- Pianeta Scuola Gallery

Transcript

- Pianeta Scuola Gallery
UN’ESTATE CON I FANTASMI (SUMMER WITH THE GHOSTS)
UN’ESTATE CON I FANTASMI è la storia di Caroline, 10 anni, di Montreal che
raggiunge in un villaggio austriaco il padre, Peter, un regista che sta girando un
film in un castello medievale. Nel villaggio Caroline conosce un coetaneo, Jakob.
Grazie a lui, scopre un gruppo di fantasmi che ostacolano le riprese, tra cui una
Dama in bianco uccisa accidentalmente dal marito e 5 suore morte dopo esser
state murate vive. Insieme a Otto, un anziano tecnico degli effetti speciali, i
ragazzi affronteranno varie avventure sospese tra il reale quotidiano e la magia del
soprannaturale.
Il film unisce personaggi e situazioni dei film per ragazzi basati su avventure
comico-picaresche a personaggi e situazioni appartenenti al genere fantastico,
gotico, basato su fantasmi e altri esseri soprannaturali. Il genere gotico (che ha
molti legami col gusto per il medievale), viene mitigato nei suoi effetti inquietanti
dallo sguardo ingenuo dei bambini, capaci di accogliere come naturali – e quindi
senza paura -anche gli eventi più inspiegabili. La prospettiva dell’infanzia
contribuisce a una resa più lieve di eventi drammatici e crudeli come quelli che
hanno portato le 5 suore o la Dama in bianco alla morte. Lo stesso
comportamento è riscontrabile anche in un non bambino, un anziano, Otto. Il film,
infatti, punta su un particolare risvolto del rapporto tra generazioni diverse:
Caroline che non ha un rapporto aperto con gli adulti (il padre è troppo indaffarato,
la madre lontana e tra di loro probabilmente qualcosa non funziona) ma sia lei che
Jakob hanno una vera comunicazione con Otto. Infatti, grazie alla sua saggezza,
derivante dall’esperienza accumulata, l’anziano riesce a porsi sullo stesso piano,
innocente e puro, dei bambini. Come loro, quindi, ha un’anima capace di credere, di
sorprendersi, ma di non spaventarsi di fronte a eventi miracolosi.
Caroline, nel nuovo ambiente a lei estraneo, riesce a rapportarsi con i personaggi
con
cui
condivide
la
stessa
visione
del
mondo:
Jakob
(=l’età
infantile,
dell’esperienza da costruirsi), Otto (=l’età senile, dell’esperienza compiutamente
costruita), il cane di Jakob, Hannibal (=il carattere primigenio della natura) e, dopo
un primo colpo di assestamento, gli esseri fantastici del castello (=il mondo della
fantasia, dell’immaginazione).
Nel film non troviamo solo un’esaltazione dell’età senile come portatrice di
esperienza ma anche la celebrazione della tradizione nel lavoro cinematografico.
1
Otto è un tecnico degli effetti speciali ma usa mezzi e metodi tradizionali.
Tuttavia UN’ESTATE CON I FANTASMI presenta, nella ne cessità di
mostrare un mondo fantasti co, de gli effetti speciali digitali. Questo
fattore accentua il dilemma, lo scontro, che si fa dialettico e inte rno
al film stesso, tra la ne cessità produttiva degli effetti speciali moderni
e gli effetti speciali artigianali.
L’esaltazione della tradizione si accompagna all’esaltazione della natura, molto
presente nel film attraverso le verdi vallate e i monti dell’Austria. Un paesaggio
vissuto come una sorta di paradiso quasi perduto a cui i membri più giovani della
troupe sembrano opporsi (trasferiscono il gallo creando un pericoloso corto
circuito nelle abitudini del luogo). Caroline, la bambina legata alla natura e alla
naturalezza del soprannaturale, sembra vivere come un universo incomprensibile il
set in cui si aggirano gli adulti incomprensibili e “innaturali”. Tali personaggi, però,
non sembrano rappresentare in toto il mondo del cinema, quanto piuttosto una
sua parte, poco autentica e facilmente vittima del ridicolo.
Un’ultima nota. Come in Sogno di una notte di mezza estate, dove il mondo delle
fate è rappresentato in parallelo al mondo del teatro, così in UN’ESTATE CON I
FANTASMI, il mondo dei fantasmi è rappresentato in parallelo a quello del cinema.
In entrambi i casi, da una parte abbiamo la magia, dall’altro la finzione della
rappresentazione. La realtà attraversa un doppio filtro: quello della magia (e della
rappresentazione filmica della magia), e quello della finzione rappresentativa,
cinematografica, costituito dalla messa in scena compiuta dal padre-regista di
Caroline e dal regista di UN’ESTATE CON I FANTASMI. Si genera così un gioco di
rimandi e specchi tra realtà in sé e la realtà trasfigurata.
