MIRCO SUPERA SE STESSO COn EldEST
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MIRCO SUPERA SE STESSO COn EldEST
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA www.sanrossore.it ANNO 2 - NUMERO 4 APRILE 2008 MIRCO SUPERA SE STESSO con eldest DEMURO BISSA IMMEDIATAMENTE IL SUO PRIMO SUCCESSO NEL PISA A nche quest’anno la giornata del Pisa è giunta a conclusione di un inverno molto intenso, durante il quale, ogni domenica, gli avvenimenti agonistici, più o meno importanti, si sono alternati con gli spettacoli organizzati per il pubblico. Iniziamo proprio dall’atto finale, il più importante, il Premio Pisa numero 118, che è stato il Pisa di Eldest. Al rientro nel Thomas Rook aveva deluso, ottenendo un terzo posto giustificato dal terreno pesante a lui sgradito. Sul fondo scorrevole che ha trovato il 30 marzo, invece, il portacolori della scuderia Incolinx si è espresso al meglio, vincendo e convincendo tutti per la facilità dell’assunto. Già, proprio i colori che l’ingegner Diego Romeo portò a trionfare nel Pisa di 26 anni fa grazie al grigio How to Go: due partecipazioni al Pisa e due vittorie per lui, una percentuale da sballo! Ad allenare il figlio di Indian Ridge è Vittorio Caruso, che corre poco a San Rossore dove, però, si sente come a casa, ed è meglio per gli altri che le sue frequenze siano così rare sul tracciato pisano! Milano, dopo aver vinto, la sua cavalla ha scartato cadendo, e la fragile clavicola di Max è saltata di nuovo come la possibilità difar poker nella corsa a lui tanto cara. No, non ci sentiamo in colpa per il titolo che avevamo dedicato al fantino, non ci sentiamo dei menagramo e, del resto, Max era d’accordo, anche perché non è un ragazzo superstizioso. Peccato, speriamo che possa ripresentarsi al Pisa l’anno prossimo, lo meriterebbe. per le Tris Internazionali con la Francia e, purtroppo, si è trattato di un flop perché il sistema di raccolta francese delle scommesse non ha interagito con quello italiano e sulla nostra corsa, in Francia, sono stati raccolti pochi spiccioli perché gli scommettitori non hanno avuto la possibilità di farlo. Chi, invece ci è riuscito in Italia, e magari ha vinto, si è arrabbiato perché non è stato possibile avere in giornata le quote del totalizzatore comune. L’ultima domenica di marzo è stata anche quella del Premio Regione Toscana, per il secondo anno tappa iniziale del Défi du Galop. La partecipazione alla corsa è stata veramente internazionale e lo svolgimento pari alle attese, tanto che Gimmy ha fornito una prestazione super, respingendo il francese Willywell con il regolare Cocodrail al terzo posto. Il portacolori Eldest e Mirco Demuro, i vincitori del 118º Premio Pisa (Grasso) In passato aveva avuto nel 2007, ed Eldest pochi to non del tutto favorevo- di Lino Scarpellini (che poche occasioni di dispu- giorni fa, per i colori del le per lui e Nino Murru), ha allevato sia lui sia Eldest!) potrebbe partecipatarlo, questo Premio Pisa, suo nuovo patron. Sampeyre e Amaldi. re ad altre prove del Défi, tra impegni di scuderia e trasferte invernali in Eldest ha battuto Ma questo avrebbe per accaparrarsi i 150.000 Giappone, ma in due anni Cima on Fly (che porta potuto essere il Pisa di Euro di bonus in palio per Mirco Demuro ha pareg- ancora più su la linea di Max Tellini, al quale la il proprietario. giato i conti, mettendo a un altro toscano DOC, buona sorte ha voltato Questa prova è stata segno un bel uno-due a Lupo Alberto), il favorito le spalle, bruscamente, anche una prova generale seguire: Golden Dynamic Eustachione (svolgimen- meno di 24 ore prima. A Ulteriore nota internazionale