operazione umanitaria analisi dei fatti luglio 2006 – maggio 2009

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operazione umanitaria analisi dei fatti luglio 2006 – maggio 2009
OPERAZIONE UMANITARIA
ANALISI DEI FATTI
LUGLIO 2006 – MAGGIO 2009
LUGLIO 2011
MINISTERO DELLA DIFESA
REPUBBLICA DEMOCRATICA SOCIALISTA DELLO SRI LANKA
(Testo originale in inglese – Traduzione non ufficiale)
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
SOMMARIO
I.
RESOCONTO EFFETTIVO
A. Panoramica generale sul rapporto
B. Panoramica generale sull’Operazione Umanitaria
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5
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PARTE PRIMA
II.
CONTESTO GENERALE
A. Panoramica generale sul LTTE
B. Le atrocità del LTTE contro i civili
C. Impiego di bambini soldato da parte del LTTE
D. Pulizia etnica effettuata dal LTTE
E. Attacchi alla democrazia da parte del LTTE
F. La minaccia globale lanciata dal LTTE
G. La messa al bando del LTTE
III.
ESTENSIONE E SCOPO DEL COMANDO LTTE
A. Potenza del comando LTTE
B. Numero dei vari gruppi
C. Forze combattenti di terra
D. L’ala delle Tigri di Mare
E. L’ala delle Tigri d’Aria
F. L’ala delle Tigri Nere (Suicide)
G. L’ala dell’Intelligence
H. Rete dei sostenitori
I. Meccanismi di supporto internazionale
J. Rete criminale internazionale
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
IV.
GLI SFORZI DEL GOVERNO PER LA NEGOZIAZIONE DI UN ACCORDO
A. Panoramica generale
B. I negoziati di Thimphu – Luglio/Agosto 1985
C. L’accordo Indo-srilankese – Luglio 1987
D. I negoziati di pace – Maggio 1989/Giugno 1990
E. I negoziati di pace – Ottobre 1994/Aprile 1995
F. L’intervento norvegese facilita l’instaurazione della pace
Febbraio 2002/Gennaio 2008
G. Il comportamento del LTTE tra il 2002 e il 2006
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PARTE SECONDA
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
A.
B.
C.
D.
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
LE OPERAZIONI NEL WANNI
L’OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEI CIVILI
ACCOGLIENZA DEI CIVILI
ASSISTENZA UMANITARIA
PROCEDURE OPERATIVE GENERALI E PREPARATIVI PER
SALVAGUARDARE LA VITA DEI CIVILI
Procedure generali
Esercito dello Sri Lanka
Marina militare dello Sri Lanka
Aeronautica militare dello Sri Lanka
A.
B.
C.
D.
SALVAGUARDIA DEI DIRITTI CIVILI
Quadri istituzionali
Formazione sui Diritti Umani e sul Diritto Umanitario Internazionale
Sorveglianza delle presunte violazioni
Indagini e procedimenti giudiziari
XI.
3
47
56
64
73
74
75
75
75
76
77
80
80
80
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Pagina
PARTE TERZA
XII.
CONSEGUENZE DELL’OPERAZIONE UMANITARIA
XIII. CONCLUSIONI
4
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
I. RESOCONTO EFFETTIVO
A. Panoramica generale sul rapporto
1. Questo rapporto presenta il contesto effettivo e operativo dell’operazione umanitaria condotta dal
Governo dello Sri Lanka tra luglio 2006 e maggio 2009 per liberare il paese dal comando LTTE.
Un’analisi dei fatti dimostra il motivo per cui il Governo Sri Lankese elaborò una strategia militare
contro il LTTE e la ragione per cui le Forze di Sicurezza impiegarono un tale livello di violenza, e si
concentra sui provvedimenti a favore del rispetto e della tutela dei civili presi dal Governo ad ogni tappa
dell’operazione.
2. La prima parte del rapporto fornisce un contesto dettagliato del LTTE, attraverso un dossier sulle
atrocità passate, sulla portata ed evoluzione dell’organizzazione e sul continuo rifiuto di una soluzione
pacifica. Al termine della prima parte è chiaro il motivo per cui il Governo dello Sri Lanka non abbia
avuto scelta e abbia perseguito una strategia militare contro il LTTE.
3. La seconda parte tratta delle ragioni per cui le Forze di Sicurezza impiegarono un tale grado di violenza
e determinate tipologie strategiche, e dimostra come tutti gli aspetti dell’Operazione Umanitaria furono
pianificati ed eseguiti alla luce di una preoccupazione profonda per le vite di tutti i cittadini Sri Lankesi.
Questa sezione descrive gli interventi intrapresi per ridurre al minimo il numero di vittime tra i civili
con un’analisi dell’addestramento e delle politiche pre-operative e delle tattiche specifiche impiegate
nelle battaglie ad est del paese e a Wanni.
4. La terza parte conclude il rapporto con una panoramica generale sulle conseguenze della guerra e prova
che l’Operazione Umanitaria fu giusta, sia nel modo in cui fu condotta che relativamente ai risultati.
B. Panoramica sull’Operazione Umanitaria
5. In Sri Lanka il LTTE condusse per trent’anni una campagna di terrore e violenza che provocò la morte
di decine di migliaia di Sri Lankesi appartenenti a diverse etnie. Impiegando una combinazione di
tattiche terroristiche e di violenza convenzionale, il LTTE realizzò il massacro di civili innocenti,
attaccò obiettivi economici e istituzioni fondamentali, creando una mera psicosi che si ripercosse nella
vita quotidiana di diverse generazioni di Sri Lankesi. Inoltre, il comando assassinò oltre un centinaio di
leader politici eletti democraticamente, così come ufficiali del Governo di diverse etnie, il Capo di Stato
Sri Lankese e l’ex Primo Ministro indiano.
5
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
6. Inoltre, il LTTE minacciò e sottomise incessantemente i civili che vivevano a nord e a est del paese, in
modo particolare nelle zone in cui l’organizzazione dominava, reclutando bambini come soldati,
spargendo mine in aree civili, impegnandosi in campagne di pulizia etnica e privando i cittadini dei
diritti umani fondamentali e delle libertà democratiche. Ovunque, in Sri Lanka, la popolazione era
terrorizzata dal LTTE e costretta a vivere in uno stato di eterna paura e insicurezza.
7. Il LTTE fu riconosciuto come una delle organizzazioni terroristiche più spietate e sofisticate al mondo.
L’impiego del terrorismo, della guerriglia e di tattiche convenzionali attraverso forze militari semi
convenzionali, e la possibilità di accedere a centinaia di migliaia di dollari provenienti da attività
criminali, contributi volontari ed estorsione di individui in tutto il mondo, trasformarono il comando
LTTE in un nemico formidabile che scampò ripetutamente alla sconfitta militare.
8. Durante il lungo conflitto armato con il LTTE, il Governo dello Sri Lanka tentò continuamente di
convincere il comando a partecipare a negoziati di pace con l’obiettivo di trattare e raggiungere
pacificamente un accordo. Anche i governi stranieri contribuirono al raggiungimento di questo obiettivo
in due occasioni: nel 1987, quando i governi di India e Sri Lanka firmarono l’Accordo Indo-Sri
Lankese, che sfociò nell’istituzione di una Forza Indiana per il Mantenimento della Pace (IPKF) in Sri
Lanka per due anni, e nel 2002, quando il negoziato di pace fu facilitato dalla Norvegia. In ogni
tentativo per la negoziazione di un accordo, il LTTE respinse qualsiasi soluzione pacifica della pace e
impiegò il periodo di cessazione delle ostilità tra un incontro e l’altro per riorganizzarsi, rifornirsi di
armi e rafforzare le proprie abilità militari.
9. Durante il cessate il fuoco che seguì l’ultimo negoziato di pace, il LTTE chiuse uno dei principali canali
artificiali a Marvin Aru nel luglio 2006, lanciando così una terribile minaccia ai civili di tutte le etnie
del Distretto di Trincomalee. Quest’intervento fu seguito da un attacco organizzato del LTTE su diversi
fronti con lo scopo di prendere possesso del porto strategico di Trincomalee e delle zone circostanti.
Considerando l’immediata minaccia alla vita dei civili, la storia delle atrocità inflitte a questi ultimi e le
continue violazioni al cessate il fuoco da parte del LTTE, il Governo Sri Lankese non ebbe scelta e
avviò un’Operazione Umanitaria per liberare la popolazione dell’est e del nord dalla minaccia del LTTE
e cancellare la paura dei cittadini Sri Lankesi nei confronti di tale organizzazione terroristica.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
10. Mentre l’Operazione Umanitaria continuava nell’interesse del paese, un gruppo sempre più isolato del
LTTE si circondò con uno scudo umano di migliaia di civili nel tentativo brutale di autotutelarsi. Il
LTTE tratteneva a forza i civili, li tenevano in ostaggio con modi violenti e mettevano volutamente a
repentaglio le loro vite confondendo i combattenti coi civili e utilizzando luoghi civili protetti per le loro
attività militari.
11. Consapevoli delle atrocità compiute dal comando LTTE, della portata e dell’evoluzione di
quest’organizzazione e dell’evidente pericolo a cui erano esposti migliaia di civili in mano al LTTE, il
Governo dello Sri Lanka ebbe la responsabilità e il dovere di sconfiggere tale organizzazione e liberare i
civili tenuti nelle loro grinfie. Le Forze di Sicurezza agirono con la violenza necessaria per portare a
termine questo compito in proporzione con la minaccia che sovrastava il paese.
12. Il Governo dello Sri Lanka fece ogni sforzo per proteggere i civili nella zona del conflitto con la
creazione di Corridoi Sicuri e Zone Franche, e aderendo a una politica di “Zero Vittime tra i Civili” che
fu trasmessa a tutte le truppe attraverso l’addestramento e gli ordini operativi. Lo Sri Lanka assunse
anche un ruolo proattivo ed estensivo nel fornire assistenza umanitaria ai civili prima, durante e dopo il
conflitto. Nonostante il chiaro intento del Governo e delle numerose precauzioni prese, in una battaglia
di tale portata fu impossibile evitare vittime tra i civili, soprattutto contro un nemico spietato che
metteva appositamente a repentaglio le loro vite.
13. Il 18 maggio 2009 lo Sri Lanka sconfisse il LTTE, ponendo così fine a trent’anni di conflitti e
sofferenze. Il Governo fornì un’immediata assistenza umanitaria ai civili che erano tenuti prigionieri dal
LTTE e si impegnò a trasferire rapidamente gli sfollati nei loro villaggi originari.
14. Oggigiorno, gli Sri Lankesi di tutte le etnie e di ogni zona dello Sri Lanka, sono liberi dalla minaccia del
LTTE e non vivono più nella paura. A nord e a est del paese è stata ristabilita la democrazia e si sono
riprese le procedure elettorali dopo decenni, gli sfollati sono stati riportati nelle loro case, gli edifici
sono stati riparati, l’economia ha ripreso slancio, gli ex-gruppi armati hanno abbandonato le armi e sono
entrati in politica, i bambini soldato coscritti dal LTTE sono ritornati dalle loro famiglie, e gli altri
militari che si sono arresi sono stati reintegrati nella vita civile dopo un periodo di reinserimento sociale.
Gli Sri Lankesi hanno iniziato un processo di ricostruzione delle loro vite e del loro paese.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
PARTE PRIMA
II. CONTESTO GENERALE
A. Panoramica generale sul LTTE
15. Il comando LTTE è uno dei tanti gruppi militari organizzati che tentò di evitare l’entrata della comunità
tamil nel processo di democratizzazione degli anni ’70. Per raggiungere i loro scopi, questi gruppi
impiegavano la violenza armata e durante gli anni ’80, ad eccezione del LTTE, iniziarono a trattare con
il Governo dello Sri Lanka rinunciando così alla violenza.
16. Nella storia dello Sri Lanka è capitato spesso che il governo sia entrato in trattativa con i gruppi
militanti al fine di integrarli nella vita politica. Il Fronte di Liberazione del Popolo (Janatha Vimukthi
Peramuna o JVP), un movimento Sri Lankese radicale che tentò di rovesciare il Governo attraverso la
violenza armata all’inizio degli anni ‘70 e alla fine degli anni ’80, entrò in politica nel 1994 in seguito a
negoziati con il Governo dello Sri Lanka e abbracciò da allora la democrazia. Analogamente, la
maggior parte dei gruppi armati di origine tamil accettò di abbandonare le armi e collaborare con il
Governo dello Sri Lanka per risolvere le problematiche.
17. Al contrario, il comando LTTE rifiutò di adottare metodi pacifici, diventando sempre più intransigente.
Il comando indebolì ed eliminò i gruppi armati tamil concorrenti e i partiti politici del nord e dell’est,
pretendendo arbitrariamente di detenere il ruolo di unico rappresentante dei tamil, e assassinò i tamil
dissidenti, come personaggi politici, ufficiali del governo, studiosi e intellettuali di ogni zona del paese.
Tra questi ricordiamo:
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Data
27 luglio ‘75
Obiettivo
Sig. Alfred Duraiappa
2 ottobre ‘80
Sig. Subramaniam
16 marzo ‘81
1 gennaio ‘82
19 gennaio ‘83
Sig. C. Thanabalasingham
Sig. K. Sundaram
Sig. K. T. Pullendran
12 agosto ‘83
14 agosto ‘83
1 settembre ‘85
Sig. A.G. Rajasooriyar
Sig. Kulasekaran
Sig. K. Thurairathnam
6 maggio ‘86
13 luglio ‘87
Sig. S. S. Sabaratnam
Sig. A. Amrthalingam
13 luglio ‘87
7 maggio ‘90
Sig. V. Yogeshwaran
Sig. S. Thambimuttu
29 luglio ‘99
14 agosto ‘05
Dott. Neelan Tiruchelvam
Sig. Lakshman Kadirgamar
Professione
Membro del Parlamento e Sindaco di
Jaffna
Coordinatore del Partito Nazionale Unito
(UNP) per Kilinochichi
Leader del gruppo armato TNT
Leader militare del gruppo armato PLOTE
Ex-membro del Parlamento e
Coordinatore dell’UNP per Vavuniya
Coordinatore Capo dell’UNP per Jaffna
Leader del gruppo armato TELA
Membro del Parlamento e del Fronte
Unito di Liberazione Tamil (TULF)
Leader del gruppo armato TELO
Ex-leader dell’Opposizione, Membro del
Parlamento e Segretario Generale del
TULF
Membro del Parlamento e del TULF
Membro del Parlamento e del Fronte
Rivoluzionario di Liberazione del Popolo
Eelam (EPRLF)
Membro del Parlamento e del TULF
Ministro Affari Esteri
(Vedi Allegato A per maggiori dettagli)
18. Dagli inizi, l’obiettivo ultimo del LTTE era costruire uno stato a parte esclusivamente per i tamil,
chiamato “Tamil Eelam”, che si sarebbe esteso nel nord e nell’est dello Sri Lanka. Lo stato avrebbe
occupato circa il 28,7% della superficie Sri Lankese e il 60% della costa.
19. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, il LTTE si impegnò in una lotta armata di notevole violenza
attraverso una lunga campagna di tattiche di guerriglia, azioni militari semi-convenzionali e terrorismo.
Il conflitto armato si concentrò principalmente nel nord e nell’est dello Sri Lanka, mentre la campagna
terroristica fu promossa in tutto il paese con conseguenze sulla stabilità politica, economica e sociale.
20. Lo scopo delle operazioni via terra del LTTE era duplice. In primo luogo, un obiettivo era infiltrarsi
nelle zone civili e compiere atrocità. come omicidi di massa in villaggi vulnerabili, per indebolire la
sicurezza e le funzioni amministrative del Governo dello Sri Lanka e diffondere panico e instabilità. In
secondo luogo, altro obiettivo era causare il massimo danno alle Forze di Sicurezza e alle istituzioni
militari, ricorrendo a tutte le forze armate e compiendo attacchi multipli combinati con tattiche semiconvenzionali, di guerriglia e terroristiche.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
21. Oltre alle avanzate abilità di combattimento via terra, il LTTE sviluppò una flotta navale sofisticata nota
come l’Ala delle Tigri di Mare. La flotta permise di affrontare le Forze di Sicurezza con operazioni
anfibie, tra cui confronti diretti e missioni suicide, e di mantenere contatti via mare per i rifornimenti
logistici provenienti dalla rete internazionale.
22. Unica al mondo tra le organizzazioni terroristiche, il LTTE riuscì a sviluppare anche una flotta aerea.
Oltre all’attacco da terra di mezzi aerei militari e civili, l’Ala delle Tigri d’Aria permise
all’organizzazione di effettuare operazioni offensive in tutto lo Sri Lanka, impiegando la propria flotta
aerea anche nelle ultime fasi del conflitto.
23. Altra componente fondamentale delle forze di attacco del LTTE fu la formidabile Ala delle Tigri Nere,
un’unità speciale che si occupava di condurre attacchi suicidi contro le Forze di Sicurezza e di compiere
attacchi terroristici contro i civili in tutto il paese e non solo. Infatti, le Tigri Nere organizzarono almeno
un attacco suicida anche nel sud dell’India.
B. Le atrocità del LTTE contro i civili
24. La campagna terroristica del LTTE fu una caratteristica preponderante dell’intero conflitto. Tale
campagna era mirata alla destabilizzazione del Governo dello Sri Lanka, paralizzando l’economia,
indebolendo gli oppositori del LTTE e l’esercito e alimentando una psicosi in tutto il paese. I civili
innocenti di tutte le etnie costituirono gli obiettivi degli attacchi terroristici e ne furono uccisi, mutilati e
feriti a migliaia.
25. Il LTTE organizzò attacchi mirati ai civili in tutto lo Sri Lanka impiegando bombe umane, autobombe,
bombe a orologeria, mine antiuomo Claymore, ordigni esplosivi improvvisati e attacchi armati. Gli
attacchi a civili innocenti con l’impiego di queste tecniche causarono circa 9.800 morti e oltre 10.000
feriti gravi nelle zone controllate dal Governo, mentre il numero di civili uccisi e feriti nelle aree
controllate dal LTTE è sconosciuto. Tra gli attacchi esplosivi che causarono più vittime si ricorda quello
alla stazione centrale degli autobus di Colombo nel 1987, con oltre 100 vittime, e il camion bomba alla
Banca Centrale nel 1996, con 86 vittime e oltre 1.300 feriti. Inoltre, furono compiuti diversi attacchi
armati, tra cui il massacro di 120 fedeli ad Anuradhnapura, nel luogo sacro ai buddhisti Sri Maha
Bodhiya nel 1985, e quello di 37 civili tra cui 33 monaci
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
buddhisti novizi a bordo di un autobus ad Aranthalawa nel 1987, o il massacro di 147 fedeli musulmani
alla Moschea Kathankudy a Batticaloa nel 1995. Tra gli attacchi su larga scala si ricordano:
Data
17 aprile ‘87
6 ottobre ‘87
11 aprile ‘89
24 luglio ‘96
5 maggio ‘98
29 settembre ‘98
29 novembre ‘99
15 giugno ‘06
Luogo
Habarana
Valachchenai
Trincomalee
Dehiwala
Maradana
Jaffna
Madhu Church
Kebetigollawa
Vittime
96
40
51
57
36
54
38
48
Feriti
44
43
356
270
66
86
Descrizione
Attacco su autobus passeggeri
Incendio su un treno postale
Autobomba
Bomba su un treno
Attacco su autobus passeggeri
Attacco su aereo civile
Armi leggere e mortai
Mine Claymore su un autobus
(Vedi Allegato B per maggiori dettagli)
26. Il LTTE attaccò anche i civili di villaggi vulnerabili, impiegando armi automatiche e leggere, spade,
machete, mazze e altre armi manuali. Gli attacchi furono realizzati principalmente di notte sotto a
sorpresa e gli obiettivi erano uomini, donne e bambini innocenti. Nel complesso, si stima che gli
attacchi del LTTE ai villaggi vulnerabili provocarono circa 1.950 morti e oltre 400 feriti tra i civili. Il
peggiore di questi attacchi si verificò nel villaggio musulmano di Eravur, nei pressi di Batticaloa,
nell’agosto 1990, e causò 173 vittime tra i civili. Tra gli attacchi si ricordano:
Data
29 novembre ‘84
10 ottobre ‘88
11 febbraio ‘89
29 aprile ‘92
15 ottobre ‘92
Villaggio
Dollar Farm
Mahakongaskada
Dutuwewa & Sinhapura
Krapola, Muthugala, A’thana
Palliyagodella &
Ahamedpura
Luogo
Welioya
Medawachichiya
Welioya
Polonnaruwa
Polonnaruwa
25 maggio ‘95
2 luglio ‘97
18 settembre ‘99
Kallarawa
Erakkandy
Galapitagala, Badirekka,
Borapola
Polonnaruwa
Trincomalee
Ampara
Vittime
33
44
37
130
146
Feriti
0
4
5
71
83
42
34
50
15
0
5
(Vedi allegato C per maggiori dettagli)
27. Gli attacchi del LTTE a obiettivi economici e alle principali infrastrutture civili ebbero lo scopo di
paralizzare l’attività economica dello Sri Lanka. Gli attacchi alla Banca Centrale di Colombo nel
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
1996 compromisero l’intero sistema finanziario. Gli attacchi all’Aeroporto Internazionale del paese di
luglio 2001, in cui furono completamente distrutti diversi aerei passeggeri, tra cui un Airbus A-340 e un
Airbus A-330, e gravemente danneggiati altri, ebbero un impatto devastante sull’industria del turismo
per molti anni. Il LTTE prese di mira anche la Raffineria Petrolifera di Kolonnawa in diverse occasioni,
l’ultima delle quali fu un attacco aereo effettuato nel 2007. Inoltre, il LTTE si concentrò su obiettivi
come i servizi e le infrastrutture fondamentali per i trasporti, per esempio la Stazione Centrale degli
autobus e la Stazione Ferroviaria di Colombo, e portò a termine attacchi anche su autobus, treni e aerei
civili.
Tra gli attacchi del LTTE si ricordano:
Data
3 maggio ‘86
7 maggio ‘86
21 aprile ‘87
6 ottobre ‘87
20 ottobre ‘95
31 gennaio ‘96
24 luglio ‘96
15 ottobre ‘97
24 luglio ‘01
26 maggio ‘08
Luogo
Aeroporto
Internazionale
Complesso Centrale
delle Telecomunicazioni
Stazione Autobus
centrale, Colombo
Valachchenai,
Batticaloa
Raffineria Petrolifera
Kolonnawa
Banca Centrale,
Colombo
Dehiwala, Colombo
World Trade Centre,
Colombo
Aeroporto
Internazionale
Treno, Dehiwala
Vittime
16
Feriti
0
Descrizione
Bomba su aereo civile
15
4
Esplosione di una bomba
106
295
40
0
Autobomba alla Stazione degli
Autobus
Attacco del LTTE
17
35
Raid armato
86
1.338
Camion bomba
57
12
356
113
Bomba su un treno
Autobomba
6
16
Attacco all’aeroporto
9
80
Bomba a orologeria
(Vedi Allegato D per maggiori dettagli)
28. Il LTTE si impegnò anche in una campagna brutale di omicidi. Tra le vittime di questa campagna si
annoverano anche due leader nazionali: l’ex-Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi, che nel 1991 fu
ucciso da un’attentatrice suicida, e l’allora Presidente Sri Lankese Ranasingha Premadasa, anch’egli
assassinato in un attacco suicida nel 1993. Nel 1999, il Presidente Sri Lankese Chandrika Kumaratunga
scampò alla stessa fine. Il LTTE assassinò anche il Ministero della Difesa Sri Lankese Ranjam
Wijeratna nel 1991 e, durante un periodo di cessate il fuoco, il Ministro degli Esteri Lakshman
Kadirgamar. Oltre alle personalità summenzionate, durante la campagna di omicidi l’organizzazione
causò la morte di altri personaggi noti, tra cui:
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Data
27 luglio ‘75
13 luglio ‘87
Obiettivo
Sig. Alfred Duraiappa
Sig. A.Amirthalingam
13 luglio ‘87
23 aprile ‘93
Sig. V. Yogeshwaran
Sig. Lalith Athulathmudli
Sig. Gamini Dissanayake
Sig. G. M. Premachandra
24 ottobre ‘94
Professione
Membro del Parlamento e Sindaco di Jaffna
Ex-Leader dell’Opposizione, Membro del
Parlamento e Segretario Generale del TULF
Membro del Parlamento e del TULF
Ex-Ministro della Sicurezza Nazionale
Candidato alla Presidenza dell’Opposizione
Membro del Parlamento e Leader dei Fronte
Democratico Nazionale Unito (DUNF)
Membro del Parlamento, Ex-Ministro
dell’Alimentazione e della Cooperazione
Membro del Parlamento e Leader del Partito
del Popolo dello Sri Lanka (SLMP)
Membro del Parlamento e del TULF
Ministro dello Sviluppo Industriale
Ministro della Costruzione Nazionale
Ministro delle Autostrade e dello Sviluppo
Stradale
Sig. W. Mallimarachchi
Sig. O. Abeygunasekera
29 luglio ‘99
7 giugno ‘00
8 gennaio ‘08
6 aprile ‘08
Dott. Neelan Tiruchelvam
Sig. C. V. Gooneratne
Sig. D. M. Dasanayake
Sig. Jayeraj Fernandopulle
(Vedi Allegato E per maggiori dettagli)
29. Oltre all’assassinio di figure politiche in tutto lo Sri Lanka, il LTTE uccise funzionari del Governo,
impiegati statali, membri del sistema giudiziario e altri individui con l’intento di turbare l’ordine
pubblico del paese. Tra gli attacchi si ricorda l’uccisione a est del paese di 364 poliziotti dopo la loro
resa e la garanzia di sicurezza comunicata loro da parte del LTTE nel periodo dei negoziati di pace con
il Governo nel giugno 1990.