La struttura
Il film non ha una storia (unica) con un principio, un mezzo (un’evoluzione) e una
fine, quanto, più precisamente, una serie di episodi (4) divisi in modo anche
piuttosto marcato l’uno dall’altro. Abbiamo la storia (regolarmente tripartita) di
una bambina e della sua estate coi fantasmi: ma la struttura punta decisamente
verso la ripartizione in episodi, interni e subordinati alla storia unica del film, con al
centro gli stessi protagonisti, ma tuttavia pressoché a sé stanti, come episodi di
un telefilm.
2
Lo stile è, più che classico, come potrebbe sembrare, distaccato, compassato e
basato sulle situazioni. Diversamente dallo stile classico, non s’impegna a seguire i
personaggi, ma le situazioni, i luoghi, gli ambienti (l’importanza del luogo-ambiente
è
evidenziata
anche
dalla
centralità
che
ha
il
ruolo
del
set,
a
livello
metacinematografico). Il regista punta, più che sui primi o primissimi piani
(i primissimi piani sono completam ente assenti nel film), come ci si
aspetta da uno stile classico, su piani più ampi, più “larghi”, su figure
intere, campi medi, lunghi e lunghissimi. In questi piani le figure umane sono
quasi sempre immerse nel luogo, nella situazione. Spesso, inoltre, diverse figure
umane sono raccolte nella medesima inquadratura per rendere visivamente due
idee:
nella struttura narrativa basata sulle situazioni, le situazioni sono costituite
dai personaggi nel loro insieme, nel loro relazionarsi e interagire reciproci
importanza e necessità umana dell’unione tra gli individui, della coesione e
della concordia armoniche (anche simbolicamente nelle suore danzanti, nel
canto finale e corale degli esseri fantastici, etc.)
Per rendere il clima di mistero e di velata inquietudine, il regista punta molto sugli
effetti legati alla nebbia, ai vapori (=non visibilità, oscurità), elementi tipici dei film
“gotici”.
Analisi testuale
Il film può essere diviso in un prologo, 4 episodi-racconti e un epilogo. Ciascun
episodio, inoltre, si fonda su una missione speciale di Caroline e Jakob.
Prol ogo: introduzione situazione di base del film = arrivo di Caroline in Austria.
Primo episodi o: manomissione degli strumenti di Otto e soluzione del problema.
Secondo episodio: trasferimento del gallo e pericolo per le suore.
Terzo episodio: lo scherzo organizzato dagli amici di Jakob ai danni suoi e di
Caroline.
Quarto episodio: le suore tentano di trasformare Otto in un fantasma.
Epilogo: addio di Caroline all’Austria e agli amici della sua estate.
Prol ogo
3
Il titolo del film appare con un effetto “acquatico” e quindi “nebbioso”: l’acqua,
come altri elementi naturali, ha un posto fondamentale nel film, il lago è un luogo
centrale.
L’acqua è elemento cangiante affine alle ombre degli spiriti. Il titolo,
in sé e per la sua resa grafica, insieme al tenebroso accom pagnamento
musicale introduce l’a tmosfera misteriosa che domine rà gran parte de l
film. Una dissolvenza dal nero ci porta alla prima immagine del film,
alla protagonista assoluta della storia, Caroline.
La bambina è sull’aereo che la sta portando dal padre, in Austria; sta dormendo, e
il fatto che la prima immagine della protagonista la ritragga dormiente sottolinea la
centralità che nel film avrà il sogno, lo stato onirico. Caroline vede fuori dal
finestrino dell’aereo il Paese verso il quale si sta dirigendo: è una prima
affermazione dell’importanza dell’ambiente, del luogo. Il padre attende Caroline
all’aeroporto.
Prima
di
Caroline
escono
5
suore
vestite
di
nero:
sono
un’anticipazione misteriosa delle suore che avranno un ruolo basilare nel film = è
un’anticipazione che a questo punto del film lo spettatore non può capire e che
può essere letta come anticipazione solo a posteriori, successivamente alla visione
completa del film. Viene presentato il personaggio dell’assistente di Peter, Markus,
una
figura
che,
come
molte
altre
nel
film,
non
viene
approfondita
psicologicamente.
Peter è una figura funzionale a certe evol uzioni narra tive; altre figure
sono adibite non solo alle svolte narrati ve, ma anche a particolari
effetti
“di
contorno”
(come
que lli
comici:
si
pensi
al
nervoso,
petulante te cni co del suono Steven).
