85 Anni di Rotary Club Napoli

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85 Anni di Rotary Club Napoli
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ROTARY INTERNATIONAL
Distretto 2100 - Italia
ROTARY CLUB NAPOLI
11 dicembre 1924 – 11 dicembre 2009
85° anniversario della fondazione del Club
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INDICE
Introduzione
I Presidenti dal 1924
Il Consiglio Direttivo 2009/2010
La storia del Rotary Club Napoli
I soci fondatori
Sono nato sotto una ruota dentata di Vittorio Accardi
L’orgoglio dell’appartenenza e il piacere di esserci
di Raffaele Pallotta d’Acquapendente
Il Rotary di ieri, il Rotary di oggi di Rocco Gialanella
Il Rotary e la Politica di Guido D’Angelo
Un ponte verso il futuro di Domenico Dente Gattola
La fiducia nelle nuove leve di Luigi Stadio
Anni rotariani 1986-1988 di Guido D’Angelo
Anni rotariani 1990-1992 di Salvatore Sica
Anno rotariano 1993.1994 di Lorenzo Mangoni
Brevi memorie di un presidente troppo giovane …
di Marcello Lando
Anno rotariano 1995-1996 di Leonardo Bianchi
Anno rotariano 1996-1997 di Peter Signorini
Cronaca di un progetto rotariano
Anno rotariano 1999-2000 di Gaetano La Gioia
Anno rotariano 2001-2002 di Gaetano de Donato
Anno rotariano 2002-2003 di Riccardo Mercurio
Anno rotariano 2003-2004 di Mario Condorelli
Anno rotariano 2003-2004 di Ennio Magrì
Anno rotariano 2005-2006 di Marcello Picone
Anno rotariano 2006-2007 di Costantino Giardino
Anno rotariano 2007-2008 di Carlo Rolandi
Anno rotariano 2008-2009 di Elio Sava
I numeri di un anno: 85 ma non li dimostra
Anno rotariano 2009-2010 di Massimo Franco
Quarant’anni di … Rotaract Club Napoli
di Salvatore Marotta
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Durante questo anno rotariano il nostro Club ha compiuto l’ottantacinquesimo anno dalla sua
fondazione. Così come si legge negli annali della nostra storia, l’11 dicembre del 1924 un
gruppo di gentiluomini si riunì presso l’Hotel Bertolini per la prima riunione del Rotary Club
Napoli.
Per ricordare questa importante data abbiamo deciso di celebrare l’anniversario durante una
riunione conviviale dedicata al Club, nel corso della quale alla presenza di numerose autorità
rotariane e con la brillante regia di Marcello Lando, si sono alternati gli interventi di alcuni
soci: Vittorio Accardi, Rocco Gialanella, Guido D’Angelo, Luigi Stadio e Nico Dente Gattola. Ai
loro contributi si sono affiancati anche quelli di soci e Past President.
Ho deciso così di raccogliere per iscritto questi interventi coinvolgendo anche i Past President che
mi hanno preceduto, chiedendo loro di raccogliere pensieri, ricordi ed emozioni, legati alla loro
esperienza per pubblicarli in un volume con la storia del Rotary Club Napoli.
Ne è nata una significativa e toccante raccolta di contributi di autorevoli soci, dai quali risulta
l’intensa ed incisiva attività rotariana che ha dato e dà grande lustro al nostro antico Club.
Come evidenziai al passaggio del collare tra Elio Sava e me, “nel Rotary si avvicendano i
dirigenti, ma non cambiano i valori e gli ideali”, ed è questo quello che traspare dai diversi
scritti, per i quali desidero ringraziare affettuosamente tutti gli autori. Voglio anche
ringraziare in particolar modo Rocco Gialanella, Riccardo Mercurio e Uberto Potenza, per le foto
ed i documenti “storici” resi disponibili. Un importante ringraziamento a Luca Ganguzza, per
la realizzazione di questo lavoro e per quanto ha fatto durante tutto l’anno di servizio,
assicurandomi sempre il suo determinante contributo, cosi come ringrazio tutto il Consiglio
direttivo che con il sorriso, lo spirito di amicizia ed il costante incoraggiamento ha sostenuto e
favorito tutte le decisioni e le attività del Club. Un sentito grazie va a Gaetano La Gioia e
Michele Rubino, autori rispettivamente del volume del 75° e del 60° anniversario, che hanno dato
lo spunto affinché venisse realizzato questo volume, che rappresenta il mio più affettuoso grazie
a tutti i soci per avermi dato l’onore ed il piacere di guidare questo importante Club in un anno
per me entusiasmante e ricco di grandi soddisfazioni.
Massimo Franco
Presidente Rotary Club Napoli AR 2009-2010
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I Presidenti dal 1924
1924 / 1925
1925 / 1926
1926 / 1927
1927 / 1928
1928 / 1929
1929 / 1930
1930 / 1931
1931 / 1932
1932 / 1933
1933 / 1934
1934 / 1935
1935 / 1936
1936 / 1937
1937 / 1938
1944 / 1945
1946 / 1947
1947 / 1948
1948 / 1949
1949 / 1950
1950 / 1951
1951 / 1952
1952 / 1953
1953 / 1954
1954 / 1955
1955 / 1956
1956 / 1957
1957 / 1958
1958 / 1959
1959 / 1960
1960 / 1961
1961 / 1962
1962 / 1963
1963 / 1964
1964 / 1965
1965 / 1966
1966 / 1967
1967 / 1968
1968 / 1969
1969 / 1970
1970 / 1971
1971 / 1972
1972 / 1973
1973 / 1974
1974 / 1975
1975 / 1976
1976 / 1977
1977 / 1978
1978 / 1979
1979 / 1980
1980 / 1981
1981 / 1982
1982 / 1983
1983 / 1984
1984 / 1985
1985 / 1986
1986 / 1987
1987 / 1988
1988 / 1989
1989 / 1990
1990 / 1991
1991 / 1992
1992 / 1993
1993 / 1994
1994 / 1995
1995 / 1996
1996 / 1997
1997 / 1998
1998 / 1999
1999 / 2000
2000 / 2001
2001 / 2002
2002 / 2003
2003 / 2004
2004 / 2005
2005 / 2006
2006 / 2007
2007 / 2008
2008 / 2009
Francesco Bertolini
Francesco Bertolini
Alfonso Mercurio
Alfonso Mercurio
Biagio Borriello
Luigi M. Foschini
Luigi M. Foschini
Francesco Giordani
Francesco Giordani
Rocco Jemma
Rocco Jemma
Lorenzo Ricciardi
Lorenzo Ricciardi
Enrico Franzì
Lorenzo Ricciardi
Lorenzo Ricciardi
Lorenzo Ricciardi
Biagio Borriello
Biagio Borriello
Ettore Ceriani
Ettore Ceriani
Stefano Brun
Stefano Brun
Quirino Fimiani
Quirino Fimiani
Luigi Tocchetti
Luigi Tocchetti
Bruno Molajoli
Bruno Molajoli
Mario M. Jacopetti
Mario M. Jacopetti
Ivo Vanzi
Ivo Vanzi
Epicarmo Corbino
Epicarmo Corbino
Pietro Cerutti
Pietro Cerutti
Mario Florio
Mario Florio
Rodi Lupoli
Rodi Lupoli
Arturo Polese
Arturo Polese
Carlo Brancaccio
Carlo Brancaccio
Mario Rosario Pepe
Mario Rosario Pepe
Giovanni Giordano Lanza
Giovanni Giordano Lanza
Raffaele Pallotta d'Acquapendente
Raffaele Pallotta d'Acquapendente
Giovanni Chieffi
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Giovanni Chieffi
Michele Rubino
Michele Rubino
Guido D'Angelo
Guido D'Angelo
Raffaello Franchini
Raffaello Franchini
Salvatore Sica
Salvatore Sica
Vittorio Accardi
Lorenzo Mangoni
Marcello Lando
Leonardo Bianchi
Peter Signorini
Pino Perrone Capano
Antonio De Mennato
Gaetano La Gioia
Sergio Vetrella
Gaetano de Donato
Riccardo Mercurio
Mario Condorelli
Ennio Magrì
Marcello Picone
Costantino Giardino
Carlo Rolandi
Elio Sava
Il Consiglio Direttivo 2009/2010
Massimo Franco – Presidente
Sergio Pepe – Presidente incoming 2010-2011
Elio Sava – Past President 2008-2009
Ennio Magrì – Vice Presidente
Francesco Nania - Vice Presidente
Luca Ganguzza – Consigliere Segretario
Rocco Gialanella – Consigliere Prefetto
Elio Gambardella – Tesoriere
Gaetano Bancale – Consigliere
Lucia Civetta – Consigliere
Pietro Chirico - Consigliere
Guido D’Angelo - Consigliere
Giovanni Battista Felici - Consigliere Prefetto aggiunto
Marco Palmieri – Segretario esecutivo
Attilio Leonardo – Tesoriere aggiunto
Lello Pallotta d’Acquapendente – Senior Leader
Presidente Incoming 2010/2011
Sergio Pepe
Presidente Eletto 2011/2012
Claudio Azzolini
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La storia del Rotary Club Napoli
Il Rotary Club Napoli, fondato nel 1924, è il
Club decano del Distretto 2100 ed è tra i più
antichi e storici Club italiani.
Nella primavera del 1924 iniziarono a riunirsi
alcuni gentiluomini fautori della costituzione
di un Rotary Club a Napoli. Dopo diverse
riunioni lo fondarono e lo presentarono in
forma ufficiale alla città nella prima riunione
conviviale che ebbe luogo l’11 dicembre 1924
presso l’Hotel Bertolini. Il primo presidente
del Club fu Francesco Bertolini, proprietario
dell’omonimo hotel, che, per la prima
riunione ufficiale, ricorse alle arti culinarie di
Luigi Carnacina, allievo del grande Escoffier.
Il Club fu fondato da uomini prestigiosi,
impegnati nei più vari settori, che attuarono
immediatamente due notevoli iniziative: un
progetto per migliorare le condizioni
igieniche della città ed un progetto,
realizzato e finanziato dai soci stessi, per la
costruzione dell’autostrada Napoli-Pompei.
Nel biennio 1926/27 e 1927/28, il secondo
presidente fu Alfonso Mercurio e durante il
suo mandato furono sviluppate altre
iniziative tra cui l’istituzione della Società
Napoletana dei Concerti Orchestrali; la
costituzione del S. Carlo in Ente Autonomo;
la sistemazione della Stazione Zoologica; la
sistemazione e lo sviluppo del porto.
Il Rotary Club di Napoli si impegnò anche per
la costituzione del Club di Palermo nel 1925 e
successivamente di numerosi club dell’Italia
meridionale: nel 1933 del Club di Bari, nel
1949 del Club di Salerno, nel 1950 del Club di
Potenza, nel 1955 dei Club di Caserta e
Castellammare di Stabia.
Fino al 1968 il Rotary Club Napoli era stato
l’unico Club della città di Napoli, in
quell’anno i soci Francesco Monti e Rodi
Lupoli furono nominati rappresentanti del
Governatore
per
la
costituzione
rispettivamente dei Club di Napoli Nord e di
Napoli Ovest. Ancora, nel 1991 il Club si
impegnò nella fondazione del Club Napoli
Castel dell’ovo.
Nel corso degli anni ancora una serie di
iniziative veniva promossa nel campo della
cultura con un notevole impulso all’istruzione
media professionale nella città di Napoli, la
prima città italiana per numero di abitanti
(900.000) fino al “forzato” scioglimento del
Rotary Club in Italia nel 1938. Gli ideali
rotariani di libertà, i rapporti internazionali
con gli altri Club sparsi nel mondo, non erano
ben visti nel particolare momento politico!
Solo dopo sei anni, mentre ancora infuriava
la guerra e Napoli era militarmente occupata
dagli alleati, alcuni rotariani storici crearono
contatti con le autorità alleate ed ottennero
l’autorizzazione per la ricostituzione del
Rotary Club Napoli. La prima riunione ebbe
luogo l’8 luglio 1944 nel salone posto a
disposizione dalla Banca Commerciale
Italiana.
La ripresa delle iniziative sociali vide il Rotary
Club impegnato nella ricostruzione morale e
materiale della città. Impegnativo era il
compito di quegli uomini che cercavano di
mantenere vivi, attraverso la forza morale e
lo spirito rotariano, i principi cui si era
ispirato il sodalizio sin dalla sua fondazione
nell’anteguerra. Si alternarono alla guida del
Club presidenti come: l’ing. Stefano Brun,
che si dedicò al rilancio della Camera di
Commercio di cui fu Presidente; l’ing. Luigi
Tocchetti, Preside della Facoltà d’Ingegneria,
impegnato nella ricostruzione di Napoli;
Bruno Molaioli, Sovrintendente alle Gallerie
che fu il risanatore del patrimonio artistico
della Reggia di Capodimonte nella quale
realizzò il più bel museo d’Europa; Epicarmo
Corbino, Ministro di Stato e Maestro di
economia, che spronava il Club ad
impegnarsi in azioni di pubblico interesse;
Mario Florio, amico di Croce, membro del
Comitato Nazionale di Liberazione che aveva
preso parte attiva nella Resistenza e Rodi
Lupoli che, nella qualità di Governatore del
Distretto, fu l’artefice dell’organizzazione
della distribuzione degli aiuti provenienti dai
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Rotary Club di tutta Italia in occasione del
sisma del 1980, realizzando inoltre, in S.
Angelo dei Lombardi, il “Centro Studi
Economici ed Agrari per lo Sviluppo delle
Zone Interne”.
Numerosi soci del Rotary Club Napoli hanno
ricoperto nel corso degli anni importanti
cariche rotariane, Biagio Borriello è stato vice
presidente del Rotary International nel
biennio 1931-1933,
Raffaele Pallotta
d’Acquapendente è stato Board Director del
Rotary International nel bienno 2006-2008.
Sono stati inoltre Governatori del Distretto:
1929 – 1931 Biagio Borriello, 1955 – 1956
1959 – 1960 Quirino Fimiani, 1962 – 1963
Mario Maria Jacopetti, Ettore Ceriani, 1971 –
1972 Mario Florio, 1980 – 1981 Rodi Lupoli,
1987–1988
Raffaele
Pallotta
d'Acquapendente, 2000 - 2001 Marcello
Lando.
Il Rotary ha inoltre promosso la fondazione
della Banca degli Occhi, prima struttura del
genere in Italia, la nascita della Medicina
Iperbarica, frutto della ricerca e degli studi di
Raffaele Pallotta d’Acquapendente, la
donazione di una “Unità Coronarica Mobile”,
utilizzata e presa come prototipo per
l’equipaggiamento dei velivoli del Servizio
Aereo di Soccorso ed ancora ha promosso
un’indagine
conoscitiva
sulle
Tossicodipendenze nelle scuole.
Da ricordare ancora l’impegno nel mondo
universitario e culturale del presidente
Raffaello Franchini, l’impegno di Vittorio
Accardi che diede un valido stimolo
organizzativo per la Biennale del Mare che
ideata e, ancora oggi, animata dal rotariano
Raffaele
Pallotta
d’Acquapendente,
costituisce un importante ed esclusivo punto
d’incontro tra i Paesi del Mediterraneo con
un eccezionale apporto scientifico.
Attualmente il Rotary Club Napoli ha in corso
tre programmi pluriennali di rilevante
impegno sociale e precisamente: – il primo,
denominato 3A (acronimo di Aneurisma
Aorta Addominale) ha lo scopo di prevenire
l’aneurisma dell’aorta addominale, male
asintomatico che, se non individuato ed
operato tempestivamente, comporta un
tasso di mortalità di oltre il 90%. Esso è
basato su un’indagine preventiva, mediante
ecodoppler, sui cittadini napoletani di età
superiore ai 65 anni. Il promotore e
l’organizzatore di tale iniziativa, svolta in
collaborazione con l’ASL Napoli 1, è il Past
President Gaetano de Donato.
– La seconda iniziativa è il corso di istruzione
informatica per i non vedenti che, a partire
dal 2000, quando fu organizzato dal
compianto rotariano prof. Carlo Savy,
ordinario di Informatica presso l’Università
Federico II, si svolge, ogni anno per una
settimana, nei laboratori di informatica della
Facoltà di Ingegneria di Napoli. Il promotore
e l’organizzatore del corso è stato, con il
prof. Savy, ed è attualmente il Past President
Gaetano La Gioia.
– L’altra iniziativa varata dal R.C. Napoli è
quella della creazione di un osservatorio sulla
qualità della vita nelle varie circoscrizioni,
attuali Municipalità, di Napoli. Tale indagine
è stata promossa dal Rotary Club Napoli ed è
realizzata in collaborazione con l’Università
di Napoli Federico II e con il sostegno
dell’ACEN, Associazione Costruttori Edili di
Napoli. L’indagine è stata voluta dal Past
President Riccardo Mercurio ed è
organizzata dal Past President Massimo
Franco come responsabile del progetto.
Dal 2007 il Club ha impegnato la sua attività
di servizio nel programma “Il Rotary per
Napoli città della scienza e dell'arte” con lo
scopo di evidenziare le grandi potenzialità
cittadine e i Centri di eccellenza esistenti in
ambito culturale e scientifico. Sempre nel
2007 è stato realizzato, per iniziativa dei
Presidenti dei RC Milano e Napoli Enrico
Bellezza e il Past President Costantino
Giardino, il gemellaggio tra i due Club (Club
di Contatto) che sono i più antichi d'Italia,
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fondati rispettivamente nel 1923 e nel 1924.
Unitamente i due Club attuano un progetto
(Monitore) nelle Scuole di Milano e di Napoli
che mira a combattere mediante l'azione “un
adulto per amico” l'abbandono scolastico che
rappresenta un grave fenomeno in entrambe
le città.
Il Rotary Club Napoli è impegnato poi nel
progetto
OCEDAT
(acronimo
di
Oropharyngeal Cancer Early Diagnosis And
Treatment) dedicato alla prevenzione, alla
diagnosi ed al trattamento precoce del
cancro orale e faringeo nelle 10 Municipalità
della città di Napoli in collaborazione con
l’Università degli Studi di Napoli Federico II e
con il Rotaract Napoli. Responsabile del
progetto è Luigi Califano.
Il Club è inoltre impegnato anche in altri
progetti umanitari e di servizio in
collaborazione con gli altri Club del Gruppo
partenopeo e con il supporto finanziario della
Rotary Foundation.
Dedica di Emanuele Filiberto di Savoia
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I soci fondatori
Lo scopo del Rotary
Alla riunione costitutiva del Rotary Club
Napoli dell’11 dicembre 1924, risultavano
soci:
Francesco Bertolini – Presidente
Giorgio Ascarelli – vice Presidente
Biagio Borriello
Homer Byngton
Bruno Canto – Prefetto
Federico Chiurazzi
Luigi del Gaizo
Alessandro Elefante – Tesoriere
Pietro Paolo Farinelli
Enrico Franzì
Ernesto Gugenheim
Mario Federico Imbert
Pietro Lerario - Segretario
Alfonso Mercurio
Giovanni Miranda
Alfredo Pattison
Arnot Milne Wilson
Lo Scopo del Rotary è incoraggiare e
promuovere l’ideale di servizio come base di
iniziative benefiche e, in particolare,
incoraggiare e promuovere:
1 - lo sviluppo di rapporti interpersonali intesi
come opportunità di servizio;
2 - elevati principi morali nello svolgimento
delle attività professionali e nei rapporti di
lavoro; il riconoscimento dell’importanza e
del valore di tutte le attività utili; il significato
dell’occupazione di ogni Rotariano come
opportunità di servire la società;
3 - l’applicazione dell’ideale rotariano in
ambito personale, professionale e sociale;
4 - la comprensione, la buona volontà e la
pace tra i popoli mediante una rete
internazionale
di
professionisti
e
imprenditori di entrambi i sessi, accomunati
dall’ideale del servire.
Il Rotary fa propri valori etici universali e ne
impone ai Rotariani l’interpretazione e la
testimonianza nell’attività professionale da
ciascuno svolta.
Va considerato che il Rotary nasce negli Stati
Uniti d’America nel 1906, da un‘intuizione
originale di Paul Harris. Il periodo storico, la
collocazione geografica della nascita trovano
riscontro nella formulazione dei principi
guida dell’Associazione.
Un esempio ne è la concretizzazione dei
principi etici nelle professioni mediante la
formulazione della prova delle quattro
domande:
Sono stati inoltre soci del Club:
Emanuele Filiberto di Savoia
Stefano Brun
John Campbell
Vincenzo Carlevaro
Ettore Ceriani
Francesco Cilea
Massimiliano Coen
Epicarmo Corbino
Daniel Finley
Quirino Fimiani
Mario Florio
Luigi Maria Foschini
Raffaello Franchini
Mario Maria Jacopetti
Rocco Jemma
Francesco Giordani
Giovanni Giordano Lanza
Rodi Lupoli
Mario Rosario Pepe
Arturo Polese
Lorenzo Ricciardi
Michele Rubino
Luigi Tocchetti
 Ciò che penso, dico o faccio
risponde a VERITA'?
 E' GIUSTO per tutti gli interessati?
 Promuoverà Buona volontà e migliori
rapporti di amicizia?
 Sarà VANTAGGIOSO per tutti gli
interessati?
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Missione
La missione del Rotary International –
l’associazione internazionale di Rotary club –
è di servire gli altri, promuovere elevati
standard etici e propagare nel mondo la
comprensione reciproca, la cooperazione e la
pace attraverso il diffondersi di relazioni
amichevoli fra persone esercitanti diverse
attività economiche, professionali e di
leadership nelle loro comunità.
La ricchezza di un Club è
costituita dalle persone che lo
compongono, lo animano e lo
fanno vivere.
Diversità demografica e il Rotary
Il Rotary International riconosce il valore
della diversità demografica all’interno dei
singoli club. Il Rotary incoraggia i club a
valutare i membri della comunità in grado di
far parte dell’effettivo, secondo gli attuali
principi guida per l’affiliazione, e di fare in
modo di includere la giusta gamma di
individui nei loro club. Un club che rifletta la
comunità attraverso la rappresentazione di
classifiche professionali, aziendali, di genere,
età, religione ed etnie è un club che possiede
le chiavi per il suo futuro.
Il futuro del Rotary
Nel 2001-‘02 il Rotary International ha
cominciato a sviluppare un piano strategico
volto a guidare l’organizzazione nel nuovo
secolo di servizio. Nel giugno 2007 il
Consiglio centrale ha approvato un Piano
strategico imperniato sulle seguenti sette
aree prioritarie:
- Eradicare la polio;
- Far conoscere il Rotary e promuoverne
l’immagine pubblica;
- Migliorare la capacità di servire;
- Ampliare
l’effettivo nel mondo,
numericamente e qualitativamente;
Sottolineare
l’impegno
nell’azione
professionale;
- Utilizzare le risorse professionali esistenti
nel Rotary;
- Implementare la pianificazione strategica in
modo da garantire la continuità e la coesione
dell’intera organizzazione.
È ora richiesto ai singoli Club la stesura di un
proprio piano strategico.
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Prima pagina dell’atto costitutivo della Società Autostrada Napoli Salerno
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Vittorio Accardi
Decano del Rotary Club Napoli
Sono nato sotto una ruota dentata
Cari amici, di tanto in tanto anche l'età
avanzata può dare vantaggi, ed è appunto
ciò che mi è capitato dall'essere il decano di
questo Club in cui ho avuto la fortuna di
essere ammesso assai giovane, oltre
cinquant’ anni fa.
Sono stato, quindi, testimone di tanti e tanti
avvenimenti e perciò voglio rievocarne
qualcuno.
Devo dirvi che sono stato felice ma anche un
po' commosso nel ricordare l’anniversario dei
settantacinque anni del Club, perché
l'atmosfera di quella sera di dicembre del
1999, con le Signore così eleganti, ornate di
scintillanti gioielli e gli amici in smoking, mi
riportò indietro nel tempo, in lontani
dicembre quando le feste degli auguri erano
sempre in abito da sera. Dopo lo cena,
conclusa con la distribuzione di un dono alle
Signore, si scendeva, tutti insieme, nel
piccolo "night" al piano interrato dell'hotel,
per continuare la serata danzando.
All'inizio del mese successivo vi era, poi, un'
altra festa di affiatamento rotariano: la
Befana per i figli ed i nipoti dei soci, ma, a
questo punto, mi accorgo di essere già
entrato nel tema dei ricordi, ed allora
lasciatemi riordinare le idee, perché i ricordi
sono tanti e, se dovessi rievocarli tutti,
occorrerebbero ore, mentre il tempo
assegnatomi è assai breve. Devo, quindi, per
forza di cose, accelerare e procedere per
flash. Non posso ricordare tutti gli amici che
nei miei 56 anni di Rotary hanno condiviso
con me tanti momenti di gioia, ma anche
qualcuno di dolore.
Mi perdonerete, quindi, se questa mia
carrellata sarà disordinata o farà salti
temporali oppure, come certo accadrà,
dimenticherò di citare qualcuno. Inizierò,
dunque,
dalla
mia
ammissione
e
dall'atmosfera che si respirava nel Rotary di
allora.
Come sapete, in quel tempo, in Italia vi era
un solo distretto ed a Napoli un solo club,
formato dai più eminenti personaggi della
città che, naturalmente, erano di età più o
meno avanzata.
Accadde che in uno dei congressi rotariani si
scoprì che l'età media del Club di Napoli era
la più elevata di tutta Italia. Allora i nostri
padri coscritti decisero di compiere
l'operazione di ringiovanimento, e non
potendo, ahi loro, farlo su se stessi, decisero
di abbassare la media dell'età ammettendo
nel club dei giovani di belle speranze!
