La gestione dei canili - CG Edizioni Medico Scientifiche
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La gestione dei canili - CG Edizioni Medico Scientifiche
La gestione dei canili aspetti legali, gestionali, comportamentali, organizzativi a cura di Roberto Marchesini CARATTERISTICHE formato 17 x 24 cm 346 pagine 80 tabelle 8 figure brossura PREZZO € 42,00 ISBN 978-88-7110-215-3 Target Operatori cinofili, addetti ai presidi zooantropologici in libreria da settembre 2007 C.G. Edizioni Medico Scientifiche Via Viberti, 7 10141 Torino tel 011.33.85.07 fax 011.38.52.750 [email protected] www.cgems.it Il canile rappresenta sempre di più il punto di confluenza delle problematiche riguardanti l’integrazione del cane all’interno della famiglia e più in generale della società, da qui l’urgenza di modificare lo statuto di questi centri nelle loro coordinate strutturali, gestionali e di servizio. Nella visione tradizionale il canile è sempre stato interpretato come luogo di accoglienza, da cui il termine di “rifugio”, deputato a ospitare nel migliore dei modi i cani che per diversi motivi venivano rifiutati dal consesso sociale. Le amministrazioni locali che, a seguito della legge quadro 281/91 e dei relativi recepimenti regionali, si sono dovute confrontare con il problema del mantenimento dei cani abbandonati o rinunciati hanno giocoforza affrontato la questione dando priorità ai bisogni di locazione, alimentazione, prevenzione sanitaria ossia mettendo in atto servizi di accoglienza dei cani e non di interfaccia con la società civile. Il canile, dato in gestione ad associazioni zoofile o a privati e sostenuto da capitolati basati sul mantenimento, in breve tempo ha assunto il profilo sinistro di “discarica di cani”, incapace di promuovere servizi di prevenzione dell’abbandono e di adozione. La mancanza di un progetto complessivo di turn over dei cani ospitati e parallelamente il persistere di una mentalità tesa a vedere il canile come un centro a valle dei processi di smagliatura dell’integrazione sociale e affiliativa del cane sta portando al collasso queste strutture. La visione pietistica che informa il concetto di rifugio induce a mantenere i cani all’interno e a trasmettere un’immagine non valorizzata degli stessi ma a insistere sul tasto della compassione, limitando l’orizzonte dei potenziali adottanti. Questo saggio intende superare questa lettura del canile per lanciare una nuova missione per tali strutture al fine di rispondere alle esigenze che sempre più emergono nella società, riferibili ai bisogni di integrazione del cane piuttosto che a quelli protezionistici di mantenimento. Pensare il canile come presidio zooantropologico significa innanzitutto favorire l’interfaccia tra queste strutture e la società civile attraverso servizi specifici di consultorio aperti al pubblico tesi a dare consulenza di prevenzione in tutte quelle situazioni dove si registra una criticità affiliativa del cane che rischia la rinuncia e nei processi di orientamento e sostegno all’adozione. Per far questo è peraltro indispensabile modificare la percezione dei cani ospitati, da soggetti che devono unicamente muovere la compassione a soggetti che vanno valorizzati partendo dalle loro caratteristiche specifiche. Di conseguenza diviene necessario lavorare sui cani impostando in primis un testaggio che sappia valutare le loro caratteristiche caratteriali e le attività di terapia e di training comportamentale per renderli adottabili. Ovviamente questa rivisitazione del canile implica una riformulazione delle coordinate strutturali, gestionali e di servizio di questi centri ma altresì una metamorfosi profonda della percezione stessa di tali strutture. Questa trasformazione richiede di rivedere la formazione del personale interno, operatori e volontari, e di impostare delle strategie manageriali di corretta gestione delle risorse. Il saggio che qui proponiamo intende dare delle linee guida per implementare progetti di formazione e di gestione interna dei canili che sappiano andare nella direzione dei servizi zooantropologici e parimenti delle direttive circa le caratteristiche strutturali che consentono di metterli in atto. Roberto Marchesini a cura di Roberto Marchesini Presidente SISCA (Società Italiana Scienze Comportamentali Applicate), Direttore SIUA (Scuola di Interazione Uomo Animale) Sintesi del piano dell’Opera Hanno collaborato • Prefazione CAPITOLO 8 L’INTERVENTO DI TRAINING IN CANILE di Luca Spennacchio CAPITOLO 1 IL CANILE COME PROBLEMA CULTURALE di Roberto Marchesini CAPITOLO 2 ANALISI STRUTTURALE DEL CANILE: LE NORMATIVE E LE OPZIONI di Olga Pattacini e Isabella Bertoldi CAPITOLO 3 IL CANILE COME PRESIDIO IGIENICO-SANITARIO di Tommaso Furlanello CAPITOLO 4 L’APPROCCIO ZOOANTROPOLOGICO ALLA QUESTIONE DEI CANILI di Roberto Marchesini CAPITOLO 5 VALUTAZIONE DEI CANI, CATEGORIE DI ATTRIBUZIONE E PROTOCOLLI DI TESTAGGIO di Maria Chiara Catalani CAPITOLO 6 L’INTERVENTO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE IN CANILE di Raimondo Colangeli e Franco Fassola CAPITOLO 7 PATOLOGIE COMPORTAMENTALI ALL’INTERNO DEI CANILI. STUDIO PRELIMINARE DI EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA di Sabrina Giussani CAPITOLO 9 CUCCIOLI IN CANILE di Tomas Pirani CAPITOLO 10 IL VOLONTARIATO: TRA RISORSA E CRITICITË di Laura Corona CAPITOLO 11 LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI E DEGLI OPERATORI DEL CANILE di Elena Chiara Garoni CAPITOLO 12 STUDIO, REALIZZAZIONE E FOLLOW-UP DI UN CORSO DI BASE PER OPERATORI ZOOFILI. DUE CASI di Pierpaolo Paralovo CAPITOLO 13 LE STRUTTURE DI RICOVERO PER CANI: LA PENSIONE E IL CANILE di Veronica Papa CAPITOLO 14 PROBLEMI DI BIOETICA IN CANILE di Gaspare Petrantoni CAPITOLO 15 BUON CITTADINO A 4 ZAMPE di Luisella Vitali e Luca Spennacchio Via C. Viberti, 7 - 10141 Torino - Tel 011.33.85.07 - Fax 011.38.52.750 www.cgemsformazione.it - www.cgems.it