Di seguito, viene mostrata la cittadina con inq quasi turistiche >il
regista porta la mdp a identificarsi con l ’occhi o di Caroline, straniera e
turista in quel Paese mai visto.
Caroline gioca con un piccolo pupazzo giallo: è un’altra anticipazione comprensibile
per lo spettatore solo a posteriori: nel finale, Caroline troverà quello stesso
pupazzo in un taschino della camicia di Otto, e tale scena potrà essere letta come
un segno del mantenimento di un legame tra la bambina e Otto, o come un
malinconico ricordo di un rapporto che forse non avrà alcun seguito, che forse si
interrompe proprio dove i due personaggi si dicono addio.
4
La
presentazione
del
luogo
della
villeggiatura
di
Caroline
prosegue
con
l’accompagnamento dei titoli di testa: si tratta di una vera introduzione ambientale
al film e alla storia. Il sonno coglie di nuovo Caroline, e una dissolvenza
incrociata ci porta dentro il suo sogno. Il sogno si apre con l’immagine delle
suore in bianco, e non in nero come nell’anticipazione all’aeroporto, che si
muovono
in
slow
motion
(il
m ovimento
rallentato
dona
risalto
emozionale alla sequenza) . Le suore saranno da ora in poi sempre vestite di
bianco: il nero iniziale è rovesciato nel suo contrario, nel suo negativo: dal reale
(nell’anticipazione) si passa al fantastico (il negativo del reale?). Il regista tenta
quasi sempre di conte nere le suore in una sola inq: sono come un
personaggio unico, a più voci. Una serie di sovrimpressioni dà un senso
di fantastico, di oniri co alla scena. Il canto e l’immagine del gallo, che
torneranno più volte nel film, come un segno di punteggiatura filmica e temporale,
annunciano il mattino. Immagini di vita quotidiana nella cittadina: il magico, il
soprannaturale convive col quotidiano ordinario.
Le donne della ci ttadina sono vestite con costumi tipi ci, come se il
paese fosse fuori dal tempo e dalla storia, sospeso, anche per ciò che
riguarda il quotidiano, nell’i rrealtà di una tradizi one sempre uguale a
se stessa . Due donne si i ncrociano e si salutano: la stessa immagine
tornerà nel finale, come a sottol ineare una chiusura circolare del
film>il finale torna in modo (s)falsato all’incipit. Vediamo anche Jakob,
quelli che possiamo supporre essere i suoi genitori (e che non vedremo più nel
corso del film: Jakob è un personaggio a suo modo misterioso, con un passato
indefinito: sembra anche che abbia già avuto rapporti con i fantasmi) e il cane
Hannibal. L’introduzione prosegue con l’arrivo di Caroline sul set del film del padre,
che si intitola, come si può vedere in seguito in un’inquadratura fugace del
copione, DANCING WITH THE DUKE (è un titolo che rimanda alla nobiltà, e i nobili
sono spesso al centro delle storie gotiche del mistero). Il film di Peter ha un
argomento vago: non se ne comprende mai veramente la storia, è un altro
mistero>il caos del set si riflette nella trama di questo “film nel film”. Il set è un
non-luogo pieno di confusione e trambusto.
Lo smarrimento di Caroline è sottolineato da movimenti della mdp
insoliti
rispetto
al
resto
del
f ilm:
la
mdp
perde
stabilità,
e
orizzontalità, del proprio asse, mentre nel resto del film è quasi
5
sempre fissa, e l’asse stabile: questi movimenti rappresentano una
sorta di ince rta panoramica sul set del film di Peter.
Caroline continua a tenere in mano il pupazzo che segnerà il suo legame con Otto,
e si siede in uno spazio destinato a essere inquadrato, rivelando la propria natura
di elemento estraneo nel contesto del set. Proprio mentre gioca con il pupazzo,
incontra Otto, che già conosce, dal momento che l’anziano e stravagante tecnico
degli effetti speciali lavora da tempo con Peter. Otto è una specie di mago, i suoi
effetti speciali, pur se un po’ arcaici, sono, agli occhi di Caroline, una
manifestazione del mondo del fantastico. Non a caso Otto non sarà spaventato
nell’incontrare gli esseri fantastici. Gli effetti speciali di Otto stanno tra la magia, la
fisica e l’attrazione da baraccone. L’assistente di Peter chiama Otto al lavoro>la
pesantezza del lavoro si contrappone alla levità del gioco per Caroline, che accoglie
malamente le restrizioni alla propria libertà impostele da Markus. Caroline accetta il
consiglio di Otto di fare un giro per il castello; nel frattempo Jakob osserva le
riprese con un binocolo: sia Caroline che Jakob sono qui osservatori, spiano e
guardano senza essere visti dagli altri.
