"Cosplay", questo sì che è un vero fenomeno di

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"Cosplay", questo sì che è un vero fenomeno di
"Cosplay", questo sì che è un vero fenomeno di costume!
Lunedì 12 Luglio 2010 23:35
Cosplay, questo sì che è un vero fenomeno di costume!
Chi non vorrebbe indossare i panni del proprio eroe dei fumetti?
Quanti di noi, almeno una volta nella vita, hanno sognato di vestire i panni del proprio
beniamino?
Questo è il Cosplay, termine che deriva da "cos" (costume) e "play" (interpretare-azione),
dunque: interpretare un personaggio.
Per saperne di più, noi della redazione di OGGIMEDIA, abbiamo deciso di incontrare un
gruppo che del "Cosplay" ne ha fatto un arte. Il loro nome: "Sicily otaku world". Appena li
incontriamo ci appare subito chiaro che per loro il "Cosplay" è una cosa seria, e che, come poco
dopo ci confessano, non è un'arte che può essere improvvisata. Presenziano all’intervista in tre,
ognuno di loro interpreta un personaggio dei fumetti. Christian Bilato 25 anni, laureando in
“Scienze della comunicazione”, veste i panni del Maestro kakashi (serie Naruto); Giulia Osborn
28 anni, laureata all’accademia di belle arti, settore pittura e maestra di Karate stile Shotokan,
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veste i panni di Gaara (serie Naruto); infine, ma non meno importante, Elena Aiello 21 anni, 3
anno di scienze della comunicazione, veste i panni di Blar (serie Soul Eater). La cosa che
subito colpisce noi di OGGIMEDIA, è l’assoluta cura per il dettaglio con cui i nostri amici
riproducono fedelmente il proprio personaggio-idolo.
Sempre più incuriositi, rivolgiamo loro qualche domanda:
"Quando vi siete avvicinati al mondo dei "cosplayer" ?
La prima a rispondere è Giulia (Gaara): « Dieci anni fa – risponde con tono chiaro e deciso –
quando partecipai per la prima volta alla fiera del fumetto di Lucca cominciai a realizzare
costumi semplici; il primo fu quello di Heero Yuy, protagonista di Gundam Wing, da li, la cosa si
è poi evoluta ed ho realizzato – racconta ancora con aria compiaciuta – costumi sempre più
complessi, come quello di Gaara, di cui ho realizzato tutte e tre le versioni che sono presenti nel
fumetto. Ho anche partecipato a qualche sfilata e gara, anche se – aggiunge con tono più
serioso – il Cosplay non è partecipare alle gare o sfilare, ma semplicemente andare in giro con
il costume che si è realizzato con tanta fatica e scattare delle foto con chi come te condivide
questa passione. Conoscere, quindi, altra gente e scambiarsi informazioni e notizie sui
personaggi o sugli eventi futuri, il Cosplay è un arte ».
Giriamo ovviamente la stessa domanda anche ad Elena (Blar): « Io ho iniziato due anni fa – ci
dice con tono sereno – anche se conoscevo questo fenomeno da cinque anni, ma ero da sola,
poi ho conosciuto altri appassionati, e, anche se timidamente, eccomi qua. Anche io sono stata
a Lucca e lì ho capito che il Cosplay non si poteva improvvisare, realizzare da soli un costume
non è lo stesso che comprarlo on-line, così come – ribatte orgogliosa – questo che indosso.
Quando l’ho comperato era privo di dettagli, adesso lo sento più mio. Lucca è il paradiso dei
Cosplayer, si può girare tranquillamente in costume ed improvvisare delle scenette con altri
Cosplayer. Io – prosegue sorridendo – vedo il Cosplay come una forma di teatro, non come un
carnevale, così come lo definiscono alcuni, non si tratta solo di indossare un vestito o
interpretare quel dato personaggio ma esserlo, ecco perché – e quì il tono si fa più serio – cerco
il personaggio che meglio mi rappresenta, anche fisicamente, in modo da essere quanto più
somigliante possibile ». A questo punto interviene Christian (Kakashi): «Conosco il Cosplay da
circa sei anni, ma non mi sono mai avvicinato più di tanto perché mi sembrava quasi una cosa
mistica, poi cominciai proprio per gioco, infatti, il mio primo Cosplay non era un personaggio dei
cartoni animati, ma un personaggio preso da internet, Billi Ballo, successivamente ho fatto
Mirko (serie Kis my Licia), grazie al quale sono riuscito a salire sul palco con Cristina D’avena,
per poi interpretare anche altri personaggi. Adesso sono arrivato a quello di Kakashi, anche se
ne ho altri in progetto, ma per realizzarli servono tempo e soldi. Anche lui ci confessa di essere
stato a Lucca, e con lo sguardo acceso continua dicendo: « E' il posto più bello del modo, un
conto e fare una fiera in un capannone, un altro è fare una fiera in tutta la città, camminando per
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il centro storico tu non sei più tu, ma il personaggio che interpreti, quindi, diventa una forma
d’arte, di teatro, – prosegue con tono più allegro – tant’è vero che, quando incontri altri
personaggi e improvvisi una scenetta, la senti nascere dentro, ed è una cosa estremamente
naturale, la cosa difficile e staccarsi poi dal personaggio, mi danno fastidio quelle persone che
criticano questo nostro modo di vestirci, giudicandolo come una bambinata; con il Cosplay non
si costruisce solo il costume, ma anche il personaggio interiore, e vorrei che la gente capisse,
un po’ come accade con l’animazione, che non è solo risate, ma una cosa più seria di quello
che appare! ».