30. La campagna terroristica portata avanti dal LTTE in tutto lo Sri Lanka ebbe conseguenze di vasta
portata. L’atmosfera di paura e instabilità incrementata dai numerosi attacchi ebbe un impatto
devastante sull’economia del paese. Gli attacchi indiscriminati dell’organizzazione ai civili, tra cui i
massacri di bambini, e alle zone di culto religioso, dimostravano chiaramente che nessuno era immune
dalla violenza. Questa situazione provocò una tremenda tensione nella vita quotidiana degli Sri Lankesi,
causando un immenso danno psicologico a diverse generazioni di tutte le etnie e sconvolgendo la vita
civile.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
C. Impiego di bambini soldato da parte del LTTE
31. Il comando LTTE sfruttò i bambini in modo spietato e costrinse quelli intorno ai 10 anni e residenti
nelle zone controllate dall’organizzazione a entrare nell’esercito. Durante le fasi iniziali del conflitto le
famiglie erano obbligate ad affidare al LTTE almeno un figlio proprio per questa causa. L’ideologia
dell’organizzazione era promossa alle cerimonie obbligatorie nelle scuole e i bambini erano sequestrati
perfino durante l’orario scolastico. I bambini reclutati erano soggetti a un indottrinamento e a un
addestramento brutale. Alcuni di loro erano vittime del lavaggio del cervello con lo scopo di essere
trasformati in elementi destinati a operazioni suicide.
32. Anche dopo la sottoscrizione dell’accordo di cessate il fuoco del 2002, il reclutamento di bambini da
parte del LTTE continuò imperterrito. Sebbene l’organizzazione accettò di rilasciare i bambini soldato
sotto la sua custodia e interrompere il reclutamento futuro, non rispettò nessuno di questi impegni. Nel
2006 l’UNICEF stimò che oltre 5.700 bambini facevano parte del comando LTTE.
D. Pulizia etnica effettuata dal LTTE
33. Per perseguire l’ambizione di creare uno stato monoetnico destinato alla comunità Tamil, il LTTE
attaccò sistematicamente i civili cingalesi e musulmani e tentarono di condurli fuori dalle aree
controllate dal comando.
34. Dai primi anni ’80 il LTTE riuscì a liberare la penisola di Jaffna dai residenti cingalesi. Gli attacchi
effettuati su civili cingalesi a nord e a est del paese durante gli anni ’80 fecero registrare circa 500
vittime e, nello stesso periodo, quelli realizzati in villaggi vulnerabili nei pressi delle zone sotto il
dominio del LTTE causarono la morte di 150 civili cingalesi. Il programma di pulizia etnica
dell’organizzazione tamil ebbe un impatto brutale, come si evince dal fatto che, virtualmente, qualche
anno dopo nella Provincia Settentrionale non rimase nessuno dei 19.334 civili singalesi censiti come
residenti di quella zona.
35. Il comando LTTE era intenzionato a liberare la zona nord del paese dalla presenza di musulmani.
L’esempio più evidente fu l’espulsione di 75.000 residenti musulmani dalla penisola di Jaffna
nell’ottobre 1990, in seguito all’ordine comunicato loro dal LTTE di abbandonare le loro abitazioni
entro 48 ore. Inoltre, l’organizzazione realizzò diversi violenti attacchi in villaggi musulmani a nord e a
est del paese, massacrando circa 600 civili.
14
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
E. Attacchi alla democrazia da parte del LTTE
36. La campagna terroristica del LTTE colpì le radici della democrazia. Oltre all’assassinio di nemici nelle
aree che l’organizzazione pretendeva di dominare, tra cui tre sindaci in carica a Jaffna, si registrarono
vittime anche nelle altre zone del paese, come il Presidente Ranasinghe Premadasa, l’ ex-Leader
dell’Opposizione A. Amirthalingam e il Candidato alla Presidenza dell’Opposizione Gamini
Dissanayake. Fu organizzato un attentato anche contro il Presidente Chandrika Kumaratunga, che
fortunatamente rimase indenne. Tra le altre figure politiche assassinate in Sri Lanka si ricordano:
Figure politiche
Presidenti dello Sri Lanka
Candidati alla Presidenza dell’Opposizione
Leader di partiti politici
Ministri di governo
Membri del Parlamento
Membri dei Comitati Provinciali
Membri della zona di Pradeshiya Sabha
Coordinatori di partiti politici
Sindaci
Vittime
1
1
10
7
37
6
22
17
4
37. Il LTTE negò i diritti democratici ai residenti delle zone controllate dall’organizzazione. Il voto non era
libero in nessuna delle zone con una forte presenza di gruppi LTTE, che impiegavano la violenza con lo
scopo di evitare che i residenti esprimessero il loro voto. Nel 2005 l’unico residente del distretto di
Kilinochchi che disubbidì all’organizzazione andando a votare per le Elezioni Presidenziali fu
smembrato e ucciso per dare una lezione agli altri. Il comando, infatti, non accettava né dissidenti né
forme di pluralità, e impiegava regolarmente la violenza per mettere a tacere coloro che esprimevano
opinioni contrarie.
F. La minaccia globale lanciata dal comando LTTE
38. Dal 1980 in poi il LTTE sviluppò una rete mondiale con cellule in oltre 50 paesi. Oltre alla promozione
degli obiettivi del LTTE attraverso la realizzazione di una spietata propaganda di guerra, la rete era
coinvolta in numerose attività illegali. Tali attività comprendevano il traffico di esseri umani, il
contrabbando di stupefacenti e di armi, il riciclaggio di denaro e l’estorsione.
15
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Lo scopo primario di tali attività era reperire fondi per permettere al LTTE di procurarsi le armi
necessarie. Anche dopo la dissoluzione del comando LTTE in Sri Lanka, la rete mondiale rimane forte e
continua a rappresentare una minaccia significativa all’Ordine Pubblico in tutto il mondo.
G. La messa al bando del LTTE
39. L’inequivocabile natura terroristica del LTTE portò questo comando a essere indicato e bandito come
un’organizzazione terroristica in 32 paesi, tra cui India (dal 1994), Stati Uniti (dal 1997), Regno Unito
(dal 2001) e Unione Europea (dal 2006).
40. Nel 2007 l’organizzazione primaria di copertura del LTTE, l’Organizzazione per la Riabilitazione
Tamil (TRO) fu bandita dal Governo statunitense e indicata come un’istituzione terroristica, e nel 2005
rimossa dalla lista degli enti beneficiari nel Regno Unito. La TRO costituì l’organo primario attraverso
cui il LTTE raccolse fondi da destinare all’acquisto di armi con il pretesto di finanziare progetti di
beneficenza in Sri Lanka.
41. Il Governo dello Sri Lanka bandì per la prima volta il comando LTTE nel 1978, ma rimosse la
proscrizione nel 1987, come previsto dall’Accordo Indo-Sri Lankese. Nel 1988 la proscrizione fu
imposta di nuovo in seguito ai bombardamenti di Sri Dalada Maligawa, uno dei maggiori santuari
buddhisti al mondo. Il divieto fu sospeso nel 2002, in seguito all’accordo di cessate il fuoco che
accompagnava le trattative per l’instaurazione della pace. Lo Sri Lanka mise al bando il LTTE nel
gennaio 2009, quando fu evidente che l’organizzazione tamil non fosse interessata a una soluzione
pacifica.
16
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
III. ESTENSIONE E SCOPO DEL COMANDO LTTE
A. Potenza del comando LTTE
42. Le abilità militari del LTTE determinarono le difficoltà che il Governo dello Sri Lanka dovette
affrontare per prevenire gli attacchi contro i cittadini e lo stato. Un’analisi della portata e delle abilità
militari dell’organizzazione ha dimostrato come fosse necessario che le Forze di Sicurezza impiegassero
determinati metodi di violenza per sconfiggerla.
Ala dell’Intelligence ------- Unico Comandante ----------- Ala dell’Approvvigionamento
Leader del LTTE
Velupillai Prabhakaran
|
Segretariato Militare
(Comitato Centrale)
|
Divisione dell’Ufficio Militare
|
|
|
|
|
|
|
|
Ala Militare | Ala della Ricerca Ala delle Tigri Nere Ala delle Tigri di Mare | Ala delle Tigri d’Aria
|
|
Dipartimento Comunicazioni
Ala politica
Schema dell’Organizzazione LTTE
43. L’intenzione del comando LTTE di combattere una lunga guerra contro le Forze di Sicurezza è valutabile
dalle capacità che l’organizzazione sviluppò nel corso degli anni, in particolare nel periodo dell’ultimo cessate il
fuoco. Il LTTE realizzò bunker sotterranei tecnologicamente avanzati per i propri leader, aprì industrie per la
fabbricazione di munizioni e mine, costruì una fabbrica di inscatolamento di cibo e cantieri navali per sviluppare
navi-bomba e sommergibili, e impiegò hangar come centri di manutenzione per la flotta aerea. Le competenze
provenienti dall’estero furono utilizzate in diverse occasioni per lo sviluppo delle abilità e, per questo motivo,
alcune cellule del LTTE furono inviate all’estero per un addestramento approfondito su alcuni settori.
17
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
B. Numero dei vari gruppi
44. All’inizio dell’Operazione Umanitaria nel luglio 2006, il comando LTTE possedeva circa 25.000
membri tra cellule permanenti e ausiliarie, addestrate al combattimento e impiegate in operazioni
offensive e difensive. Con l’avanzare dell’Operazione Umanitaria il LTTE intensificò il processo di
reclutamento, coscrivendo a forza e addestrando molti civili, tra cui bambini soldato, per combattere al
fronte. All’inizio del 2008 si è stimato che nelle fila del LTTE ci fossero circa 30.000 membri.
45. I membri permanenti del LTTE furono supportati dai membri ausiliari che avevano ricevuto un
addestramento militare di base. Tali forze ausiliarie comprendevano due organizzazioni distinte:
a. Eelapadai – Una forza ausiliaria che comprendeva circa 5.000 volontari inizialmente reclutati come
guardiani e in seguito impiegati per operazioni offensive e difensive. Erano indicati nella lista dei
dipendenti del LTTE.
b. Gramapadai – Una forza ausiliaria che comprendeva circa 5.000 individui con lo scopo di evitare
l’ingresso delle Forze di Sicurezza nelle aree a nord controllate dal LTTE. Erano anche impiegati
per l’assistenza logistica dell’organizzazione e per svolgere operazioni difensive, così come per
scopi offensivi durante le ultime fasi dell’Operazione Umanitaria.
C. Forze combattenti di terra
46. Da un piccolo gruppo di militanti armati, nel corso degli anni il comando LTTE si trasformò in un
gruppo armato di terra esperto in combattimenti. La maggior parte dei gruppi LTTE comprendevano
forze combattenti di terra.
47. Le unità combattenti di terra del LTTE possedevano una conoscenza approfondita del territorio e spesso
combattevano in borghese. Grazie a questa tattica, i gruppi potevano mescolarsi ai civili e penetrare
nelle zone vicine alle varie sedi delle Forze di Sicurezza. Le informazioni sul territorio e i servizi segreti
raccolte tramite gli schieramenti delle Forze di Sicurezza rappresentarono una formidabile minaccia,
soprattutto considerando la portata delle forze combattenti di terra e le loro tattiche.
48. Attaccando le strutture militari isolate, facendo appello a tutti i mezzi di combattimento e respingendo i
rinforzi delle Forze di Sicurezza attraverso attacchi basati sull’impiego di guerriglia e
18
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
tattiche semi convenzionali, il LTTE rappresentava una minaccia significativa per la Polizia. Il comando
tentò di alimentare una psicosi tra il personale delle Forze di Sicurezza con le incessanti e spaventose
ondate di combattenti pronti a morire, e con l’abilità di produrre un grande numero di vittime
utilizzando artiglieria e mortai.
49. Le abilità di combattimento via terra del LTTE migliorarono grazie a programmi di addestramento
avanzato, armamenti ed equipaggiamenti sofisticati, e la creazione di reggimenti speciali tra cui:
a. Gruppi Speciali di Ricognizione – Una cellula costituita dagli elementi più validi di tutti i
reggimenti, che collaborava con l’ala dell’intelligence per reperire informazioni prima delle
operazioni offensive.
b. Cecchini – Il LTTE impiegava cecchini per limitare la libertà di movimento delle Forze di
Sicurezza. I cecchini erano impiegati durante le offensive su larga scala realizzate dal LTTE e per
gli omicidi.
c. Pionieri di Assalto e Gruppi di Posizionamento Mine – Squadre responsabili dei compiti critici di
ingegneria compreso il posizionamento di mine.
d. Reggimento carri armati e anti carri armati – Lo scopo principale del reggimento era lo scontro con
i veicoli armati del Governo dello Sri Lanka e della Forza Indiana per il Mantenimento della Pace
(IPKF). Durante i vari attacchi il LTTE si impossessò anche dei veicoli armati delle Forze di
Sicurezza.
50. Le armi, munizioni ed equipaggiamenti impiegati dalle unità combattenti di terra del LTTE
comprendevano armi d’artiglieria, mortai pesanti e medi, granate a razzo, mezzi da sbarco, fucili
contraerei, missili terra-terra, missili terra-aria, armi leggere, mine anti-carro armato e mine antiuomo.
L’Allegato F presenta una lista di armi sequestrate dalle Forze di Sicurezza durante l’Operazione
Umanitaria. La maggior parte delle armi pesanti e sofisticate del LTTE furono distrutte
dall’organizzazione stessa per evitare che le Forze di Sicurezza se ne impossessassero appena prima
della fine dell’Operazione Umanitaria. Nella pagina seguente una tabella presenta una stima del numero
di armi possedute dal LTTE:
19
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Descrizione dell’elemento
Carro armato di battaglia T-55
Cannone 130 mm tipo 59-1
Obice 152 mm tipo 66
Fucili 122 mm
Razzo di artiglieria 107 mm
Mortaio 140 mm
Mortaio 120 mm
Mortaio 82/81 mm
Lanciarazzi 7
Missile IGLA (SA-16)
Lanciamissili IGLA
Numero stimato
1
12
9
2
2
4
150+
500+
350+
16+
5+
51. L’addestramento fornito dal LTTE ai gruppi combattenti di terra si può suddividere in tre categorie:
a. Addestramento Base – Civili e giovani reclute erano sottoposti a un addestramento base nelle sedi
del LTTE, che si trovavano quasi in ogni villaggio sotto il controllo dell’organizzazione.
b. Corsi di aggiornamento – Indipendentemente dal settore in cui operavano e dalla loro
specializzazione, i membri dei reggimenti del LTTE erano tenuti a seguire dei corsi di
aggiornamento.
c. Addestramento per Operazioni Speciali – Questo addestramento era fornito a gruppi selezionati e
comprendeva attacchi a obiettivi specifici, comprese le operazioni via terra e via mare delle Tigri
Nere, e le avanzate operazioni di infiltrazione realizzate in tutto il paese.
52. Le grandi abilità delle unità di combattimento via terra del LTTE contribuirono ai successi
dell’organizzazione nelle varie battaglie contro le Forze di Sicurezza. Nel complesso, 19.282 membri
delle Forze di Sicurezza furono uccisi e 82.104 rimasero mutilati o feriti nei combattimenti contro il
LTTE. Inoltre, 2.609 membri si ritirarono prima del lancio dell’Operazione Umanitaria nel 2006. Le
perdite sostenute dalle Forze di Sicurezza durante le maggiori battaglie dimostrano la formidabile natura
dei gruppi combattenti di terra del LTTE. Tra le maggiori perdite si ricordano:
20
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Data
5 luglio ‘87
7 dicembre ‘90
10 luglio ‘91
11 novembre ‘93
18 luglio ‘96
9 gennaio ‘97
6 marzo ‘97
2 gennaio ‘98
27 settembre ‘98
2 novembre ‘99
11 dicembre ‘99
23 aprile ‘00
10 maggio ‘00
Luogo
Nelliady
Kokavil
Elephant Pass
Pooneryn
Mullaitivu
Paranthan
Batticaloa
Kilinochchi
Kilinochchi
Oddusudan
Vettilaikkerni & Thanakilappu
Elephant Pass
Ariyalai/Thanankilappu
Vittime
19
48
156
229
1.173
158
73
89
857
117
197
708
628
Feriti
31
18
748
561
Dispersi
392
98
405
936
1.479
1.921
2.576
5.129
65
2
26
171
94
28
92
301
(Vedi Allegato G per maggiori dettagli)
D. L’Ala delle Tigri di Mare
53. Il comando LTTE possedeva un gruppo combattente di mare ben addestrato ed equipaggiato, conosciuto
come l’Ala delle Tigri di Mare, che fu capace di contrastare le operazioni delle Forze di Sicurezza
attraverso tattiche navali semi convenzionali e missioni suicide. L’Ala delle Tigri di Mare fu una
componente fondamentale dell’organizzazione visto che i rifornimenti di armi e altri equipaggiamenti
militari arrivavano proprio via mare. Tale gruppo militare rappresentò una grande minaccia per i porti e
le imbarcazioni civili, così come per le unità navali delle Forze di Sicurezza. Le Tigri di Mare permisero
al LTTE di insediare i propri ufficiali in aree marittime delicate, migliorando le capacità di infiltrazione
dell’organizzazione.
54. Subito dopo la sua istituzione, nei primi anni ’80, l’Ala delle Tigri di Mare impiegava navi da pesca per
effettuare il traffico di droga e il contrabbando di armi. Negli anni ’90 il LTTE utilizzava navi veloci
equipaggiate di motore fuoribordo in gruppi di cinque o sei per realizzare attacchi alle unità navali delle
Forze di Sicurezza. Le imbarcazioni erano equipaggiate con armamenti formidabili e gli elementi
dell’equipaggio erano armati con mitragliatrici e lanciagranate.
55. Quando le azioni controffensive delle unità navali delle Forze di Sicurezza, tra cui le Unità Veloci
Lanciamissili, iniziarono a ostacolare i movimenti via mare del LTTE, l’organizzazione
21
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
iniziò a fare ricorso a navi suicide. La maggior parte di queste era costituita da gommoni in vetroresina
dotati di motori fuoribordo, con un equipaggio limitato ma con un carico di esplosivi molto potenti. La
presenza di numerosi pescherecci civili a largo delle coste settentrionali e orientali dello Sri Lanka fu
una copertura per gli attacchi suicidi, che colpirono non solo i membri delle Forze di Sicurezza ma
anche i civili che navigavano per scopi pacifici.
56. Oltre alla flotta offensiva, il LTTE mise in atto anche attacchi subacquei impiegando sommozzatori
suicidi e imbarcazioni semi-sommergibili, che iniziarono a essere impiegati dalla metà degli anni ’90.
Tra il 2000 e il 2009 il comando LTTE introdusse nella sua flotta anche mini sottomarini. Le Tigri di
Mare utilizzavano ampiamente anche mine navali e ordigni esplosivi improvvisati, che avevano come
obiettivi le Forze di Sicurezza e le varie istituzioni.
57. Di seguito è elencato l’equipaggiamento maggiormente utilizzato dalle Tigri di Mare:
Tipo di equipaggiamento
Navi cargo
Unità veloci lanciamissili
Navi di trasporto
Navi suicida
Sottomarini (fabbricati in zona)
Jet d’acqua
Scooter subacquei
Navi telecomandate
Navi in vetroresina
Gommoni in vetroresina
Navi equipaggiate di motore fuoribordo 300-40HP
Diversi tipi di radar (KODEN/FURUNO/JRC/JMA/TOKIMEC/RAY
MARINE)
Conduzione di navi con GPS/Orologi da navigazione/Bussole
Sistemi di localizzazione GPS
Sistemi elettronici di comando a distanza KE – 04
Numero totale
25+
20/30
20+
23
6
Quantità sconosciuta
20+
01
76
115
Quantità elevata
50+
Quantità elevata
Quantità sconosciuta
Quantità sconosciuta
58. Dal 1986 al 2009 le Tigri di Mare aumentarono gradualmente la loro forza e realizzarono una serie di
attacchi attraverso navi di combattimento. Le navi suicide, ovvero l’arma maggiormente impiegata e
letale, furono impiegate principalmente contro la Marina dello Sri Lanka che, in seguito agli attacchi
suicidi delle Tigri di Mare, perse 8 imbarcazioni principali, 20 unità veloci lanciamissili e 28 navi di
22
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
pattugliamento. Inoltre, 52 ufficiali e 348 marinai rimasero uccisi durante le battaglie navali. Tra gli
attacchi effettuati dalle Tigri di Mare si ricordano:
Data
4 maggio ‘91
19
settembre
‘94
19 aprile ‘95
2 ottobre ‘95
17 ottobre ‘95
31 luglio ‘96
23 febbraio ‘98
25 marzo ‘06
9 novembre ‘06
22 marzo ‘08
Imbarcazione: Modus Operandi – Luogo
Abheetha (nave di comando e sorveglianza):
attacco suicida – Point Pedro
Sagarawardana (pattugliatore):
attacco LTTE – Mannar
Ranasuru (nave cannoniera):
sommozzatore suicida – Trincomalee
Ranaraja (LCM): attacco LTTE – Mullaitivu
A 512 (Nave ausiliaria):
sommozzatore suicida – Trincomalee
Ranaviru (nave cannoniera):
attacco suicida – Mullaitivu
Valampuri I (Traghetto):
attacco suicida – Point Pedro
P 431 (unità veloci lanciamissili):
attacco suicida – Kudiramalai
P 416 (unità veloci lanciamissili):
attacco suicida – Thondiaimanaru
P 438 (unità veloci lanciamissili):
attacco suicida – Nayuru
Vittime
9
Feriti
4
Dispersi
/
1
7
20
6
10
/
4
7
6
5
/
/
8
/
22
20
/
/
/
11
8
10
7
/
3
5
9
(Vedi Allegato H per maggiori dettagli)
59. Le Tigri di Mare furono coinvolte in azioni di pirateria in diverse occasioni, attaccando imbarcazioni
mercantili a largo delle coste dello Sri Lanka. Tra le imbarcazioni si ricordano:
Anno
9 ottobre ‘94
9 agosto ‘95
29 agosto ‘95
29 agosto ‘96
1 luglio ‘97
7 luglio ‘97
9 settembre ‘97
25 luglio ‘99
26 giugno ‘00
20 marzo ‘03
Luogo
Off Vettilaikerni
Off Pulmoddai
Off Mullaitivu
Off Trincomalee
Off Pesalai (Mannar)
Off Point Pedro
Off Pulmoddai
Off Trincomalee
Off Point Pedro
Off Trincomalee
23 dicembre ‘06
21 gennaio ‘07
Off Muallaitivu
Off Point Pedro
23
Nome dell’imbarcazione
MV Ocean Trader
MV Princess Wave
Irish Moana
MV Athena
MV Misen
MV Morong Bong
MV Cordiality
MV Newko
MCS Uhana
Fuyuan Ya 225 (peschereccio
cinese)
MV Farha III
MV City of Liverpool
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
E. L’ala delle Tigri d’Aria
60. Gruppo terroristico senza uguali nel mondo, il LTTE possedeva un’avanzata flotta aerea che si stava
ampliando molto rapidamente grazie a nuovi mezzi e strutture. La flotta aerea era costituita da mezzi
civili ottenuti tramite organizzazioni di copertura all’estero, trasportati in Sri Lanka a bordo di navi del
LTTE e modificati per scopi offensivi. L’organizzazione possedeva diverse piste nelle zone di
Iranamadu, Mulataitivu e Kilinochchi. Le maggiori piste erano costruite con una configurazione
convenzionale e comprendevano strutture annesse come hangar, superstrade, sistemi di supporto alla
navigazione e aree di sosta.
