sINDAcATO E sERVIZI

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sINDAcATO E sERVIZI
N° 9 ANNO LXII Dicembre 2010
FABIGIOVANI
INDISPENSABILE ISCRIVERSI AD UN
FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE
SICUREZZA
Stress lavoro-correlato
Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza - Il quotidiano dei mercati finanziari Spedizione in A.P. 45% art. 1 c. 1 L. 46/04, DCB Milano.
Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/1989.
FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI
EQUINOX
l’equinozio del cambiamento
FILO DIRETTO
UBI, HABEMUS PRAEMIUM
QUADRI DIRETTIVI
VANTIAMO DEI CREDITI
CONGRESSO MONDIALE UNI
IL FUTURO E LA MEMORIA
S. Natale 2010
Capodanno 2011
Siamo qui
perchè non c’è alcun rifugio
dove nasconderci da noi stessi.
Fino a quando
una persona non confronta se stessa
negli occhi e nei cuori degli altri, scappa.
Fino a quando
non permette loro di condividere i suoi segreti,
non ha scampo da essi.
Chi è timoroso d’esser conosciuto
non può conoscere se stesso
nè gli altri: sarà solo.
Dove altro
se non nei nostri punti comuni
possiamo trovare un tale specchio?
Insieme,
ognuno può, alla fine,
manifestarsi chiaramente a se stesso.
Non come il gigante dei suoi sogni,
nè il nano delle sue paure,
ma come un uomo
parte di un tutto
con il suo contributo da offrire.
In questo terreno
noi possiamo mettere radici
e crescere, non più soli, come nella morte,
ma vivi a noi stessi e agli altri.
TUTTI INSIEME
Non dobbiamo dimenticare nessuno
AUGURI !
La FABI
EDITORIALE
FILO DIRETTO
2 > Gruppo Ubi Habemus Praemium
In aumento la spesa pubblica per il welfare
quota periscopica
2 > quota periscopica
focus
4 > Due ruote sempreverdi
di Lando Maria Sileoni - Segretario generale FABI
SINDACATO & SERVIZI
attualità
5 > Precaria sì, ma con diritto di precedenza
Posto fisso i love you
MPS tagliate 193 poltrone
6 > Digital Divide
L'impatto del web sulla nostra vita
e... sull'ambiente
7 > Bancone Pasticcione
La coscienza dei ricchi
8 > La sindrome di Stoccolma
La casa famiglia di Kaunas ha finalmente un tetto
9 > Figli, istruzioni per l'uso
Lotta al sommerso
10 > Per amore e per necessità
Linea dura per chi raggira ed usa violenza
agli anziani
11 > L'Italia del futro? Un Paese di Vecchi
Sempre più stranieri nelle famiglie italiane
12 > Scendiamo in campo contro la crisi
Social Network per chi soffre di cefalea
13 > Permessi non utilizzati,
anche il sindacalista ha diritto al rimborso
Il dipendente rifiuta trasferimento?
Illegittimo il licenziamento se è beneficiario
delle agevolazioni ex legge 104/92
Italiani non investono più
14>
15>
fabigiovani
Giovani, carini e ... a tempo determinato
Pensiamoci oggi, domani è troppo tardi.
Vantiamo dei crediti
Lo sviluppo sia sostenibile
BCC
18 > Sicurezza questa sconosciuta
Nata la consulta regionale BCC del Veneto
esattoriali
19 > Zero costi per lo stato con tre società di riscossione
19 numbers
20 > Ready for board women
Madri sino a 20 settimane a stipendio pieno
21 > Il futuro e la memoria
22 > Breaking trough
Il futuro delle donne in quattro punti
19 Salute
sicurezza
24 > Stress da Lavoro
25 Il parere legale
fisco
26 > Obbligo di identificazione catastale
degli immobili
Nel mondo solo 2 su 100 hammo
accesso al welfare
NONSOLOBANCA:
hi tech
26 > Microsoft squilla più forte
la fabbrica dei sogni
E se il Mondo fosse una grande bolla?
segnalibro
28 > Il recesso da contratto collettivo
avviso ai naviganti
Un portale motore dell'amministrazione digitale
itinerari
29 > Palmanova un raro esempio
di architettura militare
Catacombe ebraiche di Roma
30 > Chardin il pittore del silenzio
31 > Mediterraneo da Courbet a Monte a Matisse
32 > Chi c’è c’è
EQUINOX
L’equinozio del cambiamento
A
livello planetario, dicono gli economisti, la distribuzione del reddito, anche per effetto della
crisi, è in vorticoso divenire.
Il PIL pro-capite di molti paesi in via di sviluppo è cresciuto e, di conseguenza, si è ridotto il divario
con i paesi ricchi.
La crescita consentirà a milioni di persone (del Sud est
asiatico e del BRIC, Brasile, Russia, India, Cina) di incrementare i consumi individuali e rispondere a nuovi
bisogni, anche sociali, diventando parte determinante di
una nuova “classe media”.
Si realizzerà, così, un cambiamento di portata storica se
è vero che, come dimostrano le proiezioni statistiche, nel
2030, soltanto il 20% della “ classe media” mondiale sarà
costituita da americani ed europei.
Pensando ad un precedente storico potremmo paragonare l’emergere della nuova classe media a quella “borghesia” che, in occidente, è sempre stata il centro promotore
dello sviluppo e della creatività.
Ma, di fronte a questo epocale cambiamento cosa accade
da noi?
I segnali si fanno preoccupanti.
Nessuno fa più scuola o sembra capace di creare allievi.
Nessuno sembra preoccuparsi di come si produce reddito, cioè del modo.
Infatti, il modo in cui si produce reddito (specie nelle
Banche ) è fondamentale.
Perché, in primo luogo, occorre rispettare le persone, la
salute, le risorse naturali e tecniche, senza discriminare.
Occorre fare il proprio lavoro, a tutti i livelli (cominciando dai Piani Alti) , con onestà, in modo eticamente
ineccepibile, perché dai risultati bisogna trarre benefici
comuni e proporzionati, equi.
Il pensiero corre, invece, alla sproporzione tra i redditi
percepiti da certi manager ed il loro contributo effettivo
alla gestione delle banche, oppure al divario, inaccettabile, tra retribuzioni medie dei Quadri e delle Aree Professionali ed i compensi di certi esponenti delle Direzioni
Generali.
Ancora di più il pensiero va ai precari.
Abbiamo detto più volte che la precarietà è fonte di frustrazioni in quanto impedisce di dare stabilità alle relazioni sociali e rende tutto provvisorio.
In una fase di cambiamento, la flessibilità non può essere
accettata solo quando riguarda chi deve dare una prestazione lavorativa...
Coloro che riescono a fare carriera manageriale, spesso,
sono dei replicanti, fedeli al principe di turno e pronti
a prostrarsi alla sua corte. Così non s’incoraggiano coscienze critiche e pensiero libero, ma conformismo ed
allineamento, che soffocano ogni benefico impulso di
creatività.
Questo atteggiamento, quando è compreso dalla generalità dei lavoratori, rischia di far agonizzare la vera speranza di cambiare le cose, alimentando distacco, delusione
e freddezza.
Nei negoziati, soprattutto in quelli più complessi, c’è
chi vuole trasformare un leale duello tra avversari in uno
scontro tra nemici. E, secondo questa logica, il nemico
non vuole alcun confronto vero fra idee e progetti diversi, non cerca più l’accordo, ma solo la sconfitta del
nemico, magari con l’inganno...
Insomma, quando mancano i “buoni maestri” restano il
servilismo e la mediocrità di certi imitatori.
Diceva Hobbes che bisogna guardarsi da una corsa che
rischia di diventare “senza traguardo e senza premi, nella
quale l’unico obiettivo è quello di sorpassare gli altri...”
Noi, invece, proprio per quello che, con vero orgoglio
rappresentiamo per i lavoratori, non ci rassegniamo alla
marginalità.
Vogliamo far in modo di vivere in positivo il cambiamento, facendo di tutto perché si realizzi.
Per chi ancora non se ne fosse accorto, il cambiamento
nelle relazioni sindacali - in Abi, negli Istituti di Credito
- ha un nome: FABI.
La valorizzazione dei quadri sindacali periferici è uno dei
nostri obiettivi.
L’equinozio del cambiamento ormai, a tutti i livelli, non
potrà più essere fermato.
Da nessuno.
Direttore editoriale
Lando Maria Sileoni
Capo redattore
Lodovico Antonini
Ordinario di Sociologia Generale
Università di Verona
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Clinica oculistica Università degli
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docente di informatica generale,
Università Cattolica - Milano
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esperto risorse umane
e consulente aziendale
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Paolo Panerai
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filo diretto
Buone nuove per i lavoratori
GRUPPO UBI,
HABEMUS PRAEMIUM
Dopo mesi di serrate trattative siglato l’accordo sul
riconoscimento economico 2009, che fino all’ultimo l’azienda
non voleva corrispondere ai dipendenti per l’andamento
negativo dei conti. Grazie al duro lavoro del sindacato, si è
evitato che gli insuccessi aziendali determinati da discutibili
scelte del management ricadessero sulle spalle dei bancari.
Firmato, inoltre, un protocollo contro le pressioni commerciali.
Da adesso in poi la valutazione professionale sarà separata
da quella sulle performance di vendita
di Attilio Granelli, Segretario nazionale FABI
Silf ), per loro la cifra sarà corrisposta
soprattutto sottoforma di buoni
benzina.
Fin qui, i numeri. Ma il dato politico
interessante che emerge da questa
trattativa è che finalmente non si
sono fatte pagare ai lavoratori le scelte
aziendali sbagliate del management.
Se Ubi nel 2009 ha riportato risultati
di bilancio negativi, ciò non è stato
certamente imputabile ai dipendenti,
ma piuttosto a certe operazioni
discutibili avallate dai piani alti della
banca, quali ad esempio il controverso
maxi-finanziamento
alla
Burani,
società che già all’epoca del prestito
aveva conti tutt’altro che in buona
salute, come dimostrano le indagini
della magistratura.
Non era dunque concepibile e
soprattutto moralmente corretto che
ai bancari fosse sottratto il giusto
riconoscimento economico per il lavoro
svolto, a causa di errori certamente non
a loro attribuibili.
Proprio forti di questa convinzione, le
organizzazioni sindacali fino alla fine
non hanno ceduto e hanno preteso
l’erogazione del bonus a favore di
tutti i dipendenti del Gruppo, senza
distinzione di appartenenza aziendale
o
inquadramento
contrattuale,
nonostante il pianto greco del
management che lamentava cali di utile
e di redditività.
Questo
rappresenta
senz’altro
un precedente di rilievo per la
contrattazione di secondo livello: la
Istat
banca è stata richiamata, infatti, a
un’assunzione di responsabilità rispetto
alle sue stesse politiche industriali e le
conseguenze negative di queste ultime
non sono state fatte ricadere sulla
testa di chi non ne era minimamente
responsabile: i lavoratori. Oltre al
premio, è stato portato a casa un altro
importante risultato: l’istituzione di un
protocollo aziendale contro le pressioni
commerciali.
Il documento, firmato da azienda
e sindacati, riafferma la necessità di
rispettare le norme deontologiche, i
principi etici e la professionalità dei
lavoratori. E, soprattutto, sancisce
la separazione della valutazione
professionale dalla valutazione della
performance di vendita del dipendente.
Ciò vuol dire che finalmente i lavoratori
saranno trattati non più come slot
machine fabbrica-soldi ma come
professionisti, titolari di competenze e
di una chiara deontologia.
Per quanto ci riguarda, come FABI,
saremo vigili e sempre attenti affinché
queste disposizioni trovino concreta
attuazione e non rimangano confinate
nel libro dei sogni.
In aumento
la spesa
pubblica per il
welfare
Nel 2009 453 miliardi,
il 29,8% del Pil
H
abemus
Papam:
dopo
mesi e mesi di trattative
finalmente siamo riusciti
a garantire ai circa 20mila
dipendenti del Gruppo Ubi e delle
società prodotto il sacrosanto bonus
del 2009, riconoscimento economico
che l’azienda fino all’ultimo ha tentato
di non erogare per via dell’andamento
negativo dei conti relativo all’anno
passato.
In base all’accordo firmato dalla FABI e
dalle altre sigle lo scorso 26 novembre,
i lavoratori full time e part time di Ubi,
Ubis e delle banche reti riceveranno
2
tra dicembre e gennaio un bonus di
750 euro. La somma sarà elargita in
parte in denaro, in parte sottoforma di
buoni benzina o di contributi sul fondo
pensione.
I colleghi con situazioni particolari
che non potranno usufruire dei buoni
benzina avranno facoltà di accantonare
tutta la somma sul proprio Fondo
pensione o, in alternativa, conservarne
550 euro in busta paga.
Per quanto riguarda invece i dipendenti
delle società prodotto (Ubi leasing, Ubi
factor, Centrobanca, Banca 24/7, Ubi
fiduciaria, Ubi gestione fiduciaria e
L
a spesa pubblica per il welfare
in Italia è in aumento.
Secondo i dati Istat nel 2009 i
costi per la protezione sociale
sono stati circa 453 miliardi, pari al
29,88% del Pil. I dati sono pubblicati
nell’Annuario statistico italiano 2010
disponibile anche sul sito www.istat.
it. Circa 424 miliardi sono stati spesi
dalle amministrazioni pubbliche.
Come rileva l’Istat, i due terzi della
spesa delle amministrazioni pubbliche,
si concentra nella previdenza (66,1%)
,mentre alla sanità è destinato il 25,5%
e all’assistenza il restante 8,4%.
news
quota periscopica
Basta avere il pc acceso
IL
LAVORO?
DA
CASA
È
MEGLIO
Secondo una ricerca di Cisco, il 60% dei lavoratori del terziario non ritiene ci sia un nesso tra presenza in ufficio e produttività.
Meglio lavorare tra le mura domestiche. Più tradizionalisti gli italiani: il 53% di loro preferisce ancora stare in azienda
I
l miglior ambiente di lavoro?
Circoscritto
tra
le
mura
domestiche. Molto meglio il
comodo e morbido divano di casa
propria, che la claustrofobica stanzetta
d’ufficio, magari in condivisione con
colleghi chiassosi e insopportabili.
Il 60% dei lavoratori impiegati nel
settore dei servizi, intervistati da Cisco,
multinazionale informatica (non a
caso) che sulla domanda di cui sopra
ha costruito un’indagine, è convinta
che si lavori più serenamente e con
risultati più soddisfacenti in termini di
produttività da casa o in qualsiasi altro
posto che non sia un edificio aziendale.
Basta avere un Pc acceso e il gioco (oltre
al lavoro, naturalmente) è fatto.
La maggioranza del campione
consultato, costituito da 2.600
professionisti
dell’Information
Technology provenienti da 13 Paesi
del mondo, tra cui l’Italia, plaude,
dunque, al telelavoro e ritiene che
non ci sia alcun rapporto direttamente
proporzionale tra presenza in ufficio e
voglia di lavorare. Tutt’altro. I meno
amanti del corridoi aziendali sono
gli indiani: il 93% di loro farebbe
volentieri a meno di frequentare i
luoghi di lavoro. Decisamente più
tradizionalisti gli italiani che, nel 53%
dei casi, preferiscono recarsi di persona
in azienda, in barba alle alzatacce o
agli ambienti non sempre gradevoli.
Motivo ufficiale di questa preferenza?
“Nulla può sostituire l’interazione tra
colleghi”, dicono. Nel bene e nel male.
Arriva il prontuario su come scriverla bene
SOS MAIL AZIENDALE
Evitare il burocratese, gli anglismi e i “cordiali saluti”. Luisa Carrada dà alle
stampe “Il mestiere di scrivere”, primo manuale che insegna a comunicare
bene nei posti di lavoro. L’autrice: “Imitare la buona oralità”
R
egola numero uno: vietato
scrivere “egregio”. Evoca
super-mega-direttori generali
di fantozziana memoria e
può essere efficacemente sostituito da
“gentile”, un termine meno pomposo, ma
appropriato per rivolgersi a persone che
rivestono ruoli di un certo rilievo. Regola
numero due: evitare l’inglese quando si
può tranquillamente far ricorso al nostro
ricco vocabolario. Da abolire, poi, le
formule del burocratese “con riferimento
a”, “come da accordi intercorsi” e così
via. Stiamo scrivendo una mail di lavoro,
non un comunicato per la Questura.
Pessima, infine, l’abitudine di concludere
il testo con il trito “cordiali saluti”, di
male in peggio quando sono “distinti”.
Meglio congedarsi con un più caldo e
diretto “la saluto cordialmente” o “un
saluto cordiale”. Parola di Luisa Carrada,
l’esperta di comunicazione aziendale, che
ha da poco dato alle stampe “Il mestiere di
scrivere”, un piccolo manuale di scrittura
professionale. Un capitolo del libro è
dedicato proprio alla mail aziendale: ai
consigli su come redigerla in maniera
semplice, efficace, ma comunque in
linea con il registro lavorativo. Saper
comunicare bene per iscritto, con
chiarezza e proprietà di linguaggio, del
resto, non è poi così frequente nei posti
di lavoro. Una mancanza che può avere
ripercussioni negative anche sui rapporti
con i superiori o con la clientela. Il
segreto per uscire dall’impasse? “Prendere
a modello le comunicazioni orali”, dice
Carrada. “Una buona mail dovrebbe,
però”, sottolinea l’esperta, “avvicinarsi
a una buona oralità, non a una sciatta
oralità”.
Chi dice donna…non dice manager
LEADERSHIP FEMMINILE,
ADESSO SI STUDIA
Tre università dedicano alla materia degli specifici Master,
per capire le specificità e il potenziale inespresso della
gestione del potere in rosa
L
eadership al femminile? La
praticano in pochi Paesi, ma a
quanto pare sono in diversi a
studiarla. L’Università Pompeu
Fabra di Barcellona ha da qualche anno
inaugurato un master universitario in
materia, come anche la London Business
School e l’Insead Business School of
the World, due prestigiose scuole di
specializzazione anglosassoni.
Obiettivo dei corsi? Studiare, conoscere
e proporre modelli di leadership
alternativi a quelli maschili. Perché - è
la convinzione dei promotori di questi
master - l’appartenenza di genere
condiziona fortemente il modo di entrare
in relazione con il potere. “In Spagna”,
spiega a Il Sole 24 Ore la professoressa
Carmen Garcia Ribas, “la percentuale
di donne laureate è superiore a quella
degli uomini. Tuttavia, la percentuale di
donne in posizioni manageriali in società
con più di 10 addetti è del 19%”. Le
ragioni di questo gap? Molteplici e non
tutte riconducibili all’assenza di efficienti
servizi di welfare in grado di supportare
le signore nella staffetta quotidiana
“lavoro-famiglia”. “Spesso le donne”,
dice Ribas, “hanno difficoltà proprio a
gestire il successo, il loro rapporto con
il fallimento e con il denaro”. Remore
psicologiche non sempre oggetto di un
serio approfondimento.
3
focus
Dalle geometrie dei telai ai nuovi materiali, la bicicletta corre anche alle aste
C
omplice la maggiore coscienza
ecologica che sta prendendo
piede anche in Italia e telai e
accessori sempre più evoluti,
il ciclismo sta appassionando un numero
crescente di sportivi, compresi i numerosissimi runner alla ricerca di uno sport
meno stressante per le articolazioni.
Si tratti del mezzo di trasporto per recarsi
al lavoro senza usare l’auto o i mezzi pubblici, spesso inadeguati, oppure l’attrezzo
per tenersi in forma il weekend con gli
amici, su asfalto come sui percorsi fuori strada, la scelta della bicicletta ideale
richiede ormai la raccolta di una mole
d’informazioni paragonabile a quella
normalmente necessaria per valutare
l’acquisto di un pc o un altro dispositivo
elettronico.
Matura dal punto di vista della lavorazione e della ricerca sui materiali, la bicicletta sta vedendo un incessante lavoro per lo
più sulle geometrie dei telai, sulla rigidità
e sulla riduzione di peso, soprattutto per
i veicoli da corsa, anche se i limiti di legge
per le bici da corsa in competizione sono
fissati in 6,8 kg.
«L’alta gamma nel settore della corsa
vede ancora il monopolio dell’Italia per
ragioni storiche legate ai nomi dei grandi
campioni», ha spiegato Danilo Masciaghi, direttore dell’azienda Fratelli Masciaghi, «ci sono produttori statunitensi
molto validi ma i loro campioni sono più
recenti e quindi l’Italia resta la fucina
di produttori più riconosciuta a livello
mondiale». Tra i modelli più innovativi
di Masciaghi, presentati al pubblico, c’è
Boston, una bici da trekking con sella
in gel realizzata in alluminio con tubi
idroformati a sezione squadrata e con un
rinforzo nella parte superiore dello sterzo
per una maggiore sicurezza; la forcella è
regolabile e vanta la testa in alluminio,
4
così come i
cerchi a doppia
camera, dotati di flap interno più rigido e più
spesso per evitare forature.
Nel segmento Mtb spicca il modello
Estremo, con telaio in carbonio monoscocca con tubo obliquo curvato vicino
al tubo dello sterzo per conferire maggiore rigidità al telaio. «Il settore ha risentito della crisi con una discreta contrazione
di vendite, pari al 10% nel 2009 rispetto
al 2008», ha aggiunto Masciaghi, «e la
competizione cinese non sta giovando
al mercato italiano, soprattutto perché
spesso i mezzi vengono importati in Italia senza pagamento dei dazi doganali o
addirittura fatti passare prima dal Nord
Africa per farli risultare, per esempio, di
produzione tunisina. In questo modo il
costo di una bici, ormai di qualità molto buona, si riduce del 30-50% rispetto a
una realizzata in Italia». La congiuntura
economica sfavorevole degli ultimi anni
non ha però arrestato un interesse crescente da parte di un pubblico variegato
che sceglie mezzi di alto profilo, realizzati in modo artigianale e personalizzabili.
«Negli ultimi anni sta prendendo piede
la moda delle biciclette a scatto fisso, anche se è la linea da corsa a rappresentare
il core business per le aziende specializzate», ha commentato Fabrizio Aghito,
direttore commerciale di Cinelli, «i modelli sono tutti personalizzabili e mentre
nella fascia media le soluzioni su misura
sono riservate ad alcuni componenti, nei modelli di gamma
alta da competizione vengono
forniti solo il telaio e la forcella. Per il resto, dal gruppo del cambio alle ruote, il
cliente sceglie in base alle proprie esigenze». Una bicicletta da corsa può avere
prezzi che oscillano tra 1.800 e i 10.000
euro. Per lo più, nel caso dei modelli top
di gamma destinati ai professionisti, le
biciclette vengono realizzate su misura
anche nel telaio.
Tra le novità Cinelli figurano manubri e
telai realizzati in collaborazione con street writer e artisti. È il caso di Ram Mike
Giant Edition, edizione limitata del
primo manubrio in carbonio disegnato
da uno dei protagonisti del movimento
underground di San Francisco degli anni
‘90, o di Mash, telaio apprezzato dai fixie
riders realizzato in collaborazione con artisti, filmmaker e grafici. L’azienda punta
anche su un rilancio dell’acciaio inossidabile speciale, con tubi sofisticati e struttura bifasica leggera e robusta. La novità
2010 firmata Pinarello è invece la nuova
Dogma 60.1, che nasce da uno studio di
ridistribuzione di pesi e forze sul telaio.
Si tratta di una bicicletta che introduce
il concetto di asimmetria abbinato alla
costruzione dei tubi con diverso spessore.
Interessante in questo modello l’inclinazione a arco del tubo orizzontale della
bici, che prosegue a livello stilistico con
i foderi posteriori. Versione custom anche per King 3, il modello di punta di
De Rosa. Il cliente può scegliere la misura personalizzata, l’inserimento di un
movimento centrale e di
uno sterzo oversize, così
come la forcella.
Un appuntamento ciclistico che negli
anni ha radunato molti appassionati e
ha permesso la crescita di un mercato del
collezionismo d’epoca è Eroica, gara che
quest’anno ha condotto in Chianti oltre
3.400 possessori di mezzi d’epoca, realizzati entro il 1987 e dotati di caratteristiche peculiari come i fili dei freni esterni,
il cambio a telaio e le gabbiette fermapiedi. La fama della competizione e di gare
simili è scaturita quest’anno nella prima
edizione del Giro d’Italia d’epoca e in un
interesse collezionistico, che ha reso più
vivaci i mercatini, ma fatto anche lievitare i prezzi di componenti e pezzi originali. «Se sono più diffusi i marchi stranieri a cavallo del 900, le aziende italiane
come Legnano, Bianchi, Stucchi e Atala
sono sicuramente le più ricercate per gli
esemplari del Novecento antecedenti la
Seconda Guerra Mondiale, a cui si aggiungono i modelli di Bartali, Colnago e
De Rosa per la seconda metà del secolo
scorso», ha spiegato Christian Cappelletto, collezionista e restauratore di bici
d’epoca, «Gli esemplari risalenti a prima
degli anni 50 sono difficili da reperire e
hanno prezzi a partire da 1.000-3.000
euro, ma possono costare anche molto di
più a seconda dello stato di conservazione, della qualità dell’eventuale restauro e
dell’appartenenza a corridori».
Spesso, infatti, il valore trascende la qualità dell’oggetto per sfociare nel pregio
affettivo che riveste per il proprietario.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Il caso a lieto fine di una dipendente della Bcc del Fermano
PRECARIA SÌ,
MA CON DIRITTO DI PRECEDENZA
Dopo due anni di rinnovi a tempo determinato, la lavoratrice era stata lasciata a casa
dall’azienda. Oltre al danno la beffa: al suo posto era stato assunto direttamente in pianta
stabile un candidato esterno all’istituto. Supportata dall’ufficio legale di FABI Fermo, la
donna ha fatto causa alla banca, rivendicando il suo diritto di precedenza nell’assunzione.
La Bcc ha scelto la conciliazione e, così, dal primo novembre la donna è tornata in cassa con
contratto a tempo indeterminato
I
l lavoratore precario? Qualora
l’azienda proceda a nuove assunzioni a tempo indeterminato, ha
il diritto di precedenza sugli altri
candidati a ottenere il posto. Lo prevede
la legge, anche se non sempre le aziende sembrano ricordarselo. Ma, stavolta,
a rinfrescare la memoria alla Banca di
Credito Cooperativo del Fermano ci ha
pensato la FABI.
La banca aveva lasciato a casa una lavoratrice, da due anni in servizio (precario),
preferendole, nell’assunzione a tempo
indeterminato, un altro candidato esterno. È a quel punto che è scattata l’offensiva legale: l’impiegata D.F,, assistita
dagli avvocati del sindacato, ha fatto
causa all’azienda e ancora prima che il
giudice si pronunciasse ha ottenuto ciò
che aspettava da due anni, il posto fisso.
