85 Anni di Rotary Club Napoli
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85 Anni di Rotary Club Napoli
––– 0 ROTARY INTERNATIONAL Distretto 2100 - Italia ROTARY CLUB NAPOLI 11 dicembre 1924 – 11 dicembre 2009 85° anniversario della fondazione del Club 1 INDICE Introduzione I Presidenti dal 1924 Il Consiglio Direttivo 2009/2010 La storia del Rotary Club Napoli I soci fondatori Sono nato sotto una ruota dentata di Vittorio Accardi L’orgoglio dell’appartenenza e il piacere di esserci di Raffaele Pallotta d’Acquapendente Il Rotary di ieri, il Rotary di oggi di Rocco Gialanella Il Rotary e la Politica di Guido D’Angelo Un ponte verso il futuro di Domenico Dente Gattola La fiducia nelle nuove leve di Luigi Stadio Anni rotariani 1986-1988 di Guido D’Angelo Anni rotariani 1990-1992 di Salvatore Sica Anno rotariano 1993.1994 di Lorenzo Mangoni Brevi memorie di un presidente troppo giovane … di Marcello Lando Anno rotariano 1995-1996 di Leonardo Bianchi Anno rotariano 1996-1997 di Peter Signorini Cronaca di un progetto rotariano Anno rotariano 1999-2000 di Gaetano La Gioia Anno rotariano 2001-2002 di Gaetano de Donato Anno rotariano 2002-2003 di Riccardo Mercurio Anno rotariano 2003-2004 di Mario Condorelli Anno rotariano 2003-2004 di Ennio Magrì Anno rotariano 2005-2006 di Marcello Picone Anno rotariano 2006-2007 di Costantino Giardino Anno rotariano 2007-2008 di Carlo Rolandi Anno rotariano 2008-2009 di Elio Sava I numeri di un anno: 85 ma non li dimostra Anno rotariano 2009-2010 di Massimo Franco Quarant’anni di … Rotaract Club Napoli di Salvatore Marotta 2 p. 3 p. 4 p. 5 p. 6 p. 9 p. 13 p. 19 p. 21 p. 24 p. 27 p. 29 p. 31 p. 33 p. 35 p. 37 p. 40 p. 42 p. 45 p. 47 p. 49 p. 52 p. 54 p. 56 p. 58 p. 61 p. 64 p. 68 p. 72 Durante questo anno rotariano il nostro Club ha compiuto l’ottantacinquesimo anno dalla sua fondazione. Così come si legge negli annali della nostra storia, l’11 dicembre del 1924 un gruppo di gentiluomini si riunì presso l’Hotel Bertolini per la prima riunione del Rotary Club Napoli. Per ricordare questa importante data abbiamo deciso di celebrare l’anniversario durante una riunione conviviale dedicata al Club, nel corso della quale alla presenza di numerose autorità rotariane e con la brillante regia di Marcello Lando, si sono alternati gli interventi di alcuni soci: Vittorio Accardi, Rocco Gialanella, Guido D’Angelo, Luigi Stadio e Nico Dente Gattola. Ai loro contributi si sono affiancati anche quelli di soci e Past President. Ho deciso così di raccogliere per iscritto questi interventi coinvolgendo anche i Past President che mi hanno preceduto, chiedendo loro di raccogliere pensieri, ricordi ed emozioni, legati alla loro esperienza per pubblicarli in un volume con la storia del Rotary Club Napoli. Ne è nata una significativa e toccante raccolta di contributi di autorevoli soci, dai quali risulta l’intensa ed incisiva attività rotariana che ha dato e dà grande lustro al nostro antico Club. Come evidenziai al passaggio del collare tra Elio Sava e me, “nel Rotary si avvicendano i dirigenti, ma non cambiano i valori e gli ideali”, ed è questo quello che traspare dai diversi scritti, per i quali desidero ringraziare affettuosamente tutti gli autori. Voglio anche ringraziare in particolar modo Rocco Gialanella, Riccardo Mercurio e Uberto Potenza, per le foto ed i documenti “storici” resi disponibili. Un importante ringraziamento a Luca Ganguzza, per la realizzazione di questo lavoro e per quanto ha fatto durante tutto l’anno di servizio, assicurandomi sempre il suo determinante contributo, cosi come ringrazio tutto il Consiglio direttivo che con il sorriso, lo spirito di amicizia ed il costante incoraggiamento ha sostenuto e favorito tutte le decisioni e le attività del Club. Un sentito grazie va a Gaetano La Gioia e Michele Rubino, autori rispettivamente del volume del 75° e del 60° anniversario, che hanno dato lo spunto affinché venisse realizzato questo volume, che rappresenta il mio più affettuoso grazie a tutti i soci per avermi dato l’onore ed il piacere di guidare questo importante Club in un anno per me entusiasmante e ricco di grandi soddisfazioni. Massimo Franco Presidente Rotary Club Napoli AR 2009-2010 3 I Presidenti dal 1924 1924 / 1925 1925 / 1926 1926 / 1927 1927 / 1928 1928 / 1929 1929 / 1930 1930 / 1931 1931 / 1932 1932 / 1933 1933 / 1934 1934 / 1935 1935 / 1936 1936 / 1937 1937 / 1938 1944 / 1945 1946 / 1947 1947 / 1948 1948 / 1949 1949 / 1950 1950 / 1951 1951 / 1952 1952 / 1953 1953 / 1954 1954 / 1955 1955 / 1956 1956 / 1957 1957 / 1958 1958 / 1959 1959 / 1960 1960 / 1961 1961 / 1962 1962 / 1963 1963 / 1964 1964 / 1965 1965 / 1966 1966 / 1967 1967 / 1968 1968 / 1969 1969 / 1970 1970 / 1971 1971 / 1972 1972 / 1973 1973 / 1974 1974 / 1975 1975 / 1976 1976 / 1977 1977 / 1978 1978 / 1979 1979 / 1980 1980 / 1981 1981 / 1982 1982 / 1983 1983 / 1984 1984 / 1985 1985 / 1986 1986 / 1987 1987 / 1988 1988 / 1989 1989 / 1990 1990 / 1991 1991 / 1992 1992 / 1993 1993 / 1994 1994 / 1995 1995 / 1996 1996 / 1997 1997 / 1998 1998 / 1999 1999 / 2000 2000 / 2001 2001 / 2002 2002 / 2003 2003 / 2004 2004 / 2005 2005 / 2006 2006 / 2007 2007 / 2008 2008 / 2009 Francesco Bertolini Francesco Bertolini Alfonso Mercurio Alfonso Mercurio Biagio Borriello Luigi M. Foschini Luigi M. Foschini Francesco Giordani Francesco Giordani Rocco Jemma Rocco Jemma Lorenzo Ricciardi Lorenzo Ricciardi Enrico Franzì Lorenzo Ricciardi Lorenzo Ricciardi Lorenzo Ricciardi Biagio Borriello Biagio Borriello Ettore Ceriani Ettore Ceriani Stefano Brun Stefano Brun Quirino Fimiani Quirino Fimiani Luigi Tocchetti Luigi Tocchetti Bruno Molajoli Bruno Molajoli Mario M. Jacopetti Mario M. Jacopetti Ivo Vanzi Ivo Vanzi Epicarmo Corbino Epicarmo Corbino Pietro Cerutti Pietro Cerutti Mario Florio Mario Florio Rodi Lupoli Rodi Lupoli Arturo Polese Arturo Polese Carlo Brancaccio Carlo Brancaccio Mario Rosario Pepe Mario Rosario Pepe Giovanni Giordano Lanza Giovanni Giordano Lanza Raffaele Pallotta d'Acquapendente Raffaele Pallotta d'Acquapendente Giovanni Chieffi 4 Giovanni Chieffi Michele Rubino Michele Rubino Guido D'Angelo Guido D'Angelo Raffaello Franchini Raffaello Franchini Salvatore Sica Salvatore Sica Vittorio Accardi Lorenzo Mangoni Marcello Lando Leonardo Bianchi Peter Signorini Pino Perrone Capano Antonio De Mennato Gaetano La Gioia Sergio Vetrella Gaetano de Donato Riccardo Mercurio Mario Condorelli Ennio Magrì Marcello Picone Costantino Giardino Carlo Rolandi Elio Sava Il Consiglio Direttivo 2009/2010 Massimo Franco – Presidente Sergio Pepe – Presidente incoming 2010-2011 Elio Sava – Past President 2008-2009 Ennio Magrì – Vice Presidente Francesco Nania - Vice Presidente Luca Ganguzza – Consigliere Segretario Rocco Gialanella – Consigliere Prefetto Elio Gambardella – Tesoriere Gaetano Bancale – Consigliere Lucia Civetta – Consigliere Pietro Chirico - Consigliere Guido D’Angelo - Consigliere Giovanni Battista Felici - Consigliere Prefetto aggiunto Marco Palmieri – Segretario esecutivo Attilio Leonardo – Tesoriere aggiunto Lello Pallotta d’Acquapendente – Senior Leader Presidente Incoming 2010/2011 Sergio Pepe Presidente Eletto 2011/2012 Claudio Azzolini 5 La storia del Rotary Club Napoli Il Rotary Club Napoli, fondato nel 1924, è il Club decano del Distretto 2100 ed è tra i più antichi e storici Club italiani. Nella primavera del 1924 iniziarono a riunirsi alcuni gentiluomini fautori della costituzione di un Rotary Club a Napoli. Dopo diverse riunioni lo fondarono e lo presentarono in forma ufficiale alla città nella prima riunione conviviale che ebbe luogo l’11 dicembre 1924 presso l’Hotel Bertolini. Il primo presidente del Club fu Francesco Bertolini, proprietario dell’omonimo hotel, che, per la prima riunione ufficiale, ricorse alle arti culinarie di Luigi Carnacina, allievo del grande Escoffier. Il Club fu fondato da uomini prestigiosi, impegnati nei più vari settori, che attuarono immediatamente due notevoli iniziative: un progetto per migliorare le condizioni igieniche della città ed un progetto, realizzato e finanziato dai soci stessi, per la costruzione dell’autostrada Napoli-Pompei. Nel biennio 1926/27 e 1927/28, il secondo presidente fu Alfonso Mercurio e durante il suo mandato furono sviluppate altre iniziative tra cui l’istituzione della Società Napoletana dei Concerti Orchestrali; la costituzione del S. Carlo in Ente Autonomo; la sistemazione della Stazione Zoologica; la sistemazione e lo sviluppo del porto. Il Rotary Club di Napoli si impegnò anche per la costituzione del Club di Palermo nel 1925 e successivamente di numerosi club dell’Italia meridionale: nel 1933 del Club di Bari, nel 1949 del Club di Salerno, nel 1950 del Club di Potenza, nel 1955 dei Club di Caserta e Castellammare di Stabia. Fino al 1968 il Rotary Club Napoli era stato l’unico Club della città di Napoli, in quell’anno i soci Francesco Monti e Rodi Lupoli furono nominati rappresentanti del Governatore per la costituzione rispettivamente dei Club di Napoli Nord e di Napoli Ovest. Ancora, nel 1991 il Club si impegnò nella fondazione del Club Napoli Castel dell’ovo. Nel corso degli anni ancora una serie di iniziative veniva promossa nel campo della cultura con un notevole impulso all’istruzione media professionale nella città di Napoli, la prima città italiana per numero di abitanti (900.000) fino al “forzato” scioglimento del Rotary Club in Italia nel 1938. Gli ideali rotariani di libertà, i rapporti internazionali con gli altri Club sparsi nel mondo, non erano ben visti nel particolare momento politico! Solo dopo sei anni, mentre ancora infuriava la guerra e Napoli era militarmente occupata dagli alleati, alcuni rotariani storici crearono contatti con le autorità alleate ed ottennero l’autorizzazione per la ricostituzione del Rotary Club Napoli. La prima riunione ebbe luogo l’8 luglio 1944 nel salone posto a disposizione dalla Banca Commerciale Italiana. La ripresa delle iniziative sociali vide il Rotary Club impegnato nella ricostruzione morale e materiale della città. Impegnativo era il compito di quegli uomini che cercavano di mantenere vivi, attraverso la forza morale e lo spirito rotariano, i principi cui si era ispirato il sodalizio sin dalla sua fondazione nell’anteguerra. Si alternarono alla guida del Club presidenti come: l’ing. Stefano Brun, che si dedicò al rilancio della Camera di Commercio di cui fu Presidente; l’ing. Luigi Tocchetti, Preside della Facoltà d’Ingegneria, impegnato nella ricostruzione di Napoli; Bruno Molaioli, Sovrintendente alle Gallerie che fu il risanatore del patrimonio artistico della Reggia di Capodimonte nella quale realizzò il più bel museo d’Europa; Epicarmo Corbino, Ministro di Stato e Maestro di economia, che spronava il Club ad impegnarsi in azioni di pubblico interesse; Mario Florio, amico di Croce, membro del Comitato Nazionale di Liberazione che aveva preso parte attiva nella Resistenza e Rodi Lupoli che, nella qualità di Governatore del Distretto, fu l’artefice dell’organizzazione della distribuzione degli aiuti provenienti dai 6 Rotary Club di tutta Italia in occasione del sisma del 1980, realizzando inoltre, in S. Angelo dei Lombardi, il “Centro Studi Economici ed Agrari per lo Sviluppo delle Zone Interne”. Numerosi soci del Rotary Club Napoli hanno ricoperto nel corso degli anni importanti cariche rotariane, Biagio Borriello è stato vice presidente del Rotary International nel biennio 1931-1933, Raffaele Pallotta d’Acquapendente è stato Board Director del Rotary International nel bienno 2006-2008. Sono stati inoltre Governatori del Distretto: 1929 – 1931 Biagio Borriello, 1955 – 1956 1959 – 1960 Quirino Fimiani, 1962 – 1963 Mario Maria Jacopetti, Ettore Ceriani, 1971 – 1972 Mario Florio, 1980 – 1981 Rodi Lupoli, 1987–1988 Raffaele Pallotta d'Acquapendente, 2000 - 2001 Marcello Lando. Il Rotary ha inoltre promosso la fondazione della Banca degli Occhi, prima struttura del genere in Italia, la nascita della Medicina Iperbarica, frutto della ricerca e degli studi di Raffaele Pallotta d’Acquapendente, la donazione di una “Unità Coronarica Mobile”, utilizzata e presa come prototipo per l’equipaggiamento dei velivoli del Servizio Aereo di Soccorso ed ancora ha promosso un’indagine conoscitiva sulle Tossicodipendenze nelle scuole. Da ricordare ancora l’impegno nel mondo universitario e culturale del presidente Raffaello Franchini, l’impegno di Vittorio Accardi che diede un valido stimolo organizzativo per la Biennale del Mare che ideata e, ancora oggi, animata dal rotariano Raffaele Pallotta d’Acquapendente, costituisce un importante ed esclusivo punto d’incontro tra i Paesi del Mediterraneo con un eccezionale apporto scientifico. Attualmente il Rotary Club Napoli ha in corso tre programmi pluriennali di rilevante impegno sociale e precisamente: – il primo, denominato 3A (acronimo di Aneurisma Aorta Addominale) ha lo scopo di prevenire l’aneurisma dell’aorta addominale, male asintomatico che, se non individuato ed operato tempestivamente, comporta un tasso di mortalità di oltre il 90%. Esso è basato su un’indagine preventiva, mediante ecodoppler, sui cittadini napoletani di età superiore ai 65 anni. Il promotore e l’organizzatore di tale iniziativa, svolta in collaborazione con l’ASL Napoli 1, è il Past President Gaetano de Donato. – La seconda iniziativa è il corso di istruzione informatica per i non vedenti che, a partire dal 2000, quando fu organizzato dal compianto rotariano prof. Carlo Savy, ordinario di Informatica presso l’Università Federico II, si svolge, ogni anno per una settimana, nei laboratori di informatica della Facoltà di Ingegneria di Napoli. Il promotore e l’organizzatore del corso è stato, con il prof. Savy, ed è attualmente il Past President Gaetano La Gioia. – L’altra iniziativa varata dal R.C. Napoli è quella della creazione di un osservatorio sulla qualità della vita nelle varie circoscrizioni, attuali Municipalità, di Napoli. Tale indagine è stata promossa dal Rotary Club Napoli ed è realizzata in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II e con il sostegno dell’ACEN, Associazione Costruttori Edili di Napoli. L’indagine è stata voluta dal Past President Riccardo Mercurio ed è organizzata dal Past President Massimo Franco come responsabile del progetto. Dal 2007 il Club ha impegnato la sua attività di servizio nel programma “Il Rotary per Napoli città della scienza e dell'arte” con lo scopo di evidenziare le grandi potenzialità cittadine e i Centri di eccellenza esistenti in ambito culturale e scientifico. Sempre nel 2007 è stato realizzato, per iniziativa dei Presidenti dei RC Milano e Napoli Enrico Bellezza e il Past President Costantino Giardino, il gemellaggio tra i due Club (Club di Contatto) che sono i più antichi d'Italia, 7 fondati rispettivamente nel 1923 e nel 1924. Unitamente i due Club attuano un progetto (Monitore) nelle Scuole di Milano e di Napoli che mira a combattere mediante l'azione “un adulto per amico” l'abbandono scolastico che rappresenta un grave fenomeno in entrambe le città. Il Rotary Club Napoli è impegnato poi nel progetto OCEDAT (acronimo di Oropharyngeal Cancer Early Diagnosis And Treatment) dedicato alla prevenzione, alla diagnosi ed al trattamento precoce del cancro orale e faringeo nelle 10 Municipalità della città di Napoli in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e con il Rotaract Napoli. Responsabile del progetto è Luigi Califano. Il Club è inoltre impegnato anche in altri progetti umanitari e di servizio in collaborazione con gli altri Club del Gruppo partenopeo e con il supporto finanziario della Rotary Foundation. Dedica di Emanuele Filiberto di Savoia 8 I soci fondatori Lo scopo del Rotary Alla riunione costitutiva del Rotary Club Napoli dell’11 dicembre 1924, risultavano soci: Francesco Bertolini – Presidente Giorgio Ascarelli – vice Presidente Biagio Borriello Homer Byngton Bruno Canto – Prefetto Federico Chiurazzi Luigi del Gaizo Alessandro Elefante – Tesoriere Pietro Paolo Farinelli Enrico Franzì Ernesto Gugenheim Mario Federico Imbert Pietro Lerario - Segretario Alfonso Mercurio Giovanni Miranda Alfredo Pattison Arnot Milne Wilson Lo Scopo del Rotary è incoraggiare e promuovere l’ideale di servizio come base di iniziative benefiche e, in particolare, incoraggiare e promuovere: 1 - lo sviluppo di rapporti interpersonali intesi come opportunità di servizio; 2 - elevati principi morali nello svolgimento delle attività professionali e nei rapporti di lavoro; il riconoscimento dell’importanza e del valore di tutte le attività utili; il significato dell’occupazione di ogni Rotariano come opportunità di servire la società; 3 - l’applicazione dell’ideale rotariano in ambito personale, professionale e sociale; 4 - la comprensione, la buona volontà e la pace tra i popoli mediante una rete internazionale di professionisti e imprenditori di entrambi i sessi, accomunati dall’ideale del servire. Il Rotary fa propri valori etici universali e ne impone ai Rotariani l’interpretazione e la testimonianza nell’attività professionale da ciascuno svolta. Va considerato che il Rotary nasce negli Stati Uniti d’America nel 1906, da un‘intuizione originale di Paul Harris. Il periodo storico, la collocazione geografica della nascita trovano riscontro nella formulazione dei principi guida dell’Associazione. Un esempio ne è la concretizzazione dei principi etici nelle professioni mediante la formulazione della prova delle quattro domande: Sono stati inoltre soci del Club: Emanuele Filiberto di Savoia Stefano Brun John Campbell Vincenzo Carlevaro Ettore Ceriani Francesco Cilea Massimiliano Coen Epicarmo Corbino Daniel Finley Quirino Fimiani Mario Florio Luigi Maria Foschini Raffaello Franchini Mario Maria Jacopetti Rocco Jemma Francesco Giordani Giovanni Giordano Lanza Rodi Lupoli Mario Rosario Pepe Arturo Polese Lorenzo Ricciardi Michele Rubino Luigi Tocchetti Ciò che penso, dico o faccio risponde a VERITA'? E' GIUSTO per tutti gli interessati? Promuoverà Buona volontà e migliori rapporti di amicizia? Sarà VANTAGGIOSO per tutti gli interessati? 9 Missione La missione del Rotary International – l’associazione internazionale di Rotary club – è di servire gli altri, promuovere elevati standard etici e propagare nel mondo la comprensione reciproca, la cooperazione e la pace attraverso il diffondersi di relazioni amichevoli fra persone esercitanti diverse attività economiche, professionali e di leadership nelle loro comunità. La ricchezza di un Club è costituita dalle persone che lo compongono, lo animano e lo fanno vivere. Diversità demografica e il Rotary Il Rotary International riconosce il valore della diversità demografica all’interno dei singoli club. Il Rotary incoraggia i club a valutare i membri della comunità in grado di far parte dell’effettivo, secondo gli attuali principi guida per l’affiliazione, e di fare in modo di includere la giusta gamma di individui nei loro club. Un club che rifletta la comunità attraverso la rappresentazione di classifiche professionali, aziendali, di genere, età, religione ed etnie è un club che possiede le chiavi per il suo futuro. Il futuro del Rotary Nel 2001-‘02 il Rotary International ha cominciato a sviluppare un piano strategico volto a guidare l’organizzazione nel nuovo secolo di servizio. Nel giugno 2007 il Consiglio centrale ha approvato un Piano strategico imperniato sulle seguenti sette aree prioritarie: - Eradicare la polio; - Far conoscere il Rotary e promuoverne l’immagine pubblica; - Migliorare la capacità di servire; - Ampliare l’effettivo nel mondo, numericamente e qualitativamente; Sottolineare l’impegno nell’azione professionale; - Utilizzare le risorse professionali esistenti nel Rotary; - Implementare la pianificazione strategica in modo da garantire la continuità e la coesione dell’intera organizzazione. È ora richiesto ai singoli Club la stesura di un proprio piano strategico. 10 11 Prima pagina dell’atto costitutivo della Società Autostrada Napoli Salerno 12 Vittorio Accardi Decano del Rotary Club Napoli Sono nato sotto una ruota dentata Cari amici, di tanto in tanto anche l'età avanzata può dare vantaggi, ed è appunto ciò che mi è capitato dall'essere il decano di questo Club in cui ho avuto la fortuna di essere ammesso assai giovane, oltre cinquant’ anni fa. Sono stato, quindi, testimone di tanti e tanti avvenimenti e perciò voglio rievocarne qualcuno. Devo dirvi che sono stato felice ma anche un po' commosso nel ricordare l’anniversario dei settantacinque anni del Club, perché l'atmosfera di quella sera di dicembre del 1999, con le Signore così eleganti, ornate di scintillanti gioielli e gli amici in smoking, mi riportò indietro nel tempo, in lontani dicembre quando le feste degli auguri erano sempre in abito da sera. Dopo lo cena, conclusa con la distribuzione di un dono alle Signore, si scendeva, tutti insieme, nel piccolo "night" al piano interrato dell'hotel, per continuare la serata danzando. All'inizio del mese successivo vi era, poi, un' altra festa di affiatamento rotariano: la Befana per i figli ed i nipoti dei soci, ma, a questo punto, mi accorgo di essere già entrato nel tema dei ricordi, ed allora lasciatemi riordinare le idee, perché i ricordi sono tanti e, se dovessi rievocarli tutti, occorrerebbero ore, mentre il tempo assegnatomi è assai breve. Devo, quindi, per forza di cose, accelerare e procedere per flash. Non posso ricordare tutti gli amici che nei miei 56 anni di Rotary hanno condiviso con me tanti momenti di gioia, ma anche qualcuno di dolore. Mi perdonerete, quindi, se questa mia carrellata sarà disordinata o farà salti temporali oppure, come certo accadrà, dimenticherò di citare qualcuno. Inizierò, dunque, dalla mia ammissione e dall'atmosfera che si respirava nel Rotary di allora. Come sapete, in quel tempo, in Italia vi era un solo distretto ed a Napoli un solo club, formato dai più eminenti personaggi della città che, naturalmente, erano di età più o meno avanzata. Accadde che in uno dei congressi rotariani si scoprì che l'età media del Club di Napoli era la più elevata di tutta Italia. Allora i nostri padri coscritti decisero di compiere l'operazione di ringiovanimento, e non potendo, ahi loro, farlo su se stessi, decisero di abbassare la media dell'età ammettendo nel club dei giovani di belle speranze! Fummo, così, in breve tempo ammessi il sottoscritto, Gino Ceriani, Alfonso Pellegrino, Ugo Novelli ed Elio Giangreco. L’età media si abbassò e tutti furono felici e contenti, ma, a volte, quando entravamo nella sala da pranzo ci accoglieva un coro di: "Stanno arrivann ‘ e guaglioni! ". Quanto mi piacerebbe, oggi, essere accolto così ! Per me fu una gioia enorme ed inattesa perché allora il Club di Napoli raccoglieva tutte persone importanti ed entrarvi era un sogno irreale ed irraggiungibile per dei giovani dirigenti che, come me, avevano passato da poco la trentina. Da parte mia, però, il Rotary lo conoscevo già abbastanza bene perché ero stato, fino a qualche mese prima, direttore dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio, collaborando direttamente con il Presidente, l'ingegnere Stefano Brun, uno dei più grandi maestri che ho avuto nella mia vita. Brun era un uomo poliedrico, i suoi amici lo prendevano affettuosamente in giro, dicendo che aveva l'hobby delle presidenze e perciò le collezionava. In effetti, in quel tempo ne aveva sei o sette, oltre alle varie cariche di consigliere, ma essendo un uomo intelligente e metodico, riusciva a far tutto bene. 13 Stefano Brun, che del Rotary era Past President, faceva parte di quel "team" che