Danni alla corteccia su Red Delicious
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Danni alla corteccia su Red Delicious
Danni alla corteccia su Red Delicious Diversa sensibilità clonale Klaus Marschall, Martin Thalheimer, Norbert Paoli, Michaela Bertagnoll, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg Nel recente passato, i danni manifestatisi sulla corteccia di piante di Red Delicious sono risultati di notevole entità economica, per aver ridotto in misura determinante lo sviluppo delle piante o per averne addirittura causato la morte. La natura di tale sintomatologia può essere varia e spesso l’andamento meteorologico della prima parte della stagione primaverile gioca un ruolo fondamentale. P resso il Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg la problematica viene analizzata già da alcuni anni e i primi risultati degli studi e delle ricerche condotte sono stati pubblicati su Frutta e Vite, 35 - 2, pagg. 54 - 56. In particolare, era stato possibile individuare i trattamenti con olio minerale alla ripresa vegetativa come possibile causa di questi danni. Interventi Per confermare gli esiti ottenuti precedentemente, ad inizio primavera 2011 110 si è proceduto al trattamento di alcune parcelle di 3 giovani impianti di Red Delicious (messa a dimora: 2010) con olio paraffinico (Oliocin 3 l/ha) o con una miscela di olio paraffinico e rame (Oliocin 3 l/ha + Cuprocaffaro 30 g/hl). Il trattamento è stato effettuato il 23 marzo con una pompa a spalla. Si è attuata una duplice ripetizione di tutte le tesi in ogni frutteto. Le località nelle quali si trovano gli impianti frutticoli coinvolti nella sperimentazione sono situate nei dintorni di Plaus/Naturno. Per quanto concerne i cloni, in due frutteti si coltiva Sandidge/Super Chief® (tipo spur) e nell’altro Erovan/ Early Red One® (tipo standard). Risultati I rilievi condotti nella tarda estate del 2011 sui danni su corteccia nelle singole parcelle hanno fornito risultati piuttosto sorprendenti: mentre nelle due località con Sandidge/Super Chief non erano presenti danni né nelle parcelle trattate né in quelle testimone, nel frutteto di Erovan/Early Red One sono stati evidenziati chiari sintomi nelle parcelle sottoposte ad intervento con olio paraffinico e con olio paraffinico aggiunto di rame. La gravità dei danni è stata valutata sulla base di una scala da 0 (nessun danno) a 5 (morte del getto). Le medie dei rilievi sono riportate nel grafico. Su alcune singole piante la manifestazione sintomatica più grave ha raggiunto il livello 4. indice di danno (0-5) 3/2012 testimone olio bianco olio bianco+rame Grafico: entità di danni alla corteccia nel campo sperimentale coltivato con Erovan/Early Red One®. Scala di manifestazione sintomatica, da 0 (nessun danno) a 5 (branca morta). Le osservazioni raccolte consentono di concludere che, per quanto concerne la sensibilità ai danni su corteccia a seguito di interventi con olio paraffinico, sussistono evidenti differenze a livello clonale (var. Red Delicious). In particolare, i due cloni standard attualmente più in voga (Erovan/Early Red One e Jeromine) risultano più sensibili rispetto al tipo spur Sandidge/Super Chief. Queste conclusioni tengono conto anche degli esiti delle prove eseguite lo scorso anno sul clone standard Jeromine, sul quale è stata osservata la presenza di consistenti danni su corteccia dopo l’applicazione di olio paraffinico. [email protected] Insufflare nuova vita nelle batterie esauste? Walter Rass, Centro di Consulenza Ciascuno di noi ha vissuto almeno una volta l’esperienza: si gira la chiave di accensione del mezzo di trasporto e si attende l’avvìo del motore. Al suo posto, però, si sente solo un flebile wrr, wrr, wr-rr e poi il silenzio. Scompaiono tutte le luci dal cruscotto e solo dopo che si è riportata la chiave di accensione in posizione di partenza, ricompaiono alcune luci fra l’altro anche quella della batteria. La batteria teme il freddo Spesso la batteria smette di funzionare in inverno, poiché – anche completamente carica – a 0 °C perde oltre il 60% della sua efficienza. Nella maggior parte dei casi, se la batteria lavora da qualche anno, viene sostituita. Si risolve così la situazione: cosa c’è di più scomodo di un veicolo che non va in moto? Anche il prezzo della nuova batteria trova una sua giustificazione. Non sempre tale comportamento sarebbe però necessario, dato che qualche volta si possono “riportare in vita” batterie ritenute esauste. Gli specialisti sono convinti che, con una cura ed una manutenzione adeguate, le batterie potrebbero durare per un periodo di tempo maggiore di quello comunemente accettato. Alcuni ritengono che circa il 60% delle batterie esauste potrebbe essere recuperato. Cos’è la solfatazione? Ogni volta che la batteria si scarica, l’elettrolita viene trasformato, negli accumulatori, in solfato di piombo. Sul polo negativo si trova il piombo, su quello positivo il biossido di piombo. Nella batteria sotto carica avviene il processo inverso: il solfato di piombo si trasforma in piombo e biossido di piombo. Se una batteria rimane per un certo periodo parzialmente carica o del tutto scarica, dal solfato di piombo si originano dei cristalli che non prenderanno più parte ai processi di caricamento e scaricamento. Quanto maggiori le loro dimensioni, tanto più difficile risulta riportarli alle condizioni originarie. Una batteria da 120 Ah caricata al 50% dispone di 60 Ah. Se però è in atto un processo di solfatazione nel quale solo 111