MARIA CALLAS Il canto della vergogna

Transcript

MARIA CALLAS Il canto della vergogna
In collaborazione con FateBeneSorelle Teatro
MARIA CALLAS
Il canto della vergogna
Con Patricia Zanco, Chiara D’Ambros
Drammaturgia di Luca Scarlini
Regia Daniela Mattiuzzi
Ritratto inedito sulla donna Maria Callas che cerca di ritrovarsi
nell'ultimo periodo della sua vita ripercorrendo vicende della sua
carriera artistica. Uno sguardo interiore tra le pieghe del suo carattere forte e fragile al tempo stesso. Rivelandosi. Un
viaggio nell’infinito bisogno d'amore.
Maria Callas, al termine della carriera, dopo le disavventure della sua contrastata relazione con Onassis che avevano
alimentato i rotocalchi di tutto il mondo. La cantante è costretta a rivedere la propria infanzia lontana in Grecia facendo il
punto sulla propria vita e sulla propria arte. Come per Eleonora Duse, come per Vaslav Nijinskij, che come lei hanno
segnato per sempre l’immaginario del Novecento nelle rispettive discipline riproponendo con violenza il nesso arte-vita,
andare in scena era una necessità assoluta e allo stesso tempo una condizione disagevole, spesso non amata. La
vergogna della scena su cui tanto insiste la grande attrice tragica al momento della separazione da D’Annunzio risuona
nella cronaca di un’esistenza sempre in primo piano, tra scatti rubati dei paparazzi e il disperato bisogno di allontanarsi
dallo stereotipo che le è stato costruito addosso. In una intervista sul set con Dacia Maraini la cantante dichiara parlando
di sé in terza persona: “la Callas è dolce e non aspra”, accusandosi caso mai di un perfezionismo assoluto e affermando
che non riesce più a tollerare l’eccesso di attenzione nei suoi confronti, I pettegolezzi, d’altra parte, sono ancora oggi
chiave di lettura del suo operare per molti, che vogliono sovrapporre un comodo personaggio “melodrammatico” a una
identità complessa, sempre sospesa tra pulsioni diverse, cercando di esorcizzare una esistenza inquieta in una disciplina
feroce di lavoro, che pure non basta a donare quiete.
Note di regia
Ci sono strani equilibri che a volte giocano a favore o contro una vita.
Il caso, la fortuna, il dolore, l’esperienza, una giornata di sole e tante altre cose ci spingono ogni giorno a fare un passo
ora giusto ora sbagliato verso la meta.
Maria Callas-la voce-la diva. La tigre l’avevano soprannominata i giornali. Dipinta come una donna capricciosa dal
carattere difficile esigente, viziata e noiosa. Amata e odiata dai colleghi e dal pubblico. Il canto e la musica erano a sua
vita. Charme e mistero l’avvolgevano, ma anche una straniera senza patria indifesa e lasciata sola. Una vita a due tempi,
uno radiante, l’altro opaco, oscuro; ma quando cantava sotto l’occhio di luce si sentiva ascoltata, compresa e amata, viva
e salva. Indagare la sua vita, cercare il punto dove l’equilibrio si spezza, svelare la sua immagine pubblica per trovare
quella donna che lei stessa ha tentato di distruggere fino a chiudere la finestra e tirare la tenda. I ricordi esplodono
come fuochi d’artificio, aprono visioni: un sorriso malinconico, uno sguardo di bambina, e ci sono mani, che ogni tanto
tremano. Cieli d’isole greche. Fiumi di champagne. Amori travagliati. Teatri che sembrano venire giù nel fragore degli
applausi. New York, Parigi, e un’Italia che ha lasciato segni indelebili, ci sono riflettori che si spengono. La solitudine si
allarga. Non errare più, questa è la decisione. Il nuovo equilibrio e la dolcezza trabocca oltre le pareti. Abbandonare
tutto, mollare gli ormeggi. Liberare il desiderio sfrenato e represso, perché finalmente si possa spendere, si possa
consumare nell’onda che sbatte sulle spiagge, nell’onda che getta la sua bianca spuma ai più remoti angoli della terra.
Maria ha gettato le sue rose.
Daniela Mattiuzzi
Referente organizzativo: Giampaolo Fioretti, La Piccionaia – I Carrara, Teatro Stabile di Innovazione
Stradella Piancoli, 6 – 36100 Vicenza tel. 0444 541819 fax 0444 327562
e-mail: [email protected] www.piccionaia.it