La sfida dell` innovazione lo sviluppo dell` ITC e i modelli
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La sfida dell` innovazione lo sviluppo dell` ITC e i modelli
collana editoriale di: L’orizzonte della Cooperazione Europa 2020 “Conferenza economica” Bologna, 26 marzo 2015 ESTRATTO: La sfida dell’innovazione: lo sviluppo dell’ICT e i modelli organizzativi per le reti del futuro, a cura di Pricewaterhouse Italy, coordinamento Massimo Pellegrino –1– titolo: L’orizzonte della Cooperazione Europa 2020 “Conferenza economica” Bologna, 26 marzo 2015 © le MAPPE 2015 di LEGACOOP Emilia-Romagna www.emilia-romagna.legacoop.it © Format Edizioni Bologna 2015 www.format.bo.it Curatore editoriale: Beppe Feltrin [email protected] ISBN: 9788896156810 Bologna, marzo 2015 INDICE VOLUME CARTACEO Introduzione: lavorare per il riposizionamento delle cooperative: alcune chiavi di lettura dei materiali ................................................ pag. 5 La situazione attuale, a cura di Aldo Perrella , Responsabile Ufficio certificazioni e Bilanci Legacoop nazionale ..... » 9 La cooperazione tra il “non più” e il “non ancora”, di Guido Caselli, Direttore Ufficio Studi Unioncamere Emilia-Romagna ...................... »20 Considerazioni per una riflessione sul rapporto cooperazione territorio in Emilia Romagna, a cura di CAIRE, Cooperativa Ingegneri ed Architetti di Reggio Emilia, coordinamento Giampiero Lupatelli.................................................. »68 Considerazioni sulle opportunità, le esigenze e i rischi del co-housing e dell’housing cooperativo, a cura di CAIRE (Ricerca commissionata da Legacoop e Confcooperative dell’Emilia Romagna)........................................... »103 Alla ricerca del valore. Orientamenti delle politiche industriali regionali in una fase di transizione, di Silvano Bertini............................................................................... »118 Il Welfare sociale e socio-sanitario italiano: crisi di policy o crisi dei modelli di impresa? Quali spazi di mercato inesplorati? di Francesco Longo e Francesco Petracca, CERGAS, Università Bocconi............................................................. »129 La sfida dell’innovazione: lo sviluppo dell’ICT e i modelli organizzativi per le reti del futuro, a cura di Pricewaterhouse Italy, coordinamento Massimo Pellegrino .................................................. »150 La sfida dell’innovazione: lo sviluppo dell’ICT e i modelli organizzativi per le reti del futuro a cura di Pricewaterhouse Introduzione Il network PwC è l’organizzazione internazionale di servizi professionali alle imprese. L’obiettivo del network è creare valore per i clienti e produrre vantaggio competitivo per le loro attività facendo leva sui valori dell’integrità e della qualità dei servizi offerti. PwC opera in 157 paesi nel mondo con oltre 184.000 professionisti di cui circa 3.400 presenti in Italia in 21 città. Il documento è suddiviso in 3 sezioni: la prima sezione è dedicata all’analisi dei megatrend, ovvero, le tendenze di sviluppo macroeconomico globale che hanno impatto sugli affari, sull’economia, sulla società, sulla cultura e in generale sulla vita delle persone, contribuendo a costruire una plausibile visione del mondo futuro e della sua evoluzione e del loro impatto sui modelli di business e organizzativi delle imprese. La sezione riporta esempi di aziende che hanno saputo ben rispondere alle sollecitazioni dei trend globali e attraverso nuovi approcci organizzativi e nuovi modelli di business hanno sfruttato al meglio le tecnologie dell’informazione e hanno conosciuto una crescita esponenziale del fatturato negli ultimi anni. La sezione inoltre riporta interessanti indicazioni in merito alle percezioni dell’impatto dei trend globali sulle aziende dei principali settori di riferimento delle cooperative afferenti a Legacoop, in merito all’andamento del mercato e ai modelli organizzativi e di business. Infine introduce i fattori ambientali che impattano positivamente sull’attività delle aziende e presenta la situazione attuale dell’Emilia Romagna e della Provincia di Reggio Emilia. La seconda sezione è dedicata all’analisi delle tre direttrici strategiche di Legacoop per i prossimi anni ovvero l’innovazione tecnologica, l’internazionalizzazione e l’efficientamento. In merito all’innovazione tecnologica la sezione evidenzia come le aziende per competere sui mercati nazionali e internazionali non solo devono essere aggiornate sulle innovazioni tecnologiche che hanno un maggiore impatto sul loro settore, ma è anche indispensabile che utilizzino la tecnologia per offrire prodotti migliori, per ottimizzare i processi produttivi, per cambiare i modelli di business, per tutti e tre gli obiettivi; riporta vari esempi di come le innovazioni tecnologiche siano state implementate da alcune importanti imprese dei principali settori di riferimento di Legacoop; evidenzia i fattori abilitanti allo sviluppo dell’innovazione tecnologica a livello territoriale. In merito all’internazionalizzazione si riporta l’andamento economico dei vari settori afferenti a Legacoop, si mette in evidenza come il nostro panorama commerciale non può più limitarsi ai confini del nostro Paese ma va concepito come aperto al mondo intero, si evidenzia come l’internazionalizzazione sia strettamente correlata alla componente dimensionale e al rafforzamento delle competenze del personale delle aziende. Infine si evidenzia la rilevanza dell’ innovazione e l’efficientamento dei processi produttivi o distributivi per competere in termini di qualità ma anche di costo per stare al passo con il cambiamento e come la stessa Legacoop debba rendersi protagonista in tal senso sia semplificando ed efficientando il modello attuale – 150 – caratterizzato da un ridondante numero di strutture, sia rafforzando il ruolo dei Centri servizi. Infine la terza sezione è dedicata proprio alle opportunità offerte da questo nuovo modello di Centri servizi non solo finalizzato all’efficientamento organizzativo e dei costi ma anche di supporto all’implementazione delle direttrici strategiche di internazionalizzazione ed innovazione. Il mondo domani: Megatrends e modelli di business I megatrends L’assunzione di decisioni strategiche per i prossimi anni deve partire dall’analisi dei megatrends, ovvero delle tendenze di sviluppo macroeconomico globale che hanno impatto sugli affari, sull’economia, sulla società, sulla cultura e in generale sulla vita delle persone, contribuendo a costruire una plausibile visione del mondo futuro e della sua evoluzione e dal loro impatto sui modelli di business e organizzativi delle imprese. La capacità di anticipare i trend e di comprendere le dinamiche in atto diverrà un fattore differenziante per l’impresa. Identificare e abbracciare le tendenze globali legate a questioni fondamentali (come cambia il mondo per le imprese? Quali saranno i nuovi trend nei prossimi anni? Come muteranno i mercati?) sarà la chiave per costruire aziende di successo. Le principali università, società di consulenza ed esperti convergono nell’includere i seguenti tra i principali megatrends che maggiormente impatteranno sui processi di crescita e di sviluppo economico nei prossimi anni: Instabilità globale La scena globale è caratterizzata da una situazione di instabilità che colpisce i mercati finanziari. In Italia, la pressione fiscale mina la stabilità finanziaria e la ripresa dell’economia. La storia illustra l’importanza della stabilità politica e del contesto competitivo generale nel rafforzare la crescita economica e l’attrazione degli investimenti esteri. Secondo una stima SACE2 la perdurante fragilità dei mercati internazionali costa all’Italia circa 36,6 miliardi di euro, in termini di mancato export, di cui 17 miliardi derivanti da crisi geopolitiche, 11 miliardi da crisi economiche e 8 miliardi dalla sola crisi russa. Cambiamento demografico Con una popolazione globale che ha recentemente superato i 7 miliardi, il cambiamento demografico è un fattore chiave per i governi, le istituzioni finanziarie e le imprese. Il tasso di fertilità in diminuzione corrisponde a modifiche negli stili di vita. Nel 2020 la quota di popolazione tra i 15 e i 34 anni (Generazione Y) sarà quasi il 35 % della popolazione e oltre il 60% di essi vivrà in India e Cina. Questo mercato è composto da soggetti nativamente digitali, permanentemente connessi, che desiderano prodotti fortemente personalizzati e verdi. Nel 2020 il 15% della popolazione mondiale sarà di ultraottantenni (20% nel 2050). In Europa tale quota sarà il 26%. Questo mercato desidera prodotti legati alla salute ed al benessere, al comfort, alla semplicità d’uso, in generale connessi ai servizi alla persona3. Cambiamento sociale e comportamentale Il cambiamento sociale e comportamentale di individui e comunità di tutto il mondo è dovuto all›impatto combinato di urbanizzazione, aumento della ricchezza, migrazione, e comunicazione digitale. La consapevolezza di questo cambiamento è importante perché è fondamentale per affrontare mercati oramai globali, modificare e creare nuovi modelli di business ed è sfidante per le strutture politiche e sociali esistenti. È in atto un forte processo di concentrazione abitativa nelle città. Mentre le economie urbane si sviluppano, è probabile che il loro consumo di risorse aumenterà. In tal senso sarà importante una gestione più intelligente e sostenibile delle – 151 – città, in relazione alle reti energetiche, alla mobilità, agli edifici. Nei prossimi anni ci sarà a livello mondiale una crescita della classe media guidata da un aumento dei redditi nelle economie emergenti, in particolare India e Cina. Entro il 2040, si prevede che questo segmento della popolazione globale raggiungerà i 5 miliardi di persone, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2010. In Asia si è anche verificato un aumento delle persone ad alto reddito, di conseguenza i maggiori mercati per gli articoli di lusso si stanno muovendo verso l’Oriente e il Sud del mondo. Infine, la mobilità del lavoro è in aumento e ora come in futuro sarà sempre più importante individuare e trattenere i talenti con le competenze adatte a supportare la crescita e la competitività delle aziende. I fattori più importanti per l’attrazione di nuovi talenti sarà la garanzia di progressione di carriera, standard di vita elevati, stipendi competitivi e programmi di formazione e sviluppo. Cambiamento tecnologico, tecnologie digitali e mobile, ricerca e sviluppo tecnologico, innovazione. Negli ultimi 200 anni, la tecnologia ha cambiato la società in modi imprevedibili. Si tratta di un processo continuo che comporta il cambiamento nei comportamenti dei consumatori, un significativo miglioramento della vita delle persone e, se da un lato genera nuove imprese, dall’altro è causa del fallimento di quelle che non si adattano alle nuove tecnologie. Gli investimenti in ricerca e sviluppo costituiscono un prerequisito per la crescita tecnologica di un paese e delle sue imprese. I paesi più avanzati garantiscono investimenti in R&D per creare una massa critica di competenze a livello paese. L’Italia investe solo l’1,27% del PIL in ricerca a fronte del 3,36% della Corea del Sud. In Cina, la spesa in ricerca e sviluppo, in proporzione al PIL, è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni. Non a caso oggi l’Asia è al centro dell’innovazione tecnologica e il numero di aziende tecnologiche asiatiche nella top 20 globale è aumentato dal 9% al 14% tra il 2005 e il 2009. I principali settori della tecnologia che stanno trasformando l’economia globale sono: l’High Performance Computing, il Big Data, l’Internet of Things, l’Intelligenza Artificiale, la Robotica, le nanotecnologie e le biotecnologie, le tecnologie per la salute e la scienza dei materiali. Nel futuro la connettività sarà principalmente wireless, aumenteranno i dispositivi disponibili, la loro interconnessione e la capacità di elaborazione. L’Internet of Things collegherà ogni oggetto o persona in una rete globale integrata. Miliardi di sensori sono già stati collegati a risorse naturali, linee di produzione, reti elettriche e logistiche, flussi di riciclaggio e inseriti in case, uffici, negozi, veicoli e persino essere umani: grazie a essi, un’ingente massa di dati (Big Data) può essere convogliata nel sistema nervoso di una rete globale. Ad essa si accompagna un nuovo processo di produzione manifatturiera, l’Additive manufacturing o “stampa 3D”. Si tratta di hardware e software, spesso open source, che indirizzano plastica fusa, metallo fuso, o altre materie prime all’interno di una stampante, per formare livello dopo livello, un prodotto materiale, un oggetto che esce dalla stampante completo in tutte le sue parti, anche quelle mobili. Queste stampanti vengono già utilizzate per produrre gioielli, parti di aerei, protesi umane ed altro4. L’ulteriore sviluppo della banda larga in termini di ampiezza e disponibilità influenzerà nuove generazioni di applicazioni e servizi. Crescerà l’utilizzo di tecnologie oggi emergenti legate ai nanomateriali, all’elettronica flessibile, ai laser, ai materiali “intelligenti” e così via. L’uso di veicoli elettrici a 2 e 4 ruote aumenterà irreversibilmente erodendo la quota della mobilità tradizionale e saranno necessarie la realizzazione di nuove infrastrutture e l’identificazione di nuove soluzioni tecnologiche. Aumenterà l’utilizzo dell’automazione industriale, il ricorso a tecniche di intelligenza artificiale e robot intelligenti. La produzione sarà sempre più rapida, efficiente e sostenibile. – 152 – Rafforzamento del capitalismo di stato La crisi finanziaria ha dato luogo a un maggiore intervento dello Stato in molti paesi del mondo e ha rafforzato la convinzione tra alcuni paesi emergenti che il capitalismo di mercato dell’Occidente non è il modello migliore per i loro paesi. In particolare in questi emergenti, ci sono esempi di intervento del governo per promuovere l’innovazione, l’uguaglianza sociale e la crescita economica. Paesi emergenti in Asia, Africa e Medio Oriente hanno sviluppato strategie che si fondano su una crescita inclusiva e su un’impostazione di una nuova direzione economica, in contrasto con gli ordini del giorno in materia di concorrenza (ossia la concorrenza economica tra gli stati) di un certo numero di paesi sviluppati. Aumento e interconnettività dei mercati emergenti Oltre a considerare le dimensioni e la crescita dei mercati emergenti, è importante analizzarne l’interconnettività in termini di flussi commerciali e finanziari. Nell’interscambio internazionale, sino ad oggi imperniato sulle economie avanzate del Nord del mondo, si stanno consolidando nuovi baricentri di produzione – consumo tra i Paesi emergenti e in via di sviluppo (Asia, Medio Oriente, Africa ed America Centrale e Latina. In 10 anni l’interscambio Sud-Sud è passato dal 17% del totale mondiale al 25%. La realtà è che il commercio tra i mercati emergenti sta crescendo molto più rapidamente dei i flussi commerciali tradizionali dai paesi sviluppati agli emergenti e tra paesi sviluppati. È