alla giornata, la World Cup Fegentri vinta dall’inglese Scott Dobson sul francese Mathieu Brasme. Insomma, il big event pisano ha raccolto attorno ancora una volta nel suo ippodromo i migliori professionisti italiani e alcuni rappresentanti esteri, oltre a 5.000 spettatori. Perchè, esserci, il giorno del Pisa, è importante. Perchè l’accoglienza è ottima e lo spettacolo garantito, con tanto di pubblico, reale e numeroso, sugli spalti. E chi non ha potuto farlo di persona, ha seguito l’intero pomeriggio grazie alla diretta TV trasmessa su Sky dal canale UNIRE Sat. GIMMY VINCENTE IN TOSCANA T La risposta vincente di Gimmy allattacco di Willywell (Grasso) Così Gimmy (Lino Scarpellini - Bruno Grizzetti - Dario Vargiu) ha respinto l’attacco dell’ospite francese Willywell che si è adeguato al posto d’onore. Il transalpino aveva vinto in listed a Deauville e si era piazzato in una prova di gruppo uno vinta dal campione Manduro. Una bella linea per la nostra corsa. IL PICCOLO MIRACOLO DI DOCK CHICKS re settimane prima del Premio Pisa Elisabetta Gallani e Massimo Malanima avevano di nuovo sorriso perché il loro Dock Chicks aveva completato un’escalation unica che, partendo dalle corse a vendere, lo aveva portato a vincere un handicap principale prima di giungere secondo nel Premio Enrico Camici, la listed di febbraio. Ma il top non Dock Chicks e Demuro siglano il Premio Federico Regoli (Querci) era stato ancora raggiunto dal figlio di Docksider, che il 9 marzo una listed l’ha vinta, il Premio Federico Regoli, battendo il coriaceo Ceprin, ottima pietra di paragone, e l’altro pisano Attila Ross, alla miglior prestazione in carriera. Provate a indovinare chi ha montato Dock Chicks nel Regoli? Esatto, proprio lui, Mirco Demuro. ANNO 2 - NUMERO 4 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - APRILE 2008 La notizia del mese il festival dei saltatori OTTIMA RIUSCITA DELLA GIORNATA E GRANDE ENTUSIASMO PER IL RITORNO DEL CROSS COUNTRY L PASSIONE SENZA OSTACOLI ’Alfea è andata in contro tendenza con la scelta di creare una giornata particolare dedicata alle corse in ostacoli. L’idea di organizzare il ‘Festival degli Ostacoli’ nel giorno di Pasquetta è stato apprezzato e sostenuto dai proprietari e dagli allenatori del settore perché è su giornate come queste che si possono creare degli eventi vendibili, e non solo agli scommettitori. Gran Corsa in Siepi di Pisa, Corsa in Siepi dei 4 anni e Prova d’Assaggio sono le consuete prove che chiudono il ciclo dedicato ai saltatori a San po che si disputa a San Rossore è la Corsa in Siepi riservata ai cavalli di 4 anni. Ci si aspettava una vittoria in grigio, perché il favorito era Exit Equity ma, invece, a vincere è stato ancora Bartos al quale Paolo Favero aveva affidato Sharstar. Al figlio di Lando, che pur aveva già vinto in carriera due corse di gruppo in siepi, era preferito Red Doctor sul quale era salito la prima monta della scuderia di Favero, Raffaele Romano. Questa scelta aggiunta alla probante vittoria del sauro della scuderia SIBA sulla pista alcune settimane Arte e dal favorito Exit Equity. Primo successo importante per il giovane allievo fantino Davide Columbu. Alle ormai tradizionali prove, si è aggiunto il cross-country che è tornato a San Rossore dopo 30 anni di assenza. La risposta a questa iniziativa è stata eccellente, tanto che cono stati 21 i cavalli iscritti e c’è stata grande collaborazione da parte degli allenatori che si sono impegnati affinché la corsa riuscisse nella migliore delle maniere. Così è stato, e il crosscountry ha regalato spet- ma come avrà fatto Raffaele Romano a restare in