ebbe il gran merito di far rinascere nel dopoguerra la nostra città distrutta, prima dai bombardamenti americani e, poi, dalle distruzioni dei tedeschi. Quel gruppo di uomini, che "l’Espresso" di Scalfari, definì "I sette dell'Orsa Maggiore", aveva un leader carismatico, Giuseppe Cenzato e se ben ricordo, gli altri sei, oltre a Brun, erano Stanislao Fusco, Francesco Giordani, Marcello Rodinò, Luigi Tocchetti ed Ivo Vanzi. Tutti rotariani che ricoprivano importanti cariche non solo a Napoli, ma anche in aziende ed enti a carattere nazionale. Il Rotary divenne, perciò, in quegli anni, così come lo era stato nell'anteguerra, un grande centro propulsore, luogo di scambi di idee e fucina di progetti per la città: qui nacquero le leggi per il Mezzogiorno, gli acquedotti per le isole, la legge del quinto, la banca degli occhi e tante altre iniziative. Era il tempo delle grandi speranze ed illusioni sull'industrializzazione del Mezzogiorno e Stefano Brun in qualità di Presidente dell'Unione Italiana delle Camere di Commercio organizzò su questo tema un grande convegno al quale collaborai anch'io. Una delle colazioni di lavoro per i partecipanti si tenne proprio al Rotary, che si riuniva allora all'Hotel Continental di Alberto del Piero. Devo ricordarvi, per inciso, che il Continental fu la seconda sede del Rotary nel dopoguerra perché la riapertura del Club ebbe luogo l'otto luglio del 1944 nella mensa della Banca Commerciale, messa a disposizione da Stanislao Fusco e da Peppino La Preta, dove il colonnello americano Chapman, commissario regionale dell' A.M.G., ed anche egli rotariano, consegnò a Lorenzo Ricciardi, la carta di rifondazione del Club di Napoli, che era stato sciolto sei anni prima per volere del regime fascista. A proposito di quello scioglimento, vi dirò che ho avuto la ventura di leggerne il documento ufficiale il quale, mentre nella forma esteriore è allineato allo stile imposto dai tempi con frasi del tipo l’imponente opera di rinnovamento sociale, politica, e spirituale voluta dal Duce", ricorda però (con sottinteso rimprovero) come il Re avesse accettato la presidenza onoraria del Rotary e ne facevano parte grandi personaggi del tempo come Guglielmo Marconi, il Duca d'Aosta e Arnaldo Mussolini. Conteneva, poi, una coraggiosa affermazione che lasciava intendere come "l'autoscioglimento" fosse stato in realtà imposto. Ecco la frase:" Vi è necessità di una disciplina che consiglia di lasciare all'esclusiva autorità dello Stato e degli organi creati dal regime iniziative ed attività che prima potevano essere felicemente ed utilmente seguite ed attuate nella libera esplicazione della nostra vita sociale." Scusatemi la digressione, ma ho creduto giusto che anche i più giovani avessero conoscenza di come anche in momenti difficili i nostri predecessori seppero non rinunciare alla loro dignità! Quando entrai nel Rotary vi trovai molte persone che già conoscevo. La sede era nel frattempo di nuovo cambiata e ci si riuniva all'Hotel Royal, dove però allora, a differenza di oggi, il tavolo da pranzo era unico. Un gran ferro di cavallo, con i maggiorenti che occupavano il lato corto. I maggiorenti erano, naturalmente il Presidente e l'oratore di turno, poi il segretario, che allora era Mario Jacopetti, il quale era stato preceduto da Quirino Fimiani e fu seguito da Mario Florio. C'era, poi, il tesoriere Paolo Grimaldi, il prefetto Cesare Pinardi ed i soci più anziani ed importanti fra cui ricordo il professore Carlo Venditti, grande avvocato, da cui ho imparato molte cose, avendo avuto la fortuna di vederlo al lavoro, nella sua qualità di legale di fiducia del Banco di Napoli per le società partecipate, di cui ero responsabile. Il professor Venditti si sedeva sempre allo stesso posto, sul lato corto del tavolo ed i suoi amici, conoscendo questa piccola debolezza, si divertivano ad occuparlo con 14 suo grande disappunto. Naturalmente noi giovani ci facevamo un sacco di risate. Fra i maggiorenti, un posto di spicco spettava ad Ettore Ceriani come Past Governatore. Personalmente lo ho sempre considerato come una persona di famiglia, una specie di zio adottivo, anche perché i nostri genitori erano molto amici, la figlia Gioia era stata compagna di scuola di mia sorella e veniva spesso a giocare a casa nostra mentre l'amicizia fra me e Gino risale a sempre. Ceriani era un innamorato del Rotary ed in materia di filosofia e di procedure rotariane non vi era, e credo non vi sia nemmeno oggi, qualcuno che ne sapesse più di lui. Con un termine moderno si potrebbe dire che era il "teorico del Rotary." Ricordo le conversazioni di argomento rotariano che allora si programmavano con maggiore frequenza, e che egli teneva, usando un linguaggio semplice, ma assai chiaro, onde sono certo che molti degli attuali soci, che hanno avuto il piacere di conoscerlo, abbiano appreso molto da lui. Guardava con molta speranza ai giovani e, nel periodo del suo governatorato, ideò la crociera dei Tre Vulcani, alla quale parteciparono 19 giovani provenienti dal Belgio, Germania, Olanda, Francia, Inghilterra, Danimarca e, naturalmente, Italia. Quando di Rotaract non si parlava neppure. Alla mia prima riunione rotariana ricordo che sedetti sul lato lungo di destra fra Piero del Monte, (che considero il mio padrino rotariano e per la cui memoria conservo un grande affetto) e Pietro Lerario, (nonno del nostro amico Paolo Romanello), uno dei mitici fondatori del 1924. Successivamente mi trasferii sul lato destro del tavolo dove solitamente si sedevano Cencio Carola, Luigi d'Amelio, Leonardo Radice e Giulio Parisio con i quali si discuteva spesso delle vecchie tradizioni napoletane e fu proprio Carola che mi suggerì di parlare dei dolci napoletani, tema che fu l'argomento di una delle mie prime conversazioni. Altre volte mi sedevo vicino a Foddis, Giusti, Arturo Lando (padre del nostro futuro Governatore Marcello Lando), ma in questo caso gli argomenti erano di carattere economico. Molti anni dopo, quando il ferro di cavallo fu sostituito dai tavolini separati, occupammo con alcuni amici quello a destra della presidenza, che subito Arturo Polese battezzò "II tavolo della contestazione". Devo dirvi che è un tavolo molto ambito e che, quando è necessario, non viene meno al suo nome ed alle sue tradizioni di critica costruttiva. Il mio primo presidente è stato il Prof. Luigi Tocchetti, amico di mio padre, che avevo conosciuto in particolari circostanze, quando sfuggito dopo l'armistizio ai tedeschi, ritornò a piedi da Caserta dove era prigioniero, essendo stato catturato nel corso di un rastrellamento. Giunto dai comuni del nord a Capodimonte si ricordò che gli Accardi avevano una villa da quelle parti e riuscì a rintracciarci. Mio padre, che lo stimava molto, lo accolse con gioia. Si fermò a riposare e mangiò con noi. Ricordo che quel giorno c'era un unico piatto, una cianfotta preparata con le verdure dell'orto di mamma, uniche risorse alimentari di quei terribili giorni. Anni dopo il professore mi disse che quella cianfotta gli era sembrata più buona di qualsiasi altro manicaretto mai mangiato. Luigi Tocchetti fu anche presidente della Mostra d'Oltremare ed insieme a Peppino Russo, diede vita alla prima edizione del dopoguerra. In quella occasione mi affidò il compito di ideare l'allestimento del padiglione dedicato all'industrializzazione del Mezzogiorno. Ero sposato da poco, agli inizi del lavoro, ed arrivare alla fine del mese era un difficile problema economico, ma ci arrivò il compenso di quel progetto, mi pare fossero centocinquantamila lire, e mia moglie Ida ed io facemmo salti di gioia. 15 Luigi Tocchetti credeva nei giovani ed amava stare con loro anche al di fuori delle aule universitarie. Alla fine degli anni Cinquanta intorno a lui all'UCID ruotava un gruppo giovani che, poi, nella vita hanno tutti sfondato raggiungendo posizioni elevate nelle banche, nelle industrie, nelle professioni, nell'Università. Durante la sua presidenza rotariana realizzò "La crociera dei tre Vulcani", di cui vi ho già accennato. Il gruppo dei partecipanti, sotto la guida di un altro rotariano storico, Francesco Bruni Roccia e di sua moglie, navigò dal Vesuvio verso Stromboli e poi all'Etna. Fu la prima iniziativa internazionale dedicata ai giovani. Di napoletani vi erano i figli del Prof. Puca, Luciana Cova e Lucia Lando, in calzoncini e calzini bianchi. Dell'avvenimento si conserva traccia nei bollettini del 7 e del 21 agosto 1956, cioè circa 56 anni or sono, con grandi elogi per la coppia Bruni Roccia. Il professor Tocchetti lo ricordate tutti col suo fisico giovanile, il suo passo svelto e l'elegante figura. Quando parlava, la lucidità del ragionamento si sposava con la chiarezza d'espressione e la profondità dei concetti. Il suo eloquio, generalmente pacato, aveva a volte improvvise impennate per denunciare malcostumi, ignavie, incoerenze. Col passare del tempo, la sua spiritualità si affinò sempre di più per culminare nell'affascinante conversazione "Scienza e trascendenza" che, a mio parere, ha rappresentato una delle vette più alte a cui sia giunta una conversazione rotariana. Qualche anno più tardi, Quirino Fimiani, dopo aver lasciato la segreteria e la presidenza del Club, fu eletto Governatore e mi propose di fargli da segretario. Accade, così, un fatto fino a poco tempo prima inimmaginabile, e cioè che uno dei "guaglioni" con solo tre anni di anzianità divenne segretario del Distretto! La nostra sede era in via Medina presso la ditta de Palma, di cui Quirino Fimiani era socio. Nei primi sei mesi del mandato fui molto diligente. Ogni sera, dopo il lavoro, andavo a via Medina e mi trattenevo a lungo con il Governatore, più che per lavorare - lo confesso - per imparare, perché quando era in sede faceva tutto lui: dall'aprire la posta, al battere a macchina le circolari, dall'affrancare e spedire le lettere. Ma la sua conversazione era tanto piacevole ed i suoi insegnamenti così interessanti, che riuscì in breve a farmi comprendere ed amare i principi della filosofia rotariana che, anche nel suo ricordo, ho cercato sempre di applicare in ogni circostanza della vita. Un bel giorno però cambiai azienda ed ebbi un importante incarico in una società multinazionale, che stava costruendo uno stabilimento vicino Napoli. Le mie visite si diradarono, ma Quirino Fimiani che era un gran signore e mi voleva molto bene, non se ne adontò, anzi fu felice della fortuna che mi era capitata. Continuò così a far tutto lui ancora più da solo. Il mio nuovo lavoro ebbe anche un'altra conseguenza: iniziai ad arrivare tardi alle riunioni perché lo stabilimento era piuttosto lontano. Per fortuna c'era sempre qualche ritardatario dopo di me! L’ultimo a giungere era quasi sempre Paul Burkhard, il direttore dell'Ospedale Internazionale che arrivava di corsa dicendo: "Scusatemi, ma sapete c'è sempre qualche "topino" che non vuole uscire". E se, qualcuno, uomo o donna, gli chiedeva. "Scusi professore, ma lei che lavoro fa ?" Lui rispondeva, col suo classico accento svizzero: " Io lavoro dove gli altri si divertono". Era, infatti, un grande ginecologo. Ritorniamo al professor Quirino Fimiani. Era un uomo straordinario, dall'elegante aspetto di un gentiluomo inglese di mezza età. Raffinato, colto ed intelligente, accoppiava alla logica dell'ingegnere la capacità di riflettere e filosofeggiare che gli derivava dagli studi classici. Celebri sono rimaste le sue postille, con le quali amava chiudere i bollettini. 16 Nel 1960 il Club le pubblicò, in suo onore, in un volumetto che è diventato una piccola rarità bibliografica. Eccovene alcune: Le filosofiche Prima di arrabbiarvi accertatevi almeno di avere ragione. I segreti sono una merce estremamente deperibile. L’antifascista E' la rata che traccia il solco ma è la cambiale che lo difende. L’umoristica Il peso è la gloria dei neonati e la vergogna dei vecchi! La surreale Chissà se in Cina i Mandarini amano le aranciate. Le rotariane I soliti brontoloni dicono che i Tesorieri sono tutti affiliati alla setta degli esigenti. I Segretari dei club sono pagati in valutaelogio. Essa è tuttora inconvertibile ! Distretto in Sicilia, fu vittima di un incidente automobilistico. Alla sua memoria il nostro Club ha dedicato una borsa di studio che ogni anno viene assegnata alla migliore tesi di ingegneria industriale. Dieci anni dopo il nostro Club ebbe di nuovo un Governatore: Mario Florio. Conobbi Mario in un lontano giorno del 1943. Mio padre mi raccontò che era stato parte attiva alla liberazione della città dall'occupazione tedesca. Era nella cerchia che si riuniva intorno a Benedetto Croce durante la Resistenza ed era proprio lui a fare da staffetta fra Napoli e Bari, portando materiali di propaganda al gruppo. Fece, poi, parte del Comitato di Liberazione Nazionale e quando il Paese ritornò alla normalità, fu nominato componente della Consulta Nazionale, organo che precedette l'Assemblea Costituente. Nel 1972, alcuni amici rotariani avevano pensato a me come "Incoming President". Vi erano, tuttavia, anche altri aspiranti. Un giorno, prima della colazione, Mario mi chiamò da parte e mi disse: "Vittorio senti a me, questa volta non dare la tua disponibilità ... sei ancora giovane... hai tanto tempo davanti a te per fare il presidente!" E' inutile dirvi che il consiglio fu accolto immediatamente e non solo perché Mario era considerato la "Cassazione" in materia rotariana, ma anche perché veniva da un caro e saggio amico. Qualche tempo fa, insieme a Pino Perrone Capano ed a Gaetano La Gioia ci recammo a casa di Mario per consegnargli il diploma che gli dava il diritto di frequentare la "Sala dei Famosi Rotariani" perché aveva compiuto 50 anni di anzianità rotariana. Lo trovammo con la sua cara Ofelia, un po' provato nel fisico, ma con una mente ancora lucida e perfetta. Ci trattenemmo nell'accogliente salotto fra i suoi mobili antichi, le vetrine dei pastori settecenteschi, i bei quadri, i raffinati oggetti da collezione. Ci lasciammo, felici di averlo visto così bene, ma fu l'ultima volta. Due anni dopo lo fine del mandato di Fimiani il governatorato tornò al nostro Club. Fu nominato, infatti, Mario Jacopetti. Mario era un uomo intelligente e buono, atrocemente provato nella vita dalla morte della moglie e dei figli durante lo guerra sotto ad un bombardamento. Dopo un periodo di disperazione Mario reagì dedicandosi completamente alla scienza e al Rotary. Era professore di elettrochimica alla Facoltà di Ingegneria. Assai preparato risolse brillantemente una serie di problemi tecnici durante la posa degli enormi tubi degli acquedotti per le isole di Capri ed Ischia. Durante la sua presidenza regalò a tutti noi un libretto che aveva trovato in una libreria antiquaria, che parlava di una antica compagnia napoletana i cui ideali erano molto simili ai nostri e che egli definì: "Un Rotary ante litteram ". Ma la sua vita era segnata dalla tragedia. Mario morì sul campo, come un combattente rotariano. Infatti mentre da Governatore si recava in visita ad un Club rotariano del 17 Dopo la sua scomparsa, il nostro Club ha istituito il "Premio Mario Florio", con cadenza biennale, per promuovere l'interesse meridionalistico dei giovani. La sua Ofelia ha donato le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione. Di Rodi Lupoli avete già sentito tutto. Vorrei solo ricordare una riunione di venti anni fa a casa sua, quando ci riunimmo con alcuni amici (forse Guido D'Angelo se ne rammenterà) e sembravamo un gruppo di cospirati mentre decidevamo di mettere in pista Lello Pallotta. La carriera rotariana di Lello, che certamente, avrà ancora brillanti sviluppi, conferma che fu davvero una gran bella cospirazione. Avrei ancora tante cose da dirvi, tanti amici da ricordare, ma il tempo mi impone di concludere. Prima di finire, però, desidero dedicare un pensiero ad un grande amico scomparso. A Lello Franchini, che vedemmo un brutto giorno, proprio al termine di una riunione rotariana, reclinare il capo su quel tavolo che lo aveva visto tante volte brillante oratore e magnifico Presidente. Di lui, Rocco Gialanella, che é il "Conservatore Magnifico" del nostro Club mi ha passato alcuni pensieri ed aforismi. Ve ne voglio ricordare uno in particolare, affinché tutti voi possiate acquisirlo nel patrimonio delle vostre certezze: "Noi non ci rendiamo conto del privilegio di essere rotariani e vivere nel Rotary che é la massima espressione di libertà di pensiero e di parola!" Con questa splendida riflessione di Lello Franchini, eccomi giunto, veramente, al termine di questa rapida carrellata di ricordi, in cui spesso quelli personali si sono intrecciati ai rotariani, ma ciò era inevitabile perché, nella mia vita, amicizie ed avvenimenti rotariani si sono spesso accavallati con quelli privati, forse perché, anziché sotto ad una foglia di cavolo, sono nato sotto una ruota dentata! Cari amici, all'inizio di questa conversazione vi ho detto che uno dei miei primi "speech" rotariani fu sui dolci napoletani. In quella occasione conclusi con un gioco di parole, dicendo che, avendo troppo parlato di dolci, da quel giorno sarei stato considerato dai soci anziani non più un "enfant gatè", ma un "enfant gatteau"! Col passare degli anni sono diventato, ormai un "vieux gatteau" ma, siccome non voglio trasformarmi, oggi, ai vostri occhi addirittura in una "pizza sereticcia", chiudo la bocca e vi saluto. Grazie! Epicarmo Corbino 18 Raffaele Pallotta di Acquapendente L’orgoglio dell’appartenenza e il piacere di esserci. E’ molto difficile sintetizzare in poche parole la grande ricchezza d’emozioni che mi ha regalato il nostro club: l’orgoglio d’essere stato chiamato a farne parte e la preoccupazione di esserne degno paragonandomi a tanti grandi personaggi che ne costituivano l’organico, la grande emozione d’essere stato chiamato a presiederlo, l’impegno collettivo dei suoi soci per elevarmi prima al governo del distretto e poi a far parte del Consiglio Centrale. Non saprei quali di questi successivi passi mi ha più emozionato. Analizzando con calma e a freddo le varie fasi del mio servizio rotariano, mi sembra di poter affermare che il piacere di farne parte è quello che mi ha più coinvolto e che mi emoziona ancor’oggi. Nel mio peregrinare per il mondo al servizio del Rotary, il pensiero di poter tornare nel mio club ha sempre costituito un elemento di serenità e anche una sorta di autocontrollo quando potevo, a torto, inorgoglirmi per quanto ero stato chiamato a fare. Forse non tutti ricordano l’importante ruolo che ha avuto il nostro club sull’evoluzione della nostra società cittadina e quanto tuttora sta facendo per la nostra comunità. Tra le prime realizzazioni, voglio ricordare l’istituzione della “commissione per lo studio e la realizzazione di progetti per migliorare le condizioni igieniche della città” (nulla di nuovo sotto il sole!), la costruzione dell’autostrada Napoli – Salerno che fu decisa e fu avviata alla concreta realizzazione con la costituzione della <Società per le Autostrade Meridionali>, col capitale iniziale di lire 500.000, sottoscritto in un solo giorno quasi esclusivamente da rotariani, l’istituzione della “Società Napoletana dei Concerti Orchestrali”, l’erezione del San Carlo in Ente Autonomo, la sistemazione della Stazione Zoologica. Tra le ultime attività di maggiore rilievo non si può non ricordare: le borse di studio che, con la fondazione Jacopetti, ha distribuito a tanti giovani laureati in ingegneria, la banca degli occhi, la scuola informatica per i non vedenti, l’operazione di prevenzione dell’aneurisma addominale aortico (le tre A), l’operazione “smile”, lo studio sulla qualità della vita nei vari quartieri della nostra città, il premio per i giovani giornalisti, i numerosi confronti con le autorità preposte all’amministrazione della nostra città e della nostra regione, le proposte per l’assetto del “water front” e del centro storico, il patrocinio della biennale del mare, quelle realizzate nel contesto del gruppo partenopeo dei Rotary Club e tante altre ancora. Il nostro club ha avuto la fortuna d’essere stato presieduto sempre da amici d’alto profilo che ne hanno sollecitato sia l’impegno sia il livello delle proposte e di avere soci di grande prestigio con i quali è sempre piacevole incontrarsi e lavorare per gli altri. Mi sembra di aver tenuto ieri la commemorazione, negli storici locali del Bertolini, dei primi settantacinque anni del nostro club e sono invece trascorsi dieci anni. Siamo giunti ora a Ottantacinque anni che non sono che il principio: la vecchiaia è ancora molto lontana! D’altra parte festeggiare gli ottantacinque anni con un presidente giovane e dinamico com’è il nostro Massimo Franco dimostra che il club ha i necessari equilibri per non cadere nel modello “gerontocomio”. K. Jasper, nel 1965, sostenne che: ”Ognuno vorrebbe diventare vecchio, ma nessuno vorrebbe esserlo” d’altra parte l’esperienza c’insegna che “a invecchiare s’impara mentre s’invecchia”. Se è vero che i rotariani rappresentano la “gioventù dell’impegno permanente nel servizio per gli altri”, pur nel fluire dell’età, è impossibile non pensare a una loro giovinezza permanente nel pensiero e nell’impegno sociale. Il ricordo di quanti 19 sono rimasti con noi nel ricordo e nel rimpianto ci serve da sprone. Ricordo quelli che ho avuto il privilegio di conoscere e dai quali ho appreso modelli di vita sociale e rotariana: Luigi Tocchetti, Epicarmo Corbino, Mario Florio, Rodi Lupoli, Arturo Polese, Carlo Brancaccio, Mario Rosario Pepe, Mario Pepe, Giovanni Giordano Lanza, Michele Rubino, Raffaello Franchini. Ricordo anche tutti quelli che non ho avuto il piacere di conoscere personalmente, ma che conosco altrettanto bene per averne studiato i comportamenti, gli insegnamenti e le realizzazioni. Voglio sottolineare che tra i tanti pregi del club, non ultimo è la costante e coerente assenza di conflittualità che ci ha consentito, pur nella giusta dialettica e diversità di opinioni, un’armonia che è la base per avere il giusto piacere di poter essere utili agli altri con amicizia. Solo se nei Club rotariani regna l’armonia, possiamo impegnarci realmente nel nostro compito essenziale di migliorare la qualità della vita e la dignità di ogni essere umano, iniziando dalla nostra comunità. Possiamo dire di avere assolto il nostro compito, con dinamicità intellettuale, riuscendo a “fare opinione”, nella comunità in cui operiamo, nel servizio alla città e al territorio, occupandoci di problemi di traffico, sanità, degrado urbano, disagio giovanile, formazione e quant’altro per interagire con i suoi processi innovativi, anticipandone l’evoluzione ed esserne parte trainante e non trainata. Possiamo affermare con il giusto orgoglio che nel nostro club non abbiamo mai avuto paura d’avere il coraggio di studiare e proporre soluzioni credibili, realizzabili ed efficaci, di problemi piccoli o grandi nella vita della nostra comunità, che possano essere considerate da chi detiene il potere decisionale e ascoltate anche da chi, tra loro, è un po' duro d’orecchio. Posso, quindi, affermare che si è realizzato quanto è scritto nel monito di Paul Harris: ”Essere rotariani nei fatti significa avere il coraggio e l’orgoglio di esserlo nella realtà e nelle difficoltà di ogni giorno”. Eppure, nonostante tutto ciò che ho ricordato, quello che il nostro club ha realizzato non costituisce che la premessa, il meglio deve ancora venire! “Non ci rendiamo conto del privilegio di essere “rotariani” e vivere nel ROTARY che è la massima espressione di libertà di pensiero e di parola.” PP Raffaello Franchini, 