Storia della galleria degli Uffizi

Transcript

Storia della galleria degli Uffizi
GALLERIA DEGLI UFFIZI
1. Cenni storici e architettura
La storia della Galleria degli Uffizi è legata a Cosimo I de' Medici, che a soli
18 anni, nel 1537, divenne signore di quasi tutta la Toscana.
In quegli anni si dedicò ad un progetto grandioso, cioè quello di demolire
l'antico quartiere della Baldracca alle spalle di Piazza della Signoria, per far
posto ad una nuova costruzione, che doveva riunire tutti gli uffici(da qui il
nome Uffizi) amministrativi di Firenze.
La lunga storia degli Uffizi cominciò nel luglio 1559, quando Cosimo I chiamò
il pittore e architetto Giorgio Vasari per il progetto dell'edificio, i lavori
iniziarono nel 1560, dopo il consistente aiuto delle Magistrature, che dovendo
qui trovare la loro nuova collocazione, sostennero finanziariamente gran parte
dell'opera.
I lavoro avanzarono in fretta, ma l'opera era talmente vasta che né Giorgio
Vasari, né Cosimo I, vissero abbastanza a lungo per vederla finita; fu infatti
Bernardo Buontalenti a portare a termine l'impresa, nel 1580 per volontà di
Francesco I.
La struttura realizzata a forma di U, era costituita da un braccio lungo ad est,
che doveva incorporare l'antica chiesa fiorentina di San Pier Scheraggio, da un
tratto breve sul fiume Arno e da un braccio corto ad ovest, dove gli Uffizi si
sarebbero collegati con due costruzioni preesistenti, la Zecca Vecchia (dove nel
1252 erano stati coniati i primi fiorini) e la Loggia dei Lanzi.
Il Vasari ideò un modulo architettonico, ripetuto per tutta la lunghezza
dell'edificio, che prevedeva a pianterreno un portico e al primo piano tre
finestre, anche se nel 1565, quando già erano terminati gli “Uffizi lunghi” e il
tratto che si affacciava sul fiume, l'architetto decise di inserire delle grandi
arcate per dare alla struttura una maggiore apertura.
Quando la costruzione fu portata a termine, venne chiamato un gruppo di artisti
per le decorazioni: Allori, Bizzelli e Pieroni eseguirono una serie di dipinti a
grottesche nella galleria.
Inoltre venne creato un giardino pensile sulla Loggia dei Lanzi, mentre
internamente venne aggiunto un elemento insolito, un teatro costruito in
occasione del matrimonio di Virginia dè Medici con Cesare d'Este.
La maggior parte dei dipinti del Botticelli è oggi esposta nel lato dove si
trovava il teatro.
2. Corridoio Vasariano
Nel 1565 in occasione del matrimonio del figlio Francesco I con Giovanna
d'Austria, Cosimo I chiese al Vasari la realizzazione di un tratto sopraelevato
che mettesse in comunicazione Palazzo Vecchio con la nuova residenza da
poco acquistata dalla famiglia, Palazzo Pitti.
Si trattava di uno straordinario collegamento pensato soprattutto per
consentirgli di muoversi in sicurezza, dalla residenza privata al palazzo del
governo.
Vasari in soli 6 mesi costruì quello che oggi è noto come Corridoio Vasariano:
un percorso che comincia da Palazzo Vecchio, supera con un ponte coperto via
della Ninna, percorre parte della Galleria degli Uffizi, discende e fiancheggia
sopra un portico il fiume Arno e dopo aver superato il Ponte Vecchio, prosegue
nel quartiere d'Oltrarno e arriva nel Giardino dei Boboli fino a Palazzo Pitti.
3. Vestibolo d'entrata
L'ambiente è costituto da tre vestiboli.
Nel primo vi sono i busti in marmo e porfido dei Medici, da Francesco I a Gian
Gastone, mentre il vestibolo rettangolare, comunicante con il primo, è decorato
nella volta da Giovanni da San Giovanni con “Capricci mitologici” e arricchito
di busti antichi e moderni.