sella? (Querci) Rossore, tutte prove di selezione. Numerosi i motivi di interesse tecnico, anche se la disputa di due corse in ostacoli a San Siro pochi giorni prima, ha fatto si che i partenti di alcune delle nostre prove fossero meno di quelli che avrebbero potuto essere. I soliti, annosi, problemi di programmazione e la mancanza di un progetto centrale pensato da una mente ragionante. Comunque i motivi d’interesse non sono mancati. Ad esempio, per la prima volta l’allenatore cèco Josef Vana è giunto a Pisa con i suoi purosangue e ha fatto subito capire di che panni veste perché ha immediatamente vinto con Ilion la Prova d’Assaggio. Nella circostanza il bravissimo jockey Josef Bartos ha conquistato la sua prima affermazione sulla pista pisana. L’unica corsa di grup- prima, ha fatto pendere l’ago della bilancia degli scommettitori su di lui. Alla prova dei fatti Sharstar ha dimostrato di avere una stoffa da campione e nel finale non ha avuto problemi a respingere il dormelliano Dannecker. La Gran Corsa in Siepi di Pisa, handicaplisted sui 4.000 metri, ha permesso a Roberto Cova di gioire per la vittoria del suo pupillo, Gautami. Già buon cavallo in piano, Roberto ha deciso di affidarlo in training a Roma a Salvatore Saggiomo. Dopo il debutto in siepi e alcune confortanti prestazioni tra Capannelle e Pisa, la partecipazione al ricco handicap che ha visto Gautami sicuro sui salti lungo tutto il percorso e che ha giocato d’anticipo sulla piegata conclusiva. Gautami ha messo in riga i rivali capeggiati sul palo dal cèco Königin tacolo ed emozioni. Al primo ingresso all’interno del prato, Memor e Miki Tango che sono arrivati il cross country: il salto della battuta in tronchi (Michael Repetto) troppo velocemente al passaggio e hanno tirato dritto, eliminandosi dalla corsa. Bene il primo passaggio alla gabbia di fascine, alla capretta e alla battuta in tronchi (i tre nuovi ostacoli). Al secondo passaggio alla gabbia, Sergente Garcia non ha saltato bene il primo elemento e Raffaele Romano ha perso l’equilibrio. Ormai tutti, ma proprio tutti, lo avevano già visto a terra e, invece, Raffaele ha dimostrato ancora una volta di essere un grande atleta, oltre che fantino di primordine. Difficile dire come abbia fatto a non cadere, ma l’impresa gli è riuscita e la foto parla chiaro! Nonostante questo inconveniente, Sergente Garcia ha lottato la corsa fino in retta d’arrivo dove, una volta caduto Silvio lo Svelto, la lotta si è ristretta tra Sir Bahhare e My Best Risk (targato Vana), con l’allievo di Favero che la spuntava, regalando una vittoria anche a Dirk Fuhrman che al rientro si congratulava con l’Alfea per il bel percorso realizzato. Un grazie anche Mil Borromeo, Luca Demaria e Gianmaria Travagli per i suggerimenti forniti e alle maestranze della società che materialmente hanno realizzato il percorso con grande professionalità. Gautami (giubba blu) al salto della siepe mobile (Querci) A IL GRIGIO E IL RAGAZZINO DILETTANTI, MA CON GRINTA ll’anagrafe sono quasi coetanei. Phantom Jay, il grigio che arriva dalla Nuova Zelanda di anni ne ha 11, Luca Bonacina, il suo cavaliere, ne ha 16. la strana coppia ha partecipato alla prima ri-edizione del cross-country a San Rossore. Luca è più che un dilettante, nel senso che ha la patente FISE per i concorsi equestri e il cross consentiva anche a questa categoria la partecipazione alla corsa. Fuhrman, Bartos, Romano: questi i nomi dei fantini professionisti che si è trovato ad affrontare, eppure il ragazzino se l’è cavata benissimo. Si è messo in coda nelle fasi iniziali di gara, furbescamente, perché così ha imboccato correttamente il