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UN’ESTATE CON I FANTASMI (SUMMER WITH THE GHOSTS) UN’ESTATE CON I FANTASMI è la storia di Caroline, 10 anni, di Montreal che raggiunge in un villaggio austriaco il padre, Peter, un regista che sta girando un film in un castello medievale. Nel villaggio Caroline conosce un coetaneo, Jakob. Grazie a lui, scopre un gruppo di fantasmi che ostacolano le riprese, tra cui una Dama in bianco uccisa accidentalmente dal marito e 5 suore morte dopo esser state murate vive. Insieme a Otto, un anziano tecnico degli effetti speciali, i ragazzi affronteranno varie avventure sospese tra il reale quotidiano e la magia del soprannaturale. Il film unisce personaggi e situazioni dei film per ragazzi basati su avventure comico-picaresche a personaggi e situazioni appartenenti al genere fantastico, gotico, basato su fantasmi e altri esseri soprannaturali. Il genere gotico (che ha molti legami col gusto per il medievale), viene mitigato nei suoi effetti inquietanti dallo sguardo ingenuo dei bambini, capaci di accogliere come naturali – e quindi senza paura -anche gli eventi più inspiegabili. La prospettiva dell’infanzia contribuisce a una resa più lieve di eventi drammatici e crudeli come quelli che hanno portato le 5 suore o la Dama in bianco alla morte. Lo stesso comportamento è riscontrabile anche in un non bambino, un anziano, Otto. Il film, infatti, punta su un particolare risvolto del rapporto tra generazioni diverse: Caroline che non ha un rapporto aperto con gli adulti (il padre è troppo indaffarato, la madre lontana e tra di loro probabilmente qualcosa non funziona) ma sia lei che Jakob hanno una vera comunicazione con Otto. Infatti, grazie alla sua saggezza, derivante dall’esperienza accumulata, l’anziano riesce a porsi sullo stesso piano, innocente e puro, dei bambini. Come loro, quindi, ha un’anima capace di credere, di sorprendersi, ma di non spaventarsi di fronte a eventi miracolosi. Caroline, nel nuovo ambiente a lei estraneo, riesce a rapportarsi con i personaggi con cui condivide la stessa visione del mondo: Jakob (=l’età infantile, dell’esperienza da costruirsi), Otto (=l’età senile, dell’esperienza compiutamente costruita), il cane di Jakob, Hannibal (=il carattere primigenio della natura) e, dopo un primo colpo di assestamento, gli esseri fantastici del castello (=il mondo della fantasia, dell’immaginazione). Nel film non troviamo solo un’esaltazione dell’età senile come portatrice di esperienza ma anche la celebrazione della tradizione nel lavoro cinematografico. 1 Otto è un tecnico degli effetti speciali ma usa mezzi e metodi tradizionali. Tuttavia UN’ESTATE CON I FANTASMI presenta, nella ne cessità di mostrare un mondo fantasti co, de gli effetti speciali digitali. Questo fattore accentua il dilemma, lo scontro, che si fa dialettico e inte rno al film stesso, tra la ne cessità produttiva degli effetti speciali moderni e gli effetti speciali artigianali. L’esaltazione della tradizione si accompagna all’esaltazione della natura, molto presente nel film attraverso le verdi vallate e i monti dell’Austria. Un paesaggio vissuto come una sorta di paradiso quasi perduto a cui i membri più giovani della troupe sembrano opporsi (trasferiscono il gallo creando un pericoloso corto circuito nelle abitudini del luogo). Caroline, la bambina legata alla natura e alla naturalezza del soprannaturale, sembra vivere come un universo incomprensibile il set in cui si aggirano gli adulti incomprensibili e “innaturali”. Tali personaggi, però, non sembrano rappresentare in toto il mondo del cinema, quanto piuttosto una sua parte, poco autentica e facilmente vittima del ridicolo. Un’ultima nota. Come in Sogno di una notte di mezza estate, dove il mondo delle fate è rappresentato in parallelo al mondo del teatro, così in UN’ESTATE CON I FANTASMI, il mondo dei fantasmi è rappresentato in parallelo a quello del cinema. In entrambi i casi, da una parte abbiamo la magia, dall’altro la finzione della rappresentazione. La realtà attraversa un doppio filtro: quello della magia (e della