Per i gliomi maligni la speranza è nella terapia COMBINATA

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Per i gliomi maligni la speranza è nella terapia COMBINATA
Grazia Neri
TUMORE D’ORGANO
Per i gliomi maligni la speranza
è nella terapia COMBINATA
di Daniela Ovadia
Per curare questi tumori è necessario
l’intervento di specialisti
con competenze molto varie e integrate
’é un percorso comune a questo la creazione di una rete
tutti gli ospedali del neuroncologica consentirà di
Lazio che fornisce una garantire la miglior assistenza
qualità omogenea di cure a ai malati in tutte le fasi della
tutti i pazienti con un tumore malattia”.
cerebrale: una rete di assistenza
multidisciplinare che neurolo- MALATTIE RARE
gi, oncologi, radioterapisti e
I tumori cerebrali primari
neurochirurghi della Regione (cioè quelli che nascono nel
hanno recentemente costituito cervello e che non sono frutto
in convegno presdel processo di
so l’Istituto tumo- L’integrazione disseminazione
ri Regina Elena di
di un tumore oridi diverse
Roma.
ginato in un altro
specialità
“Per curare i
organo) sono per
tumori cerebrali è aiuta i pazienti fortuna
una
necessario avere
patologia rara.
competenze particolari e tec- Colpiscono, in Italia, circa
nologie avanzate a disposizio- 4.000 persone ogni anno,
ne” spiega Carmine Carapella, compresi i bambini. Tra le
neurochirurgo presso l’IRE. forme dell’adulto sono i gliomi
“Specialisti di varie branche a fare la parte del leone, visto
devono collaborare alla messa che costituiscono il 70 per
a punto delle migliori strategie cento di tutte le tipologie.
di diagnosi e di terapia. Per
“I gliomi maligni sono gra-
C
vati ancora da una limitata
curabilità” spiega Carapella.
“La sopravvivenza media
dipende dal tipo di glioma: ci
sono infatti forme più o meno
aggressive”.
Negli ultimi tempi vi sono
stati importanti progressi nella
comprensione dei meccanismi
alla base di questi tumori e
qualche progresso persino nelle
terapie, anche se ancora non si
è trovata la cura risolutiva. Proprio per fare il punto sulle novità in una malattia considerata
tra le più gravi, la prestigiosa
rivista New England Journal of
Medicine ha chiesto a Patrick
Wen, neuroncologo del Dana
Farber Cancer Center di
Boston, di scrivere una lunga
revisione sullo stato dell’arte,
dalla quale anche i pazienti e le
loro famiglie possono trarre
informazioni importanti.
“Possiamo considerare due
grandi gruppi di tumori della
famiglia dei gliomi maligni: i
glioblastomi, che hanno la
prognosi peggiore e costituiscono il 60-70 per cento del
totale, e i gliomi anaplastici,
che hanno una prognosi
migliore” spiega Wen nell’articolo.
Come per molte altre forme
oncologiche per le quali non si
è trovata una soluzione definitiva, anche in questo caso il
punto critico è la mancanza di
segnali che consentano una
diagnosi precoce. “Quando si
fa la diagnosi, il tumore è già
sviluppato” spiega Carapella.
“E anche sul piano dei fattori
di rischio non ci sono molte
certezze”.
In effetti l’unico fattore di
rischio certo è l’esposizione
alle radiazioni ionizzanti
Fondamentale gennaio 2009 33
TUMORE D’ORGANO
Cos’è il glioma
I gliomi maligni sono tumori cerebrali che non derivano dalle
cellule nervose ma dalla glia, cellule che, nel cervello, hanno
una funzione di sostegno delle strutture nervose (anche se le
ricerche più recenti hanno scoperto che sono importanti anche
per il controllo della trasmissione nervosa). I gliomi sono
classificati in base a quattro stadi: il primo si chiama
astrocitoma pilocitico, il secondo astrocitoma diffuso, il terzo
astrocitoma anaplastico e il quarto glioblastoma.
Solo le forme di III e IV grado sono considerate maligne, anche
se, come tutti i tumori del cervello, le forme benigne possono
comunque fare danni a un organo tanto delicato, o lasciare
deficit neurologici in rapporto alla crescita in ‘aree nobili’ del
cervello, ove anche l’asportazione chirurgica espone a rischi.
La distinzione tra un grado e l’altro può essere particolarmente
complessa, ed è per questo che i neuroncologi puntano molto
sulla mappatura dei geni coinvolti nella formazione di questi
tumori, che dovrebbe anche consentire una migliore
classificazione e valutazione della gravità.
(come per esempio i raggi X).
Diverse altre ipotesi, come il
legame con traumi cranici, con
il consumo di cibi contenenti
nitrati oppure con l’esposizone
a campi elettromagnetici non
sono mai state sufficientemente confermate. Anche la relazione con l’uso dei telefoni cellulari è controversa, dal
momento che se alcuni studi
sembrano evidenziare un legame con l’utilizzo molto intenso di questi apparecchi, specie
se li si tiene appoggiati a lungo
all’orecchio, altri studi molto
ampi non sono giunti alle stesse conclusioni.
Viceversa sembra che le
persone con allergie (cioè
quelle che hanno elevati livelli
di anticorpi della classe delle
IgE nel sangue) siano in parte
protette dalla malattia, a conferma del fatto che il sistema
immunitario gioca probabilmente un ruolo importante
nel difendere il cervello dalle
mutazioni cellulari.
“Nel 5 per cento circa dei
casi i pazienti sono portatori di
rare sindromi genetiche, malattie dovute a mutazioni dei geni,
come le neurofibromatosi o la
sindrome di Li-Fraumeni, ma
nella maggior parte dei casi di
familiarità non si riesce a identificare un gene responsabile”
continua Carapella.
IL RUOLO DEI FATTORI DI
CRESCITA
Proprio per studiare la carta
d’identità genetica dei gliomi,
che potrebbe tornare utilissima
per la messa a punto di farmaci biotecnologici intelligenti, è
nato un consorzio internazionale, chiamato gliogene, che
raccoglierà le scoperte di tutti
gli scienziati impegnati in questo campo. “Lo studio delle
caratteristiche biomolecolari
dei gliomi maligni sta contribuendo alla messa a punto di
nuovi farmaci più efficaci,
diretti verso specifici bersagli
nella cellula tumorale” conclude lo specialista romano.
“Recentemente si è scoperto che i glioblastomi primari
che colpiscono le persone
sopra i 50 anni sono caratterizzati dalla presenza di una grande quantità di fattore di crescita epiteliale, una sorta di ‘fertilizzante’ per le cellule del cervello, mentre nei giovani si
forma prima un astrocitoma
anaplastico che ci mette qualche anno a diventare un glioblastoma” continua Wen nella
sua revisione. “Alla fine, però,
malgrado la diversa origine, al
microscopio questi tumori
sembrano assolutamente uguali, ma è ovvio che rispondono
in modo diverso alle cure, specie ai farmaci intelligenti”.
Curare con i farmaci le
malattie che colpiscono il cervello è comunque sempre difficile, perché la natura, proprio
a protezione dell’organo più
importante, ha messo diversi
ostacoli tra di esso e il mondo
esterno. Il primo di questi si
chiama ‘barriera ematoencefalica’ ed è costituito da una rete
di vasi con una parete molto
fitta che filtra il sangue in arrivo al cervello per evitare che
sostanze tossiche (ma anche
molti farmaci) possanno danneggiarlo.
“Uno dei maggiori problemi, in questi pazienti, è la comparsa di crisi epilettiche, dovute
talvolta anche all’edema del cervello (una sorta di gonfiore
intorno alla massa tumorale). A
questo si accompagnano anche
fenomeni
tromboembolici
(come gli ictus) e alterazioni
cognitive” spiega Carmine
Carapella. “Per questo si pre-
LA RICERCA CONTINUA
rilasciano farmaci in grado di
bloccare la proliferazione delle
cellule tumorali anche a
distanza di tempo.
“Queste terapie innovative
consentono di allontanare nel
tempo l’eventuale recidiva”
spiega Carapella. “Un’altra
strategia che utilizziamo al
Regina Elena consiste nell’infondere i farmaci sotto pressione, per facilitarne la penetrazione nei tessuti intorno all’area dell’intervento”.
Le speranze, però, sono
riposte soprattutto nella ricerca di nuovi farmaci biologici
più selettivi e capaci di raggiungere il bersaglio, oltre che
nel miglioramento della chirurgia.
