Berlusconi (107)SABATO 12 LUGLIO 2014 ANNO

Transcript

Berlusconi (107)SABATO 12 LUGLIO 2014 ANNO
SABATO 12 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 164
Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821
Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281
Società
Il sonno intelligente
aiuta a far carriera
Tempi
liberi
Il dibattito delle idee
I politici, i giudici e noi
Il triangolo delle Bermuda
Domani
di Elvira Serra
a pagina 21
di Sergio Romano
nel supplemento
TROPPE ILLUSIONI SULLA FLESSIBILITÀ
Il pg di Milano: confermare i 7 anni per il caso Ruby. A Bari chiesto il processo per le escort
COME ATTRARRE
GLI INVESTIMENTI
Doppio colpo a Berlusconi
di LUCREZIA REICHLIN
L’ex premier: i pm non mi faranno cambiare linea politica
ciato una campagna,
spesso contraddittoria
nel messaggio e nella comunicazione, per ottenere maggiore flessibilità
nell’interpretazione del
Patto di Stabilità. Finora
questa campagna non ha
portato grandi risultati e
potrebbe rivelarsi controproducente.
I problemi sono due.
Primo, le regole troppo
flessibili sono la negazione delle regole stesse
perché ne distruggono la
credibilità. Il patteggiamento sull’interpretazione della flessibilità non
può essere l’elemento
costitutivo del rinnovamento del progetto europeo. Secondo, la flessibilità che si chiede per le
spese di investimento, se
mai ottenuta, rischia di
non portare granché a
casa. L’Italia spende poco e male i fondi strutturali stanziati dall’Unione
Europea. Inoltre, gli studi sugli effetti economici
degli investimenti infrastrutturali mostrano come — se pure è vero che,
in media, il loro effetto
sul Pil è maggiore della
spesa iniziale e in qualche modo si ripaga da
solo — questa media nasconda una grande eterogeneità tra Paesi. In Paesi con istituzioni deboli,
proni all’accaparramento
delle risorse pubbliche e
all’inefficienza, l’effetto è
nullo o anche negativo.
Gli scandali che ci opprimono da sempre raccontano che in Italia ciò che
ostacola la crescita è la
scarsa solidità delle nostre istituzioni, non la
mancanza di risorse.
Questa è la ragione per
cui l’investimento privato — non solo quello
pubblico — è così basso.
Una riforma profonda
della cosa pubblica e del
funzionamento delle istituzioni è dunque la chiave per la crescita in Italia.
Se ne parla da tanto.
Due vicende giudiziarie, doppio colpo a
Berlusconi. Milano, processo Ruby: il procuratore generale ha chiesto la conferma
della condanna a 7 anni. Bari, caso escort:
la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
L’ex premier: non cambierò linea politica.
Giannelli
40 7 1 2>
INFERNO PER IL COMMISSARIO RICCIARDI
EINAUDI
STILE LIBERO BIG
«IL CALDO, QUELLO VERO, VIENE DALL’INFERNO»
CONTINUA A PAGINA 6
A PAGINA 4
R
di ALESSANDRO TROCINO
N
uovo Senato, i dissidenti del Pd: «Se
ci sarà il voto segreto, sull’articolo 57
avremo delle sorprese». Il 57 è l’articolo
della Costituzione, architrave della
A PAGINA 9
riforma in Aula da lunedì.
I dinosauri sono estinti ma sul web si impone il presente
Israele continua i raid su Gaza, oltre 100 morti
Netanyahu: non cedo
a pressioni internazionali
Le minacce di Hamas
si sono estinti, la stupidità no. Questa è
Quegli insulti a Spielberg I dinosauri
la morale che si può trarre dal demenziale diluvio
di insulti piovuti dal web sulla testa del regista
Spielberg colpevole di essersi fatto
per l’assassinio impossibile Steven
fotografare, nel 1993, all’epoca di Jurassic Park,
di PAOLO DI STEFANO
sorridente con alle spalle un triceratopo.
Visibilmente defunto, ma finto, perché era un robot.
A PAGINA 40
CONTINUA A PAGINA 40.
MAURIZIO
DE GIOVANNI
IN FONDO
AL TUO CUORE
enzi non aspetta di andare a votare,
aspetta «buone notizie» sul fronte della
crescita: ecco il numero magico che gli
interessa, non quello delle urne. Perché
politicamente vive già in un mondo da sogno
e non ha interesse a rompere l’incantesimo.
È l’economia il suo incubo, quegli indicatori
che — giorno dopo giorno — lo stanno
accompagnando verso l’autunno. E se per
allora non ci sarà stata una netta inversione
di tendenza, sarà chiamato a «interventi
dolorosi e coraggiosi».
Per Renzi ora conta
soprattutto l’economia
Senato, la mossa
dei dissidenti
T
rattativa Alitalia,
ultima offerta del
governo ai sindacati:
mille e 271 lavoratori
«salvi» e 980 in mobilità.
Il ministro dei Trasporti,
Maurizio Lupi, attende
per oggi alle 11 la risposta
dai rappresentanti dei
lavoratori: «Oltre non si
può andare: la prossima
settimana sarà in Italia
l’amministratore
delegato di Etihad, il
vettore arabo interessato
ad acquisire il 49% dell’ex
compagnia di bandiera, e
noi abbiamo il dovere di
dire sì o no».
di Francesco Verderami
Riforme
GLI ESUBERI
DIMEZZATI
E L’ULTIMATUM
PER ALITALIA
di ANTONELLA
BACCARO
Settegiorni
ALLE PAGINE 2 E 3 Ferrarella, Labate, Sarzanini
Il governo
«Non cedo alle pressioni internazionali». Quattro giorni di bombardamenti, un migliaio di
obiettivi colpiti nella Striscia di Gaza, oltre cento i
morti. Il premier Benjamin Netanyahu va avanti.
Il presidente americano
Barack Obama offre i suoi
diplomatici per un tentativo di mediazione. Ma
con molta cautela. Le parole di Netanyahu, gli avvertimenti dei negoziatori
egiziani («né Israele né
Hamas per ora ci ascoltano») lasciano intendere
che potrebbe essere presto per una trattativa che
porti al cessate il fuoco.
Hamas minaccia e il primo ministro israeliano ripete che tutte le opzioni
sono aperte, anche l’invasione via terra.
ALLE PAGINE 12 E 13 Valentino
Una lettera a Juncker: nel prossimo governo devono esserci dieci (o più) donne
La battaglia delle 9 commissarie Ue
di LUIGI OFFEDDU
U
na richiesta e un motto: «Dieci o
di più». A rilanciarlo sono le signore che siedono nella Commissione europea: nove in tutto, in mezzo a
19 colleghi maschi. Chiedono che le
eredi del loro mandato siano, appunto, «dieci o più». È ora, sostengono,
che le «quote rosa» nell’Unione Europea diventino una realtà sostanziosa
anche ai vertici delle sue istituzioni.
Per questo hanno scritto una lettera a
Jean-Claude Juncker, presidente designato della stessa Commissione.
A PAGINA 11
Cessione a Whirlpool
Intesa per il 2014
Indesit americana
Se il Paese
perde il controllo
delle sue imprese
Siglato l’accordo:
una tantum
di 260 euro
ai dipendenti Fiat
di DARIO DI VICO
di RAFFAELLA POLATO
ALLE PAGINE 32 E 33 Bocconi e Savelli
A PAGINA 35
Il ministro Lapid
«Ma la tregua
è un’opzione»
di DAVIDE FRATTINI
❜❜
ANSA / EPA / ABIR SULTAN
dati recenti sulla produzione industriale
italiana indicano un
nuovo rallentamento
dell’economia. Ancora
più preoccupante è il fatto che anche in Germania
i dati degli ultimi tre mesi suggeriscono che il Paese motore dell’Europa
stia subendo un rallentamento, almeno dal mese
di marzo. Questo vuol dire che l’attività economica per l’area dell’euro nel
2014 si attesterà probabilmente al di sotto delle
previsioni istituzionali:
ancora una volta, nonostante le stime del Prodotto interno lordo (Pil)
tedesco nel primo trimestre fossero state solidamente positive e avessero
fatto pensare a una divergenza tra Europa forte e
Europa periferica, si conferma che le economie
dei Paesi dell’Unione si
muovono insieme: le debolezze degli uni diventano le debolezze degli
altri.
In questa cornice, e
con alcuni Paesi dell’area
fortemente indebitati, il
mercato sta dando i primi segni di nervosismo.
Certo non siamo più nel
2011, le istituzioni europee hanno fatto grandi
passi avanti e si sono date
maggiori strumenti per
domare la prospettiva di
una possibile implosione
della moneta unica. Tuttavia, la situazione è ancora incerta e l’architettura della governance
dell’eurozona resta ben
lontana da essere completa e capace di metterci
al riparo da nuove crisi.
Non bisogna perdere
tempo.
L’Italia — in quanto
uno dei maggiori Paesi
debitori della zona, con
una crescita che da vent’anni è stata più bassa
della media e dal 2011
persistentemente negativa — è ancora fragile.
Il nostro governo nelle
settimane scorse ha lan-
FACEBOOK
I
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
Servizio Clienti - Tel 02 63797510
mail: [email protected]
Fondato nel 1876
Oggi
9 771120 498008
In Italia (con “Io Donna”) EURO 1,90
www.corriere.it
italia: 51575551575557
«L
a tregua è un’opzione». Lo
dice il ministro Yair Lapid,
rappresentante dell’ala moderata di
quel governo di guerra guidato dal
premier Netanyahu che è in consiglio permanente. «L’aeroporto? È
sicuro. E non escludo un cessate il
fuoco attraverso i mediatori».
ALLE PAGINE 12 E 13
2
Primo Piano
Politica e giustizia Il caso
L’appello per il caso Ruby
L’accusa: 7 anni a Berlusconi
sentenza severa ma giusta
La Procura generale chiede di confermare la pena
L’avvocato Coppi: difeso bene un verdetto indifendibile
Gli scenari
L’ipotesi
del carcere
solo dopo
il terzo grado
MILANO — È tutto
talmente prematuro, visto
che devono ancora essere
emesse possibili
assoluzioni o condanne in
Appello e Cassazione, che
è solo un esercizio teorico
chiedersi allo stato cosa
possa accadere a Silvio
Berlusconi nel caso in cui
la proposta ieri del pg
Piero de Petris (conferma
dei 7 anni in primo grado)
dovesse diventare realtà di
sentenza sia in secondo
grado sia poi in
Cassazione. Una eventuale
condanna in Appello,
pronunciata il 18 luglio,
vedrebbe infatti le
motivazioni depositate
dopo almeno tre mesi (in
realtà anche di più, visto
che in mezzo ci sarà la
sospensione feriale
estiva). Inoltre qui non c’è
(come invece ci fu nel
processo Mediaset) un
rischio di imminente
prescrizione del reato:
quindi è immaginabile
che il giudizio di
Cassazione sia fissato nei
termini medi, che sia
aggirano tra i 7/9 mesi.
Ragionevolmente,
dunque, una eventuale
condanna diventerebbe
definitiva non prima della
prossima estate 2015,
epoca per la quale
Berlusconi avrà già finito
di scontare in affidamento
ai servizi sociali l’anno di
pena residua per la frode
fiscale sui diritti tv
Mediaset (sino al 2002)
costatagli 4 anni. Gli altri 3
anni, infatti, gli sono stati
cancellati dall’indulto del
2006: ma, nel caso di
condanna per reati
successivi (come appunto
il caso Ruby che è del
2010), ecco che i 3 anni
abbonatigli in Mediaset
rivivrebbero e si
sommerebbero ai 7 per
Ruby. E il totale di 10 anni
impedirebbe a Berlusconi
un nuovo affidamento ai
servizi sociali, avviandolo
per forza o al carcere o (ma
solo per motivi di salute)
alla detenzione in casa.
L. Fer.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
MILANO — «I funzionari
della questura di Milano destinatari la notte del 27 maggio
2010 delle sollecitazioni di Silvio Berlusconi furono consapevoli in tempo quasi reale, tra la
telefonata delle 23.53 e quella
delle 23.57, che era falso che la
minorenne marocchina Karima “Ruby” El Mahroug fosse
parente del presidente egiziano
Mubarak», e proprio in questo
sta la chiave «dell’abuso di qualità del contatto telefonico con
il quale il presidente del Consiglio chiese ai poliziotti di affidare la minorenne a una persona di sua fiducia indicata nella
consigliera regionale Nicole
Minetti». È per questo abuso
«costrittivo» (concussione per
costrizione, costata 7 anni in
primo grado a Berlusconi insieme alla prostituzione minorile), e non abuso «induttivo»
(concussione per induzione,
sempre punita ma meno severamente con la modifica normativa del 2012 della legge Severino), che il sostituto procuratore generale Piero de Petris
ieri ha chiesto la conferma della
condanna di primo grado ai
giudici d’Appello Tranfa-Lo
Curto-Puccinelli: che decideranno il 18 luglio dopo aver
ascoltato il 15 le arringhe dei
difensori Franco Coppi e Filippo Dinacci, secondo i quali
quella del pg ieri «è stata una
bellissima difesa di una sentenza indifendibile».
Per il pg, infatti, «una volta
immediatamente percepita la
falsità della parentela con Mubarak, peraltro prospettata da
Berlusconi come passibile di
un incidente diplomatico con
l’Egitto, la prestazione richiesta
da Berlusconi (affidare Ruby a
Minetti) è stata eseguita dai
poliziotti in esecuzione dell’ordine ricevuto, e non certo perché indotti dall’influenza della
storia dell’inesistente parentela» o da un generico «timore
reverenziale verso il premier».
Non solo: il fatto che «la disposizione impartita dal premier (neanche al questore, ma
a un funzionario di medio livello come il capo di gabinetto
della questura Pietro Ostuni)
fosse corredata da Berlusconi
con la manifesta preoccupazione di un incidente diplomatico», che ovviamente non poteva determinarsi non essendo la
ragazza parente di Mubarak e
nemmeno egiziana, per il pg è
stato un ulteriore carico da novanta calato dal premier «con
finalità rafforzative dell’ordine
impartito» ai poliziotti.
Proprio in questa doppia
«inesistenza fattuale», inesistenza della parentela e del relativo pericolo di incidente di-
plomatico tra Italia e Egitto, «i
poliziotti hanno subito colto la
rilevanza della portata di intimidazione volta a soddisfare
un interesse non istituzionale
del premier, un abuso di dimensioni colossali». Abuso inteso come «il mezzo attraverso
il quale ottiene la prestazione
indebita» del rilascio della ragazza in contrasto con le disposizioni date alla polizia dal pm
minorile di turno Annamaria
Fiorillo. Abuso con il quale l’allora «presidente del Consiglio
si è dimostrato ben consapevole della minore età» di Ruby e
«ha strumentalmente adoperato la propria carica istituzionale
per evitare, tramite l’indebito
rilascio della minorenne, possibili conseguenze per lui pregiudizievoli»: come ad esempio
che la ragazza si lasciasse andare in questura a confidenze sulle notti di prostituzione ad Arcore, tanto più che quel 27
maggio «era ancora vicina la
data di uno degli ultimi pernottamenti della minorenne Ruby
Il calendario
Le arringhe dei difensori
previste per martedì
prossimo, il 18 luglio
attesa la sentenza
64
7,3
Processi
e indagini
sull’ex
Cavaliere
i giorni trascorsi dall’inizio
dei servizi sociali da parte
di Silvio Berlusconi: il leader
di Forza Italia ha iniziato ad
occuparsi degli anziani
malati di Alzheimer ospitati
dalla Fondazione Sacra
Famiglia di Cesano Boscone
lo scorso 9 maggio. Con
l’assistenza prestata ieri, la
decima, all’ex Cavaliere
mancano ora 37 giornate
milioni di euro è l’entità
della frode fiscale contestata
a Berlusconi nel processo
Mediaset. Nelle motivazioni
della Suprema corte si legge
che l’ex Cavaliere è ritenuto
«ideatore del meccanismo del
giro dei diritti che a distanza
di anni continuava a produrre
effetti (illeciti) di riduzione
fiscale per le aziende a lui
facenti capo in vario modo»
ad Arcore il primo maggio».
Il pg — in una requisitoria
asciutta e pignola, il cui antico
pudore purga anche le parolacce nelle intercettazioni e ad
esempio traduce in «fondoschiena» un riferimento preciso di Ruby — riassume dunque
la situazione mentale prima del
capo di gabinetto Ostuni, chiamato nella notte da un Berlu-
Il vocabolario
Il pg, attento a non citare
le parolacce delle
intercettazioni, ha usato la
parola «fondoschiena»
Ruby, la condanna in primo grado
e l’attesa per la sentenza d’appello
Il 24 giugno 2013 Berlusconi è condannato a 7
anni in primo grado, con interdizione perpetua
dai pubblici uffici, per favoreggiamento alla
prostituzione minorile e concussione
nell’inchiesta Ruby condotta da Ilda Boccassini
(foto). Il 18 luglio è attesa la sentenza di appello
1
sconi avvertito a Parigi dall’allerta di una prostituta brasiliana coinquilina della minorenne, e poi della funzionaria
Giorgia Iafrate, martellata dalle
telefonate di Ostuni per accelerare la procedura e l’esito pretesi dal premier. In quel vortice di
telefonate, per i poliziotti «è
falsa la parentela rappresentata, è falso l’incidente diplomatico paventato, quindi è certa
l’impellenza del motivo per il
quale il premier al telefono non
si sta limitando a chiedere informazioni», ma premette che
c’è un problema, si raccomanda
che la minorenne venga affidata a Minetti, e conclude con un
ci sentiamo a breve che «vuole
sincerarsi dell’esecuzione dell’ordine e ha portata di rafforzamento di un ordine illegittimo» ai poliziotti.
Sui 7 anni di pena, il pg de
Petris trova che sia «innegabile» la «severità del trattamento
sanzionatorio» in primo grado,
ma la giudica «adeguata», ravvisando che «non vi siano elementi positivamente apprezzabili per le attenuanti generiche:
non il complessivo comportamento dell’imputato, non i pregressi fatti di reato (frode fiscale sui diritti tv Mediaset, ndr)
oggetto di sentenza definitiva».
Luigi Ferrarella
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’inchiesta La richiesta di rinvio a giudizio per le feste con le ragazze nelle residenze estive dell’ex Cavaliere
E a Bari rischia un nuovo processo
«Quei regali a Tarantini per mentire»
ROMA — Quasi un milione di euro per convincerlo a mentire. Contanti, vacanze, affitti in case milionarie, avvocati: è questo il prezzo che
Silvio Berlusconi avrebbe pagato a
Gianpaolo Tarantini per indurlo a
non raccontare ai giudici che cosa
accadeva durante le feste organizzate
nelle sue residenze di Palazzo Grazioli e Villa Certosa. Cinque anni dopo le rivelazioni di Patrizia D’Addario, che per prima raccontò le notti
trascorse a casa dell’allora capo di
governo, i magistrati di Bari sollecitano il rinvio a giudizio dell’ex Cavaliere. Lo accusano di aver costretto
l’imprenditore a dire bugie grazie alla mediazione di Valter Lavitola, il
suo uomo ombra che si occupò dei
versamenti di denaro, ma anche di
«gestire» i contatti con lo stesso Tarantini e alla fine si sarebbe addirittura tenuto una parte dei soldi.
L’udienza di fronte al giudice è stata fissata per il 14 novembre. E in
quella sede i magistrati contesteranno a Berlusconi tre circostanze precise riguardo alla versione fornita da
Tarantini. In particolare di averlo
persuaso «a mentire negando, contrariamente al vero, che Berlusconi
avesse corrisposto a donne, appositamente reclutate da Tarantini per
partecipare a cene o incontri, compensi in cambio di prestazioni sessuali» e anche «a tacere, così rima-
nendo reticente, circa i reali incontri
dell’incontro svoltosi tra Berlusconi
e Tarantini a Palazzo Grazioli dopo la
mezzanotte del 13 novembre 2008» e
poi «a tacere, così rimanendo reticente, circa la reale portata dell’interessamento in favore di Tarantini da
parte di Berlusconi — all’epoca presidente del Consiglio dei ministri —
con riferimento a progetti di affari da
concretizzarsi mediante procedure
illegittime con i responsabili della
Protezione civile e con società com-
merciali facenti capo al gruppo
Finmeccanica». In cambio, oltre a
500 mila euro in contanti ma soprattutto versamenti di denaro per soddisfare ogni sua esigenza anche nel
periodo durante il quale era agli arresti domiciliari per spaccio di cocaina.
Era stata una relazione consegnata
dalla Guardia di Finanza ai magistrati nel settembre scorso a ricostruire
quali e quante bugie avesse raccontato l’imprenditore. Di fronte ai magistrati Tarantini aveva sempre ne-
A Palazzo Grazioli
I volti Patrizia D’Addario, 47 anni (a sinistra), nel 2008 partecipò alle
serate a Palazzo Grazioli dall’allora premier Berlusconi. Nel fascicolo dei
pm baresi, che sollecitano il rinvio a giudizio per il leader di FI, c’è anche il
rogito per l’acquisto di una casa a Roma regalata da Berlusconi a Sabina
Began, 40 anni, frequentatrice delle residenze dell’ex Cavaliere
gato di aver raccontato al premier
che quelle donne erano escort. Ma
l’esame delle intercettazioni telefoniche attivate nel 2008 aveva dimostrato l’esatto contrario. E infatti nella relazione i finanzieri scrivono:
«Dopo la cena del 16 ottobre 2008
Berlusconi chiama Tarantini e riferendosi alle ragazze che avevano trascorso la notte a Palazzo Grazioli tra
l’altro sottolineava "guarda che hanno tutto per pagarsi tutto da sole
queste qua eh" alludendo evidentemente al fatto che era stato dato loro
il necessario, motivo per cui Tarantini non doveva sentirsi obbligato a
corrispondere loro alcunché. Infatti
Tarantini affermava “sì ma stia tranquillo presidente non c’è problema”
e Berlusconi rispondeva: “E vabbé
ma perché hanno... sono foraggiatissime”».
L’incontro «dopo la mezzanotte»
fa invece riferimento agli affari che
Tarantini aveva chiesto a Berlusconi
di voler concludere. Le verifiche investigative hanno infatti accertato
che proprio in quel periodo le «pressioni» dell’imprenditore si erano intensificate tanto che «in una telefonata del 5 novembre 2008 con l’amico Salvatore Castellaneta, Tarantini
lo informa che Berlusconi la sera prima gli aveva confidato di aver lasciato la brochure informativa sul Gruppo Intini a Bertolaso», all’epoca capo
della Protezione civile. E nella loro
informativa i finanzieri sottolineano
come «il disegno di far intervenire
Berlusconi sull’allora presidente di
Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini prendeva forma il pomeriggio del 5 dicembre 2008 quando Berlusconi riferiva a Tarantini di aver
fissato un appuntamento per il martedì successivo».
Tarantini non sarebbe stato l’unico a ottenere soldi e i favori in cambio del silenzio. Nel fascicolo è stato
inserito anche il rogito per l’acquisto
di un appartamento a Roma regalato
da Berlusconi a Sabina Began, l’«ape
L’accusa
Per i pm avrebbe versato quasi
un milione di euro per indurlo
a non raccontare quanto
accadeva in quelle serate
regina» accusata a Bari insieme con
Tarantini di induzione alla prostituzione per aver portato alcune donne
alle feste. La casa risulta comprata
nell’estate del 2011, proprio nello
stesso periodo in cui l’imprenditore
Gianpaolo Tarantini e il faccendiere
Valter Lavitola venivano arrestati per
ordine dei giudici di Napoli con l’accusa di aver ricattato il premier. E poco prima che quell’inchiesta fosse
trasferita a Bari dove adesso è arrivata al capitolo finale.
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Un nuovo filone d’inchiesta
con l’accusa di aver corrotto i testimoni
Silvio Berlusconi e i suoi difensori, Niccolò Ghedini
e Piero Longo, vengono indagati nel gennaio 2014
a Milano con altre 42 persone in un nuovo filone
d’inchiesta nel caso di Karima El Mahroug (foto).
Per l’ex presidente del Consiglio l’accusa è di aver
corrotto i testimoni del processo di primo grado
2
Primo Piano
italia: 51575551575557
L’indagine della Procura di Bari:
feste nelle residenze dell’ex premier
La Procura di Bari ha chiesto ieri il rinvio a
giudizio per Berlusconi e Valter Lavitola. Il leader
di Forza Italia è accusato di aver pagato, tramite
Lavitola, Gianpaolo Tarantini (foto) affinché non
raccontasse ai giudici cosa accadeva durante le
feste organizzate nelle residenze dell’ex premier
3
A Napoli in corso il processo
sulla compravendita di senatori
4
Silvio Berlusconi è indagato per corruzione e
finanziamento illecito ai partiti a Napoli. L’accusa è
di aver corrotto nel 2006 il senatore dell’Italia dei
Valori Sergio De Gregorio (foto) perché passasse
tra le file del Pdl. Il processo di primo grado è in
corso, la prescrizione scatterà nell’ottobre 2015
3
Mediaset, la sentenza definitiva
e l’affidamento ai servizi sociali
Il primo agosto 2013 la corte di Cassazione
presieduta dal giudice Antonio Esposito (foto) ha
confermato in via definitiva la condanna per frode
fiscale a 4 anni (di cui tre coperti da indulto). Silvio
Berlusconi sta scontando la pena prestando
servizio in una comunità per anziani ammalati
5
Il retroscena Per l’ex premier sono le «solite menzogne»: vogliono mandarmi in galera, sai che novità
L’amarezza del leader. «Non avrò la grazia»
Per ora nessun contrattacco diretto ai giudici. «Resterò fedele alla linea politica»
ROMA — «Le solite menzogne.
Una richiesta che si basa su menzogne». E questo è per i sette anni richiesti dal procuratore generale per
il processo Ruby, che andrà a sentenza tra pochi giorni. Quanto al rinvio a giudizio nel processo di Bari,
invece, «purtroppo tutto come previsto, sarebbe stato strano il contrario. Vogliono mandarmi in galera,
sai che novità...».
Sembrano le solite frasi. La solita
reazione. Il solito antipasto della solita chiamata alle armi contro la magistratura. E invece, quando arriva la
doccia gelata dell’uno-due da Milano e da Bari, il Silvio Berlusconi
chiuso ad Arcore insieme a Francesca Pascale e ad alcuni familiari non
sembra nemmeno il leader politico
che per vent’anni ha duellato con la
magistratura.
Il primo a sperimentarlo è Giovanni Toti, che riesce a mettersi in
contatto con lui a metà pomeriggio,
quando le ultimissime su Ruby e il
rinvio a giudizio di Bari hanno già
fatto il giro d’Italia. «Presidente,
adesso preparo un tweet da far riprendere dalle agenzie di stampa per
dire che la requisitoria del pg fa acqua da tutte le parti...», incalza il
consigliere politico. E il presidente,
quasi serafico: «Giovanni, a me non
cambia nulla. Se ti va di farlo, fallo.
Ma tanto, per quello che serve...».
Che Toti decida alla fine di farla, la
dichiarazione sul pg di Milano
(«Una requisitoria tenuta insieme
con lo scotch: solo teorie, nessun
fatto provato. Un copione già visto.
La legge non è uguale per tutti») o
che analoghe prese di posizione arrivino da altrettanti dirigenti di Forza Italia, è quasi secondario. L’aspetto principale dell’ennesimo pomeriggio di passione a Villa San Martino è che il padrone di casa, a
differenza di altre volte, non ha (almeno per il momento) in testa nessun tipo di controffensiva. Al contrario, come s’è lasciato sfuggire ieri
in una conversazione privata, la posizione di Berlusconi rimane ferma:
«Figuratevi se non sono preoccupato di una condanna nel processo di
Milano. Chi non lo sarebbe? Però», è
stata la sua riflessione a voce alta,
«qualsiasi cosa succeda, ero e resto
un leader politico responsabile. Di
conseguenza, per quanto riguarda il
patto con Renzi sulle riforme, non
cambierà nulla. Manterrò la parola
data. Succeda quel che succeda».
Già, ma cosa potrebbe succedere?
Quale potrebbe essere la condizione
di Berlusconi da qui alla fine dell’anno? L’ex presidente del Consiglio,
che continua a professare la sua in-
nocenza, teme soprattutto una cosa.
E quella cosa sono gli arresti domiciliari. Ha paura che, in caso di condanna in secondo grado nel processo Ruby, i tempi della Cassazione siano molto più stretti del previsto. E
che quindi, visto che l’affido ai servizi sociali non sarebbe del tutto alle
spalle, le ore trascorse a Cesano Boscone possano trasformarsi in un
provvedimento di custodia cautelare. Non in carcere, ovviamente. Ma a
casa, quello sì. Sarebbe il de profundis del poco di agibilità politica che
gli rimane.
E la strada della grazia, che negli
ultimi giorni è stata ventilata anche
Il tweet di Toti
Il consigliere politico annuncia
un tweet contro il pg. Lui,
serafico: «A me non cambia
nulla. Se ti va di farlo, fallo»
I patti sul Colle
Adesso la preoccupazione
nel partito è che anche il
leader pd mantenga i patti:
sull’Italicum, e sul Colle
da qualche esponente a lui vicino, tipo Paolo Romani? Su questo, nella
testa del Cavaliere, c’è un’amara certezza: «In questo momento, quella
strada non è percorribile. Con Napolitano al Colle, la grazia per me non
arriverà mai».
Eppure, a dispetto di presagi che
sono più oscuri che in una tragedia
di Eschilo, Berlusconi pare intenzionato a tener fede all’ultima versione
del «leader istituzionale» che ha disegnato su di se dopo il patto siglato
con Renzi al Nazareno. Ha già convinto molti senatori della «fronda» a
votare «sì» in Aula alla riforma del
Senato. E probabilmente, al prossimo confronto che avrà coi suoi parlamentari la settimana prossima,
continuerà a recitare il canovaccio
dell’«abbiamo fatto una promessa a
Renzi e agli italiani e questa promessa dobbiamo mantenerla».
Partita chiusa? Tutt’altro. «Adesso
siamo come in una macchina che ha
il navigatore rotto», ragiona Gio-
vanni Toti. «Se non sappiamo quello
che succederà il 18 al tribunale di
Milano, meglio rimanere fermi», aggiunge il consigliere politico dell’ex
premier. E poi, è l’analisi di Romani,
che giovedì ha condotto in porto la
trattativa con la Boschi da un lato e i
forzisti recalcitranti dall’altro,
«adesso dobbiamo fare in modo che
Renzi mantenga i patti come abbiamo fatto noi fino a oggi».
Tra i patti c’è soprattutto l’Italicum, ovviamente. Ma, per il futuro
di Berlusconi, è evidente che il
«principale patto che dovremmo siglare col Pd — si ragiona nella cerchia ristretta di FI — riguarderà
l’elezione del capo dello Stato che
prenderà il posto di Napolitano».
Perché, condanna o non condanna,
è quello l’appuntamento politico
cruciale per la sorte dell’ex Cavaliere.
E a quello, condanna o non condanna, è meglio arrivarci senza strappi.
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
Primo Piano
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
#
Il governo Il negoziato
La compagnia
✒
Decreti attuativi,
la scelta
della «moral
suasion»
di ANTONELLA BACCARO
2.251 980 250
Gli esuberi complessivi
Di questi 541 sono addetti
all’handling, 338 alla
manutenzione, 149 i piloti
Dipendenti verso la mobilità
Utilizzeranno il nuovo
contratto di ricollocamento
previsto dalla legge di Stabilità
D
Gli assistenti di volo
per cui è prevista la
permanenza in azienda
con contratti di solidarietà
Alitalia, esuberi dimezzati a quota 980
Ricollocamento o contratti di solidarietà per 1.271 dipendenti, gli altri in mobilità
Lupi: aspettiamo una risposta entro oggi alle undici. Il sì del sindacato piloti
ROMA — Mille e 271 lavoratori «salvi» e 980 in mobilità. È
questa l’ultima offerta del governo al tavolo della trattativa
su Alitalia. Per oggi, entro le 11,
il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, attende la risposta
dei sindacati: «Oltre non si può
andare: la prossima settimana
sarà qui l’ad della compagnia
Etihad (il vettore arabo interessato a acquisire il 49% di Alitalia, ndr) e noi abbiamo il dovere
di dire sì o no».
Ma qual è nel dettaglio l’offerta del governo illustrata ieri
pomeriggio da Lupi e dal collega del Lavoro, Giuliano Poletti?
Dei 2.251 esuberi del piano industriale, ha riferito Lupi, 980
andranno in mobilità con l’80%
dello stipendio per quattro anni, staccandosi definitivamente
dall’azienda e utilizzando, per
la prima volta, il nuovo «con-
Giuliano Poletti, Maurizio Lupi e Gabriele Del Torchio
tratto di ricollocamento» introdotto dalla legge di Stabilità,
per il quale, ha detto Poletti,
«mi sembra, c’è già uno stanziamento di 15 milioni per la fase sperimentale». È lo stesso
ministro a spiegare il meccanismo: «Questo strumento — ha
detto — consente a chi è in mobilità di fare un accordo con le
agenzie del lavoro, in questo
caso del Lazio, con il supporto
di una unità di missione alla
quale partecipano i ministeri
interessati, in questo caso del
Lavoro e delle Infrastrutture e
Trasporti, la Regione in collaborazione con l’Enac». Ma attenzione: «Non è una garanzia,
ma un contratto di servizio che
prevede obblighi per i lavoratori, per l’agenzia e le istituzioni e
rappresenta l’anticipazione
delle politiche attive del lavoro
che si fa fatica a far passare». In-
somma, «si organizza un contratto individuale per costruire
un corso di ricollocamento».
Per 250 assistenti di volo è
invece prevista la permanenza
in azienda con contratti di solidarietà o rotazione. I restanti
1.021 lavoratori dovrebbero essere ricollocati in altre aziende
che gravitano nell’area di Alitalia: si parla della società che fa
manutenzione Atitech, dell’aeroporto di Fiumicino (ma la società di gestione Adr ha negato
ogni coinvolgimento), mentre
al momento nella lista non figura Poste Italiane, azionista di
Alitalia, perché con la procedura in corso dell’Ue sugli aiuti di
Stato sarebbe una mossa controproducente.
«Quello di questi giorni —
ha dichiarato Lupi — è stato un
buon lavoro: ora siamo al rush
finale». Ma per arrivarci manca
il consenso dei sindacati: ieri
quando i ministri hanno lasciato il tavolo ai tecnici delle rispettive parti, una parte dei sindacati era ancora sulle proprie
posizioni, cioè non era d’accordo a mettere i 980 lavoratori in
esubero in mobilità, reclamando per essi uno strumento temporaneo, come la cassa integrazione. Secondo questi sindacati, i 980 dovrebbero rimanere
nella holding, cioè la vecchia
Alitalia-Cai che controllerebbe
la newco il cui 49% verrebbe acquistato dagli arabi. In questo
modo potrebbero rientrare in
azienda in caso di sviluppo della stessa. A ieri sera i sindacati
del volo Anpac, Anpav e Avia
invece si dicevano soddisfatti
della proposta del governo.
A. Bac.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La riforma Madia: per la pubblica amministrazione è una rivoluzione copernicana
Uffici, arriva il codice unico
per i documenti pubblici
Addio alle carriere automatiche dei manager
ROMA — Basta lunghe ore in fila per
ottenere un certificato o un permesso.
Sarà la Pubblica amministrazione a andare a casa dei cittadini. Dal 2015 gli italiani si confronteranno via web con Comuni, Regioni e ministeri dotati semplicemente di un codice, un pin personale. A rappresentare il terminale unico
dello Stato sul territorio ci sarà un «ufficio unico del governo», guidato da un
prefetto. È questa la «rivoluzione copernicana» della Pubblica amministrazione, illustrata ieri da Maria Anna Madia,
ministro per la Semplificazione e la
Pubblica amministrazione, che ha presentato il disegno di legge delega per la
riorganizzazione degli uffici pubblici.
Le norme, approvate giovedì in consiglio dei ministri, dopo un mese di gestazione («per fortuna è durata meno di
quella dei miei figli» commenta sorridendo il ministro), approderanno la
prossima settimana in Parlamento.
L’esame però inizierà solo a settembre,
visto che alla Camera si sta convertendo
il decreto.
«Non ci possono essere tanti uffici
pubblici in luoghi diversi che finiscono
per dare risposte contraddittorie —sottolinea il ministro —e pensiamo sia importante ci sia un unico luogo dove il
cittadino sa di potere andare». In quest’ottica, visto che «le sedi della Pubblica amministrazione sono troppe», ci saranno come punti di riferimento le prefetture, ma «saranno meno delle attuali
— avverte — e non confermo il numero
di 40, perché stiamo superando le dimensione provinciale, come prevede la
legge Delrio».
Il secondo capitolo della riforma riguarda i dirigenti con l’introduzione di
un «ruolo unico interministeriale» cui
la Pa. attingerà per scegliere le figure
apicali, i cui contratti saranno triennali:
«Bisogna uscire dalla logica che un diri-
Le Prefetture
Le Prefetture saranno
gli uffici unici di riferimento
sul territorio per i cittadini.
Il silenzio assenso per
accelerare i provvedimenti
gente sia dipendente di questo o quel
ministero — dice il ministro Madia —:
si è tutti dirigenti dello Stato, anzi della
Repubblica». La riforma prevede una
maggiore mobilità delle carriere che
non saranno più automatiche, ma basate sul merito. Una banca-dati conterrà i
curricula, il profilo professionale e le
valutazioni ottenute nei diversi incarichi ricoperti. «E premesso che non ci saranno esuberi — spiega Madia —, bisogna rivedere il rapporto tra dirigenti e
dipendenti che oggi in termini numerici è squilibrato. E attraverso i concorsi
annuali ci saranno più qualifiche basse».
Il disegno di legge delega scioglie in
parte il delicato nodo delle centinaia di
decreti attuativi ancora nel limbo: «Introduciamo il concetto del “silenzio assenso” — spiega il ministro — per cui
l’amministrazione proponente invia alla concertante un provvedimento e se
entro 30 giorni il ministero non risponde si considera assenso». E se tra due
ministeri c’è una divergenza di vedute, è
la presidenza del Consiglio a decidere
come deve essere scritto il provvedi-
Le regole
Dirigenti e concorsi
La riforma del ministro
Madia (foto sotto)
prevede il «ruolo
unico» dei dirigenti. Il
contratto durerà 3 anni.
Una banca dati conterrà
curriculum e profilo
Basta un click
Nel 2015 inizierà a
funzionare un «Pin», un
codice di accesso per i
cittadini che lo
chiederanno:
permetterà di avere a
casa, tramite un
computer, tutti i servizi
della Pa. Alla fine della
legislatura il progetto
ribalterà il rapporto
cittadini-Pa
mento. Comunque un’amministrazione
non può bloccarne un’altra.
Madia ha poi espresso la propria posizione in merito al blocco della contrattazione economica dei dipendenti pubblici: «Un’ingiustizia portata dalla crisi
che si somma a tante altre ingiustizie»,
come quella che riguarda gli esodati e i
precari. Dunque non sarà possibile
sbloccare la parte economica dei contratti ma solo quella normativa. Intanto
in Parlamento il decreto è stato sommerso da un migliaio di emendamenti. Madia
precisa che è
«aperta a proposte migliorative».
Ma per quanto riguarda il trattenimento in servizio
dei magistrati, «il
punto di equilibrio trovato (deroga fino al 2015)
non è da cambiare, perché garantisce la continuità del
lavoro degli uffici giudiziari».
Ieri il presidente del Consiglio Matteo
Renzi ha incontrato a palazzo Chigi il
ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. L’incontro è stato
definito di routine, ma non è escluso
che a breve il premier prepari qualche
uscita importante in tema di economia
per rassicurare circa la tenuta dei conti
pubblici e il cammino delle riforme.
Francesco Di Frischia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ecreti attuativi, capitolo
terzo. Nella vicenda che ha
visto il governo Renzi
impegnato a affrontare un
problema importante che gli
esecutivi precedenti avevano
lasciato irrisolto, la mancata
attuazione dei provvedimenti
legislativi per omessa
emanazione dei decreti attuativi
da parte dei ministeri, siamo
arrivati a una soluzione che
speriamo funzioni. Come si
ricorderà, Renzi a aprile aveva
inserito tra i 44 punti della
riforma della Pubblica
amministrazione l’emanazione
di «leggi autoapplicative » e
«decreti attuativi, da emanare
entro tempi certi, solo se
strettamente necessari» ma
anche «l’abolizione del concerto
e dei pareri tra ministeri». Una
vera rivoluzione, la cui
applicazione avrebbe reso più
credibile anche il programma di
riforme del governo, la cui
implementazione sarebbe
apparsa più probabile.
Nella prima bozza del decreto
sulla pubblica amministrazione,
quella entrata il 13 giugno in
consiglio dei ministri, i due
punti erano stati trasformati in
altrettante norme: la prima
assegnava a palazzo Chigi un
potere sostitutivo nei confronti
del ministero che avesse tardato
oltre ogni limite nell’emanare i
provvedimenti attuativi; la
seconda disciplinava gli atti di
concerto tra ministeri in modo
da far funzionare come silenzioassenso l’eventuale ritardo di
uno dei due, anche in questo
caso veniva dato a palazzo Chigi
un ultimativo potere
sostitutivo.
Il terzo capitolo della vicenda
segna due passi indietro: la
prima norma salta nel consiglio
dei ministri che vara il decreto
sulla pubblica amministrazione,
la seconda resiste nel medesimo
decreto, ma poi viene spostata,
come abbiamo appreso ieri, nel
disegno di legge delega, coi
relativi, più lunghi tempi di
attuazione. Nel frattempo Renzi
ha messo in pista il ministro
Maria Elena Boschi cui ha
affidato l’incarico di ricordare,
all’inizio di ogni consiglio dei
ministri, quanti provvedimenti
attuativi manchino ancora
all’appello, e di indicare quali
ministri siano responsabili del
ritardo. Insomma una sorta di
moral suasion che dovrebbe
indurre chi rallenta l’attuazione
delle leggi, a ingranare la marcia
e muoversi. Nulla a che vedere
con quel potere sostitutivo in
mano a palazzo Chigi che era
stato delineato in un primo
momento.
Renzi, giovedì scorso, in
conferenza stampa ha detto di
voler vedere se questa modalità
funzionerà. Dunque c’è da
attendersi che, se il meccanismo
individuato non servirà a
smaltire la mole di arretrato
accumulato dai governi Monti e
Letta e a mettere in pari il suo
governo, qualcosa di nuovo
s’inventerà. Non resta che
aspettare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
5
#
D’ARCO
Il rapporto
+0,3%
previsioni sul tasso
di crescita del Pil
2014 aggiornate
a oggi
COME CRESCERÀ
LA DOMANDA INTERNA
LE PROSPETTIVE
PER IL 2014
(punti percentuali)
(punti percentuali)
1,1
1,0
0,9
0,6
+0,3
Pil
0,5
0,1
2015
-1,8
Prodotto
interno lordo
-2,2
Consumi
nazionali
+0,2
Consumi
-0,5
tasso di crescita del Pil
nel 2014 secondo
il rapporto Prometeia
di aprile
2014
Investimenti -4,6
fissi lordi
-1,0
-1,5
-0,5
-0
Esportazioni
beni e servizi
-2,0
+2,7
Ridimensionate
le proiezioni 2014
Gli economisti di
Prometeia hanno rivisto
al ribasso le stime sulla
crescita del Pil italiano. Lo
scorso aprile le attese
erano per un rialzo dello
0,7%, mentre le nuove
previsioni sono di appena
+0,3%. Il governo Renzi
ha invece stimato nel Def
una crescita dell' 0,8%
per l’anno in corso
La risalita in vista
solo nel 2015
Per l’anno prossimo le
previsioni di Prometeia
sono di una crescita del
Pil pari all’1,2% —
inferiore all’1,5% —
stimato dal governo nel
Def. Di recente il Centro
Studi Confindustria ha
indicato per il 2015 una
stima di crescita
dell’1%
I segnali positivi
dell’economia reale
Secondo Prometeia non
vanno sottovalutati i
timidi segnali positivi
come lo +0,1% dei
consumi e l’aumento
dello 0,2% degli occupati,
anche se il ritorno sul
mercato del lavoro dei
«delusi» potrebbe
portare la disoccupazione
al tasso record del 13%
Redditi da lavoro dipendente
Redditi da lavoro autonomo
Spesa prezzi costanti
3,6
3,1
Importazioni
beni e servizi
-2,9
0,03
0,14
0,14
2,0
+2,2
2,3
0,9
1,74
1,66
0,0
2,7
2,9
0,9
1
1,0
0,60
investimenti
costruzioni
3,0
3,0
0,12
-2,5
-2,5
ENTRATE
0,06
0,21
0,20
1,1
0,9
0,3
-0,5
-1,0
-2,1
-2,0
0,38
0,48
2013 2014 2015 2016 2017
L’analisi
(punti percentuali)
2016
investimenti
macchinari,
mezzi di
trasporto
Garanzia
giovani,
fondi europei
per un miliardo
SPESA E REDDITO
DISPONIBILE DELLE FAMIGLIE
(deviazioni % e assolute dallo scenario di base)
2014
2013
1,5
0,0
+0,7%
EFFETTI DELLE MISURE
DI ESPANSIONE MONETARIA
INTRODOTTE DALLA BCE
-2,6
2013
2014
2015
2016
2017
Le previsioni Il calo del ciclo internazionale e l’attesa per l’effetto Bce
«La ripresa italiana è lenta»
Prometeia taglia le stime
Il Pil salirà solo dello 0,3%
Onofri: ma nel 2015 il tasso tornerà all’1,2%
MILANO — Le luci: abbiamo «smesso di affondare». Le ombre: «La risalita
è lenta», più del previsto, «e ostacolata
dal peso del debito pubblico e dalla necessità di ricapitalizzazione del sistema
bancario». La sintesi dell’economia italiana radiografata da Prometeia sta qui,
in queste due immagini evocate dal
rapporto trimestrale di previsione (il
secondo dell’anno) presentato ieri dall’istituto di ricerca. A sostegno ci sono
naturalmente le cifre. E sono quelle a far
prevalere, alla fine, le ombre sulle luci.
Almeno per il 2014.
La ripresa, l’attesissima ripresa rimane in realtà — per ora — poco più che
un mini-rimbalzo. Né cambierà granché nei prossimi mesi, se è vero che anche gli economisti bolognesi tagliano
drasticamente le stime sulla crescita. Il
precedente rapporto trimestrale, datato
aprile, prevedeva per il 2014 un + 0,7%.
Adesso dà il +0,3%. Meno della metà.
Le cause non sono tutte interne. Un
ruolo di fondo lo hanno giocato la forza
dell’euro e uno sviluppo del commercio
internazionale inferiore alle aspettative.
È in ogni caso, quello 0,3%, un’ennesima doccia fredda sulle speranze del Paese di essersi già lasciato alle spalle gli
effetti dei lunghissimi anni di crisi. Non
è così. Dovremo aspettare il 2015.
Neppure allora i numeri saranno da
fuochi d’artificio. La crescita sarà, sì,
più robusta (del resto non ci vuole molto), ma la stima di Prometeia non si
scosta dalle tendenze indicate da ogni
altra analisi sulle prospettive italiane. E
l’1,2% indicato non è certo, in sé, una
percentuale da boom ritrovato. O meglio: non lo sarebbe per una nazione
giovane e in espansione. Mentre noi —
ricorda il segretario di Prometeia Associazione, Paolo Onofri — «siamo una
Gli ostacoli
«Il freno? Il peso del debito
pubblico e la necessità di
ricapitalizzazione del sistema
bancario»
Risparmi
Padoan invia 13 mila email
per monitorare le spese dei cantieri
Il ministero dell’Economia prepara il monitoraggio delle opere pubbliche che
partirà il primo ottobre. Dagli uffici del dicastero stanno partendo in questi
giorni email a 13.000 destinatari, tra Pubbliche amministrazioni, società
concessionarie o titolari di interventi infrastrutturali, per avere informazioni
relative allo stato di avanzamento dei lavori, agli affidamenti, ai pagamenti
effettuati, agli indicatori fisici. L’obiettivo, si legge in una nota, « è ottenere un
quadro d’insieme finalizzato a una migliore allocazione delle risorse
finanziarie». Dopo il censimento iniziale seguiranno aggiornamenti trimestrali.
Lavoro
nazione che invecchia e che esce da due
recessioni». Quindi è nella relatività del
quadro che va letto quell’1,2%: «Un bel
tasso di crescita, anche rispetto agli anni pre-crisi. Un dato che sottoscriverei,
se qualcuno potesse garantirlo».
Nessuno è in grado di farlo, ovviamente. Ci sono però elementi oggettivi
che potranno aiutare. Se sull’economia
italiana dei primi sei mesi 2014 «si sono
addensate ombre che temporaneamente — e il “temporaneamente” Onofri lo
sottolinea — fanno temere, già lì gli
spunti di ripresa comunque si vedono»:
dal primo recupero, per quanto pallido
(+0,1%), dei consumi, al primo timidissimo rallentamento del trend di crescita
della disoccupazione (in maggio, con
gli occupati aumentati dello 0,2%: ma il
parallelo riaffacciarsi sul mercato del lavoro di quanti avevano «perso la speranza» potrebbe portare il tasso di disoccupazione a sfiorare il 13%, ennesimo record negativo).
Quant’è realistico, da queste basi,
scommettere su un 2015 in crescita dell’1,2%? Il segretario di Prometeia guarda, per cominciare, agli interventi della
Banca centrale europea: «Le misure decise da Mario Draghi, e penso sia ai tassi
d’interesse sia all’annuncio del potenziale finanziamento straordinario da
mille miliardi al sistema bancario, potrebbero alimentare un circolo virtuoso». E se questo vale per l’intera Europa,
l’Italia ha due possibili chance aggiuntive: «La stabilità politica e alcuni strumenti importanti che il governo sta
mettendo in campo». C’è chi in realtà
già ventila una manovra correttiva in
autunno? La convinzione di Onofri è assoluta: «No. No. Non la faremo. Riusciremo a rispettare i vincoli europei. E
non c’è motivo razionale di politica
economica».
La Commissione europea ieri
ha approvato il programma
operativo italiano di
«Garanzia Giovani», il
progetto che mobilita un
miliardo e mezzo per aiutare i
ragazzi e le ragazze fino a 29
anni a trovare lavoro. Il piano
è partito il primo maggio. Al
10 luglio il portale
www.garanziagiovani.gov.it
aveva poco meno di 70 mila
registrazioni. Altri 49 mila
giovani si sono iscritti
attraverso i portali delle
regioni. Risultato: in tutto i
ragazzi oggi coinvolti sono
119 mila. Ma il potenziale è
molto maggiore: solo nella
fascia di età tra 15 e 24 anni i
senza lavoro in Italia sono 680
mila. Il via libera della
Commissione Ue è un
passaggio fondamentale per
lo sblocco dei fondi assegnati
a Garanzia Giovani: in tutto
1,5 miliardi di euro di cui i
due terzi arriveranno proprio
da Bruxelles (11 milioni sono
già stati sbloccati). «Il
programma operativo italiano
è il secondo a essere
approvato dopo quello della
Francia che, come noi, aveva
deciso di presentare un
programma autonomo,
mentre quelli degli altri Paesi
saranno approvati tutti in
tempi successivi», ha fatto
notare Giuliano Poletti. Senza
nascondere una certa
soddisfazione: «Questa volta
l’Italia arriva tra i
primi». Ora il nodo è trovare
occasioni di lavoro da
proporre ai giovani che si
sono iscritti: il protocollo
della Garanzia prevede un
colloquio e una proposta di
occupazione o di formazione
entro quatto mesi
dall’iscrizione. Al momento,
però, i posti di lavoro
disponibili sono 5.312. La
maggioranza sono a termine
(oltre 4.000). Le proposte a
tempo indeterminato si
fermano a quota 529; 368 i
tirocini. I contratti di
apprendistato restano al palo
delle due cifre: 84 in tutto.
Rita Querzé
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Raffaella Polato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Debito pubblico Il rendimento sui titoli triennali al minimo storico dello 0,84%. L’emissione a 15 anni scende al 3,44%
Il Tesoro fa il pieno all’asta dei Btp, tassi ancora giù
ROMA — Le tensioni sui
mercati ieri si sono attenuate e in ogni caso non
hanno toccato le aste a medio e lungo termine del Tesoro, che ha collocato senza
alcuna difficoltà il massimo
dell’offerta: 7,5 miliardi tra
Btp a 3-7 e 15 anni. Il titolo a
scadenza triennale, assegnato per 3 miliardi, ha fatto addirittura registrare il
minimo storico dalla introduzione dell’euro del rendimento, sceso allo 0,84%. Il
vero successo però, a detta
degli operatori, è stato il
Btp a 15 anni, per la prima
volta all’asta dopo il lancio
mediante sindacato di coll o ca m e n to n e l m a g g i o
scorso: di fronte ad una domanda per 2,8 miliardi il
Tesoro ha assegnato l’importo massimo di 2 miliardi
ad un tasso pari a 3,44% (il
precedente a metà maggio
era stato pari a 3,57%). In
lievissimo rialzo infine il
rendimento di aggiudicazione del Btp a 7 anni al
2,17%, 5 punti base in più
del mese scorso. Il Tesoro
ha dunque chiuso la settimana di collocamenti dei
titoli pubblici (giovedì aveva registrato il tutto esaurito dell’offerta di Bot annuali), con soddisfazione, no-
L’andamento dello spread
300
250
nostante la ripresa delle
preoccupazioni sulla tenuta
dell’atteggiamento favorevole al nostro Paese degli
investitori internazionali.
Il nervosismo sui mercati, che giovedì aveva portato
ad un inasprimento degli
Differenziale
Btp/Bund tedesco
a 10 anni
IERI
169 punti
200
150
100
Settembre
2013
Novembre
Marzo
Maggio
2014
Luglio
D’ARCO
spread sul mercato secondario e al tonfo delle Borse
europee, Milano in testa, ieri, come si è detto si è placato. E ciò principalmente per
il ridimensionamento delle
preoccupazioni legate alle
difficoltà del più grande
gruppo bancario portoghese, Il Banco Espirito Santo:
il governo di Lisbona e la
Banca centrale del Portogallo hanno infatti rassicurato i mercati che non ci saranno ripercussioni a livello sistemico e la stessa banca ha tranquillizzato in
merito ai problemi della
sua controllante. Sul secondario, così, il differenziale
tra i rendimenti dei Btp decennali e dei Bund tedeschi
di uguale durata è tornato a
restringersi a 169 punti base dai 175 punti del giorno
prima, con il tasso del titolo
italiano al 2,89% mentre sono scesi i tassi su tutta la
curva delle scadenze. In calo anche gli spread dei Bonos spagnoli a 158 punti
per un tasso del decennale
al 2,77%. Il rendimento dei
Bund decennali è all’ 1,20%
e proprio ieri Standard &
Poor’s ha confermato alla
Germania il rating della tri-
La Germania
Standard & Poor’s ha
confermato alla
Germania il rating della
«tripla A», il voto più alto
pla A, il più alto possibile,
con una previsione di stabilità. L’agenzia internazionale di rating giudica infatti
l’economia tedesca «altamente diversificata e competitiva con una riconosciuta abilità ad assorbire
forti choc finanziari ed economici».
Anche le Borse hanno beneficiato del calo delle tensioni e hanno recuperato le
perdite del giorno prima,
peraltro frenate dall’apertura incerta di Wall Street in
una giornata priva delle indicazioni dei dati macroeconomici. Piazza Affari è
salita dello 0,62% a
20.614,86 punti, Francoforte ha guadagnato lo 0,07%,
come Londra, Parigi è salita
dello 0,35% e Madrid dello
0,05%.
Stefania Tamburello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Primo Piano
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Palazzo Chigi Le strategie
Al Quirinale
Napolitano
e l’incontro
con Filippetti
Il timore di Renzi
è l’economia
che non decolla
Un incontro mattutino
per discutere di cultura
e semestre europeo.
Ieri il presidente della
Repubblica Giorgio
Napolitano ha ricevuto
al Quirinale il ministro
della Cultura francese
Aurelie Filippetti e il
suo omologo italiano
Dario Franceschini. «In
Francia amiamo molto
Napolitano, ha una
dimensione europea
importantissima », ha
detto Filippetti (Ansa)
Il premier guarda più al Pil che al Senato
Sull’articolo 18 chiede a Poletti di attendere
nettamente favorito); la quinta potrebbe offrirgliela il referendum confermativo sulle riforme
istituzionali. Insomma, non ha tutti i torti Berlusconi a evocare il «fattore c.» per il capo democrat, il cui sogno è raggiungere l’obiettivo sfuggito al Cavaliere: conquistare il 51% dei consensi.
Se non fosse per quel tallone che rende Renzi
vulnerabile e che rischia di far saltare l’allineamento dei pianeti: l’economia non decolla, le
trattative in Europa sulla flessibilità nemmeno e
i margini di azione sono assai ristretti. In attesa
del numero magico sulla crescita, che darà un
segno alla legge di stabilità, il crescente nervosismo del premier si scarica nel
rapporto sempre più teso con le
Settegiorni strutture di via XX Settembre,
dove — ritiene — ci sia un manipolo di «sabotatori» che tra
di Francesco Verderami
«scioperi bianchi» e «obiezioni
formali», mette zeppe al suo
rebbe il referendum confermativo sulle riforme. piano. Il clima con i «burocrati» è così teso che
Anzi, Renzi si va sempre più convincendo che — raccontano — all’Economia stanno studiando
proprio il referendum sarebbe un’occasione e il provvedimento sulla Pubblica amministrazionon un problema, perché il voto popolare costi- ne, per capire se c’è davvero una norma con cui
tuirebbe l’atto fondativo della Terza Repubblica, palazzo Chigi vuole mettere un freno ai poteri di
di cui sarebbe il padre fondatore insieme a quan- quel dicastero. Con il ministro Padoan invece i
ti hanno collaborato all’intrapresa.
rapporti non sono conflittuali, e la riunione di
È da vedere se il processo arriverà a conclusio- ieri è servita anche per trovare un percorso che
ne, ma non c’è dubbio che la scorciatoia delle ur- escluda i rischi della manovra.
ne gli sarebbe preclusa, anche se in autunno fosMa è chiaro che tutto ciò non potrà bastare.
se varato il nuovo sistema di voto. L’Italicum infatti — per quanto possa essere ancora modificato — è stato pensato per una sola Camera, e
dunque — in caso di fine anticipata della legislatura — si andrebbe alle elezioni con il Consultelwww.hamiltonwatch.com
lum, lasciando inalterato il ruolo e la composizione del Senato, e costringendo soprattutto
Renzi alle larghe intese: non proprio un successo
per il leader democrat. C’è un motivo se il vice
segretario del Pd, Guerini, sostiene che «bisogna
far capire con maggiore chiarezza come non sia
nel nostro interesse andare al voto». No che non
c’è interesse, visto che il premier al momento è il
dominus della maggioranza e può contare persino sull’appeasement (e sugli endorsement) dell’opposizione berlusconiana.
Di più. La congiuntura astrale politicamente è
favorevole a Renzi nel rapporto con l’opinione
pubblica: finita infatti la prima luna di miele,
grazie al risultato delle Europee ha iniziato la seconda; la terza potrebbe cominciare dopo le Regionali d’autunno (dove il Pd parte favorito); la
quarta con le Regionali di primavera (dove il Pd è
SEGUE DALLA PRIMA
A impensierire il premier non sono le tensioni
sulle riforme istituzionali, che peraltro sono state finora a bassa intensità. Semmai l’enfasi usata
per commentare il passaggio del provvedimento
dalla Commissione all’Aula, è stata un modo per
coprire le difficoltà sui conti pubblici e allentare
la presa di quanti — quotidianamente — teorizzano la necessità di una manovra correttiva entro fine anno. È il numero magico del Pil a tormentarlo, non quello dei due terzi in Parlamento
sulla modifica del bicameralismo, con cui evite-
Il referendum
Se non otterrà
la maggioranza
qualificata sulle
riforme, non teme
affatto l’ipotesi
referendum
Le tensioni
Il leader sempre
più nervoso con
via XX Settembre,
dove ritiene
ci siano alcuni
«sabotatori»
Così, se la riforma della Costituzione serve al
premier per rendersi «credibile» agli occhi dei
partner comunitari, saranno le riforme sul Fisco
e sul mercato del lavoro le uniche a poter «cambiare verso» nel rapporto con Bruxelles. Alle viste c’è la «revisione» dell’articolo 18, tema che,
non a caso, Alfano — nell’intervista al Corriere
— ha inserito nell’agenda di governo del prossimo autunno. Se il leader del Nuovo centrodestra
ne ha parlato pubblicamente, autorevoli ministri
del Pd lo hanno fatto sottovoce, sottolineando
che «Renzi dopo l’estate dovrà usare la forza del
suo 40% per incidere con il bisturi».
E Renzi ne è consapevole, ce n’è traccia nell’ultimo colloquio riservato con il titolare del Welfare, «uno dei migliori ministri della mia squadra», secondo il capo del governo. A Poletti è stato tatticamente chiesto di rallentare l’iter del Jobs
act: «Non possiamo sommare problemi nel partito e aprire in questo momento un altro fronte.
Ora — ha spiegato il presidente del Consiglio —
ci sono le riforme istituzionali. Dopo l’estate ci
muoveremo», in modo da presentarsi pronti al
vertice europeo sul lavoro. Sarebbe davvero un
cambio di paradigma per il sistema, il definitivo
traghettamento della sinistra italiana, e anche —
come dice l’ex ministro del Lavoro Sacconi — «il
benchmark per Bruxelles».
Francesco Verderami
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forza Italia spende di più
I 5 Stelle risparmiano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INTO THE DREAM
KHAKI X-WIND
AUTOMATIC SWISS MADE
Limited Edition
di Massimo Franco
Un’Europa scettica
aspetta dall’Italia
riforme strutturali
È
stata presentata come una riunione di
routine, di quelle che si tengono periodicamente a Palazzo Chigi. E formalmente lo era. Ma il fatto che ieri Matteo
Renzi abbia teso a sottolineare l’ordinarietà del suo incontro col ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e col commissario alla
revisione della spesa, Carlo Cottarelli, segnala
l’intenzione di trasmettere un messaggio rassicurante: come se gli indicatori economici non
evocassero scenari preoccupanti rispetto ai progetti di ripresa. Si tratta di un equilibrio difficile.
Il governo deve dimostrare che non è concentrato solo sulle riforme istituzionali. Ma deve tenere
d’occhio le questioni economiche, senza però
dare l’impressione di essere allarmato.
D’altronde, per quanto messe in ombra dal dibattito sul nuovo Senato e sul sistema elettorale,
sarà l’economia a determinare la tenuta o la caduta della popolarità del presidente del Consiglio. Ma Renzi non ritiene che le cose vadano poi
così male: è convinto di poterle ancora governare
e volgerle a proprio favore a livello europeo. Il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio
Tajani, berlusconiano, non gli regala parole incoraggianti. «Temo ci possa essere una manovra
correttiva», afferma. «Ma mi auguro che, come
ha detto il governo, non accada». Si tratta di critiche e auguri che il partito di Silvio Berlusconi gli
scarica addosso a piene mani. L’accusa a Renzi è
di promettere molto e fare poco.
Il tentativo è di bilanciare la subalternità politica di FI con uno
scetticismo radicale
sulla politica economica. I berlusconiani bollano le riforme che pure voPremier
tano in Parlamento
fiducioso ma
col Pd come «riforTajani (Ue) evoca me chic quando invece l’Italia avrebbe
la manovra
bisogno di riforme
correttiva
shock», scrive il
bollettino del gruppo, Il Mattinale. E dunque semina molti dubbi
sulla possibilità che Renzi riesca a trascinare
l’Italia fuori dalla crisi. Ma, al di là di questa polemica non potrà andare.
L’asse istituzionale con Palazzo Chigi non è
destinato a spezzarsi: nemmeno in vista delle
prossime sentenze della magistratura nei confronti di Berlusconi. Il fuoco di sbarramento di FI
contro la Procura di Milano sul processo Ruby, la
marocchina minorenne che è costata il processo
all’ex premier, non è una novità. E probabilmente non modificherà gli orientamenti dei magistrati. Ma se anche arrivasse la condanna, è
ugualmente difficile che il capo di FI possa sfilarsi dal patto con Renzi: si isolerebbe ancora di più,
rischiando le elezioni e una probabile sconfitta.
I colloqui telefonici del premier con alcuni capi di governo europei arrivano dopo l’accordo
sulla riforma del Senato, in aula da martedì. E
mirano a sottolineare il consolidamento di Renzi
e il suo attivismo. Il semestre di presidenza italiana dell’Ue, però, rappresenta una vetrina strategica quanto insidiosa. Senza le riforme strutturali chieste dalla Commissione Ue e dalla Bce, al
governo sarà difficile trovare ascolto. Potenzialmente, il premier è uno dei leader più accreditati, dopo la vittoria alle Europee del 25 maggio.
Ma rischia di «avere sopravvalutato la sua posizione», ha scritto ieri il Wall Street Journal in
un’analisi agrodolce sull’Italia. Magari non è così, ma sono umori da non sottovalutare.
❜❜
Il bilancio della Camera online
Per la prima volta la Camera dei deputati ha
pubblicato online le voci del suo bilancio.
Una novità importante nel segno della
trasparenza, in particolare riguardo ai
rendiconti dei gruppi, finora avvolti dal
mistero. L’ammontare del «contributo unico
e onnicomprensivo» erogato ai gruppi
parlamentari per il 2014 è di 32 milioni di
euro. Una cifra che si prevede stabile anche
nel 2015 e nel 2016. Il contributo erogato è
di 11 milioni e 464 mila euro al Pd (che ha
un avanzo di 4 milioni dall’anno scorso)
sulla base di 293 deputati, al M5S (che finora
vi ha rinunciato) andranno 3.798.912 euro, a
Forza Italia (che registra un avanzo di soli
175 mila euro dal 2013) 3.710.204 euro, a Sel
1.444.859, a Ncd 151.883 euro, a Scelta civica
1.829.150 euro, alla Lega Nord 804.721 euro,
a Per l’Italia 59.000 euro, a Fratelli d’Italia
362.124 euro, al gruppo Misto 829.060 euro,
alle minoranze linguistiche 88.000 euro. In
tutto, il costo della Camera sarà di un
miliardo e 37 milioni di euro, con un
risparmio dell’1,68% rispetto 2013. Il
bilancio sarà discusso in Aula il prossimo 21
luglio per essere votato il 24. Da ora in poi, i
gruppi che non trasmetteranno i rendiconti
perderanno il diritto al contributo per l’anno
successivo e dovranno restituire il di più.
La Nota
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Assistance
italia: 51575551575557
7
8
Primo Piano
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
#
Come cambia
Il Parlamento Le scelte
1. Non elettivo
2. Membri
3. Iter
4. Poteri
5. Per il Colle
6. Immunità
7. Referendum
Si chiamerà ancora Senato
della Repubblica. I membri non
saranno scelti direttamente
dai cittadini. A eleggerli (per
95 su 100), saranno i
consiglieri regionali con criterio
proporzionale, tenuto conto
quindi della composizione di
ciascuna assemblea
Dei 95 membri scelti dalle
assemblee regionali, 74 sono
consiglieri (ripartiti in base al
peso demografico delle
regioni) e 21 sindaci (uno per
ciascuna regione o provincia
autonoma). Cinque membri
sono nominati dal capo dello
Stato e restano in carica 7 anni
La riforma pone fine al
bicameralismo perfetto. Solo la
Camera vota la fiducia al
governo e diventa il motore
principale della funzione
legislativa: il Senato può
proporre modifiche sulle leggi
ordinarie, ma Montecitorio può
non tenerne conto
Palazzo Madama mantiene una
piena competenza legislativa
su riforme e leggi costituzionali.
Su norme sul rapporto
Stato/Regioni, la Camera può
non seguire le richieste del
Senato solo respingendole a
maggioranza assoluta. Così
anche per leggi di bilancio
Eleggono il presidente della
Repubblica le Camere riunite:
630 deputati e 100 senatori,
spariscono i delegati regionali.
Nei primi 4 scrutini serve la
maggioranza dei 2/3, nei
successivi 4 la soglia si
abbassa ai 3/5. Dal nono
basta la maggioranza assoluta
L’immunità, come prevista
dall’articolo 68 della Carta,
vale anche per i senatori,
oltre che per i deputati. Resta
l’insindacabilità per l’attività
parlamentare e serve
l’autorizzazione dell’Aula per
intercettazioni, perquisizioni
e arresto
Per i referendum servono 800
mila firme (erano 500 mila).
Dopo le prime 400 mila la
Consulta dà parere preventivo
di ammissibilità. Per la validità,
cambia il quorum: la quota di
votanti necessaria è pari alla
metà più uno dei votanti alle
ultime elezioni politiche
Senato, i quattro ostacoli da superare in Aula
Lunedì la riforma approda a Palazzo Madama tra le incognite. Grillo a Roma per trattare
ROMA — Eliminazione del
voto del Senato sulla legge di
Stabilità, riduzione del numero
dei deputati, platea più estesa
per i «grandi elettori» del capo
dello Stato, immunità parlamentare depotenziata per senatori e deputati. Sono almeno
quattro le possibili modifiche
alla riforma costituzionale approvata in commissione, spine
nel fianco per il governo che, da
lunedì, presidierà l’aula di Palazzo Madama con il ministro
Maria Elena Boschi (insieme ai
sottosegretari Pizzetti e Scalfarotto) per vigilare sulle migliaia
di emendamenti in arrivo. Nella
sua intervista al Corriere, la responsabile delle Riforme, pur
parlando di «possibili ritocchi
in aula», ha detto che «dentro il
Pd c’era una linea chiara...». Ma
ora, il Nuovo centrodestra pone
una domanda spigolosa che, tra
l’altro, era già stata sollevata da
Alberto Alesina e Francesco
Giavazzi sempre sul Corriere («I
moltiplicatori di spesa»). Davvero, si va interrogando da gior-
ni il coordinatore del Ncd, Gaetano Quagliariello, il Pd non
vuole tornare alla prima stesura
del testo Renzi-Delrio-Boschi? E
sì, perché nell’articolato partorito da Palazzo Chigi il 12 marzo, il Senato dei 100 non aveva
alcun potere di veto su legge di
Stabilità e tributi rispetto alle
decisioni della Camere, ma poi
alla fine quel potere è rientrato
dalla finestra nel testo governativo del 31 marzo. Ed ora è lì che
attende la prova dell’aula.
A cambiare lo schema ci pro-
vano due emendamenti del
Ncd. Il primo esclude la «procedura aggravata» (che obbliga la
Camera ad aggiustare solo con
maggioranza assoluta le correzioni del Senato) per la legge di
Per il Quirinale
Un fronte trasversale
potrebbe tentare di
allargare la platea dei
«grandi elettori»
Stabilità e i tributi: in caso contrario un pugno di deputati (il
premio dell’Italicum alla Camera è 321, la maggioranza assoluta 316), in combine con i nuovi
senatori eletti dai consiglieri regionali, potrebbe ricattare il governo sulla legge di spesa. La seconda opzione ncd istituisce un
comitato paritetico (una terza
Camera di compensazione) formato da 21 senatori e 21 deputati che, nei 7 giorni successivi
alla eventuale modifica apportata al bilancio dal Senato, pro-
pone una soluzione alla Camera. Che comunque decide.
La seconda spina per il governo riguarda la proposta di riduzione del numero dei deputati
(da 630 a 500) per accompagnare quella dei senatori (da 315 a
100). Sul punto si sono fatti
avanti tutti i partiti e la minoranza del Pd guidata da Vannino
Chiti ma l’emendamento più temibile è quello di 27 senatori
del Pd estranei alla minoranza
— tra i quali Lo Moro, Migliavacca, Russo, Gotor — ritirato
in commissione per essere riproposto in aula.
Un fronte trasversale potrebbe poi cavalcare una battaglia
già tentata senza successo dai
relatori Finocchiaro e Calderoli.
Quella che prevede di allargare,
magari anche ai 73 parlamentari Ue, la platea dei «grandi elettori» chiamati ad eleggere il capo dello Stato in seduta comune. È vero, è stato alzato il quorum (la maggioranza assoluta
scatta al 9° scrutinio e non più
al 4°) ma grande è il timore che
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
9
Primo Piano
italia: 51575551575557
#
La strategia La norma costituzionale sull’elezione su base regionale è tra i cardini del pacchetto
La tentazione dei dissidenti dem:
il voto segreto sull’articolo 57
8. Federalismo
9. Cnel
Sono riportate in capo allo
Stato alcune competenze, come
energia, trasporti, infrastrutture
strategiche. Quando lo richieda
«l’unità economica o giuridica»
oppure «l’interesse nazionale»,
la Camera può approvare leggi
nei campi di competenza delle
Regioni
Con le riforme costituzionali
viene abolito il Consiglio
nazionale dell’economia e del
lavoro (Cnel). L'organo di
consulenza è infatti previsto
dalla Carta, all’articolo 99: «È
composto di esperti e di
rappresentanti delle categorie
produttive»
il partito che controlla la Camera con il premio di maggioranza
poi possa accaparrarsi con pochi senatori anche il Quirinale.
Infine c’è l’immunità, mantenuta per deputati e senatori,
sulla quale il governo non
esclude di limitare per tutti le
prerogative alla sola insindacabilità. Dovrebbe essere mantenuta invece la norma di salvaguardia approvata in commissione che esclude lo scioglimento del solo Senato prima
dell’attuazione della riforma.
Di tutto questo si discuterà in
aula partire da lunedì alle 11.
Ma la settimana è costellata di
appuntamenti che scandiranno
i voti sulla riforma. Martedì, il
gruppo dei senatori del Pd vota
al suo interno il testo Boschi
mentre è ancora da capire se lo
stesso giorno Berlusconi chiamerà a raccolta i suoi parlamentari. Mercoledì, potrebbe esserci il faccia a faccia tra Renzi e il
M5S sulla legge elettorale, con
la prospettiva che Beppe Grillo
si metta in viaggio verso Roma
per trattare. Alla vigilia, il sottosegretario del Pd , Lorenzo Guerini, assicura: «Credo che sulle
riforme ci sarà compattezza in
aula». Pietro Grasso, si concede
infine una battuta: «Io ultimo
presidente del Senato? Chi l’ha
detto? Qualunque forma assumerà avrà altri presidenti dopo
di me».
Per chiederlo bastano 20 senatori, ma servirebbe il sì del presidente
Dino Martirano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
214
i senatori necessari per garantire una
maggioranza qualificata (2/3 dell’Aula) al ddl che
contiene la riforma del Senato. Nel caso in cui il
ddl fosse invece approvato solo a maggioranza
semplice (almeno 161 voti), sarebbe indispensabile un referendum popolare. Secondo gli ultimi
calcoli, il premier Matteo Renzi può contare per
ora su una maggioranza di 204 senatori
ROMA — «Se ci sarà il voto segreto sull’articolo 57 avremo delle sorprese, ve lo
assicuro». Erica D’Adda è una frondista
del Partito democratico e il 57 è l’articolo
della Costituzione, architrave della riforma che arriva in Aula lunedì perché riguarda la composizione del nuovo Senato
e l’elezione dei futuri senatori (in tutto
100) non più direttamente dai cittadini
ma da parte dei consiglieri regionali. La
maggioranza sembra salda, ma il timore
dei «gufi» (come li chiama Matteo Renzi)
è quello di imboscate da parte della pattuglia trasversale di dissidenti. Sullo sfondo,
la battaglia dell’Italicum, la nuova legge
elettorale approvata finora solo alla Camera, altra faccia dell’accordo tra Pd e Forza
Italia.
La riforma arriva in Aula lunedì e da
mercoledì si dovrebbe cominciare a votare. Se Anna Finocchiaro prevede il via libera entro la pausa estiva, i timori rimangono. Nel Pd ci sono i 14 sostenitori del Senato elettivo, quota che però potrebbe salire. E poi c’è il fronte di Forza Italia: da una
parte il gruppo dei 7 di Raffaele Fitto (che
potrebbero uscire dall’Aula), dall’altra i
frondisti di Augusto Minzolini (ai quali si
è aggiunto anche Domenico Scilipoti).
Martedì si incontreranno con Silvio Berlusconi e lo stesso giorno è prevista l’assemblea dei senatori del Pd, che potrebbe concludersi con un voto che formalizzi la posizione ufficiale del partito.
Ieri i senatori di Forza Italia Anna Cinzia
Bonfrisco e Augusto Minzolini hanno
scritto una nota per ribadire «la volontà di
proseguire nel processo riformatore in linea con il ruolo centrale assunto da Berlusconi con il patto del Nazareno», ma anche
per confermare «la necessità di individuare una soluzione che stabilisca per l’elezione del Senato un criterio che affermi la
volontà popolare». E su questo tema, cita
la proposta di Renato Brunetta di due liste
diverse tra senatori e consiglieri regionali.
Paolo Romani, capogruppo azzurro al
Senato, assicura che la fronda interna sul
disegno di legge Boschi si è ridotta e lo si
vedrà martedì (a differenza del Pd, in For-
za Italia non dovrebbe esserci alcun voto).
Ma Minzolini avverte: «Attenzione, ci sono nomi nascosti, potrebbero esserci delle
sorprese. Questa riforma non piace quasi a
nessuno, vediamo se alla fine la voteranno
o no».
Sorprese che potrebbero arrivare anche
dal voto segreto. Al Senato, in realtà, le
maglie sono più ristrette. La richiesta può
essere fatta da 20 senatori e poi a decidere
sull’ammissibilità è il presidente dell’Aula. Felice Casson mette le mani avanti: «Sul
tema, il regolamento è chiarissimo».
✒
L’Articolo 57
e la «base regionale»
L
a modifica dell’articolo 57 della
Costituzione è il cuore del ddl di
riforma del Senato che approderà in
Aula lunedì prossimo. La nuova
versione dell’articolo 57 fissa a
quota 100 i futuri componenti
dell’Aula (ora sono 315): 74
consiglieri regionali, 21 sindaci e 5
scelti dal Colle. L’articolo stabilisce
inoltre i meccanismi di assegnazione
dei seggi. Che saranno distribuiti su
base regionale: i consiglieri
voteranno su listini bloccati la cui
composizione sarà affidata ai partiti
e nei quali saranno inseriti sia
consiglieri regionali che sindaci della
regione. L’assegnazione funzionerà
con metodo proporzionale, basato
sia sulla composizione del Consiglio
sia sui voti espressi dagli elettori.
Quindi ci sarà il voto segreto? «Insciallah». Ma una previsione Casson la fa:
«Penso che qualcosa riusciremo a cambiare e che comunque l’esame non finirà
questa settimana. Noi del Pd presentiamo
oltre quaranta emendamenti. Io voterò
certamente per il senato elettivo e sull’immunità. Sul voto finale, invece, vedremo
cosa uscirà fuori».
I dissidenti dei vari partiti provano a fare fronte comune. Miguel Gotor, dopo le
modifiche sul quorum per eleggere il presidente della Repubblica, è soddisfatto:
«Si è fatto un buon lavoro, il testo è cambiato moltissimo, non capisco perché opporsi». Non è d’accordo Maria Grazia Gatti, preoccupata «per i pesi e contrappesi al
sistema parlamentare, che non ci sono»:
«Io resto per il Senato elettivo, credo che
dovrebbero essere ridotti anche i deputati
e credo che si dovrebbero allargare le
competenze del Senato anche ai diritti sociali e politici». Voterete contro? «Valuteremo. Non siamo un gruppo né una corrente, anche se ci parliamo. Non ho timore
di sanzioni: non è più tempo di Inquisizione».
Dello stesso parere la D’Adda: «Ho dato
scherzosamente del Torquemada a Tonini,
che aveva chiesto sanzioni. Tanto più che
nel nostro regolamento è consentito il
dissenso: non ci spaventiamo». Quanto al
voto segreto: «Io preferisco la battaglia a
viso aperto e non mi nascondo. Ma di sicuro ci sono molti che sono sulle nostre
posizioni e non si espongono perché hanno timore». Il testo non le piace, nonostante le modifiche: «Non voglio usare
termini pesanti, ma dimostra una visione
della democrazia che è diversa dalla mia:
c’è un attacco ai corpi intermedi e un accentramento dei processi e dei poteri».
Roberto Calderoli, reduce dallo sfortunato
malore con infortunio, si attribuisce il
merito per «la palude evitata» e riassume i
rumors: «C’è un fronte ideologico che voterà contro per convinzione. Ma c’è anche
il partito della pagnotta: quelli che, a torto
o a ragione, temono di andare a casa».
Alessandro Trocino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il retroscena Mentre si rafforza il ruolo «istituzionale» di Di Maio, nella base e in Parlamento crescono discussioni e lotte interne
Fedelissimi e moderati: le nuove correnti dei 5 Stelle
Dagli isolazionisti ai dialoganti
Il potere nel Movimento sta cambiando
MILANO — Correnti e discussioni. E
alla fine, ancora la voce di Beppe Grillo.
Il leader del Movimento Cinque Stelle
— intercettato sulla spiaggia di Porto
Cervo — dribbla i cronisti e annuncia:
«No, niente domande, non rispondo su
nulla. Martedì o mercoledì sarò a Roma, vedremo...». Una presenza, la sua,
reclamata dai parlamentari per dare sostegno alle iniziative dei pentastellati
contro la riforma del Senato (probabilmente martedì, con un intervento —
come rivelano alcune fonti — «sobrio,
di contenuto perché non vogliamo una
Camera alta di nominati»). Ma Grillo
farà anche da collante in Parlamento tra
le diverse anime dei Cinque Stelle.
