"Dentro il libro" - Ritratti d`autore: Gabriel Garcia Marquez

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"Dentro il libro" - Ritratti d`autore: Gabriel Garcia Marquez
"Dentro il libro" - Ritratti d'autore: Gabriel Garcia Marquez
Lunedì 09 Giugno 2014 17:00
Era il 17 aprile quando uno tra i maggiori scrittori del nostro tempo si spegneva. In occasione
della morte di Gabriel Garcia Marquez, la stampa internazionale si è scatenata ed abbiamo
imparato tutto di lui: la nascita ad Aracataca, la professione di redattore e reporter, la sua intima
amicizia con Fidel Castro, il realismo magico e la celebrità planetaria con
Cent'anni di solitudine
– nostro
Libro del Mese di Giugno 2014
, il
Premio Nobel per la Letteratura
nel 1982...
Anche Il Club del Libro ci ha messo del suo, dedicandogli due articoli: In ricordo di Gabriel
Garcia Marquez
, già il
giorno successivo alla sua scomparsa, ed un altro a distanza di un paio di settimane:
Ancora su Garcia Marquez: Gabo, ultima fermata Macondo
.
Ed è proprio a Macondo, l'immaginaria cittadina fluviale immersa nella foresta colombiana in
cui Gabo ha ambientato molte sue opere, che Il Club del Libro è volato questo mese. Gli iscritti,
durante le votazioni per la scelta del Libro del Mese di Giugno 2014, si sono espressi con un
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voto pressoché plebiscitario: un ultimo omaggio a
Gabriel Garcia
Marquez
attraverso
la lettura di quello che è il suo romanzo più noto ed una delle opere più significative della
letteratura dello scorso secolo,
Cent'anni di solitudine
. Pubblicato nel 1967, è stato tradotto in trentasette lingue, ha venduto oltre venti milioni di
copie ed è stato votato come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta
(seconda solo al
Don Chischiotte
).
Le vicende della famiglia Buendia diventano occasione per rispolverare miti e leggende locali –
base del realismo magico di Marquez –, ma soprattutto per interpretare e riflettere su eventi
storici della Colombia.
Mentre la Storia cambia il mondo ed arriva anche a Macondo, la famiglia Buendia affonda
sempre più tra le sue disgrazie, che si protraggono per un secolo e per sette generazioni, fino al
tragico epilogo in cui tutto viene, infine, "a galla", appena in tempo per essere spazzato via. La
ripetitività del tempo e degli eventi e, al contempo, l'immobilità della natura umana; il rapporto
tra i vivi ed i morti; le conseguenze dell'amore e l'incesto; la solitudine che ogni individuo si
porta dentro, nella famiglia Buendia ben più che in altre.
Accanto alla tematica storica, sociale e psicologica, numerosi sono i riferimenti all'esoterismo
ed all'alchimia (non dimentichiamo che la madre di Marquez era una sedicente
chiaroveggente).
Molti sono i riferimenti autobiografici di Garcia Marquez: alcuni personaggi hanno, addirittura,
nomi e cognomi di familiari dello scrittore.
Lo stesso nome di Macondo sembrerebbe, inoltre, derivare dal villaggio bananiero di Makond,
nei pressi di Aracataca, città natale dello scrittore. Garcia Marquez, bambino, ci passava
davanti e, sbirciando all'interno, intravedeva una realtà del tutto nuova ed idilliaca – i gringos
vivevano vite "diverse", abitavano case belle, le loro donne erano affascinanti ed eleganti –
proprio come la sua Macondo avrebbe voluto essere, diventando, da villaggio di case di fango,
una moderna cittadina con tanto di collegamento ferroviario.
Una tra le più celebri – e, forse, la più aspra – stroncatura a Cent'anni di solitudine è quella di P
ier Paolo Pasolini
, che riteneva «
semplicemente ridicolo
» considerarlo un capolavoro. Certo che è l'atmosfera del romanzo, il linguaggio semplice
eppure profondamente evocativo di Marquez, i suoi personaggi
sui generis
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non possono passare inosservati: e questo sia che si pensi che «
si tratta del romanzo di uno scenografo o di un costumista [...], quasi ad uso di una grande casa
cinematografica americana
», sia che si pensi che sia diventato a buon diritto un classico della letteratura del Novecento.
L'esordio letterario di Garcia Marquez risale però a dodici anni prima con la pubblicazione di Fo
glie morte
, già ambientato a Macondo, seguito da
Nessuno scrive al colonnello
(1958), romanzo breve pubblicato in rivista a puntate, e
La mala ora
(1966), romanzo caratterizzato da continui echi e rimandi a personaggi (tra i quali figura anche
un Aureliano Buendia!) e situazioni apparsi nelle sue opere precedenti.
Già dalla fine degli anni Quaranta, in contemporanea all'inizio della sua attività di redattore,
reporter ed opinionista, Gabo iniziò a dedicarsi alla scrittura, ma è dagli anni Sessanta che lo
fece con continuità, scrivendo non solo romanzi ma anche raccolte di racconti, saggi ed un paio
di sceneggiature. In quello stesso periodo (anni Sessanta e Settanta), fu protagonista dello
sviluppo ed espansione della letteratura latinoamericana nel mondo, insieme ad altri tre
romanzieri: il peruviano Mario Vagas Llosa (Premio Nobel per la Letteratura 2010), l'argentino
Julio Cortazar ed il messicano Carlos Fuentes.
Dopo Cent'anni di solitudine, che lo consacrò, nei decenni a seguire quasi tutti i suoi romanzi
riscossero un enorme successo: basti pensare a
Cronaca di una
morte annunciata
(1981), a
L'amore ai tempi del colera
(1985), a
Dell'amore e di altri demoni
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(1994). Nell'ultima parte della sua vita, Garcia Marquez si dette all'autobiografia, pubblicandone nel
2002 la prima parte (con i suoi ricordi d'infanzia e di giovinezza) con il titolo Vivere per
raccontarla
.
Il saggio Non sono venuti a far discorsi (2010) raccoglie, invece, i testi di suoi discorsi e
conferenze: coprono l'intero arco della sua vita, dal 1944 al 2007, e lasciano emergere le sue
testimonianze di vita, così come le sue convinzioni su temi universali e di profonda attualità.
(articolo a cura di Elisa Gelsomino)
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