Sommario - Società Tolkieniana Italiana
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Sommario - Società Tolkieniana Italiana
Sommario Editoriale p. 3 p. 4 p. 5 La Mappa de “Lo Hobbit” a cura della Redazione p. 7 Le preghiere della Terra di Mezzo a cura della Redazione p. 9 La compagnia della Cornamusa Fatata a cura di Nuada p. 15 Dal Diario di un giovane Hobbit A cura di Merimas p. 17 a cura di Rosaria Cozzolino e Daniele Bellucci p. 19 UNA RUNA INASPETTATA a cura di Flavia Imperi p. 20 CONCORSO COSPLAY HOBBITON 2012 p. 22 RITRATTO DI UNA AMICA SPECIALE a cura di Francesca Volpi p. 26 Giochi di Ruolo: Passione o stile di vita? – 2ª parte – a cura di Andrea Taverna p. 28 COSA SONO LE LINGHUE ELFICHE? a cura di Gianluca Comastri p. 32 I CAVALIERI ALLA CORTE DI KIEV - 1ª parte - A cura di Dario Giansanti p. 37 CAMPAGNA ANTI VANDALISMO - COTRAL p. 44 GLI STANDS DELLA SOCIETA’ TOLKIENIANA ITALIANA P. 46 Hobbiton 2012 vista da noi Incontro con gli autori: La stirpe di Agortos a cura di Maurizio Guccini LA SPADA A DOPPIO FILO: unione del Maschile e del Femminile Copertina a cura di Paola Ramella 1 Società Tolkieniana Italiana Via Regina Elena, 4, 33030 Basaldella (UD) - http://www.tolkien.it C.C.P. 12633335; per bonifici bancari: iban IT22O0525604000000009345640 Presidente, Domenico Dimichino [email protected] Per informazioni generali [email protected] Rapporti con l’estero (altre società tolkieniane e simili), [email protected] Redazione di Minas Tirith [email protected] Redazione di Terra di Mezzo [email protected] Segreteria Premi Silmaril [email protected] Per informazioni sugli ordini [email protected] Per iscrizioni [email protected] Libreria e catalogo [email protected] Segnalazioni riguardanti il sito e collaboratori per gli eventi, [email protected] Grafica e illustrazioni [email protected] Per comunicazioni su Hobbiton [email protected] Siamo interessati a tutte le tesi e tesine riguardanti Tolkien, e siamo disposti ad una eventuale pubblicazione di estratti sulle riviste.Inviate i vostri lavori all’indirizzo [email protected] 2 Editoriale HOBBITON 2012 Quando si organizza una manifestazione, si cerca timo finesettimana di settembre, come qualcuno di fare in modo che tutto sia perfetto, ben sapendo pensa. Infatti, ha piovuto abbondantemente sia che qualcosa comunque andrà storto! Ma quello nella prima settimana di settembre, che nella ter- che non sempre si può preventivare con esattez- za. za sono le condizioni meteorologiche. Pertanto, Nonostante tutto la Hobbiton è comunque stata quando organizziamo una Hobbiton, sappiamo portata a termine grazie alla buona volontà e al che una manifestazione “piovosa” ogni 3 o 4 anni, sacrificio di tutti. Ovviamente, siamo stati costret- è da mettere in preventivo. Come dimenticare la ti a smontare l’accampamento e le coreografie Hobbiton 2009 a Bassano del Grappa? Una trom- esterne, a spostare in una sala del castello il con- ba d’aria che in 10 minuti, tra pioggia e vento ha certo della domenica sera, a posizionare alcuni fatto danni immensi! Per cui quando la Hobbiton banchetti nei sotterranei. Solo chi era attrezzato 2011 a Palombara è stata anch’essa rovinata dal con maglioncini e cerate è riuscito a rimanere con cattivo tempo, pensavamo, che - statistiche alla noi fino alla fine. Tuttavia crediamo e speriamo di mano -, avremmo potuto stare tranquilli almeno essere riusciti anche in questa edizione, a ricreare per altre 3-4 edizioni, ed invece... uno “spirito tolkieniano” tra tutti i partecipanti, Anche la Hobbiton 2012 ha preso la sua dose d’ac- malgrado le avversità atmosferiche. qua e vento! Evidentemente era destino... Non è stato però colpa dello spostamento di data all’ul- Il Consiglio di Elrond 3 HOBBITON 2012 – Vista da noi – di Maurizio Guccini Come da quasi venti anni a questa parte anche ghiere della Terra di mezzo” di Roberto Fontana e lo scorso settembre la Società Tolkeniana Italiana Dario Giansanti con la conferenza su “I cavalieri di ha organizzato una festa per riunire tutti gli aman- Kiev La mitologia slava e il ciclo cavalleresco russo” ti del Signore degli Anelli e del mondo di Arda. Si sono tenute inoltre lezioni di lingua elfica e un con- Nel suggestivo castello Savelli, a Palombara Sa- corso HOBBITON COSPLAY, al quale sono seguite bina, in provincia di Roma, dal 28 al 30 settembre altre rappresentazioni teatrali del film e il concerto 2012 gli appassionati del genere si sono potuti in- dei Morning Stars (rock-medievale) e lo spettaco- trattenere in svariate attività. Fin dal primo gior- lo di danze irlandesi dei Gens d’Ys, con intratte- no si sono svolte dimostrazioni e stage di combat- nimento del pubblico che ha preso parte dei balli. timento, antichi mestieri e tradizioni a cura delle Il giorno di chiusura la scuola “ La via della Spa- associazioni partecipanti che si sono occupate di da” ha curato la conferenza “Riforgiare la spada allestire gli stand in tema. La sera è stata invece spezzata: simbologia, valori e significati del Viag- dedicata ai spettacoli, con riproduzione di alcu- gio di un Guerriero in Tolkien”. La pioggia nel ne scene del film a cura di “Vite in B/N” e l’esi- pomeriggio minacciava il proseguire delle attivi- bizione delle Green Clouds un gruppo musicale tà ma dopo esserci spostati all’interno del castel- di sole ragazze dedito al genere celtico-irlandese. lo sono stati comunque possibili i corsi di elfico e Il secondo giorno, anche se sorpresi da forti raf- quelli di combattimento, mentre la sera è stata de- fiche di vento che hanno complicato lo svolgersi dicata nuovamente allo spettacolo grazie ai balli dell’evento, ci siamo concentrati maggiormente dei “Gens d’Ys” e al gruppo “The Shire” con la sull’aspetto culturale con la presentazione di di- loro musica irlandese. versi libri come “La Stirpe di Agortos (Prima generazione)” di Alessandra Paoloni, “La compagnia della cornamusa fatata” di Elena Bergamaschi, “La mappa de Lo hobbit” di Paolo Gulisano, “Le pre- 4 La Redazione “La Stirpe di Agortos - Prima Generazione” a Hobbiton 2012 A cura di Maurizio Guccini «Nell’incontaminata terra dell’Egucron, Agor- no con la Natura e dove la Terra regola lo stile tos, uomo di acuto ingegno e spiccata sensibilità, della sua esistenza.Tutto ciò lo si intuisce subito stringe un patto con la Dea Natura giurando che, dal prologo, dove è lo stesso Agortos a parlare: sia lui che i suoi discendenti, si impegneranno ad approfondire la conoscenza della parte mistica e «Tutta la terra è un’inesauribile fonte di energia magica di quel mondo inesplorato che li circonda. e potere. Credo di averlo sempre saputo, fin da Saranno Anika e Airen, le sue figlie, le prime a do- quando appresi i primi rudimenti naturali pres- ver far fronte a quella promessa. Separate da bam- so i monaci del monastero di Apator, nella ter- bine, cresceranno in ambienti totalmente diversi: ra dell’Eptacandro. Mi parlavano degli Dei e di Airen come serva di Siderin, dispotico e spietato come si manifestassero attraverso i doni della signore dei monti Atrùgeti, Anika nella sua casa Natura. Ma non si può comprendere quali vir- natale a contatto con una natura misteriosa e in- tù siano nascoste tra le zolle della terra se non le contaminata. Entrambe però sentiranno ben pre- si guarda con attenzione, al di là delle letture e sto il richiamo di quel giuramento mantenutosi degli insegnamenti riportati sulle pergamene e nel tempo, e nonostante le difficoltà e gli ostacoli sui libri miniati. Fu così che me ne andai in viag- che troveranno sul loro cammino, adempiranno gio alla ricerca del Potere della Terra e fu così al volere di Agortos preoccupandosi che le ge- che venni a conoscenza della parte magica del nerazioni future mantengano vivo quel voto.» mondo. Aprii per la prima volta gli occhi sull’Egu- (tratto da “La Stirpe di Agortos - Prima Genera- cron. zione”, quarta di copertina) Strinsi un patto con la Natura pregando gli Dei che venisse accettato. Alessandra Paoloni inizia un ciclo di quat- Così tutta la mia vita, e quella di coloro nelle tro romanzi fantasy il cui fulcro non è la classi- cui vene scorrerà il mio sangue, verrà consacra- ca battaglia del Bene contro il Male, ma il rap- ta alla scoperta e alla vigilanza del Potere natu- porto tra l’uomo e una Natura incontaminata. rale di cui il mondo è colmo. Non ci sarà uomo Per tanto “La Stirpe di Agortos - Prima gene- o donna che impedirà ai miei discendenti di se- razione” assume la piega di quella che è stata guire le mie orme, poiché verranno aiutati dal più volte definita una “ecosaga”, omaggio a un cielo e dalla terra e da tutto quello che li mondo che c’è stato e che non c’è più, un Eden forma. Io Agortos, che rinnegai mio pa- immaginario dove l’uomo si misura ogni gior- dre e la mia famiglia per avventurarmi lun- 5 go le vie impervie del mondo, firmai quel za che molti saranno gli impedimenti da supe- giuramento col mio sangue. La mia stirpe ne verrà rare. Primo fra tutti l’indifferenza del mondo, e coinvolta,riconoscerannoisegnipoichéessisonostati l’incapacità di esso di condividere queste forme già tracciati sulla loro via. Non temeranno di seguirli, di pensiero. Agortos e la sua Stirpe diventano così e semmai esitassero nel farlo la Natura manderà loro dei rivoluzionari, che abbattono le frontiere della dei messaggeri che li aiuteranno a ritrova- mentalità del loro tempo, incuranti delle conse- re la strada. Il destino del mondo è nelle nostre guenze. Non posseggono alcuna forma di pote- mani, s’intreccia con esso e ne dipende. Que- re, se non quella della propria volontà a portare sto è il più grande mistero che l’uomo abbia mai avanti una promessa stretta con la Natura. Folli ignorato.» nei loro propositi, fermi nelle loro convinzioni. L’Egucron è la terra immaginaria nella quale Uomini e donne nei quali rispecchiarsi perché la sono ambientate le vicende della magia qui non nasce solo da stru- Stirpe, un luogo dai paesaggi an- menti fantastici che la letteratu- cora inesplorati. Una terra dove ra fantastica dell’immaginario ci l’ignoto fa rima con mistero e dove ha tramandato (pietre e bacchette la Natura personificata guida le magiche tanto per citarne qualcu- azioni umane. Il rispetto per i fe- no), ma scaturisce dalla volontà nomeni naturali viene chiaramen- che si impiega nel voler compren- te messo in risalto nell’opera, ma dere la magia e vivere assieme a non è solo questo che i discendenti essa e non solo per mezzo di essa. di Agortos ci vogliono insegnare. Natura, destino e volontà umana: A lungo nel libro si è anche parlato il meraviglioso racchiude tutto ciò del tema della predestinazione, di e fonda le basi per questo nuovo ci- come l’uomo sia destinato a com- clo di romanzi fantasy che porta il piere determinate azioni in un de- fantastico in una realtà non troppo terminato tempo a lui assegnato. Come se l’Uni- lontana da noi, e vi si mescola cercando di rispon- verso (che si fa “persona” esattamente come la dere a molte delle domande che l’uomo si pone Natura) fosse fautore di ciò che ci attende e ci indi- sulla propria esistenza dalla sua nascita. chi segni evidenti del percorso che ciascuno di noi «Il destino del mondo è nelle nostre mani, deve seguire. Viviamo in balia del caso o siamo s’intreccia con esso e ne dipende. Questo è il più piuttosto regolati da “coincidenze” che in qualche grande mistero che l’uomo abbia mai ignorato.» modo stabiliscono la nostra esistenza? Questa è la domanda che l’autrice pone più volte al lettore. Destino e rispetto per il mondo che ci circonda. I protagonisti stessi dell’opera sono i primi a cimentarsi in questa sfida pur essendo a conoscen- 6 (tratto da La Stirpe di Agortos - Prima Generazione) Elisabeth Gravestone (pseudonimo di Alessandra Paoloni La Mappa de Lo Hobbit l’ultimo lavoro di Paolo Gulisano A cura della Redazione Un gradito ritorno, quello di Paolo Gulisano, che lo scoprono solo oggi, questa sorta di “diario che dopo qualche anno di assenza è tornato ad di viaggio” nel mondo dello Hobbit». Una guida, Hobbiton. Un ritorno del quale si è compiaciuto con tanto di mappa. «Era un vecchio progetto, in primo luogo l’interessato, che della STI fu a che nutrivo fin da quando, anni fa, feci un lavoro suo tempo uno dei soci fondatori, e che nel corso analogo per i mondi del Signore degli Anelli e del degli anni è andato accreditandosi come uno dei Silmarillion – ha aggiunto Gulisano – Sognavo maggiori esperti in Italia di Tolkien e della lette- dunque di completare questa mia trilogia, e quan- ratura fantasy, avendo pubblicato diversi volumi do ho avuto l’occasione di incontrare Elena Vanin, su autori quali C.S. Lewis, Oscar Wilde, George un’artista straordinaria, ben nota nel mondo fan- MacDonald, nonché su Re Artù, su Peter Pan, sui tasy per essere l’autrice delle orecchie da elfo in miti celtici. lattice che ogni appassionato vorrebbe indossare, Per celebrare il 75° anniversario dell’uscita e di vedere il sacro fuoco dell’arte brillare nei suoi dell’Hobbit tolkieniano, avvenuta il 21 settembre occhi, ho capito che la cosa era fattibile». Gulisano 1937, Paolo Gulisano ha pubblicato il suo ennesi- inoltre ha spiegato il suo amore per Lo Hobbit: “A mo libro dedicato al fantastico mondo di Tolkien: settantacinque anni esatti dalla sua uscita questo «La Mappa dello Hobbit» (Editrice Ancora), libro libro conserva intatto tutto il suo fascino. Tutto più “piantina”, realizzata dalla disegnatrice Elena quanto abbiamo conosciuto e amato nel Signore Vanin. degli Anelli non sarebbe stato possibile senza lo «Da tanti anni mi occupo di Tolkien – ha esor- Hobbit. Questa storia è molto più che un prequel dito Paolo Guliano – lo leggo e lo rileggo, ne scri- del Signore degli Anelli, come molti dei lettori- vo, ne parlo, ma soprattutto mi accorgo che l’ope- o spettatori- più recenti potrebbe credere. Non ra di Tolkien è una miniera inesauribile. Tolkien è è una storia- come molto spesso accade nel caso un maestro che non smette di insegnare, e il suo dei prequel, appunto- per spiegare a posteriori mondo continua ad essere per me un punto di gli antecedenti, i segreti, i misteri di un’opera.. Il riferimento, una casa accogliente dove rifugiar- racconto delle avventure di Bilbo Baggins e di al- si nelle traversie della vita. C’è ancora molto da tri personaggi ormai familiari ai lettori della saga dire, da scoprire, da sottolineare nelle sue pagine. dell’Anello, come Gandalf, Gollum, Elrond, nani Così ho pensato che sarebbe stato bello consegna- ed elfi, uscì dalla fantasia di Tolkien molto tem- re ai lettori, quelli che da anni frequentano i mon- po prima che le vicende della Guerra dell’Anello di creati dal nostro amato Tolkien come da quelli venissero immaginate. In realtà, il Signore degli 7 Anelli fu concepito come il seguito de Lo Hobbit, nella storia. Nel corso dei diversi anni di prepa- e per molto tempo, nella corrispondenza che in- razione del libro, tuttavia, il racconto si arricchì tercorreva tra Tolkien e l’editore, il libro in gesta- di elementi mitici, attinti dal bagaglio culturale zione veniva chiamato “il nuovo Hobbit”. L’ele- dell’autore che era docente di filologia ad Oxford. mento più originale della storia era proprio quella Occasione, l’incontro ad Hobbiton, anche per sen- strana creatura, lo Hobbit, che entrò decisamente tire raccontare da Gulisano la sua passione per il nel cuore di Tolkien. Anni dopo ebbe a dire di fantasy, nata nell’infanzia con Jules Verne, conti- se stesso di essere in tutto e per tutto un Hobbit, nuata nell’adolescenza con le saghe cavalleresche fuorchè per la statura medioevali, cui si aggiunse, al liceo, la passione La nata per la cultura celtica e le certamente,nelle intenzio- leggende di Scozia e Irlan- ni dello scrittore, come una da, fino ad arrivare a Mary fiaba per bambini, narrata Stewart, Michael Ende, e con un tono colloquiale in soprattutto John Ronald cui il narratore si rivolge ai Tolkien, «un mondo in cui piccoli lettore invitandoli mi sono inoltrato per non ad avventurarsi loro stessi uscirne più». 8 storia era Le preghiere della Terra di Mezzo di Roberto Fontana - Edizioni Sogno A cura della Redazione Molto si è parlato e si è scritto su J.R.R. Tolkien, “l’autore del secolo”, come è stato definito Caldecott (Il fuoco segreto) iii e, in Italia, Paolo Gulisano (Tolkien, il mito e la grazia)iv. da Tom Shippey, o “il professore che amava i draghi”, come egli stesso amava definirsi. Per parlare, anche solo brevemente, della religiosità di Tolkien, non possiamo prescindere All’uscita di Il Signore degli Anelli in Gran Bre- dalla sua storia personale, specialmente durante tagna, pochi avrebbero scommesso sul successo l’adolescenza. John Ronald Reuel Tolkien nasce a di questo libro. Anzi, in una recensione apparsa Bloemfontein, in Sudafrica, il 3 gennaio 1892, da sul Times Literature Supplement del 1955, veniva Arthur Reuel Tolkien e Mabel Suffield, entram- assicurato che «questa non è un’opera che molti bi inglesi, originari di Birmingham. All’età di tre adulti leggeranno più di una volta fino alla fine»i; anni, nel 1895, per motivi di salute si trasferisce e anche, sull’Observer del 1961, che il libro «è for- con la madre e il fratello Hilary in Inghilterra, vi- tunatamente caduto nel dimenticatoio»ii. Fortu- cino a Birmingham. Il padre non poté raggiunger- natamente, diciamo invece noi, queste previsioni li perché afflitto da febbri reumatiche che lo por- si sono rivelate sbagliate, se è vero che oggi Il Si- teranno alla morte prima di potersi ricongiungere gnore degli Anelli è il libro più venduto al mondo alla famiglia. Le condizioni economiche della fa- dopo la Bibbia. miglia a questo punto non sono molto rosee, tanto che i Tolkien, inizialmente ospitati dalla famiglia In queste “Preghiere della Terra di Mezzo” non Suffield, devono ripetutamente traslocare in cer- ho però voluto soffermarmi sull’aspetto fantasy ca di una sistemazione decorosa ma non troppo delle opere di Tolkien: non è delle fatiche narrati- cara. ve dello scrittore che ho inteso parlare. C’è invece una caratteristica personale di Tolkien, che emer- I primi insegnamenti che Ronald (così veniva ge da una attenta analisi delle opere e del pen- chiamato in famiglia) e Hilary ricevettero furono siero del nostro, ma che il lettore occasionale, e quelli della loro madre, che li istruì nel leggere e ancor più coloro che si sono accostate alla produ- nello scrivere, anzi il “bello scrivere”, ché Mabel zione tolkieniana solo attraverso il cinema, pos- era particolarmente dotata nella calligrafia. Le le- sono aver tralasciato. Parlo infatti della religiosità zioni di francese erano meno gradite a Ronald di di Tolkien, sapientemente messa in luce da vari quelle di greco e latino; del tutto negato era per la autori e saggisti: citiamo qui, fra gli altri, Stratford musica, mentre particolare interesse mostrava per 9 il suono e il significato delle parole. Ma ciò che regolarmente la scuola. Ma l’influenza di Mabel Ronald prediligeva erano le lezioni di disegno, non si limitò al campo dell’istruzione: nel 1900 che Mabel impartiva ai figli all’aria aperta, nei la donna si convertì al cattolicesimo, e a questa prati e nella campagna vicino alla loro abitazione religione incominciò ad accostare anche i suoi di Sarehole, cimentandoli nella riproduzione di figli. Iniziò a frequentare l’Oratorio di Birming- fiori e piante, di cui insegnava loro anche nomi e ham, sotto la guida spirituale del parroco, padre proprietà. Tolkien divenne presto anche un lettore Francis Xavier Morgan. Presto, la calda simpatia dai gusti molto personali: trovò poco interessanti di quest’uomo, unita all’infinita capacità di amare sia L’isola del tesoro che il Pifferaio magico, men- che racchiudeva, lo rese un amico prezioso e in- tre amava le storie sui pellerossa e i racconti del sostituibile per la famiglia Tolkien. Infatti, con la ciclo arturiano; il suo preferito era però The Red conversione alla Chiesa di Roma, immediata cad- Fairy Book e altre raccolte di Andrew: in esse Ro- de su Mabel la scomunica dei Suffield e ancor più nald lesse per la prima volta le storie del lontano dei Tolkien, ardenti battisti, e con ciò ebbe anche Nord, di Sigurd e di Fafnir e dei Volsunghi. termine un piccolo sussidio che Mabel riceveva dal cognato. Le condizioni economiche della fa- È stupefacente notare come tutti i soggetti e gli miglia andarono sempre peggiorando, tanto che argomenti che tanta parte avranno nella successi- Ronald era costretto a fare a piedi tutto il tragitto va esistenza di Tolkien, abbiano avuto la loro ori- di sei chilometri da Sarehole alla King Edward’s gine in questo primo periodo della sua vita: l’amo- School, nel centro di Bimingham; per fortuna la re per l’epica, specialmente nordica; quello per il retta della scuola era pagata da uno zio da parte disegno, che lo vide particolarmente versato nella paterna. riproduzione di soggetti naturali; l’interesse per la botanica; e le sue maggiori passioni, quella per le All’inizio del 1904 i ragazzi furono parecchio lingue, in particolar modo la fonetica e la filologia, ammalati. Gli strapazzi sia emotivi che fisici cui e per la calligrafia, che lo porteranno all’invenzio- Mabel si era sottoposta negli ultimi anni, inizia- ne di linguaggi e alfabeti per il suo mondo fanta- rono a minare la sua salute: nel mese di aprile fu stico. È a questo periodo che risale la sua prima ricoverata in ospedale, dove le diagnosticarono il esperienza narrativa, guarda caso un racconto che diabete. Le sue condizioni, che inizialmente sem- parlava di “un verde grande drago”. brarono migliorare, peggiorarono drasticamente in autunno, finché nel novembre 1904 ebbe un È anche intuibile il profondo affetto che legava collasso e dopo pochi giorni morì. i piccoli Tolkien alla madre, intensificato non solo dalla loro condizione di orfani, ma anche dalla La morte della madre segnò profondamente il comunanza di interessi e dalla costante presenza giovane Ronald, anche perché direttamente col- materna nella loro vita, e tale legame non diminuì legata nella mente del ragazzino, e non a torto, nemmeno quando Ronald iniziò a frequentare con l’ostracismo della famiglia e della società in 10 seguito alla sua conversione al cattolicesimo, che fu concesso il ritorno in patria. Nel 1917 nacque il egli considererà un vero e proprio atto di eroi- suo primo figlio John e Tolkien collaborò per due smo. Scrive infatti: «La mia cara madre è stata anni alla stesura dell’Oxford English Dictionary. veramente una martire; non a tutti Dio concede Finita la guerra proseguì gli studi all’Exeter Col- di percorrere una strada così facile, per arrivare lege, conseguendo nel 1919 il titolo di Master of ai suoi grandi doni, come ha concesso a Hilary Arts. e a me, dandoci una madre che si uccise con la fatica e le preoccupazioni per assicurarsi che noi Nel 1921 diventò docente di Lettere all’univer- crescessimo nella fede»v. Da questo momento, la sità di Leeds. Fu soprattutto in questo periodo, tra fede cattolica di Tolkien, già di per sé salda, verrà il 1920 e il 1930 che la sua fervida immaginazione ancor più rafforzata dal continuo ricordo di sua produsse i risultati più eclatanti. Continuò a scri- madre. vere e a perfezionare i suoi “racconti perduti” e il suo linguaggio inventato, già iniziati prima di Ronald venne affidato, assieme al fratello, a arruolarsi; nel frattempo, le leggende e le mito- padre Francis Xavier Morgan; sotto la sua atten- logie del suo mondo si intersecavano, e a volte si ta guida il giovane Ronald iniziò gli studi dimo- fondevano, con le storie inventate per i suoi figli. strando ben presto capacità linguistiche notevo- Finché, in una calda giornata estiva alla fine de- li: divenne competente in molte lingue tra cui gli anni venti, su un foglio bianco scrisse: «In un il gotico e l’antico finnico. Importanti in questi buco nel terreno viveva uno hobbit». Era l’inizio anni sono anche le sue esperienze nelle associa- di quella che diverrà la saga fantasy più nota al zioni studentesche Società del Dibattito e TCBS. mondo. Nel 1937 l’opera venne pubblicata con il Proprio in questi anni iniziò a lavorare ad un lin- titolo Lo Hobbit. Il libro riscosse grande successo guaggio da lui inventato. A diciotto anni si inna- tanto che Tolkien, su richiesta dell’editore, mise morò di Edith Bratt, ma il suo tutore gli impedì di mano a tutto il materiale, scritto e non, che aveva vederla e di scriverle fino ai ventun anni. Tolkien prodotto fino ad allora sulla sua Terra di Mezzo. così si immerse anima e corpo nello studio dei Attorno al nucleo originario di quest’opera l’au- classici, dell’antico inglese e delle lingue germa- tore sviluppò, nel decennio successivo, la sua niche, all’Exeter College, finché, nel 1913, riprese opera più importante e nota, la trilogia Il Signore i suoi contatti con Edith, che nel 1914 si convertì degli Anelli. Negli anni seguenti Tolkien lavorò a alla Chiesa di Roma. un’altra opera, Il Silmarillion (che si rifà ai Racconti Perduti già iniziati in età giovanile), che non Durante la Prima Guerra Mondiale si arruolò volontario nei Lancashire Fusiliers. Il 22 marzo riuscì però a concludere, e che venne pubblicata dopo la sua morte dal figlio Christopher. 