Il Movimento sta attraversando in
queste settimane uno dei momenti di
transizione più complessi della sua storia: la delusione per il voto alle Europee, la rivoluzione nella comunicazione
e l’apertura per le riforme con il Pd sono tre passaggi chiave che hanno ridisegnato la struttura e le gerarchie interne al gruppo. Creando malumori.
Ai dissidenti — ma non solo — non
sono piaciute le «scelte calate dall’alto»
da parte dei due leader e molti tra deputati e senatori hanno chiesto delucidazioni sulla svolta politica. La doppia
riunione dei parlamentari di questa
settimana da un lato è servita per ricu-
cire alcuni degli strappi sul metodo
adottato, rafforzando la legittimazione
alla trattativa con il Pd, dall’altra però
ha reso evidenti anche le differenze tra
le posizioni dei pentastellati. Punti di
vista frastagliati, divergenti, anche tra
chi non oserebbe mettere in discussione le scelte del Movimento. Così, per
esempio, i fedelissimi si sono ritrovati
spaccati. Da una parte ci sono gli ultraortodossi come Laura Castelli, Riccardo
Nuti (che ieri ha sottolineato la decisione del M5S, sulla questione riforma del
Senato, di adottare «una linea di opposizione durissima»), Giorgio Sorial e
una parte del gruppo siciliano tutti inclini a quella modalità di comunicazione del «o noi o loro» e che mal digeriscono l’idea di un cambio di strategia,
dall’altra quei fedelissimi «in sonno»,
esponenti anche di spicco, che accettano con qualche riserva e un po’ di pragmatismo l’evoluzione degli avvenimenti politici.
A contribuire al mutamento degli
equilibri anche i nuovi assetti del gruppo-comunicazione (ieri a Milano per
un summit alla Casaleggio associati),
che hanno spazzato via le polemiche
degli ultimi mesi (rumors indicano un
ruolo sempre più di primo piano della
consulente Silvia Virgulti). Si cercano
strade inedite (qualcuno giovedì ha anche proposto il coinvolgimento degli
intellettuali vicini ai Cinque Stelle nelle
prossime iniziative), si affermano anche volti nuovi: i «moderati». Vanno in
questa direzione proprio le ultime votazioni in seno a deputati e senatori per
eleggere il vice-capogruppo a Montecitorio, Andrea Cecconi, e il capogruppo a
Palazzo Madama, Vito Petrocelli. A dare
il segno della svolta, basta un aneddoIn spiaggia
Giornata di relax
a Porto Cervo,
in Sardegna, per
il leader del M5s Beppe
Grillo. «Niente
domande, martedì o
mercoledì sarò
a Roma, vedremo...»,
si è limitato a dire Grillo
al cronista che gli
chiedeva un commento
sulla mancata
convocazione da parte
del Pd per l’incontro
sulla legge elettorale.
Poi, scherzando,
ha chiarito: «Non parlo,
sono in vacanza, se
insiste chiamo
il bagnino»
(Ansa)
to. Un anno fa, quando ci fu la spaccatura sul ballottaggio per la presidenza del
Senato tra Renato Schifani e Pietro
Grasso, Petrocelli dichiarò: «Io ho votato scheda bianca, ma sono contrario alle espulsioni», tutelando chi si era
espresso in modo indipendente.
Nel puzzle, complicatissimo a dire il
vero, mancano gli outsider, come Simone Valente, molto attivo nell’assemblea dei deputati di inizio settimana. E i
gruppi a connotazione regionale, come
quello dell’Emilia-Romagna, molto coeso sul caso Pizzarotti, un po’ meno
sulle posizioni di dialogo con i democratici. I dissidenti, invece — come
Tommaso Currò —, hanno apprezzato
l’apertura del tavolo, lamentandosi del
metodo. A fare da ago della bilancia, tra
critiche e tensioni, Luigi Di Maio, che
dopo le discussioni interne sembra
uscito rafforzato nel suo ruolo di leader
«istituzionale» per la trattativa.
Intanto, In Europa, continua a far discutere l’esclusione del gruppo Efdd
dalle nomine per le commissioni. «Il
cordone sanitario non è certo pensato
contro gli italiani, ma contro Farage.
Non si può favorire chi si fa eleggere in
Parlamento europeo per distruggere lo
stesso Parlamento europeo», ha detto il
capo della delegazione francese del Ppe
a Strasburgo, Alain Lamassoure. «Affermare che ci sia un cordone è già grave, non è contro gli inglesi o noi, è contro la democrazia», ribattono i Cinque
Stelle.
Emanuele Buzzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A Siusi (Bolzano)
Malore
per Ciampi
in vacanza
Qualcosa di strano lo
avvertiva già da qualche
giorno, Carlo Azeglio Ciampi.
Colpa di questo clima,
ripeteva con tono
minimizzatore, alludendo
all’alternanza tra temporali,
con bruschi cali di
temperatura, e sole estivo
con vampate di caldo intorno
ai 30 gradi. Ma il malessere di
ieri mattina è parso subito
diverso, a chi gli stava al
fianco e a lui stesso: un
quadro di «ipotensione
arteriosa» (di cui ha già
sofferto in passato) che aveva
avuto una manifestazione
piuttosto importante, un
mancamento, tale da indurre
il medico a farlo portare
subito a Bolzano. D’urgenza,
con un elicottero della
protezione civile, visto che il
viaggio in macchina da Siusi
— dov’era in vacanza — al
capoluogo dell’Alto Adige
avrebbe richiesto almeno
un’ora. Poi, tra le 11 e le 12, i
controlli e qualche supporto
farmacologico avevano
tranquillizzato l’ex
presidente e i suoi
accompagnatori. Tanto che,
dopo la sua insistenza a
rientrare subito a villa
Ausserer, un centro
dell’esercito alle pendici
dello Sciliar, era ormai
risalito in auto quando il
disturbo si è ripetuto. E a
questo punto, anche tenendo
conto dei suoi quasi 94 anni
(li compirà il 9 dicembre), i
responsabili dell’ospedale
hanno preferito trattenerlo,
«in osservazione e
strettamente monitorato», al
reparto rianimazione. Sulle
prime qualcuno aveva
parlato di embolia
polmonare, ma questa
diagnosi è stata smentita e
corretta in tempo reale dai
clinici del «San Maurizio». Le
condizioni generali di
Ciampi, secondo ciò che è
trapelato, sarebbero serie
proprio per l’età, ma «non
preoccupanti». Numerosi i
messaggi di vicinanza. Su
tutti quelli del capo dello
Stato, Giorgio Napolitano.
Dopo essersi informato sullo
stato di salute del
predecessore (1999-2006) e
amico, gli ha rivolto «un
affettuoso augurio di pronto
ristabilimento».
M.Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
NWTXL TOPLWP0
aLNLYeP OL ^ZRYZ
Uy?x Mqq \txxnhqj
Ē fwwn{fyf q>jxyfyj/// vmrjviwgexm hts n gpmqexm~~exsvm VQ0
`sf lfrrf in uwtityyn hfwfyyjwnfyf if ipizexi tviwxe~msrm0 vmwtevqms irivkixmgs j hiwmkr epp=ezerkyevhme0
ujwkjyyf ujw wjsijwj jviwgli i tmegizspm qj hfqij lntwsfyj jxyn{j/
/// j ns unĎ0 ettvsŃxxe ijqqf uwtrtntsj :Vi zeger~i wsrs ripp=evme;
Pmrs ep CB pykpms CABE
fhvznxyf zst ijn hqnrfynfytwn ns uwtrtntsj0
VQ xm vikepe yr Lysrs Stivgpyf `eger~i
ujw zs xtllntwst nsinrjsynhfgnqj hts yzyyf qf kfrnlqnf1 ]O^ WYXY]ZVS^
Mztst {fhfsf ujw D fizqyn
j C gfrgnst "Ņst fn CD fssn-
]O^ W_V^S]ZVS^
Mztst {fhfsf ujw F fizqyn
j C gfrgnst "Ņst fn CD fssnWj nrrflnsn xtst uzwfrjsyj nsinhfyn{j/ ^htuwn yzyyn n uwtityyn ns uwtrtntsj xz {{{.pkpizeger~iwsrsrippevme.mx
^htuwn in unĎ xz {{{.pkpizeger~iwsrsrippevme.mx
Zujwfntsj f uwjrn {fqnif ifq DC&G&DBCF fq DC&J&DBCF uwjxxt n uzsyn {jsinyf fijwjsyn/ Tskt j wjltqfrjsyn xz {{{.pkpizeger~iwsrsrippevme.mx
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Primo Piano 11
italia: 51575551575557
Diritti e genere I casi
«Dieci o più». La sfida delle commissarie Ue
Lettera delle uscenti a Juncker per aumentare la presenza femminile a Bruxelles
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
designato della stessa Commissione. E dovrebbero sfondare la famosa porta aperta:
Juncker, infatti, si è sempre
detto della stessa idea. Anzi,
ha chiesto a tutti i governi di
presentare più candidature
femminili per la sua squadra
di 28 commissari, uno per
ciascun Paese della Ue.
La maggior parte degli
stessi governi, da anni, esulta
Paladina
Viviane Reding per anni
ha combattuto per
sostenere le quote rosa al
40% nei cda delle quotate
alla sola idea delle «quote rosa»: almeno a parole. E si dichiarano entusiaste anche
molte delle loro imprese. Ma
nei fatti? Per avere informazioni, chiedere a Viviane Reding, commissaria uscente
alla Giustizia, che ha combattuto anni per sostenere la sua
proposta di quote rosa al 40%,
entro il 2020, nei consigli di
amministrazione delle aziende quotate in Borsa. Una battaglia che ha visto volare critiche e bocciature all’interno
della stessa Commissione.
Ma in questo fronte, si discute da un secolo e più. Per la
precisione da 120 anni: da
quando, il 28 novembre 1893,
le donne della Nuova Zelanda
furono le prime al mondo a
poter votare in un’elezione
nazionale. Margaret Thatcher
premier fu in sé una notizia,
Angela Merkel cancelliera è
una tripla notizia (soprattutto
quando caccia dalla Germania il capo-spia dell’America).
A Bruxelles, non è diverso.
Anche se il clima nella pubblica opinione sembra un bel
po’ cambiato. Proprio a Bruxelles, la terza edizione del
«Forum sul genere» ha richiamato centinaia di ricercatori
tutti concordi sul fatto che
l’Ue avrà molto bisogno delle
sue donne, e ai posti di comando, se vorrà uscire dalla
stretta asmatica dell’austerità
e tornare a una crescita vera.
Quattro anni fa, per l’Anno
internazionale della donna, la
commissaria Reding e il presidente della Commissione
José Manuel Barroso presentarono una dichiarazione di
intenti per esprimere «l’impegno della Commissione nel
rendere l’eguaglianza fra i generi una realtà nell’Unione
europea». E Barroso dichiarò
che «anche all’interno della
Commissione, le uguali opportunità sono state ai primi
punti della mia agenda»: nove, appunto, le commissarie.
La prima portavoce dello stesso Barroso, del resto, è stata in
questi cinque anni una donna, la danese Pia Ahrenkilde
Hansen.
Nell’ultima Commissione,
hanno lavorato donne che
certo non hanno demeritato
di fronte ai loro colleghi, e anzi hanno lasciato un segno.
Tanto per fare qualche nome a
caso la stessa Viviane Reding,
ma anche Neelie Kroes responsabile dell’Agenda digitale, Cecilia Malmstrom impegnata nel dramma delle
migrazioni per mare come
Al femminile
La prima portavoce di
Barroso è stata, in questi
5 anni, una donna:
Pia Ahrenkilde Hansen
commissaria agli Affari interni, o l’economista bulgara
Kristalina Georgieva, commissaria alla Cooperazione
internazionale.
C’è stato, e c’è, anche chi
sostiene tesi opposte. Per
esempio, che essere donna
non sia di per sé garanzia di
poter essere anche bravo ministro, o bravo leader nella
Ue. È così, infatti, come non è
garanzia l’essere uomo. Ma
che nelle Commissioni Europee le donne siano sempre
state in minoranza, una certa
impressione la fa. Ed ecco
perché, ora, «ten or more».
Luigi Offeddu
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nove donne (su 28)
BRUXELLES — «Ten or more», «dieci o di più», così dice
l’hashtag, il motto, che circola
sulla rete di Twitter. Lo rilanciano le signore che siedono
per poco tempo ancora nella
Commissione Europea: nove
in tutto, in mezzo a 19 colleghi maschi, e chiedono che le
nuove donne eredi del loro
mandato siano, appunto,
«dieci o più». Per loro, è ora
che le «quote rosa» tanto declamate nell’Unione Europea
diventino una realtà sostanziosa anche ai vertici delle sue
istituzioni. Per questo hanno
scritto una lettera a JeanClaude Juncker, presidente
Kristalina
Georgieva
60 anni, bulgara,
commissaria alla
Cooperazione
internazionale,
aiuti umanitari e
risposta alle crisi
(Ansa)
Catherine
Ashton
58 anni, britannica,
vicepresidente della Commissione e
Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza (Afp)
Neelie
Kroes
72 anni, olandese, è vicepresidente della Commissione Barroso
e responsabile
per l’Agenda
digitale (Ap)
Viviane
Reding
63 anni, lussemburghese, vicepresidente e
commissaria per
Giustizia, diritti
fondamentali e
cittadinanza (Afp)
Cecilia
Malmström
46 anni, svedese,
è la commissaria
per gli Affari
Interni, uno dei
ruoli più delicati
nell’esecutivo
dell’Ue (Ansa)
Connie
Hedegaard
53 anni, danese,
si occupa
dell’Azione
per il clima, uno
dei due «ministeri» ambientali
(Epa)
Maria
Damanaki
61 anni, greca,
è la commissaria
per gli
Affari marittimi
e la pesca
dell’Unione
Europea (Afp)
Androulla
Vassiliou
70 anni, cipriota,
in Commissione
si occupa di
Istruzione,
cultura, multilinguismo
e gioventù (Afp)
Maire
GeogheganQuinn
63 anni, irlandese, è commissaria per la Ricerca,
l’innovazione e la
scienza (Lensmen
& Associates)
L’intervista Maria Rosaria San Giorgio: sono la dimostrazione che c’è ancora molta strada da fare
«Io, unica donna magistrato
eletta nel Consiglio superiore
Sarà un caso che non ho figli?»
ROMA — Quei 2.498 voti che l’hanno portata ad essere l’unica donna togata nel nuovo Consiglio superiore
della magistratura, «penso di averli
guadagnati perché i miei colleghi conoscono la passione che ho per questo
lavoro, ma soprattutto la consapevolezza di quanto c’è da fare per mantenere dignità al nostro ruolo». Per descrivere Maria Rosaria San Giorgio durante la campagna elettorale, i colleghi
parlavano di «un giudice che rassicura
la magistratura». La definizione le piace, «anche se nella mia carriera ho
sempre cercato di tutelare soprattutto
i cittadini e i loro diritti». Esponente
della corrente di Unità per la Costituzione, giudice di Cassazione esperta di
diritto civile, la dottoressa San Giorgio
ha 62 anni, ama la musica classica e rifugge la vita modana.
Lei è davvero così rassicurante?
«Credo che questo effetto derivi dal
fatto che non sono un giudice in vetrina. Mi sono sempre dedicata alla ricerca, occupandomi di diritto civile e del
processo civile. Ho studiato i problemi
dei giudici di merito e quanto la Suprema Corte sia utile al loro lavoro. Ho
approfondito quale sia l’osmosi tra legittimità e merito e credo che anche
questo li abbia convinti a votarmi.
Adesso ho una grande responsabilità».
Doppia responsabilità visto che al
Csm lei sarà anche l’unica donna.
«Certamente e questo dimostra
quanto ancora c’è da fare, visto che le
mie colleghe svolgono egregiamente
l’attività di magistrato. Sono convinta
che mentre le donne hanno dimostrato la loro piena capacità di conciliare la
funzione giurisdizionale con tutto
Raccomandazioni
L’sms del sottosegretario
Ferri per sponsorizzare due
magistrati? Inelegante parlare
di un membro del governo
quello di cui devono occuparsi quando tornano a casa, la mole di lavoro
impressionante scoraggia chi vorrebbe invece dedicarsi anche all’associazionismo e a concorrere per ruoli istituzionali. Forse non è un caso che io
non sia sposata e non abbia figli».
Come si interviene su questo?
«È indispensabile trovare dei correttivi, anche perché — per le ragione
che ho appena detto — le donne accedono molto meno degli uomini agli
incarichi esterni, ad esempio le docenze, e questo le penalizza nella carriera
al momento della valutazione».
La nuova legge sul pensionamento
a 70 anni dei magistrati impegnerà il
Csm in centinaia di nomine di capi
Giudice
Maria
Rosaria San
Giorgio, 62
anni, è giudice di Cassazione ed
esperta di diritto
civile
(foto Benvegnù
- Guaitoli)
degli uffici. Sarà l’occasione per affidare ruoli dirigenziali a un numero
maggiore di donne?
«Io sono convinta che il criterio
debba sempre essere quello meritocratico e ciò porterà certamente moltissime colleghe ai vertici degli uffici.
Con questa riforma, che per il mio ufficio determinerà la perdita delle migliori menti, ritengo che oltre ai colleghi settantenni, potrebbero andare via
anche colleghi più giovani che ritengano di non avere più alcuna prospettiva e ci aspettiamo un esodo molto
superiore a quello previsto, dunque
anche un maggior numero di domande da parte delle donne».
Ha mai avuto la sensazione che ci
fosse una sorta di diffidenza nei vostri confronti?
«Proprio diffidenza no, ma forse è
stata sottovalutata in particolare la capacità organizzativa delle donne abituate, in realtà, a districarsi tra le esigenze della famiglia e quelle lavorative. Credo che il loro apporto sia fondamentale in camera di consiglio dove
c’è bisogno di sensibilità diverse per
trovare la soluzione giusta».
Lei ha parlato dei giudici in vetrina. Avverte una diffidenza da parte
degli stessi magistrati per chi è troppo sotto i riflettori?
«Sono convinta che il magistrato
debba avere tra i valori assoluti riserbo
e sobrietà, ma alcune attività comportano necessariamente una sovraesposizione e ho molta ammirazione per
chi svolge il lavoro esponendosi personalmente al rischio con una dose di
stress certamente superiore a quella
degli altri».
Come giudica quanto sta accadendo alla procura di Milano?
«Lo giudicherò se dovessi occupar-
Donne e magistratura
Nel 1963
la legge 66 apre
alle donne le porte
della Magistratura
Al primo concorso nel 1965
8
donne
su 187 promossi
(lo 0,14% dei 5.647 magistrati del tempo)
Dal 2007 al 2013
le donne magistrato
sotto procedimento disciplinare
mai state più di 60
donne
uomini
140
Oggi
Magistrati ordinari in servizio
4.828
4.615
uomini
Pubblici ministeri
donne
1.294
851
uomini
donne
Giudici
3.141
3.209
uomini
donne
Uditori giudiziari
(Vincitori di concorso, ancora
senza funzioni, in fase di praticantato)
solo 246 sono uomini
D’ARCO
mene al Consiglio».
E l’sms inviato dal sottosegretario
Cosimo Ferri per sponsorizzare l’elezione due magistrati?
«Mi sembra inelegante parlare di
un membro del governo in questo momento».
La riforma prioritaria per far funzionare la giustizia?
«Incentivare i meccanismi alternativi al processo. Io ho la sensazione che
non ci sia la percezione di quanto gravoso è l’impegno dei giudici. Per far
fronte alla mole di fascicoli e mantenere la dignità della nostra professione abbiamo due strade: non preoccuparci dei tempi lunghi e dunque non
ragionevoli come invece si impone e ci
impone l’Europa, oppure compiere un
Aggiornamento
Serve una riforma radicale
del processo civile che agisca
in maniera sistematica
e non frammentaria
lavoro rabberciato ma è impossibile
visto che abbiamo nelle nostre mani la
tutela dei diritti dei cittadini che non si
può fare in maniera adeguata».
Una depenalizzazione sarebbe utile?
«Sì, ma anche una modifica della
prescrizione che ci porterebbe a svolgere al meglio il nostro ruolo. E soprattutto a una riforma radicale del
processo civile che però agisca in maniera sistematica e non frammentaria,
come sta cercando di fare la commissione Berruti».
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
12
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
❜❜
Esteri
Nessuna pressione internazionale impedirà a Israele di agire
contro i terroristi
Benjamin Netanyahu, premier israeliano
Il conflitto Lo scalo di Tel Aviv bloccato brevemente
Israele non si ferma
E Hamas minaccia
i voli internazionali
Netanyahu: non cedo alle pressioni
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Quattro
giorni di bombardamenti, un
migliaio di obiettivi colpiti nella Striscia di Gaza, oltre cento i
palestinesi morti. Il premier
Benjamin Netanyahu va avanti.
Perché — dice — «la pressione
della comunità internazionale
non ci fermerà» e perché sa di
poter contare per ora sull’appoggio con poche condizioni di
alleati come gli Stati Uniti. Il
presidente Barack Obama offre
i suoi diplomatici per un tentativo di mediazione. Con Cautela. Le parole di Netanyahu, gli
avvertimenti dei negoziatori
egiziani («né Israele né Hamas
per ora ci ascoltano») lasciano
capire che è presto per una trattativa che porti al cessate il fuoco.
Il primo ministro israeliano,
uscito dalla riunione del suo
consiglio di sicurezza a Tel Aviv,
ripete che tutte le opzioni sono
aperte anche l’invasione via terra: «Farò tutto quello che è necessario per riportare la calma
106
morti dall’inizio dell’operazione militare
«Margine protettivo» in
seguito ai massicci
bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Dodici solo nella
giornata di ieri
750
feriti tra la popolazione
civile palestinese, per lo
più donne e bambini.
Soltanto nella giornata
di ieri sono stati oltre
100 nelle città di Gaza,
Khan Younis e Rafah,
nel sud della Striscia
nelle città israeliane». Mentre
parlava, verso il tramonto, una
nuova raffica di missili è partita
da Gaza: le sirene sono risuonate al sud di Tel Aviv, seguite dai
botti del sistema Iron Dome,
che intercetta in cielo i proiettili. «Abbiamo investito miliardi
nella tecnologia per proteggere
gli israeliani, Hamas invece lascia la popolazione indifesa».
Da martedì Hamas e gli altri
gruppi estremisti hanno sparato 600 razzi contro Israele. Ieri è
stato colpito un distributore di
benzina ad Ashdod, nel sud, e
otto persone sono rimaste ferite. Nell’attacco quotidiano della
sera, alla fine del digiuno per il
mese sacro di Ramadan, è stata
centrata una casa a Beersheba,
considerata la capitale del deserto del Negev. Hamas ha dimostrato di aver accumulato
nel suo arsenale, dopo gli otto
giorni di guerra nel novembre
del 2012, missili a lunga gittata
che possono raggiungere il
centro del Paese e anche più a
nord: le sirene sono risuonate
ad Haifa, il grande porto verso il
confine con il Libano. «Cinque
milioni di israeliani sono sotto
il tiro — ha detto Netanyahu —.
È per questo che dobbiamo essere sicuri di non ritrovarci con
un’altra Gaza».
Il riferimento è ai nove mesi
di negoziati condotti da John
Kerry e falliti: il premier israe-
liano ha sempre ripetuto di voler mantenere il controllo sulla
valle del fiume Giordano anche
dopo un accordo di pace per lasciare i territori occupati in Cisgiordania: «È quello che mi
chiedevano il segretario di Stato americano e il suo esperto, il
generale John Allen. Ho risposto: io vivo qui, so che cosa sia
importante per la nostra sicurezza».
Le Brigate Ezzedin Al Qassam, l’esercito irregolare di Hamas, hanno avvertito le compagnie aree internazionali di cancellare i voli sull’aeroporto Ben
Gurion, vicino a Tel Aviv: «Sarà
uno dei nostri obiettivi perché
ospita una base aerea militare».
Ieri gli aerei sono stati fermati
per dieci minuti, dopo che l’allarme è risuonato nella zona.
«Le operazioni continuano in
modo regolare», spiega uno dei
responsabili dello scalo.
Avigdor Liberman, il ministro degli Esteri, preme su Netanyahu perché dia il via libera
a rioccupare la Striscia di Gaza:
«È il momento di togliere il potere ad Hamas. È un’organizzazione terroristica che si è trasformata in uno Stato terroristico, non lo possiamo permettere». Gli analisti dei servizi
segreti avvertono che eliminare
il dominio del movimento fondamentalista potrebbe lasciare
Freedom Flotilla
Bombe
anche
sull’«Arca
di Gaza»
GAZA — Durante i raid
aerei condotti
dall’aviazione israeliana
sulla Striscia di Gaza
nella notte fra giovedì e
venerdì, è stata colpita e
incendiata l’Arca di Gaza,
l’imbarcazione frutto di
un'iniziativa umanitaria
internazionale legata alla
Freedom Flotilla e
realizzata con l’obiettivo
di rompere l’assedio via
mare imposto da Israele
fin dal 2007. «Siamo
grati che non ci siano
state vittime», hanno
dichiarato gli attivisti,
che hanno anche
annunciato che «la
campagna dell’Arca di
Gaza non si fermerà e
insieme alla Freedom
Flotilla continueremo a
sfidare il blocco».
spazio a gruppi ancora più
estremisti e pericolosi per Israele».
Ehud Yaari, commentatore
del Canale 2, sostiene che da
Khaled Meshal (leader di Hamas, vive in Qatar) sarebbe già
arrivata attraverso i mediatori
egiziani una proposta per il ces-
La richiesta
Il ministro degli Esteri
Avigdor Liberman torna
a chiedere di
«rioccupare la Striscia»
sate il fuoco: tornare alle condizioni della tregua stabilita dopo
il conflitto di un anno e mezzo
fa e aprire il valico di Rafah, al
confine con l’Egitto, che verrebbe affidato al controllo delle
forze palestinesi del presidente
Abu Mazen.
All’alba il nord del Paese è
stato bersagliato anche dal Libano: razzi sarebbero stati sparati da una fazione palestinese,
uno è caduto in Israele. L’esercito lo considera un raid isolato, non l’apertura di altro fronte. Questa volta con Hezbollah,
il movimento sciita filo-iraniano.
D. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervista
Il ministro-attore Lapid
«L’aeroporto? È sicuro
E non posso escludere
un cessate il fuoco»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Una volta
Naftali Bennett lo chiamava fratello, adesso sua moglie lo insulta su
Facebook: «Populista e bugiardo.
Buona fortuna con le tue opinioni
di estrema sinistra». Il quotidiano
Haaretz lo incita in un editoriale a
smarcarsi e a sostenere la pace. Ya-
Finanze
Yair Lapid,
50 anni,
ministro
delle Finanze nel
governo di
Benjamin
Netanyahu
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
❜❜
Esteri 13
italia: 51575551575557
❜❜
Gli Stati Uniti sono pronti a facilitare una cessazione delle
ostilità
Barack Obama, presidente degli Stati Uniti
I raid israeliani forse violano la legge internazionale sul
rispetto dei diritti umani Navi Pillay, alto commissario Onu per i diritti umani i
Diplomazia Le mosse degli Stati Uniti «per riportare la calma» nella regione
Obama tenta la mediazione
(con poche carte da giocare)
La Casa Bianca: stop all’escalation. Kerry pronto
DAL NOSTRO INVIATO
L’offensiva
600
circa i razzi sparati
da Hamas finora
Città israeliane finite
ieri nel mirino
dei razzi di Hamas
SIRIA
Nazareth
Hadera
M302
Tel Avi
viv
Aviv
Fajr-5
gittata 100-200 km
CISGIORDANIA
Ashdod
od
Fajr-5
Qassam-4
Haifa
Raggiunta da missili
provenienti dal Libano
M302
75 km
GOLAN
1.874
le incursioni aeree
di Israele dall’inizio
dell’escalation
LIBANO
Città bombardate
ieri da Israele
Qassam-4
15-17 km
Gerusalemme
Ashkelon
Ashk
shk
hkelon
Khan
Kh
han Youn
Younis
nis
Gazaa
Mar
Morto
Rafah
R
Ra
fahh
Carriarmati posizionati
GIORDANIA
EGITTO
TO
O sul confine di Gaza (in attesa
di un ipotetico attacco via terra)
ISRAELE
ir Lapid rappresenta l’ala moderata di quel governo di guerra (sei
ministri più il premier Benjamin
Netanyahu) che è in consiglio permanente: giovedì riunione di sette
ore, ieri fino al tramonto e all’inizio dello Shabbat.
Lapid, 50 anni, è il volto nuovo
della politica che tutti conoscevano già. Conduceva un programma
molto popolare il venerdì sera, teneva una rubrica sul quotidiano
Yedioth Ahronoth, è considerato
uno degli uomini più sexy del Paese. E’ stato attore, scrittore di romanzi polizieschi. E’ la prima volta
che deve affrontare decisioni strategiche. In visita alla città di
Ashdod, tra le più bersagliate, ha
commentato: «Gli israeliani sono
forti e comprendono che questa
azione è giustificata».
Il ministro delle Finanze ha risposto alle domande di un ristretto gruppo di quotidiani internazionali tra cui il Corriere.
Qual è lo scopo dell’offensiva
militare?
«Riportare la stabilità e la calma
per i cittadini di Israele. Vogliamo
anche indebolire le capacità di Hamas: colpiamo le infrastrutture dei
fondamentalisti e di altre organizzazioni terroristiche. Andremo
avanti: abbiamo dato più di un’opportunità ad Hamas di spegnere le
fiamme. Non sembrano interessati, allora devono sapere che non ci
saranno limiti alla nostra operazione. Sono stati loro a far crescere
la tensione. Questo confronto è
cominciato un mese fa, il 12 giugno (lanci di razzi quando i tre ragazzi israeliani sono stati rapiti e
WASHINGTON — Somiglia un po’ a
quello di Michael Corleone il dilemma di
Barack Obama, di fronte alla nuova esplosione di violenza nel conflitto tra Israele e
Palestina: «Proprio quando pensavo di esserne fuori, mi tirano nuovamente dentro», è una frase che riassume bene la
complessa situazione del presidente americano.
Ma a differenza del Padrino, la capacità
di Obama di influire sugli avvenimenti di
Gaza appare alquanto limitata. Due mesi
dopo la decisione di abbandonare il lungo
sforzo diplomatico, che per quasi un anno
aveva visto il segretario di Stato John Kerry investire pesantemente nel tentativo di
far avanzare il processo di pace, la Casa
Bianca tocca con mano i limiti del proprio
potere globale e il declino della propria
credibilità in Medio Oriente.
Il precipitare della crisi ha sicuramente
dato una scossa all’Amministrazione.
Giovedì pomeriggio il presidente Obama
ha parlato al telefono con il premier israeliano Netanyahu, rinnovandogli l’appoggio americano al diritto di Israele a difendersi, ma ha anche espresso «preoccupazione per il rischio di una ulteriore escalation» e sottolineato «la necessità per tutte
le parti in causa di fare ogni cosa per proteggere le vite dei civili e riportare la calma». Obama ha detto a Netanyahu che
Washington è pronta a dare una mano per
«facilitare» una tregua.
È stato soprattutto John Kerry a rimettersi subito in pista. Il capo della diplomazia americana ha parlato al telefono sia
con Netanyahu che con il presidente palestinese Abu Mazen. Ha avviato consultazioni con il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon e con il ministro
degli Esteri del Qatar, Khalid bin Mohamed Al-Attiyah. Mentre uno dei suoi vice,
Philip Gordon, coordinatore per il Medio
Oriente, al momento in Israele, ha avuto
colloqui con le autorità ebraiche e palestinesi. «È un momento molto pericoloso e
faremo tutto ciò che è in nostro potere —
ha spiegato Kerry da Pechino, dov’era in
visita per una serie di incontri ad alto livello con il governo cinese —. Abbiamo
detto chiaramente che gli Stati Uniti sono
a disposizione e faranno tutto il possibile.
Siamo già impegnati per cercare di porre
fine alla violenza e trovare un via d'uscita
alternativa». Kerry si è detto pronto, se
serve, a tornare immediatamente nella regione.
Sul piano concreto, però, il nuovo attivismo degli Usa incontra molto scetticismo. Secondo David Aaron Miller, che lavorò al processo di pace sotto Bill Clinton
e oggi è vice-presidente del Woodrow
ammazzati) e c’è stata un’escalation il 30, prima che i loro cadaveri
venissero ritrovati e prima del terribile omicidio del giovane palestinese Mohammed Abu Khudair».
Nella Striscia di Gaza aumentano i morti tra i civili.
«Ci sono sempre vittime in una
guerra. Sarebbero molte meno, se
Hamas non usasse cinicamente la
popolazione come scudi umani.
Siamo dispiaciuti per la morte di
innocenti, ma la responsabilità è
di Hamas».
Le immagini di distruzione che
Wilson International Center, il segretario
Kerry non dovrebbe in questa fase recarsi
in Medio Oriente, poiché «non c’è molto
che gli Usa possano fare fino a quando le
due parti non vorranno e non si impegneranno seriamente per una soluzione diplomatica». E aggiunge: «Più l’America
invita alla calma e alla cautela, meno ottiene, più grande è il divario tra la sua retorica e la sua capacità di produrre risultati».
La paralisi dell’Amministrazione è evi-
Leader Il presidente americano Barack
Obama, 52 anni, e, sopra, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, 64
arrivano da Gaza spingeranno la
comunità internazionale a chiedere la fine dei bombardamenti.
«Ci siamo trattenuti per tre settimane prima che i raid cominciassero. Sono sicuro che anche le
altre nazioni reagirebbero come
noi, se i razzi venissero lanciati
contro Roma, Washington, Londra. Per ora mi sembra che la nostra posizione sia compresa dai
leader mondiali».
Il governo darà il via libera a
un’incursione di terra?
«È una delle opzioni».
Barack Obama, il presidente
❜❜
Saranno loro a cedere
❜❜
Vittime di guerra
Da un lato un gruppo criminale debole
e bastonato, dall’altro uno degli
eserciti più forti del Medio Oriente
guidato da una democrazia
Ci sono sempre vittime in una
guerra. Sarebbero molte meno, se
Hamas non usasse cinicamente la
popolazione come scudi umani
dente. Pesa l’effetto d’immagine negativo
del fallimento del lungo sforzo negoziale
di Kerry. Di più, restia a esercitare forti
pressioni su Israele, che la esporrebbero
alle critiche interne, la Casa Bianca non ha
di fatto alcun canale con Hamas, che non
ha mai rinnegato la distruzione dello Stato
ebraico come sua raison d’être: «La nostra
politica di non avere contatti con Hamas
non è cambiata», ha precisato una portavoce del Dipartimento di Stato, in risposta
alle interpretazioni che avevano visto
qualche spiraglio nelle parole di Obama.
Così, l’unica strada percorribile al momento per gli Stati Uniti è quella di agire
attraverso altri Paesi: «Nella misura in cui
abbiamo ancora un ruolo, penso sia quello di parlare con chi ha qualche influenza
su Hamas», dice Dennis Ross, ex negoziatore americano in Medio Oriente sotto tre
presidenti, George Bush padre, Bill Clinton e Barack Obama. Ross pensa in primo
luogo al possibile ruolo di Egitto, Turchia
e Qatar. E dal Cairo arriva la conferma che
il presidente Abdel-Fattah El-Sisi «è impegnato in sforzi diplomatici per disinnescare la violenza nella Striscia di Gaza».
«Guardiamo alla crisi come una grande
potenza, che però non ha la capacità di
andare a segno di solito associata a quello
status», conclude Daniel Kurtzer, ex ambasciatore americano a Gerusalemme e al
Cairo. E aggiunge: «Non c’è molto che
l’America possa contribuire: non faremo
pressioni pesanti su Israele perché consideriamo inviolabile il suo diritto a difendersi e non abbiamo molto da dire ai palestinesi».
americano, ha offerto di negoziare una tregua.
«Tutte le possibilità sono sul tavolo: vuole dire che potremmo ordinare l’invasione e rioccupare la
Striscia di Gaza o arrivare a un cessate il fuoco attraverso i mediatori.
Noi non parliamo direttamente
con Hamas».
Mahmoud Zahar, tra i leader
del movimento, proclama di poter andare avanti a combattere
per mesi. La società israeliana
può sopportarlo?
«Non riusciranno a logorarci,
saranno loro a cedere. Non è una
lotta tra pari: da un lato c’è un’organizzazione criminale che è debole e bastonata, dall’altro uno degli eserciti più forti nel Medio
Oriente, guidato da una democrazia».
I capi di Hamas sembrano essere entrati nel conflitto più per
disperazione che per calcolo. Lo
scontro sta dando loro popolarità e potrebbero uscirne rafforzati.
Paolo Valentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Nelle prime 36 ore abbiamo distrutto più obiettivi che negli otto
giorni dell’operazione nel novembre 2012. Sono stati colpiti i tunnel, le basi per il lancio di razzi, alcuni comandanti militari. Non
sappiamo quale sia la situazione
dentro Hamas sul piano politico
ma come organizzazione è decisamente più debole di una settimana
fa».
Le brigate di Hamas hanno avvertito le compagnie aree internazionali di fermare i voli sull’aeroporto Ben Gurion perché è un
obiettivo dei loro missili. «C’è
una base militare», dicono.
«Ci stanno provando da un po’ e
non ci riusciranno. Abbiamo la
tecnologia migliore per proteggerci. Loro non hanno nessun obbligo di dichiarare gli arsenali,
possono permettersi di mentire,
di lanciare proclami senza sostanza».
Davide Frattini
@dafrattini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
14 Esteri
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
La crisi Il governo tedesco chiede di ricostruire «su basi sincere» il rapporto con gli Stati Uniti
Il sindaco
Berlino: gli Usa hanno rotto la fiducia
Merkel non ha più parlato con Obama dopo la cacciata del capo Cia
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO — Ricostruire
«su basi sincere» i rapporti di
amicizia con gli Stati Uniti,
pericolosamente incrinati
dal terremoto dello spionaggio, è l’obiettivo attuale del
governo tedesco. Si tratterà
di vedere quali sono le intenzioni degli americani, che
dallo scandalo dei controlli
sul telefono cellulare della
cancelliera fino ad oggi non
sembrano aver mai tenuto
conto veramente della posi-
Contraddizioni
Dopo le rivelazioni, gli
americani non hanno
interrotto le loro attività
di spionaggio
zione dei loro alleati. In ogni
caso, però, la Germania non
è pentita di aver risposto duramente nella vicenda dei
due funzionari reclutati dall’intelligence Usa. «La nostra
decisione di chiedere al rappresentante dei servizi segreti statunitensi di lasciare
la Germania è stata la decisione giusta e ha rappresentato un passo necessario per
reagire alla rottura della fiducia che si è verificata», sono state ieri le parole del ministro degli Esteri FrankWalter Steinmeier. La linea
della grande coalizione guidata da Angela Merkel è
LEGENDA:
Livello di sorveglianza
L’occhio sul mondo
La mappa usata dalla National Security Agency
americana per determinare il grado di «interesse»
dei vari Paesi
97
Minimo
GIORDANIA E PAKISTAN
In teoria alleati degli Usa
nella guerra al terrorismo,
sono considerati «poco
affidabili»
GERMANIA
Il Paese europeo
più sorvegliato
dagli Usa
EGITTO
L’instabilità
politica
e le violente
proteste
lo rendono
un Paese
da tenere
sotto
controllo
miliardi
le chiamate controllate
ogni giorno
miliardi a Francoforte, sede
di Bce e Bundesbank
chiara. Quello che è stato fatto andava fatto, ma il quadro
complessivo della partnership tra i due Paesi va salvaguardato.
Su questo ultimo aspetto
del problema sono in molti a
insistere, a cominciare proprio da Steinmeier, che incontrerà nel weekend a
Vienna il collega americano
John Kerry. «Malgrado gli in-
500
miliardi
IRAN
L’obiettivo principale
delle intercettazioni
per i legami con il terrorismo
e la minaccia nucleare
INDIA
Una delle maggiori
economie in
espansione,
è al 5° posto tra
gli Stati più spiati
i dati d’intelligence
«setacciati» dalla Nsa
nel mondo nel solo mese
di marzo 2013
20
Massimo
i messaggi
intercettati
in Germania
ogni mese
quietanti avvenimenti delle
ultime settimane, il nostro
partenariato con gli Stati
Uniti è imprescindibile», ha
detto il ministro socialdemocratico. Sulla stessa linea
si è mantenuto il portavoce
della cancelleria, Steffen Seibert, secondo cui l’amicizia
tra i due Paesi «è molto più
profonda e ampia di quanto
lo sia la ristretta area della
La cancelliera
Angela Merkel
cooperazione tra i servizi di
informazione». E dal ministero degli Esteri si ricorda
che l’azione per disinnescare
le crisi internazionali «è possibile solo se si lavora insieme». Seibert ha voluto chiarire inoltre che non ci saranno conseguenze sui negoziati per il Trattato di libero
scambio Ue-Usa («un progetto molto importante per il
nostro governo») e ha smentito che sia stata presa la decisione di ridurre al minimo
indispensabile, come aveva
anticipato la Bild, la collaborazione con i servizi segreti
di oltreoceano.
Per quanto riguarda i rapporti diretti tra i due leader
(che si erano parlati in settimana scorsa, all’indomani
dell’arresto della spia, senza
però discutere il caso, perché
Obama non era stato informato e la cancelliera non
aveva voluto sollevare il problema), da parte tedesca è
stato fatto sapere che non ci
sono stati contatti telefonici
dopo la decisione del governo di chiedere al capo della
Cia di fare le valigie. «Ma si sa
— ha osservato Seibert —
che la cancelliera e il presidente americano intrattengono buoni rapporti». Se
questo è vero, anche perché
la consultazione sui temi internazionali è necessaria, è
vero anche che per conservare veramente questi buoni
rapporti il capo della Casa
Bianca deve fare un passo
avanti verso gli alleati. Quanto è accaduto a Berlino è la
ovvia conseguenza di una
posizione che non è mai sostanzialmente cambiata, nonostante la lunga irritazione
tedesca dopo le rivelazioni
sull’estesa attività di spionaggio americana. In un
quadro caratterizzato da rilevanti differenze di opinioni
su come conciliare la sicurezza con la difesa dei diritti
personali, l’intelligence Usa
non ha mai nemmeno provato a ridurre il proprio raggio
di azione. E Angela Merkel
non ha avuto altra scelta che
dimostrare, come ha scritto
la Frankfurter Allgemeine
Zeitung, di non essere «il
barboncino di Obama».
Paolo Lepri
Vacanze
italiane
per de Blasio
e famiglia
NEW YORK — Lo aveva
promesso, appena eletto,
ai parenti italiani che si
felicitavano per il suo
successo: la prima
vacanza sarà italiana. E
così sarà. Bill de Blasio
(sopra) si appresta a fare
le valigie. L’arrivo del
sindaco di New York è
previsto per il prossimo
18 luglio per un
soggiorno di dieci giorni
durante i quali insieme
alla moglie Chirlane e ai
figli Dante e Chiara
attraverserà il Paese da
Nord a Sud: Venezia
Roma, Napoli, compresa
una puntata a Capri.
D’obbligo le visite a
Grassano, in provincia di
Matera, e Sant’Agata dei
Goti, vicino a Benevento,
i paesi di origine dei
nonni materni. Dove, c’è
da scommettere, de
Blasio verrà accolto con
tutti gli onori. Ma non si
tratterà solo di vacanza:
il primo cittadino della
Grande Mela terrà anche
incontri istituzionali,
come quello a Roma con
il collega Ignazio Marino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Guerra civile Poroshenko: «Uccideremo centinaia di ribelli»
PER VINCERE
OGNI GIORNO
intesapourhomme.it
Strage di militari ucraini
Kiev minaccia rappresaglie
LA CERTEZZA DI PIACERE
MOSCA — Ancora sangue in
Ucraina orientale con 19 soldati governativi uccisi in un attacco con
missili Grad vicino la frontiera russa
e altri quattro che hanno perso la vita in ulteriori scontri. L’operazione
dei paramilitari indipendentisti
presso la frontiera con la Russia ha
provocato affermazioni gravissime
del presidente ucraino Petro Poroshenko: «Per ogni nostro soldato
ucciso i militanti pagheranno con
decine e centinaia dei loro». Minaccia dettata dalla rabbia ma che ha
subito richiamato alla memoria le
terribili rappresaglie attuate da queste parti durante la Seconda guerra
mondiale dai nazisti e dai loro alleati
(anche ucraini). E a Mosca è stata vista come una conferma dell’accusa
che i separatisti avanzano da mesi
nei confronti del governo di Kiev:
quella di essere infiltrato da elementi di estrema destra, filonazisti e violentemente antirussi. Secondo Kiev,
negli scontri sono morti anche un
centinaio di miliziani. I capi degli
indipendentisti hanno annunciato
per oggi una controffensiva.
L’attacco ai militari regolari è avvenuto mentre questi tentavano di
riprendere il controllo di vari punti
di passaggio verso la Russia (almeno tre) che, secondo il governo, vengono usati dai ribelli per far arrivare
nuove armi e munizioni.
In tutta la regione le truppe fedeli
al governo sono in piena attività per
riprendere il controllo, dopo essere
riuscite a far sloggiare i ribelli da
Slovyansk. Con l’appoggio di aerei e
mezzi corazzati, stanno stringendo
il cerchio attorno alla città di Donetsk, una delle più importanti della
regione, con un milione di abitanti.
Poroshenko ha detto che non utilizzerà l’aviazione per sconfiggere
(«annientare», come dice lui) i miliziani, ma è chiaro che combattimenti all’interno della città provo-
Il profilo
Elezione
Petro
Poroshenko, 48
anni (foto), è
stato eletto
nuovo presidente
dell’Ucraina lo
scorso 25
maggio, il giorno
del voto europeo
per Strasburgo
Cioccolato
Secondo la rivista
«Forbes» sarebbe
uno degli uomini
più ricchi del
Paese: una
fortuna stimata in
1,3 miliardi di
dollari.
Imprenditore, è
chiamato il «re
del cioccolato»
cheranno inevitabilmente vittime
civili. Secondo alcune fonti, settantamila persone hanno lasciato Donetsk.
Già ieri i rappresentanti dell’autoproclamata Repubblica popolare
hanno fatto circolare foto dell’esplosione avvenuta all’interno di un
grande magazzino che avrebbe provocato un ferito. Non si sa invece chi
abbia attaccato un autobus che portava i lavoratori in una miniera nella
regione di Lugansk provocando
quattro morti. Per sicurezza, l’azienda dell’oligarca Rinat Akhmetov ha
deciso la chiusura provvisoria di
tutte le miniere che danno lavoro a
4.500 persone. E questo renderà an-
cora più difficile la situazione per la
popolazione civile.
Sembra così che il piano di pace al
quale stanno lavorando anche Francia e Germania non stia facendo
passi avanti. Si chiede alla Russia di
fare pressione sui ribelli perché depongano le armi, ma questi non
sembrano disposti ad arrendersi.
Vorrebbero sedere al tavolo delle
trattative come rappresentanti di un
governo indipendente. Poroshenko,
che ora non teme più una invasione
russa, vuole invece risolvere la questione con le armi, visto che i suoi
stanno avendo la meglio.
Fabrizio Dragosei
Drag6
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Esteri 15
italia: 51575551575557
Francia Una reazione alle pressioni sociali e familiari
Gemelle
I volantini anti-velo
delle donne islamiche
nei quartieri a rischio
Fuggite
per diventare
spose jihadiste
MANCHESTER —
Sarebbero fuggite di
casa per raggiungere il
fratello, combattente
dell’Isis in Siria e offrirsi
come spose ai miliziani
che combattono contro
il regime di Assad.
Questa, secondo la
polizia britannica, la
spiegazione della
sparizione delle due
gemelle di origine
somala, Salma e Zahra
Halane, di 16 anni.
Molto religiose, ottime
studentesse, le due
ragazze hanno fatto
perdere le loro tracce il
26 giugno.
(Tim Stewart)
La campagna contro le intimidazioni
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Portare, ma anche non portare, il velo islamico in Francia può essere
uguale fonte di sofferenza.
Un’associazione di donne di
origine maghrebina ha organizzato un volantinaggio, al
mercato di Aubervilliers nella
periferia di Parigi, per protestare contro gli uomini che le
vogliono velate per forza, che
le fermano per strada e le insultano, trattandole da sgualdrine perché osano camminare con i capelli al vento.
Le norme che in Francia regolano l’uso del velo islamico
sarebbero abbastanza chiare:
la legge del 15 marzo 2004 lo
vieta nelle scuole pubbliche
(ma non all’università), e
quella dell’11 ottobre 2011
proibisce di indossare il burqa, cioè la tunica integrale
dalla testa ai piedi, nei luoghi
pubblici (pochi giorni fa la
Corte dei diritti umani di Strasburgo ha bocciato un ricorso
e dato ragione alla Francia).
Molte mamme con il velo
protestano, perché viene loro
impedito di accompagnare le
figlie in gita scolastica (non
solo una ragazzina non può
mettersi il velo a scuola, ma
non può neppure essere portata dalla madre velata, per
esempio, al museo con il resto
della classe). Comunque, a
parte i casi della scuola e del
burqa, secondo lo Stato portare il velo o no resta affidato
alla libera scelta della donna.
Nella realtà non è così, dicono le militanti di «Femmes
Sans Voile». Se le donne velate
si sentono l’unico bersaglio
delle campagne pubbliche in
difesa della laicità, le donne
non velate patiscono un’altra
pressione: in certi quartieri,
soprattutto di periferia, vengono trattate da scostumate,
da infedeli o cattive musul-
mane, se non indossano il velo.
«Io sono cresciuta in Algeria, a quei tempi nessuno portava il velo — racconta Nadia
Benmi —. È arrivato dopo,
negli anni Ottanta, ed è diventato la regola. La stessa cosa che sta succedendo qui in
Francia, adesso. Abbiamo cominciato a vederne qualcuno
anni fa, poi sempre di più,
adesso è quasi la norma per
una donna musulmana. Non
è più una libera scelta, è un
obbligo. Gli uomini ci apostrofano per strada, ci dicono
“signora si vesta in modo decente”, “si copra i capelli”. È
✒
Il villaggio punisce O
il molestatore:
sorella violentata
di MICHELE FARINA
una prepotenza insopportabile e noi vogliamo reagire»,
continua Nadia Benmi. In un
manifesto nel metro che sta
facendo molto discutere,
l’operatore telefonico «Buzz
mobile» pubblicizza la sua of-
ferta per il Ramadan, una carta da 20 euro per le chiamate
in Nordafrica, con il volto di
quella che si suppone essere
ormai la tipica musulmana
francese: è velata, naturalmente.
cchio per occhio, sorella per moglie: è la legge del
taglione, tutta maschile, applicata in un villaggio
dell’India orientale, Stato di Jharkhand, all’ombra
della grande fabbrica di esplosivi di Gomia. Lunedì
scorso un uomo molesta una donna entrando nella sua
casa mentre dorme. La donna e il marito, Nakabandi,
vanno dal capo villaggio, Ghosal Pasi, «sindaco» di
fatto, che non si rivolge alla giustizia ma stabilisce lui
stesso come punire il molestatore: violentare la sorella
tredicenne. Così Nakabandi trascina la ragazzina
fuori di casa, la violenta nella foresta, mentre la madre
piange e implora. Nessuno nel villaggio muove un
Nadia Benmi, con l’amica
Nadia Ould, ha organizzato
due giorni fa una «giornata
senza velo» che riprende
un’iniziativa nata a Montréal,
in Québec, e che mette il dito
nella piaga. Secondo loro il
dito. Neanche la moglie molestata. I genitori della
vittima chiamano la polizia. Che arresta i tre: il
«sindaco», il marito, il fratello. Mercoledì la ragazza
racconta la sua storia a un magistrato. Storia che va
raccontata così, al presente, perché le violenze contro
le donne in India (25 mila stupri denunciati ogni
anno) sono presenza quotidiana: ora per ora, sorella
per moglie. A cosa è servito inasprire la legge? E il
sacrificio della giovane stuprata a morte su un
autobus? E le ragazze che si sono impiccate a un
albero? A Gomia (e non solo lì) vale la legge tutta
maschile del taglione, in conto terzi.
problema non è la laicità della
scuola o il burqa, ma il velo
sempre e comunque, come
segno della sopraffazione
maschilista e di un’interpretazione oscurantista del Corano che sta prevalendo anche
nelle città francesi.
«Che dice il Corano? — si
legge nel loro volantino —
“Di' alle credenti di lasciar
scendere il velo sul petto”.
Nella Turchia di inizio Novecento i progressisti hanno fatto del versetto 31, sura XXIV,
uno strumento di emancipazione, e le donne si sono scoperte i capelli. Ora invece
l’islam politico piega quelle
parole ai suoi disegni, e ci
vuole velate ovunque, dall’Afghanistan a Parigi».
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
16
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cronache
Palermo Il segretario generale del Quirinale Marra: sulla lettera a Napolitano non facemmo valutazioni
DAL NOSTRO INVIATO
«Mancino si sentiva perseguitato
Io non interferii nell’inchiesta»
Grasso in aula sulla trattativa: io testimone ma in realtà sono vittima
L’ipotesi
La trattativa
Stato-mafia
dopo le bombe
La trattativa Stato-mafia è
un’ipotesi giudiziaria di
un’avvenuta negoziazione tra
lo Stato e la mafia che si
sarebbe sviluppata in seguito
alla stagione delle bombe del
’92 e ’93 per giungere ad un
accordo: fine dello stragismo e
attenuazione misure detentive
per alcuni boss. Sono stati
indagati da diverse procure
uomini di Cosa Nostra, alcuni
politici e uomini appartenenti
alla forze dell’ordine
Dopo Capaci
Il boss Riina
e la mediazione
di Ciancimino
All’Ucciardone Il presidente del Senato Pietro Grasso nell’aula bunker di Palermo al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia (Sintesi)
alla cosiddetta trattativa.
«Chiedo scusa se ancora una volta
Le arreco disturbo per una vicenda che
vivo con profonda amarezza», scrisse
Mancino il 27 marzo 2012, lasciando
intendere che già in altre occasioni
s’era rivolto al capo dello Stato per una
vicenda che lo agitava anche se era un
semplice testimone, ancora accusato
di niente. Rammentò che le tre Procure
che indagavano sulle stragi e la presunta trattativa — Firenze, Caltanissetta e Palermo — avevano imboccato
ciascuna una strada diversa, giungen-
do a esiti contrastanti, e chiedeva se
ciò fosse ammissibile; oppure se si potesse individuare «un unico organo
giudiziario che possa esprimere coerenti conclusioni sui fatti oggetto di
indagine. Non chiedo interventi che
possano provocare polemiche per evidenti miei supposti interessi di parte,
ma mi attendo iniziative da parte di chi
è preposto alla unitarietà della giurisdizione».
La lettera di Mancino fu trasmessa
dal Quirinale al procuratore generale
della Cassazione «senza fare alcuna va-
✒
PALERMO — «Le lettere dell’ex ministro Mancino e del segretario generale della presidenza della Repubblica
erano sul tavolo intorno al quale eravamo riuniti», racconta Pietro Grasso ricordando la convocazione del procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, nell’aprile del 2012. Lui
era procuratore nazionale antimafia, e
l’incontro si rese necessario perché
«veniva stigmatizzato il fatto che c’erano state delle lamentele sul mancato
coordinamento delle indagini sulla
trattativa». Aggiunge Grasso: «Mancino già me ne aveva parlato qualche
tempo prima, al ricevimento di capodanno al Quirinale. Stavamo davanti al
guardaroba per ritirare i soprabiti, e lui
mi apostrofò dicendo che si sentiva
perseguitato, tormentato dalle differenti valutazioni delle varie Procure su
suoi comportamenti, ed eventuali
omissioni. Mi chiese di fare qualcosa,
io risposi che l’unico modo per condurre ad unità le indagini era un’avocazione da parte del mio ufficio, che
però in quel caso non era ipotizzabile.
Lui rispose che potevo esercitare il coordinamento, ma poi arrivarono i soprabiti e la conversazione finì».
Nell’aula bunker dell’Ucciardone
costruita per celebrare il maxi-processo alla mafia in cui Grasso fu giudice a
latere, il presidente del Senato ritorna
nelle vesti inedite di testimone. Secondo il codice avrebbe potuto ricevere
magistrati e avvocati nel suo ufficio,
ma ha preferito venire in aula per un
«atto dovuto alla mia storia umana e
professionale». Qui oggi lo Stato processa un pezzo di sé — ex carabinieri
ed ex rappresentati politici — insieme
ad alcuni boss di Cosa nostra per la
presunta trattativa al tempo delle stragi mafiose, tra il 1992 e il 1994. Fra gli
imputati c’è un predecessore di Grasso
sullo scranno più alto di palazzo Madama, l’ex ministro dell’Interno Nicola
Mancino, accusato di falsa testimonianza. Il quale tra la fine del 2011 e
l’inizio del 2012 telefonava spesso al
consigliere giuridico del capo dello
Stato Loris D’Ambrosio, morto alla fine
di luglio dello stesso anno, per sfogare
le proprie inquietudini e lamentarsi
degli inquirenti palermitani. Quelle
conversazioni furono intercettate,
dando vita a vivaci polemiche e al conflitto tra la Procura di Palermo e la presidenza della Repubblica, approdato
fino alla corte costituzionale.
Oltre a inseguire D’Ambrosio telefonicamente, Mancino inviò una lettera a
Giorgio Napolitano, resa nota ieri attraverso un altro «testimone eccellente», il segretario generale del Quirinale
Donato Marra. Deposizione, quella di
Marra, che al Quirinale considerano
circostanziata ed esaustiva: oltre a
quelli riferiti ieri, dal Colle non potrebbero giungere altri elementi utili per
contribuire a stabilire la verità intorno
La vicenda
La lettera
La richiesta di Mancino al Colle
❜❜
Chiedo scusa se ancora una volta Le arreco
disturbo per una vicenda che vivo con
profonda amarezza (...) Non chiedo
interventi che possano provocare polemiche
per evidenti miei supposti interessi di parte,
ma mi attendo iniziative da parte di chi è
preposto alla unitarietà della giurisdizione
lutazione della fondatezza delle doglianze in essa contenute» spiega Marra, sottolineando che nella trattazione
della pratica non vi fu alcuna anomalia. Le valutazioni toccavano al pg, il
quale convocò Grasso che — stavolta
in assenza di Mancino — riprese discorso interrotto davanti al guardaroba del Quirinale. Portandolo a conclusione: «Nessuno mi chiese l’avocazione dell’inchiesta, si discusse delle diverse posizioni tra le Procure e del
possibile coordinamento come rimedio. Ne parlai io perché l’avocazione
sarebbe stata l’unica possibilità di ricondurre a una sola le differenti valutazioni, giacché non potevo intervenire per dare indirizzi investigativi, né
imporre considerazioni unitarie a uffici che peraltro indagavano su distinte
ipotesi di reato. Ma siccome non c’erano i presupposti, in sostanza non potevo fare niente. E credo mi si possa dare
atto che nessuna interferenza c’è mai
stata da parte mia sulle indagini», conclude il presidente del Senato.
«Non l’abbiamo mai sostenuto né
immaginato», replica pronto il procuratore Messineo, venuto a condurre
personalmente l’esame della seconda
carica dello Stato (accanto ai colleghi
Teresi, Di Matteo e Tartaglia) come uno
degli ultimi atti prima della scadenza
dall’incarico. Le domande si susseguo-
no con molta cortesia e reciproci ringraziamenti, finché Grasso decide di
affondare una puntura di spillo: «Sono
stato chiamato come testimone, però
sono rimasto sorpreso di non essere
citato come parte offesa, visto che secondo un collaboratore di giustizia dovevo subire un attentato, nell’autunno
nel 1992, per ravvivare la trattativa che
in quella fase languiva». Se la Procura
avesse aderito a questa ipotesi il processo si sarebbe spostato automaticamente a Caltanissetta, per competenza;
L’ex procuratore antimafia
«Fui convocato dal pg
e spiegai che non avrei
potuto in nessun modo
avocare l’inchiesta»
subito i pm si alzano per controbattere,
ma il presidente della corte d’assise
chiude il diverbio: «Il tema del processo è un po’ diverso».
Fuori dall’aula Grasso ribadisce: «Io
sono una vittima della trattativa, se è
vero che il “colpetto” per portarla avanti doveva essere dato a me. Vittima potenziale, anche se non riconosciuta».
Giovanni Bianconi
Qualche giorno dopo la strage
di Capaci il colonnello Mario
Mori e il capitano Giuseppe De
Donno avrebbero incontrato
Vito Ciancimino per stabilire
un contatto con il boss Totò
Riina. In quel periodo il
ministro di Grazia e Giustizia,
Claudio Martelli, chiese a
Nicola Mancino, ministro degli
Interni, come fosse possibile
che carabinieri del Ros avessero
preso l’iniziativa di contattare
l’ex sindaco di Palermo
L’ex ministro
Mancino accusato
di falsa
testimonianza
Nel 2009 fu ascoltato Mancino
che disse di non sapere nulla.
L’ex ministro degli Interni è
finito nel registro degli indagati
nel 2012 dalla procura di
Palermo con l’accusa di falsa
testimonianza. Ieri il presidente
del Senato, Pietro Grasso, è
stato ascoltato a Palermo come
test per chiarire l’incontro
avvenuto nel 2011 a Natale tra
lui (all’epoca procuratore
Antimafia) e Mancino in cui l’ex
politico Dc lamentava di essere
perseguitato da tre procure
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il colloquio Parla la signora Nugnes: suo marito era il politico che si tolse la vita alla vigilia del caso Romeo ora chiuso in Cassazione
La vedova dell’indagato suicida: tutti assolti, chi mi risarcisce?
NAPOLI — Ora che la Corte
di Cassazione ha annullato anche l’unica condanna scaturita
dall’inchiesta Global Service,
sull’appalto per la manutenzione delle strade di Napoli, e
che anche l’imprenditore Alfredo Romeo, come tutti gli altri imputati — funzionari pubblici ed ex assessori comunali
— esce da quella vicenda completamente innocente, non
può non venire in mente Giorgio Nugnes, l’indagato che la
Procura non fece in tempo a
incriminare perché lui si uccise prima: si impiccò nel suo
studio la sera del 29 novembre
del 2008. Era l’assessore alla
Protezione civile della giunta
di Rosa Russo Iervolino, e oggi
il primo a parlare di lui è proprio Romeo, che al Corriere del
Le spiegazioni
«Qualcuno dovrebbe
spiegare cosa successe
in quei giorni a Napoli
Io non posso farlo»
Mezzogiorno dichiara: «Il mio
pensiero in questo momento
va a lui e alla sua famiglia».
Ecco, la sua famiglia. Moglie
e due figli che in questi anni,
anche quando i primi gradi del
processo cominciavano a
smantellare l’impianto accuL’arresto
Giorgio
Nugnes,
assessore
alla Protezione civile
a Napoli,
al momento
del suo arresto nel 2008.
Subito
dopo si sarebbe suicidato
satorio, non hanno mai alzato
la voce. Non lo fa nemmeno
ora, la vedova, la signora Mimma Costantino, e anzi vorrebbe non dire proprio niente.
Che il marito fosse innocente
lo ha sempre creduto, ma
adesso che sono stati assolti
proprio tutti un pensiero ad
alta voce le scappa: «Qualcuno
dovrebbe spiegare che cosa
successe in quei giorni a Napoli. Io non posso spiegarlo,
dovrebbero farlo altri».
Non nomina i magistrati,
non nomina gli investigatori,
non nomina tutti quelli con
cui entrò in contatto suo marito, ma il riferimento è in quella
direzione. E non si dilunga
nemmeno a ricordare che suo
marito si sentiva braccato
quando cedette psicologica-
mente, si sentiva a un passo
dal carcere e non riuscì a sopportarlo. «Io spero solo che ci
sia una giustizia diversa da
quella che abbiamo visto in
quel periodo». Per il resto non
può sperare altro, la signora
Mimma, e non possono sperarlo i suoi due figli. «Questa
sentenza per noi non significa
niente perché niente ci cambia». E soprattutto non li risarcisce: «E di quale risarcimento
parliamo? Per noi non c’è e
non ci sarà mai nessun risarcimento».
La vicenda di Giorgio Nugnes si trascina dietro una serie di misteri che probabilmente nessuno mai spiegherà
più. Quando la moglie si chiede «che cosa successe in quei
giorni a Napoli» fa evidente ri-
Il caso
Il suicidio
Il 29 novembre 2008 Giorgio
Nugnes, assessore alla
Protezione civile a Napoli, si
toglie la vita. Era indagato in
un’inchiesta sull’appalto per
la manutenzione delle strade
L’assoluzione
Ora la Corte di Cassazione ha
annullato l’unica condanna
dell’imprenditore Alfredo
Romeo (processo Global
Service). Tutti gli altri imputati
coinvolti erano già stati assolti
La moglie di Nugnes, Mimma
Costantino, si augura che
qualcuno possa spiegare cosa
sia successo in quei giorni
ferimento ad alcuni particolari
inquietanti che sono emersi
dopo la morte del marito e che
con la sua scelta del suicidio
non possono non essere messi
in stretta relazione. È sempre
aleggiato, infatti, il sospetto
che qualcuno — sicuramente
non i magistrati inquirenti —
volle far sapere a Nugnes dell’indagine a suo carico. Per terrorizzarlo, però, non certo per
aiutarlo a sottrarsi alle investigazioni che lo riguardavano. E
che non erano relative soltanto
alla vicenda Global Service ma
anche alla rivolta che scoppiò
a Pianura quando in quel
quartiere, in piena emergenza
rifiuti, fu paventata la riapertura della discarica.
F.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Cronache 17
italia: 51575551575557
L’intervento In serata parziale riapertura, misure di sicurezza anche a Palazzo Reale e alla Galleria Principe di Napoli
1 Malati storici
Gli interventi
scattati per la
messa in sicurezza
su alcuni edifici nel
cuore di Napoli.
1) Operai
rimuovono
frammenti
pericolanti da
uno dei frontoni
della Galleria
Umberto Primo
2) I vigili del fuoco
montano una
serie di reti di
protezione sui
balconi sopra
la Galleria
Principe di Napoli.
3) Vengono
collocate
transenne lungo
il perimetro
del Palazzo Reale
dal cui cornicione
rischiano di
staccarsi pesanti
decorazioni. In
basso la mappa dei
punti critici (foto
Ansa/ Controluce)
2
Otto anni
all’uomo
che picchiava
la ex miss
È stato condannato a otto
anni di carcere il 28enne
Antonio Caliendo che, nel
maggio del 2013, provocò
lesioni gravissime con un
calcio all’ex compagna
Rosaria Aprea, 21 anni,
aspirante miss di Macerata
Campania (Caserta) che
dopo quell’episodio finì in
gravissime condizioni
all’ospedale dove i medici le
asportarono la milza. I segni
dell’aggressione sono tuttora
sul corpo della giovane; ma
nonostante la vistosa
cicatrice sull’addome,
Rosaria (nella foto) appena
pochi giorni fa ha partecipato
e vinto un concorso di
bellezza a Villaricca, nel
Napoletano. La sentenza del
Gup del Tribunale di Santa
Maria Capua Vetere, Federica
Villano, al termine del
processo con rito abbreviato
3
Napoli chiude la Galleria salotto
dopo la tragedia di Salvatore
Proteste dei commercianti. I turisti fotografano i punti in rovina
NAPOLI - Nel pieno rispetto
di quell’antico proverbio che
racconta di come alla basilica di
Santa Chiara «ropp’ arrubbata
facettero ‘e porte ‘e fierro» (dopo che fu saccheggiata furono
messe le porte di ferro), l’altra
sera il sindaco Luigi de Magistris ha firmato un’ordinanza
relativa alla Galleria Umberto I
con cui dispone di verificare
«cornicioni, aggetti e elementi
decorativi che si rilevassero in
possibile pericolo di caduta e/o
ammalorati», e di «provvedere
agli eventuali necessari indispensabili interventi di messa
in sicurezza».
La Galleria cade a pezzi da
tempo, ci sono state segnalazioni dei vigili del fuoco e continui
transennamenti di aree dove
c’era stato il crollo di calcinacci.
Ma per avviare una ricognizione
seria dell’intero edificio è dovuto morire un ragazzo di quattordici anni, Salvatore Giordano,
che sabato scorso è stato centrato alla testa da un blocco di cemento mentre passeggiava con
gli amici in via Toledo. Su questa tragedia la Procura ha aperto
un fascicolo ipotizzando i reati
di omicidio colposo e crollo colposo, e l’altro giorno ha inviato
quarantacinque informazioni di
garanzia, a tre tecnici comunali
e a amministratori dei condomini e proprietari degli appartamenti che sono all’interno
della Galleria. Il prosieguo dell’inchiesta probabilmente restringerà il numero degli indagati, ma per ora i magistrati
hanno ritenuto di iscrivere tutti
i potenziali responsabili della
mancata manutenzione che ha
provocato lo stato di abbandono
delle facciate e il conseguente
crollo di parti della muratura. La
Procura ha anche disposto il sequestro dell’area di via Toledo
in cui Salvatore è stato colpito
dal fregio caduto dalla volta dell’ingresso della Galleria, e ai tecnici del Comune servirà il nulla
osta dei magistrati per poter avviare da quel lato i lavori necessari alla messa in sicurezza.
Ma nel frattempo si potrà iniziare ad aprire altri cantieri,
dentro e fuori la Galleria. Perché
i rilievi disposti dall’ordinanza
del sindaco e cominciati ieri all’alba per finire solo nel tardo
pomeriggio, hanno evidenziato
I palazzi che cadono
Museo Archeologico
Nazionale
2
Corso
Umberto I
Napoli
Mar Tirreno
Via
via Toledo
Via Marina
1
Piazza
Plebiscito
Castel Nuovo
3
N A P O L I
Golfo
di Napoli
una situazione compromessa in
più punti della struttura. Addirittura per alcune ore si è diffusa l’idea che la Galleria andasse
chiusa completamente. Non sarà così, ma l’equivoco è stato
generato anche dalla temporanea recinzione totale fatta in av-
La previsione
I lavori e disagi
sono destinati
a durare
per tutta l’estate
Caserta
vio degli accertamenti. Così alla
tragedia si sono aggiunte le polemiche, con finanche una protesta molto folcloristica del proprietario dei due terzi dei negozi
della Galleria (nonché di altri
tre o quattro esercizi commerciali di via Toledo) che a beneficio dei fotografi si è inginocchiato insieme ai suoi collaboratori al centro della Galleria
chiedendo che non venissero
chiusi tutti gli accessi contemporaneamente. I vigili del fuoco
sono stati quindi costretti anche
a un’opera di convincimento
verso i commercianti, perdendo
loro malgrado, se non un paio
d’ore, almeno una abbondante.
Già a metà giornata, comunque,
due dei quattro ingressi erano
stati riaperti. Rimangono inaccessibili quello da via Toledo
(ma si può entrare attraverso il
cancello di un condominio che
dà su una piazzetta attigua a via
Toledo, distante non più di venti metri dal varco principale) e
quello che guarda verso il Teatro
San Carlo e che si trova in cima a
una scala di marmo. Anche da
questo lato c’è stata la caduta di
calcinacci, avvenuta giovedì, e
perciò si è deciso di transennare
la zona finché non saranno fatti
i lavori necessari a evitare altri
cedimenti. Singolare che proprio questo punto della Galleria,
ieri, sia stato scelto da molti, turisti ma anche napoletani, per
scattare foto ricordo mettendosi
in posa davanti al nastro bianco
e rosso della recinzione.
Rimane transennata anche
un’altra area piuttosto vasta ma
stavolta interna, perché anche lì
i rilievi hanno evidenziato il rischio di crolli.
La Galleria Umberto I, che
forse non è il salotto della città
come lo è la Galleria Vittorio
Emanuele II a Milano, ma è pur
sempre uno dei simboli architettonici di Napoli, per questa
estate diventerà quindi un cantiere, con impalcature e reti di
protezione che già durante la
notte gli operai incaricati dal
Comune hanno iniziato a montare. Ma - anche se certo non è
una consolazione - non è solo la
Galleria a sbriciolarsi. Esattamente a duecento passi di distanza dal punto dove è caduta
la pietra che ha ucciso Salvatore,
comincia piazza del Plebiscito
con Palazzo Reale. E comincia
una fila di transenne di ferro
che si allungano per tutta la facciata principale della reggia: anche qui giovedì è venuto giù un
pezzo di marmo. E evidentemente anche qui c’è il timore di
altri crolli. E interventi di sicurezza hanno riguardato un altro
edificio «malato», la Galleria
Principe di Napoli.
è sicuramente esemplare,
vista la pesantezza della
pena. Caliendo, tuttora agli
arresti domiciliari, non era
presente in aula. «Rosaria è
soddisfatta, noi avvocati lo
siamo a metà — hanno
spiegato i difensori —
perché da un lato il gup ha
riconosciuto l’aggravante
degli abietti e futili motivi
accanto al reato di lesioni
gravissime, ma dall’altro ha
assolto Caliendo per il reato
di maltrattamenti in
famiglia». I due hanno avuto
anche un bambino che oggi
ha quasi due anni.
L’imputato, figlio di una
famiglia di professionisti di
Casal di Principe, la sera del
12 maggio 2013 aggredì
l’allora convivente di cui era
profondamente geloso. La
ragazza aveva confidato agli
investigatori di essere stata
vittima numerose altre volte
della violenza del compagno
senza mai però denunciare
nulla. «Lo amo troppo»
disse.
Fulvio Bufi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La sentenza Il Tribunale del Lavoro di Torino per la prima volta ordina all’Inps di iscrivere i magistrati onorari come «co.co.co.» della Giustizia
«Il ministero paghi la pensione ai precari del diritto»
MILANO - Da precari del diritto, pagati 98 euro al giorno
di attività e senza nemmeno la
pensione, a «co.co.co» del Ministero della Giustizia, da oggi
ammessi a una forma di tutela
previdenziale dell’Inps: è una
rivoluzione quella che una
sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino spalanca alle
migliaia di magistrati onorari,
tali per funzioni ma non per
carriera, reclutati per titoli anziché per concorso, che da 15
anni sono pagati a cottimo e
non hanno pensione-malattia-maternità-ferie. Eppure
costoro, ingaggiati a tempo
(in teoria 3 anni dal 1998) ma
in realtà poi continuamente
prorogati, sono ormai quasi
quanti i magistrati togati
(7.800 contro 8.800): e soprat-
tutto sono diventati da tempo
insostituibili per la giustizia
italiana, che ai viceprocuratori onorari (vpo) subappalta la
rappresentanza dell’accusa (al
posto dei pm di carriera) nella
quasi totalità dei procedimenti per reati di competenza
del giudice monocratico nonché nei reati minori decisi dai
giudici di pace; e che ai giudici
onorari affida nel civile parte
del contenzioso di primo grado senza limiti di valore, e nel
penale una fetta dei reati di
competenza del tribunale or-
dinario.
Adesso però dal Tribunale
del Lavoro di Torino arriva
una sentenza destinata a cambiare radicalmente non solo le
loro esistenze individuali ma
anche l’intera amministrazione della giustizia: il presidente
L’accusa è terrorismo
Assalto al cantiere Tav, presi 3 anarchici
Parlare con un conoscente dell’assalto al
cantiere Tav a Chiomonte (Torino), è costato
caro a un giovane anarchico e a due suoi
presunti complici che, intercettati, sono stati
arrestati per reati pesanti, tra cui quello di
terrorismo. I tre sono Lucio Alberti, di 24
anni, Francesco Nicola Sala, di 26, e
Graziano Mazzarelli, di 23, tutti appartenenti
al circolo anarchico «La mandragola». Nella
notte tra il 13 e il 14 maggio 2013, 30
persone avevano preso d’assalto il cantiere
utilizzando bengala, a un rudimentale
mortaio, bombe carta e bottiglie incendiarie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
della sezione, Marco Buzano,
ha infatti accolto il ricorso di
10 magistrati onorari rappresentati dall’avvocato Roberto
Carapelle, ha riconosciuto che
al Ministero della Giustizia
questi «vpo» prestano una
«collaborazione coordinata
continuativa», e ha quindi ordinato all’Inps di iscriverli all’apposita Gestione Separata
con obbligo per il ministero di
versare due terzi dei contributi previdenziali (un terzo resta
a carico dei lavoratori). Un
obiettivo centrato dai magistrati onorari che rimarcavano come, pur non rientrando
nel rapporto di lavoro dipendente per lo Stato, il Csm nel
2006 li avesse investiti di «un
rapporto di servizio, sia pur
onorario, che prevede obbli-
ghi di prestazione disciplinati
dalla legge e dagli ordini di
servizio che promanano dai
coordinatori dell’ufficio»:
rappresentare la pubblica accusa in udienza, curare la trattazione dei fascicoli di indagine delegati, esaminare i fascicoli e predisporre i provvedimenti terminativi per i reati di
competenza dei giudici di pace, redigere i decreti penali.
«Era una delle finalità del
nostro libro Precari ( fuori)legge, edito da Round Robin nel 2013: finanziare le
spese della causa giudiziaria
per ottenere anzitutto il riconoscimento dello status di lavoratori», esulta ora una dei
vpo vittoriosi, Paola Bellone,
per la quale «l’emozione della
conquista della condizioni di
lavoratori per lo Stato è perfino maggiore dell’ottenimento
in sé del diritto alla tutela previdenziale». Tra gli effetti non
da poco, infatti, non c’è solo
un esborso (5.000 euro per
ogni anno arretrato a persona) potenzialmente non indifferente per lo Stato se proiettato sulle migliaia di possibili interessati: c’è anche una
robusta spinta, dopo anni di
latitanza della politica, alla riforma della magistratura ordinaria che il ministro Orlando promette di attuare, anche
con il diritto alla previdenza
in un modello ancora da definire con il ministero delle Finanze.
Luigi Ferrarella
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18 Cronache
Il giallo
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Gandini: erano i tempi di Mani pulite, raccontai tutto a Romiti che mi invitò a mettere le rivelazioni per iscritto e a consegnarle a un notaio
Il legale e le confidenze del magistrato
«Mi disse: le denunce arrivano dalla Fiat»
Le accuse dell’ex avvocato dell’azienda. Maddalena: se l’è sognato
MILANO — Può una banale causa
di diffamazione far scorgere il dietro le quinte di un capitolo della
Mani pulite torinese sulla Fiat a metà Anni 90, dei rapporti tra la locale
Procura e il gigante automobilistico, e perfino dei contrasti familiari
tra Umberto Agnelli e dall’altro lato
il fratello Gianni e l’allora amministratore delegato Cesare Romiti? Sì.
No. Forse. Dipende da chi abbia ragione nell’aula della IV sezione penale del Tribunale di Milano, dove
ieri, a pochi passi dai giornalisti che
seguono il processo Ruby, compaiono in corridoio l’imputato Romiti,
il procuratore generale torinese
Marcello Maddalena come parte lesa, il teste ex capo dell’ufficio legale
Fiat Enzo Gandini, e il coimputato
giornalista Davide Giacalone.
La vicenda
La versione del libro di Romiti
Sul quotidiano Libero il 29 aprile
2012 Giacalone, difeso dai legali
Vittorio Virga e Lucio Lucia, scrive
un articolo nel quale prende spunto
L’ex dirigente in aula
Testimone al processo
per diffamazione
in seguito a un articolo
sull’argomento:
«Il pm si alterò, mi disse
che i documenti
arrivavano dalla famiglia»
da un passaggio del libro-intervista
di Romiti al giornalista Paolo Madron, «Storia segreta del capitalismo italiano». «Secondo quanto
racconta Romiti — scrive Giacalone
— il procuratore di Torino, Marcello
Maddalena, in quei giorni caldi in
cui le inchieste producevano arresti
di massa e qualche suicidio, chiamò
il responsabile dell’ufficio legale
della Fiat, Ezio Gandini, e gli disse:
“Basta, non si può più andare avanti
così, bisogna che le lotte interne finiscano, perché qui ogni giorno arrivano soffiate anonime da parte di
alcuni manager interni alla Fiat”.
Come faceva Maddalena a sapere
che erano manager? Ecco la risposta: Gandini gli chiese da che ambiente arrivavano le soffiate e lui,
serafico, lo informò che i mittenti
erano riconducibili all’entourage di
Umberto Agnelli». Dunque, per Giacalone, «Maddalena commise un
reato, violando i doveri d’ufficio e
informando la parte indagata, addirittura suggerendo un preventivo
inquinamento delle prove».
La versione del pm Maddalena.
L’oggi procuratore generale di
Torino premette al Tribunale milanese che, come «in 45 anni di servizio, neanche stavolta avrei querelato» Romiti e Giacalone per diffamazione «se non vi fossi stato tirato per
i capelli dalla provocazione di Giacalone che nel libro mi aveva quasi
sfidato, scrivendo: “Naturalmente è
possibilissimo che il reato lo abbia
commesso Romiti distorcendo le
parole di Maddalena e diffamandolo, e in questo caso il signor procu-
ratore sa cosa deve fare”».
I manager Fiat indagati in Mani
pulite, ricorda il magistrato, erano
difesi da Chiusano, non da Gandini.