La situazione di Jakob ricorda quell a di James Stewart in un classico di
Alfred Hitchcock sull’ossessione scopica , LA FINESTRA SUL CORTILE
(THE REAR WINDOW. Come Jakob, anche il pers onaggio interpreta to da
Stewart osserva con un cannocchiale gli altri e i l oro appa rtamenti che
sono come tanti set cinematografi ci, simili a quello spiato da Jakob.
Anche Caroline è coinvolta in una citazione di Hitchcock: la bambina
esplora il castell o e in una sala trova degli inquietanti uccelli impagliati
come
quelli
che
si
trova no
in
PSYCHO,
e
le
ombre
taglienti,
espressioniste sono le stesse per entrambi i film. Un’inquadra tura con
obiettivo grandangolare (che amplia e deforma lo spettro visivo) e con
sonoro distorto può essere la sogg ettiva di un essere misteri oso che
segue Caroline.
Intanto la bambina entra in un’altra sala del castello e ascolta da una guida
turistica le angoscianti storie della Dama in bianco e delle 5 suore: viene così
introdotto il clima da mistero gotico a livello narrativo, e non solo visivo com’era
con il “notturno” con castello. La parte sinistra del torace della Dama in bianco,
ritratta in uno dei quadri della sala, è illuminata da una luce rossa: ma l’evento è
ancora spiegabile logicamente e razionalmente: siamo ancora sospesi tra il reale6
razionale e il fantastico-irrazionale, ma il crinale tra le due dimensioni si è fatto
molto sottile, e quando la Dama in bianco ritratta nel quadro cambia magicamente
posizione, si è ormai scivolati nel soprannaturale. La Dama in bianco invita Caroline
a inoltrarsi in un passaggio segreto, che la porta a conoscere Jakob: la Dama in
bianco, come tutti gli altri personaggi fantastici, è una figura positiva.
Il passaggio di Caroline attrave rso cunicoli segreti è rappresentato con
inquadra ture
deformi
e
taglienti,
dallo
stile
espressionista,
a
strapiombo. Lo stile espressionista, più volte ri chiamato nel film,
seppure in m odo mitigato, ha sempre avuto delle ca ratte ristiche affini
a quelle dello stile e dei toni del gotico, dell’horror o del mistero.
Abbiamo detto che il film è anche un’esaltazione della tradizione, e dell’artigianato
cinematografico in opposizione alle nuove tecnologie. Tuttavia, come si vede nella
scena in cui Caroline usa il suo computer per avere notizie della tourné della
madre, la tecnologia, al di là del cinema (dell’arte?), negli usi informativi (e
comunicativi) quotidiani, può rivelarsi estremamente utile, come il regista sembra
qui ammettere.
Nella stessa scena Caroline parla al telefono con la madre, di cui lo spettatore non
può sentire la voce = il regista sembra sottolineare l’assenza della donna = la
voce inascol tabile è una presenza che sottoli nea un’assenza . I dialoghi
tra madre e figlia rimarranno veloci ed essenziali, senza informazioni né sentimenti.
Primo episodi o
Un’altra giornata di riprese. Otto sta preparando gli strumenti per creare degli
effetti di fuoco e fumo. Viene dato il ciak, ma gli attrezzi di Otto non funzionano.
Caroline si reca nel sottotetto del castello: vuole capire, guardando le cose da
un’altra prospettiva, senza esser vista, con il cannocchiale di Jakob, se qualcuno ha
manomesso gli attrezzi. Jakob le dice che potrebbero esser stati i fantasmi. La
posizione di Caroline è dapprima razionale e incredula. I fantasmi iniziano a giocare
degli scherzi a Caroline, identificandosi come esseri spiritosi, giocosi e burloni. I
bambini decidono di recarsi quella stessa notte alla riunione di fantasmi che si tiene
nel castello a ogni notte di luna piena. Jakob per rassicurare Caroline imita il verso
della civetta, e poi parla con il suo cane per sapere se vuole seguirli oppure no.
Viene sottolineato così il legame tra infanzia e natura, che arriva fino al piano
dell’imitazione, e della comunicazione diretta.
7
Nel castello, l’atmosfera si fa più inquietante, grazie ad al cuni classici
elementi horror: l’oscurità, i
pipi strelli, voci e
suoni
indistinti e
cavernosi.
