elle speciale - Kaffe Fassett

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elle speciale - Kaffe Fassett
elle speciale
Da sinistra. Il suo
primo cardigan
a righe. Seggiole
“dipinte”da Kaffe
Fassett a piccolo
punto.
Kaffe Fassett
oggi: tutt’intorno,
le sue quilt,
realizzate
con la tecnica
del patchwork.
Sotto.
Un giacchino
con papaveri
jacquard creato
da Kaffe.
Il pittore
della maglia
Ricamo, patchwork, quilt: non conosce
limiti la gioiosa esplorazione del colore
di Kaffe Fassett. Una mostra a Londra
celebra la sua arte, fatta di istinto,
pazienza, passione. E del piacere del fare
d i lu i s a s i mo n e t to
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L
a parola “tricot”, con quella erre
dolce, non gli si addice. La combattiva “knit” invece - ti sembra di
sentire i ferri che si scontrano, come
le lance in un duello di cavalieri - è
perfetta. Non vi inganni il sorriso
da divo hollywoodiano di Kaffe
Fassett, 75 anni, guru assoluto del
lavoro a maglia, del piccolo punto
e del patchwork. Mister Fassett, nei
circoli internazionali del knitting,
è vissuto come una rockstar, come
un Mick Jagger della lana shetland:
non ha un attimo di tregua, è “re-
c o u r t e s y K a f f e F a s s e t t , d r e a m i n g i n c o l o r , STC c r a f t
Sotto. Kaffe
Fassett intento
a ricamare
in una foto degli
anni Ottanta.
A sinistra.
Cappotto con
intarsi Romeo
and Juliet.
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Da sinistra. Coltre patchwork
a greche e losanghe; poltroncina
ispirata alle ceramiche bianche
e blu; babbucce con fiori ricamati.
Sotto. Gilet pittorico lavorato
a ferri. Tutto Studio Kaffe Fassett.
«Non ho una tecnica preferita:
sono tutte espressioni della mia
sfaccettata dimensione artistica»
Da sinistra.
Panciotto
a piccolo punto
con natura morta
di fiori e frutta.
Cuscino
arcobaleno.
Tutto Studio
Kaffe Fassett.
lentless”, senza sosta, nonostante
- assicuri - le arti decorative gli abbiano regalato la gioia del qui e ora,
dell’appagamento che viene dal bello. «Prima, non riuscivo a stare solo
con me stesso, cercavo la compagnia
altrui ma non riuscivo a trovarmi».
Ora, lo vedi quasi immobile, zen, seduto composto tra decine di matasse
colorate, la radio in sottofondo, intento a intrecciare gugliate per giorni e
giorni. La sua mente però
corre veloce: progetta mosaici di cocci di ceramica,
immagina quilts di ritagli
di stoffe e nature morte
all’acquerello, compone
i disegni dei suoi celebri
cuscini di gusto vittoriano-psichedelico. E poi, puntualmente, li realizza. Ecco perché il Fashion and
Textile Museum di Londra - la città
che nel ’64 ha accolto questo fantastico “ragazzo” di San Francisco che
aveva iniziato a studiare da attore,
incrociando la sua carriera con Dustin Hoffman - gli dedica una super
mostra: Kaffe Fassett - A Life in Colour, dal 22 marzo al 29 giugno 2013
(info www.ftmlondon.org).
glorious knitting
Non è la prima volta: nell’88, il
Victoria & Albert Museum lo aveva incoronato con un’esposizione
da migliaia di visitatori. Un boom
di notorietà per l’emozionato Kaffe (vero nome, Frank: adolescente,
decide di ribattezzarsi così, come il
protagonista di Boy of the Pyramids,
romanzo per ragazzi ambientato
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c o u r t e s y K a f f e F a s s e t t , d r e a m i n g i n c o l o r , STC c r a f t
elle speciale
elle speciale
Acquerelli dipinti
da Kaffe Fassett.
Da sinistra. Mix
di rose; sinfonia
di porcellane
bianche e blu.
Dall’alto.
Tris di gilet
realizzati
a jacquard:
a distesa di
papaveri
stilizzati; a cielo
punteggiato
di stelle;
a girandole di
triangoli dalle
mille sfumature.
Tutto Studio
Kaffe Fassett.
