La nomination di Hillary Clinton e quel soffitto di vetro che Bernie

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La nomination di Hillary Clinton e quel soffitto di vetro che Bernie
Left Sera - Supplemento di Left
Direttore: Corradino Mineo
Mercoledì 8 giugno 2016
C’è una donna che punta alla Casa Bianca e ci sono donne che
vengono ammazzate “per amore”. Così dicono gli assassini, ma
non è amore. Su questo la copertina del prossimo Left, con interviste alla Boldrini e a Fagioli. E Federica Sciarelli che chiede al pm
di Sara: «Se non è assassinio premeditato quello?». Left sera si occupa di Hillary, che ha bisogno di Sanders per vincere, e degli italiani che non si curano perché non se lo possono più permettere.
Cercasi Pd
disperatamente.
Ora Renzi lo evoca,
lo invoca.
Ne ha bisogno
per un paio di settimane:
giusto il tempo per vincere
quanto più si può ai ballottaggi o di non perdere rovinosamente. Verdini? Che c’entra lui col Pd? E per venderla
meglio ai giornali ecco che
Palazzo Chigi piazza un incontro con Lotti e Renzi che
lo rimprovera per essersi portato il Verdini a Napoli. Renzi
se lo è trovato là, non è che
conoscesse, non è che fossero per caso figli della stessa
provincia toscana, non è che
il padre fosse in affari col desso. Tutte balle dei giornalisti,
menzogne amplificate dal
sacri blog. Poi certo, sì è vero,
Verdini ha salvato al Senato
la riforma del Senato. Ma l’ha
fatto nell’interesse superiore
della riforma e della nazione. Senza chiedere niente in
cambio, che, detto di Verdini,
è un ossimoro.
Quanto alla Valente, anche
lei chi l’ha scelta? Non Renzi.
Ah sì l’hanno votata i piddini
di Napoli alle primarie. Primarie col trucco, denunciato
a gran voce da Antonio Bassolino. Ma ora se n’è accorto
pure il segretario: via Valeria,
ora arriva il commissario. Se il
buongiorno si vede dal mattino, immaginate cosa accadrà
di Fassino e di Giachetti, qualora fossero battuti nel turno
di ballottaggio dalla Appendino e dalla Raggi. Il gelo li circonderebbe, il gelo che spetta ai perdenti, esclusi per ciò
stesso dal fantastico mondo
del giovane premier, che invece è vincente per definizione.
Abbiate pazienza lettori di
Left, meno di due settimane. Poi dirà che si votava per
i sindaci, che non è andata
troppo male, viste le colpe
dell’agnello Bersani o di quel
suo padre che aveva avvelenato le acque del Pd. Ma ad
ottobre si vota. E con la riforma costituzionale - grazie
Verdini! - l’Italia cambierà, la
Bella Addormentata schiuderà gli occhi, offrirà la bocca
al bacio del principe rottamatore, lo eleggerà con l’Italicum e gli darà il premio di
maggioranza che merita.
Intanto i giovani non votano
per il Partito di Renzi. Giovani? Troppo giovani, dunque
inesperti. Come la Raggi.
c.m.
La nomination di Hillary Clinton
e quel soffitto di vetro che Bernie
deve aiutare a rompere
Dopo un afroamericano, una donna. I democratici
scelgono di nuovo di rompere con i tabù della loro
storia e candidano Hillary Clinton alla presidenza.
Nell’anno di grazia 2016 un tabù si sarebbe rotto
comunque: l’alternativa a una donna, di potere,
era infatti un socialista senza amici potenti. Bernie non ce l’ha fatta ma è destinato a influenzare la
piattaforma del partito e, sebbene abbia promesso
di continuare a lavorare alla sua campagna, a dare
una mano fondamentale alla sua avversaria di ieri.
Nonostante si tratti di un animale politico al 100%,
di una figura controversa, criticata per avere un
attaccamento “maschile” al potere, l’idea che una
donna possa diventare la persona più potente del
mondo è comunque dirompente. Sono passati 32
ani da quando Geraldine Ferraro corse come vicepresidente di Mondale. Dopo di allora, figure importanti, dalla stessa Hillary a Condoleezza Rice,
Agnes Yellen, il giudice Sotomayor, ma niente soffitto di vetro infranto. Oggi è diverso.
Non è stato facile, ma stavolta, a differenza del
2008, quando di fronte aveva un campaigner formidabile, con alleati e una macchina elettorale
straordinaria, Clinton non ha perso la pazienza,
non ha rivoluzionato lo staff a ogni passo falso, ha
affrontato quella che si è rivelata una lunga battaglia con pazienza. È stata brava e tatticamente
saggia. La salita è stata difficile per un altro motivo: se le millennials hanno scelto Sanders, infischiandosene del sesso del candidato e scegliendo
gli ideali, un pezzo dei maschi bianchi e lavoratori
che hanno votato Bernie lo ha fatto (anche, non
solo) in antipatia a questa figura di donna potente.