L’azienda ha, infatti, scelto la formula
della conciliazione, rendendosi disponibile ad assumere la dipendente a tempo
indeterminato e dandole, inoltre, un risarcimento per il periodo in cui l’aveva
lasciata a casa.
Una storia di precarietà a lieto fine, quella di D.F. La giovane impiegata era approdata dietro allo sportello della BCC
del Fermano nel 2008 con un contratto
a tempo determinato e un compito ben
preciso (sulla carta): sistemare l’anagrafi-
ca dei soci, anche se, di fatto, da quando
aveva messo piede in banca, aveva sempre svolto mansioni di cassa. Ben tre i
rinnovi collezionati fino a gennaio del
2010, quando l’istituto si era rifiutato di
aggiornarle il contratto, magari regalandole l’agognato tempo indeterminato.
Niente da fare. Oltre al danno, poi era
arrivata, puntuale, la beffa: al posto suo
era stato assunto, direttamente in pianta
stabile, un candidato esterno all’istituto
di credito.
D.F. aveva provato a far valere il suo diritto di precedenza, scrivendo al direttore dell’istituto, ma senza successo.
Per questo si era rivolta alla FABI, che
news
le aveva consigliato di intraprendere una
battaglia legale supportata dagli avvocati del sindacato. Il resto è cronaca felice
di questi giorni: dal primo novembre
D.F. è tornata in cassa, nella sua banca,
e stavolta ci rimarrà. “L’azienda”, esulta
Giammatteo Donati, segretario provinciale di FABI Fermo, “si è arresa ancor
prima di intraprendere l’iter legale e ha
scelto la conciliazione già durante la
prima udienza. D. F. ha così finalmente
ottenuto ciò che le spettava, dopo due
anni di precariato: un contratto stabile”.
Un caso che potrebbe fare scuola in molte altre aziende italiane.
F.G.
news
La flessibilità? Una minaccia Giuseppe “mani di forbice”
POSTO FISSO, MPS, TAGLIATE
POLTRONE
I LOVE YOU 193
A seguito delle fusioni, Mussari ha eliminato tutti
Secondo il sondaggio di Subito.it, gli italiani ritengono la
sicurezza del posto di lavoro essenziale,
quasi quanto la retribuzione percepita
S
arà perché ormai ottenerlo
è diventato quasi un miraggio. Fatto sta che il 44% degli
italiani sogna ancora il posto
fisso e ambisce a lavorare per tutta la
vita alle dipendenze della stessa azienda. La flessibilità, insomma, continua
ad essere vista più come una minaccia
che come un’occasione di crescita individuale e professionale. A rivelarlo un
sondaggio di Subito.it, portale che pubblica offerte di lavoro e che conta 2,5
milioni di annunci.
Per quanto riguarda la scelta di un nuovo impiego, gli intervistati ritengono la
sicurezza del posto di lavoro una componente essenziale (47%), quasi quanto
la retribuzione percepita (56%).
Gli italiani si confermano, dunque,
piuttosto conservatori, anche perchè
probabilmente il mercato nostrano è
ancora scarsamente dinamico e offre a
chi perde il posto ben poche possibilità di ricollocarsi professionalmente in
tempi brevi.
Quanto alle modalità di ricerca di un
nuovo impiego, Internet si conferma il
canale preferito. Il 76% degli italiani si
affida, infatti, al web per trovare nuove
opportunità.
i cda inutili delle controllate. La FABI:
“Giusto contenere queste spese,
non quelle che riguardano i lavoratori”
A
Siena lo ricorderanno come
Giuseppe “mani di forbice”.
Da due anni a questa parte
il presidente di Mps (adesso
anche presidente dell’Abi) Mussari ha,
infatti, tagliato nel suo Gruppo ben 193
poltrone, prevalentemente occupate da
sindaci e consiglieri di amministrazione. A seguito del processo di riorganizzazione avviato nel 2008, che ha portato Rocca Salimbeni a classificarsi come
terzo istituto di credito per dimensioni dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit,
Mussari ha eliminato quasi tutti i cda
delle banche incorporate (Antonveneta, Banca Agricola Mantovana, Banca
Toscana, Banca Personale) e quelli delle
società finanziarie controllate, create nel corso degli anni.
Una cura dimagrante che ha portato
la banca a un calo dei costi operativi del 3,6% al 30 settembre (con una
previsione del -4,5% a fine anno). La
politica di contenimento della voci di
spesa, che per una volta tanto non si
ripercuote sul personale, piace molto
alla FABI. “Il giudizio sull’operato di
Mussari è certamente positivo”, commenta Florindo Pucci del Coordinamento FABI in Mps, “Pensiamo che
anche altre banche dovrebbero seguire
questo modello”.
5
SINDACATO E SERVIZI
attualità
S
i dice che nel mare di internet
navighino miliardi di surfer, ma
ancora oggi, ci sono molte persone che non sanno che pesci
pigliare, altre che hanno paura di finire
nella rete.
Il digital divide, l’esclusione dalle nuove
tecnologie e, più in generale, dalla società
dell’informazione, riguarda ancora molte
persone, anche nei Paesi in cui il tasso di
penetrazione di internet è elevato.
In Italia, il gruppo sociale che vive più
intensamente questa esclusione è rappresentato dagli anziani e, in particolare,
dalle donne over 65. Il digital divide diventa così una moderna espressione della
tradizionale rappresentazione sociale e
culturale della donna in Italia.
A limitare l’uso del computer e della rete
sono, infatti, diverse variabili: ad esempio la scarsa disponibilità economica che
caratterizza soprattutto gli anziani che
vivono soli e le casalinghe; il basso grado
di scolarizzazione, che non favorisce l’adesione a nuovi stimoli; la disabilità, che
rende difficile, a volte impossibile, interagire con tastiera, mouse e monitor; il genere, che si esplica nel timore di non essere all’altezza degli strumenti tecnologici.
Paradossalmente però, proprio gli esclusi dal digital divide potrebbero trarre il
maggior vantaggio dall’accesso al web:
la rete può, infatti, allargare il margine di
indipendenza e creare nuove occasioni di
socialità.
I silver surfer, navigatori internet con i capelli d’argento, sono in crescita in molti
Paesi europei, ma in Italia raggiungono
solo l’8%, contro una media europea che
si attesta intorno al 13% (dati Eurostat).
Per sostenere uno sviluppo ‘digitale’ adeguato agli obiettivi della Strategia Europa
2020 per la crescita intelligente, sostenibile, inclusiva, servono interventi mirati e
ANZIANI ED ESCLUSIONE
DALLE NUOVE TECNOLOGIE
DIGITAL DIVIDE
L’accesso alle conoscenze e alle competenze necessarie per far
parte dell’era digitale è un diritto di tutti i cittadini, giovani e
meno giovani. Alcuni esperimenti hanno permesso di rilevare il
beneficio maggiore percepito dai neofiti anziani di internet: il
sentirsi maggiormente integrati nella società. Questo bisogno di
essere, e di sentirsi, parte attiva non va ignorato
di Karen Zanier,
Segretario provinciale FABI Udine e Componente
Dipartimento Comunicazione e Immagine
Studio svedese
sistematici: le singole iniziative sono lodevoli, ma non sufficienti.
In particolare, l’Agenda Europea del Digitale, una delle sette iniziative faro della
Strategia, sostiene che l’accesso alle conoscenze e alle competenze necessarie per
far parte dell’era digitale è un diritto di
tutti i cittadini, giovani e meno giovani.
Proclamato il principio, la sfida è trovare
il metodo per tradurlo in realtà, promuovendo una società digitale veramente democratica e inclusiva.
Prima delle barriere tecnologiche, ci sono
quelle psicologiche: motivazioni e bisogni oltre e più della banda larga.
Ma alcuni esperimenti hanno permesso
di rilevare il beneficio maggiore percepito
dai neofiti anziani di internet: il sentirsi
maggiormente integrati nella società.
Questo bisogno di essere, e di sentirsi, parte attiva non andrebbe ignorato. In altri
Paesi europei, le persone che entrano nella
terza età sono considerate ancora produttive e, di conseguenza, sono incentivate a
rimettersi in gioco, anche lavorativamente. In Italia, questo ancora non accade e
si tratta di un cambiamento difficile da
attuare, perché prevede una prospettiva
nuova: l’anzianità come opportunità.
In questo senso, anche internet può giocare un ruolo importante, mantenendo
allenate le funzioni cognitive e la curiosità intellettuale dell’anziano e aprendo le
porte a un mondo che diventa più vicino,
a portata di click.
E, dato che le fasce alte di età sono destinate a continuare la loro ascesa, crescendo
ulteriormente d’età e aumentando ancora numericamente, bisogna pensare a
un’usabilità effettiva ed estesa della rete.
Inoltre, se il futuro sono gli anziani, dobbiamo cominciare fin d’ora a educarli a
quello che potrà riservarci la tecnologia.
news
L’impatto del web sulla nostra vita e... sull’ambiente
È
ormai noto a tutti come, di anno
in anno, l’utilizzo della rete informatica sia divenuto un’attività quotidiana nella vita di tutti
i giorni e l’abbia, sotto molteplici aspetti,
semplificata; oggi è possibile procurarsi
notizie che, fino a pochi decenni fa, si era
costretti a cercare in corposi volumi cartacei (con evidenti risvolti sull’incremento
dell’industria del legno, doppiamente cruciale per l’ambiente), magari spostandosi
per raggiungere biblioteche (con gli scarichi delle nostre auto che finiscono nell’aria). Milioni di persone si connettono ogni
giorno alla rete dai posti di lavoro, da casa
e da esercizi pubblici e privati e in migliaia
hanno fatto della rete lo strumento principale del loro mestiere. Sempre più numerosi,
poi, sono i servizi offerti agli utenti tramite i
6
propri siti, vuoi dalle pubbliche amministrazioni, vuoi dalle aziende private. Ebbene,
mentre è sotto gli occhi di tutti il risparmio
in termini di tempo e di risorse, è noto solo
a pochi l’entità dell’inquinamento causato
dal web.
Preziosi, a tal fine, sono i dati forniti da un
recente studio compiuto dal Centre for sustainable communications di Stoccolma,
che si è occupato di quantificare la cosiddetta impronta carbonica di un dato sito, ossia
l’ammontare di Co2 immesso nell’aria dagli
accessi ad internet. Quest’ultimo, infatti,
che necessita - quanto meno - di server, computer e schermi, risulta essere la principale
fonte d’inquinamento da anidride carbonica nell’ambito della Information Technology (in gergo I.T.), che, complessivamente,
produce ben 630 milioni di tonnellate di
Co2. Il team di ricerca ha creato un sito in
grado di contare le emissioni inquinanti di
ogni sito analizzato: hanno potuto, così,
appurare come sia possibile ridurre la produzione di Co2, in maniera assai considerevole, semplicemente costruendo il sito
secondo una struttura che agevoli l’utente a
raggiungere il prima possibile l’informazione desiderata: una volta tanto che le nostre
esigenze combaciano perfettamente con
quelle dell’ambiente … non lasciamoci
sfuggire l’occasione!
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Banco di Sicilia annientato dopo secoli di storia
Bancone
pasticcione
Professionalità e vicende umane cestinate senza criterio. Ataviche
carenze di personale cui fa da incredibile contrappunto il confino di
molti quadri direttivi in un limbo. Indifferenza dei Responsabili delle
Risorse. La FABI non ci sta e non può esimersi dal denunciare che il
progetto è nato male, è gestito peggio e che non si devono deludere
né i nostri associati né l’affezionata clientela
di Gianni Di Gennaro, Segretario Coordinatore FABI Ragusa
e Componente del Dipartimento Comunicazione
N
ovembre 2010, parte il Bancone. Unicredit l’ha ideato, ma
non l’ha “rifinito”.
Una Banca unica, che accorpa al
suo interno tante anime diverse. Forse un
bel pasticcio, anzi, un pasticcione, anche se
questo non lo ammetterà mai nessuno. Ne
vogliamo parlare?
Forse sarebbe opportuno sviscerare i mille
problemi, a cominciare proprio dalla base;
e chi può considerarsi più base del Banco
di Sicilia? Proprio questa Banca annientata
dopo secoli di storia, anche per la sua collocazione geografica è la “base più base” che
possa esserci.
La FABI proprio perché annovera all’interno della Banca, che per secoli è stata la
punta dell’iceberg dell’economia isolana,
un numero straordinario d’iscritti, non
può esimersi dall’esprimere il dissenso per
le modalità di gestione del processo di unificazione.
Tutto affidato alla capacità d’improvvisare
e al buon senso dei lavoratori, che si sono
sottoposti a sacrifici enormi pur di fare ripartire la “macchina”. Se è vero com’è vero
che la clientela, seppur disamorata, è ancora legata all’Istituto, ciò è stato, è e sarà
possibile, esclusivamente per la caparbietà,
per la moralità e per l’onesta intellettuale
delle migliaia di impiegati che presidiano
le agenzie.
Eppure, chi dovrebbe pensare al futuro della banca, di tutto ciò se ne strafrega, anzi,
ripristina carrozzoni di un passato ormai
molto lontano, che continuano a nuocere
ai lavoratori, mortificandone aspettative e
professionalità.
Le ex Direzioni Commerciali, ora Aree
commerciali, pullulano di uomini e donne che sono stati definiti, con un termine
dispregiativo di “massa di manovra” (vedi
circolare interna 3003). In una delle Aree
Commerciali del profondo Sud, esattamente nell’Area di Ragusa, Caltanissetta
ed Enna, località geograficamente più a
sud di Tunisi, “giacciono ammassati” circa
20 lavoratori, tutti componenti della folta
schiera della famigerata massa di manovra.
Gente con un passato dignitosissimo, che
in campo si è guadagnata il grado di quadro direttivo. Dal primo al quarto grado
dei quadri direttivi sono state annullate le
esperienze, le professionalità, le conoscenze e le coscienze. Basti pensare che alcuni
membri di questo gruppo di “dannati”
non può accedere neanche al sistema informatico.
Nel contempo, l’Azienda ha sottoscritto
un accordo sindacale, nello scorso mese di
ottobre, per far sì
che partisse rigorosamente il
primo di novembre, l’ormai famoso progetto One4C.
Cosa prevede il progetto? Semplice, in
sintesi prevede solo un contenimento dei
costi.
Ma di quali costi parliamo? Ma quali bugie
vorremmo fare ingoiare ai lavoratori? Abbiamo appena precisato che quadri direttivi, dal primo al quarto livello, sono stati
“cestinati”, forse perché hanno raggiunto i
50 anni di età, quindi, da mandare al macero; abbiamo assistito ad una estenuante
trattativa, affrontata dalle Organizzazioni
sindacali, con grande coraggio e determinazione, per riuscire a far sì che la gente
andasse via su base volontaria e con un
dignitoso incentivo (proprio mentre l’A.D
è stato liquidato. con una “manciata di
euro” - 40 milioni, equivalenti ad 80 miliardi delle vecchie lire!) e ora assistiamo
allo sperpero più assoluto del denaro degli
azionisti.
Buttiamo nella spazzatura le professionali-
tà, che ovviamente
devono essere pagate, e contestualmente non riusciamo ad aprire le
agenzie per l’atavica
carenza di personale e per l’assoluta
indifferenza
dei
responsabili delle
Risorse, che sembrano essere stati
inghiottiti
dalla
voragine del nulla.
Intanto si è preteso che la richiesta volontaria di
“dipartita” fosse
presentata entro
e non oltre lo
scorso 15 novembre, per consentire
così all’Azienda di
programmare il risparmio per il futuro.
Ma di quale risparmio
parliamo? Veramente
si pensa che la gente
provenga dalle caverne e viva con le
bende sugli occhi e il
cotone nelle orecchie?
A
nessuno di “Lor signori” è
venuto in mente che demotivare la “massa”, non mettendola in condizione di potere operare, possa essere interpretato come
una subdola forma di mobbing collettivo?
Ebbene, noi non ci stiamo e non possiamo esimerci dal dire che il progetto è nato
male, è gestito peggio e che noi non vogliamo deludere né i nostri associati né l’affezionata clientela.
Abbiamo cercato di fare del nostro meglio
per ottenere un dignitoso accordo, ma ora
pretendiamo che non siano calpestati, non
solo i diritti, ma anche i sentimenti della
gente.
Staremo molto attenti, vigileremo e non
perderemo occasione per imporre il ripristino dell’etica d’impresa e di quella moralità che, non solo nell’ex Banco di Sicilia,
ma in ogni settore e in ogni parte del Paese, sembra essere andata in vacanza.
news
C
La coscienza dei ricchi
’è chi sostiene che i ricchi,
in quanto tali, sono di per sé
dei criminali. Esagerazioni.
Ma certo i ricchi danno un
sacco di aiuto a chi sostiene questa tesi.
Per esempio, non si può negare che più
sono ricchi meno vogliono pagare le tasse. Perché più sono ricchi più molti di
loro pensano di non dover sottostare alle
leggi. Roberto Scarpinato, nel suo splendido libro, scritto insieme con Saverio
Lodato, sostiene che i ricchi non sono
nemmeno consapevoli di questo.
Seguono un altro codice morale e, quando finiscono
in galera, si guardano attorno smarriti sentendosi
vittime di un’ingiustizia. È proprio il caso
di Calisto Tanzi che,
dopo aver rovinato
i risparmiatori italiani, si professava
ormai nullatenente
e piangeva miseria, spergiurando che
non c’era in giro nessun tesoretto
formato da opere d’arte sottratte al curatore fallimentare.
Invece, il tesoretto c’era ed
è stato scovato. Agli ipergarantisti chiediamoo:
a questo punto si può
dire che Calisto Tanzi è criminale (cioè
ha commesso dei
crimini) anche pri-
ma della sentenza definitiva? Agli stessi
ipergarantisti chiediamo: siete almeno
d’accordo che senza le intercettazioni
telefoniche questo tesoretto non sarebbe
mai stato recuperato? E ancora a questi
ipergarantisti chiediamo: siete disposti ad
ammettere che, senza un’inchiesta giornalistica, Calisto Tanzi ci avrebbe preso
per l’ennesima volta per i fondelli? E a
quel simpaticone di Calisto consentiteci
di chiedere: non si vergogna almeno un
po’?
7
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Alligna anche in banca un male oscuro
LA SINDROME
DI STOCCOLMA
Rischia di “far ammalare” i lavoratori, non tanto per
eventi delittuosi, ma per la presenza più o meno evidente
nell’organizzazione interna di “aguzzini” tra i capi che, non di
rado, si lasciano andare a comportamenti tirannici. Autoritari
più che autorevoli, per loro contano solo i risultati. Ci vanno di
mezzo la salute psicofisica e la dignità dei lavoratori. Il ricorso
al sindacato è l’unica via di scampo
di Giuseppe Angelini,
Segretario provinciale FABI Palermo
e Componente del Dipartimento Comunicazione
N
ell’Agosto del 1973, in Svezia,
nella città di Stoccolma, due
rapinatori tennero in ostaggio
per sei giorni quattro impiegati di una banca (la “Kreditbanken”) i
quali, con grande sorpresa degli
inquirenti, una volta rilasciati,
espressero sentimenti di solidarietà verso i propri sequestratori
arrivando a testimoniare in loro
favore e chiedendo la clemenza
della Corte.
Conrad Hassel, agente speciale
del FBI, e il criminologo Nils
Bejerot, definirono, allora,
l’episodio con la locuzione di
“Sindrome di Stoccolma”, stato
psichico in cui le vittime cominciano a nutrire sentimenti solidali verso il
proprio aguzzino. Gli psicologi rilevano
come la sindrome si manifesti soprattutto in caso di vessazioni prolungate,
quando la vittima percepisce che la pro-
pria sopravvivenza è legata all’aguzzino.
Infatti, gli ostaggi svedesi del 1973 dichiararono di aver temuto più l’intervento della polizia che le intenzioni dei rapitori.
cuore fabi
In Lituania il sogno prende forma
LA CASA FAMIGLIA DI KAUNAS
HA FINALMENTE UN TETTO
Con il contributo della FABI tolte dalla strada 25 ragazze
M
attone dopo mattone, sta finalmente prendendo forma
la casa famiglia di Kaunas,
in Lituania, alla cui realizzazione ha contribuito economicamente
anche la Segreteria Nazionale della FABI.
Pochi giorni fa è stato ultimato il tetto
dell’edificio ed entro maggio la struttura
sarà pronta ad ospitare circa 25 ragazze
lituane senza famiglia. Che saranno così
salvate dai marciapiedi o, comunque,
8
da un futuro di miseria. “I lavori stanno
procedendo speditamente”, dice entusiasta Sergio Paterlini, dirigente sindacale della Fabi e promotore della raccolta
fondi attraverso l’associazione di beneficenza, Il sogno di Arunas. “Grazie alla
generosità della Segreteria Nazionale e
dei molti bancari che, per mezzo della
onlus Prosolidar, hanno voluto dare il
loro contributo a questa iniziativa, stiamo mettendo le ali a un sogno”.
Secondo alcune teorie psicologiche, la vittima inconsciamente prova a “neutralizzare” il criminale, avvicinandosi a lui umanamente, per evitare di essere sopraffatto.
La psicanalisi parla di due elementi: la regressione e l’identificazione col rapitore.
“Regressione” con comportamenti quasi infantili, che stimolino la cura da parte dell’unico individuo che porta “cibo e
acqua” e che è responsabile dell’integrità
dell’ostaggio. “Identificazione”, perché
consente di superare il conflitto, permettendo di rendere più sopportabile la realtà
che, vista senza distorsioni, sarebbe difficilmente sostenibile. Identificarsi nell’altro
per creare un illusorio “ponte” di possibile
sicurezza. In realtà, l’aguzzino, spesso risponde divenendo meno ostile e aggressivo.
Nei casi più gravi la vittima avrà una vera
e propria depersonalizzazione, una sorta di
lavaggio del cervello, che la convince che
solo il “rapitore” la curerà e gli starà accanto.
Ma perché vi illustriamo questa sindrome.
E è presto detto.
In banca, oggi più che ieri, una sorta di
sindrome di Stoccolma rischia di “far ammalare” i lavoratori, non tanto per eventi
delittuosi, ma per la presenza più o meno
evidente nell’organizzazione interna di
“aguzzini” tra i vertici aziendali. Taluni capi
si lasciano andare a comportamenti tirannici. Autoritari più che autorevoli, per loro
contano solo i risultati.
I collaboratori sono - a seconda delle situazioni - puri mezzi di produzione, bersagli
di critiche aspre e di pressioni insopportabili. Non si curano delle dinamiche relazionali e se, scoppiano conflitti, gli aguzzini li soffocano, imponendo il loro punto di
vista. Non cercano il consenso, lo esigono.
Non ascoltano le opinioni altrui, non puntano sul rapporto personale.
Costoro, anziché essere debitamente respinti, denunciati, isolati sono troppo spesso tollerati e quasi “giustificati”.
I lavoratori, avendo subito tali e tante
amarezze e disillusioni, non “reagiscono”.
Tirano a campare, cercano di evitare o di
rinviare il più possibile i conflitti.
Quanti soprusi sul luogo di lavoro, quante
persecuzioni di tipo psicologico colpiscono i lavoratori? Tanti, troppi, basti: pensare
alle “pressioni commerciali”, al demansionamento, alle minacciate sanzioni disciplinari, spesso pesanti.
Per questo raccomandiamo ai lavoratori di
rivolgersi subito al sindacato, denunciando
tutti i comportamenti non adeguati.
I rapinatori di serenità, coloro che pensano
di poter tenere in ostaggio i loro collaboratori. Ignorando norme e contratti deve
essere messo in condizione di non nuocere
più.
Con l’esperienza del sindacalista che, purtroppo, non è nuovo a simili episodi si saprà affrontare nel miglior modo possibile
la situazione, ricorrendo alle Direzioni generali o anche alla Magistratura.
Indispensabile, comunque, è la presa di
coscienza dei lavoratori e la volontà di non
restare impauriti, inerti e supini, ma di pretendere il rispetto dei loro diritti.
Diversamente si corre il rischio di “parteggiare” per l’aguzzino, lasciandolo libero di
fare altri danni ed altre vittime.
Il “sogno” nasce un paio d’anni fa, quando Paterlini, profondo conoscitore dei
Paesi dell’Est, si mette in testa di voler
fare qualcosa contro una piaga sociale
che da tempo affligge la Lituania: l’alto
tasso di suicidi e di alcoolismo riscontrabile tra le ragazze costrette, appena
maggiorenni, a lasciare gli orfanotrofi
del Paese senza avere nessuno che possa
provvedere loro.
Nella migliore delle ipotesi le giovani rimangono vittime del racket della prostituzione, nella peggiore si tolgono la vita.
Si fa strada così l’idea della casa famiglia:
una struttura che possa accogliere le ragazze fino a quando non raggiungeranno
l’indipendenza economica. Il resto è cronaca di oggi: l’edificio è quasi pronto e
una volta in piedi sarà gestito dai servizi
sociali del Comune di Kaunas.
Un alloggio abitato e amministrato dalle
persone del posto, a cui però non man-
cherà un tocco d’italianità. A servire il
pranzo alle giovani sarà infatti un cuoco
al 100% “made in Italy”. “è un mio amico titolare di una catena di ristoranti qui
in Lituania. Si farà carico gratuitamente
di preparare i pasti”. E - chissà- di insegnare alle ragazze i segreti della cucina
del Belpaese…
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Relazioni familiari sotto la lente del sindacato a Bologna
FIGLI, ISTRUZIONI PER L’USO
“Essere genitori oggi tra regole e carezze”, incontro organizzato dalla FABI, ha visto la
partecipazione di numerosi bancari. Relatrice d’eccezione: la dottoressa Rita Lorenzutti, che ha
spiegato ai presenti i segreti della psicologia infantile e quali sono i modelli educativi e relazionali
da seguire per crescere ragazzi sereni e sicuri di sé
di Davide Natale, componente Comitato Direttivo Centrale FABI
“E
ssere genitori oggi tra
regole e carezze”. Questo il titolo dell’incontro organizzato dalla
FABI e che si è svolto recentemente a
Bologna.
L’evento è stato promosso da Sabrina
Benetti della BPM bolognese, in collaborazione con la FABI di Bologna e
ha visto la partecipazione, in qualità di
esperta, della psicologa Rita Lorenzutti,
specializzata in psicoterapia sistemica relazionale della famiglia.