importante notare che la scala degli scambi tra i mercati emergenti è già significativa. Ad esempio, il principale partner commerciale del Brasile è attualmente la Cina. Alcuni commentatori usano il termine Sud-Sud per descrivere questo commercio, che, in termini fisici, almeno, aggira l’Occidente. Scarsità di risorse La scarsità di risorse e i cambiamenti climatici hanno un impatto economico preoccupante. La crescita della popolazione mondiale e della sua crescente prosperità stanno mettendo pressioni insostenibili sulle risorse naturali. Si prevede che la domanda di energia aumenterà di circa il 30% entro il 2030. Le carenze di risorse naturali potrebbero causare instabilità sociale e politica, conflitto geopolitico e danni ambientali irreparabili. In futuro, aumenterà la quota di produzione di energia elettrica da parte dei paesi emergenti, e la quota proveniente da fonti rinnovabili. La “guerra per le risorse naturali“ e le controversie sulla proprietà delle stesse potrebbero avere come effetti l’aumento della concorrenza, volatilità del mercato, nuove regole e comportamenti protezionistici. I megatrends osservati hanno impatto sia sui modelli organizzativi che di business delle aziende in tutti i settori. Fig. 1 Il cambiamento tecnologico ha il potenziale di distruggere radicalmente i modelli organizzativi, operativi e di investimento, aziendali, delle imprese sia finanziarie che commerciali. Entro il 2020 si prevede una diffusione esponenziale della vendita “omnichannel” caratterizzata dal collegamento e dall’integrazione di tutti i canali di vendita (fisico, digitale, mobile) del prodotto/servizio. Tale convergenza tra i canali fisici e digitali richiede anche alle aziende in tutti i settori, non solo di rafforzare il canale digitale e l’uso dei social media come canale di contatto con la clientela, ma di pianificare un’esperienza integrata fisica e digitale. In ambito Retail&Consumer, l’ecommerce sfiderà il business model dei tradizionali retailers che continueranno a vedere erose le vendite e la produttività dei loro negozi fisici e dovranno lottare per ridefinirne velocemente il modello e renderlo coerente con l’esperienza d’acquisto multicanale. Un altro esempio di innovazione tecnologica che si prevede avrà un enorme impatto soprattutto in ambito manifatturiero e delle costruzioni è la stampa 3D. La figura del consumatore (consumer) sta cominciando a cedere il passo a quella del prosumer: sempre più persone stanno diventando sia produttori che consumatori di beni fabbricati in – 153 – Fig. 1 - Megatrends e impatti sui modelli di business e organizzativi Megatrends Modello di Business A Impatto Alto M Impatto Medio B Impatto Basso Modello Organizzativo Cambiamento demografico M A A B B B B B B M B Cambiamento sociale e comportamentale A A A M B B M B B M A Cambiamento tecnologico M A M A M B M B M M A Competizione per le risorse naturali M M M A B M A M M M B Rafforzamento del capitalismo di stato M M M M M M M M M M B Aumento e interconnettività dei mercati emergenti A A M A A M A M M A ottobre 2014 1 A Fonte: PwC proprio. Il trend demografico supporta questi cambiamenti dei modelli di business tradizionali. Nei prossimi 15 anni la generazione dei cosiddetti “Millennials” raggiungerà i trent’anni d’età con una capacità di spesa senz’altro inferiore a quella dei “Baby boomers”, loro predecessori. Per loro la qualità avrà più valore della quantità, e useranno Internet per fare qualunque cosa. Il nuovo consumatore global è: informato (ricerca info via web) e più esigente in termini di velocità e convenienza; vuole partecipare e interagire con il retailer (ricerca informazioni, feedback online); non distingue tra brand e distributore, ma cerca solo la comodità, convenienza, partecipazione, personalizzazione; non ha preferenze per un canale specifico ma cerca di utilizzare il più comodo in un determinato contesto (channel agnostic). Una delle competenze che le aziende dovrebbero sviluppare per rispondere alle sollecitazione dei megatrend è la velocità rappresentata dalla reattività decisionale alle sollecitazioni esterne e dai tempi per la loro realizzazione concreta. Essa è alimentata dalla capacità di avere dati a disposizione sempre più importanti, affidabili e strutturati a supporto delle decisioni. Per rispondere ai megatrends e ai loro impatti ciascuna impresa dovrebbe chiedersi, considerando i trend quale sarà l’evoluzione del settore, come si muoveranno i competitors, se è fattibile continuare con i modelli di business e organizzativi esistenti e come gli adattamenti di breve termine impatteranno sull’abilità dell’organizzazione di rispondere rapidamente ai cambiamenti nelle richieste dei clienti e del mercato, quali sono le competenze critiche e le risorse richieste per sopravvivere e avere successo nella nuova realtà, come innescare una cultura di innovazione organizzativa internamente o attraverso partnership. Le aziende che hanno avuto una crescita “esponenziale” in pochi anni, (ovvero una crescita sproporzionatamente ampia rispetto alle aziende simili) hanno saputo ben rispondere alle sollecitazioni dei trend globali ed attraverso nuovi approcci organizzativi e nuovi modelli di business hanno sfruttato al meglio le tecnologie dell’informazione.5 Altre aziende che non hanno saputo interpretare i trend sono oggi – 154 – fuori dal mercato, oppure i loro fatturati si sono notevolmente ridotti. (vedi campioni aziendali pag. 127) La Survey annuale PwC 2014 dei CEO Italiani (NOTA) riporta interessanti indicazioni in merito alle percezioni dell’impatto dei trend globali sulle aziende dei principali settori di riferimento delle cooperative afferenti a Legacoop. Lo sviluppo tecnologico rappresenta il più importante trend globale che influenzerà il settore per l’80% dei CEO nel settore retail e per il 67% dei CEO delle aziende operanti nel settore dei prodotti di consumo. E’ condivisa l’opinione per cui la tecnologia permetterà ai consumatori una più vasta e disponibile offerta: nel 2013 il 41% dei consumatori ha effettuato acquisti tramite tablet e il 43% utilizzando uno smartphone, rispetto a rispettivamente i 28% e 30% del 2012. Le principali minacce sono viste nel regime fiscale, nell’eccessiva regolamentazione e nella volatilità dei tassi di cambio. I principali aspetti che preoccupano i CEO del settore sono il cambiamento del comportamento di consumo, dove sta incrementando la % di acquirenti che si rivolge ad un unico “rivenditore” o a pochi (+7% dal 2012 al 2013), e la volatilità dei prezzi delle materie, per cui il 33% delle aziende ha intrapreso un percorso di cambiamento della catena di approvvigionamento. I CEO del settore trasporti sono i meno ottimisti sull’evoluzione futura del mercato, e sono più preoccupati della lenta crescita nelle economie avanzate che del rallentamento dei mercati emergenti. I mercati obiettivo per la crescita sono quelli europeo, centro e sud-americano e africano in cui si cercano operazioni di fusione o acquisizione, alleanze strategiche, joint venture. I principali oggetti di preoccupazione sono per il 76% dei CEO del settore la volatilità dei costi dell’energia e per il 56% l’adeguatezza delle infrastrutture. Complessivamente il settore ritiene necessario un cambiamento nelle strategie di business, ma solo il 19% delle aziende ha effettivamente iniziato un processo di cambiamento. Infine tutti sono d’accordo sull’importanza di ridurre l’impatto ambientale. I CEO del settore delle costruzioni sono per il 41% positivi sulle previsioni dell’andamento del mercato, influenzati sia dalla fiducia nella ripresa economica globale sia dalla possibilità di crescita in nuovi mercati. Il 12% considera il Qatar uno dei mercati più importanti (grazie anche alla Coppa del Mondo del 2022) e il 14% vede nell’Africa un altro principale mercato di investimento. E il 23% delle aziende sta pianificando operazioni di M&A o JV in questi paesi per i prossimi 12 mesi, subito dopo l’America Latina (25%). Le preoccupazioni maggiori nel settore sono legate alla volatilità dei prezzi delle materie prime (76%), alla corruzione (60%) e all’accesso a competenze chiave. Come per gli altri settori, lo sviluppo tecnologico risulta essere un fattore chiave nell’evoluzione del mercato, e la maggioranza delle aziende (67%) è ottimista in merito alla velocità del cambiamento tecnologico. E’ sentita globalmente l’esigenza di implementare revisioni organizzative in molte aree aziendali per stare al passo con il mercato, ma poche aziende hanno già iniziato o completato un programma di cambiamento organizzativo. Nel settore dell’Industria, seppur più fiduciosi rispetto al passato sulle previsioni di crescita economica, le aziende del settore restano molto preoccupate principalmente per l’andamento dei tassi di cambio (74%), la volatilità dei costi dell’energia (70%), i costi del personale (68%). Per il 60% inoltre, la scarsità delle risorse e i cambiamenti climatici avranno un ruolo chiave nella trasformazione del business. Lo sviluppo tecnologico, per l’81%, e l’aumento generale del potere di acquisto, per il 60%, rappresentano i due fattori chiave per lo sviluppo e la crescita del settore, e il 26% delle aziende vede opportunità di crescita su nuovi mercati (il mercato principale è quello cinese – 155 – CASI aziendali Nokia e Waze Nel gennaio 2007 Steve Jobs annunciò il lancio dell’iPhone Apple il cui debutto si ebbe 6 mesi più tardi. Due mesi dopo Nokia, il gigante della telefonia, spese 8,1 miliardi di dollari per acquistare Navteq, un’azienda leader nel mercato dei servizi di informazione sul traffico in tempo reale. Nokia acquistò Navteq perché questa controllava l’industria della sensoristica per il traffico allo scopo di fermare la progressiva acquisizione di questo mercato da parte di Google e Apple. Sfortunatamente per Nokia una piccola azienda israeliana chiamata Waze fu fondata nello stesso anno. Waze è un’applicazione gps per evitare il traffico con una delle comunità di utenti più numerose al mondo. Invece di investire nel costoso hardware dei sensori stradali, i fondatori di Waze decisero di puntare sul crowdsourcing e sulla creazione di una community di automobilisti per condividere informazioni in tempo reale sul traffico e le condizioni stradali. In due anni Waze raggiunse Navteq e nel giro di quattro anni aveva un numero di fonti di informazioni 10 volte maggiore. Nel giugno 2012 la valutazione di mercato di Nokia passò da 140 miliardi di dollari a 8.2, più o meno quanto era stato speso per acquisire Navteq. Nel giugno 2013 Google acquisì Waze per un miliardo di dollari. L’azienda non aveva infrastrutture e hardware e non più di 100 impiegati. Aveva comunque 50 milioni di utenti “sensori di traffico umani”. Nel 2013 Microsoft ha acquistato il settore di telefonia cellulare di Nokia per 7.2 miliardi di dollari circa un miliardo in meno di quanto Nokia ha speso per acquistare Navteq. Nokia spese enormi risorse per comprare infrastrutture fisiche, Waze ebbe accesso ad informazioni già disponibili attraverso la tecnologia posseduta dagli utenti ed ha beneficiato della velocità a cui oggi si può accedere e condividere le informazioni. Ing Direct Canada In origine parte di ING Group con sede in Olanda, la banca fu fondata nel 1997 da Arkadi Kuhlmann. E’ stato il primo test di mercato per il gruppo ING del modello di business di banca diretta, che ha fornito tassi più favorevoli per i clienti. Kuhlmann lanciò ING Direct Canada con il motto “Salva i tuoi soldi” e aggiunse 3 valori complementari: semplificare, essere sfidanti, essere una brava persona. L’organizzazione fu completamente appiattita eliminando tutti i titoli, i livelli di seniority, le riunioni formali e persino gli uffici. I lavoratori lavoravano insieme e identificavano le proprie responsabilità. Nel 2008 Peter Aceto diventò il nuovo CEO e continuò sulla strada del suo predecessore. Chiese ai suoi dipendenti di votare la sua riconferma alla guida della banca. Non aveva ufficio e passava il tempo in mezzo ai dipendenti condividendo le informazioni sulle performance aziendali. Nel fare ciò stimolò una cultura di fiducia, condivisione, trasparenza e vulnerabilità. Aceto è conosciuto come il “CEO social media” perché risponde alle richieste dei clienti anche nei week end. ING Direct aprì 4 caffè in Canada come punto di contatto con i clienti che preferivano incontri faccia a faccia con i dipendenti, per rassicurarli e rafforzare il brand. Nel 2010 ING invitò 10000 canadesi a testare THRiVE un servizio di conto corrente gratuito che nel 2011 venne nominato prodotto finanziario dell’anno. Nel 2012 Ing Direct Canada venne acquisita da Scotiabank e ora si chiama Tangerine. Mentre una qualsiasi banca canadese ha circa 250 clienti e una gestione di circa 10000 dollari per impiegato, Tangerine ha 1800 clienti e una gestione di circa 40.000 dollari per impiegato. Haier Haier è un’azienda multinazionale cinese fondata nel 1984, specializzata nella produzione di elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria) e nell’elettronica di consumo (televisori, lettori DVD ed mp3). La sua sede principale è a Qingdao, Shandong in Cina, e il gruppo possiede 64 filiali, 29 impianti produttivi, 8 centri design e 16 parchi industriali, sparsi nel mondo. Haier nel 2005 ha deciso di ristrutturare l’intero middle management e riorganizzare gli 80000 dipendenti in 2000 ZZJYT un acronimo cinese che sta per “unità autogestite indipendenti” in cui i membri del team sono pagati sulle base delle prestazioni. All’interno delle unità gli impiegati hanno massima flessibilità e potere decisionale, possono cambiare unità, proporre idee innovative, diventare leader sulla base delle idee innovative proposte e reclutare altri membri del team all’interno dell’organizzazione etc. Nonostante le limitazioni statali cinesi la Haier è considerata una delle aziende più innovative al mondo. Il fatturato di Haier si è quadruplicato negli ultimi quattordici anni con 29.5 miliardi di dollari nel 2013 quando sono stati venduti più di 55 milioni di prodotti a livello mondiale. – 156 – CASI aziendali General Electric e Quirky GE è stata capace nel tempo di ben interpretare i trend e ripetutamente reinventare se stessa con successo. GE ha compreso, prima di altre aziende tradizionali, il potenziale del modello di crowdsourcing per lo sviluppo dei nuovi prodotti. Nel 2012 lanciò una competizione incentivante in partnership con Quirky, una start-up fondata nello stesso anno, che rappresenta la prima piattaforma di “Social Product Development” del mondo. Quirky trasforma in realtà le “idee geniali” di ciascuno e le fa conoscere al mercato. Questo avviene grazie al supporto di una comunità di co-creatori che collaborano attraverso il sito Web Quirky.com e partecipano alla “curation” (o perfezionamento) e valutazione dell’idea. Ogni persona appartenente alla comunità che partecipi al perfezionamento di un determinato progetto viene definita “influencer” e il suo livello di impegno in quel progetto viene misurato attraverso un sistema di metriche. Perfezionata l’idea, il prodotto passa attraverso tutte le classiche fasi di sviluppo: ricerca, design, branding, ingegnerizzazione, produzione e, infine, commercializzazione. Una volta che il prodotto è pronto per il mercato, Quirky lo mette in commercio con il nome dell’inventore, trattenendo il 70% dei ricavi dalle vendite. Il resto viene destinato alla comunità di co-creatori e all’inventore, che trattiene circa il 10% dei ricavi del prodotto. GE richiese alla comunità di Quirky di inventare prodotti innovativi per un uso giornaliero. Delle 1500 idee presentate, il prodotto Milkmaid (la brocca di latte intelligente) (1) venne selezionato e commercializzato attraverso il sito. Sulla base di questo successo GE investì 30 milioni di dollari in Quirky. La società permise alla comunità dei 900.000 membri Quirky di accedere alle sue più promettenti patenti e tecnologie. Lanciò, inoltre, una iniziativa Internet delle cose chiamata “Wink instantly connected” dedicata a creare una linea di prodotti smart per le case.