apnea notturna, dimagrire aiuta a guarire

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apnea notturna, dimagrire aiuta a guarire
 APNEA NOTTURNA, DIMAGRIRE
AIUTA A GUARIRE
15/03/2015 L’estrema affaticabilità al risveglio, un senso di stanchezza o mal di
testa, oltre a episodi di depressione, sono i sintomi più evidenti. Per combattere
il disturbo esiste il Cpap...
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Monica Di Loreto
Il sonno è un bisogno primario, una necessità, senza il quale le nostre “batterie” giungerebbero a
esaurimento. Dormire poco o male porta a un invecchiamento precoce, riduce le difese
immunitarie, causa stress, aumenta il rischio cardiovascolare. Purtroppo però sono tantissimi gli
italiani che soff rono dei cosiddetti “disturbi del sonno”. In particolare, russamento e apnee del sonno colpiscono più di quattro milioni di persone
di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Per parlare di questo argomento a Tv2000 ospite della
trasmissione Il mio medico, il professor Stefano Di Girolamo, responsabile dell’Unità di Audiologia e
Foniatria al Policlinico Tor Vergata di Roma
­ Professore, innanzittutto che cosa avviene durante il russamento e che cosa sono le
apnee notturne? «È fondamentale distinguere le due forme poiché il russamento è determinato dalla vibrazione delle
strutture orofaringee durante la respirazione e, al di là del disturbo sonoro per il partner, non
rappresenta un rischio di per sé per la nostra salute. Molto diff erente è la condizione che si verifi ca
durante le apnee notturne, perché vi è un’interruzione completa del fl usso respiratorio dal collasso
delle strutture delle prime vie aeree. Chiunque occasionalmente può trattenere il respiro. Quando però
la pausa si prolunga per più di 10 secondi, allora il fenomeno diventa anormale. Se si ripete per molte
volte nel corso della notte, può comportare rischi importanti per la salute, visibili anche durante la
veglia. Perché l’apnea si possa interrompere e il passaggio dell’aria riprendere è necessario che il
cervello “si risvegli” anche se per pochissimi secondi, spesso, in modo tale che il risveglio risulta
inavvertito». ­ Quali sono le condizioni che possono portare alle apnee notturne? «La causa più frequente consiste nell’aumento del peso corporeo. Altre cause molto frequenti sono da
ricercare nell’ostruzione nasale, nell’ipertropia adenotonsillare specialmente nei bambini, nelle
malformazioni cranio­facciali. Inoltre il consumo di bevande alcoliche o di farmaci “tranquillanti”
prima di dormire aumenta lo stato di fl accidità muscolare, rendendo più diffi cile i “micro­risvegli” che
interrompono le apnee. Per quanto riguarda i sintomi, c’è il fatto che i “micro­risvegli” fanno in modo
che il paziente non riposi e quindi avverta un’eccessiva sonnolenza diurna. Poi c’è il forte russamento
notturno fra un’apnea e un’altra, l’estrema aff aticabilità e la perdita di energia, al risveglio, una
sensazione di stanchezza o mal di testa, oltre a episodi di depressione, facile irritabilità, diffi coltà di
concentrazione. Non dimentichiamo infi ne che la sindrome delle apnee notturne è fra le cause degli
incidenti automobilistici dovuti a colpi di sonno».
­ Questi disturbi se non curati possono portare a conseguenze più gravi? «Il cuore lavora per portare il sangue in circolo insieme all’ossigeno. Tuttavia, se quando passa per i
polmoni questi non lavorano bene e il sangue non viene ossigenato regolarmente, la quantità di sangue
si riduce e inoltre, in questo processo, viene bruciato ulteriore ossigeno». ­ Come si accerta la sindrome delle apnee notturne? «Dopo una visita otorinolaringoiatrica che prevede la visualizzazione delle vie aeree con un fi
brolaringoscopio è sempre opportuno eseguire una polisonnografi a che è un esame che prevede una
serie di valutazioni oggettive (frequenza cardiaca, apnee , saturazione dell’ossigeno del sangue): si
tratta di una registrazione continua e simultanea, attraverso una serie di elettrodi posti sulla cute, dei
parametri cardiaci, respiratori, dello stato di ossigenazione del sangue e dell’attività cerebrale al fi ne di
determinare se le apnee ci sono davvero, quali alterazioni eventualmente comportano al livello
dell’apparato cardiorespiratorio e sulla qualità del sonno e come, di conseguenza, possano essere
curate». ­ È sempre necessario un intervento chirurgico? «L’intervento chirurgico deve essere considerato solo dopo aver inquadrato il problema in una specifi
ca patologia. Va detto che un terzo dei pazienti risolve il disturbo grazie alla chirurgia, ma che
nell’attività clinica tendiamo sempre a consigliare inizialmente al paziente l’uso della Cpap, un
dispositivo che aiuta nella respirazione durante il sonno. Se non lo si tollera o se il problema viene
risolto solo in parte si passa allora alla fase chirurgica. A questo punto, si valuta in quale area
intervenire, ovvero dove è presente l’ostruzione. Infi ne, poiché la causa più frequente è l’aumento del
peso, una sana dieta può aiutare a risolvere il problema senza l’aiuto del chirurgo». ­ Come funziona questo dispositivo Cpap? È ben tollerato dai pazienti? «Questo dispositivo altro non è che un piccolo compressore che insuffl a aria durante l’inspirazione.
Purtroppo non tutti lo sopportano durante il sonno e comunque non è sempre agevole da gestire. Non
è infatti piacevole dormire con una maschera attaccata al viso, ma va detto che il rumore è minimo e
con il tempo è ben tollerato. L’intervento chirurgico è necessario quando il paziente non sopporta il
Cpap, ma ritengo sia importante per il paziente indossare questo dispositivo almeno all’inizio, perché
gli dona la consapevolezza del disturbo».
TAG:
apnea notturna, dormire, peso
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