arte contemporanea

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arte contemporanea
L’ARTE DA ASSAGGIARE
progetto realizzato da Silvia Bosio per la manifestazione
«E se... la storia fosse cibo» progettata da Francesco Marino
Secondo i futuristi la cucina riveste un
ruolo molto importante nella vita delle
persone, tanto da dover essere equiparata
alle arti più 'nobili', come la letteratura
e le arti figurative (del resto Carlo
Carrà, nel 1913, scrisse proprio il
Manifesto della pittura di suoni rumori e
odori); nel Manifesto è scritto ...Pur
riconoscendo che uomini nutriti male o
grossolanamente hanno realizzato cose
grandi nel passato, noi affermiamo questa
verità: si pensa si sogna e si agisce
secondo quel che si beve e si mangia...
A rileggere oggi il manifesto gastronomico futurista,
scritto interamente da Filippo Tommaso Marinetti, si
intuisce che alcuni dei suggerimenti di Marinetti
hanno
trovato
applicazione:
esempi
ne
sono
l'integrazione dei cibi con additivi e conservanti, o
l'adozione in cucina di strumenti tecnologici per
tritare, polverizzare ed emulsionare. Le ricette che
apparivano allora rivoluzionarie furono, in alcuni
casi, un'anticipazione della Nouvelle cuisine
all'italiana tra gli anni sessanta e
Secondo il Manifesto, affinché il popolo
italiano
vinca
questa
futura
conflagrazione è necessaria l'abolizione
della pastasciutta, assurda religione
gastronomica
italiana
accusata
di
contrastare
collo
spirito
vivace
e
coll'anima appassionata generosa intuitiva
dei napoletani [...] Nel mangiarla essi
sviluppano il tipico scetticismo ironico e
sentimentale che tronca spesso il loro
entusiasmo.
... La creazione dei bocconi simultanei e cangianti che contengano dieci,
venti sapori da gustare in pochi attimi. Questi bocconi avranno nella cucina
futurista la funzione analogica” immensificante” che le immagini hanno nella
letteratura. Un dato boccone potrà riassumere una intera zona di vita, lo
svolgersi di una passione amorosa o un intero viaggio nell'Estremo Oriente.
"Contrariamente alle critiche lanciate e quelle prevedibili, la rivoluzione cucinaria futurista, si propone lo scopo alto nobile ed utile a
tutti di modificare radicalmente l'alimentazione della nostra razza, fortificandola, dinamizzandola e spiritualizzandola con nuovissime
vivande in cui l'esperienza, l'intelligenza e la fantasia sostituiscano economicamente la qualità, la banalità, la ripetizione e il costo.
Questa nostra cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità, sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti
pazzesca e pericolosa: essa invece vuole finalmente creare un'armonia tra il palato degli uomini e la loro vita di oggi e di domani.
Nasce con noi futuristi la prima cucina umana, cioè l'arte di alimentarsi (...)." Marinetti
IL NOVECENTO
Il XX secolo si può dividere in due fasi: prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. la
prima fase è da considerarsi una prsecuzione dell’Ottocento, anche se i progressi
tecnici e dei trasporti favorirono alcuni fenomeni (nuovi metodi di conservazione,
disponibilità di prodotti tropicali o di frutta e verdura fuori stagione.
La seconda fase vede delle trasformazioni più importanti, prima fra tutte la
Globalizzazione delle abitudini. Con questa sono nati «nuovi alimenti» quali gli
omogenizzati, i surgelati, stuzzichini, snack, cibi funzional, ecci...che mirano a
soddisfare consumatori sempre più esigenti.
Gli anni del boom economico postbellico (1950-1960) portarono in
ogni casa il frigorifero, il forno,la cucina a gas, gli elettrodomestici
multi uso, e di conseguenza si modificò profondamente i modo di
cucinare. L’entrata della donna nel mondo del lavoro ha poi
sconvolto i ritmi della vitafamiliare, col risultato di avere sempre
meno tempo da dedicare alla cucina. Ecco quindi che il modo di
mangiare subisce un cambiamento, diventando più rapido, e fanno
la loro comparsa cibi che prima erano considerati troppo costosi e
poco “gastronomici”, come la fettina di bovino o il petto di pollo ai
ferri.
Magritte,nello «Stregone»
del 1951 rappresenta una
intesi potente dell’atto
magico d, ferino e rituale
del nutrirsi. Il pittore belga
ritrae se stesso seduto ad
una tavola imbandita (un
pezzo di pane, un bicchiere
di vino e una pietanza)
officiare il rito ancestrale e
quotidiano del pranzo.
POP ART
GL BALIZZAZIONE
Magnificare la banalità del quotidiano,svelandone la bellezza nascosta fu anchebuna
delle sfide raccolta dalla pop art. Andy Warhol con la Pop Art stabilisce la connessione
tra arte e mass media con più determinazione di ogni altro artista
contemporaneo,celebrando la merce, i consumi e l’opulenza di massa. Nella «Zuppa
Campbell» (1964) o nelle «bottiglie di Coca Cola», sorprende l’irrilevanza del motivo e
l’impersonalità dell’esecuzione come nella globalizzazione, anche l’arte diventa un
prodotto privo di riferimenti locali (international style)
Oggi i nostri pasti si vanno sempre più semplificando, sempre
più spesso il pranzo è uno spuntino, si può scegliere tra
hamburger, pizzette o panini al bar. I pranzi importanti, quelli
con tante portate e piatti raffinati, sono ormai riservati alle
occasioni particolari.