Che però «spesso andava dal procuratore capo Scardulla, per esprimere
magari doglianze sull’eco delle nostre perquisizioni o per conversare
amabilmente... A volte Scardulla mi
chiamava, sarà stato due o tre volte,
si parlava di qualcosa, in un’occasione mi pare della fede calcistica di
Romiti, e poi me ne andavo». Ma
quella frase, virgolettata da Romiti e
Il magistrato
e il manager
Sopra, Marcello
Maddalena,
procuratore
generale della
Corte di appello
di Torino
A sinistra, Cesare
Romiti, già
presidente
e amministratore
delegato
della Fiat
Giacalone rinviati a giudizio per diffamazione dal gup Luigi Gargiulo su
richiesta del pm Paolo Filippini,
«escludo di averla mai pronunciata.
Mi si fa passare per uno che ha favoreggiato la Fiat avvisandola che dal
suo interno provenivano informazioni alle indagini, e questo non solo non è vero ma secondo me non è
neppure l’interpretazione che ne
voleva dare Romiti nel libro». Romiti parlerà nella prossima udienza,
ma intanto depone l’allora capo ufficio legale Fiat, Gandini.
La versione dell’uomo Fiat
Smentisce Maddalena già sulla
prima circostanza: «Vidi il procuratore Scardulla una sola volta, chiamato da lui in ufficio all’indomani
di una perquisizione di cui mi ero
lamentato con gli ufficiali GdF per il
clamore giornalistico». E lo smentisce anche sulla sostanza: «Quando
entrò in ufficio, Maddalena quasi si
alterò, rispose che loro erano obbligati a fare le perquisizioni se avevano elementi, e aggiunse: “Avete poco da lamentarvi, la Procura non
vuole essere strumentalizzata per le
vostre lotte di potere, tutti questi
documenti arrivano da voi all’interno, dalla famiglia (Agnelli, ndr),
L’udienza
Ieri al Tribunale di Milano si è
svolta l’udienza nel
procedimento che vede
imputati l’ex amministratore
delegato della Fiat, Cesare
Romiti, e il giornalista di
Libero, Davide Giacalone,
accusati di aver diffamato
l’attuale procuratore generale
della Corte di appello di
Torino, Marcello Maddalena
L’accusa
A Romiti viene contestato di
aver detto, nel librointervista con Paolo Madron
Storia del capitalismo italiano,
che l’ex capo ufficio legale
Fiat (Gandini) gli riferì un
colloquio con Maddalena nel
quale il pm gli avrebbe
rivelato che le indagini per
tangenti sulla Fiat ricevevano
notizie dall’interno del
gruppo e in particolare
dall’entourage di Umberto
Agnelli. Giacalone è imputato
per aver ripreso e accentuato
questa circostanza in un
articolo su Libero nel 2012.
Maddalena smentisce
seccamente la circostanza
La deposizione
Ieri l’86enne Ezio Gandini, ex
responsabile dell’ufficio
legale della Fiat, ha
dichiarato invece che la
circostanza riportata da
Cesare Romiti nel libro è vera.
Secondo la sua deposizione,
in una occasione Maddalena
avrebbe detto: «Avete poco
da lamentarvi, la Procura non
vuole essere
strumentalizzata dalle vostre
lotte di potere, tutti questi
documenti e notizie arrivano
da voi all’interno, dalla
famiglia (Agnelli, ndr),
dall’entourage di Umberto»
La replica
Fuori dall’aula Maddalena ha
ribattuto che Gandini «se l’è
sognato, sono cose non vere.
E cita solo persone morte»
dall’entourage di Umberto», all’epoca notoriamente in urto con
Romiti e in dissidio con il fratello
Gianni sulle strategie del gruppo.
Secondo Gandini, «Maddalena mi
disse: “Quindi se avete qualcosa da
dire, venite a dircela”. Io gli feci presente: «Dottore, lei mi sta mettendo
in mano una bomba, guardi che io
la faccio esplodere?», andando cioè
a riferire all’Avvocato l’ipotizzato
ruolo del fratello. «Chiesi a Maddalena se a fare uscire notizie, nell’entourage di Umberto Agnelli, fosse
Galateri, che sapevo essere stato
compagno di scuola del pm Sandrelli titolare dell’indagine, ma
Maddalena disse “no no”. Gli chiesi
allora se fosse Giraudo, e Maddalena rimase zitto». Così asserisce il capo dell’ufficio legale Fiat, oggi
86enne, che non si ferma qui:
«Tempo dopo, Gianni Agnelli mi
disse che aveva parlato con il fratello Umberto, il quale aveva assicurato di non essere stato lui. Io dissi all’Avvocato che era stato Maddalena
a dirmelo, e l’Avvocato volle parlare
con lui. Gianni Agnelli poi mi disse
che Maddalena, in un incontro dal
prefetto di Torino, gli aveva detto
che non era stato Umberto. Allora io
tornai da Maddalena, e gli chiesi
perché avesse negato all’Avvocato
quello che aveva detto a me: lui ri-
La replica
L’attuale pg di Torino:
«Sono tutte cose
assolutamente
non vere, che io non
ho mai detto. E purtroppo
quelli a cui si fa riferimento
sono tutti morti»
spose allargando le braccia, “e come
facevo... ”. Raccontai tutto a Romiti,
che mi chiese di metterlo per iscritto», in un promemoria «a un notaio
mio amico da 40 anni». E la fotocopia compare in udienza, in mano alla difesa di Romiti, l’avvocato Giulia
Bongiorno.
Fuori dall’aula, Maddalena commenta: «Gandini se l’è sognato, è
assolutamente non vero. Io certo
non posso sapere se Gandini abbia
capito fischi per fiaschi, o se abbia
davvero dette quelle cose a Romiti:
di certo so che sono cose non vere,
che io non ho mai detto. E purtroppo quelli a cui fa riferimento sono
tutti morti». Il procuratore Scandurra no. Ma l’avvocato di Maddalena, Paolo Tosoni, spiega che a 93
anni pare stia molto male. Provano
a convocarlo dopo l’estate. Sempre
che si faccia udienza, dopo che ieri
la giudice Guadagnino ha invitato le
parti a trovare una conciliazione.
Luigi Ferrarella
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Residenze
turistico-alberghiere
2.791 (8%)
5 stelle
Cronache 19
italia: 51575551575557
393 (1%)
Totale camere: 1.092.286
Totale posti-letto: 2.250.704
I PRIMI 3 ALBERGHI ITALIANI NEL 2014 SECONDOTRIPADVISOR
1
4 stelle
(16%)
3.438
(10%)
Secondo il decreto
34/2009 della Presidenza
del Consiglio dei ministri:
Hotel Schwarzenstein
Lutago (Bolzano)
5.354
1 stella
CRITERI ATTUALI
PER L’ASSEGNAZIONE
DELLE STELLE AGLI ALBERGHI
1 stella
Ricevimento 12 ore su 24;
pulizia delle camere una volta al
giorno; dimensioni minime della
camera doppia di 14 metri
quadri; cambio della biancheria
una volta alla settimana
TOTALE
STRUTTURE
33.728
2
2 stelle
3 stelle
6.509
15.243
(20%)
(45%)
Four Seasons Hotel
Firenze
2 stelle
Stesse caratteristiche ma
con ascensore e cambio
della biancheria due volte
a settimana
3
3 stelle
Hotel Monika
Sesto Pusteria (Bolzano)
Servizio bar, conoscenza di una
lingua straniera da parte della
reception (aperta 16 ore), divise
per il personale, internet e
camere con bagno privato
Primo albergo a 7 stelle nel mondo
Il TH SevenStars Galleria Hotel di Milano
Fonte: Federalberghi
CORRIERE DELLA SERA
Turismo Parametri europei. Il presidente di Federalberghi, Bocca: si considerino le specificità italiane
Internet, sauna e buona cucina
Così gli hotel potranno avere le stelle
Cambiano i criteri. Più servizi ai clienti e per tutti bagno in camera
La famiglia Zimmerhofer gestisce da quarant’anni l’hotel Schwarzenstein in valle Aurina, Alto Adige. Il migliore d’Italia, secondo la
classifica 2014 di Tripadvisor, il
portale web costruito sui giudizi
dei viaggiatori. Ma i Zimmerhofer
non si sono cullati sugli allori, riaprono proprio oggi dopo aver allargato l’area benessere. «I clienti
chiedono sempre più. E il nostro
compito è coccolarli, risolvere
giorno dopo giorno tutte le loro
esigenze» spiega con semplicità
Paul, il titolare.
Quando si sceglie un albergo
non conta più tanto (o solo) la dimensione della stanza o sapere se il
personale è in divisa (obbligo attualmente richiesto dai tre stelle in
su). Le vecchie classificazioni sono
appunto vecchie e il governo nei
prossimi mesi rivoluzionerà il sistema. Nel decreto Cultura e turismo che ha già incassato il sì della
Camera e che, con ogni probabilità,
entro fine luglio diventerà legge è
prevista la delega al ministero dei
Beni culturali per mettere mani su
una materia complessa. Tre mesi di
tempo, d’intesa con le Regioni (la
competenza sul turismo è loro),
per adeguare l’Italia ai «criteri» europei. Come quelli fissati dall’Hotelstars Union (sigla che riunisce
39 associazioni alberghiere in 24
Stati), un modello a cui si stanno
ispirando i tecnici del dicastero
I minimi
Oggi un hotel per avere una
stella deve avere camere
doppie di almeno 14 metri
quadrati e garantire il
cambio della biancheria
ogni settimana. Adesso
servirà il bagno in camera
I giudizi
Nel decreto Cultura che
dovrebbe diventare legge a
fine mese, è previsto un
cambio radicale
nell’assegnazione delle
stelle per gli alberghi, con
più attenzione ai servizi per
i clienti. Si ipotizza anche
un maggiore utilizzo degli
ispettori, come succede nel
film «Viaggio sola» (foto in
alto) di Maria Sole Tognazzi
guidato da Dario Franceschini.
Tanto per fare un esempio. Oggi
un hotel per avere una stella (secondo gli standard minimi in vigore dal 2009) deve avere camere
doppie di almeno 14 metri quadrati e garantire il cambio della bian-
cheria ogni settimana e la pulizia
una volta al giorno. Secondo i nuovi parametri, non potrà essere concessa nemmeno una stella se le
stanze non hanno il bagno, un televisore a colori telecomando compreso e un tavolino con sedia.
Ancora più evidenti le differenze
al top. Adesso può fregiarsi del titolo di «5 stelle» un albergo che ha
la reception aperta notte e giorno,
addetti che parlano quattro lingue,
e camere singole di almeno 9 metri
quadrati. In futuro, dovrà avere anche un’hall spaziosa, un pc in ogni
stanza, e offrire piccoli omaggi ai
clienti, come fiori freschi, da far
trovare in stanza all’arrivo.
Al di là dei dettagli, è la filosofia
che cambia: le strutture contano
sempre meno, la qualità è data dai
servizi pensati per i clienti. «I tre
Tecnologia
Arriva lo schermo tv che si arrotola
Dopo gli schermi curvi, siamo arrivati a quelli
«arrotolabili». E nel dubbio che si faccia confusione, i
coreani di Lg aggiungono nel comunicato anche un
«rollable». Si tratta di uno schermo che diventa davvero
arrotolabile, fino ad assumere la forma di un cilindro da
portare con sé. Una rivoluzione per le tv. L’annuncio di
Lg racconta di uno schermo Oled da 18 pollici, con risoluzione da 1.200 x 810
pixel, riducibile a un tubo dal raggio di 3 centimetri.
pilastri dell’ospitalità del futuro
sono tecnologia, Spa e ristorazione
— spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi —. In un
buon albergo non potranno mancare per esempio il wi-fi, un’area
benessere o un buon ristorante. Bisogna per esempio sfatare la falsa
credenza che nei ristoranti si mangia male, sempre di più i grandi
chef sono presenti negli alberghi».
Non mancano però i timori. Il 70
per cento delle strutture italiane ha
meno di 30 stanze, strutture piccole, a volte in contesti di pregio dove
è difficile intervenire tra divieti e
vincoli. «Sicuramente bisognerà
tenere conto della nostra specificità — concorda Bocca —, per esempio distinguendo tra nuove realiz-
In Alto Adige il più votato
L’hotel più votato sul web:
«La gente chiede sempre di
più e bisogna accontentarla»
zazioni e alberghi già esistenti in
palazzi storici. Non bisogna essere
talebani, né in un senso né nell’altro. Le soluzioni si troveranno,
l’importante è darsi presto le nuove
regole».
I tecnici del ministero sanno bene quali sono i punti delicati da affrontare. E tra questi c’è sicuramente il nodo della certificazione:
a chi spetterà decidere e poi controllare che l’albergo risponda ai
requisiti richiesti? Margherita Buy,
nel film Viaggio da sola, era un’inflessibile ispettrice che giudicava
concierge e servizi in camera. Ma
era un film. Nella realtà, non sembra che finora qualcuno abbia mai
avvistato un ispettore regionale
che va in giro a misurare la qualità
dei nostri hotel.
Riccardo Bruno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 stelle
Pulizia della camera due volte al
giorno, cambio della biancheria
quotidiano; servizio di lavaggio
e stiratura della biancheria,
parcheggio per almeno il 50%
delle camere, camere doppie
di almeno 15 metri quadrati
e bagno di 4
5 stelle
Servizio di ricevimento aperto
24 ore su 24, tre lingue straniere
da parte degli addetti, camere
singole di almeno 9 metri
quadrati e camere doppie di 16
Secondo i criteri
della Hotelstars Union
(che riunisce 39
associazioni di albergatori
di 24 Paesi europei)
1 stella
Bagno e doccia in camera
2 stelle
Colazione a buffet; lampada per
la lettura vicino al letto
3 stelle
Telefono e accesso Internet
garantito in stanza
4 stelle
Fornitura, su richiesta, di
accappatoio e pantofole;
minibar sempre aperto
5 stelle
Presenza fissa di un parcheggiatore; servizio di pulizia la sera;
prodotti per la cura personale
20
italia: 51575551575557
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
www.trony.it
TRONY PRESENTA
TV Ufficiale dei Mondiali di Calcio FIFA 2014
Vivi la passione, i colori, i suoni.
TV LED KDL-55W955
Finalmente la forma perfetta.
Smart TV LED Full HD 3D da 55“ (139 cm), X-tended Dynamic Range, TRILUMINOSTM X-Reality
PRO, Motionflow XR 400Hz, Wedge Design, One Touch mirroring NFC, Wi-Fi® integrato, Tuner
Digitale Terrestre T2 e Satellitare integrati, 2 paia di occhiali 3D e 2 telecomandi di cui 1 One Flick
inclusi, classe energetica A+.
Vinci 1 delle 1000 PlayStation® 4 in palio!
Dal 2 Maggio al 13 Luglio 2014 acquista un TV Sony a partire da 42” (107cm)
e partecipa all’estrazione di 1 delle 1000 PlayStation®4 in palio.
Regolamento completo su www.sony.it/tv-promotion e presso l’agenzia
“Promozioni & Concorsi” di Milano.
SCEGLI LE GRANDI MARCHE
IN OFFERTA ESCLUSIVA PER TE.
In tutti i punti vendita Trony.
Scopri la
promozione
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
21
italia: 51575551575557
Tempiliberi
Viaggi
Benessere
Moda
Food
Sulla spiaggia
Fonte: Doxa/Touring Club Italiano
Forse meno di un tempo. Ma la vacanza resta per tutti una pausa
meritata. Obiettivo riposo per 5,7 milioni di italiani, cultura (11%).
Il mare resta la meta per
16%
passeggiare
12%
divertirsi
10%
abbronzarsi
6%
nuotare
wellness
3%
Design
Tecnologia
Famiglia
Stili di vita Finita l’epoca
in cui si guardava con
invidia a chi riusciva a
riposare solo 2/3 ore per
notte. Dalla strategia
del «pigiama rosa»
di Arianna Huffington
al vecchio trucco
di «lasciarsi andare»
di ELVIRA SERRA
ILLUSTRAZIONE DI DORIANO SOLINAS
D’
estate, in vacanza, arriva
il momento
della verità. È
allora che si
capisce se
siamo gufi o
allodole, tiratardi incalliti
che aspettano l’alba del nuovo giorno in spiaggia, con
una caipiroska ancora ghiacciata in mano e
nessuna certezza se sia martedì o giovedì; oppure puntuali come orologi svizzeri, con
un’agenda fitta e metodica che comincia con il
saluto al sole, prosegue con la corsa sul lungomare, poi spesa al mercato del pesce, due ore
di tintarella, acquagym, lezione di scrittura
creativa, escursione in grotta, pizza (fatta in
giardino nel forno a legna) e buonanotte entro le 22.30, cascasse il mondo. In entrambi i
casi, a raccontarlo, si farà un figurone. Ma c’è
un altro cronotipo, in genere meno pubblicizzato, che gli studi in materia sembrano accreditare sempre di più: è il ghiro.
Dormire fa bene. Ormai è accertato: diminuisce lo stress, migliora la memoria, fa calare
il rischio di obesità, potenzia le difese immunitarie, accelera i tempi di guarigione, allontana la depressione. E, servisse altro, rende belli. Mica per niente quella signorina bionda
con i capelli lunghi la chiamavano la Bella addormentata nel bosco, e non per caso portava
così bene la sua età. Anche il New York Times
si è occupato del tema, interpellando la dermatologa Amy Wechsler che senza difficoltà
ha ammesso come una buona dormita abbia
effetti più duraturi ed efficaci di una punturina di botox.
Farsi un buon sonno è una cosa seria, e c’è
bisogno di un piano. Molti centri di benessere
offrono trattamenti mirati. E a riprova del fatto che si è aperto un vero e proprio mercato
nel settore, basta pensare che all’aeroporto
parigino di Charles de Gaulle nel 2016 aprirà
la prima spa con annessa un’area per le pennichelle. Alla base c’è il solito problema, l’ansia,
fin troppo diffusa nella società del multitasking, dove il riposo, orrore!, viene stigmatizzato come una perdita di tempo.
Invece un motivo ci sarà se Arianna Huffington, professionista in carriera per antonomasia, ha dedicato un capitolo del suo ultimo
libro Cambiare passo, pubblicato in Italia da
Rizzoli, a «Far carriera dormendo». E quando
cita Michael Roizen, superesperto di benessere alla Cleveland Clinic, scrive che «il sonno è
l’abitudine salutistica più sottovalutata». «La
mancanza di sonno è diventata un simbolo
del nostro impegno lavorativo», aggiunge.
Eppure lo stesso Bill Clinton ammise che gli
errori più grandi della sua vita li aveva commessi perché era troppo stanco.
Arianna Huffington descrive i suoi sforzi
per arrivare all’obiettivo «8 ore», cioè la quantità di sonno necessaria al suo organismo
(cambia per ognuno, c’è chi si riposa con sette, a chi ne servono 9, chi non sta bene se non
dorme per quattro mesi di fila, ma quello si
chiama orso). L’impresa ha richiesto preparazione e ritualità: per esempio la giornalista ha
dovuto cominciare a indossare un pigiama rosa e non la solita maglietta larga, per dare al
corpo il segnale che era cambiato il contesto;
poi tenere abbassate le tapparelle; mettere una
sveglia per ricordarsi di andare a dormire
(sic!); contare all’indietro di tre in tre partendo da 300 (cervellotico, ma efficace); spegnere
i dispositivi elettronici.
L’intelligenza del sonno
«Il tempo dedicato al riposo non è mai buttato via», assicura il professor Luigi Ferini
Strambi, neurologo direttore del Centro di
medicina del sonno all’Ospedale San Raffaele
Turro e presidente e eletto della Associazione
mondiale di medicina del sonno. «Dormire
inibisce il cortisolo, che è l’ormone dello
stress. Ha un effetto importante sul buon funzionamento del sistema immunitario e sul peso corporeo. Inoltre, tutte le cose che apprendiamo durante la giornata vengono immagazzinate di notte nel deposito della memoria: il
cervello ripone nei cassetti quello che deve essere conservato e elimina quello che non ritiene importante».
In vacanza non bisogna stravolgere a tutti i
costi il proprio bioritmo. Così, se si va a letto
alle quattro, come appunto i gufi, è meglio ac-
Contrordine:
chi dorme a
sufficienza fa più
carriera. Consigli
per le vacanze
Single
di Antonella Baccaro
Quei padri
fantasma
e i loro surrogati
cinquantenni
N
e abbiamo parlato la scorsa settimana
delle mamme con figlie che amano
overcinquantenni. Per dire che forse
non era questo che immaginavano per le
loro bambine quando davano loro l’esempio
di donne autonome economicamente e
indipendenti. «Dove abbiamo sbagliato se le
nostre figlie preferiscono farsi mantenere?»
mi chiedevo. Carla, mamma di una fanciulla
che si accompagna a signore maturo, mi ha
sorpresa, rispondendomi così: «Io do
ragione a mia figlia di 20 anni che ha una
relazione con un uomo oltre i cinquanta.
Alla sua età io ho cercato, e alla fine
incontrato, il grande amore, dopo alcune
delusioni. Così, dopo qualche anno, ho
vinto un concorso e mi sono sposata con
lui. Risultato? Dopo sei anni sono rimasta
sola, col mio stipendio che non basta, due
cettare di buon grado di dormire fino a mezzogiorno. E per gli amanti della pennichella
pomeridiana, serve qualche piccolo accorgimento. Suggerisce Flavio Villani, del Centro di
medicina del sonno dell’Istituto Neurologico
Carlo Besta di Milano: «Mai farla durare più di
30-45 minuti. E, soprattutto, mai oltre le tre
del pomeriggio: altrimenti si rischia di consumare una parte importante della nostra necessità di sonno, il che influisce su quello notturno». Inoltre, è un falso mito che tanti piccoli
pisolini possono sostituire una unica tirata ristoratrice: «Il sonno frammentato è sempre
sconsigliabile, non dà modo al corpo di riposare a sufficienza».
L’ideale è sfruttare la vacanza, senza vincoli
professionali e culturali, per ascoltarsi e capire
a quale velocità il nostro organismo è dispo-
sto a muoversi. La psicologa del turismo Francesca Di Pietro avverte: «Non esiste una strategia universale vincente e assoluta, le persone sono tutte diverse. Chi lo dice che bisogna
mangiare all’una e alle 20, o dormire da mezzanotte alle otto? Quando viaggio dormo molto meno del solito, è il contesto energetico che
mi circonda a rendermi più sveglia. Ma non
c’è nessuna forzatura, è il corpo che mi dice
cosa devo fare».
Il trucco, alla fine, è imparare ad arrendersi.
Il dottor Rubin Naiman ha spiegato al New
York Times che è importante lasciarsi andare.
Perché il sonno è delizioso e non è meno importante della vita da svegli. Si tratta di un piacere. Ed è un vero peccato non concederselo.
elvira_serra
figlie a carico e un ex marito che guadagna
meno di me e mi passa quel poco che mi
deve per le nostre figlie per un periodo, poi
smette e devo andare dall’avvocato». In
realtà, racconta Carla, questo padre, andato
via quando le figlie avevano meno di cinque
anni per «seguire il suo cuore», è stato
assente negli ultimi dieci anni,
ricomparendo solo ora. «Da tutto questo —
prosegue — la figlia maggiore, la ventenne,
è rimasta molto traumatizzata. È una
ragazza molto bella, ma si sente insicura e
ha un continuo bisogno di conferme. Forse
per questo ha cominciato a partecipare a
concorsi di “miss”. Io vado a vederla per
farla contenta». È così che la ragazza, la
scorsa estate, si classifica terza. «Quella sera
— racconta Carla — si accorge che un uomo
in platea guarda solo lei. Mostra sulla
quarantina, ma ha oltre cinquant’ anni. È in
compagnia di una modella. Mia figlia trova
il modo d’incontrarlo a una festa e inizia
una relazione con lui». La mamma è
disperata? Anzi. «Lei non ne è innamorata.
Come lui non è innamorato di lei, e credo
non sia la sola che frequenti. Ma mia figlia
sta bene. È stata con lui a Dubai. Ha ricevuto
dei regali che desiderava e io non mi potevo
permettere, e non se li poteva certo
guadagnare con i lavoretti sottopagati di
oggi. I regali che riceve per lei non son
“cose”. Sono simboli importanti per lo
status tra coetanei e l’autostima che ne
segue. Esce con amiche e non ne vuole
sapere dei coetanei. Vista la mia esperienza,
posso darle torto?». E voi, padri-fantasma,
che ne dite dei vostri surrogati?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
22 Tempi liberi
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Moda I protagonisti
La collezione Le modelle arrivano in barca, i Faraglioni a fare da sfondo
Corone e maioliche
Le regine di Capri
L’esperimento
Vivere un anno
con le celebrità
come modello
Siamo ossessionate dalle star
perché vogliamo essere come
loro? O ambiamo alla perfezione
perché ne rappresentano
l’epitome (e nessuna osi negare
di aver sognato, almeno una
volta, di sfoggiare il taglio e i
capelli di Jennifer Aniston, in alto
nella foto New Line Cinema)?
Partendo da uno studio
pubblicato nel 2008, secondo cui
il solo pensare alla propria star
preferita può incoraggiare
persone con bassa autostima,
Rachel Bertsche, giornalista ed
ex capo redattore di O, il
magazine di Oprah Winfrey, ha
provato a rispondere alla
domanda con il libro Jennifer,
Gwyneth & Me: The pursuit of
Happiness, One Celebrity at a
Time (edizione Random House).
Per quasi un anno ha vissuto
prendendo a modello una
attitudine di otto celebrità:
Jennifer Aniston (esercizio
fisico); Gwyneth Paltrow
(cucina); Sarah Jessica Parker
(guardaroba); Tina Fey
(attivismo etico); Jennifer
Garner (matrimonio); Julia
Roberts (serenità, anche se la
sorellastra Nancy Motes,
suicidatasi nel febbraio scorso a
37 anni, ha lasciato scritto: «A
mia madre e alla mia
“cosiddetta” sorella lascio il
ricordo di essere state loro a
spingermi nella peggior
depressione»); Jessica Alba
(gravidanza) e Beyoncè
(gestione di famiglia e affari).
Risultato dell’esperimento?
Nemmeno le star sono perfette.
Tuttavia seguire il loro stile di vita,
sottolinea la giornalista, si è
rivelato utile: l’ha spinta a fare
regolare esercizio fisico,
mangiare cibo sano, lavorare con
più efficienza e curare meglio il
look. I suoi sforzi, conclude,
l’hanno fatta sentire «una
versione migliore di se stessa».
Anche se, aggiunge, «per
ottenere i risultati serve la totale
adorazione per i propri idoli e una
buona dose di egocentrismo».
Laura Zangarini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
T
utto è possibile a Capri.
Anche indossare un poncho di lince sopra il costume di broccato dipinto
a mano. Perché qui «la
donna non vive le stagioni ma la vita, l’amore e la
passione», scrivono Dolce e Gabbana nell’invito
alla sfilata della loro Alta
Moda, omaggio a una creatività pura, libera,
senza fini di lucro ma come unico scopo quello
di raccontare alle clienti e ai pochissimi invitati
(in tutto 250 persone) uno di quei sogni che di
questi tempi non solo è difficile realizzare ma
tanti (troppi) hanno perso il gusto di raccontare. Nessun luogo più adatto dunque di quest’isola.
Per passerella gli scogli dell’approdo della
Fontelina, di fronte ai Faraglioni, luogo dove un
tempo le donne andavano a lavare le foglie del
lino. C’è chi arriva dal mare, c’è chi preferisce la
camminata scoscesa. Un tramonto da perdere la
testa. Le onde che si infrangono. Candelabri e limoni e drappi porpora ovunque. Divani di damaschi e poltroncine. Colpo d’occhio alla Fellini. Poi ecco le regine e le principesse, arrivare
dal mare agitato che rende tutto più difficile ma
anche elettrizzante. Onde e spruzzi. Ma pure
tiare e corone. «Le più importanti celebrità che
si sono recate a Capri — scrivono gli stilisti nel
loro libretto d’appunti e immagini sulla collezione — non sono mai state considerate solo
delle dive, ma anche delle vere regine». Liz
Taylor, Maria Callas, Brigitte Bardot, Wally Simpson, Sofia Loren: «Abbiamo pensato a loro, a
quando mettevano piede sull’isola e si vestivano del sole, dei colori, dell’energia del posto e
ne venivano travolte. Fieri di essere italiani, abbiamo voluto ricreare quell’atmosfera, quella
sensazione che è unica e irripetibile».
Non ci sono stagioni, non c’è giorno e non c’è
sera in questo angolo incantato. Ci sono solo
queste eccentriche regine (settantotto in tutto)
in sandali d’oro e pietre preziose o fatti a stivali
di cincilla e astrakan, quasi dei doposci. Ecco il
poncho di lince sul costume di broccato, l’abito
svasato di astrakan rosso bordeaux, il vestito
per ballare la tarantella di pizzo e campanelle, le
tshirt di ermellino colorato con le tinte di Capri
(il verde dell’acqua, il giallo dei limoni, l’azzurro
del cielo). Ecco la cappa Farah Diba di astrakan
blu petrolio. Il tubino bustier di Gennarina che
incede seriosa con il velo nero sul volto. E Maruzzella in tailleur bermuda di broccato ricamato con la tecnica Dolce e Gabbana: macramè,
broccato, croquet, filo e perle, tutto insieme.
Il backstage è in una casetta su di una sporgenza. Ogni tanto le tende si scostano lasciando
la vista sui Faraglioni: «Capri è l’isola dell’alba e
del tramonto, del sole di mezzogiorno e della
notte stellata, per questo non ha confini», sostengono gli stilisti che traducono in abiti la
Dolce e Gabbana
scelgono l’isola per la loro
collezione di alta moda
Ripensando a Liz Taylor
e a Giulietta degli Spiriti
Il quadro finale
Ieri sera, a Capri,
Dolce e Gabbana
hanno presentato
la nuova collezione
di Alta Moda.
Settantotto modelle
hanno sfilato al
tramonto sugli
scogli della
Fontelina, lido
all’ombra dei
Faraglioni. In alto il
momento finale
della serata, con
soltanto 250 invitati
stessa riflessione nel pensare che non ci sia più
né stagionalità né momento giusto. Tutto può
essere, ora e dopo per le donne che possono
possedere questi sogni.
«Le clienti dell’alta moda sono veramente capaci di scendere al mare con la pelliccia sopra il
costume o partire da Capri per essere la sera a
Mosca», raccontano. È che le volpi, le linci, i visoni, gli astrakan che sfilano al tramonto su
questi scogli hanno la leggerezza di un velluto
di seta! Che siano il tailleur con la giacchetta
sottile e la gonna svasata o il completo con il top
con i bottoni di corallo e lo short corto-corto.
Poi gli abiti e le gonne a spicchi come gli ombrelloni o le vesti Anni Cinquanta, a righe o con
i disegni delle maioliche, tutti dipinti e sfumati
a mano. O quelli realizzati con scampoli di tessuti originali degli Anni Sessanta. E ancora le
creazioni souvenir «saluti da Capri»: la piazzetta, i Faraglioni, le case ricamati in paillettes. I
foulard e le ceste-capolavori impreziosite da
pietre vere.
Non da meno i gioielli, pezzi unici
come gli abiti: le corone e le
tiare e diademi, poi le
grandi fragole di rubini o i limoni di
diamanti gialli
per parure complete, gli orecchini a forma di
gozzi, i putti e le maioliche. Ci sono voluti anche
due anni per realizzarli. Nulla è
ovvio: neppure una Giulietta degli Spiriti che alla maniera di Dolce e
Gabbana passeggia con un ombrellino dipinto a mano dal manico di visone. A Capri tutto è possibile. «E
tutto è semplice e tutto è complesso. Tutto si mescola con estrema
facilità — salutano i Dolce e Gabbana —: è l’unicità di trasformare tutto in Alta Moda». Dopo lo show, la cena. E ancora
stasera, un’ultima festa.
Paola Pollo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cenacolo
Lei elegante, lui in t-shirt
Ma i gentlemen
che fine hanno fatto?
«N
e vogliamo parlare? Lei
perfetta, con il suo abitino, le scarpe giuste,
seduta impeccabilmente in un bel ristorante. Lui, dall’altra
parte del tavolo, con una t-shirt al posto della camicia, un paio di pantaloni
forse di moda, ma non certo eleganti».
Scene di ordinaria quotidianità, intercettate in giro da Ercole Botto Poala, fine osservatore e amministratore delegato di Reda, l’azienda biellese che dal
1865 produce tessuti pregiati.
E allora sì, parliamone, magari in un
«cenacolo» di esperti, un piccolo think
tank chiamato a ragionare su dove è
andato a finire il gentleman. Il primo
appuntamento, dal titolo «Il Gentleman sul filo dello stile», è stato a Milano in un appartamento di spiccata personalità. Nessun showroom o temporary: piuttosto un salotto privato trasformato nel ritrovo semi-carbonaro di
un gruppo di amici chiamati a dire la
propria. Partendo da una riflessione: se
esiste il «made in Italy» esisterà anche
il «wear in Italy», l’arte del saper vestire. Dunque, come si fa ad avvicinare i
giovani gentleman di oggi all’eleganza
di ieri, a quella cultura dello stile e all’attenzione per le materie prime? Provocatore e trascinatore della serata,
l’esperto di stile Sergio Colantuoni ha
parlato dell’ eleganza come di «un fatto
In salotto La serata organizzata da Reda in un appartamento privato milanese
culturale: il guardaroba ideale non esiste poiché è in continua evoluzione, facendo sentire chi lo indossa a proprio
agio nelle innumerevoli attività della
giornata, proprio come un funambolo
in equilibrio sul filo della vita». E poi
c’è il fattore «t», la tecnologia, che ri-
Pillole
Sergio Colantuoni: «Il
guardaroba ideale non esiste.
Siamo come funanboli»
mette tutto in gioco: l’eleganza oggi è
anche capacità di cambiare punto di
osservazione, ha spiegato il web-influencer Simone Marchetti: «Dobbiamo capire quanto la tecnologia ci stia
modellando e quanto noi dobbiamo
imparare a modellare la tecnologia»,
spiegava sfogliando pagine di iPad.
Gli incontri (ce ne sono già altri in
programma) serviranno proprio a tracciare le nuove linee guida di stile, partendo però dalla tradizione italiana. «I
nostri tessuti non sono solo ottimi prodotti del made in Italy, ma il risultato di
tutti i valori in cui l’azienda crede ancora oggi. Come scrisse Sartre — chiosava Botto Poala — l’eleganza è una qualità del comportamento che trasforma
la massima quantità di essere in apparire». Pillole di dandysmo, per poi tornare «terreni» con un buffet mediterraneo. Alla prossima chiacchierata.
Michela Proietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Tempi liberi 23
italia: 51575551575557
Gli abiti lunghi, con la
gonna vaporosa a righe
o che riprende i disegni
delle maioliche,
presentati ieri da Dolce
e Gabbana.
ELABORAZIONE DI VINCENZO PROGIDA
Tutto, dagli abiti ai
foulard, ha come tema
Capri, i suoi colori, la sua
natura. Anche i gioielli come le piccole mani
d’oro che reggono
quadrifogli e cornetti
preziosi – sono
espressione dello
“spirito” del Sud Italia
Svolte Jérome Lambert: così conquisteremo le donne
Il signore delle penne
«Punto sui gioielli
ma è una cura dolce»
Montblanc e la rivoluzione digitale
R
idurre la complessità ai
fondamentali. È l’approccio «olistico» di
Jérôme Lambert, 45 anni,
nuovo amministratore
delegato di Montblanc. Approdato
al gruppo tedesco dopo dodici anni
ai vertici di Jaeger-LeCoultre, brand
di orologi svizzeri di lusso, Lambert
conta di gestire la diversificazione
— ai tradizionali strumenti da scrittura si affiancano sempre più accessori e gioielli — puntando sull’identità del marchio: sintesi di storia e
avanguardia tecnologica. Strategia
forte della fidelizzazione con i clienti (con 730 milioni di fatturato e 450
boutique nel mondo, Montblanc
copre il 70% della domanda globale
nel settore del «fine writing»). Parte
da qui, dallo zoccolo duro degli aficionados il piano di sviluppo in ambiti complementari: non una terapia
shock — il triangolo d’oro pennainchiostro-carta rimane l’asset
principale — ma una risposta alla
rivoluzione digitale.
Se Lambert prevede che i nuovi
media non riusciranno a soppiantare il piacere del segno tracciato a
mano sul foglio, è consapevole però
di come sia cambiato il mercato:
«Con la crisi le persone sono sempre
più attente alla qualità, alla sostanza
— osserva —, non a caso preferiscono i pennini grandi, tangibili». Al
consolidamento del business di
punta, fondato nel 1906, si associano altre categorie di prodotto: dagli
accessori (nel 1926 il lancio, pionieristico, della prima borsa in pelle
Saffiano marrone) agli orologi (venti anni fa l’apertura delle prima fabbrica, nel 2004 l’acquisto di Minerva
Villeret). Ma è nel campo dei gioielli, in particolare, che Montblanc è
riuscito ad allargare il campo e a
conquistare anche il pubblico femminile.
Le prospettive più interessanti?
«In Russia le nostre collezioni di
lusso sono molto richieste — dice
Lambert —, per questo nei prossimi
sei mesi presenteremo un nuovo
orologio al quale sarà legata anche
una linea di gioielli». Tra le creazioni più appetibili per le fan di Montblanc, quelle ispirate a Grace di Mo-
Il personaggio
Jérome Lambert,
a sinistra nella foto,
45 anni, nuovo
amministratore delegato di Montblanc,
insieme all’ambasciatore del marchio, l’attore australiano Hugh Jackman
naco: leitmotiv il petalo di rosa, fiore prediletto dalla principessa (dal
giorno delle sue nozze con Ranieri
le furono dedicate 17 varianti). Declinazione prêt-à-porter dei pezzi di
alta gioielleria, la linea Pétales de
Rose allinea anelli, orecchini, bracciali, collier in oro bianco e diamanti. Pétales Entrelacés, in oro rosa con
pavé di diamanti, interpreta invece
l’immagine della donna contemporanea con un design minimal chic.
Se l’impatto sull’immaginario
femminile passa anche attraverso il
recupero di dettagli iconici, per
l’uomo Montblanc rispolvera uno
dei suoi emblemi per eccellenza: la
storica penna Meisterstück, ideata
90 anni fa (era il 1924), alla quale si
abbinano gemelli, bracciali e portachiavi. Cifra comune l’accostamento
tra la resina nera lucente, l’onice ne-
L’icona
La storica
Meisterstück, ideata
nel 1924. Ora una
collezione di gemelli,
bracciali e portachiavi riprende colori e
materiali della penna
Diamanti
Un anello Montblanc
in oro bianco e diamanti della collezione Pétales de Rose
ispirata a Grace di
Monaco, che aveva
come fiore preferito
proprio la rosa
ro e le rifiniture in oro rosso. Estensioni e sconfinamenti che, qualunque sia la variabile, rimandano all’essenza del prodotto: la scrittura
come connubio di arte e artigianato,
sfida tecnologica e tocco soggettivo.
«Per realizzare un pennino —
spiega Lambert — occorrono 35
passaggi. A testarne la qualità, in
base al suono che produce, è un team di cinque donne ultra specializzate». Motivo per cui «il triangolo
d’oro» rimane il core business. «La
mia prima Montblanc? A 16 anni —
racconta Lambert —, ma fin da piccolo ero attratto da quella di mio
nonno: non capivo cosa avesse di
tanto prezioso da non poterla usare».
Maria Egizia Fiaschetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mercato dei falsi Renzo Rosso e l’azione legale contro 83 siti americani che vendono merce contraffatta. «I consumatori possono darci una mano»
«Quanta robaccia sul web», la battaglia dal basso di Diesel
Q
Battaglia legale Renzo
Rosso, patron di Diesel
uanto costa difendere il proprio marchio dai falsi che
circolano ovunque, soprattutto in Rete? Renzo Rosso, patron
di Diesel, racconta di avere un intero
gruppo di avvocati impegnati solo
su questo. «Quando digiti il nome
Diesel, ti esce una montagna di siti e
di persone che si sono inserite in
modo sleale vendendo prodotti falsi. È gente furba: compra qualche
capo autentico, poi il resto è tutta
merce taroccata».
La battaglia contro i falsi sta dando i primi frutti. Diesel ha presentato un’azione legale davanti alla Corte distrettuale dello Stato di New
York contro 83 siti web che stanno
utilizzando impropriamente il nome di Diesel nel loro dominio. Funziona così: proprio per via del nome
nel dominio, i siti web inducono il
consumatore a pensare che siano
collegati all’azienda Diesel, mentre
in realtà non sono altro che parassiti. Risultato: «Hanno venduto migliaia di copie contraffatte di nostri
capi».
Rosso dà qualche cifra: nel 2013,
le dogane cinesi hanno ufficialmente confiscato oltre 70 mila prodotti
Diesel contraffatti in uscita dallo
stato, mentre le dogane europee ne
hanno sequestrati altri 35 mila ed
ulteriori 15 mila solo nei primi sei
mesi di quest’anno. Oltre 120 siti
trasgressori sono stati chiusi, mille
venditori online sono stati bloccati
ed un totale di 40 mila prodotti rimossi.
«Stiamo subendo un danno di
immagine gravissimo — prosegue
—. Uno pensa di comprare un paio
di jeans con la qualità Diesel e poi si
ritrova in mano questa roba? Abbiamo cominciato a tagliare un sacco di
Estate 2015
Jeans e pelle
alla sfilata della
nuova collezione
Diesel Black Gold
per la prossima
estate presentata
lo scorso giugno a
Milano durante la
settimana della
moda maschile. Il
giubbino da biker
portato sopra la
giacca è uno dei
look che meglio interpretano lo spirito del marchio
nostri clienti che si sono dimostrati
poco corretti andando ad alimentare il mercato parallelo, ma è un lavoro che sembra non avere mai fine».
Ciascuna azienda è sola nella battaglia contro il falso? «Ci sono delle
strutture impegnate a mettere insieme più brand, ma è una faccenda
complicata. L’online sta diventando
un Far west: intercetti un sito che
vende merce falsa con il tuo marchio, lo fai chiudere e quello riapre il
giorno dopo, con un altro nome».
Soluzioni? «Noi vogliamo com-
Danno di immagine
«Uno pensa di acquistare un
nostro capo di qualità e poi
si ritrova un falso? Il danno
di immagine è gravissimo»
battere questo comportamento dal
basso, avvertendo i nostri consumatori che il mercato è pieno di robaccia. A chi ama Diesel voglio dire:
stai attento, compra solo quando sei
sicuro del sito in cui ti trovi, perché
in troppi vogliono ingannarti. Siamo pronti a tagliare il fatturato pur
di ridare ai nostri clienti la certezza
di potersi godere la qualità dei nostri prodotti».
Ha mai provato a quantificare il
danno? «No. E come potrei? Chissà
quante truffe ci sono che non riusciamo a vedere. La cosa che so per
certo è che quando entro in un nostro negozio vedo dei capi belli, fatti
bene, affascinanti, grintosi. Tutta la
robaccia falsa che circola, però,
danneggia gli sforzi che facciamo
per migliorarci sempre».
Daniela Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24 Tempi liberi
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Moda la sfida della sostenibilità
Lo shopping «buono» Fibre riciclate e solidarietà verso i Paesi in via di sviluppo
In Umbria
di Maria Teresa
Veneziani
C’è un cotone che nasce
da tonnellate di abiti smessi
Le sciarpe
tinte con ortica
nello spirito
francescano
«Verde»
Un giubbino di jeans della linea
H&M «Close the loop»:
il marchio di abbigliamento
low cost svedese è stato il
primo a lanciare, nel febbraio
2013, un progetto di raccolta
di abiti usati in tutti i 54
Paesi in cui H&M è presente,
Italia inclusa. Ogni cliente
può portare i propri capi
usati, indipendentemente
dalla marca e dalla
condizione: ad oggi sono
state raccolte 3.047
tonnellate di abiti
smessi. Proprio
quest’anno, a febbraio,
è stata lanciata la
collezione Close the
Loop, capi realizzati
con il 20% di
materiale riciclato
proveniente dalla
raccolta degli abiti
La campagna
di H&M
e i progetti in
Mozambico di
Goga Ashkenazi
Si è guadagnato il titolo di
maestro tintore grazie ai segreti
tramandati di padre in figlio.
Claudio Cutuli (sopra), nel suo
laboratorio nel borgo medievale
di Bevagna, in provincia di
Perugia, con la moglie Mariagrazia
crea delicate sciarpe e scialli con
canapa, lino, seta, bambù, la polpa
del faggio e seta che tesse a mano
su antichi telai. Teli che vengono
poi tinti con prodotti della natura
quindi lavati con l’acqua di mare. Il
pezzo di cui va più fiero è il maxi
foulard che riproduce il Miracolo
della sorgente, uno degli affreschi
del ciclo delle Storie di San
Francesco della Basilica superiore
di Assisi attribuito a Giotto. «Il
ricavato viene devoluto alle Opere
francescane» racconta Cutuli.
«Sembra cashmere e invece è in
fibra di ortica, una pianta che non
si arrende mai, l’ho voluta come
un inno alla vita». Per riprodurre i
colori ha utilizzato la robbia
tintoria (per i rossi), il guado (per il
blu), il mallo di noce (per i marroni
e il nocciola fino al beige), tutti
tamponati a mano come fa per
quasi tutte le sciarpe vendute in
560 negozi nel mondo (tra cui
Luisaviaroma e L’Eclaireur di
Parigi). L’ultima produzione è la
Cutuli cult, tocco di nero a metà
tra il bijou e la sciarpa: pelli
smerigliate, quindi arrugginite e
poi mescolate con polpa di legno
e cashmere prima di essere
tamponate a mano e corrose con
le alghe marine, notoriamente
ricche di sale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
N
on è più di moda bruciare
pellicce in piazz a o ves t i r s i
con teli di iuta.
La nuova sensibilità abbraccia
l’ecologia e la
solidarietà con
progetti discreti, ma capaci di cogliere nel segno. La beneficienza è un fatto silenzioso e si scopre
solo ora che Goga Ashkenazi, direttrice
creativa del marchio Vionnet, si divide tra
i riflettori e un villaggio del Mozambico,
dove sostiene un progetto di pianificazione familiare insieme a Save the Children,
presentato ieri in occasione della Giornata
Mondiale della Popolazione.
Un piano di «empowerment femminile» per aiutare la popolazione, ma soprattutto le donne, vessate dalla guerra civile,
a vivere le maternità in modo più consapevole. «Essere mamma di due bambini
(Alan e Adam, ndr) mi ha fatto comprendere quanto sia importante potersi prendere cura dei più piccoli con gli strumenti
adeguati», spiega Goga, che si è impegnata finanziariamente in modo diretto con
una donazione a sostegno del progetto in
Mozambico. «Essere genitore è innanzitutto una questione di amore, ma senti
anche la responsabilità - continua Goga -.
Ho capito quanto io sia fortunata non solo
ad avere figli, ma ad avere figli sani e a potermi permettere i migliori servizi sanitari». Di fatto la contraccezione rimane ancora fuori dalla portata di milioni di persone: oltre 200 milioni di donne non hanno accesso ai mezzi di pianificazione
familiare e circa 2 milioni di bambini perdono la vita ogni anno a causa dello scarso
controllo delle nascite. Così il privilegio di
essere una delle donne più ammirate dei
Dalla parte delle donne
Sopra Goga Ashkenazi,
direttrice creativa di Vionnet
(foto Wayne Maser). Insieme
a Save the Children ha scelto
di sostenere un programma
di pianificazione familiare
in Mozambico (a destra il
villaggio), per migliorare le
condizioni di vita delle
donne e dei loro bambini
red carpet può diventare un’opportunità
anche per gli altri: grazie alla sua immagine Goga riesce a coinvolgere molti amici
nei suoi progetti. «Recentemente ho organizzato una biciclettata da Londra a Brighton: chi voleva partecipare doveva fare
un’offerta. In questo modo abbiamo raccolto un milione e mezzo di sterline per
l’Evelina Hospital di Londra».
Per il marchio svedese H&M, che ha
scelto di imboccare la strada della sostenibilità, il precorso è tracciato da tempo.
«Vogliamo che la moda sia sostenibile e
che la sostenibilità sia di moda», spiega
Karl-Johan Persson, ceo di H&M. Da questo intento è nato H&M Conscious, un nome che racchiude centinaia di iniziative,
come l’uso di cotone sostenibile: il gruppo
ne ha raddoppiato la quota di utilizzo negli ultimi due anni. Oltre a questo H&M è
stata la prima azienda di moda a lanciare,
nel 2013, un progetto di raccolta di abiti
usati in tutti i 54 Paesi: ogni cliente può
portare i propri capi usati, indipendente-
mente dalla marca e dalla condizione.
«Abbiamo raccolto 3.047 tonnellate di
abiti smessi. Quest’anno è stata lanciata la
collezione Close the Loop, capi realizzati
con il 20% di materiale riciclato», spiega
Persson, che non perde di vista l’impegno
umanitario. «Nel 2004 abbiamo stretto un
accordo con Unicef per migliorare la vita
dei bambini in India e in Bangladesh e favorirne la scolarizzazione, togliendoli alle
piantagioni di cotone».
La solidarietà è nelle corde anche di
Stella Jean, che ha scelto di aiutare l’Africa
attraverso la sua moda e l’aiuto della Ethical Fashion Iniziative, che dal 2009 ha dato
lavoro a più di 7.000 artigiane in Africa e
Haiti: alcuni dei tessuti usati per le collezioni sono realizzati da artigiani locali in
Burkina Faso, Mali e di recente ad Haiti
(per i gioielli). Rispettare l’ambiente, per
Elisabetta Franchi, è un procedere per
esclusione: dalle sue collezioni ha eliminato materie prime come angora e piuma
vera, perché ottenute violando la dignità
dell’animale. L’impegno animalista è ribadito sostenendo il progetto «A nudo per
amore», promosso dalla sezione vicentina
Enpa Onlus, dove la stilista ha partecipato
a un taccuino fotografico (in vendita a 25
euro nelle boutique di Milano e Firenze)
con l’immagine che la ritrae con i cani Totò e Ligabue.
Michela Proietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Tempi liberi 25
italia: 51575551575557
Moda Cabina armadio
Lezioni di stile Con cravatta o senza, sotto un gilet e magari sbottonata: come affrontare uno dei capi più «difficili»
Diciassette rubini
di Augusto
Veroni
La via italiana
all’orologio
ha la vista
sul mare
Chi si trovasse, quest’estate,
sull’Isola d’Elba probabilmente
farà un salto a Marina di
Campo: bellissima. Superato il
lungomare con le spiagge,
superata la zona commerciale,
si arriva al molo. Pochi metri
prima della diga terminale del
porto c’è una piazzetta
dominata da un bel pino
marittimo. Lì c’è la fabbrica
degli orologi Locman, una
fabbrica così radicata sull’Isola
da non aver mai voluto
cambiar sede nemmeno
quando ha ottenuto il successo
internazionale. Si potrebbe
provare a chiedere di visitare i
reparti di produzione, aperti su
grandi finestre con vista sul
molo. Perché chi produce
orologi ha sempre bisogno di
poter distrarre gli occhi dal
microcosmo dell’orologio: in
Svizzera si alza lo sguardo
sulle montagne e da Locman
sul molo di Marina di Campo.
Ovviamente nessuno vi
garantisce accoglienza
immediata, visto che si
potrebbe capitare in un
momento di lavoro
particolarmente convulso, ma
se siete fortunati l’esperienza
potrebbe essere una gran bella
sorpresa. Visitare la fabbrica
Locman non è soltanto una
bella esperienza per verificare
con quanta cura (qui, come del
resto in Svizzera) si realizzano
gli orologi, ma anche per
capire quanto di buono l’Italia
ha da dire: il cronografo
Montecristo, ad esempio, è
realizzato a partire da una
cassa in acciaio e titanio
(impermeabile fino a 10
atmosfere) all’interno della
quale è alloggiato un
movimento meccanico a carica
automatica modificato dalla
Scuola Italiana di Orologeria,
emanazione di Locman che ha
iniziato un percorso sulla «via
italiana all’orologio» che già
sta offrendo risultati
interessanti. E verificabili con
mano, se siete così fortunati da
tentare la visita in una giornata
giusta. Prezzo: 1.380 euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sembra facile
Consigli a uomini
che non temono
la camicia bianca
«L’
abito maschile è
ancora quello del
XIX secolo. In linea di principio
un vestito pratico
e dignitoso: deve
essere adattato a qualsiasi situazione lavorativa (purché non manuale)». Scriveva così Roland Barthes nel 1967 (Il senso
della moda, Einaudi) .
Le sfilate dell’estate 2015 hanno dimostrato che qualcosa sta cambiando; l’uomo ha una gran voglia di rinnovarsi, di inventare tratti distintivi diversi, di ricercare una singolarità pensata del suo stile,
prerogativa che solo i dandy potevano
permettersi. Il gioco è rimescolare i capisaldi dell’eleganza che ovviamente vedono sul podio il capo più classico della mascolinità, la camicia bianca. Che — incredibilmente — resiste all’ondata di stampe, al tono su tono (camicia, giacca,
cravatta, tutto nello stesso colore coloniale come un patchwork), all’ondata di maglie e polo nuovo simbolo dell’edonismo
da palestra. Come la barca dei pescatori
abituata a veleggiare leggera tra le onde,
la camicia bianca da simbolo dell’eleganza classica si è trasformata nel capo più
trasversale del guardaroba (anche al femminile), divisa da ufficio rassicurante,
usata come un faro dai ragazzini in discoteca.
In tempo di crisi, la camicia candida resta una certezza anche in vetrina, come
conferma Vincenzo Napolano, direttore
acquisti della Rinascente Milano. Identifica quattro modi tradizionali per portarla:
1) aperta, ma sempre con colletto morbido (non il classico con stecchetto estraibile); 2) con il colletto alla francese semiaperto portato con la cravatta; 3) in versione sport: in lino, sbottonata, infilata nei
pantaloni e con le maniche arrotolate; 4)
fuori dai pantaloni, attitudine che — va
detto — è consigliata solo agli under 30 o
agli artisti. «Per tutti gli altri, la camicia si
porta infilata dentro e portata con il mocassino scamosciato».
Poi ci sono i modi nuovi di indossarla,
quelli presentati dagli stilisti che cercano
di convertire gli uomini a prendersi cura
del loro stile citando Cary Grant, David
Niven e Clark Gable, simboli d’insuperata
eleganza con la loro camicia di seta color
avorio.
Il segreto della contemporaneità —
piccoli accorgimenti a parte, come quello
di farla riprendere per evidenziare le physique du rôle sotto gli abiti accostati o lasciarla leggermente blusante se si deve
nascondere la pancetta — è mischiare le
carte.
«Rigorosamente button-down, la camicia è da indossare stropicciata per ricordare che appartiene al tuo guardaroba.
Da tenere abbottonata ma chiusa da una
spilla», spiegava al Pitti Nick Wooster (ex
direttore creativo di Bergdorf Goodman e
Neiman Marcus) che ha creato una capsule per Lardini. «La camicia oggi va indossata in maniera informale, quasi fosse
una t-shirt. Il collo deve essere morbido e
meglio se sbottonato perché evidenzia il
viso di chi la porta», gli fa eco Luigi Lardini.
Tanti i modi nuovi visti in passerella da
copiare : 1) portata sempre con il gilet,
Come si porta
Classica
A sinistra la camicia
bianca secondo
Vuitton, da
indossare con il
tuxedo bianco. Tra le
proposte classiche
Vincenzo Napolano,
direttore acquisti
della Rinascente,
propone aperta con
colletto morbido o in
lino, sbottonata,
infilata nei pantaloni
Come una t-shirt
«La camicia va indossata in maniera
informale, quasi fosse una t-shirt. Il
collo è meglio sbottonato, evidenzia il
viso di chi la porta», dice Luigi Lardini
bianco su bianco o a contrasto (Giorgio
Armani e Dolce & Gabbana); 2) aperta con
il foulard al collo (Berluti); 3) con la cravatta sotto al giubbotto impunturato
(Bottega Veneta); 4) con il fermacravatta e
le spillette che creano il botton down
(Brioni); 5) con il collo a revers all’americana sulla giacca a righe (Canali); 6) chiusa ma senza cravatta con il doppiopetto e
le cifre (Ermenegildo Zegna); 7) con il
bermuda (l’abbinamento più giovane)
con la giacca da smoking lunga (Givenchy
2015), o versione sportiva; 8) con la cravatta a righe in maglia e la sciarpa al collo
come una collana (Burberry); 9) portata
fuori, sovrapposta a un’alta (Costume National); 10) con le maniche corte, di gran
moda sulle passerelle parigine. Dettagli
creativi del nuovo dandy.
Contemporanea
Per Nick Wooster, ex
direttore creativo di
Bergdorf Goodman,
è solo button-down,
da indossare
stropicciata per
ricordare che
appartiene al
guardaroba di tutti i
giorni. «Va tenuta
abbottonata ma
chiusa da una
spilla», come nella
capsule creata per
Lardini (nel riquadro
in alto)
Maria Teresa Veneziani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Givenchy
Dsquared2
Berluti
Canali
Burberry
Con il bermuda, il cappellino e
la giacca lunga da smoking:
l’abbinamento più giovane è
quello proposto nella
passerella Givenchy 2015
Da portare con la cravatta e il
giubbotto, sdrammatizzata da
una collana: la camicia bianca
di DSquared2 conferma il Dna
casual-chic dei fratelli Caten
Lusso casuale per Berluti che
propone una camicia
sbottonata ma senza pettorali
in vista, «moderata» da una
sciarpa-foulard impalpabile
Con il collo a revers
all’americana sulla giacca a
righe: Canali ripropone un
classico dello stile navy, ma con
un tocco di contemporaneità
Stile british puro per Burberry con
camicia ben abbottonata, giacca
destrutturata e cravatta sottile.
Ma c’è anche la variante con la
sciarpa al collo come una collana
26 Tempi liberi
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Abitare Questa è la mia casa
Franco Zeffirelli A Roma,
sull’Appia antica, l’abitazione
del regista rispecchia la sua
estetica sontuosa. E ovunque,
il ricordo dei grandi artisti
che l’hanno frequentata
La strada famosa
Antichi romani,
divi del cinema
e adesso
i magnati russi
Negli Anni 50 via Appia Antica
era una delle tappe del Grand
Tour romano. I turisti la
fotografavano, i divi americani
della Hollywood sul Tevere, la
sera oltre a via Veneto
andavano lì, all’Appia Felix, tra
le vestigia imperiali. Liz Taylor e
Richard Burton, per dire, erano
di casa. E oggi? Marilù Gaetani
d’Aragona, una delle grandi
dame (imparentata a produttori
cinematografici) custode di
memorie dice che è cambiata
l’identità dei residenti. «Le case
sono difficili da tenere, tra
pericoli e continui furti». Ma il
fascino è rimasto. Oltre a
Zeffirelli (nella foto l’ingresso
della villa) sull’Appia antica
abita ancora Gina Lollobrigida,
fresca dei suoi 87 anni
festeggiati con i fuochi
d’artificio. Di fronte a quella di
Zeffirelli, c’è la dimora di
Valentino (che però non si vede
mai). Un tempo c’erano anche
Romolo Valli e Silvana
Mangano, Mastroianni stava
nei pressi, a porta San
Sebastiano. Tra i divi di
Hollywood l’ultima fu Cameron
Diaz al tempo delle riprese di
«Gangs of New York» di
Scorsese, forse perché Cinecittà
non è lontana. Adesso, manco a
dirlo, nella zona stanno
comprando i russi.
V. Ca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Q
uando Franco Zeffirelli comincerà a invecchiare,
metterà in fila i ricordi di
una vita, raccolti nella sua
villa sull’Appia Antica. Si
trasferì qui, al riparo dal
traffico romano, nel 1967,
durante le riprese di «Romeo e Giulietta». All’epoca
aveva allestito la Stanza di
Giulietta, destinata a giovani coppie di ospiti, arredandola con i mobili del film, a cominciare dal letto
in rovere. Mobili che furono venduti a un’asta di
Sotheby’s a Milano e comprati dal museo di «Romeo e Giulietta» a Verona.
La villa, nello stesso comprensorio di quella di
Valentino, è formata da un corpo centrale dove troneggiano due saloni. Nelle ali si trovano la biblioteca, l’archivio con la documentazione dei lavori realizzati in oltre sessant’anni, tra cinema, teatro e musica. Di ogni lavoro sono catalogate ricerche iconografiche, copioni, bozzetti, foto di scena: quelle
stupende dal film «Fratello Sole Sorella Luna» sono
state pubblicate in un recente libro e illustrano il
cammino di Francesco, «quando fa rinascere il Cristianesimo in una Europa ricca e potente ma sul
punto di dimenticarlo», dice il regista fiorentino,
classe 1923, mentre ci porta nel suo studio. È dominato da un tavolo di vetro in cui disegna e crea i suoi
lavori, qui si trovano i suoi colori e i suoi pennelli, i
cartoni, le righe e le squadre di un laboratorio di
stampo rinascimentale: «Amo la tavolozza di Tiziano».
Nella camera da pranzo pende il lampadario Tiffany che gli donò il drammaturgo americano Edward Albee nel 1967, quando Franco mise in scena,
dirigendo Rina Morelli, Paolo Stoppa e Sarah Ferrati, la sua commedia (premio Pulitzer) intitolata «Un
equilibrio delicato». Tutta la camera, allestita dall’architetto Renzo Mongiardino, riprende i colori
«patriottici» di quell’oggetto prezioso, bianco, rosso e verde; una ceramica, un trionfo di frutta e uva,
gli fu regalata da Eduardo De Filippo.
Entrando nel salone grigio, si vede subito lo
splendido pianoforte giapponese Kawai: «Lo acquistai nel 1967 mentre si preparavano le musiche di
Romeo e Giulietta. Nino Rota venne a lavorare qui a
casa mia. In seguito fu suonato da Liza Minnelli e
dai direttori d’orchestra Carlos Kleiber e Leonard
Bernstein». Quel pianoforte venne portato una volta nella ex villa a Positano. In un delizioso filmino
privato, egli riprese Bernstein che lo suonava. Il
maestro aveva scritto un piccolo musical per festeggiare il ritorno del regista sulla Costiera amalfitana,
da cui era andato via per un impegno di lavoro. Ma i
suoi ospiti vi erano rimasti. Bernstein intitolò il suo
pezzo «Caro Franco francamente»: lo si vede suonare a torso nudo (con molte citazioni operistiche) e
cantare la storia dei suoi ospiti. Sopra lo strumento,
due piccole statue: una raffigura Giuseppe Verdi, e
lo stesso compositore la regalò allo zio di Zeffirelli,
l’ammiraglio Gustavo che gli trasmise l’amore per
l’opera. L’altra è una testa di Puccini in terracotta.
Il salone grande è impreziosito dalle stampe set-
Musica maestro Il pianoforte a coda nel salone grigio su cui suonarono, tra gli altri, Liza Minnelli e Leonard Bernstein. Sopra le foto con dedica degli artisti amici
Il film della mia vita
tra i saloni delle feste
e i cani da adorare
Nella villa del lavoro e delle emozioni
tecentesche di Giuseppe Zocchi sulle piazze di Firenze, Ponte Vecchio e la Cattedrale. E poi i vetri di
Murano, una consolle napoletana barocca con una
Pietà in cera sotto una teca.
Quante feste in casa Zeffirelli. Gregory Peck, Anna Magnani, i Saint Just... Fra tutte, svetta quella organizzata per Michael Jackson, con Bertolucci, i figli
di Sophia Loren, Lina Wertmuller, Quincy Jones che
in quell’occasione conobbe Nastassia Kinski, da cui
ebbe una figlia. Michael Jackson non cantò, strinse
le mani a tutti e dopo un’ora e mezzo si eclissò...
Non si può concludere la visita senza dare un’occhiata al giardino i pini secolari, le rose, il limoneto
che costeggiano la piscina adornata da due statuette, dono di Visconti) e senza salutare i cani, altra
passione del regista: morti da molto tempo i due
pechinesi bianchi che gli donò Liz Taylor, qui sono
passate generazioni di Jack Russell, i cui nomi si ripetono: Blanche (omaggio a «Un tram che si chiama desiderio» di Tennessee Williams), Dolly, Mol-
Cimeli e spazi verdi Uno dei saloni di casa
Zeffirelli che si affaccia sul grande giardino, ricco di pini secolari, roseti e limoneti. In passato
la villa è stata scenario di numerose feste: tra
le più celebri quella in onore di Michael Jackson
(fotoservizio Benvegnù / Guaitoli / Lannutti)
Inseparabili Franco Zeffirelli, 91 anni, con uno
dei suoi numerosi cani. Il regista si trasferì
nella villa sulla via Appia nel 1967, durante le
riprese di «Romeo e Giulietta» (foto Ansa)
ly... Poi i trovatelli che si portò dietro dal set di «Callas Forever» in Romania.
Lo sguardo adesso va alle foto con dedica, Maria
Callas e Luciano Pavarotti, Mirella Freni e Placido
Domingo. Quelle dei grandi attori che Zeffirelli ha
diretto, Laurence Olivier e Joan Plowright, Judi
Dench e Maggie Smith, William Hurt e Rod Steiger,
John Voight e Faye Dunaway; e poi gli occhi azzurri
di Robert Powell che fu il «suo» Gesù di Nazareth,
Olivia Hussey che filò come Giulietta e Vergine Maria. E Liz, l’amica di una vita. Ci sono le foto con i
presidenti d’America, da Kennedy a Reagan. E quella con Berlusconi, che nel 2001 lo salvò dallo sfratto, rilevando la casa dai precedenti proprietari che
non riuscivano a far fronte all’ipoteca della banca.
Quando comincerà a invecchiare, Zeffirelli ricorderà di avere vissuto in buona compagnia un secolo
sotto la luce dorata della bell’Italia.
Valerio Cappelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
italia: 51575551575557
Tempi liberi 27
Abitare Le idee
Un altro mare Da Nord a Sud, acquisti e affitti (anche per pochi giorni) dove un tempo regnava l’esclusività
Un appartamento in marina
dove ormeggiare le vacanze
A Montecarlo
Vista barche
Trilocale su
due livelli a
Marina di Scarlino: 83 mq con
100 mq di terrazzo, in vendita a 820.000
euro circa arredo incluso
E la «nave»
di Foster
svetta in design
e sostenibilità
Giochi di curve e linee rette che
si insinuano nel paesaggio di
Montecarlo fatto da edifici a
sbalzo tra collina e mare. Si
ispira a una nave il nuovo yacht
club di Monaco uscito dalla
matita di lord Norman Foster,
come lui stesso dichiara. Un
contesto affacciato sull’acqua
determinante per il progetto:
«Ci sono riferimenti nautici
nelle zone a terrazzo, dalle scale
che le collegano alle coperture a
protezione del sole fissate
come un boma all’albero, ma la
ricerca è stata su materiali in
grado di resistere alla
corrosione dell’acqua e creare
un legame con il contesto».
Vetro e metallo per la struttura,
finestrature ampie ma
schermabili, coperture
avvolgibili in caso di vento. Altro
aspetto, la sostenibilità:
«Ventilazione passiva, celle
fotovoltaiche e un sistema di
rinfrescamento che utilizza
l’acqua del mare». Un esterno
imponente, in contrasto con
l’interno, dove si gioca la
capacità di saper dare eleganza
e calore a spazi ampi e
contemporanei: «Ho pensato ai
vari ambienti come parti di una
città in miniatura, con un
percorso fluido che li metta in
comunicazione tra loro», spiega
Foster. Al centro quindi, a unire
tutti i livelli, una scenografica
scala elicoidale, ai lati si
snodano le varie zone: «La mia
preferita è la club house - rivela
Foster -. Qui è ambientata la
collezione di oggetti nautici del
club: quadri, trofei, cimeli, libri
antichi. Pezzi di valore e altri
che si aggiungeranno, quindi
l’idea è stata usare vetrine
riconfigurabili». Anche qui
ritorna il gioco di curve e linee
rette della struttura ma ad
ammorbidirlo è l’uso del legno
di rovere, che passa dal
pavimento ai listelli che
decorano (e isolano) il soffitto.
Uno yacht club dei record: il più
grande al mondo (dicono),
inaugurazione con 3.500 ospiti,
una regata «storica» — la
Giraglia Rolex Cup — che dopo
62 edizioni cambia, per la prima
volta, il suo arrivo da Genova a
Montecarlo per celebrarne
l’apertura. Sotto gli occhi
compiaciuti del suo autorearchistar. Più di così...
(S. Na.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I
l mare da toccare. Unico rumore, le cime che sbattono contro l’albero e lo
sciabordare dell’acqua sugli scafi. Piaceri una volta riservati a chi trascorreva
le vacanze a bordo di un’imbarcazione.
Oggi invece, grazie alle nuove marine, il
contatto ravvicinato avviene anche in
terraferma. Niente a che vedere con il
soggiorno in un hotel sulla spiaggia:
che si tratti di case da affittare o acquistare oppure di camere nella foresteria di uno
yacht club, l’approccio è molto più coinvolgente
rispetto al classico soggiorno al mare. Una modalità di vacanza oggi accessibile anche a chi non
possiede una barca.
Dieci anni fa esatti la Marina di Scarlino, tra Follonica e Punta Ala, è stato il primo esempio di integrazione tra servizi nautici, case e attività a terra
— dalla Spa alla spiaggia — nella logica di un moderno borgo marinaro. «Certo, tutto è nato dalla
mia passione per la barca a vela. E dalla conoscenza di questa zona della Maremma, ancora autentica», racconta Leonardo Ferragamo, l’ideatore
(nonché presidente di Lungarno Hotels e Nautor’s
Swan, i rami alberghiero e nautico di famiglia). Da
qui l’idea di quello che lui definisce «un porto affacciato sul territorio»: «Lontano dalla folla,
spiagge e pinete vicine, un resort con tutto quello
che serve al diportista ma anche a chi decide di
trascorrere una vacanza stanziale». Lungo il porticciolo, su due livelli, case in vendita ma affittabili
anche per una sola notte (inclusi i servizi da hotel), dai 48 ai 123 metri quadrati con terrazzi che
spesso superano la superficie interna: «Arredi eleganti ma pratici, colori chiari, tanto legno, esterni
con piante locali. Per sentirsi in vacanza a casa
propria», sottolinea Ferragamo. E poi ristoranti,
caffè, negozi, la Spa, una galleria d’arte, oltre alla
lounge con piscina e terrazza, e una piccola spiaggia appartata con ristorante sul pontile. Anche per
chi non soggiorna in marina.
Barche a vela, yacht grandi e piccoli, un mondo
affascinante ma per pochi. La voglia di aprirlo a
tutti è invece alla base del Marina di Loano, nel
ponente ligure: fulcro è lo yacht club, circa due
anni di vita, con una foresteria di 9 camere gestite
stile hotel. «È un club-casa, lontano dal modello
anglosassone. Bianco, blu e legno naturale, per
ogni stanza il nome di un’imbarcazione della Coppa America e foto d’autore a tema», spiega l’architetto Guido Spadolini che ha curato gli interni.
Stessa atmosfera per la lobby-salotto vetrata, bar e
biblioteca di volumi sul mare e il territorio locale
(per gli ospiti della foresteria), e la spiaggia: «Divisa in aree, sportiva, famiglie, giovani, con cabine
in colori diversi dal crema al turchese. Un gusto
I club nautici ora «aprono» casa
Si può vivere come i diportisti
anche se non si possiede la barca
I prezzi
Marina di Scarlino:
appartamenti da bilocali a
trilocali con due bagni, anche
su due livelli, fronte mare;
per una soluzione di circa 50
mq (bilocale con 4 posti
letto) con terrazzo della
stessa dimensione,
completamente arredato e
piantumato, prezzi a partire
da 400.000 euro. La stessa
soluzione in affitto, da 250
euro al giorno.
Marina di Loano: camera
doppia con colazione, da
190 euro al giorno, incluso
accesso alla spiaggia, uso
bicicletta e auto di cortesia.
Marina di Cala del Sole:
appartamenti nel borgo con
accesso diretto alla spiaggia,
da circa 50 mq fino a 100
circa; prezzi di acquisto,
2.700 euro al metro
quadrato (arredi esclusi),
affitto giornaliero da 60 euro
al giorno per due persone.
Portopiccolo di Sistiana:
monolocali da 40 mq fino a
ville di 400 mq con terrazze,
logge o giardino tutti vista
mare, in vendita a 7.000
euro al mq, arredi esclusi.
Scenografici
In alto, la lobby
con biblioteca e
bar del Marina di
Loano; accanto,
uno dei 50 appartamenti con
terrazza già ultimati a Portopiccolo di Sistiana;
sotto, l’ingresso
del borgo annesso a Marina
di Cala del Sole
internazionale ma senza ostentazione», precisa
Spadolini. Il contatto reale con il mondo nautico,
plusvalore di un soggiorno qui: barche a vela di 8
metri e gommoni di proprietà del club a disposizione degli ospiti, attività (anche per i ragazzi) a
cura di velisti campioni soci del club, la spiaggia si
raggiunge via mare con un motoscafo dedicato,
regate nello specchio d’acqua antistante (in questi
giorni il campionato italiano Vela d’Altura).
Certo, le nuove marine sono viste spesso come
enclave solo per la stagione estiva. Ma ora qualcosa sta cambiando: «Quest’inverno i nostri appartamenti erano quasi al completo», racconta Salvatore Geraci, direttore del Marina di Cala del Sole a
Licata, sulla costa meridionale della Sicilia. Situazione favorita dal clima, ma anche dalla struttura
con borgo (60 appartamenti che diventeranno
400) in stile barocco siciliano: «Molti stranieri
dormono in barca ma spesso acquistano una casa.
E fanno venire i loro amici: gli affitti sono anche
solo per pochi giorni». La città storica alle spalle,
la spiaggia annessa, negozi, lo yacht club con libreria multilingue, pianoforte e zone ricreative
«Per i soci, ma lo si diventa con una cifra simbolica», precisa Geraci. Insomma, un luogo vivo e in-
Privato e pubblico
Le trasformazioni di Scarlino, Loano,
Licata, Sistiana: abitazioni accanto a
spazi comuni con ristoranti, negozi,
biblioteche a tema Lontano dalla folla
serito nel territorio.
Dalle marine al borgo, anzi a una vera e propria
cittadina: «Una cava abbandonata tra le falesie e il
Carso, oggi riconvertita in 500 abitazioni: dal monolocale alla villa — 50 già consegnati — con terrazzi o giardini vista mare e rifiniti con materiali
del luogo, botteghe enogastronomiche km zero a
gestione diretta. E ci sarà un hotel e la Spa più
grande d’Italia», racconta Massimo Suppancig, ad
di Portopiccolo di Sistiana, vicino a Trieste, che in
questi giorni inaugura una parte dei ristoranti e la
spiaggia. Un luogo a impatto zero e futuribile:
«Niente gas di scarico grazie ai parcheggi sotterranei, case climatizzate con la geotermia, un sistema
di fibra ottica passiva che serve tutte le utenze,
wireless ovunque». Il sogno, ambizioso ma forse
già realtà, è che tutto sia gestibile con una App. Insomma, la marina 2.0 è qui.
Silvia Nani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
28
italia: 51575551575557
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Tempi liberi 29
italia: 51575551575557
Abitare La storia
La grande torre Sarà
il luogo di meditazione
aperto a tutti di «The
House of One» che
sorgerà sopra i resti di
ben 5 chiese: la più antica risale al 1200
Il progetto Un unico edificio: sarà costruito con il crowdfunding
Chiesa, moschea,
sinagoga: Berlino
abbatte un altro muro
Strategie
di Luca
Molinari
La via civica
per rendere
le differenze
una risorsa
Berlino, Milano, Zurigo,
Amsterdam, Londra, California
del Sud; nella maggior parte
delle aree metropolitane del
mondo occidentale si sta
sempre di più facendo strada
l’idea che la relazione tra
comunità culturalmente
differenti possa essere gestita
attraverso la costruzione di
nuovi centri civici in cui la
compresenza di fedi religiose
differenti diventi un elemento
di ricchezza, confronto e
compensazione. La reazione
agli estremismi fanatici, che sta
devastando parti diverse del
nostro pianeta, passa anche
attraverso queste esperienze
culturali e civili che partono
quasi sempre dal basso e che si
nutrono del desiderio di dare
forma, fisica e simbolica, a
luoghi nuovi, aperti alle
differenze e capaci di ampliare i
nostri orizzonti su di un
argomento come la religione
che si è impoverito
progressivamente nel mondo
secolarizzato occidentale. Non
più chiese o luoghi di culto
esclusivi, ma spazi trasversali
nell’uso pubblico; non più
recinti chiusi ma luoghi aperti al
cuore e alla vista di tutti. Nel
rispetto delle differenze e delle
specificità di cui ogni credo è
portatore, questi nuovi edifici,
che spesso recuperano
strutture preesistenti, stanno
diventando modelli inediti dei
centri civici di nuova
generazione sopperendo a un
vuoto sociale e culturale di cui
le metropoli contemporanee
hanno un assoluto bisogno. Per
questo l’esperienza di Kuehn &
Malvezzi a Berlino per un
Centro per le Religioni
Monoteiste è interessante,
perché non si pone come un
luogo esclusivo, ma soprattutto
come uno spazio d’incontro e
confronto aperto alla città e alla
sua storia. Ma a questa
esperienza se ne stanno
progressivamente
aggiungendo altre in Europa e
Nord America come risposta
delle amministrazioni più
avvedute e dei suoi cittadini, a
un problema che può diventare
una potente risorsa
d’integrazione e riduzione dei
contrasti tra differenti
comunità. Ricominciare a
immaginare nuovi luoghi per le
comunità vuol dire sognare una
metropoli in cui le differenze
siano una ricchezza piuttosto
che una barriera
insormontabile capace solo di
dividere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fratellanza
Il parroco Gregor
Hohberg con il
rabbino Tovia
Ben-Chorin e
l’imam Kadir
Sanci (Getty Images). A destra, un
rendering di
«The House of
One», il complesso multireligioso esagonale
in mattoni, progettato dallo
studio Kuehn
Malvezzi. Per costruirlo serviranno 43,5 milioni di
euro: la prima
pietra nel 2015
C
ristiani, ebrei e musulmani pregheranno
un giorno sotto lo
stesso tetto qui nella
Fischerinsel, la parte
finale dell’Isola dei
Musei, alle spalle dell’Unter den Linden.
Tanto tempo fa questa
era Cölln, insediamento medievale che fu unito a Berlino nel
Settecento. Se la città potesse parlare, racconterebbe quindi un percorso di secoli. Ma
non si fermerebbe a riflettere, per paura di
rendere meno veloce il cambiamento. Appare quasi strano, adesso, che l’Utopia voglia
prendere domicilio proprio in quest’area un
po’ desolata, dove i tedeschi dell’Est coprirono di cemento, trasformandole in un parcheggio, le rovine della Petrikirche, distrutta dai bombardamenti durante la Seconda
guerra mondiale. La storia non si misura,
però, con gli occhi di un passante frettoloso.
In effetti non sembra un luogo adatto per
sognare questo spazio incorniciato da squadrati condomini ex socialisti (dove ha abitato anche il leggendario Markus Wolf, «numero uno» della Stasi, la terribile polizia segreta tedesco-orientale) che una mano di
bianco accecante tenta ora di fare convivere
con la modernità. Veramente vicino — non
in modo ingannevole, come spesso accade
— il Fernsehturm, la torre di Alexanderplatz. Il contrasto tra la sua normalità metropolitana, ai margini di una specie di autostrada
urbana come la Gertraudenstrasse, e il patrimonio spirituale che questo spiazzo nasconde (recenti scavi archeologici hanno
scoperto addirittura i resti di cinque chiese,
una delle quali databile al 1200) deve avere
Dietro il giardino
I tre promotori
Un pastore
protestante, un
rabbino, un imam.
Sono loro i tre
promotori di «The
House of One», la
prima chiesasinagoga-moschea
del mondo. Gregor
Hohberg, parroco
berlinese, ha
lanciato l’idea,
convinto che una
città all’avanguardia
come la capitale
tedesca sia il luogo
giusto per una
grande iniziativa di
dialogo
interreligioso. Con
lui il rabbino liberale
Tovia Ben-Chorin,
dell’AbrahamGeiger-Kolleg, nato
a Gerusalemme, e
l’imam Kadir Sanci,
appartenente ad
un’organizzazione di
turchi in Germania,
il Forum per il
dialogo
interculturale, che
fa riferimento al
predicatore
Fethullah Gülen.
acceso una scintilla nella mente del pastore
protestante Gregor Hohberg. «Vorrei che
nascesse proprio qui — ha pensato — qualcosa di visionario: una chiesa che sia anche
moschea, che sia anche sinagoga».
La sua idea è diventata molto di più di una
speranza. Hohberg si è impegnato a fondo,
trovando alleati nella comunità ebraica e in
quella musulmana. Berlino avrà presto,
quindi, un luogo di culto unico al mondo.
Serviranno 43,5 milioni di euro. E chiunque
può dare il suo contributo, anche comprando online un solo mattone per dieci euro.
Un’idea di finanziamento «democratica»,
perché si è deciso di non chiedere niente alle
istituzioni. La costruzione inizierà quando il
crowdfunding darà i primi risultati rilevanti,
probabilmente nel 2016. Ma regna l’ottimismo, perché gli sponsor non sembrano
mancare. Tanto è vero che la cerimonia di
posa della prima pietra è stata già fissata per
l’anno prossimo. C’è anche un nome, naturalmente. La chiesa-sinagoga-moschea si
chiamerà «The House of One», come a voler
dire che sarà la casa dell’umanità.