Non a caso Trump si è immediatamente lanciato
a corteggiare quel voto. Arrivare fino in fondo a
primarie che sono state entusiasmanti soprattutto
grazie alla ventata di aria fresca portata da Bernie
Sanders, è stato difficile. Ma ora comincia la scalata vera. Per sfondare il soffitto di vetro Clinton avrà
bisogno di Obama, già arruolato, e anche dei millennials che in questi mesi hanno “felt the Bern”. Il
presidente ha invitato Bernie alla Casa Bianca domani ed è possibile che, nonostante la promessa di
andare avanti fino alla convention, Sanders decida
di ritirarsi dopo le primarie di Washington. Diverse figure, da Elizabeth Warren al vicepresidente
Biden, in ottimi rapporti con Bernie, stanno lavorando per ritessere i fili. Hillary dovrà metterci del
suo, regalando spazio a Sanders alla convention e
parlando ai giovani prendendo in prestito idee.
Resta un fatto: nel suo discorso notturno Clinton
ha parlato di sua madre e della dura vita che ha fatto, fin da bambina. La sua durezza probabilmente
viene anche da là, oltre che dalla difficoltà di aver
convissuto con il potere in un ambiente maschile.
Ci sono milioni di donne che quella storia la conoscono. È la loro. E non vedono l’ora di mettere una
croce sul nome di una donna a novembre. Quel
giorno, auguriamocelo, vinceranno anche loro.
m.maz.
Cucchi come Regeni:
torturato. Alle porte,
la prescrizione
11 milioni di italiani
non si curano. Ma la
sanità privata cresce
«Pestato, ucciso quando era in mano
dello Stato, ucciso da servitori dello
Stato in camice bianco». Lo ha detto oggi il sostituto procuratore Eugenio Rubolino durante il processo
d’appello bis per la morte di Stefano
Cucchi. Dopo l’annullamento della
Cassazione, il pm ha chiesto la condanna dei 5 medici del Pertini per
«omicidio colposo; per loro, nessuna
attenuante generica». Dietro l’angolo, la prescrizione. Perché una legge
sulla tortura come reato imprescrittibile in Italia ancora non c’è.
Anziani e giovani accomunati dallo
stesso destino: non possono permettersi le cure né gli uni, 2,4 milioni, né gli altri, 2,2 milioni. Un totale
di 11 milioni di persone in Italia - nel
2012 erano 9 milioni - non ha potuto occuparsi della propria salute.
I dati del Censis fanno il paio con
quelli sulla flessione dell’attesa di
vita e sull’aumento della mortalità
per tumore legato a crisi economica e tagli. Chi può si rivolge, invece,
ai privati, che guadagnano 34,5 miliardi, con un +3.2% di incassi.
Glifosato e Monsanto
“too big too fail”?
Il paragone dell’editoriale di Le Monde
con i colossi della finanza Usa alla vigilia del crack è suggestivo. La Commissione Ue, in stallo, ha spostato al
23 giugno il verdetto sull’erbicida più
diffuso al mondo, cancerogeno per
lo Iarc e presente nel RoundUp e negli Ogm Monsanto. La Commissione
cerca una “copertura politica”, è già
riuscita a far astenere gli Stati contrari, tra cui Francia e Italia. Se uno di
loro voterà sì, le richieste di milioni di
europei cadranno nel vuoto.
Cosa c’è dietro
all’“amore”
degli uomini
che uccidono
le donne
Negli Stati Uniti ha fatto scalpore
il post di un padre che, per difendere il figlio condannato a 6 mesi
di carcere per aver violentato
una donna, ha scritto: «È un caro
prezzo da pagare per venti minuti di azione». Rap culture, cultura
dello stupro, è stata definita. Quel
padre è stato condannato sui media, ma l’episodio testimonia un
certo tipo di pensiero sui rapporti tra gli uomini e le donne: l’annullamento assoluto dell’identità
femminile. È questo che si legge
dietro i fatti di cronaca degli ultimi
giorni in Italia: donne uccise dal
marito o dall’ex fidanzato. Donne
che avevano deciso di separarsi,
di vivere la propria vita. Qualche
giorno fa, a Roma, Sara e il suo ex
che la strangola e poi dà fuoco al
corpo, per ridurla in cenere. Ieri a
Taranto Federica, 30 anni, uccisa
insieme al figlio di 4 dal marito,
un medico 50enne che poi si è
tolto la vita. Oggi, a Pordenone, è
toccato a Michela, 29 anni: il suo
fidanzato le ha sparato e poi si è
suicidato.
Cosa c’è dietro ai cosiddetti femminicidi? Si può parlare di omicidio passionale, di amore criminale, come si continua a fare sui
media o nelle aule di tribunale?
No, non si può parlare di amore.
Left in uscita sabato 11 giugno fa il
punto su una piaga che ogni anno
produce 150 vittime. Ne parlano
la presidente della Camera Laura
Boldrini, lo psichiatra Massimo
Fagioli, Federica Sciarelli di Chi
l’ha visto?, il filosofo Paolo Ercolani, il presidente dell’Eures Fabio
Piacenti, la deputata di Si Celeste
Costantino, l’avvocata Titti Carrano e le donne dei centri antiviolenza, sempre di più in crisi per
mancanza di fondi.
don.coc.
“Questo non è amore”.
La copertina di Left
in edicola
sabato 11 giugno
e online da venerdì 10
11 GIUGNO 2016
NUMERO 24 | SETTIMANALE
€ 2,50
60024
23000
9 771594 1
uccisao
amav
senza di lei
L’ho
...
perché l’
non potevo vivere
È AMORE
QUESTO NON