Al centro del dibattito il tema del rapporto tra genitori e figli, sviluppato in
tutte le sue sfaccettature psicanalitiche.
news
Oggi il bambino trascorre una parte del
proprio tempo in famiglia, una parte a
scuola, un’altra parte ancora giocando
con gli amici. Deve, pertanto, adattarsi
alle regole del gruppo, soddisfare una
molteplicità di richieste e, quindi, il suo
mondo si riempie di convenzioni sociali
e doveri, emergendo in lui un bisogno di
autocontrollo. La dottoressa Lorenzutti
ha fatto rilevare, inoltre, che i bambini amano le regole e le strutture che li
aiutano a prendere le distanze dai loro
sentimenti più infantili. I piccoli, con il
trascorrere del tempo, provano piacere
nell’usare e nell’esplorare il linguaggio e
le proprie abilità logiche. Fra i 5 e i 10
anni le occasioni di sperimentare nuove
situazioni aumentano. Devono farsi degli amici, risolvere conflitti, trovare un
proprio posto nei gruppi sociali, insomma, mettersi alla prova partendo da una
base sicura. Si devono sentire distinti dai
genitori ed aver sperimentato, nel contesto familiare, una relazione accudente,
ma che li abbia aiutati a sviluppare una
propria autonomia. È stato altresì messo
in luce che, nel momento in cui nella relazione con i genitori e con le figure rilevanti, i bambini hanno vissuto il senso
di sicurezza, aumentano le probabilità di
relazionarsi positivamente, con speranza
e fiducia, anche all’esterno della famiglia.
Per ogni bambino o ragazzo, in continua
evoluzione, ci sono genitori che devono
affrontare quotidianamente diverse relazioni affettive e lavorative, senza trascurare che ogni persona ha il proprio
background personale e affettivo. Chiaramente tutti questi elementi influenzano e determinano il modo di educare e
di entrare in rapporto col proprio figlio.
Il seminario è stato anche arricchito da
un fervido dibattito e da un interessante
confronto di esperienze tra partecipanti.
Siamo convinti che questo incontro sia
solo l’inizio di un percorso che di certo
sarà seguito anche in altre realtà, perché crediamo fermamente che il sindacato debba essere un partner pronto ad
affiancare il lavoratore non solo nelle
problematiche direttamente correlate al
lavoro, ma anche in quelle che riguardano la sfera personale, con una particolare
attenzione alla famiglia, su cui il lavoro
incide in maniera diretta.
Sempre in questa direzione, è già allo
studio un altro seminario che tratterà il
tema delle madri che lavorano. Oggi le
lavoratrici madri sono una realtà importante nel nostro settore. Ci occupiamo
spesso di part-time e di organizzazione
dell’attività lavorativa, ma è quanto mai
necessario predisporre una rete di servizi
e convenzioni curata dalla FABI, creare
dei momenti d’incontro e confronto per
dare un efficace supporto alle colleghe,
che spesso si trovano nella condizione
di dover gestire più situazioni e più ruoli
contemporaneamente.
particolare i Comandi provinciali della
Guardia di Finanza s’impegnano a segnalare alle Direzioni Provinciali del Lavoro
situazioni indicative di possibili illeciti,
rilevate nell’ambito dell’ordinaria attività di servizio, con riferimento, tra l’altro,
all’esistenza di cantieri o strutture con la
presenza di lavoratori “irregolari” od “in
nero”, ovvero con visibili e palesi violazioni alla normativa sulla sicurezza nei
luoghi di lavoro. Le Direzioni Provinciali del Lavoro provvederanno a segnalare ai Comandi Provinciali della Guardia di Finanza le situazioni indicative di
possibili evasioni fiscali e contributive,
fenomeni di sommerso d’azienda, ingerenze della criminalità organizzata nello
sfruttamento di manodopera “irregolare” ed “in nero”, frodi sui finanziamenti
pubblici nonché di produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti. La convenzione introduce inoltre una
nuova collaborazione del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali per la
formazione specialistica dei militari della Guardia di Finanza.
Lavoro irregolare
LOTTA AL SOMMERSO
Convenzione per la cooperazione
tra le Direzioni provinciali del Lavoro e la Guardia di Finanza
È
stata firmata dal Comandante generale della Guardia di
Finanza e dal Direttore generale dell’Attività Ispettiva la
“Convenzione per la cooperazione fra
Comandi provinciali della Guardia di
Finanza e le Direzioni provinciali del
Lavoro nel contrasto ai fenomeni di
criminalità connessi allo sfruttamento
del lavoro e all’occupazione illegale dei
lavoratori”. Tale collaborazione prevede
uno scambio informativo mediante modalità di segnalazioni reciproche, possibilmente in tempo reale, dei fenomeni di
particolare gravità riguardanti l’ambito
lavorativo riscontrati a livello locale. In
9
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Sempre di più i figli maschi
che assistono i genitori anziani
PER AMORE
E PER NECESSITÀ
Sono figure nuove nello scenario della cura degli anziani, frutto
della crisi del lavoro che a cinquanta anni regala loro, nella
disperazione della disoccupazione, un’opportunità di cambiamento
e, a volte, un’integrazione salariale. In alcuni casi la “pensione
di accompagnamento” rappresenta una salvifica integrazione
salariale. Encomiabile lo sforzo di adattamento dei figli-badanti e
positivo il loro contributo nell’assistenza agli anziani
D
a qualche tempo nelle corsie
ospedaliere e negli ambulatori geriatrici capita di vedere anziani accompagnati,
non dalle mogli, figlie o badanti, ma dai
figli maschi.
Non sorprende tanto la loro presenza accanto ai genitori anziani, bensì il
ruolo di “badanti”, infatti, non sono
solo un supporto alle figure femminili
(abitualmente le principali responsabili
nell’assistenza familiare), ma rappresentano i veri e propri caregiver (colui che
si prende cura). Sono figure nuove nello
scenario della cura degli anziani, frutto della crisi del lavoro che a cinquanta
anni regala loro, nella disperazione della
disoccupazione, un’opportunità di cambiamento e, a volte, un’integrazione salariale. I “badanti”, non potendo altre conversioni o riciclaggi professionali, sopra
i panni del figlio indossano nuove vesti,
non dimenticandosi del rapporto filiale.
È una conversione difficile per vari motivi, in particolare perché, guardando ai
genitori con occhi diversi, li riscoprono
dopo venti/trent’anni invecchiati e bisognosi di aiuto. La stretta convivenza li
porta a capire che le necessità dei genitori non corrispondono solo all’incertezza
delle gambe o ai dolori artrosici, ma sono
molto più complesse e comprendono
aspetti che vanno dagli affetti, alla sicurezza, fino alla gestione delle medicine.
Ovvero, non devono fare solo il taxista o
la cameriera, ma trascorrere il tempo con
loro, affrontando una quotidianità che
richiede di essere vitalizzata. Compito
non facile quando comprendono la presenza e le complicazioni delle malattie
croniche che rendono l’anziano fragile e
disabile, soprattutto se coesistono malattie del corpo e della mente.
I “figli badanti” sono diversi dalle caregiver figlia-badante, perché non hanno
esperienza, e la crisi della “riscoperta” dei
genitori, diventati vecchi, si somma alla
loro impreparazione. Al contrario, le figlie, costantemente dedite all’assistenza
(figli, nipoti, ecc.), quando diventano
badanti dei genitori non manifestano
significativi cambiamenti di ruolo e aumentano in modo naturale le cure e le
dedizioni prodigate da sempre.
I badanti hanno una chiara percezione
della naturale impreparazione che cercano di colmare con la loro professionalità,
che traspare fra precise e rigide pianificazioni, come quando si è dietro la scrivania o il banco di lavoro. Abbondano
d’informazioni raccolte quasi sempre su
internet, ma come tutti i neofiti peccano
nell’interpretazione e nell’assemblaggio
dei dati. Fanno mille domande, e cercano
sicurezze su come s’interpretano i sintomi, la prognosi, i comportamenti salutari
e le medicine. Hanno il tipico atteggiamento dell’adulto che sta imparando
una nuova professione: chiede in modo
sintetico di capire le questioni essenziali,
entro cui destreggiarsi con le proprie capacità ed esperienza.
Nei confronti dei genitori i figli si distinguono per un linguaggio direttivo, pieno
di solleciti, anche se animato da affetti
Linea dura per chi raggira ed
usa violenza agli anziani
P
er la Corte le rapine ad anziani sono diventate un vero e
proprio allarme sociale. Occupandosi del caso di tre persone indagate per concorso in una rapina
impropria ai danni di un’anziana donna,
la seconda sezione penale della Corte
(sentenza n. 3247/2010 ) ha stabilito
che è legittima la custodia cautelare. Gli
10
indagati avevano rapinato in casa l’anziana signora e l’avevano spostata con forza
prendendola per un braccio per potersi
dare alla fuga. Il gip di Roma aveva convalidato la custodia in carcere dei tre
malviventi ed il caso finiva in Cassazione
dove i rapinatori avevano cercato di alleggerire la loro posizione facendo anche
rilevare l’assenza di precedenti penali. La
sinceri e spesso sembrano meno realistici delle figlie badanti, riponendo troppe
aspettative in una forza di volontà che i
genitori “malati” non hanno più.
Se i genitori non sono già assegnatari
dell’indennità di accompagnamento, i
figli badanti chiedono senza tante mediazioni, a differenza delle figlie, se le
condizioni di disabilità rientrano nei criteri di assegnazione del contributo economico. È inutile negare che in alcuni
casi la “pensione di accompagnamento”
rappresenta una salvifica integrazione salariale e nei casi in cui non sussistono le
condizioni il medico non ha compito facile a spiegare che si riferisce ad una grave
disabilità in atto.
Nonostante le differenze spingano, come
scontato, ad una predisposizione minore, lo sforzo di adattamento dei figli badanti è encomiabile e risulta sicuramente
positivo il loro contributo nell’assistenza
agli anziani.
Bruno Pastorelli
news
Corte che ha respinto i ricorsi ha sottolineato che atti di questo genere non meritano nessuno sconto di pena dato che
costituiscono un “grave allarme sociale”.
Ma non basta, secondo la Corte, “indipendentemente dalla presenza di precedenti a carico dei ricorrenti”, è stato correttamente e legittimamente riscontrato
“il pericolo di recidiva desumibile dalla
gravità e dalle modalità del fatto che fanno pensare ad una preventiva organizzazione del piano (furto in abitazione ai
danni di persona anziana e vulnerabile)
con ripartizione dei ruoli”.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
L’Italia
del futuro?
Un paese di vecchi
L
’Annuario Statistico Italiano
del 2009 contiene la fotografia
aggiornata del Paese e indicazioni sui possibili sviluppi. In
particolare, si sofferma anche sulla situazione demografica dell’Italia: il nostro
Paese si conferma fortemente invecchiato. Le sempre più favorevoli condizioni
di sopravvivenza, infatti, hanno determinato un costante aumento delle persone
news
di 65 anni e più, che rappresentano ormai il 20,2% della popolazione, collocando il nostro Paese al secondo posto in
Europa (dopo la Germania, 20,4%).
L’indice di vecchiaia, ossia il rapporto
percentuale tra anziani e giovani, raggiunge quota 144, contro 127 del 2000,
e posiziona l’Italia al secondo posto
nella classifica dei paesi europei dopo la
Germania. Difficile prevedere cosa suc-
cederà nel futuro. Molto si discute se
i cambiamenti negli stili di vita e i progressi della medicina continueranno ad
avere un impatto importante sulla salute
come nel passato. Oggi circa l’80-85%
dei decessi è dovuto a malattie croniche,
tumori e malattie cardiocircolatorie. Anche se la ricerca medica volta alla cura di
queste malattie sta producendo risultati
incoraggianti, è difficile pensare che queste condizioni siano debellate nel futuro
più prossimo. È certo vero che il continuo miglioramento dello stile di vita
anche delle persone anziane contribuirà
sempre di più all’aumento della longevità dei singoli e della popolazione.
Pur con queste cautele, entro il 2050
l’ISTAT ipotizza un’ulteriore riduzione
dei rischi di morte per le principali cause e guadagni di sopravvivenza a tutte le
età e, in particolar modo, in quelle oltre
i 60-65 anni di vita. Nel complesso, ci
si attende un aumento della speranza di
vita alla nascita che nel 2050 raggiungerebbe gli 84,5 anni per gli uomini e gli
89,5 anni per le donne.
Tra il 2009 e il 2051 gli ultra 64enni,
oggi pari al 20,2 per cento del totale
(uno ogni cinque residenti), rappresenteranno nel 2051 il 33 % della popolazione (uno ogni tre). Crescerà, inoltre,
in misura consistente, il numero delle
persone molto anziane: i “grandi vecchi”
(convenzionalmente, gli individui di 85
anni e oltre) potrebbero, infatti, raggiungere i 4,8 milioni nel 2051.
Questi dati ci portano a fare alcune riflessioni. Sicuramente positivo è il fatto
che le persone vivano sempre più a lungo
(e complessivamente in migliore salute).
L’impatto sempre crescente delle malattie croniche spingerà ad un ulteriore
cambiamento della organizzazione dei
sistemi sanitari, dell’offerta dei servizi e
della prassi stessa della medicina. I problemi legati al rapporto sempre più squilibrato fra giovani e vecchi (economici,
culturali, organizzativi) s’imporranno
sempre di più e necessiteranno di risposte articolate e coerenti. Noi crediamo
nella possibilità del nostro Paese (e di
tutti i Paesi occidentali) di affrontare
positivamente queste sfide, senza cedere
a visioni catastrofistiche, ma senza nemmeno pensare che i problemi si sistemino da soli.
La domanda è in continua ascesa
Sempre più stranieri
nelle famiglie italiane
Assistenti domiciliari, badanti, baby sitter, colf
È
ormai noto che una parte rilevante di stranieri provenienti dai
cosiddetti paesi a forte pressione
migratoria trova impiego presso
le famiglie italiane in prevalenza per lavori
domestici, quindi svolgendo assistenza agli
anziani, e solo in termini residuali per l’assistenza/cura di altra natura (per esempio
come baby-sitter). Il diffondersi di queste
tipologie d’impiego è alimentato dal continuo aumento di domanda da parte delle
famiglie; in particolare, la figura professionale dell’assistente domiciliare dedicata
agli anziani appare una nicchia lavorativa
in forte espansione, e la nascita in Italia di
una miriade di corsi di preparazione a tale
mestiere, negli ultimi anni frequentati anche da italiani, ne è una prova indiretta.
Volendo dare uno sguardo dal punto di
vista quantitativo, bisogna sottolineare che
le fonti ufficiali di natura universale non
permettono, tuttavia, di distinguere i servizi alla famiglia rispetto ad altre tipologie
di servizi, e quindi con ulteriore difficoltà
si possono avere informazioni riguardo
ai diversi impieghi all’interno dei nuclei
familiari. Ma l’andamento dei dati della
forza lavoro straniera mostra la costante
crescita del settore servizi, che determina
un ampliamento della distanza dai settori
dell’agricoltura e dell’industria: il primo
pressoché stabile nel tempo, mentre il secondo registra erosioni, in particolare in
concomitanza con l’ampliarsi e diffondersi
della crisi economica che ha colpito anche
l’Italia negli ultimi anni. Ciò mette in luce
la continua espansione della domanda anche di assistenza, in gran parte indipen-
dente dalla situazione economica e dettata
soprattutto dalle caratteristiche della società italiana: da un lato, un forte invecchiamento della popolazione e il conseguente
aumento della disabilità nella popolazione
più anziana; dall’altro lato, la carenza del
sistema di welfare italiano che non è stato in grado di controbilanciare la minore
disponibilità di sostegno generazionale
(tradizionalmente delegato alle donne) e
derivante dall’inconciliabilità tra ruoli lavorativi e di cura.
11
SINDACATO E SERVIZI
attualità
N
egli ultimi mesi ha fatto il giro
del mondo l’immagine della
First-Lady americana indaffarata a seminare, a spargere
concime ed innaffiare pianticelle di pomodoro nel suo orto biologico, realizzato
all’interno dei giardini della Casa Cianca.
Dettagli irrilevanti a parte – si trattava di
pomodori o carote? e perché non zucchine? - è stato apprezzato ovunque il gesto
di Michelle Obama, decisa a dare il buon
esempio al suo popolo, costantemente
minacciato dall’obesità, a causa delle pessime abitudini alimentari, e a dare una
mano all’ambiente, coltivando cibo biologico e, quindi, privo di additivi chimici.
La scelta di Lady Obama non fa che allinearsi ad una tendenza generale, diffusa
recentemente non solo negli States, ma
anche in Europa e in Asia:
La sorprendente – ma, a pensarci bene,
neanche troppo – moda, vede riscoprire
la volontà e il piacere di produrre direttamente frutta e ortaggi, realizzando piccoli
o grandi orti, i cui risultati, vanno man
mano a sostituire la triste e meno sana
spesa fatta al supermercato.
Grandi e piccoli ortolani nascono e crescono, si scambiano consigli su metodi di
zappatura e irrigazione, tempi di semina
e di raccolta, sempre meticolosamente osservanti le fasi lunari.
C’è chi ha la fortuna di disporre di un
vero e proprio appezzamento di terreno e
chi, invece, si accontenta di un mini-spazio in appartamento, sul proprio balcone
o, addirittura, sul davanzale.
Già nei primi anni Ottanta molti comuni
italiani si erano mossi per offrire ai cittadini che non potevano disporre di altre
opportunità, la possibilità di coltivare,
esclusivamente per uso familiare, un piccolo appezzamento di terra.
Il servizio, denominato “orti sociali”, è poi
diventato, nel corso degli anni, una vera
e propria opportunità di socializzazione,
che diversi comuni mettono a disposizione di tutti coloro che non possiedono
appezzamenti di terreno e vivono in condominio.
Il target originario era costituito per lo
news
L’esempio l’ha dato Michelle Obama
SCENDIAMO IN
CAMPO
CONTRO LA CRISI
Grandi e piccoli ortolani nascono e crescono,
si scambiano consigli su metodi di zappatura
e irrigazione, tempi di semina e di raccolta.
Ecologia, socializzazione, ritorno alla cultura
rurale, ma anche buone cose da mettere in tavola.
Con un occhio al risparmio
più da pensionati e disabili, allo scopo
di combattere isolamento e depressione
promuovendo, allo stesso tempo, un più
stretto rapporto con la natura.
Questo target è andato poi, nel tempo,
via via allargandosi verso altre categorie:
disoccupati, casalinghe, e, più semplicemente, chiunque dimostri di non disporre di mezzi propri, sia economici sia per-
sonali, e di essere davvero motivato per
l’orticoltura, che favorisce una più serena
convivenza con la natura e la continuazione di pratiche sociali e formative tipiche
della vita rurale.
Ecco perché la denominazione attuale è
diventata “orti urbani”: l’agricoltura urbana si trasforma non solo in strumento
di aggregazione sociale e riqualificazione
SOCIAL NETWORK
PER CHI SOFFRE DI CEFALEA
È sufficiente digitare uno di questi tre siti:
www.nomalditesta.it
www.nocervicale.it
www.noheadneckpain.com
B
uone notizie per chi è costretto
a fare i conti con il mal di testa,
vera maledizione che colpisce
8 italiani su 10: nasce un social
network, in italiano e inglese, dedicato
alla prevenzione e alla riduzione dei disturbi collegati proprio al mal di testa.
12
L’iniziativa, presentata giorni fa a Roma,
è promossa da Franco Mongini, specialista in neurologia dell’università di Torino, artefice di un programma educativo e
di esercizi applicato a più di 2.300 dipendenti comunali del capoluogo piemontese, che ha ottenuto un abbattimento della
del territorio, ma anche in valida alternativa al progressivo consumo di spazio finalizzato a cementificazioni e produzioni
intensive.
Per favorire la riscoperta di un effettivo
rapporto diretto con la natura, le amministrazioni comunali, generalmente,
fanno sì che gli assegnatari degli orti sociali s’impegnino ad utilizzare tecniche
di coltivazione biologica che valorizzino
la fertilità del suolo con la rotazione delle
colture, senza impiegare concimi chimici,
bensì prodotti di compostaggio.
È palese, infatti, la forte implicazione
ecologica degli orti urbani, che tendono
sempre a privilegiare la realizzazione di
colture eco-sostenibili.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto
socio-culturale del fenomeno, è positivo
notare che, negli ultimi tempi, sono “scese in campo” – e qui ci stanno proprio
bene! - anche energie giovani: in varie città italiane, infatti, recenti progetti di orti
urbani vedono la partecipazione dei più
giovani che, oltre a vivere piacevoli e sani
momenti ricreativi, hanno la possibilità di
imparare il “mestiere” agricolo.
Il valore e le tradizioni della cultura agricola passano così da una generazione
all’altra, aprendo nuovi orizzonti e possibilità.
È vero, infatti, che questo “ritorno alle
origini” è vissuto oggi piuttosto giocosamente, ma non è da escludere che, in un
prossimo futuro, serva come risposta alla
crisi economica mondiale e che molte
braccia decidano davvero di tornare all’agricoltura.
Silvia Catalucci
frequenza mensile di cefalea e dolore cervicale e dell’assunzione di farmaci di circa
il 40%. Chiunque potrà accedere al social
network e fruire del programma. Il servizio sarà continuamente arricchito con
nuove informazioni e iniziative. Chiunque potrà interagire con il sito, descrivere
il proprio problema (com’è
insorto e come
si è evoluto),
porre
quesiti, scambiare
esperienze. “Il
social network
- spiega l’esperto - comprende
anche un’area
riservata ai medici dove essi
potranno acquisire informazioni, esprimere pareri e discutere i risultati di loro
esperienze cliniche o di ricerca. E accedere al materiale didattico e scientifico che
verrà progressivamente messo a disposizione”.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Accolto il ricorso della FABI
PERMESSI NON UTILIZZATI,
ANCHE IL SINDACALISTA
HA DIRITTO AL RIMBORSO
Il tribunale del Lavoro ha condannato la Cassa di
Risparmio di Livorno a versare 1.500 euro alla nostra
rappresentante, Marina Baule, che nel periodo del
distacco sindacale non aveva potuto usufruire dei
permessi per festività soppresse. La FABI: “Sentenza
importante anche per i lavoratori. Da oggi nessuno potrà
più negare loro l’indennizzo per i permessi non utilizzati”
A
nche il sindacalista ha diritto a
ricevere una compensazione economica, se non utilizza i permessi per le festività soppresse. Come
qualsiasi normale lavoratore, del resto. A
stabilirlo una recente sentenza del Tribunale
del Lavoro di Livorno, che ha dato ragione
ad una rappresentante della FABI, Marina
Baule, in servizio presso la Cassa di Risparmio di Pisa, Livorno e Lucca, all’epoca dei
fatti segretaria di coordinamento FABI di
Gruppo e beneficiaria del distacco sindacale.
All’origine del ricorso, presentato nel 2009,
il rifiuto netto e categorico da parte dell’istituto di corrispondere alla bancaria l’equivalente monetario dei permessi non utilizzati
nei tre anni in cui era distaccata dall’azienda
per svolgere l’attività sindacale.
“In pratica secondo la banca”, racconta
la Baule, “visto che avevo il distacco, non
ero tenuta ad avere alcun rimborso, come
i miei omologhi delle altre sigle. Tutto ciò,
in aperta violazione di un articolo del Contratto nazionale che prevede espressamente
che ai dipendenti, senza distinzioni di sorta,
sia dato un indennizzo economico nel caso
non fruiscano dei permessi”.
E proprio sul mancato rispetto di questa
norma del Contratto nazionale hanno fatto leva gli avvocati della FABI. Una strategia difensiva che ha convinto i giudici della
sezione Lavoro del Tribunale di Livorno,
i quali hanno condannato la Cassa di risparmio (attualmente nell’orbita del Banco
Popolare) a versare alla sindacalista 1.500
euro di rimborsi arretrati, più gli interessi.
Nel verdetto i Magistrati hanno ribadito
che "il datore di lavoro non può imporre la
news
IL DIPENDENTE RIFIUTA
TRASFERIMENTO?
ILLEGITTIMO IL
LICENZIAMENTO SE È
BENEFICIARIO DELLE
AGEVOLAZIONI
EX LEGGE 104/92
C
fruizione dei permessi al fine di evitarne il
pagamento" e che "non può sindacare l'impegno sindacale della ricorrente ed il tempo che le necessita chiedendole conto dello
stesso".
Soddisfatta la diretta interessata. “Questa
sentenza pone fine a una vera e propria discriminazione nei confronti di chi fa attività
sindacale”, dice la Baule, “e costituisce un
importante precedente: a partire da oggi
nessun istituto di credito potrà più rifiutarsi
di rimborsare, ai sindacalisti come ai lavoratori, permessi per festività soppresse non
utilizzati. Ormai è acclarato che a prevedere
l’indennizzo, senza possibilità di deroghe, è
lo stesso contratto collettivo di categoria. A
beneficiare degli effetti di questa sentenza
saranno, poi, soprattutto i dipendenti bancari. Nessuno, infatti, potrà più negare loro
una compensazione economica nel caso
non fruiscano dei permessi”.
Quanto alla Cassa di risparmio di Livorno, stavolta il pagamento dei rimborsi sarà
piuttosto salato, visto che all’importo prestabilito si devono aggiungere gli interessi
maturati e il costo delle spese legali. Intanto,
la Banca ha fatto sapere che ricorrerà contro
la sentenza.
on sentenza n. 21967 del 27
ottobre 2010 la Corte di Cassazione ha affermato che il lavoratore che si “ribella” al provvedimento di trasferimento ad altra sede
non può essere sanzionato con il licenziamento, soprattutto se il rifiuto è motivato dalla necessità di assistere il coniuge
affetto da handicap grave. Nel caso in esame una lavoratrice - ammessa dall’INPS
al godimento delle agevolazioni di cui
all’art. 33, L. 104/1992 per le condizioni
di salute del marito, affetto da grave handicap - impugnava il trasferimento a una
sede diversa, disposto nei suoi confronti
dalla società per cui lavorava, nonché il
licenziamento successivamente intimatole (giustificato da una nuova complessiva
riorganizzazione aziendale), invocando la
tutela reale. Il Tribunale di Napoli riconosceva l’illegittimità del licenziamento,
condannando la società alla riassunzione
e al risarcimento dei danni ex art. 8, L.
