Il debutto delle IBEYI: figlie del percussionista del Buena Vista

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Il debutto delle IBEYI: figlie del percussionista del Buena Vista
Il debutto delle IBEYI: figlie del percussionista del Buena Vista Social Club
di MARIA ENRICA RUBINO
Lisa-Kaindé e Naomi Diaz, di origini cubane e formazione parigina, fanno rivivere la cultura di
quattro secoli fa attraverso la loro musica.
Il nome che hanno scelto per il loro gruppo, IBEYI, è una parola antica che, in Yoruba appunto,
significa gemelle. Yoruba è il dialetto parlato dagli schiavi africani per ricordare i tempi e la terra
in cui erano liberi, che si diffonde quattro secoli fa nell’America centrale.
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Il debutto delle IBEYI: figlie del percussionista del Buena Vista Social Club
Lisa e Naomi sono gemelle, figlie di Miguel Angà Dia, il percussionista dei Buena Vista Social
Club, scomparso nel 2006. Si suol dire “buon sangue non mente” e, infatti, le due ragazze
hanno pubblicato di recente il loro primo Ep, Oya, edito dalla XL Recordings.
Hanno iniziato a fare musica alcuni giorni dopo la morte del padre: iniziano a studiare il cajon,
strumento a percussione di cui Angà Diaz era un grande maestro. Dopo qualche tempo si
trasferiscono da Cuba a Parigi per studiare e qui hanno modo di approfondire la
culture club
della capitale francese. Il prodotto che presentano al grande pubblico è un gospel permanente,
stilisticamente aggiornato.
Come hanno dichiarato recentemente in una intervista: “la nostra musica proviene da antiche
preghiere”. Nel video di River scorrono immagini sacre: un battesimo, in cui Lisa e Naomi
emergono dall’acqua cantando, ma senza mai guardarsi negli occhi. Le due sorelle gemelle non
si guardano mai, neanche sul palco e ne hanno spiegato il motivo: “sappiamo sempre cosa sta
facendo l’altra, non abbiamo bisogno di sguardi: tutto fluisce in maniera naturale”.
A proposito della sacralità delle immagini del loro video avevano dichiarato: “volevamo delle clip
poco frivole ma più profonde, con immagini in sintonia con il nostro progetto”.
La loro musica è preghiera, che rievoca ritmi arcaici, ma anche suoni del futuro.
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