François Truffaut

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François Truffaut
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François Truffaut
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François Truffaut (Parigi, 6 febbraio 1932 – 21 ottobre 1984) è stato
un regista, attore e critico cinematografico francese. Ha contribuito alla
nascita del movimento della Nouvelle Vague.
Indice
1 Biografia
1.1 L'infanzia e l'adolescenza
1.2 Gli anni della critica
1.3 Gli anni dietro la macchina da presa
1.4 Truffaut e Hitchcock
2 Filmografia
2.1 Regista
2.2 Attore
2.3 Produttore e sceneggiatore
3 Bibliografia di François Truffaut
4 Bibliografia su François Truffaut
5 Note
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
François Truffaut (dietro, con la
sigaretta tra le dita) e Jean-Pierre
Léaud nel 1959, all'epoca di I
quattrocento colpi
Biografia
L'infanzia e l'adolescenza
François Truffaut nasce a Parigi, vicino Place Pigalle, il 6 febbraio 1932. La madre è Jeanine de
Montferrand, all'epoca appena diciottenne. Il padre è Roland Truffaut, un architetto-decoratore che lo
riconobbe come suo pur non essendone il genitore biologico. Il futuro regista nel 1945, leggendo il diario di
Roland, scopre la verità anche se per scoprire la vera identità del padre naturale dovrà aspettare la fine degli
anni '60 - quando, per la realizzazione del film Baci rubati (1968), il regista contatta un investigatore
privato, Albert Duchenne dell'agenzia Dubly, e ne approfitta per affidargli il compito di individuare il suo
padre biologico. Viene così a sapere che si tratta di un dentista ebreo, divorziato, che viveva a Belfort. Esita
a lungo ma poi decide «di non allacciare i rapporti con il padre ritrovato: era davvero troppo tardi, e poi
non voleva creare dei problemi al padre legale Roland Truffaut» [1] .
Le circostanze in cui avvenne il concepimento segnarono l'infanzia del regista. La madre, appena
diciottenne, quando scopre di essere incinta vorrebbe abortire ma la famiglia (di militari conservatori) si
oppone e, per il periodo della gravidanza, la manda in «una sorta di convitto per "traviate"» [2] . Dopo la
nascita il bambino viene dapprima messo a balia e poi mandato in campagna dalla nonna presso la quale
trascorrerà i suoi primi anni di vita.
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Dopo il parto la madre trova un lavoro di segretaria al giornale L'Illustration in cui lavora anche il nonno
del futuro regista, l'ex ufficiale Jean de Monferrand. Appassionata di montagna, Jeanine conosce al Club
Alpino Francese, di cui il padre è socio onorario, un designer industriale, Roland Truffaut. Nel novembre
1933 si sposano e Roland riconosce il bambino che però andrà a vivere con loro solo alcuni anni più
tardi [3] , alla morte della nonna materna.
Il rapporto con la nonna è stato fondamentale per la nascita di una delle grandi passioni del futuro regista,
quella per la lettura. Di salute gracile, il piccolo François non frequenta la scuola materna ed è la nonna,
autrice di un libro sul bigottismo (mai pubblicato) e appassionata lettrice, che lo introduce nel mondo dei
libri. È lei che dapprima legge per lui e, poi, gli insegna a leggere. L'amore per la letteratura e per i libri è
una delle costanti della vita del regista fin da allora. Lui stesso dirà: «mia madre (...) non sopportava i
rumori e m'impediva di muovermi e parlare per ore e ore. Allora io leggevo: era la sola occupazione a cui
potessi dedicarmi senza disturbarla. Durante l'occupazione tedesca ho letto moltissimo e poiché stavo
spesso solo, mi misi a leggere i libri degli adulti (...). Arrivato a tredici o quattordici anni comprai, a
cinquanta centesimi al pezzo, quattrocentocinquanta volumetti grigiastri, Les Classiques Fayard, e mi misi
a leggerli in ordine alfabetico (...), senza saltare un titolo, un volume, una pagina» [4] .
Alla passione per la lettura non corrisponde però un buon rapporto con le istituzioni scolastiche. Fino al
1941 frequenta il Lycée Rollin in cui, secondo le sue parole, si sente un estraneo. Il fallimento dell'esame di
ammissione al sesto anno è l'inizio di un lungo peregrinare tra numerose scuole: «avevo una pessima
condotta, più ero punito più diventavo turbolento. A quel tempo venivo espulso molto di frequente e
passavo da una scuola all'altra» [5] . Ed è proprio in una delle numerose scuole che frequenta per brevi
periodi, quella sita al n. 5 di rue Milton, che il dodicenne Truffaut conosce Robert Lachenay di un anno e
mezzo più grande. Ne nasce, anche grazie alla comune passione per la letteratura e per il cinema,
un'amicizia che durerà tutta la vita. Lachenay nel numero speciale che i Cahiers du cinéma dedicheranno al
regista nel dicembre 1984, scrive «l'incomprensione che i suoi genitori manifestavano per lui era simile a
quella dei miei. Ciascuno di noi non aveva che l'altro a far le veci della famiglia (...) Se non ci fossimo
incontrati e sostenuti a vicenda, certamente ci saremmo avviati entrambi su una brutta strada»[6] .
