Rally 4 Regioni - Veteran Car Club Carducci

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Rally 4 Regioni - Veteran Car Club Carducci
RONDO’
CARDUCCI
……..millenovecento…….…...….a cura di Fulvio Negrini
Veteran Car Club Carducci
RALLY 4 REGIONI……..una storia importante
Gli anni sessanta stanno per finire in un turbolento autunno “caldo”, il sessantotto, fatto di rivolte studentesche, di scontri di piazza, di malcontento generale, di scioperi. Il boom economico è alle spalle, passato, già
storia lontana, dimenticata. Pavia, città universitaria, è decisamente “torrida” ma per sua fortuna la vicina Milano assorbe quasi tutte le grandi contestazioni e, a parte qualche piccolo “fuoco”, resta pertanto una città
tranquilla, preferendo grandi discussioni teoriche nei bar e nei caffè che le sassaiole contro la polizia. Pavia
però è soprattutto una città di provincia, chiusa, conservatrice, diffidente, rannicchiata nel suo passato pieno
di storia e di grandezze lontane che si perdono nei secoli quando era la capitale del Regno Longobardo,
quando re Alboino dominava in riva al Ticino. Tra decadimenti ed improvvise rinascite, il carattere dei pavesi
si è fermato nella memoria del tempo tanto che i turbamenti sessantottini in una delle culle universitarie più
prestigiose, transitano via velocemente, invisibili, come la nebbia di qui, spessa ed impenetrabile. In questo
periodo di confusione, di contestazione, di cambiamento, però anche Pavia ne subisce il fascino, approva i
giovani cercando di mettersi alla pari con i tempi. Forse lo sport, quello più moderno, il più veloce, improvvisamente diviene la miccia per scuotere i cuori. Come novelli carbonari nel centro della città, un gruppetto di
appassionati guidati da Benedetto Pelliccioni, direttore di fresca nomina dell’Automobile Club Pavia e dal
professor Siro Pietro Quaroni, decidono che è giunto il tempo di organizzare una manifestazione automobilistica che coinvolga tutti i pavesi. La scelta, quasi timorosa, cade sul Giro della Provincia di Pavia, una vecchia gara di regolarità “dimenticata” da qualche anno che viene immediatamente trasformata nella moda del
tempo: i rally. E’ il periodo in cui la specialità sta muovendo i primi passi e già le principali Case automobilistiche si stanno buttando a piene mani avendo intuito le vaste potenzialità di questo tipo di gare. Nel 1969 il
Giro della Provincia di Pavia riparte con un percorso duro e massacrante che vede la vittoria della Renault
R8 Gordini di Pietro Polese della Scuderia Piave ed immediatamente la manifestazione prende il volo sulle
ali dell’entusiasmo giovanile del gruppo. La prima conseguenza cittadina è la nascita della Scuderia Pavia
Corse che raggruppa tutti gli appassionati locali. L’anno successivo, il 12 aprile, si disputa la dodicesima edizione del Giro della Provincia che viene vinta da Giuliano Altoè anch’egli al volante di una R8 Gordini. Sono
sei gli equipaggi della Pavia Corse che partecipano alla corsa. La febbre sale e l’Automobile Club Pavia de-
cide di puntare più in alto grazie anche all’intervento delle Terme di Salice e di Bruno Fava, infaticabile promotore di tante manifestazioni salicensi. Il 15 aprile 1971 a Rivanazzano durante la riunione del Panathlon
Club Pavia, i rappresentanti della Commissione Sportiva dell’Automobile Club Pavia presentano alla stampa
una nuova manifestazione: il Rally Internazionale delle 4 Regioni.
La prima edizione si tiene dal 3 a 5 giugno 1971 con partenza da Pavia ed arrivo a Salice Terme. Il percorso
è lungo 1.600 km. e tocca oltre alla Lombardia, l’Emilia, la Liguria e il Piemonte. Le prove sono 16 con 22
controlli orari. Le strade vanno da pochi tratti in asfalto, stretti e tortuosi, a vere e proprie mulattiere nel cuore
dell’Appennino. Sono 59 le vetture al via e importanti i loro piloti. Dai nordici Lampinen e Davemport ai nostri
Ballestrieri, Trombotto, Barbasio, Paganelli e Bisulli. La corsa è durissima e solo in 17 vedono il traguardo.
La vittoria arride a Lampinen e Davemport con la Fulvia HF 1600 davanti ai compagni BallestrieriBernacchini ed a Barbasio-Sodano. Smania, Paganelli, Verini, Carello e Felcher sono invece costretti
all’abbandono mentre nella classifica cominciano apparire piloti come Ormezzano, Pittoni, Tacchini, Pelganta e Ceccato che faranno la storia del rallismo negli anni settanta. Fra i locali ottima la prova di Enrica Vistarini con la Citroen DS21 che chiude al 12° posto.
