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Mensile di informazione - anno II numero VIII maggio 2009 - € 2,00
Tutti i numeri
del commercio
MERCATI
Crescono gli iper
ma il dettaglio tiene
e rilancia sui servizi
di prossimità
NATALICCHIO
il mercato
del beverage
non ha
più segreti
ATTINÀ
racchiude
i tradizionali
sapori calabresi
in un vasetto
CASH & CARRY
Migro Cedi Cash
festeggia 9 anni
di convenienza
e di successi
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Editoriale
All'orizzonte la luce
Mi conforta constatare che all'orizzonte della grande crisi economica in cui
siamo precipitati si intravede qualche bagliore di luce. Quel che ci è dato di
vedere adesso è il buio più buio: le stesse previsioni che provengono dai più
qualificati osservatorii internazionali, dall'Ocse al Fondomonetario, sono discordanti
sui tempi della ripresa, se già nel 2010 o decisamente più in là. Però già si vede
qualche segno del fatto che qualcosa si muove in una direzione che fa ben
sperare. In Scozia c'è una società di biotecnologie, la Angel
Biotechnology, che dai primi di dicembre è salita in Borsa di oltre
il 300 per cento.
In America il numero di persone che chiede sussidi di
disoccupazione è da qualche settimana in costante discesa. Se
Benedetta Maffia poi si guarda al Nymex, al Chicago Board of Trade , al London
Metal Exchange si può notare che i prezzi future a un anno delle
materie prime sono dappertutto più alti: segno che da quelle
parti si intravede, di qui a dodici mesi, una ripresa della
produzione e dei consumi.
E ancora: la circostanza che i grandi fondi sovrani, dalla
Cina a Singapore, si disinteressino sì alle banche ma
investano nei grandi gruppi minerari può essere
interpretata come un segno del fatto che su quei
terreni essi scorgono la base di una loro prossima
espansione industriale.
E come si spiega che l'import di rame
dalla Cina sia salito nell'ultimo mese di
oltre il 90 per cento? La Cina sta
imprimendo una forte accelerazione agli
investimenti in infrastrutture e la Borsa
di Shangai dall'inizio di quest'anno sta
salendo in controtendenza sul resto del mondo.
Ma la Bank of America ha annunciato il rimborso
dei contributi ricevuti dal Tesoro. Quantomeno l'inizio.
Tutto questo non significa che la notte è alle nostre spalle.
Ma adesso abbiamo la certezza che ne usciremo prima forse
di quel che avremmo potuto pensare. E ne usciremo con un mondo
radicalmente cambiato, in meglio. Discorso che vale anche per il
nostro Paese almeno per quella parte che avrà saputo disfarsi delle vecchie
categorie, anche quelle di questo ultimo quindicennio di transizione.
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Sommario
Finestra sui mercati
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Crescono gli iper ma il dettaglio tiene e rilancia sui servizi di prossimità
I nuovi comportamenti di consumo creano nuove opportunità di vendita
Business schools: fabbriche di replicanti clonati
I costi del "non merito" per il sistema Italia
Dove va il mondo: prove di dialogo per i grandi del pianeta
Marketing & fornitori
11
12
14
15
Dinon, freschezza pronta in tavola
Attinà racchiude i tradizionali sapori calabresi in un vasetto
Per l'agente Natalicchio il mercato del beverage non ha più segreti
Vendola: il bello di essere commercianti
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Speciale mercati
16 La partita a scacchi della Russia con il mondo si gioca sull'energia
Cash and Carry
19 Migro Cedi Cash festeggia 9 anni di convenienza e di successi
Lavoro e carriere
20 Cassa integrazione ancora più flessibile
21 Lo "scongelamento" dell'impresa il primo passo verso l'efficienza
Diritto e Fisco
12
22 L'Authority e la concorrenza in Italia
23 Cos'è l'IBAN e cos'è il BIC
Area prodotti
24 Bilancio positivo per le vendite pasquali
25 "Licor" i liquori italiani fanno consorzio
Life style
26 Le giuste soluzioni per il vostro giardino
28 Pannelli solari: innovazioni tecniche aumentano il risparmio energetico
29 Ginkgo Biloba: un aiuto per la memoria?
25
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Finestra sui mercati
"Rapporto sulle economie territoriali" dell'Ufficio Studi Confcommercio 2002 - 2008
Crescono gli iper ma il dettaglio tiene
e rilancia sui servizi di prossimità
Francesco Dente
a modernizzazione c'è e
prosegue. Nonostante la crisi. È
questo, in sintesi, il messaggio di
fiducia che lancia la Confcommercio a
conclusione dell'analisi sull'evoluzione e sulla
struttura territoriale tra il 2002 e il 2008
della distribuzione commerciale al dettaglio.
Dal "Rapporto sulle economie territoriali"
dell'Ufficio Studi dell'organizzazione di
ristrutturazione più profonda. Un risultato
che è l'effetto combinato di più fattori:
l'espansione delle grandi catene della
distribuzione a diffusione nazionale e
regionale, l'incremento dei costi fissi di
gestione e la progressiva riduzione dei
margini unitari dovuta alla stagnazione dei
consumi. Se è vero, però, che si è assistito
a un generale ridimensionamento numerico
carne, pane. L'Ufficio Studi, inoltre, segnala
un'altra tendenza in atto: nell'intervallo
2002-2006 è aumentata la popolazione che
vive sul territorio italiano di 2 milioni di
persone. Si allarga pertanto il potenziale
bacino di utenza per singolo negozio. Ma
non finisce qui. Secondo Confcommercio
bisogna prendere in considerazione
l'ampliamento della fascia di clienti che sono
più in avanti con gli anni. Un target su misura
per i piccoli negozi.
Gli esercizi al dettaglio, si legge in una
nota dell'organizzazione dei commercianti,
sono "in grado svolgere un indispensabile
servizio di prossimità che oggi più che mai
tende a rispondere alle esigenze di fasce
sempre più ampie di consumatori anziani,
dotati di minore mobilità o nuclei familiari
per i quali si riduce il tempo disponibile per
gli acquisti". Quali le stradi per uscire al
meglio dalla congiuntura? La ricetta sembra
categoria emerge, infatti, un quadro in degli esercizi specializzati di quasi tutte le scontata ma non lo è affatto. "Il servizio al
chiaroscuro. Uno scenario in cui ai segnali merceologie, sia al dettaglio che in forma cliente, la cooperazione con esso per creare
contrastanti, e in alcuni casi negativi, si ambulante a posto fisso, è vero anche che valore aggiunto, la segmentazione del
aggiungono elementi di speranza. Aumenta nell'ambito del settore food, ha riguardato mercato e l'identificazione di nicchie
il numero di esercizi del piccolo dettaglio in particolare i comparti di frutta e verdura, adeguate per la sostenibilità del business,
(5,4 per cento) ma con
sono oggi molto più
andamenti differenziati tra
importanti di ieri", chiosa
Unità locali (esercizi commerciali) var. assolute 2008 su 2002
il comparto food e non
l ' U f fi c i o S t u d i . A n z i ,
food. I numeri elaborati
sottolinea il rapporto, se si
Nord
Centro
Sud
Italia
segnano infatti un meno
considera la riduzione dei
Piccolo dettaglio tradizionale
5.196
11.690
22.274
39.160
davanti al numero di esercizi
negozi specializzati
Non specializzati alimentari
1.824
2.636
3.857
8.317
al dettaglio alimentari.
alimentari, uno sforzo
Non specializzati non alimentari
2.089
1.473
2.342
5.904
Nell'arco di periodo preso
secondo linee innovative è
Specializzati alimentari
-5.103
-1.917
-4.520
-11.540
in esame hanno abbassato
"semplicemente
Commercio ambulante
11.192
7.200
16.875
35.267
le saracinesche 11.550
indispensabile" per superare
negozi food. Un'area,
la crisi in modo vitale. I
Grande distribuzione
1.809
533
1.861
4.203
quest'ultima, pari al 25 per
numeri, prosegue
Minimercati (*)
461
114
892
1.467
cento del totale.
Confcommercio,
Supermercati
983
294
645
1.922
Confcommercio ha
chiariscono che le strategie
Ipermercati
71
11
57
139
misurato l'estensione del
di sopravvivenza, che forse
15
59
110
184
Grandi magazzini
settore calcolando il
erano sufficienti nel recente
Grandi superfici specializzate
279
55
157
491
rapporto tra l'insieme degli
passato (anche dopo la
Totale dettaglio
18.197
19.423
41.010
78.630
esercizi del piccolo dettaglio
liberalizzazione sostanziale
Ingrosso
11.305
9.007
16.419
36.731
alimentare, dei minimercati,
del commercio) ora non
Ingrosso tradizionale
11.645
7.005
12.857
31.507
dei supermercati, degli iper
sono più adeguate. Ce la
e degli ambulanti alimentari
faranno a superare il
-1.038
958
2.627
2.547
Intermediari
e il totale degli esercizi di
momento soltanto i soggetti
Ingrosso auto
698
1.044
935
2.677
tutte le forme distributive.
vitali in assoluto. Quelli in
Totale commercio
29.502
28.430
57.429
115.361
Si tratta dell'area che in
grado di generare profitti
(*) Per i minimercati la variazione è riferita al 2005
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio.
questi anni ha registrato la
da reinvestire.
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Finestra sui mercati
I nuovi comportamenti di consumo
creano nuove opportunità di vendita
Michela Caiapic
are in modo che l'assortimento
del proprio punto vendita
risponda appieno alle esigenze
e alle aspettative della clientela è quanto
mai importante nell'attuale congiuntura
economica. Se la taratura fine dell'offerta
resta in capo al singolo commerciante, unico
soggetto che conosce concretamente chi
frequenta il suo negozio, utili indicazioni per
impostare questo suo lavoro si possono
trarre dalle analisi delle evoluzioni del
comportamento d'acquisto e dall'andamento
dei consumi monitorati dagli istituti di ricerca
specializzati.
Fra questi The Nielsen Company,
interpretando le variazioni delle rilevazioni
effettuate fra il 2007 e il 2008 ha evidenziato
che gli italiani stanno adottando un nuovo
stile di consumo, più ragionato e oculato.
Onde evitare di modificare il loro paniere
abituale nonostante i venti di crisi, gli italiani
si sono sforzati di ottimizzare gli acquisti
approfittando delle promozioni sulle marche
cui sono affezionati oppure orientandosi su
prodotti che a loro avviso offrono il miglior
rapporto qualità/prezzo.
Chi si è trovato a dover ridurre la spesa
si è orientato verso marche di fascia prezzo
inferiore o verso le marche commerciali.
È così che Nielsen spiega il maggiore
smercio nella distribuzione moderna di
alimenti dal valore unitario più contenuto
e quindi di prosciutto cotto e di mortadella
affettati a peso importo (rispettivamente
+12,3 e +12,1%), ma anche di pesto uht
(+8,6%), gnocchi (+3,3%), formaggi spalmabili
(+3,3%), riso (+1,6%) e concentrati di
pomodoro (+1,5%). La ricerca del risparmio
ha spinto l'8,6% degli italiani addirittura a
cambiare negozio e scegliere il discount,
canale il cui peso è cresciuto del 16% nel
2008. Per trarre il massimo beneficio dalle
spese effettuate gli italiani hanno anche
ridotto i consumi fuori casa.
È il caso dunque che i commercianti non
si facciano sfuggire l'oppor tunità
d'intercettare la conseguente accresciuta
domanda di alcune categorie merceologiche.
Innanzitutto di prodotti per la prima
colazione.
Avendo molti italiani rinunciato al rito
della colazione vo al bar, nel canale retail
sono aumentale le vendite a volume di wafer
(+11,9%), marmellate (+6,8%) miele (+3,1%),
fette biscottate e frollini (+2,5%), latte uht
(+2,4%),pasticceria (+2,2%). Stesso discorso
vale per l'aperitivo. Aumentano quelli
organizzati in casa, con conseguente
incremento della spesa in gdo per würstel
(+5,3%), nettari (+5,2%), patatine (+4,5%),
birra (+3,3%), olive (+2,0%), salatini (+1,9%)
e cole (+1,0%).
Sempre in un'ottica di ricerca
d'ottimizzazione della spesa, gli italiani sono
tornati a dedicarsi a preparazioni casalinghe
e hanno diradato la frequentazione di
ristoranti e pizzerie. Per mitigare questo
sacrificio si sono concessi l'acquisto di
prodotti ad alto contenuto di servizio come
piatti pronti (+47,2% nel 2008 rispetto al
2007), condimenti pronti freschi e non
(nell'ordine +7,3 e + 5,1%), secondi di pesce
e di verdure preparati (+4,4 e +4,1%) e
formaggi grattugiati a peso imposto (+2,3%).
E non hanno rinunciato a prendersi cura di
se stessi e dei familiari, comprando più
prodotti salutistici e dietetici: dagli alimenti
senza grassi o senza glutine (+24,7 e +
17,2%) ai latticini alta digeribilità (+8,4%),
dai prodotti light (+7,7%) a quelli a base
soia (+4,7%), probiotici (+4,3%) o con
omega3 (+3,4%).
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Tempi duri per i bar
Le analisi di The Nielsen Company sono
confermate dalle rilevazioni del Consorzio
distributori alimentari (Cda), gruppo
indipendente di grossisti di bevande, che
controllano l'11% del mercato italiano
della distribuzione di liquidi alimentari nel
canale horeca (oltre 20 mila pubblici
esercizi monitorati).
Nel primo trimestre 2009, il Cda registra
un calo dei consumi pari in media al -15%.
Più in dettaglio, evidenza un crollo verticale
per ready to drink (-32,2%) e succhi di
frutta (-20,1%), una forte discesa per
aperitivi monodose (-17%), birra (-15,7%),
acque minerale, bibite e vini (-14%) e una
clamorosa inversione di tendenza per gli
energy drink (-16,5%), in crescita fino allo
scorso anno. In calo, anche se con
percentuali leggermente più ridotte (tra
il -6 ed il -10%), aperitivi e vermouth,
superalcolici e vini speciali. Soltanto gli
sciroppi, base essenziale per i cocktail,
hanno fatto registrare un trend di vendite
positivo (+9,7%).
In cima alla lista dei locali pubblici ove i
consumi di bevande sono scesi in questo
primo scorcio d'anno ci sono i ristoranti
(-14,9%), seguiti dai bar tradizionali (14,6%) e dai locali della notte (-13,9%).
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Finestra sui mercati
Business schools: fabbriche di replicanti clonati
Eugenio Benetazzo
ove pensate siano osannate le
teorie economiche su cui si basa
la globalizzazione? Che centri
universitari pensate si siano fatti portavoce
di quelle delocalizzazioni produttive che
stanno affossando il nostro Paese e lo stanno
conducendo alla morte economica in seguito
a una emorragia di posti di lavoro?
Guardatevi molto bene, mamma e papà,
prima di iscrivere vostro figlio in uno di
questi atenei universitari che si definiscono
la culla dell'eccellenza accademica, quando
in realtà non sono altro che mere fabbriche
di replicanti clonati.
Teorie economiche che vengono imposte
come se fossero il vangelo della vita, teorie
economiche assolutamente apportatrici di
ricchezza e opportunità, a loro modo di
vedere. Certo, ricchezza e opportunità per
una piccolissima parte della popolazione:
proprio l'essenza della globalizzazione ovvero
i ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora
più poveri. Ecco a che cosa mirerà, anche
inconsciamente, un laureato clonato in una
di queste cosiddette università di prestigio.
Intere generazioni di giovani ragazzi
trasformati in sciacalli globalizzati che
decidono della sorte economiche di migliaia
di persone o del futuro economico di altre
vite, pur di fare arricchire ancora più
spudoratamente i loro padri padroni. Non
sono manager, ma schiavi del denaro, i servi
più infimi di quella diabolica creatura che
ha inventato il genere umano: il profitto
indiscriminato.
Intere generazioni di giovani ragazzi
clonati per replicare e diffondere il verbo
del loro padrone da queste università che
si proclamano creatrici di leader d'azienda.
Guardatevi bene dal far diventare vostro
figlio uno di questi leader: veri e propri
filibustieri disposti a tutto per il profitto.
Disposti persino a compromettere il futuro
dei loro stessi figli pur di vedere la loro
azienda aumentare il valore in borsa, disposti
a ideare prodotti di gestione del risparmio
spazzatura pur di ottenere una supermega
promozione, disposti a lasciare a casa migliaia
8
di lavoratori pur di implementare strategie
di ottimizzazione aziendale (così le
chiamano).
Purtroppo in queste business schools
viene insegnato tutto, tranne l'umiltà e il
buon senso: dalle loro aule fuoriesce una
nuova razza di cafoni finanziari (per dirla
alla Maurizio Blondet), signori di tutto e
sapienti di nulla, prima di pensare di riempire
il loro portafoglio, qualcuno pensi di riempire
la loro testa con il buon senso e l'integrità
morale.
Fate bene attenzione, mamme e papà, a
che genere di leader vengono creati in questi
sfarzosi castelli gestiti da baroni dell'antico
feudo: persone intellettualmente stuprate
disposte a svendere tutto quello che sono
pur di raggiungere il profitto indiscriminato,
senza considerazione sociale alcuna per le
scelte di cui si fanno responsabili.
Purtroppo sarà troppo tardi per questi
giovani cloni, figli del dollaro facile, quando
a cinquant'anni si renderanno conto di come
sono stati abilmente plagiati da illusorie
teorie economiche e sarà troppo tardi
quando si accorgeranno di come il loro
cervello sia stato influenzato con termini e
teoremi che sono stati loro imposti senza
alcuna riflessione o consapevolezza sociale.
State ben attenti, mamme e papà, perché
al posto di una persona di valore, leale e
integerrima vi troverete con un Frankenstein
finanziario disposto a tutto per compiacere
il suo unico falso dio, il profitto
indiscriminato.
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Finestra sui mercati
I costi del
"non merito"
per il sistema
Italia
Marco Fiorentino
a mancanza della meritocrazia è
la causa del declino della nostra
economia e della spaventosa
mancanza di equità della nostra società, che
ha un gap tra ricchi e poveri analogo agli
Stati Uniti, ma non ha la mobilità sociale
americana.
Il "non merito" in Italia costa tra il 3% e
il 7,5% del Pil. Un costo macro- economico
stimato limitandosi a considerare le
inefficienze presenti nell'istruzione
secondaria e universitaria e nella ricerca e
quindi assimilando il
merito alla qualità degli
esiti conseguiti in
questi comparti. A
stimare l'impatto
economico del "non
merito" è il rapporto
"Generare classe
dirigente", realizzato
dall'Università Luiss
Guido Carli e da
Fondirigenti.
Siamo quindi la
società sviluppata che
ha il più rapido declino
economico e la
maggior ineguaglianza
sociale. Un paese,
l'Italia, deficitario di
meritocrazia nelle sue
sfere principali, sia pubbliche che private,
che così penalizza economia e società e alla
quale bisogna porre rimedio tramite
interventi concreti nei campi dell'impresa,
istruzione e pubblica amministrazione.
