wifiau broadcas - Elettronica In
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wifiau broadcas - Elettronica In
N on è trascorso tanto tempo da quando abbiamo presentato il progetto di un sistema capace di diffondere annunci pubblicitari o “radio tematizzate” (anche se di radio c’è nulla...) sfruttando la rete locale come mezzo di propagazione e già ci siamo attrezzati per rivisitarlo in funzione della rete dati che oggi va per la maggiore, soprattutto nel settore consumer: il WiFi. In questo articolo vogliamo quindi proporvi quello che si presenta come la naturale evoluzione del progetto Ethernet Broadcaster apparso nel fascicolo di maggio 2015; le finalità rimangono le stesse, ovvero consentire la diffusione di musica o di messaggi audio personalizzati. Oltre che per adattarsi alla tendenza che vede il WiFi sempre più diffuso (lo abbiamo in tutti gli smartphone, ad esempio...) questo nuovo progetto l’abbiamo voluto per superare le barriere fisiche imposte dalla rete cablata. Come nell’Ethernet Broadcaster, un unico circuito realizzerà l’unità trasmittente e la ricevente, così da semplificare l’hardware. Il sistema utilizzerà i protocolli definiti dallo standard IEEE 802.11 per creare dei 62 Unità ricetrasmittente per diffondere file audio mp3 tramite WiFi. dell’ing. LUCA PASCARELLA Luglio / Agosto 2016 ~ Elettronica In Networking WIFI AUDIO BROADCASTER collegamenti senza fili e diffondere via RF l’audio campionato. Il circuito che proponiamo è dunque un WiFi Broadcaster e consente, nella modalità trasmittente, di campionare un segnale audio analogico e trasmettere il flusso digitale corrispondente a un altro dispositivo omologo o ad un qualsiasi riproduttore digitale compatibile con gli standard adoperati (SHOUTcast e IceCast). Il circuito impostato da ricevente, a sua volta provvederà a ricostruire il segnale analogico precedentemente digitalizzato. Il WiFi Broadcaster è inoltre compatibile con l’Ethernet Broadcaster, pertanto è possibile realizzare sistemi sia omogenei, quindi composti esclusivamente da moduli WiFi, sia eterogenei, composti da moduli wireless e moduli cablati. In relazione alla soluzione scelta sarà necessario o meno l’impiego di un comune Access Point di rete, infatti, nel caso si scelga di usare esclusivamente i moduli WiFi sarà possibile configurare un’unità in modalità SoftAP e collegare fino a 4 moduli (client) al punto di accesso virtuale, creando così una rete privata di sole unità Broadcaster. Elettronica In ~ Luglio / Agosto 2016 63 [schema ELETTRICO] 64 Luglio / Agosto 2016 ~ Elettronica In SCHEMA ELETTRICO Diamo adesso uno sguardo allo schema elettrico, che a grandi linee è simile a quello dell’Ethernet Broadcaster. L’unità principale, infatti rimane il microcontrollore PIC32MX695F512H (U2), che rappresenta ancora il top di gamma della famiglia 32MX Microchip in quanto è dotato di 512 kByte di memoria programma e 128 kByte di RAM, inoltre è dotato di tutto l’hardware necessario per interfacciarsi con un dispositivo USB 2.0. Il microcontrollore integra periferiche standard come la Serial Peripheral Interface (SPI) usata per comunicare con il chip U7 ed il modulo U4, l’Inter Integrated Circuit (I²C) per dialogare con l’esterno tramite il connettore J7 ed l’Universal Asynchronous Receiver-Transmitter (UART), utilizzata anche essa per comunicare opzionalmente con U7 o l’ambiente esterno tramite J7. Continuando la descrizione del circuito stampato, il secondo componente in ordine d’importanza è U7: si tratta di VS1063, che è un MP3 slave processor realizzato dalla VLSI Solution, da noi già utilizzato in passato per le ottime caratteristiche, tra cui la possibilità di riprodurre o registrare flussi audio codificati in diversi formati, come il diffusissimo MPEG-1/2 Audio Layer 3 (MP3) e lo stretto rivale royaltyfree Ogg Vorbis. I due componenti principali, U2 ed U7 dialogano per mezzo di un canale SPI condiviso con U5; in particolare, abbiamo scelto la periferica SPI numero 2 ed ulteriori quattro linee digitali: xCS, XDCS, RESET e DREQ. Le prime tre linee sono segnali d’ingressi per U7 e corrispondono rispettivamente al chip select (SPI mode) per la sezione controllo dell’U7, al chip select per la sezione dati e al reset per sincronizzare il decoder e il microcontrollore allo startup del sistema. L’ultima linea, siglata DREQ, corrisponde ad un output del VS1063 e serve per segnalare al microcontrollore host (quello che si interfaccia con il VS1063) sia la disponibilità di spazio nella propria memoria FIFO, sia per ricevere nuovi comandi e nuovi dati. Sullo stesso bus SPI è collegata la memoria Flash SST25VF032B siglata U5, che ha un’architettura CMOS Flash ed una capacità di 2 MByte, quindi è in grado di ospitare tutte le pagine web dell’applicazione e le librerie jQuery su cui si basa la dinamicità delle pagine web. L’inegrato U5 è controllato anche da ulteriori due segnali generati da U2, WP e HOLD che consentono rispettivamente di bloccare e inibire momentaneamente la scrittura di nuovi contenuti al suo interno. Invece, il canale 3 del bus SPI è impiegato per comunicare in maniera prioritaria con il modulo U4, ovvero il transceiver WiFi MRF24WG0MA. Per quanto riguarda la sezione d’alimentazione, il circuito è dotato di ben due regolatori Low Dropout regulator (LDO), ospitati dallo stesso package (SOT236) che nello schema elettrico è chiamato U6. Quest’ultimo, siglato AP7312-1828, è un regolatore estremamente preciso ed economico che fornisce in uscita due tensioni stabilizzate, rispettivamente di 1,8 V e 2,8 V, con una corrente massima di 150 mA per uscita. Per alimentare il microcontrollore principale e il resto della componentistica a 3,3 V (Modulo WiFi ed SPI Flash) si è scelto di usare un High Efficiency, Low Ripple, Step-down Converter (più familiarmente, un DC/DC converter ad alta efficienza) siglato U3, capace di erogare fino ad Elettronica In ~ Luglio / Agosto 2016 65 Fig. 1 Configurazione della modalità SoftAP o della modalità ClientAP. 1 A di corrente da una tensione d’alimentazione massima di 5,5 V. L’impiego di uno switching al posto di un LDO in questo caso si è reso necessario per via del maggiore consumo energetico e quindi in un’ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili, un DC/DC converter è più efficiente di un LDO, anche se comporta un maggiore residuo di ripple sull’uscita ed un maggior numero di componenti esterni (C20, L2, R9, R12, C19 e C21) richiesti; fortunatamente a noi va bene un converter switching in quanto nel circuito, sulla linea dei 3,3 V non abbiamo circuiti analogici. Per le sezioni analogiche abbiamo invece usato un LDO, come descritto in precedenza. Per completare la descrizione 66 della sezione di potenza, diciamo che l’ultimo componente impiegato è il MC34063 (in sigla U1) anche esso un DC-DC converter, questa volta molto meno “preciso” di U3; il suo compito è accettare un’alimentazione in ingresso compresa tra i 7 V e i 15 V e ridurla a 5 V massimo 1,5 A dalla quale i componenti di precisione Luglio / Agosto 2016 ~ Elettronica In (U3 e U6) produrranno le rispettive tensioni di lavoro. La tensione di 5 V generata da U1 è utilizzata anche per fornire alimentazione alla porta USB. Per ottenere gli 80 MHz necessari a U2 si è scelto di usare un quarzo X2 da 20 MHz che tramite opportune sequenze di moltiplicazione e divisione selezionabili da software produce il segnale ad 80 MHz per la CPU ed il segnale a 48 MHz necessario al funzionamento della USB. Nello schema è presente anche il quarzo X1 da 32,768 kHz, che viene impiegato per generare il clock per scandire lo scorrere del tempo nell’RTC interno al PIC al fine di poter avere delle funzionalità software di tempo e calendario. Infine l’ultimo oscillatore al quarzo è il componente X3 da 12,288 MHz che è impiegato per far funzionare U7, anche quest’ultimo chip utilizza al suo interno uno stadio moltiplicativo 2x per generare il clock di riferimento a 24,576 MHz, tale frequenza è il valore consigliato per poter impiegare correttamente la codifica o la decodifica di flussi audio a 48 kHz (24,576 MHz diviso 512). Il circuito è completato da opportuni filtri in serie agli ingressi e alle uscite analogiche ed in particolare dall’impiego, su ognuno dei canali audio, di ferriti da 600 Ω a 100 MHz che hanno l’obiettivo di attenuare i disturbi elettromagnetici. Fig. 2 - Codice esadecimale generato in corrispondenza della passphrase “ElettronicaIN”. . e ch i ità M en s ile a ic on r tt e l E e d l ie w w it l a u r t t at lic pp a a, w .e le t t a fic n o à t at i sc o ,n i r o n ic a o n ec t a c i v t en g lo in t i . a c i on r t t le e ’ l e lo tr n I