Fummo, così, in breve tempo ammessi il
sottoscritto,
Gino
Ceriani,
Alfonso
Pellegrino, Ugo Novelli ed Elio Giangreco.
L’età media si abbassò e tutti furono felici e
contenti, ma, a volte, quando entravamo
nella sala da pranzo ci accoglieva un coro di:
"Stanno arrivann ‘ e guaglioni! ".
Quanto mi piacerebbe, oggi, essere accolto
così !
Per me fu una gioia enorme ed inattesa
perché allora il Club di Napoli raccoglieva
tutte persone importanti ed entrarvi era un
sogno irreale ed irraggiungibile per dei
giovani dirigenti che, come me, avevano
passato da poco la trentina.
Da parte mia, però, il Rotary lo conoscevo già
abbastanza bene perché ero stato, fino a
qualche mese prima, direttore dell'Ufficio
Studi della Camera di Commercio,
collaborando direttamente con il Presidente,
l'ingegnere Stefano Brun, uno dei più grandi
maestri che ho avuto nella mia vita. Brun era
un uomo poliedrico, i suoi amici lo
prendevano affettuosamente in giro,
dicendo che aveva l'hobby delle presidenze e
perciò le collezionava.
In effetti, in quel tempo ne aveva sei o sette,
oltre alle varie cariche di consigliere, ma
essendo un uomo intelligente e metodico,
riusciva a far tutto bene.
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Stefano Brun, che del Rotary era Past
President, faceva parte di quel "team" che
ebbe il gran merito di far rinascere nel
dopoguerra la nostra città distrutta, prima
dai bombardamenti americani e, poi, dalle
distruzioni dei tedeschi.
Quel gruppo di uomini, che "l’Espresso" di
Scalfari, definì "I sette dell'Orsa Maggiore",
aveva un leader carismatico, Giuseppe
Cenzato e se ben ricordo, gli altri sei, oltre a
Brun, erano Stanislao Fusco, Francesco
Giordani, Marcello Rodinò, Luigi Tocchetti
ed Ivo Vanzi. Tutti rotariani che ricoprivano
importanti cariche non solo a Napoli, ma
anche in aziende ed enti a carattere
nazionale.
Il Rotary divenne, perciò, in quegli anni, così
come lo era stato nell'anteguerra, un grande
centro propulsore, luogo di scambi di idee e
fucina di progetti per la città: qui nacquero le
leggi per il Mezzogiorno, gli acquedotti per le
isole, la legge del quinto, la banca degli occhi
e tante altre iniziative.
Era il tempo delle grandi speranze ed illusioni
sull'industrializzazione del Mezzogiorno e
Stefano Brun in qualità di Presidente
dell'Unione Italiana delle Camere di
Commercio organizzò su questo tema un
grande convegno al quale collaborai anch'io.
Una delle colazioni di lavoro per i
partecipanti si tenne proprio al Rotary, che si
riuniva allora all'Hotel Continental di Alberto
del Piero.
Devo ricordarvi, per inciso, che il Continental
fu la seconda sede del Rotary nel dopoguerra
perché la riapertura del Club ebbe luogo
l'otto luglio del 1944 nella mensa della Banca
Commerciale, messa a disposizione da
Stanislao Fusco e da Peppino La Preta, dove
il
colonnello
americano
Chapman,
commissario regionale dell' A.M.G., ed anche
egli rotariano, consegnò a Lorenzo Ricciardi,
la carta di rifondazione del Club di Napoli,
che era stato sciolto sei anni prima per volere
del regime fascista.
A proposito di quello scioglimento, vi dirò
che ho avuto la ventura di leggerne il
documento ufficiale il quale, mentre nella
forma esteriore è allineato allo stile imposto
dai tempi con frasi del tipo l’imponente
opera di rinnovamento sociale, politica, e
spirituale voluta dal Duce", ricorda però (con
sottinteso rimprovero) come il Re avesse
accettato la presidenza onoraria del Rotary e
ne facevano parte grandi personaggi del
tempo come Guglielmo Marconi, il Duca
d'Aosta e Arnaldo Mussolini. Conteneva, poi,
una coraggiosa affermazione che lasciava
intendere come "l'autoscioglimento" fosse
stato in realtà imposto. Ecco la frase:" Vi è
necessità di una disciplina che consiglia di
lasciare all'esclusiva autorità dello Stato e
degli organi creati dal regime iniziative ed
attività che prima potevano essere
felicemente ed utilmente seguite ed attuate
nella libera esplicazione della nostra vita
sociale."
Scusatemi la digressione, ma ho creduto
giusto che anche i più giovani avessero
conoscenza di come anche in momenti
difficili i nostri predecessori seppero non
rinunciare alla loro dignità!
Quando entrai nel Rotary vi trovai molte
persone che già conoscevo. La sede era nel
frattempo di nuovo cambiata e ci si riuniva
all'Hotel Royal, dove però allora, a differenza
di oggi, il tavolo da pranzo era unico. Un gran
ferro di cavallo, con i maggiorenti che
occupavano il lato corto.
I maggiorenti erano, naturalmente il
Presidente e l'oratore di turno, poi il
segretario, che allora era Mario Jacopetti, il
quale era stato preceduto da Quirino Fimiani
e fu seguito da Mario Florio. C'era, poi, il
tesoriere Paolo Grimaldi, il prefetto Cesare
Pinardi ed i soci più anziani ed importanti fra
cui ricordo il professore Carlo Venditti,
grande avvocato, da cui ho imparato molte
cose, avendo avuto la fortuna di vederlo al
lavoro, nella sua qualità di legale di fiducia
del Banco di Napoli per le società
partecipate, di cui ero responsabile.
Il professor Venditti si sedeva sempre allo
stesso posto, sul lato corto del tavolo ed i
suoi amici, conoscendo questa piccola
debolezza, si divertivano ad occuparlo con
14
suo grande disappunto. Naturalmente noi
giovani ci facevamo un sacco di risate.
Fra i maggiorenti, un posto di spicco
spettava ad Ettore Ceriani come Past
Governatore. Personalmente lo ho sempre
considerato come una persona di famiglia,
una specie di zio adottivo, anche perché i
nostri genitori erano molto amici, la figlia
Gioia era stata compagna di scuola di mia
sorella e veniva spesso a giocare a casa
nostra mentre l'amicizia fra me e Gino risale
a sempre.
Ceriani era un innamorato del Rotary ed in
materia di filosofia e di procedure rotariane
non vi era, e credo non vi sia nemmeno oggi,
qualcuno che ne sapesse più di lui. Con un
termine moderno si potrebbe dire che era il
"teorico del Rotary." Ricordo le conversazioni
di argomento rotariano che allora si
programmavano con maggiore frequenza, e
che egli teneva, usando un linguaggio
semplice, ma assai chiaro, onde sono certo
che molti degli attuali soci, che hanno avuto
il piacere di conoscerlo, abbiano appreso
molto da lui.
Guardava con molta speranza ai giovani e,
nel periodo del suo governatorato, ideò la
crociera dei Tre Vulcani, alla quale
parteciparono 19 giovani provenienti dal
Belgio,
Germania,
Olanda,
Francia,
Inghilterra, Danimarca e, naturalmente,
Italia. Quando di Rotaract non si parlava
neppure.
Alla mia prima riunione rotariana ricordo che
sedetti sul lato lungo di destra fra Piero del
Monte, (che considero il mio padrino
rotariano e per la cui memoria conservo un
grande affetto) e Pietro Lerario, (nonno del
nostro amico Paolo Romanello), uno dei
mitici fondatori del 1924.
Successivamente mi trasferii sul lato destro
del tavolo dove solitamente si sedevano
Cencio Carola, Luigi d'Amelio, Leonardo
Radice e Giulio Parisio con i quali si discuteva
spesso delle vecchie tradizioni napoletane e
fu proprio Carola che mi suggerì di parlare
dei dolci napoletani, tema che fu
l'argomento di una delle mie prime
conversazioni.
Altre volte mi sedevo vicino a Foddis, Giusti,
Arturo Lando (padre del nostro futuro
Governatore Marcello Lando), ma in questo
caso gli argomenti erano di carattere
economico.
Molti anni dopo, quando il ferro di cavallo fu
sostituito dai tavolini separati, occupammo
con alcuni amici quello a destra della
presidenza, che subito Arturo Polese
battezzò "II tavolo della contestazione".
Devo dirvi che è un tavolo molto ambito e
che, quando è necessario, non viene meno al
suo nome ed alle sue tradizioni di critica
costruttiva.
Il mio primo presidente è stato il Prof. Luigi
Tocchetti, amico di mio padre, che avevo
conosciuto in particolari circostanze, quando
sfuggito dopo l'armistizio ai tedeschi, ritornò
a piedi da Caserta dove era prigioniero,
essendo stato catturato nel corso di un
rastrellamento.
Giunto dai comuni del nord a Capodimonte si
ricordò che gli Accardi avevano una villa da
quelle parti e riuscì a rintracciarci.
Mio padre, che lo stimava molto, lo accolse
con gioia. Si fermò a riposare e mangiò con
noi. Ricordo che quel giorno c'era un unico
piatto, una cianfotta preparata con le
verdure dell'orto di mamma, uniche risorse
alimentari di quei terribili giorni. Anni dopo il
professore mi disse che quella cianfotta gli
era sembrata più buona di qualsiasi altro
manicaretto mai mangiato.
Luigi Tocchetti fu anche presidente della
Mostra d'Oltremare ed insieme a Peppino
Russo, diede vita alla prima edizione del
dopoguerra. In quella occasione mi affidò il
compito di ideare l'allestimento del
padiglione dedicato all'industrializzazione
del Mezzogiorno.
Ero sposato da poco, agli inizi del lavoro, ed
arrivare alla fine del mese era un difficile
problema economico, ma ci arrivò il
compenso di quel progetto, mi pare fossero
centocinquantamila lire, e mia moglie Ida ed
io facemmo salti di gioia.
15
Luigi Tocchetti credeva nei giovani ed amava
stare con loro anche al di fuori delle aule
universitarie. Alla fine degli anni Cinquanta
intorno a lui all'UCID ruotava un gruppo
giovani che, poi, nella vita hanno tutti
sfondato raggiungendo posizioni elevate
nelle banche, nelle industrie, nelle
professioni, nell'Università.
Durante la sua presidenza rotariana realizzò
"La crociera dei tre Vulcani", di cui vi ho già
accennato. Il gruppo dei partecipanti, sotto
la guida di un altro rotariano storico,
Francesco Bruni Roccia e di sua moglie,
navigò dal Vesuvio verso Stromboli e poi
all'Etna. Fu la prima iniziativa internazionale
dedicata ai giovani. Di napoletani vi erano i
figli del Prof. Puca, Luciana Cova e Lucia
Lando, in calzoncini e calzini bianchi.
Dell'avvenimento si conserva traccia nei
bollettini del 7 e del 21 agosto 1956, cioè
circa 56 anni or sono, con grandi elogi per la
coppia Bruni Roccia.
Il professor Tocchetti lo ricordate tutti col
suo fisico giovanile, il suo passo svelto e
l'elegante figura. Quando parlava, la lucidità
del ragionamento si sposava con la chiarezza
d'espressione e la profondità dei concetti.
Il suo eloquio, generalmente pacato, aveva a
volte improvvise impennate per denunciare
malcostumi, ignavie, incoerenze.
Col passare del tempo, la sua spiritualità si
affinò sempre di più per culminare
nell'affascinante conversazione "Scienza e
trascendenza" che, a mio parere, ha
rappresentato una delle vette più alte a cui
sia giunta una conversazione rotariana.
Qualche anno più tardi, Quirino Fimiani,
dopo aver lasciato la segreteria e la
presidenza del Club, fu eletto Governatore e
mi propose di fargli da segretario. Accade,
così, un fatto fino a poco tempo prima
inimmaginabile, e cioè che uno dei
"guaglioni" con solo tre anni di anzianità
divenne segretario del Distretto! La nostra
sede era in via Medina presso la ditta de
Palma, di cui Quirino Fimiani era socio.
Nei primi sei mesi del mandato fui molto
diligente. Ogni sera, dopo il lavoro, andavo a
via Medina e mi trattenevo a lungo con il
Governatore, più che per lavorare - lo
confesso - per imparare, perché quando era
in sede faceva tutto lui: dall'aprire la posta, al
battere
a
macchina
le
circolari,
dall'affrancare e spedire le lettere. Ma la sua
conversazione era tanto piacevole ed i suoi
insegnamenti così interessanti, che riuscì in
breve a farmi comprendere ed amare i
principi della filosofia rotariana che, anche
nel suo ricordo, ho cercato sempre di
applicare in ogni circostanza della vita.
Un bel giorno però cambiai azienda ed ebbi
un importante incarico in una società
multinazionale, che stava costruendo uno
stabilimento vicino Napoli.
Le mie visite si diradarono, ma Quirino
Fimiani che era un gran signore e mi voleva
molto bene, non se ne adontò, anzi fu felice
della fortuna che mi era capitata. Continuò
così a far tutto lui ancora più da solo.
Il mio nuovo lavoro ebbe anche un'altra
conseguenza: iniziai ad arrivare tardi alle
riunioni perché lo stabilimento era piuttosto
lontano.
Per fortuna c'era sempre qualche ritardatario
dopo di me! L’ultimo a giungere era quasi
sempre Paul Burkhard, il direttore
dell'Ospedale Internazionale che arrivava di
corsa dicendo: "Scusatemi, ma sapete c'è
sempre qualche "topino" che non vuole
uscire".
E se, qualcuno, uomo o donna, gli chiedeva.
"Scusi professore, ma lei che lavoro fa ?" Lui
rispondeva, col suo classico accento svizzero:
" Io lavoro dove gli altri si divertono".
Era, infatti, un grande ginecologo.
Ritorniamo al professor Quirino Fimiani.
Era un uomo straordinario, dall'elegante
aspetto di un gentiluomo inglese di mezza
età.
Raffinato, colto ed intelligente, accoppiava
alla logica dell'ingegnere la capacità di
riflettere e filosofeggiare che gli derivava
dagli studi classici.
Celebri sono rimaste le sue postille, con le
quali amava chiudere i bollettini.
16
Nel 1960 il Club le pubblicò, in suo onore, in
un volumetto che è diventato una piccola
rarità bibliografica. Eccovene alcune:
Le filosofiche
Prima di arrabbiarvi accertatevi almeno di
avere ragione.
I segreti sono una merce estremamente
deperibile.
L’antifascista
E' la rata che traccia il solco ma è la cambiale
che lo difende.
L’umoristica
Il peso è la gloria dei neonati e la vergogna
dei vecchi!
La surreale
Chissà se in Cina i Mandarini amano le
aranciate.
Le rotariane
I soliti brontoloni dicono che i Tesorieri sono
tutti affiliati alla setta degli esigenti.
I Segretari dei club sono pagati in valutaelogio. Essa è tuttora inconvertibile !
Distretto in Sicilia, fu vittima di un incidente
automobilistico.
Alla sua memoria il nostro Club ha dedicato
una borsa di studio che ogni anno viene
assegnata alla migliore tesi di ingegneria
industriale. Dieci anni dopo il nostro Club
ebbe di nuovo un Governatore: Mario Florio.
Conobbi Mario in un lontano giorno del 1943.
Mio padre mi raccontò che era stato parte
attiva
alla
liberazione
della
città
dall'occupazione tedesca. Era nella cerchia
che si riuniva intorno a Benedetto Croce
durante la Resistenza ed era proprio lui a fare
da staffetta fra Napoli e Bari, portando
materiali di propaganda al gruppo.
Fece, poi, parte del Comitato di Liberazione
Nazionale e quando il Paese ritornò alla
normalità, fu nominato componente della
Consulta Nazionale, organo che precedette
l'Assemblea Costituente.
Nel 1972, alcuni amici rotariani avevano
pensato a me come "Incoming President". Vi
erano, tuttavia, anche altri aspiranti. Un
giorno, prima della colazione, Mario mi
chiamò da parte e mi disse: "Vittorio senti a
me, questa volta non dare la tua disponibilità
... sei ancora giovane... hai tanto tempo
davanti a te per fare il presidente!"
E' inutile dirvi che il consiglio fu accolto
immediatamente e non solo perché Mario
era considerato la "Cassazione" in materia
rotariana, ma anche perché veniva da un
caro e saggio amico.
Qualche tempo fa, insieme a Pino Perrone
Capano ed a Gaetano La Gioia ci recammo a
casa di Mario per consegnargli il diploma che
gli dava il diritto di frequentare la "Sala dei
Famosi Rotariani" perché aveva compiuto 50
anni di anzianità rotariana.
Lo trovammo con la sua cara Ofelia, un po'
provato nel fisico, ma con una mente ancora
lucida e perfetta.
Ci trattenemmo nell'accogliente salotto fra i
suoi mobili antichi, le vetrine dei pastori
settecenteschi, i bei quadri, i raffinati oggetti
da collezione. Ci lasciammo, felici di averlo
visto così bene, ma fu l'ultima volta.
Due anni dopo lo fine del mandato di Fimiani
il governatorato tornò al nostro Club. Fu
nominato, infatti, Mario Jacopetti.
Mario era un uomo intelligente e buono,
atrocemente provato nella vita dalla morte
della moglie e dei figli durante lo guerra
sotto ad un bombardamento. Dopo un
periodo di disperazione Mario reagì
dedicandosi completamente alla scienza e al
Rotary.
Era professore di elettrochimica alla Facoltà
di Ingegneria. Assai preparato risolse
brillantemente una serie di problemi tecnici
durante la posa degli enormi tubi degli
acquedotti per le isole di Capri ed Ischia.
Durante la sua presidenza regalò a tutti noi
un libretto che aveva trovato in una libreria
antiquaria, che parlava di una antica
compagnia napoletana i cui ideali erano
molto simili ai nostri e che egli definì: "Un
Rotary ante litteram ".
Ma la sua vita era segnata dalla tragedia.
Mario morì sul campo, come un combattente
rotariano. Infatti mentre da Governatore si
recava in visita ad un Club rotariano del
17
Dopo la sua scomparsa, il nostro Club ha
istituito il "Premio Mario Florio", con cadenza
biennale, per promuovere l'interesse
meridionalistico dei giovani. La sua Ofelia ha
donato le risorse finanziarie necessarie alla
realizzazione.
Di Rodi Lupoli avete già sentito tutto.
Vorrei solo ricordare una riunione di venti
anni fa a casa sua, quando ci riunimmo con
alcuni amici (forse Guido D'Angelo se ne
rammenterà) e sembravamo un gruppo di
cospirati mentre decidevamo di mettere in
pista Lello Pallotta.
La carriera rotariana di Lello, che
certamente, avrà ancora brillanti sviluppi,
conferma che fu davvero una gran bella
cospirazione.
Avrei ancora tante cose da dirvi, tanti amici
da ricordare, ma il tempo mi impone di
concludere.
Prima di finire, però, desidero dedicare un
pensiero ad un grande amico scomparso.
A Lello Franchini, che vedemmo un brutto
giorno, proprio al termine di una riunione
rotariana, reclinare il capo su quel tavolo che
lo aveva visto tante volte brillante oratore e
magnifico Presidente. Di lui, Rocco
Gialanella, che é il "Conservatore Magnifico"
del nostro Club mi ha passato alcuni pensieri
ed aforismi. Ve ne voglio ricordare uno in
particolare, affinché tutti voi possiate
acquisirlo nel patrimonio delle vostre
certezze: "Noi non ci rendiamo conto del
privilegio di essere rotariani e vivere nel
Rotary che é la massima espressione di
libertà di pensiero e di parola!"
Con questa splendida riflessione di Lello
Franchini, eccomi giunto, veramente, al
termine di questa rapida carrellata di ricordi,
in cui spesso quelli personali si sono
intrecciati ai rotariani, ma ciò era inevitabile
perché, nella mia vita, amicizie ed
avvenimenti rotariani si sono spesso
accavallati con quelli privati, forse perché,
anziché sotto ad una foglia di cavolo, sono
nato sotto una ruota dentata!
Cari amici, all'inizio di questa conversazione
vi ho detto che uno dei miei primi "speech"
rotariani fu sui dolci napoletani. In quella
occasione conclusi con un gioco di parole,
dicendo che, avendo troppo parlato di dolci,
da quel giorno sarei stato considerato dai
soci anziani non più un "enfant gatè", ma un
"enfant gatteau"!
Col passare degli anni sono diventato, ormai
un "vieux gatteau" ma, siccome non voglio
trasformarmi, oggi, ai vostri occhi addirittura
in una "pizza sereticcia", chiudo la bocca e vi
saluto.
Grazie!
Epicarmo Corbino
18
Raffaele Pallotta di Acquapendente
L’orgoglio dell’appartenenza e il piacere di
esserci.
E’ molto difficile sintetizzare in poche parole
la grande ricchezza d’emozioni che mi ha
regalato il nostro club: l’orgoglio d’essere
stato chiamato a farne parte e la
preoccupazione
di
esserne
degno
paragonandomi a tanti grandi personaggi
che ne costituivano l’organico, la grande
emozione d’essere stato chiamato a
presiederlo, l’impegno collettivo dei suoi soci
per elevarmi prima al governo del distretto e
poi a far parte del Consiglio Centrale. Non
saprei quali di questi successivi passi mi ha
più emozionato. Analizzando con calma e a
freddo le varie fasi del mio servizio rotariano,
mi sembra di poter affermare che il piacere di
farne parte è quello che mi ha più coinvolto e
che mi emoziona ancor’oggi. Nel mio
peregrinare per il mondo al servizio del
Rotary, il pensiero di poter tornare nel mio
club ha sempre costituito un elemento di
serenità e anche una sorta di autocontrollo
quando potevo, a torto, inorgoglirmi per
quanto ero stato chiamato a fare. Forse non
tutti ricordano l’importante ruolo che ha
avuto il nostro club sull’evoluzione della
nostra società cittadina e quanto tuttora sta
facendo per la nostra comunità. Tra le prime
realizzazioni, voglio ricordare l’istituzione
della “commissione per lo studio e la
realizzazione di progetti per migliorare le
condizioni igieniche della città” (nulla di
nuovo sotto il sole!), la costruzione
dell’autostrada Napoli – Salerno che fu
decisa e fu avviata alla concreta realizzazione
con la costituzione della <Società per le
Autostrade Meridionali>, col capitale iniziale
di lire 500.000, sottoscritto in un solo giorno
quasi
esclusivamente
da
rotariani,
l’istituzione della “Società Napoletana dei
Concerti Orchestrali”, l’erezione del San
Carlo in Ente Autonomo, la sistemazione
della Stazione Zoologica. Tra le ultime
attività di maggiore rilievo non si può non
ricordare: le borse di studio che, con la
fondazione Jacopetti, ha distribuito a tanti
giovani laureati in ingegneria, la banca degli
occhi, la scuola informatica per i non vedenti,
l’operazione di prevenzione dell’aneurisma
addominale aortico (le tre A), l’operazione
“smile”, lo studio sulla qualità della vita nei
vari quartieri della nostra città, il premio per i
giovani giornalisti, i numerosi confronti con
le autorità preposte all’amministrazione
della nostra città e della nostra regione, le
proposte per l’assetto del “water front” e del
centro storico, il patrocinio della biennale del
mare, quelle realizzate nel contesto del
gruppo partenopeo dei Rotary Club e tante
altre ancora. Il nostro club ha avuto la
fortuna d’essere stato presieduto sempre da
amici d’alto profilo che ne hanno sollecitato
sia l’impegno sia il livello delle proposte e di
avere soci di grande prestigio con i quali è
sempre piacevole incontrarsi e lavorare per
gli altri. Mi sembra di aver tenuto ieri la
commemorazione, negli storici locali del
Bertolini, dei primi settantacinque anni del
nostro club e sono invece trascorsi dieci anni.
Siamo giunti ora a Ottantacinque anni che
non sono che il principio: la vecchiaia è
ancora molto lontana! D’altra parte
festeggiare gli ottantacinque anni con un
presidente giovane e dinamico com’è il
nostro Massimo Franco dimostra che il club
ha i necessari equilibri per non cadere nel
modello “gerontocomio”. K. Jasper, nel
1965, sostenne che: ”Ognuno vorrebbe
diventare vecchio, ma nessuno vorrebbe
esserlo” d’altra parte l’esperienza c’insegna
che “a invecchiare s’impara mentre
s’invecchia”. Se è vero che i rotariani
rappresentano la “gioventù dell’impegno
permanente nel servizio per gli altri”, pur nel
fluire dell’età, è impossibile non pensare a
una loro giovinezza permanente nel pensiero
e nell’impegno sociale. Il ricordo di quanti
19
sono rimasti con noi nel ricordo e nel
rimpianto ci serve da sprone. Ricordo quelli
che ho avuto il privilegio di conoscere e dai
quali ho appreso modelli di vita sociale e
rotariana: Luigi Tocchetti, Epicarmo Corbino,
Mario Florio, Rodi Lupoli, Arturo Polese,
Carlo Brancaccio, Mario Rosario Pepe, Mario
Pepe, Giovanni Giordano Lanza, Michele
Rubino, Raffaello Franchini. Ricordo anche
tutti quelli che non ho avuto il piacere di
conoscere personalmente, ma che conosco
altrettanto bene per averne studiato i
comportamenti, gli insegnamenti e le
realizzazioni. Voglio sottolineare che tra i
tanti pregi del club, non ultimo è la costante
e coerente assenza di conflittualità che ci ha
consentito, pur nella giusta dialettica e
diversità di opinioni, un’armonia che è la
base per avere il giusto piacere di poter
essere utili agli altri con amicizia. Solo se nei
Club rotariani regna l’armonia, possiamo
impegnarci realmente nel nostro compito
essenziale di migliorare la qualità della vita e
la dignità di ogni essere umano, iniziando
dalla nostra comunità. Possiamo dire di
avere assolto il nostro compito, con
dinamicità intellettuale, riuscendo a “fare
opinione”, nella comunità in cui operiamo,
nel servizio alla città e al territorio,
occupandoci di problemi di traffico, sanità,
degrado
urbano,
disagio
giovanile,
formazione e quant’altro per interagire con i
suoi processi innovativi, anticipandone
l’evoluzione ed esserne parte trainante e non
trainata. Possiamo affermare con il giusto
orgoglio che nel nostro club non abbiamo
mai avuto paura d’avere il coraggio di
studiare e proporre soluzioni credibili,
realizzabili ed efficaci, di problemi piccoli o
grandi nella vita della nostra comunità, che
possano essere considerate da chi detiene il
potere decisionale e ascoltate anche da chi,
tra loro, è un po' duro d’orecchio. Posso,
quindi, affermare che si è realizzato quanto è
scritto nel monito di Paul Harris: ”Essere
rotariani nei fatti significa avere il coraggio e
l’orgoglio di esserlo nella realtà e nelle
difficoltà di ogni giorno”.