rappresentazione filmica della magia), e quello della finzione rappresentativa, cinematografica, costituito dalla messa in scena compiuta dal padre-regista di Caroline e dal regista di UN’ESTATE CON I FANTASMI. Si genera così un gioco di rimandi e specchi tra realtà in sé e la realtà trasfigurata. La struttura Il film non ha una storia (unica) con un principio, un mezzo (un’evoluzione) e una fine, quanto, più precisamente, una serie di episodi (4) divisi in modo anche piuttosto marcato l’uno dall’altro. Abbiamo la storia (regolarmente tripartita) di una bambina e della sua estate coi fantasmi: ma la struttura punta decisamente verso la ripartizione in episodi, interni e subordinati alla storia unica del film, con al centro gli stessi protagonisti, ma tuttavia pressoché a sé stanti, come episodi di un telefilm. 2 Lo stile è, più che classico, come potrebbe sembrare, distaccato, compassato e basato sulle situazioni. Diversamente dallo stile classico, non s’impegna a seguire i personaggi, ma le situazioni, i luoghi, gli ambienti (l’importanza del luogo-ambiente è evidenziata anche dalla centralità che ha il ruolo del set, a livello metacinematografico). Il regista punta, più che sui primi o primissimi piani (i primissimi piani sono completam ente assenti nel film), come ci si aspetta da uno stile classico, su piani più ampi, più “larghi”, su figure intere, campi medi, lunghi e lunghissimi. In questi piani le figure umane sono quasi sempre immerse nel luogo, nella situazione. Spesso, inoltre, diverse figure umane sono raccolte nella medesima inquadratura per rendere visivamente due idee: nella struttura narrativa basata sulle situazioni, le situazioni sono costituite dai personaggi nel loro insieme, nel loro relazionarsi e interagire reciproci importanza e necessità umana dell’unione tra gli individui, della coesione e della concordia armoniche (anche simbolicamente nelle suore danzanti, nel canto finale e corale degli esseri fantastici, etc.) Per rendere il clima di mistero e di velata inquietudine, il regista punta molto sugli effetti legati alla nebbia, ai vapori (=non visibilità, oscurità), elementi tipici dei film “gotici”. Analisi testuale Il film può essere diviso in un prologo, 4 episodi-racconti e un epilogo. Ciascun episodio, inoltre, si fonda su una missione speciale di Caroline e Jakob. Prol ogo: introduzione situazione di base del film = arrivo di Caroline in Austria. Primo episodi o: manomissione degli strumenti di Otto e soluzione del problema. Secondo episodio: trasferimento del gallo e pericolo per le suore. Terzo episodio: lo scherzo organizzato dagli amici di Jakob ai danni suoi e di Caroline. Quarto episodio: le suore tentano di trasformare Otto in un fantasma. Epilogo: addio di Caroline all’Austria e agli amici della sua estate. Prol ogo 3 Il titolo del film appare con un effetto “acquatico” e quindi “nebbioso”: l’acqua, come altri elementi naturali, ha un posto fondamentale nel film, il lago è un luogo centrale. L’acqua è elemento cangiante affine alle ombre degli spiriti. Il titolo, in sé e per la sua resa grafica, insieme al tenebroso accom pagnamento musicale introduce l’a tmosfera misteriosa che domine rà gran parte de l film. Una dissolvenza dal nero ci porta alla prima immagine del film, alla protagonista assoluta della storia, Caroline. La bambina è sull’aereo che la sta portando dal padre, in Austria; sta dormendo, e il fatto che la prima immagine della protagonista la ritragga dormiente sottolinea la centralità che nel film avrà il sogno, lo stato onirico. Caroline vede fuori dal finestrino dell’aereo il Paese verso il quale si sta dirigendo: è una prima affermazione dell’importanza dell’ambiente, del luogo. Il padre attende Caroline all’aeroporto. Prima di Caroline escono 5 suore vestite di nero: sono un’anticipazione misteriosa delle suore che avranno un ruolo basilare nel film = è un’anticipazione che a questo punto del film lo spettatore non può capire e che può essere letta come anticipazione solo a posteriori, successivamente alla visione completa del film. Viene presentato il personaggio