604/1966. Avverso tale decisione la lavoratrice proponeva appello, sottolineando
il carattere ritorsivo del licenziamento, la
cui reale giustificazione era da rinvenirsi
nel rifiuto del trasferimento. La Corte
territoriale, accogliendo le richieste della
lavoratrice, dichiarava illegittimi sia il trasferimento sia il licenziamento, ordinando alla società di reintegrare la lavoratrice
nel suo posto di lavoro, ovvero in mansioni equivalenti. La società proponeva
ricorso in Cassazione, sostenendo che il
trasferimento trovava la sua giustificazione nella contrazione di lavoro nella
sede di appartenenza e che l’aspetto del
riassetto organizzativo era riconducibile
alla nozione di giustificato motivo oggettivo di licenziamento, non sindacabile
dal Giudice. La Suprema Corte, rigettando il ricorso, ha sottolineato che la libertà
d’iniziativa economica privata (in questo
caso la scelta dell’assetto organizzativo
e produttivo dell’impresa da parte del
datore di lavoro) “non può svolgersi in
contrasto con l’utilità sociale o in modo
da recare danno alla sicurezza, alla libertà
ed alla dignità umana”. I Giudici hanno
evidenziato la legittimità delle conclusioni della Corte d’Appello, che desumeva
come unica ragione del licenziamento
della dipendente - a seguito di una valutazione presuntiva fondata su indizi gravi,
precisi e concordanti - la sola volontà del
datore di lavoro di sanzionare la lavoratrice per essersi “ribellata” al provvedimento
di trasferimento disposto unilateralmente
dalla società; hanno così concluso che, “a
prescindere dal requisito dimensionale
dell’azienda, va accordata alla lavoratrice
ricorrente la piena tutela reale ex art. 18
Stat. Lav.”.
news
Consumatori
Italiani non investono più
Il 60% dei cittadini non riesce a fronteggiare le difficoltà della crisi
D
ai dati emersi nella Giornata
del risparmio, in si cui si è
rilevato che, in Italia, 1 famiglia su 5 non investe i pochi risparmi che riesce a fare, lasciando
il denaro sui conti correnti e riducendo
così la già bassa difficoltà di finanziare
gli investimenti emerge l’indispensabilità di prorogare le misure per il risparmio e per gli investimenti e di ampliare
i fondi destinati alla sospensione dei
mutui ed al risparmio energetico. Oltre
l’80% degli italiani è consapevole della
crisi in atto e circa il 60% non riesce
a fronteggiarne le difficoltà. I dati sono
molto preoccupanti e denotano il forte
pessimismo delle famiglie italiane.
Inoltre le famiglie riducono il risparmio
non solo per la crisi, ma anche per la
scarsa trasparenza e le incertezze del futuro.
13
SINDACATO E SERVIZI
FABIGiovani
L’anticipazione
GIOVANI, CARINI E…
A TEMPO DETERMINATO
Sarà presentato a fine anno lo studio “Giovani e lavoro consapevole”, la ricerca su under 35 e occupazione realizzata dal Forum nazionale Giovani.
Alla stesura dell’indagine ha dato un consistente contributo anche la FABI, attraverso Francesca Azimonti, presidente della Commissione Lavoro del Forum.
Dall’analisi emerge che solo il 20% degli intervistati ha un contratto a tempo indeterminato. Gli altri navigano a vista tra rapporti di lavoro precari (80%) e
impieghi in nero (30%)
S
ono arrivati i primi risultati
dell’indagine ‘Giovani e Lavoro
consapevole’, inchiesta lanciata
a fine 2009 dal Forum nazionale Giovani, organismo che riunisce tutte
le principali associazioni di under 35 e di
cui fa parte anche Francesca Azimonti,
29enne sindacalista della FABI, in qualità
di presidente della Commissione Lavoro,
Famiglia e Politiche sociali del Forum.
Si è trattato di un lavoro complesso, cominciato con la divulgazione tra i giovani
di un questionario conoscitivo, composto
da 30 domande a risposta chiusa e una a
risposta aperta, in cui si chiedeva di dare
una valutazione del proprio impiego.
L’indagine mirava a sondare la situazione
lavorativa presente a passata degli intervistati, oltre a testare la loro reale conoscenza in materia di diritti sulla maternità, sull’
immigrazione e sulle politiche attive a favore dei diversamente abili.
La raccolta dati è avvenuta in 2 fasi. Una
prima all’interno delle associazioni aderenti al Forum e una seconda fase nelle
piazze, così da poter disporre di un più
ampio spettro statistico, non solo rappresentativo dei giovani gravitanti attorno
alle associazioni del Forum. Per poter ga-
rantire l’eterogeneità del campione, sono
state scelte 6 città di diverse dimensioni,
in rappresentanza di tutto il Paese: Torino, Trieste, Bologna, Viterbo, Avellino e
Palermo.
In totale sono stati compilati 1402 questionari, 496 raccolti tra le associazioni e
906 nelle piazze.
A fine anno, i dati dell’indagine saranno
resi pubblici, in occasione di un evento
ad hoc organizzato dal Forum Nazionale
Giovani, e, successivamente, saranno diffusi, attraverso incontri mirati, nelle scuole, nelle università e nelle piazze.
Diversi e interessanti i dati emersi dalla ricerca, che vi anticipiamo di seguito.
Dei lavoratori intervistati, che hanno un’età compresa tra i 20 e i 29 anni, solo il 20%
La pensione dei giovani
PENSIAMOCI OGGI, DOMANI È TROPPO TARDI
L
Iscriversi ad un Fondo Pensione complementare è indispensabile.
’Inps non invierà nemmeno
quest’anno la busta arancione
che avrebbe dovuto indicare
l’entità dell’assegno previsto
per i lavoratori al momento dell’addio del
lavoro.
Un’indagine, condotta da Milano Finanza,
ha denunciato che gli attuali trentenni o
i quarantenni di oggi, al momento della
pensione, percepiranno indicativamente,
secondo le stime attuali, una pensione pari
al 64% dello stipendio.
Il calcolo è comunque approssimativo,
poiché molte sono le variabili che possono
influire nel calcolo sulla futura pensione.
L’unica certezza è che i dati emersi
dimostrano come i giovani vengano
penalizzati
con
questo
sistema
14
pensionistico.
Per questo è ancor più importante che
tutti possano essere iscritti ad un Fondo
Pensioni presente in ogni istituto bancario,
a seguito degli accordi che il sindacato con la FABI in prima linea - ha nel tempo
saputo conquistare.
Ricordiamo che le banche versano un
contributo mensile al Fondo per ogni
collega che aderisce.
Un Fondo Pensione che, al momento
del nostro pensionamento, erogherà una
rendita che dovrà servire a “recuperare”
il divario che ha creato la previdenza
pubblica fra il “vecchio sistema” ed il
“nuovo sistema”.
Auspichiamo che tutti i giovani bancari
siano iscritti a un Fondo di previdenza
complementare, diversamente li invitiamo
a prendere contatti con il proprio
Rappresentante Sindacale Aziendale che,
meglio di chiunque, lo può consigliare su
quale Fondo indirizzarsi e sulle modalità
di adesione.
Come Coordinamento Giovani
FABI, continueremo a sensibilizzare
i colleghi su questo importante tema
che non può essere né secondario né
rinviabile per il nostro futuro.
Oggi dobbiamo ben seminare, oggi
dobbiamo gettare le fondamenta di quella
costruzione che si chiama “pensione”.
Mirko Vigolo
Esecutivo Nazionale Giovani FABI
ha un contratto a tempo indeterminato,
mentre l’80% di loro ha un’occupazione
precaria, come apprendista oppure come
lavoratore a progetto. Ben il 30 % del campione, infine, dichiara di lavorare in nero.
Proseguendo nell’analisi, abbiamo voluto approfondire un’ulteriore questione:
come l’università viene incontro alle esigenze dei lavoratori. Dalla ricerca emerge
che gli studenti con un impiego sono fuoricorso in una percentuale doppia, rispetto
agli studenti che non lavorano. È chiaro,
quindi, che l’essere in regola con il piano
di studi è direttamente correlato all’essere
lavoratore o meno.
Nei prossimi mesi la ricerca sarà data alle
stampe, per esser poi illustrata ai media e
al mondo dell’associazionismo, attraverso una campagna informativa pubblica.
La Presidenza della Commissione Lavoro del Forum e il Coordinamento Giovani della FABI, al momento della pubblicazione dell’indagine, avviseranno prontamente la Federazione e inviteranno
tutti gli iscritti a leggere con attenzione
i dati dell’inchiesta, affinché la ricerca
sia il punto di partenza per trovare valide
soluzioni al disagio di una generazione
precaria.
SINDACATO E SERVIZI
quadri direttivi
IL CCNL ALLE PORTE
“VANTIAMO DEI CREDITI”
Formazione, orario di lavoro, prestazioni aggiuntive, responsabilità
professionale, pressioni commerciali, sistemi incentivanti, livelli retributivi sono
argomenti che meritano la massima attenzione
di Giuliano Xausa, responsabile nazionale Coordinamento Quadri direttivi
O
rmai ci siamo! Esperite le
formalità d’obbligo, ossia
la disdetta anticipata del
vigente CCNL, il rinnovo
del Contratto Nazionale di Lavoro sta
entrando nel vivo. Le commissioni sono
state definite, una delle quattro riguarda
i Quadri Direttivi.
E come ogni volta ci si deve immediatamente scontrare con le solite difficoltà. Crisi finanziaria, recessione, utili in
calo, situazione di mercato. Se ciò non
bastasse, Abi ha pensato bene di lanciare in anticipo la sua bordata: la disdetta
unilaterale del Fondo di sostegno al reddito, il nostro ammortizzatore sociale.
Bordata restituita immediatamente al
destinatario dal nostro Segretario Generale, Lando Maria Sileoni. Respinta con
la convinzione e la determinazione che
caratterizza questa nostra FABI.
Di fronte a tutte queste difficoltà, talvolta oggettive e reali, talvolta fumose e
pretestuose, una cosa è certa: noi Quadri
Direttivi vantiamo dei crediti! Crediti
maturati negli ultimi rinnovi contrat-
tuali e, in particolar modo, nel contratto
del 2005 nel quale, guarda caso, la FABI
stava al secondo tavolo. Non siamo certo succubi del passato, ma di questo e
dell’esperienza vogliamo far tesoro per
progettare il futuro.
E su alcuni temi vogliamo far sentire la
nostra voce. Formazione, orario di lavoro, prestazioni aggiuntive, responsabilità
professionale, pressioni commerciali,
sistemi incentivanti, livelli retributivi
sono argomenti che meritano la massima
attenzione.
Formazione: le belle dichiarazioni di
principio del CCNL vigente sono rimaste tali. La formazione non va confusa
con l’addestramento e deve essere considerata una strategia sia per l’azienda sia
per il lavoratore, al fine di migliorare il
servizio. Inoltre pensiamo debba anche
essere certificata.
Orario di lavoro: condividiamo che la
prestazione lavorativa sia orientata al
raggiungimento dei risultati, ma non
può essere ad libitum!
Prestazioni aggiuntive: l’autogestione
dell’orario, soprattutto in rete, rimane
pura chimera. Orari oltre certi limiti devono essere remunerati.
Responsabilità professionale: pensiamo sia uno dei temi più sentiti. Le
denuncie sono all’ordine del giorno e
spesso le banche limitano il loro
intervento al pagamento
dell’avvocato, non considerando le tensioni personali, lo stress, le ripercussioni anche nell’ambito
familiare.
Pressioni commerciali:
pur non essendo contrari
in linea di principio, non
possiamo non denunciare l’uso distorto e scorretto,
i termini inaccettabili, le liste pubbliche
dei risultati.
Dev’essere
ri sp e ttata
la persona
e valutato
con criteri oggettivi e trasparenti suo
operato.
Sistemi incentivanti: vanno contenuti
negli importi e ricondotti entro i binari
di una negoziazione. Le regole devono
essere certe, uguali per tutti e non variate in corso d’opera; il tutto nella salvaguardia dell’etica e della responsabilità
sociale della banca.
Livelli retributivi: ogni percorso professionale è bloccato dai soli quattro livelli.
Riteniamo che, almeno, un quinto livello possa dare respiro alla crescita.
Siamo Quadri Direttivi e una delle caratteristiche che ci identifica è l’essere
concreti e realisti. Comprendiamo che
i temi sono molti e le priorità forse altre, ma siamo certi che su alcuni di essi ci
sarann--o la concreta attenzione e la determinazione della FABI, che è sempre
stata sensibile alle richieste della nostra
area professionale.
news
Parole forti di Benedetto XVI al mondo nel giorno del Ringraziamento
“LO SVILUPPO SIA SOSTENIBILE”
Forte denuncia dello squilibrio fra ricchezza e povertà, dello scandalo della fame,
dell’emergenza ecologica e del problema della disoccupazione. Il Pontefice richiama
soprattutto i Grandi affinché a nessuno manchino il pane e il lavoro, e l’aria, l’acqua
e le altre risorse primarie siano preservate come beni universali.
Ma nessuno, in questa situazione, può scaricarsi la coscienza
“L
a crisi economica in atto,
di cui si è trattato anche
in questi giorni nella riunione del cosiddetto G20,
va presa in tutta la sua serietà: essa ha numerose cause e manda un forte richiamo
ad una revisione profonda del modello di
sviluppo economico globale. È un sintomo
acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare
dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo
scandalo della fame, l’emergenza ecologica
e, ormai anch’esso generale, il problema
della disoccupazione (…).
Nell’attuale situazione economica, la tentazione per le economie più dinamiche è
quella di rincorrere alleanze vantaggiose
che, tuttavia, possono risultare gravose
per altri Stati più poveri, prolungando situazioni di povertà estrema di masse di
uomini e donne e prosciugando le risorse
naturali della Terra (…). Inoltre, malgrado
la crisi, consta ancora che in Paesi di antica industrializzazione si incentivino stili di
vita improntati ad un consumo insostenibile, che risultano anche dannosi per l’ambiente e per i poveri. Occorre puntare, allora, in modo veramente concertato, su un
nuovo equilibro tra agricoltura, industria e
servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile, a
nessuno manchino il pane e il lavoro, e l’aria, l’acqua e le altre risorse primarie siano
preservate come beni universali. È fondamentale per questo coltivare e diffondere
una chiara consapevolezza etica, all’altezza
delle sfide più complesse del tempo presente; educarsi tutti ad un consumo più saggio
e responsabile; promuovere la responsabilità personale insieme (…) con una sensibilità concreta per il bene comune”.
15
Scheda Preventivo Auto / Moto
Convenzione FABI
INVIA QUESTO MODULO VIA FAX AL NUMERO 02 80509676
Data
ISCRITTO FABI
Cognome
Nome
Matricola
Cognome
Nome
Codice Fiscale
Indirizzo
N° Civico
Professione
Telefono Ufficio
DATI CONTRAENTE
CAP
Città
Provincia
Fax Ufficio
Email Ufficio
DATI INTESTATARIO AL P.R.A. (PUBBLICO REGISTRO AUTOMOBILISTICO)
Cognome
Nome
Professione
Codice Fiscale
Data di Nascita
Sesso
M
DATI VEICOLO
Autovettura
Marca
Fuoristrada
Modello Completo
Comune di Resid. Intestazione al P.R.A.
F
Roulotte
Camper
Targa
Alimentazione
SI
Benzina
NO
Cavalli Fiscali (CV)
Gasolio
Moto/Scooter
Furto audiofonovisivi (compresi nella somma assicurata)
SI
Prima Immatricolazione al P.R.A.
Provincia
NO
Prima Immatricolazione
Valore Autovettura
GPL
Mese
Anno
ATTUALE CLASSE DI MERITO (BONUS/MALUS)
Massimale
Gancio Traino
Rinuncia Rivalsa
SI
SI
Dichiarazione di Sinistrosità:
Almeno un sinistro nell’ultimo anno
Data Scadenza Annuale Polizza
NO
Danni a cose di terzi trasportati
Veicoli adibiti a Scuola Guida
NO
Nessun sinistro ultimo anno
Nessun sinistro ultimi 3 anni
Attuale Compagnia
Nessun sinistro ultimi 5 anni
Frazionamento Semestrale del Premio
SI
NO
DATI PER GARANZIE AGGIUNTIVE (DETTE ARD) + PACCHETTI*
Garanzie Gruppo 5
(conprensiva eventi naturali e sociopolitici)
Garanzia Valore a Nuovo
Furto Totale e Parziale
Incendio
Tutela Legale
Collisione
Antifurto Satellitare
SERVIZIO ASSISTENZA
DATI PER GARANZIE ADDIZIONALI
Infortuni Conducente
Kasko
Rottura Cristalli
Sospensione Patente
180 gg
Servizi Assistenza
365 gg
VINCOLO SUL VEICOLO
Istituto Vincolatario
Scadenza del Vincolo
Tipo Patente (A, B, C, ecc.)
*N.B. LE GARANZIE “PACCHETTO” SONO OPERANTI SOLO PER LE AUTOVETTURE IN PRESENZA DI GARANZIA INCENDIO/FURTO
Le informazioni sono raccolte ed elaborate elettronicamente da Biverbroker allo scopo di formulare un preventivo di una polizza auto. Lei ha la possibilità
(ai sensi dell’art. 13 legge 675/96) di accedere ai suoi dati personali per aggiornarli, modificarli, integrarli, o chiederne la cancellazione scrivendo a:
Biverbroker Via Carducci, 37 20123 Milano (email: [email protected]).
Il Sottoscritto
16
Direzione Generale:
Via Carducci, 37 20123 Milano
Tel. 02.8055007 - Fax 02.86463845
Email: [email protected]
Sede Legale:
Via Gramsci, 12/F - 13900 Biella
Tel. 015.2522595 - Fax 015.2523045
Email: [email protected]
Sede Milano/AGOAL:
Via Unione, 1 - 20122 Milano
Tel 02.80509472 - Fax 02.80509676
Email: [email protected]
POLIZZA GLOBALE ABITAZIONE
Estratto condizioni Convenzione FABI
Polizza dell’abitazione
Formula Assicurativa Iscritti Fabi
INVIA QUESTO MODULO VIA FAX AL NUMERO 02 80509676
OGGETTO ASSICURAZIONE:
1) Incendio danni materiali dell’abitazione
2) Furto e rapina dell’abitazione
3) Responsabilità civile della famiglia
4) Tutela giudiziaria della vita privata
Il sottoscritto, preso atto che BIVERBROKER SrL, nell’ottica di agevolare ed incoraggiare il ricorso a forme facoltative di assicurazione, ha predisposto alcuni prodotti assicurativi che, a condizioni
di mercato particolarmente favorevoli potranno essere offerte ai dipendenti, e che BIVERBROKER SrL intende mediare tali prodotti offrendoli ai dipendenti, pensionati ed esodati bancari e loro
famigliari iscritti alla FABI che dichiara di essere interessato a tale offerta. A tal fine il sottoscritto dichiara di ricevere le condizioni di contratto relative alle polizze sulla Responsabilità civile della
famiglia, Tutela giudiziaria vita privata, Incendio e Furto dell’Abitazione, e di averne presointegralevisione. Il sottoscritto, alle condizioni tutte sopra richiamate, che formano parte integrante della
presente assicurazione, le accetta e dà la propria adesione alla proposta formulata dichiarando quantosegue:
1) Incendio danni materiali dell’abitazione
La Società si obbliga a tenere indenne nei limiti delle somme assicurate i danni materiali e diretti subiti dalle cose
assicurate in conseguenza degli eventi di seguito indicati, anche se dovuti a colpa grave dell’Assicurato:
Cognome
Nome
Codice Fiscale
Indirizzo/Ubicazione del rischio
Via o piazza, n°
Città
CAP
•
Sigla Provincia
dimora abituale
dimora saltuaria - Ubicazione del rischio
nuova adesione
adesione in sostituzione della scheda di adesione n.
del
DURATA CONTRATTO
Annuale
Effetto dalle ore 24 del
Decorrenza prima rata successiva
Scadenza dalle ore 24 del
Rateazione
1-15
annuale
L’operatività dell’assicurazione è subordinata al pagamento del premio relativo a BIVERBROKER SrL di seguito riportato e convalidato per quietanzamento
C) ASSICURAZIONE INCENDIO FURTO DELL’ABITAZIONE
RESP. CIVILE
TUTELA GIUD.
SOMME ASSICURATE
SOMME ASSICURATE
SOMME ASSICURATE
SOMME ASSICURATE
FURTO E RAPINA
€ 2.582,28(*)
€ 5.164,57(*)
€ 7.746,85(*)
€ 7.746,85(*)
INCENDIO DEL
CONTENUTO
€ 25.822,84
€ 25.822,84
€ 36.151,98
€ 36.151,98
INCENDIO DEL
FABBRICATO
€ 103.291,38
€ 154.937,07
€ 206.582,76
€ 258.228,45
RESPONSABILITÀ CIVILE
DELLA FAMIGLIA
€ 258.228,45
€ 258.228,45
€ 258.228,45
€ 258.228,45
TUTELA GIUD.VITA PRIV.
€ 5.164,57
€ 5.164,57
€ 5.164,57
€ 5.164,57
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
GARANZIE
TIPO DI ABITAZIONE
DIMORA ABITUALE
PREMIO LORDO ANNUO
€ 145,56 € 171,58 € 192,39 € 223,60 € 244,43 € 280,83 € 260,03 € 301,65
DIMORA SALTUARIA
PREMIO LORDO ANNUO
€ 158,57 € 189,80 € 208,01 € 244,40 € 270,45 € 306,84 € 286,05 € 330,27
barrare (X) la
combinazione scelta
C1a
C1b
C2a
C2b
C3a
C3b
C4a
C4b
(*) NEL CASO DI DIMORA SALTUARIA LE SOMME ASSICURATE PER IL FURTO SONO PARI AL 50% DI QUELLE ESPOSTE
PREMIO ANNUO TOTALE €
Il Sottoscritto dichiara di essere dipendente della Banca
e iscritto alla FABI di
impegnandosi a
comunicare a BIVERBROKER SrL l’eventuale venire meno in corso di contratto dei requisiti per usufruire delle su indicate condizioni d’Assicurazione, consapevole che il venir meno di tali
requisiti comporta la non concedibilità delle stesse, dallo scadere della presente copertura assicurativa. Il Sottoscritto si impegna inoltre in caso di denuncia di sinistro a presentare, a richiesta di
BIVERBROKER SrL, un documento personale (tessera FABI) attestante la Sua qualità di avente diritto alle condizioni predette, consapevole che nel caso di applicazione non dovuta delle stesse,
l’indennizzo dovuto sarà dedotto in sede di liquidazione proporzionalmente della differenza tra il premio pagato e quello dovuto.
L’ASSICURATO
L’Assicurato dichiara di aver ricevuto l’Informativa “AllegatoDP” relativa al trattamento dei dati personali comuni e sensibili, ai sensi del D.Lgs.n.196 30.06.2003. CONSENSO
• al trattamento dei dati personali, sia comuni, sia sensibili, che mi riguardano, funzionale al rapporto giuridico da concludere o in essere con la Società assicuratrice;
• alla comunicazione degli stessi dati alle categorie di soggetti indicate al punto 5, lett. a), della predetta informativa, che li possono sottoporre a trattamenti aventi le finalità di cui al punto 1),
lett. a), della medesima informativa o obbligatoria per legge;
• al trasferimento degli stessi dati all’estero come indicato al punto 7 della predetta informativa (Paesi UE e Paesi extra UE).
L’ASSICURATO
Ai sensi degli artt.1341 e 1342 C.C. il Sottoscritto dichiara di approvare specificatamente le seguenti Condizioni di assicurazione:
Per le Polizze Responsabilità Civile Terzi, Tutela Giudiziaria: art. 8 (Proroga dell’assicurazione e periodo di assicurazione: tacita proroga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima
della scadenza).
Per la Polizza incendio - furto dell’abitazione: art. 20 (procedimento per la determinazione del danno - nomina dei periti: deroga alla competenza dell’Autorità Giudiziaria), art. 23 (Recesso in
caso di sinistro); art.26(Proroga dell’assicurazione: tacita proroga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima della scadenza).
L’ASSICURATO
Luogo
data
Firma per esazione dell’importo totale del premio
Luogo
data
Incendio, Fulmine, Esplosione o scoppio non causato da ordigni esplosivi;
Caduta di aeromobili, loro parti o cose da essi trasportate, Onda sonica;
• Urto di veicoli stradali o natanti in transito sulla pubblica via o su corsi d’acqua, non appartenenti all’Assicurato o
in uso allo stesso;
• Rovina di ascensori o montacarichi, compresi i danni agli impianti; Sviluppo di fumi, gas, vapori;
• Guasti arrecati per ordine dell’Autorità o dall’azione di terzi o dell’Assicurato al fine di impedire od arrestare
l’incendio;
• Guasti arrecati dai ladri per commettere il furto o la rapina o per tentare di commetterli, qualora non sia stata pattuita
la garanzia furto;
• Fumo da incendio anche di cose diverse da quelle assicurate; Caduta di antenne radio - televisive, compresi i danni
subiti dalle stesse
• Eventi atmosferici , Sovraccarico di neve, Eventi socio - politici, Fuoriuscita di acqua condotta, Fenomeni elettrici
• Ricorso Terzi, Rischio locativo, Terremoto, Inondazioni, alluvioni, allagamenti.
• Spese di demolizione, sgombero e trasloco, Spese fatte per evitare il sinistro, Danni da impiego di mezzi
• Rottura lastre, Spese per la riparazione o il rimpiazzo di apparecchi
•
ora
2) Furto e Rapina dell’abitazione
La Società si obbliga ad indennizzare l’Assicurato, entro i limiti della somma convenuta in polizza, dei danni materiali e
diretti a lui derivanti da furto o rapina nei locali della propria dimora abituale identificati nel certificato di adesione.
L’assicurazione è estesa, fino alla concorrenza della somma assicurata:
• ai guasti cagionati dai ladri per commettere il furto o la rapina o per tentare di commetterli, alle parti del fabbricato
costituenti i locali che contengono le cose assicurate ed agli infissi posti a riparo e protezione degli accessi ed aperture
dei locali stessi;
• ai guasti ed agli atti vandalici commessi dagli autori del furto o della rapina consumati o tentati
• al furto con destrezza, rapina o scippo di gioielli, preziosi o pellicce di uso personale, che l’Assicurato ed i suoi
famigliari conviventi hanno indosso al di fuori dei locali assicurati, purché in Italia;
• al furto ed alla rapina delle cose contenute nei ripostigli non comunicanti con l’abitazione e nelle autorimesse ad uso
esclusivo della stessa, limitatamente a mobilio, arredamento, vestiario, provviste, attrezzi e dotazioni comuni.
• La garanzia rapina è operante anche quando le persone sulle quali viene fatta violenza o minaccia siano prelevate
dall’esterno e costrette a recarsi nei locali indicati in polizza.
