MIRCO SUPERA SE STESSO COn EldEST

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MIRCO SUPERA SE STESSO COn EldEST
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA
www.sanrossore.it
ANNO 2 - NUMERO 4
APRILE 2008
MIRCO SUPERA SE STESSO con eldest
DEMURO BISSA IMMEDIATAMENTE IL SUO PRIMO SUCCESSO NEL PISA
A
nche quest’anno
la giornata del
Pisa è giunta a
conclusione di un inverno molto intenso, durante
il quale, ogni domenica,
gli avvenimenti agonistici, più o meno importanti, si sono alternati con
gli spettacoli organizzati
per il pubblico. Iniziamo
proprio dall’atto finale, il
più importante, il Premio
Pisa numero 118, che è
stato il Pisa di Eldest. Al
rientro nel Thomas Rook
aveva deluso, ottenendo
un terzo posto giustificato dal terreno pesante a
lui sgradito.
Sul fondo scorrevole
che ha trovato il 30 marzo, invece, il portacolori
della scuderia Incolinx si
è espresso al meglio, vincendo e convincendo tutti
per la facilità dell’assunto. Già, proprio i colori
che l’ingegner Diego Romeo portò a trionfare nel
Pisa di 26 anni fa grazie
al grigio How to Go: due
partecipazioni al Pisa e
due vittorie per lui, una
percentuale da sballo!
Ad allenare il figlio di
Indian Ridge è Vittorio
Caruso, che corre poco a
San Rossore dove, però,
si sente come a casa, ed è
meglio per gli altri che le
sue frequenze siano così
rare sul tracciato pisano!
Milano, dopo aver vinto,
la sua cavalla ha scartato
cadendo, e la fragile clavicola di Max è saltata di
nuovo come la possibilità
difar poker nella corsa a
lui tanto cara. No, non ci
sentiamo in colpa per il
titolo che avevamo dedicato al fantino, non ci
sentiamo dei menagramo
e, del resto, Max era d’accordo, anche perché non
è un ragazzo superstizioso. Peccato, speriamo che
possa ripresentarsi al Pisa
l’anno prossimo, lo meriterebbe.
per le Tris Internazionali
con la Francia e, purtroppo, si è trattato di un flop
perché il sistema di raccolta francese delle scommesse non ha interagito
con quello italiano e sulla
nostra corsa, in Francia,
sono stati raccolti pochi
spiccioli perché gli scommettitori non hanno avuto
la possibilità di farlo. Chi,
invece ci è riuscito in Italia, e magari ha vinto, si
è arrabbiato perché non
è stato possibile avere in
giornata le quote del totalizzatore comune.
L’ultima domenica di
marzo è stata anche quella del Premio Regione
Toscana, per il secondo
anno tappa iniziale del
Défi du Galop. La partecipazione alla corsa è stata
veramente internazionale
e lo svolgimento pari alle
attese, tanto che Gimmy
ha fornito una prestazione super, respingendo il
francese Willywell con
il regolare Cocodrail al
terzo posto. Il portacolori
Eldest e Mirco Demuro, i vincitori del 118º Premio Pisa (Grasso)
In passato aveva avuto nel 2007, ed Eldest pochi to non del tutto favorevo- di Lino Scarpellini (che
poche occasioni di dispu- giorni fa, per i colori del le per lui e Nino Murru), ha allevato sia lui sia Eldest!) potrebbe partecipatarlo, questo Premio Pisa, suo nuovo patron.
Sampeyre e Amaldi.
re ad altre prove del Défi,
tra impegni di scuderia
e trasferte invernali in
Eldest ha battuto
Ma questo avrebbe per accaparrarsi i 150.000
Giappone, ma in due anni Cima on Fly (che porta potuto essere il Pisa di Euro di bonus in palio per
Mirco Demuro ha pareg- ancora più su la linea di Max Tellini, al quale la il proprietario.
giato i conti, mettendo a un altro toscano DOC, buona sorte ha voltato
Questa prova è stata
segno un bel uno-due a Lupo Alberto), il favorito le spalle, bruscamente,
anche
una prova generale
seguire: Golden Dynamic Eustachione (svolgimen- meno di 24 ore prima. A
Ulteriore nota internazionale alla giornata,
la World Cup Fegentri
vinta dall’inglese Scott
Dobson sul francese Mathieu Brasme. Insomma,
il big event pisano ha raccolto attorno ancora una
volta nel suo ippodromo
i migliori professionisti
italiani e alcuni rappresentanti esteri, oltre a
5.000 spettatori. Perchè,
esserci, il giorno del Pisa,
è importante. Perchè l’accoglienza è ottima e lo
spettacolo garantito, con
tanto di pubblico, reale e
numeroso, sugli spalti. E
chi non ha potuto farlo di
persona, ha seguito l’intero pomeriggio grazie
alla diretta TV trasmessa
su Sky dal canale UNIRE
Sat. 