dell’assistente di Peter, Markus, una figura che, come molte altre nel film, non viene approfondita psicologicamente. Peter è una figura funzionale a certe evol uzioni narra tive; altre figure sono adibite non solo alle svolte narrati ve, ma anche a particolari effetti “di contorno” (come que lli comici: si pensi al nervoso, petulante te cni co del suono Steven). Di seguito, viene mostrata la cittadina con inq quasi turistiche >il regista porta la mdp a identificarsi con l ’occhi o di Caroline, straniera e turista in quel Paese mai visto. Caroline gioca con un piccolo pupazzo giallo: è un’altra anticipazione comprensibile per lo spettatore solo a posteriori: nel finale, Caroline troverà quello stesso pupazzo in un taschino della camicia di Otto, e tale scena potrà essere letta come un segno del mantenimento di un legame tra la bambina e Otto, o come un malinconico ricordo di un rapporto che forse non avrà alcun seguito, che forse si interrompe proprio dove i due personaggi si dicono addio. 4 La presentazione del luogo della villeggiatura di Caroline prosegue con l’accompagnamento dei titoli di testa: si tratta di una vera introduzione ambientale al film e alla storia. Il sonno coglie di nuovo Caroline, e una dissolvenza incrociata ci porta dentro il suo sogno. Il sogno si apre con l’immagine delle suore in bianco, e non in nero come nell’anticipazione all’aeroporto, che si muovono in slow motion (il m ovimento rallentato dona risalto emozionale alla sequenza) . Le suore saranno da ora in poi sempre vestite di bianco: il nero iniziale è rovesciato nel suo contrario, nel suo negativo: dal reale (nell’anticipazione) si passa al fantastico (il negativo del reale?). Il regista tenta quasi sempre di conte nere le suore in una sola inq: sono come un personaggio unico, a più voci. Una serie di sovrimpressioni dà un senso di fantastico, di oniri co alla scena. Il canto e l’immagine del gallo, che torneranno più volte nel film, come un segno di punteggiatura filmica e temporale, annunciano il mattino. Immagini di vita quotidiana nella cittadina: il magico, il soprannaturale convive col quotidiano ordinario. Le donne della ci ttadina sono vestite con costumi tipi ci, come se il paese fosse fuori dal tempo e dalla storia, sospeso, anche per ciò che riguarda il quotidiano, nell’i rrealtà di una tradizi one sempre uguale a se stessa . Due donne si i ncrociano e si salutano: la stessa immagine tornerà nel finale, come a sottol ineare una chiusura circolare del film>il finale torna in modo (s)falsato all’incipit. Vediamo anche Jakob, quelli che possiamo supporre essere i suoi genitori (e che non vedremo più nel corso del film: Jakob è un personaggio a suo modo misterioso, con un passato indefinito: sembra anche che abbia già avuto rapporti con i fantasmi) e il cane Hannibal. L’introduzione prosegue con l’arrivo di Caroline sul set del film del padre, che si intitola, come si può vedere in seguito in un’inquadratura fugace del copione, DANCING WITH THE DUKE (è un titolo che rimanda alla nobiltà, e i nobili sono spesso al centro delle storie gotiche del mistero). Il film di Peter ha un argomento vago: non se ne comprende mai veramente la storia, è un altro mistero>il caos del set si riflette nella trama di questo “film nel film”. Il set è un non-luogo pieno di confusione e trambusto. Lo smarrimento di Caroline è sottolineato da movimenti della mdp insoliti rispetto al resto del f ilm: la mdp perde stabilità, e orizzontalità, del proprio asse, mentre nel resto del film è quasi 5 sempre fissa, e l’asse stabile: questi movimenti rappresentano una sorta di ince rta panoramica sul set del film di Peter. Caroline continua a tenere in mano il pupazzo che segnerà il suo legame con Otto, e si siede in uno spazio destinato a essere inquadrato, rivelando la propria natura di elemento estraneo nel contesto del set. Proprio mentre gioca con il pupazzo, incontra Otto, che già conosce, dal momento che l’anziano e stravagante tecnico degli effetti speciali lavora da tempo con Peter. Otto è una specie di mago, i suoi effetti speciali, pur se