Eppure, nonostante tutto ciò che ho
ricordato, quello che il nostro club ha
realizzato non costituisce che la premessa, il
meglio deve ancora venire!
“Non ci rendiamo conto del
privilegio di essere “rotariani”
e vivere nel ROTARY che è la
massima espressione di libertà
di pensiero e di parola.”
PP Raffaello Franchini, 1989
20
Rocco Gialanella
II Rotary di ieri, il Rotary di oggi
Per timore di sforare il tempo assegnatomi,
considerando che i miei ricordi di vita
rotariana mi porterebbero a parlare per ore,
affido a questi appunti i miei ricordi, i miei
rilievi, le mie riflessioni. La mia proposta di
ammissione al R.C.NAPOLI era firmata da
Quirino Fimiani, Presidente prima, e dopo la
quarantena, fascista e Governatore dell'unico
Distretto italiano il 46°.
Considerando che ero appena trentenne la
Commissione per l'ammissione non ritenne
possibile accoglierla, tenendola in evidenza
per 8 anni. Questo un primo aspetto
del"Rotary di ieri." formato da uomini maturi
e di grande spessore; mi basti ricordare
Biagio Borriello, Epicarmo Corbino, Luigi
Tocchetti, Enzo Carlevaro, Carlo Venditti,
Ruggero De Ritis, Luigi Califano. Più
recentemente, Mario Florio, Rodi Lupoli,
Mario R. Pepe, G. Giordano Lanza, Lello
Pallotta, Guido D’Angelo, Lello Franchini,
Marcello Lando, fino a Carlo Rolandi ed Elio
Sava. Vorrei ricordarli tutti ! Immaginate il
mio timore nel rivolgere loro la parola e
sedere al loro tavolo. Questo timore svanì
perché fui accolto con calorosa amicizia.
Furono sorpresi di notare quanto già sapessi
del ROTARY ed io spiegai che Fimiani da anni
mi passava le Riviste "ROTARY" e "REALTÀ
NUOVA".
Fui subito coinvolto e designato membro di
una Commissione.
Ho sempre vissuto intensamente la mia vita
rotariana e sono chiaramente legato al
"Rotary di ieri" nel quale sono invecchiato. Il
Rotary era un "gruppo di pressione" in grado
di incidere positivamente e profondamente
nella vita della. Comunità. Era considerato un
privilegio essere invitati al R.C. NAPOLI,
l'unico Club della città, per una
conversazione. Ho conosciuto un Rotary
rigoroso ed attento alle regole che lo
governavano, Molto severo e selettivo nelle
ammissioni di un candidato che doveva
degnamente rappresentare una "classifica".
Le Classifiche erano dettagliatamente e
compiutamente elencate. Oggi le classifiche
sono inflazionate. Solo dopo alcuni anni si
fece ricorso alla seconda classifica, di "Socio
aggiunto" per poter ammettere una seconda
persona,
egualmente
stimata
nella
"classifica" già rappresentata, qualifica in
verità poco gradita.
Il prestigio dell'unico Club che rappresentava
il Rotary International nella città era invero
notevole, immaginate la sorpresa, direi lo
smarrimento che colse tutti noi quando da
Evanston ricevemmo l’invito a promuovere la
nascita di un nuovo Club.
Correva l'anno 1968. L'imperativo era
tassativo: "Sviluppo dello effettivo". L'invito
tuttavia fu oggetto di accese discussioni. Il
Club comunque dispose una attenta
divisione del territorio cittadino, poiché,
dopo qualche mese, ci fu anticipato che altri
Club dovevano nascere nella nostra, città. Il
Presidente fece disporre una planimetria del
territorio cittadino dividendolo in varie zone,
accogliendo l’invito a cedere gradualmente
una parte del territorio per la nascita di nuovi
Club la cui denominazione venne collegata
alla suddivisione del territorio. Nello stesso
anno 1968 fu così fondato il 2° Club Napoli
Nord e successivamente il 3° Napoli Ovest.
Poi qualche anno di tregua, ed infatti il 4°
Club Napoli Est fu fondato nel 1977.
Nel Rotary di ieri le iniziative del nostro Club
erano rilevanti: ricordiamo la progettazione
ed il finanziamento dell'Autostrada Napoli –
Pompei da ritenere la più rilevante
realizzazione di un Rotary Club italiano.
Anche nel Rotary di oggi abbiamo iniziative
di rilevante spessore: ricorderei il
“Programma 3A” condotto da Nino de
Donato, adottato da molti club nel mondo
rotariano, il “Progetto Istruzione informatica
per non vedenti, Savy” condotto da Gaetano
21
La Gioia e il Progetto “Qualità della vita per
la città di Napoli” condotto da Massimo
Franco. Vorrei ancora ricordare che il nostro
Club, quando si avviava a festeggiare il 50°
anniversario della fondazione, decise, per la
speciale occasione, di donare alla città una
"Banca degli occhi", la prima, in Italia, ed il
Presidente Arturo Polese, desiderando
partecipare a questa iniziativa, invitò presso
la
Sede
dell'Unione
Industriali
i
rappresentanti della Stampa. Erano presenti
i Direttori di tutti i giornali distribuiti in città.
Oggi la Stampa ci ignora quasi sempre
poiché, chiaramente, non è in grado di
pubblicare le iniziative ed i programmi di 10
Club ! Vi è un’inflazione di Club e si è
dimenticato l’assioma “la qualità non si
coniuga con la quantità”.
Qualche eccezione vale per il nostro Club ed
infatti il nuovo Direttore de IL MATTINO
Virman Cusenza, accogliendo l’invito del
nostro Presidente Massimo Franco, è stato
recentemente ospite e conversatore. Cosi
per le manifestazioni rotariane di rito,
quando le Autorità ricevono gli inviti di 10
Club, generalmente li declinano tutti ! Per
coordinare le attività dei 10 Club, è stato
costituito, già da qualche anno, il "Gruppo
Partenopeo" formato dai Presidenti in carica
di tutti i Club, con la prospettiva di esaminare
un unico, valido programma, da realizzare
nello interesse della Comunità, ma lo spirito
di indipendenza e la indiscussa autonomia di
ogni Club, hanno reso quasi sempre
inattuabile un comune programma.
Vorrei ancora ricordare una svolta, epocale e
recente nella vita del Rotary di oggi:
l'ammissione delle donne. Avrei desiderato
fosse stata una libera decisione del Rotary
International e non una imposizione della
Corte Suprema della Californìa su istanza
delle socie del Soroptimist che assumevano
che nelle libere professioni era evidente,
nello svolgimento delle rispettive attività,
una situazione di privilegio dei colleghi
rotariani.
In principio non accettammo questa
"imposizione" ed il dissenso della maggior
parte dei Soci fu convalidata dall'esito di un
referendum. Tuttavia fu necessario ed
inevitabile superare questo trauma, ed io
stesso
ho
recentemente
proposto
l'ammissione di una giovane e valorosa
donna nel Club. Si è sfatato un mito!
Nel "Rotary di oggi" una svolta notevole è
stata anche l’ammissione dei giovani, spesso
rotaractiani, che non fu facile accettare.
Molti di noi erano perplessi ma, ricordando
l'auspicio di Fimiani: "bisogna invecchiare nel
Rotary" abbiamo accolto i giovani e siamo
lieti di riconoscere il loro impegno e
coinvolgimento nella vita del Club. Mi basti
ricordare il solerte Segretario Luca Ganguzza
e l’attento Tesoriere Elio Gambardella.
Riconosciamo in questo il grande merito di
Marcello Lando.
Comunque il "Rotary di ieri" era
inevitabilmente
destinato
a
vivere
l'evoluzione dei tempi, della società, dei
rapporti umani.
In fondo le nuove regole non rappresentano
gli estremi di una lacerazione faustiana e
così, anche i vecchi rotariani, hanno
accettato questo "Rotary di oggi" e non
poteva essere altrimenti.
Il profondo legame e l'amore che ci legano al
Rotary sono stati determinanti: dobbiamo
vivere questo nuovo "Rotary di oggi".
Il nostro Past Governor Giancarlo Calise nel
corso di una recente intervista rilasciata al
rotariano Alfonso Forte che gli domandava
cosa pensasse del "nuovo Rotary" ha
risposto: "Non penso a nessuna rivoluzione a
meno che non si voglia definire "rivoluzione"
l'obiettivo di perseguire il concreto
coinvolgimento dei soci ed il loro sincero
affiatamento. Il Rotare, infatti, per poter
essere condivisione, non può prima, non
22
essere partecipazione. Il Rotare deve
recuperare la sua ragion d'essere: una piccola
ruota che aiuta a far girare il mondo! "
In conclusione, ricordo che un amico non
rotariano, mi ha domandato quali vantaggi
mi offrisse il Rotary. Ho chiarito che per un
rotariano non vi è alcun vantaggio poiché il
nostro ideale, la nostra massima, è: "pensare
agli altri prima, che a se' ". Tuttavia vorrei
sottolineare che il Rotary mi ha dato molto,
moltissimo, perché mi ha dato un prezioso,
unico, stupendo patrimonio di amici.
Dedica di Emanuele Filiberto di Savoia
La visita del Cardinale Corrado Ursi al Club
23
Guido D’Angelo
II Rotary e la Politica
Io credo che Marcello mi abbia chiesto di dire
qualche parola sui rapporti del Rotary (del
nostro Club in particolare) con la politica,
principalmente per due ragioni: perché ho
già
festeggiato
i
quarant’anni
di
appartenenza a questo Club e perché in quasi
la metà di questi 40 anni ho partecipato ad
assemblee politiche rappresentative, dal
Consiglio comunale di Napoli, alla Giunta e
Consiglio regionale, alla Camera dei
deputati.
Penso – e lo stesso potrei dire per altri soci che chi avesse partecipato alle riunioni del
nostro Club, senza conoscere la mia attività,
non avrebbe individuato la mia appartenenza
ad un determinato schieramento politico.
Talvolta avrebbe forse potuto pensare che
all’epoca fossi all’opposizione di determinate
maggioranze locali o nazionali, ascoltando
determinate
valutazioni
critiche
su
provvedimenti amministrativi o legislativi
emessi da governi nazionali e locali a
maggioranza democristiana (mentre io,
invece, facevo parte proprio dei gruppi
democristiani).
E con ciò non intendo rinnegare la mia
adesione
alla
Democrazia
cristiana,
confermando anzi la mia (e la diffusa)
opinione che era meno peggio la prima
Repubblica.
Analoghe considerazioni si potrebbero fare
egualmente per tanti soci di questo Club.
Marcello mi ha consigliato di non fare nomi.
Forse ne ho intuito uno dei motivi. Lui sapeva
che io avrei affermato che talvolta i soci di
questo Club hanno fatto affermazioni o
scelte contrastanti con le posizioni dei partiti
politici preferiti. Forse Marcello temeva che a
questo fine avrei fatto l’esempio del doppio
errore da Lui commesso nel 1987, quando
votò la Democrazia cristiana soltanto per
darmi il voto di preferenza e turandosi tutto,
non solo il naso (come disse Indro
Montanelli).
Ma io non potevo rinunciare a questo
esempio significativo, anche se so che molti
dei presenti stanno pensando che
effettivamente Marcello fece un grosso
errore, almeno nel voto di preferenza.
Talvolta, dentro e fuori il Club, si è detto che
il Rotary non fa politica. A mio avviso, invece,
si può dire che il Rotary deve fare politica e
questo Club ha fatto politica nel senso di
occuparsi dei problemi della comunità,
proponendo soluzioni o sollecitando le
Istituzioni pubbliche ad adottare le soluzioni
necessarie.
Si tratta, cioè, di esaminare i problemi della
comunità, in particolare i problemi della
nostra città, prescindendo dal colore politico
degli interlocutori, cioè senza essere
condizionati dal piacere o dispiacere ad un
determinato partito politico o ad una parte di
esso.
Basterebbe rileggere le relazioni (o le sintesi
delle relazioni) svolte nelle nostre riunioni
(conviviali o di caminetto) pubblicate nel
Bollettino del Club, per dimostrare l’impegno
del nostro Club per la soddisfazione di
interessi generali, nonché la stima e
l’amicizia tra i soci, indipendentemente dai
diversi orientamenti politici o dalla militanza
in un partito (come è emerso anche nella
designazione dei Presidenti del Club).
Naturalmente, si sono verificate e si
verificheranno posizioni ed indicazioni
diverse nella trattazione di determinati
argomenti, ma sempre nella ricerca
dell’interesse collettivo, senza alcun
collegamento con questo o quel partito
politico o corrente del medesimo.
Purtroppo, talvolta, la nostra attività si è
fermata all’interno del Club, senza
un’adeguata proiezione esterna, secondo
una caratteristica generale dei Club rotariani,
tanto che un famoso giornalista, parlando di
una determinata riunione la definì <<inutile
come una riunione del Rotary>>.
24
A mio avviso, bisogna insistere sulla
necessità di una maggiore proiezione esterna
del Rotary, che non solo può, ma deve
essere, un gruppo di pressione al fine di
sollecitare la giusta soddisfazione di
determinate esigenze della comunità.
Nella riunione del 24 novembre scorso,
alcuni soci hanno lamentato, che il Club non
ha protestato a suo tempo per la vendita del
Banco di Napoli. Potrebbe essere un esempio
di carenza della detta proiezione esterna del
Club e che in questo senso tutti dobbiamo
fare di più (e non limitarci a lamentare che
altri non fanno di più). E ciascuno può fare ciò
in vari modi, anche con iniziative personali,
nel proprio lavoro quotidiano, o rivolgendosi
alle Istituzioni od agli organi d’informazione.
A tal fine sarà anche utile rileggere la storia
di questo Club, come emerge, ad esempio,
dai volumi pubblicati nel 1974 e nel 2000, in
occasione dei 50 e dei 75 anni dalla nascita
del Club.
Si possono così ricordare personaggi
straordinari ed importanti, ma mai coinvolti,
come rotariani, in polemiche per una
posizione a favore di determinate parti
politiche.
Poi, nei detti volumi si trovano sia saggi di
notevoli qualità, in cui sono affrontati molti
ed importanti problemi della comunità
napoletana senza mai l’assunzione di
posizioni di parte politica, sia la descrizione
di alcune iniziative del Club di notevole
interesse collettivo.
Sono scritti anche di soci militanti in
differenti e contrastanti partiti politici, ma da
cui non emergono mai polemiche
strumentali, bensì soltanto uno sforzo
nell’interesse generale.
Naturalmente, come ho accennato, su vari
argomenti le opinioni possono essere e sono
diverse.
Ho pensato, ad esempio, ai criteri
d’intervento per la riqualificazione del centro
storico di Napoli, rileggendo quanto scrisse
in merito il Presidente pro tempore Arturo
Polese nella presentazione del detto volume
del cinquantenario.
Fra l’altro, a proposito dei quartieri spagnoli,
Polese parla di <<dedalo di stradine e di
strade, senza volto e senza armonia, dal
disegno approssimativamente ortogonale, in
cui hanno continuato a vivere i discendenti
dei soldati e dei sottoufficiali in una miseria
che diventa sempre più pronunziata, man
mano che si perde nel tempo il ricordo
dell’attività che li aveva in principio
mantenuti>>. E poi, per la zona oltre Foria,
Polese scrive di <<case vecchie ed oscure,
domicilio di piccoli signori e dei loro servi,
case che nessun terremoto e nessun
bombardamento ha saputo distruggere, veri
e proprio antri, nei cui cortili oscuri e senza
sole occhieggiano ancora gli anelli ove si
fissavano i cavalli>>. E, di questo passo,
Arturo Polese descrive altre zone,
criticandone la definizione di storiche,
mentre a suo dire, <<in gran parte non sono
nemmeno antiche>>.
Perciò Polese ritiene sbagliato considerare
intangibili tali zone, <<mentre qualsiasi città
civile ne avrebbe già raso al suolo tutte le
sovrapposizioni lasciando in vita solo le
vestigia antiche o quanto di degno – ed è
molto – vi sussiste e che attorno ai tre
decumani qualsiasi città civile avrebbe da
anni pedonalizzato>>.
Ho citato questo scritto del Presidente
Arturo Polese per dare un esempio
dell’impegno del Club nella trattazione di
problemi delicati e su cui i soci hanno
opinioni diverse, ma che vanno discussi
senza preconcetti e con l’intenzione comune
di migliorare la qualità della vita dei
concittadini, com’è connaturale alla funzione
di servizio, che – con sentimento di amicizia
– devono svolgere i rotariani. Del resto, nel
volume
per
il
settantacinquesimo
compleanno del nostro Club, Vittorio Accardi
riporta un pensiero del compianto past
President Raffaello Franchini – conservato
naturalmente da Rocco Gialanella – secondo
cui il Rotary è la massima espressione di
libertà di pensiero e di parola.
Ancora oggi, su tanti altri problemi di Napoli
il Club si è impegnato e dovrà impegnarsi nel
25
futuro, come si sta facendo, ad esempio, per
la realizzazione del programma di
riqualificazione del Waterfront cittadino dal
Molo Beverello all’Immacolatella Vecchia ed
in materia di viabilità e parcheggi.
Queste sono operazioni politiche e per il
nostro Club questo significa fare politica.
Concludo. Il futuro non appartiene a chi
dubita, ma a chi non trascura l’azione, con
tutte le inevitabili illusioni e delusioni
(anch’io forse m’illudo e potrò rimanere
deluso), cioè si tratta di continuare il nostro
impegno di uomini attivi nella società e nella
città in cui siamo nati o, comunque, abbiamo
operato senza fini di parte, ma nell’interesse
comune.
26
Domenico Dente Gattola
Un ponte verso il futuro
In via preliminare, faccio una breve
premessa: sono di provenienza rotaractiana
e questo mi ha notevolmente aiutato nel
momento in cui sono entrato nel ROTARY, in
quanto mi ha dato la possibilità di
comprenderne più agevolmente i principi alla
base (ovvio che descrivo una sensazione
personale).
Detto questo sono molto lieto, di essere qui
questa sera a celebrare l'ottantacinquesimo
compleanno del nostro club e di avere la
possibilità di partecipare in modo concreto
alla serata; viene da fare una constatazione,
ovvero che il titolo della serata è quanto mai
azzeccato, del resto in caso contrario stasera
nessuno sarebbe qui, o forse il club sarebbe
una cosa già estinta da tempo, priva di
vitalità. Cosa, che non si può dire per il
Rotary Club Napoli, sempre vitale, pieno di
energia, attivo e non lo dico badate bene per
piaggeria nei confronti dei vari presidenti che
si sono succeduti nel corso dagli anni, tutti
sempre di "ottima caratura" perdonatemi
l'espressione, ma dalla constatazione di un
dato di fatto.
Del resto la celebrazione di una festa, di un
evento come un compleanno è sintomo di
voglia di costruire, di entusiasmo e di gettare
un ponte verso il futuro, traendo dal tempo
che passa la determinazione verso nuovi
traguardi.
Tutto questo ho potuto notare nelle
molteplici attività del nostro club, in primo
luogo nel servizio verso gli altri, vale a dire le
persone più bisognose, meno fortunate, nei
cui confronti le varie attività del club non
sono mai state futili e prive di senso. Al
contrario, in questi anni non ho mai visto
progetti fine a se stessi, fatti perché
dovevano essere fatti, perché "siamo il
Rotary Napoli " al contrario ! Si può dire,
infatti senza timore di errore che vi è sempre
stato
impegno,
caratterizzato
da
concretezza nell'affrontare i problemi,
accompagnato da una grossa discrezione,
sempre concentrati a non mettere in
difficoltà o compatire la persona cui si dava
aiuto: penso a progetti come quello a favore
dei non vedenti, dedicato al nostro caro socio
Savy, cui ed è una mia colpa non ho
attivamente partecipato, ma che mi ha
sempre stimolato. Non posso poi non
menzionare la continua attenzione ai
problemi della città, di cui il club è sempre
stato attento osservatore, direi quasi voce
critica. Senza mai però trascendere nel
politico, o tanto meno prendendo una
posizione politica piuttosto che un altra, ma
cercando solo di svolgere un ruolo di
coscienza critica, tale a stimolare la
riflessione tra i soci. Questa continua
attenzione alla città si è manifestata con
l'invito di numerose personalità della vita
cittadina, che ci hanno offerto il loro punto di
vista, consentendo ai soci, di formarsi un
idea obiettiva, lontana da condizionamenti
politici, ma diretta a comprendere il reale
stato dei fatti.
Momento fondamentale è quindi la riunione
conviviale mai banale, che solo coloro che
non conoscono il mondo rotariano possono
definire inutile, momento dedicato al
"mangiare", in quanto, è almeno la mia
esperienza anche a tavola si può fare una
bella esperienza e comprendere la bellezza
del Rotary: ma comprendetemi non è legato
questo concetto al cibo, ma all'arricchimento
umano che deriva dall'incontrare altre
persone. Io per esempio, ho avuto la
possibilità di migliorare il mio modo di
gestire una conversazione con persone che
non conosco abitualmente e ciò mi è stato di
notevole aiuto anche nel corso della mia vita
professionale. Si può dire quindi che il Rotary
dia qualcosa a tutti dal punto di vista
umanitario e che sia in errore colui che pensi
di ricavarne qualcosa di materiale ! Per
fortuna aggiungo io !
27
28
Luigi Stadio
La fiducia nelle nuove leve
Vorrei iniziare il mio intervento con una
battuta che spesso fanno amici di altri club
quando dichiaro la mia appartenenza al
Rotary Club Napoli.
« Sei entrato nel club dei “vecchi” ?» ed io di
rimando «Loro sono molto più vitali di noi!».
Ho voluto fare questa introduzione per
esprimere le mie prime sensazioni da quando
ho iniziato a frequentare il nostro Club.
Infatti quando si entra in questa sala per le
riunioni conviviali si avverte subito il calore e
la voglia di stare insieme dei soci, ma questo
aspetto ludico non contrasta, anzi esalta, la
volontà del fare di tutti e ne sono espressione
lampante tutti i progetti e le iniziative che il
nostro Club ha proposto e portato avanti nel
corso di tutti questi anni, e che sono esempio
per gli altri clubs.
Il mio avvicinamento al Rotary è iniziato
frequentando il Rotaract Club Napoli Ovest
grazie a mia moglie Valeria che era socia e
segretaria per due anni. Io per motivi
anagrafici ero già fuori, però spesso ho
partecipato alle attività del club ed ho avuto
modo di conoscere dall’interno questo
mondo.
Quando mi è stata prospettata l’opportunità
di entrare nel nostro Club ho avuto un
momento di tentennamento per la storia che
il Club Napoli rappresentava per la città, ma
ho pensato che se volevo fare rotary non
potevo che essere onorato e con umiltà ho
iniziato a frequentarlo; da subito mi sono
sentito a mio agio e avvertito il calore che
questo Club trasmette.
L’apertura ai giovani è stata fatta in maniera
saggia, coinvolgendoci subito nelle attività
del Club e affidandoci incarichi sia nel
consiglio direttivo del Club che a livello
distrettuale.
Infatti, per quanto riguarda la mia
esperienza, sono stato subito inserito nella
commissione giovani sotto la attenta guida
di Sergio Pepe; per quest’anno mi è stata
affidata, dal giovane presidente Massimo
Franco,
la
presidenza
della
sottocommissione
comunicazione
ed
informazione avendo come riferimento
Nando Scotti. A rafforzare la fiducia che il
club ha nelle nuove leve è che questa
sottocommissione è costituita da tutti soci
giovani.
Proprio quest’anno il nostro Club vanta un
consiglio direttivo, ad iniziare dal presidente,
dove incarichi di responsabilità sono affidati
ai giovani, e mi riferisco al segretario Luca
Ganguzza, al vice segretario Marco Palmieri,
al tesoriere Elio Gambardella, a cui è stato
affidato il progetto “Qualità della vita”, al
delegato internet Alessandro Rasulo. Inoltre
alcuni progetti sono sotto la guida di persone
come Luigi Califano (OCEDAT) e Marcello
Martinez (Mediterraneo e sviluppo) anch’essi
entrati negli ultimi anni.
Anche a livello distrettuale il Club ha lanciato
noi giovani come Valterino Ziviello per la
rivista distrettuale e Domenico Dente
Gattola ed io per l’alfabetizzazione.
Questo per dimostrare che il nostro ingresso
è una scelta convinta da parte di tutti i soci,
ed è questa la nostra forza: la volontà di farci
crescere e dare a noi gli strumenti e le
esperienze che il nostro Club ha acquisito in
questi primi 85 anni. Noi siamo onorati e
fortunati di far parte di questa “famiglia”,
perché sappiamo che in qualsiasi momento
avremo qualcuno a cui rivolgerci per un
consiglio.