Il concorso internazionale è stato vinto,
due anni fa, dallo studio di architettura
Kuehn Malvezzi, fondato dall’italiana Simona Malvezzi e dai tedeschi Wilfried e Johannes Kühn, che qui a Berlino hanno realizzato,
tra l’altro, l’espansione del Museum Berrgruen, un luogo magico per gli amanti dell’arte moderna. Sono stati loro a disegnare
questo edificio esagonale di mattoni, dominato da una torre. «Era un’idea coraggiosa
che ci ha subito incuriosito e appassionato»,
spiega al Corriere Simona Malvezzi. «Ci sarà
una grande piazza centrale, coperta, la “casa
dello studio”, da cui si accede ai tre luoghi di
culto, che non hanno nessuna gerarchia tra
di Carlo Contesso
Acquazzone pesante (nel terriccio)
Q
uesta settimana un carico di piante doveva arrivati alla pesa ecco il problema. Con
arrivare a Roma dalla Toscana. La l’acquazzone di poco prima, i 12 quintali erano ora
stragrande maggioranza delle persone piu di 15 e a poco sarebbe valso scuoter le fronde: il
conduce vite piene e appaganti senza dover mai terriccio dei vasi aveva assorbito come una spugna
spedir piante. L’operazione non è così semplice: e non si sarebbe alleggerito che in un paio di
sono ingombranti, delicate, patiscono se il mezzo giorni, e il mezzo in questione era tarato per non
rimane fermo al sole, chi più ne ha più ne metta. oltre 12 quintali… È stato necessario un secondo
Ad onore della ditta di trasporti,
mezzo e consegnare il giorno
tra gli sponsor della
dopo, con grande frustrazione
manifestazione per la quale le L’imprevisto
per vivaisti, trasportatori e
fresche frasche eran necessarie, Un trasporto di piante
allestitori, per i limiti temporali
tutti sono stati disponibili e pensato all’ultimo
imposti dalla location, tutto per
ogni cosa pareva andasse per il
un qualcosa dato per scontato
meglio: il carico sarebbe partito momento. E il meteo ci
da chi lavora con le piante, e
dopo pranzo e arrivato in ha messo la zampino...
impensato da chi invece tratta
serata, ma poi il diavolo ci ha
altro. E fa venire in mente tanti
messo la coda. Viste le piante in
trelliage e spalliere
attesa sul piazzale l’autista ha iniziato a irrimediabilmente imbolsiti sotto il peso di foglie
preoccuparsi e ignaro delle magie delle quali son bagnate, se non proprio schiantate: di rado ci si
capaci i pistoiesi quando caricano, era pensa prima, ma anche questi sono gli effetti
assolutamente convinto non sarebbero mai collaterali di una bella annacquata.
entrate sul camion.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo un’oretta tutto era magicamente su, ma
loro, cosa che ha rappresentato la forza del
nostro lavoro. Poi, in alto, una loggia che
vuole essere un luogo di meditazione per
tutti: lo spazio dell’incontro e del dialogo».
L’architetto milanese sottolinea l’importanza
dello «sviluppo verticale» di un progetto
ideato anche per staccarsi dagli edifici che lo
circondano. Lo studio si è richiamato, come
del resto ha fatto anche il pastore Hohberg, al
significato storico di questo luogo. «L’edificio — aggiunge infatti Simona Malvezzi — si
innesta sulla pianta della chiesa neogotica e i
nuovi mattoni si attaccano alle sue fondamenta. È stato pensato per fare vivere la
“musealità” dell’archeologia: partire dalle
basi del passato per innalzarsi con l’edificio
nuovo».
I due compagni di avventura di Hohberg
sono il rabbino Tovia Ben-Chorin, dell’Abraham-Geiger-Kolleg, e l’imam Kadir
Sanci, appartenente al Forum per il dialogo
interculturale, un’organizzazione della comunità turca. Sono degli innovatori, convinti del profondo significato «di pace» di
quanto stanno facendo. «È molto importante — ha osservato Ben–Chorin — che la città
dove è stato pianificato lo sterminio degli
ebrei sia adesso la città dove viene costruita
una casa comune per le tre religioni monoteiste che hanno dato forma alla cultura europea». Secondo Sanci, «The House of
Com’è suddiviso l’edificio
One» potrà rappresentare un segnale per
Chiesa
Sinagoga
Moschea
il mondo del fatto che
la grande maggioranza dei musulmani sono pacifici e non violenti. «Sarà anche un
luogo — ha sottolineato — dove differenti
culture potranno imparare le une dalle altre. Vogliamo che i noLuogo d’incontro
stri figli abbiano un
comune
futuro in cui la diversità sia la norma».
L’idea non è solo quella di promuovere il
L’architetto
dialogo interreligioso, ma di diventare il
punto di riferimento, dicono i tre protagoni«Piazza e torre di meditazione per
sti, di «tutte le minoranze che vivono a Bertutti; e tre spazi di culto senza
lino». Insomma, fare crollare altri muri. Angerarchie». Online si acquista
che quelli invisibili.
anche un solo mattone per 10 euro
Paolo Lepri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I 125 anni della Bistro
Una «tour» di sedie
(e la cugina famosa)
Centoventicinque anni e non
sentirli. È l’eta (condivisa) di due
icone del ’900: la torre Eiffel e la
sedia Bistro di Fermob, produttore
francese di mobili per esterni. Per
celebrare la ricorrenza, l’azienda si è
inventata una «mini Eiffel» alta 13
metri, realizzata con 324 Bistro di
un colore rosso squillante. La
struttura, esposta qui su Champde-Mars davanti all’icona di
Parigi, sarà ora riassemblata a
Place de l’Hôtel de Ville, dal 19
luglio al 17 agosto. La
Bistro è la classica
sedia pieghevole,
nata per completare i
tavolini all’aperto di bar e
trattorie, diffusasi per il
suo stile senza tempo
e la sua semplicità,
tanto da diventare
un archetipo del design.
30 Tempi liberi
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Guida al benessere
Vacanze Si chiama barefoot therapy e l’estate è la sua stagione: il contatto diretto con la terra aiuta a recuperare energia
Oli essenziali e ozonoterapia
A piedi nudi (però perfetti)
In spiaggia
Lo spray
per capelli
che trasforma
il look
Il primer anche per i capelli.
L’idea è di Bumble and Bumble,
marchio di hair styling nato nel
’77 a New York, punto di
riferimento di modelle, star e
soprattutto di stilisti famosi.
«Modernità e cambiamento
—raccontano — fanno parte
del nostro Dna. Con la nuova
linea Hairdresser’s Invisible Oil,
oltre a shampoo e
condizionatore, dalle
caratteristiche particolari
perché contengono attivi che
curano il capello, abbiamo
realizzato uno spray che
funziona come il primer nel
make-up: in questo caso
protegge, ristruttura, districa ed
elimina l’effetto crespo dando
luminosità. È uno dei nostri
segreti quando dobbiamo
trasformare un look. La linea è
stata formulata utilizzando sei
oli come olio di semi d’uva,
mandorla, macadamia, noce di
cocco, cartamo e argania sono
leggerissimi e non
appesantiscono la piega».
Ma come usare il primer? «In
questa stagione — dice Fabio
Bresciani, hairstylist Bumble
and Bumble che in Italia si trova
in esclusiva nei punti vendita
Sephora — è utile per
proteggere i capelli dai danni
causati dal sole e dal caldo.
Deve essere applicato su tutta
la lunghezza precedentemente
inumidita con acqua dolce. Chi
ha i capelli particolarmente
crespi e vuole ottenere
un’azione idratante intensiva,
sempre dopo averli inumiditi
applicare una noce di balsamo
o maschera ristrutturante, e
successivamente il primer.
Quindi, raccoglierli o meglio
intrecciali, io in spiaggia
consiglio di non tenerli sciolti.
Raccoglierli al mattino e
mantenere chignon o treccia
tutta la giornata. Il mix delle due
formule combinato al calore del
sole permetterà una migliore
penetrazione dei prodotti
all’interno della squama
capillare idratando
intensamente. Una volta
asciugati i capelli, prima di
passare la piastra o il ferro, di
riapplicate ancora un po’ di
primer aiuta a mantenerli
morbidi e dare brillantezza».
G. Gh.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A
piedi liberi. Soprattutto
d’estate, «slegati» da
calze e scarpe, diventando i nostri biglietti
da visita. Ma non solo.
Riflettono il nostro stato di salute, hanno un
loro linguaggio e anche
degli specifici rituali di
bellezza necessari per
mostrarli al massimo dello stile.
nudi ricarica queste cellule positivamente per
tornare in sintonia con la componente energetica
e migliorare il sistema immunitario.
Uno «specchio» multidimensionale
Secondo i principi della riflessologia plantare
nei piedi sono presenti le terminazioni nervose
che agiscono su tutto il corpo. Stimolando opportune zone si agisce sui vari organi, proprio come se venissero effettivamente toccati e massaggiati, al fine di migliorarne il funzionamento e ripristinarne l’equilibrio. L’evoluzione? La tecnica è
diventa multidimensionale. Durante una seduta
si può praticare dalla dattiloscopia (lettura psicoemozionale delle dita dei piedi) fino alla cromopuntura (colori al posto degli aghi) per avere una
visione più completa della «disarmonia». Ogni
segno del piede ha una sua lettura: anche una
semplice callosità può manifestare uno squilibrio
fisico.
Una boccata d’ossigeno
Il primo scopo è rivitalizzarli. «Con l’ossigeno
e ozonoterapia — spiega Mariabruna Zorzi, titolare dell’omonimo salone di bellezza di Brescia
(mariabrunabeauty.it) —. Due o tre volte alla
settimana si effettuano lavaggi in acqua con ossigeno (per ravvivarli) e con ozono (per purificarli). I piedi subiscono un cambiamento quasi
istantaneo». Il secondo passo è la nutrizione:
«Massaggi con olio d’oliva extravergine e oli essenziali di lavanda (depura), arancio (dona luminosità) e tiglio (lenisce, si usa in caso di gonfiore). Al termine, si utilizza la paraffina per “fissare”
e trattenere in profondità tutte le sostanze nutritive». Un tocco di stile? «Smalto semipermanente
che dura tre settimane perché aderisce all’unghia. Per il colore punterei sul giallo, il verde o il
blu». Un consiglio per il mantenimento a casa:
«Pediluvi con il sale grosso e oli essenziali di can-
Linguaggio particolare
Geoffrey Beatty, preside della facoltà di Psicologia della Manchester University, ha dimostrato
che i piedi rivelano il nostro stato d’animo molto
più dell’espressione del viso o dei gesti delle mani. Insomma, è lì che si deve guardare per capire
una persona. «I maschi li muovono in maniera
indipendente dai sentimenti, tranne in due situazioni: se li tengono fermi, sono stati infedeli, se
invece li agitano in continuazione, sono nervosi.
L’obiettivo
Ogni essenza ha il suo scopo: la
lavanda depura, l’arancio dona
luminosità, il tiglio lenisce e aiuta
in caso di gonfiore
Le nuove tecniche
Durante una seduta si può
praticare dalla dattiloscopia fino
alla cromopuntura. Ogni segno
del piede ha la sua lettura
fora e menta. Hanno la capacità di mantenere il
piede fresco e sgonfiare. Si conclude con un massaggio con crema idratante e nutriente».
Quando una donna non tiene i piedi fermi mentre ride, è uno dei segnali più chiari e potenti che
il suo interlocutore le piace. E anche se li allarga o
li avvicina a chi le sta parlando significa che ne è
attratta. Al contrario, se li incrocia o accavalla le
gambe, non è un buon segnale».
A contatto con la terra
A scoprire per prime il piacere di camminare a
piedi nudi sono state le star americane. E la moda
è partita. Si chiama barefoot therapy. «Il contatto
con la terra aiuta a recuperare energia e a riattivare la circolazione — dice il podologo Massimo
Ricciardi —. Senza scarpe o tacchi, si ritrova un
appoggio naturale, si favorisce una postura corretta e si allenano i muscoli delle gambe». Il cosiddetto grounding è conosciuto nello yoga così
come nel T’ai chi ch’uan e nel Qì G ng. Recenti
studi dimostrano che lo scambio diretto tra la nostra pelle e gli elettroni che si accumulano sulla
superficie della Terra serve a neutralizzare le molecole instabili nell’organismo, all’origine di
molti danni fisici. Si tratta dei radicali liberi, responsabili di distruzione cellulare e invecchiamento. Camminare 30 minuti al giorno a piedi
A lezione di stile
La camminata (soprattutto con il tacco) ha una
sua tecnica per far sembrare i propri passi disinvolti e armonici. «La seduzione nasce infatti dalla
naturalezza — dice Ricciardi —. Iniziando con il
piede destro, si poggiano i talloni su una linea
retta che immaginiamo lungo il percorso, le punte sono leggermente fuori. Quando si fa un passo
in avanti si muove ciascun piede con la caviglia
che supera quella dell’altro, mentre il ginocchio è
piegato. Ora la gamba si raddrizza e il piede si posa dolcemente per terra».
Rossella Burattino
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Essenze Esce «Encens satin», la nuova creazione di Armani Privé. «La difficoltà? Attenuarne l’intensità senza renderlo zuccheroso»
Il tocco morbido dell’incenso, 10 anni dopo il primo profumo
D
ieci anni dopo ecco «Encens
satin». La storia di questa
fragranza personale di Giorgio Armani comincia nel 2004 con
«Bois d’encens», come racconta
Véronique Gautier, general manager fragrances&beauty Armani.
«Era prodotta solo per lui e una ristretta cerchia di amici. Da qui
l’idea di realizzare il suo profumo,
estremamente intenso, mascolino
e secco, caratterizzato dal pepe che
gli dona un tocco pungente, anche
per un pubblico raffinato ed esigente. Adesso, viene distribuito in
Italia in una trentina di punti vendita e questa nota accoglie gli ospiti negli Hotel Armani perché viene
nebulizzata in continuazione durante la giornata. Qualche tempo fa
lo stilista ci ha detto “Amo l’incenso, sorprendetemi”. Un messaggio
per creare un nuovo percorso ol-
Flacone scultura Encens satin di
Armani Privé: il tappo è a forma di sasso
fattivo da inserire nella linea Privé».
C’è una nuova gestualità che sta
crescendo in profumeria: sofisticata e ricercata ma sempre per pochi.
Aggiunge Gautier: «Negli ultimi
dieci anni in questo settore si è registrato un fenomeno di massificazione, tutti si sono mossi nella
stessa direzione. Da qualche tempo, il trend sta cambiando perché il
consumatore è più attento: cerca
un prodotto su misura con attenzione alla texture e alla naturalezza».
L’incenso è un profumo legato a
un ricordo olfattivo preciso che risale all’infanzia dello stilista piacentino, milanese d’adozione. «Ha
quel qualcosa — spiega Marie Salamagne maestro profumiere di
Firmenich che ha realizzato la nuova fragranza — di misterioso e
sensuale. E poi l’incenso è estremamente naturale: viene ancora
raccolto a mano nelle montagne
del Golis, nel nord della Somalia,
da alberi secolari grattando la corteccia da cui si forma una lacrima
che si utilizza in profumeria. Armani ci aveva chiesto di caratterizzare l’incenso con un tocco di morbidezza, proprio come la seta rende femminili i movimenti dei suoi
abiti. Per noi era importante non
renderlo zuccheroso perché a lui
non piace questa nota dolce. Alla
Atto secondo
Nel 2004 era stato «Bois
d’encens» ad inaugurare
il capitolo delle fragranze
personali dello stilista
palette di incensi disponibili, preziosi e rari, sono state aggiunti solo
pochi elementi per evocare meglio
la nota principale. Troviamo una
partenza moderna e frizzante con
elemi e zenzero, poi l’immortelle o
elicriso per dare morbidezza,
quindi il calore delle note ambrate
e dei legni di cedro e patchouli, il
tocco estremamente deciso del
benzoino. Una fragranza raffinata e
seducente per un uomo e una donna».
Come tutte le creazioni Privé anche «Encens satin» è racchiuso in
un flacone-scultura, il tappo a forma di sasso è striato nei toni che
vanno dall’azzurro al blu crepuscolare che crea un contrasto morbido con il nero opaco della bottiglia di vetro laccato.
Giancarla Ghisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Tempi liberi 31
italia: 51575551575557
Controcopertina Famiglie
Il Questionario di Proust per bambini
Scaricare il
questionario
e la liberatoria
(da far firmare ai
genitori) dal blog
27esima Ora
di Corriere.it
Spedirli con una
foto alla mail
proustperbambini
@corriere.it
Nome
Il tuo difetto
Età
Il difetto dei tuoi genitori
Dove abiti
L’ultima volta che hai pianto
Che cosa ti rende triste
Gioco preferito
Che cosa non ti piace fare
I nomi che ti piacciono di più
Che cosa ti fa paura
Bevanda preferita
Che cosa ti piace della tua città
Vacanze preferite
Che cosa vorresti fare da grande
Colore preferito
Libro o film preferito
E cosa non ti piace
Il tuo migliore amico o amica
Piatto preferito
Il tuo eroe o eroina
Il peluche con cui dormi
Animale preferito
Amori È il modo per conoscersi più di moda fra i giovani. «Ma se confessi di usarla, scatta l’idea che la relazione non sia seria»
I fidanzati di app
e l’imbarazzo di dichiararlo
di Costanza
Rizzacasa d’Orsogna
Addio parole
Arriva il social
fatto solo
di faccine
La guerra contro le parole è
finita, e hanno perso le parole. A
fine luglio negli States verrà
lanciato Emojli, un social
network fatto solo di emoticon,
username compreso. Già
obsoleta Yo!, l’app che invia solo
l’irritante esclamazione:
l’erosione del linguaggio ora è
completa. Le parole sono
importanti, così le abbiamo
eliminate. Con Emojli scriveremo
intere frasi di faccine — e se
l’idea vi fa star male pensate ai
curatori del Devoto-Oli. È la
tirannia del cuoricino, che oggi
mandiamo al capufficio come al
medico di base, perché il senso
del ridicolo non è di questi tempi.
Di espressioni che
sembrerebbero dir tanto ma in
realtà dicono niente. Come LOL,
che ormai vuol dire tutto e il suo
contrario e soprattutto ipocrisia
(è la bugia più diffusa sul web).
Puerilità, ma semanticamente
duttili: ognuno ci legge ciò che
vuole. E del resto già Lewis
Carroll faceva dire ad Humpty
Dumpty, «Quando uso una
parola, significa ciò che io voglio
significhi». Perché le parole sono
intime, e noi, così vulnerabili, ne
abbiamo paura. Come sapeva
bene Patrick Swayze, che in
Ghost a «Ti amo davvero»
rispondeva «Idem» (e però allo
stesso tempo «Yo» è un grido
d’aiuto, segnala il nostro bisogno
d’attenzioni). Chi ha tempo, poi,
per scrivere una parola intera, se
già prima di Twitter,
scimmiottando i ragazzini,
textavamo «6», «x» e «k»? E
mentre i venture capitalist si
chiedono se Emojli sia
stupidissima o geniale, Forbes ha
fatto con gli emoji un’intervista ai
suoi inventori, da cui si scopre
che la app ha già quasi 100 mila
utenti preregistrati. Così i
bambini a scuola, invece di abc,
impareranno emoji di dita
medie. A meno che,
costringendoci a non usare più
parole, Emojli non faccia
riscoprire il vero significato di
ogni emoticon, e la prossima
volta che invieremo un cuoricino
sarà finalmente per davvero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di LEONARD BERBERI
S
embrava tutto in discesa.
La conoscenza andava
avanti da qualche settimana. E la curiosità aveva lasciato il posto prima all’attrazione. Quindi all’idea,
concretizzata, di mettersi
insieme. Non per sesso.
Non solo, almeno. Ma anche per molto di più. Poi la
domanda. All’improvviso. «E ora agli altri che
raccontiamo? Cosa diremo quando vorranno
sapere come ci siamo conosciuti?».
Francesco e Francesca — già, proprio così
— sono seduti in un bar a due passi dalle Colonne di San Lorenzo, luogo di ritrovo di centinaia di milanesi e non. Hanno entrambi 28
anni, e tutti e due lavorano nella comunicazione d’impresa. Stanno insieme da quattro
mesi. Ma sulla versione da dare al come si sono conosciuti ci stanno lavorando ancora. «La
verità è che ci siamo “incontrati” grazie a Tinder — taglia corto Francesca —. È successo
che lui ha premuto “sì” alla mia fotoprofilo. Io ho fatto la stessa cosa sulla
sua. Si è aperta una finestra, abbiamo
iniziato a chattare. Così, per qualche
giorno. Poi, visto che non si decideva,
mi sono fatta avanti: vediamoci. Dal vivo però!».
Tre ore dopo erano seduti a un tavolo. E sarebbe stato soltanto il primo pasto insieme. Anche se, ecco, resta quel
nodo su come tutto è iniziato. Perché,
nonostante i caratteri estroversi, Francesco a famiglia e amici cerca di raccontare un’altra versione della storia. «Mettiamola così: conosco i miei e so che reagirebbero male se dicessi la verità. Eppoi i miei
amici forse potrebbero pensare che la relazione non sia seria». Lei invece la verità l’ha raccontata eccome. «Che male c’è? Basta fare un
salto negli Stati Uniti e capire che lì è ormai
cosa stra-diffusa. E normale».
Due cuori e una app. Tutto — dubbi e certezze — ruota attorno a Tinder. Sconosciuta
un anno fa, negli ultimi mesi è letteralmente
esplosa in Italia. I suoi critici la bollano come
lo strumento per rimorchiare e basta. Ci si
piace. Ci si scrive qualche frase. Si arriva al sodo: vieni da me? Se lei (o lui) ci sta è fatta. Altrimenti avanti il prossimo. Per i suoi creatori
Tinder è tutt’altro. È il programmino su telefonino che abbatte la barriera della timidezza.
Che risolve il problema che ruota attorno al
Cos’è
L’idea
Tinder è una
applicazione per
smartphone che fa
incontrare persone
che potenzialmente
si piacciono.
Lanciata nel 2012 in
California, è esplosa
in Italia da pochi
mesi, con una
crescita quotidiana
tra l’1 e il 5 per
cento, secondo
quanto riferito
dall’azienda
Fotosearch Illustration/Corbis
In Rete
Come funziona
Dopo l’installazione,
gratuita, vi si accede
attraverso l’account
Facebook. Poi Tinder
— anche attraverso
Gps — combina
distanze, gusti, età e
eventuali amicizie
comuni. Agli utenti
non resta che
scorrere le foto degli
ipotetici partner e
votarle. Quando c’è
un match tra i «mi
piace» si apre la
chat
Sul blog la 27ora
Esiste un potere femminile?
L’aumento di donne ai posti di
comando è lo specchio di un reale mutamento o solo una vetrina? A cosa hanno rinunciato
le donne che quei posti hanno
raggiunto? Ministre, ammini-
stratrici delegate, scienziate,
rettore delle università, donne
che hanno assunto incarichi
strategici rispondo alle domande nella videoinchiesta che
pubblichiamo ogni giorno, fino a
settembre. La bambola rapita
«mi piace, come faccio a conoscerla?». Alla
base c’è un funzionamento molto semplice. Si
installa, gratis, sullo smartphone. Vi si accede
collegando l’app al proprio profilo Facebook.
Poi si lascia fare al Gps e al programmino che
combina gusti e idiosincrasie, distanze geografiche e culturali, età ed eventuali amicizie
in comune. Scorri verso destra o premi sì e la
persona ci piace. Scorri in senso opposto o
premi no e la persona scompare dalle nostre
«opzioni». Se tra i nostri «sì» c’è qualcuna che
ricambia il giudizio allora c’è un «match». A
quel punto si apre una chat tra i due. Eppoi
tutto può succedere. In Italia, spiegano al Corriere dal quartier generale di Tinder, i tassi di
crescita variano dal +1% al +5% sul giorno precedente.
Da Milano a Roma lo scenario non cambia.
27esimaora.corriere.it
A Milano, dal Wall lof Dolls di via
De Amicis, ideato da Jo Squillo
come messaggio contro la violenza, hanno rapito «Cometumivuoi», la bambola del blog La
27ora Bruno Delfino indaga
nel quartiere. E racconta.
Federico, 29 anni e un lavoro di prestigio in
una multinazionale, ha iniziato per caso.
«Non la conoscevo nemmeno, questa applicazione. Poi un giorno un amico me ne ha parlato». Sì, sì, no, sì, no, no, troppo vecchia, troppo lontana, uhm… interessante. Di giudizio in
giudizio, schermata dopo schermata, posa
dopo posa, ecco presentarsi — anche se virtualmente — Giovanna. Un anno in meno di
Federico, nel campo della moda. Timida, ma
determinata. Si sono piaciuti subito, almeno
via app. Poi hanno deciso che era il momento
di vedersi dal vivo. Quindi hanno iniziato a
frequentarsi e a presentarsi ai rispettivi amici.
Ma come si sono conosciuti, ecco, quello resta
ancora un tabù. «Per fortuna non ce l’hanno
chiesto in molti, per ora. Ma a chi vuole saperlo diciamo che ci siamo conosciuti via social
network».
Il dilemma, a dire il vero, non è solo italiano. Sul sito di Gizmodo è pure comparsa la
domanda, abbastanza esplicita. «Come spiego
ai miei genitori che ho conosciuto la mia ragazza in una app pensata per fare sesso?». La
risposta di Gizmodo? «Menti, menti, menti».
Poi ci sono Marco e Valeria. Romani trentenni. Amici sin da piccoli. Si sono presi e poi
lasciati. Ora a riavvicinarli è stato Tinder.
«Stavo usando l’app mentre ero a New York
— ricorda Marco —. Una ragazza dopo l’altra
mi si è presentata questa foto con una persona
uguale a Valeria e anche con lo stesso nome.
Qualche ora dopo accedo a Tinder e mi ritrovo
questo messaggio: “Che si fa? Ci riproviamo?"».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tempiliberi
32
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Economia
˜`ˆVˆ `ii œÀÃi
/- > ÃiÌ̈“>˜>
>“Lˆ
ÌiV…
/ˆÌœˆ `ˆ -Ì>̜
> ÃiÌ̈“>˜>
>̈ `ˆ iÜ 9œÀŽ >}}ˆœÀ˜>̈ >i œÀi Óä°ää
/ˆÌœœ
/- Ì« ä{‡ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]£{
‡
Ì« ™È‡ä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{£]ÓÈ
Ó]{x
Ì« £ä‡£xÉä{É£x Î]äää¯ £ä£]™x
ä]äÓ
Ì« ££‡£xÉä™ÉÓÈ Î]£ää¯ ££Î]{™
£]nä
Ì« ££‡£xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Èä
ä]äÇ
Ì« ä·ä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Ç]nx
Î]£™
Ì« äȇ£xÉä™É£Ç Ó]£ää¯ £äx]Ón
‡
Ì« £Î‡£xÉä™É£n £]Çää¯ £ä{]™n
Ì« 䙇ä£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Î]™ä
ä]x{
£]£È
Ì« äx‡ä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä{]În
Ì« äLJä£ÉänÉΙ x]äää¯ ££Ç]ää
VÌ äLJä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£n
Î]Óx
Î]Ι
ä]Ó£
Ì« ££‡ä£Éä™ÉÓ£ {]Çxä¯ ££Ç]£Î
Ì« ££‡ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££n]xx
Ì« £Î‡ä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££{]{Ç
£]È£
£]ÇÈ
Ó]ÓÇ
VÌ än‡ä£Éä™É£x ä]Înä¯ £ää]££
VÌ ä™‡ä£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]ää
VÌ ££‡£xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]ä£
ä]{£
ä]{Ç
ä]nÈ
ä]Îx¯ e
ä]Σ¯ e
£È°™än]Ǚ
‡ä]ä{¯ †
>Ã`>µ
{°{££]n£
ä]Îx¯ e
-E* xää
£°™È{]ÈÇ
ˆ˜Û° La lente
CONVENTI E ISOLE
ALL’ASTA
ORA IL DEMANIO
CI RIPROVA
U
na base d’asta per
ciascun immobile,
offerte segrete e
vincolanti, non solo
online, e tempi lunghi per
la loro presentazione, con
il bando che resterà
aperto almeno fino a
tutto agosto. «Recepite»
le indicazioni del
mercato, e soprattutto
degli operatori
internazionali, che non
hanno gradito la
mancanza del prezzo base
nelle precedenti aste,
l’Agenzia del Demanio
rimette in vendita cinque
grandi complessi
immobiliari che a marzo
non avevano trovato
acquirenti, insieme (sul
mercato torneranno
l‘isola veneziana di
Poveglia, il Convento di
San Domenico a Taranto,
Casa Nappi a Loreto, il
Castello di Gradisca) e
altri dieci grandi
proprietà, con una base
d’asta che va da un
minimo di 400 mila euro
ad un massimo di 1,5
milioni.
La nuova asta, la cui data
non è ancora fissata, sarà
un test fondamentale per
l’Agenzia del Demanio,
che aveva in programma
la dismissione entro
quest’anno di almeno 50
grandi complessi
immobiliari, ma
l’operazione non è
decollata. Nel 2014, con il
meccanismo delle aste, ne
è stato ceduto solo uno,
un vecchio ospedale a
Trieste, per 610 mila
euro, tutti gli altri sono
rimasti invenduti, o
perché le offerte erano
troppo base, o perché non
contenevano le garanzie
previste. Certo, la
congiuntura del mercato
immobiliare non aiuta,
ma gli obiettivi sono
ancora molto lontani. La
legge di Stabilità del
2014, varata dal governo
Letta, prevedeva un
incasso di 500 milioni di
euro l’anno dalla
dismissione degli
immobili pubblici.
Ospedali, fari, vecchi
conventi e soprattutto
tantissime caserme,
distribuite nei centri
storici delle città italiane.
Quelle dismesse dalle
Forze armate sono
centinaia, ma anche del
famoso piano per la loro
dismissione, ormai da
mesi, si sono perse le
tracce.
Mario Sensini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
œ˜} œ˜}
£ iÕÀœ
ä]Ǚ{£ ÃÌiÀˆ˜i ‡ä]££¯ †
£ iÕÀœ
£]Ó£{Î vÀ° ÃÛ°
ˆ˜Û°
r
£ iÕÀœ
™]Ó£ÇÈ VœÀ°ÃÛi°
ˆ˜Û°
r
£ iÕÀœ
£]{{ÈÈ `œ°V>˜° ‡ä]Îί †
ÓΰÓÎÎ]{x ‡ä]äÓ¯ †
/œŽˆœ ­ ˆŽŽiˆ®
£x°£È{]ä{ ‡ä]Î{¯ †
>`Àˆ`
£ä°xÎn]nä
ä]äx¯ e
‡ä]än¯ †
Industria Vendita da 758 milioni, il gruppo Usa torna leader in Europa. Adesso l’Opa
Merloni ha scelto Whirlpool
Indesit diventa americana
Aristide: «Partner giusto per continuare a crescere»
MILANO — Indesit, storico
marchio degli elettrodomestici di Fabriano, passa sotto il
controllo degli americani di
Whirlpool. Per la famiglia
Merloni, che ha ceduto per
758 milioni di euro il 60,4%
delle azioni fin qui custodite
nella holding Fineldo, è questa la scelta che potrà garantire lo sviluppo dell’azienda.
«La nostra priorità è stata
identificare un partner che
avesse le caratteristiche per
continuare ad assicurare a Indesit e alle sue persone una
storia di successo», ha affermato Aristide Merloni, vicepresidente di Fineldo. La Borsa ha salutato l’accordo raggiunto all’alba di venerdì dopo una lunga trattativa con un
rialzo del 2,9%.
Per giudicare l’operazione
finanziaria forse conviene fare
un passo indietro di due anni
quando la quotazione in Piazza Affari viaggiava attorno ai
2,7 euro. A quei valori il 60,4%
di Indesit varrebbe oggi poco
più di 170 milioni. Per analizzare l’operazione industriale
bisogna invece ricordarsi della riduzione dei ricavi patita
da Indesit nei cinque anni della Grande Crisi: dai 3,5 miliardi di fatturato del 2008 agli attuali 2,7 con tanto di diminu-
La storia
Firma Aristide Merloni e, a destra, Marc Bitzer di Whirlpool
zione della quota di mercato a
livello mondiale ormai stabilmente sotto il 3%. Così, la sensazione complessiva è che i
conti possano alla fine tornare
per tutti, al netto di qualche
preoccupazione soprattutto
sul fronte dei colletti bianchi
delle due società (circa 2.500
persone nell’amministrazio-
Sette stabilimenti
Le due aziende mettono
insieme in Italia circa
8 mila addetti distribuiti
in sette stabilimenti
ne, marketing, risorse umane,
controllo, logistica tra Comerio nel varesotto e Fabriano)
per le inevitabili sovrapposizioni delle funzioni di staff e
di ricerca e sviluppo.
Il matrimonio viene suggellato così dall’offerta da 758
milioni di euro per il 60,4%
della società (equivalente al
66,8% dei diritti di voto),
comprendente la quota Fineldo (44,1%), quella in carico ad
Ester (11,5%) e a Claudia Merloni (4,8%). Valutazione pari a
11 euro per azione, poco al di
sopra della valorizzazione
borsistica di ieri (10,83 euro
per azione). A questo prezzo
sarà lanciata anche l’Opa obbligatoria sul flottante di Borsa.Poi con tutta probabilità la
public company con base in
Michighan procederà al delisting. L’operazione dovrebbe
chiudersi entro la fine dell’anno con l’approvazione del tribunale di Ancona (il venditore, Vittorio Merloni, è sottoposto a tutela a causa delle sue
condizioni di salute) e le autorizzazioni dell’Antitrust europeo.
Sul fronte occupazionale i
timori di sinergie sul piano
dei costi trovano i sindacati
cauti nel commentare un’operazione che darà vita al primo
produttore europeo per volumi. D’altronde le due aziende
mettono insieme nel nostro
Paese circa 8mila addetti in
sette stabilimenti. Quattro Indesit (tre nelle Marche, uno a
Caserta). Tre Whirlpool, Cassinetta di Biandronno (Varese), Siena e Napoli. E ancora
Aristide Merloni, tutore del
papà Vittorio, ha sentito il dovere di smentire l’ipotesi di un
graduale disimpegno dall’Italia: «Whirlpool ha già dimostrato di saper valorizzare le
competenze che il nostro Paese è in grado di esprimere anche attraverso un forte radicamento territoriale». Parole
i`°
+՜̰ ,i˜`° ivv°
££‡äÇ
˜iÌ̜ ¯
/ˆÌœœ
i`°
+՜̰ ,i˜`° ivv°
££‡äÇ
˜iÌ̜ ¯
I due gruppi
GLI STABILIMENTI
Whirlpool
Indesit
1
2
1 Cassinetta
di Biandronno
(VA)
Albacina e 1
Melano (AN)
1
2
3
3
2 Siena
Comunanza 2
(AP)
Caserta 3
3 Napoli
I DIPENDENTI
69.000
{°Î£È]xä
£Ç°n£™]xÎ
œÜ œ˜iÃ
‡ä]äȯ †
16.000
*>Àˆ}ˆ ­
>V{ä®
/- Ì°-Ì>À
£]Îx™x `œ>Àˆ
do
£ iÕÀœ £ÎÇ]Çxää Þi˜
4.000
£ iÕÀœ
ä]äǯ e
I RICAVI*
dati espressi
in euro
13.798
milioni
2.671
milioni
on
ä]Óǯ e
™°ÈÈÈ]Î{
M
Ȱșä]£Ç
À>˜VœvœÀÌi
4.000
œ˜`À>
ä]xx¯ e
lia
ä]ÈÓ¯ e
Ita
Óä°È£{]nÈ
/- Ì° -…>Ài Ó£°™£x]nÈ
L’UTILE NETTO*
dati espressi
in euro
624
milioni
3,2
milioni
*dati 2013
suffragate dalla forte connotazione italiana di Whirlpool
che ha scelto Varese come
quartier generale europeo anche per volontà di Marc Bitzer,
presidente di Whirlpool per il
Nord America e l’Emea, tanto
innamorato dell’Italia da aver
comprato in Toscana una tenuta di proprietà dell’impren-
Quartier generale
Whirlpool ha già scelto
Varese come quartier
generale per la
produzione in Europa
ditore milanese Giovanni Borghi, fondatore – vuole il caso –
della Ignis di Comerio rilevata
poi da Whirlpool. Un intreccio
che ora porta gli americani a
Fabriano, un progetto già immaginato da Vittorio Merloni
nel 2006 che però avrebbe voluto riconvertirsi in uno degli
azionisti di riferimento della
società che ne sarebbe nata attraverso un’offerta pubblica di
scambio, un’operazione carta
contro carta tesa a riconoscere
comunque un ruolo alla famiglia nel risiko globale degli
elettrodomestici.
Fabio Savelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dal fondatore a Vittorio, il «bianco» made in Italy si afferma in Europa. La Ferrari di Schumacher regalata dai dipendenti
La dinastia di Fabriano e la «family public company»
Tutto iniziò con le bilance, poi il salto
con le lavatrici a marchio Ariston
La dinastia Merloni che vende è
una notizia annunciata. Tuttavia non
per questo «colpisce» di meno. Perché non si tratta soltanto del nuovo
passaggio di mano di un’azienda italiana ricca di storia ma dal futuro altrimenti incerto. A ben vedere con il
gruppo di Fabriano passa un «pezzo»
dell’Italia imprenditoriale più significativa: un modello di multinazionale
rimasta (pur quotata in Borsa) a proprietà familiare, con le passioni, le
inevitabili divisioni, le riunificazioni,
i problemi e le soluzioni legati alla governance e alla successione; un racconto dove i personaggi principali come Vittorio Merloni, hanno interpretato sogni «schumpeteriani» e contribuito a scrivere le complicate vicende
delle relazioni industriali del Paese;
un distretto fra i più classici, di quelli
che hanno ispirato l’analisi del peculiare sviluppo economico del made in
Italy, della dorsale adriatica e delle Tre
Italie.
Una storia che ha una conclusione
in sé di registro quasi narrativo tanto
è circolare. Perché, dopo alcuni mesi
nei quali sono sfilati, oltre all’americana Whirlpool, svariati altri nomi di
potenziali acquirenti, alla fine si torna
al capitolo primo, anzi forse al secondo, di «C’era una volta il bianco», del
libro cioè che descrive l’epopea dell’industria italiana di frigoriferi e lavatrici. Perché Whirlpool con due
passaggi ha già acquistato in Italia
uno dei grandi ex concorrenti dei
Merloni, la Ignis di Giovanni Borghi.
E poi la strada di Indesit si era già incrociata alcuni anni fa con quella di
Whirlpool: i due gruppi erano arrivati
vicini a una fusione. Poi Vittorio Merloni non se l’è sentita e ha fatto un
passo indietro.
Un precedente che dimostra come
la strada della partnership albergasse
già da tempo fra le ipotesi possibili.
Quella della vendita si è invece progressivamente rafforzata con la grave
malattia di Vittorio. L’imprenditore,
titolare dell’usufrutto sulle azioni di
Fineldo, la holding che controlla Indesit, non è più stato in grado di seguire le vicende aziendali. E ciò ha costretto la famiglia, i quattro figli An-
La famiglia
Leader Vittorio Merloni negli anni
in cui guidava il gruppo Indesit
Fratelli Da sinistra, Francesco, Vittorio, Antonio ed Ester Merloni, la
generazione che si è divisa le attività tra Ariston thermo, Indesit e la
A. Merloni di Fabriano, quest’ultima poi entrata in crisi e ceduta
Gestione Marco Milani, presidente e
amministratore delegato a Fabriano
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Economia 33
italia: 51575551575557
Le mosse di Telefonica
Telecom Italia,
nella partita
su Tim Brasil
spunta Btg Pactual
Telefonica alza bandiera bianca in
Brasile e prepara l’uscita da Telecom
Italia. La voce è rimbalzata da San
Paolo e a Madrid l’hanno lasciata
cadere preferendo non commentare.
Ieri il quotidiano «Folha de S.Paolo»
ha scritto che dopo lo stop del Cade,
l’Antitrust brasiliano, alla salita degli
spagnoli in Telecom per via del
conflitto su Tim Brasil — di cui
Telefonica è diretta concorrente con
Vivo — Cesar Alierta avrebbe deciso
di uscire del tutto dalla partita
avviando una trattativa con un fondo
per vendere la partecipazione nel
gruppo telefonico guidato da
Giuseppe Recchi. Una mossa che,
secondo il quotidiano brasiliano,
sarebbe più agevole ora che Telco ha
deciso la scissione e dunque di
distribuire pro quota a tutti i soci il
22% di Telecom. Il 60% di quella
quota è già di Telefonica.
La controparte di Alierta, secondo
alcune indiscrezioni, potrebbe essere
Btg Pactual, l’investment bank
brasiliana che in Italia ha già
acquisito quote di Mps e, dicono le
voci, di Banca Carige.
Da Madrid non hanno voluto
commentare le indiscrezioni su una
possibile trattativa per uscire da
Telecom Italia. Ma da San Paolo
arrivano invece altri dettagli che
metterebbero in relazione le mosse
di questi ultimi mesi attorno a Tim
Brasil e il negoziato con l’investment
bank brasiliana. Da tempo si parla di
una possibile acquisizione della
controllata di Telecom da parte del
concorrente Oi, per poi procedere
allo spezzatino, coinvolgendo anche
Telefonica. Tuttavia lo scenario per
Oi ora è cambiato. La compagnia
brasiliana è controllata da Portugal
Telecom che rischia di pagare cara la
crisi del Banco Espirito Santo, di cui
ha il 2% del capitale (e il Banco ha il
10% di Portugal Tel) ma soprattutto
un bond da 700 milioni di euro che
probabilmente non sarà rimborsato.
Per gli analisti già la fusione tra Oi e
Telemar, programmata per
l’autunno, viene vista adesso più
difficile. E se è così, pensare a
un’acquisizione di Tim Brasil appare
proibitivo. E qui entrerebbe in gioco
Btg Pactual, ingaggiata da Oi come
advisor per l’operazione su Tim
Brasil. Alierta, vista la situazione,
avrebbe iniziato a dialogare con
l’investment bank, che conoscendo
per filo e per segno l’operazione
potrebbe entrare in Telecom
rilevando la quota di Telefonica
(quota di maggioranza relativa) e poi
da dentro manovrare su Tim Brasil.
Telefonica, in pratica, uscirebbe da
Telecom dalla porta principale per
rientrare in un certo senso dalla
finestra, liberandosi al contempo,
grazie a Btg, dalla morsa del Cade che
sta frenando i piani di crescita di
Alierta. Per ora sono solo
speculazioni, ma di certo c’è che la
scissione di Telco è ormai avviata ed
entro pochi mesi Telefonica avrà le
mani libere.
Federico De Rosa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’analisi L’operazione di Fabriano è solo l’ultima di una lunga serie. La ricerca di nuove relazioni
Il paradosso del Paese industriale
che ha perso il controllo
delle «sue» grandi imprese
L’accordo
758 milioni
di euro il prezzo complessivo
dell’acquisto
11 euro
ad azione la valorizzazione
del titolo Indesit
60,4%
la partecipazione
di Indesit ceduta
66,8%
la quota dei diritti
di voto corrispondente
39,6%
la quota di capitale sociale che sarà
oggetto di Opa obbligatoria
D’ARCO
Piazza Affari
Sisal ritira la quotazione
«Mercati sfavorevoli»
Anche Sisal, dopo Rottapharm, ritira la
quotazione a Piazza Affari. Il gruppo dei
giochi ha deciso ieri per la «sfavorevole
situazione del mercato mobiliare domestico
e internazionale». I soci Permira, Apax e
Clessidra avevano messo in vendita 49
milioni di titoli per rimborsare i debiti.
L’offerta totale era di 77,5 milioni di azioni, a
un prezzo tra 6,3 e 7,7 euro, per una
capitalizzazione di 0,82-1 miliardo di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
drea, Aristide, Maria Paola e Antonella
e la madre Franca, a cercare (anche fra
divisioni) una soluzione al nodo del
passaggio dell’effettiva proprietà e
quindi della disponibilità dell’azienda.
Un passaggio sofferto concluso con la
nomina (travagliata) di un tutore per
Vittorio, individuato in Aristide.
Il figlio (gemello di Andrea) che si
chiama come il capostipite, il «creatore» del modello Merloni. È stato lui a
posare nel 1930 il primo mattone del
gruppo con una piccola fabbrica (sette
operai) di bilance industriali ad Albacina, vicina a Fabriano. Classica storia di
imprenditoria italiana: negli anni Cinquanta ha il 40% della quota di mercato
nel comparto. Avvia la produzione di
bombole per il gas liquido ed entra in
quella degli elettrodomestici, con il
marchio Ariston. Alla sua morte, nel dicembre 1970 i tre figli, Vittorio, Francesco e Antonio, lavorano in azienda, retribuiti come impiegati. Perché gli utili
si reinvestono.
Il gruppo viene diviso in tre: a Vittorio va la guida della Merloni elettrodomestici, a Francesco la divisione termosanitari e ad Antonio quella meccanica. Vittorio, che è stato anche presidente di Confindustria, è il più noto e la
sua «eredità» vive lo sviluppo maggiore. Anche con l’acquisto di marchi e società come Indesit, Scholtès, Stinol e
Hopoint, la Merloni diventa uno dei
primi produttori di «bianco» in Europa. Con una scelta non proprio consueta per un’impresa familiare Vittorio af-
Negli scorsi giorni un gruppo cinese ha salvato
un’azienda di compressori in amministrazione
controllata, la Acc di Belluno. In parallelo sta andando avanti l’accordo che garantisce la continuità
dell’Alitalia grazie all’ingresso nel capitale degli
arabi di Etihad. Ieri gli americani della Whirlpool
hanno annunciato l’acquisizione della quota di
maggioranza della Indesit. Può sembrare una barzelletta dei tempi di Carosello con un cinese, un
arabo e un americano che seppur a vario titolo si
presentano in Italia a fare incetta di aziende ma in
realtà è un flash che fotografa i nuovi assetti del nostro sistema produttivo e dei servizi. Tantissime cose stanno cambiando e sono l’effetto di un combinato disposto rappresentato dagli effetti (pesantissimi) della Grande Crisi, l’accelerazione dei processi di globalizzazione e l’avvento di un nuovo ciclo
tecnologico. Ma se tutto attorno a noi ha il segno
del mutamento (cosa cambia per i produttori di auto lo straordinario successo del car sharing?) dovremmo cambiare anche noi e cercare di evitare di
accontentarci delle solite litanie. Dobbiamo elaborare il lutto e darci una strategia “altra” rispetto a
quella romantica – e che tutti avremmo sicuramente desiderato – della crescita di grandi gruppi a conduzione italiana capaci di sfidare in tutti i settori il
mercato globale.
La prima verità è che nella grande impresa non
siamo stati capaci di implementare quelle strategie
di specializzazione che invece nei settori del made
in Italy fanno ancora le nostre fortune. Il caso degli
elettrodomestici è davanti agli occhi di tutti noi. Per
troppo tempo i produttori sono stati alla mercè della distribuzione che li ha di fatto obbligati a una
competizione di prezzi rivelatasi perdente. Prodotti
come le lavatrici e i frigoriferi nella maggior parte
dei casi sono diventati commodity, oggetti indiffe-
Capostipite
Aristide
Merloni fondò
l’azienda
nel 1930
Il passaggio
Nel 1975 la
guida del
«bianco»
passa a Vittorio
Manager
Dal ‘96 redini
ai manager:
Caio, Guerra e
quindi Milani
fida i pieni poteri a un manager esterno: nel 1996 arriva a Fabriano Francesco Caio, reduce dalla creazione di
Omnitel. Uno choc, il primo passo verso la trasformazione in quella che l’imprenditore amava definire la «family
public company». Che non prevede però i figli in azienda. Tre anni dopo Caio
approda nel mondo Internet. Diventa
amministratore delegato il «ragazzo di
bottega» Andrea Guerra. Che nel 2004
va in Luxottica. Al suo posto sale Marco
Milani, fino a quel momento amministratore delegato nel Regno Unito. Il
gruppo, sempre più multinazionale
con posizioni importanti e stabilimenti, oltre che in Italia, in Gran Bretagna,
Russia, Polonia, Turchia cambia nome:
Indesit company, un nome globale,
meno family e più corporation.
Poi arriva la crisi, della finanza, dell’economia e degli elettrodomestici in
particolare. E la malattia del capofamiglia. Vittorio, al quale i dipendenti nel
2003 per i suoi 70 anni hanno regalato
la Ferrari di Michael Schumacher (senza motore), progressivamente lascia. E
lascia anche la famiglia. Andrea nel
2013 rinuncia alla presidenza di Indesit
e Milani assume il doppio incarico. Una
scelta di continuità, viene definita. Ma
alla fine arriva anche la decisione, difficile e sofferta, di separare destini familiari e aziendali. La «family public company» resterà comunque un modello. E
non solo in Italia.
Sergio Bocconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Specializzazione
Nella grande impresa non
si è puntato abbastanza
sulla strategia
della specializzazione
Futuro
Il prossimo passaggio
sarà la razionalizzazione
tra i vari siti produttivi
di Whirlpool e di Indesit
renziati e percepiti dal consumatore a basso valore
aggiunto. Il risultato è stato che da una parte siamo
stati chiamati a competere sul costo del lavoro con
il distretto parallelo di Olawa in Polonia e dall’altra
abbiamo dovuto cedere a chi, come gli americani
della Whirlpool, è disposto a competere sui grandi
volumi e trova il coraggio di opporsi ai grandi produttori asiatici, Samsung in testa. Il governo italiano in due riprese per evitare la caduta verticale del
settore in Italia ha concluso accordi estremamente
complessi nella loro formulazione con la stessa Indesit e con l’Electrolux ma il mercato sembra andare più veloce e con l’affare Merloni ha di nuovo
cambiato le carte sul tavolo. Perché è evidente che,
almeno in prima battuta, si potranno creare problemi di razionalizzazione tra i vari siti produttivi italiani di Whirlpool e di Indesit.
Gli americani sono in Italia da molti anni e han-
no ereditato la nobile tradizione industriale dei
Borghi e della loro mitica Ignis, sono interlocutori
seri e quindi ci sarà modo e tempo di capire quanto
l’Italia finirà per contare sulle loro strategie-mondo. I segnali che sono arrivati in questi mesi parlavano sempre di una riconferma di Comerio/Varese
come accademia dell’elettrodomestico. La qualità
della catena di fornitura italiana e la cultura industriale dei nostri stabilimenti è ancora sicuramente
all’avanguardia e può essere quindi una leva competitiva decisiva proprio per riprendere il discorso
sull’industria del bianco laddove, al bivio con l’innovazione, è rimasto interrotto o comunque incompiuto. Ma proprio seguendo la nuova vicenda
Whirlpool probabilmente impareremo a ragionare
su come un Paese-industrializzato-ma-con-pochegrandi-industrie sa rapportarsi con le multinazionali, costruisce schemi di relazione e di negoziato
più maturi che superino il patriottismo economico
ma siano capaci di salvaguardare la ricerca, la produzione di valore e il lavoro. Solo se saremo capaci
di incamminarci su una strada diversa potremo
evitare di essere preda di vivere l’arrivo di un cinese, di un arabo, di un americano e magari di un indiano per l’Ilva come chi assiste allo sfoglio di un
carciofo. Per dirla con uno slogan dovremo essere
capaci di chiedere più valore e al tempo stesso offrire più valore. Oggi non siamo ancora in grado.
Dario Di Vico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
34
italia: 51575551575557
I Signori comproprietari della Comunione “BENI SOCIALI di VINCA” sono invitati alla riunione in assemblea,
che si terrà in Vinca di Fivizzano (MS), presso i locali della ex Scuola Comunale, g.c.,
il giorno 27 luglio 2014, ore 08,30 - 09,30 registrazione dei partecipanti / ore 09,30 inizio riunione
ANAS S.p.A.
ANAS S.p.A.
Compartimento della viabilità
per il Molise
Compartimento della viabilità
per il Molise
AVVISO DI GARA
AVVISO DI GARA
Gara CB LAV 08/2014: Lavori di Manutenzione straordinaria consistenti nel ripristino
delle pavimentazioni stradali in tratti saltuari - Centro A - S.S. 6 Dir - 17 - 85 - 87 - 158 e
652 - CIG: 5820073C2A Modalità di scelta del contraente: procedura aperta ai sensi del’art. 55 del D. Lgs. n.
163/2006 e ss.mm.ii.
Prezzo più basso ai sensi dell’art. 82, comma 2 lett. a), del D.Lgs 163/2006, con
esclusione automatica delle offerte anormalmente basse, ai sensi degli artt. 86, comma 1
e 122, comma 9 del D.Lgs n. 163/2006.
Luogo di esecuzione: Provincia di CAMPOBASSO - ISERNIA.
Importo complessivo dell’appalto: € 1.814.000,00 IVA esclusa, di cui € 14.000,00 per
oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. Responsabile del Procedimento: Ing.
Nicola Picariello. Il bando integrale, depositato presso l’albo del Compartimento della
Viabilità per il Molise, è pubblicato sulla GURI n. 78 dell’ 11/07/2014 e sul sito internet
all’indirizzo www.stradeanas.it.
Termine per la presentazione delle domande di partecipazione: ore 12:00 del giorno
03/09/2014. Le domande dovranno pervenire al protocollo generale del Compartimento
della Viabilità per il Molise in Via Genova n. 54 - 86100 Campobasso.
IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO
Avv. Annamaria Perrella
VIA GENOVA, 54 - 86100 CAMPOBASSO
Tel. 0874/430234 - Fax 0874/96794
sito internet www.stradeanas.it
Gara CB LAV 09/2014: Lavori di Manutenzione straordinaria consistenti nel ripristino della
pavimentazioni stradali in tratti saltuari - Centro B - S.S. 16 - 87 - 647 - 647 dir B - e 709 CIG: 5822130DA7.
Modalità di scelta del contraente: procedura aperta ai sensi del’art. 55 del D. Lgs. n.
163/2006 e ss.mm.ii. Prezzo più basso ai sensi dell’art. 82, comma 2 lett. a), del D.Lgs
163/2006, con esclusione automatica delle offerte anormalmente basse, ai sensi degli
artt. 86, comma 1 e 122, comma 9 del D.Lgs n. 163/2006. Luogo di esecuzione: Provincia
di CAMPOBASSO. Importo complessivo dell’appalto: € 1.857.000,00 IVA esclusa, di cui
€ 13.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. Responsabile del
Procedimento: Ing. Nicola Picariello.
Il bando integrale, depositato presso l’albo del Compartimento della Viabilità per il
Molise, è pubblicato sulla GURI n. 78 dell’11/07/2014 e sul sito internet all’indirizzo
www.stradeanas.it. Termine per la presentazione delle domande di partecipazione: ore
12:00 del giorno 05/09/2014. Le domande dovranno pervenire al protocollo generale del
Compartimento della Viabilità per il Molise in Via Genova n. 54- 86100 Campobasso.
IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO
Avv. Annamaria Perrella
VIA GENOVA, 54 - 86100 CAMPOBASSO
Tel. 0874/430234 - Fax 0874/96794 • sito internet www.stradeanas.it
ANAS S.p.A.
DIREZIONE GENERALE
Per la pubblicità
legale e finanziaria
rivolgersi a:
AVVISO DI GARA
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256
Fax 02 2588 6114
Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale n. 78 del 11/07/2014 è pubblicato il bando di
gara relativo alla sotto indicata procedura aperta, con il criterio del prezzo più basso ai
sensi degli artt. 81 e 82 del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. e dell’art. 283, comma 4 del D.P.R.
207/2010.
Oggetto: DGACQ 07-14 “Affidamento dei Servizi assicurativi relativi alla Responsabilità
civile autoveicoli ed Infortuni del Conducente”.
Importocomplessivodell’appalto:èpariad€1.470.000,00(Eurounmilionequattrocentosettantamila/00), senza oneri per la sicurezza.
Durata dell’Appalto: mesi 36 (trentasei).
Responsabile del Procedimento: Avv. Loredana Conicella.
Il bando di gara è visionabile anche sul sito internet: http://www.stradeanas.it nella
sezione “Appalti ad evidenza pubblica”.
Termine per presentare l’offerta: 09 settembre 2014. ore 12.00.
Roma, li 12/07/2014
Via Valentino Mazzola, 66/D
00142 Roma
Tel. 06 6882 8650
Fax 06 6882 8682
Vico II San Nicola alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11
Fax 081 49 777 12
Via Villari, 50 - 70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
IL RESPONSABILE DELL’UNITÀ ACQUISTI
Mauro FRATTINI
VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA
Tel. 06/44461 - Fax 06/44461 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it
ANSF - AGENZIA NAZIONALE
PER LA SICUREZZA DELLE FERROVIE
Piazza della Stazione, 45
50123 - FIRENZE - ITALIA
Avviso esito di gara - CIG 5224108E49
Si rende noto che questa Amministrazione ha aggiudicato, in data 9 maggio 2014, la “Procedura aperta
per l’affidamento del servizio di brokeraggio assicurativo per le esigenze dell’Agenzia Nazionale per
la Sicurezza delle Ferrovie” (CPV 66518000 - CIG
5224108E49). Criterio di aggiudicazione: criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Aggiudicatario: AON SpA, Via Andrea Ponti 8/10,
20143 Milano (MI). Importo di aggiudicazione:
€ 250.000,00 IVA ESCLUSA. L’avviso è stato trasmesso all’Ufficio Pubblicazioni della UE in data 2
luglio 2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 78 - serie Gazzetta Ufficiale V - Serie Speciale Contratti Pubblici dell’11 luglio 2014. Copia del suddetto è disponibile sul sito www.ansf.it.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Ing. Antonio Pagano
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
per discutere e deliberare sui seguenti argomenti:
1- Modifica al regolamento della CBSV, adottato in data 28 luglio 2013: a) attribuzione agli amministratori del potere di rappresentanza sostanziale e processuale della
CBSV in tutte le controversie attive e passive dinanzi ad ogni autorità giurisdizionale, di qualsiasi ordine e grado; b) conferimento agli amministratori del potere di rappresentanza sostanziale e della conseguente legittimazione sostanziale rappresentativa della CBSV, comprendente il potere di stipulare contratti aventi ad oggetto i beni
comuni.
2- Conferimento agli amministratori della legittimazione processuale rappresentativa della CBSV con riferimento a ciascuna delle seguenti controversie dinanzi a:
a) Commissione Provinciale Tributaria di Massa, avverso accertamento n. 011636709;
b) Tribunale di Carrara, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl (RG 205786/2005), avente ad oggetto il rilascio della cava, ivi comprese eventuali fasi cautelari e giudizi
di impugnazione;
c) Tribunale di Carrara, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl a tutela di un credito vantato da CBSV, ivi comprese eventuali fasi espropriative e giudizi di opposizione
(RG 206200/2010);
d) Tribunale di Lucca, nei confronti di Fallimento CEI Srl (insinuazione al passivo fallimentare, RG 8339/2013);
e) Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl avente ad oggetto la delibera n. 18 del 3.2.2011 del Comune di Fivizzano;
f) Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl avente ad oggetto la delibera n. 17 del 24.1.2014 del Comune di Fivizzano;
g) Consiglio di Stato, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl e del Comune di Fivizzano, avente ad oggetto la sentenza n. 421/2010 del TAR Toscana;
h) Tribunale di Massa, Sezione distaccata di Carrara, promossa da Federici Vilma + altri (RG 205771/2010), avente ad oggetto l’accertamento dell’entità delle quote
di partecipazione detenute da Walton Carrara Successori Srl nella CBSV;
i) Tribunale di Massa, Sezione distaccata di Carrara, promossa da Ferrari Barbara (RG 206053/2010), avente ad oggetto l’accertamento dell’entità delle quote di partecipazione detenute da l) Walton Carrara Successori Srl nella CBSV;
j) Commissario Straordinario per gli Usi Civici, promossa da Federici Zelmira avente ad oggetto l’accertamento e la declaratoria che i Beni Sociali di Vinca
costituiscono una Tipica Associazione Agraria di diritto comune, con patrimonio collettivo inalienabile e indivisibile, ivi compresi i relativi giudizi di impugnazione;
k) Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl avente ad oggetto la delibera n. 5432 del 31.3.2007 del Comune di Fivizzano;
l) Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl e del Comune di Fivizzano avente ad oggetto la delibera del n. 302 del
25.9.2010 Comune di Fivizzano;
m) Consiglio di Stato, nei confronti di Ferrari Riccardo Srl e del Comune di Fivizzano avente ad oggetto la sentenza n. 3297/2007;
n) Tribunale di Carrara, promossa da Federici Angiolino + altri (RG 5432/2007), avente ad oggetto la presentazione di un rendiconto da parte degli amministratori
designati dall’assemblea del 1990;
o) Tribunale di Massa, Sezione distaccata di Pontremoli da Ferrari Barbara + altri (RG 8150/2011), avente ad oggetto l’accertamento della responsabilità degli amministratori, in relazione ad alcuni rilievi evidenziati dalla Dott.ssa Montefinale nella causa di rendiconto sub 1 (RG 5432/2007);
p) Tribunale di Pontremoli, promossa da Ferrari Riccardo e Federici Vilma (RG 8415/2010), avente ad oggetto la nullità e/o annullabilità dell’assemblea del 18.3.1990;
q) Tribunale di Pontremoli, promossa da Ferrari Barbara (RG 8182/2012), avente ad oggetto la nullità e/o annullabilità dei contratti stipulati da CBSV con Aleph Escavazioni Srl e con Marmi Walton Carrara Srl;
r) Tribunale di Pontremoli ,promossa da Ferrari Riccardo + altri (RG 8241/2012), avente ad oggetto l’annullamento della delibera assembleare dell’1.7.2012, ivi comprese le fase cautelari;
s) Tribunale di Pontremoli, promossa da Ferrari Riccardo + altri (RG 1493/2013), avente ad oggetto l’annullamento della delibera assembleare del 28.7.2013, ivi
comprese le fase cautelari;
t) Tribunale di Massa, promossa da Ferrari Barbara (RG 1664/2013), avente ad oggetto l’annullamento della delibera assembleare del 28.7.2013, ivi comprese le
fase cautelari,
e contestuale approvazione e ratifica ad ogni effetto sostanziale e processuale, con efficacia ex tunc, dell’attività processuale compiuta dagli amministratori pro tempore
con riguardo a ciascuna delle controversie suindicate, ivi compreso il conferimento dell’incarico professionale di assistenza e di rappresentanza in giudizio ed il conseguente conferimento della procura alle liti, in relazione a ciascuna delle controversie suindicate, in favore dello studio legale Menchini & Associati e/o di suoi membri.
3- Approvazione e ratifica, con efficacia ex tunc, dei seguenti contratti di affitto di agro marmifero sito all’interno dell’area nominata monti alti: a) Aleph Escavazioni Srl,
firmato in data 18.9.2010, avente ad oggetto la cava Capannaccia - Crespina 1-2-3 - Regina - Tana - Tornese; b) Marmi Walton Carrara Srl, firmato in data 29.4.2011,
avente ad oggetto la cava Castelbaito; c) Alpha Calcit Carrara Escavazioni Srl, registrati a Carrara il 06/09/2010 ai nn. 2.724 e 2.725 aventi ad oggetto i giacimenti di Castelbaito ed “area di ravaneto”; d) Aleph Escavazioni Srl, firmato in data 13.05.2013, avente ad oggetto la cava Vittoria-Valcontrada.
Ratifica ed approvazione dell’operato degli amministratori pro tempore con riguardo ad ogni attività compiuta in nome e per conto della CBSV in relazione ai predetti
contratti.
4- Rendicontazione della gestione della Comunione dei Beni Sociali di Vinca nell’anno 2013 e 2012.
5- Anagrafe della Comunione: relazione Dott. Bertoli Fernando.
6- Approvazione e ratifica dell’operato degli amministratori nel corso del mandato.
La riunione si svolgerà sotto la direzione di un presidente, coadiuvato: dagli amministratori, da un consulente giuridico-legale e da un consulente amministrativo-fiscale.
Per partecipare alla riunione è richiesta la presentazione di: documento d’identità, in corso di validità; autocertificazione (ai sensi artt. 46, 47, 76 DPR 445/2000 e corredata da fotocopia firmata di documento d’identità, in corso di validità), che attesti: la titolarità della quota della Comunione “Beni Sociali di Vinca”, l’ammontare della
suddetta quota e la provenienza della suddetta titolarità.
E’ ammessa la partecipazione alla riunione anche per delega scritta.
I soggetti delegabili sono soltanto: altri comproprietari della Comunione; parenti e/o affini di comproprietari della Comunione.
Per partecipare alla riunione il/la delegato/a, oltre all’autocertificazione di cui sopra, dovrà presentarsi con proprio documento d’identità, in corso di validità e con
delega sottoscritta dal delegante.
Il presente Avviso, il Regolamento, un Fac-simile di autocertificazione e delega, sono disponibili sui siti www.comunionebenisocialidivinca.it e riunione.benisocialidivinca.it.
Per informazioni contattare: [email protected]
Vinca, li 10 luglio 2014
Gli Amministratori
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Economia 35
italia: 51575551575557
Il negoziato A settembre i colloqui per il contratto triennale. Chrysler ritira 865 mila Suv
L’inchiesta
Sì all’accordo Fiat, 260 euro in busta paga
L’una tantum per il 2014 verrà versata anche ai cassintegrati
MILANO — Avevano promesso «un’intesa prima delle
ferie». Era nelle cose che mantenessero. Fiat e Cnh da un lato,
sindacati firmatari del contratto
aziendale dall’altro (dunque
esclusa la Fiom) si sono rivisti
ieri pomeriggio a Torino. Sono
bastate poche ore a superare le
distanze che avevano portato
alla rottura delle trattative. E la
firma sull’accordo-ponte per il
2014 è arrivata: a fine mese tutti
gli 86 mila dipendenti del gruppo — quindi anche i circa 30
mila cassintegrati, ed è questo
l’aspetto realmente innovativo
— riceveranno un’una tantum
di 260 euro lordi. Per il rinnovo
contrattuale vero e proprio, che
coprirà l’intero triennio 20152018 e affronterà le questioni
normative più delicate, non ci
sarà da attendere molto di più.
Il prossimo appuntamento è
fissato per il 22 settembre. Ma le
parti hanno già concordato di
«definire entro ottobre» un accordo che, dal lato retributivo
oltre che normativo, ridefinisca
«le attuali regole alla luce delle
esigenze e delle prospettive poste dai piani industriali presentati da Fiat e Cnh Industrial».
Significa che in gioco entreranno, per esempio, anche gli
aumenti di stipendio, o i premi,
legati al raggiungimento degli
obiettivi fissati dal sistema
World Class Manufacturing (efficienza e non solo). E significa,
in parallelo, che si avvicina lo
sblocco degli investimenti ancora al palo: da Mirafiori, dove
in realtà i lavori sono già partiti
e manca soltanto l’annuncio ufficiale da parte di Sergio Marchionne; a Cassino, di cui per
ora si sa che avrà una «missione
Alfa Romeo»; a Pomigliano, che
86.000
I dipendenti del gruppo
Fiat (Fiat Chrysler
Automobiles e Cnh
Industrial) che riceveranno
l’una tantum
260
Gli euro che riceveranno
in busta paga i dipendenti
del gruppo Fiat.
Sono compresi anche i
cassintegrati
L’impianto
Maserati
(gruppo Fiat)
di Grugliasco,
in provincia
di Torino
dopo gli investimenti per la
Panda potrebbe essere oggetto
di un ulteriore potenziamento.
Il punto di riferimento rimane quel che è stato fatto in Maserati. E proprio in Maserati, in
fondo, sono maturate anche le
condizioni per l’accordo firmato ieri. «Dateci un po’ meno, ma
datelo a tutti», avevano chiesto i
lavoratori di Grugliasco direttamente a Marchionne. Era meno
di un mese fa. Il giorno in cui
l’amministratore delegato di
Piazza Affari
Fca era piombato in fabbrica,
toccata e fuga da Detroit (da dove ieri sono stati richiamati 865
mila Suv Jeep e Dodge per possibili corto circuiti delle luci interne), furioso per lo sciopero
degli straordinari che avrebbe
Banche
Be Think arriva sul circuito Star Carige, l’aumento di capitale
L’ammissione di Borsa Italiana sottoscritto integralmente
(f.ch.) Be Think Solve Execute, partecipata da Intesa Sanpaolo
e Tamburi, ha ricevuto da Borsa Italiana l’attribuzione della
qualifica Star. Dal 21 luglio le azioni ordinarie saranno
negoziate nel Segmento Titoli ad Alti Requisiti, dedicato alle
medie imprese che si impegnano a rispettare requisiti di
eccellenza in termini di alta trasparenza e vocazione
comunicativa, elevata liquidità e corporate governance
allineata agli standard internazionali. E pensare che fino a
esattamente un anno fa la società era nella grey list di Consob.
È stato un successo l’aumento di capitale da 800 milioni di
Banca Carige che si è chiuso ufficialmente ieri. Tutte le
7.992.888 azioni ordinarie offerte sono state sottoscritte
integralmente e, di conseguenza, senza far ricorso al consorzio
di garanzia. Nel dettaglio, durante il periodo di offerta in
opzione, iniziato il 16 giugno e conclusosi il 4 luglio, sono stati
esercitati 2.145.619.350 diritti di opzione per la sottoscrizione
di 7.981.703.982 nuove azioni, pari al 99,9% del totale delle
nuove azioni offerte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
rallentato la macchina da record
della produzione Ghibli e Quattroporte. Le uniche auto italiane
da tutto esaurito. Il simbolo della rinascita di uno stabilimento
e di quel sistema industriale
Fiat che, nel Bel Paese, sul successo della riconversione nell’alto di gamma si gioca tutto.
Quei lavoratori capivano le
ragioni di Marchionne. Sapevano che avrebbero «fatto male»,
anche a se stessi, tagliando il
prodotto in pieno picco di mercato. Quel che non capivano, e
per cui erano pronti a scioperare, era perché l’azienda e i sindacati avessero rotto per poche
decine di euro. I secondi — anche qui esclusa la Fiom, che
un’ora di sciopero l’ha fatta davvero — chiedevano 300 euro
per tutti gli 86 mila dipendenti
del gruppo in Italia. La prima di
euro ne offriva 250, e solo per i
«lavoratori attivi». Non pareva
disposta a smuoversi di un centimetro.
L’avrebbe probabilmente fatto comunque, prima o poi. Non
c’è dubbio però che quell’incontro a Grugliasco abbia segnato un’accelerata. E il modo
dice molto. Niente mediazioni,
né di direttori del personale né
di leader sindacali: solo l’amministratore delegato a confronto
diretto con i delegati e i team
leader della fabbrica. La svolta è
nata lì. È lì che, come i lavoratori avevano mostrato di capire le
ragioni di Marchionne, Marchionne ha capito le ragioni dei
lavoratori. Comprese quelle
della solidarietà: «Ci dia di meno, ma lo dia a tutti». Sono arrivati i 260 euro. Anche per i cassintegrati.
Raffaella Polato
Appalti sospetti, interviene l’Antimafia
Italgas commissariata per sei mesi
Sciopero
alla Ideal
Standard
I sindacati avvertono che si
annunciano massicce le
adesioni allo sciopero dei
lavoratori della Ideal
Standard Industrial previsto
martedì. L’azienda ha
annunciato la chiusura dello
stabilimento di Orcenigo
(PN) entro fine anno e 400
dipendenti sono in mobilità
obbligatoria. Le trattative
con governo e parti sociali
per trovare una soluzione e
mettere i lavoratori in cassa
integrazione in deroga sono
interrotte.
La multinazionale della
ceramica afferma di voler
«rispettare gli accordi»
sottoscritti a maggio su Cig
e incentivi in uscita, ma
sindacati, Regione e lo
stesso ministero
criticano quello che
definiscono un
atteggiamento di chiusura.
L’unico appuntamento
previsto è quello del 15
luglio (martedì, il giorno
dello sciopero) alla
Provincia di Pordenone.
F.Ch.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Salvatore Ligresti, ex patron di Fonsai, e
l’ex presidente dell’Isvap (l’autorità per la
vigilanza sulle assicurazioni ora
diventata Ivass) Giancarlo Giannini sono
stati rinviati a giudizio a Milano per
corruzione. Il processo comincerà il 4
novembre davanti alla quarta sezione
penale. La decisione è stata presa dal gup
Elisabetta Meyer su richiesta dal pm
Luigi Orsi, che indaga su vari filoni della
vicenda Premafin-Fonsai. L’imputazione
per Giannini e Ligresti nasce
dall’interessamento di quest’ultimo
presso l’allora presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi affinché Giannini, in
scadenza all’Isvap, ottenere la nomina al
vertice all’Antitrust. In cambio del
sostegno politico di Ligresti, dal 2002
all’agosto 2010 Giannini avrebbe omesso
qualsiasi controllo «nei confronti della
società vigilata», cioè il gruppo
Fondiaria-Sai controllato dalla Premafin
della famiglia Ligresti. Giannini, è scritto
nel capo di imputazione, solo
nell’ottobre del 2010 decise «in modo
tardivo e inefficace» un’ispezione
peraltro da lui stesso rallentata e
ostacolata. Per il pm avrebbe tenuto un
comportamento «contrario ai doveri
d’ufficio» per aver accettato la promessa
di Ligresti, che però non si concretizzò
per la caduta del governo e
l’insediamento a palazzo Chigi di Mario
Monti.
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il mercato dei falsi
Il caso La decisione del Tribunale di Palermo. Il gruppo: massima collaborazione con le autorità
La vertenza
Ligresti e Giannini,
rinvio a giudizio
per il caso Fonsai
MILANO – L’Italgas, la più
grande e diffusa società italiana di distribuzione del gas, finisce a sorpresa sotto la «tutela» dell’autorità giudiziaria,
che intende fare luce su alcuni
suoi rapporti locali con aziende in odore di collusione mafiosa.
Ciò che è accaduto è che a
metà della giornata di ieri la
Guardia di Finanza di Palermo
si è presentata alla sede torinese dell’Italgas, storica controllata al 100% dalla Snam (a sua
volta posseduta della Cassa
Depositi e Prestiti), per notificare il provvedimento richiesto dalla Direzione distrettuale
antimafia del capoluogo siciliano. Presenti, con i finanzieri,
i quattro amministratori giudiziari che hanno sin da subito
preso le redini dell’azienda, rilevando il consiglio di amministrazione in carica: l’avvocato siciliano Andrea Aiello, il
commercialista bolognese
Luigi Saporito, l’ingegnere e
consulente milanese Sergio
Caramazza, il direttore dell’istituto di management del
Sant’Anna di Pisa, Marco Frey.
A loro spetterà per i prossimi sei mesi (a meno di altre
decisioni della Procura palermitana) la responsabilità della
gestione dell’Italgas, secondo
caso dopo quello dell’Ilva (ma
con differenti ragioni e modalità) di una grandissima azienda per la quale una Procura
chiede una misura di questa
portata. Italgas, per dare
La raffineria
aveva poi disposto un sequestro (7,6 milioni) nei confronti
di quattro società dei fratelli
palermitani Cavallotti.
Proprio dalle relazioni di un
paio di dirigenti locali dell’Italgas con le società dei Cavallotti
(imputati in passato di 416 bis
e assolti) e i loro prestanome
sarebbe scaturito il provvedimento nei confronti di Italgas.
Misura preventiva antimafia
«che colpisce le aziende che
pur non potendosi considerare
“mafiose” – si legge nella nota
della Guardia di Finanza di Palermo – risultano aver subito
un’influenza da parte di soggetti contigui a Cosa Nostra,
che è valsa a rafforzarne la presenza economica sul territo-
La rete
La Dda palermitana ha
concentrato l’attenzione
sui lavori di manutenzione
della rete del gas
Gela,
3.500 posti
a rischio
Cresce la tensione a Gela, una delle raffinerie che
potrebbero essere chiuse dall’Eni insieme con
Taranto, Livorno, Porto Marghera e il petrolchimico
di Priolo (Siracusa). Solo a Gela (nella foto una parte
dell’impianto) fra occupati e indotto rischiano 3.500
persone. Il presidente della Regione Sicilia, Rosario
Crocetta, ha chiesto all’Eni di «tornare sui suoi passi».
un’idea, gestisce una rete di
53mila chilometri in tutta Italia, ha il 30% dei contatori attivi (5,9 milioni) su 1.435 concessioni.
Proprio sugli affidamenti in
sub-appalto dei lavori per la
realizzazione e la manutenzione delle reti di distribuzione al
dettaglio del gas si è concentrata da tempo l’attenzione
della Dda palermitana, che lo
scorso maggio ha chiesto la
sospensione dall’amministrazione di alcune controllate italiane del gruppo spagnolo Gas
Natural. Un anno fa, «nel medesimo contesto investigativo», erano stati eseguiti sequestri per 50 milioni nei confronti di un gruppo ritenuto vicino
a Cosa Nostra e all’ex sindaco
Vito Ciancimino. Lo scorso dicembre il Tribunale di Palermo
5,9
milioni di
contatori
fanno capo a
Italgas, il 30%
del mercato
italiano
rio».
Ciò che i quattro amministratori giudiziari dovranno
fare nelle prossime settimane
è verificare e approfondire i
dettagli di quel genere di relazioni «al fine di salvaguardare
l’attività imprenditoriale nel
suo complesso, i livelli occupazionali, nonché l’indotto
economico riferibile ai rapporti con clienti e fornitori».
La controllante Snam, da
parte sua, ha fatto sapere «che
sta prestando la massima collaborazione all’autorità giudiziaria e ai quattro amministratori da essa nominati» e che
«confida nella rapida conclusione degli accertamenti».
Stefano Agnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Italia-Cina,
giudici a confronto
su marchi e tutele
Il peso dei falsi schiaccia l’economia
italiana. Il Sistema moda Italia, ha detto
il presidente Claudio Marenzi, paga
annualmente un conto di circa 7
miliardi di euro all’industria dei falsi, il
15 % del fatturato. Un totale che incide
anche sull’occupazione: sono circa 130
mila i posti di lavoro sacrificati
sull’altare delle contraffazioni,
industriali e alimentari. «Una
situazione insostenibile – ha
evidenziato Daniela Mainini, presidente
del Centro Studi Grande Milano, che ha
alzato lo sguardo in vista dell’Expo –:
basti pensare che il primo produttore
del formaggio Parmesan, una volgare
imitazione di una delle eccellenze
italiane, è l’Australia». Un danno
concreto per tutto il settore, al punto
che un pool di sei pubblici ministeri
cinesi, ha incontrato, a Palazzo Marino,
sei magistrati italiani, guidati dal
presidente del Tribunale delle Imprese,
Marina Tavassi, per un confronto
normativo, voluto in ambito Ue. Un
faccia a faccia Italia-Cina (l’originale e
la copia), che è andato dalla tutela dei
marchi e dei nomi, ai prodotti.
«Abbiamo costituito – ha detto Tavassi
– presso il nostro tribunale una task
force già in prima fila in vista dell’Expo,
che dovrà essere una grande occasione
per tutelare nel mondo il valore del
made in Italy». Obiettivo condiviso dal
ministro per le Politiche agricole,
Maurizio Martina, che ha rilanciato
Milano come sede di un tavolo di
lavoro, annunciato per settembre, al
quale far sedere anche altri esponenti
del governo Renzi, dai responsabili
dello Sviluppo economico,
all’Economia.
Stefano Righi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
36
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Gli annunci si ricevono tutti i giorni su:
www.piccoliannunci.rcs.it
[email protected]
oppure nei giorni feriali presso
l’agenzia:
Milano Via Solferino, 36
tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422,
fax 02/6552.436
Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del
9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale
inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza
della Legge sulla privacy (L.196/03).
ABILE impiegata ufficio commerciale
inglese francese Windows, Mac offerte ordini follow-up, offresi.
331.12.23.422
ABILE impiegato tecnico- commerciale customer service pluriesperienza
ordini offerte bolle inglese francese
office. 339.48.09.594
AGENTI - Creazione reti vendita di
agenti per aziende 338.37.66.816
www.efb-retivendita.it
COMMERCIALE estero contract, metalmeccanico, organizzazione vendite, pianificazione, apertura mercati,
gestione commesse. 345.79.56.127
COMMERCIALE
35 anni di esperienza altamente professionale crea avvia e
gestisce rete vendita agenti e
rivenditori per aziende e clienti, esperto settore edilizia, disponibilità trasferte Italia.
389.87.83.962
RAGAZZO referenziato, offresi come
colf, badante, part-time, lavapiatti,
operaio, giardiniere. 388.93.06.393
RAGAZZO srilankese referenziato,
offresi come colf, badante, aiuto cuoco,
lavapiatti,
operaio.
388.93.06.393
CONTABILE neopensionato, autonomo fino bilancio, adempimenti/dichiarazioni, offresi contabilità piccola
azienda. 328.68.59.679
DIRIGENTE scolastico pensionato settembre 2012 esperienza quarantennale esaminerebbe offerte lavoro
coordinatore istituti paritari disposto
viaggiare. 340.57.62.532
AZIENDA immobiliare cerca giovani
ambosessi, autonomi, volenterosi,
dinamici, Bergamo città e limitrofi.
035.51.65.52
BELLISSIMA casa campagna con dependance chalet piscina sud ovest
Milano 380 mq terreno CE: G - IPE:
302,8 kWh/mqa Tel. 348.70.85.798
SOCIETÀ d'investimento internazionale acquista direttamente appartamenti e stabili in Milano.
