Lirosi scrive anche a Renzi ma il Pd resiste: no
Transcript
Lirosi scrive anche a Renzi ma il Pd resiste: no
12 LA STAMPA VENERDÌ 22 APRILE 2016 Savona .45 . SAVONA. L’ASSESSORE USCENTE VUOLE CANDIDARSI DOPO 22 ANNI DI AMMINISTRAZIONE L’EPISODIO ERA AVVENUTO NEL DICEMBRE SCORSO Lirosi scrive anche a Renzi ma il Pd resiste: no alla deroga Rissa con accoltellamento in via Collodi: chiesti sei anni per Mulgeci Braccio di ferro in vista dell’assemblea cittadina convocata per martedì ELENA ROMANATO SAVONA Martedì sera è prevista la convocazione dell’assemblea cittadina del Pd. Probabilmente non si voterà la deroga richiesta dall’assessore uscente Franco Lirosi che intende ricandidarsi. Il Pd starebbe cercando di convincere il «veterano» Lirosi, dopo circa 22 anni di amministrazione, a fare un passo indietro e mettere a disposizione la propria esperienza per portate voti alla lista del Partito democratico. L’intenzione è chiudere il prima possibile ed evitare uno slittamento dell’assemblea ad un altro giorno. Lirosi, che alle primarie ha sostenuto Livio Di Tullio, vuole restare a fare politica attiva, nonostante il segretario provinciale Briano abbia messo un veto dopo i sei mandati dell’attuale assessore ai Lavori pubblici, tra incarichi di giunta e come consigliere, e la candidata sindaco Cristina Battaglia abbia parlato più volte di «rinnovamento». Dopo aver fatto la richiesta di deroga Franco Lirosi Fulvio Briano all’assemblea cittadina, di cui è presidente, Lirosi ha scritto anche al segretario cittadino Barbara Pasquali, a quello Provinciale Fulvio Briano, salendo fino al commissario regionale David Ermini e addirittura a Renzi per ribadire la richiesta di deroga e fare presente il contributo portato al partito fino ad oggi in termine di preferenze (700 alle ultime amministrative). «Non ho ricevuto nessuna richiesta ufficiale di ritirarmi – spiega Lirosi – e ritengo comunque che la richiesta di deroga che ho presentato debba essere votata in assemblea. Se ne uscirà un no ne prenderò atto. Per la deroga, oltre che al segretario cittadino e provinciale del partito ho scritto anche al commissario regionale e alla direzione nazionale. Credo di avere un patrimonio di preferenze che non va sprecato e comunque ci sono altri che dovrebbe chieder ela deroga ma non l’hanno fatto». Il Pd però vorrebbe arrivare in assemblea martedì (al massimo facendola slittare a giovedì) solo per discutere la lista ed avere il tempo di raccogliere le firme e presentare il tutto entro i termini stabiliti (liste e forme vanno presentate dalle 8 alle 20 di venerdì 6 maggio, o dalle 8 alle 12 di sabato 7 maggio). Nella lista dei democratici, oltre agli assessori uscenti Elisa Di Padova e Paolo Apicella, ai consiglieri Federico Larosa e Dario Lavagna, potrebbero essere confermati i consiglieri Andreino Bruzzone e Piero Fresco, mentre si parla anche di Livio Bracco, consigliere uscente del Pdl. C’è poi il nome del segretario dei giovani del Pd Luca Burlando e potrebbe entrare in lista anche Alessio Artico membro del Consiglio della Sms Milleluci di Legino e poi presidente, ex portavoce dell’assemblea di quartiere di Legino e attualmente presidente dell’Arci. Sei anni di reclusione per l’accusa di tentato omicidio. È la pena che ieri mattina, in udienza preliminare davanti al giudice Francesco Meloni, è stata chiesta dal pubblico ministero Ubaldo Pelosi, per Robert Mulgeci, 24 anni, nazionalità albanese, coinvolto la sera del 2 dicembre dello scorso anno in via Collodi in una rissa con altri due connazionali, uno dei quali, Gezim Byberi, 23 anni, era stato ferito con una coltellata che gli aveva leso il fegato. Un’accusa che il giovane, difeso dagli avvocati Carlo Biondi e Carlo Risso, ha sempre respinto, sostenendo di aver agito per legittima difesa e di non aver usato un coltello per ferire il rivale, ma un pezzo di ferro trovato per terra. «Sono stato aggredito perchè sono amico di uno che a loro non va». Subito dopo il grave