Da parte nostra non ci resta che lavorare e
far si che il Club mantenga la sua funzione di
club decano del distretto, forza motrice ed
esempio per gli altri club cittadini, per
tornare ad essere più incisivi nelle scelte
“politiche” sul nostro disastrato territorio.
29
Amicizia
Ho imparato... che nessuno è perfetto...
Finché non ti innamori.
Ho imparato... che la vita è dura...
Ma io di più!!!
Ho imparato...
che le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu...
le prende qualcun altro.
Ho imparato... che quando serbi rancore e
amarezza la felicità va da un'altra parte.
Ho imparato...
Che bisognerebbe sempre usare parole
buone...Perchè
domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato... che un sorriso
è un modo economico per migliorare il tuo
aspetto.
Ho imparato...
che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato... che
quando tuo figlio
appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo
pugno... ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato... che tutti
vogliono vivere in cima
alla montagna....Ma tutta la felicità e la
crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato... che bisogna godersi
il viaggio e non pensare solo alla meta.
Ho imparato...
che è meglio dare consigli solo in due
circostanze...
Quando sono richiesti e quando
ne dipende la vita.
Ho imparato...
che meno tempo spreco...
più cose faccio.
di un Anonimo sul web
distribuita a Soci in occasione della Serata dell’Amicizia
il 21 luglio 2009.
30
Guido D’Angelo
Anni rotariani 1986-1988
Ho assunto l’incarico di Presidente del Club
con forte determinazione, ma anche con un
pò di autoironia verso me stesso ed alcune
pratiche rotariane. Infatti, nel discorso di
insediamento ho ricordato Catalano di
“Quelli della notte”, affermando che “è
meglio assistere allo scambio delle consegne
in perfetta salute piuttosto che con un forte
mal di testa”.
Sono stato sempre convinto, che il Rotary
non è un ente culturale o di beneficenza,
bensì un’associazione di persone qualificate,
che – con amicizia ed unità d’intenti – deve
svolgere un’azione di servizio nell’interesse
della comunità, sfuggendo alla tentazione
dell’autoreferenzialità e dello scambio di
onorificenze. Trattasi proprio del motto del
Governatore del distretto nel 1987:
<<Amicizia – Presenza – Azione>>. In tal
senso ho sostenuto che il Rotary deve fare
politica senza alcun condizionamento da
parte dei partiti politici, ma affrontando i
problemi della collettività nell’interesse
generale, anche proponendo soluzioni o,
comunque, sollecitando le Istituzioni
competenti. Perciò, nel mio discorso
d’insediamento, rilevai che non si può
pretendere il <<buon governo>> solo dagli
altri, ma bisogna contribuire alla migliore
gestione della cosa pubblica.
Pertanto, nei due anni della mia presidenza,
furono organizzate, nell’ultimo martedì del
mese, riunioni serali non conviviali su
argomenti di attualità non riservate ai soci,
ma aperti alla città. Furono invitati
conversatori di notevole rilievo nazionale per
aprire un dibattito pubblico su temi
d’interesse generale, ma sempre sollecitando
considerazioni e proposte interessanti l’area
napoletana.
Fra gli altri, ricordo: il Ministro della Sanità,
Francesco de Lorenzo, su la tutela
ambientale, con un’anticipazione del
problema dei rifiuti, poi esploso negli ultimi
anni; il prof. Marcello Gigante, sui nostri
tesori archeologici; la senatrice Rosa Russo
Iervolino, sui problemi dell’informazione
radiotelevisiva; il Presidente della Corte dei
Conti Silvino Covelli, sul difficile controllo
della spesa pubblica; il prof. Raffaele De Luca
Tamajo e l’on. Nando Morra, sulla
regolamentazione dello sciopero; l’on. avv.
Giuseppe La Loggia, sulle anomalie delle
leggi finanziarie; l’avv. Franzo Grande
Stevens, numero uno dell’avvocatura
nazionale. In particolare, devo ricordare il
Convegno con il senatore Roberto Ruffilli,
allora preposto allo studio delle riforme
istituzionali e, dopo poco, ucciso dalle
Brigate rosse. Fra le altre riunioni non
conviviali, fu trattato anche il fenomeno del
calcio a Napoli, in un momento di successo
della squadra napoletana, ma, soprattutto, di
grande maturità e civiltà dei tifosi.
Per la convinzione dell’importanza di
pubblicizzare sulla stampa le azioni
rotariane, furono ottenuti ampi resoconti dei
nostri incontri, specialmente su “Il Mattino”
(favoriti naturalmente dal Direttore Pasquale
Nonno, nostro consocio).
In ogni caso, si cercò in vari modi di
sollecitare l’attenzione dei giornalisti sulle
iniziative del Rotary, realizzando anche una
conversazione del dott. Guido Guidi,
presidente della Federazione nazionale della
stampa.
Anche nelle riunioni conviviali, si è
privilegiata la partecipazione di personaggi
di grande prestigio fra cui: il prof. Vincenzo
Carbone (attuale primo presidente della
Corte di Cassazione) sul tema, ancora
attuale, della responsabilità dei giudici; il
direttore artistico del teatro San Carlo
Roberto
De
Simone,
straordinario
musicologo e compositore; il prof. Vittorio
Silvestrini, sulla gestione sociale dei sistemi
tecnologici; il dott. Cesare Romiti,
amministratore delegato della Fiat, in una
31
conviviale con la partecipazione record di
405 persone.
Di particolare interesse sono risultati alcuni
<<incontri con l’Autore>>, ottenendo la
presenza di: Raffaele La Capria su Napoli e la
sua <<Armonia perduta>>; di Giuseppe
Galasso, sulla Storia di Napoli; di Eduardo
Caianiello, per i suoi studi sull’intelligenza
nell’uomo e nella macchina; di Riccardo
Pazzaglia, sul suo ultimo libro <<la stagione
dei bagni>>.
Ma l’impegno costante è sempre stato
rivolto alle esigenze della città, a
promuovere soluzioni ed a dialogare con le
autorità responsabili, come con l’ottimo
Sindaco pro tempore Pietro Lezzi, invitato a
discutere in una nostra riunione sui problemi
di Napoli e sui modi di affrontarli.
A tal fine si è anche avvertita la necessità di
un’azione comune dei vari clubs cittadini
(allora 5) ed oggi ancor più importante.
Anche per questo fu forse emblematica
l’iniziativa (che non ha avuto seguito) del
nostro Lello Pallotta per la visita del
Governatore (febbraio 1988), contestualmente a tutti i Clubs della città di Napoli.
Naturalmente – ripensando ai due anni di
presidenza – non mi manca la convinzione di
aver commesso errori e di non aver fatto
tutto il possibile (tra l’altro, devo registrare
alcune assenze alle riunioni conviviali del
primo semestre 1988 per partecipare alla
Camera dei deputati, a cui ero stato eletto
alla fine del mio primo anno di presidenza). E
questa circostanza mi induce a richiamare fra
i miei più cari ricordi l’amicizia e la simpatia
dimostratemi dai consoci ed anche da quelli
che nutrivano antipatia per la Democrazia
cristiana, cioè per il partito politico a cui io
facevo riferimento.
Ma, come ho ripetuto alla fine del mio
mandato, l’importante nella vita non è la
quantità del successo conseguito o delle
opere positive realizzate, bensì il sentimento
con cui abbiamo cercato e vissuto quel
successo, con cui abbiamo compiuto quelle
opere.
La visita al Club del Governatore Socievole
6 ottobre 2009
32
Salvatore Sica
Anni rotariani 1990-1992
Sono stato ammesso al Rotary Club Napoli
nell’aprile dell’anno 1975, presentato
dall’illustre Notaio Mario Marano, uno dei più
stimati professionisti della Città e Presidente
del Consiglio nazionale del Notariato.
All’epoca il Club vantava fra i suoi soci i più
illustri personaggi della vita cittadina e
Presidenti dello stesso erano stati uomini
noti a livello nazionale ed anche
internazionale, quali Epicarmo Corbino,
Stefano Brun, Luigi Tocchetti, Ivo Vanzi,
Arturo Polese, Rodi Lupoli, Giovanni
Giordano Lanza, per citare solo alcuni.
Proprio per la presenza di queste illustri
personalità il Club affrontava con molta
attenzione nelle riunioni settimanali, che
richiamavano la presenza non solo dei soci
del Club, ma di tutti i più illustri personaggi
del mondo culturale ed imprenditoriale, le
problematiche cittadine e quelle che erano le
sue indicazioni al riguardo venivano riportate
con molta evidenza dalla stampa cittadina e
tenute in grande considerazione nella
prospettazione delle soluzioni di tali
problematiche.
Proprio in considerazione di quanto sopra,
pur essendo intensamente impegnato e nella
attività professionale ed in quella politica in
quanto dopo essere stato Sindaco della mia
Città natale ero stato per due legislature
Senatore della Repubblica, accettai con
grande entusiasmo l’elezione a Presidente
del Club Napoli per il biennio 1990-91 e 199192 e credo di aver profuso il massimo delle
mie capacità nell’espletamento delle funzioni
che derivavano dalla carica conferitami.
Il primo problema che mi posi fu: quale deve
essere il “piano strategico” del Club alla luce
di quella che deve essere la missione del
Rotary International; discutere delle varie
questioni che di volta in volta possono
presentarsi all’attenzione della Società
Cittadina o porre un tema su cui articolare
l’intera attività biennale della Presidenza e
conseguentemente del Club. Era un
momento certamente non facile per la città
di Napoli e fare in modo che venisse
richiamata l’attenzione della classe dirigente
non solo cittadina, ma regionale e
possibilmente
nazionale sulle molte
problematiche dell’area metropolitana mi
sembrò quasi doveroso.
Fu in considerazione di questo principio che
ritenni di dover fissare un unico tema, su cui
articolare tutta l’attività del Club per l’intero
biennio scelsi come tema dello stesso
“Pianeta Napoli, quale futuro” . Un tema
certamente molto impegnativo, che avrebbe
richiesto non solo la partecipazione attiva di
tutti i soci del Club, ma il coinvolgimento
delle più rappresentative personalità della
Città, perché tali problematiche non
restassero nel chiuso delle varie, diverse e
distanti collocazioni, ma venissero recepite in
un quadro unitario cercando di prospettare,
proprio in questa visuale, possibili soluzioni.
Certamente non posso dire che il fine ultimo
sia stato raggiunto, ma sono certo che
furono almeno affrontate e discusse le varie
tematiche, prospettando anche possibili
soluzioni.
Quali relatori furono perciò invitati non solo i
numerosi soci del Club impegnati quali
dirigenti e responsabili di organismi ed
aziende qualificate in materia, ma i più
qualificati dirigenti cittadini nei settori del
mondo imprenditoriale, sociale, artistico e
culturale della Città e l’adesione fu pressoché
unanime, per cui a brillantissime relazioni
fecero seguito vivacissime discussioni sulle
diverse problematiche poste all’esame non
solo del Club e dei rotariani, ma dell’intera
Città.
Nel contempo ritenni utile aprire un
colloquio
con
altri
Club
rotariani,
organizzando viaggi soprattutto nell’Italia
minore, finalizzati anche ad incontri con i
33
relativi Clubs con la conseguente amichevole
conoscenza dei loro soci.
Alla fine del biennio il mio successore,
l’illustre Vittorio Accardi, decide di riportare
ad un anno la durata della presidenza: non è
mai stato chiarito se questa decisione era
stata determinata dal troppo impegno
derivante dalla durata biennale del mandato
o dalla decisione di evitare che per il futuro
potesse verificarsi nuovamente una durata
per ben due anni delle negatività dell’azione
del Presidente eletto.
Ai posteri l’ardua sentenza !
34
Lorenzo Mangoni
Anno rotariano 1993-1994
“Believe in What You do – Do You What
Believe” è questo il motto proposto dal
Presidente Internazionale per l’Anno
Rotariano 1993/1994.
In completa consonanza con la direttiva del
Presidente Internazionale, nell’assumere la
presidenza del Club proposi ai consoci il tema
"Dalla caduta delle ideologie alla riscoperta
dei valori" nella convinzione che il Rotary può
giocare in questo campo un ruolo di
primissimo
piano
perché
i
valori
fondamentali possono essere riassunti nelle
due parole ben note a tutti i rotariani:
amicizia e servizio.
Ho la presunzione di credere che questo
invito non é caduto nel vuoto: ho potuto
constatare che ciascuno di noi si é sforzato,
nell'ambito
della
propria
attività
professionale, di mettere in pratica tali
principi con convinzione maggiore che non
per il passato.
A tale riguardo mi piace segnalare che, con il
contributo prezioso di Augusto GUADAGNO
Presidente della Commissione Programmi,
cui va ancora una volta il mio più sentito
ringraziamento, è stata realizzata una serie
di conversazioni che hanno avuto tutte un
caloroso successo. I conversatori tutti, con
stile diverso ma sempre con efficacia e
competenza, hanno trattato argomenti di
notevole interesse e viva attualità.
Nell'ambito di una iniziativa comune del
Gruppo Partenopeo, il mio anno di
presidenza ha visto la partecipazione del
Club all'importante Convegno sul futuro
della zona flegrea in relazione alla
dismissione dell'ILVA. Nel quadro degli
stretti rapporti con gli altri Club cittadini
vanno poi ricordate altre tre riunioni
interclub. La prima con Napoli Castel
dell'Ovo in occasione della conversazione del
prof. Marcello GIGANTE su Ulisse. La
seconda con tutti i Club napoletani e con il
Club dell'Isola di Capri in occasione del
riuscito Convegno su Informazione e Cancro.
La terza con Napoli Nord Est e con il R. C.
Siracusa
in
concomitanza
della
interessantissima visita culturale in questa
città.
Ed ecco un breve resoconto dell’attività e più
in generale della vita del Club.
Nel corso dell'anno l'effettivo è passato da
152 a 142 soci. Sono entrati a far parte del
Club 6 nuovi soci e ne sono usciti 13 a seguito
o di trasferimenti o di dimissioni, quasi tutte
motivate dalla riconosciuta impossibilità di
conciliare gli impegni rotariani con i più
pressanti impegni professionali.
Nello stesso periodo il Club ha dovuto
registrare la gravissima perdita di tre
indimenticabili amici e veri rotariani:
Francesco SPIRITO, Ludovico DE SANTI e
Michele RUBINO.
La percentuale delle presenze, non ancora
del tutto soddisfacente, é leggermente
aumentata nell’anno arrivando a sfiorare il
50%. Merito del valore degli oratori e degli
argomenti da loro affrontati, ma anche un
poco dell'amichevole richiamo ad una
maggior assiduità rivolto a qualche socio,
diciamo così, piuttosto latitante.
Mi piace infine ricordare la visita al Museo
delle Carrozze, vanto dell'amico Leonardo
BIANCHI, cui in quella occasione abbiamo
formulato gli auguri più fervidi per la futura
Presidenza del Club ed insieme il rinnovato
ringraziamento per la cordiale e munifica
accoglienza nella splendida villa di Bellavista.
Desidero concludere esprimendo ancora una
volta la mia più sentita gratitudine a tutti i
soci che hanno reso questa mia esperienza
altamente gratificante nello spirito della
amicizia rotariana.
35
36
Marcello Lando
Brevi memorie di un presidente troppo
giovane …
Quando nell’inverno del 1978 Franco Bruni
Roccia, che era stato buon amico di mio
padre, mi parlò della sua idea di farmi
divenire membro del Rotary Club Napoli, con
l’affettuosa confidenza che lui mi consentiva
mi scappò di bocca una frase del tipo: “tu
vuoi prendermi in giro! .. ”.
Benché prossimo ai 40 anni – almeno 15 di
professione e di esperienza universitaria (e
avrei anche raggiunto di lì a breve il massimo
traguardo accademico) – mi sembrava
comunque impensabile che il Club di Napoli,
lo storico luogo d’incontro dell’intellighenzia
cittadina più illuminata, il Club alle cui
conviviali si erano seduti (e ancora in molti
sedevano) i miei grandi maestri d’Ingegneria,
potesse accogliere nella sua membership lo
sbarbatello che sentivo pur sempre di essere
al confronto con quei “Grandi”.
E debbo dire che il “mitico Club” io lo
conoscevo bene. Ne era stato socio assiduo
mio padre, fin dagli anni ’50; ne era anche
stato presidente Luigi Tocchetti, mio
suocero, e per me – più che tutto – autentico
“padre spirituale”. Entrambi legatissimi al
Club e fieri di quell’appartenenza.
Già verso il termine dei miei studi liceali,
quando avevo cominciato a vestire la giacca
e la cravatta, papà volle più volte che –
pranzando accanto a lui nella storica sala dei
pilastri del Royal (mi appariva allora come
una cattedrale!) – io ascoltassi le parole di
qualcuno di quei grandi uomini. E fu tra
l’altro così che conobbi Mario M. Jacopetti;
dal quale – nel corso di alcuni colloqui a
quattrocchi
–
raccolsi
il
primo
incoraggiamento ad orientarmi dopo la
laurea verso quell’avventura accademica che
ha poi riempito tutta la mia vita.
Nei tanti anni che avevano dunque
preceduto la “proposta” che nel 1978 mi
veniva formulata dall’amico Bruni Roccia,
avevo avuto più volte il modo di affacciarmi
nel mitico Club, partecipando – come ho
detto – in qualità di giovanissimo ospite ad
alcune conviviali di particolare rilievo. Posso
così vantare il ricordo del tocco di campana
di alcuni storici presidenti, quali Quirino
Fimiani, Bruno Molaioli, Ivo Vanzi, Epicarmo
Corbino, Arturo Polese, oltre ai ricordati
Tocchetti e Jacopetti.
Nel corso degli anni ’70 (avevo cominciato
ormai ad acquisire una certa visibilità come
docente e come professionista) mi era sta in
realtà già formulata una “proposta” da parte
di altro club cittadino. E avevo risposto con
un garbato “grazie, ci penserò…”. In, quel
momento a dire la verità, seppure non mi
sentissi pronto per il mitico Club, mi era
sembrato un tradimento l’idea di aderire ad
una sorta di club competitor, così come
allora interpretavo la pluralità dei club Rotary
a Napoli.
Tornando allora all’inverno del 1978, l’amico
Bruni Roccia – di fronte alla perplessa
incredulità che gli manifestavo – volle
aggiungere: “tuo Padre sarebbe felice che il
suo cognome fosse ancora presente
nell’elenco dei soci del Club”. Non ho mai
dimenticato quelle parole. Mi offrivano il
motivo più valido per aderire a quella
proposta. Mi consideravo senz’altro ancora
troppo piccolo per sedermi al tavolo di quei
Grandi, ma compresi che avrei così rinnovato
presso il Club la memoria di qualcuno (in
fondo non meno “grande” di altri) che molto
prima di me aveva avvertito l’onore di farne
parte.
E fu così che, mesi dopo, nel marzo del 1979,
con l’affettuosa presentazione che mi riservò
Peter Signorini, amico di tutta una vita, il
presidente Giovanni Giordano Lanza mi
consegnò la rotellina. E di lì è partito il mio
ufficiale percorso rotariano nel Club di
Napoli, anche se – avendo richiamato i molti
anni di frequentazione da “ospite” – mi viene
37
qui di rivendicare che l’antichità del mio
primo contatto con il Club è forse oggi
seconda soltanto a quella di Vittorio Accardi
(che il Guinness registra tra i soci del Club già
nel 1954, poco più che trentenne!).
E dal 1979, quando presi a frequentare le
riunioni del mitico Club con la zelante
assiduità del neofita, potei incontrare con
regolarità alcuni “personaggi” che erano stati
per me un grande riferimento accademico.
Ricordo qui la cordialità con cui venni accolto
dai professori Enzo Carlevaro, Giorgio
Savastano e Mario Taddei; “maestri” che,
come allievo ingegnere, avevo incontrato ed
“affrontato” con grande soggezione (ma
anche con il migliore esito). Ricordo con
particolare tenerezza l’ultima conversazione
“La tecnologia nella mia vita…” che
Carlevaro ultranovantenne tenne tra noi,
rievocando
le
emozioni
procurate
dall’avvento dell’elettricità a chi, come lui,
nato a fine ‘800, aveva iniziato a leggere al
lume di candela. Ma su tutti mi è caro
ricordare Epicarmo Corbino, che già mio
padre aveva potuto considerare “maestro”,
nell’università e nel lavoro. Alto un metro e
mezzo, o poco più, Corbino diventava un
gigante quando si alzava a parlare. Ed era tra
quelli che, assiduo come pochi alle riunioni,
non mancava mai di animare il dibattito che
si apriva dopo ogni conversazione;
aggiungendo sempre “qualcosa che meritava
maggiore approfondimento” (ciò che lui
sapeva fare con la chiarezza e l’arguzia che
restano per me ineguagliate). E Corbino, non
appena mi coglieva timido e spaesato negli
istanti precedenti l’avvio della conviviale, mi
invitava al suo tavolo, assumendo verso di
me il ruolo di “bàlia rotariana” in un’epoca in
cui io, sebbene quarantenne (e ormai in
cattedra a Napoli), ero comunque il più
giovane del Club. A questo riguardo ricordo
nitidamente che un giorno, osservando allo
stesso tavolo Caruso, Carlevaro e Corbino,
seduti insieme ad altri tre consoci a loro volta
più che ottuagenari, calcolammo che quei sei
totalizzavano un numero di anni ben
superiore a 500. Ciò che rappresentava per
noi tutti il migliore auspicio, riuscendo così
accertato che – nel nostro Club prima che
altrove – a tavola, decisamente, non
s’invecchia.
Negli anni ’80 e ’90 – viaggiavo ormai verso la
cinquantina, ma continuava a restarmi
appiccicata l’immagine di “guaglione” –
venni coinvolto in misura crescente nella vita
del Club. Debbo in particolare a Guido
D’Angelo – del cui magistero già ai miei 13
anni avevo fruito nella Congregazione
Mariana di Villa S. Luigi a Posillipo – il primo
incarico impegnativo nel Club, quando nel
1987 ne assunse la presidenza. Mi volle come
responsabile della Commissione Programmi,
addetto alla definizione dei temi da svolgere,
e al collegamento con i relatori interni ed
esterni. Vissi in continuo contatto con Guido;
e fu un’esperienza per me molto formativa,
che fece crescere vieppiù l’Amicizia che già
da molti anni ci legava.
Analogo impegno – per di più con funzioni di
Vice Presidente – mi fu poi chiesto da Lello
Franchini (di cui ricordo la sottile ironia
almeno quanto la profondità di pensiero
filosofico e politico), successore di Guido alla
presidenza del Club, nella cui vita
organizzativa continuai poi ad essere
coinvolto con i presidenti Salvo Sica, Vittorio
Accardi e Lorenzo Mangoni.
Quando nel 1993 alcuni dei maggiorenti mi
annunciarono il loro proposito di candidare
me alla presidenza per l’a.r. 1994-95 (e ho la
fiducia che qualche vecchio amico ne voglia
conservare buona memoria), opposi un
garbato e fermo rifiuto. Avevo da tempo
superato i 50 anni, ma mi sentivo ancora
cucita addosso l’impropria immagine di
“guaglione”. Pochi anni prima avevo in realtà
appreso che quella stessa mia candidatura
(proposta però a mia completa insaputa) era
stata accantonata con quella sostanziale
motivazione. Ne ero rimasto a dir poco
turbato.
Le mie ambizioni – posso dirlo in tutta
serenità – sono state sempre rivolte ben al di
fuori del Rotary; eppure non avevo digerito
l’idea che un cinquantenne – a quel
38
momento non infimo nella scala sociale, e da
molto ormai bene impegnato nel Club –
fosse considerato da qualcuno “ancora
troppo giovane” per assumerne la
presidenza.
Avevo
allora
affermato
solennemente, alla presenza di più di un
amico, che mai nel futuro mi avrebbero visto
accettare quell’incarico.
In quella primavera del 1993 fu dunque
soltanto il paterno diktat di Luigi Tocchetti
ad indurmi a recedere dal rifiuto che avevo in
precedenza espresso con fermezza. E non
posso fare a meno di ricordare, con molta
commozione, che in quella stessa occasione
Tocchetti ebbe a dirmi, con il suo
memorabile sorriso “…e un giorno non potrai
neanche rifiutarti di diventare governatore
del Distretto”. Qualche anno più tardi sarei
stato l’incredulo protagonista e testimone di
quella visione profetica.
Scelgo di fermare qui le mie memorie di
past-president del Rotary Club Napoli,
richieste con tanta affettuosità da Massimo
Franco, Presidente nell’anno in cui il Club
celebra il suo 85° anno di vita. Dirò soltanto
che ho vissuto quell’a.r. 1994-95 con
l’impegno di chi si sente sottoposto ad un
lungo esame. E se mai all’epoca fossi riuscito
a superare quella prova, mi piace pensare
che altri possano conservarne il ricordo.
Come altri, e certamente non meglio di altri,
avrò soltanto cercato di adempiere ad uno
stesso, antico e sempre nuovo, mandato:
“servire”.
Si parva licet componere magnis, rubando le
immagini a Paul Harris, in questi miei brevi
ricordi ho scelto più che altro di ripercorrere
la mia strada nel Rotary. Un percorso
illuminato per me e per tanti dall’esempio di
alcuni grandi uomini. Alla loro memoria non
posso che sentirmi legato da una grande
riconoscenza. E sempre da una grande
nostalgia.
39
Leonardo Bianchi
Anno rotariano 1995-1996
non poco sulla Pubblica Amministrazione;
oggi gli Amministratori pubblici, con un
sorrisetto, accompagnano le nostre critiche
chiedendo, ma quale club lo ha detto, visto
che il Rotary come era prima non c’è più,
perché è giocoforza che quando in una città
si formano 10 club i rappresentanti delle
singole categorie non potranno mai essere
tutti numeri 1 ma saranno il numero 8-9-10
presenti in quella città.
Queste furono le prime idee che mi vennero
nella mente; ma come rotariano di vecchio
stampo, non rifiutai di affrontare i nuovi
problemi e mi resi conto che rispetto al
passato c’era una grande novità: la
formazione di una nuova comunità di Stati,
quella europea, nella quale tutti noi
nutrivamo grandi speranze di amministratori
competenti ed onesti, capaci di svolgere
un’azione propulsiva che avrebbe portato
probabilmente ad un più rapido sviluppo di
tutti i componenti della Comunità sulla base
di quello che avevano fatto i membri più
evoluti.
Cominciai, quindi, a lavorare alla stesura di
un programma che tenesse conto anche di
queste tristezze ma che cercasse di
recuperare al Club almeno in parte le sue
antiche funzioni. Mi resi subito conto che
questo non era purtroppo possibile con una
navigazione di piccolo cabotaggio. Ci voleva
qualcosa di più grosso, di più forte, di più
nuovo per determinare una svolta e
comunque per valorizzare l’opinione del
nostro club sulle linee di sviluppo che
avrebbero dovuto portare il territorio della
nostra regione a livello dei paesi più avanzati
d’Europa. Fu così che si maturò in me il
progetto di aprire il club all’Europa partendo
dalla sua storia millenaria. E quale migliore
occasione di preparare due gemellaggi con la
città spagnola di Barcellona e con quella
francese di Marsiglia. Sono le due città che
hanno dato inizio alla nostra storia, tanto che
Quando nel lontano anno rotariano 1993/94
gli amici del Rotary Napoli vollero che io
svolgessi il compito di Presidente nell’anno
rotariano 1995/96, votandomi come
“incoming”, nella mia mente si raggruppò
una folla di idee e di proposte per svolgere
una presidenza dinamica che potesse in
qualche
modo
riportare
nelle
Amministrazioni Pubbliche le idee del nostro
Rotary, che resta il più antico del meridione
d’Italia. Naturalmente la situazione rotariana
sul territorio per volontà del board era
profondamente cambiata per questa idea
che io ho sempre giudicata malsana, di
moltiplicare nella stessa città il numero dei
club, tanto che già allora Napoli ne aveva
realizzate 7 o 8 ed oggi sono addirittura 10.
Le ragioni del board erano evidenti, con il
programma di far giungere alla sede
internazionale un numero ben maggiore di
quote e sviluppare su tutti i territori una più
articolata attività rotariana capace di far
crescere, non solo la presenza del Rotary, ma
gli stessi soci dei vari club, che avevano
quindi anche una funzione di acculturamento
rotariano e naturalmente, come in tutte le
cose della vita, questa operazione non si
poteva realizzare “gratuitamente”. La parte
triste della vicenda era infatti rappresentata
dal fatto che veniva a scomparire nei
confronti delle Amministrazioni Pubbliche
locali, il peso di una associazione che per
statuto racchiudeva in se i numeri 1 di
ciascuna categoria presente sul territorio.
Sicché al maggior ristoro del board si andò
via via perdendo il peso del Rotary Club della
città, con una perdita di potere culturale, che
ancora oggi affligge le nostre regioni. E se
prima, quando il Rotary criticava qualche
azione amministrativa delle autorità locali, o
proponeva di risolvere problemi noti nella
città e che nell’ambito del club venivano
approfonditi in tutte le loro componenti, il
parere del Club, di stampo antico, pesava
40
ancora oggi nella vecchia Napoli o in qualche
antico borgo della nostra regione ci sono
strade intitolate ai catalani o ai provenzali. Il
lavoro fu intenso, la preparazione accurata;
visitammo con la nostra delegazione i club di
Marsiglia e di Barcellona, dove tessemmo
una lunga tela di amicizie e di stima; il nostro
entusiasmo fu ripagato ed alla fine del mio
anno di presidenza io potei annunciare con
gioia che il club catalano come il club
provenzale erano felici di accettare non
senza aver superato qualche difficoltà, il
nostro invito al gemellaggio. Queste due
operazioni si conclusero nell’anno successivo
quando io non ero più presidente e quando
non erano più presidenti gli amici catalani e
provenzali con i quali avevamo instaurato un
rapporto di grande amicizia. Ma la
conoscenza dei luoghi, della cultura, degli
interessi
economici
e
soprattutto
dell’amicizia personale, ebbero la meglio,
tanto che noi, i tre past-president fummo
nominati dai rispettivi club padrini
dell’operazione che si realizzò in due tempi
successivi con le visite dei loro club nella
nostra Napoli, che non solo sviluppò
interesse ed ammirazione, ma ancora oggi i
soci di club come i nostri, insistono perché si
moltiplichino le visite tra club e specialmente
quelle tra i club gemellati.
La dimensione europea così assunta dal club
dette anche maggior risalto alla sua attività
locale. Le Amministrazioni diventarono più
attente a quello che dicevamo, ma
soprattutto quello che proponevamo per lo
sviluppo della nostra città. Non è un segreto
per nessuno che dal microfono del Rotary
Club Napoli, io, anche se al termine della mia
presidenza, invitai il Sindaco della nostra
città a visitare il Porto Olimpico di Barcellona
o il Vecchio Porto di Marsiglia, che è il cuore
dei quella città, per utilizzare l’esperienza
fatta dai nostri consoci spagnoli e francesi,
per la trasformazione delle aree portuali
mercantili
dando
grandi
spazi
e
promuovendo grandi attività culturali e
ludiche ai nostri concittadini in aree portuali
che prima non si potevano neanche visitare
se non avendo un biglietto per partire per
qualche meta lontana da Napoli.
Ma non posso concludere questo mio
ricordo, senza dire quanto ci ha fatto bene il
contatto con gli altri. Da Barcellona ci venne
una proposta che noi abbiamo girato anche a
Marsiglia e che abbiamo per qualche anno
applicata anche a Napoli, e fu quella
magnifica idea di raccogliere giocattoli la
sera della festa degli auguri per i bambini
ricoverati negli ospedali pediatrici della città;
e fu così che trascorremmo qualche giorno
dell’epifania, portando questi doni ai bambini
che andavano operati sul midollo e che
trovavano nella nostra visita un inaspettato
motivo di conforto e di gioia. Non vi
nascondo che per me, per giunta medico,
questa esperienza mi rinfrancò dei tanti
problemi che avevo dovuto affrontare nella
mia presidenza e ancora oggi il ricordo è per
me fonte di una grande gioia interiore.
Paul Harris – Fondatore del Rotary
41
Peter Signorini
Anno rotariano 1996-1997
Devo alle affettuose ma ferme ed autorevoli
premure di Lello Pallotta e di altri amici
rotariani la mia presidenza al nostro
prestigioso Rotary Club Napoli.
Non so cosa avrei fatto in quel lontano 1994
per schivare il macigno di lavoro e
preoccupazioni che, nelle mie previsioni, mi
sarebbe caduto addosso! Eppure, l’anno
rotariano 1996-97 è stato uno dei più bei
ricordi della mia vita!
L’affetto dei consoci, pronti a perdonare
eventuali sbavature, la collaborazione del
Consiglio
e
delle
Commissioni,
particolarmente quella dei programmi,
prodighi di valide idee e di attivo impegno, la
quantità e la qualità delle iniziative proposte
e poste in essere, hanno reso il mio compito
gradevole e di grande soddisfazione.
La serata del passaggio delle consegne alla
presenza di circa 210 presenti è stata una
delle più affollate che io ricordi, soprattutto
perché si trattava di salutare e ringraziare
l’uscente Leonardo per la sua ottima
presidenza.
Il programma del club prevedeva un forte
impegno sia nell’attività internazionale che
in quella dell’affiatamento.
Abbiamo dato luogo ad importanti eventi
internazionali,
portando
avanti
e
concludendo iniziative poste in essere da
Lello e da Leonardo, quali i gemellaggi con i
Rotary Club di Marsiglia e di Barcellona,
impostando inoltre una visita del nostro club
a Istanbul, realizzatasi poi ad inizio 1998.
Abbiamo anche concluso un gemellaggio con
il R.C.Palermo (Presidente Lucio Messina,
grande appassionato e studioso dei problemi
del mare) con visita dei palermitani da noi e
restituzione della visita a Palermo un paio di
anni dopo (con la presidenza del nostro
indimenticabile Antonio De Mennato, che
riuscì a non farci perdere l’imbarco per
Napoli, ottenendo di far ritardare la partenza
del traghetto).
Le attività sono subito partite con una
convocazione a Copenhagen da parte
dell’alto dirigente del Rotary International
Peter Bundgaard per partecipare, insieme ad
altri presidenti di clubs di grandi città (Roma,
Glasgow, Parigi, Londra e Marsiglia) ad una
tavola rotonda avente per tema: La violenza
giovanile nelle grandi città.
Questo tema è stato poi oggetto di miei
interventi sia al Forum Internazionale del
Principato di Monaco di inizio Novembre 96,
che al nostro club.
Desidero, poi, ricordare le seguenti attività
che abbiamo portato a termine:
- Incontri a Napoli con Renè Klein, Presìdente
del Club di Bruxelles Atomium e col
Presidente e Signora del club di Kagoshima
(con noi già gemellato);
- Interclub col R.C. di Cagliari, Presidente
l’amico Gino Cimino;
- La Festa degli Auguri col concerto jazz con
Marcello, Peppe Ventrella e la prestigiosa
cantante Maria Pia de Vito;
- La festose consegne dei doni della Befana
ai bimbi degli Ospedali Pausilipon e S.Paolo;
- La prosecuzione del programma
pluriennale dell’allestimento della Unità
Mobile Geriatrica impostato da Leonardo ed
affidata a Sergio Vetrella;
- Scambio giovani: ospitalità alla giovane
borsista rotariana americana Meghan
McConville dell’Ohio, indirizzataci dal R.C. di
Trento;
- Gita in Puglia a Corato e Castel del Monte di
Andria con visita impareggiabilmente
guidata dall’incoming Pino;
- Affollata ed entusiastica gita a Bruxelles
con visita al Parlamento Europeo e
partecipazione ad una sua seduta, ospiti del
nostro on. Claudio Azzolini – visita
particolarmente gradita al nostro tesoriere
Antonio Ficca !;
L’anno rotariano si è poi concluso con la
partecipazione al Congresso del R.I. di
42
Glasgow dove ci siamo incontrati col
Presidente Internazionale uscente Luis
Vicente Giai, argentino ma di origini italiane.
Prima di chiudere queste poche righe, devo
ricordare tutti coloro che mi hanno dato una
mano nel portare a termine l’incarico
affidatomi, dal Governatore Dino Barbato,
dai soci del nostro club che hanno tenuto
conferenze, da Vincenzo Mirone, primo
conferenziere del mio anno con una
interessante conversazione su temi di
andrologia, a Renato Lamberti, a Vittorio
Accardi, a Rocco Gialanella, a Marcello
Lando, a Pino Perrone Capano, a Guido
D’Angelo, a tutti i dirigenti del club ed, in
particolare, al mio prezioso segretario Andy
Lombardo di Cumia.
Concludendo,
voglio
ricordare
con
particolare commozione la consegna fatta a
Mario Florio, colonna del nostro club e del
Rotary in generale, a casa per una leggera
indisposizione, di una pergamena fattami
pervenire dal Rotary International di
Evanston, riguardante la sua induzione nella
“Hall of Fame” (la Sala dei Famosi) della
nostra gloriosa associazione, per la
lunghissima, feconda militanza nel club e per
i tanti meriti conseguiti.
Riconoscimento ai soci con trent’anni di
attività rotariana, marzo 2008
43
Visita alla Mostra d’Oltremare – 13 ottobre 2009
La visita al Club del Direttore de “il Mattino”
Virman Cusenza – 17 novembre 2009
44
Gaetano La Gioia
Cronaca di un progetto rotariano.
Anno Rotariano 1999-2000
Mi piace sottolineare una osservazione
comune a tutti i progetti: essi sono
dimensionati in modo da ottenere un
riscontro già nell’anno rotariano in corso, ma
sono anche strutturati per poter essere
impiegati oltre il 30 giugno del prossimo
anno, secondo le recenti direttive del
Presidente Internazionale Carlo Ravizza di
dare continuità ai programmi, almeno per un
triennio.”
La Premessa.
Nella relazione programmatica del 13 luglio
1999, con la quale illustrai le linee guida delle
attività che il nostro Club avrebbe svolto
nell’anno rotariano 1999-2000, si legge:
“Eccoci alle quattro proposte di progetto,
ciascuna affidata all’esperienza professionale
ed alla disponibilità rotariana di ognuno dei
quattro Consiglieri del nostro direttivo.” E
più avanti:
“Il quarto progetto, naturalmente solo in
ordine di tempo, sarà affidato al nostro
consocio e Consigliere Carlo Savy e prevede
il coinvolgimento del nostro Club in un
progetto, già messo in pratica da un Rotary
Club di Milano, a favore di giovani non
vedenti o ipovedenti.
Per questi giovani si prevede la possibilità di
organizzare corsi di informatica per non
vedenti che hanno per obiettivo il
superamento del deficit con l’utilizzo delle
moderne tecnologie.
Nello specifico è prevista un’attività di
insegnamento a favore dei non vedenti
all’uso degli strumenti informatici più diffusi.
Essi possono essere messi in condizione di
utilizzare un calcolatore tradizionale
equipaggiato con una apparecchiatura
particolare, con capacità operativa non
dissimile da quella degli utenti normali.
L’attività di insegnamento viene a sua volta
realizzata da docenti non vedenti all’uopo
istruiti con il coordinamento di Carlo Savy e
la collaborazione di giovani del Rotaract. E’
richiesto l’utilizzo di adeguati laboratori
informatici che potranno essere resi
disponibili con modesto onere finanziario.
Questa possibilità offerta ai non vedenti è di
grande utilità sociale perché consente da un
lato di rompere l’isolamento cui il deficit
visivo costringe l’individuo, dall’altro è
strumento di inserimento nel mondo del
lavoro.
Il Fatto.
Il primo corso di informatica si tenne nel
mese di maggio del 2000 in un’aula
appositamente attrezzata della Facoltà di
Ingegneria in Piazzale Tecchio a Fuorigrotta.
Al corso parteciparono 29 allievi non vedenti
con l’intervento di istruttori anch’essi non
vedenti guidati dal rotariano Alberto Villa
dell’Università Bocconi di Milano e con il
magistrale ed appassionato coordinamento
di Carlo Savy.
Il mese successivo, Carlo ed io ricevemmo
l’invito a partecipare presso la Bocconi ad
una manifestazione per la consegna al nostro
Club di un riconoscimento per l’attività
svolta.
Poiché in quel periodo ero impedito, Carlo mi
chiese se non avessi nulla in contrario che
fosse un allievo non vedente del corso ad
andare con lui a Milano a ricevere il premio.
Naturalmente fui d’accodo.
Al ritorno mi consegnò la targa donata al
Club sulla quale era scritto: “per tutto quanto
fatto a favore dell’autonomia dei disabili
della vista”.
Del viaggio a Milano e dell’allievo che lo
aveva accompagnato non mi disse nulla.
Nell’anno successivo, il corso per disabili
della vista venne realizzato presso
l’Università di Caserta e, anche in quella
occasione, Carlo Savy fu l’attento ed
appassionato supervisore dell’iniziativa fino
agli ultimi giorni della sua vita terrena.
L’Epilogo.
Nell’ottobre del 2001 ebbi l’opportunità di
leggere una mail che quell’allievo che aveva
45
preso il mio posto nella cerimonia alla
Bocconi di Milano aveva mandato ai suoi
amici non vedenti. La mail aveva per
oggetto: “Carlo Savy, ricordo di una persona
splendida”. Rileggiamola insieme:
“Cari amici, ho conosciuto e frequentato
poco, molto poco il prof. Carlo Savy.
Nondimeno quando ieri, con tre mesi di
ritardo, ho appreso della sua scomparsa un
doloroso senso di vuoto e di solitudine mi ha
afferrato.
L’ho incontrato per la prima volta nel maggio
dell’anno scorso, a Napoli Fuorigrotta e quel
corso informatico si trasformò in una specie
di allegra scampagnata anche perché c’era il
prof. Savy che manteneva un po’ di ordine
ma sopra tutto rideva e scherzava con noi
come se ci avesse sempre conosciuti.
Tutti capimmo che ci voleva bene e per
questo alcuni di noi continuarono a restare
telefonicamente in contatto con lui. Io
pensavo che mai più l’avrei visto e invece
circa un mese dopo trascorsi uno dei giorni
più belli della mia vita. In quel giorno che
trascorsi con lui a Milano ho potuto realizzare
il sogno di noi ciechi: un accompagnatore
sensibile in grado di farti vivere con i suoi
occhi quello che tu non puoi più con i tuoi.
E con Carlo Savy avvenne proprio questo e io
quel 24 giugno 2000 ce l’ho impresso in
mente in modo indelebile perché lui me l’ha
fatto vivere nei dettagli: l’albergo,
l’Università Bocconi, la signora Palma che
stava con noi; tutto ricordo come se l’avessi
visto. Ed io l’ho visto, ho visto un solo giorno
perché, come diceva Fabrizio de Andrè:
come tutte le più belle cose durava un solo
giorno, come le rose.
Grazie prof. Carlo. Io non so se esiste l’aldilà
e se esistono gli angeli. Ma se esistono allora
tu stai in compagnia con uno che ti
assomiglia.
Grazie sempre prof. Carlo e grazie a chi a
dedicato a lui i corsi di secondo livello.”
L’Auspicio.
Da quella data il Rotary Club Napoli ogni
anno organizza i “Corsi Savy” di informatica
per disabili della vista, tanto quelli di primo
livello per l’alfabetizzazione informatica che
quelli di secondo livello per ottenere
l’attestato ECDL (patente europea del
computer).
Al fine di onorare la memoria di Carlo Savy e
di continuare una iniziativa da Lui
fortemente voluta e magistralmente diretta,
l’auspicio è che il Rotary riesca in futuro a
potenziare e diffondere questa azione di
solidarietà sociale al “servizio” dei più deboli.
I edizione del Corso di informatica per non vedenti, maggio 2000
46
Gaetano de Donato
Anno rotariano 2001-2002
Essere eletto alla Presidenza del Rotary Club
Napoli, il più antico Rotary del Mezzogiorno
d’Italia, e secondo Club italiano in assoluto, è
elemento che certamente esalta ed
inorgoglisce. Nel momento però in cui si
assume “de facto” la Presidenza, lo stato
d’animo cambia, per la paura di non essere
all’altezza del compito. La difficoltà di fare
dei programmi che incontrino il favore di
tutti i Soci, la necessità di dover dare delle
risposte ai molti quesiti sul tappeto,
ridimensionano ogni entusiasmo e ci
pongono di fronte ad una realtà che va
affrontata con impegno e determinazione.
Questo era lo stato d’animo mio il 3 luglio
2001, allorquando al Bertolini, ove il nostro
Rotary Club era nato, mi accingevo ad
iniziare il mio anno di Presidenza, ricevendo
le consegne dal Presidente Sergio Vetrella. E
trovando la forza dal suo esempio ho iniziato
il mio Servizio, soprattutto con il fattivo
indispensabile aiuto di tutto il Consiglio
Direttivo, che mi piace riportare in extenso:
Antonio Mazzella e Riccardo Mercurio, VicePresidenti (e Mercurio ricoprente anche l’alta
carica di Presidente Incoming), Elio Sava,
Segretario, Antonio Ficca,Tesoriere, Rocco
Gialanella,Prefetto, nonché memoria storica
del Club, Ennio Magrì, Giovanni Leone,
Biagio Borriello, Antonello Fittipaldi,
Consiglieri, Nando Scotti, Consigliere per
l’Azione Interna, e Beppe Fronzoni,
Presidente Commissione Rivista e Bollettino.
Il Rotary, infatti, è una Associazione di
Servizio, il cui motto “Service above self”,
(così è riportato sul frontespizio del nostro
Bollettino, a imperitura memoria) “Pensare
agli altri prima che a sé” non deve mai esser
dimenticato.
Durante tutto l’anno di questo servizio in uno
con il CD abbiamo deciso che non dovevamo
assolutamente assistere ad un fondamentale
“distacco” dei Soci dalla vita associativa, né
permetterlo in alcun modo: abbiamo
combattuto tale distacco, rifacendoci però
alle cause che lo avevano determinato.
Dobbiamo,
comunque,
segnalare
l’incredibile
e
talora
imbarazzante
sproporzione che si veniva a costituire tra le
più o meno dirette insistenze con cui taluni
facevano conoscere il loro, peraltro
commendevole, desiderio di entrare nel
Rotary, ed il comportamento assenteistico
degli stessi una volta ottenuto lo scopo.
Quindi con il Consiglio Direttivo si è
provveduto a stilare un fermo promemoria
che sottolineasse chiaramente al candidatosocio quelli che sono i doveri che un
Rotariano deve adempiere, cosa che è stata
ben chiarita dal Socio proponente al
candidato-socio prima della sua eventuale
ammissione.
Inoltre, con il Consiglio Direttivo tutto
abbiamo attuato una stretta collaborazione
ed offerto il maggior appoggio possibile
all’Inner Wheel, questa tanto benemerita
istituzione delle mogli dei rotariani, le
Innerine, le quali con opera di volontariato
tanto ed in silenzio fanno per la Comunità,
dandoci spesso nel contempo un esempio di
come va inteso il concetto di servizio
rotariano.
Ed avviandomi a concludere questo mio poco
dire, e dato che il Rotary è sì cosa seria, ma
non tragica (come ha già detto qualche
Rotariano ben più importante di me –
Quirino Fimiani -), permettetemi qualche
ricordo, rapido, dell’aspetto ludico nell’anno
rotariano che mi ha visto presidente: mi
riferisco ad un divertimento coniugato
sempre con lo spirito rotariano, che è quello
dell’Amicizia tra popoli anche lontani. In
quest’ottica abbiamo organizzato un viaggio
all’estero, in cui si sono coniugati oltre a
piacevoli momenti conviviali e culturali, ma
che è servito a conoscere nuovi Rotariani, e a
gemellarci con altri Rotary Club, in specie
quelli nuovi, di recente approdati allo spirito
47
rotariano, ma pieni di tanto entusiasmo. Ci
siamo recati a Mosca gemellandoci con il
Rotary Club Moscow; poi trasferimento in
treno Belle Epoque a St. Pietroburgo, per gli
aspetti turistici, culturali, e di gemellaggio
con il Rotary Club St. Pieterburg. Il
Consigliere Biagio Borriello ha dedicato le
sue migliori energie per un programma
all’altezza delle aspettative rotariane, nello
spirito dei viaggi che hanno realizzato i
Presidenti che mi hanno preceduto. E di ciò
desidero ringraziarlo ancora oggi; così come
desidero ringraziare la nostra storica
Segretaria Elvira Cherubini, per quello che
per me ha fatto, e continua a fare per tutti
noi, con sempre rinnovellato impegno e
dedizione.
Prima di terminare, mi sia consentito un
breve ma non per questo meno sentito
riconoscente pensiero a due perfetti
Rotariani, purtroppo, non più tra noi, e che io
ho avuto la provvidenziale ventura di
conoscere nella mia giovinezza: Mario Florio
e Riccardo Fava d’Anna, rispettivamente
Presidente e Segretario di questo Rotary
Club, allorquando mi istruirono e mi
prepararono al concorso per una Borsa di
Studio della Rotary Foundation, concorso
che si svolse nel ‘68-’69 a Potenza, città
dell’allora Governatore Giuseppe Ragonese
de Gregorio: io sono stato, e ne sono
orgoglioso, un Borsista della Rotary
Foundation presso il Kantonsspital di Zurigo
(oggi Universitatspital Zuerich) nell’annno
accademico 1970-71. Ho pertanto ricevuto
tanto dal Rotary, e ho cercato quindi di
incominciare a pagare il mio debito
mettendocela tutta, nell’anno di Presidenza.
Altri ricordi di questa presidenza? E’ mio
semplice desiderio essere ricordato non
tanto per il “Programma 3-A” (che peraltro è
iniziato nel 1999 – e ancora continua - sotto
la Presidenza di Gaetano La Gioia, che ha
avuto fiducia in una mia idea, all’epoca
finanche
alquanto
peregrina),
ma
soprattutto per essere stato l’ideatore della
“stampa-in-casa” del nostro settimanale
Bollettino, con totale risparmio delle spese di
tipografia (all’epoca circa 25 milioni di lire).
Ciò grazie ad aver capito – credo per caso, io
sicuramente poco esperto di computer – che
il detto Bollettino poteva esser scritto al PC,
e poi stampato o fotocopiato, e quindi
distribuito ai Soci. Ma all’idea è seguita la
realizzazione pratica soltanto grazie all’aiuto
di Beppe Fronzoni, che si sobbarcava alla
compilazione settimanale del Bollettino, e ad
Antonello Fittipaldi che provvedeva alla
impaginazione del suddetto, essendone io
assolutamente non capace. Ad entrambi,
ancora oggi, il mio riconoscente grazie.
Per concludere una breve considerazione: a
mio parere c’è un modo di essere Presidente
(che riguarda essenzialmente l’espletamento
corretto di un servizio istituzionale nel
rispetto dello Statuto), ed un modo di agire
da Presidente che significa dirigere
consapevolmente,
motivare
i
Soci,
aggregare e portare il Club nell’agone
dell’impegno rotariano, promovendo fiducia
e trasmettendo ottimismo. Il tutto affinché la
partecipazione di ognuno sia la risultante di
una convinzione e non di una forzatura.
Soltanto così noi Rotariani potremo ritornare
a “fare opinione” nell’interesse della
Comunità, e senza per questo volerci
sostituire alle Istituzioni.
48
Riccardo Mercurio
Anno rotariano 2002-2003
La carica di Presidente del Rotary Club
Napoli dura un anno, ma nei fatti il periodo è
notevolmente più lungo. Inizia da quando si
diventa Presidente eletto. In quel momento
si avvia un periodo di riflessioni e verifiche,
anche istituzionali, finalizzato a definire gli
obiettivi del futuro anno rotariano di
presidenza. La telefonata di Lello Pallotta
che mi comunicava la mia nomina a
Presidente mi spinse subito a riflettere sui
precedenti periodi che avevo vissuto nel Club
e ad apprezzare, in modo nuovo, le azioni
portate avanti nel tempo dai passati
Presidenti. Nel mio caso la grande fortuna,
da presidente incoming, è stata quella di
poter osservare in diretta i comportamenti di
Gaetano De Donato e di godere dei
suggerimenti e consigli di due grandi
rotariani: Marcello Lando e Gaetano La
Gioia. Inoltre non posso dimenticare che per
me il Rotary Club Napoli ha avuto nella
memoria familiare la figura di mio nonno
Alfonso Mercurio, uno dei fondatori del Club
nel 1924, e di mio zio Francesco Spirito,
rotariano del nostro Club, che hanno
contribuito a trasmettermi da bambino l’idea
rotariana.
Il motto del Presidente internazionale
Bhichai Rattakul era “diffondete il seme
dell’amore”. Questo ha facilitato le scelte del
2002/03 che sono partite da alcuni concetti
base del servizio di un rotariano: amicizia,
tolleranza e rigore. Il servizio rotariano
nasce, infatti, dalla tensione morale dei soci
che si devono sentire gruppo ed essere
capaci di far divenire il Club stimolo nei
confronti della classe dirigente e dei soggetti
istituzionali della propria città. Tre aspetti
hanno quindi spinto le azioni del mio anno: 1)
dare continuità a un ciclo triennale iniziato
con Sergio Vetrella e continuato con
Gaetano de Donato; 2) puntare sul gruppo
piuttosto che su singole personalità; 3)
dotare il Club di uno strumento informativo
per affrontare con competenza e conoscenza
discussioni e dibattiti su aspetti collegati alla
qualità della vita.
E’ possibile oggi, a ottantacinque anni dalla
nascita del nostro Club, fornire alcune
indicazioni sui risultati raggiunti e sulle
esperienze di quell’anno rotariano? Il
confronto con la gloriosa storia del nostro
antico Club spinge naturalmente a evitare
entusiasmi e celebrazioni, ma devo dire che
da Presidente ho potuto apprezzare il duro
lavoro svolto da alcuni dei nostri soci. Basti
pensare
al
consolidamento
dell’informatizzazione del bollettino o
all’avvio dell’indagine sulla qualità della vita,
che ha poi visto coinvolti Presidenti come
Ennio Magrì, Mario Condorelli ed in
particolare Massimo Franco, che entrò come
socio proprio nel 2002 ed è stato il vero
motore del programma. E inoltre il
proseguimento e lo sviluppo di alcuni
programmi come “3A” Aneurisma Aorta
Addominale, “Informatica per ipovedenti” e
“Premio imprenditorialità”, ereditati dai
precedenti Presidenti. Questa grande
disponibilità al servizio, da parte di alcuni
soci, mi sembra un fatto straordinario da
richiamare sempre alla nostra memoria.
Oggi il Rotary è del tutto diverso da quello di
ottantacinque anni fa. Al suo interno il senso
d’identità in alcuni casi tende ad attutirsi, il
ruolo del Rotary è meno centrale nelle scelte
della città, il cambiamento del sistema
sociale rende articolati e complessi i processi
decisionali e diversifica i centri d’interesse
cittadini.
Il programma del 2002/03 si avviò quindi con
una prima conviviale sul significato di ”essere
gruppo”: Paolo Vergnani psicologo di
Bologna, esperto di team building e
comunicazione, spiegò che per fare
diventare ricco e fecondo un gruppo è
necessario uno sforzo ed un investimento
costante, provando a coinvolgere tutti nelle
49
azioni per avvalersi completamente delle
risorse presenti e per dare peso all’azione
complessiva del gruppo. Alla fine dell’anno
rotariano queste parole furono chiare: solo
forte coesione e armonia determinano la
capacità, in una struttura sociale così
complessa come la nostra, di avere ruolo
nella società. In caso contrario dobbiamo
contare sull’iperattività e l’autorevolezza di
alcuni soci per mantenere una soglia
relativamente costante di servizio del Club
alla collettività. Si pone quindi da un lato un
maggiore coinvolgimento di tutti nello
sviluppo delle azioni rotariane, dall’altro una
notevole attenzione nella presentazione dei
nuovi soci. La fase d’individuazione dei nuovi
soci per il nostro Club non ha, quindi, solo il
significato di necessario rinnovamento delle
generazioni, ma un importante ruolo
strategico sulla capacità di creare un gruppo
futuro che possa sviluppare una forte azione
collettiva.
Questi aspetti sono stati cercati nel mio anno
con tre specifiche iniziative. La prima ha
provato a sponsorizzare, con il fondamentale
contributo di Sergio Pepe, il nostro Rotaract
per dare futura linfa al nostro Club, anche
attraverso alcune serate che hanno dato
visibilità alle loro iniziative e ai loro obiettivi.
La seconda si è proposta di restituire
maggiore spazio ai soci che non avevano
avuto specifiche opportunità di intervenire
nelle conviviali, per recuperare idee e
presenza. La terza è stata il lancio del tema
"qualità della vita", vero collante per unire
soci, cittadini e istituzioni. Pur toccando la
“qualità”
prevalentemente
sentimenti,
relazioni e scambi tra persone e istituzioni si
decise di avviare una ricerca scientifica sulla
qualità della vita a Napoli per creare uno
strumento di riferimento del Rotary Club
Napoli, che consentisse in base ad indicatori
e numeri di parlare con consapevolezza dei
problemi della città. L’indagine diretta da
Massimo Franco ha utilizzato le competenze
dei Dipartimenti di Economia Aziendale e
Statistica dell’Università di Napoli Federico II
e il contributo dell’ANCE con Riccardo
Giustino e dell’Assessorato della Ricerca
Scientifica della Regione Campania con Luigi
Nicolais. I primi risultati finali hanno visto la
luce sotto la presidenza di Ennio Magrì,
consentendo alcune importanti riflessioni
con le istituzioni della città e con i
responsabili della stampa.
Un’ulteriore iniziativa fu messa a punto con
gli intelligenti consigli di Guido D’Angelo - da
sempre sostenitore di una maggiore
presenza del nostro Club nelle scelte
importanti della città – per porre l’accento
sul ruolo di cervello pensante del Rotary. Il
programma denominato “Più voci a
confronto” fu coordinato da Alfonso Ruffo e
toccò i temi dell’Università con i cinque
Rettori napoletani (Pasquale Ciriello,
Francesco de Sanctis, Gennaro Ferrara,
Antonio Grella e Guido Trombetti); del nuovo
registro dei fabbricati con gli Ordini
professionali (Francesco Abbate, Giancarlo
Laurini, Riccardo Giustino, Paolo Pisciotta,
Carlo Parodi, Luigi Vinci); dello sviluppo degli
aeroporti con esperti e operatori del settore
(Marino de Luca, Mauro Pollio, Roberto
Spingardi) e infine dell’acqua e l’ambiente,
dedicato alla memoria di Vittorio Biggiero,
con esperti del settore (Giuseppe de Martino,
Salvatore Villani, Giacomo Rasulo, Ettore
D’Elia, Giuseppe Bruno, Uberto Potenza).
Vorrei inoltre richiamare alla memoria il
carattere internazionale del Rotary che
idealmente ci lega ai grandi progetti come la
Polio plus e l’Alfabetizzazione. Gli interventi
del console americano Clyde Bishop, a un
anno dalla tragedia dell’11 settembre a New
York, e di quello britannico Michael
Burgoyne, per provare con l’aiuto di Slow
Food le birre inglesi ad alta gradazione, ci
hanno ricordato di appartenere nelle cose
50
tristi e in quelle piacevoli ad una grande
famiglia, ormai molto interdipendente e
collegata.
Infine va citata la presenza di due personaggi
napoletani
impegnati
nell’arte
dello
spettacolo. Geppy Glejeses attore e direttore
del Teatro stabile di Reggio Calabria che con
la poesia di Salvatore Di Giacomo ha
dimostrato come la tradizione e la
commozione possono rappresentare un
elemento di coesione tra le persone e
Francesco Vizioli, direttore d’orchestra, che
nella festa degli auguri del dicembre 2002
diresse l’inno italiano di Mameli, cantato ad
alta voce da tutti i soci per l’improvvisa
rottura dell’impianto sonoro.
Vorrei concludere, sottolineando che la
grande ricchezza del Rotary nel 2002/03 è
stata ancora una volta la capacità di
discutere di problemi e progetti in piena
libertà, con l’unico obiettivo di provare a
migliorare la società nella quale viviamo. E di
questo devo ringraziare i soci, il Consiglio e in
particolare Elio Sava per il suo continuo,
attento e amichevole sostegno.
51
Mario Condorelli
Anno rotariano 2003-2004
Nel corso dell’anno si sono svolte 23
conviviali e 4 interclub, di cui 2 con il
R.C.Flegreo ed una ciascuna con il
R.C.Barcellona e con il R.C.Napoli Nord,
nonché un incontro con il Soroptimist Club.
Gli interclub con il R.C.Flegreo sono stati
dedicati alla presentazione del libro di Giulio
ANDREOTTI “La fuga di Pio IX e l’ospitalità
del Borbone” e ad una conversazione di
Antonio MARZANO, Ministro delle Attività
Produttive, sulla possibilità di sviluppo del
Mezzogiorno.
L’incontro con il Soroptimist ha avuto come
tema un simposio sulle cellule staminali.
Il Club ha inoltre organizzato un Seminario
sulla Costituzione Europea al quale hanno
partecipato Rosa IERVOLINO RUSSO, Giulio
ANDREOTTI, Francesco Paolo CASAVOLA,
Giuseppe GALASSO, Tommaso PADOA
SCHIOPPA e Stefano FOLLI e che è stato
moderato da Ermanno CORSI.
Un gruppo di soci ha partecipato altresì ad un
viaggio, organizzato dal Club, nella Sicilia
barocca.
Tutta l'attività culturale del nostro Club nel
corso di quest'anno rotariano è stata in
particolare rivolta ad una interazione tra il
nostro Club e personalità del mondo politico,
della cultura, dell'imprenditoria, delle
professioni, con la finalità innanzitutto di
ascoltare e di conoscere e poi di avanzare
proposte concrete. Ho seguito questo
metodo, con il consenso del Consiglio
Direttivo, che è tradizionale nel Rotary in
generale e nella storia di questo Rotary in
particolare. Devo soprattutto ringraziare
Riccardo
MERCURIO,
mio
diretto
predecessore, uomo di grande cultura e di
profonda esperienza, che con decisione ha
avviato il nostro Club su questa strada. Tutti
sentiamo l'esigenza di un diverso tipo di
rapporto tra mondo del potere e mondo
della società civile che è come dire tra paese
politico e paese reale. Dobbiamo spostare il
livello del dibattito dal piano della critica
sempre più feroce, sempre meno educata e
meno rispettosa della esigenza della
diversità delle idee altrui a quello del dialogo
e del confronto sereno e soprattutto a quello
della proposta. Mi sembra questo un metodo
che, oltre ad essere più sereno, è anche più
fruttuoso, perché la società civile, vale a dire
la società politicamente non organizzata,
diventi, al di fuori dei partiti politici, diretta
interlocutrice
del
potere
politicoamministrativo. Condivido, a questo
proposito, quanto ha detto giorni fa nel suo
bel discorso inaugurale il Governatore del
nostro Distretto Sandro MAROTTA, e cioè
che il Rotary come espressione consapevole
ed avveduta della società civile sia
particolarmente adeguato, per le sue finalità
istituzionali di servire alla società e per la
estesa rete nell'intera Nazione, ad interagire
continuamente con la società politica,
avanzando istanze che si vanno di continuo
formando nella coscienza dei cittadini e
formulando
soluzioni
razionalmente
sostenibili.
Questo mi sembra, tra l'altro, un modo per
cercare di colmare quel distacco sempre più
profondo che si è creato nel nostro Paese da
molti anni tra Paese Politico e Paese Reale
che ha portato ad una progressiva
disaffezione dei cittadini verso le istituzioni.
Su questo possibile ruolo del Rotary
dobbiamo rivolgere molta attenzione e
approfondita riflessione.
Ringrazio tutti i componenti del Consiglio
Direttivo per la loro fraterna ed affettuosa
partecipazione. Tengo a dire che il nostro è
stato un lavoro di squadra nel senso che
abbiamo saputo coniugare unità di intenti e
autonomia di azione.
Per mia esperienza questo è il metodo
migliore per lavorare: una volta scelta la
squadra sulla base delle specifiche
competenze e della serietà dell'impegno
52
assunto e della accettazione del principio di
collegialità, si deve dare a ciascun
componente della squadra ampia libertà di
azione.
Questo è l'orientamento che personalmente
ho seguito nella mia attività universitaria e
negli organismi istituzionali che ho avuto
l'onore di presiedere. Tra gli amici del
Consiglio Direttivo che desidero in
particolare ringraziare vorrei ricordare il
carissimo Elio SAVA, nostro formidabile
Segretario tanto devotamente legato al
nostro Club e sempre disposto a farsi carico
di ogni incombenza che Egli sa risolvere con
serenità e con perizia dedicando molto del
suo tempo alla nostra istituzione.
Rocco GIALANELLA, nostro Prefetto, per
l'aiuto prezioso che ha dato per la riuscita
delle nostre attività culturali, curando con
grande signorilità, con totale dedizione e con
grande esperienza tutti i dettagli per una
perfetta riuscita delle manifestazioni. Gli
sono, anzi gli siamo tutti profondamente
grati.
Un carissimo e devoto ringraziamento devo
all'amico Nando SCOTTI, in particolare per
l'attività
impareggiabile
svolta
nella
redazione del Bollettino delle nostre
Riunioni. E' un lavoro davvero oneroso ed
improbo al quale egli si sobbarca senza mai
far pesare la notevole difficoltà che questo
lavoro, peraltro fatto in casa e perciò più
oneroso, comporta. Grazie di cuore, caro
Nando a nome di tutti!
Nella organizzazione delle conversazioni mi
è stato di aiuto assai prezioso l'amico
Prof.Guido D'ANGELO. E' stato un
consigliere amico accorto, esperto, sensibile,
acuto e profondo conoscitore delle varie
sensibilità che convivono nel nostro Club. Se
sono
stati
ottenuti
successi
nella
realizzazione del nostro programma
culturale, il merito è soprattutto suo. Un
ringraziamento assai vivo devo al Tesoriere
del nostro Club Gaetano BANCALE che ha
svolto un lavoro egregio e gravoso.
Ancora un ringraziamento dobbiamo tutti al
nostro socio Luigi REGINA, che con tanta
generosità e squisita signorilità ha
contribuito alla scelta delle meravigliose
stampe settecentesche della Sua collezione
privata che il Rotary ha donato ai Suoi ospiti.
Un ringraziamento vivissimo all'amico Nino
NALDI, alla Signora Adele e alla deliziosa
Teresa NALDI per il generoso appoggio che
hanno dato per la realizzazione delle nostre
conviviali ed anche per l'utilizzazione
gratuita dell'Auditorium per le nostre
manifestazioni seminariali. Grazie anche a
tutto il personale dell'Hotel Royal ed in
particolare al Maitre Signor Raffaele
D'ANGELO.
Un vivo ringraziamento devo alla Signora
Elvira CHERUBINI per la sua attività di
solerte, silenziosa e molto efficiente
segretaria.
Infine. ma non ultima, un grazie di cuore alla
mia segretaria personale, Signora Angela
MUSOLLINO,
per
avermi
aiutato
costantemente con sincero affetto, con
squisita signorilità e viva partecipazione al
difficile lavoro che richiede l'interazione del
Presidente con le varie Personalità coinvolte
nella nostra attività di cultura e di relazioni.
Non posso chiudere la teoria dei
ringraziamenti senza un devoto ed
affettuoso grazie a mia moglie PAOLA che
mi è stata sempre intensamente vicina in
questa mia attività di Presidente, dandomi
sempre consigli accorti che si sono
dimostrati vincenti. La ringrazio, in
particolare, della cura che ha posto
nell'organizzare il nostro viaggio rotariano in
Sicilia e della squisita sensibilità che ha avuto
nei miei riguardi suggerendomi un itinerario
assai caro al mio cuore per le mie origini
siciliane.
Da Presidente si impara a conoscere meglio il
Rotary ed alla fine dell'anno rotariano si
hanno rimpianti e nostalgie per le cose che si
sarebbero potute o volute realizzare.
53
Istituzione del Club: documento dello Special Comissioner del 12 dicembre 1924
54
Ennio Magrì
Anno rotariano 2003-2004
racchiusi e analizzati in un volume, per essere
poi offerti alle Istituzioni competenti,
affinché avessero uno spaccato preciso della
realtà cittadina da considerare con
attenzione nella predisposizione delle linee
programmatiche.
In tal modo si è reso possibile conoscere, per
ogni circoscrizione, quali sono i servizi offerti,
quali le domande, quali in definitiva le
aspettative dei cittadini per migliorare la
qualità della loro vita.
Il Rotary è partito dalla considerazione: che
la qualità della vita di una città, oltre a
rappresentare il suo modo di essere, è anche,
come suol dirsi, “il suo biglietto da visita”, il
suo modo di presentarsi, il suo modo di porsi,
di costituire o meno un attrattore.
Una città con una scadente qualità della vita,
è una città ostile, che respinge, che induce
alla
critica
e
certamente
no
all’apprezzamento. Ma se Napoli ambisce a
collocarsi come città d’arte, città produttrice
di cultura e come tale attrattore turistico, la
qualità della vita diventa un elemento
fondamentale. Il Rotary in definitiva ha
spinto la città ad interrogare se stessa, ad
individuare quale è la sua ragione per
esistere, per sopravvivere. Il Rotary Napoli
nel perseguire il suo spirito di servizio, questa
volta a favore della città in cui ha sede da
oltre ottanta anni, ha voluto offrire un
prodotto che possa costituire un momento di
riflessione, ma anche uno strumento per una
corretta operazione di pianificazione
urbanistica. Tale iniziativa ha preceduto la
mia presidenza ed è stata poi seguita dai
presidenti successivamente eletti.
Rimane il rammarico che tanta profusione di
energie e mi permetto dire di professionalità,
in particolare dell’attuale presidente prof.
Massimo Franco, non sembra che abbia
trovato
adeguato
riscontro
nell’
amministrazione locale. Argomento di
riflessione deve essere pertanto quello di
come rendere maggiormente incisiva nella
vita reale, l’attività del Rotary e non limitarla
ad una sterile per quanto ottima
informazione racchiusa nell’ambito sociale.
Del mio anno di presidenza del Club, ne ho
un ricordo indelebile.
E’ stato un anno intenso ricco d’incontri, di
speranze, di entusiasmo.
La sensazione più bella, era quella di sentire
la fiducia che i soci riponevano nel Consiglio
da me presieduto, nelle iniziative che
suggerivamo di perseguire.
Il tema della mia presidenza era incentrato
sul Rotary a servizio della città.
In tale ottica abbiamo percorso le seguenti
linee guida:
Napoli portale dell’Europa nel bacino
del Mediterraneno e conseguentemente
città multietnica. Sul tema, visto nelle sue
molteplici
sfaccettature,
ci
hanno
intrattenuto il prof. Corrado Beguinot, il prof.
Rocco Papa, il prof. Gilberto Marselli, il prof.
Padre Vincenzo de Gregorio, il nostro socio
ing. Ambrogio Prezioso, il prof. Barbieri,
l’arch. Mario Virano, il Presidente Boris
Biancheri.
La trasformazione urbana - realtà e
modelli: visita ai cantieri della metropolitana,
ing. Giannegidio Silva, ing. Claudio Artusi,
prof. Torrieri.
Cittadini napoletani ai vertici della
ricerca scientifica: prof. Sergio Vetrella, prof.
Gigi Rolandi, prof. Guido Trombetti.
Abbiamo visitato il C.I.R.A., i cantieri
della Metropolitana di Napoli, infine siamo
stati in Polonia nelle bellissime città di
Varsavia e Cracovia.
L’iniziativa più prestigiosa però, è quella che
ha visto il Rotary Napoli, in tutta umiltà e
trasversalmente a qualsiasi connotazione
politica, dare il proprio contributo di uomini,
di idee, di attività lavorativa ed anche di
denaro, affinché venisse svolta una ricerca
puntuale sulla qualità della vita nella città di
Napoli, suddivisa per circoscrizioni.
Gli elementi raccolti, frutto di una ricerca
accurata, presso gli enti preposti e di
interviste a circa tremila cittadini, sono stati
55
Rotaract e Interact Napoli
Passaggio delle Consegne
da Elio Sava a Massimo Franco
56
Marcello Picone
Anno rotariano 2005-2006
Le attività che hanno segnato la vita del
Club. Sul piano interno le iniziative culturali
in questo anno rotariano sono state
caratterizzate dall'approfondimento di temi
significativi inerenti, sopra tutto, la
conoscenza
dei
condizionamenti,
la
valorizzazione delle risorse e le prospettive di
sviluppo riguardanti la Città di Napoli
trattate nell'incontro con personalità dei
mondo politico, della cultura, della
imprenditoria,
delle
professioni
con
l'obiettivo, come è stato detto, di ascoltare e
di conoscere e, se possibile, di avanzare
proposte concrete, secondo le consuetudini
partecipative, ormai consolidate, e che sono
prerogativa della storia del nostro glorioso
Sodalizio. In tale quadro si inseriscono le
conversazioni introduttive tenute da Rocco
PAPA
e
da
Nicola
SPINOSA,
rispettivamente, avente per argomento: "
Lavoriamo per Napoli 2010" e " Il Polo
museale di Napoli, un autunno tra classici e
moderni". Altrettanto ricche di interesse le
relazioni di Giovanni LETTIERI su " Un patto
strategico per rilanciare Napoli", di Massimo
LO CICERO "Napoli non ti dico addio:
riflessioni sulla Città" e di Andrea
COZZOLINO "Una strategia di sviluppo per
le attività produttive a Napoli". Magistrale
poi l'intervento indimenticabile di Giorgio
NAPOLITANO, attuale Presidente della
Repubblica, sul tema "Napoli, portale
d'Europa nel Mediterraneo " e significative le
conversazioni di Marco Di LELLO su "Il
turismo nell'area napoletana. Evoluzioni e
prospettive" e di Gaetano COLA su "Gli
scambi commerciali tra Napoli e Il bacino del
Mediterraneo". Di notevole interesse,
nell'evidenziare le risorse cittadine, le
relazioni di Luigi NICOLAIS, già Ministro per
le Riforme e l'Innovazione, su " Napoli, Città
della Scienza", di Gabriele CAVALLI " La Cina
è vicina a Napoli", di Francesco NERLI
"Portualità a Napoli: la città si risposa col
mare", di Angelo MONTEMARANO su "I
servizi sanitari a Napoli", di Ermanno CORSI
su "Aspetti di Napoli nel terzo millennio".
Argomenti più specifici, ma non meno
suggestivi, sono stati quelli illustrati da
Gioacchino LANZA TOMASI di LAMPEDUSA
" Il Teatro San Carlo nel Regno delle Due
Sicilie" , da Francesco DE SANCTIS 'Storia e
attualità della Università Suor Orsola
Benincasa di Napoli", da Guido DONATONE
" Immagini del quartiere Angioino nella
pittura napoletana dell'800" e da Lucia
CIVETTA " L'attività vulcanica del Campi
Flegrei: storia e leggenda". Ha poi concluso il
ciclo di conferenze il nostro Massimo
FRANCO che ha illustrato la ricerca su "La
qualità della vita nelle Municipalità di
Napoli", svolta dal Rotary Club di Napoli,
unitamente alla Università di Napoli
"Federico II'.
Sul piano organizzativo interno sono da
segnalare la relazione programmatica
presentata dal Presidente al Club, sugli esiti
dell'incontro del Consiglio Direttivo con le
Commissioni istruttorie e le conclusioni
tratte dalla fondamentale "lezione" di
Raffaele PALLOTTA d'ACQUAPENDENTE,
Board Director del Rotary International, che
ha riferito magistralmente su. "Cosa è il
Rotary". Un momento importante, per la vita
del Club, é stata la presentazione delle
iniziative in corso e delle attività in
programma, in occasione della visita dei
Governatore del Distretto 2100 Alfredo
FOCA' che si è poi ripetuta allorquando egli,
insieme con Alfonso TEDESCO, Delegato del
Distretto, ha presenziato alla relazione
generale di Gaetano De DONATO sulle
attività del Programma " 3A ". Sul piano
esterno, l'attività del Club, in questo anno
rotariano, è stata caratterizzata dagli incontri
avuti con i giovani rotaractiani al quali sono
state dedicate le conviviali di cui, nella prima,
Ettore REGINA ha presentato il "Programma
57
dei Rotaract Club di Napoli" e nelle
successive, Benedetto GRAVAGNUOLO ha
illustrato "Il water front Partenopeo.