02.46.27.03
DIANO MARINA costruttore vende
appartamenti abitabili subito. Piccolissima palazzina, terrazzi, pannelli
solari. 348.88.72.838
GOLFO ARANCI Baia Caddinas, sul
mare in residence con piscina villetta
bilocale vista mare. Euro 160.000.
Classe G - euroinvest-immobiliare.com - 0789.66.575
PINZOLO vicinanze, direttamente da
impresa, panoramicissimi appartamenti. Euro 40.000,00 + 80.000,00
mutuo. 348.88.72.838
RAPALLO (San Michele di Pagana)
120 adiacenza spiaggia, ristrutturando. Posto auto carico - scarico. Richiesta
favorevole.
Tel.
333.97.79.273
ADRIATICO - www.gobbihotelgatteomare.it - 3 - 9 Agosto 460,00; 10 16 Agosto 490,00, incluso: pensione
completa, acqua, vino, spiaggia privata, pedalò, piscine con bar, biciclette, staff animazione. Tel.
0547.68.05.51 - 347.29.30.060
ADRIATICO Gatteo Mare Hotel Giuliana - 3 stelle - Tel. 0547.87.092 Vicinissimo mare. Climatizzato.
Grande piscina. Parcheggio. Comforts. Ultimissime giugno - luglio
55,00/62,00 compreso spiaggia, bibite ai pasti. Piano famiglia, bambini
50%.
ADRIATICO: Gatteo Mare Hotel Picnic Tel. 0547.87.009. Luglio da sogno! Settimane all inclusive a partire
da euro 225,00. Climatizzazione,
centro benessere, idromassaggio,
animazione, parco acquatico, spiaggia, bevande. www.hotelfantini.it
CATTOLICA
Hotel Columbia tre stelle superiore.
Piscina.
Tel.
0541.96.14.93 www.hotelcolumbia.net. Signorile, sulla
spiaggia.
IMMOBILI reddito garantito fino
all'8% senza recesso tagli a partire da
200.000 euro. Contratti 18 anni + 6
Maggi Re 0523.49.81.14
A Cattolica Hotel Star tre stelle. Telefono 0541.96.11.76. 30 metri spiaggia. Bimbi gratis, spiaggia con piscine, bevande illimitate soli euro 52,00
al giorno. 7 giorni 1 gratis www.hotelstar.info
A Cesenatico Hotel Calypso 3 stelle Piscina. Tel. 0547.86.050 - Last minute luglio fino 2 agosto 7 giorni allinclusive euro 400,00; 2-9 agosto
euro 420,00 - www.hotel-calypso.it
CESENATICO Villamarina Hotel Turquoise - inaugurato 2012. Tutto gratis! Ultime camere luglio da 50,00
euro all inclusive + spiaggia + bambini gratis o scontatissimi. Parco acquatico - 339.75.23.451 - www.turquoisehotel.it
GABICCE MARE Club Hotel tre stelle.
Pensione completa, spiaggia luglio
60,00. Piano famiglia 4=3; mini famiglia 3=2. Climatizzato. Piscina.
Parcheggio.
Wi-fi.
Tel.
0541.95.46.22. www.clubhotelgabicce.it
GATTEO MARE Hotel Roma tel.
0547.85.040. Luglio last second 49
euro. All inclusive con spiaggia inclusa, bambini gratis o scontatissimi,
animazione in albergo, parco acquatico, cucina Romagnola. www.hotelromagatteo.it
Su
troverai proposte
per le tue vacanze da sogno!
AUTISTA esperienza ventennale referenziato cerca lavoro anche part-time.
NCC
iscritto
ruolo.
333.95.76.523
AUTISTA meccanico, gommista, trasportatore, tuttofare, volenteroso, offresi. Madrelingua francese, ottimo
italiano parlato/scritto, uso pc, pluriennale esperienza, ottime referenze. Disponibilità immediata.
334.57.56.688
Quota/od.
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
[email protected]
10/07 EUR
16,838
AcomeA America (A1)
10/07 EUR
17,401
AcomeA America (A2)
10/07 EUR
4,401
AcomeA Asia Pacifico (A1)
10/07 EUR
4,533
AcomeA Asia Pacifico (A2)
10/07
14,784
AcomeA Breve Termine (A1)
EUR
10/07 EUR
14,951
AcomeA Breve Termine (A2)
10/07 EUR
4,614
AcomeA ETF Attivo (A1)
10/07 EUR
4,732
AcomeA ETF Attivo (A2)
10/07 EUR
17,419
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
10/07 EUR
17,628
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
10/07 EUR
12,948
AcomeA Europa (A1)
10/07 EUR
13,301
AcomeA Europa (A2)
10/07 EUR
11,434
AcomeA Globale (A1)
10/07 EUR
11,886
AcomeA Globale (A2)
10/07 EUR
19,576
AcomeA Italia (A1)
10/07 EUR
20,129
AcomeA Italia (A2)
10/07 EUR
8,928
AcomeA Liquidità (A1)
10/07 EUR
8,929
AcomeA Liquidità (A2)
10/07 EUR
6,691
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
10/07 EUR
6,889
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
10/07
3,959
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1)
EUR
4,085
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 10/07 EUR
5,294
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 10/07 EUR
5,409
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 10/07 EUR
6,322
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 10/07 EUR
6,468
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 10/07 EUR
10/07 EUR
22,199
AcomeA Performance (A1)
10/07 EUR
22,546
AcomeA Performance (A2)
Invictus Global Bond Fd
Invictus Macro Fd
Sol Invictus Absolute Return
08/07 EUR
09/07 EUR
10/07 EUR
108,105
81,340
101,731
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
26,484
7,095
6,915
6,991
6,793
12,897
11,233
11,251
12,283
12,295
11,164
12,020
12,031
10,352
10,352
17,558
6,041
8,827
8,961
6,413
13,048
13,494
18,184
7,158
10,193
28,884
AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811
AZ F. Active Selection ACC
AZ F. Active Selection DIS
AZ F. Active Strategy
AZ F. Alpha Man. Credit
AZ F. Alpha Man. Equity
AZ F. Alpha Man. Them.
AZ F. American Trend
AZ F. Asia Absolute
AZ F. Asset Plus
AZ F. Asset Power
AZ F. Asset Timing
AZ F. Best Bond
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
5,333
5,333
5,075
5,501
5,009
3,750
3,312
5,000
5,596
5,472
5,039
5,394
ATTIVITÀ da cedere/acquistare artigianali, industriali, turistico alberghiere, commerciali, bar, aziende
agricole, immobili. Ricerca soci. Business
Services
Group
02.29.51.82.72
Buon compleanno G
•CAMBIERANNO I TEMPI ed i modi, ma il bene, quello vero, non
ha distanze, neanche confini!
Chiara
[email protected]
Piccoli Annunci
16,898
17,462
4,415
4,547
14,801
14,967
4,675
4,795
17,450
17,660
13,115
13,472
11,504
11,958
19,888
20,450
8,929
8,930
6,689
6,888
3,970
4,096
5,305
5,419
6,330
6,475
22,220
22,567
107,805
80,547
101,124
26,502
7,090
6,916
6,992
6,791
12,900
11,222
11,238
12,262
12,273
11,085
12,002
12,012
10,316
10,316
17,581
6,056
8,851
8,973
6,413
13,016
13,476
18,096
7,188
10,208
28,918
5,333
5,332
5,095
5,503
5,043
3,757
3,304
5,000
5,600
5,484
5,037
5,398
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
30/06
30/06
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
30/06
30/06
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
Quota/od.
Quota/pre.
5,712
5,166
5,167
6,010
5,514
5,485
5,201
5,202
5,143
5,665
5,242
5,893
5,551
5,362
5,265
5,000
5,000
5,299
5,262
6,107
6,738
6,418
5,598
4,309
6,514
5,627
5,626
5,617
5,337
5,724
5,064
6,105
3,423
5,088
5,195
5,194
3,356
5,335
5,330
5,592
5,532
4,809
6,106
5,606
4,963
4,455
4,197
5,044
4,948
5,353
5,241
6,326
5,836
4,689
4,395
5,551
5,554
3,583
3,584
4,919
4,817
6,071
5,143
4,259
6,732
6,248
5,323
5,267
5,344
5,079
5,287
6,307
5,136
5,058
6,085
5,685
5,920
5,104
5,104
6,340
5,460
5,711
5,164
5,185
6,013
5,516
5,488
5,205
5,205
5,145
5,669
5,245
5,897
5,555
5,362
5,265
5,000
5,000
5,302
5,266
6,116
6,783
6,447
5,600
4,329
6,527
5,634
5,633
5,622
5,341
5,728
5,067
6,150
3,426
5,082
5,202
5,201
3,352
5,333
5,328
5,588
5,528
4,812
6,106
5,605
4,966
4,455
4,198
5,056
4,959
5,363
5,250
6,335
5,845
4,688
4,395
5,552
5,556
3,569
3,569
4,917
4,815
6,071
5,187
4,280
6,754
6,268
5,319
5,257
5,341
5,076
5,283
6,308
5,141
5,062
6,093
5,692
5,921
5,103
5,103
6,349
5,471
Nome
Data Valuta
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
CompAM Fund - SB Bond B
CompAM Fund - SB Equity B
CompAM Fund - SB Flexible B
European Equity A
European Equity B
Multiman. Bal. A
Multiman. Bal. M
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
Multiman.Target Alpha A
DB Platinum
Agriculture Euro R1C A
Comm Euro R1C A
Currency Returns Plus R1C
DB Platinum IV
Croci Euro R1C B
Croci Japan R1C B
Croci US R1C B
Dyn. Cash R1C A
Paulson Global R1C E
Sovereign Plus R1C A
Systematic Alpha R1C A
Fondi Unit Linked
Quota/od.
Quota/pre.
Nome
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
1615,275
1084,128
1154,481
1030,080
1413,685
1337,347
118,178
117,827
76,283
79,366
105,159
1614,945
1083,523
1159,931
1032,163
1415,363
1338,953
118,566
118,213
76,140
79,207
104,615
09/07 EUR
10/07 EUR
09/07 EUR
60,050
110,640
939,930
60,630
110,680
940,230
120,310
8623,390
171,850
101,500
6131,170
107,070
10483,880
122,000
8697,880
172,400
101,500
6061,810
106,970
10513,320
Em. Mkt Corp Bd A
Euro Corp. Bond A
Euro Corp. Bond A-Dis M
Euro Short Term Bond A
European Bond A-Dis
Glob. Bond A-Dis
Glob. Equity Income A
Glob. Equity Income A-Dis
Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M
Glob. Structured Equity A-Dis
Glob. Targeted Ret. A
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
Greater China Eq. A
India Equity E
Japanese Eq. Advantage A
Pan European Eq. A
Pan European Eq. A-Dis
Pan European Eq. Inc. A-Dis
Pan European High Inc A
Pan European High Inc A-Dis
Pan European Struct. Eq. A
Pan European Struct. Eq. A-Dis
Renminbi Fix. Inc. A
Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis
US Equity A EH
US High Yield Bond A
US High Yield Bond A-Dis M
US Value Equity A
US Value Equity A-Dis
09/07
08/07
08/07
08/07
09/07
09/07
08/07
08/07
02/07
02/07
02/07
10/07
10/07
10/07
09/07
30/06
10/07
09/07
Flex Equity 100
Global Equity
Maximum
Progress
Quality
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
ABS- I
ABSOLUTE RETURN EUROPA
BOND-A
BOND-B
EQUITY- I
PRINCIPAL FINANCE 1
30/05
04/07
30/05
30/05
30/05
31/03
EUR
JPY
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
10,994
5,593
5,281
6,524
7,159
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
Kairos Multi-Str. A
Kairos Multi-Str. B
Kairos Multi-Str. I
Kairos Multi-Str. P
Kairos Income
Kairos Selection
Data Valuta
10/07
11/07
11/07
10/07
10/07
10/07
11/07
10/07
10/07
11/07
10/07
10/07
10/07
11/07
11/07
11/07
11/07
10/07
10/07
11/07
10/07
11/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
11/07
10/07
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
10/07 EUR
Dividendo Arancio
10/07 EUR
Convertibile Arancio
10/07 EUR
Cedola Arancio
09/07 EUR
Borsa Protetta Agosto
09/07 EUR
Borsa Protetta Febbraio
09/07 EUR
Borsa Protetta Maggio
09/07 EUR
Borsa Protetta Novembre
10/07 EUR
Inflazione Più Arancio
10/07 EUR
Mattone Arancio
10/07 EUR
Profilo Dinamico Arancio
10/07 EUR
Profilo Equilibrato Arancio
10/07 EUR
Profilo Moderato Arancio
10/07 EUR
Top Italia Arancio
50,270
61,350
58,620
62,180
61,130
63,360
61,300
57,100
45,930
66,080
63,510
59,330
48,250
50,460
61,410
58,670
62,130
61,260
63,650
61,460
57,200
45,810
65,930
63,440
59,310
49,180
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
USD
USD
USD
USD
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
JPY
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
USD
USD
USD
USD
Quota/od.
Quota/pre.
12,647
16,823
12,743
10,992
5,732
5,808
61,850
15,550
11,505
42,160
10,436
13,053
11,889
47,280
31,050
3086,000
17,540
15,700
11,710
18,970
13,700
14,430
13,660
10,714
9,548
14,430
12,000
10,789
32,470
31,230
12,638
16,833
12,751
11,002
5,743
5,811
61,760
15,650
11,513
42,070
10,403
13,058
11,893
47,440
31,550
3095,000
17,400
15,880
11,900
18,970
13,750
14,360
13,800
10,715
9,550
14,420
12,001
10,790
32,670
31,090
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
31/05 EUR 875792,556
31/05 EUR 572375,300
31/05 EUR 590472,785
31/05 EUR 537936,773
10/07 EUR
6,815
10/07 EUR
10,348
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
EUR 16535,470 16366,672
5149,252
5161,988
EUR
EUR 762273,652 756069,144
EUR 762273,652 756069,144
EUR 622586,663 613699,760
EUR 60323,743 61951,842
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
KIS - Bond A-USD
KIS - Bond D
KIS - Bond P
KIS - Bond Plus A Dist
KIS - Bond Plus D
KIS - Bond Plus P
KIS - Dynamic A-USD
KIS - Dynamic D
KIS - Dynamic P
KIS - Emerging Mkts A
KIS - Emerging Mkts D
KIS - Europa D
KIS - Europa P
KIS - Europa X
KIS - Global Bond P
KIS - Income D
KIS - Income P
KIS - Italia P
KIS - Italia X
KIS - Key
KIS - Key X
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
KIS - Multi-Str. UCITS P
KIS - Multi-Str. UCITS X
KIS - Selection D
KIS - Selection P
KIS - Selection X
KIS - Sm. Cap D
KIS - Sm. Cap P
KIS - Target 2014 X
•AUTOMOBILI E FUORISTRADA,
qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. Autogiolli, Milano.
02.89504133 - 338.7431476
09/07
09/07
09/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
09/07
09/07
10/07
10/07
10/07
09/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
09/07
09/07
09/07
09/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
USD
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
282,840
198,930
200,260
172,850
123,500
127,760
126,250
131,230
133,380
175,130
121,950
124,260
130,500
128,740
122,200
124,480
125,110
104,430
104,030
107,600
132,460
131,800
140,750
143,690
154,090
113,210
116,120
117,030
123,950
126,040
125,750
99,010
103,850
100,290
867085,663
566930,929
584407,453
532831,715
6,816
10,373
281,880
198,270
199,600
173,060
123,650
127,920
126,580
131,570
133,720
175,360
122,110
124,420
131,430
129,650
123,880
126,190
126,820
104,390
104,040
107,610
133,140
132,350
140,290
143,220
154,270
113,340
116,250
117,150
124,230
126,320
125,970
100,040
104,920
100,290
Il Corriere della Sera e La Gazzetta
dello Sport con le edizioni stampa e
digital offrono quotidianamente agli
inserzionisti una audience di oltre 8
milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro
media è in grado di ottenere.
La nostra Agenzia di Milano è a
disposizione per proporvi offerte
dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra
comunicazione.
Rubriche in abbinata facoltativa:
n. 4: Corriere della Sera € 4,42;
Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00.
n. 16: Corriere della Sera € 1,67;
Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08.
n. 22: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67.
n. 23: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00.
oppure 02 6282.7422
Data Valuta
PUNTO D'ORO
compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti.
Sabotino
14
Milano.
02.58.30.40.26
TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA
Rubriche in abbinata obbligatoria:
Corriere della Sera - Gazzetta
dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: €
2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7,
8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92;
n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: €
4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: €
3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42.
rivolgiti
tel. 02 6282.7555
Nome
via Unione 6 - 02.72.02.27.36
335.64.82.765
MM Duomo-Missori
ATTIVITÀ commerciale da cedere/acquistare settore tessile. Ricerca soci/
acquirenti. Tel. 0039.32460.19.350
in Via Solferino 36
AZ F. Best Cedola ACC
AZ F. Best Cedola DIS
AZ F. Best Equity
AZ F. Bond Target 2015 ACC
AZ F. Bond Target 2015 DIS
AZ F. Bond Target 2016 ACC
AZ F. Bond Target 2016 DIS
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
AZ F. Cash 12 Mesi
AZ F. Cash Overnight
AZ F. Carry Strategy ACC
AZ F. Carry Strategy DIS
AZ F. Cat Bond ACC
AZ F. Cat Bond DIS
AZ F. CGM Opport Corp Bd
AZ F. CGM Opport European
AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
AZ F. Commodity Trading
AZ F. Conservative
AZ F. Core Brands ACC
AZ F. Core Brands DIS
AZ F. Corporate Premium ACC
AZ F. Corporate Premium DIS
AZ F. Dividend Premium ACC
AZ F. Dividend Premium DIS
AZ F. Emer. Mkt Asia
AZ F. Emer. Mkt Europe
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
AZ F. European Dynamic ACC
AZ F. European Dynamic DIS
AZ F. European Trend
AZ F. Formula 1 Absolute ACC
AZ F. Formula 1 Absolute DIS
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2014
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
AZ F. Hybrid Bonds ACC
AZ F. Hybrid Bonds DIS
AZ F. Income ACC
AZ F. Income DIS
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
AZ F. Institutional Target ACC
AZ F. Institutional Target DIS
AZ F. Italian Trend ACC
AZ F. Italian Trend DIS
AZ F. Lira Plus ACC
AZ F. Lira Plus DIS
AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
AZ F. Pacific Trend
AZ F. Patriot ACC
AZ F. Patriot DIS
AZ F. Qbond
AZ F. Qinternational
AZ F. QProtection
AZ F. Qtrend
AZ F. Renminbi Opport
AZ F. Reserve Short Term
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS
AZ F. Solidity ACC
AZ F. Solidity DIS
AZ F. Strategic Trend
AZ F. Top Rating ACC
AZ F. Top Rating DIS
AZ F. Trend
AZ F. US Income
Euro 240,00/kg.
•GIOIELLERIA CURTINI
Acquistiamo
LAMBRUGO vendesi studio dentistico, medicina estetica, laboratorio
odontotecnico comprensivo muri.
Cell. 340.00.56.659
di Milano
Quota/pre.
•ORO USATO: Euro 19,55/gr.
•ARGENTO USATO :
PISCICOLTURA
EU programma richiesta 60 %
sovvenzione. Contatto:
[email protected]
alla nostra agenzia
www.azimut.it - [email protected]
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
30/06
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
09/07
VENDERE, acquistare aziende, immobili, ricercare soci, joint-venture?
Trentennale esperienza nazionale,
internazionale, pagamenti garantiti.
www.cogefim.com - 02.39.26.11.91
ACQUISTIAMO
Argento, Oro,
Monete, Diamanti.
QUOTAZIONI:
•350 ettari da vendersi in Romania
su
AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
Azimut Dinamico
Azimut Formula 1 Absolute
Azimut Formula 1 Conserv
Azimut Formula Target 2013
Azimut Formula Target 2014
Azimut Garanzia
Azimut Prev. Com. Crescita
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
Azimut Prev. Com. Equilibrato
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C
Azimut Prev. Com. Garantito
Azimut Prev. Com. Protetto
Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
Azimut Prev. Com. Obbli.
Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
Azimut Reddito Euro
Azimut Reddito Usa
Azimut Scudo
Azimut Solidity
Azimut Strategic Trend
Azimut Trend America
Azimut Trend Europa
Azimut Trend Italia
Azimut Trend Pacifico
Azimut Trend Tassi
Azimut Trend
SETTIMANE benessere! Dal 28 giugno al 2 agosto, pensione completa
acqua inclusa, piscina anche coperta, idromassaggio, grotta benessere,
animazione: 7 notti 500,00 euro!
Sconti bambini 3º - 4º letto. www.riohotel.it Finale Ligure. 019.60.17.26
Piccoli Annunci
AUTISTA referenziatissimo, italiano,
oltre un milione km senza incidenti,
mattina/sera. 335.42.59.48 02.39.66.11.19 negozio.
COLLABORATRICE domestica italiana, referenziata, esperta, cerca lavoro full-time, part-time zona Milano e
limitrofi. Tel. 333.79.61.743 e-mail:
[email protected]
Data Valuta
RIMINI Rivazzurra Hotel Tamanco - 3
stelle - Tel. 0541.37.33.63 - Nuovissimo, vicino mare. Climatizzato. Idromassaggio. Cucina romagnola, scelta menù. Offertissima bevande incluse luglio da euro 47,00; agosto da
49,00. Sconto famiglia. www.hoteltamanco.com
CERCASI successione in Ticino/Svizzera. Stabile commerciale rinnovato a
nuovo con grande negozio, ufficio,
deposito di 236 mq e appartamento
4.5 L/115 mq/terrazza 45 mq/terreno 892 mq. Posizione centrale e strategica con posteggi. Vista su montagne e città. Incluso società anonima
con 15 unità operativi da oltre 40 anni nel ramo progettazione, costruzioni, manutenzione di opere per case,
ville e comuni. Ch/A 2.5-3M. Riconosciuto e varie volte premiato internazionalmente per la creazione delle
sue opere. Reddito per l'investimento
di SFr. 5M, min. 4.5% . Ideale per
architetto, ingegnere ecc. o per società del ramo che desidera di trasferirsi in Svizzera. Direzione giovane
operante. Solo per seri interessati referenziati. Intermediari astenersi.
Contatto - e-mail:
[email protected]
Per i tuoi
CUOCO italiano referenziato, affidabile cerca lavoro, anche stagionale,
lunga esperienza Italia/estero. Disposto viaggiare. Ottima conoscenza
inglese. Tel. 06.70.11.439
Nome
LAST MINUTE luglio 46,00 compreso
bevande, spiaggia. Bambini gratis.
Offerte agosto. Cervia, Hotel Lalla tre
stelle direttamente mare, climatizzato,
specialità
pesce.
Tel.
0544.71.776
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
10/07 EUR
101,940
102,150
10/07 EUR
103,650
104,000
10/07 EUR
151,510
151,720
10/07 EUR
1545,310
1547,430
Orazio Conservative A
Sparta Agressive A
WM Biotech A
WM Biotech I
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
10/07 EUR
192,340
192,530
NM Augustum Corp Bd A
10/07 EUR
146,830
146,920
NM Augustum High Qual Bd A
10/07 EUR
136,180
136,340
NM Balanced World Cons A
10/07 EUR
138,820
138,900
NM Euro Bonds Short Term A
10/07 EUR
47,690
48,320
NM Euro Equities A
10/07 EUR
73,670
73,960
NM Global Equities EUR hdg A
106,130
106,220
NM Inflation Linked Bond Europe A 10/07 EUR
10/07 EUR
113,070
113,300
NM Italian Diversified Bond A
10/07 EUR
115,610
115,840
NM Italian Diversified Bond I
10/07 EUR
136,670
136,640
NM Large Europe Corp A
10/07 EUR
106,300
106,440
NM Market Timing A
10/07 EUR
107,260
107,400
NM Market Timing I
10/07 EUR
63,410
63,620
NM Q7 Active Eq. Int. A
04/07 EUR
105,320
105,490
NM Q7 Globalflex A
04/07 EUR
122,250
122,090
NM Total Return Flexible A
10/07 EUR
101,150
101,790
NM VolActive A
10/07 EUR
101,700
102,340
NM VolActive I
Nome
Data Valuta
PS - Bond Opportunities B
PS - EOS A
PS - Equilibrium A
PS - Fixed Inc Absolute Return A
PS - Global Dynamic Opp A
PS - Global Dynamic Opp B
PS - Inter. Equity Quant A
PS - Inter. Equity Quant B
PS - Liquidity A
PS - Opportunistic Growth A
PS - Opportunistic Growth B
PS - Prestige A
PS - Quintessenza A
PS - Quintessenza B
PS - Target A
PS - Target B
PS - Titan Aggressive A
PS - Total Return A
PS - Total Return B
PS - Valeur Income A
PS - Value A
PS - Value B
10/07
08/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
08/07
08/07
03/06
08/07
08/07
08/07
10/07
10/07
10/07
08/07
08/07
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
Quota/od.
Quota/pre.
122,680
128,310
101,170
99,830
100,650
101,050
113,160
115,570
125,080
98,050
103,610
99,150
104,980
107,170
109,480
109,560
107,820
102,860
96,550
111,930
105,780
108,070
122,800
128,510
101,120
99,900
100,790
101,190
112,860
115,260
125,110
98,250
103,820
98,590
104,660
106,870
109,300
109,370
106,630
103,120
96,830
112,000
104,980
107,250
www.pegasocapitalsicav.com
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
Strategic Bond Inst. C
Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
EUR
USD
EUR
USD
EUR
EUR
107,130
107,280
105,650
105,770
103,600
101,390
107,170
107,320
105,690
105,810
103,750
101,540
www.sorgentegroup.com
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
10/07 EUR
10/07 EUR
10/07 EUR
108,530
114,940
152,900
109,730
115,540
153,700
Numero verde 800 124811
[email protected]
10/07 EUR
7,009
Nextam Bilanciato
10/07 EUR
7,511
Nextam Obblig. Misto
10/07 EUR
6,396
BInver International A
10/07 EUR
5,659
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
10/07 EUR
5,347
CITIC Securities China Fd A
10/07 EUR
5,443
Fidela A
10/07 EUR
5,778
Income A
10/07 EUR
7,177
International Equity A
10/07 EUR
6,732
Italian Selection A
10/07 EUR
5,340
Liquidity A
10/07 EUR
4,966
Multimanager American Eq.A
10/07 EUR
4,660
Multimanager Asia Pacific Eq.A
10/07 EUR
4,435
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
10/07 EUR
4,569
Multimanager European Eq.A
10/07 EUR
5,323
Strategic A
10/07 EUR
6,122
Usa Value Fund A
10/07 EUR
5,600
Ver Capital Credit Fd A
7,044
7,533
6,413
5,677
5,339
5,457
5,785
7,219
6,878
5,341
4,955
4,656
4,435
4,591
5,337
6,142
5,617
Fondo Donatello-Michelangelo Due
Fondo Donatello-Tulipano
Fondo Donatello-Margherita
Fondo Donatello-David
Fondo Tiziano Comparto Venere
Caravaggio di Sorgente SGR
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
EUR 51470,165 52927,939
EUR 46691,916 47475,755
EUR 27926,454 27116,197
EUR 58259,864 57863,932
EUR 468728,464 477314,036
2451,889
2506,583
EUR
www.vitruviussicav.com
10/07 EUR
Asian Equity B
10/07 USD
Asian Equity B
10/07 USD
Emerg Mkts Equity
10/07 EUR
Emerg Mkts Equity Hdg
10/07 EUR
European Equity
10/07 USD
European Equity B
10/07 EUR
Greater China Equity B
10/07 USD
Greater China Equity B
10/07 USD
Growth Opportunities
10/07 EUR
Growth Opportunities Hdg
10/07 JPY
Japanese Equity
10/07 USD
Japanese Equity B
10/07 EUR
Japanese Equity Hdg
10/07 CHF
Swiss Equity
10/07 EUR
Swiss Equity Hdg
10/07 USD
US Equity
10/07 EUR
US Equity Hdg
99,250
139,300
462,910
452,410
277,240
342,360
110,600
157,390
74,590
81,700
133,630
132,580
173,780
132,760
100,850
178,250
196,370
98,880
138,790
463,140
452,650
279,980
345,720
110,470
157,220
74,870
82,000
134,770
133,720
175,290
134,020
101,800
179,000
197,190
Tel: 0041916403780
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
Invesco Funds
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
09/07 USD
1537,608
1537,629
Bluesky Global Strategy A
09/07 EUR
1242,403
1243,076
Bond Euro A
09/07 EUR
1200,374
1201,036
Bond Euro B
09/07 EUR
1458,041
1460,242
Bond Risk A
09/07 EUR
1395,643
1397,766
Bond Risk B
1679,058
1678,697
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 09/07 EUR
Asia Balanced A
Asia Balanced A-Dis
Asia Consumer Demand A
Asia Consumer Demand A-Dis
Asia Infrastructure A
Asian Bond A-Dis M
Balanced-Risk Allocation A
Em. Loc. Cur. Debt A
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
11/07
10/07
11/07
10/07
11/07
10/07
11/07
11/07
11/07
USD
USD
USD
USD
USD
USD
EUR
USD
USD
25,680
16,760
14,520
14,220
14,600
10,354
15,280
15,438
9,757
25,700
16,720
14,590
14,160
14,650
10,341
15,260
15,448
9,763
ASIAN OPP CAP RET EUR
ADWISE L/S CAP RET EUR
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
HIGH GROWTH CAP RET EUR
ITALY CAP RET A EUR
SELECTED BOND DIS RET EUR
SELECTED BOND CAP RET EUR
VALUE OPP CAP RET EUR
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
10/07
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
12,711
111,187
112,654
115,589
24,922
5,804
121,501
9215,787
12,737
111,264
112,756
117,306
25,091
5,820
121,848
9225,349
www.pharusfunds.com [email protected]
10/07 EUR
66,250
PS - 3P Cosmic A
10/07 CHF
65,480
PS - 3P Cosmic C
10/07 EUR
114,300
PS - Absolute Return A
10/07 EUR
120,620
PS - Absolute Return B
10/07 EUR
111,530
PS - Algo Flex A
10/07 EUR
106,560
PS - Algo Flex B
10/07 EUR
86,550
PS - BeFlexible A
10/07 USD
85,160
PS - BeFlexible C
08/07 EUR
103,250
PS - Best Global Managers A
08/07 EUR
107,210
PS - Best Global Managers B
10/07 EUR
110,500
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
10/07 EUR
164,440
PS - Bond Opportunities A
66,670
65,900
114,320
120,650
111,690
106,710
86,730
85,340
102,810
106,730
111,270
164,610
8a+ Eiger
8a+ Gran Paradiso
8a+ Latemar
8a+ Matterhorn
Tel 0332 251411
www.ottoapiu.it
10/07 EUR
6,065
6,166
10/07 EUR
5,213
5,216
10/07 EUR
5,884
5,922
04/07 EUR 854760,583 841236,740
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
13352A7B
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Piazza Affari
L’INDICE RISALE CON LE BANCHE
LA FRENATA DI MEDIASET
di GIACOMO FERRARI
Al termine di una seduta volatile
ma quasi interamente in territorio
positivo, Piazza Affari ha chiuso
in leggero rialzo (+0,62% il FtseMib), recuperando parzialmente
la perdita della vigilia. Il minirimbalzo è dovuto alle
performance di alcuni singoli titoli e al miglioramento
del clima generale dopo il buon esito dell’asta dei Btp.
Di natura tecnica il recupero di Unipolsai (+3,51%),
reduce da un periodo di ribassi. Banca Popolare
Milano (+3,11%) e Popolare dell’Emilia Romagna
(+2,02%) hanno brillato nel comparto bancario, che
peraltro ha registrato anche alcuni ribassi, mentre
Campari (+2,03%) ha parzialmente annullato il passo
falso di giovedì e Finmeccanica (+1,98%) ha
proseguito la corsa in attesa della scadenza di fine
luglio per le offerte relative alla controllata Ansaldo
Breda. Balzo nel segmento Star di Aeffe (+5,98%) e nel
resto del listino di Zucchi (+5,74%). In flessione,
invece, Mediaset (-1,25%) sulle deludenti prospettive
della raccolta pubblicitaria, sottolineate da un report
di Kepler-Cheuvreux, e Telecom Italia (-1,20%) sulle
voci di una possibile cessione della quota da parte di
Telefonica.
Sussurri & Grida
La Consob non vuole più i derivati allo sportello
(c.tur.) Una consultazione ad ampio raggio che coinvolge banche, Sim e promotori. In pratica tutti gli attori
del mercato finanziario. Promotrice è la Consob, che intende sollecitare gli intermediari ad astenersi, su base volontaria, dal collocare prodotti complessi alla clientela retail, i risparmiatori, anticipando così alcuni aspetti della
direttiva comunitaria Mifid 2. A spiegare le ragioni della
consultazione tra gli operatori è stato ieri Gaetano Caputi,
direttore generale dell’Authority presieduta da Giuseppe
Vegas, in occasione di un seminario per i 40 anni della
Consob. «Possiamo accontentarci di interventi di vigilanza incentrati solo sulla governance degli intermediari? - si
è chiesto Caputi - o dobbiamo prestare attenzione ai
comportamenti e ancor più ai prodotti per bloccare la distribuzione e la vendita?». Il riferimento è alle obbligazioni strutturate, derivati e prodotti ancorati a indici complessi, poco adatti alla generalità dei risparmiatori. Un tema delicato perché si fronteggiano due esigenze da tutelare: quella del risparmio consapevole e, dall’altra parte,
l’autonomia privata degli intermediari. La Consob, riconosce Caputi, «non è chiamata a dare patenti o bollettini
d’accesso al mercato, né tantomeno a valutare convenienza e rischiosità degli investimenti, mentre deve disciplinare le corrette regole del gioco». Resta quindi da
vedere il grado di adesione che la moral suasion della
Commissione produrrà tra gli attori del mercato finanziario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
œÀÃ> Ì>ˆ>˜>
œ“i /ˆÌœœ
/i°
© RIPRODUZIONE RISERVATA
De Benedetti (ri)scopre l’industria
agroalimentare
socio Cremonini. Il quotidiano sardo ha messo in relazione la visita con l’asta indetta dalle Bonifiche Sarde per la
vendita dei terreni di Castiadas: 5 ettari sul mare. Un po’
pochini per scomodare l’Ingegnere. Il quale, in realtà, sarebbe andato a vedere un’altra tenuta delle Bonifiche Sarde: i 1.000 ettari delle aziende agricole di Arborea e Marrubbiu che, queste sì, giustificherebbero il viaggio.
(f.d.r.) La prassi, di solito, è un’altra. Un’Opa su una società quotata si lancia per il delisting, cioè per l’uscita dal
listino. Scorrendo il prospetto preparato per l’Opa sulle
Bonifiche Ferraresi si scopre tuttavia che in questo caso
non sarà così. Bf Holding, l’eterogenea cordata che ha rilevato dalla Banca d’Italia la quota di controllo della società
— dentro ci sono la Fondazione Cariplo di Giuseppe Guzzetti, Carlo De Benedetti, Beniamino Gavio, Vincenzo Cremonini, Sergio Dompè e l’ex presidente di
Confagricoltura Federico Vecchioni — scrive nel prospetto che «l’Offerente intende mantenere la quotazione delle
azioni Bonifiche Ferraresi alla luce delle motivazioni e dei
programmi futuri». L’obiettivo è creare attorno a Bonifiche Ferraresi il primo gruppo europeo, l’unico quotato in
Borsa, nell'agroalimentare. Le risorse verranno quindi
utilizzate per allargare il perimetro delle Bonifiche, nel vero senso della parola. Trattandosi di un’azienda agroalimentare, più è grande l’area coltivata maggiori sono le
economie di scala e il giro d’affari che si possono sviluppare. Di suo Bonifiche Ferraresi possiede già coltivazioni
su 5.400 ettari. Bf Holding vuole crescere ancora. E, sebbene il business plan sia solo all’inizio, la cordata sarebbe già
in movimento. Voci riportate dall’Unione Sarda raccontano che la scorsa settimana De Benedetti è atterrato a Cagliari per valutare alcune opportunità. Con lui c’era il neo-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il fondo Searchlight mira alle tute
da moto della Dainese
(c.tur.) Si chiama Searchlight capital, fondo di buyout
con basi a Londra e New York, allestito con una dotazione
di 860 milioni di dollari da alcuni ex-senior partner di
Apollo e KKr. A Milano pochi lo conoscono, visto che non
ha mai investito nel Paese, nonostante vi lavorino Fabrizio
Zappaterra (ex-Apollo) e Flavio Porciani (già in Blackstone). Eppure è proprio Serchlight il fondo che sta facendo
la corte più serrata a Lino Dainese, 66 anni, il fondatore
dell’omonima azienda vicentina celebre per le tute da moto, le protezioni per la mountain bike, i caschi Agv e la
sponsorizzazione di Valentino Rossi. Il patron del gruppo,
di cui è ad Federico Minoli, ex-Ducati, sta valutando il corteggiamento sia ai fini della crescita del gruppo (oltre 120
milioni di ricavi e un brand molto forte) sia riguardo alla
successione. C’è poi la questione non secondaria del prezzo, visto che Lino Dainese non ha intenzione di aprire la
porta della sua creatura se non a valori d’affezione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
+՜Ì>∜˜ˆ ˆ˜ `ˆÀiÌÌ> ÃՏ Ìiivœ˜ˆ˜œ\ ˆ˜Ûˆ> +1"/ Ãˆ}> ̜̈œ€] >` iÃi“«ˆœ\ +1"/ > ˜Õ“iÀœ {nÓÓ{Ó° œÃ̜ ä]x ÕÀœ «iÀ -- ÀˆViÛÕ̜° ˜vœ ÃÕ ÜÜÜ°VœÀÀˆiÀi°ˆÌÉiVœ˜œ“ˆ>
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
°-° ,œ“> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,® ä]xnä
Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­Ó® ä]Ǚn
Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £ä]xnä
VœÌi ÀœÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"® £x]nÈä
VµÕi *œÌ>Lˆˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
*® £]ÓÈä
VӇ}>“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
-® £]££Ç
`‡iÀœ«°ˆÀi˜âi °°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ££]Çnä
i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]äÎn
i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7£{® ä]äää
ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® £]ÓÇÇ
ˆ¢˜ ,i˜iÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
p
iÀˆœ˜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­, ® Î]£ÈÈ
“Lˆi˜Ì…iÈð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ä]xx™
“«ˆvœ˜°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® {]xää
˜ˆ“> œ`ˆ˜} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® {]Î{ä
˜Ã>`œ -Ìà I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/-® Ç]™™ä
˜ÌˆV…ˆ *i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*®
p
Ài˜> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
p
ÃVœ«ˆ>Ûi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-
® £]™™ä
ÃÌ>`ˆ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® Ç]x{ä
̏>˜Ìˆ> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® £™]™Îä
Õ̜}Àˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® È]x™ä
Õ̜ÃÌÀ>`> /œ‡ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ££]Èxä
Õ̜ÃÌÀ>`i iÀ° °°°°°°°°°°°°°°°°­1/® £x]È{ä
∓ÕÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<® £™]ÓÈä
E
-«i>ŽiÀà I°°°°°°°°°°°°°­
® È]Èxä
>˜V> i˜iÀ>ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® Óä]Ó£ä
>˜V> vˆÃ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® £Î]Ǚä
>˜V> *œ«° “ˆˆ> ,° °°°°°°°°°°°°°­*® È]Σä
>˜V> *œ«° -œ˜`Àˆœ°°°°°°°°°°°°°­*-"® Î]Înä
>˜Vœ *œ«œ>Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® ££]£xä
>˜Vœ *œ«œ>Ài ܣ䰰°°°°°°°­7*£ä®
p
>ÈV˜iÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® Ó]әä
>Ã̜}ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® Ó]xÇÈ
ˆœÌiV… I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® £Óx]{ää
V> >Àˆ}i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,® ä]£xÈ
V> >Àˆ}i À°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,,® £]Σä
V> ˆ˜˜>Ì I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]{xä
V> ˜ÌiÀ“œLˆˆ>Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°­® Î]£än
V> *œ«°ÌÀÕÀˆ> i >∜ I °°°°°°°­*® ä]șÈ
V> *œ«°ˆ>˜œ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® ä]È£{
V> *œ«°-«œi̜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*"®
p
V> *Àœvˆœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,"® ä]ÎÎ{
Vœ iȜ‡Àˆ>˜â> °°°°°°°°°°°°°°°°­® Ó]nÈn
Vœ iȜ‡Àˆ>˜â> À˜V °°°°°°°°­,® Ó]Ènä
Vœ ->˜Ì>˜`iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­- /® Ç]{{ä
Vœ ->À`i}˜> À˜V °°°°°°°°°°°°°°°­-,*® £ä]Çxä
ii /i>“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ä]xÓä
i}…iˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]{£È
i˜ˆ -Ì>Lˆˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ -® ä]È{x
iÃÌ 1˜ˆœ˜ œ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® Ó]££n
ˆ>iÌ̈ ˜`ÕÃÌÀˆi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]{Çä
ˆ>˜V>“>˜œ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]ÈÓx
ˆiÃÃi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--® n]™Óä
ˆœiÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]ÎÈÎ
œiÀœ >ÀÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"®
p
œâœ˜ˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<® Î]Îän
œ˜°iÀÀ>ÀiÈ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® Îä]{Óä
œÀ}œÃiÈ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® ä]nә
œÀ}œÃiÈ> À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­",® £]ä{ä
Ài“Lœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,® ÓÈ]ÓÇä
ÀˆœÃV…ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,® ä]£äÈ
À՘iœ ÕVˆ˜iˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £È]Èää
Õâ∠1˜ˆVi“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<1® £Ó]Ónä
Õâ∠1˜ˆVi“ À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°­<1,® Ç]ä™ä
>` Ì I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® {]Îää
>ˆÀœ œ““° I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® È]Ó£ä
>ivvˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £]{{™
>Ì>}ˆÀœ˜i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
/® Ó]{În
>Ì>}ˆÀœ˜i `°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £]£Îä
>“«>Àˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
*,® È]äÎä
>«i ˆÛi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® Ó]ÓÓä
>ÀÀ>Àœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,,® Ó]{{n
>Ì̜ˆV> ð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
--® £È]Óää
i /…iÀ>«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
/
® £]™™Ó
i“LÀi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £ä]Èxä
i“i˜ÌˆÀ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® x]ÎÓx
i˜Ì° >ÌÌi /œÀˆ˜œ I °°°°°°°°°°°°°°°°­
/® Î]ÓÎä
iÀ>“° ,ˆVV…iÌ̈°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
® ä]әÇ
iÀÛi`°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® {]Ç£ä
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]ä{x
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]ÓÈx
ˆVVœi> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]Îäx
ˆÀ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,® £]äÈÓ
>Ãà `ˆÌœÀˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]Óә
Economia/Mercati Finanziari 37
italia: 51575551575557
p ‡£{]n£ ä]xäÓ
³£]£{ ‡{]xx ä]Çn{
³Ó]ÓÓ ³ÓÇ]ÈÓ Ç]™™x
‡£]{Î ‡Óä]xn £x]nÈä
‡Ó]{n ³ÈÈ]ÈÇ ä]Ç{™
³£]{x ³È]În £]äxä
‡{]nx ³ÓÓ]ÎÎ ™]x™x
‡£]äÎ ‡{]ää ä]äÎn
p ‡Çn]xÇ ä]äää
³x]™n ³x™]ÈÓ ä]Çä£
p
p
p
‡£]äÈ ‡x]Ó£ Î]£ÈÈ
‡£]äÈ ³£Ó]Èä ä]{™ä
³£]Σ ³£ä]xÇ Î]™™È
³£]£Ç
p Î]Çää
³Ó]££ ³Î]äÎ Ç]Óxä
p
p
p
p
p
p
‡£]Ι ³££]ÇÎ £]Çn£
³ä]™{ ‡£]ÈÎ È]È£ä
³£]™{ ³Óä]È{ £È]Σä
‡ä]än ³Ç]Èn È]£Óä
³£]{n ³£]Îä £ä]Çää
p ‡£]ä£ £x]äää
‡ä]ÈÇ ³ä]ÓÈ £n]{nÓ
‡Ó]Ó£ ³Ó]{Ç È]Îää
‡£]£Î ‡££]Óä Óä]äää
³Ó]xÎ ³n]äÇ ££]xÇä
³Ó]äÓ ³£]ÎÓ x]™äx
‡£]{È ‡£]xÎ Î]ÎäÎ
‡ä]£n ³Ç]xÇ n]™ÇÓ
p
p
p
³£]ÎÎ ‡£]Ó£ Ó]£Óä
‡{]xÓ³Ó£Î]ää ä]nÓÎ
‡ä]{n ³n]xÇ £ä™]£ää
‡ä]{x ‡£x]ә ä]£xÈ
‡ä]ÇÈ ³ÎÓ]™™ ä]™ä£
³ä]xÈ ³£Ó]xä ä]ΣÇ
³ä]ÎÓ ‡ä]£Î Î]ä™n
³Ó]xn ³ÎÈ]{Ç ä]x£ä
³Î]££ ³x{]äÎ ä]În{
p
p
p
‡£]ÇÈ ³ÈÈ]£ä ä]£™™
‡£]{{ ³Îä]ÎÈ Ó]£™{
³{]È£ ³Î£]xä Ó]äÎn
‡ä]xÎ ³£x]Îx È]Ó{x
‡ä]Ón ³n]™Ó ™]xÎä
‡ä]£ä ³™n]nx ä]Óx™
‡£]{Ó ‡Ó]Îä ä]{£x
‡£]£x ³Ó™]nÈ ä]{™ä
³Ó]ÈÓ ³{Ó]Ó{ £]{n™
‡Ó]{™³£ä™]ÈÎ ä]ÓÓ{
‡ä]ÎÓ ³Óx]{ä ä]{™x
‡ä]n™ ³È{]ÇÎ x]£Îä
³ä]ș ‡{]£ä ä]ÎÎn
p
p
p
‡£]Çn ³£Ó]£{ Ó]nÇä
p ‡£Î]™Ç Ón]äää
p ‡Ç]n{ ä]nÓä
p ³n]{x ä]™xä
‡£]Ó{ ³Ó™]x{ £n]nnä
‡£]xn ³ÎÈ]äÎ ä]äÇÈ
³ä]È£ ‡ÎÈ]ÇÈ £x]nÓä
³ä]Ó{ ‡È]ÎÎ ££]ÇÈä
³ä]nx ‡ä]Çä È]șä
³ä]ÓÎ ‡Ç]ÇÎ {]әä
‡ä]£È ³x]Óx x]Îxx
³ä]n{ ³£]{ä £]{£x
³ä]ÎÎ ³£™]™n £]™™x
³ä]™n ³Ç]ÈÓ £]äxä
³Ó]äÎ ‡ä]xn x]Ç£ä
³£]ÎÇ ³ÓÎ]nn £]ÇÈä
³ä]ÎÎ ‡Ó£]x{ Ó]{{ä
‡ä]xx ‡£È]Çx £È]Óää
‡ä]™™ ³Îx]x£ £]ÎÎÇ
‡ä]£™ ³£n]xÎ n]Èää
p ³Óx]ә {]£ÈÓ
‡ä]Óx ³nÈ]{n £]ÇÓÈ
³£]£™ ³x™]nÈ ä]£n{
‡ä]ÈÎ
p {]Ç£ä
³Ó]Ón ³Ó]äx ä]ä{{
³Ó]ä{ ³Î]ÇÇ ä]ÓxÓ
³ä]£È ³£]£È ä]Îää
‡Ó]xÇ ‡Ç]ä£ ä]™{Î
³£]È{ ³ÓÇ]ә ä]£ÇÇ
ä]Ç{x
nä]Ç
£]äә Óxäx]Ó
££]Óää ÓÓÓ£]ä
ÓÎ]£Èä
Èx]x
£]{Ι
{{]n
£]ÎÇx
n{]È
£Î]Ènä £än]n
ä]äxÇ
Ι]ä
ä]ääÓ
p
£]ÎÇ{ £ÎÈ]Ó
p
p
Î]™xn £În]™
ä]Ènx
xÓ]Î
{]n™ä £ä£ä]£
{]x™n £ÎäÈ]x
n]xÓä £{Î{]È
p
p
p
p
Ó]ÎÓÈ {Çä]Ó
n]Înä Ç{{]x
Ó£]Î£ä £È{ää]ä
Ç]ÈÇx £È™Ç]{
£Ó]™xä £äÓä]n
£Ç]ÎÎä
Èn]Î
Óx]n{n ÓǙÎ]n
n]È{ä
ÇÎ]Ó
Óx]££ä ÓÎxx]£
£È]Îxä ÇÎÓ]n
n]ÇÈÓ ÓänÎ]Î
{]{Èx ££Ç£]Ó
£x]Çnä {£äx]Î
p
p
Ó]x{È £Î™]Î
Î]nÇä
{n]™
£{Ç]{ää
p
ä]ÓÇ{ Î{ä]™
£]™™{
Î]{
ä]x™™ £ÈÎ]™
Î]șä {n™]Î
£]ä{ä £x£]Ó
ä]ÇÓÇ Óș{]£
p
p
ä]{ÇÈ ÓÓn]Ó
Î]Ιn ÎΙ]Î
Î]£x{
Îx]Ó
Ç]nÇä
p
££]Çnä
Ç£]ä
ä]È{Ó
ÇÓ]ä
ä]Èx{
n{]x
ä]șΠ£Ó{Î]{
Ó]ÓÎÈ
£™]n
ä]™Îä
Îx]Ç
ä]n{x
Óä]™
™]x™x Ó{x]£
ä]{xä
£Î]Ó
p
p
{]£Îä
nÇ]n
În]™nä £Ç£]Ó
ä]™Î{
Σ]£
£]£Çä
ä]™
ә]ÈÈä £ÇÇ{]{
ä]£{Ç
n{]Î
ÓÈ]Óxä ££ÓÇ]x
£x]£xä ÓäÈ{]Ç
n]äxä Ónn]Î
x]Îää
În]{
Ç]ÇÓä {nÈ]x
£]ÈÇä
£n]ä
Î]äää Ónn]Ç
£]Î{n £{ä]È
È]{Óä Î{nx]ä
Ó]ǙÇ
Ó£]n
Î]ÎÎÓ ££Î]Ó
£™]Ènä nǙ]Ç
Î]££ä
p
£Ó]Ó{ä £Ç™]ä
Ç]{{ä nÈä]£
x]™Îx
ÎÓ]{
ä]În£
Ó{]È
x]äää ™Ó£]Ç
ä]äÈ£
£ä]ä
ä]Σä
Ó{]£
ä]{£x
xx]Ó
£]ÓÓä n{n]x
ä]ÎÈÓ
Ó{]Î
œ“i /ˆÌœœ
/i°
˜`ÕÃÌÀˆ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
œLÀ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"®
œvˆ`i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"®
œ}i“i -iÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"®
œ˜>vˆ *ÀiÃ̜̈¿ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
*®
Ài`° À̈}ˆ>˜œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,®
Ài`° “ˆˆ>˜œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
Ài`° 6>Ìiˆ˜iÃi °°°°°°°°°°°°°°°°°­
6®
Àiëˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,®
ë °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
-*®
¿“ˆVœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
¿“ˆVœ £È Ü>ÀÀ I°°°°°°°°°°°­7-£È®
>`> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
>“ˆ>˜ˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
>˜ˆiˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
>˜ˆiˆ À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,®
>Ì>œ}ˆV I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
i¿œ˜}…ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
i> >«ˆÌ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
iVˆ“>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
ˆ>ÜÀˆ˜ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ}ˆÌ> ÀœÃ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
“>ˆ ÀœÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
/ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
`ˆÃœ˜ À°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,®
-°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
°˜° I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
ˆV> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
“>Ž I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
˜i°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜i Àii˜ *Ü°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*7®
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
È]nÈä
£]{nx
ä]xә
p
ä]{£Î
p
È]xÇä
ä]™ÓÎ
p
£]Ç{™
ä]xÓä
ä]än™
Î]ÎÇn
£]ÎÇÓ
Ó£]Èxä
£È]{ää
n]™xx
£x]äää
£]ÎnÇ
£]{£x
Σ]ä™ä
Ó]Ǚä
Ó]nxÈ
Ι]£™ä
ä]n™Ó
ä]ÓÎÈ
ÓÓ]Èää
£]ÈnÇ
ä]nÈ{
{]ÓäÓ
Ó]äxÈ
‡ä]ÎÈ ‡£È]Ó{
‡ä]ädz£ÈÎ]xÎ
‡ä]ÈÈ ‡{]xÓ
p
p
‡£]Óä ‡ÎÓ]Îä
p
p
³Ó]nÓ ³£Î]xÇ
‡£]nÈ ‡ä]Ç{
p
p
‡£]xn ³ÎÎ]x£
³ä]Ι ‡£™]ää
‡£]££ ‡£{]ä£
³£]ÈÓ ‡£]nä
‡ä]xn ³£ä]ÇÎ
³Î]ә ‡£Ó]™x
³Î]Ó£ ³£]™™
‡ä]ÓÓ ³Ç]n™
‡ä]™Ó ³Óx]™{
³ä]ә ³££]{£
‡ä]Îx ³££]{Ó
³ä]xx ‡££]Óä
³ä]ÇÓ ³ÓÈ]Ó{
³Ó]äÇ ‡ÓÇ]nn
³£]{ä ³£{]™È
‡£]{™ ‡n]Çä
³£]äÇ ‡ÓÎ]Î{
³ä]xÎ ³{£]nÇ
³£]nÇ ‡ä]£Ó
‡ä]ÈÎ ³{]™Ó
³£]Èä ³Î{]än
³£]Çn ³££]{{
È]nÈä
ä]xÈä
ä]{ÈÓ
p
ä]{£Î
p
x]ÈÈä
ä]Çn£
p
£]Σä
ä]x£x
ä]änx
Î]£Èä
£]ÓÎä
Óä]™Èä
£x]n™ä
Ç]Çää
££]nÈä
£]ÓäÇ
£]£nä
ә]äää
Ó]£nä
Ó]Ǚn
ÎÎ]{xä
ä]n™Ó
ä]£Èä
£x]Ç£ä
£]ÈÓÓ
ä]näÈ
Î]£Î{
£]nΣ
n]nää ™Î££]x
£]{nÇ £{{]£
ä]xÇ£ ÎÇÈ]™
p
p
ä]È{n
£™]ä
p
p
Ç]Çnä Ó£nÇ]ä
£]Óä™ £äÎÎ]Î
p
p
Ó]ä{n
xn]n
ä]ÇÎ{ ÓÓä]£
ä]£Ón
p
{]Óää
xx]Ç
£]nää ££{]Ó
ÓÈ]nÎä nnÓ]È
£n]äÇä Èx{]{
£ä]äää xÓ{]£
£Ç]äää ÓÓÈÎ]È
£]xә {Ó{]Ó
£]x™ä Ó£Î]Î
Îx]È™ä £ÇÎx]n
Î]näÓ
Ι]È
{]șä
{]Ó
{{]äää £ä™Ç]{
£]äxÎ
™™]£
ä]xÎ{
£ä]Ó
Óx]£xä £än]n
Ó]ä{ä £äÇ]£
£]äx{ £{£]™
{]{Èä Ι{™Ç]™
Ó]£ÇÈ £äÓÈ£]x
œ“i /ˆÌœœ
/i°
À>˜`ˆ 6ˆ>}}ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°­6®
I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
 -œi Ó{ "Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-Ó{®
“> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
““È °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
˜`iḚ̀°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜`ÕÃÌÀˆ> i ˜˜° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜ÌiŽ ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
˜ÌiŽ ÀœÕ« À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
˜ÌiÀ«Õ“« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*®
˜ÌiÃ> ->˜«>œœ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*®
˜ÌiÃ> ->˜«>œœ À˜V°°°°°°°°°°°°°°­-*,®
˜ÛiÃÌ i -ۈÕ««œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
ÀVi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
®
Ài˜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
Ã>}Àœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
Ã>}Àœ ∜˜ˆ -ۈÕ««œ I °°°°°°°°°°°°°°°­®
/ 79 I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/7®
Ì>Vi“i˜Ìˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
Ì>“œLˆˆ>Ài°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
Ì>“œLˆˆ>Ài À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/,®
6- ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6-®
6- ÀœÕ« £È Ü>ÀÀ °°°°°°°°°°°°°°°­76-®
ÕÛi˜ÌÕà °°°°°°°°°°°°°°°°°°­16®
°,°˜iÀ}Þ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
ˆ˜i݈>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ 8®
> œÀˆ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
>˜`ˆ ,i˜âœ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
>∜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--®
ÕݜÌ̈V> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­18®
Ûi˜ÌÕÀi ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6 ®
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
ä]Èx{
£]Óää
ä]nää
ÎÎ]Óää
ä]ÈxÓ
£ä]nÎä
ä]È£x
ä]Ι™
ä]ÈÓx
™]ÇÈä
Ó]£™n
£]™Îx
ä]È{£
£]™™Ç
£]£Ó™
£]ǙÈ
£]ÎÇ£
£]ÇÎä
È]xää
ÎÓ]xää
£™]™™ä
p
p
ä]ÓÓ£
£]£ÇÓ
Ó]ÓxÈ
x]n™ä
£]£x{
ä]xÓÎ
{£]äää
ä]nÇÓ
³Ó]£™ ³Ç£]™Ç
³ä]n{ ³Î™]xÎ
³£]x™ ³Î£]ÓÈ
‡ä]ÇÓ ³£È]{™
³ä]x{ ³{ä]ÇÈ
³Ó]nx ³™]ä£
³x]ÓÓ ‡Ç]xÓ
‡£]x£ ³ÓÎ]™È
‡Ó]{Ó ³x£]x{
‡ä]ÇÈ ³££]ә
³ä]™Ó ³ÓÎ]Ón
³£]ÈÎ ³ÎÓ]n£
‡ä]£È ‡{]È£
p ³£n]nÇ
‡£]xÇ ³Ó]nÓ
‡ä]xä ³{]x£
‡ä]ә
p
‡ä]{ä ³£È]£™
‡Î]nx ³£n]£™
‡Ó]£Ç ³Ó™]{n
‡Ó]ä£ ³ÎÈ]£Ç
p
p
p
p
‡ä]™{ ‡£]În
‡{]£Ç ‡În]ä™
³£]ÈÓ ³{]Îx
‡£]Î{ ³xä]£ä
‡ä]xÓ ‡n]xÈ
³ä]£™ ³Ç]Óx
p ³x]äÇ
‡Ó]Çγ££Î]ää
ä]Înä
ä]nÈä
ä]ÈäÎ
ÓÇ]Çää
ä]{ÈÎ
™]Ιä
ä]xnx
ä]Σx
ä]{än
n]ÇÓä
£]ÇnÎ
£]{xÇ
ä]È{£
£]ÈÇx
£]ä{ä
£]șä
£]ÎÓä
£]{n™
x]{{Î
Ó{]xxä
£{]{Èä
p
p
ä]Ó£x
£]£ÇÓ
£]™ÈÎ
Î]n™È
£]£În
ä]{nÇ
ÎÇ]{£ä
ä]{äÎ
ä]nÈä
ә]Î
£]{xx {Îx]Ç
£]Î{ä
Î{]™
Ι]ÓÓä £ÓÎÎ]£
ä]Ǚä ÓÓÓ]ä
££]ÓÈä £ÓÎx]Î
£]äÓä
£{]Ó
ä]{nx £În]È
ä]È{n
Σ]È
££]ÓÎä £äÇ£]Î
Ó]È£Ó Î{әä]n
Ó]ÓÎÈ £nää]™
ä]nÎä
Î]™
Ó]Î{ä
xÈ]Ç
£]Î{ä £Î{™]™
Ó]{ää
{Î]x
£]nÈä
£™]Ó
Ó]££ä
£Î]Ç
n]x£{ ÓÓÇÇ]ä
Î{]™nä Ç£™]È
ÓÓ]™ää ÎÓ{]n
p
p
p
p
ä]Óx{ ÓÓx]ä
£]™£ä
Ι]™
Ó]xÓn
{Ç]È
È]Ç™ä £nÓ]x
£]xÇ{ £Îä]Ç
ä]È{ä
Îx]È
{Î]Óää £™Çä{]n
£]{ÇÓ
™]Î
œ“i /ˆÌœœ
/i°
*ˆ>}}ˆœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*®
Ó]ÎÇ{ ³ä]x™
*ˆiÀÀi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,®
ä]Ènä
*ˆiÀÀi £ÓÜ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7*,£Ó®
p
Ó]™Çn
ä]n£Î
p
p
ÎÓ]È ˆ˜`ˆVˆ
p ,
/ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££‡äÇ
*ˆ˜ˆ˜v>Àˆ˜> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­* ®
Î]ÈÓÓ ³£]{È ³£Ó]ää
Î]ä™ä
x]ÎÎä
£än]™ “ÃÌiÀ`>“ ­iÝ® ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {äÎ]È£
*ˆµÕ>`Àœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*+®
£]nnn ³ä]{Î ³{]n™
£]ǙÓ
Ó]Îxn
™{]£ ÀÕÝiiÇi Óä ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îän™]äÇ
*ˆÀiˆ E ° À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*
*® £ä]ÇÈä
x]™{ä
ÇÓ]£
x{]äxä xÓÎ]{
Óä]{£ä ÇäÈÎÓ]Ç
£Ó]äÓä £ÇÇÓ]{
ä]£nn
ÓÓ]x
ä]äΣ
p
n]ÇÈx ΙÈ]È
ä]nxx
£Ó]x
Ó]È{Ó
ș]Î
ÎÎ]ä™ä Ç£{Î]£
ä]™™x
Ι]™
£]{™ä ÎÈÇ]Î
ÓÇ]Ènä Î{ÎÈ]Î
™]äÇä ™ÓnÈ]Ç
Î]xÇä
£È]£
n]xÈä әx]Ç
ä]Çnä £ÓxÓ]x
{]£Çä Ó{n{]x
Ç]Îxx {£È™]{
ä]Ènn ÓxÎ]Ó
Î]£™n
ÓÓ]È
Ó]£Çx
xn]ä
x]äÓx £™£]Î
{]ÎÎÈ
x{]ä
£Ç]{Îä ÓΙ™ä]n
Î]{nÈ È™x]Ó
£]™xÓ xxn]Î
ÓÎ]™nä ΣÇn]™
Ó]£ÇÓ Îä{Ç]n
>ˆÀi /iV˜ˆ“œ˜Ì °°°°°°°°°°°°°°°­/® Ó]ä™ä ‡ä]ÇÈ ³Óx]™ä £]{nx Ó]nÇä
>˜>}i“i˜Ì i ° °°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]£Îä ‡ä]n{ ‡£Ç]™n ä]£Îä ä]£È™
,, I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,,® £Î]{™ä ‡ä]äÇ ³££]{ä ££]ÈÓä £{]Înä
i`ˆ>Vœ˜ÌiV… °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £]£È£ ‡£]{{ ‡Îä]äÈ £]£xÓ Ó]Îää
i`ˆ>ÃiÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® Î]Î£ä ‡£]Óx ‡{]{x Î]£Çä {]ÎÎÓ
i`ˆœL>˜V>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® Ç]ä£x ³ä]xÇ ³££]£Ç È]Σä n]{£ä
i`ˆœ>˜Õ“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® x]ÇÎx ³£]nÇ ‡™]ä{ x]x{ä Ç]£{x
iÀˆ`ˆi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]£xÈ ³x]£{ ³™È]n{ ä]äÇÇ ä]£nn
ˆ` ˜`ÕÃÌÀÞ >« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
p
p
p
p
p
ˆÌÌi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® £]ÈÈä ³Ó]{Ç ‡£]ÈÈ £]x£ä £]nÓ£
œiΈ˜i I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® £]£Çx ‡{]ää ‡Óx]Ó£ £]£Çx £]ÇÎn
œi` °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]xÇn ‡ä]ÇÇ ‡ÓÓ]£n ä]xÇÓ ä]n{™
œ˜ViÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­" ® ££]{nä ³£]Èn ‡Ón]Çn ££]Ó™ä £È]Îxä
œ˜`>`œÀˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® ä]™ÇÈ ‡£]nÈ ‡Ó™]Çn ä]™ÇÈ £]xΙ
œ˜`œ /Û I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/6® £]ÈÇÓ ³ä]Ó{³ÓÎä]ÇÈ ä]xäÓ Ó]Óx{
œ˜Àˆv°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­" ® ä]Îxä
p ‡Óä]Èn ä]Î{n ä]È£È
œ˜Ìi *>ÃV…ˆ -ˆ° °°°°°°°°°°°°°°°°­*-® £]Î{£ ³ä]ÓÓ ³ÓÓ]Ón £]äÎ{ Ó]xÈÓ
œ˜ÌivˆLÀi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
p
p
p
p
p
œ˜ÌivˆLÀi À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
p
p
p
p
p
œÛˆi“>Ý°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]äxx ³£]££ ‡£Î]{™ ä]äxÎ ä]£ää
ÕÌՈœ˜ˆ˜i I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® {]Çxä ³Ó]£x ³£x]xÓ {]äxä x]Σx
ˆVi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® Ó]™äÈ ‡ä]ÓÇ ³x]xÓ Ó]ÇÓÈ Î]xÈÈ
œi“>ˆvi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ "® {]nää ³Î]{ä ³ÎÎ]{n Î]{È{ È]äÈä
œi“>ˆvi £x Ü>ÀÀ °°°°°°°°°­7 "£x®
p
p
p
p
p
œÛ>Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,®
p
p
p
p
p
" "ˆ`>Ì> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® ä]Ι™ ³ä]xä ³£]Ó{ ä]ÎÇn ä]xÎÓ
* *>˜>Àˆ>}ÀœÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°­* ® £]ÎxÇ ‡£]Σ ³Î]x™ £]ÓÈä £]Èää
*>À“>>Ì °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*/® Ó]xän ³ä]{ä ³£]ә Ó]{Èä Ó]xx{
*>À“>>Ì £xÜ °°°°°°°°°°°°°°°°­7*/£x® £]{™£
p ³£]{Î £]{£È £]xäÓ
È{Ó]Ó
ÈÓ]ä
™ä{]n
Ó£]Ç
ΙÓÇ]Ç
Èän{]È
{Óä™]{
Ç]È
p
£{Ó]È
Óx£]ä
£Îx]£
Ón{x]x
ÓxÈ]Ç
{{]n
xÓ]Ó
șÓä]{
p
p
Î]™
£nÈ]™
ÎΙ]Î
ÎÈ]Ó
p
p
£Î]{
Èä]Î
{xÇä]™
p
°"°/°
*œˆ}À>vˆVˆ `ˆÌœÀˆ>i°°°°°°°°°°°°°°°­*"®
ä]ÎΣ
‡{]Óx ³£Ó]ÓÎ
ä]әx
ä]{xÎ
{Î]Ç
*ÀiˆœÃ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,-®
ä]xä{
‡{]ÓÇ ‡££]™x
ä]xä{
ä]ÇÈ{
ÓÈÓ]Ç
£{°än°£{
£Ó°ä™°£{
£{°£ä°£{
£{°££°£{
£Ó°£Ó°£{
£{°ä£°£x
Îä
x™
™£
£ÓÓ
£xä
£nÎ
™™]™nÈ
™™]™È{
™™]™xÈ
™™]™Ón
™™]™Óx
™™]nxÎ
ä]ä{
ä]äx
ä]äx
ä]£Î
ä]ä™
ä]Óä
-V>`i˜â> ˆœÀ˜ˆ *À° iÌ̜
£Î°äÓ°£x
£Î°äΰ£x
£{°ä{°£x
£{°äx°£x
£Ó°äÈ°£x
£{°äÇ°£x
Ó£Î
Ó{£
ÓÇÎ
ÎäÎ
ÎÎÓ
ÎÈ{
™™]n£Î
™™]Çnn
™™]Ç{£
™™]Çä£
™™]ÈÈn
™™]Èän
x™]{
*Ài“Õ`> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,®
ä]ÎÎÎ ³Ó]Ón ³£x]n£
ä]Ón{
ä]{äÇ
È£]Ç
™]Óxä £x]șä
£ÎÈ]ä
*ÀÞӈ>˜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,9® £x]Çxä ³ä]È{ ‡£x]ÎÇ £x]Èxä £™]x{ä
ÎÎÇÎ]x
*Àˆ“> ˜`ÕÃÌÀˆi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,® £Ó]™£ä
‡ä]Σ ³În]ää
, ,° i i`ˆVˆ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
ä]Ónä ³Ó]{Ó ³{]£Ç
ä]ÓÈ{
ä]ÎÈx
,>Ì̈ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,/®
Ó]ÓÎn ³£]ÇÎ ³Ó]ä£
Ó]£™{
Ó]Èän
,
- i`ˆ>}ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
-®
£]Ó££ ³Ó]{x
£]£nÓ
£]näÈ
‡È]£Ó
,iVœÀ`>̈ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
® £Ó]xnä ³Ó]£™ ³Ó£]Çn £ä]ÎÎä £Î]ÎÎä
,i«Þ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,9® xx]™ää ³ä]ÎÈ
‡{]È£ x{]Îxä ÈÈ]£xä
ÈÓx]Ç Ãii∜˜i
ÓÈÎn]n , "",/° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££‡äÇ
`ˆ`>à ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Ç£]xÎ
x£n]£ ˆ>˜â ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÓÇ]Çä
™Î]Ó >ÞiÀ } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ä£]£x
ä]xÇä ³ä]{{ ³Ó]™n
,ˆÃ>˜>“i˜Ìœ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­, ®
ä]£Ç£
‡ä]ÓÎ ‡£™]xÎ
ä]£ÈÈ
ä]ÓÎn
,œÃÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,"-®
£]Îxä ³£]Ón ³£]xn
£]ÓÇn
£]Èx™
ÎäÓ]n “Ü ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™Ó]äÇ
£x]™ œ““iÀâL>˜Ž } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ä]nä
‡£]Ǚ £Ó]{ää £x]xää
£{x]ä iÕÌÃV…i >˜Ž ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óx]{x
->ià I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
Ç]äÎä
->ià À˜V I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,®
È]xxx ³ä]än
->vˆœ ÀœÕ«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® £{]™Çä
‡£]È£ ³ä]{Î
‡Ó]Èä
ä]ÇÇx
x™]Ç
,i˜`°
ä]Ó{
ä]Óx
ä]ÓÇ
ä]Ón
ä]Îä
ä]Îx
ÕÀˆLœÀ
*iÀˆœ`œ
£ ÃiÌÌ°
£ “iÃi
Ó “iÈ
Î “iÈ
{ “iÈ
x “iÈ
œ˜iÌi >ÕÀii
"Àœ
/° ÎÈä
/° ÎÈx
*iÀˆœ`œ
/°ÎÈä
/°ÎÈx
££ Õ}
££ Õ}
ä]ä{n
ä]ä™Î
ä]£x{
ä]ÓäÎ
‡
‡
ä]ä{™
ä]ä™{
ä]£xÈ
ä]ÓäÈ
‡
‡
È “iÈ
Ç “iÈ
n “iÈ
™ “iÈ
£ä “iÈ
££ “iÈ
£Ó “iÈ
ä]Îäx
‡
‡
ä]Ι{
‡
‡
ä]{nÇ
ä]Îä™
‡
‡
ä]Ι™
‡
‡
ä]{™{
-ÌiÀˆ˜> ­Û°V®
-ÌiÀˆ˜> ­˜°V®
-ÌiÀˆ˜> ­«œÃÌ°Ç{®
ÀÕ}iÀÀ>˜`
>Ài˜}œ Ì>ˆ>˜œ
>Ài˜}œ -ۈââiÀœ
>Ài˜}œ À>˜ViÃi
i˜>Àœ iÌÌiÀ>
Ó£Ç]ÇÇ Ó{Ó]xn
ÓÓÓ]£{ Ó{Ç]£x
ÓÓÓ]£{ Ó{Ç]£x
™È™]Îx £°äÓÈ]È£
£ÇÎ]nx £™Ó]È{
£Çä]™{ £™£]£Î
£Çä]nÎ £™£]Îx
È]nnä
n]nxä
È]{ää
Ç]näx
iˆiÀÃ`œÀv ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Èn]nÈ
iÕÌÃV…i *œÃÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óx]nn
£ä{]Ó iÕÌÃV…i /iiŽœ“ ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ó]än
{Ç]Ç Ì Õv̅>˜Ã> }° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £{]În
Õ}œ œÃà } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äÈ]™ä
‡Ó]nÈ ‡£x]nä £{]£™ä £™]äÎä
™xä]{ iÌÀœ }° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îä]™Ó
->ˆ«i“°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*® £n]nÓä ³ä]{n ³Ó£]n™ £x]{Îä Óä]nxä
nәx]x -ˆi“i˜Ã ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™Ó]x£
p 6œŽÃÜ>}i˜ } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £nx]Îx
->ˆ«i“ ÀˆÃ«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*,®
->ˆ˜ˆ “«Ài}ˆœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
p
p
p
p
Î]{xä ³Ó]äÇ ‡Ón]{Ó
Î]Înä
{]™nä
->ˆ˜ˆ “«Ài}ˆœ À˜V °°°°°°°°°°°°°­-,® £ä]Çää
->À>Ã °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,-®
p
‡Ó]nÓ ‡£x]Îx £ä]Çää £Î]£{ä
ä]™Çx ³ä]ÈÓ ³£Ç]£Ó
ä]nΣ
£]Îää
£Çä£]£
£Ç]Ó
->Ì °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® £Ó]™™ä
‡ä]x{ ³Óä]£Ç £ä]nää £{]ÓÓä
->Ûi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-6® ££]™nä
‡Ó]™Ó
ÈÇ£]ä >« i“ˆ˜ˆ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x£]ÓÓ
-VÀii˜ -iÀۈVi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--®
ä]ä™x
‡™]Çä ³xÇ]äÓ
ä]äÈä
ä]£Çn
£Î]Ç >ÀÀivœÕÀ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÇ]äÈ
-i>Ì *°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*®
ä]ääÓ
p ‡££]££
ä]ääÓ
ä]ääÓ
Óx]n
-i>Ì * À °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,®
£]£ää
p ³£™]xÇ
ä]{nä
£]ÓÎä
-iÀۈ∠Ì>ˆ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,®
{]Èää ³ä]ÓÓ ³£Ó]Çx
Î]™nÓ
x]Èxä
-iÀۈ∠Ì>ˆ> £x Ü>ÀÀ I°°°°°­7-,£x®
ä]{Óä ‡£ä]ÈÓ ³Ç£]{Ç
‡Î]ää ££]™nä £Î]Çxä
ä]ÓÎx
ä]xÓn
‡ä]È£ ³£ä]£n ££]Înä £{]£xä
ä]Ç
Σ]™Ó
Σ]nÇ
À}i˜Ìœ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉŽ}°®
p xΣ]äÎ
*>̈˜œ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉ}À°®
p
ÎÇ]Î{
*>>`ˆœ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉ}À°®
p
Ó£]xä
>Șœ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™Î]Σ
ˆ“i˜Ìà À>˜V>ˆÃ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ‡
Àj`ˆÌ }ÀˆVœi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™]™ä
£ÓÇ]n >˜œ˜i° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x{]xn
p >Û>Ã ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x]nn
£nÇ]Ó ¿"Àj> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Óx]™ä
ÓänÈ]x ˆV…iˆ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n{]ÇÇ
-- °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--®
™]Óää ³£]Èä ³ÓÈ]™ä
Ç]Ó£x
™]ÇÇä
-ˆ˜ÌiÈ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
ä]ä™Ç
‡ä]™Ó ‡£ä]£™
ä]ä™Ç
ä]£Î£
-˜>ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­- ®
£]ÇÓx
‡£]™™ ³ÓÈ]™Î
£]Îx™
Ó]ÓÇÓ
-˜>“ >à °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,®
{]{£Ó ³£]{Î ³™]£ä
Î]™Ç{
-œ}ivˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-"®
Î]xäÓ ³Ó]nÓ ‡£n]£{
Î]{äÈ
{]x£È £{nnä]x ->˜œvˆ‡-ޘ̅i>L ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çx]n£
{]™nä {£Ç]ä -œVˆjÌj j˜jÀ>i ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÈ]nÓ
-œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-"®
È]ÎÎä
-œÀˆ˜°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-, ®
Ó]£Óä ³ä]ÈÈ
‡£]ä™ ³£ä]ÎÇ
‡ä]™Î
x]ÈÎä
Ç]£nä
Ó]ä{Ó
Ó]ÎäÈ
-«>Vi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*® £ä]Ó£ä
p ³Î]ÇÈ
-«>Vi Ü>ÀÀ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7-*®
p
p
p
p
ä]Î{Î ³ä]ÇÈ
‡È]£{
ä]Î{ä
ä]{ÈÓ
p
p
p
p
™]Èää £ä]n™ä
p
p
{]£
xÇx]n -œ`i݅œ ˆ>˜Vi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÇÇ]äÇ
£ä£{]{ /œÌ> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xä]ÇÇ
£ÎÓ]™
ÌE/° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îx]x™
p >˜Ž œv “iÀˆV> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £x]{£
p œiˆ˜} ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÓÇ]ÈÇ
x]{Çä
Ç]ÎÈä
Ó]{xä
p ³n]Ǚ
Ó]£Ç{
Ó]n£ä
/>“LÕÀˆ £ÎÜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7/*£x®
ä]Èää ³Ç]£{ ³{n]£x
ä]ÎÓÓ
ä]n£x
p
/- °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/-®
ä]x£ä
‡n]ÎÈ ³{]£ä
ä]{ÇÎ
ä]Èxä
ÓÓ]£
/iiVœ“ / °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­//®
ä]nÈÈ
‡£]Óä ³ÓÓ]£È
ä]Çä™
£]ääÎ ££Ç£Î]x
/iiVœ“ / i`ˆ> °°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
£]ÓÈx
/iiVœ“ / i`ˆ> À˜V °°°°°°°°°­/,®
ä]Èxä ³{]Çx³Ó{Ó]ә
ä]£Ç£
ä]™Ó£
Î]È
/iiVœ“ / À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­//,®
ä]ÈnÎ
ä]xÈ{
ä]Çn™
{£{n]™
‡£]ä™ ‡ÓÈ]£Ó
£]ÓÈx
Ó]äxÇ
/i˜>ÀˆÃ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/ ® £Ç]ä™ä ³ä]£Ó ³n]Èx £{]nää £Ç]Èxä
Îxx]ä
£Îä]n
p
/iÀ˜> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/, ®
Î]n™Ó ³£]Óx ³Ç]ÈÎ
Î]xÈä
{]££{
Çnä™]n
/iÀ˜ˆ˜iÀ}ˆ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/,®
Ó]äÓä ³£]n£
‡Ç]ÇÈ
£]™n{
Ó]ÎÈ{
Çx]n
/iÓiV I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/-®
ä]Èää
‡£]È{ ‡Ó{]ää
ä]Èää
ä]™Óä
Èx]ä
/ˆÃV>ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/-®
ä]äxÇ ³ä]Îx ³Î{]{Î
ä]ä{Ó
ä]änä
/ˆÃV>ˆ £{Ü °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7/-£{®
ä]äää
ä]äää
ä]ää£
p
/œ`¿Ã°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/"® nÇ]nää ³ä]£Ç ‡ÓÈ]{Ç nÇ]Èxä £Óä]£ää
ÓÈǙ]x
/Àiۈ ˆ˜°˜`° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
/8/ i‡ÃœṎœ˜ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/8/®
x]Çnx
Ç]™ää
p
‡ä]ÓÈ
p
‡Ç]{{
‡£]Ç{ ‡£Î]£{
x]Çnx
n]{nä
Ç]™ää ££]™£ä
£äÈ]x
{ä™]n
™Î]x
1 1 >˜V> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1®
È]äÈä
‡ä]Óx ³Óx]Ó£
{]n{ä
Ç]xÓä
1˜ˆVÀi`ˆÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1
®
x]Ǚx
‡ä]ä™ ³Ç]È£
x]ÎÈä
È]nÇä Î{ÎäÓ]Î
1˜ˆVÀi`ˆÌ ÀˆÃ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1
,®
n]äÎä
‡ä]£Ó ³Ó]ÓÎ
Ç]nää
™]xää
£™]È
1˜ˆ«œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1 ®
{]£nä ³Î]££
‡Î]™£
{]äx{
x]Ç{ä
£nx£]n
1˜ˆ«œ «ÀÛ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1 *®
Î]™ÓÓ ³Ó]Îä ³È]™Ó
Î]ÈÎä
x]äÇä
£äÈÇ]Ç
1˜ˆ«œ->ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1-®
Ó]ÎÈä ³Î]x£ ³Ó]nÎ
Ó]äÈ£
x{™™]{
Ó]șÇ
xÎΙ]£
1˜ˆ«œ->ˆ ÀˆÃ«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1-,® ÓÎä]äää ³Î]äx ³ÓÈ]{x £ÇÎ]ä™Ç Ónä]ÓÎÎ
әä]n
1˜ˆ«œ->ˆ ÀˆÃ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°­1-,®
nÈÇ]Ç
Ó]ÎÈÈ ³x]xÎ ³£n]™™
£]™äÇ
Ó]È{£
6 6>Ãœˆ> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6-® £x]£ää ‡ä]xÎ ³{£]£Ó £ä]äÈä £x]Ǚä
6ˆ>˜ˆ˜ˆ ˜`ÕÃÌÀˆ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6 ®
p
6ˆ>˜ˆ˜ˆ >ۜÀˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6®
x]Ó{ä
p
£xÇ]È
p
p
p
p
‡ä]£™ ³£]{x
{]™™ä
È]{Çä
Óә]n
6ˆÌ̜Àˆ> Ãð I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6-® £ä]Ó{ä ³Î]™È ³£Ç]{Î
n]xnä £ä]Çxä
7 9",° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££‡äÇ
“>✘ œ“° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Î{x]™ä
p “iÀˆV>˜ Ý«ÀiÃà ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™{]Óä
ә]x ««i œ“« ˜V° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™x]äÎ
È]{Çä ³ä]x{ ³£Î]ä£
‡£]ä™ ³Ó£]£ä
*iÕ}iœÌ -°° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ä]ÇÈ
,i˜>Տ̰ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ș]äÓ
ÓäÇ]ä ->ˆ˜Ì‡œL>ˆ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÇ]{™
>À˜ˆÛ> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÈ]n£
>ÌiÀ«ˆ>À ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ä™]În
ˆÃVœ -ÞÃÌi“ð ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óx]xä
ˆÌˆ}ÀœÕ« ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {È]nÈ
œV>‡
œ> œ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {£]™n
œ}>Ìi *>“œˆÛi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ș]{Î
œÜ …i“ˆV>° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x£]{™
Õ*œ˜Ì ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° È{]n™
Ýݜ˜ œLˆ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ä£]{n
œÀ` œÌœÀ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ç]{Ç
i˜iÀ> iVÌÀˆV ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÈ]{™
i˜iÀ> œÌœÀà ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÇ]™Î
œ`“>˜ ->V…à ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £È{]ÇÈ
i܏iÌ̇*>VŽ>À` ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Î{]äÎ
œ˜iÞÜi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™{]Èä
L“ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £nÇ]Çx
˜`ÕÃÌÀˆi >ÌÕâ∠-«° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Ó]{Ó
˜Ìi œÀ« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ]£Ó
œ…˜Ãœ˜ E œ…˜Ãœ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äx]ä™
* œÀ}>˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xx]Çx
œVŽ…ii` >À̈˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £x™]™x
ÕݜÌ̈V> À« -«> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xx]nÇ
Vœ˜>`¿Ã° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ää]ә
iÀVŽ E œ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xn]{n
ˆVÀœÃœvÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {£]™x
œ˜Ã>˜Ìœ œ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ó£]ä™
œÀ}>˜ -Ì>˜iÞ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ]xx
ˆŽi ˜V° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÇÇ]£Ç
"VVˆ`i˜Ì> *iÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ää]xÈ
*vˆâiÀ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îä]äx
*…ˆˆ« œÀÀˆÃ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° nx]Îx
*ÀœVÌiÀ E >“Li ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n£]Óx
1˜ˆiÛiÀ 6 ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {Ó]Ǚ
1à -Ìii œÀ«° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÈ]xÎ
7>Ì ˆÃ˜iÞ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° nÈ]È£
7…ˆÀ«œœ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £{ä]Èx
8iÀœÝ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ó]Çx
9>…œœ ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îx]xÎ
ÈÇÇ]£ " , ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££‡äÇ
ä]£{x
p ‡È™]Çä
ä]ää£
ä]ään
p * ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xäÎ]nä
ä]ÓÎÇ
‡ä]än ³ÓÇ]™x
ä]£nx
ä]Îän
ä]n ÕÀLiÀÀÞ ÀœÕ« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £{ÈÈ]Ç£
˜ÌiÀÛ
ä]£x
ä]£x
£
ä
ä]x
ä]£x
ä]™™n
ä
ä]£x
À>˜Vˆ>
iÀ“>˜ˆ>
ˆ>««œ˜i
°°
1-
-Ûiâˆ>
ÀˆÌˆÃ… /iiVœ“ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° În{]ÈÓ
-Vœ˜Ìœ
˜ÌiÀÛ
ä]£x
ä]£x
ä]Î
‡‡‡
ä]Óx
ä]Óx
ä]£x
ä]£x
ä]£
ä]x
ä]Óx
ä]Óx
Û>À°¯
³x]{n
‡ä]Ón
‡ä]ä£
‡ä]ÎÓ
‡ä]£™
³ä]ș
³£]ä{
³ä]äÓ
³ä]Ó{
‡ä]ä™
‡ä]ÈÈ
³ä]ä£
³ä]ÇÓ
‡ä]än
‡£]äÇ
³ä]™n
³£]££
³ä]{n
³ä]nÓ
³ä]xÎ
³ä]Î{
³ä]äÎ
³Î]nÈ
‡ä]{x
‡ä]ÈÇ
³ä]Îx
³£]£Ó
³ä]äx
‡ä]ә
‡ä]£Ç
³ä]È{
‡£]Óä
‡ä]{£
‡ä]{Î
³ä]£x
³ä]£Ç
³ä]xÎ
‡ä]{{
³ä]{x
‡ä]™Î
‡ä]ә
³£]äÎ
³Ó]nÓ
³£]Çx
Û>À°¯
‡
‡ä]äÈ
³ä]äÈ
ä]äÇÓ
ä]ää£
<ÕVV…ˆ À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<1
,®
ä]£x
Û>À°¯
³ä]{£
³Î]£Ç
³ä]ÈÈ
³£]{ä
‡£]£{
³£]äx
³ä]Ó{
‡
‡£]äÓ
³£]ÓÈ
³Ó]£{
³ä]{n
‡ä]ÓÇ
³ä]ä™
³£]£È
‡Ó]£{
³ä]£x
³ä]Î{
³ä]{{
³ä]ÎÈ
<1," ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££‡äÇ
iÃ̏j° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Èn]{x
œÛ>À̈à ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Ǚ]Èä
1Là ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £È]ÓÈ
ä]än£ ³x]Ç{ ³£Ó]äÎ
<ÕVV…ˆ £{ Ü>ÀÀ°°°°°°°°°°°°°°°­7<1
£{®
-Vœ˜Ìœ
Û>À°¯
‡ä]Ι
³ä]Óä
³ä]Îx
‡ä]Ón
³ä]Ç£
‡ä]ÓÎ
‡ä]ÓÓ
³ä]ә
³ä]ä{
‡£]n{
³ä]nä
‡ä]{Ó
‡ä]£x
³ä]xÓ
>ݜӈ̅Žˆ˜i ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £xÈÓ]ää
>ÀŽÃ E -«i˜ViÀ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {ÓÈ]È{
*i>Àܘ *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £änÇ]ää
*ÀÕ`i˜Ìˆ> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÎÈ{]xä
,œÃ ,œÞVi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äÎÇ]ää
,œÞ> E -՘  ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {È{]Óä
,œÞ> Ž œv -VœÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ{]£ä
-V…Àœ`iÀà *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óxäx]ÓÓ
1˜ˆiÛiÀ *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÈ££]xn
6œ`>vœ˜i ÀœÕ«° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £n™]{x
Σ]È >ÀV>Þà *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓäÇ]™ä
<ÕVV…ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<1
®
Ì>ˆ>
ÕÀœ£Ç
>˜>`>
>˜ˆ“>ÀV>
ˆ˜>˜`ˆ>
Û>À°¯
³ä]äx
³ä]£™
‡ä]ÓÈ
³ä]£™
³ä]Ó£
³ä]£È
³ä]ä™
³ä]£{
‡ä]äÓ
³ä]™x
³ä]ÓÇ
³ä]äx
³ä]ÎÈ
³ä]Ç{
³ä]ÎÇ
‡ä]ä£
³ä]xx
‡ä]äÇ
Û>À°¯
‡ä]Çx
‡ä]Ç£
³ä]Óä
³£]ÓÈ
‡ä]äx
³ä]äÓ
³ä]Ǚ
‡ä]nÓ
‡ä]È{
³ä]nn
‡ä]{È
³ä]{£
‡ä]£™
³ä]Îx
‡ä]Óx
³ä]ÎÈ
³ä]™Ó
³ä]ÓÇ
7 7œÀ` ÕÌÞ Àii °°°°°°°°°°°°°­7® n]Çxä ‡ä]™£ ‡x]™£ n]Çxä £ä]nÎä ÓÓÓÇ]n Έ ÀœÕ« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎnÎ]nn
˜}œ “iÀˆV>˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £{Ǚ]ää
9 9œœÝ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­9""8® £n]Î™ä ³ä]ÈÈ ‡{x]{ä £n]Óää Î{]Çxä £ä™ä]{ ÃÌÀ><i˜iV> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {ÎxÎ]xä
< <ˆ}˜>}œ 6iÌÀœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°­<6® x]Î{ä ‡ä]Èx ³È]£È {]™{ä È]Σx {ÇÓ]Ó -ŽÞ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° nnä]xä
/>ÃÈ
"Àœ œ˜`À> ­ÕÃ`ɜ˜Vˆ>® £°ÎÎÈ]xä £°ÎÎx]ää
*, ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££‡äÇ
ˆÀ ˆµÕˆ`i ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™n]nx
Ã̜“ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÈ]xÎ
™Ó£]Ç Ý> - ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ç]ÈÓ
£ÓÇ]{ ˜« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {n]ÎÈ
>Ì̈˜œ -iÀ>
"Àœ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉ}À°®
-̜ÝÝ ÕÀœ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σn]ә
-̜ÝÝ ÕÀœxä ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ΣxÇ]äx
-̜ÝÝ 1 ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÎÈ]™£
-̜ÝÝ 1xä° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° әnÇ]ÎÎ
/- ÕÀœÌÀ°£ää° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÇΙ]£™
œ˜} œ˜} - ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÎÓÎÎ]{x
œ…>˜˜iÃLÕÀ} ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {xnxÓ]{x
œ˜`À> ­/-£ää® ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Èșä]£Ç
>`Àˆ` LiÝÎx ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äxÎn]nä
"Ϝ /œ« Óx° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xxÈ]ÇÈ
-ˆ˜}>«œÀi -/° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎәÎ]ÇÎ
-Þ`˜iÞ ­ "À`î ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x{Ç{]x™
/œÀœ˜Ìœ ­Îää
œ“«® ° ° ° ° ° ° ° ° ° £x££Î]În
6ˆi˜˜> ­ÌÝ®° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÎǙ]ә
<ÕÀˆ}œ ­-® ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n{Èn]xÓ
,iÌiˆÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
- ->L>v -°«°>° I°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® £Ó]Èää ³£]ÎÇ
ä]xx{
£äx]Ó
I /ˆÌœœ >««>ÀÌi˜i˜Ìi > Ãi}“i˜Ìœ -Ì>À°
6>ÕÌ> > £x‡äLJ£{
,i˜`°
£Î£]x
n]ÎÇx
>̈ > VÕÀ> `i½>}i˜âˆ> }ˆœÀ˜>ˆÃ̈V> ,>`ˆœVœÀ° œ˜iÌi ÕÀii\ œ˜ˆ˜ÛiÃÌ °° ˆ>˜œ
-V>`i˜â> ˆœÀ˜ˆ *À° iÌ̜
xxÇÇ]™
x]™ää
/ />“LÕÀˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/*®
Î]£{ä
{£]n£ä
£È]Óxä
™]Σ™
ä]£ÎÎ
ä]䣙
x]ÓÈx
ä]È£™
£]n£™
Ón]£Èä
ä]ÇxÇ
£]ÓÓÓ
Óä]{£ä
x]™{x
Ó]ÎÈä
È]Çxä
ä]Ç{ä
Î]™nä
x]{{x
ä]{nÓ
Ó]äÈÈ
£]Îx£
{]Óxä
Ó]ÇÈÓ
£x]Ónä
Ó]È{ä
£]ÎxÎ
£Ç]nxä
£]ÈÎä
n]nää £ä]™Îä
Ài˜Ì ˜`iÝ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äÈ]Ç£
È]™Çä ³ä]xn ³£{]ÇÎ
-/ˆVÀœiiVÌÀ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/®
³Ó{]{Î
‡{]ÇÓ
³££]n™
³Ó{]£{
‡ÓÓ]{£
‡Óx]ää
³{Î]££
³££]£x
³n]{È
‡{]ÓÇ
‡n]£Ó
‡x]™£
‡ÓÈ]ää
³È]Ǚ
³Îä]än
‡Î]™Î
p
p
³ÎÓ]ÎÓ
³£n]£™
‡Óä]ÈÈ
‡ÓÓ]n£
‡™]ÓÇ
³ÎÓ]£{
‡™]ä{
‡ä]nn
³ä]xÓ
‡£n]ÎÇ
³Óx]xÓ
‡È]ä™ £ä]™Óä £Ó]™Îä
‡ä]xx ³£Ó]ÈÇ
nÈÇ]Î
*œˆ}À° -°>ÕÃ̈˜œ I°°°°°°°°°°°°°°°°°­*-®
-Ìiv>˜i ÀˆÃ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/,®
‡£]£{
³ä]äx
³ä]ÎÈ
‡£]ä™
³£]{Î
³{]ÇÈ
‡ä]ÈÈ
‡£]£Î
³{]£Ç
³ä]äÎ
³ä]Ι
‡ä]{ä
‡ä]Î{
³ä]£{
³Ó]Ó£
‡ä]™Ó
³ä]Î{
³ä]™{
³£]™n
‡ä]ș
‡ä]£™
³ä]Îä
p
‡ä]nä
³ä]ÇÓ
³ä]™n
‡ä]nÇ
³ä]£Ç
³Ó]£ä
p
*ˆÀiˆ E ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*
® ££]Ç£ä ³ä]™x
-Ìiv>˜i I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/®
{]ää{
{£]nÎä
£™]Înä
££]nää
ä]£Îx
ä]äÓä
Ç]xÎx
ä]ÇäÎ
Ó]äää
Ón]™£ä
ä]Çș
£]ÓxÇ
Óä]{{ä
Ç]Ιä
Î]£{n
È]™Èx
ä]Ç{Î
{]änä
Ç]Óäx
ä]xÇn
Ó]änÓ
£]Îxx
{]Óxä
Î]Çää
£x]Ιä
Ó]șä
£]ÎÈä
£n]£Çä
Ó]ä{È
‡£]ÎÎ
‡ä]xn ³Î£]xÎ
iÜ 9œÀŽ i /œÀœ˜Ìœ >}}ˆœÀ˜>̈ >i œÀi Óä°ää
Ó]£ÓÓ
ä]xä{
p
-iÃ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--® £Î]£ää
˜iÀÛˆÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ 6®
˜}ˆ˜iiÀˆ˜} I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
À}°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
À}Þ >«ˆÌ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
À}Þ >«ˆÌ> £ÈÜ °°°°°°°°°°°°­7
£È®
ëÀˆ˜iÌ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,/®
Վi`œÃ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1®
ÕÀœÌiV… I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
ݜÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­8"®
Ý«ÀˆÛˆ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­8*,®
>VŽ ,i˜iÜ>Lià I °°°°°°°°°­,®
iÀÀ>}>“œ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,®
ˆ>Ì°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ`ˆ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆiÀ> ˆ>˜œ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ˜V>˜ÌˆiÀˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ˜iVœ>˜Ž °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ˜“iVV>˜ˆV>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
ՏÃˆÝ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1®
>LiÌ̈ *Àœ°-°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
>à *Õð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*®
ivÀ>˜ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
i˜iÀ>ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
iœÝ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"®
ÀÕ««œ `ˆÌ° ¿Ã«ÀiÃÜ°°°°°°°°°°°­-®
ÌiV… °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
iÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
œÀÃi ÃÌiÀi
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ iÜ 9œÀŽ Û>œÀˆ iëÀiÃÈ ˆ˜ `œ>Àˆ] > œ˜`À>
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ ˆ˜ «i˜Vi] > <ÕÀˆ}œ ˆ˜ vÀ>˜V…ˆ ÃۈââiÀˆ° >̈ `ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
38
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
IN PAGINA
✒
Promemoria per l’Europa
di SANDRO MODEO
In un momento ferocemente euro-scettico, la ricognizione
dell’archeologo-filologo Louis Godart (Europa, Codice, pp. 204, 10,90) è prima di tutto un intenso promemoria. Un viaggio che
mostra come una geografia dai confini mobili e mutevoli e una lunga
stratificazione storica (un albero con le radici classiche, il tronco nel
Medioevo cristiano e le fronde nella ratio illuminista) si traducano
in un amalgama composito ma inconfondibile, che unisce Bruges e
Atene, Roma e Salamanca. È proprio quest’identità, civile-culturale
prima che politico-economica, ad aver temperato tanti campi di
tensione (Impero/Papato, Riforma/ Controriforma, Nord/
Cultura
Mediterraneo), sfociando, non a caso nel pieno dell’ultimo conflitto,
nella visione «comunitaria» di Altiero Spinelli e dei Padri Fondatori.
