I passi leggeri di Trisha Brown

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I passi leggeri di Trisha Brown
I passi leggeri di Trisha Brown
Scritto da Alessio Conti
Lunedì 02 Novembre 2009 10:07
Il sipario si apre: in uno spazio totalmente buio un parallelepipedo proietta un collage di
immagini di un america dal sapor di passato. La struttura si alza, entrano i ballerini.
E' la Compagnia di danza di Trisha Brown in scena, ospite il 30 e il 31 ottobre scorso presso il
Teatro Valli, all'interno di " Aperto " festival, e lo fa con tre coreografie molto diverse tra loro ma
contrassegnate da scelte estetiche forti e da un'interessante ricerca sul movimento che
potrebbe forse riassumersi nella parola "fluidità".
La prima, "Set and Reset", è una coreografia del 1983. Trisha Brown, che da poco tempo aveva
finito di allestire spettacoli improvvisati e perfomances tra i tetti e le grondaie di Soho e
Manhattan, propone un gioco delicato di incontri, scontri e micronarrazioni. La scenografia, di
Robert Rauschenberg che ne ha curato anche i costumi, esalta il nero e il bianco, la
leggerezza, la continuità del gesto, perfetto in ogni passo anche se sembra essere del tutto
casuale, quasi spontaneo. I ballerini si muovono in maniera apparentemente disordinata, gli
angoli retti sembrano non esistere, sembra che le braccia non abbiano più i gomiti e possano
permettersi di muoversi tracciando linee rotonde come elastici o rami d'albero. Prese mancate,
cambi di direzione, sguardi e tensioni si sviluppano al di sotto degli schermi che continuano a
mostrare squarci di vita quotidiana, auto, macchine, volti di bambini in festa. Le quinte,
semitrasparenti, mostrano il fuori scena che in questo modo diventa parte integrante della
scena, problematizzando tra realtà e finzione, tra visibile e non visibile, pur sapendo che un
vero fuori scena, invisibile a l pubblico deve esistere. La musica ipno-caotica di Laurie
Anderson
accompagna i gesti. E' uno di quei momenti in cui sembra non accadere quasi nulla, come se
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I passi leggeri di Trisha Brown
Scritto da Alessio Conti
Lunedì 02 Novembre 2009 10:07
tutto fosse in qualche modo sospeso, in attesa di attualizzarsi, mentre in realtà accadono mille
situazioni.
La seconda creazione "You can see us" è un passo a due in cui due corpi, un uomo e una
donna, simultaneamente ma non specularmene si muovono nello spazio compiendo gli stessi
passi ma in un dialogo impossibile. Uno infatti è sempre rivolto al pubblico. La seconda,
sempre e solo di spalle, non mostra mai il volto, nemmeno girando su se stessa, momento in
cui abbassa la testa impedendo di conoscerla e riconoscerla. Una tagliente luce rossa ferisce il
palco esaltando la tensione drammatica e il mood intimistico del pezzo.
Infine « L'Amour au théâtre », prima italiana dell'ultimo lavoro di Trisha Brown, esprime la più
recente evoluzione dell'artista. La musica barocca, intervallata da pause di silenzio, raccoglie
passi a due, passi a tre, a-solo e momenti di gruppo. Sul fondo un enorme disegno astratto, Le
luci bianche e lo spazio totalmente privo di oggetti scena danno grande respiro e libertà anche
quando il ritmo scende e la danza si fa più introspettiva.
Uno spettacolo post-contemporaneo, in cui i virtuosismi non sono negati ma vengono utilizzati
solo quando serve e in cui la danza sembra rinunciare a tratti a se stessa, o almeno a quello
che la si credeva essere, per trovare nuovi codici e nuove rappresentazioni.
Per informazioni sui prossimi spettacoli potete rivolgervi presso le biglietterie dei Teatri o
cliccare www.iteatri.re.it . Per giovani e studenti è possibile fruire di sconti e promozioni.
Foto di Vincent Pereira.
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