Senza meritocrazia non è nata quella
classe dirigente eccellente che in altri paesi
è stata capace di creare opportunità per
tutti i cittadini.
"Per uscire dalla crisi, l'Italia deve dare
impulso a una vera, piena e condivisa
apertura di credito nei confronti del merito,
puntando sulla valorizzazione del senso di
responsabilità, sulla promozione della fiducia
e sul credito del merito", parole del
presidente della Fiat, Luca Cordero di
Montezemolo.
È fondamentale però una maggiore
attenzione sia da parte delle istituzione che
delle famiglie alla crescita delle risorse del
futuro, molte volte lasciate allo sbando. Un
primo step, importantissimo, si dovrebbe
avere sin dalle elementari. Lacune che
nascono in quella età, c'è il rischio che non
Montezemolo a riguardo della crescita delle
risorse del nostro paese.
"La cultura del merito non si diffonderà
finché non sarà accettata da tutta la società.
E accettare la meritocrazia ha dei costi bisogna infatti essere disponibili ad essere
valutati e a riconoscere i propri limiti. È
necessario, dunque, coniugare il merito con
il concetto di responsabilità sociale,
instillando il concetto che 'chi più ha, più
deve dare" ha spiegato Guido Corbetta,
direttore della Bocconi Graduate School".
Sergio Nava,
giornalista del Sole
24Ore, sottolinea
come l'umiltà di chi
merita ma non ottiene
si contrapponga
all'arroganza di
raccomandati e
portaborse e lancia
una sua proposta
basata su tre punti:
rendere obbligatorio
per tutti gli studenti
delle superiori un
periodo di studio
a l l ' e s t e r o ,
"possibilmente in Paesi
di
provata
meritocrazia"; punire
La sede della LUISS Guido Carli a Roma
come reato con pene
vengano mai colmate.
sino a 10 anni la raccomandazione; premiare
Altro ruolo fondamentale toccherebbe le aziende che affidandosi a pool di esperti
alle università, le quali, potrebbero e assumano soltanto in base al merito.
dovrebbero essere determinanti nella fase
A nostro parere, a garanzia di un
dell'inserimento nel mondo del lavoro. procedere meritocratico equanime, deve
"Sarebbe necessario un più stretto propagarsi nell'animo sociale una potente
collegamento tra ambiti formativi diversi e coscienza collettiva, una riverberante
tra questi ambiti e quelli professionali: una abitudine a concepire la comunità come un
vera e propria filiera virtuosa tra il mondo corpo unico. Questo è il "merito" che si
formativo e quello produttivo. Questo è dovrebbe perseguire, convinti che solo una
compito anche delle nostre università". nuova "élite" possa guidare il paese verso
Questo il pensiero del presidente un futuro migliore.
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Finestra sui mercati
Dove va il mondo: prove di dialogo
per i grandi del pianeta
Angela Poli
e c'è una cosa che abbiamo
capito da questa "caduta libera"
dei mercati in ogni angolo del
mondo è che siamo tutti sulla stessa barca.
Piccoli segni di ripresa sembrano essere in
vista ma se ne parla ancora in maniera molto
cauta, il ritorno della fiducia appare ancora
lontano. Nel frattempo, si fa fervente l'attività
dei leader mondiali intorno a quei temi che
richiedono urgente attenzione e soprattutto
una soluzione condivisibile ed efficace per
tutti. Anche se finora non c'è stata nessuna
Bretton Woods, con buona pace di chi si
era messo a sognare ad occhi aperti, bisogna
però riconoscere che gli sforzi per il dialogo
e la cooperazione sono senza precedenti.
I big hanno imparato la lezione del
passato. La nebbia fitta della crisi globale ha
indotto ad un ripensamento su scala
planetaria dell'azione politica e a porre degli
argini alla finanza "selvaggia" degli ultimi
due decenni, pena la voragine della
depressione, l'accrescimento delle
disuguaglianze, la creazione di nuove masse
di esclusi e il conseguente rischio per i
fondamenti stessi della democrazia e per il
cammino della civiltà. Contributo
determinante, non c'è bisogno di dirlo, il
nuovo corso della politica americana dopo
il cambio di leadership e la fine dell'ideologia
dell'era Bush. Gli Stati Uniti dimostrano di
aver rinunciato totalmente alla vecchia
politica unilaterale e riconoscono la
necessità di cooperare con il resto del
mondo prendendo atto della nuova realtà
multipolare e aprendo anche un canale di
comunicazione con l'Islam al fine di
decretare la fine dello scontro tra i due
mondi e l'inizio dell'incontro positivo. Il
G20 di Londra ha visto l'esordio in una
riunione internazionale di Barak Obama
e ha avuto come risultato una prima battuta
di soluzioni "mediate" tra i partecipanti alla
recessione economica globale: travaso di
dollari sul mercato commerciale, 750 miliardi
di dollari al fondo monetario internazionale,
rifiuto del protezionismo, maggiori controlli
per il mercato finanziario e messa al bando
dei paradisi fiscali riuniti in una "black list"
stilata dall'Ocse, soluzione quest'ultima
fortemente voluta da Germania e Francia.
Che dire, la stampa internazionale ha
riconosciuto che il summit di Londra ha
segnato una nuova era, gli economisti di
tutto il globo si sono tuttavia divisi tra
scettici ed entusiasti ma ciò che conta è il
cambiamento di rotta. Certo il mondo non
diventerà tutto d'un tratto un luogo
immacolato fatto di brava gente però la
costruzione di un mondo migliore potrebbe
anche partire di lì, da una coniugazione
tutta nuova di principi etici ed interessi per
il benessere comune. Barak Obama lo sa
molto bene, tanto che nel suo tour europeo
ha messo a segno diversi buoni risultati: la
proposta al leader del Cremlino di ridurre
gli arsenali nucleari e mettere al bando i
test nucleari in tutto il mondo, la visita in
Turchia, considerata nazione che potrebbe
svolgere una importante intermediazione
nel processo di pace in Medioriente,
l'apertura alle giovani generazioni nei due
incontri a Strasburgo e a Istanbul dove gli
10
studenti hanno avuto un confronto mandato
in onda su Internet. I mondi diversi si
possono incontrare e dialogare anche nella
complessità. Diceva il grande scultore
Brancusi: "la semplicità è una complessità
risolta". Al G8 allargato di luglio,
originariamente all'isola della Maddalena poi
spostato a L'Aquila, si parlerà anche, per
esplicita richiesta del presidente americano
della situazione climatica e ambientale e si
cercherà un accordo politico sull'uso delle
energie rinnovabili. Con il vertice
internazionale di Washington di fine aprile,
la tappa italiana della rivoluzione "verde"
della politica mondiale e il summit finale a
Copenaghen a gennaio, l'America dell'era
delle "responsabilità" si fa promotrice di
iniziative per salvare il pianeta dal
riscaldamento globale in vista anche della
scadenza del protocollo di Kyoto sui limiti
all'emissione dei gas serra nel 2012 , trattato
che G.W. Bush non aveva nemmeno voluto
sottoscrivere.
Il G8 in Italia avrà lo scopo di proseguire
il set di riforme varato dal G20 per cambiare
volto al global trade, sarà aperto ai paesi
emergenti, all'Egitto e paesi dell'Africa con
una nutrita agenda di temi che vanno dallo
sviluppo economico e l'ambiente alla
sicurezza alimentare. L'Italia avrà occasione
di uscire dalla sua marginalità e di
conquistare un peso politico nello scenario
internazionale dimostrando di essere in
grado di smontare quell'atteggiamento di
poco credito che ci riservano a livello
internazionale. Che nessuno ci prenda sul
serio al di là dei confini nazionali emerge
anche dai titoli impietosi della stampa
straniera e dalla strana riluttanza di Mr
Obama ad incontrare il Presidente del
C o n s i g l i o i t a l i a n o, s a r à c o l p a
dell'imbarazzante collezione di figuracce
del nostro Premier oppure di una politica
estera fin qui inconsistente?
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Marketing & Fornitori
Dinon, freschezza pronta in tavola
Domenico Pesce
urano non è solo l'isola della
laguna di Venezia nota per i
merletti e le case variopinte, ma
è anche l'isola da cui è partito lo sviluppo
della Dinon Group Spa. L'acqua è stata fonte
di sviluppo per l'impresa sin dalle sue origini,
dalla Laguna al Delta del Po, dal
mare di Agadir ai fiordi
pescosi della Norvegia.
Oggi il gruppo
comprendente
aziende del settore
ittico,
della
gastronomia e pasta fresca,
liscia e ripiena. Le tappe significative
nel percorso di successo le riassume il
Presidente dell'omonimo gruppo Antonio
Dinon, con il quale abbiamo anche
analizzato le prospettive di sviluppo.
"La nostra azienda è nata come società
familiare e da impresa artigiana con pochi
dipendenti in cinquant'anni è diventata una
"micro multinazionale" con cinque unità
produttive ,
quattro in Italia
(porto Viro, Goro Chiogia e Torino), una ad
Agadir in Marocco con centinaia di
dipendenti. Agli inizi si producevano dei
prodotti stagionali: anguilla e frittura
marinate . Poi abbiamo avviato la
destagionalizzazione, siamo stati tra i primi
a introdurre la lavorazione in linea delle
sarde e, poi le linee dei prodotti ittici
marinati, tra i quali le insalate e gli antipasti
di mare. Il trasferimento a Porto Viro, nel
Delta del Po, ha di molto contribuito a
questi cambiamenti".
Ma non vi siete fermati ai prodotti
della gastronomia ittica…
"Durante questo periodo abbiamo
compreso la realtà della nostra missione:
lavorare per proporre piatti pronti per
soddisfare la richiesta di servizio da parte
del consumatore contemporaneo. Abbiamo,
così, affiancato alla gastronomia ittica la
lavorazione delle verdure e dei vegetali
(verdure grigliate, funghi, pomodori secchi
e semi dried, quinta gamma), l'introduzione
in gamma dei formaggi, degli involtini a base
di salumi, di verdure e del pesce affumicato.
Grazie a una serie di acquisizioni abbiamo
ampliato ulteriormente l'offerta ittica con
le acciughe salate (dal Marocco in italia con
il nostro marchio Marinara), il pesce
c o n g e l a t o ( n o s t ro m a rc h i o
Seagarden), lo stoccafisso,
gli affumicati
(salmone, spada,
tonno
col
m a r c h i o
Principesca). Da
ultimo abbiamo
introdotto nei
nostri listini i sughi, prevalentemente a base
ittica, con i marchi Marinara (a lunga
conservazione) e Dinon (freschi). Ci
occupiamo anche di pasta fresca all'uovo,
liscia e ripiene, col marchio Panda di Torino".
Gli ultimi dati della ricerca Nielsen
commissionata da FedagriConfcooperative ha rivelato un boom
delle vendite di prodotti alimentari
già pronti. Come sta
rispondendo l'azienda a
questo trend? Ci sono
prospettive di sviluppo
che, nonostante la crisi
globale, fanno pensare a
un 2009 positivo per la
Dinon?
"Come dicevo, abbiamo da
tempo intercettato la domanda dei
consumatori contemporanei, proponendo
prodotti-servizio orientati al time saving.
Riteniamo ci siano molti spazi per la
creatività di chi, come noi, ha a disposizione
tanta e diversificata offerta di prodotto.
Questo inizio di 2009 vede un trend
molto positivo, direi eccellente, dei
nostri prodotti affumicati. Nel
complesso abbiamo
riscontrato l'inizio di una
controtendenza già da
marzo".
Quali sono le aree di
maggiore penetrazione
dei vostri prodotti nel
mercato italiano e
quale quota è
r i s e r v a t a
all'export?
" S i a m o
tradizionalmente
presenti in alcune
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regioni forti come il
Piemonte, in parte
la Lombardia, il
Veneto, il Lazio, la
Puglia, la Campania.
S t i a m o
perseguendo una
politica diretta
all'ottimale
copertura del
n o s t r o
territorio.
All'estero
siamo leader
in Svizzera e
Antonio Dinon
molto presenti
in Francia e Germania. Nel complesso
l'export contribuisce a circa il 40% del
nostro fatturato".
Qual è il rapporto con il canale
distributivo? Com'è cambiato nel
tempo?
"Il rapporto è secondo me, troppo
conflittuale, perseguendo il trade moderno
un obiettivo più finanziario che realmente
distributivo. La missione del trade dovrebbe
essere quella di selezionare il miglior
assortimento per la propria clientela. Mi
pare che spesso si prescinda da una corretta
considerazione dell'offerta dell'industria per
il soddisfacimento di esigenze finanziarie di
breve periodo. Una volta avevo a che fare
con grossisti che prima ordinavano i
prodotti, dopo averli scelti accuratamente
e poi chiedevano il prezzo, dando per
scontate le condizioni di vendita. Oggi non
è proprio così".
È previsto il lancio di nuovi prodotti?
"Daremo un forte supporto alle vendite
degli affumicati e dei sughi. Prevediamo
un'estensione "alto di gamma" del
congelato e, in prospettiva una
rivitalizzazione dello
stoccafisso".
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Marketing & Fornitori
Attinà racchiude
i tradizionali
sapori calabresi
in un vasetto
Michele de Sanctis
acchiudere "il sapore e il
profumo di una terra ricca e
generosa, il tepore del sole, il
carattere artigianale delle cose di una volta"
in un barattolo. È la missione che Santo
Forti, alla guida di Attinà, porta avanti nella
realizzazione di prodotti
sott'olio e sott'aceto.
L'azienda nasce nel 1931 a
Villamesa di Calanna, un piccolo
paese in provincia di Reggio
Calabria, come laboratorio
artigianale a carattere familiare
per la conservazione sott'olio
di varie specialità alimentari
tipiche stagionali (olive ,
melanzane, carciofi, peperoni
ecc.).
è appunto il nome di famiglia e
in settant'anni, contraddistinti
da un'esponenziale crescita
imprenditoriale e produttiva è
arrivata oggi ad ottenere, grazie alla sempre
crescente specializzazione, un ottimo
posizionamento sul mercato nazionale ed
internazionale.
Quando c'è stato il salto di qualità?
"Dagli anni '70 con l'ingresso della terza
Il direttore commerciale Santo Forti
generazione in azienda e con l'apertura dei
mercati esteri, soprattutto Stati Uniti, Canada
e Australia abbiamo avuto la forza di
continuare e intensificare ciò che avevano
fatto i nostri nonni.
Dalla piccola struttura originaria, a
conduzione familiare, si è passati
ad uno stabilimento che insiste
su un'area di 20mila mq, con
impianti di produzione ,
confezionamento e magazzini
di stoccaggio tra i più completi
e moderni del settore, con una
capacità produttiva tale da poter
soddisfare le crescenti richieste
di mercato.
Uno dei punti di forza
dell'azienda è proprio il
controllo di qualità in tutte le
fasi del ciclo produttivo e
commerciale, ciò l'ha portata
ad ottenere il Certificato di
In alto lo stretto di Messina, sotto lo stabilimento Attinà
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Marketing & Fornitori
Conformità del proprio Sistema Qualità alla
norma UNI EN ISO 9001:2000 e la
certificazione Kosher dei propri prodotti".
Come si articola oggi la vostra
produzione?
"Produciamo circa 300 articoli. Capperi,
frutti del cappero, carciofi, funghi di ogni
varietà, melanzane, peperoni, peperoncini
piccanti,
peperoncini
ripieni,
pomodori
secchi, una
vastissima
gamma
di olive , antipasti,
giardiniera...e ancora i prodotti grigliati e i
gustosissimi patè tra i quali la Bomba
RegGina.
Sul mercato siamo presenti con tre
diverse linee di prodotti. "I Contornelli",
linea che include prodotti lavorati secondo
le antiche ricette mediterranee e tipiche
calabresi e prodotti classici, in olio di semi
di girasole, all'aceto, in salamoia, al sale e al
naturale.
"Calabriamia", linea che si rivolge ad un
consumatore esigente, alla ricerca accurata
del gusto e selettivo nelle scelte. Peculiarità
specifiche della linea sono, infatti, la selezione
accurata delle materie prime, le ricette
tipiche con utilizzo di olio extra vergine
d'oliva e il packaging di forte impatto visivo
con immediato richiamo ai colori e ai sapori
intensi della terra di Calabria. E infine per
il mercato estero c'è la linea esclusiva Attinà
Gourmet, una linea di carattere e dallo
stesso tempo sobria dall'inconfondibile
Italian Style".
Quali sono le aree di maggiore
penetrazione dei vostri prodotti nel
mercato italiano e che strategie state
adottando per aggredire il mercato
estero?
"Siamo presenti soprattutto al centro
sud ma stiamo cercando soluzioni per un
ampliamento a partire dell'export
(attualmente su quote del 25% del
fatturato in paesi come l'Australia, gli
USA, il Canada, la Francia, il Messico,
l'Inghilterra, Germania ed Emirati
Arabi), e il potenziamento del giro
d'affari in Italia con la GDO, per il
maggiore sviluppo della rete di vendita".
E i rapporti con la Ingross
Levante?
"Camminiamo insieme da diversi
anni e ciò permette ai nostri prodotti
presenti anche nei Cash del nord e
di essere apprezzati anche in aree
lontane da quelle di normale incidenza. Ora
che stiamo allargano i nostri canali di vendita
troviamo già terreno fertile perché in quelle
aree i nostri prodotti sono già conosciuti".
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
"Per il futuro le strategie imprenditoriali
sono già ben definite: per la produzione è
prevista la creazione di nuove specialità
mediterranee. Per quanto concerne le
operazioni di marketing, alla cui direzione
c'è Maria Attinà, si sta puntando
all'esposizione preferenziale del prodotto
attuata con il lancio di espositori in
cartotecnica comodi e funzionali, il tutto
presentato in una nuova veste grafica,
risultato di una imponente operazione di
restyling che si concluderà fra qualche mese".
Nella pagina alcune immagini delle fasi di produzione, del magazzino e della sala riunioni
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Marketing & Fornitori
Per l'agente Natalicchio il mercato
del beverage non ha più segreti
Michele de Sanctis
a birra l'ha conosciuta prima da beverage, in quarant'anni di lavoro dal suo
venditore che da consumatore, portfolio sono passate le migliori aziende:
anche se per molti anni è stato Heineken, Schweppes, Pejo, Gaudianello.
il sig. Moretti della Puglia. Oggi è agente
"Nel 1996 l'Heineken acquistò la Birra
della Industrie Bevande Gassate Sud (Ibg) Moretti così sono passato a lavorare per
che produce e distribuisce nel Mezzogiorno gli olandesi, portando con me il bagaglio
Pepsi Cola, Gatorade e Lipton. Nicola della precedente esperienza. Con i tedeschi
Natalicchio è laureato in economia e ho imparato le virtù della precisione e del
commercio, "avrei potuto fare il professore pragmatismo".
- racconta - poi conobbi il console della
Ha sempre lavorato con
Germania a Bari, e mi propose di fare il multinazionali, questo ha ristretto la
responsabile marketing per la Prince Brau s u a a u t o n o m i a d i ve n d i t o re ?
a Bitonto, erano gli anni settanta quelli in
"Non ho mai sentito la pressione della
cui l'azienda tedesca era molto affermata. multinazionale. Per la mia storia lavorativa
Accettai e dopo poco diventai il responsabile devo dire che i direttori commerciali mi
di filiale a Foggia". Poi si è consumato l'evento hanno sempre concesso una grande
che ha segnato definitivamente la carriera autonomia operativa, e quando hanno
lavorativa del dott. Natalicchio.
smesso di farlo, come la Heineken nel 2000,
"Nel 1977 ci fu uno sciopero in
ho lasciato la loro azienda. Ho sempre
fabbrica di 58 giorni, lì ebbi un moto
avuto un budget con il quale posso
di coscienza e quando tutto finì
decidere direttamente, anche oggi
decisi che era il momento di
alla Ibg. Perchè a volte è necessario
mettermi in proprio e passai da
prendere decisioni immediate,
essere un dipendente a essere un
altrimenti non riesci a incidere sul
agente. Intanto un gruppo canadese
cliente. Ma trattando i soldi delle
comprò la Prince al sud e la
aziende come fossero miei,
birra Moretti al
ho avuto sempre con
nord, così cominciai
tutti un rapporto
a fare il lavoro che
corretto".
ho
sempre
Mentre
voluto. È stata
c o m e
una fortuna".
gestisce i
Natalicchio
c a n a l i
è un agente
distributivi?
che conosce
"Servo tutti
come pochi
i
canali.
altri
il
Dall'horeca alla
mercato del
gdo, e devo
L'agente Nicola Natalicchio
14
dire che non è facile farli convivere. Ma
operare sul multicanale mi ha reso possibile
capire come si muovono entrambi, così
cerco di dare prodotti della gdo a gdo e
dell'horeca al concessionario, non mettendoli
mai in contrasto o concorrenza. È difficile
da gestire ma lo puoi fare solo se controlli
il mercato a 360 gradi. Così colgo tutte le
opportunità".
Quando è cominciato rapporto con
la Ingross levante?
"I primi rapporti di lavoro li abbiamo
avviati al supermarket in corso Umberto.
Conosco la genesi di questa azienda che ho
sempre rifornito. Inizialmente ho fatto un
po' di fatica a far capire alle mie aziende
l'importanza del sistema Cash, perché erano
abituate all'ingrosso tradizionale, ma poi
abbiamo aperto codici importanti e abbiamo
sempre lavorato bene".
Come ha vissuto il passaggio dalla
"stretta di mano" al tabulato?
"Bene, perchè io ho sempre privilegiato
i programmi di lavoro, negli anni '60-'70
avevo i miei tabulati, anche se non precisi
come quelli di oggi. Ho sempre parlato di
quote di mercato, di redditività con i miei
clienti, poi sono diventati concetti di uso
comune, ma per me ormai erano già
acquisiti".
La situazione attuale dell'economia
sta incidendo sulle vendite?
"Oggi il 90% dei prodotti si vende in
volantino, è difficile mantenere un prezzo
di scaffale, ma io cerco di far stare i miei
clienti sempre in promozione, con il miglior
prezzo possibile tutto l'anno, per essere
sempre competitivi".
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Marketing & Fornitori
Vendola: il bello di essere commercianti
Marco Fiorentino
olti esercenti avviano la propria
attività come proseguimento di
un percorso familiare. In certi
casi si rimane nello stesso settore, in altri
si cambia. Il commercio, comunque, rimane
sempre nel Dna.
Questo discorso vale anche per il Sig.
Vendola Luigi, il quale nel 1990 ha deciso di
aprire un alimentari e bevande in via Carelli
a Terlizzi, comune della provincia di Bari.
"Ho seguito le orme dell'attività di
famiglia, specializzata nella distribuzione di
bevande, ampliando la vendita con altri
Luigi Vendola, cliente del Cash di Terlizzi
prodotti alimentari". Ovviamente il punto
di forza di questo esercizio sono le bevande,
non solo per i modici prezzi ma anche
perché la clientela acquisita in passato è
sempre rimasta fedele, anzi, col tempo, è
aumentata.
L'apertura di supermercati e ipermercati
non ha mai intimorito il sig. Vendola perché
ritiene che chi si reca in un esercizio solo
per approfittare di un'offerta non sia un
buon cliente. Meglio avere pochi clienti
giornalieri ma fidati, piuttosto che clienti
che si riversano in un ipermercato
soprattutto nei fine settimana.
"Difficilmente nel mio esercizio ci sono
offerte particolari proprio perché non voglio
abituare i miei clienti al meccanismo
dell'offerta. E' ovvio che se mi va di fare
sconti particolari o offrire qualche prodotto
in più, lo faccio volentieri".
La ricerca di condizioni di mercato
favorevoli gli permette di presentare anche
delle novità nel suo punto vendita e questo
è possibile anche grazie alla Migro.
"Mi rifornisco dal Cash di Terlizzi da
quando è nata questa attività. Ormai sono
di casa. Si è creato un rapporto solido,
duraturo nel tempo e non ho mai avuto
problemi. Prezzi e assortimenti sono più
che soddisfacenti". Per quanto riguarda
invece il periodo di
crisi economica
attuale, il Sig.Vendola
sostiene di non
avvertirla in
particolar modo
perché gli alimenti e
le bevande, in casa,
non mancano mai.
"Questa
è
un'attività che
funziona. E'possibile
che un giorno io
apra un nuovo punto
vendita, simile a
questo, magari per
permettere a uno
dei miei figli di
proseguire sulla
stessa strada
commerciale
intrapresa anni fa
dalla mia famiglia.
Ovviamente i
giovani di oggi hanno
altri obiettivi e
devono por tare
avanti le loro idee ma i miei figli possono
contare su un ottimo paracadute". Da queste
parole si deduce che il Sig. Vendola
consiglierebbe ad un giovane di
intraprendere questa attività anche se si
ritiene scettico a riguardo dei prestiti bancari
che i giovani ottengono oggi per avviare
un'attività. "
Con i tempi che corrono è meglio
investire di tasca propria senza affidarsi a
prestiti bancari. Il bello di questa attività è
la gestione del tempo e del lavoro. Non si
dipende da nessun altro se non da se stessi.
E' ovvio che in qualsiasi lavoro ci vuole
buona volontà".
La parola ai clienti
Catia Scaccia
Ho una pizzeria a Torrice, in provincia di
Frosinone e vengo a rifornirmi da anni al
Cash. Mi trovo veramente bene i prezzi
sono buoni e ho un'ampia scelta di prodotti
di tutte le marche a disposizione.
La crisi si fa sentire poco, ma alla pizza non
si rinuncia, magari si prende e si porta a
casa ma resta un buon modo per passare
una sera in compagnia.
Luciano Damiani
Il Cash di Livorno è diventato per me, sin
da quando ha aperto, il modo migliore di
rifornirmi. Gestisco un punto vendita con
alimentari e detersivi e trovo molta
convenienza qui. Ho un buon rapporto con
il personale, anche se a volte attendo troppo
alle casse. Sto lavorando a buon regime
nonostante non tiri una buona aria per il
commercio.
15
Maura Mutti
La mia azienda agricola è a Sarezzano, a
pochi chilometri da Tortona, ho scoperto
il Cash da un volantino e torno a fare spesa
ogni quindici giorni perché trovo i prezzi
convenienti. In inverno tra le ampie corsie
fa freddo, ma l'ottimo rapporto con i
dipendenti che sono sempre pronti a darci
indicazioni utili, diciamo così, riscalda la
nostra spesa.
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Speciale mercati
La partita a scacchi
della Russia con il mondo
si gioca sull'energia
Giovanna Poli
a Russia di questi anni è un caso
di studio davvero molto
interessante: è un paese che non
ha mai conosciuto, nella sua millenaria storia,
altro regime da quello autoritario, fosse
esso quello assolutista zarista o il regime
comunista. Il crollo dell'Unione Sovietica ha
rappresentato non solo la fine di un'era, ma
anche l'emersione di una serie di problemi
politici ed etnici, fino ad allora nascosti dal
rigido e capillare sistema di controllo
sovietico: quell'enorme Stato, composto da
nazioni diverse, con interessi divergenti,
crogiuolo di etnie, lingue e religioni differenti,
era sempre stato tenuto insieme con la
forza e la repressione, senza concedere
spazio alle libere scelte dei cittadini. La
possibilità concessa da Gorbaciov di
costituire liberamente partiti politici e
sindacati e di tenere libere elezioni fece
immediatamente rinascere, nelle quindici
repubbliche che costituivano lo Stato
Sovietico, il desiderio di indipendenza o di
autonomia per tanto tempo soffocato.
In questa situazione si delineò
innanzitutto una nuova classe dirigente a
cui perfettamente si addiceva il termine di
"oligarchia", mentre la proliferazione della
mafia e della corruzione aumentò il grado
di insicurezza dei cittadini perché l'"homo
sovieticus" tende al conformismo, a quella
che viene denominata normalnaya zhin, o
vita normale (aspirazione che, malgrado i
cambiamenti strutturali, sembra ancora
radicata nell'inconscio collettivo).