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nell’antico Egitto). Anche perché
l’evento suggellava il suo amore per
il Victor & Albert Museum di Londra, per le sue infinite collezioni di
paraventi cinesi, tapestry indiani e
italiani, vasellame e piastrelle arabi,
spagnoli, portoghesi. Un caleidoscopio infinito di ispirazioni. Il museo
fu una delle prime sorprese della
Swinging London: trascorreva le
giornate in quelle sale da vertigine
estetica. L’immaginazione fertile di
Kaffe, ben educata alla libertà nella comunità creativa e libera di Big
Sur, dove i genitori gestivano il ristorante vip Nepenthe a picco sulla
scogliera, traduceva ogni immagine
in “fare”. Senza bisogno di contare
i punti, buttare giù schemi. «Ho risposto sempre e solo al colore, alla
sua spinta. Il knitting è la più misteriosa delle arti: incroci due ferri,
metti dei fili nel mezzo, nasce un
tessuto: ha del miracoloso».
Mr Fassett è a disposizione tota-
l’intreccio della storia
Così comportandosi, con naturalezza, Kaffe ha avuto una vita da
romanzo, raccontata nella recente
autobiografia Dreaming in Color
(STC Craft): come un drammaturgo,
si è scritto una sceneggiatura che lo
ha portato, teenager, a discutere di
pittura con Henry Miller; ventenne,
a sentirsi elogiare dalla sacerdotessa
della moda Diana Vreeland - «Oh,
the emperor of knitting», l’imperatore della maglia, gli dice al primo
incontro -; a collaborare agli inizi
degli anni Settanta con la famiglia
Missoni, per cui fa il consulente
artistico, e con lo stilista scozzese
Bill Gibb; a creare maglioni per Kim
Novak e Barbra Streisand; a ricamare pannelli a tema musicale per il
salotto di George Harrison.
Ogni passaggio è stato fluido, come lo scorrere di un filo nella cruna
dell’ago. «La prima a commissionarmi un oggetto a needlepoint è stata Lady Pamela Harlech: un paio di babbucce per il marito», ricorda. «Non ho
c o u r t e s y K a f f e F a s s e t t , d r e a m i n g i n c o l o r , STC c r a f t
«Il knitting è la più misteriosa
delle tecniche: incroci i ferri e, da un
filo, nasce un “tessuto” miracoloso»
le dei colori: li indossa tutti, li lavora
tutti, cercandone sempre la ricchezza, anche nel marrone, nel grigio,
nel dispettoso bianco. Basta guardare quante sfumature trova nei
suoi arazzi ricamati a conchiglie, o
nei suoi cappotti a maglia rasata effetto cascata di foglie d’autunno (si
vedono spesso nei giardini inglesi).
«Sono un istintivo, butto intorno a
me i gomitoli e aspetto che qualcosa
succeda. Ci gioco, il colore non è un
nostro nemico - tanta gente ne ha
paura - ci regala gioia tutti i giorni».
elle speciale
«Per me non c’è gioia pari a quella
del fare con le mani, godendo
della compagnia di me stesso»
Da sinistra.
Kaffe Fassett
indossa una sua
meravigliosa
quilt.
Cuscino
neovittoriano
con carciofo
ricamato.
Cappotto
a maglia rasata
ispirato
alle foglie
autunnali.
preferenze tra fare a maglia, ricamare
o comporre con il patchwork: sono
tutte mie dimensioni espressive». Mr
Fassett, che tiene “quilting lectures”
dove ti guida ad abbinare i ritagli
di tessuti “seguendo la pancia”, ne è
convinto: non siamo noi a scegliere
una tecnica o l’altra. È lei a trovarci.
«È anche una questione di velocità di
esecuzione. Con i ferri, vedi il lavoro crescere riga dopo riga. Il ricamo
progredisce a zone: una macchia qui,
una là. Il quilting è il più rapido: in
un giorno, finisci un arazzo, è il più
stimolante. Anche per me: voglio raggiungere subito il risultato. Poi però,
ci vogliono comunque motivazione,
passione e concentrazione».
L’uomo che “dipinge con la maglia” ama insegnare ai bambini.
Maschi e femmine, non fa differenza. «Il pregiudizio va superato: il
gioco dei colori non è una questione
di genere». Infatti, il suo primo maestro è stato un uomo: un aspirante
attore che, per sbarcare il lunario,
preparava le insalate al Nepenthe.
«Si chiamava Lewis Perkins, tra
un turno e l’altro tirava fuori i ferri
e, con le lane recuperate da vecchi
maglioni, creava
i più incredibili
cardigan a righe».
Quello che il sedicenne Kaffe allora
non poteva sapere,
è che la vita stava
già intrecciando
i fili brillanti del
suo futuro.
Luisa Simonetto
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c o u r t e s y K a f f e F a s s e t t , d r e a m i n g i n c o l o r , STC c r a f t
Da sinistra. Poltroncina
ricamata e arazzo;
il pullover a onde nei toni
del rosso. Tutto Studio
Kaffe Fassett. Needlepoint
alle pareti a casa di Kaffe.