un po’ arcaici, sono, agli occhi di Caroline, una manifestazione del mondo del fantastico. Non a caso Otto non sarà spaventato nell’incontrare gli esseri fantastici. Gli effetti speciali di Otto stanno tra la magia, la fisica e l’attrazione da baraccone. L’assistente di Peter chiama Otto al lavoro>la pesantezza del lavoro si contrappone alla levità del gioco per Caroline, che accoglie malamente le restrizioni alla propria libertà impostele da Markus. Caroline accetta il consiglio di Otto di fare un giro per il castello; nel frattempo Jakob osserva le riprese con un binocolo: sia Caroline che Jakob sono qui osservatori, spiano e guardano senza essere visti dagli altri. La situazione di Jakob ricorda quell a di James Stewart in un classico di Alfred Hitchcock sull’ossessione scopica , LA FINESTRA SUL CORTILE (THE REAR WINDOW. Come Jakob, anche il pers onaggio interpreta to da Stewart osserva con un cannocchiale gli altri e i l oro appa rtamenti che sono come tanti set cinematografi ci, simili a quello spiato da Jakob. Anche Caroline è coinvolta in una citazione di Hitchcock: la bambina esplora il castell o e in una sala trova degli inquietanti uccelli impagliati come quelli che si trova no in PSYCHO, e le ombre taglienti, espressioniste sono le stesse per entrambi i film. Un’inquadra tura con obiettivo grandangolare (che amplia e deforma lo spettro visivo) e con sonoro distorto può essere la sogg ettiva di un essere misteri oso che segue Caroline. Intanto la bambina entra in un’altra sala del castello e ascolta da una guida turistica le angoscianti storie della Dama in bianco e delle 5 suore: viene così introdotto il clima da mistero gotico a livello narrativo, e non solo visivo com’era con il “notturno” con castello. La parte sinistra del torace della Dama in bianco, ritratta in uno dei quadri della sala, è illuminata da una luce rossa: ma l’evento è ancora spiegabile logicamente e razionalmente: siamo ancora sospesi tra il reale6 razionale e il fantastico-irrazionale, ma il crinale tra le due dimensioni si è fatto molto sottile, e quando la Dama in bianco ritratta nel quadro cambia magicamente posizione, si è ormai scivolati nel soprannaturale. La Dama in bianco invita Caroline a inoltrarsi in un passaggio segreto, che la porta a conoscere Jakob: la Dama in bianco, come tutti gli altri personaggi fantastici, è una figura positiva. Il passaggio di Caroline attrave rso cunicoli segreti è rappresentato con inquadra ture deformi e taglienti, dallo stile espressionista, a strapiombo. Lo stile espressionista, più volte ri chiamato nel film, seppure in m odo mitigato, ha sempre avuto delle ca ratte ristiche affini a quelle dello stile e dei toni del gotico, dell’horror o del mistero. Abbiamo detto che il film è anche un’esaltazione della tradizione, e dell’artigianato cinematografico in opposizione alle nuove tecnologie. Tuttavia, come si vede nella scena in cui Caroline usa il suo computer per avere notizie della tourné della madre, la tecnologia, al di là del cinema (dell’arte?), negli usi informativi (e comunicativi) quotidiani, può rivelarsi estremamente utile, come il regista sembra qui ammettere. Nella stessa scena Caroline parla al telefono con la madre, di cui lo spettatore non può sentire la voce = il regista sembra sottolineare l’assenza della donna = la voce inascol tabile è una presenza che sottoli nea un’assenza . I dialoghi tra madre e figlia rimarranno veloci ed essenziali, senza informazioni né sentimenti. Primo episodi o Un’altra giornata di riprese. Otto sta preparando gli strumenti per creare degli effetti di fuoco e fumo. Viene dato il ciak, ma gli attrezzi di Otto non funzionano. Caroline si reca nel sottotetto del castello: vuole capire, guardando le cose da un’altra prospettiva, senza esser vista, con il cannocchiale di Jakob, se qualcuno ha manomesso gli attrezzi. Jakob le dice che potrebbero esser stati i fantasmi. La posizione di Caroline è dapprima razionale e incredula. I fantasmi iniziano a giocare degli scherzi a Caroline, identificandosi come esseri spiritosi, giocosi e burloni. I bambini decidono di recarsi quella stessa notte alla riunione di fantasmi che si tiene nel castello a ogni notte di luna piena. Jakob per rassicurare Caroline imita il verso della civetta, e poi parla con il suo cane per sapere se vuole seguirli oppure no. Viene sottolineato così il legame tra infanzia e natura, che arriva fino al piano dell’imitazione, e della comunicazione diretta. 