61. Un consistente numero di membri del LTTE dell’Ala delle Tigri D’Aria furono addestrati in scuole di
volo private nei paesi del Sud-Est asiatico e in Europa. Inoltre, prima del 2005 questi ufficiali
parteciparono a numerosi programmi di addestramento, tra cui corsi di manutenzione di aerei, di volo e
di lancio col paracadute.
62. Durante gli ultimi vent’anni le operazioni delle Tigri d’Aria sul territorio Sri Lankese, condotte con
l’impiego di missili aria-terra e di attacchi via terra, provocarono l’abbattimento e la distruzione di 52
aeroplani ed elicotteri, tra cui mezzi aerei civili.
63. Il LTTE effettuò attacchi via aria con mezzi aerei leggeri contro le basi militari e le strutture del
Governo dello Sri Lanka situate fuori dalla zona settentrionale e orientale del paese. La maggior parte
delle strutture prese di mira resistettero agli attacchi subendo danni minimi, tra cui l’Aeroporto
Internazionale di Katunayake e la raffineria petrolifera di Kolonnawa.
64. Il Governo fu negativamente sorpreso dal fatto che le operazioni offensive del LTTE comprendessero
anche attacchi aerei. I raid occasionali effettuati dalle Tigri d’Aria crearono il panico tra i civili in tutta
l’isola, e portarono in diverse occasioni all’interruzione della corrente nella città di Colombo come
misura preventiva. Inoltre, il principale Aeroporto Internazionale di Katunayake fu chiuso durante i raid
aerei del LTTE e, di conseguenza, alcune linee internazionali furono costrette a cancellare i voli con
destinazione Colombo.
24
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
65. Le Tigri d’Aria possedevano la seguente flotta aerea:
Tipo di mezzo aereo
Micro aereo leggero
Aereo leggero – ZLIN 143
Elicotteri
Aeromobile a pilotaggio remoto (APR)
Numero totale
2
5
2
2
66. Gli attacchi effettuati dalle Tigri d’Aria contro la flotta aerea militare e civile e gli obiettivi del Governo
dello Sri Lanka comprendono le seguenti operazioni:
Data
28 aprile ‘95
29 aprile ‘95
22 novembre ‘95
22 gennaio ‘96
29 settembre ‘98
24 luglio ‘01
Aereo
Avro
Avro
AN 32
MI 17
AN 24
3 x MI 17
MI 17
MIG 27
2 x KFIR
3xK8
A 340
A 330
26 marzo ‘07
24 aprile ‘07
22 ottobre ‘07
B212
3 X PT 6
K8
MI 24
MI 17
B 206
Beechcraft
28 ottobre ‘08
Modus Operandi
Missile – zone limitrofe a Palaly
Missile - zone limitrofe a Palaly
Missile – zone limitrofe a Palaly
Missile – zone limitrofe a Palaly
Missile – zone limitrofe a Mannar
Vittime
48
52
63
39
54
Attacco alla Base di Katunayake
6
Attacco all’Aeroporto Internazionale
Attacco aereo alla Base Aerea di Katunayake
Attacco aereo alla Raffineria Petrolifera di
Kolonnawa
Attacco aereo al Deposito di gas di
Muthurajawela
3
Attacco alla base di Anuradhapura
20
Attacco aereo alla Centrale Elettrica di
Kelanitissa
1
(Vedi Allegato I per maggiori dettagli)
25
/
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
F. L’ala delle Tigri Nere (Suicide)
67. L’Ala delle Tigri Nere era costituita da un’elite di ufficiali specializzati in operazioni suicide che
avevano seguito un addestramento speciale per missioni suicide di gruppo o individuali. Gli
addestramenti comprendevano un corso di ricognizione, istruzioni sul linguaggio, formazione
sull’impiego di armi ed esplosivi, sulla guida di veicoli, sul pilotaggio di navi, sulla gestione dei
rifornimenti, così come addestramenti per le missioni con riproduzioni degli obiettivi. Infatti, una
formazione approfondita consentiva agli ufficiali di essere motivati e concentrati sugli obiettivi.
68. Le Tigri Nere furono impiegate in operazioni offensive contro le Forze di Sicurezza. Gli ufficiali di
questa sezione furono annessi anche ai gruppi di spionaggio per condurre operazioni di sabotaggio.
Questa cellula militare colpiva regolarmente i civili in tutto il paese. Secondo una dichiarazione
pubblica del LTTE, 274 uomini e 104 donne kamikaze si fecero esplodere tra il 5 luglio 1987 e il 20
novembre 2008. Oltre agli ufficiali del LTTE che morirono negli attacchi alle Forze di Sicurezza,
diversi membri dell’organizzazione assassinarono anche personalità note e civili. Ogni attacco era unico
nel suo genere e pianificato meticolosamente: per esempio, l’attentatore suicida che assassinò il
Presidente Ranasinghe Premadasa faceva parte della cerchia dei suoi collaboratori da ben due anni.
Altre vittime delle Tigri Nere comprendevano il Candidato alla Presidenza dell’Opposizione Gamini
Dissanayake e l’ex-Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi.
G. L’Ala dell’Intelligence
69. Per la realizzazione degli attentati e la diffusione della campagna terroristica in tutto lo Sri Lanka il
comando LTTE poteva contare su un’estesa rete di intelligence. I membri dell’Ala dell’intelligence,
infiltrati a Colombo e nel resto del paese, crearono una consistente rete di gruppi. Le rete
dell’intelligence effettuava operazioni di ricognizione sugli obiettivi, facilitava la permanenza di
ufficiali suicidi dell’Ala delle Tigri Nere in luoghi sicuri e li guidava verso gli obiettivi, assicurandosi
che gli attacchi fossero portati a termine. L’Ala dell’Intelligence fece ricorso anche ad alcuni membri
delle Forze di Sicurezza e della Polizia e ai civili nel resto del paese per ottenere aiuto per le operazioni.
70. Nel nord e nell’est del paese, i membri dell’Ala dell’Intelligence si stanziarono in prossimità delle
26
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
sedi delle Forze di Sicurezza e delle istituzioni più importanti. Reperivano le informazioni da utilizzare per
gli attacchi delle unità offensive del LTTE. Oltre alle operazioni di reperimento di informazioni, l’Ala
dell’Intelligence fu attivamente impegnata nella detenzione di informatori sospetti e di civili contrari al
LTTE nelle zone controllate dall’organizzazione. L’Ala dell’Intelligence possedeva campi in cui erano
rinchiusi i civili e i membri delle Forze di Sicurezza, che talvolta venivano uccisi.
H. Rete dei sostenitori
71. Per raggruppare il suo formidabile arsenale il LTTE sviluppò una rete di approvvigionamento e
consegna di armi sofisticate che operava in tutto il mondo attraverso organizzazioni di copertura, reti di
spedizione e una flotta di magazzini galleggianti situati nelle acque internazionali a largo delle coste Sri
Lankesi.
72. I fondi provenivano da varie fonti, tra cui contributi volontari e obbligati di privati, profitti di attività
commerciali come stazioni di servizio, supermercati e centri di comunicazione, istituti di beneficenza
fraudolenti e attività criminali come lo spaccio di droga, il traffico di esseri umani e le frodi bancarie.
Questi fondi erano riciclati attraverso una sofisticata rete internazionale del LTTE ed erano utilizzati per
l’acquisto di armi, munizioni ed equipaggiamento da varie fonti.
73. Una volta acquistato, l’equipaggiamento era inviato in Sri Lanka attraverso una rete di spedizione del
LTTE. Dal traffico di armi leggere a quello di esseri umani tra Sri Lanka e il Sud dell’India negli anni
’80, la rete si allargò sempre più e nel 2005 includeva circa 20 grandi navi e un consistente numero di
pescherecci registrati sotto diverse nazionalità. Furono costruiti anche cantieri navali nei paesi del Sud
Est Asiatico per facilitare le operazioni di spedizione. I membri dell’equipaggio di queste navi
appartenevano al LTTE, viaggiavano sotto diverse identità utilizzando passaporti di varie nazioni e
trasportavano l’attrezzatura come un normale carico.
74. Diverse imbarcazioni erano ancorate in acque internazionali a largo della costa dello Sri Lanka e
fungevano da magazzini galleggianti per il LTTE. In seguito, l’Ala delle Tigri di Mare inviava
imbarcazioni più piccole per smerciare l’attrezzatura in Sri Lanka. L’attrezzatura più grande era
smontata per il trasporto e riassemblata nelle basi del LTTE. Tra l’attrezzatura trafficata erano
27
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
compresi missili, artiglieria, fucili anti-aerei, mezzi blindati, mezzi aerei leggeri, mitragliatrici, armi
leggere, munizioni e grandi quantità di esplosivi. Tra le imbarcazioni del LTTE sequestrate o distrutte si
ricordano:
Data
12 dicembre ‘90
Nome dell’imbarcazione
MV Sunbird
1 novembre ‘91
MV Ongova
28 novembre ‘92
MV Checesri
16 gennaio ‘93
MV Yanath
14 febbraio ‘96
MV Horizon
A largo di
Mullaittivu/Na
yaru
2 novembre ‘97
MV Fratzescom
A largo di
Mullaittivu
11 marzo ‘98
MV Mariamman
A largo delle
isole Andaman
01 maggio ‘98
MV Showamaru
A largo di
Mullaittivu
10 marzo ‘03
MV Koimar
14 giugno ‘03
MV Shoshan
A largo di
Mullaittivu
A largo di
Mullaittivu
17 giugno ‘06
Nome sconosciuto
Zona
Penang
Malaysia
Costa Nord Est
dell’India
Penang
Malaysia
Golfo di
Bengala
A largo di
Kalmunai
28
Descrizione
Sequestro da parte delle Autorità
malesi
Sequestro da parte della Marina
indiana. La nave trasportava armi e
munizioni.
Sequestro da parte delle Autorità
malesi
La nave, che trasportava armi e
munizioni, fu individuata dalla
Marina indiana e affondata dal
LTTE per evitarne il sequestro.
La nave fu individuata dalla Marina
Sri Lankese durante lo scarico di
armi e munizioni su altre
imbarcazioni del LTTE. La Marina
e le Forze Armate Sri Lankesi
distrussero l’imbarcazione.
La Marina e le Forze Armate Sri
Lankesi distrussero la nave dopo lo
scarico di armi e munizioni.
La nave, che trasportava armi e
munizioni, fu distrutta dalla Marina
indiana.
Durante un pattugliamento la
Marina Sri Lankese individuò
l’imbarcazione a scaricare il carico
a largo di Mullaittivu. La nave si
allontanò dalla flotta della Marina
Sri Lankese.
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese
La nave, che trasportava
attrezzature, fu distrutta dalla
Marina Sri Lankese.
La nave, che trasportava
attrezzature, fu distrutta dalla
Marina Sri Lankese.
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Data
28 febbraio ‘07
Nome dell’imbarcazione
MV Koyei
18 marzo ‘07
MV Seyo
10 settembre ‘07
MV Manyoshi
10 settembre ‘07
Mv Seishin
11 settembre ‘07
MV Koshia
17 ottobre ‘07
MV Matsushima
Zona
Costa
meridionale
A largo di
Arugabay
Sud dello Sri
Lanka
Sud dello Sri
Lanka
Sud dello Sri
Lanka
Sud dello Sri
Lanka
Descrizione
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese.
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese.
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese.
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese.
La nave, che trasportava armi, fu
distrutta dalla Marina Sri Lankese.
I. Meccanismi di supporto internazionale
75. La rete internazionale, in funzione dalla metà degli anni ’80, facilitava l’approvvigionamento e il
rifornimento del comando LTTE. La rete, stabilita per promuovere la campagna di propaganda del
LTTE, si occupava del rifornimento di armi e dell’organizzazione di raccolte fondi e attività criminali.
La rete comprendeva diverse attività di fronte e uffici di propaganda che operavano in varie parti del
mondo prima della proscrizione dell’organizzazione terroristica.
Controllore delle Finanze ----------- Leader del LTTE --------------------- Consulente Legale
S. Sanachandran
V Prabhakaran
Rudrakumaran
(Olanda)
|
(USA)
Capo della Segreteria Internazionale
Mannivannan @ Castro
|
Vice Capo delle Operazioni del LTTE
Nediyavan (Norvegia)
|
|
Organizzazione di
Fronte delle LTTE
|
Approvvigionamento
|
Spedizione
|
Media/
Propaganda
|
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TRO
|
TCC
|
BTF-UK
|
BTA-UK
|
BTC-UK WTM-Canada
(Ovest Europa) | (Ovest Europa)
|
|
|
|
|
|
|
ISA Europa
TYO –Europa
IFT Svizzera
TLP – UK
Proscrizione del LTTE
29
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
76. Dal bando imposto sul comando LTTE dai vari governi, tra cui quello degli Stati Uniti, del Regno Unito
e dell’Unione Europea, molte attività internazionali del gruppo terroristico furono condotte da
organizzazioni di copertura. Le organizzazioni di copertura furono istituite in 54 città e in 32 paesi in
tutto il mondo, e operavano attraverso elementi radicali della diaspora tamil, permettendo al LTTE di
fare pressioni sui governi esteri, su alcune organizzazioni internazionali non governative, media e
opinionisti per scopi propagandistici e per creare legami con diversi attori internazionali, tra cui i
trafficanti d’armi.
77. Il LTTE possedeva diverse stazioni televisive e radio, siti web e uffici stampa in varie capitali europee
con una forte presenza di comunità tamil. Questi mezzi erano impiegati per diffondere l’ideologia del
LTTE tra le comunità tamil e per raccogliere fondi da destinare alle operazioni militari.
L’organizzazione stabilì contatti anche con diverse reti popolari indipendenti e le convinse a pubblicare
o a trasmettere materiale a sostegno della loro causa.
78. Inoltre, furono istituite diverse centinaia di scuole tamil in tutto il mondo sotto il patrocinio del LTTE o
delle organizzazioni di copertura. Le scuole indottrinavano le seconde e terze generazioni di tamil e
costituivano un pretesto per la raccolta fondi organizzata. Agli studenti che frequentavano queste scuole
fu spesso chiesto di partecipare a proteste e a campagne di propaganda del LTTE.
LTTE/ Rete di media pro-LTTE
|
|
|
Radio
Siti web
VOT (Norvegia)
Tamilnet.com
IBC-UK
Tamilwin.com
TRT-Parigi
Sangathi.com
CMR
Puthinam.com
CTR
Athirulu.com
ATBC
LankaSri.com
Tamilstar-Canada
|
Stazioni televisive
TTN – (chiusa)
Tharisanam-Australia
Thenral – (chiusa)
TVI-Canada
TVI-Canada
GTV-UK
Tamil24-Parigi
NTT-USA (chiusa)
EuroTelevision – Italia (chiusa)
Mathuran - Singapore (chiusa)
30
|
Stampa
Ulagar Thamilar-Canada
Eelamurusu – Parigi
Erimalai- Parigi
Tamil Guardian – UK
Pulathil -Canada
Oru-UK
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
J. Rete criminale internazionale
79. Oltre a finanziare le attività terroriste in Sri Lanka, il LTTE possedeva una rete criminale globale. Dalla
metà degli anni ’80 il comando entrò nello spaccio di stupefacenti in Europa. I corrieri droga del LTTE
formarono dei gruppi di spaccio in Europa e nei paesi del Sud Est Asiatico. Numerosi dei membri del
Segretariato Internazionale del LTTE furono arrestati e detenuti in Francia per spaccio illegale di
stupefacenti nella città di Parigi.
80. L’impegno del LTTE nel traffico di esseri umani risale agli anni ’80. Il primo caso fu quello dei 155
tamil trasportati nelle acque del Canada dalla Germania occidentale e lasciati alla deriva in scialuppe di
salvataggio. Negli anni seguenti il traffico di esseri umani si concentrò in alcune nazioni del Sud Est
Asiatico tra cui Cambogia, Laos, Tailandia, Indonesia, Malesia e Singapore, che divennero punti di
passaggio e di entrata verso l’Occidente. Si ricordano in particolare due operazioni di traffico di esseri
umani che avvennero nel 2005: la prima al porto tailandese di Sogkla, dove fu sequestrata una piccola
imbarcazione con equipaggio Sri Lankese, e la seconda nella città di Pattaya, quando 49 Sri Lankesi
furono ritrovati in un appartamento e arrestati. L’ultimo caso, avvenuto nel 2010, fu quello relativo alle
due navi “Sun Sea” e Ocean Lady” in rotta dal Sud Est Asiatico verso il Canada.
81. Il comando LTTE estorse contributi per le proprie operazioni anche dai membri della diaspora tamil.
Mentre una parte di contributi era volontaria, gran parte di questi erano frutto di intimidazione, minacce
e violenza. A coloro che rifiutarono di contribuire era comunicato che la sicurezza dei loro parenti
residenti in Sri Lanka non era garantita e che nemmeno la loro poteva essere garantita di ritorno al loro
paese.
82. Considerando i contributi volontari e obbligati e profitti derivanti dalle tante attività illegali, si stima
che il LTTE raccolse fondi per circa 50-75 milioni di dollari all’anno tra il 1993 e il 2002, e oltre 20
milioni dal 2002 al 2008. Tali fondi erano riciclati attraverso la sofisticata rete finanziaria
internazionale, impiegando transazioni effettuate senza documenti e difficili da rintracciare. Alcuni dei
fondi raccolti venivano trasferiti in Sri Lanka attraverso le organizzazioni di copertura del LTTE, come
ad esempio l’Organizzazione per la Riabilitazione Tamil, e impiegati per le spese locali, mentre la
maggior parte di questi era utilizzata per le attività internazionali di approvvigionamento.
31
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
IV. GLI SFORZI DEL GOVERNO PER LA NEGOZIAZIONE DI UN ACCORDO
A. Panoramica generale
83. I governi successivi dello Sri Lanka cercarono di condurre negoziati con il comando LTTE per
raggiungere una soluzione pacifica al conflitto. Oltre ai tre negoziati di pace costituiti da incontri diretti
tra il Governo dello Sri Lanka e il LTTE ci furono anche altri due processi di pace facilitati da terzi, in
questo caso dall’India e dalla Norvegia. In ogni caso, l’organizzazione tamil presentò richieste e
precondizioni ostinate e dimostrò un certo rifiuto a discutere di questioni politiche che avrebbero
ravvicinato le due parti con una soluzione ragionevole.
84. In nessuno dei negoziati di pace il LTTE affrontò seriamente le questioni relative alla comunità tamil,
che nei loro discorsi e negli altri paesi dichiaravano essere al centro della loro attenzione, mentre il
Governo dello Sri Lanka presentò proposte e intervenne per affrontare alcune di queste problematiche.
Durante gli incontri di pace, il comando intervenne presentando solo il proprio programma: la richiesta
del potere assoluto su tutti i tamil, lo status di soli rappresentanti della comunità tamil e il dominio del
nord e dell’est del paese. La storia dei negoziati di pace e le ragioni dei successivi insuccessi
dimostrarono come il LTTE non considerasse l’opzione di una soluzione negoziabile e la
determinazione nell’affrontare il Governo dello Sri Lanka ricorrendo alla violenza. Nel corso dei
negoziati il LTTE colse l’occasione di eliminare le altre organizzazioni politiche e militanti di tamil.
Fase
Periodo
13 luglio ‘85
12 agosto ‘85
Luglio ‘87
3 maggio ‘89
6 maggio ‘90
Luogo
Capi della delegazione
Gov. SL
LTTE
Negoziati di pace
Buthan:Thimpu City
Sig. H. W. Jayawardena
Sig. L. Thilakar
Negoziati Indo-Sri Lankesi
Sri Lanka:Colombo
Si tennero incontri tra il governo Sri Lankese e
indiano
Negoziati di pace 2
Sri Lanka: ColomboMinistro A.C.S. Hameed
Sig. A. Balasingham
Jaffna
32
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Negoziati di pace 3
1° sessione
13 ottobre ‘94
2° sessione
3° sessione
4° sessione
2 gennaio ‘95
14 gennaio ‘95
10 aprile ‘95
1° sessione
16 settembre
‘02
18 settembre
‘02
31 ottobre ‘02
3 novembre
‘02
2 dicembre
‘02
5 dicembre
‘02
6 gennaio ‘03
9 gennaio ‘03
7 febbraio ‘03
8 febbraio ‘03
18 marzo ‘03
21 marzo ‘03
2° sessione
3° sessione
4° sessione
5° sessione
6° sessione
Oslo
22 febbraio
‘06
22 febbraio
‘06
8 giugno ‘06
9 giugno ‘06
Ginevra
28 ottobre ‘06
29 ottobre ‘06
Ginevra
Sig. Karikalan
Sri Lanka:Jaffna
Sig. K. Balapatabandhi
Rev. K. Fernando
Negoziati di pace 4
Tailandia: Base navale
di Sattahip, Chonburi
Sig. S. P. Tamilselvam
Tailandia: Hotel Rose
Garden, Nakhorn
Pathom
Norvegia: Radisson
SAS Plaza Hotel, Oslo
Ministro G. L. Pieris
Tailandia: Rose Garden
Hotel, Nakhorn Pathom
Germania: Ambasciata
della Norvegia, Berlino
Giappone: Hakorn
Prince Hotel,
Kanagawa
Ripresa dei negoziati di pace
Sig. A. Balasingham
Svizzera: Ginevra
Ministro N. S. Da Silva
Sig. A. Balasingham
Norvegia: Oslo
Dott. P. Kohona
Il LTTE si recò a Oslo ma
non partecipò ai negoziati
Svizzera:Ginevra
Ministro N.S. Da Silva
Sig. S. P. Tamilselvam
B. I negoziati di Thimphu – Luglio/Agosto 1985
85. Il primo tentativo del Governo dello Sri Lanka di negoziare un accordo pacifico al conflitto fu
effettuato dal Presidente J. R. Jayawardene e i negoziati ebbero luogo a Thimpu, Buthan. Durante gli
incontri il LTTE fu uno dei gruppi tamil presenti all’incontro, tra cui: il Fronte Unito di Liberazione
Tamil (TULF), l’Organizzazione di Liberazione Tamil Eelam (TELO), l’Organizzazione di Liberazione
del Popolo Tamil Eelam (PLOTE), il Fronte di Liberazione Rivoluzionario del Popolo Eelam (EPRLF)
e l’Organizzazione Studentesca Rivoluzionaria Eelam (EROS).
86. Il Governo dello Sri Lanka arrivò preparato ai negoziati per avanzare proposte generali per il
decentramento del potere. Al contrario il LTTE e gli altri gruppi tamil non accettarono di
partecipare ai colloqui relativi alle proposte politiche e, al contrario, avanzarono quattro
33
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
richieste che, a loro parere, dovevano essere necessariamente accettate dal Governo dello Sri
Lanka, per continuare i negoziati. Le quattro richieste erano:
a.
b.
c.
d.
Il riconoscimento dei tamil come una nazionalità distinta;
Il riconoscimento del diritto dei tamil a una patria per la loro comunità;
Il riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Nazione Tamil;
Il riconoscimento del diritto di piena cittadinanza di tutti i tamil residenti in Sri Lanka.
87. La quarta richiesta era specifica alle condizioni dei tamil dell’India residenti in Sri Lanka ed
era in corso di valutazione. Tuttavia, visto che i gruppi tamil si rifiutarono di continuare le
trattative senza l’approvazione delle altre tre richieste da parte del Governo dello Sri Lanka, i
negoziati cessarono.
88. Il LTTE approfittò del cessate il fuoco concesso dal Governo dello Sri Lanka durante il periodo
dei negoziati per rafforzare le proprie abilità militari. Per questo motivo, poco dopo
l’interruzione dei negoziati il LTTE riuscì a conquistare la penisola di Jaffna. Durante il cessate
il fuoco l’organizzazione si procurò un numero considerevole di fucili M-16 e AK-47 e
lanciarazzi (RPG) e grandi quantità di esplosivo, che utilizzò ampiamente contro le Forze di
Sicurezza e gli obiettivi civili.
89. Attraverso la violenza in quel periodo il LTTE divenne il maggiore gruppo militante tamil. Il
comando decimò il Fronte di Liberazione Rivoluzionario del Popolo Eelam (EPRLF) ed eliminò il
leader dell’Organizzazione di Liberazione Tamil Eelam (TELO), Sri Sabaratnam. In seguito ai negoziati
il LTTE sfruttò i vantaggi militari che era riuscito ad ottenere per assassinare sistematicamente altri
leader e annientare interamente alcuni gruppi tamil.
90. Attraverso i contatti internazionali stabiliti durante i Negoziati di Thimpu, il LTTE acquistò la
prima nave chiamata “Cholan” nel 1986. Questo evento segnò la nascita di una rete di
spedizione internazionale.
C. L’accordo Indo-Sri Lankese – Luglio 1987
91. Nel 1987 il Governo dello Sri Lanka era in una posizione dominante e di maggiore potenza militare
rispetto al LTTE. Tuttavia, un’offensiva efficace da parte delle Forze di Sicurezza nel nord del paese,
34
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
chiamata “Operazione Liberazione”, perse intensità e il Governo dello Sri Lanka decise di cessare le
ostilità. Di conseguenza, il 29 luglio 1987 fu firmato a Colombo l’Accordo Indo-Sri Lankese tra il
Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi e il Presidente Sri Lankese J.R. Jayewardene. Il negoziato portò
all’arrivo in Sri Lanka di una forza indiana per il mantenimento della pace. Il Governo decise di
apportare modifiche alla costituzione nazionale, aggiungendo un tredicesimo emendamento che
prevedeva un sistema governativo provinciale, ovvero il sistema del Consiglio Provinciale. Di
conseguenza, in seguito alla notifica sulla gazzetta, le province del nord e dell’est furono unite.
92. Un importante aspetto dell’accordo riguardava la resa del LTTE e degli altri gruppi militari.
Diversamente dagli altri, il comando LTTE consegnò solo una parte minima di armi e sfruttò il periodo
di cessate il fuoco per consolidare ulteriormente il suo potere nel nord e nell’est del paese. Il 1 ottobre
1987, solo quattro giorni dopo la comunicazione della resa, il LTTE commise un massacro di civili
cingalesi a est del paese, uccidendo 211 civili in due settimane e ferendone 39. Gli attacchi furono i
seguenti:
Data
6 ottobre ‘87
6 ottobre ‘87
6 ottobre ‘87
6 ottobre ‘87
7 ottobre ‘87
10 ottobre ‘87
15 ottobre ‘97
16 ottobre ‘87
19 ottobre ‘87
Luogo
Batticaloa Town
Valachchenai
Talawai, Batticaloa
Sagarapura,
Trincomalee
Lahugala, Pottuvil
Gantalawa, Kantalai
Ellakantalai,
Trincomalee
Pulmoddai –
Anuradapura
Kalkudah
Vittime
18
40
25
27
Feriti
6
0
0
6
Modus Operandi
Attacco armato a civili
Incendio su un treno postale
Attacco armato a un villaggio
Attacco armato a un villaggio
30
9
14
0
3
0
Attacco su un autobus
Attacco armato a un villaggio
Attacco armato a un villaggio
8
0
Attacco su un autobus
40
24
Esplosione di una mina terrestre
93. Poco tempo dopo, 17 membri del LTTE furono arrestati a bordo di un peschereccio in rotta verso una
nave di rifornimenti. Prima di essere trasferiti a Colombo affinché le Forze di Sicurezza potessero
prendere provvedimenti, il 5 ottobre 1987 11 di loro si suicidarono ingerendo cianuro trafficato
dell’organizzazione.
94. La reazione del LTTE arrivò entro breve, con l’attacco a due accampamenti militari e l’omicidio di 8
soldati prigionieri e 23 civili. Qualche giorno dopo, il comando uccise anche cinque o sei soldati
indiani.
35
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
L’aperta ostilità del LTTE, dimostrata col rifiuto di resa delle armi, portò all’entrata nel conflitto di una
Forza Indiana per il Mantenimento della Pace (IPKF). Infatti, nei due anni successivi l’IPKF si scontrò
direttamente con l’organizzazione terroristica tamil e, secondo i verbali della forza militare indiana, in
quel periodo il LTTE eliminò 1.138 soldati indiani e ne ferì 2.762. Il fatto che il comando coinvolse nel
conflitto una terza parte, ovvero una forza di mantenimento della pace, e continuò a realizzare attacchi
terroristici nonostante le azioni di riconciliazione del Governo dello Sri Lanka, dimostrava la natura
violenta e la falsità dell’organizzazione di fronte alla negoziazione di soluzioni pacifiche.
D. I negoziati di pace – Maggio 1989/Giugno 1990
95. Dopo 18 mesi di guerra contro l’IPKF, il LTTE richiese un periodo di tregua. Dal 25 aprile 1989 il
comando accettò di partecipare a una serie di negoziati di pace con il nuovo Presidente Ranasinghe
Premadasa per guadagnare tempo e rafforzarsi. Al contempo, per dimostrare buona volontà durante i
negoziati di pace, il Governo dello Sri Lanka costrinse l’IPKF ad accettare il cessate il fuoco con il
LTTE dall’8 giugno 1989 e a lasciare il paese. In questo tentativo di trattare con l’organizzazione
militare tamil il Governo dimostrò la sua buona volontà accettando anche una serie di richieste del
LTTE, tra cui la chiusura di diversi accampamenti militari strategici. Il comando continuò a presentare
anche altre richieste per ottenere nuove concessioni.
96. Durante la seconda sessione dei negoziati, l’11 giugno 1990, mentre la delegazione LTTE era a
Colombo sotto la protezione delle Forze di Sicurezza Sri Lankesi e della Polizia, il comando si arrese e
allo stesso tempo attaccò più di una dozzina di stazioni di polizia nell’est del paese, sequestrando
centinaia di ufficiali e facendoli prigionieri. Il giorno seguente il LTTE uccise 364 degli ufficiali
prigionieri, molti di cui singalesi e musulmani, che si erano arresi all’organizzazione come richiesto loro
dal Governo. Durante la settimana seguente il comando continuò ad attaccare e a conquistare stazioni di
polizia a est e a nord del paese. Tuttavia, il Governo si impegnò a non interrompere le trattative con il
LTTE e inviò un Ministro a Jaffna per ulteriori negoziazioni, il cui risultato fu la dichiarazione di
cessate il fuoco.
97. Il LTTE non rispettò nemmeno questa tregua e attaccò diversi accampamenti dell’aviazione e
dell’esercito e altre stazioni di polizia, uccidendo 342 persone e ferendone 412. Infatti, il comando
sfruttò nuovamente il periodo dei negoziati di pace e del cessate il fuoco a suo favore, riprendendosi
36
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
dalla sconfitta militare e acquisendo una posizione di vantaggio tattico e psicologico rispetto alle Forze
di Sicurezza.
98. Durante i negoziati di pace il LTTE consolidò ulteriormente il suo potere sui gruppi tamil con campagne
di omicidi e violenza mirata. Questa volta le maggiori vittime furono i leader del TULF. Nel luglio 1989
l’ex leader dell’Opposizione A. Amirthalingam fu ucciso con V. Yogeshwaran, membro del Parlamento
per Jaffna. Inoltre, anche uno dei maggiori politici tamil dell’est del paese, Sam Thambimuttu, membro
del Parlamento del Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo Eelam (EPRLF), fu ucciso dal
LTTE nel maggio 1990.
99. Con l’inizio della guerra nel giugno 1990, il LTTE riprese gli attacchi suicidi ed espanse le operazioni
suicide dalle aree in cui era concentrato il conflitto a quelle esterne dal nord e dall’est del paese,
compresa l’India. Gli obiettivi maggiori furono i leader politici e militari che erano stati identificati dal
leader del LTTE come potenziali minacce al raggiungimento del suo scopo finale.
100.
Nella sua campagna di omicidi il LTTE prese di mira anche la comunità musulmana.
Nell’agosto 1990 l’organizzazione uccise 147 musulmani fedeli in preghiera nella moschea di
Kathankudy e 173 compaesani musulmani a Eravur, Batticaloa. In seguito, nello stesso anno, il LTTE
espulse tutti i musulmani da Jaffna.
101.
Questo periodo segnò anche l’inizio degli attacchi suicidi contro la flotta navale che operava a
largo delle coste orientali dello Sri Lanka. Il primo attacco navale suicida risale al 10 luglio 1990 a
Velvettithurai, Jaffna, quando le Tigri Nere tentarono di far schiantare una nave carica di esplosivo
contro l’imbarcazione della Marina Sri Lankese “Edithara”.
E. I negoziati di pace – Ottobre 1994/Aprile 1995
102.
Il 17 agosto 1994, ovvero qualche giorno dopo la nomina di Primo Ministro, il Presidente
Chandrika Kumaratunga cominciò i “negoziati incondizionati” con il LTTE. Le due parti accettarono
una “Dichiarazione di Cessazione delle Ostilità”, a patto che il LTTE e le Forze di Sicurezza
mantenessero le loro posizioni sul territorio. Il comando, tuttavia, rifiutò fermamente di affrontare
ulteriori colloqui relativi alle questioni politiche importanti fin quando una serie di ulteriori
37
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
richieste, nessuna delle quali fu accettata durante l’accordo di cessate il fuoco, non fosse accolta dal
Governo. Tali richieste comprendevano la rimozione da parte del Governo di un importante
accampamento militare a Pooneryn, l’apertura di una rotta stradale strategica a uso del LTTE, il
permesso agli ufficiali del comando di trasportare armi ad est del paese, ad eccezione dei membri di
posti di controllo e monitoraggio stradale, e la diminuzione delle restrizioni sulle attività di pesca nelle
zone orientali dello Sri Lanka. Sebbene il LTTE affermò che le richieste fossero avanzate per questioni
umanitarie, fu subito chiaro che l’accettazione di tali istanze da parte del Governo avrebbe consentito
all’organizzazione un vantaggio militare fondamentale ai fini del perseguimento del programma di
separazione.
103.
Ciononostante, al fine di raggiungere un accordo pacifico con il LTTE il Presidente
Kumaratunga accettò molte delle richieste, ad eccezione della chiusura dell’accampamento di Pooneryn,
sebbene l’organizzazione non fosse soddisfatta e insistesse che ogni istanza doveva essere accolta prima
di intavolare una discussione.
Mentre i negoziati stavano procedendo, il LTTE fece improvvisamente saltare in aria due cannoniere
navali attraccate al porto di Trincomalee, uccidendo 12 marinai e ferendone altri 21. Il comando si
rifiutò non solo di comunicare con le 72 ore di preavviso stabilite nell’accordo l’interruzione della
tregua, ma dimostrò un evidente disprezzo per i negoziati di pace rispondendo con grande violenza alle
concessioni del Governo.
104.
Il LTTE si rafforzò in modo significativo nel periodo del cessate il fuoco, formando quattro
nuovi Reggimenti per la Fanteria e il Supporto Militare chiamato Anbarasy (anti flotta aerea), Malathi
(reggimento della fanteria femminile), Kittu (reggimento dell’artiglieria) e Victor (reggimento anti carro
armati). L’organizzazione acquistò anche grandi quantità di armi d’artiglieria, antiaeree e anti carro
armato ed esplosivi dall’Europa orientale e dai paesi dell’Est Asiatico.
105.
Per la prima volta nel conflitto il LTTE impiegò contro l’Aeronautica Sri Lankese missili ariaterra procurati durante il periodo di cessate il fuoco. Il 28 e il 29 aprile 1995 il comando abbatté due
aeromobili Avro dell’Aeronautica, uccidendo 100 ufficiali disarmati in congedo e alcuni civili. In quel
periodo furono realizzati anche altri attacchi missilistici, come l’attacco ai danni di un aereo AN-32 nel
novembre 1995 e quello a un elicottero MI-17 per il trasporto di passeggeri nel gennaio 1996, per un
totale di 102 vittime.
106.
Inoltre, nel 1996 il comando LTTE organizzò un intenso attacco a una sede delle Forze di
Sicurezza a Mullaitivu, uccidendo più di 1.100 soldati.
38
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
107.
Con l’inizio della Terza Guerra Eelam, il LTTE incrementò il numero di operazioni suicide in
luoghi religiosi e istituzioni economiche. L’attacco realizzato con un veicolo carico di esplosivo al
tempio di Sri Dalada Maligawa o “Tempio del Dente”, santuario buddhista in cui è conservato il Dente
Sacro del Buddha, fu la prima operazione suicida del LTTE in un luogo religioso. D’altro canto,
l’attacco suicida compiuto il 20 ottobre 1995 alla raffineria petrolifera di Kolonnawa e alle cisterne di
petrolio di Orugodawatta, a Colombo, può essere identificato come la prima operazione suicida del
LTTE contro obiettivi economici ed ebbe un impatto molto negativo sull’economia del paese.
Quest’ultimo fu seguito da un attentato alla Banca Centrale nel gennaio 1996.
108.
Gli esempi forniti dimostrano che il LTTE sfruttò la situazione di pace e il periodo di cessate il
fuoco per rafforzare in modo marcato le proprie forze militari e acquisire equipaggiamento sofisticato
da impiegare successivamente contro le Forze di Sicurezza e i civili con conseguenze disastrose.
F.
L’intervento norvegese
109.
Il Governo del Fronte Nazionale Unito (UNF) guidato dal Primo Ministro Ranil
Wickremasinghe venne instaurato nel dicembre 2001 con la promessa di porre fine alle operazioni
militari contro il LTTE e riportare la pace tramite i negoziati. Poco dopo il successo elettorale dell’UNF,
il 24 dicembre 2001 il comando LTTE avanzò la proposta di un cessate il fuoco unilaterale e di
negoziati incondizionati, che fu accolta dal Governo UNF. Il Governo e il LTTE firmarono un Accordo
di cessate il fuoco il 22 febbraio 2002.
110.
Il Governo della Norvegia facilitò il processo di pace, coordinando le comunicazioni tra le due
parti e occupandosi delle questioni logistiche prima e durante i negoziati di pace. Inoltre, fu nominata la
Missione di Monitoraggio dello Sri Lanka (SLMM), che comprendeva membri dei paesi nordici, con lo
scopo di supervisionare l’implementazione dell’accordo di cessate il fuoco. L’SLMM monitorava la
situazione del territorio ed era tenuta a effettuare valutazioni relative alle violazioni di cessate il fuoco
avvenute durante il suo mandato. Inoltre, i capi di governo degli Stati Uniti, del Giappone, della
Norvegia e dell’Unione Europea furono nominati come co-presidenti della Conferenza di Tokyo sulla
Ricostruzione e lo Sviluppo dello Sri Lanka del 10 giugno 2003, un’iniziativa mirata a incoraggiare
l’instaurazione della pace attraverso lo stanziamento di fondi destinati a progetti di sviluppo economico
nel nord e nell’est del paese.
39
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
111.
Come nelle trattative precedenti il comando LTTE avanzò numerose richieste che il Governo
dello Sri Lanka dovette accettare come requisito indispensabile per l’avvio dei negoziati. Le richieste
riguardavano la diminuzione delle restrizioni sul trasporto di merci a duplice scopo (civile e militare)
nelle aree controllate dal LTTE, le misure per il trasporto di membri dell’organizzazione, l’accesso ai
fondi esteri, il rifornimento di equipaggiamento per le comunicazioni e, infine, la partecipazione a
programmi di formazione internazionale degli ufficiali del comando. Il LTTE affermò che tali
condizioni erano necessarie per “costruire la fiducia” e per “ragioni umanitarie”, ma non prevedevano
concessioni dell’organizzazione al Governo dello Sri Lanka. Nonostante l’approvazione di quasi tutte le
richieste da parte del Governo, l’organizzazione ostacolò, sospese e, infine, abbandonò i negoziati di
pace proprio nel momento in cui era necessario prendere provvedimenti su alcune questioni politiche
sostanziali. Nonostante l’interruzione dei negoziati di pace, il cessate il fuoco non cessò, principalmente
perché il LTTE continuava a trarre beneficio dai periodi di tregua e attendeva il momento giusto per
tornare in azione.
112.
Poco dopo la vittoria delle elezioni presidenziali nel novembre 2005, il Presidente Mahinda
Rajapaksa riprese con successo i negoziati di pace interrotti con il LTTE. Consapevole che le tattiche
dell’organizzazione si basassero sull’avanzamento di richieste a breve termine per evitare di affrontare
importanti questioni politiche, la delegazione del Governo rifiutò la proposta del LTTE di limitare i
colloqui all’accordo di cessate il fuoco e, d’altro canto, insistette per affrontare un vasto programma.
Nonostante i progressi su una serie di questioni nella prima sessione dei negoziati di pace con il
Presidente Mahinda Rajapaksa, il LTTE ritornò alle sue tattiche usuali, giustificandosi con scuse
logistiche e presentando ulteriori richieste con lo scopo di sospendere le trattative.
113.
Nel giugno 2006 la delegazione del LTTE ebbe l’opportunità di recarsi a Oslo, in Norvegia, per
una serie di colloqui programmati con il Governo dello Sri Lanka ma, insoddisfatta della composizione
della delegazione del Governo, rifiutò di presentarsi alla negoziazione. Nell’ultima sessione dei
negoziati, nell’ottobre 2006, il LTTE rifiutò di procedere con ulteriori trattative di pace fin quando il
Governo dello Sri Lanka non avesse accettato di aprire l’autostrada A-9. Tuttavia, tale richiesta non fu
soddisfatta per ragioni di sicurezza e questa volta, quando i negoziati furono sospesi, il LTTE aveva
sfruttato il cessate il fuoco per raggiungere i suoi obiettivi ed era pronto a continuare con le ostilità.
40
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
G. Il comportamento del LTTE tra il 2002 e il 2006
114.
Dalla firma dell’Accordo di cessate il fuoco del febbraio 2002 da parte del Governo dello Sri
Lanka, precisamente dal Ministro Ranil Wickremasinghe, e fino all’interruzione dei negoziati di pace
dell’ottobre 2006, il LTTE rafforzò in modo significativo e notevole il suo apparato militare. Infatti, i
documenti relativi a quel periodo dimostrano come l’organizzazione sfruttò il cessate il fuoco per
riarmarsi e accumulare scorte di armi e munizioni, così come per assassinare i nemici politici e
consolidare il suo potere a nord e a est del paese. Durante questo periodo il LTTE promosse anche una
campagna per provocare, minacciare e demoralizzare le Forze di Sicurezza, a cui, secondo le misure
previste dall’accordo di cessate il fuoco, era impedito reagire. Il LTTE infranse sistematicamente
l’accordo, compiendo violazioni sempre più frequenti e gravi alla fine del 2005. La grande quantità di
violazioni registrate dalla Missione di Monitoraggio dello Sri Lanka (SLMM) dimostrava il disprezzo
del LTTE nei confronti dell’accordo stesso.
Acquisizione di armi e munizioni
115.
Durante il cessate il fuoco il LTTE si dedicò al potenziamento dei sistemi di combattimento e
alla realizzazione di vaste scorte di armi. L’organizzazione riuscì a procurarsi un grande numero di
spedizioni di armi dall’estero e a scaricarle via mare nella roccaforte di Mullaitivu. Gli armamenti
comprendevano armi, mine, artiglieria, aerei, missili ed esplosivi. Il LTTE possedeva una flotta di
imbarcazioni commerciali destinate al trasporto di armi per l’organizzazione che viaggiava sulle acque
internazionali a largo delle coste dello Sri Lanka ed effettuava consegne ai pescherecci, che, a loro
volta, le trasportavano alla costa. L’allegato fornisce dettagli sugli approvvigionamenti di armi.
116.
Secondo i registri dell’SLMM, il 14 luglio 2002 e il 10 febbraio 2003 lo stesso organo di
controllo e la Marina Sri Lankese individuarono pescherecci carichi di armi. In queste occasioni i
controllori dell’SLMM a bordo delle imbarcazioni della Marina Sri Lankese documentarono il trasporto
di armi da parte del LTTE durante il cessate il fuoco. Tra settembre 2006 e ottobre 2007 la Marina Sri
Lankese individuò e distrusse 10 imbarcazioni del LTTE con un carico di migliaia di tonnellate di armi
ed equipaggiamenti e tali dati costituiscono la prova empirica del modus operandi adottato dal comando
tamil per il trasporto di armi durante la tregua.
41
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Acquisizione di aeromobili
117.
Il comando LTTE, limitato a forze di terra e mare, aggiunse una nuova dimensione alla guerra
introducendo attacchi aerei realizzati con aeromobili procurati durante il cessate il fuoco. Il LTTE
sfruttò la tregua anche per inviare i suoi ufficiali all’estero per addestramenti di volo e per costruire
diversi aeroporti.
Reclutamento dei membri
118.
Il LTTE trasse vantaggi dal cessate il fuoco incrementando in modo significativo le attività di
reclutamento anche nelle zone controllate dal Governo, tra cui il rapimento di adulti e bambini.
L’SLMM stima che durante il cessate il fuoco il comando fu responsabile del reclutamento di 1.743
bambini, di 253 rapimenti di bambini e di altri 579 di adulti. I dati si riferiscono solo alle denunce
presentate all’SLMM dai parenti relative al reclutamento e ai rapimenti del LTTE. Considerando che
l’SLMM non aveva la possibilità di monitorare gli obblighi di cessate il fuoco e ricevette denunce
pubbliche solo nelle aree controllate dal LTTE, è probabile che un consistente numero di casi in quelle
aree non siano stati denunciati.
119.
Il LTTE rinvigorì anche le forze ausiliarie e fornì un addestramento obbligatorio ai civili nelle
aree di suo controllo. Il reclutamento del LTTE effettuato durante il periodo di cessate il fuoco portò a
un significativo aumento della potenza dell’organizzazione: da un’organizzazione costituita da meno di
14.000 membri nel giugno 2006 tale numero raggiunse i 25.000.
Sfruttamento degli incarichi politici da parte del LTTE
120.
Durante la tregua al LTTE fu permesso di dedicarsi all’attività politica nelle aree controllate dal
governo. Secondo le aspettative, il LTTE avrebbe ricavato il massimo dall’opportunità di trasformare
un’organizzazione militare in una politica. Sfortunatamente, la concessione del Governo dello Sri Lanka
mirata a facilitare tale passaggio fu impiegata in modo improprio da parte dell’intransigente LTTE.
Infatti, l’accordo di cessate il fuoco fornì ai combattenti LTTE l’occasione di entrare nelle aree
controllate dal governo tramite l’istituzione di diversi “Uffici Politici del LTTE” in quelle aree. Il
comando utilizzò questi uffici per organizzare campagne di reclutamento, interventi per l’avanguardia
dell’intelligence, raccolta di armi e azioni di minaccia e intimidazione ai residenti.
