Coltivare marijuana: sì dei giudici La parola ora passa alla Consulta
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Coltivare marijuana: sì dei giudici La parola ora passa alla Consulta
Codice cliente: 5443200 CRONACA DI BRESCIA Corriere della Sera Sabato 14 Marzo 2015 La sentenza di Mara Rodella In garage, al posto di parcheggiarci l’auto, aveva allestito «una serra artificiale, con impianto di illuminazione e ventilazione e 8 piante di canapa: 2 in avanzato stato di maturazione da 100 cm e 6 da 15 cm». E nel comodino, in camera da letto, c’erano 25 grammi di marijuana. Lui, commerciante bresciano, in primo grado era stato condannato a 8 mesi di reclusione e mille euro di multa. Ma ora cambia tutto. Anzi, potrebbe. E a stabilirlo è la corte d’appello di Brescia (presidente Enrico Fischetti, con Carlo Bianchetti ed Eleonora Babudri) che accogliendo l’istanza dei difensori — gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio — ha sospeso il processo e rimesso gli atti della causa alla Corte costituzionale, «affinché voglia esaminare la questione di legittimità costituzionale» con riferimento alla coltivazione di marijuana per uso personale. Nel dettaglio, le disposizioni del decreto dpr 409 del 1990, articolo 75, «nella parte in cui escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la coltivazione di piante di cannabis, in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e offensività» ricavabili dalla Carta costituzionale. Quindi, «sospende il giudizio». Finire in manette per qualche pianta di marijuana sul balcone, o come in questo caso nel Coltivare marijuana: sì dei giudici La parola ora passa alla Consulta garage di casa, potrebbe quindi diventare solo un ricordo. Dal momento in cui, di per sé, assumere droga non è un reato — ma spacciarla — potrebbe non esserlo più nemmeno coltivarla: per uso esclusivamente personale. Non a caso in un passaggio dell’ordinanza i giudici di secondo grado bresciani evidenziano come nel caso di specie che «nè la quantità dello stupefacente, quello pronto all’uso e quello ricavabile dalle piantine una volta giunte a maturazione, nè altri parametri consentono di ritenere raggiunta la prova che lo stupefacente era destinato ad essere ceduto a terzi». Di conseguenza — passaggio caro anche agli avvocati — la Corte d’appello specifica (richiamando una pronuncia della Cassazione a sezioni unite) che «scopo dell’incriminazione è combattere il mercato della droga, che pone in pericolo la salute pubblica, la sicurezza e l’ordine pubblico, non- 8 Le piante che il commerciante bresciano coltivava in garage, di cui 2 in avanzato stato di maturazione e 6 in fase di crescita Controlli Polizia e Locale nelle aree dismesse Ladri di corrente denunciati in tre in via Eritrea Erano allacciati abusivamente alla corrente i tre cittadini romeni trovati dalla Polizia e dalla Locale in uno stabile dismesso in via Eritrea. Con loro anche 6 indiani con foglio di via. (Fotogramma) © RIPRODUZIONE RISERVATA ché lo sviluppo delle giovani generazioni». «Quanto mi è stato sequestrato era solo per me, mai pensato di darla ad altri» ha assicurato l’imputato. Ma in primo grado non è bastato. Impugnando la sentenza, i legali hanno ripercorso una giurisprudenza ventennale, partendo dal referendum del 1993 (fare uso di droga non è reato). «Ma chi coltiva canapa indiana in Italia finisce sempre e comunque davanti a un giudice con tanto di avallo, nel 2008, della Cassazione», ricorda la difesa: «così si limita un diritto fondamentale della persona». Ci vorrà circa un anno per la decisione finale, ma potrebbe essere il preludio di una rivoluzione non solo legale, ma anche sociale. E che nel frattempo potrebbe sospendere decine di procedimenti simili. «Una sentenza storica» la definiscono non solo gli avvocati che hanno portato avanti la battaglia, ma anche il coordinatore provinciale di Sel, Simone Zuin: «Se la Consulta accogliesse questa tesi sarebbe una bella notizia, a parte il fatto che debba essere la magistratura a dire che la politica ha sbagliato per anni a criminalizzare una