Il primo film che il giovanissimo François Truffaut vede è Paradiso
perduto di Abel Gance, che gli comunica una forte emozione. Da
allora frequenta assiduamente i cinema, spesso durante le ore di
lezione con conseguenze facilmente prevedibili sulla sua resa
scolastica. Bocciato più volte, lascia presto la scuola e, poco prima
della liberazione di Parigi, fugge dalla colonia in cui lo avevano
mandato e trova un lavoro come magazziniere. Dopo aver perduto il
lavoro, fonda un cineclub in concorrenza con quello di André Bazin
che conosce in quest'occasione. Sarà una figura fondamentale per il
futuro di Truffaut.
Tomba di François Truffaut al
cimitero parigino di Montmartre
Lo stesso Truffaut ha raccontato: «Mio padre ritrovò le mie tracce e
mi consegnò alla polizia. Sono stato ospite per molto tempo del
riformatorio di Villejuif da cui mi fece uscire André Bazin. Sono
stato manovale in un'officina, poi mi sono arruolato per la guerra d'Indocina. Ho approfittato di una
licenza per disertare. Ma, dietro consiglio di Bazin, ho raggiunto il mio reparto. In seguito sono stato
riformato per instabilità di carattere». Bazin sarà per François Truffaut quell'autentica figura paterna che
gli era mancata.
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Sarà sempre Bazin a trovargli lavoro presso il servizio cinematografico del Ministero dell'agricoltura e, poi,
lo assumerà come critico cinematografico presso una rivista da poco fondata: Cahiers du cinéma.
Gli anni della critica
Questa sezione è solo un abbozzo. Se puoi, contribuisci ad ampliarla.
Gli anni dietro la macchina da presa
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Truffaut e Hitchcock
François Truffaut ha nutrito una grande passione per i film del regista inglese Alfred Hitchcock. Truffaut,
insieme a Chabrol e ad altri amici del Cahiers du cinema, ha avuto il merito di far rivalutare e apprezzare
l'opera di Hitchcock tanto in Europa quanto in America, dove era da sempre trattato dalla critica con
sufficienza nonostante gli enormi successi di pubblico. In proposito Truffaut ha pubblicato un libro, una
lunga intervista fatta al maestro della "suspence" dalla quale emerge il ritratto di un fine regista,
attentissimo alla narrazione visiva e di un uomo assai fragile che si cela dietro un apparente cinismo nei
confronti della vita reale. L'intervista (che diventa man mano sempre più un dialogo tra un giovane regista e
un anziano maestro) tratta analiticamente ciascun film di Hitchcock e ne mette in luce le innovazioni
tecniche, i particolari più nascosti, le invenzioni di sceneggiatura e, talvolta, i difetti. Esiste anche un
estratto dalla trasmissione televisiva "Apostrophe" condotta da Bernard Pivot, in cui Truffaut definisce
Hitchcock come "un personaggio alla Henry James, pieno di frustrazioni" e spiega brevemente alcuni
aspetti del suo fare cinema: il filmare la violenza come se fosse una scena d'amore e viceversa; la scelta
delle protagoniste femminili sempre bionde e sofisticate e la repulsione di Hitchcock nei confronti delle
attrici come Brigitte Bardot e Marilyn Monroe che, per usare le parole di Truffaut, "avevano il sesso
stampato sulla faccia". E' una trasmissione del 1984, pochi mesi prima che il tumore al cervello uccidesse il
grande regista francese.