“Solo integrando i vari trattamenti e mettendo insieme le
competenze dei vari specialisti
si potranno migliorare ancora
più significativamente gli
attuali risultati” conclude l’esperto del Regina Elena.
I primi sintomi
I pazienti con un glioma maligno possono presentare sintomi
molto variabili tra loro, dal mal di testa con nausea e vomito
alla crisi epilettica improvvisa, fino a sintomi neurologici
focali come quelli che caratterizzano gli ictus (perdita
improvvisa del linguaggio, paralisi eccetera). Anche perdite di
memoria o cambiamenti della personalità possono essere un
campanello d’allarme, ma si tratta di evenienze
relativamente comuni non dovute necessariamente al un
tumore.
Spesso questi malati soffrono di depressione, sia per effetto
diretto della malattia sia per lo stress che ne consegue, e
vanno curati e sostenuti di conseguenza. In tutti i casi in cui
si verifichino disturbi neurologici di una certa rilevanza è
importante consultare lo specialista ed eventualmente
effettuare degli accertamenti diagnostici. Uno dei fattori più
importanti nella risposta ai trattamenti è la diagnosi precoce.
Grazia Neri
scrivono antiepilettici e cortico- dei sistemi di navigazione
steroidi, che riducono il gonfio- computerizzata, che guidano
re. Ma la vera cura è chirurgica, la mano del chirurgo sulla base
con l’asportazione della massa degli esami diagnostici fatti in
ogni volta che è possibile, segui- precedenza.
“I migliori risultati li abbiata da radioterapia e chemioterapia. I progressi dei sistemi di mo però ottenuti con le terapie
diagnosi per immagini (riso- locali aggressive, mediante l’innanze, PET eccetera) permetto- troduzione diretta di sostanze
antitumorali
no di individuare
prima e meglio la Nuovi farmaci nella sede del
Così
sede e l’evoluzione e altre terapie glioma.
riusciamo a veidei tumori cerebrali, consentendo hanno migliorato colare direttadi fare interventi le prospettive mente a contatto
con le cellule
più completi e
radicali, e di utilizzare al meglio tumorali terapie di vario genere, dall’immunoterapia ai chele altre forme di trattamento”.
mioterapici fino a speciali anticorpi radioattivi o a tossine
UNA CHIRURGIA
capaci di rallentare la ripresa
COMPLESSA
Purtroppo è difficile aspor- della neoplasia”.
È da queste terapie combitare del tutto le cellule maligne, perché si tratta di tumori nate, eseguite solo in centri
infiltranti, i cui margini non specializzati, che vengono le
maggiori speranze per i malati.
sono netti.
“Si toglie chirurgicamente “Il glioma può recidivare nello
tutto quello che si può togliere stesso punto in cui è comparso
senza compromettere la funzio- la prima volta, quindi è ovvio
nalità delle strutture cerebrali che ripulire l’area da eventuali
sane. La radioterapia e la che- cellule maligne residue è la
mioterapia classiche hanno strategia di prima scelta”.
migliorato ancora in modo
limitato l’aspettativa di vita dei TERAPIE PROMETTENTI
pazienti con glioma maligno. I
Tra i farmaci più prometrisultati sono più incoraggianti tenti utilizzati negli ultimi
nei più giovani con una malattia anni è da segnalare la temozoa più basso grado di malignità”. lomide. Recentemente è stato
“Tuttora i risultati ottenuti scoperto anche un enzima,
sui pazienti con glioblastoma, chiamato MGMT, che contrisottoposti ad asportazione chi- buisce alla resistenza alla temorurgica radicale e poi a tratta- zolomide. Con esperimenti
mento chemio e radioterapico, genetici, alcuni ricercatori
non sono del tutto soddisfacen- sono riusciti a bloccare il gene
ti e, nella nostra esperienza, che lo produce, aumentando
potrebbero avere prospettive notevolmente gli effetti della
assai più incoraggianti” spiega cura.
Carapella.
Un’altra strategia abbastanIn effetti le potenzialità di za recente che offre buone protrattamento sono aumentate spettive è l’introduzione di
grazie alle tecniche microchi- piccole bacchette di biopolirurgiche, dalla chirurgia guida- meri nella sede del tumore
ta dalle immagini, con l’aiuto durante l’intervento. Queste