3) Responsabilità civile della famiglia
La Società, nel limite del massimale pattuito ed indicato sulla Scheda di adesione costituente parte integrante della
polizza, si obbliga a tenere indenne l’Assicurato di quanto questi sia tenuto a pagare, quale civilmente responsabile, ai
sensi di legge, a titolo di risarcimento (capitali, interessi e spese) di danni involontariamente cagionati a terzi per morte,
per lesioni personali e per danneggiamenti a cose, in conseguenza di un fatto accidentale inerente a:
La garanzia è valida anche per i rischi inerenti a:
• manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione predetta, ma con riferimento alla straordinaria, limitatamente
alla responsabilità dell’Assicurato quale committente; restano comunque escluse le responsabilità derivanti al
committente ai sensi del D.Lgs. 494/96
• spargimento di liquidi e rigurgiti di fogne;
• uso di apparecchi elettrodomestici in genere
• caduta dell’antenna radiotelevisiva o per radioamatore
• scoppio del tubo catodico del televisore.
La garanzia è valida anche per i rischi inerenti a:
intossicazione od avvelenamento causati da cibi o bevande preparati o somministrati dall’Assicurato
• pratica dilettantistica di attività sportive comuni, esclusa la partecipazione a gare in genere e alle relative prove, salvo
che si tratti di corse podistiche, di tennis, di golf, di pesca non subacquea, di tiro a segno e a volo, di gare bocciofile;
• proprietà ed uso di giocattoli anche a motore e biciclette;
• fatto dei figli minori dell’Assicurato che mettano in movimento o in circolazione veicoli o natanti pur essendo sprovvisti
dei requisiti richiesti dalla legge per la guida o il trasporto di persone, con esclusione dei danni subiti dai veicoli o
natanti. La garanzia è estesa al fatto dei figli minori in possesso dei requisiti di legge per la guida di ciclomotori che
trasportino persone su tale tipo di veicolo. L’assicurazione è operante a condizione che la messa in movimento o
circolazione del veicolo o natante o il trasporto illecito di persone siano avvenuti all’insaputa dei genitori e che il mezzo
stesso, se di proprietà dell’Assicurato, risulti coperto, al momento del sinistro, con polizza di assicurazione contro il
rischio della Responsabilità Civile Auto secondo quanto disposto dalla legge sull’assicurazione obbligatoria per veicoli
e natanti a motore. La presente garanzia è operante soltanto in relazione all’azione di regresso eventualmente svolta
dall’assicuratore della Responsabilità Civile Auto, ovvero per le somme che risultino dovute in eccedenza a quelle
garantite da detto assicuratore;
• proprietà, possesso ed uso di cavalli, cani ed altri animali domestici;
• proprietà, possesso ed uso di armi per scopo di difesa, per tiro a volo, tiro a segno, pesca
• subacquea, purché gli Assicurati siano in regola con le leggi vigenti;
• all’ordinaria conduzione e manutenzione dei locali in cui risiedono anche non abitualmente l’Assicurato e le persone
con esso conviventi; nonché alla proprietà di abitazioni diverse da quella assicurata con la Scheda allegata, purché
comunque assicurate con altre Schede di adesione
• Danni da Incendio
• Danni da interruzione o sospensione di attività
• L’assicurazione è operante per l’Assicurato ed ogni familiare e/o persona con lui stabilmente convivente, nonché per
fatto di collaboratori domestici nello svolgimento delle loro mansioni.
• L’assicurazione vale per i danni che avvengono in tutto il mondo, esclusi Stati Uniti d’America e Canada.
•
4) Tutela giudiziaria vita privata
La Società assume a proprio carico, fino alla concorrenza del massimale indicato nella Scheda di adesione ed alle
condizioni di seguito zindicate, l’onere delle spese per l’assistenza stragiudiziale e giudiziale - civile e penale conseguenti ad un sinistro rientrante in garanzia.
• le spese per l’intervento di un legale;
• le spese sostenute in sede giudiziale per l’intervento di un perito nominato dall’Autorità Giudiziaria o dall’Assicurato
e approvato dalla Società;
• le spese di giustizia;
• le eventuali spese del legale di controparte, in caso di transazione autorizzata dalla Fondiaria - Sai divisione Fondiaria
e/o Europa;
• le spese di soccombenza liquidate alla controparte in caso di condanna dell’Assicurato.
Nel caso di controversie tra Assicurati con la stessa polizza la garanzia viene prestata unicamente a favore
dell’Assicurato/Contraente.
P.S.: la garanzia riguarda esclusivamente i sinistri accaduti nell’ambito della vita privata extraprofessionale
dell’Assicurato e si riferisce ai seguenti casi:
• 1) controversie per danni extracontrattuali subiti dall’Assicurato per fatto illecito di altri soggetti;
• 2) controversie per danni extracontrattuali cagionati ad altri soggetti in conseguenza di fatti illeciti dell’Assicurato (la
garanzia opera con i limiti del successivo Art. 16;
• 3) difesa penale dell’Assicurato per delitto colposo o contravvenzione;
• 4) controversie nascenti da pretese inadempienze contrattuali, proprie o di controparte, il cui valore in lite non sia
inferiore a €. 516,45 sono inoltre comprese alle stesse condizioni le controversie relative alla proprietà o locazione
della unità immobiliare costituente la dimora abituale dell’Assicurato; nella copertura sono inoltre comprese le altre
unità immobiliari a disposizione dell’Assicurato e costituenti dimore stagionali di vacanza, purché comunque assicurate
con altre Schede di adesione
• 5) controversie individuali di lavoro con i collaboratori domestici
• 6) controversie nei confronti di Istituti o Enti Pubblici di Assicurazioni Previdenziali e di Assistenza Sociale;
17
SINDACATO E SERVIZI
BCC
L
a tutela della salute e della sicurezza in banca è un obbligo per i
datori di lavoro e un dovere per
un sindacato come la FABI, che
vuole tutelare al meglio i lavoratori. Un
recente convegno, organizzato a Bergamo dal Dipartimento Salute e Sicurezza
e dal Coordinamento Nazionale BCC,
ha focalizzato lo stato d’applicazione delle normative di settore nell’ambito delle
Banche di Credito Cooperativo, ne ha
messo in luce le principali criticità, enunciando le proposte avanzate dalla Fabi per
risolverle.
Alla presenza della Segreteria Nazionale e
del Coordinatore BCC, sono intervenuti
esperti in questo campo quali Loris Brizio, Coordinatore del Dipartimento Salute e Sicurezza, Massimo Marrocco, Capo
Servizio logistica ICCREA Banca, Bruno
Sebastiani, Componente del Comitato
Security di AIAS, Chiara Varalta, Presidente Regionale Associazione Psicologi
Professionisti, Matteo Meroni Amministratore Delegato di Mega Italia Media e
da ultimo i componenti Fabi della Commissione Nazionale istituita “ad hoc”.
I relatori hanno dipinto un settore dove,
al di là di qualche eccezione, è scarsa la
cultura della sicurezza e generalmente si
considerano gli obblighi dettati dalla normativa come una ‘scocciatura’, invece che
un’opportunità di miglioramento. Infatti, molte aziende sottostimano i rischi
dell’attività bancaria, confrontandola con
gli altri settori produttivi, come industria,
agricoltura, edilizia.
Le cause di questo fenomeno sono anche
da ricercarsi nella piccola dimensione
aziendale del Credito cooperativo (oltre
la metà delle BCC occupa meno di 50
dipendenti e 50 sono le BCC con meno
di 15 sportellisti), che non le consente di
disporre di Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) adeguatamente
Convegno BCC a Bergamo
SICUREZZA
QUESTA
SCONOSCIUTA
Le piccole dimensioni e l’impiego di pochi addetti presso i singoli sportelli
rendono le banche di credito cooperativo tra le più esposte al rischio
rapina. Eppure in gran parte delle aziende di settore, come evidenziato da
un’indagine del nostro sindacato, non esiste la figura del Rappresentante
dei Lavoratori per la Sicurezza. La FABI: “Abbiamo chiesto a Federcasse
di istituire un Rappresentante per la sicurezza territoriale di comparto,
che si occupi di far rispettare le leggi vigenti”
di Domenico Mazzucchi, - Coordinamento Nazionale BCC
preparati e che abbiano il tempo necessario per svolgere al meglio i proprio compiti.
A proposito di Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: l’indagine svolta
dalla FABI nel settore evidenzia che in
molte aziende l’RLS (ossia un sindacalista incaricato di far rispettare all’azienda
tutte le normative in materia) non esiste
o non è stato nominato dal datore di lavoro. Inoltre, nelle BCC medie e piccole, qualora sia stato designato, riceve una
formazione scarsa, non tarata sui rischi
specifici dell’attività bancaria, e raramente utilizza i permessi previsti dalla
normativa per il proprio ruolo.
Per contrastare questo fenomeno e creare quella necessaria cultura della sicurezza, la FABI ha - da tempo - presentato
a Federcasse, tramite i suoi componenti
nella Commissione nazionale Sicurezza, la proposta di modificare l’accordo
nazionale del 18/12/96 (allegato G del
CCNL) per introdurre il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza territoriale di comparto e per riqualificare la
composizione e i compiti degli organismi paritetici locali.
Il convegno ha anche analizzato il rischio
rapina, il principale dell’attività bancaria, riscontrando che le specifiche caratteristiche delle BCC aumentano l’esposizione dei lavoratori a tale pericolo.
Queste caratteristiche sono: la presenza
capillare sul territorio; la ridotta dimensione degli sportelli, che mediamente
impiegano dai 2 ai 3 addetti; la presenza
di mansioni a rischio, come il trasporto
valori, il carico bancomat esterni e il ritiro contanti direttamente dalla clientela.
Gli esperti intervenuti e il successivo dibattito hanno individuato alcuni rimedi
a questo stato di cose, quali una formazione al personale adeguata e ripetuta
In attesa del Comitato Regionale
Nata la Consulta Regionale
BCC del Veneto
Sarà l’occasione di confronto per stilare piani di assistenza e
proselitismo, per implementare la formazione decentrata ed estendere
e migliorare i servizi agli associati
R
iuniti a Vicenza nelle scorse
settimane, i sette Coordinatori del Veneto hanno costituito
la Consulta Regionale delle
BCC.
Ne fanno parte nove rappresentanti del
settore, nominati dalle strutture territoriali: Delfo Azzolin di Vicenza (Coordinatore), Stefano Bragagnolo di Padova,
(V. Coordinatore), Sandro Bortoluzzi di
Treviso (Segr. Amministrativo), Roberto Biasotto di Treviso, Luigi Bruschini
18
di Vicenza, Lorella Masocco di Belluno,
Paolo Osti di Rovigo, Giancarlo Viviani
di Verona, Paolo Zatta di Venezia.
Dotata di autonomia amministrativa,
grazie ai versamenti pro-quota delle provincie, la Consulta è guidata da un Coordinatore, da un Vice, oltre che da un
Segretario Amministrativo.
Essa ha il compito di collegamento fra le
varie realtà territoriali del comparto, di
studio, approfondimento ed analisi delle
problematiche di settore, di supporto e
affiancamento all’Esecutivo Regionale che – come noto – ha come compito primario la preparazione, la stipula
e la gestione del Contratto di 2° livello
(C.I.R.).
Questa nuova esperienza costituirà occasione per i Coordinatori della Regione d’incontrarsi e consultarsi per stilare
piani di assistenza e proselitismo, per
implementare la formazione decentrata
ed estendere e migliorare i servizi agli
associati.
nel tempo e il coinvolgimento, nel training, di professionisti specializzati nel
settore degli eventi criminosi.
Infine, con l’intervento della dottoressa
Chiara Varalta sono stati approfonditi i
principali punti della recente normativa in merito alla valutazione dello stress
lavoro-correlato, con particolare riferimento alle piccole banche. È una materia che deve essere ancora assimilata e
per questo è necessario che tutte le figure
competenti in materia, in primis il medico della Asl che lavora a stretto contatto con l’azienda, e il rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza, siano messi al
corrente di ciò che e recenti disposizioni
di legge prevedono.
La Fabi, sindacato forte della sua ampia
rappresentanza e rappresentatività nel
settore Bcc, vigilerà affinché la normativa sia rispettata e non tralasciata - come
purtroppo spesso avviene.
news
SINDACATO E SERVIZI
esattoriali
Il Fisco si riorganizza
ZERO costi per lo Stato
con TRE società di riscossione
Piano Industriale 2011-2013: approvato il riassetto del Gruppo Equitalia. Ci sono dubbi
che il progetto non scioglie. FABI: “Il Contratto Integrativo Unico dovrà rafforzare i
lavoratori di tutte e tre le aziende, mettendoli al riparo da condizionamenti economici e
ambientali. La ristrutturazione non dovrà essere pagata dai lavoratori”
di Pierluigi Pratola, Responsabile Coordinamento nazionale Esattoriali
Attilio Befera
presidente di Equitalia
e Direttore dell’Agenzia delle Entrate
4
00 Milioni di euro: questa è la cifra che lo Stato ha pagato fino al
2006 per riscuotere le tasse degli
italiani. Con la riforma avviata
quell’anno, Equitalia e Riscossione Sicilia sono diventate il braccio operativo
dell’Agenzia delle Entrate.
Dal 2010 il processo di riorganizzazione
ha azzerato, di fatto, i costi di Equitalia,
che prima erano a carico dello Stato. Ora
si è reso necessario, però, consolidare
questo processo con l’approvazione del
nuovo Piano Industriale 2011 – 2013,
per ridurre ulteriormente la frammentazione territoriale ereditata dal sistema
degli ex-Concessionari.
La riorganizzazione del Gruppo prevede
- entro il 30 giugno 2012 - il passaggio
dalle attuali 17 a sole 3 grandi società
agenti della riscossione, rispettivamente
per il Nord, il Centro e il Sud del Paese,
con sedi a Milano, Bologna e Roma.
Le nuove macro società saranno articolate
in Direzioni Regionali e Ambiti Provinciali. Il fine - si legge in una nota dell’azienda - è quello “di ottimizzare gli aspetti
gestionali sul territorio, uniformare il processo di riscossione e semplificare le relazioni
con i contribuenti”. Ogni macro società
sarà quindi composta da un C.d.A., un
Amministratore Delegato e un Direttore
Generale. Spetterà, inoltre, direttamente
al presidente di Equitalia, nonché Direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, fare le nomine. L’operazione appare
“di sostanza”, ma solleva anche diversi
dubbi. Vediamone alcuni.
La maggiore difficoltà iniziale che incontrerà l’Azienda sarà la cancellazione
di 14 Consigli di Amministrazione entro un anno e mezzo. Non tanti, però,
se si pensa che appena 5 anni fa erano
ben 38 e che gli attuali sono composti da
massimo 7 membri. Riusciranno i parti-
NUMB3RS
ti politici a starne fuori?
Il secondo aspetto, importante e delicato, è proprio quello economico. Il Sud,
considerati il suo debole tessuto produttivo e l’incidenza del sommerso sull’economia locale, avrà bisogno di maggiori
risorse umane e finanziarie per la riscossione. Questa è la ragione per cui Equitalia ha deliberato – impropriamente, a
nostro giudizio - di accorpare il Lazio
alle regioni del Sud Italia.
Equitalia Centro poi, nonostante le
buone performance del Lazio, è tutta da
creare.
La realtà composita del Nord, invece,
fa sorgere un dubbio che il Piano Industriale non scioglie: «Sarà creata una
New Co o Equitalia Esatri, con sede a
Milano, incorporerà tutte le altre aziende presenti al nord?». Non si tratta di
questioni di poco conto, visto che questa scelta strategica condizionerebbe anche gli assetti contrattuali di lavoro. Una
cosa è certa per la FABI: il Contratto In-
tegrativo Unico dovrà rafforzare i lavoratori di tutte e tre le aziende mettendoli
indistintamente al riparo da condizionamenti “economici ambientali”.
L’altro tema che il Sindacato dovrà affrontare sarà quello della mobilità, che
fino al 31 dicembre 2010 è bloccata per
legge (L. 2/12/05, n. 248) a livello provinciale. Se Equitalia minimizza, quando parla di “qualche spostamento di
Dirigenti”, il sindacato non sta certo a
guardare!
La FABI e le altre sigle stanno preparando un accordo a tutela dei lavoratori delle nuove macro società, perché lo
spostamento delle Direzioni Generali e
l’accentramento di alcuni Servizi porterà
inevitabilmente a chiusure e ridistribuzione di personale.
Per questo la FABI, che è sempre pronta
al confronto, vigilerà sul puntuale rispetto delle norme e dei contratti e impedirà
che la ristrutturazione sia pagata dai lavoratori.
rispetto all’anno precedente. I dati sono stati resi noti dall’Eurostat, che quanto a onerosità
del debito pubblico, ha classificato l’Italia seconda solo alla Grecia, tra i Paesi dell’Unione
europea.
2,5 MILIONI
NUMB3RS
di Flavia Gamberale
400
400 euro al mese. Addirittura un importo inferiore a quello dell’assegno sociale, che
ammonta a 411 euro. Questa la magra pensione che mediamente spetterà a un lavoratore
parasubordinato, dopo 40 anni di contributi. Il calcolo è stato effettuato dal Nidil, sindacato
dei lavoratori autonomi, prendendo in esame la busta paga di un co.co.pro che ha iniziato a
lavorare nel ’96, quando l’aliquota contributiva a suo favore raggiungeva appena il 10%.
15.000
15 mila euro l’anno. Il reddito di oltre la metà degli italiani non supera questa cifra. O,
almeno, è quanto gran parte dei contribuenti nostrani dichiara di guadagnare al Fisco.
L’importo, decisamente basso e ai limiti della sussistenza, “salva” circa 11milioni di persone
dal pagamento dell’odiata Irpef.
5,3%
5,3%. Questo il deficit maturato dall’Italia nel 2009, cresciuto di quasi 3 punti percentuali
2,5 milioni. Tante sono le famiglie in Italia prive di reddito. In cui nessuno dei componenti
lavora. Nel 2009, per effetto della crisi, il numero dei nuclei famigliari che versano in questa
condizione è cresciuto del 10%. A rivelarlo uno studio di Bankitalia.
56%
La regione italiana più “green”? È l’Alto Adige. E non tanto per i rigogliosi paesaggi, quanto
per gli investimenti in energie alternative. Qui ben il 56% del fabbisogno totale dell’energia
elettrica e termica è coperto, infatti, da fonti rinnovabili.
55 MILIARDI
Circa 55 miliardi di euro. Tanti sono stati i soldi spesi dai governi italiani, dal 1950 ad oggi, per
far fronte ai danni causati dalle calamità naturali. A rivelarlo un rapporto della Confederazione
italiana degli Agricoltori, che ha, inoltre, sottolineato come si sarebbero potute limitare le
conseguenze disastrose di frane e alluvioni, se solo lo Stato italiano avesse investito un 20%
di quella somma nella manutenzione e nella messa a norma delle infrastrutture.
1.680
Fino a 1.680 euro di bonus fiscale sui premi di produttività. È lo sconto massimo a cui potranno
avere diritto i lavoratori italiani nel 2011 sulle tasse relative alla parte di retribuzione legata ai
risultati. Lo prevede il nuovo pacchetto sviluppo varato dal Governo. La riduzione fiscale sarà,
naturalmente, commisurata all’importo del premio percepito.
19
SINDACATO E SERVIZI
spazio donna
H
o letto con particolare attenzione l’articolo di Cristiana
De Pasquali apparso sulla
Voce dei Bancari del mese
di ottobre, dico con piacere perché si ricollega perfettamente al workshop organizzato dalla Bocconi più precisamente
dall’Osservatorio del Diversity Management, in cui sono stati presentati i dati
emersi dall’indagine condotta per la realizzazione del progetto “Ready-for board
Women”, donne pronte per entrare nei
Consigli d’Amministrazione.
Su 4.395 board member dei CdA di
Aziende quotate in borsa, solo 307 sono
donne , praticamente meno del 7%,. Dati
sconfortanti, e da qui la riflessione e l’impegno dell’Osservatorio per la realizzazione del progetto.
Se c’è crisi economica significa che le
governance dei Consigli d’Amministrazione necessitano di un cambiamento, e
quale miglior occasione per introdurre
politiche differenti dalle attuali, se non
l’agevolare l’ingresso delle donne nei
CdA, porterebbe ad agevolare lo sviluppo, come affermato dal Nobel per l’economia Amartya Sen.
Sembra semplice la soluzione, potrebbe
essere anche fattibile, visto l’elevato numero di donne con i requisiti necessari
per diventare consiglieri, ma il sistema
Donne pronte per i Consigli d’Amministrazione
Ready for board
Women
Non quote rosa, ma un cambiamento culturale che riconosca le capacità, il ruolo, l’intelligenza e
la sensibilità delle donne. Quale miglior occasione della crisi per introdurre politiche differenti dalle
attuali, se non l’agevolare l’ingresso delle donne nei CdA, che porterebbe favorire lo sviluppo, come
affermato dal Nobel per l’economia Amartya Sen
sappiamo che non favorisce l’affermazione femminile, il sistema sembra temere
il cambiamento, s’impegna più a mantenere lo status quo, piuttosto che studiare
dinamiche del lavoro che aiutino la donna
nella carriera fino al raggiungimento dei
vertici, là dove si prendono le decisioni
più importanti.
Dall’analisi dei dati raccolti, è risultato che i members sono l’espressione del
CdA, come sono stati definiti, simili a
cloni del CdA, per cui se l’economia non
gira, non funziona; se le performance lasciano a desiderare forse sarebbe il caso di
introdurre nell’attuale cultura organizzativa, valori più legati all’intelligenza emo-
tiva, all’intuizione, all’interdipendenza,
peculiarità tipicamente femminili.
Bisogna ammettere che, spesso, sono le
stesse donne che si autoescludono, perché l’impegno richiesto per superare ed
abbattere gli stereotipi legati alla scarsa
preparazione ed alla conciliazione dei
tempi di lavoro e dei tempi di cura, è tale
da demotivarle ed affievolire la passione
che le anima.
Il cambiamento è sicuramente in atto, ma
necessita di una spinta propulsiva, di piani di azioni forti tali da imporre la svolta
in tempi brevi.
Occorrono piani d’azione concreti, coinvolgimento dell’intera comunità mana-
geriale, interesse politico sociale, perché
proposte assimilabili alle quote rosa, che
potrebbero prevedere che un Consiglio
di Amministrazione, per essere tale, deve
essere composto da un numero minimo
di presenza femminile, sia inteso come
mezzo per dare voce alla diversità, non
solo una questione di pari opportunità,
altrimenti potrebbe non essere ben visto
dalle stesse donne membri di Consigli di
Amministrazione, in quanto potrebbero
temere di perdere prestigio e potrebbero
temere che l’opinione pubblica pensi che
loro occupino quel posto per effetto di
una legge e non per meriti propri.
Patrizia Barbieri
news
Prolungati i congedi parentali per madri e padri
MADRI SINO A 20 SETTIMANE A STIPENDIO PIENO
Strasburgo riconosce e sottolinea il ruolo della famiglia.
Svolta epocale per i padri. Risultato superiore ad ogni aspettativa.
I
mportante voto del Parlamento europeo che ha approvato una direttiva che prolunga a 20 settimane il
congedo parentale obbligatorio per
la madre ed istituisce un congedo di due
settimane per il padre, entrambi retribuiti
al 100% dello stipendio.
Il Parlamento di Strasburgo non solo ha
accolto il suggerimento della Commissione Europea di aumentare il congedo parentale per le madri a 18 settimane, ma lo ha
pienamente condiviso e, con una direttiva
specifica, ha prolungato a 20 settimane il
congedo parentale obbligatorio per le ma-
20
dri, interamente retribuito, andando così al
di là di qualsiasi più rosea aspettativa invocata. Il beneficio riguarderà anche le coppie
di fatto e le madri adottive. Otto settimane
in più da dedicare al proprio figlio potranno avere le mamme di bimbi nati con anomalie congenite o acquisite con la nascita.
Ma la svolta epocale è stata l’ istituzione
di un congedo di 2 settimane per i nuovi
papà, retribuito anch’esso al 100%. Per la
prima volta si è spostata l’attenzione dal
ruolo della madre a quello del padre, riconoscendo ed incentivando entrambi i ruoli
all’interno della famiglia.
Anche il padre potrà così partecipare pienamente al grande evento della nascita e
condividere i primi ed irripetibili giorni di
vita del neonato.
Questo nuovo regime, vincolante in tutti
i 27 paesi dell’Unione, stabilisce un livello
di tutela minimo, i singoli stati potranno
poi emanare norme ancora più favorevoli
per le lavoratrici e i lavoratori.
In Italia è già riconosciuto il congedo parentale a 20 settimane pagato solo in misura pari all’80% dello stipendio (integrato
al 100% solo in alcuni casi), mentre per i
padri, il congedo, quando c’è è pagato solo
al 30% ed è anche per questo, poco utilizzato. La principale novità riguarda proprio
il trattamento economico del congedo per
i padri: gli Stati membri devono garantire loro il diritto al congedo di paternità
di almeno due settimane remunerato per
intero. La commissione per i diritti della
donna ha anche adottato emendamenti
volti a proibire il licenziamento delle donne dall’inizio della gravidanza fino al sesto
mese dopo la fine del congedo di maternità.
Nella direttiva si afferma anche il diritto
per le donne che rientrano al lavoro dopo
la maternità, ad occupare il loro impiego
precedente o un posto equivalente, con la
stessa retribuzione, categoria professionale
e responsabilità di prima del congedo.
La votazione ha suscitato molte polemiche a Strasburgo ed in altri Paesi, primi
Germania e Inghilterra, che hanno sollevato la questione del costo del congedo
concesso ai nuovi padri sulla finanza pubblica.
SPESE SOCIALI PER MATERNITÀ
E FAMIGLIA NEI PAESI EUROPEI
% sul PIL
DANIMARCA
3,7
SLOVENIA
1,8
LUSSEMBURGO
3,2
OLANDA
1,6
SVEZIA
3,0
REGNO UNITO
1,5
FINLANDIA
2,9
GRECIA
1,5
GERMANIA
2,8
ESTONIA
1,4
AUSTRIA
2,8
UNGHERIA
1,3
UNGHERIA
2,8
SPAGNA
1,2
IRLANDA
2,6
ITALIA
1,2
FRANCIA
2,5
MALTA
1,1
CIPRO
2,0
POLONIA
0,8
SINDACATO E SERVIZI
internazionale & PROGETTI
Congresso mondiale di UNI a Nagasaki
IL FUTURO
E LA MEMORIA
L’immagine terrificante del cosiddetto fungo atomico, dopo l’esplosione del 9 agosto 1945
che distrusse la città di Nagasaki e fece oltre 70mila vittime complessivamente
L’evento in un luogo simbolo del progresso in tempi
di pace e degli orrori della guerra. Crisi economica e
finanziaria mondiale, cambiamento climatico, estensione,
difesa e rafforzamento della sicurezza sociale del lavoro,
sradicamento della violenza e della discriminazione
i temi più trattati. Non è mancata una profonda
riflessione sulla contrattazione collettiva come strumento
di difesa dei lavoratori. Forte la richiesta
unanime di una pace stabile e duratura
di Mauro Bossola, Segretario Generale Aggiunto FABI
Un’immagine della città di Nagasaki oggi
A
ottobre, a Nagasaki, oltre duemila delegati provenienti da
tutto il mondo, hanno dato vita
al terzo Congresso di UNIGlobal, il sindacato dei servizi che raggruppa
20milioni di iscritti nel mondo.