passaggio che porta verso la gabbia di fascine (mentre in due sono andati ‘dritti’, escludendosi dalla competizione). Salti ben impostati e senso dell’andatura, hanno tenuto Luca e il suo Fantasma sempre nel vivo della corsa e i due sono anche passati in leggero vantaggio dopo il salto dell’oxer. Phantom Jay, però, è calato nel tratto conclusivo, ma Luca è stato bravo ad amministrarlo, e sfruttando anche gli errori altrui ha colto un quarto posto più che meritato. Luca Bonacina è il piccolo seme della passione legata agli ostacoli, facciamo in modo che germogli e che non sia un virgulto isolato. il cross country: Phantom Jay e Luca Bonacina in vantaggio (Repetto) ANNO 2 - NUMERO 4 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - APRILE 2008 IPPICA E CULTURA IL NOSTRO MONDO, 40 ANNI FA I LA TRIS IN DIRETTA SULLE RAI, GLI STALLONI AUTARCHICI E TANTE ALTRE COSE ANCORA n un momento di ippica fragile, spesso disamorata, voglio offrire agli appassionati di pelo ormai grigio uno sguardo su quel passato che, come dice il filosofo, ha sempre il culo rosa, sembra cioè sempre più bello e irripetibile. Com’era, dunque, il nostro mondo - il galoppo - quarant’anni fa. Abbiamo sfogliato per voi la “Rivista ippica” del 1968 cercando di cogliere fra quelle pagine protagonisti che furono allora familiari a molti di coloro che ora ci leggono. Capita così di trovare un giovane e biondo Paolo Miliano (così si chiamava prima che alla famiglia venisse pluralizzato il cognome) che vince una corsa GR a Merano, o un Vittorio Ugo Penco sorridente dopo il Derby vinto da Hogarth, o tante altre belle facce di allora come quelle che vi proponiamo oggi su questa pagina. Barbaricina ospitò il grande Vincent O’ Brien che venne a svernare con un puledro molto importante: Sir Ivor. Al trainer irlandese avevano detto che a Pisa il clima era sempre dolce e le piste perfette. Ma nel gennaio del ‘68 sulla città si ab- In questo stesso anno, a ‘villa Vera’, sulla Cassia, convolò a nozze la bella Daniela, figlia del dottor Ugo, il titolare della scuderia. Il fortunato sposo si chiamava Alessandro Ciacci. Carlo Curti, con la coppa vinta nel Parioli. alla sua destra il figlio Vittore, alla sinistra Giannino Miliano e Alduino Botti battè una forte nevicata: non se ne si ricordava una simile dal 1929! Ciò non impedì al cavallo di vincere il Derby di Epsom. di Alberto Giubilo, e il collegamento era tanto ampio da comprendere il prima e il dopo corsa. Figurarsi che proprio per il Derby del ’68 la Rai mandò alle Capannelle Il galoppo del ’68 ad intervistare i protagoera vissuto sulla stampa nisti – e fece un mezzo tecnica, nelle sale corse disastro - un cronista sco(non ancora ‘Agenzie ip- nosciuto che si chiamava piche’), negli ippodromi Gianni Minà. (parrà strano ma la gente affollava gli ippodromi), Gli stalloni erano soprattutto attraverso la quasi tutti fatti in casa: tv nazionale. Ancora l’ip- Corfinio, Marco Visconpica non era stata censu- ti, Delvin, Gai Logis, rata, il Derby e le altre Prince Tady, Exar, e tanti corse principali (come il altri, tutti eroi di battaglie ‘Merano’, allora Lotte- autarchiche. In quell’anria) venivano trasmesse no la Società degli Steein diritta con la cronaca ple Chases (che oggi non esiste più, inghiottita dall’onnivora Unire) festeggiava il suo 75° compleanno ed eleggeva alla presidenza Pio Bruni. Le sale corse in Italia erano 119, la città con la maggior concentrazione era Milano, con 13. Si correvano 51 tris, una alla settimana, un grande evento del grande, inimitabi- COME ERAVAMO... che la Rai puntualmente trasmetteva in diretta, sempre al venerdì. La stampa tecnica dava notizie talvolta mirabolanti. Un bravo giornalista ippico come Sergio Nunziata ammoniva: “Il cavallo inglese è finito!”