(2) Oltre 30 prodotti verranno lanciati nei prossimi anni. Nello stesso periodo GE aprì anche uno spazio per i maker a Chicago chiamato “GE garages” gestito da Techshop(3) e in partnership con Skillshare(4), Quirky, Make and Inventables dove si può avere accesso a stampanti 3D, taglio laser e modellatori. Nel febbraio 2014 in partnership con Local Motors lanciò un nuovo modello di manufacturing chiamato First Build(5), che attraverso una community di ingegneri, designer e scienziati si focalizzerà sull’individuazione di nuovi bisogni del mercato e sull’innovazione di prodotti che verranno costruiti e prodotti con la “piccola fabbricazione”. GE e Alaska Airlines nel 2013 in partnership con Kaggle(6) crearono Flight Quest (7)una competizione per creare algoritmi per predire l’arrivo degli aerei in modo più preciso. Ogni minuto in meno per volo garantisce un risparmio di 1.2 milioni di dollari di costi per l’equipaggio e 5 milioni di dollari per il carburante all’anno. GE è un perfetto esempio di come una grande organizzazione attraverso partnership con start up innovative ha rafforzato se stessa aldilà della sua scala e confini organizzativi. Zappos Zappos è un sito online che vende soprattutto scarpe, borse ed accessori, ha il maggior successo negli Stati Uniti, ma è conosciuto in tutto il mondo. L’obiettivo di Tony Hsieh, il fondatore, è che Zappos diventi il sito di vendita online che offra la miglior esperienza possibile al consumatore. Le principali caratteristiche del servizio sono: consegna gratuita ed eventuale ritorno gratuito, diritto di recesso valido per 365 dal giorno del ricevimento della merce, sul sito si trovano solo i prodotti effettivamente disponibili in magazzino, l’attività è coperta 24 ore su 24 l’azienda è contattabile e risponde direttamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutto l’anno Il numero verde è ben visibile su tutte le pagine del sito. Tutta la compagnia, ogni singolo impiegato, lavora per la reputazione dell’azienda. Se il prodotto richiesto non è disponibile il consumatore è tranquillamente indirizzato alla concorrenza per soddisfare comunque la sua richiesta.(8) I valori fondanti sono così importanti che le persone sono assunte o licenziate sulla base di questi. Il 50% della valutazione del periodo di prova dei nuovi assunti si basa sul loro allineamento alla cultura aziendale. Ogni nuova risorsa spende quattro settimane per osservare i lavoratori con esperienza e nel caso di non assunzione riceve 3000 dollari per lasciare l’azienda. Invece che valutazione delle performance i dirigenti Zappos conducono assessment culturali verso i dipendenti e se non sono allineati alla cultura aziendale offrono suggerimenti di miglioramento. Zappos stampa ogni anno un Culture Book in cui raccoglie i pensieri e le riflessioni degli impiegati sulla cultura aziendale. Il Culture Book è offerto in omaggio ad ogni cliente che ne faccia richiesta. Zappos organizza regolarmente Hackaton interni, in alcuni casi aperti anche alla comunità di sviluppatori esterni. Zappos non utilizza il vecchio modello gerarchico e i ruoli aziendali. Nel 2014 il personale è passato da 1500 a 2000 dipendenti senza nessun job posting. I candidati non inviarono il loro curriculum ma furono monitorati su un social network chiamato Zappos Insiders rispetto a come interagivano con gli impiegati Zappos. Venne anche utilizzato una piattaforma online chiamata Ascendify che gestisce sessioni di domande e risposte e competizioni per selezionare sulla base delle competenze e dell’adattamento culturale. 1) https://www.quirky.com/products/327-the-milkmaid-monitor-your-milk/timeline 2) https://www.quirky.com/ge 3) http://www.techshop.ws/ 4) http://www.skillshare.com/, http://makezine.com/, https://www.inventables.com/ 5) https://firstbuild.com/ 6) https://www.kaggle.com/ 7) https://www.gequest.com/c/flight 8) http://www.giovannicappellotto.it/1376-le-ragioni-del-successo-di-zappos-com/#sthash U1bc55L.dpuf 9) https://www.mturk.com/mturk/welcome 10) https://programma-affiliazione.amazon.it/gp/associates/join/landing/main.html – 157 – per il 36% delle aziende, gli Stati Uniti pe ril 28%, l’America Latina per il 20%). Sono ritenuti importanti gli sviluppi in diverse aree aziendali, tra cui le più importanti sono quelle degli investimenti tecnologici, dell’utilizzo dei dati, della crescita e mantenimento della base clienti. Inoltre, oltre il 75% delle aziende ritiene opportuno rivedere le proprie strategie di gestione del rischio. Infine, l’86 % dei CEO delle aziende del settore delle assicurazioni riconoscono nello sviluppo tecnologico il trend che influenzerà maggiormente il business nei prossimi 5 anni: sensori, big data e altri strumenti di analisi avanzata costituiranno un elemento di differenziazione sul mercato nella capacità di rispondere alle esigenze dei clienti, in particolare negli ambiti delle coperture e controllo dei rischi.L’importanza e l’urgenza dello sviluppo tecnologico è accentuata da una concorrenza sempre più aggressiva nel settore, in particolare tra i nuovi entranti, più “tecnologicamente avanzati”. Tuttavia meno del 40% dei leader dei settori ritiene la propria azienda preparata ad affrontare lo sviluppo del mercato, e pochi hanno attuato piani di investimento nell’area tecnologica. Altri fattori ritenuti importanti, ma comunque “secondari”, nell’evoluzione del settore sono i cambiamenti demografici e l’incremento del potere economico. La principale minaccia per lo sviluppo è identificata, dall’86% dei CEO, dalla eccessiva regolamentazione. Le condizioni abilitanti Le aziende di successo, startup o established company, che sono riuscite a distinguersi negli ultimi anni, hanno in comune la capacità di anticipare i megatrend sopra descritti e rispondere prontamente alle dinamiche che si formano nella società. Ci sono però delle condizioni abilitanti, esterne alle aziende, che permettono il loro successo. La Silicon Valley è l’esempio più lampante. Questa area che si estende tra San Francisco e San Jose è famosa nel mondo per la sua lunga storia di leadership nel settore informatico, semiconduttori, software, biotecnologie, Internet e altre industrie basate sull’innovazione. Secondo la ricerca di Strategy& “The culture of Innovation: What Makes San Francisco Bay Area Companies Different?” (2012) sono 3 gli elementi caratteristici della Silicon Vally che contribuiscono a questi successi eccezionali: Infrastrutture, finanze e cultura Per quanto riguarda le infrastrutture la Bay Area ospita quello che è forse più grande gruppo al mondo di capacità di ricerca scientifica. La regione è sede di cinque laboratori nazionali: Lawrence Livermore, Lawrence Berkeley, Sandia, NASA Ames e la StanfordLinear Accelerator. Ospita cinque delle migliori università negli Stati CASI aziendali Amazon Una delle più interessanti innovazioni organizzative di Amazon è quella che il suo CEO Jeff Bezos e il CTO Werner Vogels chiamano “Il si istituzionale”. Se tu sei un manager ad Amazon e un tuo collaboratore viene da te con una grande idea tu devi rispondere “si”. Se vuoi dire no devi scrivere due pagine di spiegazione del perché invece si tratti di una cattiva idea. In altre parole in Amazon l’approccio di aumentare la frizione che nasce dal dire no ha aumentato il numero di idee da testare ed implementare all’interno dell’azienda. Amazon fa regolarmente investimenti innovativi (es. Amazon web services, Kindle, i nuovi smartphones Fire e i droni per il delivery dei prodotti), anche se necessitano di cure attente per un periodo di 5 -7 anni, è maniacale sulla crescita rispetto ai profitti, e ignora la visione a breve termine di Wall Street. Le iniziative pioneristiche di Amazon includono il progetto Mechanical Turk(9), una piattaforma virtuale di crowdsourcing in cui gli individui e le aziende possono comunicare e portare avanti transazioni in modo sicuro per entrambe le parti; il programma di Affiliazione Amazon(10) un’iniziativa di marketing che permette, a chi possiede un sito web o un Blog, di guadagnare dei soldi ogni volta che i clienti comprano su Amazon.it passando attraverso un link pubblicitario presente sul proprio sito; il motore di raccomandazione che si basa su un algoritmo che cambia in base al profilo del cliente e fornisce suggerimenti personalizzati ad ogni potenziale cliente su milioni di prodotti presenti nel proprio magazzino in circa mezzo secondo. Infine, dopo il lancio del Kindle, Bezos si rese conto che la cultura interna aziendale di Amazon non sarebbe stata in grado di supportare il lancio di un prodotto così importante. Per questo nel 2009 spese un miliardo e 200 milioni di dollari per comprare Zappos allo scopo di migliorare il customer service. – 158 – Uniti: UC Berkeley, UC San Francisco, UC Davis, UC SantaCruz e Stanford. A queste istituzioni si aggiungono una serie di laboratori di ricerca indipendenti, come l’SRI, il PARC, e il Buck Center on Aging. Infine, aziende del settore privato come Apple, Google, HP, IBM, Intel, e molte altre, hanno costruito in questa zona alcuni dei centri di ricerca e sviluppo più importanti al mondo. Un altro elemento distintivo del successo della Bay Area è il capitale di rischio. Questo settore è nato proprio nella regione per supportare lo sviluppo delle nuove aziende. Il capitale di rischio investito in aziende della Silicon Valley varia tra il 35% e il 40% tutti i fondi di venture capital negli Stati Uniti ma ha raggiungiunto valori più alti. A metà del 2010, le aziende di Clean Technologies della Bay Area hanno attirato il 70% di tutti gli investimenti di rischio nelle tecnologie dedicate a quel settore. Di conseguenza, la Bay Area è sede dei più grandi gruppi al mondo per tecnologie dell’informazione, biotecnologie, internet, intrattenimento digitale, e imprese Cleantech. In ultimo il successo della Bay Area è strettamente legato a un tema culturale. L’imprenditorialità, la propensione al rischio, la volontà di investire in nuove tecnologie e mercati, e la creazione continua di nuovi business model, si trova nel cuore della cultura dell’innovazione della Bay Area. Quanto raggiunto dalla Silicon Valley è incredibile ma non impossibile da implementare in una regione italiana. A questo fine bisogna comprendere il paradigma di base (infrastrutture, finanze e cultura) e applicarlo al contesto italiano. E’ quindi importante avere un’ infrastruttura tecnologica e di servizi online capace di supportare startup e aziende nelle loro attività; una cultura imprenditoriale supportata da un’amministrazione efficiente, e l’accesso al capitale. In tal senso l’ultima parte della sezione analizza la situazione attuale, i punti di forza e di debolezza delle condizioni imprenditoriali ed economiche, infrastruttura tecnologica e lo stato di implementazione ed uso dei servizi digitali nel territorio emiliano romagnolo e nel reggiano. L’evoluzione del terziario nel territorio emiliano – romagnolo e nel reggiano Le infrastrutture tecnologiche, i servizi on-line rappresentano importanti fattori di sviluppo per la competitività e l’innovazione di una società basata sulla conoscenza e cominciano a incidere più significativamente anche sulla composizione del Pil nel nostro paese (meno che in altri ma più che in passato). L’Emilia-Romagna è una delle prime regioni che ha elaborato una strategia regionale per la società dell’informazione (1999) e delineato una legge regionale sulla società dell’informazione (Legge regionale 11/2004) Alcune condizioni necessarie allo sviluppo di azioni di innovazione sono: • adeguata dotazione infrastrutturale; • accesso al capitale; • cultura imprenditoriale dei cittadini. Le trasformazioni avvenute nei vari settori merceologici ci evidenziano una vocazione industriale della regione e della provincia di Reggio Emilia nella regione mentre si evidenzia una sottorappresentazione del settore dei servizi. Si rileva inoltre una crescita del peso relativo della ricchezza prodotto nel settore dei servizi durante il decennio 20012011 con parallela contrazione di peso della ricchezza espressa dall’industria. In riferimento al dato su Reggio Emilia si riporta un allargamento del divario a favore del settore dei servizi (maggiore ricchezza prodotta rispetto al settore industriale) proprio dal 2008 e persistente anche con la ripresa dell’industria negli ultimi due anni. in regione, In merito all’ si registra un progressivo distanziamento della quota di occupati nei servizi, da valori meno che doppi negli anni ’90 (600mila in industria contro 1.100 nei servizi) a valori più che doppi. Nell’industria l’occupazione resta stagnante o cala – 159 – leggermente nel breve periodo, nel servizi è tendenzialmente crescente. Il tessuto imprenditoriale è caratterizzato da una tendenza generalizzata (regione e provincia) di crescita delle unità di imprese e degli addetti nel settore dei servizi nel corso del decennio 2001-2011. Il numero di imprese cresce del 7-8%, il numero di addetto del 20-30%. la crescita rilevanza del tessuto imprenditoriale nei servizi ha determinato un aumento degli addetti più che proporzionale al corrispondente calo di addetti nell’industria (crea nuova occupazione). La presenza ICT in regione e nel territorio reggiano: alcuni indicatori L’Emilia Romagna conta in Italia per i suoi settori tradizionali più che per l’ICT: pesa quasi il 10% dei dipendenti nazionali di industria e servizi e solo il 6% dell’ICT. All’interno della regione: solo Bologna e Parma presentano una dotazione di addetti superiore alla media nazionale, le altre province e la regione nel complesso registrano meno di un addetto ogni 100 abitanti. Le imprese ICT a livello generale hanno un peso relativamente stabile: circa il 2% sia in regione Emilia Romagna che in provincia di Reggio Emilia. Quasi 8.000 in regione, poco meno di 1.000 in provincia nel 2011. Nel periodo 2001-2011 si è verificata un’evoluzione positiva delle imprese dell’ICT: + 3% in regione e +5% in provincia che si è accompagnata all’evoluzione positiva anche del numero di addetti nelle imprese ICT ma assai contenuta in relazione alla crescita dell’occupazione dei servizi. Le