1989 20 Rocco Gialanella II Rotary di ieri, il Rotary di oggi Per timore di sforare il tempo assegnatomi, considerando che i miei ricordi di vita rotariana mi porterebbero a parlare per ore, affido a questi appunti i miei ricordi, i miei rilievi, le mie riflessioni. La mia proposta di ammissione al R.C.NAPOLI era firmata da Quirino Fimiani, Presidente prima, e dopo la quarantena, fascista e Governatore dell'unico Distretto italiano il 46°. Considerando che ero appena trentenne la Commissione per l'ammissione non ritenne possibile accoglierla, tenendola in evidenza per 8 anni. Questo un primo aspetto del"Rotary di ieri." formato da uomini maturi e di grande spessore; mi basti ricordare Biagio Borriello, Epicarmo Corbino, Luigi Tocchetti, Enzo Carlevaro, Carlo Venditti, Ruggero De Ritis, Luigi Califano. Più recentemente, Mario Florio, Rodi Lupoli, Mario R. Pepe, G. Giordano Lanza, Lello Pallotta, Guido D’Angelo, Lello Franchini, Marcello Lando, fino a Carlo Rolandi ed Elio Sava. Vorrei ricordarli tutti ! Immaginate il mio timore nel rivolgere loro la parola e sedere al loro tavolo. Questo timore svanì perché fui accolto con calorosa amicizia. Furono sorpresi di notare quanto già sapessi del ROTARY ed io spiegai che Fimiani da anni mi passava le Riviste "ROTARY" e "REALTÀ NUOVA". Fui subito coinvolto e designato membro di una Commissione. Ho sempre vissuto intensamente la mia vita rotariana e sono chiaramente legato al "Rotary di ieri" nel quale sono invecchiato. Il Rotary era un "gruppo di pressione" in grado di incidere positivamente e profondamente nella vita della. Comunità. Era considerato un privilegio essere invitati al R.C. NAPOLI, l'unico Club della città, per una conversazione. Ho conosciuto un Rotary rigoroso ed attento alle regole che lo governavano, Molto severo e selettivo nelle ammissioni di un candidato che doveva degnamente rappresentare una "classifica". Le Classifiche erano dettagliatamente e compiutamente elencate. Oggi le classifiche sono inflazionate. Solo dopo alcuni anni si fece ricorso alla seconda classifica, di "Socio aggiunto" per poter ammettere una seconda persona, egualmente stimata nella "classifica" già rappresentata, qualifica in verità poco gradita. Il prestigio dell'unico Club che rappresentava il Rotary International nella città era invero notevole, immaginate la sorpresa, direi lo smarrimento che colse tutti noi quando da Evanston ricevemmo l’invito a promuovere la nascita di un nuovo Club. Correva l'anno 1968. L'imperativo era tassativo: "Sviluppo dello effettivo". L'invito tuttavia fu oggetto di accese discussioni. Il Club comunque dispose una attenta divisione del territorio cittadino, poiché, dopo qualche mese, ci fu anticipato che altri Club dovevano nascere nella nostra, città. Il Presidente fece disporre una planimetria del territorio cittadino dividendolo in varie zone, accogliendo l’invito a cedere gradualmente una parte del territorio per la nascita di nuovi Club la cui denominazione venne collegata alla suddivisione del territorio. Nello stesso anno 1968 fu così fondato il 2° Club Napoli Nord e successivamente il 3° Napoli Ovest. Poi qualche anno di tregua, ed infatti il 4° Club Napoli Est fu fondato nel 1977. Nel Rotary di ieri le iniziative del nostro Club erano rilevanti: ricordiamo la progettazione ed il finanziamento dell'Autostrada Napoli – Pompei da ritenere la più rilevante realizzazione di un Rotary Club italiano. Anche nel Rotary di oggi abbiamo iniziative di rilevante spessore: ricorderei il “Programma 3A” condotto da Nino de Donato, adottato da molti club nel mondo rotariano, il “Progetto Istruzione informatica per non vedenti, Savy” condotto da Gaetano 21 La Gioia e il Progetto “Qualità della vita per la città di Napoli” condotto da Massimo Franco. Vorrei ancora ricordare che il nostro Club, quando si avviava a festeggiare il 50° anniversario della fondazione, decise, per la speciale occasione, di donare alla città una "Banca degli occhi", la prima, in Italia, ed il Presidente Arturo Polese, desiderando partecipare a questa iniziativa, invitò presso la Sede dell'Unione Industriali i rappresentanti della Stampa. Erano presenti i Direttori di tutti i giornali distribuiti in città. Oggi la Stampa ci ignora quasi sempre poiché, chiaramente, non è in grado di pubblicare le iniziative ed i programmi di 10 Club ! Vi è un’inflazione di Club e si è dimenticato l’assioma “la qualità non si coniuga con la quantità”. Qualche eccezione vale per il nostro Club ed infatti il nuovo Direttore de IL MATTINO Virman Cusenza, accogliendo l’invito del nostro Presidente Massimo Franco, è stato recentemente ospite e conversatore. Cosi per le manifestazioni rotariane di rito, quando le Autorità ricevono gli inviti di 10 Club, generalmente li declinano tutti ! Per coordinare le attività dei 10 Club, è stato costituito, già da qualche anno, il "Gruppo Partenopeo" formato dai Presidenti in carica di tutti i Club, con la prospettiva di esaminare un unico, valido programma, da realizzare nello interesse della Comunità, ma lo spirito di indipendenza e la indiscussa autonomia di ogni Club, hanno reso quasi sempre inattuabile un comune programma. Vorrei ancora ricordare una svolta, epocale e recente nella vita del Rotary di oggi: l'ammissione delle donne. Avrei desiderato fosse stata una libera decisione del Rotary International e non una imposizione della Corte Suprema della Californìa su istanza delle socie del Soroptimist che assumevano che nelle libere professioni era evidente, nello svolgimento delle rispettive attività, una situazione di privilegio dei colleghi rotariani. In principio non accettammo questa "imposizione" ed il dissenso della maggior parte dei Soci fu convalidata dall'esito di un referendum. Tuttavia fu necessario ed inevitabile superare questo trauma, ed io stesso ho recentemente proposto l'ammissione di una giovane e valorosa donna nel Club. Si è sfatato un mito! Nel "Rotary di oggi" una svolta notevole è stata anche l’ammissione dei giovani, spesso rotaractiani, che non fu facile accettare. Molti di noi erano perplessi ma, ricordando l'auspicio di Fimiani: "bisogna invecchiare nel Rotary" abbiamo accolto i giovani e siamo lieti di riconoscere il loro impegno e coinvolgimento nella vita del Club. Mi basti ricordare il solerte Segretario Luca Ganguzza e l’attento Tesoriere Elio Gambardella. Riconosciamo in questo il grande merito di Marcello Lando. Comunque il "Rotary di ieri" era inevitabilmente destinato a vivere l'evoluzione dei tempi, della società, dei rapporti umani. In fondo le nuove regole non rappresentano gli estremi di una lacerazione faustiana e così, anche i vecchi rotariani, hanno accettato questo "Rotary di oggi" e non poteva essere altrimenti. Il profondo legame e l'amore che ci legano al Rotary sono stati determinanti: dobbiamo vivere questo nuovo "Rotary di oggi". Il nostro Past Governor Giancarlo Calise nel corso di una recente intervista rilasciata al rotariano Alfonso Forte che gli domandava cosa pensasse del "nuovo Rotary" ha risposto: "Non penso a nessuna rivoluzione a meno che non si voglia definire "rivoluzione" l'obiettivo di perseguire il concreto coinvolgimento dei soci ed il loro sincero affiatamento. Il Rotare, infatti, per poter essere condivisione, non può prima, non 22 essere partecipazione. Il Rotare deve recuperare la sua ragion d'essere: una piccola ruota che aiuta a far girare il mondo! " In conclusione, ricordo che un amico non rotariano, mi ha domandato quali vantaggi mi offrisse il Rotary. Ho chiarito che per un rotariano non vi è alcun vantaggio poiché il nostro ideale, la nostra massima, è: "pensare agli altri prima, che a se' ". Tuttavia vorrei sottolineare che il Rotary mi ha dato molto, moltissimo, perché mi ha dato un prezioso, unico, stupendo patrimonio di amici. Dedica di Emanuele Filiberto di Savoia La visita del Cardinale Corrado Ursi al Club 23 Guido D’Angelo II Rotary e la Politica Io credo che Marcello mi abbia chiesto di dire qualche parola sui rapporti del Rotary (del nostro Club in particolare) con la politica, principalmente per due ragioni: perché ho già festeggiato i quarant’anni di appartenenza a questo Club e perché in quasi la metà di questi 40 anni ho partecipato ad assemblee politiche rappresentative, dal Consiglio comunale di Napoli, alla Giunta e Consiglio regionale, alla Camera dei deputati. Penso – e lo stesso potrei dire per altri soci che chi avesse partecipato alle riunioni del nostro Club, senza conoscere la mia attività, non avrebbe individuato la mia appartenenza ad un determinato schieramento politico. Talvolta avrebbe forse potuto pensare che all’epoca fossi all’opposizione di determinate maggioranze locali o nazionali, ascoltando determinate valutazioni critiche su provvedimenti amministrativi o legislativi emessi da governi nazionali e locali a maggioranza democristiana (mentre io, invece, facevo parte proprio dei gruppi democristiani). E con ciò non intendo rinnegare la mia adesione alla Democrazia cristiana, confermando anzi la mia (e la diffusa) opinione che era meno peggio la prima Repubblica. Analoghe considerazioni si potrebbero fare egualmente per tanti soci di questo Club. Marcello mi ha consigliato di non fare nomi. Forse ne ho intuito uno dei motivi. Lui sapeva che io avrei affermato che talvolta i soci di questo Club hanno fatto affermazioni o scelte contrastanti con le posizioni dei partiti politici preferiti. Forse Marcello temeva che a questo fine avrei fatto l’esempio del doppio errore da Lui commesso nel 1987, quando votò la Democrazia cristiana soltanto per darmi il voto di preferenza e turandosi tutto, non solo il naso (come disse Indro Montanelli). Ma io non potevo rinunciare a questo esempio significativo, anche se so che molti dei presenti stanno pensando che effettivamente Marcello fece un grosso errore, almeno nel voto di preferenza. Talvolta, dentro e fuori il Club, si è detto che il Rotary non fa politica. A mio avviso, invece, si può dire che il Rotary deve fare politica e questo Club ha fatto politica nel senso di occuparsi dei problemi della comunità, proponendo soluzioni o sollecitando le Istituzioni pubbliche ad adottare le soluzioni necessarie. Si tratta, cioè, di esaminare i problemi della comunità, in particolare i problemi della nostra città, prescindendo dal colore politico degli interlocutori, cioè senza essere condizionati dal piacere o dispiacere ad un determinato partito politico o ad una parte di esso. Basterebbe rileggere le relazioni (o le sintesi delle relazioni) svolte nelle nostre riunioni (conviviali o di caminetto) pubblicate nel Bollettino del Club, per dimostrare l’impegno del nostro Club per la soddisfazione di interessi generali, nonché la stima e l’amicizia tra i soci, indipendentemente dai diversi orientamenti politici o dalla militanza in un partito (come è emerso anche nella designazione dei Presidenti del Club). Naturalmente, si sono verificate e si verificheranno posizioni ed indicazioni diverse nella trattazione di determinati argomenti, ma sempre nella ricerca dell’interesse collettivo, senza alcun collegamento con questo o quel partito politico o corrente del medesimo. Purtroppo, talvolta, la nostra attività si è fermata all’interno del Club, senza un’adeguata proiezione esterna, secondo una caratteristica generale dei Club rotariani, tanto che un famoso giornalista, parlando di una determinata riunione la definì <<inutile come una riunione del Rotary>>. 24 A mio avviso, bisogna insistere sulla necessità di una maggiore proiezione esterna del Rotary, che non solo può, ma deve essere, un gruppo di pressione al fine di sollecitare la giusta soddisfazione di determinate esigenze della comunità. Nella riunione del 24 novembre scorso, alcuni soci hanno lamentato, che il Club non ha protestato a suo tempo per la vendita del Banco di Napoli. Potrebbe essere un esempio di carenza della detta proiezione esterna del Club e che in questo senso tutti dobbiamo fare di più (e non limitarci a lamentare che altri non fanno di più). E ciascuno può fare ciò in vari modi, anche con iniziative personali, nel proprio lavoro quotidiano, o rivolgendosi alle Istituzioni od agli organi d’informazione. A tal fine sarà anche utile rileggere la storia di questo Club, come emerge, ad esempio, dai volumi pubblicati nel 1974 e nel 2000, in occasione dei 50 e dei 75 anni dalla nascita del Club. Si possono così ricordare personaggi straordinari ed importanti, ma mai coinvolti, come rotariani, in polemiche per una posizione a favore di determinate parti politiche. Poi, nei detti volumi si trovano sia saggi di notevoli qualità, in cui sono affrontati molti ed importanti problemi della comunità napoletana senza mai l’assunzione di posizioni di parte politica, sia la descrizione di alcune iniziative del Club di notevole interesse collettivo. Sono scritti anche di soci militanti in differenti e contrastanti partiti politici, ma da cui non emergono mai polemiche strumentali, bensì soltanto uno sforzo nell’interesse generale. Naturalmente, come ho accennato, su vari argomenti le opinioni possono essere e sono diverse. Ho pensato, ad esempio, ai criteri d’intervento per la riqualificazione del centro storico di Napoli, rileggendo quanto scrisse in merito il Presidente pro tempore Arturo Polese nella presentazione del detto volume del cinquantenario. Fra l’altro, a proposito dei quartieri spagnoli, Polese parla di <<dedalo di stradine e di strade, senza volto e senza armonia, dal disegno approssimativamente ortogonale, in cui hanno continuato a vivere i discendenti dei soldati e dei sottoufficiali in una miseria che diventa sempre più pronunziata, man mano che si perde nel tempo il ricordo dell’attività che li aveva in principio mantenuti>>. E poi, per la zona oltre Foria, Polese scrive di <<case vecchie ed oscure, domicilio di piccoli signori e dei loro servi, case che nessun terremoto e nessun bombardamento ha saputo distruggere, veri e proprio antri, nei cui cortili oscuri e senza sole occhieggiano ancora gli anelli ove si fissavano i cavalli>>. E, di questo passo, Arturo Polese descrive altre zone, criticandone la definizione di storiche, mentre a suo dire, <<in gran parte non sono nemmeno antiche>>. Perciò Polese ritiene sbagliato considerare intangibili tali zone, <<mentre qualsiasi città civile ne avrebbe già raso al suolo tutte le sovrapposizioni lasciando in vita solo le vestigia antiche o quanto di degno – ed è molto – vi sussiste e che attorno ai tre decumani qualsiasi città civile avrebbe da anni pedonalizzato>>. Ho citato questo scritto del Presidente Arturo Polese per dare un esempio dell’impegno del Club nella trattazione di problemi delicati e su cui i soci hanno opinioni diverse, ma che vanno discussi senza preconcetti e con l’intenzione comune di migliorare la qualità della vita dei concittadini, com’è connaturale alla funzione di servizio, che – con sentimento di amicizia – devono svolgere i rotariani. Del resto, nel volume per il settantacinquesimo compleanno del nostro Club, Vittorio Accardi riporta un pensiero del compianto past President Raffaello Franchini – conservato naturalmente da Rocco Gialanella – secondo cui il Rotary è la massima espressione di libertà di pensiero e di parola. Ancora oggi, su tanti altri problemi di Napoli il Club si è impegnato e dovrà impegnarsi nel 25 futuro, come si sta facendo, ad esempio, per la realizzazione del programma di riqualificazione del Waterfront cittadino dal Molo Beverello all’Immacolatella Vecchia ed in materia di viabilità e parcheggi. Queste sono operazioni politiche e per il nostro Club questo significa fare politica. Concludo. Il futuro non appartiene a chi dubita, ma a chi non trascura l’azione, con tutte le inevitabili illusioni e delusioni (anch’io forse m’illudo e potrò rimanere deluso), cioè si tratta di continuare il nostro impegno di uomini attivi nella società e nella città in cui siamo nati o, comunque, abbiamo operato senza fini di parte, ma nell’interesse comune. 26 Domenico Dente Gattola Un ponte verso il futuro In via preliminare, faccio una breve premessa: sono di provenienza rotaractiana e questo mi ha notevolmente aiutato nel momento in cui sono entrato nel ROTARY, in quanto mi ha dato la possibilità di comprenderne più agevolmente i principi alla base (ovvio che descrivo una sensazione personale). Detto questo sono molto lieto, di essere qui questa sera a celebrare l'ottantacinquesimo compleanno del nostro club e di avere la possibilità di partecipare in modo concreto alla serata; viene da fare una constatazione, ovvero che il titolo della serata è quanto mai azzeccato, del resto in caso contrario stasera nessuno sarebbe qui, o forse il club sarebbe una cosa già estinta da tempo, priva di vitalità. Cosa, che non si può dire per il Rotary Club Napoli, sempre vitale, pieno di energia, attivo e non lo dico badate bene per piaggeria nei confronti dei vari presidenti che si sono succeduti nel corso dagli anni, tutti sempre di "ottima caratura" perdonatemi l'espressione, ma dalla constatazione di un dato di fatto. Del resto la celebrazione di una festa, di un evento come un compleanno è sintomo di voglia di costruire, di entusiasmo e di gettare un ponte verso il futuro, traendo dal tempo che passa la determinazione verso nuovi traguardi. Tutto questo ho potuto notare nelle molteplici attività del nostro club, in primo luogo nel servizio verso gli altri, vale a dire le persone più bisognose, meno fortunate, nei cui confronti le varie attività del club non sono mai state futili e prive di senso. Al contrario, in questi anni non ho mai visto progetti fine a se stessi, fatti perché dovevano essere fatti, perché "siamo il Rotary Napoli " al contrario ! Si può dire, infatti senza timore di errore che vi è sempre stato impegno, caratterizzato da concretezza nell'affrontare i problemi, accompagnato da una grossa discrezione, sempre concentrati a non mettere in difficoltà o compatire la persona cui si dava aiuto: penso a progetti come quello a favore dei non vedenti, dedicato al nostro caro socio Savy, cui ed è una mia colpa non ho attivamente partecipato, ma che mi ha sempre stimolato. Non posso poi non menzionare la continua attenzione ai problemi della città, di cui il club è sempre stato attento osservatore, direi quasi voce critica. Senza mai però trascendere nel politico, o tanto meno prendendo una posizione politica piuttosto che un altra, ma cercando solo di svolgere un ruolo di coscienza critica, tale a stimolare la riflessione tra i soci. Questa continua attenzione alla città si è manifestata con l'invito di numerose personalità della vita cittadina, che ci hanno offerto il loro punto di vista, consentendo ai soci, di formarsi un idea obiettiva, lontana da condizionamenti politici, ma diretta a comprendere il reale stato dei fatti. Momento fondamentale è quindi la riunione conviviale mai banale, che solo coloro che non conoscono il mondo rotariano possono definire inutile, momento dedicato al "mangiare", in quanto, è almeno la mia esperienza anche a tavola si può fare una bella esperienza e comprendere la bellezza del Rotary: ma comprendetemi non è legato questo concetto al cibo, ma all'arricchimento umano che deriva dall'incontrare altre persone. Io per esempio, ho avuto la possibilità di migliorare il mio modo di gestire una conversazione con persone che non conosco abitualmente e ciò mi è stato di notevole aiuto anche nel corso della mia vita professionale. Si può dire quindi che il Rotary dia qualcosa a tutti dal punto di vista umanitario e che sia in errore colui che pensi di ricavarne qualcosa di materiale ! Per fortuna aggiungo io ! 27 28 Luigi Stadio La fiducia nelle nuove leve Vorrei iniziare il mio intervento con una battuta che spesso fanno amici di altri club quando dichiaro la mia appartenenza al Rotary Club Napoli. « Sei entrato nel club dei “vecchi” ?» ed io di rimando «Loro sono molto più vitali di noi!». Ho voluto fare questa introduzione per esprimere le mie prime sensazioni da quando ho iniziato a frequentare il nostro Club. Infatti quando si entra in questa sala per le riunioni conviviali si avverte subito il calore e la voglia di stare insieme dei soci, ma questo aspetto ludico non contrasta, anzi esalta, la volontà del fare di tutti e ne sono espressione lampante tutti i progetti e le iniziative che il nostro Club ha proposto e portato avanti nel corso di tutti questi anni, e che sono esempio per gli altri clubs. Il mio avvicinamento al Rotary è iniziato frequentando il Rotaract Club Napoli Ovest grazie a mia moglie Valeria che era socia e segretaria per due anni. Io per motivi anagrafici ero già fuori, però spesso ho partecipato alle attività del club ed ho avuto modo di conoscere dall’interno questo mondo. Quando mi è stata prospettata l’opportunità di entrare nel nostro Club ho avuto un momento di tentennamento per la storia che il Club Napoli rappresentava per la città, ma ho pensato che se volevo fare rotary non potevo che essere onorato e con umiltà ho iniziato a frequentarlo; da subito mi sono sentito a mio agio e avvertito il calore che questo Club trasmette. L’apertura ai giovani è stata fatta in maniera saggia, coinvolgendoci subito nelle attività del Club e affidandoci incarichi sia nel consiglio direttivo del Club che a livello distrettuale. Infatti, per quanto riguarda la mia esperienza, sono stato subito inserito nella commissione giovani sotto la attenta guida di Sergio Pepe; per quest’anno mi è stata affidata, dal giovane presidente Massimo Franco, la presidenza della sottocommissione comunicazione ed informazione avendo come riferimento Nando Scotti. A rafforzare la fiducia che il club ha nelle nuove leve è che questa sottocommissione è costituita da tutti soci giovani. Proprio quest’anno il nostro Club vanta un consiglio direttivo, ad iniziare dal presidente, dove incarichi di responsabilità sono affidati ai giovani, e mi riferisco al segretario Luca Ganguzza, al vice segretario Marco Palmieri, al tesoriere Elio Gambardella, a cui è stato affidato il progetto “Qualità della vita”, al delegato internet Alessandro Rasulo. Inoltre alcuni progetti sono sotto la guida di persone come Luigi Califano (OCEDAT) e Marcello Martinez (Mediterraneo e sviluppo) anch’essi entrati negli ultimi anni. Anche a livello distrettuale il Club ha lanciato noi giovani come Valterino Ziviello per la rivista distrettuale e Domenico Dente Gattola ed io per l’alfabetizzazione. Questo per dimostrare che il nostro ingresso è una scelta convinta da parte di tutti i soci, ed è questa la nostra forza: la volontà di farci crescere e dare a noi gli strumenti e le esperienze che il nostro Club ha acquisito in questi primi 85 anni. Noi siamo onorati e fortunati di far parte di questa “famiglia”, perché sappiamo che in qualsiasi momento avremo qualcuno a cui rivolgerci per un consiglio. Da parte nostra non ci resta che lavorare e far si che il Club mantenga la sua funzione di club decano del distretto, forza motrice ed esempio per gli altri club cittadini, per tornare ad essere più incisivi nelle scelte “politiche” sul nostro disastrato territorio. 29 Amicizia Ho imparato... che nessuno è perfetto... Finché non ti innamori. Ho imparato... che la vita è dura... Ma io di più!!! Ho imparato... che le opportunità non vanno mai perse. Quelle che lasci andare tu... le prende qualcun altro. Ho imparato... che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un'altra parte. Ho imparato... Che bisognerebbe sempre usare parole buone...Perchè domani forse si dovranno rimangiare. Ho imparato... che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto. Ho imparato... che non posso scegliere come mi sento... Ma posso sempre farci qualcosa. Ho imparato... che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno... ti ha agganciato per la vita. Ho imparato... che tutti vogliono vivere in cima alla montagna....Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali. Ho imparato... che bisogna godersi il viaggio e non pensare solo alla meta. Ho imparato... che è meglio dare consigli solo in due circostanze... Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita. Ho imparato... che meno tempo spreco... più cose faccio. di un Anonimo sul web distribuita a Soci in occasione della Serata dell’Amicizia il 21 luglio 2009. 30 Guido D’Angelo Anni rotariani 1986-1988 Ho assunto l’incarico di Presidente del Club con forte determinazione, ma anche con un pò di autoironia verso me stesso ed alcune pratiche rotariane. Infatti, nel discorso di insediamento ho ricordato Catalano di “Quelli della notte”, affermando che “è meglio assistere allo scambio delle consegne in perfetta salute piuttosto che con un forte mal di testa”. Sono stato sempre convinto, che il Rotary non è un ente culturale o di beneficenza, bensì un’associazione di persone qualificate, che – con amicizia ed unità d’intenti – deve svolgere un’azione di servizio nell’interesse della comunità, sfuggendo alla tentazione dell’autoreferenzialità e dello scambio di onorificenze. Trattasi proprio del motto del Governatore del distretto nel 1987: <<Amicizia – Presenza – Azione>>. In tal senso ho sostenuto che il Rotary deve fare politica senza alcun condizionamento da parte dei partiti politici, ma affrontando i problemi della collettività nell’interesse generale, anche proponendo soluzioni o, comunque, sollecitando le Istituzioni competenti. Perciò, nel mio discorso d’insediamento, rilevai che non si può pretendere il <<buon governo>> solo dagli altri, ma bisogna contribuire alla migliore gestione della cosa pubblica. Pertanto, nei due anni della mia presidenza, furono organizzate, nell’ultimo martedì del mese, riunioni serali non conviviali su argomenti di attualità non riservate ai soci, ma aperti alla città. Furono invitati conversatori di notevole rilievo nazionale per aprire un dibattito pubblico su temi d’interesse generale, ma sempre sollecitando considerazioni e proposte interessanti l’area napoletana. Fra gli altri, ricordo: il Ministro della Sanità, Francesco de Lorenzo, su la tutela ambientale, con un’anticipazione del problema dei rifiuti, poi esploso negli ultimi anni; il prof. Marcello Gigante, sui nostri tesori archeologici; la senatrice Rosa Russo Iervolino, sui problemi dell’informazione radiotelevisiva; il Presidente della Corte dei Conti Silvino Covelli, sul difficile controllo della spesa pubblica; il prof. Raffaele De Luca Tamajo e l’on. Nando Morra, sulla regolamentazione dello sciopero; l’on. avv. Giuseppe La Loggia, sulle anomalie delle leggi finanziarie; l’avv. Franzo Grande Stevens, numero uno dell’avvocatura nazionale. In particolare, devo ricordare il Convegno con il senatore Roberto Ruffilli, allora preposto allo studio delle riforme istituzionali e, dopo poco, ucciso dalle Brigate rosse. Fra le altre riunioni non conviviali, fu trattato anche il fenomeno del calcio a Napoli, in un momento di successo della squadra napoletana, ma, soprattutto, di grande maturità e civiltà dei tifosi. Per la convinzione dell’importanza di pubblicizzare sulla stampa le azioni rotariane, furono ottenuti ampi resoconti dei nostri incontri, specialmente su “Il Mattino” (favoriti naturalmente dal Direttore Pasquale Nonno, nostro consocio). In ogni caso, si cercò in vari modi di sollecitare l’attenzione dei giornalisti sulle iniziative del Rotary, realizzando anche una conversazione del dott. Guido Guidi, presidente della Federazione nazionale della stampa. Anche nelle riunioni conviviali, si è privilegiata la partecipazione di personaggi di grande prestigio fra cui: il prof. Vincenzo Carbone (attuale primo presidente della Corte di Cassazione) sul tema, ancora attuale, della responsabilità dei giudici; il direttore artistico del teatro San Carlo Roberto De Simone, straordinario musicologo e compositore; il prof. Vittorio Silvestrini, sulla gestione sociale dei sistemi tecnologici; il dott. Cesare Romiti, amministratore delegato della Fiat, in una 31 conviviale con la partecipazione record di 405 persone. Di particolare interesse sono risultati alcuni <<incontri con l’Autore>>, ottenendo la presenza di: Raffaele La Capria su Napoli e la sua <<Armonia perduta>>; di Giuseppe Galasso, sulla Storia di Napoli; di Eduardo Caianiello, per i suoi studi sull’intelligenza nell’uomo e nella macchina; di Riccardo Pazzaglia, sul suo ultimo libro <<la stagione dei bagni>>. Ma l’impegno costante è sempre stato rivolto alle esigenze della città, a promuovere soluzioni ed a dialogare con le autorità responsabili, come con l’ottimo Sindaco pro tempore Pietro Lezzi, invitato a discutere in una nostra riunione sui problemi di Napoli e sui modi di affrontarli. A tal fine si è anche avvertita la necessità di un’azione comune dei vari clubs cittadini (allora 5) ed oggi ancor più importante. Anche per questo fu forse emblematica l’iniziativa (che non ha avuto seguito) del nostro Lello Pallotta per la visita del Governatore (febbraio 1988), contestualmente a tutti i Clubs della città di Napoli. Naturalmente – ripensando ai due anni di presidenza – non mi manca la convinzione di aver commesso errori e di non aver fatto tutto il possibile (tra l’altro, devo registrare alcune assenze alle riunioni conviviali del primo semestre 1988 per partecipare alla Camera dei deputati, a cui ero stato eletto alla fine del mio primo anno di presidenza). E questa circostanza mi induce a richiamare fra i miei più cari ricordi l’amicizia e la simpatia dimostratemi dai consoci ed anche da quelli che nutrivano antipatia per la Democrazia cristiana, cioè per il partito politico a cui io facevo riferimento. Ma, come ho ripetuto alla fine del mio mandato, l’importante nella vita non è la quantità del successo conseguito o delle opere positive realizzate, bensì il sentimento con cui abbiamo cercato e vissuto quel successo, con cui abbiamo compiuto quelle opere. La visita al Club del Governatore Socievole 6 ottobre 2009 32 Salvatore Sica Anni rotariani 1990-1992 Sono stato ammesso al Rotary Club Napoli nell’aprile dell’anno 1975, presentato dall’illustre Notaio Mario Marano, uno dei più stimati professionisti della Città e Presidente del Consiglio nazionale del Notariato. All’epoca il Club vantava fra i suoi soci i più illustri personaggi della vita cittadina e Presidenti dello stesso erano stati uomini noti a livello nazionale ed anche internazionale, quali Epicarmo Corbino, Stefano Brun, Luigi Tocchetti, Ivo Vanzi, Arturo Polese, Rodi Lupoli, Giovanni Giordano Lanza, per citare solo alcuni. Proprio per la presenza di queste illustri personalità il Club affrontava con molta attenzione nelle riunioni settimanali, che richiamavano la presenza non solo dei soci del Club, ma di tutti i più illustri personaggi del mondo culturale ed imprenditoriale, le problematiche cittadine e quelle che erano le sue indicazioni al riguardo venivano riportate con molta evidenza dalla stampa cittadina e tenute in grande considerazione nella prospettazione delle soluzioni di tali problematiche. Proprio in considerazione di quanto sopra, pur essendo intensamente impegnato e nella attività professionale ed in quella politica in quanto dopo essere stato Sindaco della mia Città natale ero stato per due legislature Senatore della Repubblica, accettai con grande entusiasmo l’elezione a Presidente del Club Napoli per il biennio 1990-91 e 199192 e credo di aver profuso il massimo delle mie capacità nell’espletamento delle funzioni che derivavano dalla carica conferitami. Il primo problema che mi posi fu: quale deve essere il “piano strategico” del Club alla luce di quella che deve essere la missione del Rotary International; discutere delle varie questioni che di volta in volta possono presentarsi all’attenzione della Società Cittadina o porre un tema su cui articolare l’intera attività biennale della Presidenza e conseguentemente del Club. Era un momento certamente non facile per la città di Napoli e fare in modo che venisse richiamata l’attenzione della classe dirigente non solo cittadina, ma regionale e possibilmente nazionale sulle molte problematiche dell’area metropolitana mi sembrò quasi doveroso. Fu in considerazione di questo principio che ritenni di dover fissare un unico tema, su cui articolare tutta l’attività del Club per l’intero biennio scelsi come tema dello stesso “Pianeta Napoli, quale futuro” . Un tema certamente molto impegnativo, che avrebbe richiesto non solo la partecipazione attiva di tutti i soci del Club, ma il coinvolgimento delle più rappresentative personalità della Città, perché tali problematiche non restassero nel chiuso delle varie, diverse e distanti collocazioni, ma venissero recepite in un quadro unitario cercando di prospettare, proprio in questa visuale, possibili soluzioni. Certamente non posso dire che il fine ultimo sia stato raggiunto, ma sono certo che furono almeno affrontate e discusse le varie tematiche, prospettando anche possibili soluzioni. Quali relatori furono perciò invitati non solo i numerosi soci del Club impegnati quali dirigenti e responsabili di organismi ed aziende qualificate in materia, ma i più qualificati dirigenti cittadini nei settori del mondo imprenditoriale, sociale, artistico e culturale della Città e l’adesione fu pressoché unanime, per cui a brillantissime relazioni fecero seguito vivacissime discussioni sulle diverse problematiche poste all’esame non solo del Club e dei rotariani, ma dell’intera Città. Nel contempo ritenni utile aprire un colloquio con altri Club rotariani, organizzando viaggi soprattutto nell’Italia minore, finalizzati anche ad incontri con i 33 relativi Clubs con la conseguente amichevole conoscenza dei loro soci. Alla fine del biennio il mio successore, l’illustre Vittorio Accardi, decide di riportare ad un anno la durata della presidenza: non è mai stato chiarito se questa decisione era stata determinata dal troppo impegno derivante dalla durata biennale del mandato o dalla decisione di evitare che per il futuro potesse verificarsi nuovamente una durata per ben due anni delle negatività dell’azione del Presidente eletto. Ai posteri l’ardua sentenza ! 34 Lorenzo Mangoni Anno rotariano 1993-1994 “Believe in What You do – Do You What Believe” è questo il motto proposto dal Presidente Internazionale per l’Anno Rotariano 1993/1994. In completa consonanza con la direttiva del Presidente Internazionale, nell’assumere la presidenza del Club proposi ai consoci il tema "Dalla caduta delle ideologie alla riscoperta dei valori" nella convinzione che il Rotary può giocare in questo campo un ruolo di primissimo piano perché i valori fondamentali possono essere riassunti nelle due parole ben note a tutti i rotariani: amicizia e servizio. Ho la presunzione di credere che questo invito non é caduto nel vuoto: ho potuto constatare che ciascuno di noi si é sforzato, nell'ambito della propria attività professionale, di mettere in pratica tali principi con convinzione maggiore che non per il passato. A tale riguardo mi piace segnalare che, con il contributo prezioso di Augusto GUADAGNO Presidente della Commissione Programmi, cui va ancora una volta il mio più sentito ringraziamento, è stata realizzata una serie di conversazioni che hanno avuto tutte un caloroso successo. I conversatori tutti, con stile diverso ma sempre con efficacia e competenza, hanno trattato argomenti di notevole interesse e viva attualità. Nell'ambito di una iniziativa comune del Gruppo Partenopeo, il mio anno di presidenza ha visto la partecipazione del Club all'importante Convegno sul futuro della zona flegrea in relazione alla dismissione dell'ILVA. Nel quadro degli stretti rapporti con gli altri Club cittadini vanno poi ricordate altre tre riunioni interclub. La prima con Napoli Castel dell'Ovo in occasione della conversazione del prof. Marcello GIGANTE su Ulisse. La seconda con tutti i Club napoletani e con il Club dell'Isola di Capri in occasione del riuscito Convegno su Informazione e Cancro. La terza con Napoli Nord Est e con il R. C. Siracusa in concomitanza della interessantissima visita culturale in questa città. Ed ecco un breve resoconto dell’attività e più in generale della vita del Club. Nel corso dell'anno l'effettivo è passato da 152 a 142 soci. Sono entrati a far parte del Club 6 nuovi soci e ne sono usciti 13 a seguito o di trasferimenti o di dimissioni, quasi tutte motivate dalla riconosciuta impossibilità di conciliare gli impegni rotariani con i più pressanti impegni professionali. Nello stesso periodo il Club ha dovuto registrare la gravissima perdita di tre indimenticabili amici e veri rotariani: Francesco SPIRITO, Ludovico DE SANTI e Michele RUBINO. La percentuale delle presenze, non ancora del tutto soddisfacente, é leggermente aumentata nell’anno arrivando a sfiorare il 50%. Merito del valore degli oratori e degli argomenti da loro affrontati, ma anche un poco dell'amichevole richiamo ad una maggior assiduità rivolto a qualche socio, diciamo così, piuttosto latitante. Mi piace infine ricordare la visita al Museo delle Carrozze, vanto dell'amico Leonardo BIANCHI, cui in quella occasione abbiamo formulato gli auguri più fervidi per la futura Presidenza del Club ed insieme il rinnovato ringraziamento per la cordiale e munifica accoglienza nella splendida villa di Bellavista. Desidero concludere esprimendo ancora una volta la mia più sentita gratitudine a tutti i soci che hanno reso questa mia esperienza altamente gratificante nello spirito della amicizia rotariana. 35 36 Marcello Lando Brevi memorie di un presidente troppo giovane … Quando nell’inverno del 1978 Franco Bruni Roccia, che era stato buon amico di mio padre, mi parlò della sua idea di farmi divenire membro del Rotary Club Napoli, con l’affettuosa confidenza che lui mi consentiva mi scappò di bocca una frase del tipo: “tu vuoi prendermi in giro! .. ”. Benché prossimo ai 40 anni – almeno 15 di professione e di esperienza universitaria (e avrei anche raggiunto di lì a breve il massimo traguardo accademico) – mi sembrava comunque impensabile che il Club di Napoli, lo storico luogo d’incontro dell’intellighenzia cittadina più illuminata, il Club alle cui conviviali si erano seduti (e ancora in molti sedevano) i miei grandi maestri d’Ingegneria, potesse accogliere nella sua membership lo sbarbatello che sentivo pur sempre di essere al confronto con quei “Grandi”. E debbo dire che il “mitico Club” io lo conoscevo bene. Ne era stato socio assiduo mio padre, fin dagli anni ’50; ne era anche stato presidente Luigi Tocchetti, mio suocero, e per me – più che tutto – autentico “padre spirituale”. Entrambi legatissimi al Club e fieri di quell’appartenenza. Già verso il termine dei miei studi liceali, quando avevo cominciato a vestire la giacca e la cravatta, papà volle più volte che – pranzando accanto a lui nella storica sala dei pilastri del Royal (mi appariva allora come una cattedrale!) – io ascoltassi le parole di qualcuno di quei grandi uomini. E fu tra l’altro così che conobbi Mario M. Jacopetti; dal quale – nel corso di alcuni colloqui a quattrocchi – raccolsi il primo incoraggiamento ad orientarmi dopo la laurea verso quell’avventura accademica che ha poi riempito tutta la mia vita. Nei tanti anni che avevano dunque preceduto la “proposta” che nel 1978 mi veniva formulata dall’amico Bruni Roccia, avevo avuto più volte il modo di affacciarmi nel mitico Club, partecipando – come ho detto – in qualità di giovanissimo ospite ad alcune conviviali di particolare rilievo. Posso così vantare il ricordo del tocco di campana di alcuni storici presidenti, quali Quirino Fimiani, Bruno Molaioli, Ivo Vanzi, Epicarmo Corbino, Arturo Polese, oltre ai ricordati Tocchetti e Jacopetti. Nel corso degli anni ’70 (avevo cominciato ormai ad acquisire una certa visibilità come docente e come professionista) mi era sta in realtà già formulata una “proposta” da parte di altro club cittadino. E avevo risposto con un garbato “grazie, ci penserò…”. In, quel momento a dire la verità, seppure non mi sentissi pronto per il mitico Club, mi era sembrato un tradimento l’idea di aderire ad una sorta di club competitor, così come allora interpretavo la pluralità dei club Rotary a Napoli. Tornando allora all’inverno del 1978, l’amico Bruni Roccia – di fronte alla perplessa incredulità che gli manifestavo – volle aggiungere: “tuo Padre sarebbe felice che il suo cognome fosse ancora presente nell’elenco dei soci del Club”. Non ho mai dimenticato quelle parole. Mi offrivano il motivo più valido per aderire a quella proposta. Mi consideravo senz’altro ancora troppo piccolo per sedermi al tavolo di quei Grandi, ma compresi che avrei così rinnovato presso il Club la memoria di qualcuno (in fondo non meno “grande” di altri) che molto prima di me aveva avvertito l’onore di farne parte. E fu così che, mesi dopo, nel marzo del 1979, con l’affettuosa presentazione che mi riservò Peter Signorini, amico di tutta una vita, il presidente Giovanni Giordano Lanza mi consegnò la rotellina. E di lì è partito il mio ufficiale percorso rotariano nel Club di Napoli, anche se – avendo richiamato i molti anni di frequentazione da “ospite” – mi viene 37 qui di rivendicare che l’antichità del mio primo contatto con il Club è forse oggi seconda soltanto a quella di Vittorio Accardi (che il Guinness registra tra i soci del Club già nel 1954, poco più che trentenne!). E dal 1979, quando presi a frequentare le riunioni del mitico Club con la zelante assiduità del neofita, potei incontrare con regolarità alcuni “personaggi” che erano stati per me un grande riferimento accademico. Ricordo qui la cordialità con cui venni accolto dai professori Enzo Carlevaro, Giorgio Savastano e Mario Taddei; “maestri” che, come allievo ingegnere, avevo incontrato ed “affrontato” con grande soggezione (ma anche con il migliore esito). Ricordo con particolare tenerezza l’ultima conversazione “La tecnologia nella mia vita…” che Carlevaro ultranovantenne tenne tra noi, rievocando le emozioni procurate dall’avvento dell’elettricità a chi, come lui, nato a fine ‘800, aveva iniziato a leggere al lume di candela. Ma su tutti mi è caro ricordare Epicarmo Corbino, che già mio padre aveva potuto considerare “maestro”, nell’università e nel lavoro. Alto un metro e mezzo, o poco più, Corbino diventava un gigante quando si alzava a parlare. Ed era tra quelli che, assiduo come pochi alle riunioni, non mancava mai di animare il dibattito che si apriva dopo ogni conversazione; aggiungendo sempre “qualcosa che meritava maggiore approfondimento” (ciò che lui sapeva fare con la chiarezza e l’arguzia che restano per me ineguagliate). E Corbino, non appena mi coglieva timido e spaesato negli istanti precedenti l’avvio della conviviale, mi invitava al suo tavolo, assumendo verso di me il ruolo di “bàlia rotariana” in un’epoca in cui io, sebbene quarantenne (e ormai in cattedra a Napoli), ero comunque il più giovane del Club. A questo riguardo ricordo nitidamente che un giorno, osservando allo stesso tavolo Caruso, Carlevaro e Corbino, seduti insieme ad altri tre consoci a loro volta più che ottuagenari, calcolammo che quei sei totalizzavano un numero di anni ben superiore a 500. Ciò che rappresentava per noi tutti il migliore auspicio, riuscendo così accertato che – nel nostro Club prima che altrove – a tavola, decisamente, non s’invecchia. Negli anni ’80 e ’90 – viaggiavo ormai verso la cinquantina, ma continuava a restarmi appiccicata l’immagine di “guaglione” – venni coinvolto in misura crescente nella vita del Club. Debbo in particolare a Guido D’Angelo – del cui magistero già ai miei 13 anni avevo fruito nella Congregazione Mariana di Villa S. Luigi a Posillipo – il primo incarico impegnativo nel Club, quando nel 1987 ne assunse la presidenza. Mi volle come responsabile della Commissione Programmi, addetto alla definizione dei temi da svolgere, e al collegamento con i relatori interni ed esterni. Vissi in continuo contatto con Guido; e fu un’esperienza per me molto formativa, che fece crescere vieppiù l’Amicizia che già da molti anni ci legava. Analogo impegno – per di più con funzioni di Vice Presidente – mi fu poi chiesto da Lello Franchini (di cui ricordo la sottile ironia almeno quanto la profondità di pensiero filosofico e politico), successore di Guido alla presidenza del Club, nella cui vita organizzativa continuai poi ad essere coinvolto con i presidenti Salvo Sica, Vittorio Accardi e Lorenzo Mangoni. Quando nel 1993 alcuni dei maggiorenti mi annunciarono il loro proposito di candidare me alla presidenza per l’a.r. 1994-95 (e ho la fiducia che qualche vecchio amico ne voglia conservare buona memoria), opposi un garbato e fermo rifiuto. Avevo da tempo superato i 50 anni, ma mi sentivo ancora cucita addosso l’impropria immagine di “guaglione”. Pochi anni prima avevo in realtà appreso che quella stessa mia candidatura (proposta però a mia completa insaputa) era stata accantonata con quella sostanziale motivazione. Ne ero rimasto a dir poco turbato. Le mie ambizioni – posso dirlo in tutta serenità – sono state sempre rivolte ben al di fuori del Rotary; eppure non avevo digerito l’idea che un cinquantenne – a quel 38 momento non infimo nella scala sociale, e da molto ormai bene impegnato nel Club – fosse considerato da qualcuno “ancora troppo giovane” per assumerne la presidenza. Avevo allora affermato solennemente, alla presenza di più di un amico, che mai nel futuro mi avrebbero visto accettare quell’incarico. In quella primavera del 1993 fu dunque soltanto il paterno diktat di Luigi Tocchetti ad indurmi a recedere dal rifiuto che avevo in precedenza espresso con fermezza. E non posso fare a meno di ricordare, con molta commozione, che in quella stessa occasione Tocchetti ebbe a dirmi, con il suo memorabile sorriso “…e un giorno non potrai neanche rifiutarti di diventare governatore del Distretto”. Qualche anno più tardi sarei stato l’incredulo protagonista e testimone di quella visione profetica. Scelgo di fermare qui le mie memorie di past-president del Rotary Club Napoli, richieste con tanta affettuosità da Massimo Franco, Presidente nell’anno in cui il Club celebra il suo 85° anno di vita. Dirò soltanto che ho vissuto quell’a.r. 1994-95 con l’impegno di chi si sente sottoposto ad un lungo esame. E se mai all’epoca fossi riuscito a superare quella prova, mi piace pensare che altri possano conservarne il ricordo. Come altri, e certamente non meglio di altri, avrò soltanto cercato di adempiere ad uno stesso, antico e sempre nuovo, mandato: “servire”. Si parva licet componere magnis, rubando le immagini a Paul Harris, in questi miei brevi ricordi ho scelto più che altro di ripercorrere la mia strada nel Rotary. Un percorso illuminato per me e per tanti dall’esempio di alcuni grandi uomini. Alla loro memoria non posso che sentirmi legato da una grande riconoscenza. E sempre da una grande nostalgia. 