Tor Bella Monaca - Volontariato Lazio

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Tor Bella Monaca - Volontariato Lazio
La Storia
TOR BELLA MONACA
Lo sguardo di un ragazzo per le strade di un quartiere complicato
alter ha 19 anni, deve prendere il diploma da ragioniere, ha appena finito il servizio civile. Vive a Tor Bella Monaca, il quartiere della periferia romana, nato a
partire dal 1934 nell’ VIII Municipio. Con il piano regolatore del 1962 questa
venne dichiarata “zona di espansione”. In seguito venne redatto un piano particolareggiato, mentre alcune delle aree soggette a tutela ambientale hanno subito interventi di abusivismo edilizio in seguito regolarizzati nel 1978 dal Comune.
Viverci non è facile: ecco come Walter descrive il quartiere e i suoi giovani.
Tor Bella Monaca, per chi ci abita “Tor Bella”, o “T.B.M”, è caratterizzata dai suoi complessi popolari alti 15 piani di color grigio ed è divisa in settori, indicati con due lettere (R o M), seguiti da un numero
che va dall’ 1 al 10.
Il peggior lotto di Tor Bella Monaca è la famosa R5, costituita da un
lungo vialone, ossia Via dell’Archeologia; questo viale è mal frequentato sia di giorno che di notte ed è quotidianamente scenario di aggressioni a persone di altra nazionalità. Dal 1990 ad oggi Tor Bella
Monaca è stata praticamente abbandonata a se stessa: ognuno fa come
gli pare, ognuno detta le proprie leggi. La maggior parte delle persone
a Tor Bella Monaca si arrangia giorno per giorno per arrivare a fine
mese, vive di espedienti, piccole truffe e raggiri. Per la maggior parte,
la casa è la strada, gli adolescenti sono abbandonati a loro stessi con
situazioni particolari alle spalle e genitori separati o in carcere. La
gente, infatti, spesso non ha un lavoro regolare, a volte perché non
riesce a trovarlo, a volte perché traffica illegalmente. E dà la colpa agli
immigrati della difficoltà di trovare un lavoro.
Eppure molti bambini hanno la minimoto, e tutti i giovani il motorino, e vanno in giro senza casco e ignorando le regole.
La malavita a Tor Bella Monaca non si muove sotto, ma si muove in
superficie, tra comitive di ragazzi con doppi tagli ai capelli, tatuaggi e
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di
Walter
La Storia
piercing: questa è la Gomorra Romana. Molti giovani lasciano la scuola
prima di prendere il diploma, e non trovano lavoro o non lo cercano
proprio. Passano la giornata in comitiva, nel quartiere, facendo sempre le solite cose: chiacchiere, una canna, e quando si vogliono divertire vanno a menare qualcuno o a rubare un motorino (ma non nel
quartiere, altrimenti gli tagliano le gambe).
Negli ultimi 10 anni Tor Bella Monaca è molto cambiata, ma non in
meglio, bensì in peggio: è aumentato il razzismo e la zona è diventata
quasi invivibile per chi non è del “giro”, è come una casta: non entri
se non conosci. La gente ti scruta continuamente ti senti gli occhi addosso e sguardi di sfida ovunque. A quel punto pensi che sia meglio
togliere il disturbo.
I media descrivono Tor Bella Monaca come la discarica di Roma e
molte volte “pompano” le notizie, come è successo a fine marzo,
quando un ragazzo bengalese è stato aggredito da quattro minorenni
e un maggiorenne, e poi picchiato perché aveva un cellulare vecchio e
quindi di nessun valore. Il vero motivo, però, non era il cellulare, ma
solo il gusto di picchiarlo. In mezzo a questo gruppo di ragazzi c’era
un mio amico che si è fatto ben 8 mesi di arresti domiciliari, ed era uno
dei pochi che non avevano fatto parte dell’aggressione: è stato condannato solo perché non ha fermato i suoi amici. Però il giudice non
sa cosa vuol dire andare contro quel tipo di amici: vuol dire ritrovarsi
tutto il quartiere contro.
Tant’è vero che, a metà aprile, una pattuglia dei Vigili Urbani è stata aggredita da circa 200 persone dopo che aveva fermato e chiesto i documenti da un ragazzo in motorino. Alcuni vigili sono finiti in ospedale
con prognosi dai 30 ai 40 giorni.
Per il mio amico, otto mesi dentro casa sono stati pesanti. Ora non frequenta più quegli amici, ma non va a scuola, e si è messo a lavorare con
il padre.
Se ci fosse più polizia in giro per le strade, forse si potrebbe riportare
un po’ di ordine: gli anziani lo vorrebbero. Forse per alcuni sarebbe importante trovare lavoro, per altri no: preferiscono fare i delinquenti.
Queste sono storie che se non le vivi non le puoi sapere, in quei viali
affollati da “pischelli” in comitiva che ascoltano musica napoletana,
anziani accampati con seggiolini e tavolini portatili, che si fanno la partitella a briscola e tresette, bambini che crescono per la strada. Questa
è Tor Bella Monaca.
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