attività prevalenti sono rappresentate dalla produzione di software e consulenze informatiche: circa il 50% del totale. Si è verificata anche una forte crescita delle attività relative alle telecomunicazioni. Il numero di addetti ICT si attesta sugli oltre 30.000 in regione, e quasi 3.000 in provincia di Reggio Emilia. L’ Emilia-Romagna si posiziona tra le prime regioni italiane per possesso di beni tecnologici da parte delle famiglie e presenta tassi di crescita nell’adozione delle tecnologie dell’informazione e della Tabella 1 Valore aggiunto per settore economico (anno 2011) Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale Italia Emilia Romagna Italia Emilia Romagna 1,9 18,8 6,1 73,2 100,0 1,9 18,8 6,1 73,2 100,0 2,3 23,9 6,0 67,8 100,0 2,3 23,9 6,0 67,8 100,0 Tabella 2 Variazione nella distribuzione della ricchezza prodotta. Periodo 2001-2011 Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Italia -‐0,8 -‐4 +0,8 +4,0 – 160 – Emilia Romagna -‐1,2 -‐4,6 +1,3 +4,7 Provincia Reggio Emilia 2,3 30,4 6,6 60,6 100,0 Provincia Reggio Emilia 2,3 30,4 6,6 60,6 100,0 Provincia Reggio Emilia -‐1,3 -‐7,3 +0,5 +8,1 Figura 2 Andamento valore aggiunto (ricchezza prodotta) in provincia di Reggio Emilia nel settore industria e servizi. Anni 1995-2011 Figura 3 Andamento occupazione nell’industria e nei servizi. Emilia-Romagna Figura 4 Andamento occupazione nell’industria e nei servizi. Provincia di Reggio Emilia – 161 – comunicazione (ICT) analoghi a quelli medi nazionali. La penetrazione della connessione a Internet nelle abitazioni raggiunge in Emilia-Romagna il 56% e quasi 9 connessioni su 10 sono in banda larga. Nel 2011 la quota di utenti Internet si porta al 55%, gli utenti Internet sono in più della metà dei casi utilizzatori assidui della Rete in quanto accedono con frequenza giornaliera. Resta però inalterato il divario nell’utilizzo del Web tra i diversi gruppi socio-demografici: gli anziani e i non attivi nel mondo del lavoro sono quasi totalmente estranei all’uso delle ICT. In Emilia Romagna continua ad aumentare l’ampiezza del ventaglio delle attività svolte sul Web dagli utenti Internet: comunicazione ma anche informazione e partecipazione sull’attualità e alla vita civile. Crescita più lenta della fruizione di servizi bancari e di compravendita di beni e servizi. In diminuzione è invece l’utilizzo dei servizi Web delle Pubbliche Tabella 4 Unità di impresa per settore. Dati 2011 e confronto con 2001 Agricoltura Industria Servizi Totale 2001 4.084 100.914 256.580 361.578 Emilia-Romagna 2011 3.430 91.307 275.522 370.259 Var. % -‐16,0 -‐9,5 +7,4 +2,4 Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 390 219 -‐43,8 15.200 13825 -‐9,0 25.481 27548 +8,1 41.071 41592 +1,3 Agricoltura Industria Servizi Totale 2001 11.847 696.395 766.324 1.474.566 Emilia-Romagna 2011 6.869 603.192 908.182 1.518.243 Var. % -‐42,0 -‐13,4 +18,5 +3,0 Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 892 490 -‐45,1 102.926 92.662 -‐10,0 84.560 111.528 +31,9 188.378 204.680 +8,7 Tabella 5 Addetti per unità di impresa per settore. Dati 2011 e confronto con 2001 Tabella 6 Imprese registrate e attive dell’ICT (%). Dati 2011 e confronto con 2001 Totale: servizi di informazione e comunicazione Di cui: Attività editoriali Di cui: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore Di cui: attività di programmazione e trasmissione Di cui: telecomunicazioni Di cui: produzione di software, consulenza informatica e attività connesse Di cui: attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici Emilia-‐Romagna 2001 2011 Var. % 7.564 7.812 +3,3 550 496 -‐9,8 Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 792 830 +4,8 38 41 +7,9 3.791 409 536 87 44 2.556 565 85 264 5,4 -‐2,3 +500,0 2.423 -‐5,2 3.979 +5,0 50 6 5 284 77 5 35 +54,0 -‐16,7 +600,0 250 -‐12,0 422 +3,2 Tabella 7 Addetti nelle imprese nel segmento “Servizi di informazione e comunicazione” (%). Dati 2011 e confronto con 2001 Totale: servizi di informazione e comunicazione Di cui: Attività editoriali Di cui: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore Di cui: attività di programmazione e trasmissione Di cui: telecomunicazioni Di cui: produzione di software, consulenza informatica e attività connesse Di cui: attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici – 162 – Provincia Reggio Emilia 2001 2011 Var. % 2001 2011 Var. % 32.181 32.650 +1,5 2.672 2.687 +0,6 3.034 4.451 +46,7 87 105 +20,7 Emilia-‐Romagna 1.784 1.418 -‐20,5 118 413 400 -‐3,1 20 231 861 +272,7 39 14701 15796 12018 9724 +7,4 167 +41,5 5 -‐75,0 255 +553,8 1232 1289 -‐19,1 1176 866 +4,6 -‐26,4 Amministrazioni. In generale l’Emilia Romagna ha tra i suoi principali punti di forza una buona diffusione della banda larga di prima generazione, una buona dotazione di ICT tra famiglie e tra imprese, un buon livello di digitalizzazione della PA. Nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Emilia-Romagna, e a maggior ragione l’Italia, scontano un consistente ritardo nell’adozione e nell’uso delle tecnologie ICT da parte dei cittadini, quantificabile in una decina di punti percentuali di differenza dalla media europea, ad un’ampia disponibilità di servizi online della pubblica amministrazione ancora corrisponde un basso utilizzo. Ampi margini di miglioramento si riscontrano anche nella diffusione dell’e-commerce, nell’uso internet da addetti imprese, nelle relazioni imprese con PA e nel numero di occupati nel settore ICT. L’Emilia Romagna e la Provincia di Reggio Emilia, rappresentano senza dubbio delle aree di spicco nel panorama economico italiano. Esse godono di una buona infrastruttura tecnologica, importanti esperienze imprenditoriale, e una forte propensione ai servizi online da parte dei suoi cittadini. Ci sono però opportunità di miglioramento nelle condizioni che abilitino il pieno sviluppo delle innovazioni tecnologiche.: nel favorire collaborazioni tra pubblico e privato, sfruttando e potenziando le esperienze già esistenti; nell’utilizzare il capitale sociale esistente, capitalizzando sugli investimenti fatti nella formazione e istruzione dei cittadini; e nel concentrarsi sul settore di ICT, per svincolarsi dalla carenza di risorse e per creare nuovi posti di lavoro. Tabella 8 Dimensioni relative a dotazioni e utilizzo Ict. Anno 2011 e 2012 (%) Infrastrutture di rete Adozione computer Popolazione coperta da banda larga fissa Internet per famiglie e imprese Famiglia con PC Famiglie accesso ad Internet Famiglie connessione banda larga Popolazione 16-‐74 che non ha mai usato Internet Popolazione 16-‐74 che utilizza regolarmente Internet E-‐commerce: popolazione che ha comprato o ordinato beni via web E-‐commerce: popolazione che ha venduto merci/servizi su web E-‐banking: usato servizi bancari via Internet Internet e PA % di utenti Internet che ha utilizzato servizi web della PA % di utenti Internet che ottiene informazioni dai siti della PA % di utenti Internet che scarica moduli della PA % di utenti Internet che spedisce moduli compilati sui siti della PA Internet e imprese Uso computer Accesso a Internet Possesso sito Web Utilizzo banda larga Addetti che utilizzano PC Addetti che utilizzano connessione Internet Settore ICT Occupati nei settori ICT Indice di dotazione (addetti ICT ogni 100 ab.) Indice di specializzazione (addetti ICT ogni 100 addetti nei servizi e industria – 163 – Italia 97 78 59 56 49 39 51 28 13 33 40 28 22 14 96 94 63 88 36 44 2 ER 98 80 62 59 53 34 55 35 15 37 39 29 21 14 97 94 70 87 36 45 2 Uscire dalla crisi: dove e come si cresce?: Gli obiettivi strategici per i prossimi tre anni (Innovazione tecnologica, Internazionalizzazione, Efficientamento) La sezione precedente e gli esempi evidenziati hanno messo in evidenza come sia importante saper interpretare e rispondere bene alle sollecitazioni dei trend globali e sviluppare nuovi approcci organizzativi e nuovi modelli di business per costruire aziende di successo. È proprio per rispondere alle sollecitazioni dei trend globali e del loro impatto sul mercato futuro delle cooperative associate che Lega Coop ha individuato le tre direttrici strategiche per i prossimi anni ovvero l’innovazione tecnologica, l’internazionalizzazione e l’efficientamento. Innovazione tecnologica Le aziende per competere sui mercati nazionali e internazionali non solo devono essere aggiornate sulle innovazioni tecnologiche che hanno un maggiore impatto sul loro settore, ma è anche indispensabile utilizzare la tecnologia per i seguenti obiettivi: • per offrire prodotti migliori, • per ottimizzare i processi produttivi • per cambiare i modelli di business • per tutti e tre gli obiettivi sopra evidenziati. L’innovazione gioca un ruolo chiave per permettere alle aziende di stare al passo con i cambiamenti del mercato e delle esigenze dei consumatori. L’innovazione può essere sia di prodotto, che è ritenuta fondamentale per le aziende produttrici di beni di consumo, sia di servizio offerto, che risulta importante ad esempio per le aziende retailer. Gli obiettivi ritenuti principali in una strategia innovativa riguardano: l’area tecnologica, che impatta principalmente sul servizio; l’area sistemi e processi, in termini di sviluppo del modello di business, integrandolo con nuovi servizi generatori di profitto; il livello di soddisfazione del cliente, in termini di esperienza di acquisto, convenienza, comodità. Inoltre, ponendo in interazione gli indicatori di innovazione delle imprese e quelli relativi all’internazionalizzazione si nota come al crescere del livello di innovazione si accompagni un aumento del grado di internazionalizzazione. Ciò sta a significare che le imprese più (meno) innovative sono anche quelle più (meno) internazionalizzate. C’è infatti una correlazione diretta tra innovazione e crescita del fatturato. Risulta importante adottare una solida strategia innovativa che metta le aziende nella condizione di presentarsi sul mercato con un idea di successo in maniera rapida ed efficiente e coerente con l’evoluzione dei bisogni dei consumatori. Due ulteriori aspetti di una strategia innovativa di successo sono costituiti da una innovazione “aperta”, che prevede la collaborazione tra soggetti interni ed esterni all’azienda, attraverso lo sviluppo di partnership strategiche e interazioni con clienti, fornitori, concorrenti, e da una cultura aziendale che incoraggi l’intraprendenza attraverso la libertà di innovare data ai “pensatori” dell’azienda e un ambiente aperto e collaborativo. Le innovazioni tecnologiche stanno avendo un impatto in tutti i settori di riferimento delle imprese cooperative associate. Alcuni trend di innovazione tecnologica stanno cambiando le nostre vite ed avranno un impatto enorme sui cambiamenti dell’economia. L’Internet delle cose si sta introducendo nei più disparati settori dell’industria e del commercio. Vi sono aziende che stanno installando sensori lungo l’intero corridoio commerciale, per monitorare e tracciare il flusso di beni e servizi. L’internet delle cose è l’evoluzione dell’uso della Rete, in cui gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Esempi dell’Internet delle cose sono le case intelligenti, dove i sistemi casalinghi sono collegati con i dispositivi cellulari per il loro controllo a distanza o collegati ad altri sistemi di rilevazione che ne coordinano il – 164 – funzionamento, oppure i sistemi di localizzazione all’interno dei negozi, in cui dei sensori mettono in comunicazione i sistemi aziendali con gli smartphone dei consumatori. L’Internet delle cose trasformerà radicalmente il nostro modo di fabbricare, commercializzare e distribuire i prodotti. Ad essa si accompagna un nuovo processo di produzione manifatturiera, la “stampa 3D”. Si tratta di software, spesso open source che indirizzano plastica fusa, metallo fuso, o altre materie prime all’interno di una stampante, per formare livello dopo livello, un prodotto materiale, un oggetto che esce dalla stampante completo in tutte le sue parti, anche quelle mobili. Essa rappresenta la naturale evoluzione della stampa 2D e permette di avere una riproduzione reale di un modello 3D realizzato con un software di modellazione 3D. Le stampanti 3D sono generalmente più veloci, affidabili e semplici rispetto ad altre tecnologia per la riproduzione additiva e offrono la possibilità di stampare e assemblare parti composte da diversi materiali con diverse proprietà fisiche e meccaniche in un singolo processo di costruzione. Le applicazioni della stampa 3D possono riguardare: parti funzionali, componenti CASI aziendali Il gruppo Unipol punta sull’open innovation, con un nuovo incubatore e con l’obiettivo di diventare investitore nelle startup più promettenti. Per presentare Unipol Ideas, il progetto di accelerazione d’impresa dedicato a imprenditori con idee innovative ma sostenibili. L’iniziativa COOPSTARTUP FARMABILITY è inserita nel progetto sperimentale nazionale Coopstartup, promosso da Coopfond, un processo collaborativo per la sperimentazione e la valutazione di azioni di promozione e accompagnamento allo startup di impresa cooperativa. Il progetto è stato lanciato da Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Coopfond e INNOVACOOP per stimolare la nascita di startup in forma cooperativa, accompagnando gli aspiranti cooperatori in un percorso che fornirà l’opportunità di trasformare le proprie intuizioni e il proprio talento in nuove iniziative imprenditoriali al fine di creare opportunità di lavoro nel settore agroalimentare per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia - Giulia ed Emilia-Romagna. Col progetto pilota verrà lanciato un bando per la raccolta delle proposte di nuova impresa a cui seguirà una fase di selezione per individuare i 20 progetti innovativi da supportare nella valutazione della fattibilità dell’idea fino allo sviluppo operativo. E’ infatti previsto un programma di affiancamento, facilitazione e supporto che si articola in azioni di formazione, mentoring, tutoraggio, ma anche di condivisione di risorse e opportunità, accesso ai servizi associativi per l’avvio d’impresa e supporto tecnico e operativo. Le persone verranno affiancate da dirigenti e tecnici delle cooperative agroalimentari che tutti i giorni si confrontano con il mercato e sviluppano soluzioni, prodotti, processi e servizi innovativi. Al termine del percorso è previsto un evento finale durante il quale saranno premiati i tre migliori progetti di impresa con servizi personalizzati per facilitare l’accesso al mercato e la crescita della cooperativa. Sprawl Design Industries è la prima startup innovativa in forma di cooperativa di produzione e lavoro della Sicilia. L’impresa nasce dall’idea di tre giovani palermitani con competenze diverse, ma con lo stesso desiderio di aprire un’impresa nel campo dell’artigianato digitale, in grado di dare anche un contributo al processo di cambiamento e sviluppo della regione. La visione iniziale ha preso forma e si è strutturata quando il progetto è stato candidato e poi selezionato per il bando “culturability”. La missione di Sprawl Design Industries è costruire reti, conversazioni e mercati fra