Filmografia
Regista
Une visite, cortometraggio (1955)
Les mistons, cortometraggio (1957)
Une histoire d'eau, cortometraggio realizzato insieme a Jean-Luc Godard, 1958
I quattrocento colpi (Les quatre-cents coups) (1959)
Tirate sul pianista (Tirez sur le pianiste) (1960)
Jules e Jim (Jules et Jim) (1962)
Antoine e Colette (Antoine et Colette) episodio de L'amore a vent'anni, (L'amour à vingt ans) (1962)
La calda amante (La peau douce) (1964)
Fahrenheit 451 (Fahrenheit 451) (1966)
La sposa in nero (La mariée était en noir) (1968)
Baci rubati (Baisers volés) (1968)
La mia droga si chiama Julie (La sirène du Mississippi) (1969)
Il ragazzo selvaggio (L'enfant sauvage) (1970)
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Non drammatizziamo... è solo questione di corna (Domicile conjugal) (1970)
Le due inglesi (Les deux anglaises et le continent) (1971)
Mica scema la ragazza! (Une belle fille comme moi) (1972)
Effetto notte (La nuit américaine) (1973)
Adèle H., una storia d'amore (L'histoire d'Adèle H.) (1975)
Gli anni in tasca (L'argent de poche) (1976)
L'uomo che amava le donne (L'homme qui aimait les femmes) (1977)
La camera verde (La chambre verte) (1978)
L'amore fugge (L'amour en fuite) (1978)
L'ultimo metrò (Le dernier métro) (1980)
La signora della porta accanto (La femme d'à côté) (1981)
Finalmente domenica! (Vivement dimanche!) (1983)
Attore
Ove non diversamente indicato, la regia è dello stesso Truffaut:
Le coup du berger, regia di Jacques Rivette, (1956)
I quattrocento colpi (Les quatre-cents coups), (1959)
Tire au flanc, regia di Claude de Givray, (1961)
Il ragazzo selvaggio (L'enfant sauvage), (1970)
Effetto notte (La nuit américaine), (1973)
Adèle H., una storia d'amore (L'histoire d'Adèle H.), (1975)
Gli anni in tasca (L'argent de poche), (1976)
L'uomo che amava le donne (L'homme qui aimait les femmes), (1977)
Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind), regia di Steven Spielberg,
(1977)
La camera verde (La chambre verte), (1978)
Produttore e sceneggiatore
Come proprietario di Les Films du Carrosse Truffaut ha prodotto, oltre che quasi tutte le sue pellicole,
anche film di altri autori.
Paris nous appartient, regia di Jacques Rivette (produttore, 1960)
Le testament d'Orphée, regia di Jean Cocteau (produttore, 1960)
Tire au flanc, regia di Claude de Givray (produttore, cosceneggiatore e supervisore alla regia, 1961)
Mata-Hari, agente segreto H-21 (Mata-Hari, agent H-21), regia di Jean-Louis Richard (dialoghi,
1963)
Due o tre cose che so di lei (Deux ou trois choses que je sais d'elle), regia di Jean-Luc Godard
(coproduzione, 1966)
L'enfance nue, regia di Maurice Pialat (coproduzione, 1969)
La mia notte con Maud (Ma nuit chez Maud), regia di Eric Rohmer (coproduzione, 1969)
La faute de l'Abbé Mouret, regia di Georges Franju (produzione, 1970)
Les lolos de Lola, regia di Bernard Dubois (produzione, 1976)
Ce gamin-là, regia di Renaud Victor (produzione, 1977)
Il bel matrimonio (Un beau mariage), regia di Eric Rohmer (1982)
Ha inoltre prodotto vari cortometraggi tra cui:
Le scarabée d'or, regia di Robert Lacheney (1960)
Anne la bonne, regia di Jean-Claude Roché (1961)
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La fin du voyage, regia di Jean-Claude Roché (1961)
La vie d'insectes, regia di Jean-Claude Roché
Bibliografia di François Truffaut
Come critico cinematografico, Truffaut ha pubblicato su diverse testate. In particolare sui Cahiers du
cinéma (dal 1953) e su Arts (dal 1954 al 1959), ma, sia pure in modo decisamente più saltuario, articoli da
lui firmati sono stati pubblicati tra gli altri da Cinémonde, Combat, Elle, L'Avant-scène du Cinéma, La
Gazette du cinéma, Le Monde, Le Nouvel Observateur, L'Express, Télérama, Unifrance.
È stato altresì autore o curatore dei seguenti libri:
Il cinema secondo Hitchcock, Pratiche editrice, 1989, trad. it. di Le cinéma selon Hitchcock, Robert
Laffont, 1967
Le avventure di Antoine Doinel, Marsilio, 1992, trad. it. di Les aventures d'Antoine Doinel, Mercure
de France, 1970
Jean Renoir (scritti di André Bazin curati da Truffaut), Champ Libre, 1971
La nuit américaine: scénario du film suivi de "Journal de tournage de Fahrenheit 451", Seghers,
1974
Le Cinéma, art et industrie, Robert Laffont, 1975
I film della mia vita, Marsilio, 1978, trad. it. parziale di Les films de ma vie, Flammarion, 1975 ISBN 8831781642
Le cinéma de la cruauté (scritti di André Bazin curati da Truffaut), Flammarion, 1976
Gli anni in tasca, Armando, 1978, trad. it. di L'argent de poche: ciné-roman, Flammarion, 1976
L'uomo che amava le donne, Marsilio, 1990, trad. it. di L'homme qui aimait les femmes, Flammarion,
1977
Réponse à l'enquête de Tay Garnett dans "Un siecle de cinéma, Hatier, 1981
Il piacere degli occhi, Marsilio, 1988, trad. it. di Le plaisir des yeux, Cahiers du Cinéma, 1987
Autoritratto. Lettere 1945-1984, Einaudi, 1988, trad. it. di Correspondance (Lettres racueillies par
Gilles Jacob et Claude de Givray), Hatier Cinq Continents, 1988
La piccola ladra (co-autore), Il Nuovo Melangolo, 1994, trad. it. di Le petite voleuse, Christian
Bourgois, 1991
Bibliografia su François Truffaut
A. Barbera, U. Mosca, François Truffaut, Il Castoro, Milano, 1995
A. Bergala, M. Chevrie, S. Toubiana (a cura di), Il romanzo di François Truffaut, Ubulibri, Milano,
1986 (trad. it. di Le Roman de François Truffaut, Paris, Édition de l'Étoile, 1985; il volume riproduce
- rivisto, ampliato e con ulteriori foto - il numero monografico speciale dei Cahiers du cinéma del
dicembre 1984)
J. Collet, Le Cinéma de François Truffaut, Lherminier, Parigi, 1977
Oreste De Fornari, I film di François Truffaut, Gremese, Roma, 1986
A. Gillain (a cura di), Tutte le interviste di François Truffaut sul cinema, Gremese, Roma, 1990 (trad.
it. di Le cinéma selon François Truffaut, Flammarion, Parigi, 1988)
C. Le Berre, François Truffaut al lavoro, Rizzoli - Cahiers du Cinéma, 2005
P. Malanga, Tutto il cinema di Truffaut, Baldini&Castoldi, Milano, 1996
A. Pamini, V. Giacci (a cura di), Truffaut-Hitchcock. La conversazone ininterrotta, L'Unità - Istituto
Metacultura, Roma, 1997
A. Tassone, François Truffaut. Professione Cinema. Interviste inedite di Aldo Tassone, Provincia di
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Napoli, Napoli, 2004 (poi ristampato da Il Castoro, Milano, 2006)
S. Volpe, La forma intermedia. Truffaut legge Roché, L'Epos Società editrice, 1996 (ristampato
dall'Unità, Roma, 1997)
Margareth Amatulli, Anna Bucarelli, Truffaut uomo di lettere, Urbino Quattroventi, 2004 - ISBN 88392-0671-X
Note
1. ^ Intervista di Madelaine Morgenstern, vedova di Truffaut, ad Aldo Tassone, in la Repubblica, 2
giugno 1993 citata da P. Malanga, Tutto il cinema di Truffaut, Baldini&Castoldi, 1996, 17.
2. ^ Ibidem.
3. ^ A. Gillain (a cura di), Tutte le interviste di François Truffaut sul cinema, Gremese, 1990, 9 è
riportata un'intervista in cui lo stesso Truffaut afferma di essere rimasto con la nonna «fino a otto
anni». Secondo P. Malanga, op. cit., 18 il regista andò a vivere con la madre «solo nel 1937», cioè
all'età di 5 anni.
4. ^ A. Gillain (a cura di), op.cit., 19.
5. ^ A. Gillain (a cura di), op.cit., 10.
6. ^ R. Lachenay, Una giovinezza, in A. Bergala, M. Chevrie, S. Toubiana (a cura di), Il romanzo di
François Truffaut, Ubulibri, 1986, p. 16.
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su François Truffaut
Collegamenti esterni
Scheda su François Truffaut (http://italian.imdb.com/name/nm0000076) dell'Internet Movie Database
I film di François Truffaut
Une visite (1955) - Les mistons (1957) - Une histoire d'eau (1958) - I quattrocento colpi (1959) - Tirate sul pianista
(1960) - Jules e Jim (1962) - Antoine e Colette (1962) - La calda amante (1964) - Fahrenheit 451 (1966) - La sposa in
nero (1968) - Baci rubati (1968) - La mia droga si chiama Julie (1969) - Il ragazzo selvaggio (1970) - Non
drammatizziamo... è solo questione di corna (1970) - Le due inglesi (1971) - Mica scema la ragazza! (1972) - Effetto
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Ultima modifica per la pagina: 02:21, 28 mar 2008.
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