. Nella primavera era stato riaperto, dopo i guasti della terribile alluvione e la sfarzosa ricostruzione, l’ippodromo di Firenze. Visto oggi, quale spreco e quante illusioni! Con la Miani e la Neni da Zara, la scuderia Aterno era uno dei più grandi complessi romani, in grado di competere con i big del nord. L’Aterno. Nel 1968 accaddero tante cose nel suo piccolo mondo ed i protagonisti non furono i cavalli. Moriva il trainer storico, ‘Richetto’ Pandolfi (Enrico, Enrichetto, Richetto), un grande personaggio prim’ancora che un grande allenatore. Questa immagine evoca quella che all’epoca fiu un’autentica star: Tiziana Sozzi. Tanto bella da posare anche per una rivista per soli uomini. San Rossore la scoprì grazie ad un cavallo che vinse a ripetizione nella riunione di primavera del 1972, che tornava dopo molti anni. Il cavallo era Cinabro, di Enrico Incisa della Rocchetta, allenato da Luciano Ferrari. La foto si riferisca al 14 maggio. Cinabro, montato da Tiziana Sozzi, ha appena vinto il premio Angi. A premiare la fantina un (ovviamente) giovane Mario Berardelli. A 88 anni moriva un altro grande personaggio del galoppo italiano, Luigi Ponticelli. Aria di Maremma si respirava nei prati del suo Casalone. A tre passi c’era la Pescaia. A fine luglio il conte Claudio Tolomei dava una festa fantasmagorica nel suo castello, quello della Pia, per presentare agli ospiti stalloni e fattrici. Si facevano le ore piccole, si chiudeva all’alba con l’ultima fetta di cocomero e Giampiero Celati avrebbe steso sullo ‘Sportsman’ il suo articolo intriso di tecnica e di poesia. I responsi della pista, spigolando. Il dormelliano Hogarth, come detto, vinceva il Derby numero 85 montato da Carlo Ferrari battendo Teston. Un mese prima Over aveva vinto il ‘Parioli’: raz- za La Novella, trainer il grande Giannino Miliano (non ancora Miliani), fantino… indovinate un po’? Alduino Botti. Intanto Tonino Pandolfi vinceva in un giorno, fra Milano e Torino, nove corse. Un altro grande trainer, mai abbastanza lodato – Pino Galbiati con Carlo Panici in sella portava Caspoggio a vincere il ‘Presidente della Repubblica’. Galbiati si era inventato quattro anni prima Prince Royal, un figlio di Ribot. Pronto per correre (e vincere) l’Arc di Triomphe, il cavallo fu acquistato alla vigilia da Roy Ellswoth che decise di fare scendere Sergio Fancera, il fantino che lo aveva sempre montato, per sostituirlo con Robert Poincelet. Fancera pianse disperatamente. La vendita di Prince Royal da parte della scuderia Valmalenco suscitò, allora come oggi, forti polemiche. Basta. Se vi siete annoiati a queste storie ormai antiche, peggio per voi. Vorrà dire che vi meritate il presente.RC Pino Galbiati accarezza Caspoggio dopo la sua vittoria nel Premio Presidente della Repubblica dove , per i colori della scuderia Valmalenco, batteva per distacco Astese, Antiloco e Stilo. In sella Carlo Panici, nascosto dal braccio di Galbiati. FUORI TEMA :::::::::::::::::::::::::::::: Se scrivi sulla stampa della ‘riunione’ o del ‘convegno’ di corse, c’è chi si stupisce di questi vocaboli. Riunione di cosa? Convegno fra chi? Anche l’ippica, insomma, ha il suo slang e bisogna sapersi oreintare. Un altro telefona: “Se piove si corre?”. Ma dove pensa di andare, a un pic nic? Poi c’è il mistero dei pesi posti accanto al nome di ogni cavallo. L’amico neofita chiede: “Scusa, ma pesa così poco un cavallo? (Ha appena letto 56 chili e mezzo) “Forse manca uno zero?”