I bambini trovano i fantasmi che si presentano come fossero membri di una corte e
presentano loro il caso di Otto. Viene fissato un altro appuntamento, al lago, per
l’indomani, cui parteciperà anche Otto. Il mattino dopo, il tecnico sostiene la
necessità di non dare troppa importanza a un film, al cinema («È solo un film»: la
frase può essere anche letta come dichiarazione programmatica: il regista Roberto
Rossellini diceva una volta in un’intervista: «È che voi date troppa importanza al
cinematografo»). Le riprese sono disturbate dal canto di un gallo che innervosisce
il burbero tecnico del suono: viene così anticipato il secondo episodio. Il film di
Peter sembra qui avvicinarsi al genere del melodramma, mentre sul set si diffonde
l’ilarità. In questo modo si crea l’opposizione tra vita del film e vita del set. Caroline
convince Otto ad accompagnarla in una scampagnata quella stessa notte. La
bambina raggiunge Jakob, che sta giocando a pallone con i suoi amici: ma ora il
ragazzo è più interessato a Caroline, e inizia a trascurare i suoi compagni, che
dimostrano il loro disappunto (anticipazione del terzo episodio).
Arriva la notte, il cui inizio è segnalato da un’inquadratura dal basso
verso
l ’alto
di
una
torre
con
orologio:
è
un’i nquadratura
di
punteggiatura , come l’immagine-canto del gallo che segnala il mattino.
Di notte, Caroline, Jakob e Otto incontrano le suore, che confessano di aver
manomesso gli strumenti di Otto per vendicarsi del disturbo arrecato loro dalla
troupe che rappresenta, dunque, un gruppo serioso in opposizione a quello allegro
e libero dei fantasmi. Le suore propongono di risolvere la situazione. Vediamo così
per la prima volta una situazione che diverrà ricorrente: quando c’è un problema, le
suore ne discutono in cerchio. Il giorno dopo, le suore, fanno in modo che Peter
scopra un cortile perfetto per le prossime riprese. I trucchi di Otto stavolta
funzionano: la prima missione dei ragazzi è riuscita.
Secondo episodio
L’inizio del giorno è segnalato da un gallo di ferro che naturalmente non canta. Il
gallo vero non ha cantato, non ha avvisato dell’arrivo del mattino, e le suore si
ritrovano doloranti alla luce del giorno e rischiano di disintegrarsi. Jakob e Caroline
le aiutano mentre una donna – in opposizione alla reazione tranquilla dei bambini (e
8
di un anziano come Otto) - fugge in preda al terrore. Gli adulti non sanno
rapportarsi al fantastico, all’ignoto, non lo capiscono, lo temono.
Jakob spiega a Caroline che il gallo era l’unico addestrato ad avvisare i fantasmi
dell’arrivo del giorno, ma, poiché disturbava la troupe, è stato portato in una
fattoria, lontana dal set. Il cinema è, quindi, un evidente elemento di disturbo per i
fantasmi, per il corso delle cose e della natura. [il tecnico Steven che vuole
liberarsi del gallo ad ogni costo viene fermato dalle mucche = altro scontro
troupe/natura].
I ragazzi sono pronti però a ristabilire l’ordine e riportano il gallo a casa. Non solo. I
ragazzi possono trovare il mondo di sfruttare gli strumenti della stessa troupe per
risolvere i loro problemi: registrano - con le apparecchiature per la registrazione di
suoni e dialoghi - il canto del gallo per trasmetterlo per i fantasmi ogni mattina.
Se il primo episodio era basato sugli effetti speciali, su un tecnico
degli effetti speciali; il secondo è basato invece sul sonoro (in presa
diretta) e un tecnico del suono: due aspetti tecnici fondamentali del
cinema.
Terzo episodio
Caroline e Jakob sono in riva al lago. Arrivano tre amici di Jakob che propongono ai
protagonisti una gara di nuoto.
Jakob è al centro dell’inquadratura tra i tre amici e Caroline, è diviso
tra la nuova amicizia con Caroline , e i suoi vecchi amici.
Alla partenza della gara, Caroline si avvia verso l’altra sponda del lago, mentre gli
amici di Jakob lo prendono e lo rinchiudono in una baracca. Giunge un temporale, e
Caroline, arrivata sull’altra sponda, indispettita per lo scherzo, deve a tornare in
albergo sotto la pioggia, mentre l’amico resta chiuso nella baracca.
In un episodio che inizialmente sembra legato alle “cose umane”, intervengono le
“cose fantastiche”, le suore fanno uscire Jakob dalla baracca. La bambina adesso è
convinta che Jakob abbia partecipato allo scherzo e non vuole più parlargli. Il
ragazzo chiede quindi alle suore di far sapere a Caroline cosa è realmente
accaduto. Le suore si rifiutano di intervenire nelle questioni degli umani, ma una di
loro si impietosisce e lo aiuta. Una notte compare a Caroline e le lascia un piccolo
specchio magico, in cui la bambina vede ciò che realmente è successo.