1916 si sposò con Edith, e subito dopo partì per la trincea sul fronte occidentale, partecipando alla Ebbe quattro figli: John, Michael, Christopher Battaglia della Somme. In seguito si ammalò e gli e Priscilla. Morì il 2 settembre del 1973 a Bourne- 11 mouth, dove si era ritirato dopo la morte di Edith. za (Gollum che viene risparmiato dalla pietà di I due coniugi sono sepolti insieme nel cimitero di Bilbo, Gandalf e Frodo salverà, seppur involonta- Wolvercote, nei sobborghi di Oxford: come segno riamente, tutta la Terra di Mezzo), e della Grazia, dell’attaccamento alla propria opera chiese ai fi- che qui interviene tramite l’aiuto di Gandalf, un gli di fare scolpire sulla lapide i nomi di Lúthien e angelo, ma in scritti meno noti agisce anche come Beren, romantici protagonisti del Silmarillion. voce interiore che ricorda a tutti cosa è il Bene e cosa il Maleix. Altro tema fortemente cristiano è Pur non essendo un attivista, né uno scritto- quello della rinuncia e del sacrificio: l’Anello, il re politico, e pur non inserendo nei suoi racconti, più potente talismano esistente al mondo, deve a differenza dell’amico C.S. Lewis, espliciti rife- essere distrutto, non trovato! rìmenti religiosi, da tutta la sua opera traspare chiaramente la fervente fede cristiana e cattolica Tolkien, a tal proposito, afferma: «Il Signore che lo animava. Nelle sue lettere, egli scrisse che degli Anelli è fondamentalmente un’opera reli- Il Signore degli Anelli «non ha intenzioni allegori- giosa e cattolica; all’inizio non ne ero consapevo- che [...] o morali, religiose o politiche»vi; d’altron- le, lo sono diventato durante la correzione. Que- de, sembra non disprezzare il metodo simbolico sto spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, tipico delle parabole evangeliche, ossia il parlare praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la “re- di una verità utilizzando dei simboli: «Io preten- ligione”, oppure culti e pratiche, nel mio mondo derei se non pensassi che fosse presuntuoso da immaginario. Perché l’elemento religioso è radi- parte di una persona così mal istruita, di avere cato nella storia e nel simbolismo. Tuttavia detto come obiettivo quello di dimostrare la verità e così suona molto grossolano e più presuntuoso di incoraggiare i buoni principi morali in questo di quanto non sia in realtà. Perché a dir la verità nostro mondo, attraverso l’antico espediente di io consciamente ho programmato molto poco: e esemplificarli attraverso personificazioni diverse, dovrei essere sommamente grato per essere stato che alla fine tendono a farli capire»vii. Ed anche: allevato (da quando avevo otto anni) in una fede «[...] sono un cristiano (cosa che può anche es- che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel sere dedotta dalle mie storie), anzi un cattolico. poco che so»x. Quest’ultimo fatto forse non può essere dedotto dalle mie storie»viii. Ma è soprattutto da alcune lettere personali che possiamo comprendere la vera forza della Infatti, anche se non possiamo trovare specifici fede cattolica in Tolkien. Particolarmente rivela- elementi religiosi nelle sue opere, il lettore attento trice è una lettera del 1963 al figlio Michaelxi: «Ci non potrà non accorgersi di alcuni palesi concetti vuole un’incredibile dose di scetticismo – scrive cristiani. Senza voler condurre un’analisi estensi- – per non credere che Gesù non sia veramente va della sua produzione alla luce di questa carat- esistito, e ancor più per non credere alle cose che teristica, è evidente la presenza della Provviden- gli vengono attribuite»; ed anche «L’unico rime- 12 dio contro il vacillare e l’indebolirsi della fede è lerabili e anche piacevoli: è come un po’ di olio la Comunione. Benché sia sempre lo stesso, per- che entra negli ingranaggi della macchina». fetto e completo e inviolato, il Santo Sacramento non agisce completamente e una volta per tutte La reale risposta non può però prescindere in ognuno di noi. Come l’atto di Fede deve esse- dal fatto che lo stesso Tolkien ha profuso tempo re ripetuto e così accresce la sua efficacia. La fre- e attenzione nella trasposizione in Quenya, la lin- quenza garantisce il massimo effetto. Sette volte gua fra quelle da lui inventate più amata e curata, alla settimana è più efficace che sette volte dopo di ben sei preghiere, mostrando quanto questo lunghi intervalli». Oppure: «[…] nel mondo sem- argomento gli stesse a cuore, quasi a saldare un brano esserci molti dubbi […] su quale sia la vera connubio fra le sue più ardenti passioni, la reli- Chiesa, il tempio dello spirito morto ma vivo, cor- gione e la linguistica. Né va dimenticata una an- rotto ma santo, che si rigenera e rivive. Ma per me notazione rivelatrice dell’importanza per Tolkien quella Chiesa di cui il Papa è capo riconosciuto della preghiera, e che ci illumina anche sui motivi ha un merito maggiore, e cioè quello di aver sem- profondi che stavano dietro a questa operazione pre difeso il Santo Sacramento e di avergli sempre di versione fantasy da lui intrapresa. In una lette- reso onore e di averlo messo (come Cristo voleva) ra indirizzata al figlio Christopher, datata 8 Gen- al primo posto». naio 1944, egli scrive: «Se già non lo fai, prendi l’abitudine di pregare. Io prego molto (in latino): Tornando all’analisi della presente opera, qual- il Gloria Patri, il Gloria in Excelsis, il Laudate Do- cuno si potrebbe chiedere perché io abbia voluto minum; il Laudate Pueri Dominum (a cui sono incentrare il mio lavoro sulle preghiere, anzi tra- particolarmente affezionato) uno dei salmi dome- durle persino in elfico: operazione che potrebbe nicali; ed il Magnificat; anche la Litania di Loreto parere bizzarra, anche perché la lingua elfica è (con la preghiera Sub Tuum Praesidium). Se nel totalmente fittizia, inventata dal genio creatore cuore hai queste preghiere non avrai mai bisogno del nostro. A questa domanda rispondo a volte di altre parole di conforto… »xii. (quasi) per scherzo che sono molto pigro, e spesso mi dimentico il mio dovere di buon cristiano di Abbiamo detto che Tolkien ha tradotto in pregare sovente; ma che per analizzare e tradurre Quenya sei preghiere cristiane: il Padre nostro le preghiere da me scelte e scrivere questo libro (anche volto in Sindarin), l’Ave Maria, il Gloria ho letto e riletto tante volte le preghiere, non solo Patri, il Sub tuum presidium, le Litanie della Be- in italiano ma in parecchie altre lingue, non ulti- ata Vergine di Loreto (solo 11 strofe) e il Gloria in ma il Quenya, da avere adempiuto al mio dovere Excelsis Deoxiii. Alcuni inidizi, fra cui il tipo di di credente non solo al presente, ma persino per penna a sfera usata, la datazione di altro materia- qualche anno a venire, e anche con minor fatica! le rinvenuto assieme ad esse, la particolarità dei Viene in mente una citazione di Andrea Gaspari- termini utilizzati, della scrittura, delle desinenze no: «Con la gioia tutti i doveri diventano più tol- grammaticali, nonché la carta (sovente di recupe- 13 ro) utilizzata, hanno portato il figlio Christopher a Ma non mi sono limitato a svolgere un’azio- ipotizzare che esse siano databili attorno agli anni ne di divulgazione delle opere tolkieniane: forse 1950. un po’ presuntuosamente, ma sempre nell’ottica di grande rispetto e di ammirazione per la mol- Le traduzioni non sono uniche, ma constano di teplice creatività di J.R.R. Tolkien, il discepo- varie versioni, chiaramente succedentisi con va- lo ha provato a proseguire sulla strada indicata riazioni e correzioni fra una e l’altra. Nel mio libro dal maestro. A partire dalle Litanie di Loreto, ho ho esaminato solo le ultime versioni, che possono provveduto a completare la traduzione iniziata essere considerate definitive, anche se talvolta ri- da Tolkien, e in seguito l’operazione è continua- mangono alcuni dubbi interpretativi o indecisio- ta anche per altre tre importanti preghiere: Salve ni dello stesso Tolkien. Regina, Atto di dolore e L’analisi di ogni preghie- Anima Christi. Comple- ra è stata introdotta da al- tano il quadro due canti cune brevi note storiche, popolari della tradizione se riguar- cristiana, due carole na- danti il testo e l’autore, talizie molto diffuse e co- e commentate anche dal nosciute, Tu scendi dalle punto di vista religioso. stelle e Adeste Fideles. Ho fatto quindi seguire In questi ultimi due casi, l’analisi della traduzio- la particolarità che può ne in Quenya, cercando accrescere l’interesse del di essere meno tecnico lettore verso quest’opera e pedante possibile, con è che entrambe le versio- lo scopo di accostare il ni Quenya delle carole lettore alla favella elfica sono cantabili sulle loro per eccellenza inventa- melodie tradizionali, così ta da Tolkien, attraverso da costituire un vero e l’atto stesso di pregare in proprio esempio di can- questa lingua. È notevo- ti elfici per la nascita di le che alcune di queste Nostro Signore. disponibili, preghiere, segnatamente l’Ataremma (Padre Nostro) e l’Aia Maria (Ave Maria) siano state a volte utilizzate durante funzioni liturgiche. 14 La Compagnia della Cornamusa Fatata Un progetto didattico sulla via che conduce a Tolkien A cura di Nuada Ogni scrittore che crei un mondo secondario, una si sono cimentati nella scrittura di un racconto e fantasia, ogni sub-creatore, probabilmente desidera in hanno spalancato le porte della loro aula per tra- parte almeno essere un creatore effettivo, o almeno spe- sformarla in uno spazio reale totalmente invaso ra di attingere alla realtà: spera che l’essenza propria di dal fantastico e dalle creature che in esso vivono. questo mondo secondario (se non ogni suo particolare) La narrazione scritta è stata contemporaneamen- derivi dalla realtà oppure a essa confluisca. […] La ca- te individuale e corale, i singoli pezzi sono stati ratteristica peculiare della “gioia” in un riuscito lavoro ricuciti assieme dalle mani sapienti del docente di fantasia può essere designata quale un improvviso e rappresentati dalle tavole dell’illustratrice per balenare della realtà o verità sottesa. Non si tratta l’infanzia Cristina Zola. soltanto di “consolazione” per i mali di questo mon- Il prodotto finale di un percorso educativo, teso do, bensì di soddisfazione, di una risposta alla famosa a stimolare nei bambini la capacità di scrivere ma domanda: “è vero?” La risposta che ho dato ad essa anche quella di ascoltare e di cooperare, di condi- poc’anzi è stata (e con piena legittimità): “Se avete co- videre idee e valori è stato il libro “La compagnia struito bene il vostro piccolo mondo, sì. E’ vero in quel della cornamusa fatata”, edito da Bandecchi & Vi- mondo”. E questo è sufficiente per l’artista. – J.R.R. valdi e patrocinato dalla Società Tolkeniana Italia- Tolkien- na, da sempre impegnata a favorire esperienze di Un bambino scrittore è il sub-creatore per questo tipo, sostenerle e diffonderle. eccellenza. Per un bambino il fantastico può La storia narrata è quella di un rapimento che diventare reale, entrare nel suo mondo e tra- interrompe una notte di festa nella Foresta Incan- sformarlo; lo trasmigra e i confini tra il mondo tata e che porterà sette abitanti del Regno di Luce della fantasia e quelli della realtà divengono la- ad improvvisare un’eterogenea compagnia, che bili se non addirittura abbattuti.Allo stesso tem- avrà il compito di cercare e liberare la creatura po così come credeva Tolkien la scrittura può far rapita. emergere la vita nella sua autenticità e svelar- Il cammino sarà faticoso, costellato d’imprevi- ne l’essenza attraverso l’uso dell’immaginario sti e di prove.Tuttavia le forze del bene,minacciate I piccoli scrittori della scuola Primaria “De dalle forze del male e dell’oscurità,vedranno la Amicis” di Pontedera (Istituto Comprensivo vittoria finale grazie a un puro di cuore,che userà “A.Pacinotti”), accompagnati dalla loro inse- le sue armi più efficaci, quelle dell’umiltà e del gnante Elena Bergamaschi, per la durata di qua- coraggio. Il Regno delle Tenebre lascerà così lo si un anno scolastico, una volta alla settimana, spazio alla luce in un ritorno iniziale al bello e 15 all’armonia. L’immaginario e il mito daranno così ancora una volta una sorprendente risposta al reale e alla vita stessa. Il libro “La compagnia della cornamusa fatata” è stato presentato il 29 settembre 2012, durante la bambini i veri protagonisti del processo educativo e come tali più competenti, interpreti sicuri e decisi delle loro stesse esperienze creative. L’esperienza didattica con Tolkien prosegue anche in questo anno scolastico, presso l’Istituto Comprensivo “A. Pacinotti” di Pontedera. “Hobbiton XIX” al castello Castello Savelli di Pa- I bambini di tre anni della Scuola dell’Infanzia lombara Sabina, dall’insegnante Bergamaschi, da di Via Diaz, guidati dalla Insegnanti Edvige Gal- alcuni dei piccoli scrittori della oramai ex classe luzzi e Michela Orsini, sono i fautori di un nuovo quinta. Sono intervenuti alla presentazione Ivan progetto didattico grafico-sensoriale incentrato su Sgandurra e Paolo Gori, vicepreside dell’Istituto “Le lettere di Babbo Natale” di Tolkien. Il lavoro li A. Pacinotti di Pontedera a cui appartiene la scuo- ha impegnati per l’intero periodo Natalizio. la “De Amicis”, che ha portato i saluti della Dirigente Scolastica Prof.sa Floridiana D’Angelo. Le insegnanti sono state capaci di ripercorrere con i bambini l’esperienza che lo stesso Tolkien Era presente anche una delegazione di Ponte- ebbe con i figli John, Michael, Christopher, Pri- dera, con alunni, insegnanti, membri del Consi- scilla, fingendosi Babbo Natale che scriveva loro glio di Istituto, familiari e amici. buffissime lettere; un gioco continuato per oltre Una successiva presentazione si è svolta in No- trent’anni. Disegni, poesie, oggettistica, costumi vembre, durante il “Lucca Comics”, nel padiglio- e rappresentazioni hanno arricchito il lavoro dei ne “Lucca Junior”. bambini che è stato apprezzato da genitori stupiti Ancora una volta la Società Tolkieniana Italia- e meravigliati. na si è resa protagonista di un evento culturale Il libro “La Compagnia della Cornamusa Fata- significativo presso la più grande manifestazione ta”, edito dalla Casa Editrice “Bandecchi & Vival- italiana del fumetto, dell’animazione, dei giochi e di di Pontedera”, sarà disponibile presso i punti dell’immaginario fantastico. vendita STI durante le manifestazioni. Durante l’evento i giovani alunni Giulio Zucchelli e Simone Del Pivo con alcuni loro compagni, hanno letto alcuni brani del libro ed hanno annunciato ai presenti che stanno già pensando ad un secondo volume. I ragazzi sono stati pronti a rispondere con vero entusiasmo alle diverse domande che gli sono state rivolte dai presenti. Hanno saputo dare risposte precise e significative, a testimonianza del fatto che le esperienze educative scolastiche basate sul fare, oltre che sul pensare, rendono i 16 Nuada - Dal Diario di un giovane hobbit A cura di