grande fetta di italiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA Per il terzo anno consecutivo L’osservatorio energia premia ancora A2A: soddisfa i suoi clienti Per il terzo anno consecutivo l’Osservatorio Energia Databank di Cerved, società di rating quotata in borsa, ha confermato A2A primo operatore del mercato in termini di soddisfazione dei clienti. L’indagine, che ha coinvolto tutti i maggiori operatori del settore a livello nazionale, è stata fatta attraverso oltre 8 mila interviste telefoniche a utenti privati o piccole e medie imprese, un decimo circa delle quali hanno riguardato proprio A2A. Otto i parametri di valutazione, dalla varietà dei canali messi a disposizione per poter comunicare con l’azienda alla capacità di risoluzione dei problemi, fino al rapporto qualità/prezzo o alla chiarezza e semplicità di lettura delle fatture. L’indice sintetico di soddisfazione ha premiato A2A con 91,2 punti, di poco sopra il secondo competitor ma ben oltre lo standard di mercato, risultato essere di 87,7 punti. I punteggi più alti? nella capacità di risolvere i problemi, nella correttezza degli importi riportati nelle fatture e nei termini di pagamento delle fatture. «Inutile dire che essere risultati primi per il terzo anno consecutivo è per noi motivo di grande soddisfazione», afferma Andrea Cavallini, direttore A2A Energia. In mezzo alle note liete, ci sono anche alcuni risultati che offrono spunti di riflessione. Tra questi la mancanza di chiarezza nelle fatture e l’assenza di flessibilità delle proposte tariffarie. «A settembre lanceremo una nuova bolletta: che sarà più semplice, più immediata e più sintetica dando comunque la possibilità di approfondire», promette Paolo Bellotti, responsabile Marketing e Vendite Mass market A2A Energia. Non solo, già a partire dalla primavera inizieranno a essere proposte anche alcune proposte tariffarie più personalizzate. L’obiettivo dichiarato è cercare di essere primi anche il prossimo anno. «Siamo colpiti dalla cosiddetta soddisfazione di pancia osserva Bellotti -: alla richiesta di un giudizio complessivo, il 95,9 per cento degli utenti privati dell’energia ha risposto positivamente». Un po’peggio per il gas, ma si può migliorare. ( t.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricerca L’indice sintetico di soddisfazione ha premiato A2A con 91,2 punti, ben oltre lo standard di mercato di 87,7 punti. Punteggi alti per la capacità di risolvere i problemi, correttezza degli importi riportati nelle fatture Il caso In primo grado l’imputato è stato condannato a 8 mesi e mille euro di multa per aver coltivato piante di canapa indiana I difensori hanno impugnato sostenendo l’illegittimità costituzionale del verdetto La tesi è stata accolta dalla Corte d’appello 7 BS L’aggressione Tentata violenza al Parco Gallo In manette un 27enne Erano già in zona. Non a caso. Parecchie le segnalazioni che negli ultimi tempi arrivano in centrale per chiedere controlli per la presenza di persone sospette. I carabinieri di Lamaromora stavano dunque perlustrando le strade di Brescia Due quando l’hanno sentita urlare a squarciagola. Una donna, che chiedeva aiuto. Le grida provenivano dal Parco Gallo di via Cefalonia. Erano più o meno le otto di sera di giovedì. Lei, 40 anni dell’Est, aveva un appuntamento con il figlio che, poco distante, la stava per raggiungere. Ma é proprio in quel frangente che un uomo, nel buio, l’ha avvicinata: un approccio pesante, inequivocabile. Ha iniziato a spogliarla. Ma la vittima, terrorizzata, dimenandosi con tutte le sue forze ha iniziato a gridare,il figlio è arrivato e ha colpito l’aggressore con un pugno al volto. I carabinieri erano a 10 metri, sono arrivati in un secondo. Fermato in flagranza dai militari l’aggressore: un pachistano di 27 anni senza regolare permesso di soggiorno, che inutilmente ha tentato di fuggire. È stato trasferito in carcere, in attesa della convalida dell’arresto da parte del gip. La vittima, sotto shock, è stata accompagnata al Civile in ambulanza per accertamenti. (m.rod.) © RIPRODUZIONE RISERVATA