7 Nel castello, l’atmosfera si fa più inquietante, grazie ad al cuni classici elementi horror: l’oscurità, i pipi strelli, voci e suoni indistinti e cavernosi. I bambini trovano i fantasmi che si presentano come fossero membri di una corte e presentano loro il caso di Otto. Viene fissato un altro appuntamento, al lago, per l’indomani, cui parteciperà anche Otto. Il mattino dopo, il tecnico sostiene la necessità di non dare troppa importanza a un film, al cinema («È solo un film»: la frase può essere anche letta come dichiarazione programmatica: il regista Roberto Rossellini diceva una volta in un’intervista: «È che voi date troppa importanza al cinematografo»). Le riprese sono disturbate dal canto di un gallo che innervosisce il burbero tecnico del suono: viene così anticipato il secondo episodio. Il film di Peter sembra qui avvicinarsi al genere del melodramma, mentre sul set si diffonde l’ilarità. In questo modo si crea l’opposizione tra vita del film e vita del set. Caroline convince Otto ad accompagnarla in una scampagnata quella stessa notte. La bambina raggiunge Jakob, che sta giocando a pallone con i suoi amici: ma ora il ragazzo è più interessato a Caroline, e inizia a trascurare i suoi compagni, che dimostrano il loro disappunto (anticipazione del terzo episodio). Arriva la notte, il cui inizio è segnalato da un’inquadratura dal basso verso l ’alto di una torre con orologio: è un’i nquadratura di punteggiatura , come l’immagine-canto del gallo che segnala il mattino. Di notte, Caroline, Jakob e Otto incontrano le suore, che confessano di aver manomesso gli strumenti di Otto per vendicarsi del disturbo arrecato loro dalla troupe che rappresenta, dunque, un gruppo serioso in opposizione a quello allegro e libero dei fantasmi. Le suore propongono di risolvere la situazione. Vediamo così per la prima volta una situazione che diverrà ricorrente: quando c’è un problema, le suore ne discutono in cerchio. Il giorno dopo, le suore, fanno in modo che Peter scopra un cortile perfetto per le prossime riprese. I trucchi di Otto stavolta funzionano: la prima missione dei ragazzi è riuscita. Secondo episodio L’inizio del giorno è segnalato da un gallo di ferro che naturalmente non canta. Il gallo vero non ha cantato, non ha avvisato dell’arrivo del mattino, e le suore si ritrovano doloranti alla luce del giorno e rischiano di disintegrarsi. Jakob e Caroline le aiutano mentre una donna – in opposizione alla reazione tranquilla dei bambini (e 8 di un anziano come Otto) - fugge in preda al terrore. Gli adulti non sanno rapportarsi al fantastico, all’ignoto, non lo capiscono, lo temono. Jakob spiega a Caroline che il gallo era l’unico addestrato ad avvisare i fantasmi dell’arrivo del giorno, ma, poiché disturbava la troupe, è stato portato in una fattoria, lontana dal set. Il cinema è, quindi, un evidente elemento di disturbo per i fantasmi, per il corso delle cose e della natura. [il tecnico Steven che vuole liberarsi del gallo ad ogni costo viene fermato dalle mucche = altro scontro troupe/natura]. I ragazzi sono pronti però a ristabilire l’ordine e riportano il gallo a casa. Non solo. I ragazzi possono trovare il mondo di sfruttare gli strumenti della stessa troupe per risolvere i loro problemi: registrano - con le apparecchiature per la registrazione di suoni e dialoghi - il canto del gallo per trasmetterlo per i fantasmi ogni mattina. Se il primo episodio era basato sugli effetti speciali, su un tecnico degli effetti speciali; il secondo è basato invece sul sonoro (in presa diretta) e un tecnico del suono: due aspetti tecnici fondamentali del cinema. Terzo episodio Caroline e Jakob sono in riva al lago. Arrivano tre amici di Jakob che propongono