39 Leonardo Bianchi Anno rotariano 1995-1996 non poco sulla Pubblica Amministrazione; oggi gli Amministratori pubblici, con un sorrisetto, accompagnano le nostre critiche chiedendo, ma quale club lo ha detto, visto che il Rotary come era prima non c’è più, perché è giocoforza che quando in una città si formano 10 club i rappresentanti delle singole categorie non potranno mai essere tutti numeri 1 ma saranno il numero 8-9-10 presenti in quella città. Queste furono le prime idee che mi vennero nella mente; ma come rotariano di vecchio stampo, non rifiutai di affrontare i nuovi problemi e mi resi conto che rispetto al passato c’era una grande novità: la formazione di una nuova comunità di Stati, quella europea, nella quale tutti noi nutrivamo grandi speranze di amministratori competenti ed onesti, capaci di svolgere un’azione propulsiva che avrebbe portato probabilmente ad un più rapido sviluppo di tutti i componenti della Comunità sulla base di quello che avevano fatto i membri più evoluti. Cominciai, quindi, a lavorare alla stesura di un programma che tenesse conto anche di queste tristezze ma che cercasse di recuperare al Club almeno in parte le sue antiche funzioni. Mi resi subito conto che questo non era purtroppo possibile con una navigazione di piccolo cabotaggio. Ci voleva qualcosa di più grosso, di più forte, di più nuovo per determinare una svolta e comunque per valorizzare l’opinione del nostro club sulle linee di sviluppo che avrebbero dovuto portare il territorio della nostra regione a livello dei paesi più avanzati d’Europa. Fu così che si maturò in me il progetto di aprire il club all’Europa partendo dalla sua storia millenaria. E quale migliore occasione di preparare due gemellaggi con la città spagnola di Barcellona e con quella francese di Marsiglia. Sono le due città che hanno dato inizio alla nostra storia, tanto che Quando nel lontano anno rotariano 1993/94 gli amici del Rotary Napoli vollero che io svolgessi il compito di Presidente nell’anno rotariano 1995/96, votandomi come “incoming”, nella mia mente si raggruppò una folla di idee e di proposte per svolgere una presidenza dinamica che potesse in qualche modo riportare nelle Amministrazioni Pubbliche le idee del nostro Rotary, che resta il più antico del meridione d’Italia. Naturalmente la situazione rotariana sul territorio per volontà del board era profondamente cambiata per questa idea che io ho sempre giudicata malsana, di moltiplicare nella stessa città il numero dei club, tanto che già allora Napoli ne aveva realizzate 7 o 8 ed oggi sono addirittura 10. Le ragioni del board erano evidenti, con il programma di far giungere alla sede internazionale un numero ben maggiore di quote e sviluppare su tutti i territori una più articolata attività rotariana capace di far crescere, non solo la presenza del Rotary, ma gli stessi soci dei vari club, che avevano quindi anche una funzione di acculturamento rotariano e naturalmente, come in tutte le cose della vita, questa operazione non si poteva realizzare “gratuitamente”. La parte triste della vicenda era infatti rappresentata dal fatto che veniva a scomparire nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche locali, il peso di una associazione che per statuto racchiudeva in se i numeri 1 di ciascuna categoria presente sul territorio. Sicché al maggior ristoro del board si andò via via perdendo il peso del Rotary Club della città, con una perdita di potere culturale, che ancora oggi affligge le nostre regioni. E se prima, quando il Rotary criticava qualche azione amministrativa delle autorità locali, o proponeva di risolvere problemi noti nella città e che nell’ambito del club venivano approfonditi in tutte le loro componenti, il parere del Club, di stampo antico, pesava 40 ancora oggi nella vecchia Napoli o in qualche antico borgo della nostra regione ci sono strade intitolate ai catalani o ai provenzali. Il lavoro fu intenso, la preparazione accurata; visitammo con la nostra delegazione i club di Marsiglia e di Barcellona, dove tessemmo una lunga tela di amicizie e di stima; il nostro entusiasmo fu ripagato ed alla fine del mio anno di presidenza io potei annunciare con gioia che il club catalano come il club provenzale erano felici di accettare non senza aver superato qualche difficoltà, il nostro invito al gemellaggio. Queste due operazioni si conclusero nell’anno successivo quando io non ero più presidente e quando non erano più presidenti gli amici catalani e provenzali con i quali avevamo instaurato un rapporto di grande amicizia. Ma la conoscenza dei luoghi, della cultura, degli interessi economici e soprattutto dell’amicizia personale, ebbero la meglio, tanto che noi, i tre past-president fummo nominati dai rispettivi club padrini dell’operazione che si realizzò in due tempi successivi con le visite dei loro club nella nostra Napoli, che non solo sviluppò interesse ed ammirazione, ma ancora oggi i soci di club come i nostri, insistono perché si moltiplichino le visite tra club e specialmente quelle tra i club gemellati. La dimensione europea così assunta dal club dette anche maggior risalto alla sua attività locale. Le Amministrazioni diventarono più attente a quello che dicevamo, ma soprattutto quello che proponevamo per lo sviluppo della nostra città. Non è un segreto per nessuno che dal microfono del Rotary Club Napoli, io, anche se al termine della mia presidenza, invitai il Sindaco della nostra città a visitare il Porto Olimpico di Barcellona o il Vecchio Porto di Marsiglia, che è il cuore dei quella città, per utilizzare l’esperienza fatta dai nostri consoci spagnoli e francesi, per la trasformazione delle aree portuali mercantili dando grandi spazi e promuovendo grandi attività culturali e ludiche ai nostri concittadini in aree portuali che prima non si potevano neanche visitare se non avendo un biglietto per partire per qualche meta lontana da Napoli. Ma non posso concludere questo mio ricordo, senza dire quanto ci ha fatto bene il contatto con gli altri. Da Barcellona ci venne una proposta che noi abbiamo girato anche a Marsiglia e che abbiamo per qualche anno applicata anche a Napoli, e fu quella magnifica idea di raccogliere giocattoli la sera della festa degli auguri per i bambini ricoverati negli ospedali pediatrici della città; e fu così che trascorremmo qualche giorno dell’epifania, portando questi doni ai bambini che andavano operati sul midollo e che trovavano nella nostra visita un inaspettato motivo di conforto e di gioia. Non vi nascondo che per me, per giunta medico, questa esperienza mi rinfrancò dei tanti problemi che avevo dovuto affrontare nella mia presidenza e ancora oggi il ricordo è per me fonte di una grande gioia interiore. Paul Harris – Fondatore del Rotary 41 Peter Signorini Anno rotariano 1996-1997 Devo alle affettuose ma ferme ed autorevoli premure di Lello Pallotta e di altri amici rotariani la mia presidenza al nostro prestigioso Rotary Club Napoli. Non so cosa avrei fatto in quel lontano 1994 per schivare il macigno di lavoro e preoccupazioni che, nelle mie previsioni, mi sarebbe caduto addosso! Eppure, l’anno rotariano 1996-97 è stato uno dei più bei ricordi della mia vita! L’affetto dei consoci, pronti a perdonare eventuali sbavature, la collaborazione del Consiglio e delle Commissioni, particolarmente quella dei programmi, prodighi di valide idee e di attivo impegno, la quantità e la qualità delle iniziative proposte e poste in essere, hanno reso il mio compito gradevole e di grande soddisfazione. La serata del passaggio delle consegne alla presenza di circa 210 presenti è stata una delle più affollate che io ricordi, soprattutto perché si trattava di salutare e ringraziare l’uscente Leonardo per la sua ottima presidenza. Il programma del club prevedeva un forte impegno sia nell’attività internazionale che in quella dell’affiatamento. Abbiamo dato luogo ad importanti eventi internazionali, portando avanti e concludendo iniziative poste in essere da Lello e da Leonardo, quali i gemellaggi con i Rotary Club di Marsiglia e di Barcellona, impostando inoltre una visita del nostro club a Istanbul, realizzatasi poi ad inizio 1998. Abbiamo anche concluso un gemellaggio con il R.C.Palermo (Presidente Lucio Messina, grande appassionato e studioso dei problemi del mare) con visita dei palermitani da noi e restituzione della visita a Palermo un paio di anni dopo (con la presidenza del nostro indimenticabile Antonio De Mennato, che riuscì a non farci perdere l’imbarco per Napoli, ottenendo di far ritardare la partenza del traghetto). Le attività sono subito partite con una convocazione a Copenhagen da parte dell’alto dirigente del Rotary International Peter Bundgaard per partecipare, insieme ad altri presidenti di clubs di grandi città (Roma, Glasgow, Parigi, Londra e Marsiglia) ad una tavola rotonda avente per tema: La violenza giovanile nelle grandi città. Questo tema è stato poi oggetto di miei interventi sia al Forum Internazionale del Principato di Monaco di inizio Novembre 96, che al nostro club. Desidero, poi, ricordare le seguenti attività che abbiamo portato a termine: - Incontri a Napoli con Renè Klein, Presìdente del Club di Bruxelles Atomium e col Presidente e Signora del club di Kagoshima (con noi già gemellato); - Interclub col R.C. di Cagliari, Presidente l’amico Gino Cimino; - La Festa degli Auguri col concerto jazz con Marcello, Peppe Ventrella e la prestigiosa cantante Maria Pia de Vito; - La festose consegne dei doni della Befana ai bimbi degli Ospedali Pausilipon e S.Paolo; - La prosecuzione del programma pluriennale dell’allestimento della Unità Mobile Geriatrica impostato da Leonardo ed affidata a Sergio Vetrella; - Scambio giovani: ospitalità alla giovane borsista rotariana americana Meghan McConville dell’Ohio, indirizzataci dal R.C. di Trento; - Gita in Puglia a Corato e Castel del Monte di Andria con visita impareggiabilmente guidata dall’incoming Pino; - Affollata ed entusiastica gita a Bruxelles con visita al Parlamento Europeo e partecipazione ad una sua seduta, ospiti del nostro on. Claudio Azzolini – visita particolarmente gradita al nostro tesoriere Antonio Ficca !; L’anno rotariano si è poi concluso con la partecipazione al Congresso del R.I. di 42 Glasgow dove ci siamo incontrati col Presidente Internazionale uscente Luis Vicente Giai, argentino ma di origini italiane. Prima di chiudere queste poche righe, devo ricordare tutti coloro che mi hanno dato una mano nel portare a termine l’incarico affidatomi, dal Governatore Dino Barbato, dai soci del nostro club che hanno tenuto conferenze, da Vincenzo Mirone, primo conferenziere del mio anno con una interessante conversazione su temi di andrologia, a Renato Lamberti, a Vittorio Accardi, a Rocco Gialanella, a Marcello Lando, a Pino Perrone Capano, a Guido D’Angelo, a tutti i dirigenti del club ed, in particolare, al mio prezioso segretario Andy Lombardo di Cumia. Concludendo, voglio ricordare con particolare commozione la consegna fatta a Mario Florio, colonna del nostro club e del Rotary in generale, a casa per una leggera indisposizione, di una pergamena fattami pervenire dal Rotary International di Evanston, riguardante la sua induzione nella “Hall of Fame” (la Sala dei Famosi) della nostra gloriosa associazione, per la lunghissima, feconda militanza nel club e per i tanti meriti conseguiti. Riconoscimento ai soci con trent’anni di attività rotariana, marzo 2008 43 Visita alla Mostra d’Oltremare – 13 ottobre 2009 La visita al Club del Direttore de “il Mattino” Virman Cusenza – 17 novembre 2009 44 Gaetano La Gioia Cronaca di un progetto rotariano. Anno Rotariano 1999-2000 Mi piace sottolineare una osservazione comune a tutti i progetti: essi sono dimensionati in modo da ottenere un riscontro già nell’anno rotariano in corso, ma sono anche strutturati per poter essere impiegati oltre il 30 giugno del prossimo anno, secondo le recenti direttive del Presidente Internazionale Carlo Ravizza di dare continuità ai programmi, almeno per un triennio.” La Premessa. Nella relazione programmatica del 13 luglio 1999, con la quale illustrai le linee guida delle attività che il nostro Club avrebbe svolto nell’anno rotariano 1999-2000, si legge: “Eccoci alle quattro proposte di progetto, ciascuna affidata all’esperienza professionale ed alla disponibilità rotariana di ognuno dei quattro Consiglieri del nostro direttivo.” E più avanti: “Il quarto progetto, naturalmente solo in ordine di tempo, sarà affidato al nostro consocio e Consigliere Carlo Savy e prevede il coinvolgimento del nostro Club in un progetto, già messo in pratica da un Rotary Club di Milano, a favore di giovani non vedenti o ipovedenti. Per questi giovani si prevede la possibilità di organizzare corsi di informatica per non vedenti che hanno per obiettivo il superamento del deficit con l’utilizzo delle moderne tecnologie. Nello specifico è prevista un’attività di insegnamento a favore dei non vedenti all’uso degli strumenti informatici più diffusi. Essi possono essere messi in condizione di utilizzare un calcolatore tradizionale equipaggiato con una apparecchiatura particolare, con capacità operativa non dissimile da quella degli utenti normali. L’attività di insegnamento viene a sua volta realizzata da docenti non vedenti all’uopo istruiti con il coordinamento di Carlo Savy e la collaborazione di giovani del Rotaract. E’ richiesto l’utilizzo di adeguati laboratori informatici che potranno essere resi disponibili con modesto onere finanziario. Questa possibilità offerta ai non vedenti è di grande utilità sociale perché consente da un lato di rompere l’isolamento cui il deficit visivo costringe l’individuo, dall’altro è strumento di inserimento nel mondo del lavoro. Il Fatto. Il primo corso di informatica si tenne nel mese di maggio del 2000 in un’aula appositamente attrezzata della Facoltà di Ingegneria in Piazzale Tecchio a Fuorigrotta. Al corso parteciparono 29 allievi non vedenti con l’intervento di istruttori anch’essi non vedenti guidati dal rotariano Alberto Villa dell’Università Bocconi di Milano e con il magistrale ed appassionato coordinamento di Carlo Savy. Il mese successivo, Carlo ed io ricevemmo l’invito a partecipare presso la Bocconi ad una manifestazione per la consegna al nostro Club di un riconoscimento per l’attività svolta. Poiché in quel periodo ero impedito, Carlo mi chiese se non avessi nulla in contrario che fosse un allievo non vedente del corso ad andare con lui a Milano a ricevere il premio. Naturalmente fui d’accodo. Al ritorno mi consegnò la targa donata al Club sulla quale era scritto: “per tutto quanto fatto a favore dell’autonomia dei disabili della vista”. Del viaggio a Milano e dell’allievo che lo aveva accompagnato non mi disse nulla. Nell’anno successivo, il corso per disabili della vista venne realizzato presso l’Università di Caserta e, anche in quella occasione, Carlo Savy fu l’attento ed appassionato supervisore dell’iniziativa fino agli ultimi giorni della sua vita terrena. L’Epilogo. Nell’ottobre del 2001 ebbi l’opportunità di leggere una mail che quell’allievo che aveva 45 preso il mio posto nella cerimonia alla Bocconi di Milano aveva mandato ai suoi amici non vedenti. La mail aveva per oggetto: “Carlo Savy, ricordo di una persona splendida”. Rileggiamola insieme: “Cari amici, ho conosciuto e frequentato poco, molto poco il prof. Carlo Savy. Nondimeno quando ieri, con tre mesi di ritardo, ho appreso della sua scomparsa un doloroso senso di vuoto e di solitudine mi ha afferrato. L’ho incontrato per la prima volta nel maggio dell’anno scorso, a Napoli Fuorigrotta e quel corso informatico si trasformò in una specie di allegra scampagnata anche perché c’era il prof. Savy che manteneva un po’ di ordine ma sopra tutto rideva e scherzava con noi come se ci avesse sempre conosciuti. Tutti capimmo che ci voleva bene e per questo alcuni di noi continuarono a restare telefonicamente in contatto con lui. Io pensavo che mai più l’avrei visto e invece circa un mese dopo trascorsi uno dei giorni più belli della mia vita. In quel giorno che trascorsi con lui a Milano ho potuto realizzare il sogno di noi ciechi: un accompagnatore sensibile in grado di farti vivere con i suoi occhi quello che tu non puoi più con i tuoi. E con Carlo Savy avvenne proprio questo e io quel 24 giugno 2000 ce l’ho impresso in mente in modo indelebile perché lui me l’ha fatto vivere nei dettagli: l’albergo, l’Università Bocconi, la signora Palma che stava con noi; tutto ricordo come se l’avessi visto. Ed io l’ho visto, ho visto un solo giorno perché, come diceva Fabrizio de Andrè: come tutte le più belle cose durava un solo giorno, come le rose. Grazie prof. Carlo. Io non so se esiste l’aldilà e se esistono gli angeli. Ma se esistono allora tu stai in compagnia con uno che ti assomiglia. Grazie sempre prof. Carlo e grazie a chi a dedicato a lui i corsi di secondo livello.” L’Auspicio. Da quella data il Rotary Club Napoli ogni anno organizza i “Corsi Savy” di informatica per disabili della vista, tanto quelli di primo livello per l’alfabetizzazione informatica che quelli di secondo livello per ottenere l’attestato ECDL (patente europea del computer). Al fine di onorare la memoria di Carlo Savy e di continuare una iniziativa da Lui fortemente voluta e magistralmente diretta, l’auspicio è che il Rotary riesca in futuro a potenziare e diffondere questa azione di solidarietà sociale al “servizio” dei più deboli. I edizione del Corso di informatica per non vedenti, maggio 2000 46 Gaetano de Donato Anno rotariano 2001-2002 Essere eletto alla Presidenza del Rotary Club Napoli, il più antico Rotary del Mezzogiorno d’Italia, e secondo Club italiano in assoluto, è elemento che certamente esalta ed inorgoglisce. Nel momento però in cui si assume “de facto” la Presidenza, lo stato d’animo cambia, per la paura di non essere all’altezza del compito. La difficoltà di fare dei programmi che incontrino il favore di tutti i Soci, la necessità di dover dare delle risposte ai molti quesiti sul tappeto, ridimensionano ogni entusiasmo e ci pongono di fronte ad una realtà che va affrontata con impegno e determinazione. Questo era lo stato d’animo mio il 3 luglio 2001, allorquando al Bertolini, ove il nostro Rotary Club era nato, mi accingevo ad iniziare il mio anno di Presidenza, ricevendo le consegne dal Presidente Sergio Vetrella. E trovando la forza dal suo esempio ho iniziato il mio Servizio, soprattutto con il fattivo indispensabile aiuto di tutto il Consiglio Direttivo, che mi piace riportare in extenso: Antonio Mazzella e Riccardo Mercurio, VicePresidenti (e Mercurio ricoprente anche l’alta carica di Presidente Incoming), Elio Sava, Segretario, Antonio Ficca,Tesoriere, Rocco Gialanella,Prefetto, nonché memoria storica del Club, Ennio Magrì, Giovanni Leone, Biagio Borriello, Antonello Fittipaldi, Consiglieri, Nando Scotti, Consigliere per l’Azione Interna, e Beppe Fronzoni, Presidente Commissione Rivista e Bollettino. Il Rotary, infatti, è una Associazione di Servizio, il cui motto “Service above self”, (così è riportato sul frontespizio del nostro Bollettino, a imperitura memoria) “Pensare agli altri prima che a sé” non deve mai esser dimenticato. Durante tutto l’anno di questo servizio in uno con il CD abbiamo deciso che non dovevamo assolutamente assistere ad un fondamentale “distacco” dei Soci dalla vita associativa, né permetterlo in alcun modo: abbiamo combattuto tale distacco, rifacendoci però alle cause che lo avevano determinato. Dobbiamo, comunque, segnalare l’incredibile e talora imbarazzante sproporzione che si veniva a costituire tra le più o meno dirette insistenze con cui taluni facevano conoscere il loro, peraltro commendevole, desiderio di entrare nel Rotary, ed il comportamento assenteistico degli stessi una volta ottenuto lo scopo. Quindi con il Consiglio Direttivo si è provveduto a stilare un fermo promemoria che sottolineasse chiaramente al candidatosocio quelli che sono i doveri che un Rotariano deve adempiere, cosa che è stata ben chiarita dal Socio proponente al candidato-socio prima della sua eventuale ammissione. Inoltre, con il Consiglio Direttivo tutto abbiamo attuato una stretta collaborazione ed offerto il maggior appoggio possibile all’Inner Wheel, questa tanto benemerita istituzione delle mogli dei rotariani, le Innerine, le quali con opera di volontariato tanto ed in silenzio fanno per la Comunità, dandoci spesso nel contempo un esempio di come va inteso il concetto di servizio rotariano. Ed avviandomi a concludere questo mio poco dire, e dato che il Rotary è sì cosa seria, ma non tragica (come ha già detto qualche Rotariano ben più importante di me – Quirino Fimiani -), permettetemi qualche ricordo, rapido, dell’aspetto ludico nell’anno rotariano che mi ha visto presidente: mi riferisco ad un divertimento coniugato sempre con lo spirito rotariano, che è quello dell’Amicizia tra popoli anche lontani. In quest’ottica abbiamo organizzato un viaggio all’estero, in cui si sono coniugati oltre a piacevoli momenti conviviali e culturali, ma che è servito a conoscere nuovi Rotariani, e a gemellarci con altri Rotary Club, in specie quelli nuovi, di recente approdati allo spirito 47 rotariano, ma pieni di tanto entusiasmo. Ci siamo recati a Mosca gemellandoci con il Rotary Club Moscow; poi trasferimento in treno Belle Epoque a St. Pietroburgo, per gli aspetti turistici, culturali, e di gemellaggio con il Rotary Club St. Pieterburg. Il Consigliere Biagio Borriello ha dedicato le sue migliori energie per un programma all’altezza delle aspettative rotariane, nello spirito dei viaggi che hanno realizzato i Presidenti che mi hanno preceduto. E di ciò desidero ringraziarlo ancora oggi; così come desidero ringraziare la nostra storica Segretaria Elvira Cherubini, per quello che per me ha fatto, e continua a fare per tutti noi, con sempre rinnovellato impegno e dedizione. Prima di terminare, mi sia consentito un breve ma non per questo meno sentito riconoscente pensiero a due perfetti Rotariani, purtroppo, non più tra noi, e che io ho avuto la provvidenziale ventura di conoscere nella mia giovinezza: Mario Florio e Riccardo Fava d’Anna, rispettivamente Presidente e Segretario di questo Rotary Club, allorquando mi istruirono e mi prepararono al concorso per una Borsa di Studio della Rotary Foundation, concorso che si svolse nel ‘68-’69 a Potenza, città dell’allora Governatore Giuseppe Ragonese de Gregorio: io sono stato, e ne sono orgoglioso, un Borsista della Rotary Foundation presso il Kantonsspital di Zurigo (oggi Universitatspital Zuerich) nell’annno accademico 1970-71. Ho pertanto ricevuto tanto dal Rotary, e ho cercato quindi di incominciare a pagare il mio debito mettendocela tutta, nell’anno di Presidenza. Altri ricordi di questa presidenza? E’ mio semplice desiderio essere ricordato non tanto per il “Programma 3-A” (che peraltro è iniziato nel 1999 – e ancora continua - sotto la Presidenza di Gaetano La Gioia, che ha avuto fiducia in una mia idea, all’epoca finanche alquanto peregrina), ma soprattutto per essere stato l’ideatore della “stampa-in-casa” del nostro settimanale Bollettino, con totale risparmio delle spese di tipografia (all’epoca circa 25 milioni di lire). Ciò grazie ad aver capito – credo per caso, io sicuramente poco esperto di computer – che il detto Bollettino poteva esser scritto al PC, e poi stampato o fotocopiato, e quindi distribuito ai Soci. Ma all’idea è seguita la realizzazione pratica soltanto grazie all’aiuto di Beppe Fronzoni, che si sobbarcava alla compilazione settimanale del Bollettino, e ad Antonello Fittipaldi che provvedeva alla impaginazione del suddetto, essendone io assolutamente non capace. Ad entrambi, ancora oggi, il mio riconoscente grazie. Per concludere una breve considerazione: a mio parere c’è un modo di essere Presidente (che riguarda essenzialmente l’espletamento corretto di un servizio istituzionale nel rispetto dello Statuto), ed un modo di agire da Presidente che significa dirigere consapevolmente, motivare i Soci, aggregare e portare il Club nell’agone dell’impegno rotariano, promovendo fiducia e trasmettendo ottimismo. Il tutto affinché la partecipazione di ognuno sia la risultante di una convinzione e non di una forzatura. Soltanto così noi Rotariani potremo ritornare a “fare opinione” nell’interesse della Comunità, e senza per questo volerci sostituire alle Istituzioni. 