GIMMY VINCENTE IN TOSCANA
T
La risposta vincente di Gimmy allattacco di Willywell (Grasso)
Così Gimmy (Lino Scarpellini - Bruno Grizzetti - Dario Vargiu) ha respinto
l’attacco dell’ospite francese Willywell che si è adeguato al posto d’onore. Il
transalpino aveva vinto in listed a Deauville e si era piazzato in una prova di
gruppo uno vinta dal campione Manduro. Una bella linea per la nostra corsa.
IL PICCOLO MIRACOLO
DI DOCK CHICKS
re settimane prima del Premio
Pisa
Elisabetta Gallani e Massimo
Malanima avevano di
nuovo sorriso perché il
loro Dock Chicks aveva
completato un’escalation unica che, partendo
dalle corse a vendere, lo
aveva portato a vincere
un handicap principale
prima di giungere secondo nel Premio Enrico Camici, la listed di
febbraio. Ma il top non
Dock Chicks e Demuro siglano il Premio Federico Regoli (Querci)
era stato ancora raggiunto
dal figlio di Docksider, che il 9 marzo una listed l’ha vinta, il Premio Federico
Regoli, battendo il coriaceo Ceprin, ottima pietra di paragone, e l’altro pisano
Attila Ross, alla miglior prestazione in carriera. Provate a indovinare chi ha
montato Dock Chicks nel Regoli? Esatto, proprio lui, Mirco Demuro.
ANNO 2 - NUMERO 4 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - APRILE 2008
La notizia del mese
il festival dei saltatori
OTTIMA RIUSCITA DELLA GIORNATA E GRANDE ENTUSIASMO PER IL RITORNO DEL CROSS COUNTRY
L
PASSIONE SENZA OSTACOLI
’Alfea è andata
in contro tendenza con la scelta di
creare una giornata particolare dedicata alle corse in ostacoli. L’idea di
organizzare il ‘Festival
degli Ostacoli’ nel giorno
di Pasquetta è stato apprezzato e sostenuto dai
proprietari e dagli allenatori del settore perché è
su giornate come queste
che si possono creare degli eventi vendibili, e non
solo agli scommettitori.
Gran Corsa in Siepi di
Pisa, Corsa in Siepi dei 4
anni e Prova d’Assaggio
sono le consuete prove
che chiudono il ciclo dedicato ai saltatori a San
po che si disputa a San
Rossore è la Corsa in Siepi riservata ai cavalli di 4
anni. Ci si aspettava una
vittoria in grigio, perché
il favorito era Exit Equity ma, invece, a vincere
è stato ancora Bartos al
quale Paolo Favero aveva affidato Sharstar. Al
figlio di Lando, che pur
aveva già vinto in carriera due corse di gruppo in
siepi, era preferito Red
Doctor sul quale era salito la prima monta della
scuderia di Favero, Raffaele Romano. Questa
scelta aggiunta alla probante vittoria del sauro
della scuderia SIBA sulla
pista alcune settimane
Arte e dal favorito Exit
Equity. Primo successo
importante per il giovane allievo fantino Davide
Columbu.
Alle ormai tradizionali prove, si è aggiunto
il cross-country che è tornato a San Rossore dopo
30 anni di assenza. La risposta a questa iniziativa
è stata eccellente, tanto
che cono stati 21 i cavalli
iscritti e c’è stata grande
collaborazione da parte degli allenatori che si
sono impegnati affinché
la corsa riuscisse nella
migliore delle maniere.
Così è stato, e il crosscountry ha regalato spet-
ma come avrà fatto Raffaele Romano a restare in sella? (Querci)
Rossore, tutte prove di
selezione.