ai protagonisti una gara di nuoto. Jakob è al centro dell’inquadratura tra i tre amici e Caroline, è diviso tra la nuova amicizia con Caroline , e i suoi vecchi amici. Alla partenza della gara, Caroline si avvia verso l’altra sponda del lago, mentre gli amici di Jakob lo prendono e lo rinchiudono in una baracca. Giunge un temporale, e Caroline, arrivata sull’altra sponda, indispettita per lo scherzo, deve a tornare in albergo sotto la pioggia, mentre l’amico resta chiuso nella baracca. In un episodio che inizialmente sembra legato alle “cose umane”, intervengono le “cose fantastiche”, le suore fanno uscire Jakob dalla baracca. La bambina adesso è convinta che Jakob abbia partecipato allo scherzo e non vuole più parlargli. Il ragazzo chiede quindi alle suore di far sapere a Caroline cosa è realmente accaduto. Le suore si rifiutano di intervenire nelle questioni degli umani, ma una di loro si impietosisce e lo aiuta. Una notte compare a Caroline e le lascia un piccolo specchio magico, in cui la bambina vede ciò che realmente è successo. 9 Con l’introduzi one di un oggetto m agico tipi co delle storie fantastiche e della migliore tradizione favol istica Caroline scopre la verità , vedendola come in un film. Il cinem a sembra quindi identificarsi con lo specchio magico: entrambi svelano quindi la verità. O, ancora, la veri tà scaturisce dall’i ntre cci o tra reale e magia, propri o come accade i n gran parte del film. Le immagini dello specchi o, i noltre, non sono altro che le immagini scelte dal regista di UN’ESTATE CON I FANTASMI: Bernd Neuburger si elegge ironicamente a creatore di immagini magiche. Caroline riallaccia il legame con Jakob, raggiungendolo sulle rive del lago e riprendendo a giocare con lui. Anche gli amici di Jakob arrivano a chiedere scusa a lui e a Caroline, invitandoli a una partita di calcio. Il gioco è un elemento di unione, di coesione. Caroline, però, non potrà andare alla partita, perché deve partire: l’estate sta per finire. Quarto episodio Le suore cercano per tre volte di uccidere Otto per farlo diventare un fantasma, in modo che resti con loro per sempre. In tutte e tre le occasioni, sono Jakob e Caroline a salvare la vita a Otto = l’infanzia è fonte di vita, di salvezza (e di vitalità) per l’anzianità. Caroline e Jakob intuiscono che responsabili degli attentati sono le suore, le cercano e le rimproverano per i loro atti: il segno di conferma della colpevolezza e della presenza delle suore è rappresentato dallo specchio magico visto alla fine della terza parte. Le suore si raccolgono a cerchio per la solita discussione (con citazione modificata dall’Amleto di Shakespeare: «To kill or not to kill, that is the question»), si ravvedono, e decidono di lasciare in vita Otto, il quale dovrà promettere, quella stessa notte, di fronte a tutti gli altri fantasmi, di andarle a trovare e danzare con loro. Il fatto che ci sia un’altra riuni one per la luna piena dice allo spettatore che è trascorso un mese dal primo episodio . La notte, i fantasmi si preparano per un canto d’addio a Caroline e Otto. Il loro è un vero e proprio spettacolo, e gli spettatori sono Caroline, Jakob e Otto. Gli esseri fantastici finalmente si presentano pronunciando (presentazione finale). 10 i loro rispettivi nomi Inquadrature d’insieme (totale o master) sul gruppo degli esseri fantastici sono intervallate da inquadrature di dettaglio (con lievi spostamenti della mdp) sullo stesso gruppo e da primi piani degli spettatori per indi vidua rne le reazioni allo spettacol o. Otto pronuncia la sua promessa, e la scena finisce con una unificante e globale danza d’insieme, che coinvolge tutti gli attori-personaggi presenti. Epilogo È il giorno della partenza per Caroline e suo padre. Jakob, rammaricato e triste per la loro partenza, è tornato a trincerarsi nella solitudine. La bambina cerca per dirgli addio, e non trovandolo si dispera. Vediamo i protagonisti in una sequenza in montaggio alternato o parallelo. Alla fine è il cane Hannibal, con il suo abbaiare, che consente ai due di ritrovarsi. Caroline e Jakob si promettono