Claes Oldenburg (1929) ingigantisce oggetti banali come tubetti di
dentifricio, gelati,ecc. per dimostrare come la società si basa su cose
banali e materiali.
La sua ricerca artistica si concentra sul consumismo nella società
americana contemporanea soprattutto per quanto riguarda quello
legato al cibo. Realizza enormi sculture in gesso dipinto raffiguranti
gelati, hot-dog e quant'altro l'ipernutrita popolazione americana
Il cibo, in quanto oggetto di consumo, si carica, nell'opera di
Oldenburg, di un'accezione di orrido, perché viene svalutato del
suo ruolo primario e ridotto a prodotto commerciale.
Importante è la scelta dei soggetti: sono tutti prodotti, alimentari e
non, facilmente rintracciabili in qualunque negozio del quartiere;
egli pone quindi l'accento, come tutti gli esponenti della pop art,
sulla società di massa contemporanea ricorrendo un linguaggio
facilmente comprensibile da chiunque per quanto riguarda i
soggetti, oggetti di uso comune e quotidiano,
Le ragioni di detti improvvisi cambiamenti sono da ricercare nell’aumento della ricchezza
che si è avuto nella società industriale e nella conseguente modificazione degli stili di vita,
sempre più frenetici. La vita stressante che l’uomo oggi conduce ha costretto all'adozione
di un'alimentazione mordi e fuggi: ciò ha portato ad un consumo sempre maggiore di cibi
elaborati contenenti farina bianca, zuccheri semplici e raffinati, e grassi di origine animale.
C’è stata inoltre una parallela e notevole riduzione dei consumo di legumi, verdura e
frutta.
«L’uomo che mangia gli
spaghetti» e «Vucciria»,
due capolavori di
Guttuso, entrambi
pervasi da un crudo
realismo. Sembra di
stare al mercato e
sentire il vocio e la
cantilena dei
«vanniaturi» del celebre
mercato palermitano.
Mentre nell’altra opera
l’uomo è intento e
famelico nel consumare
il suo pasto.
Ma lo sapete che l’arte si può anche mangiare?
In questo caso l’arte non si offre più solo allo sguardo, ma anche altatto e alle
papille gustative. Nel 1961 l’artista Daniel Spoerri, partecipò allo sviluppo
della corrente artisticadella Eat Art, dove le creazioni andavano a mettere in
evidenza il cibo e le nostre attitudini alimentari. Trasformò una drogheria in
galleria, dove si comprava del cibo etichettato “attenzione opera d’arte”.
Alcuni anni dopo apriva il Restaurant Spoerri, dove venivano serviti piatti
bizzarri, quanto orripilanti: ragù di pitone, bistecca di proboscide, formiche
alla griglia...
Nel Novecento si assiste sia a un enorme incremento della produzione agricola,
sia al netto miglioramento delle tecniche di conservazione (inscatolamento,
surgelazione, liofilizzazione, etc.), sia a un deciso sviluppo dei sistemi di
trasporto, fenomeni tutti che hanno determinato una grande abbondanza di cibo
e la possibilità di consumo di alimenti prodotti in luoghi lontanissimi, con un
superamento della stagionalità.
Il modo di mangiare dell'uomo nei secoli è decisamente mutato: ma fino al XIX secolo
non esistevano rilevanti differenze negli alimenti delle diverse popolazioni della Terra.
Il vero cambiamento non è quello avvenuto dalla preistoria fino all’ottocento, ma è
quello avvenuto negli ultimi duecento anni, in cui le tecnologiealimentari hanno mutato
profondamente il nostro modo dimangiare! Con il progresso rapidissimo che si è
avuto, l’alimentazione è cambiata radicalmente, con l’uso di cibi sempre più elaborati
e sempre meno naturali. Tutto ciò èavvenuto molto rapidamente, nel giro di pochi
decenni.
Si chiamano FoodScapes, paesaggi alimentari, la opere di Karl Warner, create con
frutta, dolci, verdure e salumi.Non sono dipinti, ma realizzati con cibo vero, utilizzati
spesso per le campagne pubblicitarie.
Nel 1964, Errò, straordinario interprete della pop art. Le forme degli alimenti, più volte
ripetute ossessivamente all'interno dell'opera, propongono il cibo, non più come frutto
naturale e imperfetto di un processo naturale e artigianale, ma invece come risultato
di un processo standardizzato e "meccanico" di un processo industriale.
L'affollamento ossessivo degli alimenti rievoca l'esposizione moderna di un
supermercato, luogo strategico della società dei consumi. Un'opera d'arte tanto bella
quanto intelligente e fortemente critica.