Merimas Caro padre Marmadas, ti avevo detto che saresti dovuto venire! Sicuramente non siamo ai fasti della festa di cui mi parlasti, quella di Bilbo Baggins, ma di sicuro lo spirito è rimasto invariato! Tre belle birre del decumano Sud e tutti a nanna. Il giorno dopo la festa è stata falcidiata da raffiche di vento che neanche a Collevento! I Mangioni, i Rohirrim e tutti gli altri hanno Il Gruppo degli Hobbit Mangioni, da anni in penato non poco per assicurare con corde tutti i giro per tutta la Contea, quest’anno si è fermato banchi, ma alla fine tutto è proceduto per il me- nel Decumano Sabino, per riunire tutti coloro che, glio. come noi, amano il cibo, il divertimento, la mu- Prima della terza colazione, sono passate a tro- sica e lo stare insieme senza troppi pensieri… in varci alcune famiglie di Hobbit: i Paoloni, i Berga- fondo draghi non ce ne son più! maschi, i Giansanti, i Fontana. Ci hanno mostrato Salito Colle Palombara, ho scoperto che la festa i loro libri, per certi versi simili, ma meno lunghi e si sarebbe tenuta non all’aperto, ma nell’ex fortez- più credibili, di quelli scritti da quegli strani Bag- za rohirrim dei Savelli, quella dove fu processato gins… l’ultimo sterminatore di Haradrim. Il luogo, ai confini della Contea, ha permesso la partecipazione di molti popoli a noi lontani. I Gulisani hanno provato a riscrivere una mappa delle nostre terre… una l’ho tenuta per tornare indietro. Al mio arrivo, diversi uomini di Rohan erano Poi sono arrivati quei soliti fanatici degli Elfi. già impegnati a dare spettacolo e a giocarsi a fil Altro che le ombre evanescenti nella foresta, di di spada quei pochi soldi che non avevano speso notte sfuggenti e diretti ai Porti Grigi… questi alla locanda… una volta tanto, vedere dei com- erano sì eruditi, ma sì eruditi, che la sera sfoga- battimenti senza il pensiero di poterci rimettere le vano le loro frustrazioni davanti a corni di birra e penne, è divertente! montagne di cibo. Ubriachi, avevano in continua- C’erano fabbri, falegnami, tagliatori di cuoio, sarti, contadini, osti e vinai. La prima sera, degli uomini mai visti prima, zione pizzicorii alle mani che gli impedivano di essere precisi nella scrittura… ma ciò alla lunga li ha resi molto più simpatici. vestiti di bianco e di nero, hanno mimato e rac- Certo, per lo stesso motivo alla fine non han- contato le storie di cui si vantano quei folli dei no- no potuto partecipare alla gara di tiro con l’arco stri amici… sembravano quasi credibili! organizzata da alcuni uomini di Gondor… ma in Poi spazio a delle belle figliole, le Nuvole Verdi, che con i loro flautini e strumenti a corda han- quelle condizioni avrebbero potuto infilzare qualcuno! no allietato la serata. 17 Poi sono arrivati alcuni saltimbanchi masche- sembravano fanatici guerrafondai, ma poi si sono rati… hanno provato a farsi passare per gli stre- sciolti insieme agli elfi e a tutti gli altri davanti ad goni, gli Hobbit e i cavalieri delle storie dei Bag- alcuni corni di birra! Ahahahaha! gins… abbiamo deciso comunque di farli entrare Poi il diluvio… manco fosse Saruman! alla festa… infondo cibo ce n’era per tutti! Per fortuna le mura spesse della fortezza ci Il secondo giorno si è concluso come meglio hanno tenuto al sicuro e gli ampi saloni hanno non si poteva… prima altri musici, le Stelle del consentito che si potessero continuare le danze Mattino, hanno mostrato la loro abilità, poi tut- con musici provenienti dalla Contea ed altri spet- ti sui tavoli e nei prati della fortezza a ballare le tacoli di ogni tipo! nostre canzoni preferite… alcuni, provenienti da Quando leggerai questa mia, probabilmente Ys, sembravano veramente bravi, altri venivano sarò sulla via del ritorno… ti invito il prossimo letteralmente tenuti su dai litri di birra che si era- anno a seguirmi… i Mangioni non si fermano mai no scolati! e già stanno pensando all’edizione del prossimo L’ultimo giorno alcuni guerrieri hanno provato a spiegare come fu riforgiata Narsil. Anche loro 18 anno! Tuo Merimas La spada a doppio filo: unione del Maschile e del Femminile A cura di Rosaria Cozzolino e Daniele Bellucci Nell’arte della Spada Medievale come nella tutta la sua potenza, seppur per pochi attimi, al vita, è fondamentale conoscere e sperimentare cospetto dell’Unico Anello. Non è forse lo stesso l’equilibrio degli aspetti Femminili e Maschili in ruolo di Gandalf reso significativo dell’esistenza ogni “Buon Combattimento”; equilibrio manife- dell’oscuro Saruman? stato nella stessa forma della Spada, in cui due fili Galadriel è lo specchio in cui i due aspetti uma- uguali ma opposti si avvicinano fino a congiun- ni possono scoprire al coesistenza; essa è custode gersi ed unirsi nella punta. della luce che sostiene lo spirito del “Viaggio”, la Il Femminile e Maschile non come opposti, bensì stessa pura luce in cui Gandalf rinasce dopo aver complementari, ognuno funzio- attraversato l’ombra della mor- nale all’esistenza e alla crescita te. La sua voce silenziosa rassi- dell’altro: la forza del Femminile cura e accompagna. è nella fluidità quanto quella Ma- La bellezza dell’armonia del schile nella linearità dell’agire di- Maschile e del Femminile trova rezionato. Nell’Arte della Spada infine al sua massima espres- solo quando questi due aspetti sione nell’incontro tra Eowin sono in armonia tra loro l’azione e Faramir. Eowin cura, nutre e è precisa, potente e completa. protegge ma allo stesso tempo Nel “Signore degli Anel- come il più coraggioso dei guer- li” questa armonia permette il rieri, decide di agire e combat- compimento della Missione: Ar- tere determinando le sorti del- wen, la Stella del Vespro, è per la battaglia. Faramir, valoroso Aragorn la luce interiore, la luce Capitano della Guardia Reale, è della speranza, la forza di crede- allo stesso tempo Uomo capace, re al proprio cuore; è la potenza con tenerezza, di proteggere cu- dell’amore che cura la paura e dissolve con la fede i fantasmi del passato per permettere ad un Uomo di divenire Re. Galadriel è pura luce e, seppur incorruttibile ed immortale, la sua sacra luce non può prescin- rare ed amare. La Via della Spada persegue questa armonia, perché quando il “doppio filo” della Spada si congiunge nella punta, con le braccia verso l’alto, si può penetrare il cielo. dere dall’esistenza dell’ombra che si palesa in 19 Una runa inaspettata a cura di Flavia Imperi “Tornato di fronte alla piccola porta rotonda, il particolare l’utilizzo delle rune per incanti e ma- Grigio Viandante vi incide uno strano segno per gie ci da l’occasione per scoprire i molteplici livel- poi sparire chissà dove. Quando cala la notte, il li di lettura della storia. segno si illumina come per magia sotto ai raggi Un magico percorso lunari ed indica la via ai tredici nani che accom- Le ventiquattro rune del futhark costituiscono pagneranno lo hobbit in quella che si rivelerà sua non solo uno strumento di comunicazione uma- più grande avventura.” na, ma anche un magico e mistico sistema divi- Tutti abbiamo gustato questa scena all’inizio natorio e di comunicazione energetica. Oltre i del film “Lo Hobbit, un viaggio inaspettato”, ma significati immediati che possiamo trovare per forse non tutti sanno che il simbolo tracciato da ogni runa, esse nascondono una storia, un percor- Gandalf corrisponde alla runa fehu , arcaica let- so che contiene la narrazione della creazione dei tera dell’alfabeto runico della tradizione nordica. Nove Mondi di Yggdrasil, l’Albero della Vita della Attingere sapientemente alle antiche conoscen- tradizione nordica, e di tutti i suoi misteri. ze per creare un nuovo immaginario dal sapore La runa di Gandalf mitologico è stato uno dei più grandi doni che il Molti si sono interrogati sul perché fehu, “la professor Tolkien ci ha lasciato, riportando a nuo- runa di Gandalf”, che esso stesso utilizza come suo va vita simboli, personaggi e miti che un tempo sigillo personale, sia stata scelta da esso. Questo abitavano il mondo dei nostri antenati europei e perchè nel futhark, l’iniziale runica del suo nome che fanno parte del nostro bagaglio culturale. In corrisponderebbe alla runa gebo 20 e non a fehu. A questo dubbio esistono due spiegazioni: la lum e consigliando ai protagonisti con equanimi- prima è che a partire dalle rune, Tolkien elaborò un tà, e forse nessuna runa poteva incarnare meglio sistema chiamato Cirth, ed è proprio dall’Argenthas, la sua essenza. l’alfabeto da lui composto e descritto nelle Appen- L’inizio del Viaggio dici alla fine del Signore degli Anelli, che scopriamo Infine fehu, prima runa del futhark, rappre- come fehu nell’immaginario tolkieniano si legga “g” senta anche e corrisponda quindi all’iniziale di Gandalf. passo in un viaggio di trasformazione e cono- Ma ad una seconda lettura, sul piano simbo- scenza. “l’inizio del cammino”, il primo Essa viene descritta come “l’energia lico, fehu rappresenta una saggezza non umana, che viene dall’alto”, la possibilità ancora indif- un contatto primordiale e naturale che ogni cre- ferenziata di una grande trasformazione, che atura ha con la fonte della creazione. E’ come se allo stesso tempo dà un segnale, permettendo ai Gandalf abbia scelto nella storia di fare appello nani di trovare l’hobbit e dare inizio all’avven- a forze più grandi, quella dimensione con cui lui tura, ma lascia anche al nostro piccolo grande stesso, in quanto Ishtari, mantiene un filo diretto eroe furtivo il margine della scelta personale. in tutta la saga. Come si evince nella storia, il più A Bilbo è difatti presentata una possibilità, un’oc- grande potere del Grigio Viandante è forse pro- casione imprevista, fuori dagli schemi quotidia- prio la saggezza, ovvero la sua capacità di man- ni e della “normalità” per qualcosa di grande tenere una visione superpartes degli eventi, che e straordinario. Fehu è in questo senso l’inizio gli permette di volta in volta di valutare gli eventi del’”Viaggio dell’Eroe” e contiene in sé la possibi- in relazione ad un più grande disegno, così come lità di grande ricchezze, il tesoro del drago al di farà suggerendo a Frodo di lasciare andare Gol- là di tutte le prove che dovranno essere superate. 21 CONCORSO COSPLAY HOBBITON 2012 Una foto vale più di mille parole La Società Tolkieniana Italiana ringrazia tutti coloro che con passione ci hanno aiutato a realizzare questo magnifico momento In ordine assolutamente e volutamente casuale (così come per le foto): SIMONE RUSSO ESTERLING RITA ELFA NOLDOR GAIA TRUONO GALADRIEL FRANCESCA MARZOLA DERNHELM LUANA FIDANI EOWYN DI ROHAN (vincitore costume femminile) GIORGIA ARWEN WEDDING MARIA CHIARA LYNNELDAIR ELFA NOLDOR (vincitrice miglior interpretazione) FRANCESCO: CAVALIERE DI ROHAN (vincitore costume maschile) MATILDE CARANNAR ELFA NOLDO (vincitore accessorio) GIULIA ELFO FRANCO GRUCIANI SUDRONE GRUPPO: DAVIDE ERRIGO HOBBIT VERONICA ERRIGO ARWEN LUCIA BERNINI ELFO MAURO ERRIGO HOBBIT GIORGIA SORIGHETTI HOBBIT LAURA e GIAMPIERO RAMINGHI DELL’ITHILIEN (vincitori miglior gruppo) MARINA, LAVINIA, LETIZIA e SILVIA nei panni di VARDA YAVANNA ESTE E VANA. 22 23 24 25 Ritratto di una amica speciale ... e chi lo dice che per essere amici della S.T.I. bisogna aver letto i libri di Tolkien? A cura di Francesca Volpi Conosco Genni da tanti anni, da quando con attività completamente differenti, fare la musici- Paolo ci siamo arrampicati sulle colline sopra sta e la tessitrice; da quando ne sono uscita sono Lucca per cercare una casa che ci ospitasse duran- di tutt’altro parere. Perché la melodia scaturisce te il periodo di Lucca Comics. Ci siamo presentati da ogni cosa creata con il cuore; ed è proprio con dicendo che cercavamo una sistemazione ma non il cuore che Genni compone al telaio. Mi fa notare avevamo a disposizione finanze adeguate; la sua che, in fondo, un’arpa e un telaio non sono troppo risposta è stata “ditemi voi quanto potete darmi”. diversi a livello strutturale “forse ho incontrato E da lì è nata la mia grande simpatia per Genni. l’arpa per arrivare al telaio, è questo il mio vero Simpatia trasformata in ammirazione quando ho destino” mi dice. saputo della sua attività di musicista, diventa- Non segue uno schema fisso, parte con un’idea ta pura stima dopo il nostro incontro di venerdì “un po’ come la base per la musica” che si com- scorso. pie sempre con una sorpresa, perché non sa mai Genni Tommasi, conosciuta a livello europeo quale sarà il risultato del suo lavoro. E a lavoro come pioniera dell’arpa jazz, ha da poco aperto finito scopre che una parte di lei, che sembrava un negozio dal nome inequivocabile: “Antiche nascosta e dimenticata, come per magia è tornata tessiture lucchesi”. Vengono venduti stole, sciar- attuale, si è ricomposta attraverso i fili intrecciati pe, vestiti e accessori creati dalla stessa Genni e da del suo tessuto. Ogni lavoro è un viaggio interio- un gruppo di donne, tessuti su antichi telai perfet- re, che forma cambia e fa pensare, e in ogni cosa tamente funzionanti. Il negozio ha i mattoni rossi esposta c’è una parte di lei che in questo modo a vista, se non fosse per la musica nell’aria sem- raggiunge le case degli amanti delle cose belle di brerebbe di stare in un’antica bottega di artigiani tutto il mondo. Mi dice che ha raggiunto una sod- tessitori. Un consiglio spassionato, la prossima disfazione che neanche la musica riusciva a darle, volta che passate per Lucca andate a trovarla; il una pienezza che appaga in modo totale. E tra- negozio si trova in via dell’anfiteatro n. 85 (www. spare il messaggio che Genni ci porge in ogni sua antichetessiturelucchesi.it). creatura: l’amore, in questo caso attraverso il la- L’ho trovata intenta a lavorare al suo telaio. voro, riesce a migliorare noi stessi e le nostre vite, Le sue composizioni musicali, ora, non le scrive e ci aiuta a superare i momenti difficili e a vivere sul pentagramma, ma nell’intreccio dei suoi filati. serenamente. Giorno per giorno, filo per filo. Sono entrata nel negozio pensando che sono due 26 27 Giochi di ruolo: passione o stile di vita? – 2ª parte – A cura di Andrea Taverna Cari Amici di Terra di Mezzo eccoci con il no- quante volte vi siete immaginati nei panni di un stro nuovo appuntamento della rubrica sui giochi personaggio di un romanzo “Se fossi stato in lui di ruolo, rubrica che come avete potuto notare avrei agito in maniera differente”. Ed ecco che a que- sarà un punto fisso della nuova Terra di Mezzo e sto punto si inseriscono i Giochi di Ruolo (GdR), vedrà alternarsi diversi relatori, che da anni “gio- il cui scopo non è quello di far vivere in prima cano” e seguono questo affascinante mondo. persona le varie avventure ad un gruppo di gio- Nella prima parte abbiamo avuto il piacere catori che dovranno sopravvivere alle trappole ed di conoscere il “Geko” grande autorità del sot- agli agguati architettati dal Game Master (GM)del tore giochi di ruolo che ci ha fornito un esausti- gioco, ma vivere le stesse sensazioni (almeno con vo escursus su questo affascinante modo visto e l’immaginazione) che si proverebbero a vivere re- interpretato da diversi punti di vista, io il buon almente quelle situazioni. “Ranius” Andrea Taverna invece vorrei entrare Il Master, che non si limita solo ad arbitrare, più nello specifico, iniziando ad analizzare me- ma agisce direttamente cooperando ed interpre- glio il mondo creato dal nostro autore del cuore il tando lui stesso un ruolo, non è l’antagonista cat- grande Professore JRR Tolkien, e far comprende- tivo dei giocatori, ma il narratore ed artefici di re come è stato possibile estrapolare le sue idee e una storia. permettere di “giocarle”. La vita dell’opera di Tolkien non è stata facile Ogni giocatore crea e sviluppa un personag- prima di essere apprezzata, parliamo della prima gio con l’ausilio delle regole e con l’aiuto del GM, uscita del 1955, dovette attendere fino al 1965 pri- Ogni personaggio giocante cosi creato è caratte- ma di essere riconosciuta, ma a quel punto diven- rizzato da una serie di caratteristiche e abilità. Tali ne immediatamente un Cult, con un esplosione di punteggi dipendono dal modo in cui il giocatore appassionati in tutto il mondo, ma perché, perché ha intenzione di sviluppare il proprio personag- dopo 20 dalla scomparsa del Professore il suo li- gio (Guerriero, mago, ecc.) , e quantificano la pro- bro sembra sempre più attuale, semplicemente babilità di eseguire correttamente le varie azioni perché negli scritti di Tolkien possiamo ritrovare di gioco. valori ormai persi e dimenticati, senso del mistero, esaltazione dell’eroismo e dell’avventura. Oltre a questo entrano in gioco le caratteristiche tipiche di ogni razza, e già nella terra di mezzo Ma a volte, vivere queste avventure, in ter- ne conosciamo molte, Hobbit, nani elfi, uomini di za persona, può essere non del tutto appagante: diverso lignaggio, orchi troll e molti altri. Ognu- 28 no di queste razze gode di particolari peculiarità, la parete, il mio PG ha quindi superato una pro- tradotte nel gioco di ruolo da una certa predispo- va e guadagna dei punti che raggiunti una certa sizione nel fare determinate attività o abilità (es. soglia mi consentiranno di ottenere alti punti da un nano sarà più portato nell’utilizzo di una arma distribuire nelle mie caratteristiche ed abilità e di- a due mani come una grossa ascia, grazie alla sua venire sempre più… forte…. forza fisica, cosa che difficilmente potrà fare un elfo, che a differenza del nano godrà di un agilità e velocità unica ecc…) Il livello e la traduzione della saggezza piuttosto che della forza raggiunta dal vostro PG. Sotto vi è la scheda dedicata alla caratteristiche primarie che vengono determinate da un tiro di Qui di seguito vi proporrò un esempio di sche- dadi, come potete cedere vi è una colonna “Razza” da per giocatore, in modo da rendere più chiara questa determina una serie di punteggi che age- la descrizione delle varie abilità e caratteristiche volano o penalizzano la varie razze, riprendendo , noterete degli spazzi vuoti, sono stati lasciati di l’esempio di prima dell’elfo e del nano, il nano proposito per consentire al giocare di inserire ciò avrà certamente un bonus in forza e costituzione che ritiene più opportuno, e personalizzare cosi la a sottolineare la sua forza e resistenza, mentre un propria scheda. elfo sarà a vantaggiato nell’agilità e prontezza a Iniziamo con il nome del proprio personaggio, sottolinearne la velocità e scaltrezza. anche se di fantasia sarebbe opportuno attenersi a Poi abbiamo la più grande scheda dedicata ai quanto descritto da Tolkien e rendere i nomi dei gradi di abilità, zona che viene dedicata alla scelta propri PG coerenti con la propria razza (difficil- delle abilità del proprio PG che lo diversificheran- mente un nano potrà chiamarsi Glorinferd, piut- no dagli altri personaggi del gruppo tosto che Thorin….) Nella stessa casella ci sono i In fine la zona dedicata a gli incantesimi, ora dati fisici propri della razza che avete scelto ma sappiamo tutti bene che negli scritti del nostro che potete scegliere in un range ben descritto e Professore non è mai stata utilizzata la magia in peculiare del personaggio scelto. modo esplicito e chiaro, a sempre permeato il Nella casella Punti esperienza vanno riportati i modo della Terra di Mezzo ma celata, confusa punti che servono al vostro PG per progredire di quasi con gli eventi atmosferici, e per quanto che livello, qui merita spendere due parole in più per un buon giocare dovrà essere attento a non dar vi- rendere più chiaro il concetto. Per determinare il sta a incantesimi di alta difficoltà, in pubblico ma progredire del vostro PG, progredire in senso di mantenere la più grande discrezione nell’utilizza- esperienza, conoscenza e consapevolezza, vengo- re al magia… L’occhio non dorme mai…..!!!!! no forniti dei punteggi per ogni azione che viene Nella prossima parte inizieremo ad analizzare svolta (es. Devo scalare una parete rocciosa, effet- le peculiarità di ogni razza della Terra di mezzo, tuo il tiro con i miei dadi e lo sommo alla mia ca- con un esempio pratico di partita! ratteristica di arrampicarsi, il risultato sottratta la Restate con NOI!!! difficoltà decisa dal GM mi consente di superare 29 ��������������� ������� � �� ��������������������������������������� ���������������������������������� � � � � ������ ��� � � � � � � � �� ��������������������������������� ��� � �� ����� � ����������������������������������� ���������������������������������������������� ��� � � � � � �� � � ������������������������������ ��������������������������������������� ��������������� ��� ������ ������� ����� ������ � ���� � �� ������ ������ ������ ������ � ��!"#"�$ �! ������ ������ ������ ������ � �����"�% "��� �� ������ ������ ������ ������ � �"���##"!�� � "� ������ ������ ������ ������ � �"��%" "��� "� ������ ������ ������ ������ � ������� � �� ������ ������ ������ ������ � �������� �� ������ && && && ��'������ � � ��������������������������������� ������������������������������������������ ���������������� ������� ������������������� �� �������� ��� �� ����� ��������� �������� ������� � �!"��� � �!"��� ������ �!����� ������ ������ ������ + �����** �!����� ������ ������ ������ �-. �����** �!����� ������ ������ ������ �0+ �����** ������� ������ ������ ������ �1. �����** ������� ������ ������ ������ �2+ �����** #���#�������#������ ����$%�������$�� ������ � �� ��( ( ( ( ( ( ( ( ( ) )) (* � � � � � �$�"�������� � ������ �� � ( ( ( ( ( ( ( ) ( ( ) (� , � � � � �$�"���"%������� � ������ �� ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( / � �������"�#���"� � ������ �� � ( ( ( ( ( ( ( ( ( )!� /� ���������"��"����� � ������ �� ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( )) �����������������#� ���"��������"������#�%� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ �����3� ���"���%�$%��%�"�����#�%� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ �����3� 30 ������������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� ����������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� �������������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� ������������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� ������������ �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� ��������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� ������������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ����� ������ ��� ��� ������ ������ ������� ���������������� ����������� ��!"�� �������������������� ��� ��� ��� ��������������#������������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� �������������������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ������������������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ������������ �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� "��� ������������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ������������������� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� %����#���� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ��������#��!����� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ �� ������� �������������������� ��� ��� ��� ������� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ������� ��������&������ ��� ������� ��� ������ ������ ������ ������� ���� � � ���� ��������������#� ��� ������ ��� ������ ������ ������ ������� �� �!� " ��� ���������!����� ��� ������ ��� ������ ������ ������ ������� ���������$����� ��� ������� ��� ������ ������ ������ ������� ����������������� ��� ������� ��� ������ ������ ������ ������� �������������� � �"�����������$���� ����� ����� ��� � �� ������������������ ��� �� ����#���� � ���������������$�����%����� �������&&��' ( )* + , �* � ( � �%��������-�!� �������������� ��'��������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� %�������������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� �������� �� �� ����� ������ ������ ������ ������ ������ ������ ������� ����� ���� �� �� ����� ������ ������� ������ ������ ������ ������ ������� �������������������������� �� �� ����� ������ �������� ������ ������ ������ ������ ��������� �������������������������� �� �� ����� ������ �������� ������ ������ ������ ������ ��������� ����������������� � 31 COSA SONO LE LINGUE ELFICHE - 1ª parte A cura di Gianluca Comastri Cosa sono le lingue elfiche conclusione è altrettanto formidabile: “Una tale Per dare una prima idea di cosa si intenda per parola allora sarebbe esistita per lui, e la conosce- “lingue elfiche” è senz’altro il caso di rifarsi alle rebbe”. (LR:342) parole con cui le definisce lo stesso Christopher Tolkien. In una sua nota tratta dl volume The Questo significa che le lingue degli Elfi della Lost Road della History of Middle-earth, di cui al Terra di Mezzo non sono, come in opere di altri momento non esiste una traduzione italiana uf- autori, meri accostamenti di sillabe esotiche com- ficiale, si legge: “Quelle lingue furono concepite, binate per ottenere un puro e semplice effetto senz’altro, fin dalle primissime origini in un per- grafico e sonoro teso ad abbellire la narrazione di corso profondamente ‘storico’... Ogni elemento qualche episodio, bensì vere e proprie costruzio- nei linguaggi, ogni elemento in ciascuna parola, è ni che sin da principio procedevano di pari passo in principio storicamente ‘esplicabile’ - così sono con la storia dei popoli che le parlavano. Dunque, gli elementi nelle lingue che non sono ‘inventati’ - le lingue elfiche sono parte integrante (o, come di- e le successive fasi della loro intricata evoluzione cevamo sopra, in un certo senso predominante) furono la delizia del loro creatore... Egli immagi- dell’intera narrazione dell’epopea elfica. Questo nò le lingue non come ‘pure strutture’, senza un giustifica l’affermazione secondo cui il loro stu- ‘prima’ e ‘dopo’, bensì come un divenire, nel tem- dio permette una comprensione più profonda e po” (LR:341). Alla pagina seguente, poi, descrive piena delle opere, in senso generale: d’altro canto, con un frasario formidabile la strategia di suo pa- ciò consiglia di introdurre la trattazione nel det- dre come creatore di lingue: “Egli, dopotutto, non taglio di ciascuna lingua premettendo cenni della ‘inventò’ nuovi termini e nomi arbitrariamente: sua evoluzione nel tempo, sia nel contesto della in principio, li concepì entro la struttura storica, narrazione che per quanto riguarda le modifiche procedendo dalle ‘basi’ o radici primitive, ag- apportate da Tolkien nel sempiterno processo di giungendo suffissi o prefissi o formando combi- messa a punto degli apparati linguistici. Per cui, nazioni, decidendo (o, come avrebbe detto, ‘sco- analogamente a quanto riporta il sito Ardalam- vando’) quando il vocabolo entrò nel linguaggio, bion, prima di illustrare gli aspetti grammaticali e seguendolo attraverso le modifiche regolari nelle lessicali di Quenya e Sindarin ho ritenuto di dedi- forme cui sarebbe stato sottoposto, e osservando care alcune pagine ai cenni storici di ciascuna lin- le possibilità di influenze formali o semantiche gua, pagine che non sono strettamente necessarie da altri vocaboli nel corso della sua storia.” La all’apprendimento della lingua stessa ma che ne 32 mettono in luce quegli aspetti peculiari ed affasci- regola è invece che le esplosive sorde rimangono nanti che la legano alla razza elfica e alla relativa di solito invariate, così nella lingua Alto-elfica si cultura. ottengono le forme lempë (dalla radice LEPENforse attraverso le forme intermedie successive Per offrire un esempio del metodo seguito da *lepne e *lenpe?, ma ciò è oggetto di discussio- Tolkien e descritto pocanzi, prendiamo in consi- ni e studi più tecnici che non rientrano in questa derazione i numerali elfici e in partricolare le ra- sede, pertanto si fa menzione di questo caso solo dici primitive per le parole che indicano i numeri al fine di far notare a quale livello si spinse la ri- 1-10, oltre a quelle derivate da queste radici come cerca tolkieniana; conseguentemente, traspare an- appaiono in Quenya (precedute dalla Q nell’elen- che a quale livello può spingersi la ricerca degli co seguente) e Sindarin (contraddistinte dalla S): studiosi dei tempi nostri per afferrare pienamen- 1: MINI: Q minë, S min te l’evoluzione linguistica della Terra di Mezzo), 2: AT(AT): Q atta, S tad enquë (o meglio. enkwe) e nertë. In Quenya vi è 3: NEL(ED): Q neldë, S neledh però anche una regola per cui la i corta finale di- 4: KÁNAT: Q canta, S canad viene e alla fine delle parole, così abbiamo minë 5: LEPEN: Q lempë, S leben da MINI. Il Sindarin per contro fa cadere la vocale 6: ÉNEK: Q enquë, S eneg finale, per cui il risultato ultimo è min. Queste, 7: OTOS/OTOK: Q otso, S odog così come altre regole per le variazioni fonetiche, 8: TOL-OTH/OT: Q tolto, S toloth furono delineate in modo tale che i linguaggi che 9: NÉTER: Q nertë, S neder ne risultarono avevano il genere di “musicalità” 10: KAYAN/KAYAR: Q cainen, S caer che Tolkien cercava: l’uno prossimo alla fonologia Per dovere di completezza preciso che vi erano “finnica” o finlandese, precisamente il Quenya, anche radici per i numeri 11 e 12, poiché gli Elfi mentre l’altro, il Sindarin, suonava alla fine molto apparentemente usavano un sistema di conteggio simile al gallese. duodecimale fin quasi dal primo momento in cui Christopher Tolkien nota come suo padre prese vennero al mondo. Tuttavia le prime dieci sono in considerazione “la possibilità di influenze for- più che sufficienti per lo scopo prefisso: in esse mali o semantiche da altri vocaboli nel corso della si può osservare come Tolkien dapprima cambiò loro storia”. Cerchiamo di capire cosa intendesse: le radici originali secondo le regole da lui stesso i numerali, che abbiamo pocanzi menzionato, ci fissate, per poi inserire quelle forme nel compu- forniscono un esempio lampante di tale concetto. to delle successive lingue elfiche. Una di tali re- Secondo le Etimologie (una raccolta di radici di gole, per proseguire nell’esempio citato, è che in base e delle corrispondenti parole che derivano Sindarin le consonanti sorde p, t, k divengono b, da ciascuna di esse nelle principali lingue elfiche, d, g sonore quando compaiono di seguito ad una redatta da Tolkien attorno alla metà degli anni vocale: così si ottiene leben dalla radice LEPEN, Trenta e reperibile nel già citato The Lost Road) il eneg da ÉNEK e neder da NÉTER. In Quenya, la termine Sindarin per “tre” era originariamente ne- 33 ledh come peraltro risulta nell’elenco precedente, “Quando si inventa un linguaggio, più o meno lo ma più tardi divenne neled poiché la sua pronun- si acchiappa nell’aria. Si dice boo-hoo e ciò signifi- zia fu influenzata da quella di canad “quattro”. ca qualcosa.” Naturalmente non era proprio que- Per capire il senso di questa affermazione, provia- sto che intendeva realmente dire; il concetto che mo ad immaginare un Elfo dei tempi antichi che intendeva realmente esprimere era tutt’altro. Egli conta: min, tad, neledh, canad... Poi un bel giorno, spiegò, stavolta con più attenzione alla formula- invece, egli dice di punto in bianco neled, canad... zione del concetto, d’aver ideato sì parole basate e da lì prende il via quella che poi diventa una su predilezioni personali, ma guidato dal pensie- “regola” generale utilizzata da tutti. Non è forse ro che fossero foneticamente adatte (Lettere:375). vero che questo processo sia straordinariamente Su quanto “personali” fossero tali associazioni si simile a quanto avviene ai nostri tempi, quando potrebbe discutere. Alcune parole Elfiche, in cer- nell’uso comune si diffonde un modo diverso di to qual modo, sembrano affatto adattarsi al loro pronunziare una data parola al punto che poi tutti significato: elen “stella”, menel “cielo”, vanya la usano istintivamente nella sua versione modi- “bello”, wen o wendë “principessa”, lótë “fio- ficata? re”, masta “pane”. Molti saranno probabilmente d’accordo su questo fatto, ma ovviamente si può Un argomento su cui non si riuscirà probabil- anche esserne in disaccordo: ad esempio, H. K. mente mai a fare piena chiarezza è stabilire fino a Fauskanger trova che MOR, la ben nota radice per che punto l’origine di nomi e parole sia arbitraria e “nero” e per tutte le parole che hanno a che fare da che punto comincino invece le influenze cultu- con oscurità e tenebra, evochi alla mente invece il rali delle lingue conosciute: per Tolkien come per “bruno” e che carnë, che significa “rosso”, “suo- tutti noi, vale l’asserto per cui ogni cosa che per- ni” invece come verde. Molti lettori italiani invece cepiamo giorno dopo giorno fissa piccole modifi- hanno messo in rilievo che, essendo la carne ros- che nel nostro patrimonio conoscitivo, figuriarsi sa o comunque rossastra, potesse esservi qualche quindi con quale intensità questo processo può correlazione in questo senso, ma naturalmente si avvenire in una fervida mente creativa pronta a tratta più che altro di speculazioni e impressioni cogliere ed elaborare ogni dettaglio. Ma per quan- proprie non necessariamente documentate. to Tolkien giocasse con variazioni di suoni e non solo, come anche “inventando” arbitrariamente Lo stesso Tolkien, peraltro, in certi casi spiegò nuovi nomi e termini, le parole così “inventate” le basi di alcune delle sue predilezioni. Un esem- dovevano comunque provenire da qualche par- pio per tutti: “L’elemento (n)dor ‘terra’, probabil- te. Si narra che quando Tolkien fu intervistato dal mente deve qualcosa a nomi come Labrador (un Daily Telegraph nel 1968, nel rileggere una versio- nome che potrebbe, quanto a stile e struttura, es- ne preliminare dell’intervista come da lui stesso sere Sindarin)” (Lettere:383-4). Chi ha letto con un richiesto prima che fosse mandata in stampa, egli minimo di attenzione Il Signore degli Anelli o il letteralmente inorridì nello scoprire di aver detto: Silmarillion si sarà presto reso conto che GON(O), 34 GOND(O) è la radice Elfica per parole come “roc- Thingol, come si apprende dal Silmarillion); ma cia, pietra” (in Gondor “terra rocciosa”, Gondolin Garm è uno dei nomi dei mostruosi Fenris-wolf, “musica delle pietre”): alla tenera età di otto anni, ossessione della mitologia norvegese. Non solo un giovanissimo John Ronald Reuel Tolkien les- il norvegese antico, ma anche le moderne lingue se un libro in cui si affermava che nulla è noto scandinave sembrano essere rappresentate da dei linguaggi delle tribù dei periodi preceltici e analoghi corrispondenti nel vocabolario elfico: il preromani, eccetto la possibilità che ond stesse Quenya varya “proteggere” è sospettosamente si- per “pietra”: facendo tesoro di questa rivelazione, mile al norvegese verge, verje; “freccia” è pil nella il piccolo linguista in erba ritenne questa parola favella scandinava e pilin in Quenya e, laddove il “adatta al suo significato”, la inserì nel suo ideale Quenya mat- e il Sindarin medi significano “man- archivio di lavoro e decenni dopo la adoperò nei giare”, il norvegese/svedese mat e il danese mad suoi linguaggi “fatti in casa” in cui troviamo per- significano “cibo”. Assodato che una delle prici- tanto il Sindarin gond o gonn e il Quenya ondo. pali influenze nei linguaggi di Tolkien fu quella (Lettere:410). Per inciso, il libro da cui Tolkien finnica, non deve meravigliare che Quendi come attinse il vocabolo ond alla fine fu identificato e nome degli Elfi abbia qualcosa a che fare con kve- menzionato nel numero 30 di Vinyar Tengwar, ner, un vecchio nome scandinavo delle popolazio- una pubblicazione statuninense specializzata in ni finlandesi. Ma non si creda che ad imprimere linguistica tolkieniana (vedere la sezione dei rife- segni indelebili nell’ispirazione linguistica tolkie- rimenti bibliografici per saperne di più): si trat- niana siano state solamente le lingue nordiche: se ta di Celtic Britain del Professor John Rhys, che è evidente l’origine ebraica di pé “bocca”, lá “no, secondo Carl F. Hostetter e Patrick Wynne, che non” è analoga ad un termine arabo e nér “uomo” per l’appunto sono i curatori di Vinyar Tengwar, deriva da ricostruzioni della lingua indoeuropea, “consiste di oltre 300 pagine fitte che non trala- laddove invece ken- “vedere” mostra inequivo- sciano alcuna discussione etimologica, alcun pas- cabile somglianza al cinese kan e roch “cavallo” saggio latino intradotto, alcuna parola greca non ha reminiscenze dal verbo ebraico râkháv “caval- traslitterata”. Questo è un assaggio delle letture care”. Se mai vi fosse qualche indizio che mostri predilette da Tolkien all’età di otto anni, tanto per “dall’interno”, per così dire, quanto le lingue di rendere l’idea dell’autore di cui stiamo parlando. Tolkien debbano alla fantasia creativa, quanto al legame con le “vere” lingue parlate in epoche Vi è un’ampia varietà di parole in lingue elfi- storiche e contemporanee e quanto invece siano che le quali mostrano candidamente l’impronta frutto di ricerca linguistica, dev’essere il fatto che delle fonti che le hanno, a vario titolo e in varie alcune di queste “prese a prestito” possono esse- maniere, ispirate. La radice ÑGAR(A)M “lupo” re rintracciate sui vocabolari in commercio. Ma fornisce, oltre al Quenya narmo e al Sindarin ga- Tolkien, in base a taluni scritti, ammette candida- raf, la parola garm in Doriathrin (una variante del mente che non tentò di evitare l’influenza delle Sindarin parlato nella Prima Era nel reame di re parole delle lingue parlate nel mondo primario. 35 Sebbene il suo scopo principale fosse quello di cre- stampati”, egli si prese un po’ di tempo per an- are linguaggi belli e ben congegnati per suo puro dare alla ricerca di un loro possibile significato diletto e sebbene si possa ritenere che non inten- - evidentemente “a ritroso”, in questo caso, cioè desse di certo burlarsi dei suoi lettori, lasciando partendo dalla conformazione della singola pa- intendere che le sue carte narrassero di idiomi re- rola per analizzare in quale modo sarebbe stata almente parlati in qualche “altrove” nello spazio plasmata nel sistema linguistico in uso e che che e nel tempo, l’espediente di prendere ispirazione significato avesse la radice da cui si originava. Ma da parole antiche rintracciabili nella storia delle per il nome di Eöl, un elfo scuro del Silmarillion, lingue mondiali sortisce un duplice effetto: da un anche tale procedimento si rivelò inapplicabile, al lato concede maggior agio all’opera della messa a punto che sempre in The War of the Jewels, poche punto di una lingua, in quanto per la mente è as- pagine dopo la citazione precedente, si trova an- sai più comodo abbandonarsi a schemi conosciuti che questa singolare conclusione: “ In realtà non piuttosto che lanciarsi in una minuziosa ricostru- è assolutamente necessario che i nomi abbiano si- zione da zero che addirittura inventi nuovi mec- gnificato”. canismi allo scopo di eliminare ogni traccia delle influenze storiche; dall’altro consente di rendere Ben presto Tolkien comprese che per sviluppa- il “gioco” dei ruoli assai più intrigante, prefigu- re compiutamente e coerentemente le lingue degli rando scenari in cui sia addirittura l’antica lingua Elfi in un modo simile, avrebbe dovuto ricorrere elfica la progenitrice delle lingue umane, in alcuni alla ricostruzione (o almeno all’abbozzo) di un vocaboli e termini delle quali resterebbero dun- linguaggio primitivo, un antenato comune a tutte que remote reminiscenze della favella primordia- le lingue così come vennero ad evolversi nelle fasi le trasmessa ai primi Uomini quando cammina- successive, che desse modo all’autore di estende- vano al fianco degli Immortali, in epoche ancora re la storia del linguaggi Elfici indefinitamente più remote delle più remote leggende classiche.. nel passato - in particolare, fino al momento in cui egli si figurò che la storia degli Elfi dovesse Nonostante però Tolkien insistesse sul fatto avere un inizio ben definito nel tempo e nello spa- che “tutti i nomi nel libro, e i linguaggi, sono ov- zio, rappresentato dal risveglio dei Quendi sulle viamente costruiti, e non a caso” (Lettere:219), vi rive di Cuiviénen - episodio narrato ancora una sono alcuni esempi di nomi che apparentemen- volta nelle pagine del Silmarillion. Tutte le forme te ebbero un’origine “casuale” o