48 Riccardo Mercurio Anno rotariano 2002-2003 La carica di Presidente del Rotary Club Napoli dura un anno, ma nei fatti il periodo è notevolmente più lungo. Inizia da quando si diventa Presidente eletto. In quel momento si avvia un periodo di riflessioni e verifiche, anche istituzionali, finalizzato a definire gli obiettivi del futuro anno rotariano di presidenza. La telefonata di Lello Pallotta che mi comunicava la mia nomina a Presidente mi spinse subito a riflettere sui precedenti periodi che avevo vissuto nel Club e ad apprezzare, in modo nuovo, le azioni portate avanti nel tempo dai passati Presidenti. Nel mio caso la grande fortuna, da presidente incoming, è stata quella di poter osservare in diretta i comportamenti di Gaetano De Donato e di godere dei suggerimenti e consigli di due grandi rotariani: Marcello Lando e Gaetano La Gioia. Inoltre non posso dimenticare che per me il Rotary Club Napoli ha avuto nella memoria familiare la figura di mio nonno Alfonso Mercurio, uno dei fondatori del Club nel 1924, e di mio zio Francesco Spirito, rotariano del nostro Club, che hanno contribuito a trasmettermi da bambino l’idea rotariana. Il motto del Presidente internazionale Bhichai Rattakul era “diffondete il seme dell’amore”. Questo ha facilitato le scelte del 2002/03 che sono partite da alcuni concetti base del servizio di un rotariano: amicizia, tolleranza e rigore. Il servizio rotariano nasce, infatti, dalla tensione morale dei soci che si devono sentire gruppo ed essere capaci di far divenire il Club stimolo nei confronti della classe dirigente e dei soggetti istituzionali della propria città. Tre aspetti hanno quindi spinto le azioni del mio anno: 1) dare continuità a un ciclo triennale iniziato con Sergio Vetrella e continuato con Gaetano de Donato; 2) puntare sul gruppo piuttosto che su singole personalità; 3) dotare il Club di uno strumento informativo per affrontare con competenza e conoscenza discussioni e dibattiti su aspetti collegati alla qualità della vita. E’ possibile oggi, a ottantacinque anni dalla nascita del nostro Club, fornire alcune indicazioni sui risultati raggiunti e sulle esperienze di quell’anno rotariano? Il confronto con la gloriosa storia del nostro antico Club spinge naturalmente a evitare entusiasmi e celebrazioni, ma devo dire che da Presidente ho potuto apprezzare il duro lavoro svolto da alcuni dei nostri soci. Basti pensare al consolidamento dell’informatizzazione del bollettino o all’avvio dell’indagine sulla qualità della vita, che ha poi visto coinvolti Presidenti come Ennio Magrì, Mario Condorelli ed in particolare Massimo Franco, che entrò come socio proprio nel 2002 ed è stato il vero motore del programma. E inoltre il proseguimento e lo sviluppo di alcuni programmi come “3A” Aneurisma Aorta Addominale, “Informatica per ipovedenti” e “Premio imprenditorialità”, ereditati dai precedenti Presidenti. Questa grande disponibilità al servizio, da parte di alcuni soci, mi sembra un fatto straordinario da richiamare sempre alla nostra memoria. Oggi il Rotary è del tutto diverso da quello di ottantacinque anni fa. Al suo interno il senso d’identità in alcuni casi tende ad attutirsi, il ruolo del Rotary è meno centrale nelle scelte della città, il cambiamento del sistema sociale rende articolati e complessi i processi decisionali e diversifica i centri d’interesse cittadini. Il programma del 2002/03 si avviò quindi con una prima conviviale sul significato di ”essere gruppo”: Paolo Vergnani psicologo di Bologna, esperto di team building e comunicazione, spiegò che per fare diventare ricco e fecondo un gruppo è necessario uno sforzo ed un investimento costante, provando a coinvolgere tutti nelle 49 azioni per avvalersi completamente delle risorse presenti e per dare peso all’azione complessiva del gruppo. Alla fine dell’anno rotariano queste parole furono chiare: solo forte coesione e armonia determinano la capacità, in una struttura sociale così complessa come la nostra, di avere ruolo nella società. In caso contrario dobbiamo contare sull’iperattività e l’autorevolezza di alcuni soci per mantenere una soglia relativamente costante di servizio del Club alla collettività. Si pone quindi da un lato un maggiore coinvolgimento di tutti nello sviluppo delle azioni rotariane, dall’altro una notevole attenzione nella presentazione dei nuovi soci. La fase d’individuazione dei nuovi soci per il nostro Club non ha, quindi, solo il significato di necessario rinnovamento delle generazioni, ma un importante ruolo strategico sulla capacità di creare un gruppo futuro che possa sviluppare una forte azione collettiva. Questi aspetti sono stati cercati nel mio anno con tre specifiche iniziative. La prima ha provato a sponsorizzare, con il fondamentale contributo di Sergio Pepe, il nostro Rotaract per dare futura linfa al nostro Club, anche attraverso alcune serate che hanno dato visibilità alle loro iniziative e ai loro obiettivi. La seconda si è proposta di restituire maggiore spazio ai soci che non avevano avuto specifiche opportunità di intervenire nelle conviviali, per recuperare idee e presenza. La terza è stata il lancio del tema "qualità della vita", vero collante per unire soci, cittadini e istituzioni. Pur toccando la “qualità” prevalentemente sentimenti, relazioni e scambi tra persone e istituzioni si decise di avviare una ricerca scientifica sulla qualità della vita a Napoli per creare uno strumento di riferimento del Rotary Club Napoli, che consentisse in base ad indicatori e numeri di parlare con consapevolezza dei problemi della città. L’indagine diretta da Massimo Franco ha utilizzato le competenze dei Dipartimenti di Economia Aziendale e Statistica dell’Università di Napoli Federico II e il contributo dell’ANCE con Riccardo Giustino e dell’Assessorato della Ricerca Scientifica della Regione Campania con Luigi Nicolais. I primi risultati finali hanno visto la luce sotto la presidenza di Ennio Magrì, consentendo alcune importanti riflessioni con le istituzioni della città e con i responsabili della stampa. Un’ulteriore iniziativa fu messa a punto con gli intelligenti consigli di Guido D’Angelo - da sempre sostenitore di una maggiore presenza del nostro Club nelle scelte importanti della città – per porre l’accento sul ruolo di cervello pensante del Rotary. Il programma denominato “Più voci a confronto” fu coordinato da Alfonso Ruffo e toccò i temi dell’Università con i cinque Rettori napoletani (Pasquale Ciriello, Francesco de Sanctis, Gennaro Ferrara, Antonio Grella e Guido Trombetti); del nuovo registro dei fabbricati con gli Ordini professionali (Francesco Abbate, Giancarlo Laurini, Riccardo Giustino, Paolo Pisciotta, Carlo Parodi, Luigi Vinci); dello sviluppo degli aeroporti con esperti e operatori del settore (Marino de Luca, Mauro Pollio, Roberto Spingardi) e infine dell’acqua e l’ambiente, dedicato alla memoria di Vittorio Biggiero, con esperti del settore (Giuseppe de Martino, Salvatore Villani, Giacomo Rasulo, Ettore D’Elia, Giuseppe Bruno, Uberto Potenza). Vorrei inoltre richiamare alla memoria il carattere internazionale del Rotary che idealmente ci lega ai grandi progetti come la Polio plus e l’Alfabetizzazione. Gli interventi del console americano Clyde Bishop, a un anno dalla tragedia dell’11 settembre a New York, e di quello britannico Michael Burgoyne, per provare con l’aiuto di Slow Food le birre inglesi ad alta gradazione, ci hanno ricordato di appartenere nelle cose 50 tristi e in quelle piacevoli ad una grande famiglia, ormai molto interdipendente e collegata. Infine va citata la presenza di due personaggi napoletani impegnati nell’arte dello spettacolo. Geppy Glejeses attore e direttore del Teatro stabile di Reggio Calabria che con la poesia di Salvatore Di Giacomo ha dimostrato come la tradizione e la commozione possono rappresentare un elemento di coesione tra le persone e Francesco Vizioli, direttore d’orchestra, che nella festa degli auguri del dicembre 2002 diresse l’inno italiano di Mameli, cantato ad alta voce da tutti i soci per l’improvvisa rottura dell’impianto sonoro. Vorrei concludere, sottolineando che la grande ricchezza del Rotary nel 2002/03 è stata ancora una volta la capacità di discutere di problemi e progetti in piena libertà, con l’unico obiettivo di provare a migliorare la società nella quale viviamo. E di questo devo ringraziare i soci, il Consiglio e in particolare Elio Sava per il suo continuo, attento e amichevole sostegno. 51 Mario Condorelli Anno rotariano 2003-2004 Nel corso dell’anno si sono svolte 23 conviviali e 4 interclub, di cui 2 con il R.C.Flegreo ed una ciascuna con il R.C.Barcellona e con il R.C.Napoli Nord, nonché un incontro con il Soroptimist Club. Gli interclub con il R.C.Flegreo sono stati dedicati alla presentazione del libro di Giulio ANDREOTTI “La fuga di Pio IX e l’ospitalità del Borbone” e ad una conversazione di Antonio MARZANO, Ministro delle Attività Produttive, sulla possibilità di sviluppo del Mezzogiorno. L’incontro con il Soroptimist ha avuto come tema un simposio sulle cellule staminali. Il Club ha inoltre organizzato un Seminario sulla Costituzione Europea al quale hanno partecipato Rosa IERVOLINO RUSSO, Giulio ANDREOTTI, Francesco Paolo CASAVOLA, Giuseppe GALASSO, Tommaso PADOA SCHIOPPA e Stefano FOLLI e che è stato moderato da Ermanno CORSI. Un gruppo di soci ha partecipato altresì ad un viaggio, organizzato dal Club, nella Sicilia barocca. Tutta l'attività culturale del nostro Club nel corso di quest'anno rotariano è stata in particolare rivolta ad una interazione tra il nostro Club e personalità del mondo politico, della cultura, dell'imprenditoria, delle professioni, con la finalità innanzitutto di ascoltare e di conoscere e poi di avanzare proposte concrete. Ho seguito questo metodo, con il consenso del Consiglio Direttivo, che è tradizionale nel Rotary in generale e nella storia di questo Rotary in particolare. Devo soprattutto ringraziare Riccardo MERCURIO, mio diretto predecessore, uomo di grande cultura e di profonda esperienza, che con decisione ha avviato il nostro Club su questa strada. Tutti sentiamo l'esigenza di un diverso tipo di rapporto tra mondo del potere e mondo della società civile che è come dire tra paese politico e paese reale. Dobbiamo spostare il livello del dibattito dal piano della critica sempre più feroce, sempre meno educata e meno rispettosa della esigenza della diversità delle idee altrui a quello del dialogo e del confronto sereno e soprattutto a quello della proposta. Mi sembra questo un metodo che, oltre ad essere più sereno, è anche più fruttuoso, perché la società civile, vale a dire la società politicamente non organizzata, diventi, al di fuori dei partiti politici, diretta interlocutrice del potere politicoamministrativo. Condivido, a questo proposito, quanto ha detto giorni fa nel suo bel discorso inaugurale il Governatore del nostro Distretto Sandro MAROTTA, e cioè che il Rotary come espressione consapevole ed avveduta della società civile sia particolarmente adeguato, per le sue finalità istituzionali di servire alla società e per la estesa rete nell'intera Nazione, ad interagire continuamente con la società politica, avanzando istanze che si vanno di continuo formando nella coscienza dei cittadini e formulando soluzioni razionalmente sostenibili. Questo mi sembra, tra l'altro, un modo per cercare di colmare quel distacco sempre più profondo che si è creato nel nostro Paese da molti anni tra Paese Politico e Paese Reale che ha portato ad una progressiva disaffezione dei cittadini verso le istituzioni. Su questo possibile ruolo del Rotary dobbiamo rivolgere molta attenzione e approfondita riflessione. Ringrazio tutti i componenti del Consiglio Direttivo per la loro fraterna ed affettuosa partecipazione. Tengo a dire che il nostro è stato un lavoro di squadra nel senso che abbiamo saputo coniugare unità di intenti e autonomia di azione. Per mia esperienza questo è il metodo migliore per lavorare: una volta scelta la squadra sulla base delle specifiche competenze e della serietà dell'impegno 52 assunto e della accettazione del principio di collegialità, si deve dare a ciascun componente della squadra ampia libertà di azione. Questo è l'orientamento che personalmente ho seguito nella mia attività universitaria e negli organismi istituzionali che ho avuto l'onore di presiedere. Tra gli amici del Consiglio Direttivo che desidero in particolare ringraziare vorrei ricordare il carissimo Elio SAVA, nostro formidabile Segretario tanto devotamente legato al nostro Club e sempre disposto a farsi carico di ogni incombenza che Egli sa risolvere con serenità e con perizia dedicando molto del suo tempo alla nostra istituzione. Rocco GIALANELLA, nostro Prefetto, per l'aiuto prezioso che ha dato per la riuscita delle nostre attività culturali, curando con grande signorilità, con totale dedizione e con grande esperienza tutti i dettagli per una perfetta riuscita delle manifestazioni. Gli sono, anzi gli siamo tutti profondamente grati. Un carissimo e devoto ringraziamento devo all'amico Nando SCOTTI, in particolare per l'attività impareggiabile svolta nella redazione del Bollettino delle nostre Riunioni. E' un lavoro davvero oneroso ed improbo al quale egli si sobbarca senza mai far pesare la notevole difficoltà che questo lavoro, peraltro fatto in casa e perciò più oneroso, comporta. Grazie di cuore, caro Nando a nome di tutti! Nella organizzazione delle conversazioni mi è stato di aiuto assai prezioso l'amico Prof.Guido D'ANGELO. E' stato un consigliere amico accorto, esperto, sensibile, acuto e profondo conoscitore delle varie sensibilità che convivono nel nostro Club. Se sono stati ottenuti successi nella realizzazione del nostro programma culturale, il merito è soprattutto suo. Un ringraziamento assai vivo devo al Tesoriere del nostro Club Gaetano BANCALE che ha svolto un lavoro egregio e gravoso. Ancora un ringraziamento dobbiamo tutti al nostro socio Luigi REGINA, che con tanta generosità e squisita signorilità ha contribuito alla scelta delle meravigliose stampe settecentesche della Sua collezione privata che il Rotary ha donato ai Suoi ospiti. Un ringraziamento vivissimo all'amico Nino NALDI, alla Signora Adele e alla deliziosa Teresa NALDI per il generoso appoggio che hanno dato per la realizzazione delle nostre conviviali ed anche per l'utilizzazione gratuita dell'Auditorium per le nostre manifestazioni seminariali. Grazie anche a tutto il personale dell'Hotel Royal ed in particolare al Maitre Signor Raffaele D'ANGELO. Un vivo ringraziamento devo alla Signora Elvira CHERUBINI per la sua attività di solerte, silenziosa e molto efficiente segretaria. Infine. ma non ultima, un grazie di cuore alla mia segretaria personale, Signora Angela MUSOLLINO, per avermi aiutato costantemente con sincero affetto, con squisita signorilità e viva partecipazione al difficile lavoro che richiede l'interazione del Presidente con le varie Personalità coinvolte nella nostra attività di cultura e di relazioni. Non posso chiudere la teoria dei ringraziamenti senza un devoto ed affettuoso grazie a mia moglie PAOLA che mi è stata sempre intensamente vicina in questa mia attività di Presidente, dandomi sempre consigli accorti che si sono dimostrati vincenti. La ringrazio, in particolare, della cura che ha posto nell'organizzare il nostro viaggio rotariano in Sicilia e della squisita sensibilità che ha avuto nei miei riguardi suggerendomi un itinerario assai caro al mio cuore per le mie origini siciliane. Da Presidente si impara a conoscere meglio il Rotary ed alla fine dell'anno rotariano si hanno rimpianti e nostalgie per le cose che si sarebbero potute o volute realizzare. 53 Istituzione del Club: documento dello Special Comissioner del 12 dicembre 1924 54 Ennio Magrì Anno rotariano 2003-2004 racchiusi e analizzati in un volume, per essere poi offerti alle Istituzioni competenti, affinché avessero uno spaccato preciso della realtà cittadina da considerare con attenzione nella predisposizione delle linee programmatiche. In tal modo si è reso possibile conoscere, per ogni circoscrizione, quali sono i servizi offerti, quali le domande, quali in definitiva le aspettative dei cittadini per migliorare la qualità della loro vita. Il Rotary è partito dalla considerazione: che la qualità della vita di una città, oltre a rappresentare il suo modo di essere, è anche, come suol dirsi, “il suo biglietto da visita”, il suo modo di presentarsi, il suo modo di porsi, di costituire o meno un attrattore. Una città con una scadente qualità della vita, è una città ostile, che respinge, che induce alla critica e certamente no all’apprezzamento. Ma se Napoli ambisce a collocarsi come città d’arte, città produttrice di cultura e come tale attrattore turistico, la qualità della vita diventa un elemento fondamentale. Il Rotary in definitiva ha spinto la città ad interrogare se stessa, ad individuare quale è la sua ragione per esistere, per sopravvivere. Il Rotary Napoli nel perseguire il suo spirito di servizio, questa volta a favore della città in cui ha sede da oltre ottanta anni, ha voluto offrire un prodotto che possa costituire un momento di riflessione, ma anche uno strumento per una corretta operazione di pianificazione urbanistica. Tale iniziativa ha preceduto la mia presidenza ed è stata poi seguita dai presidenti successivamente eletti. Rimane il rammarico che tanta profusione di energie e mi permetto dire di professionalità, in particolare dell’attuale presidente prof. Massimo Franco, non sembra che abbia trovato adeguato riscontro nell’ amministrazione locale. Argomento di riflessione deve essere pertanto quello di come rendere maggiormente incisiva nella vita reale, l’attività del Rotary e non limitarla ad una sterile per quanto ottima informazione racchiusa nell’ambito sociale. Del mio anno di presidenza del Club, ne ho un ricordo indelebile. E’ stato un anno intenso ricco d’incontri, di speranze, di entusiasmo. La sensazione più bella, era quella di sentire la fiducia che i soci riponevano nel Consiglio da me presieduto, nelle iniziative che suggerivamo di perseguire. Il tema della mia presidenza era incentrato sul Rotary a servizio della città. In tale ottica abbiamo percorso le seguenti linee guida: Napoli portale dell’Europa nel bacino del Mediterraneno e conseguentemente città multietnica. Sul tema, visto nelle sue molteplici sfaccettature, ci hanno intrattenuto il prof. Corrado Beguinot, il prof. Rocco Papa, il prof. Gilberto Marselli, il prof. Padre Vincenzo de Gregorio, il nostro socio ing. Ambrogio Prezioso, il prof. Barbieri, l’arch. Mario Virano, il Presidente Boris Biancheri. La trasformazione urbana - realtà e modelli: visita ai cantieri della metropolitana, ing. Giannegidio Silva, ing. Claudio Artusi, prof. Torrieri. Cittadini napoletani ai vertici della ricerca scientifica: prof. Sergio Vetrella, prof. Gigi Rolandi, prof. Guido Trombetti. Abbiamo visitato il C.I.R.A., i cantieri della Metropolitana di Napoli, infine siamo stati in Polonia nelle bellissime città di Varsavia e Cracovia. L’iniziativa più prestigiosa però, è quella che ha visto il Rotary Napoli, in tutta umiltà e trasversalmente a qualsiasi connotazione politica, dare il proprio contributo di uomini, di idee, di attività lavorativa ed anche di denaro, affinché venisse svolta una ricerca puntuale sulla qualità della vita nella città di Napoli, suddivisa per circoscrizioni. Gli elementi raccolti, frutto di una ricerca accurata, presso gli enti preposti e di interviste a circa tremila cittadini, sono stati 55 Rotaract e Interact Napoli Passaggio delle Consegne da Elio Sava a Massimo Franco 56 Marcello Picone Anno rotariano 2005-2006 Le attività che hanno segnato la vita del Club. Sul piano interno le iniziative culturali in questo anno rotariano sono state caratterizzate dall'approfondimento di temi significativi inerenti, sopra tutto, la conoscenza dei condizionamenti, la valorizzazione delle risorse e le prospettive di sviluppo riguardanti la Città di Napoli trattate nell'incontro con personalità dei mondo politico, della cultura, della imprenditoria, delle professioni con l'obiettivo, come è stato detto, di ascoltare e di conoscere e, se possibile, di avanzare proposte concrete, secondo le consuetudini partecipative, ormai consolidate, e che sono prerogativa della storia del nostro glorioso Sodalizio. In tale quadro si inseriscono le conversazioni introduttive tenute da Rocco PAPA e da Nicola SPINOSA, rispettivamente, avente per argomento: " Lavoriamo per Napoli 2010" e " Il Polo museale di Napoli, un autunno tra classici e moderni". Altrettanto ricche di interesse le relazioni di Giovanni LETTIERI su " Un patto strategico per rilanciare Napoli", di Massimo LO CICERO "Napoli non ti dico addio: riflessioni sulla Città" e di Andrea COZZOLINO "Una strategia di sviluppo per le attività produttive a Napoli". Magistrale poi l'intervento indimenticabile di Giorgio NAPOLITANO, attuale Presidente della Repubblica, sul tema "Napoli, portale d'Europa nel Mediterraneo " e significative le conversazioni di Marco Di LELLO su "Il turismo nell'area napoletana. Evoluzioni e prospettive" e di Gaetano COLA su "Gli scambi commerciali tra Napoli e Il bacino del Mediterraneo". Di notevole interesse, nell'evidenziare le risorse cittadine, le relazioni di Luigi NICOLAIS, già Ministro per le Riforme e l'Innovazione, su " Napoli, Città della Scienza", di Gabriele CAVALLI " La Cina è vicina a Napoli", di Francesco NERLI "Portualità a Napoli: la città si risposa col mare", di Angelo MONTEMARANO su "I servizi sanitari a Napoli", di Ermanno CORSI su "Aspetti di Napoli nel terzo millennio". Argomenti più specifici, ma non meno suggestivi, sono stati quelli illustrati da Gioacchino LANZA TOMASI di LAMPEDUSA " Il Teatro San Carlo nel Regno delle Due Sicilie" , da Francesco DE SANCTIS 'Storia e attualità della Università Suor Orsola Benincasa di Napoli", da Guido DONATONE " Immagini del quartiere Angioino nella pittura napoletana dell'800" e da Lucia CIVETTA " L'attività vulcanica del Campi Flegrei: storia e leggenda". Ha poi concluso il ciclo di conferenze il nostro Massimo FRANCO che ha illustrato la ricerca su "La qualità della vita nelle Municipalità di Napoli", svolta dal Rotary Club di Napoli, unitamente alla Università di Napoli "Federico II'. Sul piano organizzativo interno sono da segnalare la relazione programmatica presentata dal Presidente al Club, sugli esiti dell'incontro del Consiglio Direttivo con le Commissioni istruttorie e le conclusioni tratte dalla fondamentale "lezione" di Raffaele PALLOTTA d'ACQUAPENDENTE, Board Director del Rotary International, che ha riferito magistralmente su. "Cosa è il Rotary". Un momento importante, per la vita del Club, é stata la presentazione delle iniziative in corso e delle attività in programma, in occasione della visita dei Governatore del Distretto 2100 Alfredo FOCA' che si è poi ripetuta allorquando egli, insieme con Alfonso TEDESCO, Delegato del Distretto, ha presenziato alla relazione generale di Gaetano De DONATO sulle attività del Programma " 3A ". Sul piano esterno, l'attività del Club, in questo anno rotariano, è stata caratterizzata dagli incontri avuti con i giovani rotaractiani al quali sono state dedicate le conviviali di cui, nella prima, Ettore REGINA ha presentato il "Programma 57 dei Rotaract Club di Napoli" e nelle successive, Benedetto GRAVAGNUOLO ha illustrato "Il water front Partenopeo. Propositi e progetti" e Renato DE FUSCO ha conversato su "Antico e nuovo nella continuità della storia di Napoli". Il nostro Rotary, nel suo percorso nel tempo, deve infatti esprimersi attraverso obiettivi rivolti al futuro, quindi, affidati ai giovani, perchè attraverso il loro operato possa perpetuarsi la genuinità dei propositi, l'attualità dei comportamenti e la forza vitale degli ideali rotariani. Le istituzioni rotariane, fin dall'origine, e ancor più nelle attuali direttrici operative, dovranno essere concepite con spirito giovanile ed orientate nella considerazione verso le nuove generazioni, verso i loro problemi, le loro ansie, le loro aspettative. Altri incontri si sono avuti con le Signore dell'Inner Wheel Club Napoli, in occasione della "provocante" conversazione di Roberto GERVASIO su "Eros e coppia"; nell' interclub con Napoli Nord, in concomitanza con la visita al Rione Terra di Pozzuoli ed all'Anfiteatro Flavio; con tutti i Club Rotary Partenopei, nel concerto "Viva Mozart" tenutosi al Teatro Mediterraneo e nella successiva manifestazione conviviale "Una serata a Villa Campolieto". Particolarmente significativo l'incontro con gli allievi ipovedenti che hanno partecipato al corso di formazione al computer istituito dal nostro Rotary presso la Facoltà di Ingegneria, la partecipazione al Forum Distrettuale dei R.C. del Golfo su "Partenariato economico tra i Paesi dei Mediterraneo", l' Interclub tra i R.C. del Distretto 2100 , in occasione della visita di Serge GOUTEYRON Vice Presidente del Rotary International e, per concludere, ricordo la gradita partecipazione al concerto dei CANTORI di POSILLIPO nell'Auditorium dell'Hotel Continental, in occasione della Festa degli Auguri. Nell'ambito delle iniziative esterne intraprese, assumono prevalente interesse, in quanto annoverati come programmi di grande rilevanza sociale. - "il programma 3A - Aneurisma dell'Aorta Addominale" - curato da Gaetano De DONATO che questo anno ha interessato altri quartieri della città di Napoli. - "l'Osservatorio su "la qualità della vita a Napoli" attraverso il quale è stato offerto un nuovo contributo alla Città, presentando i principali risultati che il Comitato Scientifico, presieduto da Riccardo MERCURIO e organizzato da Massimo FRANCO, aveva sviluppato nel 2005, questa volta accorpati secondo la nuova struttura delle 10 Municipalità costituenti l'Amministrazione cittadina. - "il Corso di formazione al computer per ipovedenti" affidato a Gaetano LA GIOIA svoltosi, anche con il contributo del Distretto. 