9
Con l’introduzi one di un oggetto m agico tipi co delle storie fantastiche
e
della
migliore
tradizione
favol istica
Caroline
scopre
la
verità ,
vedendola come in un film. Il cinem a sembra quindi identificarsi con lo
specchio magico: entrambi svelano quindi la verità. O, ancora, la veri tà
scaturisce dall’i ntre cci o tra reale e magia, propri o come accade i n gran
parte del film. Le immagini dello specchi o, i noltre, non sono altro che
le immagini scelte dal regista di UN’ESTATE CON I FANTASMI: Bernd
Neuburger si elegge ironicamente a creatore di immagini magiche.
Caroline riallaccia il legame con Jakob, raggiungendolo sulle rive del lago e
riprendendo a giocare con lui. Anche gli amici di Jakob arrivano a chiedere scusa a
lui e a Caroline, invitandoli a una partita di calcio. Il gioco è un elemento di unione,
di coesione.
Caroline, però, non potrà andare alla partita, perché deve partire: l’estate sta per
finire.
Quarto episodio
Le suore cercano per tre volte di uccidere Otto per farlo diventare un fantasma, in
modo che resti con loro per sempre. In tutte e tre le occasioni, sono Jakob e
Caroline a salvare la vita a Otto = l’infanzia è fonte di vita, di salvezza (e di vitalità)
per l’anzianità. Caroline e Jakob intuiscono che responsabili degli attentati sono le
suore, le cercano e le rimproverano per i loro atti: il segno di conferma della
colpevolezza e della presenza delle suore è rappresentato dallo specchio magico
visto alla fine della terza parte.
Le suore si raccolgono a cerchio per la solita discussione (con citazione modificata
dall’Amleto di Shakespeare: «To kill or not to kill, that is the question»), si
ravvedono, e decidono di lasciare in vita Otto, il quale dovrà promettere, quella
stessa notte, di fronte a tutti gli altri fantasmi, di andarle a trovare e danzare con
loro.
Il fatto che ci sia un’altra riuni one per la luna piena dice allo
spettatore che è trascorso un mese dal primo episodio .
La notte, i fantasmi si preparano per un canto d’addio a Caroline e Otto. Il loro è
un vero e proprio spettacolo, e gli spettatori sono Caroline, Jakob e Otto. Gli esseri
fantastici
finalmente
si
presentano
pronunciando
(presentazione finale).
10
i
loro
rispettivi
nomi
Inquadrature d’insieme (totale o master) sul gruppo degli esseri
fantastici sono intervallate da inquadrature di dettaglio (con lievi
spostamenti della mdp) sullo stesso gruppo e da primi piani degli
spettatori per indi vidua rne le reazioni allo spettacol o.
Otto pronuncia la sua promessa, e la scena finisce con una unificante e globale
danza d’insieme, che coinvolge tutti gli attori-personaggi presenti.
Epilogo
È il giorno della partenza per Caroline e suo padre. Jakob, rammaricato e triste per
la loro partenza, è tornato a trincerarsi nella solitudine. La bambina cerca per dirgli
addio, e non trovandolo si dispera. Vediamo i protagonisti in una sequenza
in montaggio alternato o parallelo. Alla fine è il cane Hannibal, con il suo
abbaiare, che consente ai due di ritrovarsi. Caroline e Jakob si promettono di
restare in contatto: ma la scena, come tutto l’epilogo, è segnata da un senso di
malinconia. Arriva il commiato tra Caroline e Otto: è in slow motion, cioè
rallentata, pe r acce ntua re l’importa nza e l’emotività del momento .
La bambina si accorge che Otto ha nel taschino della camicia il suo pupazzo giallo,
segno del legame tra di loro. Caroline si allontana in automobile, si volta indietro e
vede Jakob che la saluta dal castello insieme agli esseri fantastici.
Una
ca rrellata
ottica
(zoom)
al l’indietro,
di
all ontanamento,
si
accompagna a una chiusura a i ride, segno di punteggiatura filmica
strettamente legato agli inizi del ci nema = rimaniamo nell’ambito della
tradizione . La canzone degli esseri fantastici chiude il film, come a
dare l’addio agli spettatori.