Numerosi i motivi di
interesse tecnico, anche
se la disputa di due corse
in ostacoli a San Siro pochi giorni prima, ha fatto
si che i partenti di alcune
delle nostre prove fossero meno di quelli che
avrebbero potuto essere.
I soliti, annosi, problemi
di programmazione e la
mancanza di un progetto
centrale pensato da una
mente ragionante. Comunque i motivi d’interesse non sono mancati.
Ad esempio, per la prima
volta l’allenatore cèco
Josef Vana è giunto a Pisa
con i suoi purosangue e
ha fatto subito capire di
che panni veste perché
ha immediatamente vinto
con Ilion la Prova d’Assaggio. Nella circostanza
il bravissimo jockey Josef Bartos ha conquistato
la sua prima affermazione sulla pista pisana.
L’unica corsa di grup-
prima, ha fatto pendere
l’ago della bilancia degli
scommettitori su di lui.
Alla prova dei fatti Sharstar ha dimostrato di avere una stoffa da campione
e nel finale non ha avuto
problemi a respingere il
dormelliano Dannecker.
La Gran Corsa in
Siepi di Pisa, handicaplisted sui 4.000 metri,
ha permesso a Roberto Cova di gioire per la
vittoria del suo pupillo,
Gautami. Già buon cavallo in piano, Roberto
ha deciso di affidarlo in
training a Roma a Salvatore Saggiomo. Dopo il
debutto in siepi e alcune
confortanti prestazioni
tra Capannelle e Pisa, la
partecipazione al ricco
handicap che ha visto
Gautami sicuro sui salti
lungo tutto il percorso e
che ha giocato d’anticipo sulla piegata conclusiva. Gautami ha messo
in riga i rivali capeggiati
sul palo dal cèco Königin
tacolo ed emozioni. Al
primo ingresso all’interno
del prato, Memor e Miki
Tango che sono arrivati
il cross country: il salto della battuta in tronchi (Michael Repetto)
troppo velocemente al
passaggio e hanno tirato
dritto, eliminandosi dalla
corsa. Bene il primo passaggio alla gabbia di fascine, alla capretta e alla
battuta in tronchi (i tre
nuovi ostacoli). Al secondo passaggio alla gabbia,
Sergente Garcia non ha
saltato bene il primo elemento e Raffaele Romano ha perso l’equilibrio.
Ormai tutti, ma proprio
tutti, lo avevano già visto
a terra e, invece, Raffaele
ha dimostrato ancora una
volta di essere un grande
atleta, oltre che fantino
di primordine. Difficile
dire come abbia fatto a
non cadere, ma l’impresa gli è riuscita e la foto
parla chiaro! Nonostante
questo
inconveniente,
Sergente Garcia ha lottato la corsa fino in retta
d’arrivo dove, una volta
caduto Silvio lo Svelto,
la lotta si è ristretta tra
Sir Bahhare e My Best
Risk (targato Vana), con
l’allievo di Favero che
la spuntava, regalando
una vittoria anche a Dirk
Fuhrman che al rientro si
congratulava con l’Alfea
per il bel percorso realizzato. Un grazie anche
Mil Borromeo, Luca Demaria e Gianmaria Travagli per i suggerimenti
forniti e alle maestranze
della società che materialmente hanno realizzato il percorso con grande
professionalità. 
Gautami (giubba blu) al salto della siepe mobile (Querci)
A
IL GRIGIO E IL RAGAZZINO
DILETTANTI, MA CON GRINTA
ll’anagrafe sono
quasi coetanei.
Phantom Jay, il
grigio che arriva dalla
Nuova Zelanda di anni
ne ha 11, Luca Bonacina,
il suo cavaliere, ne ha 16.
la strana coppia ha partecipato alla prima ri-edizione del cross-country a
San Rossore. Luca è più
che un dilettante, nel senso che ha la patente FISE
per i concorsi equestri e
il cross consentiva anche a questa categoria la
partecipazione alla corsa.
