immaturi - Diocesi di Treviso

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immaturi - Diocesi di Treviso
“IMMATURI”
Di Paolo Genovese, Italia, 2011, ‘108.
Sceneggiatura: Paolo Genovese
Produzione: Lotus e Medusa Film
Interpreti: Raoul Bova, Ricky Memphis, Barbora Bobulova, Ambra Angiolini,
Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Luisa Ranieri
Sei ex compagni di liceo (se ne aggiungerà una settima verso la fine) ormai trentottenni,
si incontrano nuovamente dopo vent’anni perché costretti a ripetere il proprio esame di
maturità: il Ministero della Pubblica Istruzione ha infatti annullato il loro titolo dopo
aver scoperto che un membro della commissione esaminatrice di allora non era in
possesso dei requisiti richiesti. Lo studio forzato diventa l’occasione per “ritrovarsi”,
riportare alla luce rancori non ancora risolti e rispolverare amori mai dichiarati.
Valori e Disvalori: E’ apprezzabile il fatto che tutti gli archi di trasformazione (dove ci sono) vanno verso la
maturazione e la soluzione positiva dei problemi ma Il limite della commedia è di non riuscire a sviscerare in modo
profondo questioni importanti sui valori dell'amore e della famiglia
Pubblico Adolescenti: accenni di nudo e alcune allusioni volgari
Giudizio Tecnico: Il film sembra voler toccare troppi argomenti, restituendoci uno sguardo su di essi non
sufficientemente approfondito. Ottima interpretazione di Ricky Memphis.
Giorgio ha una relazione stabile e felice e un lavoro come psichiatra infantile che ama, ma la notizia dell’attesa di
un figlio non programmato pare destabilizzarlo; Piero è un dj radiofonico e bugiardo, un eterno Peter Pan convinto
che fingere di avere una moglie gli dia una maggiore libertà per “difendersi” nel rapporto di coppia con l’amante;
Luisa è una manager svampita che, dopo la fine del proprio matrimonio, ha cresciuto da sola una figlia, ora preadolescente, che sembra più adulta di lei; Lorenzo è un agente immobiliare che, da vero e proprio “bamboccione”,
ancora non riesce a lasciare il letto a castello e la colazione che gli prepara “mamma”; Francesca è un’eccellente
chef affetta però da dipendenza sessuale ossessivo-compulsiva, mentre Virgilio, “reo” di aver rotto il gruppo in
passato a causa di una questione di donne, si barcamena tra moglie e amante con tanta disinvoltura e pochi sensi di
colpa: i sei protagonisti “immaturi” si rivedono con qualche ruga in più e, insieme ai libri di greco e latino,
riscoprono anche la voglia di quell’amicizia che li aveva legati in passato.
Il film parte da un’idea interessante, quella paura che è balenata, almeno una volta, nei nostri peggiori incubi: che
cosa accadrebbe se il nostro esame di maturità venisse annullato e fossimo costretti a rifarlo, magari dopo anni in
cui abbiamo perso ormai l’allenamento allo studio? A dispetto di quello che lascia presagire il titolo e la pubblicità
che ha preceduto il film, la storia si sofferma poco sull’esame di maturità, che diventa quasi accessorio, un pretesto
per parlare dei personaggi e delle loro crisi (ritardate) di maturazione. Ci aspetteremmo forse di vedere più scene
corali, per esempio di studio, più momenti di panico e di ansia “da esame”, più aneddoti che ci riportino indietro
agli anni del liceo, anni di incubo per le continue verifiche ed interrogazioni, ma anche gli anni più belli, quelli
delle amicizie che durano e a volte dei primi amori importanti, così come ci aspetteremmo di vedere le dinamiche
del gruppo maggiormente protagoniste nel cambiamento dei singoli. La nuova maturità scolastica è invece una
cornice, un espediente comune per fare incontrare nuovamente questi sei amici e per esplorare così il loro vissuto
personale. Paolo Genovese ci presenta situazioni intime con le quali molti possono aver familiarizzato: la paura di
diventare padre, di fidarsi di un nuovo amore, di lasciare il certo per l’incerto, di superare dipendenze consolidate
nel tempo. In poche parole la paura di assumersi responsabilità, quelle che davvero contribuiscono alla crescita
personale e fanno diventare realmente “maturi”.
I personaggi e le situazioni sono quelli tipici da commedia, con qualche estremizzazione consona al genere, ma
anche – e questo è un merito del film- con una direzione verso la crescita e – finalmente!- l’assunzione di quelle
responsabilità che sono tipiche di una persona adulta.
Il personaggio di Lorenzo, per esempio, ampiamente “estremo” nel suo essere tenacemente mammone, è in realtà
uno dei più riusciti e divertenti, grazie soprattutto alla simpatia e alla bravura di Ricky Memphis, che vediamo qui
in un ruolo inedito e che ci sorprende piacevolmente. Buona l’interpretazione generale del cast di protagonisti,
mentre manca un vero e proprio antagonismo. Il film si gioca su un equilibrio di forze che non fa propendere né
verso la nostalgia retrospettiva degli anni che furono, né verso la risata che fa sbellicare. E’ apprezzabile la volontà
di toccare la difficoltà dei rapporti umani e del modo di relazionarsi assumendosi responsabilità in modo maturo e
convinto, ma il film sembra voler toccare troppi argomenti, restituendoci uno sguardo su di essi non
sufficientemente approfondito. Una commedia godibile e divertente, ma dalla quale emerge una visione un po’
semplicistica della vita e della risoluzione (a volte mancata) di quei problemi esistenziali che possono toccare
ognuno di noi.
Eleonora Fornasari