Alla seconda edizione del 4 Regioni in programma dal 2 al 4 giugno del 1972, aderiscono tutti i migliori piloti,
rilanciati anche dalla vittoria di Munari al Montecarlo di quell’anno. La Lancia porta a Pavia Sandro Munari
affiancato da Ballestrieri, Pelganta e Barbasio, mentre la Fiat schiera Paganelli, Trombotto, Verini, Pittoni,
Bacchelli, Smania e le triestine Tomiz e Mamolo. Decisi a ben figurare anche Carello, Cavallari, Tacchini,
Bacchelli e Taufer mentre tra i locali Enrica Vistarini, Ferrari Cunicolo, Brambilla, Bozzini e Baudini. Il percorso tiene fede alla sua fama: Oramala, Cencerate, Pietra Parcellara, Pradovera, sono prove terribili, con fondi
“scassamacchine” e molto impegnativi. Basta dire che dei 101 partenti solo 26 saranno all’arrivo di una gara
durissima e lunga ben 1.200 chilometri con 14 prove speciali. Alla fine vince Alcide Paganelli in coppia con
Ninni Russo sulla Fiat 124 Spider che precede le due Fulvia HF di Barbasio-Sodano e Pelganta-Maiga.
L’altra Fiat 124 di Trombotto è quarta davanti alla Fulvia privata di Tacchini. Ottimo il sesto posto delle triestine Tomiz-Mamolo con la Fiat 124 della 3 Gazzelle e della locale Enrica Vistarini settima. Costretti invece
al ritiro Amilcare Ballestrieri, finito a muro nel tentativo di superare un automobilista che voleva emularlo e
Sandro Munari per un giunto rotto mentre conduceva la gara. Fermi anche Verini, Smania, Pittoni e Cavallari.
La terza edizione in programma dall’8 al 10 giugno 1973 segna cambiamenti importanti, da Siro Pietro Quaroni neo eletto Presidente dell’ACI Pavia, all’arrivo dello sponsor Marlboro accanto alla Elf, in vista della validità per l’Europeo. Il percorso viene rinnovato e sono ben 114 gli equipaggi iscritti ad iniziare da Munari,
Barbasio, Ballestrieri, Pelganta, Verini e Trombotto. Il duello Fiat-Lancia è nel pieno della sua storia sportiva
ma anche la Opel con le Ascona preparate da Conrero, non è da meno. Questa edizione è segnata da una
pioggia battente ma soprattutto dalla rinuncia per una bronchite del “Drago” Sandro Munari. La prima tappa
ferma Trombotto, Ormezzano, Bobo Cambiaghi mentre Maurizia Baresi cappotta la sua Alpine e la Tomiz
blocca la corsa “infilandosi” con la sua 124 Spider in una voragine creata dal maltempo a Bettola. Cambia
completamente lo scenario al via della seconda frazione con il sole che, uscito nel pomeriggio, da a tutti la
voglia di “tirare” al massimo. La prova di Rocca Susella, ancora umida, diviene subito un campo di battaglia
con molte uscite di strada. Il più spettacolare è Dall’Ava che, dopo cinque capriole, “atterra” nel sottostante
tornante e riprende con la vettura assai malconcia. Anche Ballestrieri “vola” in una vigna e rimesso in strada,
riprende con tanta rabbia da recuperare il primato e la vittoria finale davanti a Verini, Bisulli, Pelganta e Bacchelli.
E’ primavera e il Rally 4 Regioni è pronto per la sua quarta edizione in calendario dal 31 maggio al 1 giugno
1974. Benedetto Pelliccioni, uno dei padri della manifestazione, ha lasciato Pavia ed il compito di gestire la
complicata macchina organizzativa resta nelle mani del solo Siro Pietro Quaroni che chiama a dirigere la
corsa Adolfo Rava. Oramai si tende sempre più favorire l’asfalto anche se la terra è ancora molta come molti
i partenti, ben 238, pur con la crisi energetica in atto. Si parte dal Castello Visconteo di Pavia e MunariMannucci aprono le danze con la nuova arma Lancia: la Stratos. La Fiat risponde con le 124 Abarth 1800cc.
fra cui un prototipo affidato a Pianta-Scabini. Esordisce anche una Beta Coupè Prototipo nelle mani di Pregliasco-Garzoglio mentre nutrita è la schiera delle Opel Ascona e Commodore di Conrero. Al via diverse
Porsche 2700, Alpine A110 ed un nugolo di vecchie Fulvia HF mentre tra le piccole le scattanti Simca Rally
2, Fiat 128 e A112. Oltre a Fiat e Lancia si presenta ufficialmente anche la Skoda che porta a Pavia due
120S affidate a Baffor-Cartotto e Paroli-Bondi ed una 110LS per Maggi-Rossi. Presenti tutte le maggiori
scuderia come 3 Gazzelle, Grifone, Jolly Club, Vaemenia, Rododendri, Piloti Senesi, Piave, Patavium, Giada
e Friuli. Munari parte all’attacco inseguito dalle Fiat di Bacchelli e Paganelli mentre Ballestrieri “fatica” a capire la Stratos. Dietro Verini, Bisulli e Pianta. Le Fiat attaccano con decisione fin quando la Lancia non da la
“sveglia” ai propri piloti che fanno finalmente valere le doti della Stratos conquistando il successo con Munari
ed il secondo posto con Ballestrieri. Per le Fiat 124 Abarth non resta che il terzo posto di Verini ed il quarto
delle fortissime Donatella Tomiz e Gabriella Mamolo. Quinta è l’Ascona di Chicco Svizzero davanti alle Fulvia HF di De Angelis ed Ambrogetti e all’altra Ascona di Presotto. Anche se il percorso è stato ridotto di molto solo 85 concorrenti terminano la corsa.