Senza sottovalutare rischi tecnocratici e difficoltà di integrazione
(vedi il test ucraino), Godart indica in quella visione l’unico vero
antidoto ai veleni neo-nazionalisti, inquadrandola non come
un’opzione ideale, ma come una necessità senza vere alternative.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GialloFerrara, il primo festival da paura
Aperto sino a domani GialloFerrara, il primo festival letterario
dedicato al genere da paura, patrocinato dalla Regione EmiliaRomagna. Si parlerà con Sandrone Dazieri, Maurizio de Giovanni,
Lorenza Ghinelli e Marcello Simoni, i cui thriller stanno scalando le
classifiche. In programma anche le conferenze e le esposizioni
organizzate dall’Associazione Gruppo del Tasso nei vicoli ferraresi.
Dialoghi Il rapporto dell’artista con la creatività, gli intellettuali («ne fuggo») e Pasolini («rigoroso e assertivo, ma anche timido e timoroso»)
Pieter Bruegel il giovane,
«I Proverbi», olio su tela,
123 x 164, Rockox House
di Anversa, particolare
Bugiardi e un po’ matti
I miei amici al bar
Persone e personaggi del regista Pupi Avati
«Incoraggiamo a sognare. Anche mentendo»
«F
orse non si sbagliano quelli
che pensano
che i Bolognesi
parlino la lingua più bella...
Pare ragionevole che la loro
lingua risulti dalla mescolanza degli opposti temperata in
un’apprezzabile dolcezza...». Verso nessun’altra parlata italiana, Dante, nel De vulgari eloquentia, dimostra un’altrettanta calda simpatia; simpatia per quell’umanità impastata di laboriosità e piacere di vivere, amicizia, passione
civile e canagliesca prontezza, quando è necessario, a non farsi fregare e anche a giocare
qualche tiro un po’ forte.
La corda più appassionata dell’autobiografia
di Pupi Avati è forse l’amicizia, un caldo e disincantato amore per la vita — per le persone ca-
Il ricordo
«Ho frequentato Pier Paolo per tre
mesi, architettando le atrocità di Salò
mentre la madre chiedeva se per
cena preferisse straccetti o cotoletta»
✒
re, ma anche per la sua ruota di fortuna e sfortuna, fiaschi e trionfi, valori profondi e buffe
cantonate. Pure i grandi artisti, figure mitiche,
sembrano gli amici al bar. È lo spirito che pervade tanti film della feconda e varia opera di
Pupi Avati, dalla delicatezza de La seconda notte di nozze al sinistro incubo de La casa dalle
finestre che ridono, dalla beffa crudele de La rivincita di Natale, pur sempre intrisa di amicizia ancorché violata, all’amore sottomesso sino
quasi all’indennità de Il papà di Giovanna a
tanti altri. Questo senso fraterno e fraternamente truffaldino della vita è profondamente
cattolico; un cattolicesimo affettuoso e ironico,
alla Chesterton, pronto a ridere dell’imperfezione del creato ma prima ancora di se stesso,
come quando Avati, ad esempio, racconta dei
suoi insuccessi.
Tu confessi candidamente — gli dico incontrandolo a Roma — di essere un grande bugiardo e quasi te ne vanti, come ci si gloria, sotto sotto, di certi peccati non troppo sgradevoli.
La bugia — lo dici tu stesso — è una dilatazione del reale; le storie che raccontiamo si arricchiscono di continuo mescolandosi alla vita di
noi che le raccontiamo. S’identifica con l’arte,
che è finzione, e nel tuo caso con la finzione
per eccellenza, il cinema.
Avati — Nel nostro lessico familiare un bambino bugiardo era uno che inventava. Per inventare occorre immaginare, ma anche per
creare occorre immaginare. Siamo quindi penetrati nel sacro territorio della creatività che si
diparte sempre da una confutazione dell’esistente, da un suo liberatorio sconfinamento.
Nell’oggi il male assoluto è il disincanto. Non si
fantastica più singolarmente.
Credo invece che mentire a noi stessi sia terapeutico, specialmente nelle tante situazioni
difficili in cui la tentazione di resa è forte, convincendoci che ad attenderci ci sia quel risarcimento che ognuno sa di meritare.
Dissuadere le persone dai loro sogni, costringerle a confrontarsi con i loro limiti è il
peccato più grave che si possa commettere.
Giudicare, asserire, sentenziare, impicciarsi
degli altri in nome di quella verità espressa da
chi la detiene abusivamente è una lucrosa e immorale professione.
Qualsiasi manifestazione creativa esige al
contrario un salvacondotto perché si produca
uno slancio illusorio, un’apertura al mondo.
Magris — L’affettuosa ironia con cui racconti di persone a te care e vicine o vicinissime o
anche solo incontrate fugacemente è una forma autentica della carità. Ma vorrei chiederti
— anche perché è un problema che sento spesso anch’io, nel mio scrivere — se non ti senti
pure colpevole di svelare cose, situazioni, sentimenti che, portati a conoscenza di tutti, possono forse pure far soffrire le persone di cui si
parla, che possono sentirsi derubate di un segreto, di qualcosa che sentivano esistere solo
per loro.
Avati — Nel tuo lucidissimo Livelli di guardia ci offri l’esegesi di un post moderno che ci
sfugge di mano a ogni fatale giro di boa. Il tuo
sguardo è ampio e include molto del nostro
presente. L’angolo della mia cinepresa è più
stretto, soggettivo, incentrato su esseri umani
anonimi destinati a non lasciare alcuna traccia
del loro fuggevole passaggio. E tuttavia a loro
volta emblematici. Dire di loro, nel bene e nel
male, è probabilmente il solo modo che ho per
trattenerli, perché non si perdano nella grande
dimenticanza. A volte ho riaperto ferite che il
tempo aveva rimarginato e ho capito di aver
prodotto ulteriore sofferenza. Ultimamente
con un racconto dal titolo Un matrimonio ho
suscitato addirittura il risentimento di alcuni
parenti strettissimi che hanno del tutto frainteso le mie intenzioni. D’altra parte i fatti e le persone esistono, come conferma il tuo amico Javier Marías, solo se c’è qualcuno che li ricorda e
li racconta. Con le inevitabili conseguenze. A
volte comunque accade anche il contrario, c’è
chi si lamenta: «Ma come, hai raccontato tutti
quanti e non ci sono mai io?». Impresa ardua
accontentare tutti.
Magris — Tu hai scritto la sceneggiatura de
Le 120 giornate di Sodoma e ciò può stupire,
perché quel mondo sadiano ti è lontano. Mi
La biografia
Pupi Avati — regista,
sceneggiatore
e scrittore — è nato
a Bologna il 3
novembre 1938. Tra i
film più recenti che ha
diretto: Una sconfinata
giovinezza sulla
malattia di Alzheimer,
con Francesca Neri e
Fabrizio Bentivoglio,
e Un ragazzo d’oro con
Riccardo Scamarcio e
Sharon Stone
sembri più vicino a Roth, che, decenni prima di
Hannah Arendt, ha capito che il male è banale
(«Hitler, una banale Medusa») e che il gusto di
trasgredire può essere balordo come gettare
immondizie dal finestrino. In quel film, ha
scritto acutamente Alessandro Carrera, Pasolini, nel suo profondo più profondo, si sente forse più vicino ai fascisti di Salò, ai torturatori,
che ai «buoni» della Resistenza, proprio perché quelli sono i dannati, i disperati, i perdenti
e dunque più autentici, più veri, per lui, delle
persone perbene che combattono per la libertà
e per la morale... Tutto ciò mi sembra assai lontano dalla tua epicità accogliente, in cui c’è af-
fettuosamente posto pure per i mediocri, per
gli imbroglioni, per chi si barcamena come
può e dunque pure per quei borghesi che scandalizzavano Pasolini...
Avati — Ho scoperto il lato segreto di Claudio Magris attraverso i libri di Marisa Madieri.
Leggendo alcune sue pagine rivelatrici mi si è
disvelato il mood del vostro contesto familiare,
permettendomi di stabilire con te questo solido approccio tutt’altro che intellettualistico.
Così è avvenuto con Pasolini che ho frequentato per oltre tre mesi nel suo privato, architettando con lui e Sergio Citti le atrocità di Salò,
contrappuntati dalla madre che gli chiedeva se
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Improvvisi
Un racconto di cattiverie letterarie
di SEBASTIANO VASSALLI
S
ì, vale la pena di leggerlo,
questo «racconto più lungo» (Il
racconto più lungo. Storia della
mia vita, Interlinea, pp. 175, 15) di
Manlio Cancogni. Vale la pena di
leggerlo non foss’altro perché ci
parla di un’epoca in cui la
letteratura ringraziava di meno e
litigava di più. Che, detta così, può
sembrare cosa riprovevole: ma la
letteratura ha bisogno di amori e di
odi e di umori contrastanti,
altrimenti che letteratura è?
Cancogni, classe 1916, amico di
Cassola e Bassani definiti da
qualcuno «le Liale del neorealismo»,
ha attraversato un secolo di litigi.
Apro a pagina 144: «Il disastro è
cominciato con l’avanguardia.
Personaggi orrendi: Balestrini,
Sanguineti, Barilli, Roversi,
Pagliarani. Di una arroganza e di un
arrivismo… Peggio di loro solo,
dopo, il terrorismo». Moravia è a
pagina 68: «Io avevo molta simpatia
per Moravia. Non lo stimavo affatto
come scrittore, a parte Inverno di
malato che è un piccolo
CANCOGNI E CASSOLA (FOTO PINNA)
di CLAUDIO MAGRIS
preferisse per cena gli straccetti o la cotoletta.
Quel Pasolini lì, che tra l’altro non aveva letto Le
120 giornate di Sodoma (il libro, allora all’indice, glielo procurai io acquistandolo in una bancarella di piazzale Esedra) è nel mio ricordo ancora nitido, un alternarsi dell’intellettuale rigoroso e assertivo che si è prefissato di andare
con il suo film oltre il male assoluto e quell’essere timido, sorridente, timoroso di ferirmi nel
correggere qualcosa che avevo scritto e che
non lo convinceva. È naturalmente quest’ultimo il Pasolini che più mi è mancato negli anni
che sarebbero venuti.
Magris — Come è ovvio nella vita di un regista di celebri e amati film, il libro è una galleria
anche di figure universalmente note di quell’Olimpo che è il mondo del cinema e dello
spettacolo. Ma in questa frequentazione prevalente di una sola tribù, non c’è il rischio di
un’endogamia asfittica? Ho sempre trovato soffocante frequentare sempre e solo il proprio
ambiente; non potrei vivere in un campus universitario soltanto con studenti e colleghi né
solo fra scrittori e intellettuali o gente dello
spettacolo. Provo affetto, interesse e ammirazione per tanti di loro, che ho la fortuna di frequentare, ma non potrebbero essere gli unici;
si prova certo amore e interesse per la propria
famiglia, ma non si può vivere solo con e fra i
propri famigliari. Forse anche questo è un sentimento cattolico, magari pure bolognese, oltre che triestino...
Avati — Hai ragione, ma io da diversi anni
mi tengo alla larga dal mio ambito professionale. D’altra parte la cosiddetta Terrazza Romana
non esiste più o se esiste sopravvive malinconicamente a se stessa. Le sole persone che mi
aiutino a tenere la mente in uno stato di perenne ricettività, non sono gli intellettuali, noiosissimi nella loro supponenza, ma i malati di
mente, gli psicopatici.
Chi fa il mio mestiere è come carta moschicida per queste persone che vivono nella convinzione che con chi fa il cinema ci siano assonanze profondissime. E forse non hanno torto.
È l’illogicità dei loro sragionamenti a sedurmi.
È grazie allo stupore di aver trovato qualcuno
disposto ad ascoltarli che ho ottenuto la loro fiducia. Intrattengo così una fitta, amichevole,
corrispondenza con individui afflitti dalle più
disparate patologie dell’intelligenza. Tutti mutevoli, a volte indisponenti, a volte affettuosissimi, forse a volte pericolosi, ma capaci di frequentare ancora il meraviglioso, l’impensabile.
Molti dei miei racconti cinematografici li
debbo a questo irragionevole sodalizio.
capolavoro…». Ungaretti è a pagina
141, a Parigi, con in mano l’edizione
francese di tutte le poesie: «“Che
bello, che bello! Chissà cosa dirà quel
povero Montale”. “Ma Ungaretti,
perché dici così?”, mi permetto di
chiedere. “Perché è cattivo, perché è
cattivo”. “Ma no, non è cattivo: è
infelice, semplicemente”». Gadda è
a pagina 144: «Era un matto
completo. Ma era simpaticissimo,
però. Di una timidezza,
pover’uomo». Feltrinelli è a pagina
117: «Ho conosciuto quel disgraziato
di Giangi, a Milano. Poveraccio. Con
me fu molto gentile, ma era
chiaramente un nevrotico…».
Auguri a Cancogni per i suoi primi
cento anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
3 2014
In questo numero:
Julia Kristeva
Oltre i conflitti una “terza modernità”
E articoli di:
M. Hénaff |V.E. Parsi | J.-P. Fitoussi
J.-L. Bruguès | P. d’Ors | M. Luzi
H.-B. Gerl-Falkovitz | F. Facchini
In vendita nelle principali librerie
www.vitaepensiero.it – abbonamenti 02 72342310
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Cultura 39
italia: 51575551575557
✒
La «guida» di Marco Lodoli
VAGABONDARE
PER ROMA
IN CERCA
DI SEGRETI
di PIETRO CITATI
N
uove isole, il delizioso libro di Marco
Lodoli (Einaudi, pp. 138, 11,50), non è
una guida di Roma, sebbene contenga
molte più notizie di una normale guida.
Lodoli si sveglia molto presto: quando il
crepuscolo dell’alba combatte con le luci del
giorno e i profili delle cose escono dal buio.
Esce per le strade del suo quartiere, e poi
procede sempre più lontano, sino a
percorrere le strade e le piazze della città.
Possiede un’arte difficilissima, quella di
passeggiare, di vagabondare, senza sapere
quale sia la sua meta; sia nella vita, sia nella
scrittura, dove Baudelaire chiamava quest’arte
flânerie. A tratti si smarrisce: ma è sempre
fiducioso che qualcosa all’improvviso accadrà,
rivelando il mai visto, il nascosto, il possibile,
l’impossibile.
Conosce i grandi luoghi del passato, come la
cupola di San Pietro. Sale lentamente la
lumaca di Sant’Andrea — così si chiama
questa lunga scala a chiocciola —: sale e ruota
fino a giungere in cima alla città e al mondo.
Tutto sta sotto i suoi occhi, ed egli si sazia di
questa bellezza, che poi esplorerà a piedi,
piazza per piazza, via per via, felice perché la
sua esplorazione non finirà mai.
Vede chiese, palazzi, descrive quadri
sconosciuti: si spinge nei luoghi moderni,
dove tutto sembra cadere nell’informe, ma
stranamente finisce per trovare una forma
piena di fascino. Roma è densissima: non
getta via nulla, nessuna epoca, nessun secolo,
nessun anno, nessun minuto del passato e del
presente: è fitta di gente e di tempi, di case e
di alberi; tutte le apparenze e le
contraddizioni si corrispondono e si
intrecciano. In questa densità, Lodoli
vorrebbe trovare una lacuna: lo attende una
goccia di tempo.
Il libro di Lodoli straripa di notizie e di cose:
gli occhi non si stancano mai di guardare, e la
mente di ricordare. Ma è scritto in modo così
leggero, rapido, capriccioso, che i tocchi si
perdono e si dimenticano. L’aria si introduce
in ogni pagina e noi finiamo per respirare più
che per vedere Roma.
J. B. C. Corot, «Veduta di Roma», 1826
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antologiche L’artista pesarese celebrato in quattro mostre come l’erede (a 86 anni) di Osvaldo Licini
YANN ANDRÉA E MARGUERITE DURAS (FOTO DI HÉLÈNE BAMBERGER)
Lo scrittore aveva 61 anni
Addio Yann Andréa,
ultimo compagno
di Marguerite Duras
dal nostro corrispondente STEFANO MONTEFIORI
PARIGI — Quando Marguerite Duras morì, domenica 3
marzo 1996, dopo il funerale Yann Andréa si trasferì con
due valigie nel monolocale che lei gli aveva lasciato, di
fronte all’appartamento di rue Saint Benoît, a SaintGermain des Prés. Per due anni non ne è più uscito, si
faceva portare la spesa a casa. Ha pensato di uccidersi,
senza trovarne il coraggio. Un giorno ha chiesto a sua
madre di venirlo a prendere, e lentamente ha imparato di
nuovo a camminare.
Giovedì sera, in quel monolocale, Yann Andréa è morto, a
61 anni. È stato l’ultimo compagno di Marguerite Duras,
per 16 anni il suo amore, autista, servitore, agente
letterario. Un uomo dedito all’adorazione della scrittrice
tanto da abbandonare il suo vero cognome, Lemée, per
assumere quello scelto da lei, Andréa.
Studente di filosofia a Caen, si era innamorato di Duras
leggendo I piccoli cavalli di Tarquinia e decise che non
avrebbe mai più letto altro. Per cinque anni le scrisse
lettere di ammirazione, finché un giorno dell’estate 1980
bussò alla sua casa di Trouville, in Normandia. Lei aveva 66
anni, lui 28. Non si lasciarono più.
Marguerite ogni tanto si stufava, metteva le cose di Yann in
una valigia e la buttava dalla finestra chiedendogli di non
farsi più vedere. Ma poi lo
riprendeva in casa,
Differenza
perdonandogli le avventure
omosessuali (tra loro non c’era
Lui era del 1952,
amore fisico) nei bar della
lei più vecchia di
Normandia. Lui non riusciva a
38 anni essendo
pronunciare il suo nome, «e non
nata nel 1914
sono neanche mai riuscito a
darle del tu».
Una relazione unica, raccontata
dallo stesso Yann Andréa nel libro Questo amore,
pubblicato in Italia da Archinto, con quello stile fatto di
ritmo e frasi brevi che è sembrato uguale a quello di Duras:
una fusione totale, talvolta irritante.
Così Yann Andréa in quel libro descrive la sera del loro
incontro a Trouville. «Busso alla porta. Lei apre la porta.
Sorride. Mi bacia sulla guancia. Dice: lei sa che c’è un
campanello. Quando si bussa non si sente niente. Apro la
bottiglia di vino. Il vino è molto cattivo, sa di tappo. Lei
parla, io ascolto (...). Mi dice, venga a vedere, è bellissimo,
e ci sono due sale da bagno, un lusso inaudito, Proust
veniva qui con la nonna, prima di Cabourg, sa, sull’altro
lato, ma io preferisco il lato interno. Il mare tutta la
giornata, notte e giorno, è impossibile. Non dico niente,
ascolto. E lei dice: venga a vedere la cosa più bella di tutte,
il balcone. E davanti a noi Le Havre, il porto petrolifero, e
tutte le luci della notte, è un piroscafo che viene verso di
noi e che non si muove (...)». Segue descrizione di come
Marguerite gli abbia suggerito di andare a mangiare
qualcosa al Central, Yann sia tornato un’ora dopo senza
avere avuto la forza di entrare nel ristorante, e di come lei si
sia alla fine rassegnata a servirgli un pezzo di pollo freddo.
Yann Andréa è stato anche l’uomo che da quel momento in
poi dormì nella stanza del figlio della scrittrice, Jean
Mascolo, che si sentì estromesso da quella presenza
improvvisa e a suo giudizio invadente. Nel 1999 Mascolo
aveva pronto un libro — Duras: la cucina di Marguerite —
di ricette e interviste. Troppo popolare, vitale. Yann Andréa
pose il veto.
@Stef_Montefiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Valentini, la geometria come enigma
Le sue opere sembrano espressioni di musica gregoriana
di SEBASTIANO GRASSO
E
ssere definito, sia pure a 86 anni, «il più
autentico erede di Osvaldo Licini» ha reso orgoglioso Walter Valentini. Anche
perché all’enunciazione sono seguiti i fatti. Trasformata in museo, la casa natale di Licini,
a Monte Vidon Corrado, si apre oggi con una sua
mostra (Siderea mensura), curata da Daniela Simoni: quadri e sculture degli ultimi dieci anni
(catalogo Ephemeria, pp. 100, € 20). D’altronde
era stato lo stesso Licini, in una lettera del 1931
all’amico Checco Catalini (in cui criticava la Quadriennale romana) a suggerire che la sua casa
potesse «benissimo» diventare una Galleria.
Esposti, a venticinque chilometri di distanza,
alla Biblioteca Civica Spezioli di Fermo, libri d’artista e calcografie. Si rinnova «quel piccolo viaggio che Licini compiva, per unirsi alla comunità
intellettuale degli amici fermani». Ma non è finita. Altre due mostre di Valentini verranno inaugurate a Pesaro (Promenade: tavole dal 1974 al
2014) e a Novilara (La grande misura: acqueforti
e acquetinte). Complessivamente, 160 opere.
E così, l’artista marchigiano «in compagnia
dei cieli e delle lune di Licini» s’è ritrovato a
«viaggiare dentro i suoi sogni». D’altronde, come l’autore de I racconti di Bruto, Walter ha sempre creduto nel
rapporto musicale e poetico che
si crea fra linea e linea. Pittura,
scultura, grafica fagocitano il
tempo e lo mutano in bianchi,
calcinosi e quasi violenti; in neri, dove la luce affiora sotto forma d’un disegno geometrico; in
grigi, mischiati con l’oro, con il
blu-mare intensissimo. Colori
che non si trovano allo stato naturale, ma che vengono inventati di volta in volta.
Geometrie come sentimento e geometrie visionarie? Certamente. Valentini apre le porte al
sogno, all’inventiva, al fantastico e alla memoria
che oscilla sulla carta pressata sotto il torchio, in
una sorta di contrappunto, spinta da un artigiano sui generis: muratore, imbianchino. E tessitore con matita, metro, filo a piombo, livella, filo
di cotone, elastico, chiodi, nerofumo, martello,
forbici, carta, stucco.
Che cosa ha spinto e continua tuttora a spingere Walter verso la geometria? S’è già detto: il
segno — talvolta netto o sfumato a seconda del
caso — che trasforma il sogno in specie di pen-
Eventi
Le mostre di
Walter Valentini
sono a Monte
Vidon Corrado,
Casa-museo di
Osvaldo Licini
(12 luglio-12
ottobre); Fermo,
Biblioteca
Civica (13
luglio-12
ottobre);
Pesaro, Galleria
Ca’ Pesaro 2
(16 luglio-16
settembre) e
Novilara, Borgo
dell’Arte
(27 luglio31 agosto)
Walter
Valentini è nato
a Pergola
(Pesaro). Tra il
1947 e il 1948
è a Roma e nel
1949 a Milano
dove ha come
maestri Max
Huber, Albe
Steiner e Luigi
Veronesi e dove
ha poi scelto
di risiedere
Qui sopra: «Cosmo». In alto: Walter Valentini al
lavoro nel suo studio. L’artista lavora
su tela, intonaco e carta (Foto Andrea Valentini)
Filosofia Un libro su Elizabeth Anscombe. Studiò la virtù come forma dell’agire
L’altra metà di Wittgenstein
di MARCO RIZZI
S
embrerebbe difficile accostare la filosofia di Wittgenstein e la dottrina cattolica della transustanziazione
eucaristica. Eppure Elizabeth Anscombe (1919-2001)
non vi vedeva alcuna contraddizione. Personalità forte (fumava il sigaro e portava i pantaloni quando ad Oxford le
donne erano obbligate a insegnare indossando la gonna),
madre di sette figli, era riuscita a vincere la proverbiale
misoginia di Wittgenstein, che le affidò la pubblicazione
delle sue ultime ricerche, a partire dalle Philosophical investigations apparse postume nel 1953.
Convertitasi al cattolicesimo con il marito poco prima
della Seconda guerra mondiale, Anscombe diede ulteriore
prova della sua indipendenza di giudizio opponendosi
all’attribuzione da parte dell’Università di Oxford di una
laurea honoris causa al presidente americano Truman: a
suo parere, questi avrebbe determinato l’uccisione ingiustificata di vite innocenti, autorizzando i bombardamenti a
tappeto e l’uso delle atomiche per abbreviare il corso della
guerra. L’episodio ebbe grande risonanza e determinò una
svolta nella direzione del suo pensiero; alla pubblicazione
del pamphlet contro Truman nel 1956, seguirono infatti
Intention (1957) e l’importante articolo
«Moral modern philosophy» (1958). A
partire dall’analisi del nesso tra linguaggio e comportamento, Anscombe
vi ridisegna il rapporto tra intenzione e
azione, arrivando a delineare una vera e
propria filosofia dell’agire umano:
«Gran parte del mio lavoro ha avuto a
G.E.M. Anscombe che fare con l’intenzione», affermava in
un’intervista concessa verso la fine
della sua vita. Al tempo stesso, Anscombe recupera appieno il concetto aristotelico di virtù come forma dell’agire,
indicando una direzione di ricerca che si sarebbe rivelata
assai feconda nei decenni successivi, specie nell’ambito
anglosassone (basti pensare a Martha Nussbaum). Il profilo
biografico e le dimensioni principali del pensiero della
Anscombe sono ora più accessibili al lettore italiano grazie
al volume di Elisa Grimi che, a volte con un po’ di enfasi, ne
sottolinea il rigore e la coerenza di studiosa e di cattolica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il libro: Elisa Grimi, «G.E.M. Anscombe, the Dragon Lady»,
Cantagalli, pp. 524, € 23
tagrammi in cui le note, sovrapposte, richiamano il contrappunto del XVI secolo; vale a dire il
contrappunto nella sua fase più alta. È come se
alla geometria-melodia gregoriana si unissero i
segni di un’altra, inventata di sana pianta. La geometria diventa un enigma, un rito quasi, resi
con un gioco intelligente di trasposizioni d’ombra che mutano continuamente, spesso appena
percepite. Man mano, si sviluppa una sorta di
narrazione con segni che paiono reperti archeologici. Alla musica si affianca la letteratura. I
messaggi hanno codici di nuovo tipo: quelli d’un
pittore-scultore che alla geometria dà una dimensione magica e alla magia una forma geometrica.
Non si dimentichi che Valentini s’è formato su
una tradizione «rinascimentale» e s’è sempre
mosso nell’ambito architettonico (quindi, anche
geometrico) con una successione di punti e linee sonore che, per esempio, a suo tempo, a Gastone Biggi avevano fatto venire in mente la sarabanda della Suite in sol minore di Bach.
Nato nel 1928, a 22 anni Walter si trasferisce
dalla natia Pergola, in quel di Pesaro, alla città
del duca di Montefeltro. Urbino vuol dire anche
Luca Pacioli (De divina proportione) e Piero della Francesca (De prospectiva pingendi): prende
forma quell’universo geometrico che sarà il leitmotiv di oltre sessant’anni di lavoro e che creerà
un linguaggio pittorico originale su tele — spesso sostituite dall’intonaco — e su carte spesse
come quelle che una volta usavano i macellai che
fregavano sul peso. Poi è venuto anche il bronzo.
Ma che si esprima con la tela, la carta o il metallo, l’ossessione di Valentini resta il tempo. O meglio, il tentativo di unire passato e presente. Il
tutto, come in musica, con variazioni sul tema.
Che, nel suo caso, si mutano in invenzioni e
sempre nuove proposte.
Tele sostituite dall’intonaco, si diceva. Tutto
comincia quando Valentini deve esporre nell’abbazia cistercense di Chiaravalle, in provincia di
Ancona. Davanti a sé ha muri screpolati, dislivelli, macchie, abrasioni, crepe. Coprirli e appendere i quadri o, piuttosto, utilizzare quell’architettura naturale? Non solo le crepe, ma anche la volta, le finestre, il cielo…
L’artista interviene con figure geometriche.
L’esito? Una sorta di installazione permanente.
Grazie alle finestre, le pareti vengono «sfrondate» e il rapporto passato-presente si impossessa
del cielo. E l’architettura dei corpi celesti? Si sostituisce a quella degli squarci. «Carte e misure /
per una navigazione celeste / linee che vincono
lo scuro / del nostro spazio mentale / e salgono
a un giorno futuro / e mai precipitano» canta
Eugenio De Signoribus in catalogo.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
40
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Corriere della Sera SMS
Idee&opinioni
Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984
Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984
Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile
GERMANIA- ARGENTINA
SEGUE DALLA PRIMA
La credibilità del nostro governo dipende dalla sua capacità di passare ora
dalle parole ai fatti. Gli ostacoli sono dovuti a complicati equilibri sociali e a un
groviglio di interessi contrastanti che
frenano il cambiamento. Gli economisti
capiscono bene gli incentivi, ma capiscono poco le istituzioni e l’evoluzione della
società. Governare il cambiamento è un
processo squisitamente politico e nazionale. Questo è vero per noi come per gli
altri Paesi dell’Unione, ognuno geloso
della propria sovranità, ma, anche se in
modo diverso, egualmente incapace di
fare quel salto che renderebbe tutta l’area
dell’euro più competitiva e capace di generare crescita e lavoro.
Ma l’Unione potrebbe essere un’occasione. Un’occasione per aiutare i Paesi a
superare quegli ostacoli al cambiamento
che non permettono di cogliere le opportunità generate dall’interconnessione
delle nostre economie. Questo diventerebbe possibile se l’area euro creasse, come parte della sua governance, un nuovo
framework: gli investimenti verrebbero
indirizzati ai Paesi che attuano riformechiave secondo un meccanismo in cui la
credibilità della realizzazione di queste
ultime sarebbe garantita da monitoraggio e sanzioni. Non è cosa facile costruire
una piattaforma operativa che a livello
europeo permetta di inquadrare correttamente i dibattiti nazionali sulle riforme. In passato si era parlato di contratti
bilaterali tra Paesi. Questa iniziativa sembra essere morta, ma quell’ispirazione
sta riprendendo vita in forma di un progetto multilaterale. Se ne è cominciato a
discutere in vari consessi europei e l’idea
è stata rilanciata da Draghi nel suo discorso a Londra, durante la commemorazione di Tommaso Padoa-Schioppa.
Molti la vedranno con sospetto perché si
tratta di cedere sovranità. È invece l’occasione per rendere credibile un progetto
comune per la crescita. E aprire un dialogo su nuovi fronti in cui l’Italia, in modo
sovrano, possa trovare terreni di iniziativa politica.
Lucrezia Reichlin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’APPELLO PRO MIGRANTI DEI TRE MILIARDARI
NON PIETISMO MA REALISMO (ECONOMICO)
✒
L’unico tratto comune sono i soldi:
ne hanno senza fine. Tutti e tre figurano o hanno figurato nella lista dei dieci
uomini più ricchi del mondo. Per il resto
Sheldon Adelson, Warren Buffett e Bill Gates non potrebbero essere più lontani. Grande finanziatore della destra repubblicana
più oltranzista, il magnate dei casinò; sensibilissimo alla giustizia sociale il mago della
Borsa, al punto da inventare
la regola che la sua segretaria non debba pagare, in
proporzione, più tasse di
lui; filantropo generoso e
paladino di cause come la
lotta globale all’Aids e lo sviluppo delle aree più povere,
il creatore di Microsoft.
Eppure lo scandalo dell’immigrazione, l’incapacità
del Congresso americano di
trovare un’intesa su una legge non più rinviabile, li avvicina. «Abbiamo visioni politiche diverse e le nostre idee divergono anche
sui dettagli di una riforma — scrivono in un
editoriale pubblicato ieri sul New York Times — ma potremmo sicuramente trovare
una soluzione accettabile per tutti noi». È
tempo, secondo i tre miliardari, che i 535
membri del Congresso (435 deputati e 100
senatori) approvino un decreto sull’immi-
grazione che «rifletta sia l’umanità del nostro Paese che i suoi interessi economici».
È ai confini della follia, spiegano, che
l’America apra le sue migliori università a
brillanti studenti stranieri, spesso anche finanziandoli, e poi li deporti dopo la laurea.
La legislazione attuale infatti prevede un tetto massimo di visti permanenti agli immigrati legali, che hanno completato con successo corsi di studio nei college Usa. La legge bloccata
alla Camera ne prevede
l’abolizione.
La riforma, secondo Aldeson, Buffett e Gates, dovrebbe inoltre garantire un
percorso di legalizzazione
per gli immigrati clandestini che rispettano le regole,
con misure punitive anche
più dure per chi le infrange.
Infine, dovrebbe essere aggiornato il programma che dal 1990 accorda la cittadinanza Usa ai grossi investitori, ma che è stato
abusato da molte frodi: i tre imprenditori
suggeriscono permessi di residenza provvisori, legati all’ammontare degli investimenti in nuovi settori. L’unica cosa inaccettabile,
concludono, è l’attuale paralisi.
✒
di GIAN ARTURO FERRARI
N
on si è mai vista una finale
mondiale così carica di simboli,
di significati, di intenzioni, di
valori. Di macroeconomia, di
geopolitica, di antropologia, di
filosofia (per non parlare della religione...).
Un vero e proprio paradiso dell’ermeneutica,
ossia della scienza dell’interpretazione.
Viceversa, le ultime finali erano state, sotto
questo profilo, scialbe e piuttosto deludenti.
Spagna-Olanda (2010) e Italia-Francia (2006)
erano finali d’Ancien Régime, ottocentesche,
piccola politica di potenza sul teatro
europeo. Brasile-Germania (2002) e FranciaBrasile (1998) erano state in realtà l’epopea
di un ginocchio, quello di Ronaldo,
disastrato e causa di sconfitta la prima volta,
risorto e causa di riscatto la seconda. Del
Brasile-Italia del 1994, resterà temiamo
poco, oltre la memorabile (e surreale...)
affermazione di Arrigo Sacchi: «Siamo stati
sconfitti nel risultato, non nel gioco». E
dunque eccoci ritornare indietro di un
quarto di secolo a Germania-Argentina del
1990. Alle notti magiche, sotto il cielo di
un’estate italiana. Ma non sono più quelle
notti (e anche l’estate si fa desiderare), non è
più (ahimè!) quell’Italia, non sono
soprattutto più quella Germania e
quell’Argentina.
Allora la Germania, ancora tramortita dalla
riunificazione di solo pochi mesi prima,
guardava con comprensibile
preoccupazione al proprio futuro.
L’Argentina, governata — anche lei da pochi
mesi — dall’altrimenti ignoto Fernando de
la Rua, viveva ancora nel clima di baldoria
del decennio di Carlos Menem e nel
pittoresco culto di Maradona. Sicché il
favore dell’arbitro, che concesse alla
Germania un rigore molto generoso e
quindi la vittoria, parve tutto sommato
giustificabile, un tentativo di riequilibrare la
sorte, quasi un risarcimento.
In poco meno di venticinque anni la
situazione si è non solo capovolta, ma
cristallizzata in una implacabile simmetria
che, a quel che si vede, ha tutta l’aria di voler
durare in eterno. Emisfero boreale contro
emisfero australe, stabilità e solidità contro
sinistri scricchiolii, ordinata gestione contro
trovate estemporanee. L’insistenza sui conti,
che tanto spiace alle anime latine (comprese
le nostre...), contro le mani sugli occhi per
non vedere, per non sapere. E poi un
allenatore ben vestito, pulito e ravviato
contro l’altro tutto stropicciato e con i
cernecchi bianchi al vento, come un vecchio
zio un po’ balzano. Calciatori con cui si
andrebbe volentieri a cena contro soggetti
che, incontrandoli di notte, si tenderebbe a
cambiar marciapiede. Una cancelliera (una
pastora in verità) preoccupata più di fare il
suo mestiere che di essere simpatica contro
una presidentessa che sembra uscita dalle
pagine di «Cafonal» di Roberto D’Agostino.
Una compagine multietnica, comprensiva di
turchi, ghanesi, polacchi e tunisini tutti
diventati, ma non superficialmente, non per
furbizia, tedeschi contro un’altra compagine
arroccata in un nazionalismo tanto acceso
quanto chiuso.
La verità è che la Germania ha un progetto,
un’idea di sé. E l’Argentina no. Spira da tutta
la Germania una confortante aria di nuova
middle class europea. Standard di vita
elevati, ma estesi e non esibiti. Cultura non
elitaria, ma di buona qualità, non troppa
comunque, visti i disastri del passato. Valori
non troppo sofisticati e complessi, ma chiari
e praticabili. Civiltà di modi, impegno,
merito. Il messaggio d’insieme è
inequivocabile. L’essere tedeschi non è più
questione né di sangue né di terra e neanche
di sublimità di pensiero. È una way of life,
un modo e un modello generale di
comportamento, molto diverso da quello
americano. Un modello oggi applicato alla
sola Germania, ma da estendersi domani —
inevitabilmente — a tutta l’Europa,
applicabile a tutti gli uomini di buona
volontà. Noi compresi.
Certo, se tutto ciò non fosse così
ineluttabile, se i tedeschi non fossero così
convinti — ma senza iattanza, con pacata
ragionevolezza — dell’assoluta bontà della
loro posizione, sarebbe meglio, ci
sentiremmo tutti meglio. Ma siccome così
non è e i giovanotti tutti puliti, con in più
l’anziano Klose (perché loro non sono
ideologici, badano alla sostanza, non
all’anagrafe), son lì a spiegarci che non c’è
niente da fare, così si fa se si vuole vincere,
ecco che gli sbrecciati argentini si
guadagnano, nel segreto del cuore, non
poche simpatie. Partono sconfitti,
naturalmente. Hanno un giorno in meno di
riposo, trenta minuti in più di
supplementari, l’energia nervosa bruciata
nei rigori, uno dei loro giocatori più
importanti infortunato. Proprio per questo
la partita che si gioca domani sera oltre che
un valore simbolico ne ha uno ben
maggiore, profetico, augurale. Guardarla
sarà come per gli auguri antichi guardare il
volo degli uccelli o il fegato delle capre.
Forse vi potremo leggere un presagio su
quello che ci attende, sul nostro futuro.
Perché in definitiva, se è vero che la ragione
(cioè i conti) sono l’unica luce di cui
disponiamo in questa valle di lacrime, è
anche vero che, come diceva Lawrence
d’Arabia, nulla è scritto. Neppure il risultato
di una finale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo Valentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
UNA TRAGEDIA DI INCURIA E PARADOSSI
NAPOLI MERITA UNA NORMALITÀ «COI BAFFI»
Napoli è una città singolare, perché
può permettersi due «baffi» alla
scogliera di via Caracciolo, due inutili prolungamenti, cioè, della barriera frangiflutti,
ma non la manutenzione di un monumento
come la Galleria Umberto, simbolo della Belle Époque e dell’Italia unita. I «baffi» sono
stati realizzati per una gara velica di dubbia
utilità, la messa in sicurezza del monumento
avrebbe invece evitato una tragedia, perché
proprio da uno dei suoi frontoni sono caduti
i frammenti che hanno ucciso Salvatore
Giordano, il ragazzo che ora tutti piangono.
Napoli cade a pezzi, si è detto. Ma l’anno
scorso, il 4 marzo, a distanza di poche ore,
prima è collassato uno dei palazzi più belli
della Riviera di Chiaia, e poi è andata in fumo, per effetto di un incendio doloso, la Città della Scienza. Anche allora la metafora del
crollo apocalittico ebbe la meglio. Eppure,
l’Apocalisse non è ripetibile, non può essere
un evento seriale. Tra l’altro, ogni visione
apocalittica quasi sempre si porta dietro il
suo contrario, e cioè il senso di sconfitta, la
rinuncia, in ultima analisi il rischio di una
delega ai professionisti della protesta. I conti
non tornano, dunque. E certo non si può che
cominciare dall’accertamento delle responsabilità: di quella penale, di quella politica e
di quella civica.
In finale due opposte visioni del mondo
Il metodo contro la teoria del disordine
BEPPE GIACOBBE
TROPPE ILLUSIONI SULLA FLESSIBILITÀ
ECCO COME ATTRARRE GLI INVESTIMENTI
Oggi a Napoli fa discutere il mancato inserimento del sindaco tra i 45 indagati per il
crollo omicida. E salta agli occhi la contraddizione, segnalata dal Corriere del Mezzogiorno, con quanto è avvenuto a Ventotene,
dove per un episodio analogo il primo cittadino è stato invece condannato a due anni e
due mesi. Fa discutere un po’ meno, invece,
il fatto che proprio all’altezza dei frammenti
che staccandosi hanno travolto Salvatore
Giordano ci fosse la sede dell’Ordine degli
architetti. Metafora per metafora, perché
non prendere in considerazione anche questa, se è vero che una città è un organismo
complesso che non può essere governato da
un unico Palazzo?
Ieri, il sindaco de Magistris ha limitato
l’accesso in galleria per motivi di sicurezza.
A tragedia avvenuta. Ma non è l’unico paradosso. Nelle gallerie è nata l’opinione pubblica moderna, che qui si incontrava rinunciando ai salotti privati. Chiudere una galleria è come interrompere un’assemblea di
cittadini. Brutto segno e non bisognava arrivare a tanto. Meglio, molto meglio, sarebbe
stato avere non una scogliera, ma una galleria coi baffi.
Marco Demarco
@mdemarco55
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IN RETE GLI INSULTI A SPIELBERG PER UNA FOTO DI SCENA
I dinosauri e la stupidità che non si estingue
di PAOLO DI STEFANO
S
i sono estinti i dinosauri, iguanodonti
e triceratopi compresi, ma non la stupidità. Questa è la prima morale che
si può trarre dal demenziale diluvio
di insulti piovuti sulla testa del regista
Steven Spielberg colpevole di essersi fatto fotografare, nel 1993, cioè all’epoca di Jurassic
Park, sorridente con alle spalle un triceratopo
visibilmente defunto. La fotografia, postata
su Facebook qualche giorno fa da un certo Jay
Branscomb per vedere l’effetto che faceva, ha
avuto l’effetto (sperato?) di sollevare le proteste furibonde degli animalisti: «disgustoso»
è l’aggettivo più pacato. Per il resto il repertorio di improperi spazia dallo sfumato «uomo
spregevole» al più discutibile «assassino».
Va da sé che si contano fiumi di interventi:
oltre 30 mila condivisioni e seimila commenti. Se il successo (come ormai pare assodato)
si misura dai clic e dal numero dei visitatori,
non si può negare che l’iniziativa di Branscomb è andata felicemente a segno. Ma quest’ultimo «evento» social-mediatico sintetizza bene un grave problema della comunicazione web: un esempio da antologia di quell’intreccio di ferocia, stupidità e ignoranza
che la Rete alimenta quotidianamente, creando un rumore di fondo ormai pressoché assordante per la capacità di diffondersi a cascata nei media.
Lasciamo stare per un momento la violen-
za verbale gratuita a cui rischiamo tristemente di fare l’abitudine. Nel caso (particolare e
insieme emblematico) della reazione alla fotografia di Spielberg, si tratta di una stupidità
virale talmente vistosa da entrare nella sfera
dell’assurdo patafisico. Ennio Flaiano, un sismografo vivente della dabbenaggine universale, lamentava qualche decennio fa i progressi enormi della stupidità, diventata un
«Sole che non si può più guardare fissamente», perché grazie ai mezzi di comunicazione
si nutre continuamente di nuovi miti ridicolizzando il buon senso e spandendo il terrore
intorno a sé. Non c’era ancora Internet. Sarebbe interessante averlo tra noi, Flaiano, per
sentire la sua opinione di fronte a certe manifestazioni becere su Facebook. In particolare
quella di cui stiamo parlando. Perché la sollevazione (pseudo)animalista mostra di non
prevedere la regola biologica del passaggio di
ere, che comporta la conseguenza banale, per
quanto atroce, dell’estinzione dolorosa ma
inevitabile di migliaia, forse centinaia di migliaia, forse milioni, di specie animali, vertebrati e no. E di fronte alla ricostruzione cinematografica di un (finto!) ceratopside morto
si comporta esattamente come se si trattasse
di un criceto o di un cucciolo di panda.
Insomma, il sacro fuoco della battaglia per
la natura si capovolge (per fortuna non sempre) nella negazione del ciclo naturale di lun-
ghissima durata, al punto da proiettare la
propria indignazione in un eterno quanto improbabile presente che ignora ogni profondità temporale. Come se la bellezza (o la bruttezza) di milioni di anni non fosse passata. Un
disturbo cognitivo di massa più che un semplice disorientamento cronologico. Oppure,
peggio, per limitarsi a una costatazione più
terre-à-terre, crassa ignoranza, vulnus nell’apprendimento elementare, che produce un
rapporto surreale con il mondo?
Di fronte a tanto devastante offuscamento
delle minime facoltà critiche, passano in secondo piano un paio di fattori che sarebbero
in sé risolutivi nell’ottica del più semplice
buon senso. Primo, anche nella vita, come
nella letteratura, esiste la fiction ed esiste la
non-fiction: lo slittamento da un piano all’altro è un ulteriore preoccupante segno di deficit culturale. Secondo, anzi primo: l’«assassino» Spielberg non ha ucciso nessun animale
(e come avrebbe potuto, anche volendo, dare
la caccia a un dinosauro?). E questa ovvietà
già basterebbe a invitare gli amici su Facebook a misurare le parole, oltre ad aggiornarsi sulle distanze geologiche: il che è indubbiamente più difficile, perché prevede la pratica, vetusta, della lettura e dell’apprendimento. Almeno un’occhiatina meno rapida
del solito a Wikipedia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
41
italia: 51575551575557
Lettere al Corriere
L’ULTIMA CRISI PALESTINESE
I FALCHI ALLEATI CONTRO LA PACE
Risponde
Sergio Romano
Caro Giavini,
on credo che una tale
misura basterebbe a risolvere la crisi palesti-
nese. Quando gli algerini insorsero contro la Francia nel
1954, il governo di Parigi e i
suoi servizi d’intelligence
cercarono di isolare l’Algeria
dal resto del mondo, ma non
riuscirono a impedire che il
Fronte di liberazione nazionale ricevesse armi e munizioni da Paesi amici o da
chiunque avesse interesse a
soffiare sul fuoco. Finché la
maggioranza dei palestinesi
si riterrà vittima di una ingiustizia, le formazioni combattenti della resistenza continueranno a disporre di armi. La crisi palestinese non si
risolve con prove di forza, che
si sono già rivelate in passato
inconcludenti e dannose. La
soluzione non può che essere
un compromesso tra le posizioni estreme di ciascuna
delle due parti.
Sappiamo che questo è
particolarmente difficile
quando entrambi i conten-
CITTÀ DELL’ALBANIA
BICAMERALISMO IMPERFETTO
Ricordo di Saranda
In attesa degli sviluppi
Caro Romano, circa la sua
risposta di argomento albanese,
segnalo una piccola inesattezza
geografica. Saranda (in italiano
Santi Quaranta. Il nome deriva
da un monastero ortodosso sito
nelle vicinanze, dedicato al
culto di 40 legionari di
Diocleziano che preferirono il
martirio piuttosto che rinnegare
il cristianesimo) non è un’isola,
bensì una ridente cittadina
balneare di fronte a Corfù.
La regione è mistilingue: in
città prevale la lingua albanese,
in campagna quella greca. A
Saranda c’è un albergoristorante che si chiama Porto
Edda (scritto Eda), cioè il nome
imposto alla città dal regime
fascista dopo che la figlia del
Duce (raccontano) ne rimase
incantata avendovi trascorso
un breve periodo di ferie.
Quanto entusiasmo per
l’accordo sulla fine del perfetto
bicameralismo nel nostro
Paese! Vedremo se il
monocameralismo imperfetto
ci porterà vantaggi o se la
possibilità di sfornare leggi più
velocemente non ci complicherà
la vita ancora di più.
L’annosa, drammatica
situazione israelopalestinese sembra non poter
trovare soluzioni nonostante
gli interventi del Papa, del
presidente Usa e di altre
importanti autorità.
Mi domando: come può un
Paese apparentemente così
povero e privo di mezzi come
è quello palestinese investire
tanti soldi in armamenti?
E chi fornisce tali
armamenti? Attraverso
quali canali? Forse, se si
riuscisse a tagliare gli
approvvigionamenti
economici e di armamenti
di Hamas la situazione
potrebbe facilmente
risolversi.
Erminio Giavini
[email protected]
N
Achille Ragazzoni
farmaciadelrenon@
libero.it
Non avrei mai immaginato
che il nome di Porto Edda sopravvivesse in un albergo-ristorante della città.
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
denti hanno tra le loro file
gruppi radicali che non vogliono fare concessioni e sono pronti a sabotare qualsiasi
tentativo di pace. Forse
l’aspetto più inquietante di
quest’ultima crisi è la soddisfazione con cui è percepita
dagli estremisti dei due campi. Sul versante palestinese
piace a tutti coloro che vogliono affondare la ritrovata
unità fra le due famiglie della
politica palestinese: Al Fatah
e Hamas. Sul versante israeliano piace a tutti coloro che
hanno lo stesso obbiettivo e
vogliono soprattutto sabotare la prospettiva di due Stati
destinati a convivere entro i
confini della Palestina mandataria (quella amministrata
dalla Gran Bretagna sino al
1948). Lo hanno fatto per
molto tempo ostacolando la
mediazione del segretario di
Stato americano sino al suo
fallimento e soprattutto servendosi del fatto compiuto
degli insediamenti coloniali
con cui il futuro Stato palestinese è stato progressivamente rimpicciolito. Lo fanno ora
incitando il governo ad agire
militarmente contro la striscia di Gaza. Non so se Benjamin Netanyahu condivida
questa linea o debba accettarla per non pregiudicare l’unità del suo governo, dove i falchi sono numerosi. Ma la distinzione, tutto sommato,
non ha grande importanza.
Finché il governo non rinuncerà alla politica degli insediamenti e a rappresaglie che
puniscono, in ultima analisi,
la popolazione di Gaza, non
vi sarà pace in Palestina.
Per alcuni osservatori par-
ticolarmente attenti Israele
deve ripensare se stesso e il
proprio futuro. In una intervista apparsa ora sul blog
dell’Ispi
(http://
www.ispionline.it/it/intervista/israele-crisi-didentita),
Vittorio Dan Segre descrive la
situazione attuale come una
terza intifada che «non è
combattuta sul terreno, ma
sullo spazio politico dell’immagine. E qui la debolezza
d’Israele è totale. Il Paese deve ripensare la sua capacità di
presentare i propri diritti e
doveri, ma questa impellenza
divide i partiti, incapaci di dire che cosa è realmente Israele. Certamente bisogna “tenere duro” sino al 2016 quando
vi saranno nuove elezioni e si
spera possa delinearsi un
quadro politico che favorisca
una maggiore chiarezza su
questo fondamentale aspetto».
quanto è aumentato il costo
della vita nel nostro Paese!
società, venivano portati sul
ponte Sublicio e gettati nel
fiume.
Franco Bellini, Udine
Mariagrazia Gazzato
Mirano (Ve)
Silvio Benvenuto, Roma
ANZIANI / 1
un’autonomia nelle questioni
internazionali che decisamente
manca a Roma.
Filippo Testa
Baldissero Torinese (To)
NEGLI ULTIMI DIECI ANNI
Aumento delle pensioni
Anno 2005: pensione mensile
lorda di 1.400 euro. Anno 2014:
1.500 euro . Riflessione: negli
ultimi 10 anni la pensione si è
rivalutata di una percentuale
da prefisso telefonico! E, per
carità di patria, non parliamo
di ben tre Irpef (statale,
regionale, comunale) e di
CAPO CIA IN GERMANIA
L’espulsione
Angela Merkel caccia il capo
della Cia a Berlino; da noi,
invece, il colonnello del caso
Obu Omar viene graziato. La
Germania mostra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Varrone e i «pontani»
Per la drammatica situazione
della disoccupazione giovanile
si stabiliscono nel settore
pubblico, compreso quella della
magistratura, limiti di età più
ristretti rispetto al passato per
la permanenza in servizio. Si
tratta di una scelta necessaria e
opportuna, ma non vorrei che,
passo dopo passo, si
ripristinasse il costume
dell’antica Roma, ricordato da
Varrone, dei cosiddetti
«pontani», cioè degli ultra
sessantenni che, considerati
ormai solo un peso per la
ANZIANI / 2
Cure negate
A mio padre è stato detto in
faccia che, poiché è vecchio, la
sua vita vale meno di quella di
un giovane e, dovendo scegliere
chi curare, vista la carenza di
organico in ospedale, per lui non
ci sarebbe stato posto. Lo trovo
crudele e privo del minimo senso
di civiltà che dovrebbe esserci in
una società che tale si vuole
definire e dove la giustizia e la
salute si dicono uguali per tutti.
Monica Costa, Milano
ITALIANI SENZA SOLDI
Solo in certi periodi?
La tua opinione su
sonar.corriere.it
Il Vaticano tenta
di riportare ordine
nei suoi enti finanziari:
una sfida che papa
Francesco vincerà?
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda
di oggi
Sì
Balotelli posta in Rete
una sua foto mentre
imbraccia un fucile. Il
Milan: non possiamo
impedirglielo. È giusto?
58
No
42
Comincia quella fase dell’anno
dove la gente smette di dire che
non ha i soldi, e inizia a postare
foto di vacanze incredibili su
Facebook. Insomma, ma si è
poveri solo in certi determinati
momenti dell’anno?
Valentino Castriota
Trepuzzi (Le)
Interventi & Repliche
La fecondazione eterologa
L’intervista del ministro della Salute ,
Beatrice Lorenzin, pubblicata sul
Corriere del 7 luglio, a proposito della
fecondazione eterologa suscita grande
perplessità del mondo scientifico
italiano, sia per quello che dice ma
soprattutto per quello che non dice. In
attesa delle famose «linee guida» che
saranno definite da un pool di esperti
nominati dallo stesso ministro, mi
auguro che venga considerato anche il
destino delle migliaia di embrioni non
utilizzati che giacciono da anni
congelati in azoto liquido nei laboratori
italiani in attesa di un impianto che
nelle dichiarazioni della Lorenzin non è
nemmeno preso in considerazione.
Cosa ne faremo di questi? Verranno
impiantati, donati alla ricerca
scientifica, o lasciati scadere nel
limbo? Il codice unico nazionale che al
ministero della Salute si sta scrivendo
prevede inoltre un limite di donazione
di ovuli per ogni donna, tra i 5 e i 10, e
non viene specificato il destino degli
eventuali ovuli eccedenti. Viene
addirittura ipotizzata una «adozione»
di tali ovociti, senza specificarne il
futuro destino di vita. Il cosiddetto
«egg sharing», ovvero la donazione
degli ovociti in sovrannumero di donne
che si sottopongono a cure anti
sterilità, non accenna alla
conservazione nominativa degli stessi,
spero prevista, nel caso di fallimento
della gravidanza, per un eventuale
nuovo tentativo di impianto in utero
con gli stessi. Nessuna parola inoltre
viene spesa dal ministro circa la
diagnosi preimpianto, indispensabile e
richiesta da tutto il mondo scientifico
per evitare ed eliminare eventuali
malattie a trasmissione genetica, ed
assicurare la nascita di neonati esenti
da patologie spesso mortali. Per il
famoso e triste scambio di embrioni in
provetta accaduto al «Pertini» di Roma
e forse in altri ospedali italiani, mi
permetto di suggerire al ministro
l’obbligo di etichettatura elettronica di
tutti i campioni biologici, utilizzata in
tutta Europa e obbligatoria anche
sull’insalata venduta nei supermercati,
© 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
PRESIDENTE Angelo Provasoli
Ferruccio de Bortoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
Luciano Fontana
VICEDIRETTORI
Antonio Macaluso
Daniele Manca
Giangiacomo Schiavi
Barbara Stefanelli
AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane
Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano
Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962
Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli
[email protected] - fax 02-6205.8011
© COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere
riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione
sarà perseguita a norma di legge.
CONSIGLIERI
DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821
Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A.
Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
E-mail: [email protected]
oppure: www.corriere.it
oppure: [email protected]
Il dubbio
di Piero Ostellino
Se il nuovo Senato
perpetua antichi vizi
L
a sostituzione del vecchio Senato — i cui membri erano
eletti a suffragio universale — con la cosiddetta Camera
delle autonomie locali, i cui membri saranno eletti dai
consiglieri regionali, conferma che il presidente del Consiglio, come riformatore, o è un incapace o è un imbro-
glione.
Copiata dal modello tedesco e/o da quello americano, nati in
altre culture e in differenti circostanze storiche e che male si attaglia alla nostra situazione — emersa nel processo unitario nazionalista ottocentesco e riflessa dell’Ordinamento statuale del Piemonte monarchico dei Savoia —, la soluzione, che Renzi chiama
«La Riforma», minaccia di risolversi in un colossale pasticcio. Le
autonomie locali — fortemente volute da una sinistra fin dai tempi del Pci orfana di potere a livello centrale e culturalmente e politicamente affetta da organicismo social-fascista ereditato dalla
Repubblica di Salò — erano diventate il luogo della collusione fra
interessi privati e Casta politica, fra sfera amministrativa ed establishment; terreno di coltura di clientele e parentele politiche e
affaristiche già presenti nel sistema politico smantellato da Mani
pulite. Per dirla con altre parole, erano il ricettacolo di una corruzione dal basso che si distingueva da quella dall’alto della Prima
repubblica solo perché venduto come «democratico» dalla sinistra in cerca di soldi. Se proprio si doveva cambiare qualcosa, si
sarebbe dovuto smantellare sia il
bicameralismo perfetto voluto,
per un eccesso di prudenza, dai
costituenti, sia la costruzione ideologica voluta dalla sinistra per faIl rischio è che
re affari a livello locale, e ripristinare, sulle singole amministrazioil riformismo
ni — fino al punto di commissadiventi un regalo riarle, se e quando necessario —
un maggior controllo da parte del
al malaffare
governo centrale; quello stesso
«localistico»
governo, per intenderci, della Destra storica fino al 1876, prima dell’avvento della Sinistra, pur anch’essa liberale, ma esponente di bottegai e affaristi emersi grazie
all’esplosione democratica post-unitaria. Così come lo si vuole, il
riformismo è, invece, un regalo al malaffare delle corrotte Caste
locali che sono succedute alla corrotta Casta centrale.
Una riforma dell’Ordinamento in senso efficientistico e liberale dovrebbe concretarsi nella trasformazione del Senato in un organismo con funzioni di controllo e valutazione dei processi legislativi della Camera dei deputati. Il riformismo di cui ha bisogno il
Paese dovrebbe riguardare il funzionamento della Pubblica amministrazione, sistema fiscale compreso, a tutela delle libertà e
dei diritti soggettivi del cittadino. Nelle statistiche internazionali
sulle libertà e i diritti soggettivi l’Italia è agli ultimi posti. Ma a
questo pubblicitario di detersivi — gran esperto di marketing per
se stesso che, emerso come leader a destra con Berlusconi e a sinistra con Renzi dopo la fine dei partiti storici, è, ormai, da noi, il
capo del governo — non gliene può fregare di meno. Dopo il Cavaliere, che badava agli affari suoi, Renzi contrabbanda per riformismo la perpetuazione delle Caste locali e la loro promozione a
elettrici del Senato.
[email protected]
❜❜
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Staino
FONDATO NEL 1876
CONDIRETTORE
@
PUBBLICITÀ
RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it
PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 20,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00;
CH Tic. Fr. 3,00; (con Io Donna Fr. 3,50), (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50); Cipro € 2,00; Croazia Hrk 15; CZ Czk. 64; Francia € 2,00; Germania € 2,00;
Grecia € 2,50; Irlanda € 2,00; Lux € 2,00; Malta € 2,00; Monaco P. € 2,00; Olanda € 2,00; Portogallo/Isole € 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,00; Spagna/Isole € 2,50;
mentre in Italia addirittura i cognomi
degli aspiranti genitori vengono in
molti ospedali ancora scritti a mano
sulle provette contenenti embrioni vivi,
con margini di errori di scambio
altissimi. La ricerca scientifica avanza a
passi da gigante senza aspettare i
tempi della politica, e il mio auspicio,
come quello di tanti colleghi che
attendono da mesi le decisioni del
ministro Lorenzin e della Consulta
stessa, è che si faccia presto e bene
per assicurare sacrosanti diritti alle
donne, agli uomini e ai tanti bambini in
attesa di nascere, troppo a lungo
rimandati.
On. Melania Rizzoli
Responsabile Sanità FI
EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago
- Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti
23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030
Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034
Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400
Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller
House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost
Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia
na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d
Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47;
sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili
separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93
+ € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino
Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 +
€ 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera +
IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo €
0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e
prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera +
Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + €
0,78.
PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere €
1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como €
1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon-
La tiratura di venerdì 11 luglio è stata di 454.887 copie
ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013
Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per
l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI:
02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni).
* Con “Sette” € 3,40; con “Style Magazine” € 3,90; con “Living” € 5,40; con “La matematica come un romanzo” € 9,80; con “Romanzi d’Europa” € 11,80; con “La riforma del lavoro” € 7,80; con “Tutto Pratt” € 12,89; con “Guida ai rifugi del CAI 2014” € 14,80; con “Le grandi storie Disney” € 9,89; con “La Biblioteca di Papa Francesco” € 12,80; con “Grandangolo” € 7,80; con “Sampei” € 11,89; con “Yara.Il DNA e
altre verità” € 8,80; con “I dolci di Benedetta” € 9,89; con “Scarpette rosse” € 9,80; con “Harry Potter” € 13,80; con “Skylander” € 11,80 ; con “Vasco Rossi - Feedback” € 11,89; con “Grande Guerra. 100 anni dopo” € 12,89; con “Geronimo Stilton. Viaggio nel tempo” € 8,80; con “English Express” € 12,89; con “Biblioteca della Montagna” € 10,80
42
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Spettacoli
Musica in tour
Una stagione ricca
di appuntamenti
segnata
dal concerto
dei Rolling Stones
LIGABUE
Il documentario
I Duran Duran visti da David Lynch
David Lynch e i Duran Duran: un incontro inaspettato che ha prodotto il
docu-film «Duran Duran: Unstaged», in sala il 21, 22 e il 23 luglio.
Il film è nato in occasione del concerto del gruppo a Los Angeles, il 23 marzo
2011, quando Lynch diresse in live streaming la performance della band.
VASCO
440 mila
ONE
DIRECTION
403 mila
(Liam Payne)
156 mila
Il borsino dei protagonisti
ROLLING
STONES
(Mick Jagger)
71 mila
I concerti italiani della stagione:
la classifica degli spettatori
PEARL
JAM
(Eddie Vedder)
58 mila
METALLICA
(James Hetfield)
50 mila
D
agli stadi, mai così tanti
come quest’anno, ai salotti di casa. La musica ha
occupato l’estate. In ogni
ordine di posti avrebbero detto i
commentatori calcistici del passato. Undici concerti in una sola stagione a San Siro non si erano mai
visti. Il massimo erano stati 7 nel
2008 e nel 2013. La partenza è stata con Biagio Antonacci, quindi
due volte a testa per Liga e One Direction, i Pearl Jam, il poker di Vasco (arrivato a quota 21) e sabato
prossimo l’ultimo appuntamento
con i Modà (viaggiano verso i 50
mila ingressi). Oltre mezzo milione di biglietti. E anche l’Olimpico
quest’anno ha vissuto un’estate
rock come solo l’anno scorso con
Liga (2), Vasco (3) e Modà.
Sfida a distanza fra Vasco e Liga. Il rocker di Zocca ha piazzato
quattro sold out a Milano (eguaglia il suo stesso record) e tre a Roma (primato anche qui) per un totale di 403 mila ingressi. Liga ha
fatto «solo» due tutto esaurito a
Milano e Roma, ma ha allungato il
suo tour arrivando a 440 mila biglietti venduti. 1, X o 2? Scegliete
voi.
Che l’ex Meazza sia un posto
speciale non è una novità. Lo ha
dichiarato il Boss e, dopo gli U2
qualche anno fa, gli One Direction
l’hanno scelto per registrare il dvd
del tour mondiale. La boyband è
stata fra i protagonisti della stagione: due show a Milano con i biglietti bruciati in due ore (156 mila) e uno a Torino (40 mila). «Finalmente la classe politica milanese ha posto rimedio ai veti
assurdi che limitavano il numero
dei concerti — commenta Roberto De Luca, ceo di Live Nation (Vasco, 1D, Pearl Jam...) —. Ogni data,
lo ha calcolato l’università di Torino, porta 10 milioni di euro di indotto. Il caso ha voluto che nel
2014 ci siano stati molti artisti da
stadio, ma se per alcuni è il luogo
canonico dove esibirsi attenzione
a chi lo usa come uno status per
promuoversi».
Il singolo evento che, in termini
di presenze, ha battuto tutti è stato quello dei Rolling Stones al Circo Massimo: 71 mila 500 paganti.