Tra chi ha partecipato c’era anche la delegazione della FABI che, insieme con
gli altri sindacati dei cosiddetti “colletti
bianchi” (bancari, postali, commercio,
telecomunicazioni), ha vissuto quattro
giorni intesi ed emozionanti, in un luogo
così distante ed evocativo della memoria
collettiva.
Perché, quando si dice Giappone, si pensa alle moderne tecnologie, al progresso e
alla cultura millenaria di quel Paese, ma
quando si dice Nagasaki, il pensiero del
mondo corre al drammatico epilogo della
Seconda Guerra Mondiale, con il suo terribile carico di orrori.
Ne abbiamo trovata la traccia storica nel
Museo della Bomba Atomica, sobrio ed
equilibrato nella sua drammaticità, come
solo un museo giapponese può essere. Ne
abbiamo visti i contorni visitando il luogo
dello scoppio della bomba, l’epicentro di
una catastrofe annunciata. Ne abbiamo
sentiti gli echi nella testimonianza di una
sopravvissuta, l’unica superstite di una
famiglia di cinque
persone, che all’epoca aveva sei anni.
I delegati, e noi
con loro, si sono
ritrovati così tra
due fuochi: quello
dell’attualità, con
la discussione sugli
argomenti all’ordine del giorno e
quello della memoria, dell’essere in un
posto drammatica-
mente speciale nel passato dell’umanità.
Così i lavori si sono snodati tra gli interventi sulla crisi economica e finanziaria
mondiale e il cambiamento climatico;
tra la necessità di estendere, difendere e
rafforzare la sicurezza sociale del lavoro
e lo sradicamento della violenza e della
discriminazione; tra la riflessione sulla
contrattazione collettiva come strumento
di difesa dei lavoratori e la richiesta di una
pace stabile e duratura.
Un’alternanza di temi, di colori, di esperienze che mai come in quest’occasione
hanno contribuito a formare una coscienza collettiva del dove e del come, e che
sono stati i motori propulsivi dell’incontro tra i nostri rappresentanti e i potenti
della Terra riuniti, negli stessi giorni, a
Seul in occasione del G20.
La delegazione di UNI ha potuto così
prendere parte alla sessione sociale del
G20 e portare, al massimo livello, i problemi che travagliano il mondo del lavoro
a livello globale; non è la prima volta che
si riesce a farlo; è la prima che viene fatta
con questa possente spinta alle spalle della
delegazione sindacale.
Difficile dire se ci siano risultati; di certo si
sa che è un processo di lungo periodo, ma
alcuni temi che sembravano impossibili da
affrontare (come quello della tassazione
sulle transazioni finanziarie speculative)
che erano relegati ai dibattiti tra pochi
adepti, sono diventati materia di contenzioso tra Stati, in Europa come nel resto
del mondo. Questo ci fa dire che non dobbiamo mollare la presa, che dobbiamo anzi
spingere ancora più sulla strada della collaborazione sindacale internazionale.
Solo se le forze sociali e l’opinione pubblica a livello mondiale sapranno sviluppare un’azione costante e incisiva sui
decisori a livello nazionale e sovranazionale, sarà possibile cambiare il paradigma di sviluppo attuale, tuttora basato
sull’esclusione e sullo sfruttamento del
lavoro; in quest’ambito l’azione a livello globale è decisiva, come dimostrano
le nuove norme sulla regolamentazione
dei mercati finanziari, approvate recentemente dall’Unione Europea.
Sullo sfondo del nostro Congresso si è
stagliato anche un gigante ferito, il Giappone, stanco reduce dai lontani successi
degli anni Ottanta: nel 1988 fra le prime
dieci aziende al mondo per capitalizzazione di mercato otto erano giapponesi,
oggi non ce n’è nessuna.
Questa situazione si è ben presto riflessa
sulla vita e sulle condizioni di lavoro e
anche in questo Paese un tempo immune, si è fatto realtà un mercato del lavoro
a due livelli. L’uno riservato ai cosiddetti
(e un po’ mitizzati) lavoratori a vita in
una sola azienda, e gli altri, sempre più
numerosi, lavoratori occasionali, che in
trent’anni sono quasi quadruplicati.
L’impressione è che il Giappone mantenga ancora un alto tenore di vita grazie
agli enormi sacrifici di una forza lavoro
molto qualificata e all’esistenza di aree
di eccellenza tecnologica e produttiva.
Inoltre, la sua cultura e le sue tradizioni, non sembrano essere relegate in un
passato buono solo per i turisti, ma innervano ancora la vita quotidiana di un
popolo al crocevia d’innovazione e tradizione.
21
SINDACATO E SERVIZI
internazionale & PROGETTI
Fare breccia per mettere al centro le persone
BREAKING TROUGH
Rimarcata la necessità di mutare radicalmente il modello economico svantaggioso per tutti: per
i lavoratori, per le aziende produttive, per l’ambiente, per le famiglie e per gli stessi stati sovrani.
Netta la denuncia dell’avidità di pochi poteri finanziari che hanno dimostrato di non avere altro
obiettivo che il profitto momentaneo
di Fraco Savi, Ufficio Relazioni Internazionali
1) La delegazione FABI al 3° Congresso mondiale di UNI. Da
sinistra: Luca Panfietti dell’Ufficio Internazionale, Cristiana
De Pasquali, responsabile del Coordinamento nazionale
Donne FABI, Angelo Di Cristo, Responsabile Coordinamento
nazionale Unicredit, Mauro Bossola, Segretario Generale
Aggiunto FABI e Franco Savi dell’Ufficio Internazionale.
P
ossono più di 2.200 delegati, appartenenti a 900 sindacati provenienti
da 146 paesi del mondo intero, agire
insieme ? Uni, il Global network al
quale anche la Fabi è associata, ha dimostrato
di Sì. Il terzo congresso mondiale si è svolto
dal 9 al 12 novembre, impeccabile nell’organizzazione e articolato nelle vaste ed elaborate
2) Una scena della Madame Butterfly,
di Giacomo Puccini. Un ponte
culturale fra Oriente e Occidente. La
romanza “Un bel dì vedremo” è stata
cantata da una soprano giapponese
nella sala del congresso
tematiche.
Dopo Berlino nel 2000 e Chicago nel 2005,
Nagasaki ha ospitato il terzo congresso UNI,
quello della grande sfida lanciata per un modello di sviluppo in grado di superare lo stato
di profonda crisi, che l’intero pianeta sta vivendo, a causa di quello sviluppo disordinato,
a favore di pochi, ma a spese di tutti, che il
sindacato da sempre combatte e vuole correggere.
“Breaking Through” (fare breccia): il messaggio lanciato dal congresso, che sintetizza la
mole imponente di studi, proposte, istanze
e mozioni che pure sono state oggetto di attenta elaborazione. Il sindacato mondiale dei
lavoratori del terziario e dei servizi pone, con
la passione delle idee, ma anche con la fredda
evidenza dei fatti, la necessità di mutare radicalmente un modello economico che si rivela svantaggioso per tutti: per i lavoratori, per
le aziende produttive, per l’ambiente e per le
famiglie e per gli stessi stati sovrani. Tutti pagano a caro prezzo l’avidità di pochi poteri
finanziari che hanno dimostrato di non avere
alcun progetto oltre al profitto momentaneo.
Il terzo congresso mondiale ha indicato alcune importanti linee guida per coniugare investimenti ed equità, benessere e distribuzione
delle risorse, sviluppo e ambiente.
Siamo proprio noi lavoratori del settore “Finance” a trovarci al centro delle tematiche
sviluppate nel terzo giorno di lavori, dedicato
a capire quali strategie adoperi certa cattiva
finanza per distruggere ricchezza, invece di
produrla.
Un doveroso omaggio alla pace ed al ricordo
delle vittime di tutte le guerre ha unito i delegati in una marcia che li ha portati sul luogo dove, alle 11,02 del 9 agosto 1945, è stata
sganciato il secondo ordigno nucleare della
storia. L’impegno di tutti è che quella bomba
rimanga davvero l’ultima.
L’impeccabile organizzazione nipponica ha
previsto un esercito di volontari che, ad ogni
angolo di Nagasaki, accoglieva e indirizzava
i delegati di tutte le provenienze verso la sala
del congresso ove, nella cerimonia di apertura
del 9 novembre, ha dato spettacolo la cultura
del sol levante: Kunki, il dragone tradizionale, immancabile in ogni festeggiamento,
i tamburi Taiko, i maestri calligrafi di ideogrammi, i gong… tutto all’insegna delle secolari tradizioni del paese ospite. Poi le fragorose discipline–spettacolo hanno fatto silenzio,
perché un soprano con gli occhi a mandorla
potesse intonare la più celebre romanza della
“Madama Butterfly”. La melodia di Giacomo Puccini, ha suscitato l’emozione di tutti,
come “ponte culturale” fra estremo oriente e
resto del mondo; ovviamente è stata cantata
in lingua italiana… Una mesta soddisfazione
per i delegati del Belpaese, mentre in Patria la
cultura viene “tagliata”.
“Breaking Trough”, la parola d’ordine del terzo congresso mondiale di UNI riuscirà a “fare
breccia” nella crisi delle economie più ricche e
sviluppate? A portare equità nella tumultuosa crescita dei paesi emergenti ? Fornirà risposte a quelle aree del pianeta che ancora aspettano un’opportunità di sviluppo sostenibile ?
“Un bel dì vedremo…”.
3a Conferenza mondiale delle Donne di UNI
IL FUTURO DELLE DONNE
IN QUATTRO PUNTI
Significativo riconoscimento alla FABI: Cristiana De Pasquali, responsabile del
Coordinamento nazionale Donne, entra nella World Women’s Committee
P
er due giorni la città di Nagasaki si è
trasformata nella città delle Donne.
In questa sede il 6 ed il 7 novembre
2010 si è tenuta la 3a Conferenza
Mondiale delle Donne di UNI, il sindacato
mondiale dei servizi e del terziario, che rappresenta 20 milioni di lavoratori in tutto il
mondo e a cui aderiscono 900 sindacati, tra
cui la FABI.
500 le delegate provenienti da tutto il mondo; 4 i temi oggetto della Conferenza che,
dopo un ampio dibattito, sono stati riassunti
in altrettante mozioni adottate all’unanimità.
Priorità Strategiche di UNI per le Pari Opportunità
Stabilito un piano strategico, da adottare per
i prossimi 4 anni, necessario ad implementare la parità negli organismi di UNI, con l’obiettivo finale di una rappresentatività all’interno delle strutture che garantisca la presen-
22
za di almeno il 40% per ciascun genere.
La Crisi Finanziaria Globale ed il suo impatto
sulle Donne
Oggetto della mozione, gli effetti negativi
della crisi economica sul lavoro delle Donne
in genere e l’individuazione delle strategie
per contrastare tali effetti ad esempio attraverso una contrattazione tesa a garantire la
riqualificazione professionale delle donne,
impiego a lungo termine, e formazione continua.
L’utilizzo delle Donne come Armi di Guerra
Ancora una volta UNI ed i suoi affiliati si
sono schierati in maniera forte e determinata
contro la violenza sulle donne, affrontando e
condannando aspramente il fenomeno degli
stupri etnici, che ancora oggi vengono perpetrati in alcune zone di guerra, al solo scopo di
umiliare gli sconfitti, con conseguenze devastanti per chi li subisce.
Migrazione e Traffico di Donne
Con questo documento le delegate hanno
voluto sottolineare le difficoltà che spesso le
lavoratrici migranti si trovano ad affrontare
e la necessità di adottare strumenti a tutela
di questa categoria particolarmente a rischio
di discriminazione sociale ed economica;
puntato. Inoltre, un faro sul fenomeno della
“tratta” per combattere il quale è necessaria
una azione combinata di informazione, dissuasione e adozione/applicazione di un quadro normativo ad hoc.
Di grande stimolo al dibattito il contributo
delle delegate della Rete Italiana e della Rete
del Sud Europa che, grazie anche ai numerosi
interventi hanno visto accolti tutti gli emendamenti presentati sia in fase preparatoria,
sia durante lo svolgimento della Conferenza.
Nel rinnovo degli organismi, confermata la
presenza della FABI nella World Women’s
Committee, con l’elezione di Cristiana De
Pasquali, responsabile del Coordinamento
nazionale Donne.
Quattro mozioni importanti, quattro pilastri
che determineranno l’attività dei prossimi
quattro anni di lavoro, cui siamo chiamati a
dare il nostro contributo d’idee ed impegno.
Prossimo appuntamento a Cape Town, nel
2014.
SINDACATO E SERVIZI
salute
P
rotegge dall’Alzheimer, anche
se in passato è finito sul banco
degli imputati poiché coinvolto nel processo d’invecchiamento. Si tratta del gene Sirt1: fa sì che
il nostro organismo risenta del passare
degli anni ma, a sorpresa, preserva il cervello dalla malattia ‘mangia memoria’. A
scoprire questa seconda funzione, riabilitando un gene che fino ad oggi non godeva certo di grandi simpatie, uno studio
del Massachusetts Institute of Tecnology
(Mit) di Boston, pubblicato su Cell. In
topi ingegnerizzati affinché sviluppasse-
I
Il gene dell’invecchiamento
per una nuova strategia
contro l’Alzheimer
ro l’Alzheimer e i sintomi della malattia,
i ricercatori guidati da Leonard Guarente hanno potuto osservare minori lacune
nell’apprendimento e nel deficit della
memoria quando il gene in questione,
che produce proteine chiamate sirtuine,
era particolarmente attivato, al punto
I colletti bianchi
più colpiti da
melanoma
cosiddetti “colletti bianchi” sono la
categoria professionale che negli ultimi anni ha fatto registrare il maggior
numero di casi di melanoma, un tumore della pelle particolarmente aggressivo. Il motivo? Si espongono al sole solo
quando vanno in vacanza e per troppe ore
consecutive, scottandosi e accumulando
nel corso degli anni pericolose lesioni sulla
pelle. A fare il punto, individuando la categoria maggiormente sotto scacco di questa
temibile neoplasia è l’Istituto nazionale
tumori di Napoli - Fondazione “G. Pascale”. Al Pascale “trattiamo circa 400 casi di
melanoma l’anno, uno su cinque in arrivo
da altre Regioni” – spiega Nicola Mozzillo,
direttore del Dipartimento melanoma e
tessuti molli dell’Istituto partenopeo.
Le nuove diagnosi sono 150, fortunatamente sempre più in fase precoce. “È un
tumore che colpisce persone giovani, tra i
40 e i 50 anni. Grazie alle campagne d’informazione abbiamo sensibilizzato la popolazione sull’importanza di sottoporsi a
esami di screening”.
L’incidenza della malattia è cresciuta ad
un ritmo superiore a qualsiasi altro tipo
di tumore (+30% nell’ultimo decennio),
D
isoccupazione, futuro incerto, problemi amorosi. Sono
molte le cause che possono
essere alla base della depressione, che interessa oggi il 10% della popolazione italiana, quindi circa 6 milioni
di persone. Considerando anche i malati
non diagnosticati, il numero cresce: complessivamente sono depresse, in forma più
o meno evidente, circa 15 milioni di persone nel nostro Paese. Ciò significa che
un italiano su 4 è a rischio. Lo affermano
i risultati di un’indagine condotta da tre
società scientifiche, presentati al XVII
Congresso nazionale della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf )..
Una diagnosi precoce può significare la
salvezza per molti depressi e il primo che
può accorgersi dell’insorgere della malattia è il medico di famiglia, in costante
ad eccezione delle neoplasie del polmone
nelle donne. Ogni anno in Italia si registrano circa 7.000 nuove diagnosi e 1.500
decessi. “Oggi, per la prima volta dopo 30
anni – afferma Paolo Ascierto, direttore
dell’unità di oncologia medica e terapie innovative del Pascale - assistiamo a una svolta nella terapia di questa forma di cancro.
I trattamenti personalizzati, che agiscono
su bersagli specifici, possono rivoluzionare l’approccio al melanoma. In particolare
ipilimumab è un anticorpo monoclonale
con un meccanismo d’azione ‘rivoluzionario’. Agisce, infatti, al livello delle cellu-
di dar luogo a una sovrapproduzione di
queste proteine. Al contrario, la malattia
degenerava quanto Sirt1 veniva ‘spento’
dal team di studiosi. Secondo Guarente,
il gene in questione potrebbe diventare
il perno di una nuova strategia per combattere il morbo di Alzheimer.
le del sistema immunitario, attraverso un
meccanismo target che rimuove i ‘blocchi’
della risposta immunitaria antitumorale”.
Un paziente su cinque sviluppa la forma
aggressiva e avanzata della malattia. È particolarmente difficile da trattare quando si
è diffusa oltre la lesione primaria e, per le
L’ATTIVITÀ FISICA
RIDUCE DEL 40%
LA PREDISPOSIZIONE
GENETICA ALL’OBESITÀ
A
nche se può essere colpa del
DNA, niente preoccupazione.
Ai chili di troppo si può rimediare facendo attività fisica. Un
UN ITALIANO SU QUATTRO
È A RISCHIO DEPRESSIONE
contatto con i cittadini. Questo lavoro conferma che
la diagnosi precoce
permette di proteggere il cervello da
danni morfologici
irrimediabili, come
la totale atrofizzazione dei neuroni,
molto grave e difficilmente recuperabile.
Purtroppo, è difficile riconoscere i sintomi della malattia, i quali, molto spesso,
persone che presentano metastasi a distanza, la prognosi è infausta, caratterizzata da
una sopravvivenza media di circa 6 mesi.
“A un anno sopravvive solo il 25% dei pazienti” - continua Ascierto – “Con ipilimumab questa stessa percentuale è viva dopo
due anni. Un risultato straordinario”.
non vengono collegati al mal di vivere. E quando la
malattia non viene
riconosciuta
dal
medico di famiglia,
primo interlocutore
del cittadino, spesso
al paziente vengono
prescritti ansiolitici
che agiscono come ‘effetto tampone’ senza risolvere il problema e possono creare
dipendenza. La malattia si manifesta con
antidoto alla portata di tutti che ,secondo
uno studio condotto da un team di ricercatori britannici, può ridurre del 40% la
predisposizione genetica all’obesità. Lo
studio ha coinvolto più di 20mila abitanti
di Norwick: è stato esaminato il DNA dei
volontari per cercare la presenza delle varianti dei chili di troppo ereditate dai genitori. Il team di studiosi ha poi registrato
e confrontato i dati della predisposizione
con quelli dell’attività fisica svolta. I ricercatori hanno così scoperto che, se da un
lato le varianti genetiche sono associate
all’aumento della massa corporea, l’influsso dei geni è maggiore nelle persone
pigre. Quelle che hanno uno stile di vita
attivo riducono il rischio dell’obesità.
diversi sintomi, non spiegati, che vengono osservati nei seguenti ambulatori: gastroenterologia (54%), neurologia (50%),
cardiologia (34%), reumatologia (33%)
e ortopedia (30%), come risulta da una
ricerca pubblicata di recente sul ‘British
Medical Journal’. Oltre il 50% dei pazienti depressi prova, inoltre, dolore: le
localizzazioni più frequenti sono la testa
(60%), il dorso (28%), il torace/addome
(20%), il collo (11%), le articolazioni
(9%) e le spalle (8%). Importante dunque
concentrarsi sulla diagnosi precoce, dato
che - secondo gli esperti - in futuro le cose
non andranno meglio Nel 2020 la depressione sarà la seconda malattia invalidante
nel mondo e la prima per diffusione: potrebbe colpire il 20% della popolazione,
considerando esclusivamente i pazienti
diagnosticati e in cura.
23
SINDACATO E SERVIZI
sicurezza
Il 31 dicembre scade il termine per la valutazione del rischio
STRESS DA LAVORO
Stabilito il metodo col quale individuare questa nuova categoria di rischi,
definendo un percorso che rappresenta il livello minimo di attuazione
dell’obbligo al quale dovranno attenersi tutti i datori di lavoro. Si dovranno
considerare anche ritmi e carichi di lavoro, conflitti con e tra colleghi, turni e
percorsi di carriera
di Loris Brizio, Responsabile Dipartimento Nazionale Sicurezza
I
l Governo ha approvato il documento definitivo elaborato dalla
Commissione consultiva permanente per la sicurezza, che detta le
indicazioni necessarie per la valutazione
del rischio stress lavoro-correlato.
Premessa
Il D.Lgs. n. 81/2008 introduceva la necessità che anche i rischi da stress lavoro
correlato fossero valutati dal Datore di
Lavoro (Art. 28, comma 1 del D.Lgs. n.
81/2008 e Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004). In particolare l’art. 28, comma 1, del dispone che “La valutazione
di cui all’articolo 17, comma 1, lettera
a), … deve riguardare tutti i rischi per la
salute e sicurezza dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi omogenei di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo
stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo dell’8 ottobre 2004”.
La norma individuava come principale
riferimento per l’attività di valutazione
l’Accordo Europeo chiarendo che l’analisi dei rischi da stress lavoro-correlato
doveva essere collocata nell’ambito della
valutazione dei rischi.
Il D.Lgs. 106/2009 aveva poi integrato all’Art. 28 del Testo Unico il comma
1-bis, che definiva che “La valutazione
dello stress lavoro-correlato di cui al
comma 1 è effettuata nel rispetto delle
indicazioni di cui all’articolo 6, comma
8, lettera m-quater, e il relativo obbligo
decorre dalla elaborazione delle predette
indicazioni e, comunque, anche in di-
24
fetto di tale elaborazione, a far data dal
1°agosto 2010”
Il termine del 1° Agosto era stato poi
portato al 31 Dicembre 2010 dal
D.L.N. 78/2010 per le sole Pubbliche
Amministrazione e poi esteso con la
Legge 122/2010 a tutti i Datori di Lavoro pubblici e privati.
La Circolare del Ministero
del Lavoro e delle Politiche
Sociali
Come elaborato finale della Commissione, il 18 novembre scorso è stata
emanata una circolare del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, a
firma del Direttore Generale della Tutela delle condizioni di lavoro, Giuseppe Umberto Mastropietro, sulla valutazione dello stress lavoro-correlato. È
così superata la difficoltà operativa in
ordine all’individuazione delle corrette modalità di valutazione del rischio
da stress lavorativo che aveva nel frattempo suscitato ampio dibattito ed
emanazione di proprie Linee Guida da
parte di alcune Regioni e dell’Ispesl.
La circolare recepisce le indicazioni
della Commissione consultiva, istituita dal Testo Unico in materia di salute
e sicurezza sui luoghi di lavoro, organo tripartito presieduto dal Ministero
del Lavoro e delle Politiche sociali nel
quale si trovano rappresentate le amministrazioni centrali competenti in
materia, le Regioni e le parti sociali.
La valutazione dello stress lavoro-
correlato si articola in due fasi:
• una necessaria (valutazione preliminare)
Tale valutazione consiste nella rilevazione di indicatori “oggettivi e
verificabili” in riferimento a queste
tre tipologie:

eventi sentinella (ad esempio indici
infortunistici; assenze per malattia;
turnover; specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei
lavoratori);

fattori di contenuto del lavoro (ad
esempio ambiente di lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro;
orario di lavoro e turni;

corrispondenza tra le competenze
dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti;

fattori di contesto del lavoro (ad
esempio ruolo nell’ambito organizzativo, autonomia decisionale e
controllo; conflitti interpersonali al
lavoro).
Se dalla valutazione preliminare non
emergono elementi di rischio, il datore di lavoro è tenuto solo a darne
conto nel Documento di Valutazione del Rischio (DVR) e a prevedere
un monitoraggio.
• una seconda eventuale, da attivare
solo nel caso in cui la valutazione
preliminare riveli elementi di rischio da stress lavoro-correlato e
le misure di correzione adottate a
seguito della stessa, dal datore di
lavoro, si rivelino inefficaci.
In questo caso si dovrà procedere alla
pianificazione e all’adozione di opportuni correttivi.
Alcune considerazioni
La principali novità introdotta da questa circolare riguarda l’inserimento nel
processo di valutazione dei rischi, accanto ai rischi tradizionali, anche di
quelli «immateriali». In questo contesto
lo Stress Lavoro Correlato è definito
come la “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di
natura fisica, psicologica o sociale ed è
conseguenza che taluni individui non si
sentono in grado di corrispondere alle
richieste o aspettative riposte in loro”.
Tra i fattori di stress si dovranno considerare anche ritmi e carichi di lavoro,
conflitti con e tra colleghi, turni e percorsi di carriera.
Il percorso definito dalla Commissione,
costituita da esperti del Governo, delle
Regioni e delle Parti sociali, ha stabilito
il metodo col quale individuare questa
nuova categoria di rischi, definendo
un percorso che “rappresenta il livello
minimo di attuazione dell’obbligo“ al
quale dovranno attenersi “tutti i datori
di lavoro”.
Infine, ricordiamo che la valutazione
deve essere effettuata su gruppi di
lavoratori esposti in maniera omogenea
allo stress e non sul singolo. Solo per
le imprese che impiegano fino a 5
lavoratori la procedura è più snella: si
può operare attraverso semplici incontri
tra datore di lavoro e dipendenti.
SINDACATO E SERVIZI
il parere legale
a cura del Dipartimento Nazionale Contrattualistica FABI ragione nelle proprie motivazioni al Tri- dito, all’art.34, punto 5 così si esprime
ASSENZA
GIUSTIFICATA, MA…
Cassazione: no a licenziamento, se il lavoratore ha dato comunicazione
ai colleghi e non al capo, in buona fede. Tuttavia, consigliamo di
avvisare sempre il responsabile, onde evitare contenzioso
Quesito
Sono un’iscritta alla Fabi e lavoro presso
una piccola filiale della Banca (…). Vorrei
che mi toglieste una curiosità e un grosso dubbio: se un dipendente non si sente
bene, può legittimamente allontanarsi dal
luogo di lavoro, anche senza aver sentito il
proprio direttore? È sufficiente che abbia
comunicato il proprio allontanamento ai
colleghi di lavoro?
Grazie.
Lettera firmata
Risposta
Alla Sua interessante domanda risponde
una recente sentenza della Corte di Cassazione, sezione lavoro, e precisamente la
sentenza n.21215 del 14.10.2010.