Nel 1975 la gara è in programma dal 30 maggio al 1 giugno e finalmente è valida per il Campionato Europeo
Rally. La Stratos diventa Alitalia, ritorna l’Alfa Romeo mentre il Jolly Club schiera una squadra fortissima e il
Prof. Quaroni assume anche la carica di Direttore di Gara diventando, fatto raro nella storia rallistica, responsabile di tutto. Altra novità assoluta è l’allungamento da 18 a 23 chilometri della “impossibile” prova di
Pradovera, la più temuta o amata di tutto il rally. La Lancia oltre alla Stratos per Munari-Mannucci, schiera
anche una Beta Coupè per Pregliasco-Sodano. La Fiat porta a Pavia le solite 124 Abarth per PaganelliRusso, Bacchelli-Scabini e Cambiaghi-Sanfront mentre Ballestrieri-Gigli e Svizzero-Masetto portano al debutto in questa gara le Alfetta GT ufficiali. Molta curiosità desta la presenza del belga Rouget con la Porsche, le grosse Opel Comodore di Conrero affidate a Presotto ed a Bray e l’insolita De Tomaso Pantera di
Pietro Polese. Al via sono in 166 e la prima prova speciale è subito da “brivido” con Munari che esce di strada e paga 4 minuti mentre Ballestrieri si ferma prima della discesa che porta al torrente Rile con la macchina
ammutolita. Al comando si porta De Eccher-Garzoglio con la Stratos Jolly Club mentre Munari, rimessosi in
strada, attacca con decisione portandosi in testa dopo che De Eccher paga 20 minuti ad un controllo. Da
quel momento è una corsa trionfale per Munari-Mannucci che vincono davanti alle Fiat 124 di Paganelli e
Cambiaghi mentre l’Alfetta di Chicco Svizzero è quarta.
Il 1976 porta la novità delle “Ronde”, prove di oltre 50 chilometri, quasi un circuito, che proietta il 4 Regioni
come riserva del Mondiale Rally. L’idea del vulcanico Prof. Quaroni farà scuola ma intanto dal 4 al 6 giugno
tutti i migliori si presentano al via di Salice Terme. Sono 137 i partenti e tre le nuove prove inserite nella corsa. La Fiat schiera le nuove 131 Abarth e Conrero porta un nugolo di Kadett GTE mentre le Alfa ufficiali sono
affidate alla gestione del Jolly Club. La Lancia cerca il tris con la Stratos-Alitalia di Pregliasco-Garzoglio e
quella Chardonnet del francese Darniche in lotta con lo spagnolo Zanini (Fiat 131 Abarth) per l’Europeo. Alle
17 di venerdì non si presentano in 21 al via fra cui Balestrieri e lo svizzero Carron mentre il tempo minaccia
pioggia che cade puntuale sulla prima prova. Dopo le prime cinque speciali il tempo si rimette al bello con
Pregliasco al comando davanti a Darniche e Cambiaghi.
La Pradovera aspetta tutti al varco con due tratti in asfalto misti a tanti chilometri in terra dove le forature la
fanno da padrone. Darniche esce incolume mentre molti “escono” di strada pagando il solito alto contributo
che si ripete sulla successiva prova del Cerro. Darniche è sempre primo davanti a Pregliasco mentre in terza
piazza “viaggia” Bianchi che però perde una ruota sul Giovà e si ferma così come Lucky, Ambivero e Tognana. Darniche guadagna sempre più terreno e va a vincere con disinvoltura davanti a un Bobo Cambiaghi
che le ha provate tutte per distruggere il suo 131 senza riuscirci. Sul gradino più basso del podio un’altra
Stratos quella di Tony-Mannini davanti alla Porsche Carrera di Brambilla-Bertocchi.
Va in programma il 3-4-5 giugno 1977 la settima edizione di questa gara oramai una delle più importanti in
Europa con 162 iscritti più i 72 del Trofeo A112. Come sempre sono presenti i migliori piloti come Pregliasco,
Pinto e Carello a cui vengono affidate le Stratos ufficiali Alitalia e il campione europeo Bernard Darniche con
la Stratos dell’importatore francese Chardonnet. La squadra Fiat schiera le 131 Abarth per Tony, Cambiaghi,
Ambrogetti e Verini mentre Conrero affida le sue Kadett a Ballestrieri, Ormezzano e Lucky. Pittoni e Trucco
portano in gare le Alfetta GTV. Della partita anche i portoghesi Salvi e Borges, i belgi Colsoul, Caro e Compere ed i monegaschi Pallanca e Zelioli. Le tappe come sempre sono due, una di 750 chilometri l’altra di 423
con le famose “ronde” di Cecima, del Penice e del Giovà. Fra i trofeisti con le A112 Abarth molti giovani piloti
tra cui Bettega, Tabaton, Pelganta e Lucio Guizzardi. Subito sono le Lancia Stratos a dominare con le 131
Abarth e le Kadett che hanno difficoltà a tenere il ritmo degli scatenati Pregliasco, Darniche, Pinto, Vudafieri
e Bellosta questi ultimi con vetture private mentre presto abbandona Tony Carello con la Stratos-Alitalia. Ma
è ancora la Pradovera a dare il responso più duro con Ballestrieri costretto al ritiro e Rinaldo Brambilla che,
in panne con la sua 124, viene investito da un concorrente ed il rally si spacca in due per soccorrere il pilota
pavese. Sul Passo del Cerro Darniche sferra il proprio attacco mettendo nuovamente l’ipoteca sulla corsa
che si concretizza nella speciale di Travo dove anche Lele Pinto è costretto al ritiro. Al termine della prima
tappa sono rimasti in 73 che si assottigliano ulteriormente con il forfait di Verini, Tony, Vudafieri, Genzone e
molti privati locali tra cui Alberti, Malinverno, Renati, Negrini, Scattolon e Faravelli. Le “ronde” sono molto
lunghe ed impegnative ma per Bernard Darniche tutto è facile con Pittoni, Ormezzano, Pregliasco che tentano vanamente di attaccarlo. La gara volge al termine e in corsa sono rimasti solo in 46 con Darniche-Mahe
che centrano il secondo successo consecutivo con l’azzurra Stratos-Chardonnet davanti a Pregliasco-Reisoli
e Ormezzano-Tesio con il Kadett. Quarti Pittoni-Zapia con l’Alfetta precedono le Kadett di Cerrato-Cerri e
Quaiciari-Lavazza. Con la seconda tappa prende avvio anche il Trofeo A112 con Attilio Bettega che vince
davanti a Turetta.
Nel 1978 la gara viene anticipata al 19 maggio con ben 192 iscritti più una sessantina nel trofeo A112.
Il tempo inclemente costringe gli organizzatore a far “saltare” due prove mentre molte sono zeppe di frane e
buche. Fra le vetture più attese oltre alle solite Stratos e 131 anche la Vauxhall Chevette di Sclater-Holmes e
la Stratos di Billi Colemann. Il percorso cambia notevolmente e “spariscono” tutte le prove emiliane compresa la temuta Pradovera. Anche la prova d’apertura non sarà più la mitica Nazzano ma Oramala. La battaglia
è subito aperta dalla lotta fra Carello e Bettega con le Stratos, Tony e Verini con le 131, Pregliasco con
l’Alfetta GTV e Ormezzano con la Opel Kadett. Nel gruppo 1 scontro fra la Ford Escort di Presotto-Sghedoni
e la Kadett di Cerrato-Guizzardi. Nella lunga e difficile prova del Giovà si ritirano Ormezzano e Sclater mentre Coleman “chiude” con il 131° tempo. Al Penice attaccano Pregliasco, Leo Pittoni e Verini ma Tony e Carello viaggiano sempre appaiati al comando della classifica. Al termine della prima tappa il rally vede al comando la 131 Abarth di Tony-Scabini che aumenta subito il vantaggio nella ripetizione di Oramala all’inizio
del secondo giro. Si fermano su questa prova Coleman, Ceccato ed i locali Malinverno e Saporiti. Carello
sferra il proprio attacco al leader mentre danno l’addio alla corsa Del Zoppo con l’Alfasud TI e Noberasco
con il Kadett. La prova del Giovà è fatale a Tony che vede sfumare un possibile successo per un guasto
meccanico. Attilio Bettega fa il miglior tempo davanti a Vudafieri mentre abbandonano Antonella Mandelli
con la 131 e Ferrari-Danesi con la Porsche. Sul secondo passaggio di Rocca Susella in piena notte, Bettega
ottiene il miglior tempo precedendo Vudafieri e Carello mentre impressionano le Simca Rally 2 di Bentivogli,
Prandini e Negrini che si mettono alle spalle vetture più potenti come Stratos e 124 Abarth. Al termine della
tappa sono tre le Stratos al comando con Carello, Bettega e Vudafieri davanti alla 131 di Verini ed alla sorprendente Kadett di Cerrato. La seconda tappa comprende 15 prove ma non cambia nulla con Carello sempre primo che capisce d’aver la vittoria in tasca dopo la prova di Castellaro quando anche Attilio Bettega è
costretto a fermarsi. Nel frattempo si scatena Mauro Pregliasco con l’Alfetta che infila una serie di vittorie che
lo portano sul gradino più basso del podio alle spalle di Vudafieri. Carello centra una vittoria meritata, costruita nel momento topico della corsa grazie anche alla durezza di questa gara che come al solito, dopo tre
giorni di lotta ha lasciato per strada tanti validi piloti. Questa edizione del 1978 segna anche la quinta vittoria
consecutiva della Lancia Stratos nel rally pavese.
Sono duecento più i quarantatre del Trofeo A112 gli iscritti dell’edizione del 1979 in programma dal 18 al 20
maggio che, pur avendo Salice Terme come centro logistico, vedrà la partenza dall’Iper di Montebello, nuovo
mega centro commerciale dell’Oltrepo. A contendersi la vittoria sono in molti con le immancabili Stratos di
Tony-Mannini, Tabaton-Rogano, Bagna-Sanfont ed Anna Cambiaghi-Vittadello super favorite davanti allo
squadrone Fiat che dispone delle 131 Abarth per Bettega-Perissinot, Lucky-Pons e Paseti-Pirollo oltre agli
spagnoli Zanini-Petisco assistiti direttamente dalla casa.
Molte le Porsche con Wittmann, Cardavot, Bellosta, Pasutti, Pallanca, Achilli, Pantaleoni, Torchio e Crucitti,
le Ascona con Verini e Kleint, le Ford Escort con Coleman, Hainbach e Presotto, l’Alfetta GTV di Pregliasco
oltre alle Opel Kadett di Cerrato, Tchine, Borges e Zandonà.
Alle ore 20,01 la Stratos Piave Jolly Club di Tony lascia la pedana di partenza dell’Iper Montebello per
affrontare le due tappe con 30 prove speciali di questa nona edizione. Sulla prima prova, Pozzolgroppo, Tony prende subito il comando davanti alle sorprendenti Opel Conrero di Cerrato e di Verini che precedono la
131 di Zanini e la gemella della 4 Rombi di Lucky-Fabrizia Pons. Su questa prova d’apertura si contano già
una dozzina i ritiri mentre nella seconda, Rocca Susella, la gara viene momentaneamente sospesa per la
rovinosa uscita dei pavesi Bernini-Mazzi. Sulla stessa prova si arrendono anche Tabaton, Bagna, Furini ed
altri sette. Tony vince anche a Oramala ma a Castellaro si registra la prima vittoria Fiat con Bettega che fa il
bis sulla successiva speciale. Sulla lunga prova del Giovà Tony si riprende la vittoria mentre altri dieci tornano a casa. A questo punto la corsa si infiamma con Bettega e Zanini che stringono la Stratos di Tony come
in una morsa. Al termine del primo giro sono rimasti in 118 e alla ripetizione di Pozzolgroppo si ferma la Stratos di Anna Cambiaghi mentre si registra la vittoria delle 131 Abarth di Lucky e Bettega con quest’ultimo che
si ripete a Castellaro. Sulla prova successiva il colpo di scena con Tony e Lucky che si devono fermare mentre la prova viene vinta dagli iberici Zanini-Petisco. La tappa termina con Bettega primo davanti a Zanini e
Cerrato. A causa del troppo pubblico viene annullata la prova del Giovà ed il controllo del Passo del Brallo.
In una seconda tappa più breve, Battega parte all’attacco mettendosi dopo poche prove in sicurezza per portare alla Fiat una prestigiosa vittoria. Le ultime speciali non cambiano nulla e sulla pedana di Salice la vittoria
non sfugge alla 131 Alitalia di Bettega-Perissinot che precede Zanini-Petisco e Opel Kadett di CerratoGuizzardi.
La decima edizione, in calendario il 15-16-17 maggio 1980, verrà ricordata per la meteora Alberto Alberti e
per il massimo coefficiente nel Campionato Europeo. L’edizione del decennale si annuncia memorabile e
molto impegnativa con una lunga cavalcata da Salice fino a Salsomaggiore per i 173 iscritti di cui ben 25 sono piloti prioritari. Ancora prima del via l’Alfetta Turbodelta n. 1 di Pregliasco lamenta problemi al cambio risolti dai bravi meccanici quasi sulla pedana di partenza. Della partita fanno parte i forti francesi BeguinLemme con la verde Porsche 911, Tony-Rudy e Cerrato-Guizzardi con le Opel Ascona, Coleman-Meiohas e
Presotto-Shedoni con le Ford Escort, Bacchelli-Fassina con la Porsche 911, Verini-Mannini con la seconda
Alfetta Turbo, Vudafieri-Mannucci e Lucky-Pons con le Fiat 131 Abarth. Nico-Barban portano in gara la Ferrari 308 GTB. Prima del via arriva la notizia che oltre i 1.000 metri nevica. Subito sulla prima speciale si ferma il monegasco Tchine mentre Cunico “decolla” con la sua Stratos su di un dosso e Gerbino cappotta la
sua Talbot Lotus distruggendola. La prova viene vinta da Fabrizio Tabaton con la Stratos-Grifone mentre secondo è il francese Beguin. La terza prova va a Pregliasco a pari merito con un giovane sconosciuto Alberto
Alberti in gara con la sorella Maddalena su una Stratos privata. Tutti si guardano in faccia e si chiedono chi
sia questo giovane pavese che combatte alla pari con i “professionisti”. Mentre tutti si interrogano Alberti si
porta al comando della gara mettendosi alle spalle Tabaton, Pasetti, Lucky e Cerrato.
