaio come il salvatore
della patria. Stava giocando ancora, in Brasile col
Botafogo, ma davanti alla chiamata dell’amico
Berlusconi non poteva dire no. Ha fatto subito le valigie
convinto di dare il via alla rivoluzione, al nuovo corso,
un progetto di ampio respiro (due anni e mezzo di
contratto) per riportare il Milan là dove merita di essere.
Ma la magia dura poco. I risultati non arrivano, tanto
09-06-2014
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che accantona presto il suo 4-2-3-1, i suoi metodi non
piacciono a tutti, una parte dello spogliatoio lo
abbandona e nemmeno Berlusconi gli viene in
soccorso, anzi. Il presidente rossonero non impiega
molto a pentirsi della sua scelta. Scaricato dalla
società, Seedorf riesce quasi nell’impresa miracolosa
di portare il Milan in Europa, traguardo che gli sfugge
solo all’ultima giornata, per appena un punto. Ma il suo
destino era ormai segnato, da oggi tocca a Inzaghi.
Intanto sembra che non ci sia alcun accordo tra
Seedorf e il Milan. Se nulla cambia, quindi, l’olandese
potrà godersi un anno sabatico a spese di Berlusconi:
percepirà, se non deciderà di allenare un’altra
squadra, 5 milioni di euro lordi fino a giugno 2015.
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