Nathaniel Hawthorne ``La Lettera Scarlatta``

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Nathaniel Hawthorne ``La Lettera Scarlatta``
"La lettera scarlatta", uscito nel 1850, è il capolavoro di Nathaniel
Hawthorne (1804-1864) (che ha scritto comunque anche alcuni
interessanti racconti a sfondo nero, come "Il manto di Lady Eleanore",
incentrato su una pestilenza o "La figlia di Rappacini", che consiglio di
leggere).
L'Autore racconta di aver tratto la vicenda dagli archivi della dogana di
Salem, la città portuale del Massachusetts che nel Seicento fu al centro di
una spietata persecuzione contro la stregoneria.
La vicenda si svolge nella Boston puritana, dove Hester Prynne, arrivata
nel Massachusetts prima del marito, un'anziano scienziato inglese, ha
avuto una figlia, Pearl, da un amore illegittimo, e viene punita secondo le
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severissime leggi puritane: messa alla gogna deve portare per tutta la vita
sul petto la lettera A, Adultera, da lei stessa ritagliata in un "bel panno
scarlatto". Arriva il marito, il quale, sotto falso nome, si mette a cercare il
complice della moglie...
è interessante notare che lo stigma delle lettere cucite sui vestiti, è
storicamente avvenuta, proprio a Salem, e proprio nella famiglia dello
scrittore! (i cui antenti erano proprio feroci persecutori di quaccheri e
streghe!) Il bisnonno materno Nicholas Manning, arrivato a Salem da
Darmouth nel 1662, aveva sposato una vedova poco più anziana di lui;
anni dopo, nel 1679, aveva riportato con sé in America, la madre, due
fratelli e due sorelle. Nel 1680, la moglie lo accusò di aver avuto rapporti
sessuali con le sorelle;
mentre egli riuscì a fuggire, le sorelle furono arrestate e condannate alla
fustigazione (che evitarono, pagando una multa) e a dover cucire la
parola "incesto" sulle cuffiette!
è interessante anche notare che, nel corso del romanzo, la lettera "A" di
"Adultera", sarà via via vista e letta dai personaggi del romanzo come
"Angelo di compassione" (per l'opera misericordiosa svolta da Hester
nella comunità) e "Abile", come Hester viene definità per la sua abilità nel
cucire e nel ricamare. Per la piccola figlia Pearl, la "A" che la madre porta
sul petto, è un segno che la rende unica e affascinante.
Ci sono state molte interpretazioni, delle critica, al romanzo; c'è chi ha
voluto vedere la lettera "A" come segno di inizio della scrittura e della
storia, come "America", "Amore", motivo della "colpa" di Hester, che ha
ceduto all'adulterio per amore, e questo stesso amore, viene visto anche
come riscatto. Carlo Pagetti vede nell' "A" "l'autonomia del segno che
parla di sé e per sé, l'impossibilità di rimanere fedeli a una interpretazione
univoca dei fenomeni etici e naturali." Pagnini invece vede nell' "A"
Hawthorniana "Il Segno del Mistero", concreto riferimento all'indefinibile
e all'inesprimibile, suggestione infinita di senso: Hester (come suggerisce
Vito Amoruso) è il simbolo dell'America che cambia, che "si lascia alle
spalle il passato pur scegliendo di abitarlo".
Io suggerisco anche un confronto con Pirandello, e le sue "maschere", che
tutti indossiamo, e che ci vengono imposte anche dagli altri, come a
Hester è stato imposto lo stigma dell' "A" di "Adultera".
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E ora, un estratto del romanzo!
"Tempi rudi quelli, nei quali ogni delicatezza di sentire e ogni forma di
cortesia erano sconosciute; e troppo sovente la realtà veniva a
confermare, nei confronti di Hester, codesta durezza. Si è già detto
come i poveri, beneficati da lei, non di rado ingiuriassero la mano
protesa a soccorrerli. Ma eguali amarezze le toccavano anche quando,
per il suo lavoro, le accadeva di entrare nelle case dove vivevano dame
di molto alto lignaggio; anche queste infatti le stillavano nel cuore
gocce di veleno, a volte con quella sottile malizia in cui le donne sono
maestre, a volte con dure espressioni che esacerbavano vieppiù la sua
ferita ancora sanguinante. Ma Hester era preparata a quanto accadeva:
non rispondeva mai agli insulti, se non con una vampata di rossore che
le saliva alle gote, per ricaderne subito dopo e spegnersi nel sangue del
suo povero cuore. Tutto ella sopportava con pazienza di martire; e se
non giungeva a pregare per i suoi nemici, era soltanto per il timore che
la preghiera di una peccatrice si mutasse in maledizione.
La sentenza che l'aveva colpita le pesava ancora addosso senza requie e
a ogni momento le rinnovava la pena. Per via, i ministri di Dio la
fermavano e le rivolgevano delle esortazioni che raccoglievano intorno
a lei un crocchio di gente ostile; se entrava in una chiesa con la
speranza di essere riscaldata ed illuminata da un raggio della celeste
bontà, le accadeva di ascoltare una predica piena di invettive contro di
lei. [...] Le sembrava allora che tutto intorno a lei, la natura stessa,
avesse coscienza della vergogna del suo passato; ed ella non avrebbe
sofferto pena più angosciosa, se avesse udito le foglie degli alberi
raccontarsi sommessamente la sua tragica storia, se d'estate la brezza
avesse sussurrato quell'insulto o le raffiche del vento lo avessero urlato,
d'inverno. E che pena, quando qualche straniero che la vedeva per la
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prima volta si fermava a considerare curiosamente la lettera scarlatta e
con quella sua fissità oltraggiosa sembrava imprimergliela sempre più a
fondo nelle carni. Il suo istinto l'avrebbe portata a nascondere con le
mani quel segno; ma sempre ella si dominava in tempo. Né minor
tormento le infliggevano gli sguardi della gente con cui s'incontrava
ogni giorno; ché il tempo, invece di lenirlo, rendeva quel dolore sempre
più intollerabile."
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