episodio, Mulgeci era scappato. Ma la sua fuga era durata solo due giorni. I poliziotti lo avevano bloccato alla stazione della metropolitana Brin di Certosa, a Genova, dove ormai gli investigatori avevano capito che si era nascosto, perchè lì vive la fidanzata e soprattutto ci sono amici che potevano dargli una mano. La Scientifica in via Collodi Era solo. I poliziotti, che temevano fosse armato, con un’azione fulminea, lo avevano bloccato, senza dargli la possibilità di tentare una nuova fuga. All’origine della rissa in via Collodi, secondo la polizia, c’era una storia di screzi e vecchie ruggini. Nel giugno precedente, infatti, c’era già stato un episodio altrettanto grave, una rissa a calci e pugni in via Servettaz davanti al supermercato Gulliver, con Robert Mulgeci che aveva avuto la peggio ed era stato arrestato dalla polizia perchè gli avevano trovato una pistola, calibro 6,35, con il colpo in canna che per fortuna non aveva usato. La decisione del gup è attesa a giugno. [O.STE.] 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI GENITORI CONDANNATI A UN ANNO E DUE MESI ALBANESE DI 24 ANNI RIGUARDAVA LA BONIFICA DELLA COPERTURA DI STABILI DELLA DIOCESI “Schiavi della cocaina” maltrattavano i figli Furti nelle case Patteggia pena di due anni Ordinanza del sindaco ignorata il vescovo Lupi sotto processo Una famiglia come tante altre. Almeno così sembrava. Papà e mamma: 51 anni lui, 47 lei. E tre figli, tutti minorenni. E invece dietro alle mura domestiche si nascondeva una triste storia di droga e maltrattamenti. Con i genitori, schiavi della cocaina, che per andare a procurarsela, lasciavano i figli soli in casa. Non solo. Ma in quei momenti nei quali erano in astinenza e diventavano più nervosi, li chiudevano in camera o si dimenticavano di dare loro da mangiare. Una storia venuta alla luce nel maggio di due anni che ha portato all’allontanamento dei tre bambini dalla casa dei genitori (su decisione del tribunale dei minori) e a un’accusa di maltrattamenti contestata al padre e alla madre. Imputazione della quale hanno risposto ieri mattina davanti al giudice dell’udienza preliminare Francesco Meloni, durante la quale hanno patteggiato la pena: un anno, due mesi e sei giorni di reclusione. [O.STE.] Secondo l’accusa faceva parte insieme a due connazionali di una banda specializzata in furti nelle abitazioni che aveva colpito anche nel Savonese. Ieri mattina un ventiquattrenne albanese, Klodian Poleshi, ha patteggiato due anni di reclusione e 1500 euro di multa con la sospensione condizionale. A Poleshi erano contestati sette colpi nel Savonese tra furti concretizzati e tentati a Finale Ligure, Varazze e Albissola. [O.STE.] 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Il vescovo Vittorio Lupi è a giudizio con l’accusa di «inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità». La vicenda prende le mosse da un’ordinanza emessa dal sindaco Federico Berruti per ragioni di sicurezza pubblica e igiene nella quale si chiedeva di effettuare l’integrale bonifica della copertura di alcuni stabili di proprietà della Diocesi in via Santuario. La Procura però ha accertato che né la bonifica o in alternativa la messa in sicurezza degli edifici richiesta sono state effettuate Il vescovo Vittorio Lupi (il termine era fissato, dopo una proroga, a gennaio 2014). Di conseguenza nel marzo scorso il Vescovo era stato colpito da un decreto penale di condanna al pagamento di un’ammenda da 200 euro. Un provvedimento al quale monsignor Lupi ha presentato opposizione e, di conseguenza, il caso è arrivato in tribunale. Il vescovo Lupi è stato chiamato a rispondere dell’irregolarità in quanto legale rappresentante pro tempore della proprietà degli stabili di via Santuario. Non è da escludere che nella prossima udienza, a maggio, il legale difensore Dominique Bonagura, chieda di procedere all’estinzione del reato attraverso oblazione. [O.STE.] 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI