L`epoppea delle vampire a fumetti
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L`epoppea delle vampire a fumetti
il Domenicale. Settimanale di cultura, anno VI, n. 24, Milano p.13 LABIRINTI DELLA COMUNICAZIONE S A B AT O 1 6 G I U G N O 2 0 0 7 IL DOMENICALE 13 GRANDE SCHERMO L’epoppea delle vampire a fumetti Rizzoli riesuma Jacula, Zora e Sukia. Donne da urlo. Di terrore. Spopolarono negli anni ’70, poi scomparvero. Ci mancano. Eccone grazie e disgrazie, quando, nei torbidi della rivoluzione sessuale, spuntò Dio. E lo uccisero di Samwise reature infernali con la faccia di Alan Ford, detective-amanti che somigliano a Jean-Paul Belmondo, femmine crudeli (e un bel po’ mignotte) che fanno il verso a certi sogni scollacciati, Ornella Muti, Edwige Fenech, Silvye Vartan, Ursula Andress, Jean Fonda, Brigitte Bardot. È il mondo dei “fumetti per adulti”, un universo demoniaco che Rizzoli ripesca dalla tomba con un albo speciale: Vietato ai minori. Vamp e vampire: Jacula, Zora, Sukia e Yra, a cura di Graziano Origa, cinque storie com- C nell’amplesso immondo di sesso e religione, la vamp è nuda e sporcacciona. chi si filerebbe una cozza? plete del meglio del fumetto erotico italiano degli anni ’70, quelli di hippy, hashish, All-we-are-saying-isgive-peace-a-chance, amore libero. La rivoluzione era nell’aria sin dal decennio prima, da noi fu all’ammatriciana. Con il fumetto, per esempio, strumento di liberazione dei costumi e della mente, psicoterapia di gruppo di una generazione in jeans e minigonna. Il ghiaccio lo aveva rotto, nel 1962, il Diabolik delle sorelle Angela e Luciana Giussani, che portò sangue e morti sulle copertine, ma che soprattutto permutò alchemicamente tutti i valori: trovò cioè il modo, al pelo dell’“apologia di reato”, di trasforma- re un volgare tagliagole in un eroe amato. Niente a che vedere con le vampiresse rotonde e generose, ma la strada era segnata. No more heroes, ma criminali e meretrici indiavolate. A letto con Biancaneve Dopo Diabolik è il salto a velocitàluce dei vari Kriminal, Jnfernal, Fantax, Genius, Mister-X, Sadik, Zakimort, La Jena e Spettrus. Poi vennero gli erotici, quando Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon intuiscono che mescolare sex e noir tirava. Il primo crea l'Editrice Sessantasei (era quello l’anno), il secondo lo aiuta; il primo era ex cronista mondano de La Notte ed ex pierre della Lamborghini e dello champagne Taittinger, il secondo sceneggiatore e musicista. Un successone, nel clima – osserva Vietato ai minori – preparato dal regista Dino Risi e da Pier Paolo Pasolini, ma pure dal Fabrizio De André che cantava (inaudito per allora) di prostituzione e morte. Dopo l’Editrice Sessantasei, il duo Barbieri-Cavedon crea la Erregi. Intanto Barbarella furoreggiava. E così, sulla scia di titoli fantasexy o sexvamp come Vampir AZ 10, Alika o Gesebel, fioriscono Goldrake (un James Bond casereccio), Isabella (la duchessa dei diavoli), Bonnie (gangster e reggicalze), Lucrezia (la Borgia in guepiere) e Hessa (fetish con “s” runiche alla nazi). E Jolanda, Terror, Lucifera, Cimiteria, Jolanka, Helga, Vartán e le fiabe, Grimm o Perrault, in salsa hard. Arrivano quindi gli anni ’70, e Barbieri e Cavedon divorziano: il primo crea la Edifumetto nel 1972, il secondo la Ediperiodici. Anni incomprensibili, però, se non si tiene conto Da 25 anni Cassandra Peterson incarna sullo schermo Elvira (pronuncia “Elvaira”), la cugina sexy del conte Dracula, fra eros, canini affilati e comicità grottesca. Vampirella è invece la matrigna USA dei conturbanti comics italiani anni Settanta: non meno provocante, ma più morigerata Compare qui a sinistra Sukia in tutta la sua bellezza dannata. È una tavola-tipo che riproduce molti cliché del mito del vampiro. Sotto, una kermesse di cover del più classico vampirismo erotico italiano delle “donne vere” di Penthouse e di Playboy. La femme fatale di quel tipo di editoria è da noi Adelina Tattilo, nata nel 1929 e morta il 1° febbraio scorso, iniziatrice di starlette varie del porno italico. Creata la Tattilo Editrice, nel 1966 lancia Men e l’anno dopo Playmen, risposta nazionale (con tanto di strascico legale) a Playboy e a Penthouse, ivi compresi i fuoritema letterari. Poi “Ade” inventa Menelik, logo fallico e copertine con su, che so, un “Fatevi da sole” sparato grande e sotto, piccolo “un vestito di carta igienica”. Tutta satira e ospiti fissi come la striscia Bernarda e Maghella, poi fumetto erotico indipendente. Pornoradicalismo Adelina era una donna impegnata: con il marito Dario Balsamo, editore di Le Ore (che, per chi non lo sapesse, non è un patinato della Rolex), e con i Radicali (amandone le lotte per divorzio e aborto), con il PSI (amando farsi ritrarre con Bettino Craxi), più di recente con AN. Uscì pure con cose come La marijuana fa bene e Big, settimanale per giovani curiosi di sesso e vita. Poi arrivarono il VCR, i DVD e Internet, e il porno a stampa declinò. Ora, Jacula, Sukia e le altre vamp dai nomi assonanti sono il top del mescolone horror e coiti, con madrine illustri quali Satanik e Vampirella, conturbanti sì, ma al confronto castigatissime. C’è dentro tutto il bollore della lunga estate calda sessantottina; ma qualcosina in più rispetto al solo tette e culi tipette come Jacula, Sukia e Zora (e Vampirella e Satanik) ce l’hanno. Tanto per iniziare sono vampire, e il vampiro, piaccia o no, parla sempre di Dio. Il capostipite del genre, si sa, è maschio e conte; ma che sarebbe il suo mito senza femmine e cortigiane? Il vampiro, infatti, strega di più se porta (o leva) la gonna. E questo sin da Lilith, prima moglie mesopotamica e demoniaca di Adamo, stando alla tradizione cabbalistica: non era una vampira, ma i romanzieri l’hanno sempre sfruttata (come George McDonald, maestro d’“immaginazione morale” di G.K. Chesterton, C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien). Poi via, con maîtresse lascive quali le mogli di Dracula, l’antieroina di Joseph Sheridan LeFanu, l’Elvira degli schermi (la cugina sexy di Dracula), le tavole offuscate di Frank Frazetta, Boris Vallejo e Luis Rojo, quindi le pellicole di genere (e pure di genere lesbo), le dark-waver, le gothick chick, le new doll, Buffy la cacciatrice. Leggere per credere Le vampire. Crimini e misfatti delle succhiasangue da “Carmilla” a “Van Helsing” di Arianna Conti e Franco Pezzini (Castelvecchi, Roma 2005). Il crepuscolo delle maliarde Perché in Transilvania va più la lingerie del mantello? Perché il mito del non-morto succhione ruota su un archetipo: l’amplesso immondo e blasfemo tra sesso e religione, dove carne, sangue e anime dannate parlano di morbi contagiosi, amore rubato, amore che non vuol finire, corpi violati per un anticipo fugace di paradiso, aldilà che scappa. Sete di Dio nelle cose, negazione di Dio nel prossimo. Per questo il mito (del vampiro) è educativo. E molto grafico, visual, quasi iconico, e da qui fumettistico. Senza sesso sporco e religione sporcata, però, il vampiro è nulla. Ebbene, ma se la vamp è vamp, non può essere cozza. Se no chi se la fila? Ci sta dunque che la vampira sia nuda, intrigante, persino sporcacciona. Del resto, anche Dante, se serve, scrive “puttana”. Seguite l’antologia Rizzoli. In Jacula, Zora (1972) e Sukia (1978) le zanne spiegano le zinne. Yra (1980) pare invece Alvaro Vitali in ferie sui Carpazi, persino nel tratto. Corna vissute, il Tromba, La poliziotta erano in agguato. Poi (anni ’80) nacquero pure strisce di gay pecoreccio, tipo Batty & Gay e Belli di notte. Le vamp finirono allora in Jugula, viso e curve di Lory Del Santo, dalle brughiere a Drive-in. Il contesto senza più il testo: Dio era morto, le non-morte non vissero. • Ancora Nintendo Ds: Animal Crossing Esiste un gioco che regala un’intera città virtuale. E una marea di possibili amici reali o letto con interesse gli articoli che il “Dom” ha dedicato alla console Nintendo DS (sul n.19 del 12 maggio), oggetto non proprio economico che ho regalato lo scorso anno a mia figlia per essere stata promossa in seconda media con una pagella bellissima. Pensavo si trattasse del solito gioco meccanico che coinvolge e rimbambisce, invece mi sono dovuta ricredere. A parte i giochi di azione e i rompicapo, tra i ragazzini spopola da più di un anno il fortunatissimo Animal Crossing - Wild World, successore del gio- H co per Game Cube Animal Crossing, a sua volta remake del gioco Animal Forest per Nintendo 64. All’inizio il giocatore viene accompagnato in una città che decide lui come chiamare; il suo aspetto non è prestabilito ma dipende dal tipo di risposte date al tassista che lo sta conducendo a destinazione. Una volta in città il giocatore accenderà un mutuo per acquistare una casa, si troverà un lavoro, aprirà un conto in banca, incontrerà il sindaco, stabilirà relazioni di amicizia con i concittadini, si occuperà di tenere in ordine la casa e il giar- dino. Con il tempo guadagnerà soldi che gli permetteranno di ampliare l’abitazione e potrà convivere con altre persone (fino a un massimo di tre). Per vivere, e anche ottenere premi, il giocatore svolge attività come la pesca, la caccia alle farfalle, la creazione di abiti o il giardinaggio, che gli consentono indirettamente di conoscere, ad esempio, molte varietà di pesci non propriamente comuni (il koi, lo sperlano, il coelacante, il killifish) imparando a distinguerli in base ad habitat, dimensioni, abitudini; oppure scopre dove vivono QUELLI CHE VORREBBERO ALLARGARSI Ovvio che ci si provino in tanti a inventare giochi che dilatino i margini d’uso degli strumenti che adoperiamo. Per esempio, l’iPod s’è appena rivelato terreno fertile per videogame elementari che sfruttano meglio che possono i pulsanti dello strumento, concepiti per altri scopi. Almeno per il momento è sicuro che Nintendo DS rimane una base assai più solida e versatile, più suscettibile di “allargamenti”: per esempio, si cominciano appena a intuire le potenzialità delle connessioni in rete senza fili, che potranno rivelarsi preziose per giocare, per imparare, per comunicare, per lavorare. Staremo a vedere. Intanto, per tornare al terreno più tipico, tra coloro che guardano con l’acquolina in bocca al mondo Nintendo ci sono sempre più le case cinematografiche, alle quali non par vero di allargare il fatturato dei film tramite uno sfruttamento diverso e non banale dei personaggi e delle storie. Disney è tra le più attive: lo dimostrano i giochi appena usciti di Pirati dei Caraibi e dei Robinson, che nel formato portatile danno la polvere agli omologhi progettati per console più “grandi”. G.R. alcuni insetti e come catturarli; o si destreggia con gli incroci floreali per far nascere ibridi dai colori affascinanti. Di tanto in tanto si trovano frammenti fossili che si potranno vendere o donare al museo per completare la collezione dei grandi rettili. Interessante è il fattore tempo: Animal Crossing si sincronizza con l’orario della vita reale. Se si accende il Nintendo a notte fonda, il villaggio sarà rischiarato da un cielo stellato. Se è autunno o primavera nel mondo reale lo è anche in Animal Crossing. Se non si accende la console per alcuni giorni, questi saranno comunque passati anche nel gioco: i fiori appassiranno, i bulbi piantati potrebbero rovinarsi e in casa compaiono insetti sgradevoli. Inoltre certi eventi si presentano solo in determinati giorni, così come alcune azioni sono possibili solo in certe ore del giorno. La propria casa non solo dev’essere tenuta in ordine ma è sottoposta al giudizio dei membri di un’Accademia. Usando forme, materiali, colori, suoni, luci, immagini simboliche e curando la disposizione degli arredi e degli ornamenti, il giocatore otterrà un buon punteggio, realizzando uno spazio domestico attraente, il “luogo ideale” in cui vivere. I rapporti con gli abitanti (virtuali) della propria città somigliano molto a quelli che realmente intercorrono tra i ragazzi: amicizie, competizioni, gelosie e litigi. Tra loro si scrivono, raccontandosi sciocchezze e segreti o per sfogare la rabbia per non si capisce bene quale motivo. Ogni tanto qualche abitante, se viene trascurato, se ne va via per trasferirsi altrove e dopo qualche giorno ne arriva uno nuovo; ciascun personaggio ha un carattere marcato e diverso da quello di tutti gli altri. La connessione in rete Wi-Fi ha dato un ulteriore slancio al gioco. Con una chiave Usb da inserire nel router e con l’aiuto di un codice personale, si rende accessibile la propria città ad amici di tutto il mondo e naturalmente è possibile Un personaggio di Animal Crossing Wild World che il proprio personaggio dell’Animal Crossing visiti altre città. Esiste un forum molto attivo dove i ragazzi pubblicano i loro codici per potersi incontrare virtualmente e scambiarsi oggetti e informazioni. Inoltre con la Wi-Fi si possono organizzare feste con amici di tutto il mondo, passeggiate in riva al mare guardando i fuochi d’artificio di Ferragosto, gare canore o tornei di pesca. Quindi non si tratta solo di un gioco “uno a uno”, dove il ragazzino sta da solo davanti a uno schermo, ma un’esperienza da condividere con altri trascorrendo il tempo libero in modo divertente e non banale. Il gioco richiede anche un certo acume e pretende attenzione, non tutti vi si appassionano; però stando a quanto si legge nel web pare siano davvero numerosi gli estimatori. In Giappone ne hanno fatto un film, di cui sono visibili alcuni spezzoni su YouTube. Elena Borgatti Che fantastica superfamigliola opo il Venom di Spiderman e in attesa dei robot distruttori di Transformers, sullo schermo, a bordo di una luccicante tavola da surf (succhia energia e la ritrasmette sotto forma di impulsi) approda Silver Surfer, avversario temibile dei Fantastici Quattro (ma non nemico tout court, ruolo ancora riservato al Dottor Destino di Julian McMahon, insieme a Galactus, turbine spaziale divoratore di mondi). Il secondo capitolo della saga, breve e compatto tanto da far pensare che le pellicole extralarge degli ultimi tempi siano inutilmente sovrabbondanti, è un piacevole blockbuster che intercala azione e spettacolo, qualche pennellata esistenziale e un umorismo leggero, il tutto innestato su un nucleo D I FANTASTICI QUATTRO E SILVER SURFER REGIA DI TIM STORY CON I. GRUFFUDD, J.ALBA, C. EVANS, M. CHIKLIS PRODOTTO DA BERND EICHINGER PER TWENTIETH CENTURY FOX 92’, USA 2007 tematico magari non originale, ma solido. Se, infatti, Mr. Fantastic e la Donna Invisibile sono impegnati a regolarizzare la loro unione e La Cosa si è messa il cuore in pace con la sua scultrice cieca, è quello scavezzacollo della Torcia Umana a regalare un bel percorso di maturazione guidando gli spettatori (appassionati di fumetti e non) in un universo sotto minaccia, ma decisamente meno cupo di quello degli ultimi supereroi Marvel. Famiglia un po’ speciale, i Fantastici 4 non tralasciano il lato glamour (e fanno della sponsorizzazione una gag esilarante), ma anche i fastidi della celebrità. Non sappiamo se il terzo episodio regalerà persino un allargamento della famiglia, ma il finale aperto lascia spazio a tutte le ipotesi. Luisa Cotta Ramosino SPOT&GO In Lombardia turismo d’acqua a grande affluenza, soprattutto straniera, che ogni anno si registra alle molte feste tradizionali che si festeggiano in Lombardia smentisce due luoghi comuni: che ci sia un legame imprescindibile tra conservazione del patrimonio culturale, arretratezza economica e ristagno sociale, e che la Lombardia sia il fanalino di coda tra le mete turistiche d’Italia. Apprezzata per l’importanza nel settore industriale e terziario, la Lombardia conserva tesori artistici e culturali di grande valore, ricchezze naturali e specialità gastronomiche che costituiscono grandi attrattive turistiche. Ce ne viene una conferma da Unioncamere Lombardia, che punta molto sul turismo come leva di sviluppo economico della regione e che promuove nuovi itinerari per il turismo lombardo. Tra i quali spiccano i 600 chilometri di coste interne che comprendono numerose località balneari, tra cui le famose Sirmione e Bellagio, e località termali e ideali per gli sport all’aria aperta; meritano una visita i pittoreschi villaggi dell’Oltrepò Pavese o della zona di Mantova. I dati indicano che, con 9.493mila arrivi, la Lombardia è al quarto posto tra le regioni turistiche italiane dopo Veneto, Lazio e Toscana; mentre con 26.47mila presenze all’anno si situa al quinto posto, dopo Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio. Quest’anno la giunta regionale lombarda ha indetto un bando di gara da 7,2 milioni di euro su “un progetto di comunicazione per la promozione del turismo della Regione”. Il prestigioso incarico avrà durata di 24 mesi e potrà essere esteso per un altro biennio, con la possibilità di vedersi aumentare il budget di un 20% (1,4 milioni di euro). Francesca Galli L