comunque non dell’Elfico dovevano pertanto discendere da quel così ponderata e integrata nel sistema di costru- primitivo idioma “Cuiviéneniano” che iniziava a zione sin qui tratteggiato. Una nota riprodotta formarsi già ai primissimi albori dell’epopea de- in The War of the Jewels suggerisce che Tolkien gli Elfi, grazie al loro innato dono di dar voce e non sapeva cosa significassero i nomi Amloth ed forma udibile ai pensieri che concepivano. Ecthelion quando li adoperò la prima volta, ma siccome essi “suonano gradevolmente e sono stati 36 (continua) I CAVALIERI ALLA CORTE DI KIEV – 1ª parte – A cura di Dario Giansanti Se le avventure di re Artù e dei cavalieri della città di Kiev era la madre di tutte le città russe. Tavola Rotonda sono universalmente conosciute, Allora regnava sulla Santa Rus’ il gran principe se quelle dei paladini al servizio di Carlo Magno Vladimir, detto «Piccolo Sole». La Rus’ era al si- rievocano piacevoli ricordi ariosteschi, il grande curo, a quel tempo, e nulla potevano i peceneghi pubblico ha poca o nessuna familiarità con il ciclo e i cumani e i tatari e tutti i feroci neri popoli del- dei cavalieri russi, a meno di non essere specializ- la steppa, e nemmeno i giganti e le streghe e le zati in filologia slava o di non essere incappati in creature pagane, perché il gran principe Vladimir qualche fortunato libro per ragazzi. Eppure si trat- si circondava di una schiera di valenti cavalieri, i ta di un materiale leggendario assai affascinante, bogatyri, i quali proteggevano validamente il ter- che mescola a tratti l’epica e la fiaba. Non sappia- ritorio e le frontiere da tutti i nemici. mo se queste storie fossero note a J.R.R Tolkien, I nomi dei bogatyri sono ricordati nelle stari- che pure era un esperto conoscitore del materiale ne: Čurila Plenkovič, Djuk Stepanovič, Suchman, mitico germanico, celtico e finnico: lasceremo a Mikhajlo Potyk, Samson Kolyvanovič, Godenko esperti e appassionati il piacere di indagare questo Bludovič, Vasilij Kasimirovič, Dunaj Ivanovič, ma nuovo mondo per individuare possibili relazioni la fama di tutti è superata dai tre che furono i più con il Signore degli Anelli. Da parte nostra, ripor- grandi e famosi: tiamo un sunto narrativo del «Ciclo Kievano», Il’ja Ivanovič della grande città di Murom. il più vasto e articolato dei vari cicli leggendari Dobrynja Nikitič della grande città di Rjazan’. russi. Il tempo è il Medioevo, l’epoca turbolenta e Alëša Popovič della grande città di Rostov. sanguinosa della Rus’ di Kiev. Protagonisti, sono E questa è la loro storia. i cavalieri al servizio del principe Vladimir, tutti protesi a difendere i confini della Santa Rus’ dai SVJATOGOR nemici interni ed esterni, proteggendo con valore Maestoso titano di un tempo antico, ai tempi e umanità il popolo russo e la sua anima. del gran principe Vladimir il vecchio Svjatogor si muoveva ancora per i confini della Santa Rus’, IL GRAN PRINCIPE DI KIEV nonostante la fede ortodossa fosse ormai giunta E I SUOI CAVALIERI dalla Grecia e gli antichi dèi pagani non avesse- Tanto tempo fa, o fratelli, prima che Mamaj ar- ro più il potere di un tempo. Relitto di un tempo rivasse dall’oriente per portare pianto e afflizione scomparso, Svjatogor guidava il suo cavallo per sull’umida terra di Rus’, la grande e splendente l’aperta ampia steppa. Così gigantesca era la sua 37 corporatura che era costretto addirittura cammi- dall’alba al tramonto, e avrebbe davvero avuto bi- nare sulle cime dei monti per evitare che la terra sogno di un paio di braccia in più che l’aiutassero sprofondasse sotto il suo stesso peso. nel suo lavoro, ma purtroppo il povero Il’ja non Ma nonostante il suo tempo fosse ormai tra- poteva aiutarlo, essendo nato paralitico. Non sa- scorso, Svjatogor ancora traboccava di orgoglio peva camminare, né disporre delle mani. Ed era per la propria potenza, che sentiva diffondersi per ben triste per i genitori assistere questo povero le membra e i tendini come argento vivo. — Se la ragazzo che trascorreva tutta la sua fanciullezza terra avesse un anello, — si vantava, — potrei ro- su un giaciglio all’interno dell’izba, intristito per vesciarla su un fianco! essere di peso alla sua famiglia, con il rimpianto Mentre così andava per l’aperta ampia steppa, di una intera vita di occasioni perdute. vide al suolo abbandonata la piccola bisaccia per- Il’ja aveva trent’anni, l’estate in cui tre vecchi duta da un pellegrino. La toccò con la punta della pellegrini bussarono alla sua porta e per tre volte lancia ma non gli riuscì a spostarla. Allora si chi- gli chiesero: — Àlzati, Il’ja, Il’ja Ivanovič. Dacci da nò dal cavallo per afferrarla, ma la bisaccia non si bere, che abbiamo sete. Dacci da bere a sazietà! staccò da terra. Non vi era nessuno in casa, i genitori di Il’ja era- — Molti anni ho viaggiato per il mondo ma no fuori a lavorare nei campi, e per tre volte rispose non ho mai trovato un simile portento — disse il giovane dal suo giaciglio: — Volentieri vi darei Svjatogor. — Una piccola bisaccia che non si muo- da bere, vi darei da bere fino a inebriarvi. Ma per ve dal posto dove si trova! trent’anni di lunga vita non seppi camminare sui Allora Svjatogor scese maestosamente da ca- miei piedi e non seppi disporre delle mani. vallo, si chinò e afferrò la bisaccia con entrambe E dissero allora i pellegrini: — Àlzati, Il’ja, Il’ja le mani e tirò con tutte le sue forze. La bisaccia si Ivanovič. Con i tuoi piedi tu sai camminare, delle sollevò fino all’altezza dei suoi ginocchi... ma fino tue mani tu sai disporre! ai ginocchi era sprofondato Svjatogor nella nera E circonfuso di una strana forza, Il’ja si alzò terra. Sul pallido viso del gigante non scorsero prodigiosamente sulle bianche gambe e levò gli lacrime, ma sangue. Lì Svjatogor s’incastrò, l’or- occhi verso l’icona. — Oh, gloria al Signore! Iddio goglioso titano dei tempi andati, e, dicono alcuni, mi ha concesso di camminare, ha infuso forza nel- dovette restarvi finché giunse la sua morte. le mie mani, il Signore! Ma altri narrano in altro modo la storia della sua fine, come poi vedremo. E corse nelle cantine e portò da bere ai pellegrini, i quali dissero: — E ora, o Il’ja, scendi di nuovo nelle cantine, porta su una coppa colma fino GUARIGIONE E PRIME IMPRESE DI IL’JA MUROMEC Il giovane Il’ja era nato a Karačarovo, un pic- all’orlo e bevi anche tu alla tua salute! Il’ja fece come gli era stato detto e bevve. E d’incanto sentì sorgere in sé una forza smisurata. colo villaggio presso la grande città di Murom. Il — Che cosa senti dentro di te, Il’ja? padre Ivan era un contadino che lavorava la terra — Sento una grande forza in tutte le membra. 38 Se sull’umida terra ci fosse un anellino, rovescerei IL BRIGANTE SOLOVEJ la terra sul fianco! Il’ja Muromec partì dal suo villaggio, diretto — Allora, o Il’ja, scendi ancora una volta nelle alla grande città di Kiev. Indossava un abito sem- cantine, porta su un’altra coppa colma fino all’or- plice e pratico, e aveva con sé una spada, una lo e bevi ancora! lancia, un arco e una clava pesante novanta pud. Il’ja ubbidì e dopo ch’ebbe bevuto una seconda Salutò i genitori e promise loro che durante il volta, constatò: — Ora la forza in me è calata fino viaggio non avrebbe sparso sangue: solo una vol- alla metà. ta giunto alla meta avrebbe sguainato la spada e Allora i vecchietti lo benedissero e lo saluta- mostrato il suo valore. rono con queste parole: — Vivi, Il’ja, per essere Ben deciso a giungere a Kiev nel volgere di un guerriero! In terra morte non t’è destinata, in lotta giorno, Il’ja partì al galoppo per le aperte ampie morte non t’è destinata! steppe. Ma giunto nei pressi della grande città di E subito Il’ja corse nei campi dai genitori, i qua- Černigov, si avvide che era assediata da un’orda li si stupirono molto nel vederlo arrivare sulle sue di tatari ben decisi a massacrare tutti gli abitanti gambe e lodarono Dio per il miracolo che aveva e a radere al suolo le chiese. Pregando Dio di li- compiuto. E Il’ja dimostrò loro la sua forza sradi- berarlo dal voto, Il’ja spronò il cavallo e calò sul- cando una quercia smisurata e gettandola di tra- le schiere pagane, sbaragliandole. Infilzò con la verso sul fiume Nepra. In questo modo Il’ja fece lancia, scagliò dardi, tirò frecce, tagliò con l’aspra un ponte per passare dall’altra parte del fiume e spada e tutti calpestò i tatari pagani. Allora si apri- comprese che l’aprire strade sarebbe stato sempre rono le porte di Černigov e gli abitanti della città e dovunque il suo destino. uscirono a fargli festa e gli proposero di divenire — Tu adesso padre, e anche tu madre, datemi la vostra benedizione. Io intendo partire per la loro voevod. Il’ja rifiutò, e si limitò a chiedere la strada per giungere a Kiev. grande città di Kiev, dal principe Vladimir, il pic- Rispose la gente di Černigov: — Da trent’anni colo sole, per mettere la mia forza al suo servizio. nessuno transita più per la strada per Kiev, or- — O figlio diletto — risposero i genitori. — mai bloccata da cespugli ed erbacce, poiché nei Parti dunque per la grande città di Kiev. Grande boschi di Brjansk, presso il fiume Smorodina, su forza ti ha dato Dio, ma tu vivi in grande umiltà e sette querce ha fatto il suo nido il brigante Solovej. tieni a freno il tuo fervido cuore. Appena trilla Solovej come un usignolo, tutte le E allora Il’ja condusse fuori di primo mattino il suo cavallo grigio. — Ora, mio Sivko, bianca cri- erbe dei prati s’intrecciano, gli alberi si sradicano e quanti sono nei pressi cadono morti a terra! niera, ruzzola un po’ nella rugiada del mattino, Bisognava prendere un’altra strada, più lunga affinché il pelo si ricambi. Da oggi galopperai nel- e tortuosa, ma Il’ja si era ripromesso di arrivare le aperte ampie steppe e servirai il prode Il’ja, Il’ja a Kiev in giornata. Così imboccò per i boschi di Ivanovič di Murom! Brjansk, facendosi strada attraverso l’intricata vegetazione. Arrivato al fiume Smorodinka, il bri- 39 gante Solovej si sporse dall’alto della sua quercia — Ti vuoi prendere gioco di me! — esclamò e gli lanciò un fischio lacerante, tanto che il bravo Vladimir. — Da trent’anni nessuno transita più cavallo Sivko si paralizzò dal terrore. per i boschi di Brjansk,. Presso il fiume Smorodin- Subito Il’ja trasse l’arco. — Parti fischiando, ka ha il suo nido il terribile brigante Solovej! dardo rovente, come lama affilata di coltello, col- — O gran principe, piccolo sole, Solovej il bri- pisci Solovej e fallo cadere dall’albero! — E scoccò gante è adesso nel tuo cortile, legato alla sella di la freccia. Colpì Solovej in un occhio e il brigante cuoio circasso del mio cavallo. piombò giù dall’albero. Allora Il’ja lo afferrò, lo Allora Vladimir e tutti i suoi boiari, increduli e legò al pomo della sella di cuoio circasso e riprese perplessi, si recarono in cortile, e qui trovarono il la via per Kiev. brigante Solovej legato alla sella di Sivko. Subito co- Ma non si avvide, Il’ja, di passare accanto al nido di Solovej, nel quale vivevano le tre figlie del minciarono a ridere ed a prenderlo in giro: — Trilla, adesso, Solovej, come un usignolo! Trilla, Solovej! brigante con i loro mariti. Non appena le figlie vi- Ma Solovej dichiarò, con la bocca incrostata di dero il padre legato alla sella di Il’ja, chiamarono i sangue, che avrebbe obbedito solamente a colui mariti perché intervenissero. Questi si affacciaro- che l’aveva catturato. Allora Il’ja gli diede da bere no dal nido e chiamarono Il’ja: — Vieni, robusto un secchio di vodka e gli ordinò di fischiare, ma bravo giovane, sii nostro ospite nel nido. Ti offri- solo a mezza forza, per non far danni. remo cibi prelibati e dolci bevande, e ti doneremo doni preziosi. Solovej pensò però che non aveva più niente da perdere e fischiò con quanto fiato aveva in Ma Il’ja Muromec non si fece ingannare. Non gola. Esplosero le finestre di cristallo del palaz- appena fu entrato nel nido, trasse la spada e fece zo, i cavalli scapparono, si sradicarono gli alberi e tutti quanti a pezzi. Poi, sempre col brigante lega- molte persone caddero morte a terra. Il gran prin- to alla sella, riprese il viaggio. Giunto che fu alle cipe Vladimir si salvò per miracolo. porte d’oro della grande città di Kiev, Il’ja entrò Allora Il’ja afferrò Solovej per i capelli e lo con- nel palazzo del gran principe e s’inchinò di fronte dusse nella steppa, dove gli mozzò il capo. Metà a tutti i nobili e i boiari e, ancora di più, di fronte del corpo lo diede in pasto ai lupi grigi, metà ai al gran principe Vladimir. corvi neri, e questa fu la fine del brigante. Vladimir lo accolse con garbo: — Da dove vieni, robusto bravo giovane? Chi è tuo padre, chi è IL’JA MUROMEC INCONTRA SVJATOGOR tua madre, qual è la tua stirpe? Divenuto bogatyr’ alla corte di Kiev, Il’ja di — O gran principe, piccolo sole, io provengo dal villaggio di Karačarovo, presso la grande città Murom si trovò a riflettere sulla predizione dei santi pellegrini che l’avevano guarito. di Murom. Sono Il’ja Ivanovič e sono giunto alla — Vivi, Il’ja, per essere guerriero! — gli ave- grande città di Kiev attraverso i boschi di Brjansk, vano detto. — In terra morte non t’è destinata, in per servirti in fede e verità, proteggere la Santa lotta morte non t’è destinata! Rus’ e difendere la chiesa ortodossa. 