L'ascesa di Putin
In queste condizioni l'arrivo di Putin ha
segnato una svolta verso una certa stabilità,
favorita dal miglioramento economico, forse
congiunturale ma percettibile, soprattutto
perché egli è riuscito a penetrare nei diversi
centri di potere della società russa e a
controllarli rafforzando la cosiddetta
"verticale del potere". Non a caso punto
nodale della politica di Putin fu sin dal suo
primo mandato, la sensibile riduzione delle
autonomie dei paesi dell'ex Unione Sovietica
e delle vaste province della Federazione,
accentrando il potere a Mosca, per esempio,
con l' abolizione dell'elezione diretta dei
governatori regionali. In secondo luogo, la
sistematica "de-oligarchizzazione" guidata
dal bisogno di restaurare un equilibrio nella
distribuzione delle risorse economiche e
politiche. La stessa crisi finanziaria
internazionale che stiamo vivendo in questi
giorni rischia di giocare a suo favore in
quanto, iniettando risorse finanziarie nelle
banche private, il Cremlino può aumentare
la sua influenza all'interno delle grandi
imprese e in settori strategici della nazione,
creando una nuova redistribuzione della
16
ricchezza a favore dello Stato, entrando in
possesso di quelle risorse rimaste nelle
mani dei vecchi centri di potere. Ovviamente
tutto ciò desta vive preoccupazioni tra
coloro che temono una possibile involuzione
autoritaria del sistema.
Sta di fatto che la Russia oggi sta
crescendo: sia in termini economici sia in
termini geopolitici grazie alla sua politica
energetica. Ciò le ha consentito, nel corso
degli ultimi anni, di rimodulare sensibilmente
la propria politica estera sempre più legata
alla crescita del suo potere relativo e di
tornare come protagonista sullo scacchiere
internazionale.
Il potere energetico
Una delle grandi questioni internazionali
riguarda oggi la politica delle fonti
energetiche. Il Cremlino ha in mano un
potente strumento di potere geopolitico e
un'occasione per risanare l'economia interna
seguendo le linee di quella che, da Vladimir
Putin, prende il nome di "Putinomics". Tale
strategia prevede lo sfruttamento delle
immense riserve energetiche della Siberia,
l'adeguamento degli attuali prezzi politici a
quelli di mercato, il controllo del sistema
dei gasdotti e degli oleodotti di tutti i paesi
della vecchia Unione Sovietica. Il controllo
delle sue risorse naturali è stato poi stato
usato contro il tentativo di alcuni Paesi di
distaccarsi dalla sfera di influenza russa
portando, se non ad un loro fallimento, per
lo meno ad un sostanziale
ridimensionamento.
Se fino ad ora i prezzi del gas destinato
ai paesi limitrofi erano praticati a livelli
politici, in nome della "fratellanza sovietica",
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Speciale mercati
la Russia persegue oggi la politica di riportare dell'Abkhazia, le quali benché facenti parte europea spera di assicurarsi del gas anche
il livello dei prezzi a quello di mercato, del territorio amministrato da Tiblisi, sono dall'Iraq. Gazprom a questo punto si
provocando in tal modo un raddoppio della di fatto indipendenti dai primi anni 90, in troverebbe uno scomodo concorrente a
somma che tali paesi sono costretti a pagare realtà la sfida vera riguarda il controllo del contendergli le forniture di metano ai Paesi
per le loro forniture di gas. È questa l'origine trasporto del gas dalle regioni del mar Europei .Ogni progetto di portare gas e
della crisi tra Russia e Ucraina, dove la Caspio sino alle nostre case per i prossimi petrolio dall'area del Caspio all'Europa
"rivoluzione arancione" del premier decenni. Putin vuole che la Russia, tramite tagliando fuori la Russia però, si arresterebbe
Tymoshenko è stata accantonata proprio a Gazprom, abbia il monopolio dei gasdotti se la Georgia,snodo cruciale, fosse costretta
causa dello strangolamento di Mosca sulle che anche in futuro collegheranno i vecchi a limitare la propria indipendenza da Mosca:
forniture di gas:
l ' E u r o p a
è di gennaio
dipenderebbe
l'ultimo episodio
sempre più da
di questa diatriba
Gazprom per la
conclusasi con
p r o p r i a
un accordo che
sopravvivenza e
avrebbe un
gli Stati Uniti
ulteriore
subirebbero una
corollario
pesante sconfitta
politicoin una delle
economico non
r e g i o n i
legato al metano,
strategicamente
la promessa di
più importanti
Putin
di
del pianeta. Nel
Da sinistra: l'ex presidente dell'URSS Gorbaciov, la Piazza Rossa e l'attuale primo ministro russo Putin
sostenere Kiev
frattempo,
contro la crisi finanziaria globale che, territori dell'Unione Sovietica al resto del Mosca ha preparato un suo progetto, il
secondo gli esperti, ha portato l'Ucraina mondo. Per riuscire nel progetto, che gasdotto South Stream, che dovrebbe
sull'orlo della bancarotta.
darebbe al suo Paese un potere economico collegare la costa russa del Mar Nero con
Se pare, comunque, legittimo per la Russia e politico mai raggiunto prima, egli deve l'Italia, la Bulgaria, la Grecia, l'Ungheria e la
l'abbandono di un sistema di prezzi
Serbia e avrebbe l'effetto non solo di
agevolati nei confronti delle repubbliche
bypassare l'Ucraina,ma anche di
ex-sovietiche, non sembra ci sia una
aumentare la dipendenza dell'Europa
esatta contropartita quando è la Russia
dal gas russo. Questo progetto
dalla parte dell'acquirente delle riserve
ridurrebbe ulteriormente la possibilità
energetiche del Turkmenistan o del
di realizzazione del Nabucco, già
Kazakistan. A questo punto entra in
ostacolato dalla sopraccitata pressione
gioco il secondo strumento di influenza
Russa sui territori rivieraschi del Mar
geopolitica russo: il controllo delle
Caspio, ma soprattutto dalla mancanza
infrastrutture di gasdotti e di oleodotti
di gas, in quanto studi approfonditi
che collegano tutte le ex repubbliche
hanno dimostrano che il gas del
sovietiche alla Russia stessa e
Turkmenistan non è sufficiente a
quest'ultima al resto del mondo. Il
soddisfare interamente le necessità
sistema di idrocarburi della vecchia
europee.
Unione Sovietica era stato costruito per impedire che si concretizzi lo scenario
La Russia serve all'America e viceversa
essere gestito dal centro - cioè da Mosca alternativo, al quale lavorano da anni gli Stati
Oggi però, si sta verificando un sensibile
- ed ora è appannaggio delle due società Uniti e, per quel poco che può, l'Unione cambiamento nei rapporti di potere a livello
russe sotto controllo governativo: Transneft Europea. Scenario nel quale la Georgia, internazionale. Da un lato la profonda crisi
(petrolio) e Gazprom (gas). Grazie a tale svolge un ruolo cruciale. Se si osserva il finanziaria e lo sforzo militare in Afghanistan
sistema di gasdotti e oleodotti, Mosca può conflitto da questo punto di vista, il vero e Iraq ha privato l'America del suo ruolo
condizionare i flussi di energia a tutta la Cis nemico di Putin non è il presidente georgiano incontrastato a livello globale, dall'altro, la
(Comunità di Stati Indipendenti costituita Mikhail Saakashvili, ma un'enorme Russia ha visto svanire, a causa del crollo
nel 1991) e avere di fatto un enorme potere infrastruttura chiama Nabucco, che per ora del prezzo del petrolio, i progressi economici
sulle risorse di tali paesi. Tutti i conflitti nella esiste solo sulla carta, ma che se mai sarà realizzati in questi ultimi anni, per cui
periferia dell'Est, dalla Georgia alla Cecenia, realizzata, segnerà la fine dei sogni entrambi i Paesi sono in un certo senso
sono centrali dal punto di vista energetico. monopolistici del Cremlino. La pipeline obbligati ad una distensione e ad un
Nabucco e South Stream
unirà la Turchia con l'Austria e attraverso ridimensionamento dei loro progetti non a
La Georgia rappresenta oggi un obiettivo la Bulgaria raggiungerà la Romania e caso la parola che impera oggi nei rapporti
strategico di fondamentale importanza per l'Ungheria. In tal modo sarà in grado di tra le due potenze è "Reset". Tuttavia,questo
il controllo delle risorse energetiche della trasportare il gas dai ricchi giacimenti del avvicinamento che si poggia su reciproche
zona sud-caucasica.
Mar Caspio al mercato europeo. La maggior necessità e debolezze ed ha dunque un
Così se a prima vista, nella guerra con la parte delle forniture dovrebbero provenire valore real-politico, ha un risvolto positivo
Russia in gioco sembrano esserci le due da Paesi come l'Azerbaijan, il Kazakstan, il a livello mondiale, poiché segnerebbe l'inizio
regioni separatiste dell'Ossezia del sud e Turkmenistan, l'Egitto mentre l'Unione di un nuovo periodo di stabilità globale.
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Cash and Carry
Migro Cedi Cash festeggia 9 anni di
convenienza e di successi
Marco Gadda
el maggio del 2000, quando
venne inaugurata a Corigliano
d'Otranto la piattaforma
distributiva Cedicash, prendeva avvio un
ambizioso progetto: portare la convenienza
Migro in tutta Italia attraverso un Cash &
Carry on-line, il primo in Italia.
A distanza di nove anni esatti quel
progetto ambizioso non soltanto è diventato
realtà, ma rappresenta un autentico punto
di riferimento per gli acquisti di migliaia di
commercianti - indipendenti e non - della
penisola.