«È stato epocale — gongola Mimmo D’Alessandro, organizzatore
BIAGIO
ANTONACCI
32 mila
LINKIN PARK
(Mike Shinoda)
35 mila
AEROSMITH
(Steven Tyler)
30 mila
440
mila
(10 date)
403
mila
(7 date)
156
mila
(3 date)
70(1mila
58 mila
50 mila(1 data)
data)
(1 data)
(1 data)
30(1mila
data)
(1 data)
CORRIERE DELLA SERA
Ligabue e Vasco, l’urlo rock degli stadi
Mai così tanti spettatori a San Siro e all’Olimpico
Estate di rassegne: in arrivo Albarn, Wonder, Young
per D’Alessandro e Galli —. Il mio
ricordo? La visita al Colosseo organizzata per Charlie Watts e Ron
Wood, Mick Jagger a cena con Tornatore e che alle prove riprendeva
tutto con una telecamerina». Non
solo stadi, le grandi adunate rock
hanno funzionato anche con
Linkin Park e Aerosmith a Milano
e i Metallica a Roma: tutti oltre i
30 mila. Pochi gli italiani in giro:
Emma, Giorgia, Elisa, Alessandra
Amoroso, Caparezza... «Funzionano i grandi eventi o i tour con
meno date ma più selezionate —
dice Ferdinando Salzano, ad di
Friends & Partners che cura Liga,
Modà e altri —. Per l’anno prossimo sto lavorando a un sogno: un
tour con più nomi assieme tipo
quello che feci con Pino Daniele,
De Gregori, Ron e Mannoia». La
voglia di musica ha sostenuto anche le proposte più piccole se basate su qualità o leggende del passato. Vedi Plant ieri al Pistoia
Blues o Neil Young (21 luglio, sold
out) a Collisioni, rassegna fra letteratura, musica ed eno-cultura
delle Langhe che porterà a Barolo
✒
Fulmini sul Jammin’. E manca il grande Festival
L’
Inghilterra ha Glastonbury, tre giorni di
rock e fango con centinaia di band.
Barcellona risponde con le adunate del Sonar
(elettronica) e del Primavera (rock in riva al
mare). Sziget (Ungheria), Pinkpop (Olanda),
Roskilde (Danimarca)... sono nomi familiari
per il mondo del rock: il meglio dell’anno passa
da lì con un’offerta che nella stessa giornata
mette assieme superstar e nomi di culto.
L’Italia è tagliata fuori dal giro. Ci ha provato
l’Heineken Jammin’ Festival, dal ‘98 al 2012,
ma, complice anche il maltempo che ha
affossato l’esperienza di Venezia degli ultimi
anni, ha sempre sofferto la scarsa abitudine
del nostro pubblico al festival (si andava per
vedere il big e basta), i cast disomogenei e la
carenza di infrastrutture. (a.laf.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
circa 70 mila persone in 4 giorni.
Più o meno la stessa affluenza del
Lucca Summer Festival che ha come perla Stevie Wonder (20 luglio, inutile cercare biglietti). A
Ferrara Sotto le stelle vince l’indie
rock di Bastille (con George Ezra),
National e Franz Ferdinand. E in
tour ci sono anche Arctic
Monkeys, Paolo Nutini e Damon
Albarn.
Il MiAmi di Milano è una garanzia per il mondo indie italiano:
a giugno 20 mila persone in tre
giorni hanno visto Luci Della Centrale Elettrica, Marta sui Tubi,
Brunori Sas, Tre Allegri Ragazzi
Morti e altri. Mancano i festival
veri, quelli con più nomi nello
stesso giorno. Il Rototom, istituzione europea del reggae, è dovuto emigrare in Spagna e sono fallite anche altre esperienze. Ce la farà Yashwant Bajaj, magnate della
finanza anglo-indiano, che con
Umbria Rock porta Paul Weller e
altri artisti brit a Massa Martana
(1-3 agosto)? «Non chiediamo sol-
Le star
In concerto
Tra i protagonisti
Stevie Wonder
(foto) il 20 luglio
al Lucca Summer
Festival. In tour gli
italiani Elisa,
Caparezza, Emma.
A Ferrara attesi i
Bastille, National
e Franz
Ferdinand. In tour
Arctic Monkeys,
Paolo Nutini e
Damon Albarn e
Robert Plant
di, ma strutture — commenta
Corrado Rizzotto di Vivo Concerti
—. Questo è un bel movimento
sano, fatto di gente che vuole divertirsi, altro che il calcio... E che
spende e si posta favorendo il turismo: il 60% del pubblico dei concerti milanesi viene da fuori regione».
E siamo alla
dimension
minima dello
show. Niccolò
Bossini, chitarrista di Ligabue, si è inve n t a to u n
#acasatour
che lo ha portato a suonare
nel salotto di
chi si offriva.
Ultima data a Poviglio (Reggio
Emilia), il suo paesino, il 30 agosto. E lunedì, la sorpresa di Ed
Sheeran: in attesa di riempire i palazzetti a gennaio, il rosso inglese
si esibirà nella casa di una fan milanese scelta via social network.
Andrea Laffranchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
L’intervista
Spettacoli 43
italia: 51575551575557
Il neodirettore artistico della rassegna romana: le reti generaliste puntano su divertimento facile e storie edificanti
Freccero giudice delle fiction:
in Italia solo fughe nel passato
«Basta con eroi e santi, impariamo dai modelli Usa»
ROMA — «In Italia concepiamo solo
due generi di fiction: quella di puro divertimento, consumo, distrazione e quella
edificante con eroi, preti, giudici, santi...
rivolta al passato. Entrambe sono destinate ai circuiti delle reti generaliste. In
America, soprattutto con la pay-tv, si sta
affermando una fiction che addirittura
prevede e interpreta il futuro». Carlo
Freccero, uno dei maggiori esperti del
piccolo schermo, ha assunto la direzione
artistica del RomaFictionFest, la cui ottava edizione (che sembrava in forse) si svolgerà all’Auditorium Parco
della Musica dal 13 al 18
settembre.
H a l e i d e e m o l to
chiare l’ex direttore di
Rai2, che dai primi anni
Ottanta ha navigato in
Freccero, 66 anni varie reti. Boccia subito
serie e miniserie nostrane: «Io non do pagelle, dico solo che
le reti che producono fiction sono soprattutto quelle generaliste, le quali propongono telefilm arretrati che pescano nella
memoria di un pubblico attempato, che
si rifugia nel ricordo dei tempi andati. Invece ci sarebbero mezzi e autori per produrre un nuovo genere di prodotti per altro pubblico. Ci sta per esempio provando Sky: prima con “Romanzo criminale” e
ora con “Gomorra”, che sta avendo successo in tutto il mondo perché lavora su
un linguaggio diverso, con una mise en
scène cinematografica... Insomma —
precisa — non boccio i prodotti, semmai
boccio Rai1 e Canale 5 che non sperimen-
tano con i bravi sceneggiatori che pure
esistono! Io — rivendica con orgoglio —
produssi il primo Montalbano su Raidue».
Una carriera movimentata e a volte
burrascosa, quella di Freccero: «Il proble-
Poco coraggio
«Si pensa al pubblico maturo
ignorando altre fasce di
telespettatori. L’esempio di
Gomorra su Sky è positivo»
ma è che la fiction italiana è bloccata dalla censura — incalza —, non si possono
trattare certi temi considerati tabù: siamo
in un Paese cattolico bigotto». Si mostra
agguerrito, per far rinascere un festival da
molti considerato moribondo: «Non mi
aspettavo questa proposta che forse mi è
stata fatta per disperazione, perché nessuno l’avrebbe accettata: mi chiamano
sempre all’ultimo momento! — ci scherza su —. Ho il compito di resuscitarlo e,
da quando sono stato chiamato a dirigerlo a quando lo condurrò in porto, ho solo
40 giorni di tempo. È una scommessa, ma
non mi preoccupa: sono riuscito a mette-
Il debutto Recitazione e danza nello spettacolo sulle passioni violate
Carmen, Medea, Cassandra
Il teatro processa tre simboli
ROMA — Tre donne e i loro tipo di violenza: quella del non
racconti di passioni violate, di ascolto».
amori impossibili, di sogni proiLe tre vicende sono ambienbiti. Carmen, Medea e Cassan- tate in tempi e luoghi diversi da
dra: tre simboli di una femmini- quelli originali: Carmen la vedialità declinata in tutte le sue in- mo a Lampedusa, è una profuga
quietanti sfaccettature, icone in- confusa tra gli sbarchi dei midiscusse della letteratura granti e gli scafisti che commerteatrale di tutti i tempi. A loro è ciano in carne umana; Medea la
intitolato lo spettacolo che de- cogliamo in tribunale, interrobutta sabato 19 luglio al Festival gata da un giudice sotto i rifletTeatri di Pietra nella Villa Impe- tori di in un processo mediatico
riale di Pausilypon a Napoli: che ha già emesso giudizi irrevo«Carmen Medea Cassandra - Il cabili; Cassandra la troviamo inprocesso» con la regia e coreo- vece nella Sicilia anni Cinquangrafia di Luciano Cannito e la ta, in un dopoguerra che aggiordrammaturgia di Paolo Fallai. na miti e strumenti del potere.
«Sono passate alla storia come tre donne colpevoli — osserva Cannito — dall’infedeltà all’inutile capacità di vaticinare il futuro col
cuore, al più atroce dei
delitti, l’infanticidio. Le
loro sono storie estreme ed eterne ed è per
questo che abbiamo voluto ragionarci sopra,
per restituire loro la parola. Le loro vicende,
infatti, sono sempre
state raccontate da uomini, in un’ottica dichiaratamente colpevolista». «Carmen — aggiunge Paolo Fallai — è
contesa tra due uomini
e alla fine pagherà sulla
propria pelle. Medea,
sia pure con tutto l’orro- Rossella Brescia e Vanessa Gravina
re della madre che uccide i suoi figli, è colei che subisce
l’oltraggio di Giasone e per que- Parole e corpo
sto compie una strage, i figli so- Protagoniste nei tre ruoli
no solo le ultime vittime. Cas- Vanessa Gravina e la
sandra, relegata nel ruolo di veggente pazza perché non omoge- ballerina Rossella Brescia
nea alla visione del potere in un gioco di rimandi
maschile, rappresenta un altro
Protagoniste nei tre ruoli l’attrice Vanessa Gravina e la danzatrice Rossella Brescia che, in un
gioco speculare di rimandi tra
parola recitata e quella vissuta
con il corpo, condividono il palcoscenico nella doppia interpretazione. «Sono tre personaggi
condannati già a monte, e cioè
dagli autori che li hanno inventati — esordisce la Gravina — . E
il collegamento tra queste figure
e il femminicidio è sin troppo
evidente». Interviene la Brescia:
«Di una cosa sono certamente
colpevoli: di troppo amore. Questo spettacolo è un modo per urlare al mondo le ragioni di queste e di tante altre donne. Purtroppo non si fa mai abbastanza
contro la violenza». In scena insieme alle due protagoniste, il
primo ballerino Amilcar Moret e
l’attore Gennaro Di Biase, insieme a dieci danzatori. Luciano
Cannito intreccia due linguaggi:
parola e danza. «Sì, ma non sono
l’una la didascalia dell’altra e viceversa — avverte — piuttosto
complementari in un’ottica di
approfondimento. La danza descrive con il movimento i tre personaggi, tre “mostri” della storia
del teatro diventati archetipi e
riesce a raccontare anche quello
che le parole non dicono».
«Carmen Medea Cassandra Il processo» sostiene la campagna contro la violenza sulle donne «Le parole non bastano più»
di Intervita. Una parte della vendita dei biglietti sarà, infatti, destinata ad Intervita per supportare «SOStegno Donna», centri
di accoglienza che da settembre
saranno attivi all’interno dei
Pronto soccorso di tre ospedali a
Genova, Trieste e Roma.
E. Cost.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
De Gregori :
così fui scartato
da Fellini
Promossi
e bocciati
Biografie
Carlo Freccero
boccia Rai1 e
Canale 5, che non
sperimentano e
propongono solo
fiction con eroi,
preti, giudici,
santi (nella foto
Gigi Proietti in
«Preferisco il
Paradiso»,
biografia di san
Filippo Neri del
2010). Freccero
promuove invece
Sky per
«Romanzo
criminale» e
«Gomorra»
Rivelazioni
re in piedi canali tv in sei mesi, figuriamoci se non riesco a creare in poco più di
un mese un programma del genere, che
vorrei più lungo di almeno un paio di
giorni, fino al 20 settembre. La questione,
semmai, è sapere quanti soldi ci sono! Mi
hanno già detto che ce ne sono pochi, ma
neanche questo mi spaventa: sarò in grado lo stesso di mettere su un palinsesto
alla grande anche senza soldi».
Promossa dalla Regione Lazio e organizzata dall’Associazione produttori televisivi, la manifestazione è una vetrina di
produzioni nazionali e internazionali,
con tanto di pink carpet dove sfileranno
star e starlette per la gioia dei giovani
spettatori con la febbre da selfie compulsivo.
«Ho appena preso in mano la situazione — spiega Freccero —, quello che posso anticipare è che voglio tre sale: una per
i telefilm statunitensi, che ormai fanno
concorrenza al grande cinema; l’altra per
produzioni italiane ed europee con una
particolare attenzione a queste ultime
che, a mio avviso, soprattutto nel Nord
Europa, sono molto aggiornate rispetto
alle nostre; la terza interamente dedicata
a tavole rotonde e seminari, perché lo
scopo di un festival del genere è prima di
tutto capire dove sta andando, come sta
evolvendo la fiction. Ho deciso che ci sarà
una serata dedicata al “political drama”,
in cui proporremo la prima puntata della
serie-cult danese “Borgen”, che racconta
la storia del primo ministro donna in Danimarca, e la serie di Sky “1992” su Tangentopoli. Poi mi piacerebbe una serata
sugli psicopatici nei telefilm». Tipo «In
Treatment»? «No! Penso a qualcosa di
molto più forte!». E il neodirettore è sicuro che, sulle sue scelte, avrà carta bianca:
«Non possono pormi dei paletti, gestisco
una situazione in emergenza e perciò
avrò più libertà».
Emilia Costantini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco De Gregori, il
cinema e quella volta che
voleva fare l’attore per
Fellini. Il cantautore romano,
ospite ieri del programma di
Rai Radio2 «Non è un Paese
per giovani», condotto da
Giovanni Veronesi e
Massimo Cervelli, ha parlato
del suo rapporto con il
grande schermo: «Quando
non ero famoso, Paolo
Pietrangeli, l’assistente alla
regia di Roma di Fellini, mi
disse che il regista cercava il
protagonista del film. Per
Fellini ho sempre avuto
ammirazione infinita,
dunque tutto speranzoso
sono andato a Cinecittà, dove
Pietrangeli mi ha introdotto
a Fellini. Mi fa camminare, si
rivolge a Paolo e gli dice: cosa
ci devo fare con uno
spilungone rosso di capelli?».
Il rapporto tra i due, però,
non si interruppe lì. «Uno dei
ricordi più belli che ho è la
telefonata che Fellini mi fece
una mattina, molto presto.
Voleva ringraziarmi per gli
auguri di compleanno che gli
avevo fatto, scrivendo un
pezzo su un giornale: mi
emozionai moltissimo».
44
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Eventi
✒
I figli e l’arte
di somigliare
a se stessi
di SILVIA VEGETTI FINZI
O
sservate i piccini mentre
escono dalla scuola
materna: sono tutti unici,
personalissimi, irripetibili
capolavori. Eppure, tra di
loro, non si avvedono se
qualcuno ha la pelle nera o gli
occhi a mandorla o balbetta.
Mentre ammirano i «grandi»
sentenziano «io non sono
piccolo». Tutti uguali quindi.
Alle elementari assistiamo
invece, nello stesso tempo,
a una rapida omologazione
— tanto che, nelle foto di
classe, capita di distinguere
a stento nostro figlio — e a
una altrettanto improvvisa
differenziazione. Li abbiamo
messi negli stessi banchi ma,
fosse per loro, schizzerebbero
lontani come l’acqua nell’olio
bollente. Indipendentemente
dall’ambiente di
appartenenza, aderiscono
testardamente ai più logori
stereotipi sessisti, secondo
cui i maschi sono grossolani e
violenti, le femmine sciocche
e pettegole. Non si accettano
smentite. Con l’adolescenza
però le cose cambiano e il
gruppo dei pari, primo
transito verso la società, si
definisce affermando la
propria differenza rispetto
alla famiglia. Un gergo
particolare, i piercing, la
band preferita, il tipo di Tshirt servono ad affermare
«siamo diversi».
Ma diversi da chi? Solo
costruendo la propria
identità, scoprendo i talenti
personali, scegliendo i valori
di riferimento, le differenze
acquistano senso e valore.
Quando l’Io rimane una
funzione debole e incerta,
l’altro considerato estraneo e
nemico diviene, in negativo,
l’unica possibilità di
autoaffermazione: «non sono
romanista», «non sono
immigrato», non sono un
barbone». All’ingiunzione
«sii diverso» affiancherei
allora una raccomandazione
altrettanto essenziale: «sii te
stesso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL FESTIVAL
NEL SALERNITANO
L’appuntamento Dal 18
al 27 luglio 163 pellicole
sull’universo giovanile
Le star Come al solito tra
gli ospiti divi di Hollywood
Quest’anno Richard Gere
Giffoni
Elogio della
differenza
Il cinema dei ragazzi sfida i pregiudizi
Viaggio nel mondo di una kermesse
che adesso nasce dai social network
T
anto affascinante quanto
i m p e g n a t i vo . G i f fo n i
Experience ha scelto stavolta la diversità come filo
conduttore attorno al quale far
ruotare la 44ª edizione del Film Festival, in programma dal 18 al 27
luglio. Dunque, la parola d’ordine
di quest’anno è «Be different»; ed è
proprio la diversità «la cifra esatta
della bellezza» come spiega il patron e direttore artistico del festival
Claudio Gubitosi. «Le differenze —
dice — sono la sostanza del nostro
essere, la forza della nostra evoluzione».
Del resto, la capacità di rompere
gli schemi è anche la chiave del
successo della kermesse salernitana dedicata ai giovani. «Giffoni —
aggiunge Gubitosi — è solo uno
delle migliaia di comuni sparsi per
l’Italia. Ciò che lo ha reso unico è
proprio la sua “diversità”, ovvero la
capacità di plasmarsi sull’idea iniziale. In una sorta di osmosi tra la
comunità e il festival è nata una realtà vincente che oggi esportiamo
nel mondo».
Anche quest’anno il programma
è ricco e molto articolato. Sono infatti ben 163 i film, in concorso e
non, selezionati su oltre 3.760 produzioni di novanta Paesi. Le diverse sezioni competitive sono Elements+3 (3-5 anni), Elements+6
(6-9 anni), Elements+10 (10-12
anni), Generator+13 (13-15 anni),
Generator+16 (16-17 anni), Generator+18 (dai 18 anni in su). È invece una novità assoluta la selezione
di cortometraggi in concorso, i
Masterclass short films.
Entrando nei dettagli, tra le sezioni non competitive c’è Reload/
Parental Control, con alcuni tra i
migliori film già distribuiti in Italia, e tre focus dedicati al Qatar, alla
Macedonia e alla Georgia. Moltissimi anche gli ospiti attesi, un nome su tutti: Richard Gere. «La cosa
straordinaria — ricorda il direttore
artistico — è che non esiste una
struttura organizzativa ufficiale.
Certo, c’è il nostro team, ma tutto
viene condiviso tramite i social
network. Dai film al tema da affrontare, perfino la grafica delle
magliette. L’intera esperienza si
muove e matura sul web».
Ed è proprio grazie alla naturale
capacità di creare un continuo di
battito sui social network, primo
tra tutti Facebook, che si alimenta
quella che nel tempo è stata istituzionalizzata come «Giffoni Experience». Vera e propria esperienza
di vita, che prosegue ben oltre il
cartellone estivo. Così, il festival è
oggi l’unica kermesse cinematografica che in un certo senso può
contare su 130 mila organizzatori
ufficiali, sparsi nel mondo.
Ma quali sono i titoli che rispecchiano al meglio il tema di quest’anno? Si parte senza dubbio da
«The finishers», diretto dal regista
è Nils Tavernier. Basato su una storia vera, racconta la sofferenza e la
determinazione di un diciassettenne, Julien, che costretto su una sedia a rotelle decide di prendere
parte a una gara di triathlon. Una
sfida quasi impossibile che lo aiuterà a ritrovare se stesso, ma soprattutto a rinsaldare un difficile
rapporto con il padre.
Un altro titolo molto atteso è
«The notebook», diretto dall’ungherese János Szász. Ambientato
Il patron
Gubitosi: «È straordinario
che non esiste una struttura
ufficiale. Tutto si muove e
matura su web e social»
Punti cardinali
Fra i titoli che rispecchiano il
tema di quest’anno, «The
finisher» di Nils Tavernier e
«The notebook» di János Szász
Su le mani I giovani giurati del festival: fondamentali le community in rete
durante la Seconda guerra mondiale, la pellicola racconta la storia
di due gemelli abbandonati dalla
madre a casa di una nonna fino a
quel momento sconosciuta. I due
ragazzi capiranno che la sopravvivenza è legata a doppio filo alla loro capacità di crescere e maturare.
Cambiando genere, un esempio
di buon cinema indio americano è
invece «Beneath the harvest sky».
Anche in questo caso i protagonisti
sono due adolescenti, amici da
sempre, che trascorrono le giornate lavorando nei campi di patate
della provincia del Maine. Sognano di andare altrove, lontano da
una cittadina che è arrugginita, un
po’ come le vite dei suoi abitanti.
Infine, novità assoluta, tra i lungometraggi in concorso quest’anno c’è anche un film d’animazione:
«Jack and the cuckoo-clock heart»,
prodotto da Luc Besson e tratto dal
bestseller «La meccanica del cuore». Tra colpi di scena e atmosfere
che ricordano molto quelle proposte da Tim Burton, l’animazione è
di quelle che fanno sorridere e
commuovere.
Insomma, uno di quei film che
sembrano pensati e girati appositamente per il Giffoni Film Festival.
Raffaele Nespoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il personaggio La storia di Daniele Santonicola che a 13 anni intuì il suo futuro gironzolando negli Universal Studios con Kathy Bates e Will Smith
«Io, da piccolo giurato a film-maker per amore di un sogno»
U
na volta c’erano le sedie di
paglia che ognuno si trascinava in piazza per guardare i
film di fronte a un lenzuolo, ora
gli schermi del festival sono digitali in dolby surround. Per il
Giffoni Film Festival sono passati migliaia di ragazzi, intere
generazioni. Che fine hanno
fatto quelli che ascoltavano i discorsi di Truffaut, Sordi, Streep
a bocca aperta? Dopo 40 anni
sono migliaia le storie cominciate in un festival che ha continuato a evolversi e ad insinuare
nei ragazzi curiosità e passione.
«Per me Giffoni è stata una
porta sul mondo dei sogni»
spiega Daniele Santonicola di
Angri che nel 2002 è stato per la
prima volta al festival da giurato, ha continuato gli anni successivi e l’anno scorso ha vinto
una borsa di studio al dipartimento di cinema della Ucla di
Hollywood. «Il festival ha trasformato in realtà il mio sogno
più grande: il cinema, quello
vero» afferma.
Lo scopo del Giffoni Film Festival non è quello di allevare
generazioni di cineasti, ma forse di cinefili. Le storie raccontate attraverso il cinema e il confronto sono uno strumento di
crescita. Con la costruzione della Multimedia Valley ci saranno
corsi per preparare i ragazzi anche al mondo della produzione.
La storia di Daniele Santonicola
che a 13 anni era uno spaurito
membro della giuria è emblematica. «Potrei raccontare di
una cena con Kathy Bates o di
un giro per gli Universal Studios
accompagnato da John Voight,
papà di Angelina Jolie — dice —
e quando un premio Oscar ti
mostra un set e ti regala marshmallow e noccioline, ti sembra
davvero di far parte di quell’universo incantato. Tutto è
possibile, persino giocare a
bowling con Will Smith: è successo nel 2005, alla prima edizione del Giffoni-Hollywood di
Los Angeles. Ma quello che veramente ha segnato la mia strada è stata la possibilità di vedere
film in lingua originale da tutto
Il presente
Ha studiato cinema al
Dams, gira backstage
e sta scrivendo un corto
su alcuni fatti di cronaca
il mondo, dibatterne assieme ad
altre centinaia di ragazzi giunti
da ogni nazione, incontrare
quei divi, quei registi le cui pellicole per anni avevo studiato».
«La componente decisiva rimane comunque la passione»
ripetono come un mantra tutte
le star che passano per il festival
per incontrare i giurati di tutte
le età. «Dopo vari anni in giuria
— racconta Daniele — il seme
introdotto da Giffoni ha continuato a germogliarmi dentro.
Nel 2007, grazie alla partecipazione al programma Talk-on
from Giffoni e al contest Corto in
progress, il canale Coming Soon
Television mi sceglie tra i cinque partecipanti del programma l’Appartamento veneziano,
in onda tutti i giorni dalla Mostra di Venezia. Nel 2010, con il
Al lavoro Sopra, Daniele Santonicola (26 anni) sul set del
videoclip «Estate». A destra,
con Will Smith, incontrato durante l’esperienza americana
mio collega e amico Giovanni
D’Amaro, giro uno spot per la
città di Pompei che vince il primo premio di un concorso della
Regione Campania e viene proiettato nelle più importanti fiere internazionali». Ora Daniele
vive a Roma dove ha studiato
cinema al Dams, gira backstage
per cinema, tv, teatro e pubblicità. Con un’amica sta scrivendo
un corto su fatti di cronaca e il
suo desiderio è realizzare un vero film. «Dopo la favola giffonese, Hollywood è rimasta nel
mio cuore — conclude — e nel
2013 ci sono tornato, grazie a
una borsa di studio vinta per
studiare ancora alla Ucla. Prima
o poi spero di stabilirmi nella
Mecca del grande schermo».
Biagio Coscia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Eventi 45
italia: 51575551575557
La guida Dal 18 al 27 luglio si svolge a Giffoni Valle
Piana (Salerno) la 44ª edizione del Giffoni Experience,
rassegna cinematografica per ragazzi ormai nota in
tutto il mondo il cui motto è quest’anno «Be different».
163 i film in programma, 3.500 i giurati provenienti da
41 Paesi, oltre 60 talent, 4 Masterclass, prestigiose
anteprime e poi concerti, artisti di strada, circo, teatro e
burattini. Info: www.giffonifilmfestival.it
Scarica
l’«app»
Eventi
Informazione, approfondimenti,
gallery fotografiche e la mappa degli
appuntamenti più importanti in Italia.
È disponibile sull’App Store
di Apple la nuova applicazione
culturale del «Corriere della
Sera Eventi».
È gratis per 7 giorni.
Gli acquisti Il Media Market è ormai uno dei punti forti del festival, affollato di buyer
Sequel Tra le anteprime, il
20 luglio verrà proiettato
«Le vacanze del piccolo Nicolas», seguito di «Il piccolo Nicolas e i suoi genitori»,
diretto da Laurent Tirard
Metà dei film selezionati qui
finisce poi nelle sale o in tv
T
utti in sala. Con le cuffie
davanti a un monitor. È la
Video Library, collocata nelle
antiche Ramiere (affascinanti
e filmiche, da archeologia industriale) dove poter scorrere i
film in gara. Lungometraggi,
corti e cartoon, le anteprime e
le pellicole non selezionate. È
la stanza dei compratori di sogni — dai produttori ai distributori, dai buyer ai registi ai
selezionatori di festival.
È l’angolo del «Giffoni Youth Media Market». Perché il cinema è bello farlo, coinvolgendo i ragazzi e regalando sogni e
speranze, ma se poi non si
vende, è come se fosse fatica
sprecata. Questo è il quarto anno consecutivo di Video library consultabile da tutti gli
accreditati che ne fanno richiesta. Con tanto di lista cartacea
sulla quale puntare il dito e dire: sì, lo voglio. I film sono 200,
tra i 160 selezionati e una quarantina di short-list, tenendo
Quattro titoli in cartellone
conto che, in preselezione, i
lungometraggi sono stati 816 e
2665 i corti.
Per gli stakanovisti del cinema, sono comunque ben ottocento i film nella video-library.
Da qui uscirà il nuovo titolo
blockbuster? No. «Solo pellicole di nicchia e opere prime di
autori, soprattutto dell’area
nord europea» spiega subito
Antonia Grimaldi, vicedirettore artistico del Giffoni Film Festival. Per loro parlano numeri
e percentuali. Punto primo.
«Nell’ultimo anno, l’80% dei
film trasmessi da Sky Family è
stato presentato al Media
8 mln
il giro d’affari in euro
attorno al Festival di Giffoni:
200 i nuovi film sul mercato
Market». Secondo: se le sale
sono in crisi, il mercato del cinema per ragazzi, i nativi digitali, vede nell’on demand
un’ottima via d’uscita. «Anche
perché, ai ragazzi, rispetto a
noi adulti, interessa poco se il
film è una prima visione da vedere al cinema o no; abbiamo
sempre avuto un occhio di riguardo per il mercato televisivo: si pensi alla serie Cata della
Disney, una sorta di nuova Violetta, sulla quale puntiamo
tantissimo» aggiunge Antonio
Giannattasio, responsabile
marketing del Giffoni.
Terzo aspetto, non di poco
conto: «A parte le anteprime,
almeno il 50 per cento dei film
selezionati qui trovano visibilità nel mercato italiano» dice
ancora Giannattasio. I conti in
tasca all’unica rassegna di cinema per ragazzi (occorre
uscire fuori dall’Italia per trovare degli ottimi concorrenti:
dal Cinekid di Amsterdam al
Matt Bomer: «A casa ho scoperto la mente aperta dei bambini»
Denuncia «Behaviour», la vita difficile
dei minori a Cuba (sezione +13)
Il maestro Tra gli eventi speciali, l’ultimo
film di Hayao Miyazaki, «Si alza il vento»
Anteprima In «Step Up All in» il rapper
italiano Guè Pequeno doppia il protagonista
Peppe Aquaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il personaggio Il Giffoni Award all’attore del serial tv, felice padre e sposo gay, simbolo positivo del «be different»
Il premio al divo di «White Collar»
che ha costruito una famiglia diversa
Sorprese «Antboy», un ragazzino timido
che si scopre supereroe (sezione +6)
festival-mercato di animazione a Monferran alla sezione
per bambini, Generation, del
festival di Berlino) si fanno
presto. Con una premessa: «Il
Giffoni è un service di promozione per l’industria del cinema italiano». «Se considerassimo una ventina di film di punta, da 400 mila euro l’uno, potremmo dire che il festival
promuove un giro d’affari da
otto milioni di euro ogni anno» aggiunge il responsabile
marketing. C’è poi l’indotto.
«Qui da noi i film arrivano nudi e crudi: c’è bisogno che siano tradotti, doppiati, adattati e
che abbiano un corredo grafico». In soldoni fa altri 40-50
mila euro a pellicola, ovvero
un milione tondo tondo. L’unico neo: scorrendo i titoli in rassegna, i film prodotti in casa
non sono tantissimi. Le cause?
«Nel Nord e Centro Europa, il
film family è supportato dai
governi locali, che arrivano a
coprire il 50% dei costi, e dai
fondi europei: vuol dire partire
da una base di 5-6 milioni sicuri, praticamente il costo di
un film per tutti».
«R
ingrazio soprattutto
la mia bellissima famiglia: Simon, Kit,
Wa l ke r e d H e n r y.
Grazie per avermi insegnato cosa sia
l’amore incondizionato». Non è il
trito per quanto commosso codazzo
di ringraziamenti che accompagna la
solita passerella per l’ennesimo ritiro dell’inutile premio. Con queste
parole due anni fa Matt Bomer decise di fare coming out di fronte al
mondo, disse davanti a tutti di essere
omosessuale. Anche la scelta del palco da cui pronunciò questo discorso
non era stata casuale. Era la cerimonia di premiazione degli Steve Chase
Humanitarian Awards, a lui veniva
consegnato il premio per il suo impegno per la lotta contro l’Aids. Il Simon a cui si riferiva è Simon Halls,
suo agente ma soprattutto suo compagno. Kit, 9 anni, e i gemelli Walker
e Henry, 6 anni, invece sono i loro tre
figli avuti da madre surrogata.
In una manifestazione il cui slogan è «be different», chi meglio di
Matt Bomer è adatto a ricevere sabato 19 luglio il Giffoni Award? «Non
mi interessa quello che si dice —
aveva detto ancora sul palco degli
Steve Chase Humanitarian Awards
dove davanti a un pubblico in attesa
aveva presentato ufficialmente il
partner —. Sono felice e soddisfatto
nella mia vita privata. Ho un
network e uno show che puntano su
di me. Vorrei dire che c’è una grossa
differenza tra il personaggio che interpreto (il Neal Caffrey della serie tv
White Collar, ndr) e me: io mi fido
troppo. E mi sono reso conto che in
quest’ambiente, non è la cosa più
furba».
Una scelta meditata a lungo, come
quella di rivelare che lui e Simon si
sono anche sposati. È successo tre
anni fa, ma Matt lo ha svelato solo tre
mesi fa. Non perché si vergognasse
della verità, ma per quel sentimento
ormai sempre più raro, in questa società che si mette sempre in vetrina,
che si chiama riserbo: «Non ho mai
voluto nascondere nulla. Semplice-
mente ho scelto di non far esplodere
la mia storia: per me sarebbe come
appendere la mia biografia sulla parete del bagno. Non mi interessano le
chiacchiere e i pettegolezzi a proposito della mia sessualità. Sono felice,
una persona realizzata. Cerco di vivere la mia vita senza alzare troppo il
volume. Non è da me».
Ha raccontato anche la sua vita di
padre: «Avere figli ti insegna tante
cose e una delle cose che sia io sia Simon abbiamo imparato nel nostro
cammino da genitori è come amare e
accettare le menti aperte dei bambini... Il mio sogno è passare tutto il
tempo che posso con i miei figli. Ci
divertiamo a stare all’aria aperta, a
tuffarci in piscina, a saltare sugli elastici, ci scateniamo molto fisicamen-
te. Mi diverto a cucinare un bel barbecue per loro».
Figlio di Sissi e John Bomer, ex
giocatore di football americano nei
Dallas Cowboys, Matt nasce in Missouri l’11 ottobre 1977. Allo sport tipicamente yankee praticato dal padre, preferisce altre forme artistiche:
si laurea in arti visive e dello spettacolo alla Carnegie Mellon University
di Pittsburgh e poi va a New York a
caccia di un ruolo. Si aprono le porte
delle soap opera, prima La valle dei
pini, poi Sentieri. Ma è con le serie tv
che si aprono le porte del successo,
prima Tru Calling, poi White Collar:
sei stagioni, 81 episodi dal 2009 a
oggi, dove interpreta il ladro Neal
Caffrey, un genio della truffa che si
Chi è
Nato nel 1977,
l’americano Matt
Bomer si è fatto
conoscere al
grande pubblico
con la serie tv
«Tru Calling», nel
2003. Dal 2009
è protagonista
di «White Collar»
(foto a destra).
Bomer ha
sposato Simon
Halls: hanno
tre figli grazie a
due gravidanze
in surrogato
(foto in basso)
❜❜
Non mi interessa che facciano
pettegolezzi sulla mia
sessualità. Sono felice e cerco
di vivere la mia vita senza
alzare troppo il volume
ritrova a lavorare come consulente
per l’Fbi. Promosso anche dalla critica del New York Times: «Pensa come
Bill Gates e sorride come Warren Beatty», l’equivalente di un tweet da
retweettare ai posteri. (La sesta stagione di White Collar sarà in prima
visione in autunno su
Fox, mentre il film tv
con Bomer The Normal Heart ambientato
a New York negli anni
’80, durante la prima
grande diffusione dell’Aids, sarà in prima tv
a settembre su Sky Cinema 1).
Difficile resistere a
questo personaggio
che occhieggia a Cary
Grant di Caccia al ladro e a George Clooney di Ocean’s Eleven.
Bello di quella bellezza
che rasenta l’illegale
che tocca solo a pochi
fortunati, affascinante, sempre impeccabilmente elegante
(anche il braccialetto
elettronico gli sta da
favola), colto (è appassionato di arte,
storia e opera), Matt
Bomer ha definito così
il suo alter ego seriale:
«Neal è come un bambino di cinque anni. È
intelligente, ma non
controlla i suoi impulsi: se vede una cosa
che vuole, è pronto a
fare di tutto pur di ottenerla».
Sul set c’è anche l’esperto: «Ho un
consulente che mi insegna l’arte del
borseggio o come forzare una serratura o altri trucchi. Imparo in fretta,
ma dimentico anche in fretta!».
L’ispirazione viene dagli attori di
classe: «Per prepararmi mi sono
guardato parecchi film di Dean Martin». Ma il modello è soprattutto
uno: «Neal ha formato la sua identità
sulla base di personaggi tipo Cary
Grant in Caccia ai ladro. Io stesso
vorrei assomigliare a Cary Grant: affascinante, disarmante, aveva classe,
sempre disponibile con i fan». Lui ha
l’occasione di farlo sabato prossimo.
Renato Franco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
46
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
#
MondialiBrasile
✒
L'analisi
IL GIORNO
DEGLI DEI
OPPOSTI
di MARIO SCONCERTI
S
i cerca di capire fino in
fondo Messi e si finisce
quasi sempre per rimanere
insoddisfatti. Nessuno
discute la sua classe o il
fatto che sia il migliore del
mondo. Si discute quel
piccolo spazio tra lui e il
possesso di sé, della sua
straordinaria differenza,
che resta ancora vuoto. A
volte sembra quasi
disinteressato a quel che
succede sul campo, si
accende e si spenge, è un
atleta ambiguo, non solo
per il fisico, cammina
molto, è più un predatore
che un vero calciatore. Si
illumina quando sente
l’odore del gol. Poi torna
quieto, come se la partita
non gli appartenesse. Va
detto che l’Argentina non
l’aiuta. La vera libertà che
gli dà è fargli fare quel che
vuole, in realtà non c’è uno
che lo serva negli spazi o
sia in grado di fargli un
passaggio oltre
l’avversario. Messi è in
partita quasi soltanto per
dribblare tre avversari per
volta con i suoi piccoli
scatti a ripetizione dove la
palla scompare. Giocare da
solo non è una scelta, è un
obbligo, un suo dovere.
Non ci sono alternative.
Messi è stato un bambino
molto taciturno. La sua
maestra racconta di non
aver sentito la sua voce per
giorni e giorni. Si pensò
perfino a una traccia di
autismo in quella specie di
silenzioso disinteresse per
gli altri. È passato molto
tempo ma è come se quel
silenzio originale pesasse
ancora e lui ne facesse un
riparo. Qualunque cosa
farà ancora nella sua
carriera, niente varrà però
come la partita di domani.
Il resto lo ha già fatto,lo ha
già vinto. Gli manca il vero
gol universale, quello che
toglie dalla cronaca e
trasforma la tua storia in
un eterno presente. Molto
diverso Müller, l’altro
fuoriclasse in campo.
Meno dotato, ma sempre in
partita, con il piacere di
saper essere dove serve. A
volte sbaglia proprio per
troppa partecipazione,
arriva sfinito al tocco
finale. Messi decide una
gara, Müller la costruisce e
spesso la conclude.
Cercando un po’ di epica,
direi che Müller è un
umano zeppo di doti, Messi
un immortale. Müller
rifinisce e rende perfetta
una squadra, Messi la
inventa. Müller non è figlio
di Giove, ma domani farà
certamente una grande
partita. Messi ha molti
parenti sull’Olimpo, ma
non per questo gli basterà
scendere in campo per
vincere. Se vuole l’eternità
dovrà cercarsela da solo. E
stavolta senza appello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un tweet al giorno
Joseph S Blatter @SeppBlatter
Ringrazio i giocatori, le squadre,
gli arbitri, il popolo brasiliano
e le autorità, il comitato
organizzatore e i volontari.
Obrigado #Brazil!
Mani & Piedi Argentina e Germania le due finaliste a confronto nei punti forti
Bomber
Miroslav Klose,
36 anni (Ap)
E tu para
se riesci
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
RIO DE JANEIRO — Mani &
piedi. È stato il Mondiale dei
portieri ma senza gli attaccanti
non si vince. Arrivate agli ultimi due atti di Brasil 2014 le
quattro squadre rimaste a concorrere per il podio devono
molto ai loro portieri. Dal Brasile (Julio Cesar fondamentale
contro il Cile) all’Olanda (Tim
Krul il para rigori anti-Costa
Rica), dalla Germania (super
Manuel Neuer diga su Benzema
all’ultimo tiro della Francia) all’Argentina (Sergio Romero tra
pizzini e patriottismo nei rigori
con l’Olanda).
Piedi & Mani. Si respira la
sensazione che la finale non
terminerà ai rigori, come nel
2006, né si trascinerà ai supplementari, come nel 2010.
Quasi tutti coloro che sono arrivati, o che stanno raggiungendo una Rio de Janeiro grigia
e piovosa, sono convinti che la
finale numero 20 della storia si
concluderà in 90’. E allora saranno fondamentali Manuel
Neuer, 28 anni, 1,93 m. e Sergio
Romero, 27, 1,92 m.; Leo Messi,
27, 1,69 m. e Miroslav Klose,
36, 1,82 m.
El Chiquito è l’ultimo portiere iscritto al club dei migliori.
Tra lui e Neuer, detto il Titano,
uscirà il miglior goleiro del
Mondiale. Percorsi diversi. Romero è un portiere patriottico,
la Seleccion è la sua casa. Neuer
ha vinto tutto, anche più di una
volta, con il Bayern Monaco.
Romero è più forte tra i pali,
Neuer ha due piedi da rifinitore
e le sue uscite vengono insegnate ai ragazzini.
Si sono già trovati nel 2006
ed è finita con quattro palloni
nella porta di Romero. «Ma
questa non è una vendetta»
giura il portiere argentino. Lo
stesso concetto ha espresso
Sergio Agüero: «Non siamo in
finale a caso, abbiamo fatto un
grande Mondiale. La Germania
è forte ma ci teme». Alejandro
Sabella, che secondo il suo manager lascerà dopo il Mondiale,
I portieri Romero e Neuer
protagonisti del torneo
Klose e Messi decisi a batterli
paga (veramente la sua Federcalcio) 247 mila euro di multa
alla Fifa per essersi presentato
da solo prima di Olanda-Argentina in conferenza stampa.
Romero è cresciuto al Predio
Tita Mattiussi, dove si allenano
i ragazzi del Racing di Avellaneda, Manuel Neuer nel settore
giovanile dello Schalke 04 con
Mesut Özil. I due hanno anche
frequentato la stessa scuola, la
Gesamtschule Berger Feld di
Gelsenkirchen, a due passi dallo stadio, ma non nella stessa
classe perché il goleiro ha due
anni in più.
Piedi & Mani. Quelli di Lionel Messi, 27 anni, la pulce assassina che dopo aver trascinato la Seleccion con i suoi gol (4)
nel girone di qualificazione, si è
ritagliato lo spazio di un assist
per Angel Di Maria (stanno facendo tutto per recuperarlo)
poi più nulla. Neuer teme che
stia facendo il percorso inverso
rispetto a Maradona ’86: esplosivo fino alla semifinale, solo
un assist (ma che assist) in finale. Messi potrebbe aumentare la sua media, ferma a 5 reti in
due Mondiali. C’è un po’ questa
idea: Germania Unita contro
Designazione
Finale Mondiale, orgoglio Italia
Al Maracanà arbitrerà Rizzoli
Ci sarà anche un po’ d’Italia nella finale del
Mondiale domani alle 21 al Maracanà. Sarà
Nicola Rizzoli (foto), 43 anni il 5 ottobre,
sezione di Bologna, l’arbitro di GermaniaArgentina. Rizzoli è il terzo arbitro italiano
a dirigere una finale mondiale dopo Sergio
Gonella (Argentina-Olanda 3-1 ai
supplementari, 1978) e Pierluigi Collina (Brasile-Germania
2-0, 2002). In questo Mondiale Rizzoli ha già arbitrato due
volte l’Argentina: contro la Nigeria (3-2) e contro il Belgio
nei quarti (1-0), dopo l’esordio in Spagna-Olanda 1-5.
Leo Messi. Ma l’Argentina ha
un forte collettivo e ci si dimentica che, tra i tedeschi, c’è il
vecchietto che ai Mondiali ha
segnato più gol: Miro Klose, 36
anni, 16 reti in quattro Coppe
del Mondo. In questa sfida Mani & Piedi, Piedi & Mani c’è la
fotografia di Germania-Argentina: Neuer e Messi sono prossimi, fantasisti nei loro ruoli,
capaci di cambiare la partita
con gesti fuori dal comune, come una spettacolare uscita di
testa (Neuer con l’Algeria) o un
sinistro aggirante (Messi con
l’Iran). Mentre Klose e Romero
sono meno estemporanei, si
presentano al momento giusto,
con sicurezza ed esperienza,
malgrado la differenza di età.
Mani di Dio? E i piedi no? Argentina e Germania sono singolare/plurale. Dipendono da
alcuni, dipendono da tutti. Per
vincere. Lo testimonia Klose,
ricordando il 2002. «Quando
hai perso, si sta da schifo».
Quella volta Oliver Kahn disputò un grande Mondiale, fu proclamato miglior portiere prima
della finale, poi fece un paio di
papere. E mentre a Ronaldo lustravano i piedi, lui si sarebbe
tagliato le mani.
Saracinesca
Neuer (28)
(Afp)
Roberto Perrone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Indivisibili Il terzino era capitano di Messi nell’Under 20 e lo ha aiutato nei primi anni a Barcellona: il loro legame è fortissimo
Zabaleta, molto più di un amico per il re del calcio
da uno dei nostri inviati
ALDO CAZZULLO
RIO DE JANEIRO — Come mai Messi ha assistito ai rigori di Argentina-Olanda, dopo
aver segnato il suo, abbracciato a Pablo Zabaleta, e a lui solo? Perché, quando Zabaleta è
stato colpito alla tempia da Kuyt e si è accasciato, Messi è subito corso a vedere se l’incidente era grave e poi è andato a rimproverare
l’olandese?
Zabaleta non è solo il miglior amico di Messi nel mondo del calcio. È qualcosa di più. È il
capitano dell’Argentina Under 20 che prese il
piccolo Leo (che i compatrioti chiamano Lio)
sotto la sua protezione. È l’unico compagno che Messi frequentava quando era
un adolescente sperduto a Barcellona, anche se Pablo giocava nell’altra squadra della città,
l’Espanyol. Per questo Messi gli è
riconoscente. Si appoggia a lui
anche per reggere il peso della
Abbraccio
Zabaleta, di spalle, e Messi
si abbracciano alla fine
dei calci di rigore contro
l’Olanda (Epa)
leadership di Mascherano, suo compagno nel
Barça, che resta il leader naturale della nazionale anche se Messi gli ha tolto la fascia di capitano. Insomma Leo, a volte considerato
anaffettivo e spesso ingeneroso con i compagni di squadra, in particolare con gli attaccanti
(nel Barcellona ne ha divorati parecchi, anche
se ora con Suarez sarà lui a rischiare), vuole
davvero bene a Zabaleta. Spesso si decentra a
destra, dove Pablo gioca terzino, per farsi dare
palla e convergere verso sinistra, con uno dei
suoi movimenti preferiti. Ma il legame è prima umano che calcistico. Zabaleta è per Leo la
capretta che gli allevatori mettono accanto al
cavallo alla vigilia della corsa, l’animale mansueto che stempera la tensione del purosangue. Anche per questo, confida qualche collega argentino, Messi lo impose a Maradona,
nell’indimenticabile biennio in cui Diego
fu il c.t. più pazzo del mondo, e oggi
Alejandro Sabella lo considera un elemento inamovibile.
Barcellona non era un posto ospi-
tale per i giovani argentini, fuggiti dalla crisi
dei primi anni 2000 e venuti a cercare fortuna
nelle squadre catalane. Zabaleta e Messi si incontrarono e si riconobbero. Scrive il biografo
di Leo, Guillem Balague, che «Pablo lo prese
sotto la sua ala, gli faceva da mentore e lo teneva alla larga dalle cattive compagnie», dalle
personalità forti e spregiudicate che talora
plagiano personalità in formazione come
quelle degli aspiranti campioni. Messi viveva
allora in una villetta di Castelldefels, a 30 chilometri dal centro, con il padre Jorge, che però
faceva la spola tra Barcellona e Rosario, dove
erano tornate mamma Celia e la sorella Maria
Sol con il fratello Matias. Il fratello maggiore,
Rodrigo, si era trasferito, ma aveva casa in città. Antonella Roccuzzo, la ragazza amata da
sempre, era lontana, e comunque non si era
ancora accorta di lui. Così, quando restava da
solo nella grande casa, Leo chiamava Zabaleta.
D’estate facevano il bagno in piscina. D’inverno giocavano alla Playstation, anche quattro
ore di fila: vinceva quasi sempre Messi. Co-
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
Sport 47
italia: 51575551575557
In tv
#
Il Pontificio Consiglio della Cultura
Così in finale
BRASILIA
FINALE 3° E 4° POSTO
oggi
BRASILE
OLANDA
ore 22
Raiuno, Sky Mondiale 1
Pararigori
Romero (27)
(LaPresse)
RIO DE JANEIRO
FINALE 1° E 2° POSTO
domani
Il Vaticano chiede
il minuto di silenzio
per la pace nel mondo
GERMANIA
ARGENTINA
ore 21
Raiuno, Sky Mondiale 1
Il Pontificio Consiglio della Cultura
lancia la campagna «Pause for peace»
e chiede un minuto di silenzio prima
della finale di domani per ricordare chi è
colpito dai conflitti e dalle violenze in
tutto il mondo. «Tutti desiderano la
Il protagonista A 24 anni ha già segnato 10 gol ai Mondiali
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
minciava ad avere successo pure sul campo, le
aziende presero a mandargli regali, e lui li divideva con l’amico, che ancora ricorda quando
trovò davanti alla villetta otto Xbox ancora incellofanate: «Prendine una, è tua» gli disse
Leo. Ormai il mentore era diventato lui.
Racconta Zabaleta che con Messi non è mai
riuscito ad arrabbiarsi. «Guidavo sempre io.
Una volta, tornando da un bar, si addormentò.
Non ebbi il coraggio di svegliarlo, mi faceva
tenerezza, e lo portai a Castelldefels. Quando
arrivammo, mezz’ora dopo, mi disse che in realtà voleva andare da suo fratello, che abitava
accanto a me. L’avrei ammazzato. E invece ho
fatto inversione e l’ho riportato indietro. Perché Leo è così: disarmante». Altre volte Messi
invitava a casa Zabaleta, Martin Posse dell’Espanyol, Oscar Ustari che poi sarebbe finito
all’Almeria e gli altri argentini di Barcellona
per un barbecue: non sapeva cucinare, non sapeva neanche dove fossero le posate e i piatti,
ma l’asado serviva a lenire la nostalgia. Altrimenti si andava alla Pampa, un ristorante ovviamente argentino, dove i calciatori nel giorno libero passavano il tempo tra il pranzo e la
cena a parlare della patria lontana. Finito il
suo allenamento, Zabaleta passava al Campo
Nou, e trovava Messi che tirava ancora le punizioni. Ogni tanto, quando arrivava la convo-
La storia di José Gomez
Müller pronto a tutto
«Se serve per vincere
rincorro anche Messi»
«La Champions? Vale meno della Coppa»
Leader
Leo Messi (27)
(Reuters)
cessazione dello spargimento di sangue
nelle numerose aree del mondo»,
afferma il dicastero del Vaticano. Il
cardinale Gianfranco Ravasi ha
promosso l’iniziativa su Twitter con
l’hashtag #pauseforpeace.
RIO DE JANEIRO — Thomas Müller — 10 gol in due
Mondiali, 3 vittorie in Bundesliga, 4 Coppe di Germania, 1 Champions League, 1 Supercoppa europea e 1
Mondiale per club a soli 24 anni — non era un predestinato. Quando la generazione 86-88 (Neuer, Boateng, Hummels, Höwedes, Khedira e Özil) vinceva
l’Europeo under 21, nel 2009, lui giocava ancora nella
seconda squadra del Bayern Monaco e Horst Hrubesch, il centravanti a quattro ante che vinse gli Europei
1980, non prese in considerazione l’idea di convocarlo. In avanti giocava Ashkan Dejagah,
l’attaccante che ha disputato questo Mondiale con l’Iran.
La rivalità tra tedeschi e olandesi è pari a
quella tra brasiliani e argentini, ma Müller non
ha mai smesso di ringraziare un oranje, cioè
Louis Van Gaal: fu lui, da allenatore del
Bayern, dal 2009 al 2011, a bloccare il
suo trasferimento in prestito a una
«piccola», per fargli fare esperienza: «Con me — disse il santone
olandese — le giocherà tutte».
Trecentotrentasei partite e 133
gol dopo (55 e 22 con la Germania) Thomas giocherà domani la
sua gara più importante: «Una
finale di Coppa del Mondo è la
più grande sfida per un calciatore. E il Maracanà è il posto più
bello dove alzare la Coppa. So
che una volta era ancora più
grande, ma la storia di quello stadio è rimasta, anche se lo hanno ristrutturato. La finale di Coppa del Mondo è più importante di quella di Champions League: arriva ogni 4 anni, potresti
farla una volta sola. Per battere l’Argentina metteremo in campo tutto: forza mentale, tecnica e agonistica. E, se vinceremo,
ho già chiamato casa per preparare una grigliata per festeggiare».
Come dice Oliver Bierhoff, general manager della nazionale, la Germania dovrà stare
attenta: «Gli argentini sono persone deliziose
fuori dal campo, ma dentro si trasformano.
Dobbiamo restare calmi, usare freddezza e non
cadere nelle provocazioni. Può diventare una
partita incandescente». Müller sdrammatizza:
«Siamo pronti, siamo concentrati. Dobbiamo fare
la partita e distribuire palla rapidamente, perché
l’Argentina si chiude bene e ha la miglior difesa
del torneo. Non dobbiamo scendere sul piano
dell’agonismo a tutti i costi, ma vincere con il
cazione per la nazionale Under 20, i due prendevano l’aereo insieme e tornavano a casa.
Quando poi lo sceicco Mansour, due giorni
dopo aver acquistato il Manchester City, comprò pure Zabaleta, qualcuno pensò a una consulenza di Messi. Lui dice di essersi limitato a
un sms: «Pablo, ti rendi conto della fortuna
che hai?».
È maturata così l’intesa che oggi si vede sul
campo. Il terzino ovviamente è molto diverso,
dimostra più della sua età, è pure calvo, ha
uno stile efficace ma rude. Per Messi è un fratello maggiore. Per lui Messi è un folletto buono ma se necessario spietato. Rappresenta
l’incantesimo del calcio: un ragazzo toccato
dalla grazia, segnato da Dio si sarebbe detto
un tempo, prima nella sofferenza poi nella
buona sorte. Domani al Maracanà la strada di
Messi è al bivio decisivo. Il numero 10 che nel
Barcellona ha vinto tutto può passare alla storia del calcio conquistando il terzo titolo dell’Argentina; o può sprecare l’occasione della
vita. Vederlo giocare camminando contro
l’Olanda ha preoccupato i compatrioti; ma poi
non ha sbagliato il rigore, e ha atteso il verdetto abbracciato al suo miglior amico. Gli argentini firmerebbero per rivedere la stessa scena
domani sera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nostro calcio. E, se non ci riusciamo, va bene anche fare gol da palla ferma, perché in questo siamo diventati
molto bravi».
Il gol di Hummels contro la Francia è venuto da un
calcio di punizione, il gol di Thomas contro il Brasile
da un calcio d’angolo: «Ma non sarà una partita come
quella di Belo Horizonte. Non ci sarà un 5-0 nel primo
tempo. Contro il Brasile non c’è stato un vero patto,
nell’intervallo, per non umiliarli. Ci siamo detti di giocare in modo serio, evitando però i giochi di prestigio.
Ho già giocato contro Messi e ho ricordi positivi. Credo di non aver mai perso contro di lui, almeno in
gare ufficiali. Per limitarlo bisogna difendere di
squadra: se salta un giocatore, ce ne deve essere
un altro pronto a raddoppiare. Il calcio è tecnica,
ma è anche atletismo. Se devo correre dietro a
Messi, che non è certo lento, correrò». Al Mondiale Müller ha percorso 68,8 chilometri in 562
minuti di utilizzo, Messi 51,9 in 573’.
Non c’è dubbio che il pubblico brasiliano tiferà per la Germania. Il problema è che i tifosi tedeschi al Maracanà saranno 5.000 e quelli argentini partiti con il biglietto 20.000.
Gli altri — a Rio sono previsti in
100.000 — stanno cercando di
comprarli dai brasiliani, che speravano di vedere in finale la Seleçao. Nell’ambito dell’operazione simpatia, la Federcalcio tedesca ha staccato un assegno di
10.000 euro a favore degli indios Pataxòs, confinati in una
riserva vicino al loro ritiro.
Thomas Müller, prima della
partenza dal campo base, costruito per l’occasione da uno
sponsor che poi lo riconvertirà in
villaggio vacanze, si è fatto fotografare con
loro. Hummels è recuperato, Boateng non è
al top. Nel caso, è pronto Mertesacker.
La Germania giocherà con la maglia bianca — anche se quella rossonera, stile Flamengo, è diventata un must tra i tifosi ed è la più
venduta —, mentre l’Argentina dovrà ripiegare
su quella blu. Per gli scaramantici tedeschi è un
buon segno: erano i colori della finale vinta a Italia
90, mentre in quella persa 4 anni prima in Messico
l’Argentina aveva giocato in biancoceleste e la Germania in verde. Müller non è spaventato neppure
dall’appoggio all’Argentina del Papa: «Le forze celesti sono difficilissime da affrontare, ma la Germania di oggi può riuscire anche in questa impresa».
Dribbling alla fame
così in Argentina
nascono i campioni
José Luis Gomez (nella foto) è sempre stato «flaco».
Magro, nervoso e solido, un terzino moderno, di
quelli che corrono sulla fascia ma se c’è da mettere la
gamba, non si tirano indietro. Alla sua prima
stagione nel campionato argentino con la maglia del
Racing Club, questo difensore di 21 anni (da
compiere a settembre) ha subito fatto parlare di sé,
tanto da attirare l’interesse dell’Udinese e del
Galatasaray. La sua sembra la storia di tanti altri
ragazzini argentini, cresciuti nella povertà,
accentuata dalla crisi economica deflagrata nel 2001,
che adesso minaccia un triste revival. José ha 12
fratelli, due dei quali non sopravvivono. I genitori
sono in grave difficoltà in un barrio duro come Villa
Lugano, dove si gioca scalzi per non rovinare le
uniche scarpe. Il cibo da spartirsi è poco e magari va
lasciato un po’ di più al giovane calciatore di casa,
che ha bisogno di energie supplementari e
rappresenta una grande speranza di riscatto per tutta
la famiglia. I soldi per andare in autobus
all’allenamento non ci sono. Ma José, grazie a un
allenatore che gli fa da tassista, riesce a diventare
professionista e presto stupisce tutti per
l’autorevolezza e la continuità delle sue prestazioni.
Dopo la firma del primo contratto svela senza falsi
pudori la sua gioia: «Adesso finalmente posso
comprare le scarpe che servono ai miei fratelli».
Come lui, da Iturbe a Tevez, solo per rimanere a due
argentini molto in
voga in Italia, sono
tanti quelli che
Sensi di colpa
hanno speso il
Il terzino che ha rischiato primo stipendio al
supermercato o con
il posto nel Racing
l’acquisto di una
perché mangiava poco
lavatrice. José come
per i sensi di colpa
altri suoi colleghi
ha preso a
pallonate la
povertà, senza dimenticare mai da dove arriva.
Anche perché il club gli ha offerto una macchina, ma
il padre ha detto «no grazie»: lo ritiene troppo
giovane per i pericoli della strada. E quando il suo
«viejo» non può accompagnarlo, il terzino va al
lavoro in autobus: un’ora e mezzo di tragitto prima
con il 91 e poi con il 178 fino ad Avellaneda. Il
Luca Valdiserri
ragazzino del Racing gioca 16 partite da titolare
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nell’Apertura, poi però all’inizio del torneo di
Clausura sembra tirare il fiato: «All’improvviso —
racconta Mauro German Camoranesi, suo compagno
fino a pochi mesi fa — il suo rendimento ha
cominciato a calare in modo vistoso. Fisicamente
sembrava non reggere più lo sforzo degli
Palla avvelenata
allenamenti e delle partite. È tornato in panchina,
poi di nuovo in campo, ma senza l’assiduità di
prima. Come è ovvio, José è finito sotto osservazione
dello staff della squadra. E si è scoperto che non si
alimentava a dovere. Quando era a tavola con noi si
faceva notare per la lentezza esasperante con cui
ingeriva il cibo, tipica di chi non è abituato a
mangiare molto. Quando non c’erano i pasti comuni,
lui spesso li saltava o li faceva a metà, e non aveva
«Cara Dilma, ti ringrazio ma non vengo». Cristina Kirchner ha deciso
quindi le forze necessarie per continuare a svolgere
di non volare a Rio per la finale tra la sua Argentina e la Germania.
Nella lettera alla collega una serie di spiegazioni: ho un forte mal di gola, la sua attività di atleta. Il motivo? I sensi di colpa di
sabato devo vedere Putin e soprattutto lunedì è il primo compleanno del fronte all’abbondanza di cibo. Lui che aveva sempre
mio nipotino. E poi i medici mi hanno autorizzato ad andare in Patagonia dovuto dividere tutto coi fratelli, non riusciva e non
voleva seguire i ritmi di un’alimentazione che
per la festicciola (tre ore di volo), a patto che riposi di domenica. Che
ovviamente prevede un elevato numero di calorie
giornatacce, amica mia. In Argentina le credono in pochi. Sospettano
che la Presidenta non se la sente bene, questa partita. E assistere a una per avere la necessaria benzina in corpo». José fatica
a superare la crisi di rigetto, ma la società gli sta
sconfitta, con tutti i guai che ha in questo momento, non è il massimo
vicina. La famiglia fa il resto. Il campionato finisce in
(crollo di popolarità, crisi economica, scandali). Ma soprattutto
crescendo e adesso il terzino destro è tra i convocati
Cristina è superstiziosa: in Argentina c’è il precedente di Carlos
per la nuova stagione che sta per cominciare,
Menem, che venne bollato come iettatore perché partecipò alla
assieme anche a un certo Diego Milito, tornato a
partita d’esordio con il Camerun a Italia ‘90. Finì 1-0 per gli
giocare in Argentina. Un calcio povero «dove il 60%
africani. Menem si rifiutò poi di assistere alla finale
dei giocatori — secondo Camoranesi — viene da
con la Germania, a Roma. Mandò il fratello. Finì
realtà molto simili a quella di Gomez». In cui il
male e la fama si allargò a tutta la famiglia.
rischio di avere la pancia piena non è contemplato. E
r.co.
quando passa la fame, quella vera, resta quel buco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
allo stomaco che solo le vittorie possono riempire.
Ricordando Menem
La Kirchner rinuncia
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
48 Sport
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Mondiali
Brasile
L’affare
Suarez al Barça a peso d’oro
e con la clausola antimorso
meglio così, evitando troppe
domande.
«Luis è un talento speciale e
lo ringrazio per il ruolo che ha
avuto nella mia squadra», ha
detto l’allenatore Brendan Rodgers. Il Liverpool lo aveva acquistato dall’Ajax, nel 2011, per
28 milioni di euro. Suarez si è
congedato così dalla Kop:
«Spero che tutti possiate capire
le ragioni della mia decisione.
Il club ha fatto di tutto per trattenermi, ma giocare in Spagna,
dove vive la famiglia di mia
moglie, è il sogno di sempre. E
penso che sia il momento giusto. Lascio Liverpool con il
cuore pesante, perché sia io
che la mia famiglia siamo innamorati del club e della città,
ma soprattutto dei suoi incredibili tifosi. You’ll never walk
alone».
Acquistato per 93 milioni, è il terzo giocatore più pagato
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
ufficiale il suo trasferimento
dal Liverpool al Barcellona per
93 milioni di euro, tra fisso e
bonus. È il terzo trasferimento
più caro della storia del calcio,
dopo i 100 milioni per Bale, i 94
di Cristiano Ronaldo e prima
degli 86,2 di Neymar. Schierare
Suarez in un attacco atomico,
insieme al brasiliano e a Messi,
ha fatto superare ogni problema di etica al Barça, che una
volta rifiutava gli sponsor per
mettere sulla maglia il logo
dell’Unicef. Suarez ha firmato
per 5 anni (ingaggio non comunicato, al Liverpool prendeva 160mila sterline a settimana) e avrà la maglia numero 9,
lasciata libera da Alexis San-
I magnifici quattro
RIO DE JANEIRO — Se dovete chiedere un pronostico, fatelo al giornalista del Toronto
Star che ha scritto questo su
Luis Suarez, prima del Mondiale: «Farà qualche pazzia e
poi partirà la saga di un suo
trasferimento milionario. Se
sarà il caso, è pronto a dare un
pugno a qualcuno». Luisito ha
preferito un morso a Chiellini,
vecchia specialità della casa,
dopo quelli a Bakkal e Ivanovic, più gli insulti razzisti a
Evra.
Preveggenza canadese. Luis
Suarez ha davvero cambiato
maglia alla fine del Mondiale. È
100 milioni
Gareth Bale
(dal Tottenham
al Real Madrid)
94 milioni
Cristiano Ronaldo
(dal Manchester United
al Real Madrid)
93 milioni
Luis Suarez
(dal Liverpool al Barcellona)
86,2 milioni
Neymar
(dal Santos al Barcellona)
chez, che si è appena trasferito
all’Arsenal per 42,5 milioni di
euro. Il Barcellona si è tutelato
con una clausola «antimorso»,
che farà scattare rescissione
del contratto e richiesta danni
in caso di una nuova follia dell’uruguaiano.
Nessuno dubita del valore
tecnico di Suarez, che con il Liverpool ha segnato 83 gol in
133 presenze, 31 nell’ultima
Premier League, e che a 27 anni
è nel pieno della maturità agonistica. Il comportamento è un
altro discorso. E anche il vittimismo, condiviso con tutto
l’Uruguay: non è lui il colpevole, ma è il mondo che complotta. La Fifa ha appena rigettato il
Blaugrana Luis Suarez; in alto, il morso a Chiellini (Epa, Ansa)
ricorso dell’Uruguay contro la
squalifica per il morso a Chiellini (9 gare ufficiali con la nazionale, quattro mesi di «daspo» che gli impediranno anche di allenarsi con la sua nuova squadra e una multa di
100mila franchi svizzeri). L’avvocato del calciatore, Alejandro
Balbi, presenterà reclamo al
Tribunale Arbitrale dello Sport
perché, a suo avviso, la sentenza è «draconiana, totalitaria e
fascista». Il Barcellona non potrà presentare il nuovo acquisto e non è detto che lo faccia a
novembre, quando l’uruguaiano tornerà in campo. E forse è
Luca Valdiserri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cammino
verso la Coppa
GIRONE A
GIRONE B
GIRONE C
GIRONE D
GIRONE E
GIRONE F
GIRONE G
GIRONE H
Data
Ore
Croazia
3-1
Spagna
Olanda
1-5
Colombia
Messico
Camerun
1-0
Cile
Australia
3-1
Brasile
Messico
0-0
Australia
Olanda
2-3
Camerun
Croazia
0-4
Spagna
Cile
0-2
Camerun
Brasile
1-4
Australia
Spagna
Croazia
Messico
1-3
Olanda
Cile
Ore
Grecia
Incontro
3-0
Uruguay
C. d’Avorio Giappone
2-1
Colombia
2-1
Giappone Grecia
0-3
2-0
Ore
Data
Ore
Data
Incontro
Ore
Ore
2-1
Germania
Portogallo
4-0
Belgio
Algeria
2-1
Inghilterra ITALIA
1-2
Francia
Honduras
3-0
Iran
Nigeria
0-0
Ghana
Stati Uniti
1-2
Russia
Sud Corea
1-1
Uruguay
Inghilterra
2-1
Svizzera
Francia
2-5
Argentina
Iran
1-0
Germania
Ghana
2-2
Belgio
Russia
1-0
0-0
ITALIA
Costa Rica
0-1
Honduras Ecuador
1-2
Nigeria
Bosnia
1-0
Stati Uniti
Portogallo
2-2
Sud Corea Algeria
2-4
Giappone Colombia
1-4
Costa Rica Inghilterra
0-0
Honduras Svizzera
0-3
Nigeria
Argentina
2-3
Portogallo
Ghana
2-1
Algeria
Russia
1-1
Grecia
2-1
ITALIA
0-1
Ecuador
0-0
Bosnia
Iran
3-1
Stati Uniti
Germania
0-1
Sud Corea Belgio
0-1
C. d’Avorio
Uruguay
Francia
P G V N P F S
Classifica
P G V N P F S
Classifica
P G V N P F S
Classifica
Brasile
7 3 2 1 0 7 2
Olanda
9 3 3 0 0 10 3
Colombia
9 3 3 0 0 9 2
Costa Rica
7 3 2 1 0 4 1
Francia
7 3 2 1 0 8 2
Argentina
9 3 3 0 0 6 3
Messico
7 3 2 1 0 4 1
Cile
6 3 2 0 1 5 3
Grecia
4 3 1 1 1 2 4
Uruguay
6 3 2 0 1 4 4
Svizzera
6 3 2 0 1 7 6
Nigeria
4 3 1 1 1 3 3
Croazia
3 3 1 0 2 6 6
Spagna
3 3 1 0 2 4 7
C. d’Avorio
3 3 1 0 2 4 5
ITALIA
3 3 1 0 2 2 3
Ecuador
4 3 1 1 1 3 1
Bosnia
3 3 1 0 2 4 4
Camerun
0 3 0 0 3 1 9
Australia
0 3 0 0 3 3 9
Giappone
1 3 0 1 2 2 6
Inghilterra
1 3 0 1 2 2 4
Honduras
0 3 0 0 3 1 8
Iran
1 3 0 1 2 1 4
3 OTTAVI DI FINALE
4 OTTAVI DI FINALE
5 OTTAVI DI FINALE
BRASILE - CILE
COLOMBIA - URUGUAY
FRANCIA - NIGERIA
GERMANIA - ALGERIA
OLANDA - MESSICO
4-3 d.c.r.
2-0
2-0
2-1 d.t.s.
2-1
10 QUARTI DI FINALE
6 OTTAVI DI FINALE
P G V N P F S
7 OTTAVI DI FINALE
COSTA RICA - GRECIA
Classifica
P G V N P F S
Classifica
P G V N P F S
Germania
7 3 2 1 0 7 2
Belgio
9 3 3 0 0 4 1
Stati Uniti
4 3 1 1 1 4 4
Algeria
4 3 1 1 1 6 5
Portogallo
4 3 1 1 1 4 7
Russia
2 3 0 2 1 2 3
Ghana
1 3 0 1 2 4 6
Sud Corea
1 3 0 1 2 3 6
8 OTTAVI DI FINALE
ARGENTINA - SVIZZERA
Le città del Mondiale
BELGIO - STATI UNITI
1-0 d.t.s.
6-4 d.c.r.
11 QUARTI DI FINALE
2-1 d.t.s.
12 QUARTI DI FINALE
Fortaleza
na
Manaus
FRANCIA - GERMANIA
0-1
13 SEMIFINALI
BRASILE - GERMANIA
1-7
OLANDA - COSTA RICA
FINALE 3° E 4° POSTO
BRASILE - OLANDA
Brasilia
oggi ore 22
FINALE
GERMANIA - ARGENTINA
Tutte le partite in diretta online su
www.corriere.it
or
Incontro
Bosnia
Classifica
2-1
dC
Su
Data
Argentina
P G V N P F S
BRASILE - COLOMBIA
ea
ia
ss
ria
Ru
Al
ti
io
ge
lg
Be
a
ni
an
iU
St
at
llo
ia
ga
an
rto
rm
Ge
Gh
Ore
2-1
Classifica
9 QUARTI DI FINALE
Incontro
Ecuador
P G V N P F S
2 OTTAVI DI FINALE
Data
Svizzera
Classifica
1 OTTAVI DI FINALE
Po
n
ria
Ni
Bo
ge
ia
Ira
sn
in
a
as
nt
ur
ge
Ho
nd
an
Fr
Incontro
1-3
C. d’Avorio
Costa Rica
Ar
r
cia
a
do
Ec
IT
Sv
ua
izz
AL
er
IA
ra
ica
er
gh
In
Co
Data
ilt
aR
ua
st
ug
Ur
Gi
Incontro
Brasile
y
ne
rio
ap
vo
d’A
C.
Data
po
ia
a
Gr
m
ec
bi
lia
Co
Au
Incontro
lo
le
st
ra
Ci
da
na
an
ag
Sp
Ore
Ol
o
er
m
sic
Incontro
Ca
zia
oa
as
Cr
Br
Data
un
O
es
E SSSS
M
GR
ile
O RD E M E
PRO
Rio de Janeiro domani ore 21
ARGENTINA - BELGIO
4-3 d.c.r.
B R A S I L E
1-0
Cuiaba
Brasilia
Salvador
Belo Horizonte
14 SEMIFINALI
OLANDA - ARGENTINA
2-4 d.c.r.
Natal
Recife
S U D
A M E R I C A
San Paolo
Curitiba
Rio
de Janeiro
Porto Alegre
CORRIERE DELLA SERA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
❜❜
Sport 49
italia: 51575551575557
Brasilia, ore 22.00
Rivaldo che era con lui al Barcellona, mi ha raccontato
di che pasta è fatto il tecnico olandese
Luiz Felipe Scolari
Terzo posto Battibecchi e polemiche: ora i due tecnici si sfidano
Il Brasile scosso cerca
un po’ di serenità
L’Olanda e lo choc rigori
Tv: ore 22 Raiuno, Sky Mondiale 1
Internet: www.corriere.it
gazioni finora fornite. Felipão
insiste con la teoria del
blackout improvviso, quei sei
minuti di follia che non hanno spiegazioni logiche, tattiche e umane. Neymar, giovedì
riportato in tv per una lunga
Fred escluso
L’esclusione di Fred per
Jo, rientra Thiago Silva,
l’esordio di Maxwell
finora trascurato
ora di autocoscienza davanti
al Paese, ha invece mostrato
molta più personalità e coraggio: «Abbiamo giocato male,
non siamo stati all’altezza di
una squadra da titolo mondiale, quando si perde così bisogna cambiare tutto». La
stampa brasiliana, gli infiniti
dibattiti in tv, hanno ormai
smesso di interrogarsi sull’accaduto e preferiscono guardare avanti. Le ricostruzioni sulla rinascita del calcio tedesco,
la programmazione, l’attenzione al settore giovanile sono
citati come esempi da seguire.
E rafforzano la sensazione che
domani gran parte dei brasiliani tiferà per la Germania:
meglio insomma i carnefici
che ci hanno aperto gli occhi
che i rivali storici.
Tutto quello che oggi Scolari azzarderà al Mané Garrincha di Brasilia contro l’Olanda, uomini o schemi, rischia
di sembrare grottesco. Come
la probabile esclusione di
Fred sin dall’inizio. Rientrerà
Thiago Silva e potrebbe esordire Maxwell a centrocampo,
Macarrão
Mineirão avrà bisogno di anni, forse decenni, per essere
smaltita, ma la ricostruzione
da zero del futebol brasiliano
può almeno partire con un
buon viatico: meglio una reazione da squadra responsabile e conscia del disastro commesso.
Mentre in Brasile comincia
a girare la voce che Scolari potrebbe anche restare al suo
posto — così ha ventilato il
prossimo presidente della Federazione — per la torcida
non è facile accettare le spie-
Consolazione Scolari chiede al
Brasile il terzo posto (Action Image)
Non è una partita inutile, ma la storia racconta che è una gara che in tanti vorrebbero non giocare
Non sarà una partita inutile, ma la finale per il terzo posto di un Mondiale è la gara che in tanti vorrebbero non giocare e
che invece non si è celebrata soltanto nel
1930 e nel 1950. O si è la squadra-rivelazione del torneo (come la Polonia nel
1974) oppure il match n. 63 diventa il festival della delusione. Lo è soprattutto in
questo sabato dove a Brasilia, stadio Garrincha, si affrontano Brasile e Olanda. A
chiarirne il senso ha provveduto Louis van
Gaal: «È meglio perdere 7-1 che ai rigori.
La mia squadra è molto triste, si è infranto
un sogno che non tornerà. Il nostro obiettivo era essere i numeri uno, ora stiamo
tutti male. Perdere così è terribile». Ma sono soprattutto i brasiliani che avrebbero
gradito sparire dopo l’1-7 con la Germania: sono ancora tutti sotto choc; temono
un’altra caduta verticale contro un’avversaria che ha portato ai rigori l’Argentina;
l’abbraccio di Neymar ai compagni in ritiro ha diffuso un’infinita tristezza.
Il 7 luglio 1990, a Bari, la partita per il
terzo posto era diventata la sfida fra due
nazionali, finite nella trappola dei rigori al
penultimo atto. Da una parte l’Italia, eliminata dall’Argentina a Napoli; dall’altra,
l’Inghilterra messa fuori dalla Germania
O RD EM
M E PR
OG
GRE
RES
SSO
SO
Condanna
ci impegneremo, perché arrivare terzi ai Mondiali è comunque importante.
A cercar bene una motivazione, Robben e compagni
hanno quella di lasciare il
Brasile senza aver perso una
partita sul campo, e per
l’Olanda sarebbe la prima volta nella sua storia. Per la Seleção la posta in gioco è appena dare qualche minuto di
sollievo ad una nazione intera. In queste ore le parole che
circolano sono dignità, orgoglio e speranza. La batosta del
Olanda
(5-3-2)
1 Cillessen
15 Kuyt
2 Vlaar
3 De Vrij
4 Martins Indi
5 Blind
20 Wijnaldum
6 De Jong
10 Sneijder
9 Van Persie
11 Robben
Arbitro: Haimoudi (Algeria)
Scolari attacca Van Gaal che parla di favori
RIO DE JANEIRO — La partita che nessuno vorrebbe mai
giocare stavolta sarà più triste
del solito. L’Olanda ci arriva
dopo l’ennesima delusione
mondiale e addirittura negando che questo sia il suo
posto («una sconfitta ai rigori
non è una sconfitta», ha polemizzato il solito Van Gaal);
quanto al Brasile, beh, sul pianeta Terra soltanto chi ha dormito una settimana di fila non
sa cosa sia successo. Poi, certo, ci sono le dichiarazioni di
circostanza: bisogna vincere e
Brasile
(4-3-3)
1 Julio Cesar
23 Maicon
4 David Luiz
3 Thiago Silva
6 Marcelo
16 Ramires
5 Fernandinho
14 Maxwell
7 Hulk
21 Jo
11 Oscar
In campo il festival della delusione
nella finale che non dà mai la felicità
finora mai utilizzato. Altra
possibilità è far riposare l’affranto Julio Cesar e regalare
un gettone di presenza ad uno
dei due portieri di riserva.
L’unica consolazione per i
giocatori che ieri hanno lasciato per l’ultima volta il ritiro di Teresopolis è non aver
subito ostilità da parte della
torcida. Un gruppo di un centinaio di tifosi ha accolto l’autobus in partenza con applausi e cori di incoraggiamento.
Neymar ha ringraziato salutando dal finestrino, altri si
sono trincerati dietro le solite
cuffie con la musica.
Sarà anche il derby delle lamentazioni. Scolari e Van Gaal
hanno passato il torneo beccandosi uno con l’altro.
L’olandese ha iniziato accusando la Fifa di aver favorito il
Brasile, perché ha giocato
l’ultima partita del girone già
sapendo la classifica del gruppo B, quello dell’Olanda. Felipão lo ha definito uno stupido: «Rivaldo che era con lui al
Barcellona mi ha raccontato
di che pasta è fatto quell’uomo». Tutto assai inutile, ormai.
Rocco Cotroneo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cosa c’è dietro
la maschera
di Sabella?
di LUCA BOTTURA
EMERGENZA DEMOGRAFICA «Il Brasile era molto contento
l’anno scorso di ricevere 6 miliardi di turisti, invece l’Italia riceve 40 miliardi e la Francia più
di 70 miliardi» (Carolina Cimenti, «Processo al Mondiale»,
Raiuno)
AVRANNO USATO LE LUCI «Con me, come sempre, Fabrizio Failla». «Ben trovata, Sabrina: sei luminosissima» (Sabrina
Gandolfi e Fabrizio Failla, «Dribbling», Raidue)
BEZZI SUOI «La finalina io
non la chiamerei neanche così
perché è una partita senza senso che non andrebbe giocata:
avrebbe senso solo ci fosse stata l’Argentina» (Gianni Bezzi,
«Talk Mondiale Sera», Raisport)
DIMENTICARE BRASILIA «Stanno arrivando migliaia di
Serena e Italia ’90: «Ola per il terzo posto, ma dolore profondo»
Matarrese e Vicini
«Dopo l’eliminazione ai rigori
con l’Argentina erano stati bravi
a spiegarci che era necessario
battere gli inglesi per la gente»
La febbre di Löw nel 2010
Battuto in Sudafrica dalla
Spagna, Löw si era ammalato:
in panchina con la febbre per il
3-2 della Germania all’Uruguay
Mondiale 2010
Il gol di Khedira contro l’Uruguay (Reuters)
Ovest a Torino. Racconta Aldo Serena, che
c’era: «Dopo aver perso ai rigori, saremmo
andati all’aeroporto per tornare a casa già
quella sera, senza nemmeno passare da
Marino, dove c’era il nostro quartier generale. Nella partita con gli inglesi avevamo
tutto da perdere: le pile erano scariche e
sentivamo la delusione della gente. Invece
per tre giorni erano stati bravissimi il presidente Matarrese, il c.t. Vicini e tutto il
suo staff nell’indicarci con un discorso
non emotivo, ma molto razionale, quanto
sarebbe stato importante arrivare comunque terzi, anche se la coppa era ormai
scappata. E messa di fronte ad una nuova
Mondiale 1978
Cabrini in azione contro il Brasile (Ap)
realtà, quella Italia aveva risposto bene. La
partita era stata una bellissima festa, giocata anche bene e vinta nel finale con il rigore di Schillaci, dopo i gol di Baggio e
Platt; il pubblico aveva fatto la ola; noi e gli
inglesi lo avevamo imitato in mezzo al
campo. Il giorno dopo, ricevuti dal presidente Cossiga, avevamo avuto il riscontro
che la gente ci voleva bene, ma tutti noi sapevamo di non aver risposto fino in fondo
alle attese».