Fuhrman, Bartos, Romano: questi i nomi dei
fantini professionisti che
si è trovato ad affrontare,
eppure il ragazzino se l’è
cavata benissimo. Si è
messo in coda nelle fasi
iniziali di gara, furbescamente, perché così ha
imboccato correttamente il passaggio che porta
verso la gabbia di fascine
(mentre in due sono andati ‘dritti’, escludendosi
dalla competizione). Salti ben impostati e senso
dell’andatura, hanno tenuto Luca e il suo Fantasma sempre nel vivo
della corsa e i due sono
anche passati in leggero
vantaggio dopo il salto
dell’oxer. Phantom Jay,
però, è calato nel tratto
conclusivo, ma Luca è
stato bravo ad amministrarlo, e sfruttando anche
gli errori altrui ha colto
un quarto posto più che
meritato. Luca Bonacina
è il piccolo seme della
passione legata agli ostacoli, facciamo in modo
che germogli e che non
sia un virgulto isolato.
il cross country: Phantom Jay e Luca Bonacina in vantaggio (Repetto)
ANNO 2 - NUMERO 4 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - APRILE 2008
IPPICA E CULTURA
IL NOSTRO MONDO, 40 ANNI FA
I
LA TRIS IN DIRETTA SULLE RAI, GLI STALLONI AUTARCHICI E TANTE ALTRE COSE ANCORA
n un momento di ippica fragile, spesso
disamorata, voglio
offrire agli appassionati
di pelo ormai grigio uno
sguardo su quel passato
che, come dice il filosofo, ha sempre il culo
rosa, sembra cioè sempre
più bello e irripetibile.
Com’era, dunque, il nostro mondo - il galoppo
- quarant’anni fa. Abbiamo sfogliato per voi la
“Rivista ippica” del 1968
cercando di cogliere fra
quelle pagine protagonisti che furono allora
familiari a molti di coloro che ora ci leggono.
Capita così di trovare un
giovane e biondo Paolo
Miliano (così si chiamava prima che alla famiglia venisse pluralizzato
il cognome) che vince
una corsa GR a Merano,
o un Vittorio Ugo Penco
sorridente dopo il Derby
vinto da Hogarth, o tante
altre belle facce di allora
come quelle che vi proponiamo oggi su questa
pagina.
Barbaricina ospitò il
grande Vincent O’ Brien
che venne a svernare con
un puledro molto importante: Sir Ivor. Al trainer
irlandese avevano detto
che a Pisa il clima era
sempre dolce e le piste
perfette. Ma nel gennaio
del ‘68 sulla città si ab-
In questo stesso anno, a
‘villa Vera’, sulla Cassia,
convolò a nozze la bella
Daniela, figlia del dottor
Ugo, il titolare della scuderia. Il fortunato sposo
si chiamava Alessandro
Ciacci.
Carlo Curti, con la coppa vinta nel Parioli. alla sua destra il figlio Vittore, alla sinistra Giannino Miliano e Alduino Botti
battè una forte nevicata:
non se ne si ricordava
una simile dal 1929! Ciò
non impedì al cavallo di
vincere il Derby di Epsom.
di Alberto Giubilo, e il
collegamento era tanto
ampio da comprendere
il prima e il dopo corsa.
Figurarsi che proprio per
il Derby del ’68 la Rai
mandò alle Capannelle
Il galoppo del ’68 ad intervistare i protagoera vissuto sulla stampa nisti – e fece un mezzo
tecnica, nelle sale corse disastro - un cronista sco(non ancora ‘Agenzie ip- nosciuto che si chiamava
piche’), negli ippodromi Gianni Minà.
(parrà strano ma la gente
affollava gli ippodromi),
Gli stalloni erano
soprattutto attraverso la quasi tutti fatti in casa:
tv nazionale. Ancora l’ip- Corfinio, Marco Visconpica non era stata censu- ti, Delvin, Gai Logis,
rata, il Derby e le altre Prince Tady, Exar, e tanti
corse principali (come il altri, tutti eroi di battaglie
‘Merano’, allora Lotte- autarchiche. In quell’anria) venivano trasmesse no la Società degli Steein diritta con la cronaca ple Chases (che oggi non
esiste più, inghiottita
dall’onnivora Unire) festeggiava il suo 75° compleanno ed eleggeva alla
presidenza Pio Bruni. Le
sale corse in Italia erano
119, la città con la maggior concentrazione era
Milano, con 13. Si correvano 51 tris, una alla settimana, un grande evento
del grande, inimitabi-
COME ERAVAMO...
che la Rai puntualmente
trasmetteva in diretta, sempre al venerdì.