makers, designers e consumatori. Per fare questo, i tre soci fondatori hanno immaginato e progettato una piattaforma innovativa di social commerce, un marketplace dedicato alla commercializzazione e promozione del design made in Italy realizzabile con tecnologie di fabbricazione digitale. L’infrastruttura integrerà la dimensione del social media e dell’e-commerce. All’interno della piattaforma, ogni designer avrà la possibilità di caricare il proprio progetto per la stampa 3D, di raccontare le istanze culturali estetiche e funzionali che lo hanno ispirato, di dialogare con i clienti e di ricevere una remunerazione economica da tutti coloro che acquisteranno il suo prodotto. La start up e è stata supportata dalla Fondazione Unipolis che ha sostenuto l’impresa con un seed di 20 mila euro e dalla Legacoop Sicilia, che ha messo a loro disposizione il proprio know how. – 165 – generiche, prototipi, modelli, prodotti finiti. La stampa 3D si usa comunemente nella visualizzazione dei modelli, nella prototipazione/CAD, nella colata dei metalli, nell’architettura, nell’educazione, nella tecnica geospaziale, nella sanità e nell’intrattenimento/vendita al dettaglio. Queste stampanti vengono già utilizzate anche per produrre gioielli, parti di aerei, protesi umane e nel campo delle costruzioni. La figura del consumatore sta cominciando a cedere il passo a quella del prosumer: sempre più persone stanno diventando sia produttori che consumatori di beni fabbricati in proprio. Retail & consumer In ambito Retail & Consumer l’integrazione di strumenti quali telefoni cellulari sempre più evoluti (smartphone), applicazioni mobili e strumenti di analisi dati sempre più sofisticati, permettono una maggiore prossimità tra i commercianti e i consumatori: in tal modo i retailer hanno la possibilità di conoscere meglio i profili dei consumatori (in termini di tipologia di consumo ed esigenze) e di personalizzare al meglio l’offerta. Alcuni nuovi strumenti, per esempio, permettono di aggiornare le offerte commerciali in tempo reale nel momento in cui il consumatore entra in un negozio in base sia alle caratteristiche della persona sia della localizzazione del reparto in cui si trova (iBeacon). Altre applicazioni utilizzano la tecnologia 3D per poter disegnare gli ambienti, oppure permettono di mostrare informazioni dei capi di abbigliamento attraverso lo specchio nel momento in cui ci si guarda, oppure ancora permettono il pagamento tramite smartphone. Nel settore alimentare lo smartphone può essere utilizzato per scansionare un codice presente sulle confezioni per poter avere informazioni su produzione, valori nutrizionali, ricette di stagione. Il veloce sviluppo tecnologico degli ultimi anni sta avendo impatti rilevanti nel mondo del consumo, in termini di interazione tra retailer e consumatori. La strategia che deve guidare lo sviluppo tecnologico nel mondo retail prevede: Collegamento tra canali tradizionali e digitali; Investimento in App se migliorative rispetto al web; Miglioramenti in delivery e return. CASI aziendali L’UPS, per esempio, utilizza big data per monitorare in tempo reale i suoi 60.000 veicoli che operano negli Stati Uniti. Grazie ai sensori incorporati nei mezzi di trasporto, questo gigante della logistica può rilevare nelle loro singole parti ogni indizio di usura o di potenziale malfunzionamento e procedere prima che si verifichi su strada qualche costoso guasto. Roma Est (importante centro commerciale romano) e FUTUR3 hanno collaborato per lo sviluppo del progetto SOCIAL WI FI (Social Wireless Fidelity), che amplifica l’opportunità di individuare ed avvalersi di informazioni, di offerte e promozioni attive in una determinata area. Il cliente può disporre di informazioni veloci, aggiornate e utili (come nel caso delle offerte promozionali) sullo spazio che sta frequentando. Il luogo viene messo, inoltre, nelle condizioni di favorire la nascita di una comunità, costituita dalle persone presenti nel punto vendita e connesse alla rete, che interagisce e comunica assorbendo quanto le è più utile: l’utente informazioni e promozioni, il distributore l’attenzione verso ciò che nel dato momento è in grado di offrire. iBeacon è la piattaforma Apple che esemplifica la connessione tra smartphone, applicazioni mobile e informazioni aziendali. Gli esercizi commerciali installano presso i propri punti vendita dei sensori che identificano il device telefono dei clienti quando questi entrano e inviano ad essi contenuti personalizzati sulla base del profilo utente e delle promozioni correnti. – 166 – L’utilizzo e l’integrazione di molteplici fonti di informazione, quali archivi cartacei, documenti digitali, media, applicazioni mobili, social networks, web, oggi pongono l’attenzione sul prodotto con l’obiettivo di seguire più efficacemente i cambiamenti del mercato (demografia, urbanizzazione, caratteristiche del consumo) e anticipare i trend futuri in maniera proattiva attraverso i Big Data. Ai prosumers si apre quindi la possibilità di connettersi al network e attingere a questi “big data”, sfruttarne l’analisi e i relativi algoritmi per accrescere l’efficienza, aumentare drasticamente la produttività e abbattere quasi a zero i costi marginali della produzione e della condivisione di un’ampia gamma di beni e servizi, proprio come già avviene nel campo dell’informazione. Esistono oggi sistemi di interazione contestuale tramite localizzazione mirata. Smartphone e applicazioni mobili possono essere intercettati tramite segnali radio da dei “radiofari (RFID)” sistemati all’interno di esercizi commerciali in modo da permettere la localizzazione del consumatore e l’invio sul telefono o di mappe interattive dello store in cui si trovano o semplicemente di coupon o promozioni in base al reparto in cui il consumatore si trova o addirittura in base allo scaffale che sta guardando. Ci sono antenne particolari possono in grado di rilevare anche i più piccoli spostamenti. La tecnologia 3D sta aprendo nuove possibilità nei settori di moda e arredamento, offrendo nuove esperienze di acquisto. Alcuni operatori del settore della moda stanno sperimentando il rapporto tra i punti vendita, la realtà virtuale e il web, cercando di riprodurre nel mondo fisico l’esperienza che il consumatore può vivere attraverso i canali digitali. Nei negozi di arredamento ha preso avvio l’utilizzo di tecnologie di visualizzazione 3D che aiutano il consumatore a visualizzare sui propri tablet prima i locali di un appartamento vuoti, per poter poi aggiungere l’arredamento e gli altri componenti in modo da disegnare gli ambienti con una migliore percezione degli spazi e degli elementi aggiunti anche senza essere a casa propria. La connessione tra “radiofari” (RFID) e applicazioni mobili dell’esercizio commerciale permettono ai consumatori anche di utilizzare il proprio smartphone per il pagamento degli acquisti. Il telefono di nuova generazione, nel momento del CASI aziendali Burberry ha integrato sugli indumenti presenti nel punto vendita dei chips funzionanti su radio frequenza che fanno in modo che, nel momento in cui il cliente indossa un capo, uno specchio mostra le informazioni relative ai materiali utilizzati, immagini di sfilate e altri dati. La catena Euronics è la prima ad aver utilizzato la tecnologia 3D per la stampa dei propri volantini, comprensivi di occhialini anaglifi. Le pagine stampate con la tecnica del 3D anaglifo e gli occhiali inclusi restituiscono una visione tridimensionale dei prodotti a catalogo. Lowe’s, catena americana che opera nel settore dei casalinghi e arredamento, ha utilizzato le tecnologie 3D e di realtà virtuale per creare un’esperienza di consumo che aiuti i clienti a visualizzare un progetto di ridisegno del bagno: il cliente entra inizialmente nelle dimensioni di un bagno sul tablet e successivamente aggiunge componenti quali mobili, elettrodomestici, pavimenti presenti in negozio. – 167 – pagamento, può consentire la transizione sicura sempre mediante l’applicazione sviluppata dall’esercizio commerciale, senza utilizzare monete o banconote. Una evoluzione nel vicino futuro potrà essere quella di sviluppare dei sistemi di packaging digitale in grado di offrire al consumatore una vasta gamma di informazioni relative al prodotto: per esempio, attraverso la scannerizzazione di un prodotto alimentare tramite utilizzo del telefonino si potranno avere informazioni circa l’origine o i valori nutrizionali del prodotto, o addirittura le ricette di stagione di cui il prodotto diventa ingrediente. Molte aziende stanno intraprendendo strada di sviluppo innovativo che creano dei nuovi modelli di business e servizi offerti al consumatore combinando prodotti dotati di sensori e smartphones. Costruzioni In ambito costruzioni innovazioni tecnologiche riguardano il processo edilizio. Il cambiamento nel processo di progettazione e realizzazione delle strutture è dovuto soprattutto all’emergere del metodo BIM (Building Information Modeling) e alla sua intrinseca capacità di garantire la validità dei dati inseriti nel manufatto in ogni momento del suo ciclo di vita, permettendo un realizzazione integrata della commessa. Il BIM è metodo per guardare alla comunicazione e trasmissione dei dati all’interno di tutta la filiera edilizia. Il BIM consente di promuovere, in modo condiviso e trasparente, la conoscenza del processo edilizio a partire dalla fattibilità passando attraverso il progetto, i programmi di costruzione e la manutenzione degli edifici, consentendo così di ottimizzare il passaggio delle informazioni, limitare gli errori e di costruire edifici sostenibili, qualitativamente migliori e di costi inferiore; permette di comunicare, senza perdita qualitativa, con colleghi e partner che usano altri software, il proprio progetto e tutti i dati in esso presenti. Le potenzialità del BIM, quindi, vanno oltre la fase progettuale e realizzativa di un’opera, estendendosi alla possibilità di poter gestire in maniera intelligente un edificio attraverso il monitoraggio e il controllo attivo. Metalli preziosi e rari sono presenti in grandi quantità nelle schede elettroniche e nei condensatori di computer e telefoni cellulari. Recuperando i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) , quindi, non si utilizzano materie prime presenti in natura e si risparmiano i costi, spesso gravosi, per l’approvvigionamento o lo smaltimento, CASI aziendali Vodafone è il primo operatore che ha reso disponibile in Italia un sistema di pagamento che utilizza lo smartphone. Con un modello di connettività Nfc (tecnologia di connettività a radiofrequenza che consente la comunicazione bidirezionale a corto raggio tra dispositivi elettronici), i clienti sottoscrivono un contratto per attivare una carta di pagamento (Mastercard nel caso specifico) da “agganciare” al telefono che permette di pagare presso i punti vendita abilitati al pagamento con carte “contactless” (che non necessitano strisciate o inserimenti). Nike ha creato una linea di scarpe integrata di applicazione mobile che monitora fitness e salute misurando distanza, passi, tempi e calorie bruciate durante l’attività quotidiana. L’azienda offre applicazioni specifiche per sport e programmi di fitness personalizzati. Nei settori di architettura e costruzioni, la stampa 3D consente di concretizzare idee e progetti, renderli visibili, e quindi di impiegarli per la presentazione al cliente, il meeting di settore, le fasi di test di prodotti o parti di essi. In futuro la stampa 3D sarà sempre più importante nel settore delle costruzioni – 168 – con vantaggi sia ambientali che economici. Un anno e mezzo fa è stata varata la strategia UE per le materie prime che prevede il recupero e il riciclo dei materiali, in particolare di quelli più scarsi e costosi, o difficili da reperire sui mercati internazionali. Le città sono così considerate vere e proprie “miniere urbane – Urban mining” di materie prime, mettendo in piedi un sistema di approvvigionamento delle stesse basato sulla stima qualitativa e quantitativa degli stock presenti in un territorio, e sui flussi in entrata e in uscita. Attualmente sono nati molti progetti di città intelligenti con l’obiettivo di garantire a tutti gli abitanti i servizi necessari a soddisfare le loro esigenze, CASI aziendali In Giappone gli impianti di riciclaggio e smaltimento si stanno espandendo ed evolvendo: tutti sono equipaggiati con macchinari e strumenti capaci di garantire al contempo la massima efficienza nel processo di estrazione, il minimo impatto ambientale e la massima sicurezza per coloro che lavorano ai processi di estrazione. Dowa Eco-Systems è un’azienda giapponese specializzata nella valorizzazione del rifiuto e nell’estrazione di minerali dagli artefatti dismessi: estrae materiali preziosi dai rottami tecnologici, e lo fa nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. In Europa l’azienda più importante è Umicore che possiede un grosso impianto in Belgio, nel distretto di Anversa, e si occupa principalmente di riciclare vecchie componenti tecnologiche allo scopo di ricavare metalli preziosi dalla loro lavorazione. TORINO – Torino Smart City vuole essere un nuovo modello di sviluppo, sia sociale sia economico, credibile e fatto di interventi che siano in grado di incidere sulla vita della città: spendere meno e meglio senza abbassare la quantità e la qualità dei servizi forniti a cittadini e imprese, investire in innovazione per consumare e inquinare meno, sostenere la mobilità dei cittadini con un’efficace rete di trasporti che non impatta sull’ambiente e riduce la necessità dell’auto privata, estendere i diritti di cittadinanza attiva con il pieno accesso ai servizi pubblici e all’ informazione, attingendo alle opportunità offerte dalla digitalizzazione degli sportelli. TOKYO – Smart Sustainable City – il progetto è di realizzare una città con emissioni di CO2 virtualmente pari a zero: a circa 50 Km a ovest di Tokyo, Panasonic sta costruendo ‘Fujisawa Sustainable Smart Town’ (SST), un’intera città che produce, conserva e gestisce energia in maniera autosufficiente e totalmente ecologica. Quartiere universitario di Palermo – Le case intelligenti del progetto Campus sono alloggi in cui ogni cosa è stata pensata e costruita per facilitare la vita di chi le abita: ingressi privi di barriere architettoniche e sotto controllo di un sistema di video sorveglianza, controlli del gas elettronici e gestibili attraverso il telefono, un pannello touch screen per il controllo di tutte le telecamere e i sistemi della casa, piastrelle intelligenti in grado di migliorare la qualità dell’aria, un sistema di riscaldamento integrato tra i tradizionali “termosifoni” e le pompe di calore, materiali riciclabili e prodotti già presenti sul mercato. – 169 – tenendo conto del futuro incremento di cittadini che potrà interessare i centri urbani. I pilastri fondamentali delle Smart Cities sono: • una mobilità efficiente e poco inquinante, dove in parallelo a continua attività di ricerca e innovazione nelle tecnologie verdi, si assisterà a una rapida espansione dei veicoli elettrici con la promozione di norme per il loro migliore e maggiore utilizzo; • un uso dell’energia razionale e da fonti rinnovabili (sole, vento, acqua), che non inquinano, sono ovunque e non hanno rischi di trasporto; • una società aperta ai bisogni e alla salute delle persone, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie; • una qualità della vita più alta e attrattiva di turisti; • investimenti e una pubblica amministrazione sempre più efficiente grazie ai servizi digitali, ad esempio l’introduzione della PEC. Analogamente anche le case di nuova generazione evolvono in maniera intelligente ed ecosostenibile tramite: • un uso efficiente degli apparecchi, come per esempio l’illuminazione a LED senza mercurio, che attualmente riduce il consumo di energia elettrica fino all’87%; • sistemi di climatizzazione intelligenti in grado di comunicare con il riscaldamento del piano per ottenere la temperatura ottimale o di riconoscere il tassodi umidità e adeguarvi il funzionamento; • sistemi di creazione, conservazione e gestione dell’energia, così da essere in grado di produrre da sole tutta l’energia di cui hanno bisogno; • un sistema domotico collegato con sistemi di comunicazione con il mondo esterno (sms, mail) per permettere il controllo e la visualizzazione a distanza degli impianti di illuminazione o degli oscuranti/tende; • sistemi di sicurezza in grado di rilevare eventi pericolosi o di effettuare a distanza il monitoraggio degli ambienti. Innovazioni hanno riguardato anche il settore dell’Edilizia che permette da una parte di sviluppare e applicare isolamenti sismici o altre tipologie di sostegno antisismico, dall’altra di studiare migliori tecniche di valutazione della vulnerabilità degli edifici. Agroalimentare La questione della qualità e sicurezza alimentare è oggi un tema centrale nel dibattito internazionale. Lo sviluppo di modelli sostenibili e di garanzia della qualità richiede modifiche nella struttura produttiva, nell’organizzazione delle supply chain, e nelle politiche in modo da garantire un’equa distribuzione del valore lungo i processi. Recentemente si sta ponendo molta attenzione sull’agricoltura sostenibile e bioeconomia cioè la produzione e trasformazione delle risorse biologiche rinnovabili e dei rifiuti in prodotti a valore aggiunto quali alimenti, mangimi, bioprodotti e bioenergie, mediante l’uso efficiente delle risorse e lo sviluppo di sistemi di produzione a ridotta emissione di gas a effetto serra, che si adattino agli CASI aziendali Roppongi Hills (Giappone) – Quartiere di Tokyo composto esclusivamente da grattacieli e case antisismiche grazie a 3 tecniche: “pareti appiccicose”, metodologia che consiste nell’iniettare all’interno delle pa• reti una sostanza altamente collosa in piastre scatolari d’acciaio, così che l’alta resistenza delle singole piastre allevi i problemi causati da vento e terremoti; ammortizzatori capaci di assorbire lo scuotimento degli edifici durante le scosse • sismiche trasferendolo dalla costruzione al braccio meccanico dell’elemento; green mass damper, ammortizzatori connessi co il verde pensile delle coperture, • separato dall’edificio da una sottilissima lastra di gomma laminata; • colonne portanti composte da tubi in acciaio riempiti di calcestruzzo, tutti elementi con un’altissima resistenza alla deformazione. – 170 – effetti negativi dei cambiamenti climatici e che li attenuino. La produzione integrata è un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, che prevede l’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione per ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull’ambiente o sulla salute dei consumatori. L’obiettivo è quello di unire la salvaguardia delle risorse ambientali e la difesa della salute valorizzando la produzione. Molti segmenti del settore agricolo stanno evolvendo il proprio modello organizzativo verso la creazione di filiere integrate verticalmente che garantiscono il controllo di tutte la fasi del processo produttivo. La maggiore integrazione, proposta all’interno del Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo Rurale, permette di migliorare l’efficienza negli scambi, la trasparenza tra i diversi attori, l’equilibrio nelle relazioni che intercorrono tra settore agricolo, trasformazione e la fase commerciale; assicura, inoltre, la qualità dei prodotti e lo sviluppo di tutti i soggetti coinvolti nei processi, nonché dei territori su cui agisce. Le moderne biotecnologie in campo agricolo mirano a raffinare e rendere più sicuri i processi utilizzati nel settore. L’obiettivo è duplice: coniugare da un lato la richiesta dei consumatori di prodotti alimentari con migliori caratteristiche organolettiche e nutrizionali e dall’altro, quelle dell’industria agro-alimentare che punta a utilizzare strumenti innovativi per ottenere prodotti sicuri, con elevati standard di qualità, competitività e conservabilità. Le biotecnologie possono riguardare il “prodotto” con la possibilità di: • migliorarne la qualità, come negli alimenti funzionali, ossia quei cibi modificati al fine di portare benefici per la salute (tramite veicolazione di ingredienti); • migliorarne le caratteristiche nutrizionali. CASI aziendali Novamont è leader nella produzione di bioplastiche ricavate da materie prime rinnovabili di origine agricola. Produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche innovative, ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni. Esse trovano applicazioni in svariati settori, quali raccolte differenziate, catering, GDO, packaging, nell’ambito agricolo e dell’igiene e cura della persona. Sardegna Agricola, il sistema agricolo della Sardegna, Prevede l’utilizzo di tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici. La finalità principale è quella di coniugare tecniche compatibili con la tutela dell’ambiente, garantendo nel contempo la salute degli operatori agricoli e dei consumatori con le esigenze tecnico-economiche dei moderni sistemi produttivi. Barilla è impegnata nello sviluppo di una filiera alimentare integrata e sostenibile che abbia il controllo di tutto il ciclo di vita del prodotto dal campo alla tavola, dalle materie prime al consumo. Inoltre Barilla ha firmato con COPROB (Cooperativa Produttori Bieticoli e principale produttore di zucchero italiano, commercializzato con il marchio Italia Zuccheri) un protocollo di intesa per un accordo orizzontale tra le filiere, il primo nel suo genere in Italia. L’integrazione orizzontale tra le filiere del grano duro e dello zucchero è una tappa fondamentale di un progetto che coniuga tradizione e innovazione per favorire la rotazione delle colture. La Linea Verde, leader nelle insalate pronte, monitora l’intera filiera per garantire il controllo totale del ciclo di vita del prodotto: dalla semina e dalla raccolta nell’azienda agricola, alla lavorazione nel sito produttivo fino alla consegna al punto vendita tramite il trasporto refrigerato di proprietà. – 171 – Nell’ambito di “processo”, i benefici che derivano dall’impiego delle biotecnologie possono consistere, tra gli altri, in: •incremento della produttività di una coltivazione o della resa di un processo produttivo; •migliore resistenza delle piante a parassiti, virus, funghi, batteri; •risparmio economico; •prodotti più facilmente trattabili con macchine automatiche (nel caso del controllo della forma di prodotti coltivati); •caratterizzazione e differenziazione dei prodotti. La Commissione Europea all’interno del programma quadro di ricerca e innovazione definisce l’importanza del packaging innovativo e sostenibile per un’alimentazione sana e sicura, dando supporto allo sviluppo di soluzioni tecnologiche di packaging idonee a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti tipicamente italiani ma adattati alle moderne esigenze commerciali e nutrizionali. Nelle proposte innovative rientrano: • l’utilizzo di materiali ecocompatibili o biodegradabili ottenuti anche da materie prime rinnovabili ed ecosostenibili; • lo smart packaging, che presuppone l’impiego di materiali ad azione antimicrobica con la finalità di prolungare la shelflife degli alimenti; • il sustainable packaging, che valuta l’intero ciclo di vita del prodotto in ottica di valutazione dell’impatto ambientale. Anche il settore agroalimentare si sta evolvendo in ottica di utilizzo ottimale della disponibilità informativa posseduta (Agroindustria Smart). Attraverso l’informatizzazione si gestisce la raccolta, l’integrazione e la trasformazione dei dati lungo tutta la filiera e se ne assicura la fruibilità da parte di manager e analisti con l’obiettivo di sviluppo e crescita aziendale. La legge impone già oggi la raccolta dei dati per favorire la sicurezza alimentare, ma spesso questi sono utilizzati a fini operativi e documentali. Il processo innovativo prevede uno sfruttamento dei dati per un supporto analitico e strategico dei processi produttivi. Internazionalizzazione La recessione ha colpito globalmente il sistema mondo e ha avuto impatti negativi su tutti i settori economici. Tuttavia alcuni paesi ne hanno risentito meno e hanno aspettative di reazione maggiori rispetto ad altri: in particolare sono i paesi emergenti che presentano le previsioni di crescita più alte, se comparati con Europa e Stati Uniti. CASI aziendali Esempi dell’applicazione di biotecnologie nell’agroindustria: mais, riso, frumento, patate, pomodori ed avena trattati con geni particolari e resi resistenti a certe malattie e parassiti, come la dorifora per la patata; piante che, cadendo in una sorta di letargo, resistono alla siccità o alla eccessiva salinità del terreno, pomodori resistenti al ghiaccio, con l’inserimento del gene per le proteine anti-congelamento dei pesci d’acqua fredda, Oli vegetali con meno grassi saturi, frutta e verdure con più vitamine, patate con più amido, verdure e frutta che rallentano la maturazione mantenendo lo stesso gusto. Si stanno cercando di ottenere piante autofertilizzanti per un migliore sfruttamento dei terreni. o Nestlé adotta il metodo del “ciclo di vita del prodotto”, coinvolgendo tutti i suoi partner dal coltivatore al consumatore, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale dei prodotti e delle attività. Il suo scopo, in tutti gli stadi del ciclo, è quello di usare le risorse naturali in modo efficace, di favorire l’uso di risorse rinnovabili gestite in modo sostenibile e di puntare ad arrivare a “zero scarti”. La Dutch startup Aestech di Eindhoven produce, nel settore lattiero-caseario, una o delle applicazioni più recenti di smart packaging in ambito di contenitori capaci di sviluppare calore al momento del consumo per riscaldare il contenuto: è il packaging auto-riscaldante per latte formulato semi-liquido da somministrare al bebè quando si è fuori casa o in viaggio. – 172 – Sono, pertanto, questi mercati emergenti ad attirare i capitali stranieri con l’obiettivo di recuperare nei prossimi anni le quote perse durante gli ultimi. Nel quadriennio 2017/2020 le previsioni dell’andamento del PIL per l’Italia si fermano all’1% a fronte del 7% della Cina , 6,5% dell’India, 4% del Brasile. L’andamento del settore agroalimentare, analizzato in termini di volumi di produzione, presenta una situazione globale di debolissima crescita. Incidono negativamente Europa, Stati Uniti e Russia, paesi per i quali si prevede una situazione pressoché statica, con una crescita entro il 2018 oscillante indicativamente tra il -1% e il +1%. La crescita segue un cammino di globalizzazione, puntando verso quei mercati che ad oggi hanno le migliori aspettative di sviluppo, come India (CAGR +4,1%), Cina (CAGR +2,9%) e Sud Figura 4 Andamento PIL reale (2012 – 2020) Source: Worldbank Tabella 9 Andamento PIL reale (2012 – 2020) Source: Worldbank Tabella 10 Andamento settore agroalimentare Fonte: Elaborazione PwC su MarketLin, report BMI (Business Monitor International e sito Ministero degli Esteri – 173 – Africa (CAGR +2,4%), in cui dominano le produzioni di cereali, frutta e verdura, vino. E’ di particolare risalto l’andamento del mercato vinicolo in Cina: il suo sviluppo risponde all’incremento del consumo in termini sia di quantità che di qualità, guidato da fattori quali l’incremento del potere di acquisto, la migliore conoscenza in materia vinicola, la volontà di mettere in evidenza uno status symbol. I fattori principali influenzanti il settore agroalimentare sono l’ingresso di nuovi grandi attori, quali i paesi asiatici con elevati tassi di sviluppo, l’innovazione tecnologica, il cambiamento della domanda dei consumatori, l’interesse agli aspetti di responsabilità sociale, la progressiva liberalizzazione degli scambi, le strategie competitive dei grandi gruppi industriali e del dettaglio alimentare. Il settore del retail e della grande distribuzione è strettamente legato alla crescita economica e al potere di acquisto dei consumatori. Quindi se tutti i paesi, chi prima chi dopo, hanno risentito della recessione economica e hanno diminuito i livelli di consumo, adesso ci si aspetta che tutti beneficino, chi più velocemente chi meno, della ripresa prevista per i prossimi anni. In paesi emergenti quali Cina, India , Brasile, Messico e Sud Africa si sta assistendo, in particolare, all’ascesa della classe media che porta a un incremento nella domanda di beni di consumo, sia locali che internazionali; i tassi di crescita attesi per il periodo 2014-2018 si attestano in un range tra il 7 e il 12 %. La maggiore disponibilità economica dei consumatori sta, inoltre, incrementando la domanda di beni non essenziali: cibo e bevande non alcoliche continuano a rappresentare la voce di spesa maggiore, ma beni di consumo legati, principalmente, agli ambiti di educazione, comunicazione, cura personale, abbigliamento, casa, ristoranti stanno guadagnando quote di mercato. La Russia offre uno dei settori retail più attraenti per l’Europa, ma la ripresa è attesa a partire dal 2015 e sotto la media globale (CAGR 2013 - 2018 pari a 5,6%); il settore è, inoltre, influenzato dalle recenti sanzioni internazionali e dai severi regolamenti doganali imposti. Nei paesi emergenti, inoltre, giocano un ruolo importante fattori quali la densità della popolazione, la crescente urbanizzazione, la diminuzione del tasso di disoccupazione, e maggiori investimenti nell’ammodernamento delle strutture di distribuzione organizzata. A livello nazionale si prevede una crescita debole (CAGR 2013-2018 pari a 0,8%), scontando un livello di differenziazione prodotto bassa, un mercato molto competitivo e volatile e una forte pressione derivante dal cambiamento delle esigenze dei consumatori. Il settore delle costruzioni ha subito un rallentamento negli ultimi due anni in maniera generalizzata, ma la crisi del settore ha colpito il nostro paesi in percentuali nettamente superiori agli altri paesi (-16,2% nel 2011 e -15,6% nel 2012). Tabella 11 A partire dal 2014 le analisi prevedono una ripresa globale con crescite importanti nei paesi emergenti: l’India, grazie all’impegno del governo nell’adeguamento infrastrutturale del paese, con programmi di investimenti in ambito strade e autostrade, ferrovie, porti e