di restare in contatto: ma la scena, come tutto l’epilogo, è segnata da un senso di malinconia. Arriva il commiato tra Caroline e Otto: è in slow motion, cioè rallentata, pe r acce ntua re l’importa nza e l’emotività del momento . La bambina si accorge che Otto ha nel taschino della camicia il suo pupazzo giallo, segno del legame tra di loro. Caroline si allontana in automobile, si volta indietro e vede Jakob che la saluta dal castello insieme agli esseri fantastici. Una ca rrellata ottica (zoom) al l’indietro, di all ontanamento, si accompagna a una chiusura a i ride, segno di punteggiatura filmica strettamente legato agli inizi del ci nema = rimaniamo nell’ambito della tradizione . La canzone degli esseri fantastici chiude il film, come a dare l’addio agli spettatori. FILM E LIBRI Avendo citato la letteratura gotica, legata al gusto del mistero, delle storie di fantasmi, della rilettura del Medioevo, delle atmosfere tenebrose, cupe, e cimiteriali, ricordiamo quello che è forse il capolavoro di questa tendenza letteraria, Il castello di Otranto, di Horace Walpole. Per quanto riguarda invece la letteratura che rielabora le storie del mistero e di fantasmi in forma di commedia, menzioniamo: una novella molto nota di Oscar Wilde, Il fantasma di Canterville (The Canterville Ghost), da cui sono stati tratti LO SPETTRO DI CANTERVILLE (THE CANTERVILLE GHOST, Usa 1944), di Jules Dassin, e tre versioni televisive, nel 1975 con David Niven, nel 1986 con John Gielgud, e nel 1996 con Patrick 11 Stewart; il racconto Sir Tristam Goes West, di Eric Keown, su cui si basa IL FANTASMA GALANTE (THE GHOST GOES WEST, Gb 1935), di René Clair; il romanzo The Jovial Ghost di Thorne Smith, che ha ispirato una serie prodotta dalla MGM nell’età d’oro del cinema classico hollywoodiano, TOPPER, iniziata nel 1937 con LA VIA DELL’IMPOSSIBILE (TOPPER, Usa), di Norman Z. McLeod, con Cary Grant, e proseguita con VIAGGIO NELL’IMPOSSIBILE (TOPPER TAKES A TRIP, Usa 1939), ancora di Norman Z. McLeod, e con UNA BIONDA IN PARADISO (TOPPER RETURNS, Usa 1941), di Roy Del Ruth (c’è anche una ripresa nel 1979, con TOPPER, di Charles S. Dubin, film pilota per una serie televisiva). Puntando più decisamente sul cinema, si può affermare che la commedia fantastica, o la commedia horror, rappresenta un vero sottogenere. Possiamo ricordare, al riguardo, due titoli classici, pur tendenti al drammatico, come IL FANTASMA E LA SIGNORA MUIR (THE GHOST AND MRS. MUIR, Usa 1947), di Joseph L. Mankiewicz, e JOE IL PILOTA (A GUY NAMED JOE, Usa 1943), di Victor Fleming, con Spencer Tracy, rifatto da Steven Spielberg nel 1988, con ALWAYS – PER SEMPRE (ALWAYS, Usa). Altri film, minori, appartenenti al genere sono: LA DONNA E LO SPETTRO (THE GHOST BREAKERS, Usa 1940), di George Marshall, con Bob Hope e Paulette Goddard; MORTI DI PAURA (SCARED STIFF, Usa 1953), ancora di George Marshall, con Jerry Lewis e Dean Martin; IL FANTASMA CI STA (THE SPIRIT IS WILLING, Usa 1967), di William Castle, con Vera Miles; IL CAPITANO DI LUNGO... SORSO (THE EXTRAORDINARY SEAMAN, Usa 1968), di John Frankenheimer. Per l’Italia, indichiamo FANTASMI A ROMA (1962), di Antonio Pietrangeli, con Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo e Vittorio Gassman. Per i tempi più recenti, oltre alla nota serie dei GHOSTBUSTERS, composta da due capitoli (GHOSTBUSTERS – ACCHIAPPAFANTASMI [GHOSTBUSTERS, Usa 1984], e GHOSTBUSTERS 2 [GHOSTBUSTERS II, Usa 1989], entrambi diretti da Ivan Reitman), segnaliamo: due film di Tim Burton, BEETLEJUICE – SPIRITELLO PORCELLO (BEETLEJUICE, Usa 1988), e il mediometraggio FRANKENWEENIE (ID., Usa 1984); e poi: HIGH SPIRITS – FANTASMI DA LEGARE (HIGH SPIRITS, Gb 1988), di Neil Jordan, con Peter O’Toole; S.O.S. FANTASMI (SCROOGED, Usa 1988), di Richard Donner, con Bill Murray; IL FANTASMA INNAMORATO (TRULY, MADLY, DEEPLY, Gb 1990), di Anthony Minghella; AMORI E RIPICCHE (CURTAIN CALL, Usa 1998), di Peter Yates, con James Spader e Michael Caine; LA CASA DEI FANTSMI (THE HAUNTED MANSION, Usa 2003), con Eddie Murphy e Terence Stamp. Ma probabilmente il 12 vero capolavoro di questo sottogenere cinematografico è CACCIA ALLE FARFALLE (LA CHASSE AUX PAPILLONS, Francia-Italia-Germania 1992), di Otar Iosseliani, un film che entra nel sottogenere di cui si è scritto, per trasformarlo e diventare un apologo sull’avidità umana, un disteso racconto morale che celebra i tempi andati e la capacità di attendere. IPOTESI PER UNA DISCUSSIONE IN CLASSE Il protagonista e il suo ambiente 1) In che tipo di paese o città si svolge la storia? 