Ecco le lettere di Bernardo Provenzano, pubblicate dal
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Ecco le lettere di Bernardo Provenzano, pubblicate dal
MAFIA | DOCUMENTI LO STATO CONFUSIONALE DI PROVENZANO ESCLUSIVA. ECCO LE LETTERE DEL SUPERBOSS, PIENE DI PAROLE RIPETUTE E FRASI SCONNESSE: SIMULAZIONE PER USCIRE DI GALERA O MALATTIA REALE? di Riccardo Lo Verso ensieri sconclusionati, frasi incomplete, una sorta di balbettio scritto che lo porta a ripetere più volte una parola, uno stato confusionale che si manifesta nel non sapere dove e perché sia detenuto. Le lettere che Bernardo Provenzano scrive ai suoi familiari sarebbero la prova che il padrino corleonese è gravemente malato. Il condizionale è d’obbligo per evitare di schierarsi nel dibattito fra chi sostiene che al capomafia non spetti alcuna clemenza e coloro che ritengono giusto curarne i malanni. Le lettere, che “S” pubblica in esclusiva, hanno, però, un valore documentale, al di là delle singole prese di posizione. Partiamo dalle parole del legale di Provenzano, Rosalba Di Gregorio: “Delle due l’una: o siamo di fronte a un grande simulatore oppure a un uomo gravemente malato e dissociato dalla realtà”. Nei mesi scorsi la quarta sezione della Corte d’appello di Palermo ha disposto il trasferimento di Provenzano da Novara a Parma. I giudici hanno accolto la richiesta del procuratore generale Carmelo Carrara, ritenendo che per le sue condizioni di salute il capomafia abbia bisogno di una struttura adeguata dal punto di vista clinico e nelle cui vicinanze ci sia un reparto P 96 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA ospedaliero per i detenuti. Da qui il trasferimento a Parma. “Innanzitutto Provenzano si trova ancora nel carcere che è solo attiguo al centro clinico - aggiunge il legale -. E poi quest’ultimo non è adatto al tipo di patologie di cui soffre”. Gli esami diagnostici hanno evidenziato delle lacune cerebrali dovute a un’ischemia. I sintomi, tremori e movimenti rallentati, sono quelli di una sindrome parkinsoniana. Così, già nel novembre di due anni fa, scrivevano i medici dell’istituto di Radiologia dell’ospedale di Novara: “Lo studio dell’encefalo documenta la presenza di ipodensità a carattere lacunare in esiti post-ischemici”. Una patologia che si è sommata al tumore confermato dalla perizia dell’oncologo Oscar Alabiso, primario dell’ospedale Maggiore della Carità di Novara. “Gli è stato diagnosticato un tumore retroviscerale. Una recrudescenza del cancro alla prostata - spie- L’AVVOCATO ROSALBA DI GREGORIO, DIFENSORE DI BERNARDO PROVENZANO ga Di Gregorio -. Secondo l’oncologo, l’aumento dell’ormone prostatico non va sottovalutato. Dalla perizie a oggi è passato più di un anno e la situazione non può che essere peggiorata. Le sue condizioni neurologiche, però, impediscono l’intervento con la chemioterapia”. Il legale non può presentare un’istanza di scarcerazione visto che Provenzano non ha misure cautelari legate ai processi ancora in corso a Palermo. L’unica strada percorribile è un’istanza di scarcerazione al tribunale di Sorveglianza di Bologna. Serve però una perizia medica di parte. “I familiari mi dicono - aggiunge il legale - che non riescono a trovare un medico disponibile per una visita privata a Provenzano”. Gli stessi figli al cospetto dei quali Provenzano si è presentato con i vestiti invernali in piena estate. È convinto che debba pagare per avere abiti nuovi. Aveva unghie e capelli lunghi. Dimagrito di due taglie. “Non chiediamo la scarcerazione, anche perché sappiamo che nessuno accoglierebbe mai la nostra istanza - conclude Di Gregorio -. Che venga curato, però. Che qualcuno gli stia accanto per ricordargli di cambiarsi. Ribadisco che ci sono due sole possibilità. Provenzano è un simulatore e deve essere punito perché le lettere nascondono chissà quali messaggi. Oppure, visto che la posta è passata dalla censura prevista da 41 bis, sono state scritte da un uomo malato che deve essere curato”. A fare suonare il primo campanello d’allarme sulle condizioni di salute di Provenzano è una lettera del 5 marzo 2001. Al di là dei limiti grammaticali di una persona non scolarizzata, i ragionamenti sono lineari. Il boss spiega alla moglie di essere stato sottoposto ad alcune visite mediche. In alcuni passaggi, però, ci sono parole ripetute senza una logica: “Amore mio carissimo. E figli Angelo e Paolo con gioia ho ricevuto la vostra lettera... amore mio carissimo non ricopio a tutto quello che mi chiedi spero spero spero con il tempo di spiegarti... amore mio mi dice se sò cosa anno scritto nel diario diario non l’ho letto ma tu mi che ho avuto una eschemia, non so cosa sia...”. IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 97 MAFIA | DOCUMENTI L’11 maggio Provenzano riprende carta e penna. Il destinatario è ancora la moglie: “Oggi mercoledì 11 maggio. Amore mio ho ricevuto la tua lettera. Amore mio grazie delle notizie che al ritorno che avete avuto un buon viaggio. Amore mio mi dici che ero troppo sofferente e ne se addoloratissima. Che cosa mi hanno fatto, se c’erano i dottori che mi hanno visitato, se mi hanno cambiato le medicine Non lo so Amore mio vuoi sapere che sto Amore mio sento stanco...”. A un certo punto il ragionamento si interrompe e riprende con una datazione diversa: “02-05-2001 tuo marito che ti pensa Amore mio e figli Angelo e paolo carissimi smetto con la penna non con il cuore... - chi scrive perde lucidità - che smetto con la presente e ne ricevo un’altra ricevuta ieri giovedì di paolo, che con il volere di Dio iniziare quella che ho ricevuto dopo da paolo e scritto te amore mio. Ora con piacere a rispondere in quella lunga tua - e lascia il periodo tronco - Con quello che mi succede nel rispondere con affetto segue i seguito...”. Il 23 maggio Provenzano sceglie un telegramma per comunicare con il fratello Salvatore. “C’è poco da chiarire – spiega l’avvocato Di Gregorio -. La trascrizione evidenzia un totale stato confusionale: ‘Mio caro fratello e Figlio come state padre e figli si unanomia si incoraggia essendo due. Io vi chedo scusa, e cioè mi prometto di scrivervi e sorte no veglio chiare vi sforzano a emesso senza scrivere e il mio pensiero s sforza e si vede la mia vecchiaia e aspetta oggi aspetta domani ho pensato di scriverti ora smetto con la penna non con il cuore augurandovi un mondo di bene per tutti vi benedica il signore che vi protegge vi benedica il signore vi protegge”. 98 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA Altro passaggio messo in evidenza dal legale è quello contenuto nella lettera del 9 giugno 2001. Provenzano sembra smarrito: “Ma io sono qui da solo non so dove sono sono. Oggi c’è la videconferenza non ci vado per scrivere e voi potete parlare con l’avvocato dicci la nostra posizione ed chiedere per ottenere colloqui tra noi i mia moglie e i miei figli Angelo Paolo e mamma con lo sta bene con l’avvocato perché io sono forse più malato di quello che vi dico”. Poi, fornisce il suo indirizzo ai parenti come se mai prima d’ora non avesse ricevuto le loro lettere: “Ripeto se potete parlati parlare con l’avvocato della mia posizione vi do il mio indirizzo: Sono in via Burla numero n.53. L3. 100 Parma. Con questo mi potete scrivere mi potete venire attrovare ce possiamo parlare di presenza oppure uno scritto dopo che avete parlato con l’avvocato così cerchiamo la serenità che ci manca a tutti...”. Sempre a giugno Provenzano scrive di nuovo. Dovrebbe essere una risposta alla moglie e ai figli che vogliono sapere cosa portargli al prossimo colloquio. Il capomafia, invece, di rappresentare le sue esigenze, si limita a ricopiare il contenuto della lettera che ha ricevuto: “Avevo tue amore mio mi dici che stai in pensiero la mia salute ma io ho pensieri per la mia salute se ho capito bene e studiare e comprendere nella mia miseria... Figlio mio mi addolora tanto con la desolazione e triste Figlio Angelo mi dici scrivi tutto quello che capita e che succede Ho chiesto ho chiesto il foglio per edere per il foglio per vedere per vedere cosa ti posso portare per il prossimo colloquio qui scrivimi quello che posso portare Amore mio chiudi la lettera augurandoti sempre di stare meglio”. IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 99