In tale pronunciamento i supremi giudici
hanno precisato che il comportamento di
un lavoratore che ha abbandonato il proprio posto di lavoro per motivi di salute
e prolungato l’assenza anche nei giorni
successivi, avendone data immediata comunicazione in piena buona fede ai colleghi e non al capo dell’ufficio, può essere
giustificato e, quindi, il suo licenziamento
è da considerarsi illegittimo.
Il fatto
Il datore di lavoro nel corso della vertenza
aveva sostenuto che il licenziamento era
stato irrogato legittimamente, poiché il
lavoratore aveva abbandonato il posto di
lavoro senza fornire alcun preavviso alla
direzione e per tre giorni consecutivi non
si era presentato al lavoro senza giustificazione alcuna e, quindi, poteva essere
licenziato per giusta causa.
Il diritto
Per i giudici del Tribunale un simile
comportamento del prestatore di lavoro
poteva essere giustificato dal fatto che lo
stesso, reduce da un grave
infortunio ed agendo in
totale buona fede, si era
allontanato dal luogo di
lavoro solamente in seguito
a forti malori, a causa dei quali gli stessi colleghi lo avevano
invitato a fare ritorno a casa (anche se gli stessi, come specificato
nella sentenza della Corte, non
avevano alcun titolo per rilasciare
tali permessi). Il lavoratore, quindi,
aveva ritenuto di trovarsi in permesso in buona fede, non essendo stato,
peraltro, avvisato dal datore di lavoro
che tale suo comportamento potesse
ritenersi come illegittimo per assenza
ingiustificata dal lavoro.
È interessante notare che
la Corte Suprema, dando
“le assenze debbono essere giustificate
all’impresa senza ritardo” obbligando in
modo il lavoratore a inviare immediatamente il certificato medico che attesta la
malattia.
Pertanto, consigliamo di avvisare sempre
il responsabile ogni qual volta si dovesse
essere costretti ad abbandonare il posto di
lavoro, onde evitare un sempre possibile
contenzioso con la banca.
FAC SIMILE richiesta pareri legali
Come lasciare il lavoro
in caso d’improvvisa indisposizione
bunale, ha precisato che “sulla base delle
prove acquisite, pure se con motivazione
stringata, ha ritenuto che il comportamento del lavoratore di abbandono del lavoro
per motivi di salute poteva ritenersi giustificato su di un piano di buona fede, dal fatto che il lavoratore era reduce da un grave
infortunio e aveva denunciato al momento
dell’abbandono disturbi in atto, tanto che
taluni colleghi (sia pure non autorizzati
a concedergli permessi) gli avevano consigliato di ritornare a casa, sicché egli aveva
potuto ritenere di essere in permesso o, comunque, assente giustificato quel giorno e
nei giorni immediatamente successivi, non
essendo stato poi avvisato dalla società, a
conoscenza dell’allontanamento, del fatto
che essa lo riteneva viceversa assente ingiustificato”.
Infatti “per stabilire l’esistenza di una
giusta causa di licenziamento, occorre
valutare da un lato la gravità dei fatti
addebitati al lavoratore, dall’altro la
proporzionalità tra tali fatti e la sanzione inflitta, stabilendo se la lesione
dell’elemento fiduciario su cui si basa il
rapporto di lavoro, sia in concreto tale da
giustificare o meno la massima sanzione
disciplinare.”
Detto tutto ciò, ci corre l’obbligo di precisare che il vigente CCNL del cre-
Spett.le
La Voce dei Bancari
Mensile di FABI – Federazione Autonoma
Bancari Italiani
Via Tevere n. 46 – 00198 Roma
Data ……………………..
Il/La
sig./sig.ra
.………………………………………, iscritto/a alla
FABI (tessera n° .…………), pone un quesito sul seguente argomento inerente al
proprio rapporto di lavoro:
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
…………………................
Allega copia della normativa convenzionale di riferimento.
Firma del lavoratore
_____________________________
_____________________________
______________________
Informativa e richiesta di consenso a norma del d.lgs.
196 del 2003 (codice in materia di protezione dei dati
personali). I dati della presente scheda saranno oggetto di trattamento informatico e manuale da parte
della rivista “La Voce dei Bancari” per le seguenti
finalità:
a) analisi giuridico-legale; b) risposta al quesito; c) pubblicazione in forma anonima sulla rivista “La Voce dei Bancari” del quesito e della
risposta. Titolare del trattamento dei dati è la
rivista “La Voce dei Bancari” e responsabile è il
Direttore della rivista, Paolo Panerai.
Le chiediamo di prestare il consenso per il
trattamento dei dati anche sensibili contenuti
nella presente scheda e nell’allegato promemoria, per finalità editoriali relativamente alla
pubblicazione di quesiti e di risposte su “La
Voce dei Bancari”.
Firma del lavoratore
N.B. Si informano i lettori che la Redazione si riserva di rispondere e di
pubblicare solo i quesiti e le risposte di interesse generale.
CASSAZIONE
news
FERIE NATALIZIE SOLO COL CONSENSO DELL’AZIENDA
Il dipendente che va in ferie nel periodo natalizio senza il consenso dell’azienda rischia il licenziamento
C
on ordinanza n. 20461 del
30/09/2010 la Corte di Cassazione ha affermato che costituisce giusta causa di recesso
l’allontanamento arbitrario dal posto di
lavoro, in presenza di espresso rigetto della
richiesta di ferie. Nel caso preso in esame
dalla Suprema Corte, il lavoratore propone
ricorso avverso la sentenza con cui la Corte
d’Appello, confermando la pronuncia di
primo grado, rigettava la domanda di annullamento del licenziamento intimato al
lavoratore per essersi allontanato dal posto
di lavoro durante il periodo natalizio. La
Corte territoriale rilevava che la richiesta
di ferie era stata espressamente rigettata
per cui l’allontanamento non autorizzato,
conformemente alla previsione disposta
dall’art. 151 del C.C.N.L., costituiva giusta
causa di recesso. Sebbene la Corte di Cas-
sazione condivida la tesi per cui
“non è sufficiente che un’inadempienza sia contemplata dal CCNL
come meritevole di recesso”, sottolinea
come nel caso concreto non siano
state dimostrate circostanze rilevanti
tali da rendere più lieve l’infrazione e,
quindi, eccessiva la sanzione del licenziamento rigettando, di conseguenza, il
ricorso proposto dal lavoratore.
25
SINDACATO E SERVIZI
fisco
P
er effetto dell’entrata in vigore
del comma 15 dell’art.19 del
D.L. n.78/2010, dal 1° luglio
2010 è stata introdotta l’obbligatorietà dell’indicazione dei dati
catastali dei beni immobili presenti sul
territorio nazionale, contemporaneamente alla richiesta di registrazione di
contratti, scritti o verbali, di locazione o
di affitto di beni immobili.
Sono altresì comprese nel predetto obbligo d’indicazione dei dati catastali anche le cessioni, le risoluzioni e le proroghe, anche tacite, degli stessi contratti di
locazione o di affitto.
Mediante il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate 25 giugno
2010 sono stati conseguentemente approvati la nuova versione del mod. 69 da utilizzare per la richiesta di registrazione dei contratti di affitto, locazione
e comodato di beni immobili, mediante
l’introduzione del Quadro D - oltre al
Mod. CDC di nuova istituzione, che è
destinato alla comunicazione dei dati catastali per le cessioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione o affitto di
beni immobili già registrati all’1.7.2010.
Il modello va presentato entro 20 giorni
dal versamento che certifica l’avvenuta
cessione, risoluzione o proroga del contratto di locazione o di affitto, ovvero in
forma telematica contestualmente al versamento dell’imposta.
Il Mod. CDC viene presentato transitoriamente in forma cartacea fino all’attivazione della procedura per la sua trasmissione telematica. Per evitare di comunicare più volte gli stessi dati, occorre
presentare il Mod. CDC solo per le cessioni, risoluzioni e proroghe di contratti
di locazione o di affitto già registrati alla
data del 1.7.2010, per una sola volta, qualunque sia il tipo di adempimento compiuto. In questo modello, oltre ai dati del
soggetto che presenta la comunicazione,
devono essere indicati: codice del comune dove è ubicato l’immobile oggetto di
comunicazione per cessioni, risoluzioni
e proroghe dei contratti di locazione o
affitto, il tipo di catasto, la sezione urbana, il foglio, la particella il subalterno,
ed eventuali altri dati desumibili dal Catasto come la Partita tavolate, il Corpo
tavolate e la Porzione materiale.
Sempre la “manovra correttiva” ha stabilito alcuni adempimenti fondamentali
in materia di immobili non registrati
presso i competenti Uffici catastali quali:
1.la presentazione di una formale dichiarazione di aggiornamento catastale entro il 31.12.2010 per i soggetti
titolari di diritti reali sugli immobili
non censiti (o non regolarmente censiti) presso il Catasto.
2.l’introduzione di nuovi adempimenti dall’1.7.2010 a carico dei notai, in
sede di registrazione di ipoteche e
trascrizioni, allo scopo di individuare
catastalmente gli immobili urbani ed i
loro titolari anche presso l’Ufficio dei
registri immobiliari, con la contestuale
verifica dell’esatta corrispondenza dello stato reale degli immobili con i dati
in possesso del Catasto, pena la nullità
degli atti redatti.
Nell’atto immobiliare, sempre a pena di
nullità, va riportato il riferimento alle
planimetrie depositate al catasto. Se la
planimetria non è presente in catasto,
tale elemento va comunque fornito ed
indicato e, se del caso, occorre presentare
una nuova planimetria conforme allegandola ad una dichiarazione di variazione, assolvendo i tributi e le sanzioni
previsti.
Sarà bene prestare particolare attenzione
a questa nuova prescrizione, anch’essa
in vigore da 1° luglio 2010, visto che la
mancata o errata indicazione dei dati
catastali sarà considerata fatto rilevante ai fini dell’applicazione dell’imposta
di registro e comporterà l’applicazione
di una sanzione compresa tra il 120 ed
il 240 % dell’importo dell’imposta di
registro dovuta per la registrazione del
contratto.
L’indagine dell’Ufficio internazionale del Lavoro
NEL MONDO SOLO 2 SU 10
HANNO ACCESSO AL WELFARE
A sorpresa, tra i Paesi che maggiormente hanno irrobustito
i loro sistemi di protezione sociale per chi perde il posto,
figura l’Italia, davanti a Spagna e Germania
N
el mondo solo il 20% delle persone che lavorano ha effettivo
accesso a programmi di welfare
e ammortizzatori sociali. Ciò
significa che la stragrande maggioranza
26
dei lavoratori, nel caso perda il posto, non
ha diritto ad alcuna forma di tutela che gli
impedisca di sprofondare nella miseria.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto
dell’Ufficio internazionale del Lavoro,
Novità dalla manovra correttiva
Obbligo di
identificazione
catastale degli
immobili
di Leonardo Comucci – Esperto fiscale
Chi avesse quesiti di carattere generale attinenti alla materia
fiscale, può inviarli al numero di FAX 06 233 222 788.
news
recentemente presentato a Ginevra e
incentrato sull’analisi dei sistemi di protezione sociale in vigore in 184 Stati del
globo. Contrariamente alle aspettative, in
questo quadro di generalizzate difficoltà,
l’Italia non occupa una posizione di coda.
Tutt’altro. Tra i Paesi che hanno risposto
alla crisi estendendo tutele contro la disoccupazione anche a chi precedentemente ne era escluso, figura, infatti, proprio il
nostro. Che, inaspettatamente, si piazza
davanti anche a Germania e Spagna.
Dalla ricerca è emerso, inoltre, che meno
del 30% della popolazione in età lavorativa mondiale è coperta per legge da un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
non solo banca
hi tech
Esordio positivo per Windows Phone 7,
veloce e innovativo
Microsoft
squilla più forte
S
e la velocità di esecuzione di ogni
tipo di applicazione e funzione è
la prima cosa che colpisce nell’uso quotidiano, un cellulare basato su Windows Phone 7 ha in realtà molte
altre sorprese in serbo, la maggior parte
delle quali decisamente positiva. L’interfaccia grafica messa a punto da Microsoft,
che sfrutta al meglio i display multitouch
di ultima generazione, si differenzia in
modo significativo da quella di iPhone
e delle sue numerose imitazioni lanciate
negli ultimi mesi. Scomparso il simbolo di
Windows, che dava accesso al menu principale nelle precedenti edizioni del sistema operativo per telefonini, l’interfaccia
principale è ora composta da grandi icone
quadrate dei programmi principali, liberamente modificabili dall’utente, e da una
sottile linea vuota all’estrema destra dello
schermo che permette invece di passare
all’elenco delle applicazioni. Una logica
completamente nuova e differente dalla
semplice trasposizione sul cellulare della versione di Windows per Pc, a cui ci si
abitua senza difficoltà già nel giro di poche
ore. Uno dei concetti base da cui Microsoft
è partita per progettare Windows Phone 7
è il collegamento costante con internet per
fruire dei servizi online, a partire da quelli
parte di Windows Live o delle principali
piattaforme di messaggistica e social networking. Facebook, per esempio, è direttamente integrato nella rubrica dei contatti
personali, non solo per quanto riguarda
foto e riferimenti degli amici, ma anche per
i post e aggiornamenti di stato, senza quindi dover aprire un’applicazione specifica.
Anche la configurazione iniziale del telefono si è dimostrata particolarmente sem-
plice nel corso della prova, condotta con
un cellulare LG E-900, e ridotta in pratica all’inserimento delle proprie password
e nomi utente su servizi come Windows
Live, Facebook e Gmail, oltre a Exchange
per gli utenti business. Purtroppo Microsoft non consente per il momento di sincronizzare dati come rubrica e calendario
da una versione di Outlook per Pc, obbligando così gli utenti privati che vogliono
E SE IL MONDO
FOSSE SOLO UNA
GRANDE “BOLLA”?!
U
na teoria un po’ azzardata,
senza dubbio, ma è una delle prime cose che ci si chiede uscendo dalla sala, dopo
aver visto Wall Street: il denaro non
dorme mai, secondo capitolo dedicato
al mondo dell’alta finanza del regista
Oliver Stone.
Dopo oltre 20 anni dall’uscita del primo Wall Street (1987), Stone ripropone
la storia di “Gekko il grande”, uomo cinico e spietato, un arrampicatore sociale inserito nel mondo dell’alta finanza,
disposto a tutto pur di raggiungere il
suo scopo: “fare soldi”. Personaggio che
ha incarnato al meglio l’archetipo del
rampantismo degli anni ’80 diventando, infatti, icona della cinematografia
contemporanea (grazie anche alla straordinaria interpretazione di Michael
Douglas per la quale si è aggiudicato
di Valerio Carangella
l’Oscar, il Golden Globe e il David di
Donatello) e che ritroviamo ora, catapultato nel periodo della grande crisi
finanziaria che nel 2008 ha colpito la
disastrata economia americana e mondiale.
Sono passati 21 anni dai fatti raccontati
nel primo film e lo squalo di Wall Street,
terminata la sua pena detentiva, pubblica un libro in cui tenta di mettere in
guardia il mondo finanziario dell’imminente crack, ma essendo ormai fuori dal
giro, sembra che nessuno voglia ascoltarlo. Nonostante tutto, spinto dalla
sua immutata attrazione per i soldi ed il
suo fiuto per gli affari, cerca di rientrare
in gioco senza guardare in faccia nessuno, neanche la figlia Winnie (Carey
Mulligan) che non vede da anni perché lo ritiene responsabile della morte
del fratello tossicodipendente. Il cinico
Gekko, infatti, per i suoi investimenti
e traffici finanziari, entrerà in possesso
anche dei soldi di un fondo fiduciario
destinato alla figlia, sfruttando con
l’inganno il giovane broker Jacob (Shia
LaBeouf ), fidanzato e futuro marito di
Winnie a cui il regista affiderà anche
il ruolo di paciere tra padre e figlia. A
questo punto Gekko continuerà a tener
fede al suo unico credo, il dio denaro,
o scoprirà di avere anch’egli un cuore?
Il film parte bene, dinamico, adrenalinico, ma poi la storia si perde in una
lunga serie di dettagli che banalizzano
e confondono l’intreccio narrativo,
trasferire questi dati sul telefonino a mettere gli stessi online sul proprio account di
Windows Live. Nessun problema, invece,
per sincronizzare dati multimediali come
foto, brani musicali e video, operazione
svolta attraverso il software Zune per Pc
che ottimizza anche i file per la fruizione
sul telefono, davvero efficace e piacevole.
Eccellente, come da tradizione nei telefoni Microsoft, la gestione dei documenti
Office, che possono essere letti e modificati senza alcuna difficoltà e, nel caso di
utenti aziendali dotati di accesso alla piattaforma SharePoint, condivisi in tempo
reale con i colleghi. Anche la navigazione
su siti web attraverso la nuova versione di
Internet Explorer si è dimostrata davvero
eccellente quanto a velocità e semplicità
di funzionamento: basta per esempio
ruotare il display in modo orizzontale
per far scomparire la barra dell’indirizzo,
che ricompare appena il telefono è messo
orizzontalmente. Microsoft ha anche rivisto completamente Market, il negozio digitale per l’acquisto di nuove applicazioni,
che offre ora all’utente un’esperienza priva
di qualsiasi difficoltà nell’installazione
di nuovi programmi. Anche il numero di
applicazioni già disponibili per Windows
Phone 7 al momento dell’esordio è molto
elevato e sottolinea le grandi potenzialità
della piattaforma Microsoft.
mostrando tutta la sua debolezza. Tuttavia riamane indiscussa l’ambiziosa
intenzione alla base di questo lavoro
che, come il regista stesso ha dichiarato,
più che essere un sequel, si tratta di una
rivisitazione di un’indagine cominciata
nell’87 e che qui sembra voler svelare
quello che sta dietro al collasso economico mondiale, scavando in un mondo
alieno. Uno dei momenti di maggior
impatto, è proprio il monologo sull’avidità che Gekko pronuncia per la presentazione del suo libro, ricco di espressioni che suonano come denunce: “una
volta ho detto che l’avidità è giusta, ora è
legge ed è il mercato a dettare le regole”.
O. Stone alla fine si congeda affidando
l’ultima scena ad una bolla di sapone
che si disperde nel cielo, forse perché
anche lui si chiede se il mondo non sia
solo una gigantesca bolla. Per avere una
risposta? Basterà attendere, perché se
così fosse, prima o poi le bolle… scoppiano.
Wall Street:
Il Denaro Non Dorme Mai
Usa, 2010.
Regia Oliver Stone.
Interpreti Michael Douglas, Shia
LaBeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan.
Sceneggiatura Allan Loeb e Steohen
Schiff.
27
non solo banca
segnalibro
Giovanna Pacchiana Parravicini
IL RECESSO
DAL CONTRATTO
COLLETTIVO
G. Giappichelli Editore, Torino 2010,
pagg.196, € 24,00.
di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane
C
omplici le recentissime note
delle agenzie di stampa (lo scorso 7 settembre il direttivo di
Federmeccanca ha comunicato
il recesso unilaterale dal ccnl sottoscritto il 20 gennaio 2008 con effetto dal 1°
gennaio 2012, motivando l’iniziativa con
l’esigenza di fronteggiare iniziative vertenziali preannunciate da un importante sigla
sindacale confederale) la tematica dell’efficacia temporale del contratto collettivo,
nello specifico, la possibilità di anticipato
recesso o “fuga” dal medesimo ad opera di
una o più delle parti che lo hanno a suo
tempo sottoscritto, è diventata particolarmente attuale in tutta la sua delicatezza.
Il saggio di G.Pacchiana Parravicini
ricercatore confermato di diritto del
lavoro presso l’Ateneo del Piemonte
Orientale, prendendo le mosse dalla riconosciuta ammissibilità del recesso (e
ciò dal lato sia aziendale sia dei lavoratori ), intende analizzare termini, portata
ed implicazioni del fenomeno, contestualizzandolo attraverso un metodo di
indagine che opera opportune interrelazioni tra diritto civile, diritto del lavoro
ed ordinamento intersindacale.
Una volta riconosciuta piena cittadinanza nell’ordinamento lavoristico all’istituto del recesso – difatti, a date condizioni
l’esercizio della facoltà di sciogliersi dalle
obbligazioni a suo tempo assunte costituisce a detta dell’Autrice un’estrinsecazione della necessaria ed insopprimibile
libertà sindacale negativa, libertà che ha il
suo propugnacolo al comma 1° dell’art.39
Costituzione - occorre poi trarne le debite
(...amare) conseguenze sul piano scientifico ricostruttivo, analizzando le implicazioni su di rapporti individuali e collettivi.
La durata limitata e, in definitiva, la sto-
Un portale
motore dell’Amministrazione digitale
http://www.italia.gov.it/
di Bruno Pastorelli
D
a qualche mese è in linea
Italia.gov.it, promosso dal
Ministro per la Pubblica
Amministrazione e l’Inno-
vazione.
Secondo quanto possiamo apprendere
dai media e leggendo i pareri dei cittadini-utenti oltre ad averci navigato possiamo dire che Italia.gov.it è un motore
di ricerca e una directory intelligente dei
siti web pubblici, in grado di facilitare
e mettere in relazione migliaia di servizi digitali e informazioni offerti dalle
Pubbliche amministrazioni attraverso
Internet. Il motore dell’Amministrazione Digitale, grazie a sistemi di gestione
dedicati e alla partecipazione dei “Clienti digitali”, è anche un motore di cambiamento dei servizi via web, per governare
e migliorare la capacità delle Amministrazioni pubbliche di utilizzare la tecnologia della comunicazione.
Il sito raccoglie l’eredità del “Portale del
28
cittadino”, presentandosi come un’evoluzione dello stesso.
In questi anni, infatti, il numero dei siti
di amministrazioni pubbliche, così come
la loro dimensione, è cresciuto a ritmi
impressionanti. Gli investimenti delle
Amministrazioni pubbliche sugli strumenti dell’informazione sul web sono
oramai paragonabili a quelli dei settori
privati più avanzati: le informazioni potenzialmente fruibili attraverso la ricerca
hanno raggiunto pressoché tutte le esigenze informative di qualsiasi cittadino.
Il cosiddetto “Motore dell’Amministrazione Digitale” è, dunque, il nuovo
riferimento online, dove chiunque può
trovare informazioni e servizi utili alle
proprie necessità.
Il portale è in costante aggiornamento sia
del campo nel quale compie le ricerche (i
siti del “gov.it”, individuato dal Governo
come dominio di aggregazione dei siti
pubblici, come ambito prioritario ma
non esclusivo), sia
dei contenuti o delle tecnologie. Ogni
suggerimento per il
suo miglioramento
e per la valorizzazione dell’azione
amministrativa via
web è gradito e prezioso.
In
conclusione,
oggi
veramente
possiamo navigare
tra i siti della pubblica amministrazione e avere una
‘bussola’ per non
perderci nel mare
magnum di 45mila
strutture centrali e
locali con la garanzia della certificazione del governo.
ricità dell’accordo sindacale, perché strumento necessariamente “ transeunte “ di
composizione del conflitto industriale,
è il tema fondamentale di quest’analisi
scientifica, attraverso un percorso ricostruttivo che tocca i temi del recesso dal
contratto collettivo nel diritto civile, recesso e contratto collettivo, disciplina ed
effetti del recesso e, infine, le implicazioni del recesso sul tema della previdenza
complementare individuale.
L’attualità dell’interesse scientifico e pratico, in ordine alla possibilità di “svincolarsi” dalla contrattazione collettiva è, tuttavia indice esplicito della deludente arretratezza del nostro sistema di relazioni
industriali, ove i termini collaborazione,
conflitto e compromesso sono elementi
in proporzione variabile di un mix che
produce una dialettica incerta, fragile,
resa torbida da variabili extra aziendali e
pregiudiziali di varia natura Dialettica i
cui esiti ultimi sono evanescenti sul piano giuridico e talora deludenti sul piano
pratico (...ma ricordiamoci che il CCNL
di diritto comune non è fonte di diritto
oggettivo), al punto da sollecitare qualche
interlocutore deluso a “chiamarsi fuori”
dal contesto.
Una ricca appendice di bibliografia chiude il volume, di sicuro interesse per gli
studiosi e per quanti abbiano interesse
alla dimensione post-industriale delle labour relations in questo singolare Paese.
avviso ai naviganti
non solo banca
itinerari
Palmanova:
un raro
esempio di
architettura
militare
di Enogastronauta
I
n una posizione centrale nella regione Friuli-Venezia Giulia, Palmanova
rimane ancor oggi per la conservazione del suo sistema fortificato ed
urbanistico, un “unicum” in ambito europeo.
Fu costruita, per volontà della Serenissima
Repubblica di Venezia nel 1593, a difesa
dei suoi confini orientali in Friuli, contro
le incursioni dei Turchi.
Alla realizzazione del progetto della città fortificata contribuirono ingegneri,ed
esperti architetti militari dell’Ufficio di
Fortificazioni di Venezia, tra cui primeggiava il Soprintendente Generale ,Giulio
Savorgnan.
A differenza della stragrande maggioranza
delle altre città murate, che nascono dapprima come nuclei abitativi, ma fortificati
in un secondo momento, Palmanova, la
stella a nove punte, viene progettata come
una perfetta macchina da guerra circondata da tre cerchie di fortificazioni e presenta
un numero di bastioni e lunghezza dei lati
stabiliti in base alla gittata dei cannoni.
Tre sono le cinte di fortificazioni:due realizzate durante il dominio veneto, la terza
per opera dei Francesi.
In seguito alla caduta di Venezia (1797), la
piazzaforte passò sotto il dominio napoleonico, quindi all’Austria e, con il plebiscito del 1866, si decise la sua annessione al
Regno d’Italia.
Q
è citata nei trattati di storia dell’arte come
una delle prime strutture, la più antica rimasta intatta, a mettere in pratica la teoria
rinascimentale della “fortezza poligonale”
copiata poi in quasi tutta Europa.
L’accesso alla città è consentito da tre porte
monumentali (Porta Udine, Porta Cividale, Porta Aquileia) mediante le quali si
arriva alla Piazza Grande, spazio perfettamente esagonale nel centro del quale si erge
un basamento in pietra d’Istria, dal quale
s’innalza l’alto stendardo, da tempo immemorabile simbolo della fortezza stessa. Su
di essa si affacciano tutti i principali edifici.
È di rilevante interesse il Duomo (16151636), che si affaccia sulla Piazza Grande e
rappresenta il miglior esempio di architettura veneziana in Friuli. All’interno, si può
notare la pala dell’Annunciazione, opera
di Pompeo Randi.