2) Secondo te, quali sono le attività principali che vi si svolgono? 3) Hai mai visto un paese come quello in cui Caroline si trova? La psicologia della protagonista 4) Di cosa ha paura Caroline? 5) Cosa le piace fare? A che giochi partecipa? 6) Che tipo di bambina credi che sia? 10) Credi che Caroline ti somigli in qualche modo? Caroline e la sua famiglia 12) Qual è secondo te il rapporto di Caroline con la madre? 13) Qual è il rapporto di Caroline con il padre? 14) Cosa credi che Caroline pensi del padre? 15) E della madre? 16) Credi che il loro rapporto sia importante? 17) Ricordi cosa pensavi dei tuoi genitori a 6 anni? E a 8? Cosa pensi di loro adesso? 18) È cambiato il rapporto con i tuoi da quando avevi 6 anni? Caroline e Jakob 19) Caroline cosa divide con Jakob? 20) Cosa hanno in comune? 21) In cosa sono diversi? 22) Qual è il peggior difetto di Jakob, secondo te? 23) Caroline cosa scopre con Jakob? 24) Caroline cosa divide con Otto? 25) Cosa hanno in comune? 26) In cosa sono diversi? 27) Qual è il peggior difetto di Otto, secondo te? 28) Caroline cosa scopre con Otto? 29) Perché secondo te diventano amici? 30) Cosa hai in comune con i tuoi amici? 31) Chi è il tuo migliore amico? Perché? 13 32) Quali sono le scoperte più importanti che hai compiuto con i tuoi amici? 33) Quali sono le scoperte più importanti che ti aspetti di compiere con loro? 34) Secondo te, a cosa servono gli amici? I mestieri del cinema nel film 35) Che mestiere fa il padre di Caroline? 36) Dal film hai scoperto qualcosa in più sul ruolo del regista? 37) Che mestiere fa Otto? 38) I fantasmi portano via il copione a Peter. Sai cos’è un copione? 39) Chi si occupa dei costumi sul set di un film? 40) Dal film hai scoperto di cosa si occupa il tecnico del suono? 41) Quali sono i professionisti del cinema che compaiono nel film e di cui non avevi mai sentito parlare? Le tue opi nioni 1) Scrivi un testo sul film Cosa ne pensi nel suo complesso? Quali pensieri ti ha ispirato? Quale elemento ti ha più colpito? Quale scena ti è piaciuta di più? 2) Se dovessi consigliare ai tuoi amici di vedere il film, in che modo lo faresti? IMMAGINI, PAROLE E SUONI 1) Descrivi la scena che più ti è piaciuta nel modo più dettagliato possibile. 2) Perchè hai scelto questa scena? 3) Cosa ti ha colpito di più? Un colore, la scenografia, la musica, il dialogo, la recitazione? Qualcos’altro? 4) Come vestono i personaggi nella scena? Perché? Il loro modo di vestire ti aiuta a comprendere qualcosa? 5) La scena è girata in interni (in una casa o un altro edificio) o in esterni (all’aperto, al mare, in montagna)? 6) Di giorno o di notte? 7) C’è un colore dominante, un colore che hai notato più degli altri? Se sì, pensi che ci sia un motivo? 8) C’è musica nella scena che hai scelto? Che sensazioni ti ha suscitato? Pensi che avresti scelto una musica differente? Se sì, che musica avresti scelto? 9) Pensa alla scena e prova a immaginare dove era sistemata la macchina da presa rispetto agli attori? Vicino agli attori? Lontana agli attori? È un’immagine fissa? O pensi che la macchina da presa si muova verso gli attori o allontanandosi da loro? Prova a ricordare e a ricostruire i movimenti della mdp? 10) Nella scena che hai scelto, se fossi stato il regista, cosa avresti cambiato? 11) Il film ti ricorda un libro che hai letto? 12) Cosa hai provato alla fine del film? 13) Prova a immaginare un diverso finale per il film e disegnane lo story board. 14) Se dovessi scrivere un breve testo per pubblicizzare il film, che cosa scriveresti? 14 15) Prepara una tua locandina del film (usa matite e colori o il tuo computer). 15