Beguin è settimo e Bacchelli perde un sacco di tempo sul Giovà. A Casoni continua il dominio dei fratelli Alberti con Cerrato secondo, Tabaton terzo e Beguin quarto. Al parco assistenza di Salsomaggiore la classifica vede Alberti al comando davanti a Beguin e Tabaton, Cerrato, Vudafieri e Lucky, Tony, Pasetti, Verini e
Pregliasco. La notte è sempre più fonda e dopo il riordino di Salsomaggiore alla prima prova completamente
in terra, Vianino, perde il comando Alberto Alberti che non ha pneumatici adatti e poca dimestichezza con
questo tipo di fondo. Vince Tony davanti a Bacchelli e Beguin. Le successive prove tutte in terra sono un
calvario per Alberti che precipita oltre il decimo posto. Anche la Stratos di Tabaton va male e Beguin da la
zampata balzando al comando. Con il ritorno all’asfalto ritorna anche Alberto Alberti che vince due prove di
fila. E’ decisamente il più veloce su questo fondo ma sull’ultima prova prima della conclusione della prima
tappa, il giovane pilota oltrepadano commette un errore uscendo di strada. A questo punto è Beguin al comando davanti a Tony, Lucky, Tabaton e Cerrato. Dopo 600 chilometri tutta Salice parla dei giovani figli di
Giovanni Alberti, noto pilota ex Campione Italiano di velocità. Alberto e Maddalena sono i nuovi idoli dei tifosi
ma purtroppo per Alberto questa gioia è come un soffio di vento che lo porterà via per sempre qualche mese
dopo durante le prove del rally Colline di Romagna.
La corsa riprende con 88 superstiti ed una forte nevicata sul Giovà. Le prove proseguono con Tony che abbandona e Beguin-Lemme che alla fine conquistano la vittoria davanti alla Stratos di Tabaton ed alla 131 di
Vudafieri.
La novità maggiore del 1981 è la nascita del Circuito di Cecima che permetterà agli spettatori di seguire ancora più da vicino, quasi come in pista, il rally. Iscritto a calendario dal 13 al 17 maggio, il 4 Regioni presenta
le solite due tappe, una di 601 chilometri la seconda di 551. Nell’insieme sono due grandi circuiti da percorre
per due volte in ogni tappa con la scalata del Pian dell’Armà, Passo del Giovà e del Brallo. Un attento calcolo dice che sono circa 400 mila gli spettatori che assistono a questo rally. Grosso interesse le Ferrari 308
GTB preparate da Michelotti per Anduet-Emanuelli, Pregliasco-Mannini e Liviero-Spollon.
Si entra subito nel vivo della gara con Fabrizio Tabaton con la Stratos della Grifone che mette tutti in fila sulla prima prova dove si registra l’uscita di strada di Cunico con la Ford Fiesta ufficiale. Nella seconda speciale
è Pregliasco in più veloce che passa al comando della gara. Andruet, Lucky, Tony, Tabaton, Beguin seguono nell’ordine mentre si arrende l’Audi Quattro ufficiale di Cinotto. L’umido mette in difficoltà molti piloti fra cui
Giovanni Alberti, tornato coraggiosamente in gara dopo la scomparsa del figlio. Andruet abbastanza polemico sin dal via per il fondo stradale, porta la sua Ferrari 308 al secondo posto dietro Pregliasco ma viene fermato dai Carabinieri per un sorpasso azzardato in trasferimento che gli costa 2 minuti al controllo successivo. Pur arrabbiato, il francese vince la prova di Ottone ma il rally è sempre nelle mani di Pregliasco con la
Ferrari gemella. Grande lotta nel gruppo 1 fra Bigo, Bentivogli e Cassinis. Nel tratto ligure le due Ferrari lamentano guai meccanici e di gomme tanto che Lucky vince la prova e passa in testa al rally seguito dal
compagno di squadra Tony con le Opel mentre Tabaton è terzo con la Stratos. Nel proseguo della tappa si
registrano l’uscita di strada di Cerrato-Guizzardi che perdono 4 minuti e il ritiro della Mercedes di Bohne per
un guasto meccanico. La prima tappa si chiude senza altri colpi di scena con Lucky-Penariol in testa. Dopo il
parco assistenza si riparte e Tabaton “vola” fuori strada mentre le due Ferrari recuperano. Alla sedicesima
prova colpo di scena: Lucky è fermo. In testa passa Tony inseguito da Pregliasco. Fuori anche Liviero e
Busseni. La prima tappa termina con Tony davanti a Pregliasco, Biasion, Andruet e Vudafieri.