58 Costantino Giardino Anno rotariano 2006‐2007 Al di là delle Assemblee, la dirigenza del Club ha definito un protocollo di comunicazione con i Soci e con i Dirigenti distrettuali. Ai fini della continuità si è preferito fare nomine pluriennali e prevedere una costruttiva collaborazione tra il Presidente in carica, il suo immediato predecessore, il Presidente entrante e il Presidente designato. E’ stato così possibile elaborare le linee programmatiche per l’anno rotariano 20062007 per conseguire: a) una gestione amministrativa efficiente con particolare riguardo all’ammissione dei nuovi Soci, al consolidamento dell’effettivo ed alla risoluzione delle morosità; b) per coinvolgere i Soci nei processi decisionali del Club; c) per aggiornarli sulle attività del Rotary e per prevedere nuove opportunità finalizzate all’affiatamento dei Soci stessi; d) per assicurare una correlazione tra le manifestazioni del Club ed i Programmi in attuazione, interagendo al massimo con i giovani e con il Rotaract; e) per organizzare le conversazioni, preparandole opportunamente, il più delle volte sulla base di competenze interne, al fine di prospettare all’oratore orientamenti e punti di vista del Club; f) per formulare un piano di formazione esauriente della dirigenza; g) per divulgare gli avvenimenti del Club attraverso il “notiziario”, il sito internet, la stampa e gli altri media garantendo inoltre il flusso di notizie con il Governatore distrettuale, con gli Assistenti del Governatore e con le Commissioni distrettuali. Le Commissioni del Club e il Consiglio Direttivo hanno lavorato con ottimi risultati per l’attuazione del programma di servizio e delle azioni previste nell’anno 2006-2007. Il 4 luglio 2006, nell’assumere la guida del Club, ero consapevole dell’impegno chiestomi dal Governatore Vito Mancusi per tenere il Club più antico d’Italia in linea, nelle sue azioni di servizio, con il motto del Presidente del Rotary International William Boyd : “Lead the Way” e con il motto del Distretto 2100: “Insieme con amicizia per la pace” , relativi all’anno rotariano 2006 – 2007 che prevedeva notevoli modifiche gestionali per il nostro Club in base all’adozione del nuovo Piano Direttivo di Club (PDC). In effetti, su mandato del Governatore Focà, avevo iniziato già da Presidente eletto l’attuazione del PDC così come richiestomi dal Distretto. Coerentemente con quanto approvato dall’Assemblea dei Soci del 21 marzo 2006, il Consiglio Direttivo incoming, unitamente alla dirigenza in carica ed ai past president, ha operato per ottemperare, alla pianificazione strategica e all’individuazione degli obiettivi del Club mediante la “Guida alla pianificazione di Club efficienti”, ed all’attuazione del nuovo PDC. Per quanto concerne il nuovo regolamento sono stati modificati alcuni articoli del regolamento vigente. Il Club è stato articolato in sole otto Commissioni di nuova istituzione che hanno realizzato e programmato entro il 30 giugno 2006 quanto necessario per rendere operativo il nuovo PDC. Il Piano contiene gli obiettivi per i tre-cinque anni rotariani successivi e delinea le strategie per pubblicizzare i successi ottenuti dal Club sui fronti dell’effettivo, dello sviluppo della leadership, della Fondazione Rotary e dei Progetti di servizio. Tenendo presente il valore ed il significato delle Assemblee di Club, il nostro PDC ha previsto di tenere regolarmente delle Assemblee, per garantire i contatti tra i Soci e l’Assistente del Governatore. 59 Localmente l’attività del Club si è ispirata ad un filo conduttore mirato ad evidenziare le eccellenze che caratterizzano la vita della nostra Città più che i ben noti aspetti critici per i quali si è preferito un confronto propositivo con i responsabili istituzionali teso a migliorare la qualità della vita, continuando i Programmi pluriennali in atto e attivandone altri di nuova formulazione. Le conversazioni e gli incontri tenuti presso il nostro Club, spesso con iniziative interclub, sono state prevalentemente adeguate a tale orientamento. Tra le conversazioni, tutte riportate nel Bollettino del Club, mi piace ricordare: “I sistemi automatici di guida per il futuro trasporto aereo” di Sergio Vetrella; “Sguardo attuale sull’arte contemporanea a Napoli” di Alfonso Artiaco; “Riforme costituzionali: questioni aperte?” di Michele Scudiero; “Radioterapia di avanguardia: un progetto per la Campania” di Vincenzo Vaccaro; “I musei: una risorsa per chi e per cosa” di Pier Luigi Leone De Castris; “Prospettive per la ristrutturazione urbanistica di Bagnoli” di Sabatino Santangelo; “Napoli: trasformazioni urbane nell’area orientale” di Ambrogio Prezioso; “Proposta per un nuovo parco archeologico a Pozzuoli” di Costanza Gialanella; “Il cammino di liberazione e di rinascita a Forcella” di Padre Luigi Merola. La Dirigenza del Club ha sviluppato al massimo le potenzialità offerte dalla Rotary Foundation facendole conoscere ai Soci per portare avanti programmi umanitari finanziabili, ampiamente condivisi, locali e internazionali. Parimenti vi è stata la volontà di affrontare azioni umanitarie, unitamente agli altri Club del Gruppo Partenopeo, ed attivare scambi di gruppi di studio tra giovani, ed effettuare azioni di pubblico interesse mondiale. Come dimenticare l’impegno di Sergio Pepe nel realizzare lo scambio di gruppi di studio con l’arrivo dal Canada del giovane studente Bruce Timothy Megill, ospite della famiglia Messere, e la gratitudine dello studente Riccardo Messere di Napoli inviato nello scambio giovani negli USA? E’ motivo di orgoglio per il Club aver ottenuto dalla Rotary Foundation il riconoscimento ed il supporto finanziario per due Progetti umanitari locali (sovvenzioni semplificate): 1) Diagnosi e trattamento precoce del cancro orale ed orofaringeo Progetto O.C.E.D.A.T - Responsabile Luigi Califano; 2) Istruzione informatica per i non vedenti – Progetto Savy – Responsabile Gaetano La Gioia. E’ stata poi approvata e finanziata dalla Rotary Foundation con sovvenzione paritaria l’azione umanitaria internazionale “Operation Smile” – Responsabile Costantino Giardino, per la terapia chirurgica di bambini con malformazioni del viso in Thailandia (Club capofila Napoli; Club partecipanti Napoli Nord Est, Napoli Castel dell’Ovo e Bangkok South). Il nostro Club ha poi partecipato con gli altri otto Club del Gruppo Partenopeo al progetto umanitario internazionale “Lavoro protetto in campo agricolo e zootecnico” – Progetto il chicco svoltosi in Romania (Club capofila Napoli Nord Est). Ha inoltre partecipato al progetto internazionale APIM “Water supplies in Brazil Rotary” in collaborazione con il Distretto 2100, il Club Montes Claros Norte, Napoli Nord Est, Napoli Nord e Napoli Castel dell’Ovo. Desidero poi ricordare che il nostro Club, per opera di Massimo Franco a ciò delegato dal Governatore Mancusi, è stato il primo ad istituire nel Distretto 2100 i primi due GROC Gruppi Rotariani Comunitari, uno per “l’istruzione informatica per disabili della vista” e l’altro per la “Qualità della vita per la città di Napoli”. Altro evento che mi è gradito ricordare è il gemellaggio con il Rotary Club Milano che ha consolidato i contatti tra i due più antichi Club Italiani coinvolgendo il nostro Club nel Programma, già in atto a Milano ed iniziato anche a Napoli, “Monitore: un adulto per 60 Amico” volto al recupero dei ragazzi che abbandonano la Scuola. A tutte le azioni programmatiche su citate va aggiunta un’altra iniziativa resasi necessaria nell’anno del mio mandato, voluta fortemente da tutti i nove Club del Gruppo Partenopeo. Mi riferisco all’azione “I Rotary Club per Napoli: “una proposta per la riqualificazione della Città” legata agli eventi di inefficienza amministrativa e di illegalità che hanno portato negativamente alla ribalta la città di Napoli rendendo necessaria e indispensabile una riflessione sul ruolo che può svolgere il Rotary con interventi e proposte. Questa iniziativa che ha visto l’impegno del Distretto con i Governatori Mancusi, Calise e Parlato ha portato alla stesura di un protocollo di intesa con il Comune di Napoli finalizzato al monitoraggio propositivo da parte del Rotary delle 10 Municipalità della città di Napoli. Va infine ricordata l’azione svolta dal Consiglio per la modifica del regolamento del Premio Mario Florio che ha reso possibile nel 2006-2007 il primo bando del premio per l’importo di 2.500,00 Euro, vinto dall’avvoca- to Antonio Tarasco per i suoi contributi in materia di patrimonio ed attività culturali e di ordinamento amministrativo per la Regione Campania. Analoga operazione di adeguamento del regolamento alle esigenze attuali è stata realizzata dal Consiglio Direttivo per il Premio Mario Maria Jacopetti da anni non più assegnato. Nel prossimo anno rotariano sarà promulgato il relativo bando. In conclusione l’attività svolta dal Club nell’anno rotariano 2006-2007, per l’impegno sociale e umanitario, è stata per me particolarmente esaltante e foriera di nuove vere amicizie nate dalla condivisione degli obiettivi programmati e realizzati nel gratificante spirito di servizio rotariano. Nella speranza di non aver deluso quanti hanno riposto fiducia in me, ringrazio tutti quelli che hanno collaborato a far attribuire al Rotary Club Napoli l’Attestato Presidenziale 2006-2007 con la seguente motivazione: per gli sforzi compiuti nel tentativo di “aprire la via” a un futuro migliore, dimostrando come il servire e la cooperazione possano veramente cambiare il mondo. 61 Carlo Rolandi Anno rotariano 2007-2008 “Rotary shares”: questo il motto proposto dal Presidente Internazionale Wilfrid J. Wilkinson per l’Anno Rotariano 2007/2008 di mia presidenza. Il “Rotary è condivisione” nel senso di condividere le idee anche unificando l’attività del Club a quelle degli altri Club in comunità di obiettivi, partecipando insieme ad azioni comunitarie, condividendo le idee altrui facendole nostre, portando avanti i nostri propositi, trovandoci di accordo con gli altri. In definitiva, condividere le stesse opinioni per avere successo perché nell’unione c’è la forza. Il Governatore Giancarlo Calise, interpretando la direttiva presidenziale, ha caratterizzato la sua attività fornendo a noi presidenti di Club una guida precisa e concreta. La sua direttiva la troviamo nel suo motto che è: “Di….mostriamo di esserci” ovvero prima dimostriamo operando e poi dimostriamolo facendo conoscere il nostro operato. Il mio anno di presidenza è stato per me un’esperienza entusiasmante che mi ha emozionato e gratificato, e di cui conservo un ricordo indimenticabile. E’ stato un anno davvero speciale tutto improntato ai principi del Rotary, di servizio e di profonda amicizia fra tutti noi soci. Nelle conversazioni abbiamo cercato di stimolare discussioni culturali di livello, non senza trascurare i problemi pratici e più importanti del nostro tempo e della nostra città, stimolando la presa di conoscenza ed il giudizio etico che il Rotary deve sollecitare negli anni. In occasione delle 48 riunioni, conviviali o non, sono stati trattati argomenti di grande interesse spaziando tra società, religione, sport, medicina, beni artistici e culturali, socializzazione, etc. In tema di attività umanitaria nei confronti dei giovani meno abili o a rischio, ricordo la visita a bordo del brigantino “Italia” affidato alla nostra Marina Militare per condurre i giovani in crociera. In questa attività umanitaria che si inquadra nella Fellowship rotariana sono stati imbarcati per una crociera di 8 giorni alcuni ragazzi dei Quartieri Spagnoli. Uno sguardo particolare è stato rivolto al programma “Scambio giovani” in base al quale il giovane Riccardo Messere si è recato negli Stati Uniti ospite di una famiglia statunitense mentre il canadese Bruce Megill è stato in Italia presso i genitori di Riccardo Messere. Offrendo una prova di “Amicizia”, questa particolare attività ha reso possibile ai due giovani di vivere per lungo tempo nella nazione ospitante acquisendo esperienze essenziali per la loro vita futura; il tutto senza interrompere gli studi grazie ad una particolare convenzione con le Autorità scolastiche. In piena sintonia con il dettato rotariano, l’impegno del Club è stato dedicato particolarmente ai “progetti di servizio”. Nel rispetto delle quattro vie di azione che caratterizzano l’attività rotariana, cui si è aggiunta la quinta per le nuove generazioni, la Commissione Progetti di servizio, nello sviluppo del suo compito, ha interagito con le altre Commissioni del Club per proseguire i progetti annuali già messi in essere, in considerazione dei risultati conseguiti e con modulazione degli obiettivi prefissati che necessariamente richiedevano almeno un altro anno di azione. Sulla base dei risultati conseguiti in collaborazione con l’Università di Napoli “Federico II” fin dall’anno 2002/2003 mediante la creazione di un “Osservatorio sulla qualità della vita nelle Municipalità della città di Napoli”, nell’anno 2007/2008 il progetto, curato dal socio Massimo Franco, ha previsto la prosecuzione dell’attività con il consolidamento e la riclassificazione dei dati precedentemente acquisiti. Nel periodo Ottobre 2007/Gennaio 2008 è stata realizzata la consueta rilevazione ed elaborazione di un paniere di prodotti alimentari composto da 10 prodotti 62 tipici presenti nella spesa di una famiglia media e basato su una indagine diretta nelle diverse Municipalità. Le rilevazioni sul campo sono state curate dai giovani del Rotaract Napoli. Ai risultati conseguiti è stata data la massima visibilità possibile rispetto alla pubblica opinione ed alle Istituzioni. Di pari importanza il “Progetto 3/A”, curato dal socio Gaetano de Donato ed avviato dal Club fin dal 1999, con l’obiettivo di fornire assistenza alla società attraverso l’azione preventiva della mortalità da rottura di Aneurisma dell’Aorta Addominale. L’ulteriore sviluppo del progetto ha mirato ad estendere l’attività sul territorio in ambito distrettuale. Il socio Gaetano La Gioia ha curato il “Progetto di Istruzione informatica per i non vedenti” (Progetto Savy) che ha l’obiettivo di svolgere corsi di formazione per l’alfabetizzazione informatica dei non vedenti. In questo anno 2007/2008 per la prima volta sono stati compresi tra i docenti ben due allievi non vedenti che avevano partecipato ai precedenti corsi e che prima del 2000 non sapevano neanche cosa fosse un PC. Il progetto, avviato fin dal 2000 con il sostegno della Rotary Foundation, è tuttora in corso. “La diagnosi e il trattamento precoce del cancro orale ed orofaringeo” (il progetto O.C.E.D.A.T.), coordinato dal socio Luigi Califano, prevede la prevenzione e la diagnosi precoce del cancro orale, malattia ad elevato impatto sociale, ed è finanziato con sovvenzione semplificata per la sua rilevanza. A seguito di accordi con la IV Municipalità di Napoli, con l’Università Federico II di Napoli – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Azienda Ospedaliera, e la Croce Rossa Italiana sono state effettuate 300 visite gratuite individuando ben 30 soggetti portatori di lesioni potenzialmente cancerose. Coordinato dal socio Costantino Giardino il progetto “Operazione Smile”, condotto insieme al R.C. Bangkok South, ha proseguito il suo corso. Scopo del progetto è quello di effettuare una missione medicochirurgica in Tailandia per il trattamento delle malformazioni facciali al fin di aiutare circa 100 bambini ad essere reinseriti, con la guarigione, in una qualità di vita compatibile con il ritorno del sorriso sul loro volto. A partire dal mese di Luglio 2007 il progetto è stato attuato mediante una missione nella provincia di Ubon Ratchathani presso l’Ospedale Regionale di Sappesittipnesong. Con il Rotary Club Milano è stato portato avanti il progetto “Programma Monitore”, in collaborazione con la Fondazione Humaniter; trattasi di un intervento sociale inteso a contrastare preventivamente l’abbandono scolastico da parte dei ragazzi italiani, che ormai ha raggiunto valori molto alti specie in alcune Regioni. Il progetto si basa sull’applicazione di un metodo largamente sperimentato a livello mondiale. Il socio Uberto Potenza ha coordinato il progetto di “Definizione dello stato delle acque marine napoletane nel tratto costiero che va da Capo Posillipo a Torre del Greco”, in riferimento alla formazione di schiume persistenti su di esse. Il Rotary Napoli ed il Dipartimento di Chimica Organica e Biochimica dell’Università Federico II hanno effettuato uno studio sulle nostre acque marine costiere per definire lo stato ambientale, con particolare riferimento ai prodotti chimici che Istituzioni e singoli individui rilasciano nell’ambiente attraverso le comuni vie fognarie e/o similari. Ampia e dettagliata documentazione scientifica sarà possibile realizzare con questo progetto. Il Club ha anche partecipato a progetti realizzati nell’ambito dei nove Club (oggi dieci) del Gruppo Partenopeo: - Il progetto “FRA’” che mira alla formazione, al lavoro ed all’inserimento nella società civile dei minori a rischio reclusi a Nisida; - Il progetto “Il Re Dottore”, in collaborazione con la Divisione di Pediatria dell’Ospedale Cardarelli, per aiutare a far nascere un sorriso ai bambini trasformando l’esperienza della loro ospedalizzazione in un gioco. A livello di Progetti Distrettuali il Club ha partecipato al progetto “APIM”, in collaborazione con il R.C. Montes Claros Norte in Brasile ed i R.C. partenopei Napoli 63 Nord-Est, Napoli Nord e Napoli Castel dell’Ovo, per la costruzione di serbatoi di acqua potabile in comunità brasiliane dove l’acqua viene portata in contenitori spesso inquinati. Significativa ed emozionante è stata la cerimonia, svoltasi nel clima dell’amicizia rotariana, di consegna a 23 soci del riconoscimento per aver svolto, da oltre trentanni, attività rotariana profusa con grande impegno ed elevata competenza. Questa, in breve sintesi, l’attività principale svolta dal Club nell’Anno Rotariano 2007/2008 ed i progetti che l’hanno caratterizzata. Di emozione personale ne ho già fatto cenno all’inizio di questa breve nota ed ora, rileggendola, rischio di ricadere ….. in un stato emotivo. Non c’è da meravigliarsi. E’ naturale che ciò accada a chi partecipa intensamente alla vita del Rotary. 64 Elio Sava Anno rotariano 2008-2009 Appena indicato presidente del Club ho letto sul Manuale del Presidente del Rotary International che “La responsabilità principale del Presidente eletto è di rendere efficiente il Club”. Nel mio caso ho avuto la fortuna di appartenere ad un Club in cui l’efficienza è di casa e di avere avuto la massima collaborazione di tutto il Consiglio. Spero di esserci riuscito. La mia presidenza del Club nell’anno 2008/2009 ha coinciso con la nomina a Governatore del nostro Distretto di Guido Parlato di Sorrento e con la presidenza internazionale del Coreano Dong Kurn Lee il cui motto “Make Dreams Real”, “Concretizza i Sogni”, ha certamente condizionato il tema che, con il mio Consiglio, ho scelto di svolgere. Il nostro motto “Un Rotary Propositivo, Tracce per il Futuro”, in linea con quello del Presidente Internazionale e adottato anche dal Governatore Parlato, è stato il filo conduttore delle attività del mio anno. Non dimenticando, ma anzi valorizzandoli maggiormente, abbiamo continuato con i progetti storici del Club. Il Savy, primo progetto distrettuale Matching grants, “informatica per ipovedenti”, curato dal Past President Gaetano La Gioia conclusosi con la consegna dell’E.C.D.L. (European Computer Driving Licence); il “3A”, Aneurisma Aorta Addominale, curato dal Past President Gaetano de Donato che ha avuto un fantastico sviluppo in altri club del Distretto e fuori; La Qualità della Vita, curato dal socio Massimo Franco; L”Ocedat”, tumore del Cavo Orale curato dal socio Luigi Califano. A questi si sono aggiunti altri nuovi come “Mediterraneo e Sviluppo” curato dal socio Marcello Martinez, progetto internazionale con i rotary gemelli di Barcellona e Marsiglia ed i progetti con i club Partenopei. Il “Re Dottore” con il Rotary Castel dell’Ovo, il progetto “Nisida” ed il progetto “Che Piacere” ambedue con il Rotary Sud-Ovest. Con tutti i Club del Partenopeo abbiamo poi portato all’attenzione della città il Rotary con tre forum di grande successo; con tutti loro abbiamo promosso ed installato targhe indicative in adiacenza agli edifici di pregio della zona di Chiaia. Nell’ambito del programma “Scambio Giovani” abbiamo ospitato il giovane Rjan Walsh dalla Pennsylvania, inviando a nostra volta il giovane Sergio Napoletano di Napoli in Pennsylvania. Abbiamo sponsorizzato quattro giovani inviandoli al Ryla Distrettuale, abbiamo bandito il premio “Mario Maria Iacopetti” ed il premio “Mario Florio” vinti da due giovani con dei lavori molto apprezzati dagli esaminatori. Ed ancora siamo riusciti a fondare l’Interact Club di Napoli e lo dobbiamo all’interessamento di alcuni nostri soci. Un progetto che avremmo voluto avviare durante la mia presidenza è quello del “Verde in Città”, che l’amico rotariano Lazzaroni di Saronno venne ad esporci e che è in funzione a Milano, ”la sponsorizzazione e la manutenzione del Verde in Città”. Invitammo l’assessore ai giardini del Comune di Napoli al quale avevamo proposto il progetto. E’ di questi giorni la notizia che il Comune ha emanato una delibera in tal senso; speriamo di portarlo avanti. Ed ora veniamo alle conviviali. Con il Consiglio Direttivo abbiamo avviato una verifica delle possibili tematiche sulle quali il Rotary poteva svolgere un ruolo di stimolo. E’ stata seguita così una linea di interventi identificata nel filo conduttore del nostro motto. Tutti i conversatori hanno concluso l’intervento trattato proponendo “Tracce Risolutive per un Futuro Migliore”. 