"Dal 2000 ad oggi Migro Cedicash è
molto cresciuto", spiega un responsabile
della divisione, con cui tracciamo un bilancio
di questi nove anni, "fino a diventare molto
più di un cash & carry on-line.
Per i nostri clienti, Cedicash è ormai un
partner sicuro e affidabile, che garantisce
la possibilità di ordinare oltre 30.000
prodotti food e non food ai prezzi migliori
sul mercato e riceverli direttamente e
comodamente nel proprio punto vendita
entro 48 ore".
La convenienza di Cedicash fa sì che il
cliente si senta finalmente in grado di
competere con i grossi centri commerciali,
ormai diffusi a macchia d'olio sull'intero
territorio nazionale, che attraggono il
consumatore finale con l'intento di
allontanarlo dal supermercato sotto casa.
"Il nostro cliente ha ormai maturato la
consapevolezza di essere "protetto" da
un'Insegna forte e vincente - qual è Migro
- pur non essendovi legato, come invece
avviene per i classici centri di distribuzione;
uno dei punti fermi della nostra politica
commerciale consiste proprio nell'abolizione
di ogni vincolo, cosicché il cliente può
effettuare acquisti quando vuole, scegliendo
in modo facile e veloce i prodotti che più
gli interessano attraverso un catalogo
completo on-line, costantemente aggiornato
con promozioni ed oppor tunità".
Dalla Sicilia alla Val d'Aosta, la "famiglia"
Cedicash continua a crescere ogni giorno.
"Nel 2002 per promuovere Cedicash racconta Marco Amato - partecipammo a
varie fiere di settore e facemmo pubblicità
sulla stampa specialistica. Ricordo che l'idea
di un cash & carry on-line suscitava
scetticismo nei potenziali clienti. Internet,
e-mail… sembrava tutto così complicato!
Il tempo ha dato ragione ai nostri
investimenti ed oggi oltre mille commercianti
di tutta Italia scelgono quotidianamente la
convenienza, la qualità e la comodità di
Cedicash per i loro acquisti".
Fare ordini con Cedicash è semplice e
rapido: basta compilare il listino aggiungendo
nelle apposite caselle le quantità desiderate
per ciascun articolo, quindi inviare l'ordine
via mail ad uno dei venditori Cedicash; entro
poche ore la merce viene preparata e
valorizzata. "I primi tempi - spiega Rita
Scibilia - questa procedura era più articolata
e macchinosa, ed anche internet girava molto
più lentamente; ricordo di aver passato ore
al telefono con alcuni clienti che non
riuscivano a salvare il file dell'ordine, ad
inviare una mail, o con altri cui si bloccava
sistematicamente il computer… E sorrido
ancora ripensando a quel cliente che
nemmeno aveva il PC, ma voleva a tutti i
costi acquistare da Cedicash.
Andò appositamente a comperarlo, poi
mi chiamò e mi disse: "Adesso mi spieghi
come si accende!".
Oggi anche i meno esperti riescono a
trasmetterci ordini on-line senza alcuna
difficoltà". E non è tutto. "Stiamo
progettando - aggiunge Marco Amato - un
sito internet ancora più all'avanguardia,
ancora più completo e, nello stesso tempo,
molto più semplice da utilizzare: insomma,
un vero e proprio portale Cedicash. Sarà il
primo regalo per le imminenti dieci
candeline".
A proposito di novità in arrivo, sono
molteplici i progetti attualmente in fase di
studio che presto saranno presentati ai
clienti: incentivi speciali, opportunità su
misura, e "tanto altro ancora… - conclude
il responsabile - quasi trattenendosi per
non rovinare l'effetto sorpresa".
"Chi conosce Cedicash sa che di giorno
in giorno può aspettarsi qualche nuova
iniziativa; del resto fa parte del Dna di Migro
cercare di essere sempre vicino ai propri
clienti e alle loro esigenze; non nascondo
che molte delle nostre idee nascono proprio
dai suggerimenti che riceviamo".
Quella di Cedicash, insomma, è una sfida
che si rinnova costantemente, anche dopo
nove anni di convenienza e di successi.
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Lavoro e carriere
Cassa integrazione ancora più flessibile
Domenico Pastoressa
el 2010 il debito
pubblico italiano
raggiungerà il 121
per cento del "PIL". "La crisi non
è finita, costerà 4mila miliardi di
dollari al sistema finanziario
globale". È quanto sostiene il
Fondo Monetario Internazionale
che ha diffuso i risultati della
propria stima.
E allora giù a varare centinaia
di piani a sostegno per arginare
le turbolenze del sistema, ma la
crisi "globale" costa cara e
quindi i provvedimenti, in
maggioranza, guardano in alto,
mirano a sostenere banche,
colossi industriali e grandi
carrozzoni compartecipati.
I piccoli e medi imprenditori
devono attingere essenzialmente
dal "cesto" degli ammortizzatori
sociali per recuperare strumenti
a difesa della crisi economica e
a salvaguardia dei livelli
occupazionali.
E tra tutti, il più utilizzato,
con un incremento anche del
500%, rispetto agli anni passati
è l'istituto della Cassa
Integrazione Guadagni Ordinaria
(Cig). La cassa integrazione
guadagni opera nei casi di
contrazione o di sospensione
dell'attività produttiva per
situazioni aziendali dovute ad
eventi transitori e non imputabili
all'imprenditore o al dipendente,
ovvero determinate da situazioni
t e m p o r a n e e d i m e rc a t o
(mancanza di scorte, mancanza
di ordini o commesse).
Quindi crisi aziendale più o
meno lunga e conseguente
previsione di ripresa produttiva.
La Cig è prevista per il settore
industriale, indipendentemente
dal numero dei lavoratori
occupati. Rientrano, inoltre, le
lavorazioni accessorie anche non
industriali, connesse in maniera
diretta con l'attività della
"azienda madre" in crisi.
Possono beneficiare inoltre
della Cig, le società cooperative
che svolgono attività similari a
quelle industriali, quelle di
trasformazione
e
commercializzazione
di prodotti agricoli,
derivati
dalla silvicoltura e
dall'allevamento degli
animali.
Sono invece escluse
le aziende: Artigiane,
del Terziario, del
Credito, Assicurazioni,
Agricole, Piccola pesca,
S p e t t a c o l o,
Cooperative di trasporto e
facchinaggio, Gruppi portuali,
N av i g a z i o n e , Tr a nv i a r i e ,
Autoservizi di linea.
Originariamente destinata ai
dipendenti con qualifica di
operaio sospesi dal lavoro, con
la legge 223/1988 l'integrazione
sociale ordinaria spetta ora ai
l avo r a t o r i
s u b o rd i n a t i
appartenenti alle categorie degli
operai, impiegati e quadri, assunti
a tempo indeterminato, a tempo
determinato e part-time nonché
ai soci e ai dipendenti delle
cooperative destinatarie della
Cig.
Sono esclusi invece gli
apprendisti, i dirigenti, i lavoratori
somministrati, distaccati, a
domicilio ed autisti addetti al
servizio personale del datore di
lavoro.
La durata massima
dell'inter vento di Cassa
Integrazione Ordinaria è di 13
settimane consecutive
(dal lunedì al sabato)
prorogabili di trimestre in
trimestre, fino a un numero
20
massimo di 52 settimane in due
anni.
Tale limite, dal 20 aprile 2009
(cfr circolare INPS n. 58/2009)
può essere computato non più
avuto riguardo a un'intera
settimana di calendario in cui
un solo lavoratore - su tutta la
forza aziendale -sarà posto in
Cig per una sola giornata - in
tutta la settimana-, ma con
riferimento alle singole
giornate di sospensione.
La reinterpretazione della
norma da parte del Ministero
del lavoro porta al cambio del
metodo di
calcolo dei giorni,
allineandosi - per fortuna - al
"temporaneo" periodo di
rallentamento produttivo
conseguente alla attuale fase di
crisi economica.
Sino ad oggi il calcolo dei
limiti temporali è avvenuto in
ossequio alle disposizioni
civilistiche
cioè nel rispetto del
calendario comune.Tale criterio,
però, comporta un utilizzo
temporale rigido del beneficio
della Cassa, assolutamente non
adatto alle attuali esigenze di
produzione caratterizzate da
una sempre più estesa flessibilità
di ruoli ed orari di lavoro.
Al fine di contenere e, quindi,
superare la crisi, le forze lavoro
vengono utilizzate in maniera
funzionale all'andamento dei
mercati interni ed internazionali.
Per tali ragioni, il computo
dei limiti temporali di
concessione della Cig verrà
eseguito con criteri più flessibili.
Il nuovo criterio di computo dei
limiti massimi di fruizione della
CIG - da tre a dodici mesi considera - adesso - le singole
giornate di sospensione del
lavoro e non una intera
settimana di calendario
indipendentemente che vi sia
stata sospensione dal lavoro per
l'intera durata della settimana
stessa.
Un provvedimento, certo, che
non pretende di risolvere i
problemi - relativi
all'occupazione - per imprese
e lavoratori, ma tenta comunque
di inserirvi meccanismi attivi.
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Lavoro e carriere
Lo "scongelamento" dell'impresa
il primo passo verso l'efficienza
Antonio Pisani
bbiamo un obiettivo per il 2009:
la crescita zero dei costi". Con
le parole pronunciate dal Vice
Presidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi,
in occasione della presentazione dei dati
2008 voglio iniziare insieme a Voi il viaggio
alla ricerca del bene più utile di cui una
realtà organizzativa possa disporre, della
risorsa più critica per fare la differenza, più
preziosa addirittura del denaro che, senza
di essa, perderebbe il suo valore: il suo
nome è EFFICIENZA.