Continuando ad addentrarci in questo mondo, chiediamo a Giulia (Gaara):
"Cos’è il Cosplay ?
« Oltre al termine già dipanato prima, il Cosplay, non è una bambinata, come spiegava prima
Christian (Kakashi), se io ad esempio mettessi il costume di Naruto o lo indossasse Elena
(Blar), il personaggio ne soffrirebbe, dunque il Cosplay è l’arte di immedesimarsi nel
personaggio che rappresenti ».
In quale vi identificate di più ?
Elena (Blar): « A me piace molto questo di Blar – riferendosi al costume che indossa – perché è
la mia parte nascosta. Lei – riferendosi al personaggio che ha scelto d'interpretare – è molto
sensuale, seducente e mi piace giocare ad interpretare questo personaggio. In realtà, io sono
molto timida e cerco sempre di non dare nell’occhio, so che questo potrebbe apparire come un
controsenso, ma grazie al personaggio che interpreto posso permettermi di essere diversa…!».
Il Cosplay, dunque, offre la possibilità di poter dar voce a quello che spesso per timidezza
nascondiamo dentro.
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« Io personalmente - continua Giulia (Gaara) - scelgo sempre personaggi che mi somigliano,
sarebbe difficile per me interpretare un personaggio diverso da quella che sono, anche se mi è
già capitato di vestire i panni non a me affini di un personaggio dei Pokemon. Ho scelto Gaara
della serie Naruto perché è un personaggio molto profondo, riflette molto sul senso della vita,
sulle persone che incontra…è un personaggio che ha sofferto molto e che ha trovato un giusto
equilibrio, e adesso, nella sua età adulta è diventato capo villaggio, un po’ come mi sento io –
continua con aria soddisfatta – che cerco sempre di portare avanti il gruppo, aiutandoli nelle
varie situazioni…».
Quando è nato il vostro gruppo?
A prendere subito la parola stavolta è Giulia (Gaara): « A febbraio del 2010, anche se l’idea era
già nata lo scorso anno ».
Quanti siete?
Stavolta è Elena (Blar) a rispondere: « Abbiamo iniziato in sei, ma abbiamo anche tanti altri che
si aggregano per partecipare alle nostre giornate ».
Tra voi esiste una gerarchia o c'è un leader?
Elena (Blar): « Siamo tutti uguali, ma ognuno di noi ha il suo compito ».
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Chi sono i due componenti che oggi non hanno potuto essere qui ?
Elena (Blar): « I loro nikname sono: Deidara e And ».
Quali sono state le risposte positive ricevute e quali quelle negative a Catania?
Risponde prontamente Elena (Blar): « Risposte positive ne abbiamo avute sia dai nostri
coetanei che dalle persone di mezza età, un pizzico di preoccupazione, invece, l’abbiamo
generata nelle forze dell’ordine, anche se in fondo non facciamo nulla di male, noi non
disturbiamo, il nostro è un divertimento sano…».
Prontamente interviene Christian (Kakashi): « Alcune volte, le forze dell’ordine hanno un po’
paura per via del fatto che alcuni dei costumi nascondono parte del viso, come loro stessi ci
hanno indicato, molte delle rapine sono fatte da persone vestite da babbo natale, molte persone
hanno paura di ciò che è nuovo, ma ne sono affascinate, ed è per questo che, anche se
inconsciamente, si avvicinano a noi, per soddisfare il bisogno di novità …».
Prosegue poi Giulia (Gaara): « Il nostro scopo non è solo quello di promuovere i Cosplay ma un
po’ tutta la cultura Giapponese, arte, cucina, lingua tutto a 360°».
Prima di un’ultima domanda, chiediamo loro:
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La differenza tra Manga e Anime ?
A prendere la parola è subito Giulia (Gaara):
« Mentre il termine Anime deriva dall’inglese e significa immagini in movimento, il termine
Manga indica il cartaceo, è stato coniato da Okusai, pittore e incisore Giapponese di fine
ottocento, il termine Manga significa immagini a casaccio, nato da un suo quaderno di schizzi
con tutte le pose delle persone che egli studiava, da lì il termine Manga è stato esteso a tutti i
fumetti ».
Quando vedremmo qualcosa di importante, oltre che a Lucca, anche qui da noi in Sicilia
?
Christian (Kakashi): « Qualcosa stanno facendo a Palermo, come la fiera che si è tenuta il
25-26-27 Giugno e che già è al suo secondo anno, noi dobbiamo fare in modo di essere
presenti a questi eventi e fare in modo che crescano, altrimenti esisterà solo la
manifestaziazione Lucchese. Dobbiamo cominciare anche noi, questo richiede tempo e la
partecipazione di tutti !»
Interviene poi Giulia (Gaara): « Io vorrei dare un ultimo messaggio a tutti quelli che ancora non
sono entrati nel nostro mondo, vorrei dire loro di non avere paura, di essere curiosi, chiedere,
fare domande, perché noi siamo aperti a qualsiasi confronto costruttivo e pronti ad accettare
eventuali consigli !».
Insomma, alla fine della nostra breve incursione in questo mondo, ci accorgiamo di quando
inutili e infruttuosi siano i pregiudizi nei confronti di ciò che non conosciamo, e di come sarebbe
più semplice fermarsi e imparare a comprendere le novità, magari chissà, forse domani anche
noi potremmo andare in giro vestendo i panni dei nostri eroi ! Nella speranza di rincontrarli
presto, noi della redazione di OGGIMEDIA facciamo loro i nostri più cari auguri!
Carlo Fabio Giuffrida
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