sviluppo urbano, si attende un tasso di crescita pari al 17,7% fino al 2018; in Sud Africa, pur prevedendo un tasso di crescita annuo composto del 4,3% tra 2013 e 2018, il governo intende investire ingenti risorse nello sviluppo di infrastrutture, che nel solo 2018 farebbe prevedere un incremento del valore del settore dell’11,2% rispetto all’anno precedente; il Messico ha già iniziato a registrare un aumento delle attività di costruzione di edifici, opere di ingegneria civile e infrastrutture per i trasporti, grazie a fattori quali la crescita demografica, l’aumento del reddito disponibile delle famiglie, i programmi di investimento infrastrutturale promossi dal governo; in Cina il settore, dopo il calo del 2012, crescerà fino al 2018 con un tasso del 12,6%, prevalentemente nel segmento dell’ingegneria civile; i fattori determinanti del trend sono i processi – 174 – di industrializzazione e urbanizzazione in corso, l’afflusso di investimenti esteri, l’aumento del reddito individuale e la crescita ulteriore della popolazione e delle famiglie; in Brasile il settore dell’edilizia è quello in maggiore stato di avanzamento per via dei grandi progetti infrastrutturali; obiettivo del Governo, fare in modo che gli investimenti nelle infrastrutture raggiungano il 24% del PIL entro il 2022. Nel settore delle assicurazioni è prevista una crescita globale nei prossimi anni in termini di premi lordi in particolare nei paesi emergenti Cina, India, Messico e infrastrutturali. In particolare, i segmenti che guideranno la crescita sono quello degli autoveicoli e della salute. Il settore manifatturiero sta affrontando un periodo di trasformazione le cui sfide attuali sono legate alla scarsità di risorse, alla disponibilità di big data, alle innovazioni tecnologiche e alla personalizzazione di massa. La capacità di anticipare e reagire a queste tendenze determinerà la possibilità di mantenere competitività sul mercato. Nei prossimi cinque anni il settore vedrà un consolidamento nelle prime posizioni del mercato da parte dei paesi emergenti Cina, India e Brasile, a Tabella 11 Andamento mercato delle costruzioni Fonte: Elaborazione PwC su MarketLine , report BMI (Business Monitor International ) e sito Ministero degli Esteri Sud Africa. Il Sud Africa è il paese con il maggior livello di penetrazione (contributo percentuale al PIL) del settore assicurativo tra i paesi BRICS, pari al 14,6%. Il ramo vita continuerà a rappresentare oltre l’80% del settore, tuttavia entrambi i rami assicurativi, vita e non vita, sono previsti in aumento: è atteso un tasso di crescita annuo composto tra 2013 e 2018 più alto rispetto agli altri paesi BRICS, USA ed Area Euro, pari al 10,8%, supportato dallo sviluppo della micro-assicurazione e dall’espansione dei servizi finanziari nelle aree rurali. India, Messico, Brasile e Cina hanno un livello di penetrazione più basso, indicativamente tra il 2 % e il 4 %, ma con buone previsioni di sviluppo fino al 2018, rispettivamente dell’8,3%, 9,8%, 5,3% e 9,0%: il ramo non vita è quello che nei prossimi anni, seguendo la ripresa/crescita economica, presenterà la maggiore accelerazione, supportato da ascesa della classe media, aumento del livello di urbanizzazione, consumi, incremento della spesa in progetti scapito di Europa e Stati Uniti. Nel 2013 la Cina conferma il dominio della classifica mondiale in termini di competitività con una tasso di crescita annuo composto 2013-2018 previsto al 9,5% e un valore del settore pari a 216.600 milioni di € (contro i 115.200 milioni di € dell’Europa e i 72.500 milioni di € degli Stati Uniti, con tassi di crescita rispettivamente di 3,3% e 3,0%). Il governo di Delhi si è posto, invece, l’obiettivo di elevare il contributo del settore manifatturiero al Pil Indiano dall’attuale 15 al 25 % entro il 2025, con un tasso di crescita previsto pari al 13,8%. Anche in Messico il settore manifatturiero è supportato da politiche commerciali di riduzione delle barriere doganali sui beni industriali per favorirne la competitività. Questi paesi stanno catturando l’attenzione di diversi produttori da una parte per la crescente domanda dei consumatori locali, dall’altra perché posso essere centri di produzione strategici nella catena del valore globale. Infine nel settore trasporti e logistica, – 175 – un segmento strettamente legato all’andamento dell’economia interna e delle relazioni con i paesi confinanti. La situazione di recessione ha causato in alcuni paesi una diminuzione dei volumi trasportati durante gli ultimi anni, come in Italia (-9,0% tra 2013 e 2011) e Russia (-0,2% nel periodo 2011-2013), oppure un rallentamento come nel caso del Sud Africa, passato da una crescita del 7,1% nel 2012 allo 0,7% nell’anno successivo. In altri paesi, quali Usa e Cina, gli alti consumi interni riescono a supportare il segmento risentendo meno del rallentamento economico. La previsione di una ripresa economica a partire dal 2015 guida anche le statistiche dei trasporti su strada che, seppur lentamente, sono attesi in crescita. I dati macroeconomici presentati e quelli per settore evidenziano che, a fronte delle previsioni di lenta ripresa del nostro paese, l’internazionalizzazione verso i paesi che hanno affrontato meglio la crisi e stanno avendo una ripresa più veloce rispetto all’Italia è un dato di fatto che non si può non prendere in considerazione. SACE stima in 38,5 miliardi il potenziale business che potrebbero offrire i mercati emergenti caratterizzati da meriti creditizi ormai stabilmente positivi o in miglioramento, (Brasile, Cina, India, Malaysia, Messico, Polonia, Sudafrica, Perù, Algeria, Colombia, Filippine, Indonesia, Kenya, Marocco, Turchia) all’export italiano nei prossimi due anni, se le imprese riorientassero in questa direzione le proprie attività: di cui 19 miliardi da Polonia e Cina (pari da sole al 50% del recupero potenziale), 8,8 da India e Turchia e 5,5 miliardi da Algeria. Crescita sostenuta e miglioramento dei profili di rischio hanno interessato un ampio gruppo di mercati emergenti, caratterizzati da meriti creditizi ormai stabilmente positivi (Brasile, Cina, India, Malaysia, Messico, Polonia, Sudafrica, Perù) o medi, ma in progressivo miglioramento (Algeria, Colombia, Filippine, Indonesia, Kenya, Marocco, Turchia). SACE stima in 38,5 miliardi il potenziale business che potrebbero offrire questi mercati all’export italiano nei prossimi due anni, se le imprese riorientassero in questa direzione le proprie attività: di cui 19 miliardi da Polonia e Cina (pari da sole al 50% del recupero potenziale), 8,8 da India e Turchia e 5,5 miliardi da Algeria. Come messo in evidenza dai dati del Rapporto ICE 2013 – 2014 sull’Internazionalizzazione delle imprese le imprese esportatrici fanno registrare livelli superiori di produttività nominale del lavoro (il valore aggiunto per addetto), qualità del lavoro impiegato (qui stimata dal costo del lavoro per dipendente) e investimenti, ma anche per margini di profitto (rispettivamente il 34,1 e il 10,1 per cento). Con riferimento alla dimensione media delle imprese, i dati Istat ci dicono che quella di un’impresa esportatrice è pari a più di otto volte quella delle imprese attive solo sul mercato interno (34,7 contro 4,2 addetti). Quindi, per riuscire a esportare, bisogna essere più grandi. Ad esempio le maggiori aziende che operano nel settore retail & consumer sono aziende globali, per cui almeno un quarto del fatturato proviene da attività all’estero. Le aziende infatti stanno focalizzando la crescita all’estero, sia sui mercati maturi sia su quelli in crescita: in particolare l’Europa occidentale continua ad essere un obiettivo chiave e sta venendo affiancata da un’espansione nei mercati di Nord America, Sud-est asiatico e BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). In alcuni paesi emergenti , quali India, Indonesia, Russia, Argentina, Cina, le aziende si trovano ad affrontare le resistenze poste in essere dai governi locali. Altri mercati emergenti, invece, stanno cercando di rispondere alla lenta crescita economica attraverso l’apertura dei mercati a una maggiore competizione. Sono i casi di Brasile (abbassamento dazi di importazione su molti prodotti), Turchia (incentivi agli investimenti fatti in zone sotto-sviluppate del paese), Nigeria (ricerca di investimenti stranieri). Le cooperative come anche messo in evidenza da un recente studio della Banca d’ Italia operano prevalentemente su mercati locali, hanno una minore propensione all’export e un minor grado di internazionalizzazione. Questo fenomeno può essere il portato sia di una scarsa – 176 – competitività media delle cooperative, che quindi faticherebbero a entrare su mercati distanti, sia del loro stretto legame con il territorio. Bisogna tuttavia incentivare programmi ad hoc per acquisire una presenza consolidata sul mercato estero, nonché esperienza e mirate strategie per canalizzare le esportazioni verso i paesi target maggiormente promettenti. In tal senso vanno evidenziate le attività portate avanti da Legacoop Agroalimentare, che in questa precisa logica, sta sostenendo i progetti della cooperativa INDACO (International Business Developer), che incentiva, accompagna e gestisce processi di internazionalizzazione delle cooperative associate rispondendo ad una loro precisa esigenza al fine di far conoscere loro i buyers dei paesi esteri e i principali canali di vendita e distribuzione del settore agroalimentare. In ambito costruzioni un esempio interessante è stato il progetto Promozione della filiera delle costruzioni in Turchia, gestito da Legacoop Emilia Romagna e finanziato dalla Regione Emilia Romagna che prevedeva un programma di attività volte a costruire opportunità di business e di acquisizione di commesse / contratti in partnership, una rete di contatti e collaborazioni per favorire il coinvolgimento delle imprese in progetti innovativi di ampie dimensioni con le imprese Turche. L’internazionalizzazione è poi strettamente alle competenze del personale. È importante dunque incentivare programmi ad hoc per acquisire una presenza consolidata sul mercato estero, nonché esperienza e mirate strategie per canalizzare le esportazioni verso i paesi target maggiormente promettenti. Infatti, il tema della formazione delle risorse umane in materia di commercio estero e processi d’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano rappresenta un fattore determinante per ampliare la platea delle imprese che esportano o che operano con successo nei mercati globali. Questo aspetto è particolarmente sensibile non solo presso le grandi imprese, ma specialmente presso le piccole e medie cooperative che scelgono di affacciarsi fuori dei mercati domestici. Si ricorda in tal senso il Corso di formazione per l’internazionalizzazione delle imprese cooperative volto a fornire ai dirigenti, soci e quadri delle imprese cooperative strumenti e competenze specifiche per l’internazionalizzazione recentemente lanciato dall’Alleanza per le Cooperative e l’ICE. Efficientamento Ogni azienda per stare al passo con la velocità del cambiamento deve reinventare il proprio business, essere reattiva nella velocità delle decisioni alle reazioni esterne e dai tempi dalle loro realizzazione concreta, deve essere in grado di innovare i processi produttivi o distributivi per competere in termini di qualità ma anche di costo. La Legacoop del futuro deve essere in grado di supportare le cooperative associate in questo percorso. Per questi stessi motivi dovrebbe anche essa da un lato semplificare ed efficientare il suo modello attuale caratterizzato da una ridondante presenza di strutture (110 tra nazionali di settore, regionali di settore, territoriali, regionali, territoriali provinciali o interprovinciali), dall’altro rafforzare il suo ruolo di creazione di Centri Servizi identificando nuove funzioni da gestire in ottica condivisa e investire sullo sviluppo di altrettante importanti funzioni specialistiche e settoriali. Infine bisogna ripensare la quantità delle articolazioni settoriali, soprattutto in relazione all’evoluzione dei mercati, all’entità delle presenze e a progetti associativi di sviluppo e costruire attraverso la presenza in rete significative economie di scala. I Modelli organizzativi per le reti del futuro La realizzazione di Centri Servizi condivisi è ormai una realtà implementata con successo da molte aziende pubbliche e private per accelerare i benefici di business, efficientare le strutture aziendali, garantire minori costi di gestione e migliorare i processi aziendali. I centri servizi si stanno diffondendo anche tra le – 177 – Piccole e Medie Imprese (PMI) che negli ultimi anni di crisi hanno dovuto affrontare sempre più questioni come ottimizzazione dei costi e riorganizzazioni aziendali. Una recente survey di PwC, che ha coinvolto 100 aziende rappresentanti di 373 Centri Servizi a livello mondiale, mostra che le organizzazioni intervistate hanno già implementato Centri servizi (nel 59 % dei casi) o ha esternalizzato (outsourcing) alcuni servizi aziendali (nel 73 % dei casi ). Le funzioni di supporto interno di una organizzazione - tra cui finanza, IT, risorse umane, acquisti e gestione patrimonio - possono rappresentare il 10-15 % dei costi di un’organizzazione. È possibile aumentare l’efficienza e l’efficacia di queste funzioni mediante la standardizzazione, la semplificazione e l’uso efficace della tecnologia e del sourcing. Sulla base dello studio PwC , il 65 % delle organizzazioni mondiali ha risparmiato sui costi delle loro funzioni di supporto fino al 40 % creando un’organizzazione di servizi condivisi interna (Centri Servizi) o esternalizzandone alcune componenti (outsourcing) Tradizionalmente, l’area che per prima viene convogliata all’interno di uno Shared Services Centre è l’area Amministrazione e Finanza, soprattutto con riferimento alla gestione dei processi transazionali. Sebbene questo sia ancora il tipico punto di partenza, la ricerca evidenzia un orientamento verso il trasferimento nello Shared Services Centre anche di altre aree quali le Human Resources, la Supply Chain e l’Information & Communication Technology. Negli ultimi anni un numero crescente di organizzazioni vedono i centri Servizi non solo come una modalità di efficientamento e riduzione dei costi ma anche come un mezzo per ottenere vantaggi strategici e uno strumento a supporto delle imprese per meglio rispondere all’impatto dei megatrends sul business. Molte grandi aziende hanno costituito Centri Servizi, per la gestione delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico e acceleratori per il lancio di progetti innovativi sul territorio. In alcuni casi sono stati implementati anche in diverse parti del mondo in quanto la disponibilità Figura 5 Risparmi in costi operativi come risultato dell’implementazione di Centri Servizi Source: PwC – Shared Services - The Edge over (2014) – 178 – di personale qualificato sia in termini di competenze professionali che linguistiche è ancora visto come il criterio più importante nella scelta della posizione di un Centro Servizi - e si prevede che assumerà