Infine nel Vestibolo ellittico si trovano statue romane, sarcofagi e rilievi
antichi.
La porta che immette nella galleria, con ai lati due cani molossi, è sormontata
dal busto di Pietro Leopoldo.
4. Corridoi Uffizi
I tre corridoi, corrispondenti ai tre corpi del palazzo, corrono lungo tutto il lato
interno, hanno soffitti decorati e ampie vetrate e su di essi si aprono le sale.
Oggi i corridoi ospitano le collezioni di statuaria antica, iniziata da Lorenzo il
Magnifico, ampliata successivamente da Cosimo I dopo il suo viaggio a Roma,
quando scelse di destinare le statue a Palazzo Pitti e i busti a Palazzo Vecchio,
infine venne arricchita ancora all'epoca di Pietro Leopoldo di Lorena, con le
opere di Villa Medici.
Le sculture presenti nei corridoi sono di grande valore storico e culturale,
poiché risalgono soprattutto all'epoca romana, con numerose copie di originali
greci e talvolta restaurate dai grandi scultori del Rinascimento.
5. Nascita della Galleria
Nel 1574 morivano Cosimo I e Giorgio Vasari, a questa coppia di mecenate e
artista che aveva operato così armoniosamente, ne successe un'altra
caratterizzata dalla stessa concordia di intenti, quella formata da Francesco I e
dall'architetto Bernardo Buontalenti.
Questi fu responsabile insieme ad Alfonso Parigi della Fabbrica degli Uffizi,
che venne completata nel 1580.
Uno dei primi interventi del Buontalenti fu la porta delle Suppliche, che
presentava il timpano spezzato, un'invenzione architettonica che ebbe molto
successo a Firenze.
Nelle ante lignee della porta sono mirabilmente scolpite le imprese del
granduca.
Fu Francesco I che decise di utilizzare la lunga loggia all'ultimo piano degli
Uffizi per realizzare una Galleria destinata ad accogliere statue antiche, ritratti
della famiglia Medici e di uomini illustri.
Tra il 1579 e il 1581 le volte della Galleria furono affrescate con motivi a
“grottesca”: è un tipo di decorazione che si era diffusa alla fine del
Quattrocento e si ispirava alla pittura murale romana scoperta negli scavi
archeologici soprattutto nella Domus Aurea di Nerone.
Il lavoro fu iniziato da Antonio Tempesta e proseguito da Alessandro Allori,
coadiuvato da un'équipe di cui facevano parte: Ludovico Buti, Giovanmaria
Butteri, Giovanni Bizzelli e Alessandro Pieroni.
A partire dal 1581 il Buonatalenti costruì nel braccio lungo degli Uffizi, la
Tribuna, un ambiente destinato ad accogliere i tesori delle raccolte medicee.
L'edificio a pianta ottagonale, si ispirava alla Torre dei Venti di Atene, descritta
da Vitruvio nel primo libro dell'Architettura.
La struttura, la decorazione, gli oggetti contenuti nella tribuna alludevano ai
quattro elementi dell'universo: Aria, acqua, fuoco e terra.
L'aria era evocata dalla rosa dei venti posta nella lanterna, collegata all'esterno
da una banderuola, il fuoco dal rosso delle tappezzerie di velluto, l'acqua dalle
conchiglie di madreperla che decoravano volta e pareti, la terra dal mosaico di
marmo del pavimento. C'erano inoltre due statue di divinità e oggetti che
richiamavano gli stessi elementi.
Nel corso del tempo la Tribuna ha subito numerose trasformazioni, vi sono
state collocate statue antiche tra cui la famosa Venere dei Medici e ha ospitato i
dipinti che nei diversi periodi storici erano considerati i capolavori delle
collezioni.
Nel 1583 Francesco I, fece trasformare la terrazza sopra la Loggia dei Lanzi in
giardino pensile, dove la corte si riuniva la sera a sentir musica.
Il giardino era impreziosito da una loggetta con fontana, un pergolato, vasi di
aranci, limoni, peschi, garofani e persino ortaggi.