42
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Rafforzamento dei fondi internazionali e delle operazioni di approvvigionamento di armi
121.
Durante il cessate il fuoco il LTTE fu coinvolto attivamente nel rinvigorimento della rete
internazionale con lo scopo di migliorare le operazioni di raccolta fondi e approvvigionamento di armi.
Nel luglio 2003 il Centro di Coordinamento Internazionale del LTTE decise di far incontrare i maggiori
leader dei gruppi esteri e fornì loro istruzioni sull’istituzione di una rete internazionale. Questa
riorganizzazione iniziò immediatamente e la diaspora tamil fu convinta e in alcuni casi costretta a
contribuire con denaro alla ripresa della guerra. Il messaggio del LTTE alla diaspora tamil si
concentrava sul fatto che erano necessarie grandi somme di denaro per la preparazione di una battaglia
decisiva mirata al raggiungimento di un obiettivo, ovvero la guerra finale.
122.
Durante la tregua il comando tamil sfruttò ogni fonte di denaro, compresi i fondi ricevuti in
seguito allo tsunami di dicembre 2004, per sostenere spese sempre maggiori e sviluppare strutture
militari a nord e a est del paese. I fondi erano raccolti all’estero dal LTTE con il pretesto di utilizzare i
contributi per lo sviluppo e la riabilitazione delle zone settentrionali e orientali dello Sri Lanka. Il
denaro era trasferito alla principale organizzazione di copertura, l’Organizzazione per la Riabilitazione
Tamil (TRO), che fu in seguito bandita in diversi paesi in qualità di organo legato al terrorismo. Durante
la tregua il LTTE istituì anche una banca illegale, la “Banca per lo Sviluppo del nord e dell’est”, con
sede a Killinochchi, a cui trasferì i fondi raccolti dal TRO.
L’uccisione degli oppositori
123.
Durante il cessate il fuoco il LTTE promosse una nuova campagna di omicidi mirata agli
oppositori. L’organizzazione impiegava i nuovi “uffici politici” situati nelle zone controllate dal
governo per pianificare e supportare le operazioni segrete. Un cecchino del LTTE uccise il Ministro
degli Esteri Lakshman Kadirgamar nell’agosto 2005, e Ketesh Loganathan, Vice Segretario Generale
del Comitato di Coordinamento del Processo di Pace, fu freddato fuori dalla sua abitazione nell’agosto
dell’anno successivo. La tregua permise al LTTE di uccidere anche diversi leader e membri di partiti
tamil che si erano opposti all’organizzazione ed avevano abbracciato la corrente democratica.
43
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Azioni provocatorie
124.
Dopo la firma dell’accordo di cessate il fuoco nel febbraio 2002 il LTTE commise azioni
provocatorie contro le Forze di Sicurezza, con l’intento di portarle a reagire e a violare la tregua. Tra
queste si ricordano diversi atti di intimidazione, compresi rapimenti, attacchi e assassini mirati alle
Forze di Sicurezza, così come azioni minori pianificate per sollecitare una risposta immediata. Nei posti
di controllo a nord e a est dello Sri Lanka, i membri del LTTE organizzavano interventi provocatori
mirati a umiliare i singoli soldati, schernendoli, lanciando loro sassi e ricoprendoli di sputi. In diverse
occasioni i membri del LTTE in abiti civili attaccarono brutalmente e uccisero alcuni ufficiali delle
Forze di Sicurezza che stavano effettuando pattugliamenti delle strade nelle zone controllate dal
governo. I membri del LTTE, sempre in borghese, bruciavano gomme sulla strada, bloccavano il
traffico e sconvolgevano la vita dei civili. Nonostante le provocazioni da parte del LTTE, le Forze di
Sicurezza reagirono con moderazione nello spirito dell’accordo di tregua.
Violazioni all’Accordo di cessate il fuoco
125.
L’SLMM ha stimato che tra febbraio 2002 e maggio 2007 il LTTE violò il cessate il fuoco
3.830 volte, contro le 351 del Governo dello Sri Lanka. Si deve però considerare che il ruolo e le risorse
dell’SLMM limitarono l’attività di monitoraggio e di investigazione sulle denunce, soprattutto nelle
zone controllate dal LTTE. Per questo motivo, è probabile che il comando abbia violato il coprifuoco
molte più volte rispetto al numero sopraindicato.
126.
Dopo che il LTTE fu bandito dall’Unione Europea, il comando militare si vendicò affermando
di non poter più garantire la sicurezza del personale SLMM. Di conseguenza, la presenza e il ruolo
dell’organo di controllo, che operava in Sri Lanka da settembre 2009, diminuirono in modo
significativo.
127.
Considerando l’incapacità dell’SLMM di investigare sulle denunce presentate contro il LTTE
nelle aree controllate dall’organizzazione stessa e la diminuzione del personale in seguito alle
provocazioni del comando tamil, è necessario esaminare accuratamente i registri delle denunce durante
il periodo di cessate il fuoco. La tabella a fianco riporta la natura e il numero delle denunce.
44
Trincomalee
147
101
16
1
96
1
97
753
218
42
36
213
79
20
186
118
21
9
40
9
19
30
28
2
99
265
1
884
251
35
55
39
5
112
152
1
766
85
4
111
37
11
4
243
593
1.456
311
225
2.183
TOTALE
Batticalao,
e
Ampara
Polonnaruwa
102
221
45
Altre aree
Wanni
Rapimenti di civili
Azioni provocatorie
Campagne di protesta
Richieste di riscatto
Coscrizione
Rimozione forzata di veicoli privati
Issaggio di bandiera del LTTE in istituzioni
pubbliche
Molestie ai civili
Trasporto di armi in aree abbandonate
Costruzione di nuovi accampamenti/bunker
Uccisione di civili
Uccisione di personale della Polizia
Esercitazioni navali con apertura del fuoco
TOTALE
Jaffna
Categoria
Colombo
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
1
1
1.189
659
124
46
434
93
247
1
30
29
5
105
60
112
373
114
11
800
1.369
2
5.461
128.
Il 16 gennaio 2008, quando l’accordo di cessate il fuoco terminò formalmente, la tregua era già
stata ufficialmente sospesa nel luglio 2006 a causa dell’aumento di atti di violenza del LTTE. Di
conseguenza, l’effettiva abrogazione dell’accordo avvenne solo successivamente a questa data.
La preparazione del LTTE alla guerra
129.
Una valutazione delle denunce effettuate contro il LTTE nel periodo precedente a luglio 2006
evidenzia un aumento in quantità e gravità delle violazioni alla tregua e dimostra l’incremento dei
gruppi militari e delle sfacciate provocazioni contro le Forze di Sicurezza. I registri dell’SLMM
documentano il percorso del LTTE verso la guerra. La tabella alla pagina seguente sottolinea un chiaro
incremento del numero delle violazioni nel 2005 e nel 2006, facendo un confronto con l’anno
precedente.
45
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Violazioni all’accordo di cessate il fuoco da parte del LTTE
Anno
Numero di
violazioni
2002
815
2003
871
2004
702
2005
975
2006
2.098
Totale
5.461
Numero di violazioni del cessate il fuoco
130.
Le statistiche in alto dimostrano l’evidente intenzione del LTTE di provocare il Governo dello
Sri Lanka e condurlo a una reazione militare. Allo stesso tempo, la natura degli obiettivi selezionati dal
LTTE indicano chiaramente l’intenzione di limitare le capacità del Governo per intraprendere una
vittoriosa reazione militare. Durante il cessate il fuoco il LTTE riuscì ad uccidere 24 agenti
dell’intelligence Sri Lankese. In seguito, nell’aprile 2006 l’organizzazione cercò di assassinare il
Comandante dell’Esercito dello Sri Lanka con un attacco eseguito da un attentatore suicida che si
infiltrò nel quartier generale dell’esercito. Successivamente, nel giugno 2006 un attentatore suicida
uccise il Vice Capo del Personale dell’Esercito. Infine, un altro attentato fu organizzato ai danni del
Segretario del Ministro della Difesa nel dicembre dello stesso anno.
131.
Nonostante i diversi attentati realizzati dal LTTE per provocare la reazione armata del Governo,
quest’ultimo optò per questa scelta solo quando l’intervento militare divenne l’unico mezzo per evitare
la crescente crisi umanitaria causata dalla chiusura del canale artificiale di Mavil Aru da parte del LTTE
nel luglio 2006.
46
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
PARTE SECONDA
V. LA RIPRESA DELLE OSTILITA’
132.
All’incirca il 21 Luglio 2006 abitanti del villaggio di origini Musulmane, Singalese e Tamil
riferirono all’Ingegnere delle Acque d’Irrigazione delle chiuse del canale artificiale Mavil Aru di aver
notato un’insolita diminuzione del flusso delle acque nel braccio Kallar del canale. L’uscita per
l’ispezione delle chiuse del canale d’irrigazione da parte dell’ingegnere venne impedita dal LTTE sotto
minaccia di armi da fuoco. Divenne chiaro che le principali chiuse del canale vennero bloccate dal
LTTE a seguito dell’improvvisa presa di controllo dell’area, con conseguente cessazione del flusso
d’acqua.
Chiuse del Canale Mavil Aru
47
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
133.
Mavil Aru comprende tre chiuse – la chiusa principale, la chiusa dalla sorgente, e la chiusa
radiale. La chiusa dalla sorgente e quella radiale sono state costruite su due torrenti di Verugal Aru, che
scorre verso est. La chiusa principale controlla il flusso d’acqua al braccio Kallar del canale, che scorre
in direzione nord e rifornisce di acqua i villaggi.
134.
La popolazione dell’area di Mavil Aru che riceveva l’acqua includeva 9510 Musulmani, 8013
Singalesi e 4439 Tamil residenti in 20 villaggi. La chiusura della chiusa pregiudicò seriamente i loro
mezzi di sussistenza e la vita quotidiana. L’occupazione principale degli abitanti dei villaggi era la
coltivazione e il loro filo diretto con l’acqua proveniva da questa risorsa. Vennero colpite anche le
famiglie dedite all’allevamento degli animali e alla pesca in vasche. Si stava preparando una catastrofe
poiché l’agricoltura e la sopravvivenza erano minacciate.
135.
La vicenda venne riferita alla Missione di Monitoraggio dello Sri Lanka e ad altre autorità
competenti, ma la situazione rimase immutata. Ogni tentativo pacifico di ripresa del flusso delle acque
fallì. Col passare dei giorni il problema restava irrisolto. Se non si ripristinava il rifornimento di acqua
l’intero raccolto sarebbe andato perso. La comunità iniziava ad essere disperata.
136.
Gli abitanti dei villaggi volevano marciare verso il punto di blocco con l’intenzione di aprire le
chiuse del canale. Ciò avrebbe condotto ad uno scontro con il LTTE, che andava impedito. La
negazione dell’acqua, diritto primario per la vita di una comunità, sembrava concepito dal LTTE per
provocare la reazione del Governo dello Sri Lanka laddove i numerosi tentativi precedenti avevano
fallito. La comunità veniva usata come pedina dal LTTE.
137.
La situazione richiedeva l’intervento del Governo, se non si volevano obbligare gli abitanti dei
villaggi ad abbandonare coltivazioni e terre. Il Governo venne obbligato ad avviare una limitata
operazione militare per aprire le chiuse del canale. Forze di Sicurezza avviarono le operazioni alle 5 del
mattino del 28 Luglio 2006.
138.
Lo slancio delle Forze di Sicurezza venne rallentato a causa dell’alta concentrazione di mine
piazzate dal LTTE, e dalla strenua resistenza di trincee e bunker di recente costruzione e massiccia
fortificazione. Le truppe dovettero anche fronteggiare raffiche di artiglieria e di mortaio del LTTE.
48
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
139.
Mentre l’operazione Mavil Aru era in corso, il LTTE sferrò attacchi simultanei verso le 2 del
mattino circa del 02 Agosto 2006 contro campi militari a Kaddaiparichchan, Selvanagar, Mahindapue, il
Distaccamento Navale a Mutur e la città di Mutur. Le Forze di Sicurezza dovevano adesso respingere
gli attacchi del LTTE su questi nuovi fronti intorno al porto di Trincomalee. Anche il Jetliner, il
principale corazzato per il trasporto truppe, fu attaccato al suo ingresso nel porto di Trincomalee.
Avvio delle operazioni a Mavil Aru e risposta del LTTE
49
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
140.
La città di Mutur, di fronte al porto di Trincomalee, cadde nelle mani del LTTE mentre si
registravano duri scontri presso Kattiparichahan alle porte di Mutur. Gli attacchi a Selvanagar e
Galkanda hanno portato i civili dell’intera area a sud del porto di Trincomalee ad abbandonare le
proprie case. Gli sfollati confluiti nei campi a Kantale ammontarono a 76745, di cui 5848 Singalesi,
29620 Tamil e 41277 Musulmani.
141.
Le intenzioni del LTTE erano di prendere possesso del porto di Trincomalee, la principale base
logistica per il trasporto di rifornimenti per i civili a Jaffna come pure per le Forze di Sicurezza. Il
sistema alternativo di trasporto era via aerea, dato che la strada A-9 (Main Supply Route) era
parzialmente controllata dal LTTE. Se Trincomalee fosse caduta nelle mani dell’LTTE, la penisola di
Jaffna sarebbe stata in grave pericolo poiché non vi sarebbe stato accesso immediato per uomini e
materiali.
142.
Il mattino del 6 Agosto 2006, le Forze di Sicurezza iniziarono a liberare la città di Mutur e in
serata le truppe consolidarono le operazioni. Anche Kattaparichchan venne liberata verso quelle ore. Il
7 Agosto 2006 si riottenne il totale controllo di Trincomalee Sud.
143.
Dopo aver riassunto con successo il controllo di Trincomalee Sud, le truppe vennero di nuovo
indirizzate a proseguire gli sforzi per la liberazione di Mavil Aru. Il 10 Agosto le Forze di Sicurezza
consolidarono la sponda ovest della chiusa radiale, ponendo fine alla battaglia per l’acqua. Le chiuse
del canale furono aperte nuovamente e l’acqua fluì liberamente verso le zone coltivate.
144.
Per fermare le Forze di Sicurezza ad est e farle convergere su Jaffna, il LTTE ampliò l’11
Agosto il teatro delle operazioni. Appena 15 min. prima della chiusura dei lavori del giorno, il LTTE
attaccò il punto di entrata/uscita Muhamalai sulla strada A-9 Kandy-Jaffna, violando gravemente
l’accordo di cessate il fuoco. Avvicinandosi a bordo di un autobus al punto di entrata/uscita, al riparo
dietro un altro autobus che portava pellegrini, il LTTE predispose un piano d’attacco terrestre ben
coordinato, supportato da vicino dalla concentrazione di artiglieria e fuochi di mortaio, uccidendo
l’impreparato personale militare occupato con le attività di conclusione della giornata al check-point.
L’attacco causò la morte di civili vicini al luogo. Contemporaneamente vi furono dei tentativi del
LTTE per la presa del Distaccamento Navale a Kilaly e sulla Linea di Difesa Avanzata a Muhamallai. Il
LTTE riportò dei successi parziali in questi tentativi alle ore 23.
50
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
145.
Successivamente, cellule delle Tigri del Mare LTTE effettuarono uno sbarco conquistando parte
delle difese delle truppe della Marina all’Isola Katys mentre impegnavano Ariyalai con fuoco
concentrato d’artiglieria. Le truppe della Marina dovettero abbandonare le posizioni nella linea di
Difesa Avanzata ed occupare posizioni alternative all’interno. L’iniziale successo ottenuto fu sfruttato
dal LTTE che stabilì una sua roccaforte ad Allaippiddi.
Gli attacchi nella penisola di Jaffna
146.
Le truppe che s’imbatterono nel primo scontro dovettero ridistribuirsi ad occupare le posizioni
della contro-occupazione per prevenire altre incursioni. Si inviarono rinforzi per avere il controllo
della situazione sul fronte di Kilaly, mentre si contenne il LTTE a Muhamallai e l’area a nord del varco
di entrata/uscita. Le truppe nelle posizioni della contro penetrazione sferrarono una serie di
contrattacchi senza molto successo. Dall’11 al 14 Agosto 2006 le Forze di Sicurezza effettuarono
diversi tentativi per rimpossessarsi della Linea di Difesa Avanzata ma vennero efficacemente fermate
dal LTTE.
147.
Si sferrò un contrattacco per rimpossessarsi del Distaccamento Navale a Kilaly. Le Forze di
Sicurezza si ripresero con successo il Distaccamento Navale dietro strenua resistenza con l’aiuto del
51
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
fuoco di artiglieria. Per le 4 del mattino del 12 Agosto 2006 le difese del fronte della Laguna di Kilaly
furono ristabilite.
148.
Presso Kayts, la Marina dello Sri Lanka tenne le basi dopo essersi riposizionata, lasciando
scoperti alcuni punti saldi lungo la fascia costiera. Le Forze di Sicurezza lanciarono con successo un
contrattacco il 12 Agosto 2006 e si ripresero le postazioni occupate dal LTTE. La Marina consolidò i
punti di difesa liberati a Mandaitivu il giorno dopo.
149.
Le Forze di Sicurezza riuscirono a contenere le incursioni del LTTE fino al 17 Agosto 2006
occupando vittoriosamente le contro postazioni e quindi lanciando contrattacchi di diversa portata. La
degradazione esercitata dalle Forze di Sicurezza ridusse l’efficacia dei combattimenti del LTTE
impedendogli di lanciare attacchi mirati verso le posizioni avversarie e quelle alle spalle. Sia le Forze
di Sicurezza che il LTTE subirono pesanti perdite durante lo scontro.
150.
Le Forze di Sicurezza completarono la rioccupazione il 27 Agosto 2006 e ristabilirono integra la
Linea di Difesa Avanzata a Muhamallai.
151.
Dopo aver fallito nella sua precedente importante offensiva per prendere il porto di
Trincomalee, il LTTE proseguì col fuoco di artiglieria e mortaio da Sampoor e Ralkuli (situate ad
entrambi i lati di Mutur nel bacino del porto) verso i cantieri navali, la base dell’Aeronautica Militare
(SLAF) nella baia China, e minacciò il cementificio ‘Mitsui’, il mulino ‘Prima Flour’ e serbatoi di
petrolio. Questo creò una seria minaccia all’area di Trincomalee e la popolazione civile iniziò a partire
per timore della propria incolumità.
52
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
L’importante offensiva LTTE per conquistare Trincomalee
152.
Le Forze di Sicurezza iniziarono a rifornire la popolazione di rifugi e servizi, cosa che divenne
in seguito appannaggio dell’apparato amministrativo civile. Il LTTE cercava costantemente di attaccare
imbarcazioni della Marina che navigavano dentro e fuori il porto di Trincomalee e il molo di Muttur.
Un’interruzione della linea di comunicazioni via mare per Jaffna avrebbe conferito un enorme
vantaggio militare al LTTE.
153.
In aggiunta a tali fattori, i civili sfollati di Mutur e l’area sud di Trincomalee, che avevano
vissuto la recente esperienza degli assalti del LTTE, i fuochi di artiglieria e di mortaio, richiesero che le
Forze di Sicurezza garantissero la loro sicurezza allontanando il LTTE e la costante minaccia ch’esso
rappresentava. In questa situazione, considerata la serie di attacchi avuti in precedenza, si ritenne
necessario mettere in salvo Sampoor e le zone adiacenti per garantire la sicurezza dei civili.
154.
Il LTTE accrebbe la propria forza e fortificò la zona per negare l’accesso alle Forze di Sicurezza
e prevenire il territorio da ogni sbarco via mare dalla zona di Foul Point. Le attività del LTTE a
Sampoor e Ralkuli seguitarono a costituire una minaccia diretta alle attività navali del
53
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Porto di Trincomalee. Accrebbero le attività delle Tigri del Mare con l’arrivo dei capi anziani delle
Tigri del Mare con imbarcazioni veloci e barchini esplosivi che determinarono un cambiamento
importante nelle loro capacità di attacco.
155.
Il Governo dello Sri Lanka, obbligato a reagire alle aperte provocazioni del LTTE ad est a
Mavil Aru e a Trincomalee Sud, nella penisola di Jaffna a Muhamallai e Katys, si vide costretto a
respingere tale crescente minaccia lanciando una controffensiva al LLTE.
156.
Le Forze di Sicurezza lanciarono l’Operazione Umanitaria per proteggere la zona di Sampoor
alle 3 del mattino del 24 Agosto 2006. La precisione dell’artiglieria e dei divieti aerei combinati a
piccole azioni di gruppo causarono gravi perdite al LTTE, mentre le manovre tattiche del convoglio
principale crearono confusione tra i leader del LTTE. Al 3 Settembre le Forze di Sicurezza anche
tramite risorse tecniche riscontrarono che le restanti cellule del LTTE tentavano di ripiegare verso sud.
La Marina prevenne il ritiro via mare del LTTE. Per le 14 del 4 Settembre 2006 le Forze di Sicurezza
riguadagnarono il pieno controllo dell’area di Sampoor.
157.
Il vittorioso completamento delle operazioni ebbe un grande impatto sulla fiducia della
popolazione civile e migliorò l’immagine complessiva del Governo. La zona riconquistata inoltre, fu
dello spessore necessario per la sicurezza della città di Trincomalee, il suo porto e i cantieri navali.
Manirasakulam, occupata dal LTTE durante il periodo del cessate il fuoco, venne riottenuta, impedendo
così movimenti di terroristi tra il Wanni, Trincomalee e Batticaloa.
158.
Una volta messa in sicurezza la zona, tutte le persone che l’avevano abbandonata furono in
grado di farvi ritorno in piena tranquillità per la propria sicurezza. Le normali attività ripresero e i campi
abbandonati per anni vennero nuovamente coltivati. Il bacino di riso intorno a Trincomalee fiorì di
nuovo in assenza del LTTE.
159.
Tratto rilevante di questa operazione fu che la vita civile e la proprietà furono in linea di
massima protette. Tuttavia si registrarono perdite di civili per opera del LTTE, inclusi degli spari a
Galkanda su un ambulanza di passaggio. Civili musulmani che scappavano agli attacchi dell’artiglieria
vennero presi di mira da parte di cellule LTTE in ritirata.
54
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
160.
L’Operazione Umanitaria proseguì nella liberazione della restante parte orientale compresa
Vakarai, il bacino di Batticaloa, Thoppigala e Trincomalee nord. Al 10 Luglio 2007 le Forze di
Sicurezza completarono la liberazione della Provincia Est.
161.
Le prolungate violazioni dell’Accordo di Cessate il Fuoco da parte del LTTE rivelarono
chiaramente che questo lo utilizzò unicamente come copertura per ottenere i propri obbiettivi militari. Il
bisogno di una risposta calibrata era stato ampiamente provato, e il successo di tale risposta ha
comportato la liberazione di civili. In quanto stato sovrano con autorità legittima, lo Sri Lanka aveva
l’obbligo di proteggere tutti i suoi cittadini e in particolare quelli sotto il giogo del LTTE, per permettere
anche a loro di godere degli stessi diritti e benefici degli altri cittadini.
55
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
VI. LE OPERAZIONI NEL WANNI
162.
Mentre l’Operazione Umanitaria ad oriente raggiungeva il proprio apice, fu deciso di aprire un
fronte nel teatro delle operazioni del Wanni. Durante questo periodo un’area di 6792 km2 era
controllata dal LTTE. Le Forze di Sicurezza attrezzarono una Linea di Difesa Avanzata lunga 11 km.
da Kilaly a Nagarkovil attraverso Muhamallai a nord e un’altra di 140 km. da Mannar a Kokkuthuduwai
attraverso Omanthai a sud. L’operazione nel Wanni prese avvio il 5 Marzo 2007.
Il teatro delle operazioni del Wanni
163.
Gli scontri iniziali ebbero luogo nella giungla vergine, limitando così l’impiego efficace di
mortai e artiglieria. Le zone abitate vennero attentamente evitate, in linea con la politica adottata di
“Nessuna Vittima tra i Civili”. Prima dell’avvio della campagna, si svolse un considerevole lavoro
56
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
di identificazione dei luoghi di residenza dei civili, grazie all’aiuto di funzionari pubblici del posto, per
evitare di farne delle zone di conflitto. Dette aree vennero interamente evitate anche dopo l’abbandono
da parte della popolazione civile.
164.
Le operazioni delle Forze di Sicurezza vennero condotte da gruppi ridotti che mantenevano una
certa distanza tra loro e operavano avanti alla linea di difesa ben mantenuta, detta linea base. Il
dispiegamento in piccole unità riduceva l’esigenza delle risorse dell’artiglieria. Inoltre, la formazione
orientata all’incarico impartita alle piccole unità sul lavoro di vedetta in prima linea si dimostrò molto
efficace per l’abilità di richiedere preciso fuoco indiretto quanto ce n’era bisogno, aumentandone molto
l’efficacia e riducendo le perdite tra i civili e le proprie truppe. La richiesta di fuoco di mortai venne
anch’essa ridotta come risultato delle operazione dei piccoli gruppi, e a sua volta diminuì di molto il
rischio di causare perdite tra i civili.
165.
Dopo la sconfitta ad est il LTTE si rese conto del danno causato da questi piccoli gruppi e
modificò le proprie tattiche. Diversamente dalla situazione all’est, le linee LTTE erano molto fortificate
e il LTTE si oppose energicamente all’avanzata delle Forze di Sicurezza mediante una forte
concentrazione di mine, trappole esplosive e fuoco d’artiglieria. Le truppe subirono gravi perdite e
conseguentemente vi furono lenti progressi.
166.
Durante l’Operazione umanitaria ad est, la strategia adottata di un attento impiego di imperativi
sul territorio da parte delle Forze di Sicurezza si rivelò efficace nel separare in buona parte i terroristi
dai civili. Ciò impedì al LTTE di usare i civili come scudi umani, escluso a Vakarai. In ogni caso,
dopo la lezione ad est, il LTTE impedì la fuga ai civili nelle fasi iniziali delle operazioni nel Wanni,
dispiegando cellule armate ai punti d’ingresso/uscita a Omanthai e Uliyankulam. Contro ogni
previsione, un piccolo numero di civili riuscì a sfuggire a queste cellule nel Marzo 2008, quando 46
famiglie con 138 persone riuscirono a passare alla parte controllata dal governo. Questi tentativi di
sfuggire al LTTE proseguirono fino alla conclusione delle Operazioni Umanitarie.. Si tennero aperti
molti corridoi di sicurezza tra le strade A9 e A32 sia per questo spostamento di civili che per il
rifornimento ininterrotto di beni essenziali, specie per i convogli con derrate alimentari lungo la A9 da
parte delle agenzie delle Nazioni Unite, con la coordinazione del Quartier Generale delle Forze di
Sicurezza nel Wanni.
57
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
167.
Avendo progettato sin dall’inizio dell’ operazione Wanni l’ utilizzo di civili come scudi umani,
il LTTE ha costretto la popolazione civile a spostarsi dietro le retrovie per utilizzarli all’ occorrenza. Il
LTTE ha trascinato i civili con se anche per reclutarli nelle sue truppe, utilizzarli come forza lavoro,
specialmente per la costruzione di terrapieni e fossati e per ottenere la distribuzione di cibo e medicine
da parte del Governo dello Sri Lanka. Il LTTE ha costretto i civili ad abbandonare le loro abitazioni
molto prima dell’ arrivo delle Forze di Sicurezza.
168.
Le Forze di Sicurezza hanno diffuso pubblicamente, tramite volantini e messaggi con
altoparlanti, l’invito ai civili ad abbandonare la zona dei combattimenti, nel caso vi fossero ancora
persone rimaste indietro e che non fossero state portate via dall’LTTE. Dei sistemi più sofisticati sono
stati installati negli UAV, i mezzi aerei senza pilota, dopo le operazioni nella zona orientale, al fine di
ottenere immagini da inviare ai comandanti di formazione per l’identificazione degli obbiettivi militari..
Le istruzioni sono state seguite rigidamente dai comandanti di prima linea per monitorare e
salvaguardare le zone dove si trovavano i civili. Tutte queste risorse di alta tecnologia, con personale di
grande esperienza e capacità, hanno assicurato l’individuazione precisa degli obbiettivi militari,
minimizzando in questo modo eventuali danni collaterali.
169.
La riconquista di Madhu il 24 Aprile 2008 è stato ritenuto il primo obbiettivo importante
liberato, nel corso delle operazioni a Wanni, per il suo grande significato per i Cattolici dello Sri Lanka.
Il LTTE ha edificato dei bunker intorno alla chiesa e ha lanciato attacchi d’ artiglieria dai suddetti locali.
Ha anche utilizzato la zona della chiesa per prestare soccorso ai suoi feriti. Onde rispettare gli ordini di
evitare danneggiamenti a luoghi di significato religioso o culturale, le Forze di Sicurezza hanno evitato
di scatenare offensive nelle vicinanze della chiesa. Invece, le truppe hanno tagliato le vie di
rifornimento del LTTE intorno alla chiesa forzando in questo modo il LTTE a ritirarsi. La liberazione di
Madhu, evitando lo scontro diretto, è stata molto apprezzata dalla Chiesa e la festa annuale ha potuto
avere luogo regolarmente con l’ appoggio delle Forze di Sicurezza.
170.
Le Operazioni Umanitarie sono continuate, con la liberazione di Adampan, la zona del riso di
Mannar, e Periyamadhu. Le Forze di Sicurezza hanno conquistato nel Luglio 2008 Veddithalathive, una
delle più importanti basi marine delle Tigri del Mare. Le linee fortificate preparate e utilizzate dal LTTE
che andavano da Nachchikudah a Therumurukandi passando per Akkarayankulam, non sono avanzate.
Gli attacchi dell’artiglieria pesante del LTTE hanno provocato gravi perdite nelle Forze di Sicurezza,
che hanno utilizzato i velivoli UAV ed i radar per localizzare in modo preciso e quindi distruggere i
depositi di artiglieria del LTTE. Nachchikudah è stata liberata nel mese di Ottobre 2008.
58
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Le
Forze di Sicurezza conquistano Veddithalathive
171.
La conquista delle fortificazioni di Akkarayankulam è stato un evento chiave delle Operazioni
Umanitarie, in quanto il LTTE aveva in progetto di combattere la sua battaglia principale proprio in
quella zona lanciando una massiccia controffensiva. Le Forze di Sicurezza hanno bonificato una serie di
postazioni fortificate che erano state minate e dotate di trappole esplosive e hanno anche respinto la
controffensiva del LTTE.. Questo impegno è stato critico : essendo stato sconfitto proprio in un terreno
che favoriva la guerriglia, il LTTE ha dovuto spostare il proprio modus operandi a un atteggiamento di
combattimento semi-convenzionale. A causa di una scarsità di risorse, il LTTE ha forzatamente
impiegato dei civili per la costruzione di fortificazioni e ha utilizzato mezzi per lo spostamento della
terra sottratti forzatamente a civili e ad organizzazioni internazionali ONG. Questo fatto divenne
evidente dal riconoscimento effettuato da velivoli dell’ Aeronautica dello Sri Lanka. In questa
situazione il LTTE ha utilizzato civili addestrati all’ uso delle armi insieme ai propri militari in varie
operazioni di difesa, riservando le truppe più esperte per contrattacchi e offensive future.
Akkarayankulam venne catturata nel mese di Novembre 2008.
59
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
172.
Le operazioni delle Forze di Sicurezza sono continuate incessantemente su tutti i punti del
fronte della zona di Wanni.
173.
Quando le Forze di Sicurezza sono entrate nella città di Kilinochchi, il polo amministrativo del
LTTE, tutta la popolazione civile era stata scacciata verso Vishvanmadhu. L’ obbiettivo del LTTE era
quello di creare uno scudo umano per bloccare l’ avanzata delle Forze di Sicurezza verso
Puthukudiruppu dove il comando militare aveva la sua roccaforte. Il 2 Gennaio 2009, il Presidente
Mahinda Rajapaksa ha invitato il LTTE a deporre le armi ed arrendersi. Il LTTE non ha dato ascolto a
questo invito. Ha continuato ad occupare varie linee laterali successive e ha schierato i suoi militari
vicino ai civili aprendo il fuoco contro le truppe.
Le
Forze di Sicurezza catturano la Città di Kilinochchi
174.
Nel mese di gennaio 2009 il Governo ha istituito una Zona di Non Combattimento (No Fire
Zone) nell’ area di maggiore concentrazione di civili tenuti prigionieri dal LTTE in quel momento. Non
era un caso che le Forze di Sicurezza avessero dichiarato queste Zone di Non Combattimento e
60
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
successivamente avessero spinto i civili proprio verso queste zone. La creazione della Zona di Non
Combattimento è stata una misura precauzionale adottata dal Governo per salvaguardare le persone
ancora sotto il controllo del LTTE.
175.
Le Forze di Sicurezza spostandosi più vicino alla Zona di Non Combattimento, intendevano
agevolare la fuga dei civili da quella zona. Nella prima settimana di Febbraio, oltre 20,000 civili si sono
spostati verso zone controllate dal Governo e a quel punto il LTTE ha reagito inviando una donna
suicida che si è fatta esplodere nel centro di accoglienza di Vishvamadu il 9 Febbraio 2009 provocando
molte vittime sia tra i militari che tra i civili. Questo fatto ha scoraggiato molti civili al tentativo di
attraversamento anche se molti lo hanno ancora fatto.
176.
Come risultato il LTTE ha spostato molta gente da questa Zona di Non Combattimento, vasta ed
accessibile, in altre zone più piccole e meno accessibili. Queste erano le zone che successivamente
sarebbero diventate anche esse Zone di Non Combattimento. Lo spostamento di civili è stato effettuato
dal LTTE. Era evidente che la gente voleva fuggire dagli artigli del LTTE e in ogni occasione che si
presentava i civili attraversavano fino a raggiungere al riparo offerto dalla Forze di Sicurezza. Molti
fecero tentativi disperati e molti vennero uccisi dal LTTE.
Le Zone di Non Combattimento
61
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
177.
Nello spostamento incessante di civili in zone sempre più piccole, il LTTE ha distrutto la
cisterna d’ acqua di Kalmandukulam, intrappolando i civili e impedendo a loro di spostarsi verso le
zone controllate dal Governo. Il LTTE ha anche tentato di distruggere la cisterna di Iranamadu, la
maggiore riserva d’ acqua del Nord. Se ciò fosse avvenuto avrebbe provocato una terribile catastrofe
umanitaria, ma gli stessi militari che dovevano compiere questa azione si sono rifiutati e si sono arresi
alla forze di sicurezza.
Le Cisterne d’Acqua a Kalmandukulam e Iranamadu
178.
Il LTTE ha continuamente utilizzato civili di ogni età all’interno della Zona di Non
Combattimento per spostare materiali bellici e utilizzare le razioni di cibo che erano state rubate che
avevano trattenuto per il loro consumo personale lasciando affamare gli altri. Nel corso della ritirata il
LTTE ha usato spesso queste provviste e specialmente riso, farina e zucchero per costruire dei bunker
coprendoli con delle tende distribuite tra i civili dalle agenzie delle Nazioni Unite, per attaccare o
lanciare attacchi suicidi contro le truppe che avanzavano.
62
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
179.
Negli stadi finali della operazione nel Wanni membri del LTTE si sono mischiati con i civili
per lanciare attacchi, utilizzando artiglieria e mortai, contro le forze di sicurezza. I militari del LTTE,
vestiti in abiti civili hanno aperto il fuoco tra la gente. Questo ha intralciato le operazioni delle Forze di
Sicurezza in quanto il fuoco di risposta diretto a neutralizzare gli obbiettivi ha dovuto essere ridotto di
molto. Il LTTE ha anche lanciato attacchi da zone che dovevano essere esenti da combattimenti come
gli ospedali, con risultati simili.
180.
Dall’inizio di gennaio 2009 il LTTE ha spostato i suoi uomini e armamenti in luoghi che erano
stati dichiarati Zone di Non Combattimento. Ha lanciato attacchi contro le Forze di Sicurezza da queste
posizioni utilizzando artiglieria, carri armati, mortai e armi di grosso calibro. Il LTTE ha anche costruito
ostacoli per impedire ai civili di spostarsi verso le zone controllate dal Governo. E’ stato un compito
impegnativo quello di separare i civili dai militanti del LTTE in quanto questi ultimi si erano camuffati
con abiti civili.
181.
Il LTTE ha indirizzato la sua violenza disordinata ed irrazionale contro i civili al fine di creare
un problema umanitario, essendo questo una tattica che il LTTE ha tradizionalmente impiegato in modo
disperato nel corso di numerose battaglie che poi ha perso. Il dovere tenere in considerazione gli ordini
ricevuti ha complicato lo svolgimento delle operazioni, ma le Forze di Sicurezza hanno sempre
mantenuto il rigido controllo al fine di evitare vittime civili in questo ambiente difficile e complesso.
L’intenzione primaria era quella di salvare i civili dalle grinfie del LTTE richiedendo la
neutralizzazione del controllo che il LTTE esercitava su di essi.
182.
Il LTTE, avendo realizzato che la sua capacità di controllare i civili in vaste estensioni di
territorio era in effetti limitata, ha continuando a spostare con la forza i civili verso zone sempre più
limitate fino a raggiungere Puttumattalan. Questa era una sottile striscia di terra situata tra il mare e la
laguna, che formava un ostacolo naturale ai civili che intendevano fuggire e che si aggiungeva alle
azioni ostili del LTTE per tenerli in trappola. In una circostanza ben documentata il LTTE ha aperto il
fuoco contro migliaia di civili ammassati sul bordo della laguna che stavano tentando di raggiungere la
sicurezza delle zone controllate dal Governo. Questo fatto ha indotto le Forze di Sicurezza a varare una
missione di salvataggio degli ostaggi.
183.
Con l’inizio della missione di salvataggio degli ostaggi, le Forze di Sicurezza, aderendo agli
ordini ricevuti, hanno posto fine all’utilizzazione di armi che avrebbero potuto causare perdite civili. Le
operazioni erano ristrette alla missione di salvare i civili.
63
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
VII – L’ OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEI CIVILI
184.
L’Operazione Umanitaria che è iniziata a Mavil Aru, nelle ultime fasi della guerra si è
convertita a un missione di salvataggio di civili, in quanto i civili erano trattenuti dal LTTE contro la
loro volontà nelle zone di Putumattalm, Karayamullivaikkal e Vellamullivaikkal, dove la situazione
geografica (tra la laguna ed il mare) rendeva difficile la creazione di passaggi sicuri per i civili che
volessero attraversarla per raggiungere le zone liberate.
Zone dove i civili erano trattenuti contro la loro volontà dal LTTE
64
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
185.
La traversata del canale è stata una operazione nell’ acqua in quanto a volte una delle basi si
trovava su di un’ isola sulla quale piccoli gruppi hanno effettuato perlustrazioni iniziali, adottando
mosse furtive ed effettuando irruzioni a sorpresa. L’irruzione iniziale è stata di fondamentale
importanza. Corde, barili, tubi, tronchi, bastoni e tubi gonfiati sono stati piazzati nell’ acqua da parte di
sommozzatori e nuotatori esperti come punti di riferimento per l’ evacuazione dei civili. Non sono state
utilizzate piccole imbarcazioni per evitare di essere individuati dai posti di vedetta del LTTE. Vennero
approntate vie sicure per facilitare il salvataggio dei civili.
186.
L’ operazione è iniziata con l’utilizzo di piccoli gruppi su zattere costruite in loco senza l’ aiuto
di corde in quanto potevano venire individuate. Sommozzatori e nuotatori esperti erano presenti per
fornire direttive e guida.
187.
Il LTTE ha contrastato questa operazione con la costruzione di cumuli difensivi e molteplici
strati di ostacoli creando doppie barriere per ritardare l’ ingresso e impedire l’ accesso alla libertà per i
civili intrappolati. Nel corso di questo periodo vi è stato un considerevole aumento delle atrocità
commesse dal LTTE contro la popolazione civile tenuta prigioniera. con l’ uccisione di coloro che
tentavano di lasciare la zona controllata dal LTTE, l’uso permanente di civili come scudi umani, lavoro
forzato, reclutamento imposto ai bambini, e costruzione forzata di terrapieni strategici da parte di civili
sotto sorveglianza armata. I civili che sono riusciti a fuggire verso le zone liberate hanno confermato
che la popolazione civile era soggetta a terribili violenze da parte del LTTE.
188.
Alcuni piccoli gruppi hanno effettuato irruzioni a sorpresa con l’ aiuto delle tenebre e si sono
spinti all’interno fino ai terrapieni. Azioni a sorpresa sono state effettuate per valicare i terrapieni
mentre le riserve rimanevano nelle retrovie. L’ obbiettivo era quello di aprire corridoi di mobilità in
modo che i civili potessero trovare una strada verso la salvezza. Appena vennero occupati i terrapieni,
dei cecchini vennero impiegati per immobilizzare le armi del LTTE e sparare verso i bunker. Alcuni
piccoli gruppi sono avanzati condotti da esploratori e navigatori. Il fuoco del LTTE ha provocato molte
perdite che è stato necessario trasportare via. Lo spostamento graduale in avanti ha significato una
entrata lenta dopo la conquista, istallando tende e rifugi temporanei. I civili si sono diretti
disperatamente verso le Forze di Sicurezza che stavano avanzando e sono stati diretti a voce, e tramite
segnalazioni, verso le postazioni più sicure. I malati e gli anziani, con i loro bagagli sono stati portati via
e alcuni hanno necessitato di cure mediche. Molti militari hanno perso la vita mentre prestavano
assistenza ai civili conducendoli verso la salvezza, colpiti dai cecchini che si trovavano nella Zona di
Non Combattimento. Con in mente la salvezza dei civili, le Forze di Sicurezza, nel corso dell’intera
missione di soccorso hanno usato la minima forza per rispondere al fuoco del LTTE e hanno mirato
solamente obbiettivi militari armati ben definiti che stavano aprendo il fuoco. Queste precauzioni hanno
inevitabilmente causato perdite tra i membri delle Forze di Sicurezza.
65
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
189.
Vi sono state delle prove evidenti della disperazione dei civili per fuggire dalle grinfie del
LTTE. Le Forze di Sicurezza hanno provveduto a dare massima assistenza ai civili.
a) Dal momento in cui il LTTE ha iniziato a tenere prigionieri i civili, molti tentativi sono stati fatti da essi
per traversare la laguna e fuggire verso il territorio controllato dal Governo. Le Forze di Sicurezza
hanno annunciato periodi di tregua durante i quali non avrebbero condotto alcuna azione al fine di
invogliare il LTTE a liberare le persone tenute prigioniere, ma questo senza riscontro in quanto il LTTE
ha mancato di rispondere positivamente.
b) Quando i civili si sono riuniti per fare la traversata o salire a bordo di una imbarcazione della Croce
Rossa Internazionale, il LTTE ha radunato i civili intenzionati a partire, aprendo il fuoco su di essi e
disperdendo l’ assembramento. Era evidente che i prigionieri avessero un atteggiamento di ostilità nei
confronti del LTTE. Successivamente il LTTE ha tentato di reclutare forzatamente i civili per i suoi
reparti di combattimento. Il LTTE ha ucciso e ferito numerosi civili che tentavano di attraversare la
laguna. Le Forze di Sicurezza hanno piazzato corde, tubi e imbarcazioni con l’assistenza di
sommozzatori per fornire aiuto ai civili che si apprestavano a tentare la traversata durante la notte.
c) Mentre la Croce Rossa Internazionale stava trasportando via i malati e gli anziani con un traghetto, il
LTTE ha piazzato i propri militari feriti su dette imbarcazioni, privando in questo modo i civili anziani
e malati dalle cure mediche che necessitavano.
d) Le Forze di Sicurezza hanno dovuto spostare i centri di accoglienza per i civili a centri di assistenza
lontani dall’ artiglieria del LTTE in quanto il LTTE stava colpendo detti centri con la propria artiglieria
al fine di scoraggiare i civili dal traversare la laguna.
e) I civili che sono fuggiti dalla prigionia sono stati trasportati ai campi di accoglienza in veicoli protetti
dato che il LTTE utilizzava la tecnica dei combattenti suicidi per farsi esplodere in mezzo ai civili, dopo
essersi travestiti da civili.
190.
Gli altri metodi adottati localmente dalle Forze di Sicurezza per liberare i civili, includevano la
richiesta ai civili che erano riusciti a fuggire dal LTTE, di fare degli annunci mediante altoparlanti per
incoraggiare le persone trattenute con la forza a progettare delle fughe simili alla loro. Alcuni civili di
sesso maschile chiesero volontariamente di ritornare al territorio dominato dal LTTE e vennero lasciati
andare nel tentativo di portar in salvo amici e parenti. Dei volantini sono stati lanciati nelle zone dove i
civili erano tenuti in ostaggio dal LTTE con annunci mediante altoparlanti e radio, incoraggiando i
civili a tentare la fuga.
66
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
191.
Malgrado queste misure, i velivoli senza pilota, inviati sopra i territori del nemico hanno
rivelato un aumento della violenza usata contro i civili da parte dei membri del LTTE che aprivano il
fuoco contro qualsiasi persona che tentasse di sfuggire al suo controllo. Pertanto il Governo dello Sri
Lanka ha deciso di utilizzare la forza per salvare la popolazione civile dall’incombente pericolo del
LTTE. Ma la forza utilizzata era con armi di portata limitata come da istruzioni ricevute.
192.
Le Forze di Sicurezza erano ben addestrate nel combattimento armato e nelle operazioni di
soccorso con l’ esperienza professionale di essere in grado di controllare situazioni estreme, aderendo
agli obblighi di salvaguardia dei Diritti Umani presi dallo Stato.
193.
Inoltre, prima dell’inizio delle operazioni di salvataggio, sono state condotte prove specifiche
prove generali e addestramento a varie situazioni, accentrate sulle operazioni di salvataggio. Queste
includevano anche la creazione di nuove Zone di Non Combattimento.
194.
L’ Esercito dello Sri Lanka ha dei reparti speciali specializzati in Operazioni di Salvataggio che
sono stati posti a disposizione per questa operazione, e che, a loro volta, hanno fornito comando e
addestramento alle altre unità delle Forze di Sicurezza utilizzate nella operazione di salvataggio.
195.
Informazioni relative agli ostaggi sono state raccolte mediante l’utilizzo dei velivoli senza pilota
e sono state ricevute dalle Forze di Sicurezza e dai servizi segreti militari e fonti civili e tramite vari
network internazionali. I civili che sono riusciti a fuggire sono stati interrogati dalla Forze di Sicurezza,
Questo è stato fatto per accertare la situazione anche se si è rivelata una sfida impegnativa l’ avere
accesso a tutti i dati per mettere insieme un quadro completo, con l’incombente situazione di una
minaccia mortale. La prima considerazione fu quella di ridurre al minimo il pericolo di vita per i civili
nel progettare la strategia.
196.
Mediante l’utilizzazione di questa informazione una pre-progettazione meticolosa è stata
sviluppata prima dell’inizio di ciascuna fase dell’ operazione di salvataggio. Con l’ obbiettivo principale
di ridurre il numero delle vittime al minimo sono state adottate le seguenti strategie :
67
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
a) Addestramento modello e prove con addestramento situazionale centrato sulle operazioni di soccorso e
la protezione delle vite dei civili. Le immagini dei velivoli senza pilota sono state utilizzate su dei
modelli a scala reale dove sono state effettuate delle prove.
b) Delle truppe addestrate specificatamente contro i dirottamenti e il salvataggio degli ostaggi sono state
utilizzate durante le operazioni per il salvataggio degli ostaggi insieme alle truppe di terra.
c) Cambio di armamento – ie: nessuna arma d’artiglieria è stata utilizzata nella Zona di Non
Combattimento. Tuttavia sono state utilizzate armi a fuoco limitato, incluso l’ uso di cecchini, nel corso
delle operazioni di salvataggio.
d) I cecchini sono stati costantemente utilizzati dato che membri del LTTE si mischiavano ai civili. Questo
fatto ha avuto un impatto molto rilevante sui civili in quanto hanno potuto costatare che i bersagli erano
i combattenti del LTTE che si apprestavano ad aprire il fuoco e le Forze di Sicurezza hanno
accuratamente evitato di colpire i civili nelle vicinanze. Queste azioni da parte delle Forze di Sicurezza
hanno dato un messaggio molto forte che delle braccia amichevoli sarebbero venute in loro soccorso
per effettuare la traversata e ha incoraggiato molti civili ad attraversare la laguna.
e) Cambio volontario delle armi da fuoco rapido in quelle a fuoco mirato.
f) Massimo utilizzo delle capacità delle Forze Speciali e della loro abilità nei combattimenti notturni.