Quattro anni fa, 8 luglio 2010, Joachim
Löw si era persino ammalato, per la delusione della sconfitta nella semifinale di
Durban con la Spagna (Puyol) ed era andato in panchina con la febbre. Per rincuorare la Germania, prima di affrontare (e di
battere) l’Uruguay, Oliver Bierhoff aveva
detto: «La squadra ha giocato un calcio divertente, che ha conquistato tutti e ha dato
una nuova immagine della Germania nel
mondo. Ha dimostrato che ragazzi di origini, religioni, cultura e formazioni diverse fra loro possono formare una squadra
forte e unita. Sono loro i nuovi ambasciatori del nostro Paese». Tabarez, invece, era
stato osannato per l’inatteso quarto posto
dell’Uruguay (500.000 persone avrebbero
accolto la Celeste a Montevideo), ma nemmeno lui era contento di aver mancato la
finale. Löw era già arrivato terzo da vice di
Klinsmann, l’8 luglio 2006, dopo aver battuto il Portogallo a Stoccarda (3-1) e il c.t.,
Terzi posti
1934 Germania
1938 Brasile
1950 Svezia
1954 Austria
1958 Francia
1962 Cile
1966 Portogallo
1970 Germania
Ovest
1974 Polonia
1978 Brasile
1982 Polonia
1986 Francia
1990 Italia
1994 Svezia
1998 Croazia
2002Turchia
2006 Germania
2010 Germania
con la valigia in mano, alla vigilia aveva
confessato: «Non è la partita che volevamo, ma dovremo mettercela tutta. A noi
interessa arrivare terzi, anche per rispetto
dei tifosi», mentre Scolari, allora c.t. del
Portogallo, senza immaginare quanto gli
sarebbe accaduto nel 2014 con il Brasile,
aveva detto: «Questa finale è importante
più per gli interessi economici degli sponsor che per le squadre che la disputano. È
molto difficile motivare i giocatori, perché
si pensa a quello che si è perso e non a ciò
che si potrebbe vincere».
Il 24 giugno 1978 era andata in campo
un’Italia scarica per giocarsi il terzo posto
contro il Brasile, dopo aver sognato la finale con l’Argentina, quando gli azzurri si
erano ritrovati in vantaggio con l’Olanda il
21 giugno (autogol di Brandts, 18’ p.t.),
prima delle reti di Brandts (5’ s.t.) e Haan
(30’ s.t.). E dopo un tempo, gli azzurri, in
vantaggio con Causio, avevano ceduto di
fronte al Brasile, con i gol nella ripresa di
Nelinho e Dirceu. Il 28 giugno 1986, la
Francia, battuta al penultimo ostacolo
dalla Germania Ovest, quando già sognava la finale, avrebbe rinunciato volentieri a
battersi per il terzo posto con il Belgio.
Platini, a pezzi (tendinite), era stato costretto a fermarsi, ma alla fine i francesi
avevano vinto: 4-2. Senza essere felici.
argentini: è stato aperto in via
eccezionale anche un settore
del sambodromo, ed è stata
concesso l’uso alla colonia argentina che sta arrivando a Rio,
nella capitale» (Valerio Iafrate,
«Dribbling», Raidue)
AZEGLIO E’ PASSATO «L’abbiamo giocata al massimo, la finale per il terzo posto del ’90:
Bearzot aveva fatto qualche
cambio di formazione, chi entra
poi vuol far bene, quindi ci tenavamo a finir bene» (Beppe
Bergomi, «Copacabana Live»,
Sky: l’allenatore era Vicini)
BONAN LA PRIMA «Secondo
me dopo la finale se la toglie la
maschera Sabella e chissà cosa
c’è dietro quel volto strambo»
(Alessandro Bonan, «Copacabana Calciomercato», Sky)
SOMMO GAUDIO Inzaghi, ieri:
«Balotelli già oggi fa la differenza». Divisioni e moltiplicazioni comincia a studiarle il mese prossimo.
(ha collaborato
Francesco Carabelli)
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
50 Sport
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Nba, LeBron torna a Cleveland Atletica, grande Eaton nei 400 hs
Tennis, Errani in semifinale
Clamoroso nel mercato Nba: LeBron James lascia i Miami Heat e torna ai Cleveland Cavaliers. A dare l’annuncio è stato lo stesso campione
in una lettera aperta a Sport Illustrated. «Torno a casa, sono pronto ad
accettare la sfida — ha scritto James— . Ora voglio vincere altri titoli,
ma la cosa più importante è portare un trofeo in Ohio».
Sfuma il derby azzurro al Wta di Bad Gastein 2014: Sara Errani vola in
semifinale rimontando un set di svantaggio alla sudafricana Schepeers
(2-6, 6-1, 6-3), ma Camilla Giorgi cede 6-1, 7-5 alla sorprendente americana Rogers. Semifinale, ma a Bucarest, anche per Roberta Vinci. La tarantina
ha battuto per 7-5, 6-3 la ceca Petra Cetkovska.
Diamond League, meeting di Glasgow: il giamaicano Ashmeade ha vinto i 100 (9”97 come Rodgers, secondo); il panamense Edward ha vinto i 200
in 20”25; grande secondo posto di Eaton (decathleta) nei 400 hs (48”69,
dietro a Culson). Doppietta etiope nei 5.000 (Gebrhiwet su Alamirew); secondo posto (m 2,25) per Fassinotti nell’alto. Oggi seconda giornata.
Social rischiosi L’immagine e la frase «un bacio a chi mi odia» subito rimosse. Il Milan: vorremmo intervenire ma non possiamo
Per la Figc
La folle estate di Mario a tweet armato
Riprende
quota
Albertini
Inzaghi chiede rispetto delle regole, Balotelli diffonde una foto con il fucile
MILANO — Fucili, calabroni,
anelli e pitoni. La pazza estate di
Mario Balotelli non conosce
noia, silenzio e tantomeno raccoglimento. Il luglio in 3g di
Supermario è pieno di pensieri
riassumibili in 140 caratteri:
mai banali, è onesto riconoscergli. Il nuovo allenatore lo
aveva messo in guardia il giorno della presentazione ammonendo: «Si riparte tutti da zero,
chi non rispetta le regole non
gioca»? Che sarà mai? Mario,
come il bambino più esuberante della classe che sfida la maestra, replica attraverso un messaggio pulp: «Un bacio a chi mi
odia», come didascalia a un selfie in cui si ritrae con un fucile
in mano. La foto fa il giro del
web prima di essere rimossa e
rimpiazzata da una citazione di
Albert Einstein: «La struttura
alare del calabrone, in relazione
al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo
stesso».
L’iniziativa di Supermario ha
spiazzato, tanto per cambiare, i
vertici milanisti che dopo multe, reprimende pubbliche e private, carezze e minacce sognano in privato l’eliminazione dal
commercio mondiale degli
smartphone. «Qualche idea sui
social network ce l’avrei» ha
confessato ieri mattina a Casa
Milan Adriano Galliani durante
la presentazione dei nuovi arrivi. «Ho provato tante volte a insistere con l’avvocato Cantamessa che però mi ha sempre
bloccato dicendo che si viola la
liberta dell’individuo impedendone l’uso». In realtà ogni giocatore, al momento della firma
con il club, sottoscrive un codice etico in cui si impegna a non
diffondere via social notizie relative alla salute propria o dei
compagni, critiche verso l’allenatore o la società o semplicemente fatti interni al club. Impedimenti diversi, norme alla
mano, sarebbero illegittimi
(anche se la Juve, pare, sia molto rigida con i propri calciatori):
eppure i due ad del Milan desidererebbero che i propri tesserati comunicassero in maniera
conforme allo stile della società, obbedendo a un codice non
Sulla Rete senza rete
La bravata
Balotelli, 23
anni, nel tweet
incriminato
Con Fanny Bocche cucite durante il ritiro in Brasile
scritto di comportamenti. Ma
Mario nella sua folle estate è già
stato a raffica sotto i riflettori di
Twitter: il 10 giugno scorso nel
ritiro di Mangaratiba sentì la
necessità di rompere la monotonia della concentrazione premondiale annunciando le imminenti nozze con Fanny. «Ha
detto sì, il più importante sì
della mia vita». Poi tralasciando
❜❜
La tentazione di Galliani
Qualche idea sui social
l’avrei, ma l’avvocato mi
blocca per non violare
la libertà dell’individuo
le prestazioni non brillanti e
l’eliminazione prematura dell’Italia, nella notte post-Uruguay, mentre cadevano le teste
di Prandelli e di Abete, decise di
ossigenarsi la sua.
Ha replicato alle critiche per
il disastro della Nazionale scrivendo una lettera nella quale ha
confessato di sentirsi vittima di
razzismo. «Forse, come dite voi,
non sono italiano. Gli africani
non scaricherebbero mai un loro fratello». Quindi è corso in
vacanza con la bella Fanny in
Florida dove si è fatto immortalare con un alligatore in mano
(lei, come testimonia un video,
invece con pitone che ha cercato di infilarsi là dove non batte
mai il sole). Intanto la quotazione di mercato cala. Per fortuna non c’è da pagare la maxibuonuscita a Galliani che gli ultrà gli rimproverano: «Non ho
diritto ad alcuna liquidazione:
sono amministratore delegato
scelto dai soci, mai stato dipendente del Milan». Barbara lo
conforta: «Mi spiace che esca
sempre la storia del dualismo
fra noi. Si possono avere idee
diverse ma lavorare insieme per
un obiettivo comune». Tipo,
spegnere il telefono di Mario.
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mercato, frenata Rami-Milan
Thohir: «Inter di nuovo grande in tre anni»
Con l’alligatore Durante la vacanza in Florida
Biondo in auto Il ringraziamento ai propri fan
MILANO — «Voglio riportare l’Inter a grandi
livelli anche in Europa. Ma per ricostruire una
grande squadra servono 2-3 anni». Parola del
presidente Erick Thohir». I nerazzurri intanto
hanno concluso l’affare M’Vila. Ieri il
centrocampista francese ha firmato il contratto:
arriva in prestito oneroso (500 mila euro) più diritto
di riscatto fissato a 9 milioni. Manca soltanto
l’annuncio ufficiale: «Arriverà — spiega il d.s.Piero
Ausilio — appena il Rubin Kazan formalizzerà per
scritto le intese verbali». M’Vila è già arrivato a
Pinzolo dove ha raggiunto la squadra in ritiro. Lo
stesso Ausilio tiene viva la pista Jovetic e conferma
l’interesse per il cileno Medel (Cardiff), una delle
rivelazioni del Mondiale: l’offerta al giocatore è di un
quinquennale a 1,8 milioni a stagione. Si complica
invece il riscatto di Rami per il Milan. L’affare è in
stand-by dopo che il Valencia ha chiesto il
pagamento cash dei 4,25 milioni pattuiti. La
trattativa prosegue senza sosta, anche perché il
giocatore vuole il Milan e non l’ha presa bene:
«Ho molte cose da dire, i tifosi devono sapere» ha
scritto su Twitter. Entro lunedì, giorno del
raduno, la Juventus punta a chiudere l’acquisto di
Iturbe dal Verona e per martedì attende l’arrivo di
Morata. La stampa inglese, intanto, ribadisce
l’interesse del Chelsea per Pogba: pronti 60
milioni di sterline (circa 73 milioni di euro) per
convincere la Juve. La Fiorentina prende a
sorpresa il giovane centrocampista australiano
Joshua Brillante. Simone Scuffet, giovane portiere
dell’Udinese, potrebbe lasciare la serie A: l’Atletico
Madrid, infatti, insiste per portarlo in Spagna
(costo 5 milioni) e girarlo in prestito al Getafe.
Filippo Bonsignore
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MotoGp Un anno fa al Sachsenring la caduta e l’inizio del calvario, tra paure e mancanza di risultati. Nelle libere è terzo
Lorenzo cerca la luce sulla pista dove iniziò la sua crisi
DAL NOSTRO INVIATO
SACHSENRING — Jorge Lorenzo garantisce che è «messo bene» e se lo dice lui c’è da credergli:
ieri ha chiuso terzo dietro Aleix
Espargarò e Marquez (caduto senza danni) e davanti a Rossi, 10°;
magari oggi migliora (qualifiche
alle 14, tv Sky Sport MotoGp) e domani pure vince. Sarebbe la prima
vera luce nel suo periodo più buio
da quando, nel 2008, è arrivato in
MotoGp.
L’abisso si aprì proprio qui 12
mesi fa. Campione del mondo in
carica, era reduce dalla leggendaria e temeraria impresa di Assen:
5° posto in gara 36 ore dopo
un’operazione alla spalla sinistra
in anestesia totale. Un eroe. Così il
12 luglio, in prova, Jorge va a palla
come niente fosse ma vola in cur-
va, in discesa, a 230 all’ora, piombando proprio sulla spalla operata. La placca appena inserita nella
clavicola si piega e stavolta anche
l’eroe si deve fermare. È lì che di
fatto Lorenzo consegna il suo titolo a Marquez, nonostante un mostruoso ma illusorio finale di stagione con 4 vittorie nelle ultime 6
gare.
Tempo dopo Jorge avrebbe confessato: «Quel giorno in Germania
ho avuto troppa fiducia in me, non
vedevo più il rischio. La condizione perfetta per fare danni». Ammissione di colpa per la «ubris»,
rabbia per non aver imparato le lezioni che l’asfalto gli aveva dato in
passato: «Credevo di avere imparato tutto, invece ho scoperto a
mie spese che sono vulnerabile». Il
segreto di un rider è stare in equilibrio tra onnipotenza e paura. Se
eccede da una parte o dall’altra,
precipita. Jorge, testosteronico e
sensibile in pari misura, adesso sta
sulla riva della paura, e lo ha ammesso due settimane fa ad Assen
dopo un 13° posto razionalmente
inspiegabile: «Ho avuto paura, ho
ripensato all’anno scorso. E se un
pilota perde coraggio non va da
nessuna parte». Umano, troppo
umano, anche se poi ha aggiunto
che «ciò che è successo è legato
solo ad Assen e alla pioggia. Altrove cambierà. In fondo, non lotto
per il titolo, perché rischiare? Nel
2008 sono caduto per 4 gare di fila
e a un certo punto non mi ricordavo nemmeno il mio nome…».
Il problema, comunque, esiste.
E anche se Jorge imputa i suoi
guai, e il suo misero quinto posto
in classifica a 119 punti da Marquez, ora alle gomme ora al moto-
MILANO — Sono giorni decisivi per il futuro della Federcalcio. Tra lunedì e giovedì, il
presidente della Lega Dilettanti, Carlo Tavecchio, incontrerà le varie componenti federali per capire, in via definitiva, se la sua candidatura potrà contare su quelle larghe
intese, necessarie non soltanto per essere eletto, quanto per
poter guidare un governo di
pesanti riforme. L’incontro
più delicato sarà quello con
l’Assocalciatori, guidata dal
presidente, Damiano Tommasi, che spinge per la discesa in
campo di Albertini. Da questo
vertice potrebbe nascere una
nuova ipotesi di lavoro, con
Albertini candidato alla presidenza, attraverso un programma fortemente innovativo
(meno stranieri; riforma dei
campionati; più spazio ai vivai
e alle nazionali); Tavecchio
Fiducioso
Jorge Lorenzo, 27 anni, terzo dopo le libere (LaPresse)
re, l’opinione diffusa nel paddock
è una sola: cabeza. La testa. Perché
Jorge pensa molto, lo ha sempre
fatto. Pensa ai pericoli, al dolore,
alla morte ma anche a problemi
più terreni come lo strapotere di
Marquez, che gli ha sottratto successi e gloria, e il ritorno di Rossi,
che con la stessa moto lo batte
puntualmente.
Il risultato è una gran confusione, su tutti i fronti, pure quello del
contratto in scadenza: la Yamaha,
perplessa, non intende più ricoprirlo d’oro, e nel frattempo ha riconfermato Valentino fino al 2016.
Così i dubbi si moltiplicano. Restare? E quanto? Andare via? E dove? Per ora Jorge va per le curve di
questo luogo nemico cercando di
esorcizzare il passato e il proprio
doppio oscuro. Segnali di ripresa
sembra che ci siano, e tutti speriamo per lui. Basta non confondere
più la moto con il divano dell’analista.
Alessandro Pasini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
confermato nel ruolo di vicepresidente vicario, con alcune
deleghe significative; l’ingresso di alcune figure «tecniche»,
destinate a lavorare per rendere concreto il rinnovamento
della struttura federale.
Questa nuova situazione
dovrà essere verificata soprattutto con la Lega di Milano,
che giovedì prossimo celebrerà la propria assemblea, dalla
quale dovrebbe emergere, se
non una candidatura, almeno
una linea da seguire, visto che
la spaccatura fra le 20 società è
profonda, con il cartello Milan-Lazio da una parte (favorevole alla soluzione-Tavecchio) e quello Juve-Roma dall’altra, visto che i due club
spingono per un nome nuovo,
che al momento non può non
essere Albertini. Martedì, invece, Tavecchio incontrerà la
Lega di serie B, che non si è
pronunciata sul candidato, ma
che chiede chiarezza nei programmi; giovedì, in contemporanea con l’assemblea della
serie A, Tavecchio incontrerà
Lega Pro e Assoallenatori.
Venerdì prossimo a Roma si
terrà il Consiglio federale (si
parlerà di iscrizioni ai campionati) e sarà l’occasione per
un ulteriore confronto fra le
parti. L’obiettivo è quello di
arrivare ad una candidatura
unitaria per l’assemblea fissata a Roma per l’11 agosto; il
tutto non tanto per arrivare ad
un’elezione-plebiscito, quanto per evitare spaccature nel
governo della Figc, che sei mesi dopo l’elezione del presidente, e di fronte all’impossibilità di governare, potrebbe
portare al commissariamento
della federazione.
f. mo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
OGGI
Il trittico da brividi
20
35,5
51,5
DOMANI
Le Markstein
Gérardmer Gérardmer
1.183 m
la Mauselaine 859 m 703 m Colle des Cinq
Châteaux
Col de Grosse Pierre 901 m
Col de la
560 m
Col de la Croix
Schlucht
Col du
Colle de
des Moinats 891 m
1.140 m Wettstein Gueberschwihr
559 m
880 m
Baccarat 280 m
Luneville 231 m
km
Benamenil 239 m
Tomblaine
198 m
Dinozé 349 m
67
91 100
120
142 150 161 km 11,5
Sport 51
italia: 51575551575557
33 41
62 70
LUNEDI’
Mulhouse Mulhouse Petit Ballon
La Planche des
1.163 m
237 m 223 m
Belles Filles 1.035 m
Col du
Col des Col des
Muhlele
Grand Ballon
Platzerwasel Chevreres Chevrères
330 m
1.336 m
1.193m
914 m 914 m
Col d’Oderen
Col du
884m
Firstplan
722 m
86 100105 120 127
149
170 km
20 30,5 39,5
54,5
71,5
95,5 103,5
125,5
143,5 161,5
CORRIERE DELLA SERA
Tour Da oggi si sale sui Vosgi, primo vero esame per chi punta in alto
Lo sprint vincente di Trentin
Nibali, i tre giorni del condor
Vincenzo sempre in giallo:«Aspetto l’attacco di Contador»
DALLA NOSTRA INVIATA
NANCY — Eccoli, i Vosgi,
spartiacque tra Francia, Germania, Svizzera, e ring, da oggi
a lunedì, della resa dei conti tra
Nibali e Contador. Archiviata
la pianura della Lorena — ieri a
Nancy bel colpo di reni al fotofinish di Matteo Trentin (2°
centro al Tour dopo Lione
2013) sull’eterno secondo
(qui) Peter Sagan alla fine di
una tappa innervosita dalla vista dell’ossario di Douaumont
(130 mila militi ignoti della
Grande Guerra) e dai due zuccotti finali —, il Tour si arrampica dove si è spinto raramente, il weekend sui Vosgi segue
le rare e brevi incursioni del
passato, precede le sfide di cartello su Alpi e Pirenei e ci prepara all’ennesimo spettacolo
di una Grande Boucle mai così
incalzante, senza tempi morti.
L’attacco di Contador alla
maglia gialla di Vincenzino
nostro («Me lo aspetto, certo:
non correrò in difesa e non abbasserò la guardia»), al quinto
giorno da leader assoluto in
una corsa così italiana, anche
grazie a Trentin (dedica al
Le classifiche
Ordine d’arrivo
7ª tappa, Epernay-Nancy,
234,5 km
1. Trentin (Ita)
in 5.18’39’’
(media: 44,2 km/h)
2. Sagan (Svk)
s.t.
3. Gallopin (Fra)
s.t.
4. Dumoulin (Ola)
s.t.
5. Gerrans (Aus)
s.t.
6. Oss (Ita)
s.t.
14. Rui Costa (Por)
s.t.
16. Nibali (Ita)
s.t.
Classifica generale
1. Nibali (Ita)
in 29.57’04’’
2. Fuglsang (Dan)
a 2’’
3. Sagan (Svk)
a 44’’
4. Kwiatkowski (Pol)
a 50’’
5. Gallopin (Fra)
a 1’45’’
6. Porte (Aus)
a 1’54’’
7. Talansky (Usa)
a 1’56’’
8. Valverde (Spa)
a 2’11’’
9. Bardet (Fra)
s.t.
10. Rui Costa (Por)
s.t.
Così oggi
8ª tappa, Tomblaine-Gerardmer
La Mauselaine, 161 km
Così in tv
ore 14.10: RaiSport2
ore 14.15: Eurosport
ore 15: Raitre
Computer I dati confermano, Nibali è ok
Nella scatola azzurra
i segreti dello Squalo
che scoppia di salute
NANCY — Ci sono due uomini che si gettano su Vincenzo
Nibali dopo la linea del traguardo. Uno si prende cura del suo
corpo (il massaggiatore Pallini),
l’altro (l’allenatore Slongo) stacca dal manubrio del siciliano
uno scatolotto azzurro e lo mette
al sicuro. In questo computerino
(si chiama Srm, costa 2 mila euro) c’è la chiave per capire come
sta il corridore.
Vincenzo è andato più forte di
quando, due anni fa, sfiorò la
vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi. Nibali ha sorriso a chi gli ha
chiesto se in futuro punterà a far
bene nella Parigi-Roubaix. Ma
non era una domanda peregrina: nelle 4 sezioni finali di pavé
della tappa di Arenberg il capitano Astana ha pedalato a 295 watt
di media con punte di 600. Solo
il 10% più piano di quanto facciano, nei tratti decisivi della Roubaix,
due panzer come
Cancellara e Boonen.
Su questi parametri si giocheranno
anche le sfide in salita. Sulla Planche des
Belles Filles —
l’ascesa dove lunedì
si concluderà il trittico dei Vosgi —
Brividi La caduta di Talansky a Nancy (Ap) l’asticella della sfida
Nibali-Contador saPer valutare la forma di Nibali rà posta molto in alto. Per prisi possono incrociare i dati (po- meggiare bisognerà tenere accetenza, frequenza cardiaca, ca- se oltre 20 lampadine a basso
denza di pedalata…) registrati consumo (circa 420/430 watt)
dal suo Srm nell’ultima settima- per almeno 16 minuti. Nel suo
na. Dicono che il siciliano è vici- stato di forma attuale, Nibali
no alla forma migliore della car- può farcela. Ma il miglior Contariera. I 1.500 metri finali di Shef- dor può stargli dietro. Froome
field, dove ha conquistato la ma- sui Vosgi vinse 2 anni fa acceng l i a g i a l l a , l i h a c o p e r t i dendo una lampadina in più:
pedalando per 2 minuti a 494 467 watt. Ma l’inglese è a casa e
watt, con una punta al momento ha altre lampadine a cui pensare.
Marco Bonarrigo
dello scatto di 900 watt: bastano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
per alimentare un frullatore.
compagno Cavendish, schiantatosi il primo giorno ad Harrogate), da autorizzare lo
Squalo a un morsetto d’istinto,
rispondendo alle «troppe critiche al ciclismo azzurro, è vero
che nelle classiche non abbiamo brillato ma al Giro è uscito
Aru, qui ci sono io, i giovani
crescono però vanno aspettati
con la giusta tranquillità».
Sorprese, imprevisti, zampate di protagonisti inattesi.
Con due arrivi in salita (a
Gérardmer, oggi sulla Mauselaine, con passaggi al 13%, e a
La Planche des Belles Filles) e
l’intermezzo di Mulhouse, dove si scenderà a picco da 1.336
m, può succedere di tutto. Roba per puncheur e grimpeur.
La prima vera, tosta, selezione
Fotofinish Matteo Trentin (a destra) beffa Peter Sagan (LaPresse)
del Tour, se non fosse che Nibali si è dato da fare sin dalla
periferia d’acciaio di Sheffield,
quando immaginarlo davanti
a Contador di 2’37’’, radioso signore in giallo, sembrava fol-
lia. Impreparato sulla rampetta
di oggi («Confesso: è una salita
che non ho mai fatto»), manderà avanti la vedetta Astana
guidata dall’allenatore Paolo
Slongo: due ore di vantaggio
sulla tappa per comunicare in
tempo reale ogni asperità di
questa enorme schiena d’elefante che attende la carovana al
d.s. Martinelli, il quale a sua
volta, con asciuttezza bresciana, trasmetterà le soffiate a Nibali, nell’oreillette che lo tiene
in contatto con il mondo.
Ogni squadra ha le sue strategie. E Contador ha cominciato a punzecchiare il rivale già
ieri sull’ultima côte prima di
Nancy, un’azione non tanto per
la classifica, da interpretare
più come pretattica proprio in
vista dei tre giorni da condor
sui Vosgi. Daniele Bennati,
l’italiano amico del giaguaro,
predica serenità: «Alberto è
pronto e tranquillo — dice il
gregarione della Tinkoff —,
aspetta le salite. Tocca a noi».
«Sto bene, la condizione è
buona, l’Astana è un gran bel
gruppo» ripete Nibali, attraversando serafico la trafila
post-tappa. Vanotti gli fa compagnia in camera, Scarponi
tiene allegra la brigata, Fuglsang vigila a 2’’ di distanza
mentre i leoni di peluche del
vincitore si accumulano in valigia per la piccola Emma. Nell’aria c’è odore di polvere da
sparo, scrivevano i vecchi suiveurs. Sarà anche retorica da
tromboni, ma avevano capito
tutto.
Gaia Piccardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
52
Pietrino Segantini
e ne ricordano, affranti, l’animo generoso, la signorilità e l’ironia. - Genova, 12 luglio 2014.
Lella e Carlo abbracciano con affetto Edoardo,
Giovanna e Giacomo e con loro piangono la perdita di papà
Tino Segantini
- Milano, 11 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Ettore Carla Guido e Antonella Confalonieri.
Maria e Daniele sono vicini con affetto all’amico Edoardo per la scomparsa del padre
Pietrino Segantini
- Milano, 12 luglio 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari
Ci ha lasciato la nostra amata sorella
La famiglia Merla si unisce al dolore di Marialuisa e Vitaliano per la scomparsa della sorella
Lia Alfani
- Milano, 11 luglio 2014.
I Presidenti, i Vicepresidenti e i funzionari di
Andil e Assobeton si stringono intorno alla famiglia per la perdita del caro amico
Filiberto Mezzani
- Roma, 11 luglio 2014.
Antonio Rovello
Porteremo nel cuore il tuo sorriso, la tua allegria,
la generosità e la gioia di vivere.- Ciao Antonio.Le tue sorelle Maria Lucia e Maria, Turi con Rosanna, i tuoi nipoti, Luigi e Clara, Isidoro e i parenti tutti. - Milano, 10 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Cetti Fiorellini e famiglia.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano
Lia Alfani
sarai sempre con noi e nei nostri cuori.- I funerali
si svolgeranno il giorno 14 luglio 2014 alle ore
11 nella parrocchia di Sant’Anna di via Albani
(Milano).- Vitaliano e famiglia, Maria Luisa e famiglia, Mirella, Mariuccia, Margherita e tutti i tuoi
nipoti. - Milano, 11 luglio 2014.
SERVIZIO
ACQUISIZIONE
NECROLOGIE
ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA
13.30-19.30
CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE
Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003
www.necrologi.corriere.it
e-mail:
[email protected]
SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL
E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO
CON CARTA DI CREDITO
L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO
DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
Filiberto Mezzani
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Corriere della Sera
Partecipa al lutto:
– Alessandro Nicolini.
PER PAROLA:
A MODULO:
Ciao
È mancato all’affetto dei suoi cari il
Antonio
Prof. Augusto Ermentini
amore grande, amore vero.- La tua Gabriella e i
tuoi amici Gregorio, Roberto, Emanuela, Sabrina
e Patric ti ricorderanno sempre con grande affetto. - Milano, 10 luglio 2014.
Professore Emerito di Psichiatria.- I funerali
avranno luogo lunedì 14 luglio alle ore 10.30
nella parrocchia di Santa Maria in Calchera a
Brescia.- Graziella Roberta Chiara e Beatrice.
- Brescia, 12 luglio 2014.
Si è spento venerdì 11 luglio 2014 il
Dott. Giorgio Fedel
Lo annunciano la moglie Mara, i figli Luciana,
Alberto, Simonetta, Nicola, Giorgia, Giulia, il fratello Luciano, uniti a Stefania e ai parenti tutti.Le esequie saranno celebrate martedì 15 luglio
dalle ore 10 nella Sala del Commiato interna
all’obitorio dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso.- Si ringrazia fin d’ora quanti interverranno.
- Treviso, 12 luglio 2014.
Giovanna partecipa al dolore per la scomparsa
Giorgio
- Treviso, 12 luglio 2014.
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Renzo Orselli
Ne danno triste annuncio la moglie Lina, il figlio
Luca ed i nipoti Marco e Francesco.- I funerali
avranno luogo alle ore 14.45 sabato 12 corrente
mese presso la parrocchia Santissimi Martino e
Silvestro in via Maffei a Milano.
- Milano, 11 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Ceccarelli SpA.
– Piercarlo e Nicoletta Ceccarelli.
Il professor Francesco Auxilia, la professoressa
Maura Lusignani, i docenti e gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche dell’Università degli Studi di Milano si uniscono al dolore della famiglia per il
lutto per la scomparsa di
Giuseppina Pontello
- Milano, 11 luglio 2014.
Carlo Gargiulo annuncia la scomparsa della
sua adorata mamma
Vittoria Montani
avvenuta il 10 luglio 2014.- I funerali si svolgeranno a Roma, oggi 12 luglio alle ore 11, presso
la chiesa di San Tommaso Moro, in via dei Marrucini 1. - Roma, 10 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Le figlie Francesca Romana e Maria Carla con
Roberta Bressan.
Barbara Ardemagni
Ciao Babi, sarai sempre con me, come lo sei sempre stata.- Ti voglio bene, mi mancherai.- Marzia
con Francesco. - Milano, 11 luglio 2014.
René Magritte, Le bouquet tout fait (Il bouquet pronto), 1956. Collezione Richard e Ulla Dreyfus-Best © C.H./ADAGP, Paris 2014, www.wpg.be, by SIAE 2014
La moglie Sabina e i figli Edoardo, con Giovanna e Giacomo, e Paolo, con Giovanna, Guglielmo e Sofia, piangono la morte di
di
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Lo studio legale Lexellent partecipa commosso
al lutto che ha colpito l’avvocato Giovanni Battista Benvenuto e il fratello Beppe per la perdita
della cara mamma signora
Anna Angela Flora Poggi
- Milano, 11 luglio 2014.
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Solo anniversari, trigesimi
e ringraziamenti: € 540,00
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari, trigesimi
e ringraziamenti: € 258,00
Diritto di trasmissione:
pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata
al pagamento con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632 - mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
Servizio sportello da lunedì a venerdì
Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45
Mamma
ogni giorno che passa mi manchi sempre più.- La
tua Aldina. - Milano, 12 luglio 2014.
Marco Fabio Nicola e Marella con Federico
Giacomo e Carlotta ricordano sempre con affetto
la loro meravigliosa
nonna Mara
- Milano, 12 luglio 2014.
Il dolce e tenero ricordo di
Mara Mentasti Granelli
è sempre vivo nel cuore di Bruno e Floriana.
- Milano, 12 luglio 2014.
Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003
(“Codice in materia di protezione dei dati personali”).
Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla
tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito
di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in
conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire
dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni
Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati
e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate
misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A.
esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il
servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere
comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre
che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od
organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono
stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in
ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche
il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il
blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono
previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo
ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei
dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS
MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano.
Robinia e Ignaz con Floriana, Giorgiana, Elisabeth, Elena e Maximiliana; Kerry e Carolina con
Aurelia, ricordano con grande affetto la loro
splendida nonna
Mara Mentasti Granelli
- Milano, 12 luglio 2014.
2001 - 2014
Gianalberto con i figli Andrea e Gianlorenzo
ricordano con grande nostalgia e immutato affetto
Gaia Colombo
moglie e mamma meravigliosa.
- Milano, 12 luglio 2014.
24.05
31.08.2014
Con il sostegno di
ORARIO 10 - 18, CHIUSO IL MARTEDÌ
La mostra è resa possibile grazie a
PALAZZO VENIER DEI LEONI,
DORSODURO 701, VENEZIA
Con la collaborazione di
12 luglio 1996 - 12 luglio 2014
Michele Citterio
Con tanta nostalgia.- Rosy e Nadia.
- Milano, 12 luglio 2014.
Media partner
Grazie a
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
53
italia: 51575551575557
Il Tempo
Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te
Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino
Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore
Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile
6<
7<7
6
7<6<
6
7**
*
7<6
7<
7**<
<
7*<2
66
7<
<
7<
6
7<3
-&2(
-".2
(.2
&:"
"$&(
(-"&(
($(&
&(6
"-&:
&(&
-5"
$( 155$'( )( (8):) '&5'+) & )0 0-8(5'(5 & (50) +0 &/00$:) $ 8(/((1$' +0580;$)( 5&(5$, (1'(5$ &)&$ 0):1$
1+$ )'($ (" 50 '+($ 8 &$ &)&'(5 8($ 5'+) '$ &$)0 )( +$9 1)& 18& 015) $ 155)0$ (" 1)& )'$((5 18&& $1)&
' $)0$, 0 &8(% &50 +0580;$)( )( '&5'+) & )015 & (50) :01) $& 8 '05% +$9 1)& &50):, $ &$)0 ):8(-8 '0)&%,
,+5"$
%*(..(
-"
(2&:
*($"
2&:-(
$"-"
)15
)0$()
():
)&) (
)'
'+)11)
, &0$
5($
$&()
0(5)
(;$
0$15
$0(;
08 $
()(
.-8$&
+)&$
0$
)5(;
5(
$-%(
&0')
& "0)
&$0$
80 $
&$
)&
8:)&)
)+05)
$)
$
):1$ '+)0&$
:
)05)
)05
)&5) )05
&')
%8
()(
)15
0$
)&) (
)&;()
01$
&$0$
)0
)
)
)
)/
)
4)
4
4
4
4/
40
40
40
0()
$)
$
%8
))
)'
)'
)4
)
)
)
44
4
4/
40
4
4
4'
8:)&)1)
.-8$&
11$(
$&()
+)&$
&$
&0')
'+)0&
%"&
%8
))
)
4;
)
)0
)
44
44
40
40
4/
4/
4
40
)+05)
0'
08 $
10
$1
)5(;
, &0$
$'$($
:
%"&
%8
)
)4
)
)
);
4;
)
4/
43
40
4
4)
4/
4
):1$
)'
)0$()
0(5)
0$15
$(
(;$
0)(
%"&
%8
)
)3
)
)0
)
)0
)/
4/
40
40
4
43
4
40
5
3
3 6
5
8 4 6
Puzzles by Pappocom
LA SOLUZIONE DI IERI
9 2 6
4
3 2
2
Altri giochi su www.corriere.it
7
3
1 7 4 9
1
7
5
2
9
6
4
3
8
6
9
2
3
4
8
1
5
7
4
1
6
5
2
7
8
9
3
5
8
9
6
3
1
7
4
2
2
3
7
9
8
4
6
1
5
7
5
4
8
6
3
9
2
1
9
6
1
7
5
2
3
8
4
"6
-$"&(
-.6"
-
(&-
%.2-%
"&&
$-(
-""
"$&(
&#-
5-.2
-"
(%
-$$(&
".(&
"-&
2&
5&"."
$-"
8
2
3
4
1
9
5
7
6
$!" !&!"
a 9,99 euro
più il prezzo del quotidiano
.$&
&(56- 9&9
!"(
&2"(
7 (-#
& -&".( (. &$.
$ "-(
"%
In edicola con il Corriere
della Sera il primo cd
inedito della collana
dedicata ai successi di
Vasco Rossi, «Ritorno
alle origini», dal titolo
«Vivere una favola».
Cofanetto in regalo.
(#9(
"-2
-.
((2
&#(#
5$
In edicola
con il Corriere
La favola rock
di Vasco Rossi
Il primo cd
Come si gioca
Bisogna riempire la
griglia in modo che ogni
riga, colonna e riquadro
contengano una sola
volta i numeri da 1 a 9
3
4
8
1
7
5
2
6
9
2(($%
(*&!&
5$"&(
!"&(
$
Sudoku Diabolico
1 7 5 9
8
$."&#"
.$(
"%5-(
$55)
%"&
'+)11)
5($
0)5)(
8()
$0(;
():
'+0$
)11)
%"&
)&
$
( 151 0 $
11 +011$)(
$(5011 &/80)+
(50)#155(50$)(& )(
0):1$ 5'+)0&$
$81$ +$9 $(5(1$ 18&&
0 $)($ &5$" )0$(5&$
18 -8&& $ )0 15
18&& 0 &+$( $81'(5 18& ()
($5), (1'(5$ )(
0):1$ (" 18&&
)0: $ 18&& 0($
&)&'(5 18&& 0 $)($
(8$( &5 +011$)(
)( 5'+) +$9
1)& $5) 18& 015) &
)(5$((5,
"(
&"-(
5&(. "-.
"-("
(.
5&
"22 $ *(
"22 $ .."(
Oggi su www.corriere.it
I più letti
Video
Marchesi in volo
Brasile 2014
A 84 anni il grande chef
si è buttato con il
paracadute. Guarda.
Finale di consolazione
Basket
rabbia social
1 «Assassino»:
per la foto di Spielberg
Apicella amaro: «Silvio
2 non è quello di una volta»
Erasmus
3 Studentessa
picchiata e violentata
Indesit è americana:
4 Merloni vende il 60%
minaccia: «Non
5 Hamas
volate su Tel Aviv»
LeBron cambia
Il campione Nba lascia
Miami e torna a giocare
a Cleveland.
Gran Bretagna
Il prof si spoglia
Docente, durante la
lezione in università, si
è tolto il vestito. Guarda.
Brasile e Olanda in campo per
la finalina del 3° e 4° posto. Per
i verdeoro una parziale riscossa
dopo il 7-1 con la Germania.
La partita a
Brasilia alle
22: tempo
reale, foto,
video e
servizi.
54
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Teleraccomando
,>ˆ£
di Maria Volpe
PER DISTRARSI
PER CONOSCERE
Il rugbista
che ama i fiori
Sting tra note
ricordi e pensieri
Nell’epoca in cui l’essere
«green» è diventato di
tendenza, parte oggi il
nuovo programma con un
conduttore insolito: l’ex
rugbista Andrea Lo Cicero
( foto). Toccherà a lui
insegnare a coltivare la
passione per fiori e alberi.
L’ex campione della
nazionale italiana di
rugby, coadiuvato da un
team di giardinieri esperti,
aiuterà i proprietari di
giardini «da incubo» a far
rifiorire piante
malridotte e a creare mini
orti casalinghi
di frutta e verdura di
stagione, senza l’uso di
pesticidi o additivi.
A dieci anni dall’ultimo
album in studio, Sting
(foto) è tornato lo scorso
anno in sala d’incisione per
«The Last Ship», un concept
album che l’ex Police ha
scritto ricordando l’infanzia
passata nei quartieri dei
cantieri navali di Newcastle.
Quasi 3 anni di intenso
lavoro pieno di ricordi che
veleggiano attraverso la
chiusura dei cantieri navali
di Wallsand, soffermandosi
sulla crisi economica che ha
colpito la città. Poi Sting
riflette sul tempo che passa,
sulla famiglia, la
complessità delle relazioni,
sull’importanza del lavoro e
dei legami.
Giardini da incubo
Cielo, ore 18
The Last Ship
Sky Arte, ore 18
,>ˆÓ
,>ˆÎ
,iÌi{
Ì>ˆ>£
>Ç
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌɈÌ>ˆ>£
/Û
À>ˆ°ˆÌ
À>ˆ°ˆÌ
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌÉÀiÌi{
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌÉV>˜>ix
>Ç°ˆÌ
“ÌÛ°ˆÌ
n°Óä /£ ""° ÌÌ°
n°Óx +1, / / ‡
* /° œV°
™°ää / £°
™°äx ," /9° ÌÌÕ>ˆÌD
™°xx / £ °°-°
£ä°ää 8/ ° ÌÌÕ>ˆÌD
£ä°Îä +1, / /
-*
° 1 " 1 ½66 /1,° œV°
££°Îä 6,
",<<" / -// °
ÌÌÕ>ˆÌD
£Ó°Îä ,/\ - ,
/"° 6>ÀˆiÌD
£Î°Îä /", °
£{°ää 1° ÌÌÕ>ˆÌD
£x°Óä ° -œ>« "«iÀ>
£È°£ä 1 " " 6 /"° /iivˆ“
£Ç°ää / £°
£Ç°£ä /*" °
£Ç°£x -1 ° ÌÌ°
£Ç°{x *--" ",‡
"6-/° ÌÌÕ>ˆÌD
£n°xä ,<" / °
6>ÀˆiÌD
-,
Óä°ää /", °
Óä°Îä ," " °
,ÕLÀˆV> ëœÀ̈Û>
ÓÓ°ää *" /
" "
,- {\
ˆ˜>i Îc «œÃ̜\
À>ȏi ‡ ">˜`>°
>Vˆœ ­ˆÀiÌÌ>®\ /}
£ Èä ÃiVœ˜`ˆ
n°Óx 1 *-
"
/ /"° ÌÌÕ>ˆÌD
n°xx -1 6 -
"° ÌÌÕ>ˆÌD
™°Îä , *, /"
*1 /" 1,"*°
£ä°ää 6" "<< ,°
££°Óx "-/," "
,9° /iivˆ“
£Ó°£ä "-/, ,"° /iivˆ“
£Î°ää / Ó ", "°
£Î°Îä -, " 6,
-//° ÌÌÕ>ˆÌD
£{°£ä , , ½", 1
°
£x°{x -+1, -*
"" ° /iivˆ“
£È°Îä "t ,- "t œV°
£Ç°£ä , *9,° ÌÌÕ°
£Ç°£x , " ° ,ÕLÀˆV>
£n°ää / Ó °°-°
£n°äx ,
/
,° /iivˆ“
£™°Îx "--,"
,8° /iivˆ“°
™°äx " 6 °
£ä°Îx /"
"/,°
£Ó°ää / ΰ /" ΰ
£Ó°£x /, -// °
,œÌœV>Vœ
£Ó°{x - ", 7-/° /iivˆ“
£Î°Îx /1
/1\ 6
6° œV°
£{°ää / ,° / , /"°
£{°Óä / ΰ /" ΰ
£{°xä /Î °°-°
£{°xx , *9,°
ÌÌÕ>ˆÌD
£x°ää /"1, , Óä£{\ n§ Ì>««>\
/œ“L>ˆ˜i ‡
iÀ>À`“iÀ >
>ÕÃi>ˆ˜i°
ˆVˆÃ“œ ­ˆÀiÌÌ>®\
/œÕÀ ,i«>Þ
£n°£ä -/, 1,"
° /iivˆ“
£™°ää / ΰ
£™°Îä / , / , /"°
n°{ä -/,//" *"<° /iivˆ“
™°{ä , ,° /v
£ä°{x ,
//
½/ °
ÌÌÕ>ˆÌD
££°Îä / { ‡ /"°/
£Ó°ää /
/6 ",-° /iivˆ“
£Ó°xx - ", "° /iivˆ“
£{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ˆÌD
£x°Îä 1"6 -
1
/," "°
6>ÀˆiÌD
£È°£x , " /6°
6>ÀˆiÌD
£Ç°ää *","/° /iivˆ“
£n°xx / { ‡ /"°/
£™°Îx , " /6°
6>ÀˆiÌD
£™°xx /*-/ ½",°
-œ>« "«iÀ>
Óä°Îä -,/"°
/ii˜œÛi>°
Ó£°£ä -/ 1"6
-/" ° 6>ÀˆiÌD
n°ää / x // °
™°£ä /,"° -iÀˆi
£ä°ää 6,°
ÌÌÕ>ˆÌD
££°ää ",1° ÌÌÕ>ˆÌD
£Î°ää / x° i
«Àœ}À>““>\
iÌiœ°ˆÌ
£Î°{ä -° /iivˆ“
£{°{ä -"-\ /1, - -
/ °
­âˆœ˜i]
iÀ“>˜ˆ>ÉÕÃ>]
Óääx®° ,i}ˆ> `ˆ
ˆVŽ œÜÀÞ° œ˜
ˆ˜> iÀŜ˜]
>“iÀœ˜ >``œ]
-…>˜˜i˜ œ…iÀÌÞ°
i «Àœ}À>““>\
/}Vœ“Æ iÌiœ°ˆÌ
£™°ää -,/"°
/ii˜œÛi>
Óä°ää / x° /"°/
Óä°{ä **,--
-*, /° 6>ÀˆiÌD°
œ˜`ÕVi ˆœÀ}ˆ>
*>“>Ã] 6ˆÌ̜Àˆœ
ÀՓœÌ̈
È°Óx , -° -iÀˆi
Ç°ää /1//" °
-iÀˆi
Ç°{x 6/ -
" "
° -iÀˆi
n°Îx 9°
/iivˆ“
™°Îx -11,/",9°
/iivˆ“
£ä°Îx ° /iivˆ“
£Ó°Óx -/1" *,/"°
/"°/
-*",/ -/ ‡
/
*<" °
£Î°äx -*",/ -/°
£{°äx +1-/"
*
"" , ",°
£È°£x /, /,
-"*, "°
£n°Îä -/1" *,/"°
/"°/
£™°ää /" E ,,9°
>À̜˜ˆ
£™°Îä - /°
­
œ““i`ˆ>®
È°xx "6 -° ÌÌ°
Ç°ää " 1- ‡
,-- -/*°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ç°xä " 1- /"°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ˆÌD
™°{x " ,° ÌÌ°
££°ää " "° ÌÌ°
££°{ä ""9 ,°
<1-t ­
œ““i`ˆ>]
Ì>ˆ>] Óä£ä®° ,i}ˆ>
`ˆ >Àœ ->À̈° œ˜
1“LiÀ̜ œÀ̜>˜ˆ]
-Ìiv>˜ˆ> >À˜iÛ>ˆ i
-Ìiv>˜œ Ài}˜ˆ°
£Î°Îä / Ç°
£{°Óä / Ç ," °
ÌÌÕ>ˆÌD
£{°{ä ] 1 " -,,"
° /v
£È°{ä " ,, ‡
6 // //79°
­7iÃÌiÀ˜] 1Ã>]
Óään®
£n°£x ½-*//",
, 9° /iivˆ“
£{°Îä * \ 1"6 ° 6>ÀˆiÌD
£x°Îä / 8 79 ‡
,/", "
-¶ 6>ÀˆiÌD
£x°xx / 8 79 ‡
,/", "
-¶ 6>ÀˆiÌD
£È°Óä / " Ó° 6>ÀˆiÌD
£n°£ä £È /°
6>ÀˆiÌD
£™°{ä /½- 1* ‡ "**
" /," /*"°
6>ÀˆiÌD
Óä°£ä /-\ -
//½ -iÀˆi
Ó£°£ä *, ° 6>ÀˆiÌD
ÓÓ°Îä ,
1"1- --\
6, ,
"/-°
6>ÀˆiÌD
Óä°Îä / Ó Óä°Îä°
Ó£°äx "**"
6"/" "°
­/…ÀˆiÀ] 1Ã>] Óä£Ó®°
,i}ˆ> `ˆ ,ˆV…>À`
>L>ˆ° œ˜ >ViÞ
…>LiÀÌ] ̅>˜
“LÀÞ] “>˜`>
-V…Տ°
ÓÓ°{ä 1/,° /iivˆ“
Óä°ää "° ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°£x -1*,-/", Óä£{°
6ˆ`iœvÀ>““i˜Ìˆ
Ó£°£ä -*", ,° ­
œ““i`ˆ>]
Ì>ˆ>] £™nή° ,i}ˆ>
`ˆ >Àœ 6>˜âˆ˜>°
œ˜ iÀÀÞ >D]
>Àˆ˜> -Փ>]
…ÀˆÃ̈>˜ i -ˆV>°
Ó£°Óä / /-/°
/iivˆ“
Óΰxä ½-//°
ÌÌÕ>ˆÌD
Óΰxx 61/" 1°
­/…ÀˆiÀ] 1Ã>] £™nÈ®°
,i}ˆ> `ˆ >ۈ`
ޘV…° œ˜ ޏi
>V>V…>˜]
Ã>Li> ,œÃÃiˆ˜ˆ
Ó£°Óx ,"-1 *
,\ ," 1",°
­À>““>̈Vœ]
iÀ“>˜ˆ>] Ó䣣®°
,i}ˆ> `ˆ -Ìiv>˜
>À̓>˜˜° œ˜
>̍> 7iˆÌâi˜LŸVŽ]
ˆV…>i ,œ] >Àˆ˜
œÀ\ /}Vœ“Æ iÌiœ°ˆÌ
Ó£°Óä "
/" -°
­
œ““i`ˆ>] 1Ã>]
ÓääÓ®° ,i}ˆ> `ˆ ,œ`
>˜ˆi° œ˜ ˆŽi
7iˆ˜LiÀ}] Ài˜V…
-ÌiÜ>ÀÌ] >ܘ
i}…i° i
«Àœ}À>““>\ /}Vœ“Æ
iÌiœ°ˆÌ
Óä°ää / Ç°
Óä°Îä " ° />Ž ŜÜ
Ó£°£ä "--,"
,/° /iivˆ“°
œ˜ À՘œ Ài“iÀ
Óΰää / Ç°
Óΰ£x "--,"
,/°
/iivˆ“° œ˜ À՘œ
Ài“iÀ
Óΰ{x / Ó°
Ó{°ää /Ó "--,°
ÌÌÕ>ˆÌD
ä°{x / Ó -/",° ,
" / -// °
Óΰää / ΰ
Óΰ£x / ," °
ÓΰÓä ", , °
œVՈV̈œ˜°
/" ΰ
ä°Óx / ΰ
£°£x / { / 7-°
/"°/
Ó°£x " " £™n£°
{°ää 6111 / /
° ­
œ““i`ˆ>®
ÓΰÎä -*
/x°
ÌÌÕ>ˆÌD
ä°Îä / x "//°
ä°xä ,-- -/*°
i «Àœ}À>““>\
iÌiœ°ˆÌ
Óΰ£x ", *",/ °
­˜ˆ“>∜˜i] 1Ã>]
Óä䙮° ,i}ˆ> `ˆ
i˜ÀÞ -iˆVŽ\
/}Vœ“Æ iÌiœ°ˆÌ
£°ää "6 -°
ÌÌÕ>ˆÌD
£°äx " " "°
­
œ““i`ˆ>] Ì>ˆ>]
£™™£®° ,i}ˆ> `ˆ
iˆVi >Àˆ˜>
,>ˆx
,>ˆ
-̜Àˆ>
,i>
/ˆ“i
>ÃÃ
/Û
ä°äx "// " °
,ÕLÀˆV> ëœÀ̈Û>°
œ˜`ÕVi ˜`Ài>
ÕÃVœ] -ˆ“œ˜>
,œ>˜`ˆ
£°Îä /£ "//°
À>ˆ°ˆÌ
>˜>ix
ii>Þ /6
£x°Îä 9 -1,
/-° ÕÈV>i
£È°xx 9 /°
£Ç°ää 9 /-°
ÕÈV>i
£n°ää /9° /iivˆ“
£n°xx 9 /°
£™°ää ", *-1 -/
" ° ÕÈV>i
£™°Îä ,"" -/ "
° 6>ÀˆiÌD
Óä°ää " /"1, {°
ÕÈV>i
Ó£°ää ,6 *° 6>ÀˆiÌD
ÓÓ°ää 6 -- Ó
-/ "° -iÀˆi
Óΰää -° /iivˆ“
2 -/$/
?$!
$/!2 "*1/
Film e programmi
Il sesso grottesco
di Alberto Sordi
Quando l’handicap
si trasforma in forza
,>ˆ{
Alberto Sordi (nella foto con
Dagmar Lassander) è
protagonista di un film a
episodi che esamina in modo
comico-grottesco il ruolo del
sesso nella società consumista.
Il comune senso del pudore
Iris, ore 21.20
L’incontro di Carla, una ragazza
sorda, con l’ex carcerato Paul
(Emmanuelle Devos e Vincent
Cassel, foto) trasforma
l’handicap della ragazza in un
atout che cambierà le loro vite.
Sulle mie labbra
Rai Movie, ore 21.15
Tre indagini
per Simon Baker
La storia straziante
di un figlio ucciso
Il mentalista (Simon Baker) è
attento ai dettagli per incastrare
i colpevoli. Oggi tre indagini: la
scomparsa di un surfista,
l’omicidio di un broker, la morte
di un uomo in un parco.
The Mentalist
Rete4, ore 21.20
La storia di Lauro, un ragazzo
siciliano, ucciso dal nuovo
compagno della madre che lui
stesso aveva denunciato
come un violento. Il racconto
dei famigliari.
Amore criminale
Rai3, ore 23.20
À>ˆ°ˆÌ
À>ˆ°ˆÌ
È°Îä 1-
° ÌÌÕ>ˆÌD
È°xä -, 6/ -/,° -iÀˆi
Ç°£x - /1,9° -iÀˆi
n°{x *,6° -iÀˆi
£ä°£x "
/", 7"° -iÀˆi
££°xä , /1°
£Î°{ä , *9,°
ÌÌÕ>ˆÌD
£Î°xä -/, /, 6 ‡
,"// 6,-" /,,°
£x°xä 7" , °
ÌÌÕ>ˆÌD
£È°£x *-° -iÀˆi
£Ç°{x , 7- ‡ ", "°
£Ç°xä ,"/,- E
--/,- º, -//"»
/iivˆ“
£n°Îx ,"/,- E
--/,- º,/,//"
»
/iivˆ“
£™°Óä , *9,°
ÌÌÕ>ˆÌD
£™°Îä -/,/ ‡
" / 11°
Ó£°£ä "-/ 7-*,,°
-iÀˆi
£x°xx , "°
œVՓi˜Ì>Àˆœ
£È°xä , 7- ‡ ", "°
£È°xx "- /1//°
"«iÀ>
Óä°Óx , *9,°
ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°Îx 1+° œVՓi˜Ì>Àˆœ
Ó£°£x , "° /i>ÌÀœ
Óΰ£x 1"6 -
*"/ °
£n°Îä ,7 ° œVՓi˜Ìˆ
Óä°äx ‡6,/ ‡
<" --° œV°
Óä°Îx ", " -/",° œVՓi˜Ìˆ
Óä°xx /*" -/",° œVՓi˜Ìˆ
Ó£°{ä " -/",°
œVՓi˜Ìˆ
ÓÓ°Îä ,-‡
" ///"
*//"
,>ˆ
,>ˆ
*Ài“ˆÕ“À>ˆ°ˆÌ œÛˆi
£Ç°Îä , 7- ‡ ", "°
£Ç°Îx ,"--" -
6 / "° -iÀˆi
£™°Óx , *9,°
ÌÌÕ>ˆÌD
£™°Îx 1 ", 6 <°
Ó£°£x *,° ˆ˜ˆÃiÀˆi
Óΰää " /,,"
",°
À>ˆ°ˆÌ
À>ˆ°ˆÌ
£Ç°xx ,/
½/°
£™°Îx , 6"°
Ó£°£x -1 ,°
Óΰ£x " 7-°
-iÀˆi
ä°äx " 7-°
-iÀˆi
ä°xä , 7- ‡ "//°
,>ˆ
Տ«
À>ˆ°ˆÌ
Ài>Ìˆ“iÌÛ°ˆÌ
>Ý
>Ç`
`“>Ý°ˆÌ
V>ÃðˆÌ
>Ç°ˆÌ
£n°{x * /
*, --° /iivˆ“
£™°£ä * /
*, --° /iivˆ“
£™°Îx -/,8 *"<" °
Ó£°ää 1 1 * °
>À̜˜ˆ
Ó£°Óx 1 1 * °
>À̜˜ˆ
Ó£°xä 7 8 1° >À̜˜ˆ
£Ç°Óx " ," " /"° ÌÌÕ>ˆÌD
£n°Óx * / " / ,"°
ÌÌÕ>ˆÌD
£™°Óä 1
1"
1-° ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°Óä 1
1"
1-° ÌÌÕ>ˆÌD
Ó£°£ä " ,"--"
,--"
/," " *-9
£ä°ää 7E",,°
/iivˆ“
££°Îx -," ° -iÀˆi
£x°£ä , E ,6° ÌÌ°
£È°Îä -° /,"
-
,°
£™°ää 7E",,° /v
Óä°{ä " " ° -iÀˆi
ÓÓ°{ä , E ,6°
ÌÌÕ>ˆÌD
£Ç°{x +1, ° œV°
£n°Îx ",,", 1-/,° ÌÌÕ>ˆÌD
£™°Îä 1 / -1 /° ÌÌ°
Óä°Óä " *1 °
œVՓi˜Ì>Àˆœ
Ó£°£ä /"* "",\ ,
*-
° ÌÌ°
ÓÓ°ää -7",-\ *-
/" ,
£x°Îä 5 //° ÌÌÕ>ˆÌD
£Ç°xä /,6-/
,,
° />Ž
£n°xx / Ç°
£™°ää "" °
ÌÌÕ>ˆÌD
£™°{ä 1"
°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ó£°Îä *, *
,°
,>ˆ
9œ9œ
ÀˆÃ
ˆiœ
>x
/Û
Óäää
À>ˆ°ˆÌ
£™°Îä *,/
½ -" " ½ ° >À̜˜ˆ
£™°xä ,/" "
<
" ","°
Óä°£ä *** *° >À̜˜ˆ
Ó£°Óä 1"6
66 /1, */, * ° >À̜˜ˆ
ÓÓ°äx - ½",-"°
>À̜˜ˆ
ˆÀˆÃ°“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌ
VˆiœÌÛ°ˆÌ
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌ
£Ç°äx " ‡
/,1
*,//°
£™°ää ,,°
Ó£°£ä -/ 1"6
-/" Óä£{°
6>ÀˆiÌD
Ó£°Óä "1 - -" *1",°
Óΰ{x 6°
£°xx ",*"°
£È°£ä 1
1"°
6>ÀˆiÌD
£™°£x "/ "
- "° 6>ÀˆiÌD
Óä°£ä , °
6>ÀˆiÌD
Ó£°£ä " -/, "
6<" - ", 7,°
­/…ÀˆiÀ] Ì>É-«>}˜>]
£™Ç£®
£È°{x - ,° ,i>ˆÌÞ
£Ç°£x 8/,
"6, "
/" ° œV°
£™°£ä " /" °
Óä°ää / "°
Óä°äÎ /"°/°
Ó£°Óx /1//" ½",
½°
ÓÓ°ää / "°
ÌÛÓää䰈Ì
£n°ää ,"-," "1,-° ,iˆ}ˆœ˜i
£n°Îä / Óäää°
£™°ää ½-*//",
,,
° /iivˆ“
Óä°ää ,"-," "1,- ‡
,/° ,iˆ}ˆœ˜i
Óä°Îä / /°
Ó£°äx <" "
,° 6>ÀˆiÌD
Corriere della Sera Sabato 12 Luglio 2014
55
italia: 51575551575557
Pay Tv
Film
e programmi
Theo la lumaca veloce
come una scheggia
La lumaca Theo (nell’immagine) ha
un sogno: diventare la più veloce
del mondo. Un giorno, dopo uno
strano incidente, il suo desiderio si
avvera. Decide così di partecipare
alla 500 miglia di Indianapolis.
Turbo
Sky Cinema 1, ore 21.10
L’agente Affleck
indaga sull’atomica
-ŽÞ
ˆ˜i“>
A fil di rete
-«œÀÌ
£™°ää / *"--  ÌiÀÀˆLˆi
ÌÃ՘>“ˆ V…i ˆ ÓÈ `ˆVi“LÀi Óää{
«>À̌ `>½˜`œ˜iÈ> i `iÛ>ÃÌ¢ £Î
*>iÈ >È>̈Vˆ m ۈÃ̜ >ÌÌÀ>ÛiÀÜ }ˆ
œVV…ˆ `ˆ >Àˆ> i i˜ÀÞ°
-ŽÞ ˆ˜i“> *>ÃȜ˜ £™°£x " 1/1 ° -œÀ`ˆ
m Ո`œ /iÀȏˆ] «Àœ“iÌÌi˜Ìi “i`ˆVœ
`i> “ÕÌÕ>° >“«ˆœ˜i `½ˆ˜V>ÃÈ
`i> ÃÌ>}ˆœ˜i £™Èn‡È™] Vœ˜ «ˆÙ `ˆ
ÌÀi “ˆˆ>À`ˆ `ˆ ˆÀi°
-ŽÞ ˆ˜i“> >ÃÈVÃ
£™°Óä 9, ‡ ½-" -/,"
1˜ “>Àˆ˜i ۈi˜i À>«ˆÌœ i ÌÀ>ëœÀÌ>̜
ÃÕ Õ˜½ˆÃœ> `œÛi >V՘ˆ ՜“ˆ˜ˆ …>˜˜œ
«>}>̜ «iÀ >˜`>Ài > V>VVˆ> `ˆ iÃÃiÀˆ
Փ>˜ˆ° -ŽÞ ˆ˜i“> >Ý £™°Óx ", " +Õ>ÌÌÀœ `ˆvviÀi˜Ìˆ
i«ˆÃœ`ˆ «iÀ À>VVœ˜Ì>Ài `ˆ µÕ>˜Ìœ È>
`ˆvvˆVˆi >“>ÀÈ ˜i½Ì>ˆ> ÛiÃÃ>Ì>
`>> VÀˆÃˆ° -ŽÞ ˆ˜i“> £ , /,, -6
Õëի«Þ] Ãiˆ >˜˜ˆ] ۈÛi Vœ˜ ˆ «>«D
7ˆ˜Ž ˆ˜ Vœ˜`ˆâˆœ˜ˆ «ÀiV>Àˆi i È
>««ÀiÃÌ> >` >vvÀœ˜Ì>Ài V>Ì>ÃÌÀœvˆ
˜>ÌÕÀ>ˆ i > «iÀ`ˆÌ> `i }i˜ˆÌœÀi°
-ŽÞ ˆ˜i“> ՏÌ
£™°Îä / "" , *iÀ ՘> }ˆœÛ>˜i
Vœ““iÃÃ> ­° ˜ˆÃ̜˜®] > “œ˜œÌœ˜ˆ>
`i> ۈÌ> `ˆ «ÀœÛˆ˜Vˆ> m ܏œ
>««>Ài˜Ìi° œ““i`ˆ> `i ÓääÓ°
-ŽÞ ˆ˜i“> ˆÌà £™°Îx -/,8 *"<" ÃÌiÀˆÝ i` "LiˆÝ VœÀÀœ˜œ ˆ˜ >ˆÕ̜ `ˆ
՘ i“ˆÃÃ>Àˆœ ˆ˜ ՘ ۈ>}}ˆœ
LÀˆÌ>˜˜ˆVœ ÛiÃÃ>̜ `>i Vœ˜Ìˆ˜Õi
ۈœi˜âi `iˆ ,œ“>˜ˆ° ,>ˆ Տ«
£™°xä 66 /1, " ,°
/" 1˜ V>ÃÈVœ ˆÃ˜iÞ `ˆÛˆÃœ ˆ˜
`Õi i«ˆÃœ`ˆ\ º Ûi˜Ìœ ÌÀ> ˆ Ã>ˆVˆ» i
º> i}}i˜`> `i> Û>i
>``œÀ“i˜Ì>Ì>»°
-ŽÞ ˆ˜i“> >“ˆÞ
Ó£°ää / ääÇ ‡ /1 ,\
"*,<" /1" " >“iÃ
œ˜`É-° œ˜˜iÀÞ `iÛi Ûi`iÀÃi>
>˜VœÀ> Vœ˜ÌÀœ ½œÀ}>˜ˆââ>∜˜i
VÀˆ“ˆ˜>i -«iVÌÀi° 1˜ œÌ̈“œ ° iˆ
`œÌ>̜ `ˆ “œ˜œVœœ°
-ŽÞ ˆ˜i“> >ÃÈVÃ
*, / -,* / ° œ˜ˆViˆ
`iÃVÀˆÛi ˜i £™™Ó] Ãi˜â> >V՘ vˆÌÀœ]
ˆ À>««œÀ̈ ÌÀ> }i˜ˆÌœÀˆ i vˆ}ˆ° i V>ÃÌ
*° *>˜iˆ] ° >LiÀ i ° iœ˜i°
-ŽÞ ˆ˜i“> ՏÌ
,° "" 6iÀȜ˜i
Vˆ˜i“>̜}À>vˆV> `ˆ ՘ ViiLÀi
V>À̜œ˜ V…i À>VVœ˜Ì> i >ÛÛi˜ÌÕÀi
`i “ˆˆ>À`>Àˆœ ÃÕ«iÀ “ˆœ«i +Ո˜VÞ
>}œœ° -ŽÞ ˆ˜i“> >“ˆÞ
-/,-* /,""*,- ‡ /,
" -*<" > v>˜Ì>ÃVˆi˜â>
>`i ˆ˜ œÞܜœ` >˜˜ˆ ˆ˜µÕ>˜Ì>
ÀˆÛˆÃˆÌ>Ì> `> *° 6iÀ…œiÛi˜\ ˆ «ˆ>˜iÌ>
Vœ“L>ÌÌi Vœ˜ÌÀœ `i}ˆ ˆ˜ÃiÌ̈ }ˆ}>˜Ìˆ°
-ŽÞ ˆ˜i“> >Ý ", ½
" ˜ ՘ «>iȘœ
`i> œÕˆÃˆ>˜> È ÃÌ> «iÀ Ãۜ}iÀi ՘
“>ÌÀˆ“œ˜ˆœ\ i“iÀ}œ˜œ i >˜Ãˆi `ii
Vˆ˜µÕi «ÀœÌ>}œ˜ˆÃÌi° œ˜ -°
>V>ˆ˜i° -ŽÞ ˆ˜i“> *>ÃȜ˜ Ó£°£ä /1," 1˜> Õ“>V> ˆ˜}À>˜> >
µÕˆ˜Ì> µÕ>˜`œ œÌ̈i˜i ˆ `œ˜œ `i>
ÃÕ«iÀÛiœVˆÌD° /ÕÀLœ «iÀ¢ ˆ“«>À> V…i
˜iÃÃ՘œ «Õ¢ >vviÀ“>ÀÈ `> ܏œt
-ŽÞ ˆ˜i“> £ " 1 *- *, 6
+Õ>ÌÌÀœ "ÃV>À] ÌÀ> VՈ µÕiœ «iÀ ˆ
“ˆ}ˆœÀ vˆ“ i “ˆ}ˆœÀ >Ì̜Ài > °
>À`i“] «iÀ > «iˆVœ> `ˆÀiÌÌ> `>ˆ
vÀ>Ìiˆ œi˜°
-ŽÞ ˆ˜i“> ˆÌà ÓÓ°Îx ½ , 6/ /"/9
, 1˜> Vœ««ˆ> ˜>ÃVœ˜`i ˆ˜
}ˆ>À`ˆ˜œ ՘> ÃV>̜> Vœ˜Ìi˜i˜Ìi ˆ
œÀœ `iÈ`iÀˆ «iÀ > ˜>ÃVˆÌ> `ˆ ՘
L>“Lˆ˜œ° *ÀiÃ̜ ˆ œÀœ Ü}˜ˆ È
>ÛÛiÀ>˜œt
-ŽÞ ˆ˜i“> >“ˆÞ
ÓÓ°xä 1 "// " Î >˜ vÕ}}i
`>½œÃ«i`>i «ÃˆV…ˆ>ÌÀˆVœ ˆ˜ VՈ m
ÃÌ>̜ Àˆ˜V…ˆÕÜ i ˆ Ã՜ˆ >“ˆVˆ Ìi˜Ì>˜œ
`ˆ Àˆ>VVˆÕvv>Àœ «Àˆ“> V…i È> ÌÀœ««œ
Ì>À`ˆ° -ŽÞ ˆ˜i“> £ *,<<" ,/ iÜ
9œÀŽ] vˆ˜i >˜˜ˆ Îä° 1˜> Vœ“«>}˜ˆ>
Ìi>ÌÀ>i m `iVˆÃ> > «œÀÌ>Ài ˆ˜ ÃVi˜>
՘œ ëiÌÌ>Vœœ Vi˜ÃÕÀ>̜ `>
}œÛiÀ˜œ «iÀV…m ÀˆÌi˜Õ̜ Vœ“Õ˜ˆÃÌ>°
-ŽÞ ˆ˜i“> ՏÌ
™°Îä ,19\ ,1-,- ‡
,- -Õ«iÀ £x° ˆÀiÌÌ>
-ŽÞ -«œÀÌ Ó £Ó°Îä 1/""-"\ , £ 7œÀ`
-iÀˆià LÞ ,i˜>Տ̰ ˆÀiÌÌ> ÕÀœÃ«œÀÌ
£{°ää -"\ " " /"1,
ˆÀiÌÌ> ÕÀœÃ«œÀÌ
£{°£x -"\ /" ‡
,,, /œÕÀ `i À>˜Vi°
ˆÀiÌÌ> ÕÀœÃ«œÀÌ
£x°Îä "\ * 1,"* /"1,
-VœÌ̈Å "«i˜° ˆÀiÌÌ> -ŽÞ -«œÀÌ Ó
£Ç°ää "\ " ‡ , / œ˜`ˆ>ˆ Óä£{ -ŽÞ œ˜`ˆ>i £
£Ç°Îä -"\ " " /"1,
ˆÀiÌÌ> ÕÀœÃ«œÀÌ
£Ç°{x "\ £ ", / >“«ˆœ˜>̜
ÕÀœ«iœ° ˆvviÀˆÌ> ÕÀœÃ«œÀÌ
£™°ää "\ 1" ", " ," ˆÀiÌÌ>
ÕÀœÃ«œÀÌ
Ó£°{x "\ ,- ‡ " œ˜`ˆ>ˆ Óä£{° ˆÀiÌÌ> -ŽÞ
œ˜`ˆ>i £
ÓÓ°ää +1/<" \ "
*" - /"1, ˆÀiÌÌ>
ÕÀœÃ«œÀÌ
Óΰää "\ * 1,"* /"1,
-VœÌ̈Å "«i˜ -ŽÞ -«œÀÌ Ó ÓΰÎä -"\ /" ‡
,,, /œÕÀ `i À>˜Vi
ÕÀœÃ«œÀÌ
£°ää "\ "* ½/ Ì>ˆ>˜ *Àœ /œÕÀ -ŽÞ -«œÀÌ Ó -iÀˆi /Û
˜ÌÀ>ÌÌi˜ˆ“i˜Ìœ
,>}>ââˆ
œVՓi˜Ì>Àˆ
£È°£x - œÝ Àˆ“i £Ç°{ä 1 *, œÝ
ˆvi
£n°{x /1//" ,/" ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
6/ -
" " œÝ * / *, -- ,>ˆ Տ«
£™°{x 1-/ E 9 ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
Óä°Îx " -" " -//" " ˆÃ˜iÞ
…>˜˜i
Óä°{ä - E / ˆVŽiœ`iœ˜
Ó£°ää 1-/ E 9 ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
-
"// 9 œÝ Àˆ“i / /",9 œÝ -/ œÝ ˆvi
Ó£°äx /1 , ˆVŽiœ`iœ˜
Ó£°Îx /- ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
Ó{\ 6 "/, 9 œÝ ,"* 6 œÝ ˆvi
Ó£°xx -
"// 9 œÝ Àˆ“i £Ç°äx , 1" -ŽÞ 1˜œ
£Ç°xx -*
1 * / -ŽÞ
1˜œ
£n°{x "-- - -ŽÞ 1˜œ
£™°£x 11/", -, £™°Óx 1
"
"<, " œÝ ˆvi
£™°Îä ,
½- 8/ /"* " -ŽÞ
1˜œ
£™°xx , £Ó *, *--
< / iŽˆ`Ã
Óä°ää 1
1" Ó œÝ ˆvi
Óä°Óä ,
½- 8/ /"* " -ŽÞ
1˜œ
Ó£°ää 6-/ -*"-‡
" /," -1"
, Ó£°£ä ,/ ½- "/ / / ­6°"°® -ŽÞ
1˜œ
ÓÓ°ää " /" -*"-t £n°Îx " " >À̜œ˜
iÌܜÀŽ
- 9 , ˆVŽiœ`iœ˜
£™°ää ,1// //6 >À̜œ˜
iÌܜÀŽ
- 9 , ˆVŽiœ`iœ˜
£™°Îä 7 8 1 iŽˆ`Ã
,9 Ó
Óä°Óä /" Ó
Óä°{ä ,1, -"7 >À̜œ˜ iÌܜÀŽ
Óä°{x /" Ó
Ó£°ää 1 1 * ,>ˆ Տ«
Ó£°äx 7 /" E ,,9 -"7
œœ“iÀ>˜}
,1, -"7 >À̜œ˜ iÌܜÀŽ
Ó£°£ä /" Ó
Ó£°Óä 1"6 66 /1, */,
* iŽˆ`Ã
Ó£°Óx 1 1 * ,>ˆ Տ«
£Ç°£ä -/, , ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i £n°£ä ,
" ,
ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i -° /,, -/,\
- >̈œ˜> iœ}À>«…ˆV
£n°{ä ,
" ,
ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i £™°äx ,
" ,
ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i Óä°ää 1 -1,66 ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i Óä°Îä , 1" ‡ 7 9",
ˆÃ̜ÀÞ …>˜˜i
Óä°xx *,
"" / >̈œ˜>
iœ}À>«…ˆV
Ó£°ää 9/1-/,- ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i 1 "// 1-" ˆÃ̜ÀÞ
…>˜˜i
£È°äx ",° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ
1˜ˆÛiÀÃ>
£È°äÇ *,//9 // ,-° /iivˆ“
9
£È°Óä / ° /iivˆ“ "
£È°{È *-9
° /iivˆ“ "
£È°xx ,
9° /iivˆ“ 9
£Ç°ÎÎ *-9
° /iivˆ“ "
£Ç°ÎÇ <"- ‡ 6 // "
/° ˆ“ *Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
£Ç°{x ,‡
*, °
/iivˆ“ 9
£n°Óx *,"
/ , / Ó°
œVՓi˜Ì>Àˆœ -ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
£n°Îx *, /""° /iivˆ“ 9
£™°ää -""/ ¼ 1* ‡ -*, "
1",t° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
£™°£n ,° ˆ“ *Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
£™°Ó{ 1 ° ˆ˜ˆÃiÀˆi 9
£™°Î{ ,° "1- ‡ 6-" °
/iivˆ“ "
Óä°Ó{ ,° "1- ‡ 6-" °
/iivˆ“ "
Óä°{ä / , --,¶°
œVՓi˜Ì>Àˆœ -ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
Ó£°£x 6,/
/ -" °
ˆ“ *Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
Ó£°£x 1 ° ˆ˜ˆÃiÀˆi 9
Ó£°£x *, << "//° ˆ“
-ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
di Aldo Grasso
La retorica del calcio:
si salvano Buffa e Bonan
C’
è ben poco da salvare della spedizione televisiva
in Brasile. Non le telecronache (avremo modo di
parlarne a mente fredda), non i servizi dal «risvolto umano», non gli interventi di Matteo Materazzi. Salviamo il salvabile. Federico Buffa, su
tutti. Mai una parola fuori posto, mai un commento inappropriato. Riversare un po’ di cultura sulla chiacchiera sportiva
non fa mai male, anzi. Merito anche di «Copacabana Live Studio» con Marco Cattaneo e Daniele Adani. Cattaneo ha capito
Vincitori e vinti
che bisogna mettersi a disposizione di Buffa, non viceversa coPiero
m’era successo con Ilaria D’AmiAngela
co.
La
Anche «Copacabana Calciodivulgazione
mercato» (a parte la scarsa fanbatte la
tasia nel titolo) con Alessandro
tentazione. Serata
Bonan ha saputo conservare la
estiva per Rai1 con
propria identità, sia pure nel
Piero Angela e il suo
mare di retorica che bagna la faconsueto
mosa spiaggia. La trasmissione
«Superquark»: gli
non rinuncia mai alla sua cifra
spettatori sono
più espressiva, che è un amalga3.216.000, per uno
ma, una riuscita mescolanza di
share in fascia prime
competenza e di ironia. Un solo
time del 15,7%
esempio: quando in studio interviene Beppe Bergomi, liberaFilippo
to da Caressa, non costretto a riBisciglia
petere ogni minuto «Fabio, FaLa tentazione
bio», dice anche cose interessuperata
santi. Segno che la vecchia
dalla
teoria del contesto (secondo
divulgazione. Serata
Ludwig Wittgenstein il signifitutta corpi e ormoni
cato di una parola o di un conper Canale 5 con
cetto dipende dal suo contesto.
«Temptation Island»,
Estensivamente, il senso degli
commentato da Filippo
interventi di un ospite dipendoBisciglia: gli spettatori
no dal contesto in cui si trova)
sono 3.081.000, per
funziona sempre. Se poi in stuuno share in fascia
dio ci sono Tommaso Pellizzari,
prime time del 14,2%
Riccardo Gentile e Gianfranco
Teotino, il più è fatto.
A proposito, leggere subito il libro Il calcio che conta di Teotino, dove si spiega come il mondo del calcio sia un meccanismo complesso, fatto di moltissime componenti spesso sconosciute ma che rivestono un ruolo fondamentale nel rendere
sempre più coinvolgente l’esperienza di tifosi e appassionati.
E perché il calcio tedesco sia strutturalmente così forte. Il calcio italiano non si salva con il moralismo, questo è certo.
Il capo della Cia (Morgan Freeman)
incarica l’agente segreto Ryan
(Ben Affleck, foto con Freeman) di
indagare sull’esistenza di
un’atomica in grado di minacciare
la sicurezza degli Stati Uniti.
Al vertice della tensione
Premium Cinema, ore 21.15
Incontri pericolosi
per Josh Brolin
Llewelyn Moss (Josh Brolin, foto),
saldatore texano reduce del
Vietnam, si imbatte in un
regolamento di conti per una
partita di droga. Per i fratelli
Coen quattro Oscar nel 2008.
Non è un paese per vecchi
Sky Cinema Hits, ore 21.10
Il gladiatore Crowe
cerca la sua vendetta
i`ˆ>ÃiÌ *Ài“ˆÕ“
Il generale Massimo Decimo
Meridio (Russell Crowe), tradito
dall’ambizioso figlio
dell’imperatore che ha ucciso la
sua famiglia, torna a Roma come
gladiatore in cerca di vendetta.
Il gladiatore
Cinema Energy, ore 21.15
£Î°xä -/, -+1° ˆ“ *Ài“ˆÕ“
ˆ˜i“>
£{°ÓÓ -1/-° /iivˆ“ "
£{°Îä 6-//" *, 1
,° ˆ“
-ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
£{°ÎÎ "--* ,° /iivˆ“ 9
£x°£n / ", -° /iivˆ“ 9
£x°{Ó 6, "7 ‡ ,, ,-° ˆ“ *Ài“ˆÕ“
ˆ˜i“>
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
ÓÓ°äÈ
ÓÓ°Îä
ÓÓ°xÈ
Óΰä{
ÓΰÓä
/ ° /iivˆ“ "
/ ° /iivˆ“ "
/ ° /iivˆ“ "
/ ", -° /iivˆ“ 9
+1- ° ˆ“ *Ài“ˆÕ“
ˆ˜i“>
ÓΰÓÎ -1/-° /iivˆ“ "
ÓΰÓx -
,/,9° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
ÓΰxÇ *,//9 // ,-° /iivˆ“
9
ä°££
ä°{Ó
ä°xx
ä°xÈ
£°£Ç
-1/-° /iivˆ“ "
9 ° ,ÕLÀˆV> 9
*½ /1
° /iivˆ“ 9
-1/-° /iivˆ“ "
/ , 1,/
7" ,-/" ° ˆ“ *Ài“ˆÕ“
ˆ˜i“>
£°Óä "97""½- -/ ,
/",-° -…œÜ -ÌÕ`ˆœ
1˜ˆÛiÀÃ>
56
italia: 51575551575557
Sabato 12 Luglio 2014 Corriere della Sera