sempre maggiore importanza in futuro. Oggi dunque i Centri Servizi non sono più un interrogativo. Le domande da porsi per il loro ulteriore sviluppo sono: • Cosa offrono gli attuali Centri Servizi? È più o meno quello che ci si aspetta? • Quale tipo di servizi aggiuntivi e innovativi possono offrire i Centri Servizi a supporto delle aziende? • Come fornirli e quali sono gli step da porre in essere? La valutazione dell’esistente e l’individuazione dei servizi innovativi andrebbe portata avanti attraverso modelli di valutazione strutturati che permettano di analizzare la situazione attuale, individuare i servizi innovativi e aggiuntivi strategici per rispondere al meglio alle sfide poste alle aziende dai trend che più impattano sul settore di riferimento. Il set up di nuovi Centri Servizi e/o servizi CASI aziendali Unicredit UniCredit Business Partner S.c.p.A. accentra le attività di gestione dei servizi operativi/ amministrativi delle risorse umane e le attività di Segnalazioni di Vigilanza. UCBP è destinata a consolidarsi quale polo strategico di riferimento per le attività amministrativo/contabili a favore di tutte le società del nuovo Gruppo, assicurando una gestione unitaria ed integrata di tutti i relativi processi e delle correlate competenze specialistiche. L’operazione in parola mira a realizzare l’obiettivo primario della centralizzazione dei servizi di supporto, quali ad esempio quelli relativi al Personale ed alla Contabilità, al fine di ottenere l’unificazione degli attuali modelli operativi, aumentandone la qualità e realizzando ulteriori sinergie di costo. Con finalità analoghe, nel corso del 2009 è stato altresì avviato il progetto di creazione dello Shared Service Center Finance & Accounting (“SSC F&A”) dedicato alle gestione delle attività di predisposizione del Progetto di Bilancio annuale, delle redazioni semestrali e trimestrali delle Società servite (allo stato: UniCredit, UCB, UBdR, BdS, UCCB, UCPB, UCFin), predisposizione delle informazioni necessarie alla redazione delle attività di “Reporting Package”, attività di riconciliazione delle poste intercompany, nonché alla predisposizione delle Segnalazioni periodiche obbligatorie agli Organi di Vigilanza (le attività di produzione del bilancio consolidato di Gruppo e di applicazione dei Principi Contabili non rientrano nel perimetro del progetto SSC F&A). Settore Pubblico Nell’intento di garantire lo sviluppo coerente del Sistema Informativo Socio-Sanitario (SISS), Lombardia Informatica, nell’ambito dell’Incarico conferito da Regione Lombardia, ha avviato da tempo una serie di iniziative e strumenti volti a indirizzare il processo di pianificazione strategica e le iniziative ICT delle singole Aziende Sanitarie sul territorio Lombardo, cosicché queste siano sinergiche e coerenti a livello di sistema. L’applicazione di tali strumenti ha permesso di determinare un quadro di sintesi sulla maturità ICT raggiunta dalle Aziende Sanitarie e ha evidenziato la necessità di comprendere da un lato come poter valorizzare a livello di sistema le eccellenze individuate, dall’altro lato come poter supportare le Aziende Sanitarie nella razionalizzazione delle attività legate alla gestione dei loro sistemi informativi. L’attività di definizione di Servizi Condivisi Regionali (Shared Service) ha proprio l’obiettivo di supportare le Aziende Sanitarie nella razionalizzazione delle loro attività, rendendo disponibili i servizi standardizzati ed allineati con quanto espresso nelle Linee Guida Regionali alle Aziende Sanitarie per ottenere omogeneizzazione ed economie. – 179 – aggiuntivi dovrebbe basarsi su un business case che ne garantisca la sostenibilità dell’iniziativa nel tempo. Tabella 12 Questi interrogativi sono ancora più attuali per Legacoop che già da alcuni anni (2005) ha avviato la Rete Nazionale Servizi, che attraverso le Legacoop Regionali e Provinciali, mette a disposizione delle cooperative associate informazioni omogenee e condivise che nascono da un lavoro collettivo. Ad oggi le aree di intervento attive sono quelle relative al diritto societario, alle problematiche fiscali, alla legislazione del lavoro, alle disposizioni relative alla privacy, alle questioni legate all’ambiente e alla sicurezza, alle problematiche economiche e finanziarie con particolare riferimento alle tematiche di “Basilea 2”, ai temi relativi alla vigilanza sulle cooperative. Tuttavia, in un’ottica di supporto all’implementazione di quelle che sono le direttrici strategiche Legacoop dovrebbe nei prossimi anni: • garantire l’efficientamento delle strutture esistenti anche attraverso il ripensamento del modello organizzativo. I centri Servizi della Legacoop del futuro dovranno avere strutture più snelle per CASI aziendali Telecom/Pirelli Shared Service Center, il consorzio formato da Pirelli e Telecom Italia con lo scopo di utilizzare tutte le sinergie nel campo dell’IT fra i due Gruppi. Il consorzio rappresenta un “Competence Center” trasversale ed essenzialmente tecnologico avente un obiettivo di efficienza per competenze, vale a dire ottenere tutti i possibili benefici legati alla messa a fattor comune di competenze, skill, tecnologie ed il conseguente raggiungimento di economie di scala comuni anche nel processo d’acquisto di servizi. Sanofi La società farmaceutica francese ha stabilito recentemente costituito 5 hub R&D a Shangai, Boston, Nord America, Francia e Germania. L’hub cinese è il più recente e impiega circa 1400 ricercatori nei 12 paesi dell’Asia, integrando in tal modo le capacità di Sanofi in prodotti biofarmaceutici (Sanofi Biopharma), malattie rare (Sanofi Genzyme), vaccini (Sanofi Pasteur) e salute degli animali (Sanofi Merial). Integrando tutte le attività R & S, l’hub opera come acceleratore per l’introduzione di soluzioni innovative per il territorio tanto cinese quanto globale contemporaneamente agli sforzi di Sanofi per migliorare la salute in tutto il mondo. Novozymes L’azienda, maggiore produttore di enzimi industriali, ha aperto 4 anni fa un centro R&D che svolge attività ingegneristica a servizio delle necessità globali del gruppo e opera come base global per i nuovi progetti della società. Nestlè Nestlè ha 4 centri ricerca specializzati: • in Cina, dove il centro fornisce soluzioni per una alimentazione salutare e basata su fondamenti scientifici; in Svizzera, il cui centro è specializzato nella ricerca su alimentazione e scienze • biologiche; • In USA, il cui centro è specializzato nella ricerca su soluzioni salutari nell’alimentazione degli animali; • a Tokyo, il cui centro si ispira alla scienza e tecnologia moderne per sviluppare e promuovere soluzioni alimentari rispondenti ai bisogni dei consumatori e ai problemi di salute. – 180 – Tabella 12 Criteri di valutazione di un Centro Servizi Strategia • I criteri utilizzati per selezionare la tipologia e posizione del Centro Servizi • Strategia di implementazione • Valutazione degli obiettivi dalla prospettiva odierna / al momento di implementazione del Centro Servizi e la misura in cui gli obiettivi iniziali sono stati raggiunti Organizzazione Concetto di Centro servizi (centro di costo vs centro di profitto ) / gestione / • Metodo di ripartizione dei costi per i servizi forniti compliance • Gestione Centro Servizi (modello organizzativo/struttura di management) • Campo di applicazione e ciclo di revisione di accordi sui livelli di servizio (SLA ) • Approccio " process owner " per la gestione dei processi • Le responsabilità per lo sviluppo delle imprese / miglioramenti di processo Miglioramento continuo I processi di business Rapporti con i clienti Gestione delle prestazioni Gestione delle risorse umane • La governance del Centro Servizi Analisi sistematica e regolare dei costi e della qualità • Ricerca continua per l'attuazione delle misure di ottimizzazione • Impiego di strumenti di miglioramento della qualità • Approccio per misurare se un Centro Servizi sta raggiungendo gli obiettivi prefissati. -‐ Grado di standardizzazione e automazione dei processi all'interno del Centro Servizi -‐ Grado di standardizzazione e automazione dei processi al di fuori del Centro Servizi ma con esso interconnessi • Livello di documentazione dei processi Struttura della clientela (quota di clienti interni ed esterni ) Struttura di servizio all'interno del SSC Orientamento al cliente in SSC Implementazione di strumenti per la gestione dei clienti Sofisticazione dei sistemi di gestione delle prestazioni in atto La trasparenza del processo di misurazione delle prestazioni Disponibilità di informazioni relative alla gestione operativa e strategica Definizione di obiettivi di performance misurabili e il monitoraggio di raggiungimento degli obiettivi -‐ Estensione dei sistemi di controllo finanziario all'interno del Centro Servizi • L'uso di diversi tools formativi per lo sviluppo del personale -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ -‐ • La qualità della comunicazione tra la direzione e il personale del Centro Servizi • Approccio utilizzato per collegare la valutazione delle prestazioni dei dipendenti alla definizione delle misure di sviluppo Sistemi e tecnologie • L'uso di indagini sulla soddisfazione dei dipendenti • Grado di automazione dei processi e la standardizzazione dei sistemi informatici • L'ottimizzazione continua dei sistemi informatici Fonte: PwC (2014) – 181 – garantire: »» maggiore efficienza delle attività, grazie alla possibilità di produrre servizi più rapidi e qualitativamente più elevati; »» maggiore produttività, attraverso l’integrazione di processi e pratiche comuni; »» economie di scala, che permettono una riduzione dei costi conseguenti la riorganizzazione dei processi in termini di: * industrializzazione processi * standardizzazione dati e sistemi * consolidamento geografico * definizione dei livelli di servizio * monitoraggio delle performance • garantire un maggiore supporto all’innovazione e alle start-up e accanto ai servizi tradizionali, come già stanno facendo le aziende più innovative a livello globale, dovrebbe individuare una serie di servizi innovativi e strategici per lo sviluppo delle cooperative associate. • garantire un maggiore supporto all’internazionalizzazione delle imprese. Tra le attività che i nuovi Centri Servizi dovrebbero prevedere se ne evidenziano alcune che possono dare un supporto concreto a PMI e Startup: • Servizi di consulenza per l’innovazione e lo sviluppo: una serie di attività per la formazione, l’aggiornamento, il mentoring, e il tutoraggio degli imprenditori, attraverso corsi e reportistiche mensili su best practice, innovazioni, e analisi dei trend tecnologici per mercato, che mettano a disposizione di aziende e le startup le conoscenze per essere all’avanguardia e competere in assetto nazionale e internazionale. • Servizi Digital accentrati: servizi di web marketing, web merchandising, digital analitics, e supporto all’eCommerce che permettano a PMI e Startup di competere online. L’obiettivo è dare a queste realtà le conoscenze e gli strumento per sfruttare le opportunità offerte da internet, sia in termini di crescita del business che di internazionalizzazione. • Servizi Manufacturing Accentrati: spazi Hackerspace, che mettano a disposizione dispositivi per la stampa 3D, Laser Cutter e apparecchiature elettroniche. L’obiettivo è dare a imprenditori e aspiranti imprenditori gli strumenti per creare prototipi e avviare in piccola scala produzioni test. Questi centri diventano spesso punti di incontro che facilitano aggregazioni e partnership tra startup. • Servizi di supporto al finanziamento: un supporto nella ricerca di capitali per l’innovazione e start-up, per esempio l’accesso ai fondi europei o la partecipazione a competizioni internazionali; ma anche favorire l’acquisizione di startup da parte di aziende più grandi. La creazione di un Centro Servizi, inoltre, per assicurare un migliore e diretto controllo, spinge all’utilizzo di tecnologie innovative che permettono sia di semplificare infrastrutture, applicativi e servizi di manutenzione IT sia di migliorare i processi decisionali. Il core-business è dare supporto privilegiato alle funzioni critiche aziendali, laddove l’IT può essere un fattore differenziante di valore, diventando un fattore abilitante. Il centro servizi è un centro di eccellenza per il disegno, lo sviluppo e il supporto di una serie di piattaforme strategiche. All’interno del mondo Legacoop si possono già individuare alcuni casi interessanti che rappresentano le basi del nuovo modello di centri Servizi di cui Legacoop dovrà dotarsi nei prossimi anni. Uno dei casi più avanzati è Innovacoop la società fondata nel 2012 da Legacoop Emilia-Romagna per promuovere lo sviluppo internazionale e innovativo delle cooperative. Innovacoop è il servizio di riferimento a livello regionale per la sensibilizzazione, l’informazione, il supporto e l’assistenza alle cooperative che hanno deciso di innovare processi e prodotti, di migliorare e strutturare la propria presenza sui mercati esteri e di – 182 – modificare il proprio profilo organizzativo e gestionale come risposta alle sfide crescenti poste dalla globalizzazione. Le attività che Innovacoop svolge sono: • informare e sensibilizzare sulle iniziative di promozione della cultura dell’innovazione e dell’internazionalizzazione; • promuovere strumenti di aggregazione e di innovazione organizzativa: contratti di rete, iniziative di sistema orientate all’esplorazione dei mercati stranieri, trasferimento tecnologico anche verso l’estero; • fornire assistenza, consulenza specialistica e progettazione di interventi di innovazione organizzativa e tecnologica e di internazionalizzazione; • attivare progetti e interventi che abbiano per oggetto il cooperativismo e la sua diffusione. Un esempio può venire dalla collaborazione nell’ambito del progetto Coopstartup dove si è promosso il progetto pilota sulla promozione di nuove imprese cooperative innovative nel settore agroalimentare, con il duplice obiettivo di promuovere e sviluppare nuove imprese innovative in forma cooperativa in ambito agroalimentare e promuovere l’innovazione nelle imprese cooperative esistenti del settore agroalimentare attraverso la sperimentazione di networking e di attività di mentoring con start-up innovative a forte contenuto tecnologico e di conoscenza. Note: 1) PwC, Megatrends, (2014) http://www.pwc.co.uk/ issues/megatrends/index.jhtml, Project Blue . Documentazione interna. 2) SACE, Mappa dei rischi 2014 http://sace.it/docs/default-source/ufficio-studi/pubblicazioni/20140919-sacemappa-rischi2014-fin.pdf?sfvrsn=4. 3) ASTER, Il valore dei trend nei processi di innovazione, 2013. 4) Jeremy Rifkin, La società a costo marginale 0 – L’Internet delle cose, l’ascesa del commons collaborative e l’eclissi del capitalism, 2014. 5) Ismail Salim, Michael Malone and Yuri van Geest, Exponential Organisations Why new organizations are ten times better, faster and cheaper than yours (and what to do about it), 2014 6) The future of business – 17th CEO Survey – Italia (2014) http://www.pwc.com/it/it/publications/17th-ceosurveyitaly.jhtml – 183 –