40 — Che specie di guerriero son io? — si doman- dava Il’ja. — In terra morte non m’è destinata, in Allora il gigante trasse di tasca Il’ja e lo esa- lotta morte non m’è destinata! Cavalcherò dunque minò, e finalmente si avvide che era un cavaliere. verso i monti e cercherò il più possente e più antico — Ah, dunque fosti tu che osasti colpirmi per tre dei bogatyri, il grande Svjatogor. Lui mi consentirà volte! Chi sei, buon valoroso prode? di mettere alla prova la mia forza con la sua e da lui saprò che cosa significa essere un vero bogatyr’. Così Il’ja lasciò Kiev e partì per i Monti Santi. E mentre vagava per quelle terre deserte, ecco che — Sono Il’ja Ivanovič della grande città di Murom — si presentò Il’ja. — Volevo far conoscenza con te e con te misurare la mia forza, o famoso Svjatogor. vide avanzare un cavallo gigantesco, in groppa al Svjatogor rise. — I tuoi colpi mi son parsi pun- quale si trovava un cavaliere che col pennacchio ture di zanzara. Buon per te che non ti ho colpito, dell’elmo sfiorava le nuvole. Era Svjatogor. Allora altrimenti ti avrei polverizzato gli ossicini. Ebbe- Il’ja spronò il bravo Sivko e prese la rincorsa. Bal- ne, prode Il’ja Muromec, sii il mio fratello minore. zò fino alla testa del gigante e gli vibrò un enorme Io sarò per te il maggiore. colpo della sua mazza ferrata. Ma Svjatogor nemmeno se ne accorse. — Cos’è successo alla mia forza prodigiosa? — si domandò Il’ja, perplesso. — Fino a qualche giorno fa abbattevo interi eserciti, e adesso... Il’ja accettò e i due bogatyri andarono insieme per molti e valli, scambiandosi i racconti delle loro imprese. Sarebbe molto lungo narrare le avventure che vissero insieme Svjatogor e Il’ja Muromec. Provò a vibrare un colpo ad una quercia e Dell’amata fanciulla che Svjatogor custodiva in quella andò in pezzi. Dunque aveva ancora la sua una teca di cristallo e di come Il’ja la sedusse, forza. Il’ja tornò all’attacco e picchiò un altra pos- del fabbro che batteva sull’incudine i destini del sente mazzata al capo di Svjatogor. Ma nemmeno mondo, del possente padre di Svjatogor e di come stavolta il gigante parve molto turbato. strinse tra le mani una clava arroventata creden- Il’ja tentò una terza volta e, facendo appel- do che fosse la mano di Il’ja. lo a tutte le sue forze, colpì Svjatogor sul petto. Un giorno, mentre i due compagni vagavano Questa volta il gigante oscillò leggermente, poi, sul monte Eleon, s’imbatterono in un immenso sar- muovendo la mano come se dovesse schiacciare cofago di pietra. Il’ja provò ad entrarvi, ma il sarco- una zanzara, afferrò Il’ja per i capelli e se lo ficcò fago era troppo lungo e troppo largo per lui. distrattamente in una tasca. Dopo non molta strada il cavallo di Svjatogor cominciò ad incespicare. Lo redarguì Svjatogor: — Che ti succede, possente destriero? Ti si piegano le zampette e inciampi? E il cavallo: — Mi si piegano, sì, le zampette e inciampo! Due bogatyri in groppa su di me, bravo cavallo, sono un pesante fardello! — Non è per te il sarcofago, è chiaro — disse Svjatogor. — Piuttosto sembra della mia misura. Fammi entrare e prova a chiudere il coperchio. Il’ja tentò di dissuaderlo ma il gigante non gli diede ascolto. Si distese nel sarcofago e Il’ja gli mise sopra il coperchio. Poi Svjatogor chiese di uscire. Il’ja fece per smuovere il coperchio, ma quello si era saldato 41 al sarcofago. Inutilmente Il’ja tentò di infrangerlo Dobrynja divenne grande, la fama della sua forza con la mazza: il coperchio resisteva ai suoi colpi superò le mura della città e si sparse intorno per più possenti. la nera umida terra di Rus’. — Prendi la mia spada — gli consigliò Svjatogor E venne un giorno a Rjazan’ il prode bogatyr’ dal sarcofago. — Con quella riuscirai a infrangere Il’ja Muromec, che aveva avuto notizia delle pro- questo sarcofago! dezze del piccolo Dobrynja ed era ben deciso a — Inutile — disse Il’ja. — Non riesco nemmeno a sollevarla da terra. — Allora avvicìnati a questa fessura — disse Svjatogor. — Ti aliterò la mia forza, così potrai sollevare la mia spada. sperimentarne la forza. Non entrò dalle porte della città ma balzò direttamente oltre il muro di cinta. Poi vide alcuni bambini giocare e chiese loro dove abitasse il piccolo Dobrynja. Lo udì la madre di Dobrynja e si affacciò alla Il’ja avvicinò il volto alla fessura e dall’interno finestra. — Non è in casa l’amato mio figlio. È Svjatogor gli alitò tutta la sua forza. Il’ja sentì allo- andato a cavalcare per l’aperta ampia steppa per ra il suo vigore moltiplicarsi e sollevò la spada del quiete imprese di primavera: per cacciare oche e gigante con uno sforzo minimo. Ma ad ogni colpo bianchi cigni, e pennute anatrelle grige. che menava contro il sarcofago, magicamente ap- — Tu menti, Mamelfa! — gridò Il’ja. parivano cerchioni di ferro ancora più robusti. — Ahimé, Il’ja Muromec! Tu troverai il figlio Svjatogor si rese conto alla fine che non poteva sfuggire al suo destino. — Desisti, Il’ja, compagno mio amato e lo ucciderai! Non farlo, abbi pietà! Non rovinare la casa di una povera vedova! mio. Qui finisce la vita di Svjatogor. Prendi il mio Non mise tempo in mezzo, Il’ja Muromec, ma buon cavallo e legalo qui accanto, perché perisca galoppò subito per l’aperta ampia steppa. E vide accanto al suo padrone e nessun altro lo possieda. da lungi il giovane Dobrynja cavalcare a sua volta Il’ja fece come gli era stato chiesto e tristemen- gridando: — Non esiste un rivale che possa stare te se ne andò. E questa fu la fine di Svjatogor. alla pari con me! Tanta vanagloria non piacque affatto al vecchio DOBRYNJA NIKITIČ cosacco, che subito attaccò il giovane Dobrynja. Si Viveva un tempo, nella grande città di Rjazan’, scontrarono nella steppa i due bogatyri, si colpi- il nobile Nikita Romanovič. rono con la clava, ma senza che uno dei due ri- Morendo, il nobile Nikita, lasciò una giovane uscisse ad abbattere l’altro. E allora si colpirono vedova, Mamelfa, e a lei, quale unico diletto, la- con le spade affilate, ma senza che uno dei due sciò un bambino, Dobrynja. riuscisse a prevalere sull’altro. E allora smontaro- A cinque anni, il piccolo Dobrynja giocava con no da cavallo e si afferrarono, provando ciascuno i suoi coetanei e già manifestava una forza prodi- la sua forza contro quella dell’altro. E urlarono, giosa: se a uno prendeva la mano destra, gli stac- e sprofondarono in terra fino alle ginocchia. Ma cava la mano destra; se a uno prendeva il piede d’un tratto cedette a Il’ja il piede sinistro, cedette sinistro, gli staccava il piede sinistro. E quando a Il’ja la mano destra, e il vecchio cosacco si rove- 42 sciò sull’umida terra. distrutte. Dunaj infiammò di rabbia a quella vi- Dobrynja lo schiacciò sotto di sé e gli chiese: — sta, protese la lancia e per un attimo fu sul punto Ehi, tu, bravo robusto cavaliere! Qual è la tua città, di trafiggere il giovane Dobrynja. Ma poi pensò quale il paese? Di quale padre, di quale madre? che non era leale uccidere un avversario indife- — Se stessi io sopra il tuo bianco petto, non chiederei la famiglia e la razza. Invece il bianco so, quindi balzò sul cavallo di Dobrynja e svegliò l’eroe con l’asta della lancia. petto ti aprirei e guarderei nel tuo focoso cuore! — Vestito solo di una bianca camicia e senza stivali rispose fieramente Il’ja. — Io sono della città di Mu- di tiglio, Dobrynja balzò in piedi, afferrò la clava e rom, sono il forte cosacco Il’ja Ivanovič Muromec. cominciò a parare i colpi dell’avversario. Dunaj a Allora Dobrynja si rialzò e aiutò Il’ja a rialzarsi a cavallo e Dobrynja a piedi, combatterono per tre sua volta. — Perdonami, Ilejuška, di averti atterra- giorni e tre notti, mentre il frastuono del combatti- to. Se avessi saputo chi eri, non ti avrei mai colpito. mento si udiva come un temporale sulle steppe e la I due divennero fratelli-di-croce e Il’ja condusse Dobrynja alla corte di Kiev, dove il gran principe Vladimir chiese chi mai fosse quel bravo giovane. Rispose Il’ja Muromec: — Il suo nome è Dobrynja Nikitič! madre umida terra tremava sotto i loro piedi. Avvertì quel fracasso il vecchio cosacco Il’ja Muromec, che sellò il suo cavallo e corse sulla vetta della montagna, dove trovò i due guerrieri che si battevano. Allora Il’ja afferrò Dobrynja col braccio destro e Dunaj col sinistro, dividendoli. — DOBRYNJA NIKITIČ INCONTRA Oh, voi, possenti guerrieri! Perché mai vi battete DUNAJ IVANOVIČ e combattete? Un giorno il valoroso bogatyr’ Dobrynja Dunaj rispose: — Come posso non battermi e Nikitič, mentre vagava per le steppe della Sacra combattere? Avevo nella tenda tavole imbandite e Rus’, trovò una tenda di nera tela, chiusa sul da- cibi in bella mostra. E questo Dobrynja Nikitič ha vanti da un lucchetto, sul quale stava scritto: versato a terra tutto e tutto con i piedi ha calpestato! Dobrynja rispose: — Come posso non batter- CHI NELLA TENDA ENTRERÀ mi e combattere? È lui, cane e brigante, che mise MAI PIÙ VIVO NE USCIRÀ la falsa scritta: «Chi nella tenda entrerà, mai più Avvampò il cuore nel petto del guerriero e Do- vivo ne uscirà». Ed io uscire voglio e vivo uscire! brynja spezzò il lucchetto con un pugno. All’in- Allora Il’ja Muromec li esortò a domare il loro terno della tenda vi erano lunghe tavole imban- focoso cuore di guerrieri e diventare fratelli-di- dite. Còlto dall’ira, Dobrynja non pensò neppure croce. E così li placò e li calmò, ed essi cessarono a mangiare quel ben di Dio. Gettò tutto a terra, di battersi e di combattere. spaccò i piatti e pestò le vivande. Infine, preso dal sonno, cadde addormentato. La tenda apparteneva al bogatyr’ Dunaj Ivanovič, il quale trovò Dobrynja addormenta- I tre eroi si recarono poi a Kiev, dove Dunaj Ivanovič entrò al servizio del gran principe Vladimir, piccolo sole. (continua) to in mezzo alle tavole rovesciate e alle stoviglie 43 Campagna anti vandalismo sui mezzi pubblici a cura della COTRAL A cura della Redazione Si è svolta a Palombara Sabina (RM), nei giorni Il nostro responsabile territoriale Maurizio 28/29/30 settembre 2012 la manifestazione orga- Guccini, in qualità di rappresentante della So- nizzata dalla nostra associazione, la “Società Tol- cietà Tolkieniana Italiana, si è recato il giorno kieniana Italiana”, con il Patrocinio della Regione 27/09/2012 presso gli uffici della Koi Adv, in via Lazio - Assessorato ai Trasporti e alla Mobilità e dei Banchi Vecchi 58, agenzia che si occupa della con il Patrocinio del Comune di palombara Sabi- distribuzione del materiale della COTRAL relati- na (RM), nonchè con il contributo della Cotral – vo alla campagna antivandalismo, ed ha preleva- Lazio, presso il castello Savelli. to cartoline, dei roll up ed un dvd contenente il Molto della riuscita di questa edizione è video relativo alla campagna in oggetto. dovuta alla disponibilità ed alla sensibilità di tut- Il giorno 28/09/2012, in occasione dell’apertu- ta l’amministrazione comunale di Palombara, dal ra dell’evento, come da accordi con COTRAL, è Sindaco fino al personale dei vari assessorati coin- stato distribuito il materiale a tutti i partecipanti volti, senza dimenticare ovviamente gli Assesso- e, dopo un’introduzione da parte delle autorità ri. Molto si deve anche alla disponibilità dell’Ente presenti (l’Assessore al Comune di Palombara Sa- gestore del Castello. bina Alessandro Palombi, l’Assessore al Comune Un grandissimo ringraziamento non può non di Palombara Sabina Lorenzo Anniballi, la resp. andare a tutte le aziende che hanno partecipato prov. Dell’Asi Ciao Alina Baciu, il pres. dell’ass. sono forme diverse, a cominciare dalla Cotral, Rosa dei Nirb fino all’ultimo degli standisti, permettendoci con i loro contributi economici, la realizzazione di questa XIX edizione. La manifestazione in definitiva è riuscita a Angelo Ranaldi, il dir.art. dell’evento Maurizio Guccini) in cui è stato spiegato il senso della campagna, è stato proiettato il video. mantenere intatto il suo programma iniziale, no- Durante i tre giorni della festa (28-29-30 set- nostante alcuni spostamenti di orari e di sale do- tembre 2012) il materiale è stato distribuito da vuti ad alcuni ritardi dei relatori. persone dello staff presenti all’ingresso, a tutti i Per quel che concerne la manifestazione realizzata all’interno della Hobbiton denominata “Cam- partecipanti (stimati in almeno 2500) fino ad esaurimento dello stesso. pagna per la sensibilizzazione dei giovani contro I roll up sono stati posizionati in modo fisso il vandalismo sui mezzi pubblici” a cura della Co- nella sala convegni ai lati del tavolo dei relatori, in tral, tutto si è svolto secondo programma. evidenza e visibili da tutti i presenti. La domenica 44 sono stati posizionati invece nell’area ludica. citario stampato con inserito il logo della Cotral, Il video è stato trasmesso prima di ogni evento a cui farà seguito, appena approntato, cd-rom segnalato nel programma ed il Cotral ringraziato contenenti tutte le foto della Festa, nonché copia più volte dai presentatori e dagli artisti. di cartolina, programma e manifesto con logo Co- Di tutto questo si allegano fotografie a dimo- tral. strazione di quanto riportato e materiale pubbli- 45 Gli stands della Società Tolkieniana Italiana Lucca Comics & Games 2012: Panoramica dello stand Lucca Comics & Games 2012: Artista a lavoro, bozzetti a cura di Marina Sussa Lucca Comics & Games 2012: Paola Ramella, verifica di stampa Calendario 2013 46 Lucca Comics & Games 2012: Megalomania Presidenziale ! Cartoomics 2013 a Milano presso l’area “la Foresta Magica!” 47 48