La stampa tecnica dava
notizie talvolta mirabolanti. Un bravo giornalista ippico come Sergio
Nunziata ammoniva: “Il
cavallo inglese è finito!”.
Nella primavera era stato riaperto, dopo i guasti
della terribile alluvione e
la sfarzosa ricostruzione,
l’ippodromo di Firenze.
Visto oggi, quale spreco
e quante illusioni!
Con la Miani e la
Neni da Zara, la scuderia
Aterno era uno dei più
grandi complessi romani, in grado di competere con i big del nord.
L’Aterno. Nel 1968 accaddero tante cose nel
suo piccolo mondo ed i
protagonisti non furono i
cavalli. Moriva il trainer
storico, ‘Richetto’ Pandolfi (Enrico, Enrichetto, Richetto), un grande
personaggio prim’ancora
che un grande allenatore.
Questa immagine evoca
quella che all’epoca fiu
un’autentica star: Tiziana
Sozzi. Tanto bella da posare anche per una rivista per
soli uomini. San Rossore la
scoprì grazie ad un cavallo che vinse a ripetizione
nella riunione di primavera del 1972, che tornava
dopo molti anni. Il cavallo
era Cinabro, di Enrico Incisa della Rocchetta, allenato da Luciano Ferrari.
La foto si riferisca al 14
maggio. Cinabro, montato
da Tiziana Sozzi, ha appena vinto il premio Angi. A
premiare la fantina un (ovviamente) giovane Mario
Berardelli.
A 88 anni moriva un
altro grande personaggio
del galoppo italiano, Luigi Ponticelli. Aria di Maremma si respirava nei
prati del suo Casalone. A
tre passi c’era la Pescaia.
A fine luglio il conte
Claudio Tolomei dava
una festa fantasmagorica
nel suo castello, quello
della Pia, per presentare
agli ospiti stalloni e fattrici. Si facevano le ore
piccole, si chiudeva all’alba con l’ultima fetta
di cocomero e Giampiero Celati avrebbe steso
sullo ‘Sportsman’ il suo
articolo intriso di tecnica
e di poesia.
I responsi della pista,
spigolando. Il dormelliano Hogarth, come detto,
vinceva il Derby numero
85 montato da Carlo Ferrari battendo Teston. Un
mese prima Over aveva
vinto il ‘Parioli’: raz-
za La Novella, trainer il
grande Giannino Miliano (non ancora Miliani),
fantino… indovinate un
po’? Alduino Botti. Intanto Tonino Pandolfi
vinceva in un giorno, fra
Milano e Torino, nove
corse. Un altro grande
trainer, mai abbastanza
lodato – Pino Galbiati con Carlo Panici in sella
portava Caspoggio a vincere il ‘Presidente della
Repubblica’. Galbiati si
era inventato quattro anni
prima Prince Royal, un
figlio di Ribot. Pronto per
correre (e vincere) l’Arc
di Triomphe, il cavallo fu
acquistato alla vigilia da
Roy Ellswoth che decise
di fare scendere Sergio
Fancera, il fantino che lo
aveva sempre montato,
per sostituirlo con Robert Poincelet. Fancera
pianse disperatamente.
La vendita di Prince Royal da parte della scuderia Valmalenco suscitò,
allora come oggi, forti
polemiche.
Basta. Se vi siete annoiati a queste storie ormai antiche, peggio per
voi. Vorrà dire che vi meritate il presente.RC
Pino Galbiati accarezza Caspoggio dopo la sua vittoria nel Premio Presidente della
Repubblica dove , per i colori della scuderia Valmalenco, batteva per distacco Astese,
Antiloco e Stilo. In sella Carlo Panici, nascosto dal braccio di Galbiati.
FUORI TEMA ::::::::::::::::::::::::::::::
Se scrivi sulla stampa della ‘riunione’ o del
‘convegno’ di corse, c’è chi si stupisce di questi
vocaboli. Riunione di cosa? Convegno fra chi?
Anche l’ippica, insomma, ha il suo slang e bisogna sapersi oreintare. Un altro telefona: “Se
piove si corre?”. Ma dove pensa di andare, a un
pic nic? Poi c’è il mistero dei pesi posti accanto
al nome di ogni cavallo. L’amico neofita chiede:
“Scusa, ma pesa così poco un cavallo? (Ha appena letto 56 chili e mezzo) “Forse manca uno
zero?”. Che sia il peso del fantino neppure lo
sfiora. Non parliamo delle abbreviazioni. Mb,
fs, mbo. Ci vorrebbe un glossario per raccontare: maschio baio, femmina saura, castrone
baio oscuro. E se spieghi alla coppia di amici
che il cavallo è castrone, inevitabilmente l’amica esclamerà: “Poveretto, perché lo hanno castrato?”. E subito dopo lancerà un’occhiata al
compagno come per dirgli: “Sei fortunato, poteva succedere anche a te”.
Anaconda
ANNO 2 - NUMERO 4 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - APRILE 2008
LA PRIMA VOLTA DELL'ARDIA
N
EMOZIONANTE RAPPRESENTAZIONE A SAN ROSSORE
el pomeriggio del
16 marzo scorso,
all’insegna
del tempo variabile che
ha regalato una giornata comunque godibile ai
circa tremila spettatori
presenti, nell’Ippodromo
di San Rossore è calato il
sipario sulla seconda edizione della manifestazione “Sardegna in festa”,
organizzata dalla Società
Alfea con la collaborazione del circolo culturale “Grazia Deledda” e
la sponsorizzazione del
sa prima pandela parte al galoppo (Querci)
Banco di Sardegna.
accompagnati da una de- dall’UNESCO, per la sua
legazione dell’ammini- attitudine a conservare,
Gli intervalli tra le cor- strazione comunale gui- come in uno scrigno, usi
se che hanno costituito il data dal Sindaco Angelo e costumi dalla tradizioprogramma della giorna- Putzolu e da un piccolo ne plurisecolare di cui
ta sono stati allietati dal- drappello di fucilieri che, l’Ardia rappresenta forse
le esibizioni dei gruppi nel rispetto del copione l’espressione più elevata.
folkloristici di Bortigali della tradizione, sparane dei cavalieri dell’Ardia do a salve, ha scandito i
Nell’occasione, hanno
di Sedilo. Questi ultimi tempi e i ritmi della cor- svolto il ruolo di vessillisono stati particolarmen- sa. I cavalieri montavano feri i veterani Francesco
te apprezzati dal pubbli- begli esemplari di razza Lampreu, Antonio Carta
co per la loro capacità di anglo-araba con residua- e Tonino Nieddu. I cavaproporre e conservare un li insanguamenti della lieri Salvatore Meloni,
modo di andare a cavallo popolazione equina loca- Marco Mongili e Fransquisitamente tradiziona- le, domati e bardati alla co Putzulu, armati dei
le.
maniera della Sardegna classici bastoni avvolti
interna, secondo i ca- in un drappo rosso, hanI 16 cavalieri dell’Ar- noni tipici della cultura no esercitato la funzione
dia si sono presentati del pastoralismo, oggi della scorta che, durante
all’ippodromo in abbi- inserita tra i patrimoni la corsa, ha il compito di
gliamento tradizionale, dell’umanità e tutelata impedire il superamento
degli alfieri da parte dei
cavalieri del seguito.
Gli amministratori
comunali, i cavalieri ed
i fucilieri hanno espresso
piena soddisfazione per la
buona riuscita dell’evento. Nel paese di Sedilo, la
seconda edizione di “Sardegna in festa a San Rossore” sarà ricordata a lungo come l’occasione nella
quale una delegazione dei
cavalieri dell’Ardia, per
la prima volta nella storia, ha avuto la possibilità
di proporre questa grande
sagra fuori dai confini
regionali, senza cadere
nel desiderio di replicarla
fedelmente e nella piena
consapevolezza dell’unicità della manifestazione
che, per sua natura, non
potrà né dovrà mai essere riproducibile fuori dal
proprio contesto.
Adesso vi aspettiamo
a Sedilo il 6 e il 7 luglio
per assistere alla vera Ardia, quella che parte da
'su fruntigheddu' e arriva
al santuario di San Costantino. 
Gianni Meloni - Assessore alla Cultura Comune
di Sedilo
RIBOT CUP IN FOTO
N
AD ALBERTO SANNA LA PRIMA EDIZIONE DELLA SFIDA
el nome di Ribot,
il 24 febbraio,
12 tra i più promettenti fantini italiani e
stranieri si sono sfidati in
tre corse a loro riservate
con la formula ‘handicap
ad invito’ e con le monte a sorteggio. La prima
corsa ha visto il successo
di Pierantonio Convertino, che ha portato con
grande determinazione al
successo Extesa. In questa prima corsa, l’inglese
Greg Fairley è uscito ben
presto di scena perché
Blue Azi ha scartato sulla prima curva. Fairley,
però, si è rifatto poco
dopo, improvvisando al
meglio l’outsider Magical Bupers e giocando
d’anticipo sui rivali. La
terza e ultima corsa era
quella decisiva, visto
che ha seconda dell’esito finale, almeno in otto
potevano aspirare alla
vittoria della prima edizione della Ribot Cup.
Il gran finale all’esterno del gruppo di Vorrei
ha permesso ad Alberto
Sanna di apparigliare in
testa alla classifica Fabio Branca: entrambi a
16 punti, ma la vittoria
Ribot Cup - prima prova - vince Extesa con Pierantonio Convertino
Ribot Cup - seconda prova - vince Magical Bupers con Greg Fairley
Ribot Cup - terza prova - vince Vorrei con Alberto Sanna
di Sanna ha fatto la differenza a norma di regolamento. Bene si è comportato anche il francese
Alexis Badel (che ha ot-
tenuto dei piazzamenti),
più in ombra l’irlandese
Padraig Beggy che ha
raccolto solo un quarto
posto.
IL FOLKLORE
DI BORTIGALI
La Ribot Cup è piaciuta e, con alcuni accorgimenti per migliorarne
la riuscita, sarà ripetuta
anche il prossimo anno.
Da Bortigali è giunto a San Rossore un gruppo
folkloristico di ballo. Le belle coreografie sono
state eseguite anche da 11 coppie di danzatori. Al suono dell’organetto, o nell’ancor più
tipico ‘ballo a Tenores’ accompagnati, cioè dal
canto a cappella del quartetto canoro, il gruppo
ha dato dimostrazione della propria abilità ed
ha colpito la giovane età della maggior parte
dei ballerini, segno che le tradizioni culturali
in Sardegna hanno un valore importante anche
tra le ultime generazioni. Le ragazze e i ragazzi
indossavano l’abito nuziale, mentre due figure
spiccavano tra le altre: la ragazza con il vestito
delle casate nobili e l’uomo con l’abito tipico
delle famiglie contadine.
tenores,
che passione
Se chiudi gli occhi e
ascolti i Tenores mentre stanno cantando, ti
sembra di sentire anche i suoni di strumenti
arcaici che accompagnano il canto. Apri gli
occhi e ti trovi, invece,
solo quattro ragazzi che
cantano a cappella. Chi
non è sardo difficilmente riesce a capire qualche cosa, se non parole
e brevi frasi colte qua e
là. Ma anche chi sardo
è, se vive in una regione
diversa dell’isola, può
avere difficoltà a comprendere. Sono questi i
mille risvolti della cultura sarda, le tante lingue che ciascuna isola
nell’isola conserva gelosamente. Ed è grazie
anche a questo autoisolamento che le tradizioni millenarie sono
giunte a noi. Anche il
canto “a Tenores” è uno
dei patrimoni tutelati
dall’UNESCO, e ha un
valore inestimabile. A
San Rossore è giunto il
gruppo ‘Pantaleo Serra’
di Bortigali che, come
tutti i gruppi a Tenores,
è composto da quattro elementi: sa Boghe
(la Voce, il tenore), la
Mezza Voce, il Contra
(il baritono) e il Bassu
(il basso, ovviamente).
Antonio Serra, Luca
Ledda, Andrea Morette
e Massimiliano Sannia
ricoprono questi ruoli,
nell’ordine, e la Voce
con i suoi 32 anni è il
più grande di età, men-
tre gli altri sono ventenni o poco più. La Voce
dà il ritmo, il basso dà
il colore alle canzoni e
ogni gruppo rappresenta la tradizione del proprio paese e basta. Occhi che guardano lontano, mani che aiutano a
cantare, corpi presenti
ma lontane sono i loro
pensieri. Queste le impressioni che si hanno
guardando i Tenores
che cantano.
I sardi amano esaltare la sarditudine come
una virtù della loro terra, ma anche chi non è
sardo, di sarditudine si
può ammalare.