. Che sia il peso del fantino neppure lo sfiora. Non parliamo delle abbreviazioni. Mb, fs, mbo. Ci vorrebbe un glossario per raccontare: maschio baio, femmina saura, castrone baio oscuro. E se spieghi alla coppia di amici che il cavallo è castrone, inevitabilmente l’amica esclamerà: “Poveretto, perché lo hanno castrato?”. E subito dopo lancerà un’occhiata al compagno come per dirgli: “Sei fortunato, poteva succedere anche a te”. Anaconda ANNO 2 - NUMERO 4 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - APRILE 2008 LA PRIMA VOLTA DELL'ARDIA N EMOZIONANTE RAPPRESENTAZIONE A SAN ROSSORE el pomeriggio del 16 marzo scorso, all’insegna del tempo variabile che ha regalato una giornata comunque godibile ai circa tremila spettatori presenti, nell’Ippodromo di San Rossore è calato il sipario sulla seconda edizione della manifestazione “Sardegna in festa”, organizzata dalla Società Alfea con la collaborazione del circolo culturale “Grazia Deledda” e la sponsorizzazione del sa prima pandela parte al galoppo (Querci) Banco di Sardegna. accompagnati da una de- dall’UNESCO, per la sua legazione dell’ammini- attitudine a conservare, Gli intervalli tra le cor- strazione comunale gui- come in uno scrigno, usi se che hanno costituito il data dal Sindaco Angelo e costumi dalla tradizioprogramma della giorna- Putzolu e da un piccolo ne plurisecolare di cui ta sono stati allietati dal- drappello di fucilieri che, l’Ardia rappresenta forse le esibizioni dei gruppi nel rispetto del copione l’espressione più elevata. folkloristici di Bortigali della tradizione, sparane dei cavalieri dell’Ardia do a salve, ha scandito i Nell’occasione, hanno di Sedilo. Questi ultimi tempi e i ritmi della cor- svolto il ruolo di vessillisono stati particolarmen- sa. I cavalieri montavano feri i veterani Francesco te apprezzati dal pubbli- begli esemplari di razza Lampreu, Antonio Carta co per la loro capacità di anglo-araba con residua- e Tonino Nieddu. I cavaproporre e conservare un li insanguamenti della lieri Salvatore Meloni, modo di andare a cavallo popolazione equina loca- Marco Mongili e Fransquisitamente tradiziona- le, domati e bardati alla co Putzulu, armati dei le. maniera della Sardegna classici bastoni avvolti interna, secondo i ca- in un drappo rosso, hanI 16 cavalieri dell’Ar- noni tipici della cultura no esercitato la funzione dia si sono presentati del pastoralismo, oggi della scorta che, durante all’ippodromo in abbi- inserita tra i patrimoni la corsa, ha il compito di gliamento tradizionale, dell’umanità e tutelata impedire il superamento degli alfieri da parte dei cavalieri del seguito. Gli amministratori comunali, i cavalieri ed i fucilieri hanno espresso piena soddisfazione per la buona riuscita dell’evento. Nel paese di Sedilo, la seconda edizione di “Sardegna in festa a San Rossore” sarà ricordata a lungo come l’occasione nella quale una delegazione dei cavalieri dell’Ardia, per la prima volta nella storia, ha avuto la possibilità di proporre questa grande sagra fuori dai confini regionali, senza cadere nel desiderio di replicarla fedelmente e nella piena consapevolezza dell’unicità della manifestazione che, per sua natura, non potrà né dovrà mai essere riproducibile fuori dal proprio contesto. Adesso vi aspettiamo a Sedilo il 6 e il 7 luglio per assistere alla vera Ardia, quella che parte da 'su fruntigheddu' e arriva al santuario di San Costantino. Gianni Meloni - Assessore alla Cultura Comune di Sedilo RIBOT CUP IN FOTO N AD ALBERTO SANNA LA PRIMA EDIZIONE DELLA SFIDA el nome di Ribot, il 24 febbraio, 12 tra i più promettenti fantini italiani e stranieri si sono sfidati in tre corse a loro riservate con la formula ‘handicap ad invito’ e con le monte a sorteggio. La prima corsa ha visto il successo di Pierantonio Convertino, che ha portato con grande determinazione al successo Extesa. In questa prima corsa, l’inglese Greg Fairley è uscito ben presto di scena perché Blue Azi ha scartato sulla prima curva. Fairley, però, si è rifatto poco dopo, improvvisando al meglio l’outsider Magical Bupers e giocando d’anticipo sui rivali. La terza e ultima corsa era quella decisiva, visto che ha seconda dell’esito finale, almeno in otto potevano aspirare alla vittoria della prima edizione della Ribot Cup. Il gran finale all’esterno del gruppo di Vorrei ha permesso ad Alberto Sanna di apparigliare in testa alla classifica Fabio Branca: entrambi a 16 punti, ma la vittoria Ribot Cup - prima prova - vince Extesa con Pierantonio Convertino Ribot Cup - seconda prova - vince Magical Bupers con Greg Fairley Ribot Cup - terza prova - vince Vorrei con Alberto Sanna di Sanna ha fatto la differenza a norma di regolamento. Bene si è comportato anche il francese Alexis Badel (che ha ot- tenuto dei piazzamenti), più in ombra l’irlandese Padraig Beggy che ha raccolto solo un quarto posto. IL FOLKLORE DI BORTIGALI La Ribot Cup è piaciuta e, con alcuni accorgimenti per migliorarne la riuscita, sarà ripetuta anche il prossimo anno. Da Bortigali è giunto a San Rossore un gruppo folkloristico di ballo. Le belle coreografie sono state eseguite anche da 11 coppie di danzatori. Al suono dell’organetto, o nell’ancor più tipico ‘ballo a Tenores’ accompagnati, cioè dal canto a cappella del quartetto canoro, il gruppo ha dato dimostrazione della propria abilità ed ha colpito la giovane età della maggior parte dei ballerini, segno che le tradizioni culturali in Sardegna hanno un valore importante anche tra le ultime generazioni. Le ragazze e i ragazzi indossavano l’abito nuziale, mentre due figure spiccavano tra le altre: la ragazza con il vestito delle casate nobili e l’uomo con l’abito tipico delle famiglie contadine. tenores, che passione Se chiudi gli occhi e ascolti i Tenores mentre stanno cantando, ti sembra di sentire anche i suoni di strumenti arcaici che accompagnano il canto. Apri gli occhi e ti trovi, invece, solo quattro ragazzi che cantano a cappella. Chi non è sardo difficilmente riesce a capire qualche cosa, se non parole e brevi frasi colte qua e là. Ma anche chi sardo è, se vive in una regione diversa dell’isola, può avere difficoltà a comprendere. Sono questi i mille risvolti della cultura sarda, le tante lingue che ciascuna isola nell’isola conserva gelosamente. Ed è grazie anche a questo autoisolamento che le tradizioni millenarie sono giunte a noi. Anche il canto “a Tenores” è uno dei patrimoni tutelati dall’UNESCO, e ha un valore inestimabile. A San Rossore è giunto il gruppo ‘Pantaleo Serra’ di Bortigali che, come tutti i gruppi a Tenores, è composto da quattro elementi: sa Boghe (la Voce, il tenore), la Mezza Voce, il Contra (il baritono) e il Bassu (il basso, ovviamente). Antonio Serra, Luca Ledda, Andrea Morette e Massimiliano Sannia ricoprono questi ruoli, nell’ordine, e la Voce con i suoi 32 anni è il più grande di età, men- tre gli altri sono ventenni o poco più. La Voce dà il ritmo, il basso dà il colore alle canzoni e ogni gruppo rappresenta la tradizione del proprio paese e basta. Occhi che guardano lontano, mani che aiutano a cantare, corpi presenti ma lontane sono i loro pensieri. Queste le impressioni che si hanno guardando i Tenores che cantano. I sardi amano esaltare la sarditudine come una virtù della loro terra, ma anche chi non è sardo, di sarditudine si può ammalare.