Propositi e progetti" e Renato DE FUSCO ha
conversato su "Antico e nuovo nella
continuità della storia di Napoli". Il nostro
Rotary, nel suo percorso nel tempo, deve
infatti esprimersi attraverso obiettivi rivolti al
futuro, quindi, affidati ai giovani, perchè
attraverso il loro operato possa perpetuarsi
la genuinità dei propositi, l'attualità dei
comportamenti e la forza vitale degli ideali
rotariani. Le istituzioni rotariane, fin
dall'origine, e ancor più nelle attuali direttrici
operative, dovranno essere concepite con
spirito giovanile ed orientate nella
considerazione verso le nuove generazioni,
verso i loro problemi, le loro ansie, le loro
aspettative. Altri incontri si sono avuti con le
Signore dell'Inner Wheel Club Napoli, in
occasione della "provocante" conversazione
di Roberto GERVASIO su "Eros e coppia";
nell' interclub con Napoli Nord, in
concomitanza con la visita al Rione Terra di
Pozzuoli ed all'Anfiteatro Flavio; con tutti i
Club Rotary Partenopei, nel concerto "Viva
Mozart" tenutosi al Teatro Mediterraneo e
nella successiva manifestazione conviviale
"Una
serata
a
Villa
Campolieto".
Particolarmente significativo l'incontro con
gli allievi ipovedenti che hanno partecipato al
corso di formazione al computer istituito dal
nostro Rotary presso la Facoltà di Ingegneria,
la partecipazione al Forum Distrettuale dei
R.C. del Golfo su "Partenariato economico
tra i Paesi dei Mediterraneo", l' Interclub tra i
R.C. del Distretto 2100 , in occasione della
visita di Serge GOUTEYRON Vice Presidente
del Rotary International e, per concludere,
ricordo la gradita partecipazione al concerto
dei CANTORI di POSILLIPO nell'Auditorium
dell'Hotel Continental, in occasione della
Festa degli Auguri. Nell'ambito delle
iniziative esterne intraprese, assumono
prevalente interesse, in quanto annoverati
come programmi di grande rilevanza sociale.
- "il programma 3A - Aneurisma dell'Aorta
Addominale" - curato da Gaetano De
DONATO che questo anno ha interessato
altri quartieri della città di Napoli.
- "l'Osservatorio su "la qualità della vita a
Napoli" attraverso il quale è stato offerto un
nuovo contributo alla Città, presentando i
principali risultati che il Comitato Scientifico,
presieduto da Riccardo MERCURIO e
organizzato da Massimo FRANCO, aveva
sviluppato nel 2005, questa volta accorpati
secondo la nuova struttura delle 10
Municipalità costituenti l'Amministrazione
cittadina.
- "il Corso di formazione al computer per
ipovedenti" affidato a Gaetano LA GIOIA
svoltosi, anche con il contributo del
Distretto.
58
Costantino Giardino
Anno rotariano 2006‐2007
Al di là delle Assemblee, la dirigenza del Club
ha definito un protocollo di comunicazione
con i Soci e con i Dirigenti distrettuali.
Ai fini della continuità si è preferito fare
nomine pluriennali e prevedere una
costruttiva collaborazione tra il Presidente in
carica, il suo immediato predecessore, il
Presidente entrante e il Presidente
designato.
E’ stato così possibile elaborare le linee
programmatiche per l’anno rotariano 20062007 per conseguire:
a) una gestione amministrativa efficiente con
particolare riguardo all’ammissione dei nuovi
Soci, al consolidamento dell’effettivo ed alla
risoluzione delle morosità;
b) per coinvolgere i Soci nei processi
decisionali del Club;
c) per aggiornarli sulle attività del Rotary e
per prevedere nuove opportunità finalizzate
all’affiatamento dei Soci stessi;
d) per assicurare una correlazione tra le
manifestazioni del Club ed i Programmi in
attuazione, interagendo al massimo con i
giovani e con il Rotaract;
e) per organizzare le conversazioni,
preparandole opportunamente, il più delle
volte sulla base di competenze interne, al
fine di prospettare all’oratore orientamenti e
punti di vista del Club;
f) per formulare un piano di formazione
esauriente della dirigenza;
g) per divulgare gli avvenimenti del Club
attraverso il “notiziario”, il sito internet, la
stampa e gli altri media garantendo inoltre il
flusso di notizie con il Governatore
distrettuale, con gli Assistenti del
Governatore e con le Commissioni
distrettuali.
Le Commissioni del Club e il Consiglio
Direttivo hanno lavorato con ottimi risultati
per l’attuazione del programma di servizio e
delle azioni previste nell’anno 2006-2007.
Il 4 luglio 2006, nell’assumere la guida del
Club,
ero
consapevole
dell’impegno
chiestomi dal Governatore Vito Mancusi per
tenere il Club più antico d’Italia in linea, nelle
sue azioni di servizio, con il motto del
Presidente del Rotary International William
Boyd : “Lead the Way” e con il motto del
Distretto 2100: “Insieme con amicizia per la
pace” , relativi all’anno rotariano 2006 – 2007
che prevedeva notevoli modifiche gestionali
per il nostro Club in base all’adozione del
nuovo Piano Direttivo di Club (PDC).
In effetti, su mandato del Governatore Focà,
avevo iniziato già da Presidente eletto
l’attuazione del PDC così come richiestomi
dal Distretto.
Coerentemente con quanto approvato
dall’Assemblea dei Soci del 21 marzo 2006, il
Consiglio Direttivo incoming, unitamente
alla dirigenza in carica ed ai past president,
ha
operato per ottemperare, alla
pianificazione strategica e all’individuazione
degli obiettivi del Club mediante la “Guida
alla pianificazione di Club efficienti”, ed
all’attuazione del nuovo PDC.
Per quanto concerne il nuovo regolamento
sono stati modificati alcuni articoli del
regolamento vigente. Il Club è stato
articolato in sole otto Commissioni di nuova
istituzione che hanno realizzato e
programmato entro il 30 giugno 2006 quanto
necessario per rendere operativo il nuovo
PDC.
Il Piano contiene gli obiettivi per i tre-cinque
anni rotariani successivi e delinea le strategie
per pubblicizzare i successi ottenuti dal Club
sui fronti dell’effettivo, dello sviluppo della
leadership, della Fondazione Rotary e dei
Progetti di servizio.
Tenendo presente il valore ed il significato
delle Assemblee di Club, il nostro PDC ha
previsto di tenere regolarmente delle
Assemblee, per garantire i contatti tra i Soci
e l’Assistente del Governatore.
59
Localmente l’attività del Club si è ispirata ad
un filo conduttore mirato ad evidenziare le
eccellenze che caratterizzano la vita della
nostra Città più che i ben noti aspetti critici
per i quali si è preferito un confronto
propositivo con i responsabili istituzionali
teso a migliorare la qualità della vita,
continuando i Programmi pluriennali in atto
e attivandone altri di nuova formulazione.
Le conversazioni e gli incontri tenuti presso il
nostro Club, spesso con iniziative interclub,
sono state prevalentemente adeguate a tale
orientamento.
Tra le conversazioni, tutte riportate nel
Bollettino del Club, mi piace ricordare:
“I sistemi automatici di guida per il futuro
trasporto aereo” di Sergio Vetrella; “Sguardo
attuale sull’arte contemporanea a Napoli” di
Alfonso Artiaco; “Riforme costituzionali:
questioni aperte?” di Michele Scudiero;
“Radioterapia di avanguardia: un progetto
per la Campania” di Vincenzo Vaccaro; “I
musei: una risorsa per chi e per cosa” di Pier
Luigi Leone De Castris; “Prospettive per la
ristrutturazione urbanistica di Bagnoli” di
Sabatino
Santangelo;
“Napoli:
trasformazioni urbane nell’area orientale” di
Ambrogio Prezioso; “Proposta per un nuovo
parco archeologico a Pozzuoli” di Costanza
Gialanella; “Il cammino di liberazione e di
rinascita a Forcella” di Padre Luigi Merola.
La Dirigenza del Club ha sviluppato al
massimo le potenzialità offerte dalla Rotary
Foundation facendole conoscere ai Soci per
portare avanti programmi umanitari
finanziabili, ampiamente condivisi, locali e
internazionali.
Parimenti vi è stata la volontà di affrontare
azioni umanitarie, unitamente agli altri Club
del Gruppo Partenopeo, ed attivare scambi
di gruppi di studio tra giovani, ed effettuare
azioni di pubblico interesse mondiale.
Come dimenticare l’impegno di Sergio Pepe
nel realizzare lo scambio di gruppi di studio
con l’arrivo dal Canada del giovane studente
Bruce Timothy Megill, ospite della famiglia
Messere, e la gratitudine dello studente
Riccardo Messere di Napoli inviato nello
scambio giovani negli USA?
E’ motivo di orgoglio per il Club aver
ottenuto dalla Rotary Foundation il
riconoscimento ed il supporto finanziario per
due Progetti umanitari locali (sovvenzioni
semplificate): 1) Diagnosi e trattamento
precoce del cancro orale ed orofaringeo Progetto O.C.E.D.A.T - Responsabile Luigi
Califano; 2) Istruzione informatica per i non
vedenti – Progetto Savy – Responsabile
Gaetano La Gioia.
E’ stata poi approvata e finanziata dalla
Rotary Foundation con sovvenzione paritaria
l’azione
umanitaria
internazionale
“Operation
Smile”
–
Responsabile
Costantino Giardino, per la terapia chirurgica
di bambini con malformazioni del viso in
Thailandia (Club capofila Napoli; Club
partecipanti Napoli Nord Est, Napoli Castel
dell’Ovo e Bangkok South).
Il nostro Club ha poi partecipato con gli altri
otto Club del Gruppo Partenopeo al progetto
umanitario internazionale “Lavoro protetto
in campo agricolo e zootecnico” – Progetto il
chicco svoltosi in Romania (Club capofila
Napoli Nord Est).
Ha inoltre partecipato al progetto
internazionale APIM “Water supplies in Brazil
Rotary” in collaborazione con il Distretto
2100, il Club Montes Claros Norte, Napoli
Nord Est, Napoli Nord e Napoli Castel
dell’Ovo.
Desidero poi ricordare che il nostro Club, per
opera di Massimo Franco a ciò delegato dal
Governatore Mancusi, è stato il primo ad
istituire nel Distretto 2100 i primi due GROC Gruppi Rotariani Comunitari, uno per
“l’istruzione informatica per disabili della
vista” e l’altro per la “Qualità della vita per la
città di Napoli”.
Altro evento che mi è gradito ricordare è il
gemellaggio con il Rotary Club Milano che ha
consolidato i contatti tra i due più antichi
Club Italiani coinvolgendo il nostro Club nel
Programma, già in atto a Milano ed iniziato
anche a Napoli, “Monitore: un adulto per
60
Amico” volto al recupero dei ragazzi che
abbandonano la Scuola.
A tutte le azioni programmatiche su citate va
aggiunta un’altra iniziativa resasi necessaria
nell’anno del mio mandato, voluta
fortemente da tutti i nove Club del Gruppo
Partenopeo. Mi riferisco all’azione “I Rotary
Club per Napoli: “una proposta per la
riqualificazione della Città” legata agli eventi
di inefficienza amministrativa e di illegalità
che hanno portato negativamente alla ribalta
la città di Napoli rendendo necessaria e
indispensabile una riflessione sul ruolo che
può svolgere il Rotary con interventi e
proposte.
Questa iniziativa che ha visto l’impegno del
Distretto con i Governatori Mancusi, Calise e
Parlato ha portato alla stesura di un
protocollo di intesa con il Comune di Napoli
finalizzato al monitoraggio propositivo da
parte del Rotary delle 10 Municipalità della
città di Napoli.
Va infine ricordata l’azione svolta dal
Consiglio per la modifica del regolamento del
Premio Mario Florio che ha reso possibile nel
2006-2007 il primo bando del premio per
l’importo di 2.500,00 Euro, vinto dall’avvoca-
to Antonio Tarasco per i suoi contributi in
materia di patrimonio ed attività culturali e di
ordinamento amministrativo per la Regione
Campania.
Analoga operazione di adeguamento del
regolamento alle esigenze attuali è stata
realizzata dal Consiglio Direttivo per il
Premio Mario Maria Jacopetti da anni non
più assegnato. Nel prossimo anno rotariano
sarà promulgato il relativo bando.
In conclusione l’attività svolta dal Club
nell’anno rotariano 2006-2007, per l’impegno
sociale e umanitario, è stata per me
particolarmente esaltante e foriera di nuove
vere amicizie nate dalla condivisione degli
obiettivi programmati e realizzati nel
gratificante spirito di servizio rotariano.
Nella speranza di non aver deluso quanti
hanno riposto fiducia in me, ringrazio tutti
quelli che hanno collaborato a far attribuire
al
Rotary
Club
Napoli
l’Attestato
Presidenziale 2006-2007 con la seguente
motivazione: per gli sforzi compiuti nel
tentativo di “aprire la via” a un futuro
migliore, dimostrando come il servire e la
cooperazione possano veramente cambiare
il mondo.
61
Carlo Rolandi
Anno rotariano 2007-2008
“Rotary shares”: questo il motto proposto dal
Presidente
Internazionale
Wilfrid
J.
Wilkinson per l’Anno Rotariano 2007/2008 di
mia presidenza. Il “Rotary è condivisione” nel
senso di condividere le idee anche unificando
l’attività del Club a quelle degli altri Club in
comunità di obiettivi, partecipando insieme
ad azioni comunitarie, condividendo le idee
altrui facendole nostre, portando avanti i
nostri propositi, trovandoci di accordo con gli
altri. In definitiva, condividere le stesse
opinioni per avere successo perché
nell’unione c’è la forza. Il Governatore
Giancarlo Calise, interpretando la direttiva
presidenziale, ha caratterizzato la sua attività
fornendo a noi presidenti di Club una guida
precisa e concreta. La sua direttiva la
troviamo nel suo motto che è:
“Di….mostriamo di esserci” ovvero prima
dimostriamo operando e poi dimostriamolo
facendo conoscere il nostro operato.
Il mio anno di presidenza è stato per me
un’esperienza entusiasmante che mi ha
emozionato e gratificato, e di cui conservo
un ricordo indimenticabile. E’ stato un anno
davvero speciale tutto improntato ai principi
del Rotary, di servizio e di profonda amicizia
fra tutti noi soci. Nelle conversazioni
abbiamo cercato di stimolare discussioni
culturali di livello, non senza trascurare i
problemi pratici e più importanti del nostro
tempo e della nostra città, stimolando la
presa di conoscenza ed il giudizio etico che il
Rotary deve sollecitare negli anni. In
occasione delle 48 riunioni, conviviali o non,
sono stati trattati argomenti di grande
interesse spaziando tra società, religione,
sport, medicina, beni artistici e culturali,
socializzazione, etc. In tema di attività
umanitaria nei confronti dei giovani meno
abili o a rischio, ricordo la visita a bordo del
brigantino “Italia” affidato alla nostra Marina
Militare per condurre i giovani in crociera. In
questa attività umanitaria che si inquadra
nella Fellowship rotariana sono stati
imbarcati per una crociera di 8 giorni alcuni
ragazzi dei Quartieri Spagnoli. Uno sguardo
particolare è stato rivolto al programma
“Scambio giovani” in base al quale il giovane
Riccardo Messere si è recato negli Stati Uniti
ospite di una famiglia statunitense mentre il
canadese Bruce Megill è stato in Italia presso
i genitori di Riccardo Messere. Offrendo una
prova di “Amicizia”, questa particolare
attività ha reso possibile ai due giovani di
vivere per lungo tempo nella nazione
ospitante acquisendo esperienze essenziali
per la loro vita futura; il tutto senza
interrompere gli studi grazie ad una
particolare convenzione con le Autorità
scolastiche. In piena sintonia con il dettato
rotariano, l’impegno del Club è stato
dedicato particolarmente ai “progetti di
servizio”. Nel rispetto delle quattro vie di
azione che caratterizzano l’attività rotariana,
cui si è aggiunta la quinta per le nuove
generazioni, la Commissione Progetti di
servizio, nello sviluppo del suo compito, ha
interagito con le altre Commissioni del Club
per proseguire i progetti annuali già messi in
essere, in considerazione dei risultati
conseguiti e con modulazione degli obiettivi
prefissati che necessariamente richiedevano
almeno un altro anno di azione. Sulla base
dei risultati conseguiti in collaborazione con
l’Università di Napoli “Federico II” fin
dall’anno 2002/2003 mediante la creazione di
un “Osservatorio sulla qualità della vita nelle
Municipalità della città di Napoli”, nell’anno
2007/2008 il progetto, curato dal socio
Massimo Franco, ha previsto la prosecuzione
dell’attività con il consolidamento e la
riclassificazione dei dati precedentemente
acquisiti. Nel periodo Ottobre 2007/Gennaio
2008 è stata realizzata la consueta
rilevazione ed elaborazione di un paniere di
prodotti alimentari composto da 10 prodotti
62
tipici presenti nella spesa di una famiglia
media e basato su una indagine diretta nelle
diverse Municipalità. Le rilevazioni sul campo
sono state curate dai giovani del Rotaract
Napoli. Ai risultati conseguiti è stata data la
massima visibilità possibile rispetto alla
pubblica opinione ed alle Istituzioni. Di pari
importanza il “Progetto 3/A”, curato dal socio
Gaetano de Donato ed avviato dal Club fin
dal 1999, con l’obiettivo di fornire assistenza
alla società attraverso l’azione preventiva
della mortalità da rottura di Aneurisma
dell’Aorta Addominale. L’ulteriore sviluppo
del progetto ha mirato ad estendere l’attività
sul territorio in ambito distrettuale. Il socio
Gaetano La Gioia ha curato il “Progetto di
Istruzione informatica per i non vedenti”
(Progetto Savy) che ha l’obiettivo di svolgere
corsi di formazione per l’alfabetizzazione
informatica dei non vedenti. In questo anno
2007/2008 per la prima volta sono stati
compresi tra i docenti ben due allievi non
vedenti che avevano partecipato ai
precedenti corsi e che prima del 2000 non
sapevano neanche cosa fosse un PC. Il
progetto, avviato fin dal 2000 con il sostegno
della Rotary Foundation, è tuttora in corso.
“La diagnosi e il trattamento precoce del
cancro orale ed orofaringeo” (il progetto
O.C.E.D.A.T.), coordinato dal socio Luigi
Califano, prevede la prevenzione e la
diagnosi precoce del cancro orale, malattia
ad elevato impatto sociale, ed è finanziato
con sovvenzione semplificata per la sua
rilevanza. A seguito di accordi con la IV
Municipalità di Napoli, con l’Università
Federico II di Napoli – Facoltà di Medicina e
Chirurgia – Azienda Ospedaliera, e la Croce
Rossa Italiana sono state effettuate 300 visite
gratuite individuando ben 30 soggetti
portatori
di
lesioni
potenzialmente
cancerose. Coordinato dal socio Costantino
Giardino il progetto “Operazione Smile”,
condotto insieme al R.C. Bangkok South, ha
proseguito il suo corso. Scopo del progetto è
quello di effettuare una missione medicochirurgica in Tailandia per il trattamento
delle malformazioni facciali al fin di aiutare
circa 100 bambini ad essere reinseriti, con la
guarigione, in una qualità di vita compatibile
con il ritorno del sorriso sul loro volto. A
partire dal mese di Luglio 2007 il progetto è
stato attuato mediante una missione nella
provincia di Ubon Ratchathani presso
l’Ospedale Regionale di Sappesittipnesong.
Con il Rotary Club Milano è stato portato
avanti il progetto “Programma Monitore”, in
collaborazione
con
la
Fondazione
Humaniter; trattasi di un intervento sociale
inteso a contrastare preventivamente
l’abbandono scolastico da parte dei ragazzi
italiani, che ormai ha raggiunto valori molto
alti specie in alcune Regioni. Il progetto si
basa sull’applicazione di un metodo
largamente sperimentato a livello mondiale.
Il socio Uberto Potenza ha coordinato il
progetto di “Definizione dello stato delle
acque marine napoletane nel tratto costiero
che va da Capo Posillipo a Torre del Greco”,
in riferimento alla formazione di schiume
persistenti su di esse. Il Rotary Napoli ed il
Dipartimento di Chimica Organica e
Biochimica dell’Università Federico II hanno
effettuato uno studio sulle nostre acque
marine costiere per definire lo stato
ambientale, con particolare riferimento ai
prodotti chimici che Istituzioni e singoli
individui rilasciano nell’ambiente attraverso
le comuni vie fognarie e/o similari. Ampia e
dettagliata documentazione scientifica sarà
possibile realizzare con questo progetto. Il
Club ha anche partecipato a progetti
realizzati nell’ambito dei nove Club (oggi
dieci) del Gruppo Partenopeo:
- Il progetto “FRA’” che mira alla formazione,
al lavoro ed all’inserimento nella società
civile dei minori a rischio reclusi a Nisida;
- Il progetto “Il Re Dottore”, in collaborazione
con la Divisione di Pediatria dell’Ospedale
Cardarelli, per aiutare a far nascere un sorriso
ai bambini trasformando l’esperienza della
loro ospedalizzazione in un gioco.
A livello di Progetti Distrettuali il Club ha
partecipato al progetto “APIM”, in
collaborazione con il R.C. Montes Claros
Norte in Brasile ed i R.C. partenopei Napoli
63
Nord-Est, Napoli Nord e Napoli Castel
dell’Ovo, per la costruzione di serbatoi di
acqua potabile in comunità brasiliane dove
l’acqua viene portata in contenitori spesso
inquinati.
Significativa ed emozionante è stata la
cerimonia, svoltasi nel clima dell’amicizia
rotariana, di consegna a 23 soci del
riconoscimento per aver svolto, da oltre
trentanni, attività rotariana profusa con
grande impegno ed elevata competenza.
Questa, in breve sintesi, l’attività principale
svolta dal Club nell’Anno Rotariano
2007/2008 ed i progetti che l’hanno
caratterizzata. Di emozione personale ne ho
già fatto cenno all’inizio di questa breve nota
ed ora, rileggendola, rischio di ricadere ….. in
un stato emotivo. Non c’è da meravigliarsi. E’
naturale che ciò accada a chi partecipa
intensamente alla vita del Rotary.
64
Elio Sava
Anno rotariano 2008-2009
Appena indicato presidente del Club ho letto
sul Manuale del Presidente del Rotary
International
che
“La
responsabilità
principale del Presidente eletto è di rendere
efficiente il Club”.
Nel mio caso ho avuto la fortuna di
appartenere ad un Club in cui l’efficienza è di
casa e di avere avuto la massima
collaborazione di tutto il Consiglio. Spero di
esserci riuscito.
La mia presidenza del Club nell’anno
2008/2009 ha coinciso con la nomina a
Governatore del nostro Distretto di Guido
Parlato di Sorrento e con la presidenza
internazionale del Coreano Dong Kurn Lee il
cui motto “Make Dreams Real”, “Concretizza
i Sogni”, ha certamente condizionato il tema
che, con il mio Consiglio, ho scelto di
svolgere.
Il nostro motto “Un Rotary Propositivo,
Tracce per il Futuro”, in linea con quello del
Presidente Internazionale e adottato anche
dal Governatore Parlato, è stato il filo
conduttore delle attività del mio anno.
Non dimenticando, ma anzi valorizzandoli
maggiormente, abbiamo continuato con i
progetti storici del Club. Il Savy, primo
progetto distrettuale Matching grants,
“informatica per ipovedenti”, curato dal Past
President Gaetano La Gioia conclusosi con la
consegna dell’E.C.D.L. (European Computer
Driving Licence); il “3A”, Aneurisma Aorta
Addominale, curato dal Past President
Gaetano de Donato che ha avuto un
fantastico sviluppo in altri club del Distretto e
fuori; La Qualità della Vita, curato dal socio
Massimo Franco; L”Ocedat”, tumore del
Cavo Orale curato dal socio Luigi Califano.
A questi si sono aggiunti altri nuovi come
“Mediterraneo e Sviluppo” curato dal socio
Marcello Martinez, progetto internazionale
con i rotary gemelli di Barcellona e Marsiglia
ed i progetti con i club Partenopei. Il “Re
Dottore” con il Rotary Castel dell’Ovo, il
progetto “Nisida” ed il progetto “Che
Piacere” ambedue con il Rotary Sud-Ovest.
Con tutti i Club del Partenopeo abbiamo poi
portato all’attenzione della città il Rotary con
tre forum di grande successo; con tutti loro
abbiamo promosso ed installato targhe
indicative in adiacenza agli edifici di pregio
della zona di Chiaia.
Nell’ambito del programma “Scambio
Giovani” abbiamo ospitato il giovane Rjan
Walsh dalla Pennsylvania, inviando a nostra
volta il giovane Sergio Napoletano di Napoli
in Pennsylvania.
Abbiamo sponsorizzato quattro giovani
inviandoli al Ryla Distrettuale, abbiamo
bandito il premio “Mario Maria Iacopetti” ed
il premio “Mario Florio” vinti da due giovani
con dei lavori molto apprezzati dagli
esaminatori.
Ed ancora siamo riusciti a fondare l’Interact
Club
di
Napoli
e
lo
dobbiamo
all’interessamento di alcuni nostri soci.
Un progetto che avremmo voluto avviare
durante la mia presidenza è quello del “Verde
in Città”, che l’amico rotariano Lazzaroni di
Saronno venne ad esporci e che è in funzione
a Milano, ”la sponsorizzazione e la
manutenzione del Verde in Città”.
Invitammo l’assessore ai giardini del Comune
di Napoli al quale avevamo proposto il
progetto. E’ di questi giorni la notizia che il
Comune ha emanato una delibera in tal
senso; speriamo di portarlo avanti.
Ed ora veniamo alle conviviali.
Con il Consiglio Direttivo abbiamo avviato
una verifica delle possibili tematiche sulle
quali il Rotary poteva svolgere un ruolo di
stimolo.