Non dimenticatevi di acquistare qualche
buon vino friulano.
I golosi non potranno fare a meno di
gustare la “Gubana”, uno squisito dolce
tradizionale da consumarsi dopo averlo
irrorato con qualche goccia di grappa (la
sgnapa).
Palmanova merita il viaggio ed una sosta.
DOVE ALLOGGIARE
Hotel Ai Dogi - Piazza Grande, 11 Palmanova (UD)
Hotel Residence Dogana Vecchia - Località Dogana Vecchia, 1 - Trivignano Udinese
Osteria Al Porto - Via Udine 34 - Cervignano Del
Friuli (UD)
Castello Di Spessa - Via Spessa 1- Capriva Del
Friuli (GO)
Palmanova, proclamata nel 1960 dal Presidente della Repubblica monumento nazionale, a guardarla dall’alto appare, nella
vasta pianura del Friuli, come una stella
delineata da alte mura.
È una fortezza rimasta intatta nei secoli ed
DOVE MANGIARE
Al Convento – Borgo Aquileia, 10 – Palmanova
(UD)
Agriturismo Mulino delle Tolle – Loc. Casa Bianca - SS Palmanova-Grado – Bagnaria Arsa (UD)
– anche alloggio.
Campiello - via Nazionale 40 - San Giovanni al
Natisone (UD)
Antico Foledor Conte Lovaria - via Udine 41 - Pavia di Udine
CATACOMBE EBRAICHE DI ROMA
uando si parla di catacombe a
Roma, come in altri luoghi il
pensiero va quasi sempre alle
catacombe cristiane, che rappresentano la prima testimonianza della
presenza della nuova religione nell’Urbe.
Quasi mai si pensa, invece, alle catacombe
ebraiche. Eppure vi è traccia a Roma di almeno sei catacombe.
Del resto le fonti storiche tramandano
che nell’antica Roma vi fossero ben 11
sinagoghe ed una ad Ostia, luoghi di culto di una comunità ebraica che già sotto
Augusto assommava ad 8000 persone, la
metà dei quali era militare.
Le catacombe ebraiche, tuttavia, e questo
è il dato importante
storicoartistico, si svilupparono per
imitazione, sulla
scorta delle catacombe cristiane.
Si può affermare
con certezza che
non vi è traccia
di
catacombe
od ipogei ebraici precedenti a
quelle pagane e
cristiane.
Tre catacombe
delle sei di cui si
ha rifermento letterario sono oggi
accessibili e sono
due sulla via Nomentana ed una
sulla via Appia.
Sono catacombe
in quel periodo
dislocate fuori
delle mura e venivano scavate grazie a concessioni
governative.
La loro caratteristica peculiare è
nella decorazione e nella presenza di simboli eminentemente ebraici come i rotoli
della legge, il candelabro, il melograno, i
rami di mirto, la mandragola, il corno ed
il coltello. Le iscrizioni sono per lo più in
greco e alcune lasciano intuire anche una
certa cultura, ma non molte. Va detto,
tuttavia, che le testimonianze archeologiche ebraiche a Roma sono andate in gran
parte distrutte.
Non meno interessanti sono le catacombe ebraiche di Venosa, che ha ospitato
una fiorente colonia ebraica attestata da
numerosissime iscrizioni databili, senza
soluzione di continuità, tra il IV ed il IX
sec. d.C.
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non solo banca
altroturismo
Jean Siméon Chardin
Cesto di prugne, bottiglia e bicchiere d’acqua
mezzi pieni e due cetrioli, c. 1728. Olio su tela,
cm 45 x 50,1 - New York, The Frick Collection
Jean Siméon Chardin
Lepre morta con sacca per polvere da sparo
e carniere, 1728-30. Olio su tela, cm 98 x 76.
Parigi, Musée du Louvre
Jean Siméon Chardin
La sguattera, 1738. Olio su tela, cm 45,7 x 36,9
- Glasgow, Hunterian Museum and Art Gallery,
University of Glasgow
Jean Siméon Chardin
Le bolle di sapone o Ragazzo che fa le bolle
di sapone, c. 1734. Olio su tela, cm 93 x 74,6 Washington, National Gallery of Art
Jean Siméon Chardin
Il paniere di fragole di bosco, 1761. Olio su tela,
cm 38 x 46 - Collezione privata
Jean Siméon Chardin
Bambina che gioca col volano o La bambina
col volano, 1737. Olio su tela, cm 81 x 65 Collezione privata The Bridgeman Art Library
30
CHARDIN.
Il pittore del
silenzio
di Arturo
F
errara Arte e il Museo del Prado presentano, per la prima
volta in Italia e in Spagna, una
mostra monografica dedicata a
questo straordinario maestro.
Essa offre l’occasione di ripercorrere le
tappe del percorso artistico di Chardin,
attraverso un’ampia selezione di opere
provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo, tra le quali emerge,
per numero e qualità dei dipinti concessi
– ben dieci –il Louvre.
Jean Siméon Chardin (1699-1779) è
stato uno dei più originali artisti del suo
tempo. Nella Francia del Settecento,
dedita alla sontuosa vita di corte e alle
voluttuose feste galanti, all’effimero trasformato in sistema di vita, egli descrive
un’altra realtà. Pittore meditativo e raccolto, egli crea le tele meno “parigine”
di tutto il secolo, dipingendo, per così
dire, il silenzio. Tra tutti i generi pittorici, evita proprio quelli che nella Francia
del secolo dei lumi sancivano la fortuna degli artisti, e cioè a soggetto storico
o mitologico. La scelta del genere della
natura morta, allora considerato minore,
non ne vincola il successo e Chardin si
impone presto sulla competitiva scena
parigina.
«Ci si serve dei colori, ma si dipinge con
il sentimento» Con queste parole, contrapponendosi alle regole accademiche
allora in voga, Chardin sintetizza il suo
modo, all’epoca rivoluzionario, di fare
arte.
Nel decennio successivo, estende la propria ricerca: a una pittura dedita a rappresentare la contemporaneità della vita
di corte, Chardin oppone un’altra realtà:
scene di interni in cui i domestici e i rampolli della borghesia francese sono raffigurati nelle più semplici attività di tutti i
giorni o assorti nei loro pensieri.
Ogni dettaglio ornamentale è bandito, la
pittura diviene poesia del quotidiano, un
mezzo per esaltare con sensibilità i gesti
delle persone comuni che Chardin trasforma in grandi protagonisti della sua
epoca.
Nelle sue opere, attraverso una tecnica
pittorica stupefacente, incentrata sul
rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce, l’artista riesce
a trasmettere all’osservatore l’emozione
provata di volta in volta di fronte al soggetto.
Il successo della pittura di Chardin è
sancito anche dalle reazioni del pubbli-
co alle tele che l’artista espone al Salon a
partire dal 1737. Entusiasta anche gran
parte della critica e grandi personalità
come Denis Diderot. Chardin è molto
apprezzato anche dal re di Francia Luigi
XV, al quale dona due tele, ricevendo in
cambio il grande privilegio di dimorare e
lavorare al Louvre.
Verso il 1770, per problemi di salute abbandona progressivamente la pittura ad
olio e si dedica, con la delicata tecnica
del pastello, a ritratti di straordinaria
intensità psicologica. Con queste opere
si conclude la lunga carriera di un artista
che per tutta la vita aveva concepito la
pittura come un mezzo per conoscere la
realtà e rappresentarla, e che ha raggiunto un’arte senza tempo, un’armoniosa
perfezione tra forma e sentimento
L’aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a
materia di rappresentazione artistica e la
straordinaria tecnica pittorica, fanno di
Chardin uno degli artisti più amati da
pittori moderni come Cézanne, Matisse,
Morandi e Paolini. Per non dire di Vincent Van Gogh che lo riteneva «grande
come Rembrandt».
CHARDIN.
Il pittore del silenzio
Ferrara, Palazzo dei
Diamanti, fino al 30
gennaio 2011
ORARIO:
Aperto tutti i giorni, feriali e festivi,
lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00;
aperto anche l’8, 25 e 26 dicembre e il
1° e 6 gennaio
BIGLIETTI:
intero € 10; ridotto € 8 (dai 6 ai 18
anni, over 65, studenti universitari,
categorie convenzionate); gruppi € 8;
scolaresche € 4; gratuito per bambini
sotto i 6 anni, portatori di handicap
con un accompagnatore, giornalisti
con tesserino, guide turistiche con
tesserino, militari in divisa
Info:
Ferrara Mostre e Musei
tel. 0532-244949;
e-mail: [email protected]
non solo banca
altroturismo
MEDITERRANEO.
Da Courbet a
Monet
a Matisse
di Arturo
D
ipingere il mare, la sua vastità, l’idea che dell’infinito e
tuttavia anche della prossimità vi s’inscrive, è cosa che
nel XIX secolo assume una rilevanza
difficilmente dimenticabile. Se a nord
sono le visioni fortemente spirituali di
Friedrich o le tempeste baluginanti e
magmatiche di Turner, a sud la costa del
Mediterraneo, e naturalmente il suo immediato entroterra provenzale, è il punto
d’incontro di più generazioni di pittori
francesi che, dall’ambito del classicismo
prima e del realismo poi, si tendono fino
alla dissoluzione del colore nella materia
mirabile di Bonnard quasi al confine con
la metà del XX secolo.
La mostra di Palazzo Ducale vuole studiare, facendo ricorso a circa 80 dipinti
provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, questo itinerario magico
dentro il colore. Eppure la costa del Mediterraneo francese si impose con notevole ritardo nella percezione che i pittori
avevano del paesaggio in quell’inizio di
XIX secolo. L’idea del Mediterraneo era
stretta al senso dell’antichità e in primo
Paul Cézanne:
La montagna Sainte-Victoire, 1904-1906. Olio
su tela, cm 65 x 81- 66 x 81,5 - collezione
privata
Vincent van Gogh:
Arles vista dai campi di grano, 1888. Olio su
tela, cm 73 x 54 - Parigi, Musée Rodin
luogo alla romanità, quindi il riferimento alla coste italiane dominava la pittura.
Un contributo fondamentale a un primo cambiamento venne da Gustave
Courbet, che nel piccolo villaggio di
pescatori di Palavas, a sud di Montpellier, dipinse alcuni dei suoi capolavori.
A questo tempo del realismo si possono certamente ascrivere anche le opere
della cosiddetta scuola di Marsiglia che
si staglia a metà secolo con la volontà di
descrivere il reale con tutta la sua forza di
dichiarazione.
A questo primo tempo della mostra ne
succede un secondo, quello in cui alcuni
grandi dell’impressionismo danno conto, in molti quadri sublimi, delle loro
visite, o lunghi soggiorni, in Provenza e
lungo la costa del Mediterraneo. Cézanne, che dalla fine degli anni sessanta
coltiva quello spazio, sia esso il mare o il
bosco, come la nascita di una continua,
sempre nuova bellezza. Renoir, che proprio vicino a Cézanne dipinge, nel 1882,
scorci bellissimi di natura all’Estaque. E
ancora Monet, presente con una decina di opere, quando il mare è come un
tappeto di pietre preziose. O Boudin,
che solo pochi anni dopo rincorre la
scia di Monet davanti al Forte di Antibes, aprendosi a una visione quasi vicina
a quella della realtà di Courbet. E poi i
due anni provenzali di Van Gogh, tra i
Gustave Courbet:
La spiaggia a Palavas (particolare), 1868. Olio
su tela, Montpellier, Musée Fabre
primi mandorli fioriti e i campi di grano.
Ognuno di questi pittori approfondisce
il suo mondo, nell’inesausto cammino
tra il colore e la costruzione con il colore.
La sezione dedicata ai Fauves è certamente significativa, con quadri di autori
quali Matisse, Derain, Marquet, Braque,
Friesz, Dufy, in quel loro indicare come
il Mediterraneo, soltanto pochi decenni dopo, sia cosa ormai completamente
diversa rispetto alle visioni di Courbet,
già pienamente dentro la modernità di
un secolo che stava iniziando, chiudendo dentro ampie zone di colore quella
che era stata la dispersione del colore di
Monet sul mare davanti ad Antibes nel
1888. E poi, nella regione provenzale e
sulle rive del Mediterraneo, la presenza,
a XX secolo ampiamente iniziato, soprattutto di Pierre Bonnard, il pittore
che più di ogni altro ha saputo consegnare la strabiliante lezione di Monet al
secolo nuovo, nel rendere quello spazio e
quel tempo realtà solo della pittura, dove
non è più la descrizione dei luoghi mediterranei e provenzali, bensì la dimensione della visione ininterrotta.
MEDITERRANEO
Da Courbet a Monet a Matisse
Genova, Palazzo
Ducale, fino al 1°
maggio 2011
ORARIO:
da lunedì a venerdì ore 9–19; sabato e
domenica ore 9–20;
chiuso 24, 25, 31 dicembre 2010;
1° gennaio 2011 ore 10–20
BIGLIETTI:
intero € 10;
ridotto € 8 (studenti universitari, over
65, gruppi solo se prenotati, iscritti
TCI;
Claude Monet:
Veduta di Bordighera, 1884: Olio su tela, cm
66 x 81,8 - Los Angeles, The Armand Hammer
Collection
ridotto € 6 (minorenni e scolaresche
solo se prenotate); gratuito per i
bambini fino a 5 anni, giornalisti
con tesserino, accompagnatore di
portatore di handicap
31
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J. E. GARDINER
Palermo, Teatro Massimo, il 19 dicembre
L. van Beethoven: Concerto in re maggiore op. 61
F. Mendelssohn: Sinfonia in la maggiore op. 90
“Italiana”
London Symphony Orchestra
MOSTRE D’ARTE ED EVENTI MUSEALI
GUCCIONE. Il Mediterraneo
Genova, Palazzo Ducale
Fino al 6 gennaio
BRONZINO. PITTORE E POETA ALLA CORTE DEI MEDICI RICCARDO MUTI
Firenze, Palazzo Strozzi
Napoli, Teatro di San Carlo, dal 21 al 23 dicembre
Fino al 23 gennaio
CONCERTO DI NATALE
JOAN MIRÒ. I MITI DEL MEDITERRANEO
Milano, Teatro alla Scala, il 22 dicembre
Pisa, BLU – Palazzo d’Arte e Cultura
Fino al 23 gennaio
CONCERTO DI NATALE
Roma, Teatro Olimpico, il 23 dicembre
NUNZIANTE. Da Caravaggio
Orchestra del Conservatorio di Roma Santa Cecilia
Rimini, Castel Sismondo
Dall’ 11 dicembre al 30 gennaio
DANIEL OREN
Napoli, Teatro di San Carlo, dal 29 dicembre al 2
SALVADOR DALÌ. IL SOGNO SI AVVICINA
gennaio
Milano, Palazzo Reale
Fino al 30 gennaio
CONCERTO DI CAPODANNO
Roma, Chiesa All Saints, il 31 dicembre e il 1° gennaio
VAN GOGH. CAMPAGNA SENZA TEMPO - CITTÀ
Filarmonica d’Opera di Roma
MODERNA
LA VERDI BAROCCA 5
Roma, Museo Vittoriano
Milano, Auditorium, il 6 gennaio
Fino al 4 febbraio
Direttore: R. Jais
J.S. Bach: Weihnachtsoratorium per soli, coro e
MUNCH E LO SPIRITO DEL NORD
orchestra BWV 248
Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin
Fino al 6 marzo
KAVAKOS / PACE
Milano, Conservatorio – Sala Verdi, il 10 gennaio
VITTORIO EMANUELE II. IL RE GALANTUOMO
Napoli, Teatro di San Carlo, l’11 gennaio
Torino, Palazzo Reale
Violino: L. Kavakos
Fino al 13 marzo
Pianoforte: E. Pace
S. Prokof’ev: Sonata n. 1
MONET, CÉZANNE, RENOIR e altre storie di pittura in
L. Auerbach: Preludi
Francia
A. Dvorak: Quattro Pezzi Romantici
Repubblica di San Marino, Palazzo Sums
F. Schubert: Fantasia
Fino al 27 marzo
MUSICA CLASSICA
I FIATI DI SANTA CECILIA
Perugia, Sala de’ Notari, il 16 gennaio
SCHUMANN / MARRINER
Milano, Auditorium, dall’8 al 12 dicembre
Pianoforte: H. Sigfridsson
Direttore: N.Marriner
R. Schumann: Ouverture, Scherzo e Finale; Concerto
per pianoforte e orchestra in La minore op. 54; Sinfonia
n.2 in Do maggiore op.61
SALEEM ABBOUD-ASHKAR
Modena, Teatro Comunale, il 20 gennaio
Pianoforte: S.Abboud-Ashkar
J. S. Bach: Suite Inglese n.2 in la minore BWV 807
F. Schubert: Sonata n.16 in la minore D 784
J. Brahms: Variazioni su un tema di Händel op.24
OPERA, OPERETTA E BALLETTO
CIAIKOVSKI SYMPHONY ORCHESTRA
Milano, Conservatorio – Sala Verdi, il 9 dicembre
Modena, Teatro Comunale, il 10 dicembre
Direttore: V.Fedoseyev
P.I. Ciaikovski: Suite dal balletto “Il lago dei cigni”;
Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64
ALEXEI VOLODIN
Salerno, Teatro Verdi, il 10 dicembre
Pianoforte: A. Volodin
L. van Beethoven: Sonata op. 27 n. 1; Sonata op. 31 n. 3
F. Chopin: 24 Preludi op. 28
ALEXANDER LONQUICH
Milano, Conservatorio – Sala Verdi, il 13 dicembre
Pianoforte: A.Lonquich e C. Barbuti
R. Schumann: Quattro Polacche per pianoforte a 4
mani; Papillons op. 2 per pianoforte solo
J. Brahms: 16 Valzer op. 36 per pianoforte a 4
mani; Variazioni su un tema di Schumann op. 23 per
pianoforte a 4 mani; Variazioni su un tema di Schumann
op. 9 per pianoforte solo
SCHUMANN/CAJKOVSKIJ/AXELROD
Milano, Auditorium, dal 16 al 19 dicembre
Direttore: J. Axelrod
R. Schumann: Sinfonia n.3 in Mi bemolle maggiore
op.97 Renana
P.I. Čajkovskij: Sinfonia n. 5 in Mi minore op. 64
DURGARYAN / DABAGYAN / GEOGHEGAN
Palermo, Politeama Garibaldi, il 17 e 18 dicembre
Direttore: K. Durgaryan
Duduk: G. Dabagyan
Fagotto: K. Geoghegan
V. Sharafyan: Sinfonia n. 2 un poco concertante per
orchestra con duduk
W.A.Mozart: Concerto per fagotto e orchestra K 191
S. Prokof’ev: Sinfonia n. 7 in do diesis minore, Op. 131
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LA CENERENTOLA
Pavia, Teatro Fraschini, dal 9 all’11 dicembre
Coro del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra: I Pomeriggi Musicali di Milano
Direttore: G.Sagripanti
Libretto: J.Ferretti
Musica: G.Rossini
LA FANCIULLA DEL WEST
Palermo, Teatro Massimo, dal 10 al 18 dicembre
Direttore: B.Bartoletti
Musica: G.Puccini
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
ROMEO E GIULIETTA
Trieste, Teatro Lirico G. Verdi, dal 10 al 18 dicembre
Produzione Balletto di Milano
Coreografia: G. Madia
Musica: P. I.Čajkovskij
COPPELIA
Bologna, Teatro Comunale, dal 14 al 19 dicembre
Libretto: Ch. Nuitter e A. Saint-Léon, da “L’uomo della
sabbia” di E.T.A. Hoffmann
Musica: L. Delibes
Coreografia: E. Polyakov
Compagnia: MaggioDanza
IL LAGO DEI CIGNI
Milano, Teatro alla Scala, dal 16 dicembre al 7 gennaio
Coreografia: R. Nureyev
Musica: P. I.Čajkovskij
LA BELLE
Torino, Teatro Regio, dal 20 al 23 dicembre
Balletto in tre atti da La bella addormentata nel bosco
di Ch. Perrault
Les Ballets de Montecarlo
Coreografia: J.Ch. Maillot
Musica: P.I. Čajkovskij
LUISA MILLER
Salerno, Teatro Verdi, il 22, 28 e 30 dicembre
Libretto: S. Cammarano dal dramma “Kabale und
Liebe” di F.Schiller
Musica: G.Verdi
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Venezia, Scuola Grande S. Giovanni Evangelista, il 27
dicembre
Musica: G.Rossini
LA VEDOVA ALLEGRA
Roma, Teatro Cassia, l’8 e 9 gennaio
Orchestra Roma Ensemble
Musica: F. Lehàr
Regia: G.Santucci
IL FLAUTO MAGICO
Pavia, Teatro Fraschini, dal 12 al 14 gennaio
Coro del Circuito Lirico Lombardo
Direttore: O. Gooch
Libretto: J.E. Schikaneder
Musica: W. A.Mozart
Orchestra Lirica I Pomeriggi Musicali di Milano
I DUE FOSCARI
Trieste, Teatro Lirico G. Verdi, dal 21 al 29 gennaio
Direttore: R. Palumbo
Musica: G. Verdi
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo della Fondazione
Teatro Lirico
TEATRO, CABARET, SPETTACOLI
IL MARE – Due tempi di Paolo Poli da Anna Maria
Ortese
Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 9 dicembre al 9 gennaio
Regia: P. Poli
RACCONTARE CHOPIN
Genova, Politeama, il 10 dicembre
Autori e interpreti: C. Augias e G. Modugno
PERSONAGGI
Udine, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il 10 e 11
dicembre
Recanati (MC), Teatro Persiani, il 13 e 14 dicembre
Autori: M. Serra e A. Albanese
Interprete: A. Albanese
LA BISBETICA DOMATA
Pavia, Teatro Fraschini, dal 14 al 16 dicembre
Autore: W. Shakespeare
Regia: A. Pugliese
Interpreti: V. Gravina
FILOSOFI ALLE PRIMARIE
Argenta (FE), Teatro dei Fluttuanti, il 14 dicembre
Autore: C. Monaco
Regista e interprete: G. Albertazzi
IO QUELLA VOLTA LÌ AVEVO 25 ANNI
Milano, Teatro Giorgio Strehler, il 15 e 16 dicembre
Autori: G. Gaber e S. Luporini
Regia: G. Gallione
Interpreti: C. Bisio
Bari, Teatro Team, il 15 e 16 gennaio
Genova, Politeama, il 1° e 2 febbraio
Roma, Gran Teatro di Roma, il 4 e 5 febbraio
ART
Ascoli Piceno, Teatro Ventidio Basso, il 4 e 5 gennaio
Senigallia, Cineteatro La Fenice, il 7 gennaio
Macerata, Teatro Lauro Rossi, l’8 e 9 gennaio
Castelfranco Emilia (MO), Teatro Dadà, il 18 gennaio
Autore: Y. Reza
Regista: G. Solari
Interpreti: A. Haber, A. Boni
UOMO E GALANTUOMO
Milano, San Babila, dall’11 al 29 gennaio
Autore: E. De Filippo
Regia: A. Pugliese
Interpreti: F. Paolantoni
MUSICA POP, ROCK & JAZZ
LIGABUE
Perugia, Pala Evangelisti, il 9 dicembre
Caserta, Pala Maggiò, il 10 e 11 dicembre
Bolzano, Pala Onda, il 14 dicembre
Trieste, Pala Trieste, il 16 dicembre
Brescia, Pala Fiera, il 18 dicembre
Genova, Vaillant Palace, il 21 e 22 dicembre
IAN ANDERSON PLAYS JETHRO TULL AT CHRISTMAS
Bergamo, Creberg Teatro, il 9 dicembre
Bolzano, Palasport, l’11 dicembre
FABRI FIBRA – CONTROCULTURA TOUR
Roma, Atlantico Live, il 10 dicembre
Firenze, Saschall, l’11 dicembre
Padova, Padova Fiere, il 18 dicembre
FRANCESCO GUCCINI
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 10 dicembre
MALIKA AYANE
Parma, Teatro Regio, il 10 dicembre
Bologna, Teatro delle Celebrazioni, il 20 dicembre
Firenze, Teatro Verdi, il 21 dicembre
SOWETO GOSPEL CHOIR
Milano, Teatro Manzoni, il 13 dicembre
NOMADI IN CONCERTO
Bologna, Europauditorium, il 14 dicembre
RANDY CRAWFORD & JOE SAMPLE TRIO
Bologna, Teatro delle Celebrazioni, il 15 dicembre
Firenze, Teatro Verdi, il 22 dicembre
MODÀ
Roma, Atlantico Live, il 15 dicembre
Milano, Palasharp, il 18 dicembre
Torino, Foyer Palasport Olimpico, il 19 dicembre
BAUSTELLE
Trezzo sull’Adda (MI), Live Club Trezzo, il 19 dicembre
CLAUDIO BAGLIONI – Concerto a favore del FAI - Fondo
Ambiente Italiano
Palermo, Teatro Massimo, il 20 dicembre
HARLEM GOSPEL CHOIR
JESUS CHRIST SUPERSTAR
Singing Songs of Praise World Tour 2010
Genova, Vaillant Palace, il 17 e 18 dicembre
Bologna, Europauditorium, il 23 dicembre
Argenta (FE), Teatro dei Fluttuanti, il 28 dicembre
Bologna, Europauditorium, dal 31 dicembre al 2 gennaio
CLUB DOGO
Roma, Circolo degli Artisti, il 15 dicembre
ERETICI E CORSARI
Nonantola (MO), Vox Club, il 23 dicembre
Milano, Teatro Giorgio Strehler, il 20 e 21 dicembre
Reading/spettacolo dall’opera di G. Gaber, S. Luporini e Trezzo sull’Adda (MI), Live Club Trezzo, il 14 gennaio
P.P. Pasolini
Compagnia: Teatro dell’Archivolto
GINO PAOLI
Regista: G. Gallione
Firenze, Teatro della Pergola, l’8 gennaio
Interpreti: N. Marcoré e C. Gioè
Verona, Teatro Filarmonico, il 7 febbraio
LA MUSICA DEI CIECHI
P.F.M.
Napoli, Teatro Mercadante, dal 26 dicembre al 9 gennaio Ivrea (TO), Officina H, il 22 gennaio
Interprete: Peppe Barra
MURDERDOLLS
BOLLYWOOD THE SHOW
Milano, Magazzini Generali, il 23 gennaio
Milano, Palasharp, dal 28 dicembre al 2 gennaio
Torino, Palatorino, dal 4 al 6 gennaio
SKUNK ANANSIE
Assisi (PG), Teatro Lyrick, il 12 e 13 gennaio
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 12 febbraio
La Redazione declina ogni responsabilità per cambiamenti di programmi, date e luoghi degli eventi segnalati.
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