il puntaspilli
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va in vacanza ci vediamo a settembre! Anno 20 - nr. 10 - giugno 2014 La vera educazione ci fa amare la vita e ci apre alla sua pienezza «V oi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola». Il pomeriggio è inoltrato, il sole si è fatto più tiepido e Papa Francesco pronuncia questa frase. Piazza San Pietro esplode di ap plausi e grida e in un angolo, vicino al grande schermo che rimanda le immagini del Pontefi ce sorridente, ci sono anche centinaia di lodigiani. Le famiglie e gli insegnanti delle scuole diocesane e delle scuole cattoliche della pro vincia, che il dieci maggio a Roma hanno incontrato il Pontefice per la Giornata “La Chiesa per la scuola” organizzata dalla Cei. Un viaggio lungo, faticoso, ma coinvolgente, che ai docenti, ai bambi ni e ai genitori ha lasciato tantissimo nel cuore. Racconta Marina, che ha un figlio alle elementari di Lodi. “Quando la scuola ha presentato la proposta del viaggio la prima reazione è stata quella di evitare la stancata. Poi la maestra mi ha incitato a partecipare e, quasi con inco scienza, ho deciso di venire con mio figlio. Ed è stato straordinario. Il viaggio lungo in pullman è stato vissuto con entusiasmo dai bambi ni, poi ci siamo ritrovati nella piazza di Roma. Eravamo un fiume in piena, diretti verso il posto che ci avrebbe tutti uniti nello stesso spiri to per un pomeriggio”. E lo spirito era l’incontro con il Santo Padre, l’ascolto delle sue parole illuminanti per dare senso a un’opportunità quotidiana quella di frequentare un istituto di ispirazione cattolica che così ovvia e comune probabilmente non è. “Alle 12,30 siamo entrati – ricostruisce Marina – . Faceva caldo, abbiamo coperto i pic coli come potevamo per proteggerli dal sole, abbiamo seguito lo spet tacolo e l’animazione. Poi il Papa è passato in mezzo a noi. Nonostan te la stanchezza abbiamo trovato la forza di caricarci in spalle i bambi ni perché incontrassero il suo sguardo, prima di sentire le sue parole. Questa è stata l’emozione più forte. Lo vedi passare tra le persone, percepisci la commozione, scopri nello sguardo di tutti gli altri, anche degli sconosciuti, la tua stessa sensazione di gioia e pace. Poi ci ha raccontato della sua maestra, ci ha ricordato che la famiglia e la scuo la non vanno contrapposte, ci ha detto che per crescere un ragazzo serve un villaggio, non bastano solo una mamma e un papà”. Frammenti di sensazioni vissute, cui si accompagnano i concetti. Li ricorda lucidamente un’altra mamma, che ha due figli impegnati in classi diverse nel polo diocesano. “Papa Francesco ci ha aiutato a capire quattro cose fondamentali – spiega . Anzitutto che la scuola è sinonimo di apertura alla realtà, perché andare a scuola significa aprire la mente e il cuore a ciò che ci sta intorno, nella sua ricchezza. Ancora che la scuola è un luogo di incontro, non un parcheggio. Più precisamente un luogo di incontro nel cammino che ogni individuo – adulto o bambino – compie nella sua vita. In terzo luogo la scuola ci educa al vero, al bene e al bello”. Una sottolineatura fondamentale, soprattutto per chi lavora nelle scuole cattoliche e per chi decide di affidare ad esse i propri figli perché vengano cresciuti davvero in bontà, sapienza e grazia. Come ha ricordato Papa Francesco “l’edu cazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchi sce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. La vera educazione ci fa amare la vita, e ci apre alla pie nezza della vita». Infine, sottolinea un papà che ha partecipato con tutta la famiglia all’avventura di Roma, il Pontefice ci ha insegnato che a scuola si imparano non solo conoscenze, ma anche abitudini e valori. “Nella società di oggi spesso ci si lamenta della mancanza di valori e punti di riferimento – insiste questo genitore . Il Papa ha ricordato che si educa per conoscere tante cose, cioè tanti contenuti importanti, ma anche per avere certe abitudini e per assumere im portanti valori”. Poi la sua voce inconfondibile ha donato alla piazza un monito che per i genitori e i bambini è stata un ritornello di incoraggiamento in vista della notte in pullman verso Lodi: “Non lasciamoci mai rubare l’amore per la scuola!”. Caterina Belloni Il nuovo presidente nazionale Ac 3 Un abbraccio “Mondiale” 4-5 p p il untas illi “Per fare la pace ci vuole coraggio” Signori Presidenti, il mondo è un’eredità che ab biamo ricevuto dai nostri antenati, ma è anche un prestito dei nostri figli: figli che sono stanchi e sfi niti dai conflitti e desiderosi di raggiungere l’alba della pace; figli che ci chiedono di abbattere i muri dell’inimicizia e di percorrere la strada del dialogo e della pace perché l’amore e l’amicizia trionfino. Molti, troppi di questi figli sono caduti vittime in nocenti della guerra e della violenza, piante strap pate nel pieno rigoglio. E’ nostro dovere far sì che il loro sacrificio non sia vano. La loro memoria in fonda in noi il coraggio della pace, la forza di per severare nel dialogo ad ogni costo, la pazienza di tessere giorno per giorno la trama sempre più ro busta di una convivenza rispettosa e pacifica, per la gloria di Dio e il bene di tutti. Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì al L’Acr spicca il volo 7 l’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al ri spetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla since rità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo. Non rinunciamo alle nostre responsabilità, ma in vochiamo Dio come atto di suprema responsabili tà, di fronte alle nostre coscienze e di fronte ai no stri popoli. Abbiamo sentito una chiamata, e dob biamo rispondere: la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza, a spezzarla con una sola parola: “fratello”. Ma per dire questa pa rola dobbiamo alzare tutti lo sguardo al Cielo, e ri conoscerci figli di un solo Padre. (Francesco, 8 giugno 2014, invocazione per la pace nei Giardini Vaticani con i presidenti di Israele e Palestina e il Patriarca di Costantinopoli) L’America Latina e i Mondiali 5