Il giardino non esiste più, ma la terrazza, con splendida veduta sulla città è
ancora visitabile.
Il Buontalenti fu anche l'architetto del teatro mediceo.
Era un vano lungo 55 metri, largo 20 e alto 14, circondato da gradinate con il
palco dei principi in mezzo.
Occupava in altezza il primo e il secondo piano il complesso degli Uffizi, nel
corso dei secoli il teatro è stato trasformato e infine suddiviso in due piani: nel
primo ha trovato posto il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, nel secondo
alcune sale della Galleria.
Del teatro resta il Vestibolo nel quale si aprono, a sinistra il portale che
introduceva al teatro (oggi ingresso del Gabinetto Disegni e Stampe) e difronte
le tre porte del Ricetto, su quella centrale è posto il busto di Francesco I e le
ante di legno sono intagliate con stemmi medicei.
6. Sviluppi della Galleria
Alla morte di Francesco I, il fratello Ferdinando lasciò la carriera ecclesiastica
per assumere la guida dello stato nel 1587.
I suoi interessi culturali erano orientati verso le scienze, in sintonia con le
tendenze che sie erano manifestate sul finire del secolo.
Anche Ferdinando I si interessò alla Galleria, arricchendola con la collezione
“Gioviana”, una raccolta di ritratti di uomini illustri intrapresa dal padre
Cosimo I.
Realizzò poi una sala detta delle “Carte geografiche”, sulle cui pareti fece
affrescare da Ludovico Buti, le carte del “dominio vecchio fiorentino”, dello
“Stato di Siena” e “dell'Isola d'Elba”.
In mezzo alla stanza si trovavano un mappamondo, una sfera armillare e per il
soffitto furono adattate alcune tele, dipinte da Jacopo Zucchi, di soggetto
mitologico, che furono rimosse dalla residenza romana del Granduca.
In una saletta contigua alla Tribuna fu allestito lo “Stanzino delle matematiche”
destinato a raccogliere strumenti scientifici, come testimoniano gli affreschi
della volta, con la figura della Matematica e quelli delle pareti nelle quali
alcune scene sono state identificate con le invenzioni di Archimede.
Per iniziativa di Ferdinando I, nell'edificio trovarono posto i laboratori
Granducali e fu istituita nel 1588 la Manifattura delle Pietre Dure.
Gli splendidi prodotti realizzati in questi laboratori, utilizzati come doni in
occasioni di matrimoni, nascite e altri eventi pubblici, resero famoso in tutto il
mondo l'artigianato fiorentino.
Alcuni di questi oggetti sono visibili nel Museo degli Argenti.
Per consentire l'accesso ai laboratori fu realizzata nel braccio di ponente una
scala, nota come scalone del Buontalenti.
Ferdinando I riceve in dono la Medusa del Caravaggio dal Cardinale del
Monte.
Morto Ferdinando I nel 1609, la Galleria rimase invariata per quasi mezzo
secolo.
7. La Galleria nel Seicento
Tra il 1658 e il 1679 al tempo di Ferdinando II, fu decorato il corridoio di
ponente con soggetti che esaltavano uomini e istituzioni che avevano dato
fama a Firenze.
Nel 1672 ci fu un incendio e gran parte delle pitture eseguite da Cosimo
Ulivelli, Angelo Gori, Giacomo Chiavistelli, furono distrutte e sostitute grazie
all'intervento dei pittori Giuseppe del Moro, Giuliano Traballesi e Giuseppe
Terreni.
Il granduca Cosimo III (1670-1623), fu autore di un grande ampliamento della
galleria.
Nel suo braccio di ponente furono aperti diversi ambienti, dove furono allestite
le collezioni degli autoritratti, delle porcellane, delle medaglie, dei disegni e
dei bronzetti.
All'inizio del corridoio di ponente si trovava la Fonderia, cioè la farmacia
granducale, che comprendeva anche il museo delle curiosità naturali.