Operazioni notturne vennero effettuate con molta cautela dato che avevano lo svantaggio di scarsa
visibilità malgrado l’equipaggiamento speciale.
g) I concetto di utilizzo di piccoli gruppi (squadre da 4/8 uomini) : l’ accento era stato posto su attacchi
strategici con l’utilizzazione di armi personali con una regola di puntare e sparare.
h) Costruzioni di trincee e avvicinamento tramite le suddette trincee.
197.
Mediante lo stabilimento di punti di partenza sicuri per successive operazioni, è stato possibile
aprire dei passaggi ancora più sicuri per l’ evacuazione e il 20 Aprile 2009 oltre 42,000 civili sono stati
salvati. Inizialmente vennero condotti a punti di accoglimento mediante i passaggi sicuri dove le loro
immediate necessità e bisogni sono state loro assicurate. Successivamente sono stati trasferiti ai centri
per i civili. I civili salvati sono stati una miniera di informazioni per le attività del LTTE utilizzate nei
piani operativi delle missioni di salvataggio. Il controllo del LTTE sui civili si è grandemente ridotto
quando la Zona di Non-Combattimento è stata suddivisa in due settori da parte delle truppe creando così
un passaggio verso il mare. Con l’ avanzamento delle truppe, il LTTE ha costretto i civili a spostarsi
verso sud.
68
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
198.
Il 21 e 22 Aprile 2009 oltre 60,000 civili sono stati salvati dalle grinfie del LTTE, dimostrando
in questo modo la vastità dell’ operazione e l’ appoggio logistico necessario. I civili erano determinati a
fuggire e sono riusciti in questo loro intento con l’ assistenza fornita dalle Forze di Sicurezza. I civili
sono arrivati alle zone controllate dal Governo in piccoli gruppi o in grandi quantità in ogni momento e
in ogni circostanza. Le operazioni notturne venivano preferite per aprire dei passaggi per i civili.
199.
Gli spazi liberi hanno reso le Forze di Sicurezza molto vulnerabili e il LTTE ha costruito bunker
mediante l’utilizzo di lavoro forzato onde fermare la spinta verso l’ esterno. Diverse incursioni sono
state lanciate utilizzando la laguna per fare delle irruzioni a sorpresa. Il LTTE, disperato e messo alle
strette, ha utilizzato motociclisti suicidi e varie infiltrazioni mediante imbarcazioni. Le Forze di
Sicurezza hanno mantenuto il vantaggio con forti forze di riserva e molteplici linee posteriori per
respingere possibili contrattacchi. La rotazione di truppe fresche in ogni fase ha contribuito a tenere alto
il morale.
200.
Le Forze di Sicurezza, che hanno trasportato i civili verso la salvezza, si sono trovate davanti a
fossati riempiti d’ acqua, fittamente minati con mine a uomo e trappole esplosive. Vi erano anche da
superare dei terrapieni che si snodavano dal mare alla laguna.
201.
Nelle fasi finali il LTTE ha adottato la nuova tattica di utilizzare piccoli gruppi isolati per
combattere fino alla morte per impedire l’ avanzata delle Forze di Sicurezza. Questo sembrava un
ultimo tentativo disperato di salvare il comando, nel prendere tempo per facilitare la fuga o il
salvataggio del comando da parte di forze esterne. Le fonti di informazione hanno riportato che i civili
rimanenti si trovavano sul bordo della laguna a sud in attesa di assistenza per fuggire. Le stime
indicavano che vi erano circa 70,000 persone in trappola. Le truppe hanno dovuto avanzare tra le dune
di sabbia (lunghe 270 metri e larghe 40 metri) per le quali erano state addestrate appositamente. Una
lunga trincea venne costruita per salvaguardare la strada rialzata per il salvataggio dei civili ancora in
trappola.
202.
A causa dei ripetuti attacchi, le Forze di Sicurezza hanno dovuto scavare postazioni nel terreno.
Le trincee dovevano essere scavate di notte per evitare di essere individuati. Questa era una operazione
rischiosa dato che il LTTE continuava a sparare durante la costruzione. In una settimana le Forze di
Sicurezza hanno perso 47 militari che scavavano queste trincee. Le trincee avevano un muro protettivo
costruito come riparo. Le Forze di Sicurezza si sono dovute rifugiare in trincee e bunker prefabbricati
(costruiti con una curvatura a zig-zag per ridurre l’impatto del fuoco indiretto) prima dell’inizio delle
azioni vere e proprie, e successivamente avanzando lentamente con movimenti saltellanti. Sono stati
dati, e seguiti, ordini molto rigidi di osservare l’ ordine di fuoco da distanza ravvicinata.
69
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
203.
Anche il LTTE ha utilizzato cecchini e cannoni anti-carro armato. I punti di avvicinamento
erano stati minati fittamente e gli attacchi del LTTE contro i civili in fuga sono diventati più frequenti e
il reparto delle Tigri di Mare del LTTE divenne operativo mediante la tattica dei piloti suicidi su
imbarcazioni cariche di esplosivo. Le Forze di Sicurezza hanno utilizzato i muri protettivi e i bunker
prefabbricati e fogli di lamiera per superare le difficoltà incontrate sulla sabbia. e migliorare la mobilità.
Le Forze di Sicurezza dovevano essere pronte, anche con l’ ausilio dei radar, a impedire che i membri
del LTTE fuggissero via mare. Alcuni dei capi e militanti tentarono di raggiungere le giungle nel corso
della notte con l’intenzione di fuggire. Scambi a fuoco per impedire ciò a volte si sono protratti fino all’
alba.
204.
Le Forze di Sicurezza hanno fronteggiato il LTTE nella zona della Laguna di Nanthi Kadal su
tre fronti (Nord/Ovest/Sud) per ottenere un vantaggio tattico. I terroristi del LTTE erano trincerati in
uno spazio limitato con il mare e la laguna a Est e Ovest. le Forze di Sicurezza sono avanzate da nord e
sud per colpire i membri armati del LTTE. Questa strategia è risultata in un movimento molto lento ma
data la vicinanza assai breve il LTTE non ha potuto utilizzare il proprio fuoco di artiglieria. L’ apertura
del fuoco da diverse posizioni a breve distanza da parte delle Forze di Sicurezza ha provocato il
disorientamento e la successiva eliminazione della forza fuoco del LTTE.
70
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Le Forze di Sicurezza Fronteggiano il LTTE Su Tre Fronti
205.
L’utilizzo costante delle immagini fornite dai velivoli senza pilota da parte dei comandanti delle
linee avanzate è stata la fonte più utile per l’identificazione dei combattenti armati, anche se alcuni di
essi vestivano abiti civili.
206.
Le operazioni di salvataggio degli ostaggi sono state condotte sotto attenta supervisione e
monitoraggio. Il monitoraggio è stato eseguito con il Comando e monitoraggio radio. La supervisione
ed il processo di monitoraggio hanno assicurato quanto segue :
71
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
a) I Comandanti si trovavano in posizione avanzata per monitorare tutte la azioni sul terreno. Questo ha
assicurato l’ attuazione precisa dei comandi da parte delle truppe.
b) Il monitoraggio mediante velivoli senza pilota era disponibile in tutti i centri di comando.
c) Sessioni di brainstorming e interrogatori con valutazione della situazione sono state effettuate molto
frequentemente; dato che si trattava di una Zona di Non-Combattimento e l’utilizzo delle armi era
limitato ad armi di natura specifica come da istruzioni ricevute, il compito era impegnativo e pertanto
alta priorità è stata data alle sessioni di briefing e de-briefing per le truppe dato che qualsiasi manovra
doveva essere eseguita con cura e cautela.
d) Rapporti sulla situazione venivano inviati regolarmente al Comando Superiore.
207.
Il LTTE ha costruito i propri bunker e fortificazioni vicini alle zone dove si trovavano i civili e
inoltre ha spostato alcuni pezzi di artiglieria pesante in aree abitate dai civili. Il LTTE ha iniziato a
distruggere la maggior parte del suo equipaggiamento militare e di comunicazione nel corso dell’ ultima
parte delle operazioni umanitarie in modo da impedire che cadesse nelle mani delle Forze di Sicurezza.
Il LTTE ha anche distrutto un certo numero dei suoi depositi di munizioni, artiglieria pesante e antro
materiale logistico utilizzando congegni esplosivi causando vittime fra i civili. Il fuoco ha distrutto
centinaia di ricoveri per gli sfollati. Una ripresa video effettuata da un velivolo senza pilota in data 17
Maggio 2009 ha confermato la potenza di queste esplosioni e la distruzione provocata nella zona. In
base a fonti civili un certo numero di membri del LTTE si è suicidato facendosi esplodere dopo avere
distrutto il proprio equipaggiamento.
208.
Quando le Forze di Sicurezza si sono avvicinate ai civili rimasti e hanno assicurato loro una via
di transito sicuro, i civili si sono sentiti fiduciosi di spostarsi nella loro direzione. E’ stato solamente
dopo che i militari hanno stabilito un punto di appoggio attraverso la Laguna di Vadduvakkal che i civili
hanno iniziato a spostarsi in gran numero oltre la laguna verso le Forze di Sicurezza. Questo gruppo di
circa 80,000 persone è stato l’ultimo a fuggire dal controllo del LTTE. Tuttavia alcuni dei militari del
LTTE che si trovavano con i capi sono fuggiti insieme ai civili essendosi tolti l’uniforme di
combattimento. In questo modo le Forze di Sicurezza hanno completato la missione di salvataggio dei
civili.
209.
L’operazione contro il LTTE per il salvataggio degli ostaggi è stata lanciata come ultima risorsa
da parte del Governo dello Sri Lanka, dopo avere esplorato tutte le altre possibilità e avere implorato il
rilascio dei civili da parte del LTTE. Le numerose richieste rivolte dalla comunità internazionale e dal
Governo dello Sri Lanka rivolte al LTTE di evitare di utilizzare i civili come scudi umani e per il loro
rilascio sono rimaste inascoltate da parte del LTTE.
72
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
VIII – ACCOGLIENZA DEI CIVILI
210.
Tutti coloro che si sono trasferiti alle zone controllate dal Governo hanno ricevuto cure e
attenzioni immediate. Centri di accoglienza sono stati allestiti e preparativi dettagliati erano stati
approntati in precedenza. Centri di selezione sono stati preparati in detti campi in seguito all’ episodio
del suicidio esplosivo di un membro del LTTE a Vishvamadu nel mese di Febbraio 2009.
211.
Squadre di medici del Corpo Sanitario dell’ Esercito dello Sri Lanka hanno visitato tutte le
persone ricoverate per ferite e malattie, e le hanno evacuate a centri medici per le cure necessarie.
Disidratazione e ipoglicemia sono state trattate al primo stadio e qualsiasi persona affetta da emorragia è
stata curata d’ emergenza per arrestare il sangue. Nessuna distinzione è stata fatta fra i civili ed i
combattenti nelle cure fornite.
212.
Un gran numero di medici e di studenti di medicina sono stati utilizzati. Otto postazioni di
medicamento avanzato sono state create entro un raggio da 500 metri ad un chilometro dalla prima linea
per le cure mediche più semplici. Le cure più complesse venivano trattate dalle cinque postazioni
sanitarie create nella zona dello stato maggiore di divisione. I feriti gravi venivano trasportati agli
ospedali di Vavuniya e Anuradhapura mediante l’ utilizzo di elicotteri.
213.
Dopo una selezione iniziale, tutti i civili che non necessitavano di cure mediche sono stati
inviati ai villaggi di sostegno stabiliti dal Governo di Sri Lanka nella zona di Vavuniya.
214.
I membri del LTTE che si sono arresi sono stati portati ai centri per ulteriori investigazioni e per
la riabilitazione. Gli ex bambini soldato sono stati curati separatamente.
73
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
XI. – ASSISTENZA UMANITARIA
215.
Un rapporto dettagliato dell’ assistenza umanitaria fornita dal Governo dello Sri Lanka, prima,
durante e successivamente all’ Operazione Umanitaria è documentato del rapporto “Lo Sforzo
Umanitario dello Sri Lanka” rilasciato dall’ Ufficio Speciale Presidenziale per il Reinserimento, lo
Sviluppo e la Sicurezza nella Provincia Settentrionale. Si consiglia ai lettori di fare riferimento a questo
Rapporto per ottenere una copertura dettagliata dell’ argomento.
74
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
X. PROCEDURE OPERATIVE GENERALI E PREPARATIVI PER SALVAGUARDARE LA VITA
DEI CIVILI
A. Procedure generali.
216. Prima di effettuare l'Operazione Umanitaria, le Forze di Sicurezza si sono sottoposte ad un corso di
formazione completa e ad una preparazione mirata a raggiungere un elevato livello di protezione dei civili e per
ridurre al minimo le vittime civili.
217. La formazione è stata condotta al fine di raggiungere un livello efficiente di Comando, Controllo e
Comunicazione.
218. L'efficiente maneggio delle armi e la precisione di mira sono stati gli obiettivi primari dei corsi di
formazione.
219. La lingua Tamil è stata insegnata a tutto il personale al fine di garantire la capacità di comunicare con i
civili di lingua Tamil.
220. Materiali, tra cui volantini, libretti di istruzioni, cartelloni e presentazioni in Power Point aventi a che fare
con i reati perpetrati nei conflitti armati, unitamente a regole di condotta, sono stati ampiamente distribuiti per
assicurare che il personale comprendesse e rispettasse il quadro giuridico delle leggi sui conflitti armati.
221. Lezioni e workshop, con frequenza regolare, sulle leggi che regolano i conflitti armati e le relative norme
di comportamento, sono parte integrante dei programmi di formazione delle Forze di Sicurezza per i comandanti
senior e junior. Le lezioni hanno contribuito immensamente al riconoscimento delle responsabilità di comando e
allo stimolo ad attenersi a queste per tutta l'Operazione Umanitaria.
222. Mentre gli errori umani sono stati mitigati attraverso la formazione, ispezioni regolari, controlli periodici e
test della vista sono stati effettuati su tutti i sistemi d'arma per ridurre al minimo gli errori tecnici.
B. Esercito dello Sri Lanka
223. La formazione era mirata al miglioramento delle capacità individuali e delle piccole unità nonché
dell’efficienza degli elementi di sostegno, fondamentali per ridurre al minimo i danni collaterali.
75
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Programmi di formazione mirati come la Formazione Avanzata del Plotone di Fanteria (AIPT) e la Formazione
Operativa Speciale del Plotone di Fanteria (SIOT) per sviluppare le abilità dei piccoli gruppi hanno contribuito
in modo significativo ad identificare obiettivi precisi durante l'Operazione Umanitaria.
224. Realistici modelli di formazione ed esercitazioni di battaglia progettati e messi in pratica da divisioni
operative, con lo scopo di catturare le località fortificate, tra cui dighe, assicurarono precisione ed efficacia,
consentita dall’impiego del radar e degli UAV.
225. Beni culturali come il Santuario Holy Madhu e templi indù furono protetti dagli attacchi e furono imposte
delle restrizioni sull'uso della forza contro di essi, a meno che non fossero utilizzati da parte del comando LTTE
per attività militari o in caso di necessità militare imperante.
226. L’induzione di artiglieria e radar per la rilevazione di mortai, l’ampio uso di UAV e controllori di tiro con
le truppe in avanzamento hanno aiutato a verificare gli obiettivi e garantire precisione.
227. E’ stata realizzata un’accurata valutazione dei danni da combattimento al fine di ridurre al minimo i danni
collaterali e per mantenere l'impegno contro i bersagli identificati del LTTE.
228. Sono state fornite delle avvertenze multiple ai civili prima degli attacchi ed è stata applicata una sofisticata
tecnologia per attuare il trasferimento dei civili e minimizzare i danni collaterali.
C. Marina Militare dello Sri Lanka
229. La Marina Militare dello Sri Lanka ha stabilito dei corridoi marini sicuri per i civili in fuga dalle aree
tenute dal LTTE e tali aree sono state costantemente tenute sotto stretta sorveglianza.
230. Durante il giorno, le barche che trasportavano i civili erano individuate ad occhio nudo e scortate più
vicino alle posizioni delle forze di sicurezza a terra. Piccole imbarcazioni con 2 membri dell’equipaggio furono
utilizzate per avanzare ed identificare il carattere civile degli occupanti, correndo il rischio poiché il comando
LTTE aveva schierato barchini esplosivi tra le barche in fuga.
76
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
231. Durante le ore di buio, le imbarcazioni dotate di Dispositivi Elettro-Ottici (EOD) furono utilizzate per
identificare le barche in fuga. Anche le più piccole motovedette costiere (IPC) erano dotate di EOD. Paracadute
aerei illuminanti furono utilizzati per guidare le barche più vicino alle imbarcazioni navali.
232. Chemmalai e Chilawatta, situate nella costa orientale a sud di Mullativu, avevano un Sistema di
Sorveglianza Elettro-Ottico (EOSS) installato sul palo radar al fine di avere sorveglianza continua sul mare e
sulla spiaggia, permettendo di monitorare le barche che fuggivano dalla spiaggia.
233. Durante l'intera operazione umanitaria, non vi furono casi di errata identificazione o spari su barche in
fuga, poiché a tutte le unità navali furono emesse delle rigorose condizioni restrittive indicando di non sparare
se non in risposta a spari.
234. Le barche che trasportavano i civili in eccesso ed i civili con urgenti necessità mediche erano assistite da
imbarcazioni che prendevano persone a bordo per evitare ogni possibile incidente.
235. Ai civili malati e feriti veniva fornito un urgente primo soccorso da parte del personale della Marina; gli
stessi venivano successivamente trasferiti a Pullmodai e Point Pedro per trattamenti medici più completi da
parte del personale medico della Marina negli ospedali di fortuna.
236. Apparati telefonici furono forniti ai civili in fuga per consentire loro di contattare persone ancora in
custodia del LTTE nella Zona di Non Combattimento ed incoraggiarli a fuggire per via mare per la loro
sopravvivenza.
D. Aeronautica Militare dello Sri Lanka
237. Per l’Aeronautica Militare dello Sri Lanka (SLAF), in possesso un inventario da combattimento ed
infrastrutture belliche ben approntate, era prevista una rigorosa e meticolosa procedura di esecuzione della
missione per intraprendere qualsiasi tipo di azione offensiva.
238. La presenza della popolazione civile è stata oggetto di studi approfonditi effettuati da informatori, da
cellule del LTTE catturate e, per quanto possibile, dalle forze di sicurezza che erano penetrate nel territorio
nemico dopo l’assegnazione delle aree di pertinenza. Nel caso in cui vi fosse il minimo dubbio della presenza di
civili in un luogo, tali zone erano evitate.
77
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
239. I bersagli furono rivalutati utilizzando le fonti possedute/mantenute da altre organizzazioni di servizi
segreti prima di assegnare l'incarico, cioè, ogni volta che un obiettivo era assegnato dalla Direzione dei Servizi
Segreti Militari (DMI) esso era sottoposto al controllo incrociato con i servizi segreti di Stato (SIS), con la
Direzione dei Servizi Segreti Navali (DNI) ed altre agenzie di intelligence. Questa verifica multipla assicurava
che non ci fosse alcun dubbio riguardo il bersaglio. Non si verificava mai l’individuazione di un bersaglio solo
da parte di una unica fonte.
240. Tutti i bersagli erano rivalutati utilizzando immagini di Veicoli Arerei Automatici (UAV) o altre
piattaforme aeree di ricognizione ed altre fonti come fotografie aeree/immagini satellitari. Questo confermava
positivamente l'assenza di civili in quelle aree mirate per via aerea.
241. L’Aeronautica Militare dello Sri Lanka (SLAF) esercitò la massima precauzione nei confronti delle armi
utilizzate per colpire il bersaglio e nel selezionare le munizioni. Vari tipi di bombe convenzionali, utilizzate per
scopi generici erano a disposizione nel magazzino e vari tipi di aeromobili potevano adattarsi a qualsiasi tipo di
destinazione. Una volta scelta l’arma adatta al bersaglio si può procedere con l’operazione. L’Alto Comando è
stato investito del compito di prendere le decisioni. La selezione di armi da distribuire è stata presa
considerando il bersaglio da colpire.
242. Nel distruggere tali bersagli, l’Aeronautica Militare dello Sri Lanka (SLAF) garantiva la precisione
osservando un’alta disciplina delle procedure dettagliate:
a. La precisione dei piloti si sviluppò attraverso una formazione costante. I piloti erano appositamente ed
accuratamente selezionati per varie missioni secondo i loro livelli di esperienza e abilità. Il livello più alto della
SLAF era quello implicato nel processo decisionale.
b. Una volta decise le aree di pertinenza, i piloti d’attacco erano ampiamente informati prima dello scontro. In
alcuni casi, si conducevano delle missioni UAV separate per far familiarizzare i piloti con i bersagli. I piloti non
erano inviati in caso del minimo dubbio circa l'individuazione del bersaglio. Inoltre, i piloti avevano la
discrezione di far fallire un attacco al momento dello scontro al minimo dubbio sul bersaglio. Al fine di
consentire la corretta esecuzione di valutazione del danno della battaglia, tutti gli attacchi aerei erano sotto
sorveglianza.
243. La SLAF distribuì solo Munizioni Guidate di Precisione (PGM) per quegli obiettivi che richiedevano un
alto grado di precisione.
78
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
244. La valutazione dei danni della battaglia era effettuata utilizzando le immagini in tempo reale subito dopo
l’attacco. Anche il processo di attacco era filmato per la revisione. Va anche detto che il processo di raccolta
delle informazioni implicava la registrazione di tutte le informazioni, anche se le fonti non erano affidabili, ed
era preso in considerazione fino alla conferma della sua validità.
245. Nello svolgimento delle Interdizioni sul Campo di Battaglia (BAI), la SLAF aveva sia vantaggi che
limitazioni:
a. Tutte le missioni BAI venivano verificate all'interno di una cintura di 3-5 km dalle Linee di difesa avanzata
(FDL) del nemico. Ciò ha garantito l'assenza di civili per una considerevole distanza durante la battaglia.
Tuttavia, questa libertà fu persa nelle fasi finali poiché il comando LTTE ha assunto posizioni strategiche
mescolandosi con la popolazione civile ponendo fine alle missioni BAI della SLAF.
b. Per affrontare la riduzione della presenza del personale dei servizi segreti a terra, attrezzature di ricognizione
aerea furono ampiamente utilizzate per ottenere una conferma finale.
246. Nel portare avanti le strategie di Supporto Aereo Ravvicinato (CAS) altre misure dovevano essere ridotte al
fine di affrontare l'urgenza sul campo di battaglia. Le limitazioni sono esaminate qui di seguito:
a. Le missioni CAS sono state effettuate secondo le indicazioni del comandante sul campo. Tutto ciò è avvenuto
direttamente all'interno del campo di battaglia, riducendo la probabilità della presenza dei civili.
b. Tuttavia, le indicazioni previste dai comandanti sul campo furono convogliate verso i Quartieri Generali
dell’Aereonautica Militare e seguivano la solita procedura, mentre l’attacco era effettuato sotto sorveglianza e
con regole rigide.
c. L’identificazione dell’obiettivo era ad un livello professionale poiché i piloti erano forniti di immagini
satellitari aggiornate. Per questo motivo, quando i piloti erano oltre il bersaglio avevano abbastanza familiarità
con l'area geografica, consentendo una positiva identificazione del bersaglio.
