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FÈ ARTE
“Sui ritmi ammalianti delle vibrazioni visive,
sulle note danzanti delle onde auditive,
inspirando profumi che ci fanno sognare, carezzati dal tocco
che ci fa avvicinare,
finalmente radiosi ci prepariamo a gustare.
E il cuore batte forte e rimbomba, rimbomba e batte, batte e
rimbomba.
Unicità della nostra esperienza emotiva,
unicità del nostro percorso percettivo
unicità delle nostre vite affettive
unicità delle nostre esigenze creative.
Uguali nella chimica ma diversi nel sentire
Cerchiamo in tutti i modi
Di sconfiggere l'età
E il tempo che passa non ci lascia più saggezza
la paura di invecchiare ci ruba consapevolezza”
(Marina Calamai)
Mille Sublimi Torte Sublimate - 2006 olio su
tela (nell'originale: trittico cm 100x30)
Marina Calamai
E’ forse per richiamarsi ad un esimio concittadino d’altri
tempi che la pittrice fiorentina Marina Calamai ci regala
un repertorio degno del Girone dei Golosi?
In una lettura inaspettata e sicuramente originale, la gola
non è per lei motivo di condanna morale, ma una bizzarra e
profonda espressione dell’animo umano, di una volontà di
perdersi…
E’ per sublimare l’oggetto del suo desiderio che Marina
Calamai inizia a dipingere torte durante la gravidanza,
quando, un’iperglicemia le impedisce di mangiare dolci.
casanazionefirenze Marina Calamai
Cascate di panna, ricchi bignet alla crema,
voluttuose torte arricchite di canditi e frutta
di bosco, morbidi plumcake, cioccolata
fluttuante, colorate gelatine: un mondo fatto
di dolcezze, soggetti invitanti quanto irreali
riempiono le sue tele.
Un abbandono insieme infantile e
profondamente sensuale, un’opulenza
sfacciata, una “ghiottoneria” quasi proibita è
quello che comunicano queste immagini,
immerse in un’atmosfera di sospensione
onirica.
Il trionfo della
dolcezza
Gli irresistibili impulsi visivi che ne scaturiscono non
danneggiano la linea: si può indugiare con lo sguardo
senza paura di mettere su chili, immedesimarsi nel sub
inabissato nel vaso della Nutella, proiettarsi nel surfista
che cavalca l’onda di cioccolato su una torta
gigante…Forse è per questa sensazione di libertà, con un
retrogusto –per rimanere in tema- malinconico che i
soggetti della Calamai ci rapiscono.
Un tuffo nella dolcezza, la pienezza dei sapori più
“carezzevoli” non saranno modi per sfuggire all’amarezza e
al vuoto della realtà? O sono invece un inno alla vita nelle
sue espressioni più vivide e vibranti, che passa attraverso
la semplicità e l’incanto?
A sin.:Diagramma cioccolatoso - 2006 olio
e carta da cioccolatini su tela cm 37x86
FIRENZÈ pag. 49
Marina Calamai
L’opera sembra il fotogramma di un’ipotetica sequenza in
cui questo bizzarro cappello dolce viene gustato e, si badi
bene, non “consumato”, a piccoli morsi. E’ la dimensione
del ritmo che emerge e mette in evidenza il valore
esistenziale dell’attesa: l’attesa che separa ogni morso
dall’altro e ne valorizza il piacere.
Sweethat
“Sui ritmi ammalianti delle vibrazioni visive,
sulle note danzanti delle onde auditive,
inspirando profumi che ci fanno sognare,
carezzati dal tocco che ci fa avvicinare,
finalmente radiosi ci prepariamo a gustare.
E il cuore batte forte e rimbomba, rimbomba e
batte, batte e rimbomba.
Unicità della nostra esperienza emotiva,
unicità del nostro percorso percettivo
unicità delle nostre vite affettive
unicità delle nostre esigenze creative.
Uguali nella chimica ma diversi nel sentire
Cerchiamo in tutti i modi
Di sconfiggere l'età
E il tempo che passa non ci lascia più saggezza
la paura di invecchiare ci ruba consapevolezza”
(Marina Calamai)
Colore e luce
per rapire i golosi
Pera bicolor, 2007 olio su tela
sagomata cm 49x49
“…Non ci sono dubbi su chi sia il vero protagonista della
scena: il colore. La pasta pittorica è trattata con voluttà, con
grande compiacimento formalistico nel giocare con la
pittura, nello stendere colori che rimangono luminosi come
glasse e canditi. Un'opulenza cromatica fatta con giochi di
luce e di ombra, che sembrano pretesti per sfidare fino in
fondo le potenzialità dei toni, mentre gli sfondi colorati si
aprono ad accogliere le sfiziose golosità. La pennellata è
ferma, leggera e arrotondata, meticolosa ma non
frammentaria. E non è un caso che i modelli per le sue
torte, siano quasi sempre immagini fotografiche
prese da riviste di cucina. Solo la fotografia
infatti coglie e ferma del reale tutti quei
particolari che neppure l'occhio umano è in
grado di vedere.”
(da “Il lato dolce della pittura”, recensione di
Emma Gravagnuolo e Paola Magni)
FIRENZÈ pag. 51
Marina Calamai
Marina Calamai nasce a
Firenze nel 1962
La formazione artistica della pittrice comincia con un
corso di musica e pittura frequentato presso la scuola
Martenot di Firenze.
Nel 1997 il percorso prosegue con gli studi alla Lorenzo de'
Medici, sotto la guida delle due artiste sudafricane, Claire
Gavronsky e Rose Shakinosky. L'anno successivo, a New
York, Marina Calamai segue i corsi del pittore Peter Cox alla
Art Student League.
Sono poi il design e la moda a rapire l’artista. Dal 1983 al
1985, infatti, è a Parigi, dove frequenta la Paris American
Academy ed ha modo di collaborare con giovani stilisti.
Nel 1985 torna a Firenze, apre una sartoria, specializzata in
abiti da sera.
Qualche anno dopo crea una linea di
accessori sportivi in pile, tessuto prodotto
dall'azienda di famiglia.
Oltre alla pittura, le grandi passioni di
Marina Calamai sono la musica e il
pianoforte, studiato per anni al
conservatorio, la vela e i viaggi.
FIRENZÈ pag. 53