Dopo qualche ora di riposo i 54 superstiti riprendono il cammino con Pregliasco che supera Tony mentre
Andruet si scatena vincendo ben nove speciali di fila sorpassando Biasion prima e Tony dopo portandosi alle
spalle di Pregliasco. A Pometo le Ferrari sono in testa alla corsa. Il rally viene interrotto perché due sprovveduti residenti vogliono entrare in prova con una A112 ed un autocarro. Andruet sale addirittura sul camion
con l’intento di spostarlo poi tutto rientra e il rally riprende. Andruet è sempre più veloce e Pregliasco deve
difendersi strenuamente. Arriva il circuito di Cecima dove una folla enorme è assiepata dopo aver pagato,
per la prima volta nella storia di un rally, il biglietto d’ingresso. Le squadre posizionano uomini e meccanici
lungo i 52 chilometri e subito Anduret attacca Pregliasco che sembra essersi impagliato. Il francese si avvicina rabbiosamente, raggiunge fisicamente Biasion che si fa da parte e chiude vittorioso il rally per soli 5”
sull’italiano. Stremato Jean Claude Andruet è felicissimo mentre Pregliasco è abbastanza deluso anche se le
due Ferrari 308 GTB conquistano il primo ed il secondo posto. Terzi Tony-Rudy con l’Opel Ascona 400 di
Conrero precedono la gemella semi privata di Biasion della Hawk Rally mentre le Fiat 131 Abarth Jolly di
Vudafieri e quella ufficiale di Cerrato-Guizzardi seguono. In fondo al rally si è corso il Trofeo A112 dove la
vittoria è andata al giovane romagnolo Paolo Fabbri.
Sono le 22 di giovedì 20 maggio 1982 quando parte la dodicesima edizione del 4 Regioni dentro al quale il
patron Siro Pietro Quaroni ha raccolto ed inserito nei 1.100 chilometri del percorso tutte le caratteristiche più
impegnative delle passate edizioni. I tempi sono però cambiati, è finita l’epoca del rallismo eroico, ora il professionismo impera tanto che i concorrenti chiedono di togliere alcuni tratti pericolosi, tra l’altro sempre accettati negli anni passati. Oramai è il rally che si deve adattare alle macchine e non viceversa. E’ l’inizio e la
fine di un’epoca. Dopo alcuni tentennamenti l’organizzatore accetta questa imposizione in un ambiente ancora scosso dal dramma di Attilio Bettega in Corsica. Sono in 102 gli equipaggi che affrontano questa dodicesima edizione con “Lucky” Gigi Battistoli su Ascona 400 che vince subito davanti alle Stratos di Tabaton e
di Cerrato che vince la seconda speciale davanti a Battistoli, Biasion e Tognana. Nel successivo trasferimento Cerrato è però costretto all’abbandono. La lotta si accende tra Tognana con la Ferrari, Biasion e Tony con
l’ Ascona. Dopo il riordino si riprende con Tognana che si ferma e Battistoli che si riprende il comando parando gli attacchi di Zanussi con la 037 e Tony con l’Ascona 400 mentre si ferma Tabaton. Alla fine Gigi Battistoli e Fabio Penariol centrano questo importante successo precedendo Tony-Rudy e Biasion-Siviero tutti
con le Opel di Conrero.
Al 4 Regioni hanno sempre vinto i migliori piloti con le migliori macchine ed anche l’edizione del 1983 in programma dal 12 al 15 maggio non si stacca dal copione. Alle 22,01 la Ferrari 308 di Tony-Redaelli lascia Salice Terme per dare il via ad una nuova edizione spettacolare di questa corsa. Sulla Pozzolgroppo zeppa di
tifosi è la Lancia 037 Wurth di Tabaton-Tedeschini a vincere davanti alle 037 di Capone, Biasion e Cunico.
Per Virgilio Conrero e le sue nuove Opel Manta la partenza è in salita con addirittura Lucky-Rudy costretti al
ritiro sulla seconda speciale. Cunico, Capone, Biasion, Tabaton e Cinotto si danno battaglia ma è la prova
del Giovà a dare il primo responso con Capone-Pirollo fermi e Cunico-Bartolich che restano senza luci. La
testa viene presa da Biasion davanti a Tabaton, Cunico e Zanussi. Alla termine del primo giro mentre
l’albeggia, Biasion è sempre primo con Zanussi a oltre 1 minuto e Cinotto terzo. Fuori gara Tabaton mentre
si distinguono Caneva con la Citroen Visa, Tony e Giordano con le Ferrari, Noberasco e Bentivogli con le Alfetta. Alla ripetizione del percorso Biasion, Zanussi e Cerrato menano sempre le danze con Caneva che abbandona e Ormezzano la cui Alfetta fuma vistosamente. Il Giovà è nuovamente decisivo con Cunico che
“sbatte” e Cerrato che passa Cinotto. Tutto procede senza colpi di scena fino a Zavattarello dove Zanussi
esce di strada e consegna a Biasion la leadership. Il pilota della 037 vince il primo giro della Ronde di Cecima lasciando a Cerrato la seconda. La seconda tappa riparte con i 43 equipaggi rimasti e la musica non
cambia ad eccezione di Noberasco che sulla Rocca Susella capotta la sua Alfetta. Biasion continua suo dominio nelle prove successive mentre alla ripetizione della Ronde di Cecima, la Ritmo di Mattiazzo “vola” fuori
strada ferendo alcuni spettatori. Il rally viene sospeso e la vittoria va a Biasion-Siviero con la 037 Jolly-Totip
che precedono la Manta di Cerrato-Cerri e l’altra 037 Tre Gazzelle di Cinotto-Cresto.
In coda al rally nel Trofeo A112 è Cannobbio a prevalere su Torricelli.
Passa un altro anno e il 4 Regioni si presenta sulla scena il 18 maggio.
Non mancano le polemiche per il poco riposo concesso tra le due tappe ma questa volta Siro Pietro Quaroni
tira dritto. Sul Ponte Vecchio di Pavia sono in sessantasei a prendere la partenza e già dopo la prima prova
si capisce che solo la nebbia potrà rallentare Adartico Vudafieri e la sua Lancia Rally del Jolly Club. Il solo
Dario Cerrato con la Manta cerca di tenere il passo sfruttando il maltempo ma il divario è troppo. Dietro Lucky con la Ferrari, Tony con la 037, Cunico sulla Porsche Turbo e Lupidi con la R5 Turbo tengono il passo.
Sulla Oramala esce di strada Lupidi; la vettura prende fuoco ed il navigatore Monanesi finisce all’ospedale
con una mano bruciata. La corsa riprende con Del Zoppo e la piccola Samba Rally sugli scudi mentre il copione ai vertici non cambia. Un muro di nebbia si abbatte sulla prova di Zavattarello e le 037 vanno in crisi
mentre Lucky sbaglia strada finendo fra le galline di una cascina perdendo parecchio tempo. Cerrato passa
al comando con Vudafieri incollato ed un Del Zoppo sempre spettacolare. Cunico supera Tony e Lucky ma
sul Giovà è ancora la Manta 400 di Cerrato a vincere. A Ponte Organasco diminuisce la nebbia e Vudafieri
riprende il suo ritmo ma deve restare alle spalle di uno scatenato Dario Cerrato che chiude al comando la
prima tappa. Si riparte con l’ennesimo testa a testa fra Cerrato e Vudafieri che infila ben sei successi ritornando primo. Per Vudafieri è oramai una formalità ed a Salice Terme coglie la vittoria davanti a Cerrato ed a
uno spettacolare Del Zoppo.
La fine si avvicina e nel 1985 per vari problemi il 4 Regioni non viene disputato fra polemiche accese e speranze deluse.
Dopo un anno di sosta il rally si ripresenta sulla scena. E’ il 31 maggio 1986 e tra la folla delle grandi occasioni è nuovamente il Ponte Vecchio sul Ticino di Pavia a dare il via ai 55 partenti. L’uomo da battere è Federico Ormezzano, funambolo biellese che porta in gara la Toyota Celica ufficiale. A contendergli il successo
mancano tutti i grandi nomi e solo i piloti locali sembrano in grado di impensierirlo .La prima prova vede la
037 di Zavattoni-Grisoni spiccare il miglior tempo davanti alla Talbot Samba di Romeo Deila ed alla Opel
Manta di Furini entrambe iscritti i gruppo B. All’attacco di Zavattoni risponde il locale Filippo Musti che si aggiudica tre prove di fila portandosi al comando della corsa. Sulla quinta speciale abbandona Zavattoni men-
tre Musti continua a menare le danze ipotecando la vittoria finale. Sulla nona speciale sale in cattedra Ormezzano che stacca il miglior tempo a pari merito con Deila ma davanti a Furini, Fiori Russolo e Cortella. Filippo Musti sente il peso del comando tanto che nella prova di Pietagavina commette un errore ed esce di
strada buttando al vento la vittoria nel rally di casa. La testa della corsa viene presa dalla Manta di Furini con
Ormezzano in seconda posizione. Nelle prove successive Deila ed Ormezzano spiccano lo stesso tempo
mentre il pavese Furini denuncia problemi alla frizione e si ritira. Federico Ormezzano balza al comando e
nell’ultima prova, la mitica Cecima con il secondo tempo dietro alla Golf di Russolo-Grassi fa finalmente suo
il 4 Regioni.
Da quel 1 giugno 1986 il Rally 4 Regioni è entrato nella storia e con l’uscita di Siro Pietro Quaroni
dall’Automobile Club di Pavia nell’estate 1999 si chiude definitivamente la favola meravigliosa di questo rally
lungo 4 Regioni.
Fulvio Negrini
Foto inedite di Ugo Pasini
Foto dal sito ACI Pavia