79
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
XI. Salvaguardia dei diritti civili
A. Quadri istituzionali
247. Come mostrato precedentemente, l'operazione umanitaria è stata condotta con la massima cura per
salvaguardare le vite dei civili. Diverse misure sono state prese per assicurare che anche i diritti civili fossero
protetti.
248. Le forze di sicurezza hanno diversi meccanismi istituzionali da mettere in atto per salvaguardare i diritti
umani:
a. Il Comitato Direttivo dei Diritti dell'uomo ed il Diritto Umanitario dell’Esercito dello Sri Lanka (SLA) fu
istituito nel gennaio 1997. Il suo ruolo è quello di migliorare ulteriormente al personale dello SLA la
conoscenza del Diritto Internazionale Umanitario (IHL) e dei Diritti Umani (HR) attraverso la formazione, il
monitoraggio della conformità del personale a queste norme e attraverso le indagini per stilare rapporti sulle
presunte trasgressioni.
b. Il Sottodirettorato dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario della Marina Militare di Sri
Lanka (SLN) fu istituito nel giugno 2002 come mezzo per fornire consulenza, svolgendo corsi di formazione per
il personale della Marina, per garantire la diffusione dell’informazione ed il coordinamento del lavoro con le
varie agenzie su tutte le questioni correlate ai Diritti Umani (HR) e del Diritto Internazionale Umanitario (IHL).
c. L’organo del Diritto Internazionale Umanitario e dei Diritti Umani dell’Aereonautica Militare di Sri Lanka
(SLAF) fu istituito nel 2002 sulla stessa linea.
B. La formazione sui Diritti Umani ed il Diritto Umanitario Internazionale
249. Il personale delle forze di sicurezza riceve una formazione approfondita sui diritti umani e sul diritto
internazionale umanitario attraverso i Comitati Direttivi summenzionati. In particolare, ufficiali e soldati
impegnati attivamente nelle operazioni sono addestrati per essere consapevoli delle loro responsabilità in
materia di sicurezza dei civili e tutela dei diritti umani, e sono istruiti per prendere opportune decisioni in
battaglia.
250. La formazione comprende tre programmi distinti:
80
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
a. Formazione a tempo pieno degli istruttori per condurre seminari e programmi di sensibilizzazione su HR e
IHL per personale.
b. Una formazione regolare in campo per il personale è condotta da questi istruttori addestrati nelle aree
operative.
c. In centri di formazione istituiti viene effettuata una formazione per ufficiali ed altri ruoli militari.
Questi programmi di formazione sono supportati dalla diffusione di materiali scritti, tra cui volantini, libretti di
istruzioni, cartelloni, ecc, che si occupano di diritti umani, codici di condotta, reati nei conflitti armati e altro
materiale pertinente.
251. Per questi programmi di formazione è stata ottenuta l’assistenza di organizzazioni governative, e non
governative ed organizzazioni internazionali come il Ministero della Gestione dei Disastri, il ICRC, l'UNDP, il
British Council, la Commissione Nazionale per i Diritti Umani, l'Istituto Nazionale della Pubblica Istruzione, il
Centro per lo Studio dei Diritti dell'Uomo presso l'Università di Colombo e l’Istituto della Fondazione di Sri
Lanka.
252. Complessivamente, più di 175.000 persone dello SLA effettuarono corsi di formazione in questo settore a
partire dal 2001. L’Istruzione su IHL e HR fu un obbligo per tutto il personale della SLN la quale faceva corsi
di formazione, training sul campo e tutti i corsi obbligatori relativi alla promozione. Oltre 24.000 dipendenti
della SLAF hanno anche ricevuto una formazione di questo tipo.
C. Sorveglianza di presunte violazioni
253. Il monitoraggio dei comportamenti delle forze di sicurezza ed il processo di investigazione sulle presunte
infrazioni da parte del suo personale sono parte integrante dello sforzo di salvaguardare i diritti umani. Il
sofisticato meccanismo di sostegno istituzionale all'interno della SLA, che è l’organismo avente la maggiore
interazione con i civili a causa della sua terra ruolo sul campo, illustra il meccanismo di controllo.
254. Una rete a livello nazionale di cellule dei diritti umani è stata istituita presso lo SLA sotto il Comitato
Direttivo dei Diritti Umani ed il Diritto Internazionale Umanitario. Queste cellule includono gruppi di ufficiali
che ricoprono incarichi di rilievo all'interno di ogni divisione, brigata e battaglione della SLA. Questi ufficiali
hanno un mandato ampio per monitorare la situazione dei diritti umani e inviare rapporti quindicinali al
81
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Comitato Direttivo. Oltre alla loro funzione di reporting, le cellule hanno il compito di assistere le indagini
effettuate dalla Direzione dei Servizi Legali e dalla Polizia Militare dello SLA così come dalla polizia civile e
dagli altri enti interessati sulle presunte violazioni.
255. In caso di presentazione di denunce, sono state intraprese le seguenti azioni:
a. Conduzione di inchieste da parte della Polizia Militare
b. Consegna dei sospettati alla Polizia civile
c. Collaborazione con la polizia civile nella conduzione delle indagini
d. Mettere a disposizione sospettati e testimoni alla Polizia civile e alle Corti
e. Conduzione parallela di indagini interne e messa in atto della legge militare
256. Chiunque cerchi di denunciare una presunta violazione ai propri diritti fondamentali può adottare un altro
meccanismo, ovvero la presentazione della denuncia alla Commissione dei Diritti Umani, un organo nominato
costituzionalmente. La Commissione dei Diritti Umani ha il potere di trattare questioni sulle quali la Corte
Suprema deve compiere ulteriori indagini.
257. Si noti che la Costituzione dello Sri Lanka offre garanzie radicate in relazione a qualsiasi violazione dei
diritti umani che può essere inviata alla Corte Suprema, alla quale è stata attribuita la competenza esclusiva. Vi
sono state diverse petizioni inviate alla Corte Suprema, nelle quali il personale delle forze di sicurezza personale
furono citati in qualità di convenuti.
D. Indagini e procedimenti giudiziari
258. Le forze di sicurezza effettuano una procedura di giustizia militare per la quale le accuse di reato sono
indagate dalla polizia militare e sottoposte ad una Corte militare d'inchiesta e, nel caso di reati più gravi, anche
da parte della polizia civile e tribunali civili. Vi sono stati diversi casi in cui il personale militare è stato oggetto
di accuse sottoposte al Procuratore Generale ed alla Corte Suprema.
259. Indipendentemente dal risultato di un caso sottoposto ai tribunali civili, se vi è un caso di prima facie
contro l'imputato, dopo l'inchiesta militare l'accusato viene dimesso dalle Forze di Sicurezza.
260. La procedura della giustizia militare è qui di seguito indicata. Questa è una procedura che lo Sri Lanka ha
ereditato dal Governo britannico nel periodo di post-indipendenza. Attualmente questa procedura è stata dettata
82
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
statutariamente dall’Esercito, dalla Marina e dall’Aeronautica dello Sri Lanka, ed è stata emanata una normativa
in virtù di tali leggi.
PROCEDURA DI GIUSTIZIA MILITARE
Passo
Azione
1.
Ricezione di informazioni
riguardanti il presunto reato
Offese criminali
2.
3.
Indagine della Polizia Militare ------------------------------------------------------------------Commissione d’inchiesta
4.
Sintesi delle prove
5.
Corti marziali / Processo Sommario
6.
Polizia
Azione depositata in tribunale
Diritto di ricorso giurisdizionale dinanzi alla Corte d'Appello
di una domanda di un atto di certi orari.
7.
Diritto di ricorso alla Corte Suprema con l'autorizzazione della Corte.
261. Una sintesi dei principali reati commessi dal personale dell'esercito dello Sri Lanka tra il 2005 e il 2010 a
Nord e a Est e le azioni conseguenti intraprese da parte dell'esercito e del giudice civile sono indicate qui di
seguito:
AZIONE DELL’ESERCITO
AZIONE DELLA CORTE
1
1
13
8
3
4
1
1
1
13
83
1
1
TOTALE
1
1
5
COMMISSIONE
D’INCHIESTAPROVE REGISTRATE
4
ALTRE PUNIZIONI
1
DIMESSI
DALL’ESERCITOO
1
CONDANNATI
1
3
TOTALE
8
AZIONI ANCORA
PENDENTI
1
NESSUNA AZIONE
INTRAPRESA
1
ASSOLTI
1
CONDANNATI
Totale
TOTALE
Abuso sessuale
2010
1
2009
Stupro
4
2008
1
2007
Assassinio
2006
2005
Categoria
6
8
3
4
1
13
OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
262. Per ogni infrazione, l'esercito ha intrapreso un'azione di pronta disciplina e vi sono casi ancora pendenti
davanti a giudici civili.
PARTE TERZA
XII. Conseguenze dell'operazione umanitaria
263. Il successo dell'operazione umanitaria ha provocato conseguenze positive non solo per i civili liberati dalla
prigionia LTTE, ma anche per lo Sri Lanka di tutte le etnie in tutto il paese. I benefici positivi della fine del
conflitto furono sia immediati che a lungo termine.
Sradicamento del terrorismo
264. Per la prima volta in tre decenni, il popolo può continuare a vivere senza la costante paura di un attacco
terroristico e la sensazione di insicurezza che affligge un paese sotto la costante minaccia del terrorismo. I leader
del governo dello Sri Lanka, i rappresentanti politici e i civili innocenti non sono più a costante rischio di morte
per atti terroristici. Questo è un vantaggio che è difficile da quantificare, ma di enorme significato in quanto ha
cambiato la vita di tutti gli Sri Lankesi.
Ripristino delle elezioni
265. Il diritto di voto è stato ripristinato per migliaia di residenti del Nord e l'Oriente e, attualmente, le elezioni
democratiche sono in corso regolarmente. Le seguenti elezioni hanno avuto luogo in Sri Lanka dopo la fine
dell’Operazione Umanitaria, nel maggio 2009:
Elezioni
Distretto
Data
Elezioni di Autorità locali
Jaffna e Vavuniya (Provincia del Nord)
8 agosto 2009
Elezioni del Consiglio Provinciale
Provincia dell’Est
10 maggio 2008
Sabaragamuwa e Provincia del Centro Nord
23 agosto 2008
Provincia del Centro e del Nord Ovest
14 febbraio 2009
Provincia UVA
8 agosto 2009
Provincia dell’Ovest
25 aprile 2009
Elezioni presidenziali
In tutto il Paese
26 gennaio 2010
Elezioni generali
In tutto il Paese
8 e 20 aprile 2010
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Il governo dello Sri Lanka agì rapidamente per permettere lo svolgimento delle elezioni del Consiglio
Provinciale nella provincia dell’Est dopo che questa fosse liberata dal comando LTTE. Durante le elezioni, un
ex-combattente del comando LTTE, che aveva rifiutato di aderire al terrorismo e che si era unito al processo
democratico, fu eletto Primo Ministro della Provincia dell’Est. Le elezioni presidenziali, che ebbero luogo nel
gennaio 2010, furono le prime elezioni nell’arco di decenni in cui gli abitanti del Nord e dell'Est votarono
liberamente senza subire violenze e minacce da parte del comando LTTE. Le elezioni generali seguirono a
breve nell'aprile 2010, in tale occasione la Tamil National Alliance emerse come il partito con il terzo numero
più alto di seggi in Parlamento, vincendo nella Provincia del Nord e nel distretto di Batticaloa, nella Provincia
dell’Est. Le Elezioni del Consiglio provinciale si erano già tenute nell’area Est e quelle del governo locale della
Provincia Nord sono in programma per il 23 luglio 2011.
Ripristino della democrazia nella Provincia Nord ed Est
266. Per la prima volta da decenni, il popolo nelle aree precedentemente dominate dal comando LTTE ha la
possibilità di partecipare al processo democratico senza costrizioni. Il fiorire della pluralità politica in queste
aree può essere visto attraverso il trionfo di un partito di opposizione nella Provincia Nord, mentre il partito
principale del governo ha trionfato ad Est ed è arrivato secondo nell’area Nord durante le elezioni generali
tenutesi nel 2010. L'emergere di un gran numero di partiti politici indipendenti verificatosi durante quelle
elezioni dimostra che la politica elettorale in queste aree guadagna vitalità dopo lo smantellamento del comando
dittatoriale LTTE.
Disarmo dei gruppi armati
267. I gruppi armati che si opponevano al comando LTTE nella Provincia dell’Est furono disarmati e
trasformati in partiti politici all'interno della corrente principale democratica cercando di rappresentare il popolo
attraverso il processo elettorale. Il governo dello Sri Lanka ha adottato misure concrete per disarmare questi
gruppi, dopo il successo dell’Operazione Umanitaria. Con la scomparsa del comando LTTE, per i membri di tali
gruppi non era più indispensabile portare armi per proteggersi. Il governo dello Sri Lanka ha inoltre fornito
ferme indicazioni alla polizia di arrestare qualsiasi persona trasportasse illegalmente armi al fine di garantire il
disarmo completo.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Diritto al dissenso e libertà di espressione
268. Nella Provincia Nord, dove il comando LTTE ha con successo spazzato via ogni resistenza al suo dominio,
è stato finalmente ristabilito il diritto al dissenso. In tutte le aree precedentemente dominate dal LTTE la libertà
di espressione è stata restituita al popolo e la gente ha riacquistato la libertà di partecipare alla vita civile senza
timore di essere soggiogata.
Sminamento della zona a Nord e ad Est
269. Uno dei principali ostacoli al rapido re-insediamento degli sfollati è rappresentato dall’estesa presenza di
mine seminate dal comando LTTE nelle aree civili. Per rispondere a questa sfida le forze di sicurezza hanno
condotto un'operazione di sminamento completo per sgominare questo pericolo a Nord e ad Est del Paese.
Diversi governi stranieri ed agenzie internazionali hanno fornito il supporto per questa impresa. Di
conseguenza, decine di migliaia di famiglie sono state in grado di tornare rapidamente nelle proprie case. E’
importante notare che non è stato segnalato alcun episodio di esplosione di mine che abbiano provocato lesioni
ai civili da quando gli sfollati sono stati re-insediati.
Riabilitazione degli ex Quadri del comando LTTE
270. Gli sforzi di riabilitazione dei comandanti LTTE sono in gran parte riusciti. Oltre 11000 ufficiali LTTE
arresi o arrestati dalle forze di sicurezza e 595 ex bambini soldato del comando LTTE sono stati riabilitati
attraverso un programma assistito dall’UNICEF e sono poi ritornati in famiglia da maggio 2010. Il governo
dello Sri Lanka ha preso la decisione politica di non perseguire legalmente nessun bambino soldato. Altri 6.130
adulti sono stati riabilitati con successo e sono stati reintegrati nella società civile entro giugno 2011. La
maggior parte dei restanti ex-combattenti è in fase di ulteriore riabilitazione, mentre alcuni sono stati identificati
e processati attraverso il sistema legale per la loro colpevolezza nelle attività terroristiche.
Libertà di movimento
271. Tutti i cittadini dello Sri Lanka possono recarsi in qualsiasi zona del Paese, senza essere bloccati dalle
minacce del comando LTTE, dalla violenza o dai posti di blocco resi necessari a causa delle attività del LTTE.
Molti dei partecipanti alla Diaspora Tamil che non hanno collaborato con la rete internazionale del comando
LTTE sono stati lasciati liberi di tornare in Sri Lanka per la prima volta dopo decenni.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Ritorno alla normalità a Nord e ad Est
272. Le persone che vivono nel nord e nell'est dello Sri Lanka sono ritornati a uno stato di normalità: i bambini
possono liberamente andare a scuola e non devono più temere di essere reclutati con la forza da parte del LTTE,
il sistema giudiziario funziona senza impedimenti, è possibile praticare l’agricoltura in aree che in precedenza
erano piene di mine. Per la gente di queste zone la vita sta tornando alla normalità dopo un periodo prolungato
di paura. Ogni persona indipendentemente dall'appartenenza etnica può possedere delle proprietà in qualsiasi
area del Paese.
Rimozione delle restrizioni sulla pesca
273. Le ampie restrizioni che dovevano essere in vigore nel Nord e nell'Est del Paese a causa della situazione di
poca sicurezza causata dal comando dell’Ala delle Tigri di Mare del comando LTTE sono state eliminate. Le
restrizioni sulla capacità dei motori fuoribordo sono diminuite, mentre le limitazioni relative alle zone di
“Divieto di Pesca" localizzate vicino a porti critici sono state notevolmente ridotte. Le restrizioni sui tempi in
cui la pesca può aver luogo sono state gradualmente eliminate tra giugno 2009 e febbraio 2010.
Sviluppo Economico del Nord e dell'Est
274. Il governo dello Sri Lanka ha lanciato un rapido programma di sviluppo delle infrastrutture subito dopo la
liberazione dell’Est nel 2007. A Nord del Paese è stato lanciato un diverso programma di progetti in settori quali
i trasporti e autostrade, ferrovie, irrigazione e agricoltura, pesca, alimentazione, istruzione e servizi finanziari,
ecc. Esso comprende la gamma di servizi e bisogni essenziali alla vita della comunità. Come risultato della pace
e del rapido sviluppo delle infrastrutture, le province del Nord e dell'Est stanno beneficiando di nuove attività
commerciali intraprese da piccole e medie imprese. Grandi investimenti stanno inoltre cominciando ad essere
effettuati in queste aree che in precedenza erano per lo più ignorate dal settore commerciale o che, nel caso
delle ex aree controllate dal LTTE, risultavano completamente inaccessibili.
La ripresa economica in Sri Lanka
275. Il potenziale dell’economia dello Sri Lanka è stato soffocato per decenni perché la minaccia del terrorismo
aveva pregiudicato gli investimenti ed il turismo. Inoltre, l’atmosfera avversa creata dal conflitto ha avuto effetti
negativi sull’economia e, nel corso degli anni, ha influito sugli investimenti in progetti di infrastrutture dei
governi successivi. La fine dell’operazione umanitaria segnò un periodo di crescita e di opportunità economiche,
nonostante le sfavorevoli condizioni economiche a livello mondiale.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
Armonia
276. Senza le provocazioni e le minacce del LTTE, le comunità di diverse etnie e religioni sono tornate a vivere
pacificamente in tutto lo Sri Lanka.
Sicurezza
277. Con l'eliminazione del LTTE tutti gli abitanti dello Sri Lanka che hanno vissuto in uno stato paura causato
dal terrorismo possono ora godere della vita in uno dei ambienti più stabili e sicuri del mondo. I paesi che hanno
scongiurato un viaggio in Sri Lanka ai loro cittadini hanno ritirato tali misure cautelative.
Riconciliazione e responsabilità
278. Grazie al successo dell'operazione umanitaria, il paese ha ora un’opportunità di riconciliazione, sia a livello
nazionale che locale. Il 15 maggio 2010, il presidente Mahinda Rajapaksa ha istituito la Lesson Learnt and
Reconciliation Commission (LLRC) con l'obiettivo di riparare i danni causati dal conflitto e riconciliare il
popolo dello Sri Lanka. La Commissione ha il potere di indagare e riferire i fatti e le circostanze che hanno
portato al fallimento del cessate il fuoco e riportare gli eventi accaduti fino al 18 maggio 2009, tra cui
l’identificazione delle persone o dei gruppi responsabili. La LLRC ha condotto udienze pubbliche e raccolto la
testimonianza di un ampio spettro di persone, da funzionari del governo ad ufficiali militari o civili ordinari,
anche mediante visite alle zone colpite dai conflitti. Il 13 settembre 2010, la LLRC ha presentato le sue
istruzioni provvisorie, e il governo dello Sri Lanka ha nominato un comitato di alto livello per attuarle mediante
misure pratiche per rafforzare i processi in corso.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
XIII. Conclusioni
279. Lo Sri Lanka si è impegnato in una strategia militare contro il LTTE come ultima risorsa, dopo decenni di
duratura violenza e di terrorismo commessi contro i suoi cittadini e contro lo Stato. Gli attacchi del comando
LTTE documentati in questo rapporto non sono esaustivi, ma illustrano la vastità e l'intensità degli attacchi
LTTE ai civili, ai politici, ai dirigenti, agli avversari politici ed alle infrastrutture vitali.
280. Nonostante le enormi perdite subite e le tribolazioni patite dallo Sri Lanka e dalla sua gente a causa degli
attacchi del LTTE e delle minacce di attacco, i successivi governi dello Sri Lanka erano disposti e desiderosi di
negoziare con il comando LTTE al fine di raggiungere la pace. I dettagli dei processi di pace tentati dal governo
dello Sri Lanka descritti in questa relazione, tra cui le atrocità commesse da parte del LTTE durante ogni
periodo di cessate il fuoco, mettono in chiaro che il LTTE non aveva mai previsto di accontentarsi se non di una
vittoria militare per raggiungere l'obiettivo di uno stato separato.
281. Dopo aver esaurito tutte le alternative, lo Sri Lanka utilizzò la forza militare nel momento in cui era
necessaria per difendere i suoi cittadini e lo Stato dal comando LTTE. La risorse militari impiegate furono
proporzionate alla forza, alle risorse e alle tecniche sofisticate del LTTE.
282. I dettagli forniti in questa relazione sulle risorse umane, armi, finanziamenti e altre costanti del LTTE
dimostrano che un intervento minimo non sarebbe stato sufficiente per sconfiggere l’organizzazione militare. La
vittoria militare richiedeva un grande sforzo coordinato di tutte le tre forze armate, un alto livello di disciplina e
l'uso di tattiche diverse in base ad aree e contesti differenti.
283. Riconoscendo la quantità di forza necessaria per una operazione umanitaria di questa portata, le forze di
sicurezza erano consapevoli delle possibili conseguenze negative delle azioni militari, ovvero la perdita di civili.
Come risultato, le forze di sicurezza hanno avuto la massima cura prima, durante e dopo l'operazione al fine di
ridurre al minimo i danni collaterali, seguendo la politica di “Zero Vittime tra i Civili” adottata dal governo. Ciò
è stato dimostrato dalle precauzioni prese prima dell'operazione, dalle linee guida specifiche e dalle tattiche
impiegate durante le operazioni umanitarie.
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OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI
284. I dettagli sulle battaglie nella zona Est, a Wanni e sull’operazione finale di salvataggio degli ostaggi
presentati in questa relazione mostrano come in ambienti diversi, e diverse fasi della guerra, le forze di sicurezza
abbiano adeguato le loro tattiche e il livello di forza usata per raggiungere l'obiettivo generale di sconfiggere il
terrorismo. Il rapporto ha dimostrato come nell'ultima fase del conflitto, nel momento in cui il LTTE è stato
indebolito, le Forze di Sicurezza abbiano adattato le loro tattiche al nuovo territorio.
285. Ciò che il resoconto ha evidenziato è che, sebbene le forze di sicurezza furono in grado di modificare le
loro tattiche, non poterono cessare la loro offensiva. La minaccia del LTTE rimase fino all'ultimo, e il successo
richiedeva continui sforzi e disciplina per rispondere alle nuove sfide del comando: i civili intrappolati ed
esposti a pericoli imminenti ed alla violenza per mano del comando LTTE dovevano essere abilmente sottratti
ad una situazione precaria. Le Forze di Sicurezza hanno soddisfatto con successo questa sfida con un’azione
militare equilibrata che minimizzasse le perdite.
286. Il risultato per i civili e per il paese è stato assolutamente positivo. Migliaia di cittadini rimasti in Sri Lanka
si sono salvati dalla minaccia del terrorismo e dalla guerra. La qualità della vita di tutti gli Sri Lankesi come le
prospettive di questo Paese nei confronti dell'economia mondiale sono notevolmente migliorate. Le
conseguenze positive delle operazioni umanitarie descritte nella presente relazione sono rappresentative e non
esaustive ed i benefici di aver sconfitto il terrorismo sono incommensurabili.
287. Considerando la logica iniziale necessaria per intraprendere un'operazione militare, la quantità di forza
utilizzata durante l'operazione e il risultato finale, la presente relazione ha dimostrato come, a tutti gli effetti,
l'operazione umanitaria fosse giusta.
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