FILM E LIBRI
Avendo citato la letteratura gotica, legata al gusto del mistero, delle storie di
fantasmi, della rilettura del Medioevo, delle atmosfere tenebrose, cupe, e
cimiteriali, ricordiamo quello che è forse il capolavoro di questa tendenza letteraria,
Il castello di Otranto, di Horace Walpole. Per quanto riguarda invece la letteratura
che rielabora le storie del mistero e di fantasmi in forma di commedia,
menzioniamo: una novella molto nota di Oscar Wilde, Il fantasma di Canterville (The
Canterville Ghost), da cui sono stati tratti LO SPETTRO DI CANTERVILLE (THE
CANTERVILLE GHOST, Usa 1944), di Jules Dassin, e tre versioni televisive, nel
1975 con David Niven, nel 1986 con John Gielgud, e nel 1996 con Patrick
11
Stewart; il racconto Sir Tristam Goes West, di Eric Keown, su cui si basa IL
FANTASMA GALANTE (THE GHOST GOES WEST, Gb 1935), di René Clair; il
romanzo The Jovial Ghost di Thorne Smith, che ha ispirato una serie prodotta dalla
MGM nell’età d’oro del cinema classico hollywoodiano, TOPPER, iniziata nel 1937
con LA VIA DELL’IMPOSSIBILE (TOPPER, Usa), di Norman Z. McLeod, con Cary
Grant, e proseguita con VIAGGIO NELL’IMPOSSIBILE (TOPPER TAKES A TRIP, Usa
1939), ancora di Norman Z. McLeod, e con UNA BIONDA IN PARADISO (TOPPER
RETURNS, Usa 1941), di Roy Del Ruth (c’è anche una ripresa nel 1979, con
TOPPER, di Charles S. Dubin, film pilota per una serie televisiva). Puntando più
decisamente sul cinema, si può affermare che la commedia fantastica, o la
commedia horror, rappresenta un vero sottogenere. Possiamo ricordare, al
riguardo, due titoli classici, pur tendenti al drammatico, come IL FANTASMA E LA
SIGNORA MUIR (THE GHOST AND MRS. MUIR, Usa 1947), di Joseph L. Mankiewicz, e
JOE IL PILOTA (A GUY NAMED JOE, Usa 1943), di Victor Fleming, con Spencer
Tracy, rifatto da Steven Spielberg nel 1988, con ALWAYS – PER SEMPRE
(ALWAYS, Usa). Altri film, minori, appartenenti al genere sono: LA DONNA E LO
SPETTRO (THE GHOST BREAKERS, Usa 1940), di George Marshall, con Bob Hope e
Paulette Goddard; MORTI DI PAURA (SCARED STIFF, Usa 1953), ancora di George
Marshall, con Jerry Lewis e Dean Martin; IL FANTASMA CI STA (THE SPIRIT IS
WILLING, Usa 1967), di William Castle, con Vera Miles; IL CAPITANO DI LUNGO...
SORSO (THE EXTRAORDINARY SEAMAN, Usa 1968), di John Frankenheimer. Per
l’Italia, indichiamo FANTASMI A ROMA (1962), di Antonio Pietrangeli, con Marcello
Mastroianni, Eduardo De Filippo e Vittorio Gassman. Per i tempi più recenti, oltre
alla nota serie dei GHOSTBUSTERS, composta da due capitoli (GHOSTBUSTERS –
ACCHIAPPAFANTASMI
[GHOSTBUSTERS,
Usa
1984],
e
GHOSTBUSTERS
2
[GHOSTBUSTERS II, Usa 1989], entrambi diretti da Ivan Reitman), segnaliamo: due
film di Tim Burton, BEETLEJUICE – SPIRITELLO PORCELLO (BEETLEJUICE, Usa
1988), e il mediometraggio FRANKENWEENIE (ID., Usa 1984); e poi: HIGH SPIRITS
– FANTASMI DA LEGARE (HIGH SPIRITS, Gb 1988), di Neil Jordan, con Peter
O’Toole; S.O.S. FANTASMI (SCROOGED, Usa 1988), di Richard Donner, con Bill
Murray; IL FANTASMA INNAMORATO (TRULY, MADLY, DEEPLY, Gb 1990), di
Anthony Minghella; AMORI E RIPICCHE (CURTAIN CALL, Usa 1998), di Peter Yates,
con James Spader e Michael Caine; LA CASA DEI FANTSMI (THE HAUNTED
MANSION, Usa 2003), con Eddie Murphy e Terence Stamp. Ma probabilmente il
12
vero capolavoro di questo sottogenere cinematografico è CACCIA ALLE FARFALLE
(LA CHASSE AUX PAPILLONS, Francia-Italia-Germania 1992), di Otar Iosseliani, un
film che entra nel sottogenere di cui si è scritto, per trasformarlo e diventare un
apologo sull’avidità umana, un disteso racconto morale che celebra i tempi andati
e la capacità di attendere.