L'ampliamento e l'esposizione realizzati al tempo di Cosimo III rispondevano
sia al criterio della massima ostentazione dei beni di famiglia che al gusto
enciclopedico proprio di molte raccolte principesche , dove trovavano posto
oggetti d'arte e meraviglie della natura.
Ferdinando II viene in possesso, tramite la moglie Vittoria della Rovere, del
dittico di Piero della Francesca e della Venere di Urbino di Tiziano.
8. La Galleria nel Settecento
Nel 1737, con la morte di Gian Gastone, si estinse la dinastia dei Medici.
La sorella Anna Maria con la Convenzione del 1737 assicurò alla città di
Firenze le ricchissime collezioni d'arte raccolte dai suoi antenati.
Il successore Francesco Stefano di Lorena, non risiedè quasi mai in Toscana e
lo stato fu governato da un reggente.
Nella Galleria degli Uffizi fu fatto un vasto rilevamento grafico, coordinato da
Benedetto Vincenzo de Gryss, i suoi disegni eseguiti tra il 1748 e il 1765 ci
permettono di conoscere l'aspetto della galleria prima delle trasformazioni
lorenesi.
Il successore Pietro Leopoldo, aprì la Galleria al pubblico nel 1769 e ne
propose una radicale trasformazione, che fu realizzata negli anni 1780-82 da
Luigi lanzi.
Secondo i criteri razionali e pedagogici propri dell'Illusionismo, la Galleria
venne riordinata separando la scienza dall'arte, venne soppressa l'armeria,
venduta la collezione di maioliche, spostati in un nuovo museo, la Specola, gli
strumenti scientifici.
Nel 1779 nel corridoio di ponente fu realizzata da Gaspare Maria Paoletti la
sala della Niobe e i suoi figli, arrivato a Firenze da Villa Medici di Roma.
Pietro Leopoldo volle un nuovo accesso alla Galleria, il progetto fu effettuato
da Zanobi del Rosso che prolungò l'antica scala che arrivava fino all'ingresso
del teatro, con rampe monumentali che terminavano nel Vestibolo.
Qui i visitatori, sono accolti dai busti della famiglia Medici che più hanno
contribuito alla ricchezza delle collezioni della Galleria.
9. Dall'Ottocento ad oggi
Nel corso dell'Ottocento (1842-1856), per completare un progetto del Vasari,
vennero eseguite 28 statue di marmo che furono collocate nelle nicchie dei
pilastri all'esterno degli Uffizi, rappresentano uomini illustri della Toscana.
Nella seconda metà del XIX, secolo si accentuò la tendenza a trasformare la
Galleria in una pinacoteca, furono rimosse alcune statue del Rinascimento, che
trovarono posto nel Museo Nazionale del Bargello e alcune statue etrusche che
furono trasferite nel Museo Archeologico.
La pinacoteca continua ad arricchirsi di opere importanti, fra le quali la Nascita
di Venere del Botticelli (1815) e l'Annunciazione di Leonardo da Vinci (1867).
La definitiva acquisizione della Primavera del Botticelli, risale invece al 1919.
Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, il teatro mediceo fu suddiviso in
due piani e la parte superiore fu usata per ampliare la Galleria.
Il novecento ha portato numerosi riordini e restauri, nonché la definitiva
sistemazione della Collezione Contini Bonaccosi.
Vi trovarono posto sei grandi sale, le prime delle quali rinnovate nel 1956 su
progetto di Michelucci, Scarpa, Gardella.
Nel 1993 un grave attentato ha danneggiato alcuni ambienti della Galleria e del
Corridoio Vasariano.
Nel 1998 un concorso internazionale per l'uscita della Galleria è stato vinto da
Arata Isozaki.
E' previsto l'ampliamento della Galleria che occuperà tutto il primo piano del
palazzo degli Uffizi.
Gli Uffizi con le sue 45 sale, con circa 1700 dipinti, 300 sculture, 46 arazzi, 14
fra mobili e ceramiche, rappresentano un patrimonio culturale e artistico tra i
più importanti del mondo.