E’ stata seguita così una linea di interventi
identificata nel filo conduttore del nostro
motto. Tutti i conversatori hanno concluso
l’intervento trattato proponendo “Tracce
Risolutive per un Futuro Migliore”.
65
Si è avviato così un dibattito all’interno del
Club per provare ad individuare “Tracce per il
Futuro” partendo da idee che già hanno una
maturazione e sono ritenute, da una parte
qualificata del sistema locale, interessanti e
fattibili.
Il metodo utilizzato è stato quello per
successive approssimazioni, indagando sui
temi più significativi e le idee più pronte ad
essere sostenute ed attuate. Si è cercato di
utilizzare le regole fondamentali dei
comportamenti rotariani per discutere con
tutti sul futuro di Napoli.
Sono stati così invitati alcuni dei protagonisti
della vita cittadina per le loro posizioni di
esperti o di osservatori privilegiati. Prima
ospite Mariella Bottiglieri, armatrice, che
concludendo la sua relazione dichiarava
esserci la necessità di una Università del
Mare a Napoli, cosa che in questi ultimi
tempi è stata richiesta a gran voce sulla
stampa dagli armatori napoletani.
Altro ospite è stato il prof. Adriano Giannola,
economista e Presidente della Fondazione
Banco di Napoli. Le sue indicazioni finali
sono state di considerare con attenzione i
progetti collegati al mare, dunque c’è una
possibilità “mare”.
Un ulteriore ospite è stato il Presidente
dell’Ordine dei Giornalisti Ottavio Lucarelli
che concorda sul grave problema dei
numerosi progetti che non si realizzano mai,
suggerisce di dare attenzione ad alcune
istituzioni importanti, come il Porto, e alle
iniziative collegate al “Waterfront” che
hanno elevate potenzialità di sviluppo.
Queste prime discussioni svolte nel Rotary
sono state alla base di una prima riflessione:
•
L’analisi svolta dagli ospiti mostra un
ampio
problema
di
coordinamento
progettuale ed amministrativo a diversi
livelli.
•
La città ha perso in parte il suo ruolo
trainante nel territorio e deve recuperare la
visibilità e capacità realizzativa.
•
Lo sviluppo delle infrastrutture dei
trasporti rappresenta oggi una significativa
leva economica.
•
I traffici di merci e di turisti via mare
stanno aumentando in modo significativo.
•
Un parco progetti è già da tempo
presente al Comune di Napoli per interventi
urbanistici di rilievo.
•
L’Associazione
Napoletana
dei
Costruttori condivide molti progetti del
Comune, ma lamenta i ritardi nella loro
realizzazione.
Si decide pertanto di valutare con più
attenzione i progetti esistenti, tenendo
particolarmente conto delle indicazioni
fornite dagli incontri.
E’ stato invitato Ambrogio Prezioso,
presidente ACEN e nostro socio, per una
presentazione critica dei progetti urbanistici
esistenti in città.
I caratteri e le fasi di sviluppo dei singoli
progetti, rilevati nella presentazione di
Prezioso, indicano l'esigenza di una
focalizzazione del Rotary su uno specifico
progetto per provare a dare da un lato
sostegno alle azioni già in atto e dall’altro per
rendere più trasparente a tutti le
problematiche esistenti sull’avvio dei
progetti nella città di Napoli.
A questo punto si è definito con una certa
chiarezza una particolare rilevanza dei
progetti collegati al mare. Il Rotary Napoli
Club decide di concentrare la sua attenzione
sul progetto “Water front MonumentaleNausicaa” e invita l’Ammiraglio Luciano
Dassatti, Presidente dell’Autorità Portuale.
L’Ammiraglio Luciano Dasatti interviene sul
Progetto Waterfront, dando una prima
indicazione positiva rispetto ai vincoli posti
dalla Soprintendenza al progetto. Le
indicazioni sembrano dunque essere in linea
con un’effettiva realizzazione del progetto.
A questo punto, su mia proposta, il consiglio
del Rotary Club Napoli decide di adottare
tale progetto che riguarda la qualificazione di
un’area di circa 17 ettari che va dalla Darsena
Acton all’Immacolatella Vecchia.
Il Rotary ha nominato così una commissione
che svolgerà una funzione di monitoraggio
sull’avvio del progetto e sugli eventuali
problemi che si dovessero frapporre alla sua
66
realizzazione. Anche questa è un’operazione
che stiamo portando avanti organizzando
incontri con le autorità, verificando gli
avanzamenti del progetto stesso, chiedendo
alla stampa e all’opinione pubblica di
appoggiare l’iniziativa per creare la giusta
pressione sui protagonisti istituzionali e per
dimostrare che, anche a Napoli, è possibile
realizzare iniziative per lo sviluppo della città,
in tempi accettabili.
Come vedete ho cercato in questo mio anno
di operare nel modo migliore per il nostro
Club, per gli ideali rotariani e per la nostra
città.
Non so se ci sono riuscito, ma vi assicuro che,
insieme a tutto il Consiglio e ai soci, ho fatto
il massimo che ho potuto per il nostro Club
Decano del Distretto 2100 per il Rotary.
Devo concludere che l’esperienza rotariana
durante il mio anno di presidenza è stata a
dir poco esaltante, certamente un po’
faticosa, anche se certamente aiutata
dall'esperienza dei sette anni precedenti di
segretario del Club. E’ stato un anno che mi
ha fatto vedere il Rotary sotto una diversa
luce e certamente ha lasciato in me un segno
che porterò per tutta la vita.
Elio Sava, Francesco Nania,
il Governatore 2009/2010 Francesco Socievole
67
Premio Giovani Giornalisti “per Napoli”
I vincitori 2009/2010
68
Massimo FRANCO
I numeri di un anno: 85 ma non li dimostra
Anno rotariano 2009-2010
I numeri che possono sintetizzare le iniziative
e le attività dell’anno 2009-2010 sono:
85 anni di storia, 138 soci, 33 riunioni
conviviali, 15 progetti, di cui 13 locali e 2
internazionali, circa 8.000 visite al sito
internet del Club www.rotarynapoli.it,
20.000 mappe della rete metropolitana di
Napoli, 5.000 adesivi della mappa della rete
nei treni e nelle stazioni della metropolitana,
4 vincitori del Premio giovani giornalisti per
Napoli, 4 visite a strutture di eccellenza
napoletane (Ceinge, Biblioteca Nazionale,
Orto botanico, Mostra d’Oltremare), il tutto
partendo dal tema che il Presidente del
Rotary International John Kenny ha scelto
per l’anno rotariano 2009-2010 quale “Il
Futuro del Rotary è nelle Vostre mani”.
Questo tema afferma l'importanza del ruolo
individuale dei Rotary Club nella creazione
del futuro del Rotary. Francesco Socievole
Governatore del nostro Distretto 2100, ha
individuato il tema “L’impegno del Rotary sul
territorio”, precisando che é necessario
“sognare, progettare e realizzare”.
Su questa scia il filo conduttore scelto dal
Club per l’Anno Rotariano 2009-2010 è stato
avvicinare il Rotary ed i Rotariani al tema
dell’anno “per Napoli” ed offrire un
contributo per migliorare la qualità della vita
e la vivibilità della Città: e questo in un anno
speciale per il nostro Club, quello della
celebrazione degli 85 anni dalla sua
fondazione.
Per colmare tali distanze sono stati posti a
disposizione dei Soci alcuni semplici
strumenti di comunicazione per migliorare il
rapporto con il Club ed avvicinare i Rotariani
tra di loro. Tra questi si segnala la
registrazione di un dominio del Club
www.rotarynapoli.it e l’inaugurazione del
portale del Club con lo scopo di informare sul
Rotary, comunicare il Rotary e valorizzare
l’impegno del Rotary. Con le stesse finalità è
stato inoltre realizzato un Taccuino
Rotariano del Club Napoli, con le notizie e le
informazioni relative al Club e le indicazione
sulle principali tappe dell’anno rotariano. Ma
insieme a questi nuovi strumenti di
comunicazione mi piace ricordare di aver
ripreso, grazie a Rocco Gialanella, la storica
testata del nostro Bollettino che, con
l’instancabile impegno del nostro Nando
Scotti, viene pubblicato settimanalmente
nella versione cartacea ed informatica
offrendo un insostituibile strumento
d’informazione per i soci.
L’anno caratterizzato da un’intensa attività
ha visto molto impegnato il Consiglio
direttivo ed i diversi gruppi di soci. Come
iniziativa primaria insieme al Presidente
Eletto Sergio Pepe e al Presidente Designato
Claudio Azzolini si è lavorato alla stesura del
Piano Strategico del Club, dove dopo
un’analisi della situazione e dell’assetto del
Club, è stato tracciato il suo futuro,
sintetizzato nella dichiarazione di visione del
Club “Fare bene e farlo sapere”. Il Piano
Strategico del Club costituisce un strumento
fondamentale per la continuità della nostra
azione ed è finalizzato a formalizzare
l’identità, la forza e la coesione del Club per
renderlo più efficiente. Nel Rotary si
avvicendano i dirigenti, ma non cambiano gli
ideali. E’ necessario quindi fissare obiettivi e
traguardi a lungo termine, per rafforzare e
divulgare i valori fondamentali del Rotary:
amicizia, diversità, integrità e leadership, per
ottimizzare il servizio umanitario ed il sevizio
alla nostra comunità.
Per rendere operative le priorità individuate
nel Piano Strategico, il Rotary Club Napoli è
impegnato in numerosi progetti molti dei
quali a carattere pluriennale, che assicurano
la continuità dell’azione e la presenza sul
territorio della città di Napoli. Tra quelli che
sono progetti storici è possibile ricordare il
69
progetto d’istruzione informatica per non
vedenti, il 3A per la prevenzione della rottura
dell’Aneurisma
dell’Aorta
Addominale,
l’Osservatorio sulla qualità della vita ed il
progetto Ocedat per la prevenzione del
cancro del cavo orofaringeo.
Tra le iniziative di questo anno è possibile
ricordare poi la Mappa della metropolitana di
Napoli realizzata con i Club del Gruppo
partenopeo e le aziende di trasporto su ferro
della città. Un importante esempio di
cooperazione rotariana tra i Club Napoletani,
finalizzato ad un servizio reale “per Napoli”
reso ai cittadini ed a quanti visitano la nostra
città.
Completano la rosa delle iniziative i Premi
che il Club assegna a diverse tipologie di
destinatari,
ma
con
un
comune
denominatore costituito dall’attenzione alle
giovani generazioni: il Premio Giovani
Giornalisti per Napoli per il miglioramento
della qualità della vita e la vivibilità nella città
per quattro giornalisti della carta stampata,
della radio, della televisione e di internet. Il
Premio giovanissimi musicisti per talenti
musicali tra cui è spiccata la brava Luciana
Canonico; il Premio Jacopetti assegnato alla
migliore tesi di laurea in ingegneria
industriale ed il Premio Florio per giovani
studiosi campani, che abbiano contribuito
alla conoscenza ed al progresso scientifico.
Per conservare viva l’attenzione sul tema
della Qualità della vita e la vivibilità …. per
Napoli, abbiamo affrontato le mille
sfaccettature di questo aspetto incontrando
illustri relatori con i quali si è creato un utile
confronto.
Tra i primi il Prof. Stefano Consiglio
promotore del progetto “Angeli per
Viaggiatori”. Questa iniziativa parte da un
gruppo di volontari che vuol dare un
contributo per Napoli offrendo supporto alle
persone che visitano Napoli, in modo che
possano apprezzare la nostra città. Ancora il
Prof. Raffaele Cercola, Presidente della
Mostra d’Oltremare, che ci ha illustrato il
progetto per la riqualificazione del parco
artistico, architettonico ed ambientale della
Mostra d'Oltremare in modo da rendere
possibile per i napoletani la fruizione di spazi
importanti per la vita cittadina. L’Arch.
Fabrizio Mautone ci ha parlato dell’operato
di Giò Ponti, architetto e designer milanese
che ha operato anche sul nostro territorio,
firmando tra l’altro lo stile di un piano
dell’Hotel Royal. Ancora la dott.ssa Anna
Donati, Direttore Generale ACAM, che ha
parlato di “Sviluppo sostenibile della città per
il miglioramento della vivibilità e della qualità
della vita”.
Abbiamo poi dato il benvenuto in città al
Direttore de ''Il Mattino'', Virman Cusenza,
discutendo del ruolo che l’attività di denuncia
dei giornali può avere per il miglioramento
della qualità della vita nella nostra città. Non
è un caso che il suo intervento si intitolasse
appunto “Dalla cristalleria alla polveriera
(resoconto per Napoli.com di Alessandra
Giordano)”. L’incontro con S.E. il Cardinale
Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, è
servito invece ad incontrare una figura di
spicco da sempre impegnata ad alleviare i
tanti problemi che affliggono la popolazione
di Napoli. Il Cardinale ha, infatti, percorso le
tappe del suo impegno apostolico in città
illustrando le numerose iniziative da lui
realizzate, con particolare enfasi all’ultima
nata: la banca per i poveri. Si tratta di un
progetto ambizioso, che però funziona in
molte parti del mondo e che adesso,
trapiantato a Napoli, rappresenta una sfida
per la città. Il fondo Spes promosso dal
Cardinale si occupa, infatti, di microcredito,
concede piccoli prestiti senza richiedere
garanzie: sulla parola, sulla reputazione, sulla
bontà di un’idea. Ha trascorso poi con noi
una serata Franca Leosini grande giornalista
della Rai e sorella del nostro amico Marcello
Lando, la quale ci ha parlato della sua
trasmissione
televisiva
con
una
conversazione “Storie maledette. Quanta
storia dietro quelle storie…”. E così Enzo
D’Elia
e
Lino
Marzella
durante
un’interessante conversazione ci hanno
parlato delle energie alternative e del loro
sviluppo. Il Dott. Mauro Giancaspro,
70
Direttore della Biblioteca Nazionale di
Napoli, ci ha illustrato l’attività di una delle
istituzioni culturali cittadine impegnata alla
conservazione e fruizione del patrimonio
librario, consentendo alla cittadinanza di
godere dell’ “emozione della lettura”. L’ing.
Marco Bianchi che con la sua conversazione
sulle autostrade ha ricordato il primo
impegno del Rotary Napoli sul territorio con
la costituzione della società per la
costruzione della Autostrada Napoli-Pompei
nel 1925. Il Prof. Paolo De Luca direttore
dell’Orto botanico ci ha intrattenuto sulla
storia e la realtà di questa importante
istituzione napoletana.
Non sono mancati anche i contributi dei
consoci: Guido D’Angelo sul tema della legge
regionale sulla casa, di Gianluca Eminente sul
pesce veloce del Baltico: mangiar bene e
vivere meglio, di Aldo Aveta sul centro
storico e fondi europei, e di Alfonso Ruffo su
valori, identità e comunicazione del Rotary.
Abbiamo anche discusso al caminetto della
Banca del Mezzogiorno con Francesco
Laccetti e Camillo Calzolari, esaminando le
opportunità ed i rischi legati all’iniziativa.
Con i giovani del nostro Rotaract ed Interact
abbiamo realizzato progetti e condiviso
attività.
Con gli amici rotariani del Gruppo
Partenopeo
abbiamo
condiviso
due
importanti eventi: il Rotary Day con
l’illuminazione del Castel dell’ovo con il logo
del Rotary e la frase “Stop alla Polio nel
mondo” ed il Processo a Giuda nella
settimana precedente alla Pasqua.
Abbiamo vissuto anche momenti difficili
nella vita del Club con l’improvvisa
scomparsa dei carissimi amici Antonio de
Mennato e Renato de Santi, che hanno
lasciato un vuoto incolmabile tra tutti noi.
Non è mancato poi l’impegno a far riscoprire
il senso dello stare insieme con amicizia
rotariana con le serate al roof della nostra
sede, per rivalutare il piacere dello stare
insieme e il senso di appartenenza al Club ed
alla grande famiglia del Rotary.
Tutto questo è stato possibile grazie ad un
grande gioco di squadra, quindi grazie a tutto
il team che ha guidato splendidamente il
Club durante questo entusiasmante anno
rotariano !!!
71
Presentazione della Mappa del trasporto
metropolitano di Napoli – 20 aprile 2010
La visita del Cardinale Sepe al Club
72
Salvatore Marotta
Past President Rotaract Napoli
Quarant’anni di … Rotaract Club Napoli
Descrivere la storia di un club Rotaract non è
cosa semplice, tanto più se si tratta del
Rotaract club Napoli. Il Club Napoli per tanti
è stato molto di più di una semplice
associazione, ha significato amicizia,
servizio, sacrifici e dedizione. Nato da un
progetto del Rotary club Napoli, che per la
fondazione ha proposto i figli dei propri soci,
Il Rotaract club Napoli è stato uno dei primi
club Rotaract ad essere fondato nel 1968.
Ricevendo la carta costitutiva, il 20 gennaio
del 1969 dal Rotary International, il Rotaract
club di Napoli era ufficialmente costituito.
Giancarlo Lupoli, Giovanni Grauso, Giancarlo
Calise, Antonio Maione, Fabrizio Pinardi,
Serenella Romano, Carmen De Gioia, Sergio
Pepe, Luciano Mirossevich, Gianfranco
d’Aietti, Gianfranco Maglione, sono solo
alcuni degli allora ragazzi che hanno posto le
basi in un club che sarebbe diventato il primo
del Distretto 2100 e tra i primi in Italia. Nel
suo primo anno di vita il Consiglio Direttivo
del club era così composto: Giancarlo Lupoli
Presidente, Giovanni Grauso Segretario,
Pasquale Coppola Vice-Presidente, Clara
Garolla Tesoriere, Antonio Maione, Fabrizio
Pinardi, Serenella Romano, Carmen De Gioia
Consiglieri. Il primo delegato Rotary per il
Rotaract fu il Dott. Rodi Lupoli. Dopo
quell’anno si sono successi i Presidenti:
Giovanni Grauso 1969/70, Giancarlo Calise
1970/71, Antonio Maione 1971/73, Pasquale
Improta 1973/74, Paolo Carelli 1974/75,
Pasquale Improta 1975/76, Francesco Paolo
Alberico 1976/77, Roberto Arreghini 1977/78,
Giuseppe Sito 1978/79, Stefano Rispo
1979/80, Antonio De Simone 1980/81,
Renato
Tesauro
1981/82,
Renato
Franceschelli 1982/83, Salvatore Avallone
1983/84, Enrico Sbandi 1984/85, Maria
Ludovica Genna 1985/86, Maria Ida Avallone
1986/88,
Raffaele
Petrone
1988/89,
Valentina Ioimo 1989/90, Roberto Rea
1990/91, Monica La Piccirella 1991/92, Attilio
Leonardo 1992/93, Francesco Baratta
1993/94, Antonello Fittipaldi 1994/95,
Giovanni Belmonte 1995/96, Francesco
Fittipaldi 1996/97, Francesca Matarese
1997/99, Giangaspare Fittipaldi 1999/2000,
Francesca Belmonte 2000/2001, Marco
Ganguzza 2001/2002, Marco De Ciutiis
2002/2004, Luca Ganguzza 2004/2005,
Ettore Regina 2005/2007, Laura Pisani
2007/2008, Salvatore Marotta 2008/2009,
Gennaro Pagano 2009/2010.
Ripercorrendo questi anni possiamo capire
che in tutto questo tempo si sono
avvicendate persone, si sono passate cariche,
ci sono stati nuovi ingressi ed uscite dal Club,
ma lo spirito del servire non è mai scemato,
anzi continua ad essere fomentato dalla
forza ed il coraggio di ragazzi che, anno dopo
anno, vogliono, grazie alle azioni di service,
avere voce in questa società che il più delle
volte non li ascolta. Il Rotaract club Napoli
per tanti è e continuerà ad essere un
“megafono sociale”, un punto di inizio per
mostrare ai propri amici, soci e alla stessa
società che nel loro piccolo qualcosa di
grande si può fare. Un modo di esprimersi,
questo significa, un modo per arrivare a
convogliare persone diverse tra loro verso
un’unica direzione etica, giusta e solidale e
che il più delle volte fa nascere delle belle e
sincere amicizie.
Già nel 1983 il Rotaract club Napoli contava
un effettivo di circa cento soci, un numero
veramente impressionante se si pensa agli
effettivi dei club odierni. Il Club era diventato
un simbolo ed un punto di riferimento, non
solo per i figli dei rotariani, che sin dalla
costituzione imperversavano nel Club, ma
anche per ragazzi che arrivavano dall’esterno
per conoscere ed inserirsi nella famiglia
rotariana, che loro vedevano come una realtà
solida, fattiva ed amichevole.
73
Ci sono poi soci che in questi anni si sono
distinti e che sono stati nominati soci onorari
sia per la loro particolare dedizione che per la
brillante carriera che hanno intrapreso una
volta usciti dal Club: Prof. Giancarlo Alisio
(alla memoria), Dott.ssa Maria Ida Avallone,
Marco Bertona, Ing. Giancarlo Calise, Arch.
Luca Ganguzza, Dott. Giovanni Grauso,
Comm. Giacinto Greco, Prof. Ing. Marcello
Lando, Dott. Attilio Leonardo, Avv. Guido
Pepe (alla memoria), Avv. Sergio Pepe, Avv.
Giampiero Raimondi (alla memoria).
Il successo di questo Rotaract è dovuto sì
all’impronta decisa dei leader che in questi
anni si sono avvicendati, ma anche alle spalle
forti di un Rotary padrino che gli è sempre
rimasto accanto, intervenendo nei momenti
di bisogno e indirizzando sulla strada giusta
le dirigenze di quarantadue anni, come
d’altronde avrebbe fatto un buon padre.
Nel 1976 il Club ebbe l’onore di portare
avanti un suo Past President verso la
candidatura di RRD del Distretto 2100
Rotaract, Pasquale Improta, che poco più
tardi
venne
eletto
Rappresentante
Distrettuale per l’anno sociale 1977/78.
Numerosi sono i rapporti che il Club Napoli
ha instaurato con club italiani e non. Si è
gemellato, in ordine temporale, con i club di
Firenze Nord, Andria-Castelli Svevi, Lecce,
Lecco, Bari, Bisceglie e Trani; ed è entrato in
contatto con i club di Trapani, Cerignola e
Parigi Ovest.
L’a.s. 2008/2009 è stato un anno cruciale per
il Club Napoli; il 30 novembre 2008 venne
presentato il sito internet del Club. Il sito
raccoglie la storia, il presente ed i progetti
dell’immediato futuro; insomma, in un
mondo odierno nel quale l’informazione è
fruibile per lo più dai mezzi informatici, la
creazione di un sito internet è stata la mossa
giusta per garantire nuova linfa vitale alla
nostra associazione. Il 15 Dicembre 2008
venne fondato, dal Rotary club Napoli e,
successivamente con la ricezione della carta
costitutiva, dal Rotary International,
l’Interact club Napoli. Questo progetto
fortemente voluto e messo in piedi dal Club
Rotaract non potrà fare altro che garantire,
alla famiglia rotariana napoletana, il
prestigio che merita.
Il Rotaract club Napoli sin dall’inizio è stato
un club solido, pronto ad osare ma, allo
stesso tempo, deciso a seguire l’impronta
rotariana e quindi ad andare nella giusta
direzione ed i risultati sono stati notevoli.
Chissà se i soci fondatori pensavano che il
Club avrebbe fatto tutta questa strada, fatto
sta che, per arrivare ad oggi, ci hanno
veramente creduto, ed insieme a loro ogni
singolo socio che in questi anni ha avuto
l’onore di prendervi parte. Se è vero che
“ogni lungo viaggio inizia sempre con un
passo”, quel passo fatto quarantadue anni fa
ha reso possibile un viaggio meraviglioso,
che rimarrà sempre nel cuore di molti che
hanno imparato tanto da questa splendida
ed indimenticabile esperienza rotaractiana.
74
Desiderata
Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando
con serenità le cose della giovinezza. Coltiva
la forza d’animo, per difenderti nelle
calamità improvvise. Ma non tormentarti con
delle fantasie:
molte paure nascono da stanchezza e
solitudine. Al di là d’una sana disciplina, sii
tollerante con te stesso. Tu sei figlio
dell’universo non meno degli alberi e delle
stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E,
convinto o non convinto che tu ne sia, non
v’è dubbio che l’universo stia seguendo il suo
corso.
Procedi con calma tra il frastuono e la fretta
e ricorda quale pace possa esservi nel
silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti,
mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi
la tua opinione con tranquilla chiarezza e
ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno
anch’essi una loro storia. Evita le persone
volgari e prepotenti: sono un tormento per lo
spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri
rischi di diventare borioso e amaro, perché
sempre esisteranno individui migliori e
peggiori di te.
Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi
progetti. Mantieni interesse per la tua
professione, per quanto umile: essa
costituisce un vero patrimonio nella
mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza
nei tuoi affari, perché il mondo è pieno
d’inganno. Ma questo non ti renda cieco a
quanto vi è di virtù: molti sono coloro che
perseguono alti ideali e dovunque la vita è
colma di eroismo.
Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli
affetti. Non ostentare cinismo verso l’amore,
perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e
aridità, esso resta perenne come il
sempreverde.
Perciò sta’ in pace con Dio, qualunque sia il
concetto che hai di Lui. E quali che siano i
tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa
confusione dell’esistenza, mantieniti in pace
col tuo spirito. Nonostante i suoi inganni,
travagli e sogni infranti, questo è pur sempre
un mondo meraviglioso. Sii prudente.
Sforzati d’essere felice.
Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora
nell’antica chiesa di San Paolo
distribuito ai Soci in occasione della Festa degli
Auguri del 15 dicembre 2009.
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