IPOTESI PER UNA DISCUSSIONE IN CLASSE
Il protagonista e il suo ambiente
1) In che tipo di paese o città si svolge la storia?
2) Secondo te, quali sono le attività principali che vi si svolgono?
3) Hai mai visto un paese come quello in cui Caroline si trova?
La psicologia della protagonista
4) Di cosa ha paura Caroline?
5) Cosa le piace fare? A che giochi partecipa?
6) Che tipo di bambina credi che sia?
10) Credi che Caroline ti somigli in qualche modo?
Caroline e la sua famiglia
12)
Qual è secondo te il rapporto di Caroline con la madre?
13)
Qual è il rapporto di Caroline con il padre?
14)
Cosa credi che Caroline pensi del padre?
15)
E della madre?
16)
Credi che il loro rapporto sia importante?
17)
Ricordi cosa pensavi dei tuoi genitori a 6 anni? E a 8? Cosa pensi di
loro adesso?
18)
È cambiato il rapporto con i tuoi da quando avevi 6 anni?
Caroline e Jakob
19)
Caroline cosa divide con Jakob?
20)
Cosa hanno in comune?
21)
In cosa sono diversi?
22)
Qual è il peggior difetto di Jakob, secondo te?
23)
Caroline cosa scopre con Jakob?
24)
Caroline cosa divide con Otto?
25)
Cosa hanno in comune?
26)
In cosa sono diversi?
27)
Qual è il peggior difetto di Otto, secondo te?
28)
Caroline cosa scopre con Otto?
29)
Perché secondo te diventano amici?
30)
Cosa hai in comune con i tuoi amici?
31)
Chi è il tuo migliore amico? Perché?
13
32)
Quali sono le scoperte più importanti che hai compiuto con i tuoi
amici?
33)
Quali sono le scoperte più importanti che ti aspetti di compiere con
loro?
34)
Secondo te, a cosa servono gli amici?
I mestieri del cinema nel film
35)
Che mestiere fa il padre di Caroline?
36)
Dal film hai scoperto qualcosa in più sul ruolo del regista?
37)
Che mestiere fa Otto?
38)
I fantasmi portano via il copione a Peter. Sai cos’è un copione?
39)
Chi si occupa dei costumi sul set di un film?
40)
Dal film hai scoperto di cosa si occupa il tecnico del suono?
41)
Quali sono i professionisti del cinema che compaiono nel film e di cui
non avevi mai sentito parlare?
Le tue opi nioni
1) Scrivi un testo sul film
Cosa ne pensi nel suo complesso? Quali pensieri ti ha ispirato?
Quale elemento ti ha più colpito?
Quale scena ti è piaciuta di più?
2) Se dovessi consigliare ai tuoi amici di vedere il film, in che modo lo faresti?
IMMAGINI, PAROLE E SUONI
1) Descrivi la scena che più ti è piaciuta nel modo più dettagliato possibile.
2) Perchè hai scelto questa scena?
3) Cosa ti ha colpito di più? Un colore, la scenografia, la musica, il dialogo, la
recitazione? Qualcos’altro?
4) Come vestono i personaggi nella scena? Perché? Il loro modo di vestire ti
aiuta a comprendere qualcosa?
5) La scena è girata in interni (in una casa o un altro edificio) o in esterni
(all’aperto, al mare, in montagna)?
6) Di giorno o di notte?
7) C’è un colore dominante, un colore che hai notato più degli altri? Se sì, pensi
che ci sia un motivo?
8) C’è musica nella scena che hai scelto? Che sensazioni ti ha suscitato? Pensi
che avresti scelto una musica differente? Se sì, che musica avresti scelto?
9) Pensa alla scena e prova a immaginare dove era sistemata la macchina da
presa rispetto agli attori? Vicino agli attori? Lontana agli attori? È
un’immagine fissa? O pensi che la macchina da presa si muova verso gli attori
o allontanandosi da loro? Prova a ricordare e a ricostruire i movimenti della
mdp?
10)
Nella scena che hai scelto, se fossi stato il regista, cosa avresti
cambiato?
11)
Il film ti ricorda un libro che hai letto?
12)
Cosa hai provato alla fine del film?
13)
Prova a immaginare un diverso finale per il film e disegnane lo story
board.
14)
Se dovessi scrivere un breve testo per pubblicizzare il film, che cosa
scriveresti?
14
15)
Prepara una tua locandina del film (usa matite e colori o il tuo
computer).
15