65 Si è avviato così un dibattito all’interno del Club per provare ad individuare “Tracce per il Futuro” partendo da idee che già hanno una maturazione e sono ritenute, da una parte qualificata del sistema locale, interessanti e fattibili. Il metodo utilizzato è stato quello per successive approssimazioni, indagando sui temi più significativi e le idee più pronte ad essere sostenute ed attuate. Si è cercato di utilizzare le regole fondamentali dei comportamenti rotariani per discutere con tutti sul futuro di Napoli. Sono stati così invitati alcuni dei protagonisti della vita cittadina per le loro posizioni di esperti o di osservatori privilegiati. Prima ospite Mariella Bottiglieri, armatrice, che concludendo la sua relazione dichiarava esserci la necessità di una Università del Mare a Napoli, cosa che in questi ultimi tempi è stata richiesta a gran voce sulla stampa dagli armatori napoletani. Altro ospite è stato il prof. Adriano Giannola, economista e Presidente della Fondazione Banco di Napoli. Le sue indicazioni finali sono state di considerare con attenzione i progetti collegati al mare, dunque c’è una possibilità “mare”. Un ulteriore ospite è stato il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Ottavio Lucarelli che concorda sul grave problema dei numerosi progetti che non si realizzano mai, suggerisce di dare attenzione ad alcune istituzioni importanti, come il Porto, e alle iniziative collegate al “Waterfront” che hanno elevate potenzialità di sviluppo. Queste prime discussioni svolte nel Rotary sono state alla base di una prima riflessione: • L’analisi svolta dagli ospiti mostra un ampio problema di coordinamento progettuale ed amministrativo a diversi livelli. • La città ha perso in parte il suo ruolo trainante nel territorio e deve recuperare la visibilità e capacità realizzativa. • Lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti rappresenta oggi una significativa leva economica. • I traffici di merci e di turisti via mare stanno aumentando in modo significativo. • Un parco progetti è già da tempo presente al Comune di Napoli per interventi urbanistici di rilievo. • L’Associazione Napoletana dei Costruttori condivide molti progetti del Comune, ma lamenta i ritardi nella loro realizzazione. Si decide pertanto di valutare con più attenzione i progetti esistenti, tenendo particolarmente conto delle indicazioni fornite dagli incontri. E’ stato invitato Ambrogio Prezioso, presidente ACEN e nostro socio, per una presentazione critica dei progetti urbanistici esistenti in città. I caratteri e le fasi di sviluppo dei singoli progetti, rilevati nella presentazione di Prezioso, indicano l'esigenza di una focalizzazione del Rotary su uno specifico progetto per provare a dare da un lato sostegno alle azioni già in atto e dall’altro per rendere più trasparente a tutti le problematiche esistenti sull’avvio dei progetti nella città di Napoli. A questo punto si è definito con una certa chiarezza una particolare rilevanza dei progetti collegati al mare. Il Rotary Napoli Club decide di concentrare la sua attenzione sul progetto “Water front MonumentaleNausicaa” e invita l’Ammiraglio Luciano Dassatti, Presidente dell’Autorità Portuale. L’Ammiraglio Luciano Dasatti interviene sul Progetto Waterfront, dando una prima indicazione positiva rispetto ai vincoli posti dalla Soprintendenza al progetto. Le indicazioni sembrano dunque essere in linea con un’effettiva realizzazione del progetto. A questo punto, su mia proposta, il consiglio del Rotary Club Napoli decide di adottare tale progetto che riguarda la qualificazione di un’area di circa 17 ettari che va dalla Darsena Acton all’Immacolatella Vecchia. Il Rotary ha nominato così una commissione che svolgerà una funzione di monitoraggio sull’avvio del progetto e sugli eventuali problemi che si dovessero frapporre alla sua 66 realizzazione. Anche questa è un’operazione che stiamo portando avanti organizzando incontri con le autorità, verificando gli avanzamenti del progetto stesso, chiedendo alla stampa e all’opinione pubblica di appoggiare l’iniziativa per creare la giusta pressione sui protagonisti istituzionali e per dimostrare che, anche a Napoli, è possibile realizzare iniziative per lo sviluppo della città, in tempi accettabili. Come vedete ho cercato in questo mio anno di operare nel modo migliore per il nostro Club, per gli ideali rotariani e per la nostra città. Non so se ci sono riuscito, ma vi assicuro che, insieme a tutto il Consiglio e ai soci, ho fatto il massimo che ho potuto per il nostro Club Decano del Distretto 2100 per il Rotary. Devo concludere che l’esperienza rotariana durante il mio anno di presidenza è stata a dir poco esaltante, certamente un po’ faticosa, anche se certamente aiutata dall'esperienza dei sette anni precedenti di segretario del Club. E’ stato un anno che mi ha fatto vedere il Rotary sotto una diversa luce e certamente ha lasciato in me un segno che porterò per tutta la vita. Elio Sava, Francesco Nania, il Governatore 2009/2010 Francesco Socievole 67 Premio Giovani Giornalisti “per Napoli” I vincitori 2009/2010 68 Massimo FRANCO I numeri di un anno: 85 ma non li dimostra Anno rotariano 2009-2010 I numeri che possono sintetizzare le iniziative e le attività dell’anno 2009-2010 sono: 85 anni di storia, 138 soci, 33 riunioni conviviali, 15 progetti, di cui 13 locali e 2 internazionali, circa 8.000 visite al sito internet del Club www.rotarynapoli.it, 20.000 mappe della rete metropolitana di Napoli, 5.000 adesivi della mappa della rete nei treni e nelle stazioni della metropolitana, 4 vincitori del Premio giovani giornalisti per Napoli, 4 visite a strutture di eccellenza napoletane (Ceinge, Biblioteca Nazionale, Orto botanico, Mostra d’Oltremare), il tutto partendo dal tema che il Presidente del Rotary International John Kenny ha scelto per l’anno rotariano 2009-2010 quale “Il Futuro del Rotary è nelle Vostre mani”. Questo tema afferma l'importanza del ruolo individuale dei Rotary Club nella creazione del futuro del Rotary. Francesco Socievole Governatore del nostro Distretto 2100, ha individuato il tema “L’impegno del Rotary sul territorio”, precisando che é necessario “sognare, progettare e realizzare”. Su questa scia il filo conduttore scelto dal Club per l’Anno Rotariano 2009-2010 è stato avvicinare il Rotary ed i Rotariani al tema dell’anno “per Napoli” ed offrire un contributo per migliorare la qualità della vita e la vivibilità della Città: e questo in un anno speciale per il nostro Club, quello della celebrazione degli 85 anni dalla sua fondazione. Per colmare tali distanze sono stati posti a disposizione dei Soci alcuni semplici strumenti di comunicazione per migliorare il rapporto con il Club ed avvicinare i Rotariani tra di loro. Tra questi si segnala la registrazione di un dominio del Club www.rotarynapoli.it e l’inaugurazione del portale del Club con lo scopo di informare sul Rotary, comunicare il Rotary e valorizzare l’impegno del Rotary. Con le stesse finalità è stato inoltre realizzato un Taccuino Rotariano del Club Napoli, con le notizie e le informazioni relative al Club e le indicazione sulle principali tappe dell’anno rotariano. Ma insieme a questi nuovi strumenti di comunicazione mi piace ricordare di aver ripreso, grazie a Rocco Gialanella, la storica testata del nostro Bollettino che, con l’instancabile impegno del nostro Nando Scotti, viene pubblicato settimanalmente nella versione cartacea ed informatica offrendo un insostituibile strumento d’informazione per i soci. L’anno caratterizzato da un’intensa attività ha visto molto impegnato il Consiglio direttivo ed i diversi gruppi di soci. Come iniziativa primaria insieme al Presidente Eletto Sergio Pepe e al Presidente Designato Claudio Azzolini si è lavorato alla stesura del Piano Strategico del Club, dove dopo un’analisi della situazione e dell’assetto del Club, è stato tracciato il suo futuro, sintetizzato nella dichiarazione di visione del Club “Fare bene e farlo sapere”. Il Piano Strategico del Club costituisce un strumento fondamentale per la continuità della nostra azione ed è finalizzato a formalizzare l’identità, la forza e la coesione del Club per renderlo più efficiente. Nel Rotary si avvicendano i dirigenti, ma non cambiano gli ideali. E’ necessario quindi fissare obiettivi e traguardi a lungo termine, per rafforzare e divulgare i valori fondamentali del Rotary: amicizia, diversità, integrità e leadership, per ottimizzare il servizio umanitario ed il sevizio alla nostra comunità. Per rendere operative le priorità individuate nel Piano Strategico, il Rotary Club Napoli è impegnato in numerosi progetti molti dei quali a carattere pluriennale, che assicurano la continuità dell’azione e la presenza sul territorio della città di Napoli. Tra quelli che sono progetti storici è possibile ricordare il 69 progetto d’istruzione informatica per non vedenti, il 3A per la prevenzione della rottura dell’Aneurisma dell’Aorta Addominale, l’Osservatorio sulla qualità della vita ed il progetto Ocedat per la prevenzione del cancro del cavo orofaringeo. Tra le iniziative di questo anno è possibile ricordare poi la Mappa della metropolitana di Napoli realizzata con i Club del Gruppo partenopeo e le aziende di trasporto su ferro della città. Un importante esempio di cooperazione rotariana tra i Club Napoletani, finalizzato ad un servizio reale “per Napoli” reso ai cittadini ed a quanti visitano la nostra città. Completano la rosa delle iniziative i Premi che il Club assegna a diverse tipologie di destinatari, ma con un comune denominatore costituito dall’attenzione alle giovani generazioni: il Premio Giovani Giornalisti per Napoli per il miglioramento della qualità della vita e la vivibilità nella città per quattro giornalisti della carta stampata, della radio, della televisione e di internet. Il Premio giovanissimi musicisti per talenti musicali tra cui è spiccata la brava Luciana Canonico; il Premio Jacopetti assegnato alla migliore tesi di laurea in ingegneria industriale ed il Premio Florio per giovani studiosi campani, che abbiano contribuito alla conoscenza ed al progresso scientifico. Per conservare viva l’attenzione sul tema della Qualità della vita e la vivibilità …. per Napoli, abbiamo affrontato le mille sfaccettature di questo aspetto incontrando illustri relatori con i quali si è creato un utile confronto. Tra i primi il Prof. Stefano Consiglio promotore del progetto “Angeli per Viaggiatori”. Questa iniziativa parte da un gruppo di volontari che vuol dare un contributo per Napoli offrendo supporto alle persone che visitano Napoli, in modo che possano apprezzare la nostra città. Ancora il Prof. Raffaele Cercola, Presidente della Mostra d’Oltremare, che ci ha illustrato il progetto per la riqualificazione del parco artistico, architettonico ed ambientale della Mostra d'Oltremare in modo da rendere possibile per i napoletani la fruizione di spazi importanti per la vita cittadina. L’Arch. Fabrizio Mautone ci ha parlato dell’operato di Giò Ponti, architetto e designer milanese che ha operato anche sul nostro territorio, firmando tra l’altro lo stile di un piano dell’Hotel Royal. Ancora la dott.ssa Anna Donati, Direttore Generale ACAM, che ha parlato di “Sviluppo sostenibile della città per il miglioramento della vivibilità e della qualità della vita”. Abbiamo poi dato il benvenuto in città al Direttore de ''Il Mattino'', Virman Cusenza, discutendo del ruolo che l’attività di denuncia dei giornali può avere per il miglioramento della qualità della vita nella nostra città. Non è un caso che il suo intervento si intitolasse appunto “Dalla cristalleria alla polveriera (resoconto per Napoli.com di Alessandra Giordano)”. L’incontro con S.E. il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, è servito invece ad incontrare una figura di spicco da sempre impegnata ad alleviare i tanti problemi che affliggono la popolazione di Napoli. Il Cardinale ha, infatti, percorso le tappe del suo impegno apostolico in città illustrando le numerose iniziative da lui realizzate, con particolare enfasi all’ultima nata: la banca per i poveri. Si tratta di un progetto ambizioso, che però funziona in molte parti del mondo e che adesso, trapiantato a Napoli, rappresenta una sfida per la città. Il fondo Spes promosso dal Cardinale si occupa, infatti, di microcredito, concede piccoli prestiti senza richiedere garanzie: sulla parola, sulla reputazione, sulla bontà di un’idea. Ha trascorso poi con noi una serata Franca Leosini grande giornalista della Rai e sorella del nostro amico Marcello Lando, la quale ci ha parlato della sua trasmissione televisiva con una conversazione “Storie maledette. Quanta storia dietro quelle storie…”. E così Enzo D’Elia e Lino Marzella durante un’interessante conversazione ci hanno parlato delle energie alternative e del loro sviluppo. Il Dott. Mauro Giancaspro, 70 Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, ci ha illustrato l’attività di una delle istituzioni culturali cittadine impegnata alla conservazione e fruizione del patrimonio librario, consentendo alla cittadinanza di godere dell’ “emozione della lettura”. L’ing. Marco Bianchi che con la sua conversazione sulle autostrade ha ricordato il primo impegno del Rotary Napoli sul territorio con la costituzione della società per la costruzione della Autostrada Napoli-Pompei nel 1925. Il Prof. Paolo De Luca direttore dell’Orto botanico ci ha intrattenuto sulla storia e la realtà di questa importante istituzione napoletana. Non sono mancati anche i contributi dei consoci: Guido D’Angelo sul tema della legge regionale sulla casa, di Gianluca Eminente sul pesce veloce del Baltico: mangiar bene e vivere meglio, di Aldo Aveta sul centro storico e fondi europei, e di Alfonso Ruffo su valori, identità e comunicazione del Rotary. Abbiamo anche discusso al caminetto della Banca del Mezzogiorno con Francesco Laccetti e Camillo Calzolari, esaminando le opportunità ed i rischi legati all’iniziativa. Con i giovani del nostro Rotaract ed Interact abbiamo realizzato progetti e condiviso attività. Con gli amici rotariani del Gruppo Partenopeo abbiamo condiviso due importanti eventi: il Rotary Day con l’illuminazione del Castel dell’ovo con il logo del Rotary e la frase “Stop alla Polio nel mondo” ed il Processo a Giuda nella settimana precedente alla Pasqua. Abbiamo vissuto anche momenti difficili nella vita del Club con l’improvvisa scomparsa dei carissimi amici Antonio de Mennato e Renato de Santi, che hanno lasciato un vuoto incolmabile tra tutti noi. Non è mancato poi l’impegno a far riscoprire il senso dello stare insieme con amicizia rotariana con le serate al roof della nostra sede, per rivalutare il piacere dello stare insieme e il senso di appartenenza al Club ed alla grande famiglia del Rotary. Tutto questo è stato possibile grazie ad un grande gioco di squadra, quindi grazie a tutto il team che ha guidato splendidamente il Club durante questo entusiasmante anno rotariano !!! 71 Presentazione della Mappa del trasporto metropolitano di Napoli – 20 aprile 2010 La visita del Cardinale Sepe al Club 72 Salvatore Marotta Past President Rotaract Napoli Quarant’anni di … Rotaract Club Napoli Descrivere la storia di un club Rotaract non è cosa semplice, tanto più se si tratta del Rotaract club Napoli. Il Club Napoli per tanti è stato molto di più di una semplice associazione, ha significato amicizia, servizio, sacrifici e dedizione. Nato da un progetto del Rotary club Napoli, che per la fondazione ha proposto i figli dei propri soci, Il Rotaract club Napoli è stato uno dei primi club Rotaract ad essere fondato nel 1968. Ricevendo la carta costitutiva, il 20 gennaio del 1969 dal Rotary International, il Rotaract club di Napoli era ufficialmente costituito. Giancarlo Lupoli, Giovanni Grauso, Giancarlo Calise, Antonio Maione, Fabrizio Pinardi, Serenella Romano, Carmen De Gioia, Sergio Pepe, Luciano Mirossevich, Gianfranco d’Aietti, Gianfranco Maglione, sono solo alcuni degli allora ragazzi che hanno posto le basi in un club che sarebbe diventato il primo del Distretto 2100 e tra i primi in Italia. Nel suo primo anno di vita il Consiglio Direttivo del club era così composto: Giancarlo Lupoli Presidente, Giovanni Grauso Segretario, Pasquale Coppola Vice-Presidente, Clara Garolla Tesoriere, Antonio Maione, Fabrizio Pinardi, Serenella Romano, Carmen De Gioia Consiglieri. Il primo delegato Rotary per il Rotaract fu il Dott. Rodi Lupoli. Dopo quell’anno si sono successi i Presidenti: Giovanni Grauso 1969/70, Giancarlo Calise 1970/71, Antonio Maione 1971/73, Pasquale Improta 1973/74, Paolo Carelli 1974/75, Pasquale Improta 1975/76, Francesco Paolo Alberico 1976/77, Roberto Arreghini 1977/78, Giuseppe Sito 1978/79, Stefano Rispo 1979/80, Antonio De Simone 1980/81, Renato Tesauro 1981/82, Renato Franceschelli 1982/83, Salvatore Avallone 1983/84, Enrico Sbandi 1984/85, Maria Ludovica Genna 1985/86, Maria Ida Avallone 1986/88, Raffaele Petrone 1988/89, Valentina Ioimo 1989/90, Roberto Rea 1990/91, Monica La Piccirella 1991/92, Attilio Leonardo 1992/93, Francesco Baratta 1993/94, Antonello Fittipaldi 1994/95, Giovanni Belmonte 1995/96, Francesco Fittipaldi 1996/97, Francesca Matarese 1997/99, Giangaspare Fittipaldi 1999/2000, Francesca Belmonte 2000/2001, Marco Ganguzza 2001/2002, Marco De Ciutiis 2002/2004, Luca Ganguzza 2004/2005, Ettore Regina 2005/2007, Laura Pisani 2007/2008, Salvatore Marotta 2008/2009, Gennaro Pagano 2009/2010. Ripercorrendo questi anni possiamo capire che in tutto questo tempo si sono avvicendate persone, si sono passate cariche, ci sono stati nuovi ingressi ed uscite dal Club, ma lo spirito del servire non è mai scemato, anzi continua ad essere fomentato dalla forza ed il coraggio di ragazzi che, anno dopo anno, vogliono, grazie alle azioni di service, avere voce in questa società che il più delle volte non li ascolta. Il Rotaract club Napoli per tanti è e continuerà ad essere un “megafono sociale”, un punto di inizio per mostrare ai propri amici, soci e alla stessa società che nel loro piccolo qualcosa di grande si può fare. Un modo di esprimersi, questo significa, un modo per arrivare a convogliare persone diverse tra loro verso un’unica direzione etica, giusta e solidale e che il più delle volte fa nascere delle belle e sincere amicizie. Già nel 1983 il Rotaract club Napoli contava un effettivo di circa cento soci, un numero veramente impressionante se si pensa agli effettivi dei club odierni. Il Club era diventato un simbolo ed un punto di riferimento, non solo per i figli dei rotariani, che sin dalla costituzione imperversavano nel Club, ma anche per ragazzi che arrivavano dall’esterno per conoscere ed inserirsi nella famiglia rotariana, che loro vedevano come una realtà solida, fattiva ed amichevole. 73 Ci sono poi soci che in questi anni si sono distinti e che sono stati nominati soci onorari sia per la loro particolare dedizione che per la brillante carriera che hanno intrapreso una volta usciti dal Club: Prof. Giancarlo Alisio (alla memoria), Dott.ssa Maria Ida Avallone, Marco Bertona, Ing. Giancarlo Calise, Arch. Luca Ganguzza, Dott. Giovanni Grauso, Comm. Giacinto Greco, Prof. Ing. Marcello Lando, Dott. Attilio Leonardo, Avv. Guido Pepe (alla memoria), Avv. Sergio Pepe, Avv. Giampiero Raimondi (alla memoria). Il successo di questo Rotaract è dovuto sì all’impronta decisa dei leader che in questi anni si sono avvicendati, ma anche alle spalle forti di un Rotary padrino che gli è sempre rimasto accanto, intervenendo nei momenti di bisogno e indirizzando sulla strada giusta le dirigenze di quarantadue anni, come d’altronde avrebbe fatto un buon padre. Nel 1976 il Club ebbe l’onore di portare avanti un suo Past President verso la candidatura di RRD del Distretto 2100 Rotaract, Pasquale Improta, che poco più tardi venne eletto Rappresentante Distrettuale per l’anno sociale 1977/78. Numerosi sono i rapporti che il Club Napoli ha instaurato con club italiani e non. Si è gemellato, in ordine temporale, con i club di Firenze Nord, Andria-Castelli Svevi, Lecce, Lecco, Bari, Bisceglie e Trani; ed è entrato in contatto con i club di Trapani, Cerignola e Parigi Ovest. L’a.s. 2008/2009 è stato un anno cruciale per il Club Napoli; il 30 novembre 2008 venne presentato il sito internet del Club. Il sito raccoglie la storia, il presente ed i progetti dell’immediato futuro; insomma, in un mondo odierno nel quale l’informazione è fruibile per lo più dai mezzi informatici, la creazione di un sito internet è stata la mossa giusta per garantire nuova linfa vitale alla nostra associazione. Il 15 Dicembre 2008 venne fondato, dal Rotary club Napoli e, successivamente con la ricezione della carta costitutiva, dal Rotary International, l’Interact club Napoli. Questo progetto fortemente voluto e messo in piedi dal Club Rotaract non potrà fare altro che garantire, alla famiglia rotariana napoletana, il prestigio che merita. Il Rotaract club Napoli sin dall’inizio è stato un club solido, pronto ad osare ma, allo stesso tempo, deciso a seguire l’impronta rotariana e quindi ad andare nella giusta direzione ed i risultati sono stati notevoli. Chissà se i soci fondatori pensavano che il Club avrebbe fatto tutta questa strada, fatto sta che, per arrivare ad oggi, ci hanno veramente creduto, ed insieme a loro ogni singolo socio che in questi anni ha avuto l’onore di prendervi parte. Se è vero che “ogni lungo viaggio inizia sempre con un passo”, quel passo fatto quarantadue anni fa ha reso possibile un viaggio meraviglioso, che rimarrà sempre nel cuore di molti che hanno imparato tanto da questa splendida ed indimenticabile esperienza rotaractiana. 74 Desiderata Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di là d’una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo stia seguendo il suo corso. Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch’essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: sono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso e amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d’inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l’amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde. Perciò sta’ in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito. Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati d’essere felice. Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo distribuito ai Soci in occasione della Festa degli Auguri del 15 dicembre 2009. 75 76 77 78 79 80