In molteplici settori esiste l'efficienza; noi
ci limiteremo a guardare le sue applicazioni
in ambito gestionale cercando di individuare
gli strumenti utili per ricercarla, raggiungerla
e mantenerla.
Efficienza è sinonimo di produttività, di
adeguatezza, di vantaggi; è opportuno, allora,
iniziare la nostra ambiziosa ricerca parlando
del "vantaggio più vantaggioso" che il
momento di crisi impone di raggiungere e
su cui un colosso come Mediaset ha scelto
di focalizzare i propri sforzi per passare
indenne la turbolenza 2009: l'efficiente ed
efficace gestione dei costi.
Quando si parla di costi
si parla di quotidianità
e non è un caso che in
qualsiasi facoltà di
Economia si sostenga
l'esame sulla contabilità
dei costi e non su quella
dei ricavi; ciò,
ovviamente ,
non
succede perché le
entrate siano meno
importanti ma perché
tutti i sistemi economici
affrontano una realtà
comune: il grande
numero e l'eterogeneità
delle voci di spesa che
le imprese gestiscono
è almeno 10 volte
superiore rispetto a
quella delle entrate.
Fino a pochi mesi fa gran parte delle imprese
italiane credeva nell'ottimizzazione della
propria struttura dei costi; oggi l'85% dei
CFO ammette che ricercherà nella riduzione
delle spese operative una strategia vincente
per difendersi dalla crisi. Appare evidente,
dunque, come non basti più credere
nell'efficiente gestione delle proprie spese
ma bisogna averne l'assoluta certezza;
l'esempio Mediaset è ancora una volta
emblematico: il recupero della profittabilità
aziendale deve transitare attraverso progetti
di miglioramento e contenimento delle
uscite.
La domanda ovvia è: come ottenere queste
certezze in un mercato in cui le sole cose
certe sono l'aumento dei prezzi e
l'incremento della complessità della gestione?
Effettivamente la risposta non è delle più
semplici, non perché sia impossibile ottenerla
ma perché per raggiungere questo ambito
risultato c'è bisogno di tempo, competenza
e voglia di mettere in discussione le proprie
scelte. Ottimizzare i costi, infatti, non significa
solo spender meno ma vuol dire migliorare,
crescere, aprirsi a nuove opportunità, in
una sola parola cambiare. Trattare questo
argomento è sempre molto difficile, il
cambiamento è tra le cose che l'indole
umana accetta meno volentieri. Avete mai
provato a chiedere a vostra moglie di
cambiare parrucchiere? Sono sicuro che nel
99% dei casi non abbiate avuto una risposta
docile ma vi siate scontrati piuttosto con
una ferma difesa della sua preferenza anche
se lei, in cuor suo, stava già mettendo in
21
Antonio Pisani,
laureato in
Economia
Aziendale presso
l'Università
LUISS di Roma,
si occupa di
strategie di ottimizzazione e riduzione
di costi aziendali. Dopo le significative
esperienze maturate presso le società
Ernst&Young e Natuzzi Spa, è oggi Partner
Consultant della Expense Reduction
Analysts operando nell'area Centro-Sud
Italia. Per qualsiasi informazioni scrivete
ad [email protected] o
v i s i t a t e
i l
s i t o
www.expensereduction.com.
discussione le performance del suo
"fornitore di fiducia".
Ci siamo! Questo è sicuramente il primo
importante obiettivo da raggiungere nella
strada che porta al nostro tesoro: per
conquistare l'efficienza è indispensabile la
predisposizione al rinnovamento ed al
confronto continuo con il mercato della
fornitura, per cogliere
con tempestività le
opportunità che lo
caratterizzano.
Il più celebre teorico
del cambiamento, Kurt
Lewin, qualifica questo
momento con il
termine "unfreezing"
ovvero scongelamento;
all'inizio di questi giorni
di primavera, dunque,
l'invito che porgo a tutti
quelli che credono nella
propria impresa e che
ogni giorno cambiano
l'offerta dei propri
prodotti/servizi per
adeguarli
alla
mutevolezza della
domanda è: ruotate di
qualche grado la vostra prospettiva ed
esponete ai caldi raggi del mercato la parte
più "artica" della vostra realtà, per iniziare
a recuperare competitività e marginalità
anche dall'interno.
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Diritto e fisco
L'Authority e la concorrenza in Italia
Mariano Leone
ualche anno fa, prima del disastro
finanziario che ha riportato in
auge i termini fondamentali
dell'economia politica: liberismo, statalismo,
libera concorrenza con effetti di
stravolgimento di posizioni ideologiche, c'è
stato un episodio negli USA che ho ritenuto
emblematico perché impercorribile in Italia.
La Coca Cola USA aveva acquistato una
nuova bevanda la Dr. Pepper, una bibita da
un vago sapore di ciliegia. Il tribunale
americano con una sentenza aveva ritenuto
lesivo per la concorrenza l'acquisizione di
questa bevanda affermando che con questa
acquisizione la Coca Cola avrebbe assunto
una posizione dominante sul mercato.
La motivazione della sentenza era
interessante perché si rifaceva alle qualità
organolettiche della nuova bevanda che
potevano richiamare
quelle della Coca Cola,
quindi di conseguenza
la posizione sul mercato
della bevanda Coca Cola
avrebbe acquistato una
dominanza per effetto
di una acquisizione
societaria e non di un
rapporto
di
c o n c o r r e n z a
commerciale.
Sia la motivazione, sia
la procedura giudiziaria
mostrano che per
sanzionare accadimenti
che riguardano la
concorrenza occorre
una visione sostanziale e non formale delle
responsabilità e addirittura, come in questo
caso, un intervento indagativo sulle qualità
organolettiche della bevanda.
In Italia un contenzioso di questa qualità
non l'avremmo avuto, a cominciare
dall'individuazione delle responsabilità
giuridiche. Nel nostro Paese abbiamo una
categoria imprenditoriale che possiamo
definire quarto capitalismo che
rappresenta l'unica categoria
imprenditoriale che si misura con la
concorrenza. Si tratta di imprese che hanno
da 30 a 400 dipendenti.
Non solo si misurano quotidianamente
con la concorrenza, nazionale ed estera, ma
sono le imprese che pagano le inefficienze
amministrative, un fisco cattivo con i piccoli
e assolutamente rilassato con la grande
evasione, una amministrazione pubblica che
paga con tempi assurdi, una organizzazione
di categoria che dovrebbe rappresentarli
ma che in realtà è gestita dall'altra categoria
di imprenditori, quella dei privilegiati che si
oppone al quarto capitalismo.
Questi gruppi vivono di concessioni
statali, di posizioni dominanti sul mercato
coltivate da taciti consensi politici, e sono
incapaci di misurarsi sui mercati esteri se
non fanno innovazione.
A dispetto di questo ruolo, toglie risorse
finanziarie al quarto capitalismo. Assorbe le
maggiori risorse del sistema assistenziale
(cassa integrazione, leggi agevolative, ecc.).
L'indirizzo politico predominante tende
a favorire il capitalismo privilegiato e molto
spesso coincide con questo. Ma dovendo
formalmente salvaguardare i principi del
libero mercato, ha prodotto una ennesima
istituzione, come nella migliore tradizione
italiota.
Chi dovrebbe assicurare le regole del
mercato all'unica categoria che si misura
con queste regole?
L'Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato. In una situazione dove una
dozzina di famiglie detengono tutto il
mercato borsistico italiano, per cui la borsa
italiana è nana ed è destinata ad essere nana.
In una situazione dove solo 50 nomi coprono
le cariche dei consigli di amministrazione
di tutto il mondo bancario ed assicurativo
italiano.
In una situazione dove le aziende che
fanno più utili sono quelle che gestiscono
monopoli o attività in concessione
(televisioni, telefonia, energie, informazione),
22
abbiamo l'Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato. Ma cosa fa di
concreto questo istituto con 170 dipendenti?
Ecco gli ultimi interventi dell' Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato:
14/ 04/ 2009: Segnalazione sulla Legge
Regionale della Regione Liguria 28 Ottobre
2008, n. 39; 14/ 04/ 2009 Segnalazione sui
criteri di individuazione delle reti di
trasporto di gas naturale e sull'allacciamento;
15/04 /209: Accettati e resi vincolanti
gli impegni presentati da Abi e Pattichiari.
Non entro nel merito di questi
provvedimenti, ma mi chiedo come fanno
a vedere questi dettagli e a non vedere i
treni di violazione della concorrenza che
rischiano di investirli.
Come fanno a non vedere il mondo degli
appalti pubblici, delle
concessioni statali, delle
innumerevoli
commistioni a livello
centrale e periferico che
c o i n v o l g o n o
amministrazioni
pubbliche
e
imprenditoria privata
privilegiata.
Chi nomina questa
Autority? Il Presidente
ed i quattro componenti
sono nominati di
concerto dai presidenti
del Senato e della
Camera dei deputati. Per
definizione dovrebbe
essere una istituzione indipendente. Visto
come sono nominati i componenti del CDA
come si fa a dire senza rossori che possa
essere indipendente. La legge istitutiva è
del 1990.
Lascio a chi mi legge valutare che cosa
è cambiato nel sistema economico italiano
da quando è stata costituita questa Autority.
Sono passati 20 anni e non credo che sia
cambiato qualcosa.
Anzi mi pare che l'accentramento, la
commistione tra mondo bancario finanziario
e assicurativo, mondo politico, grande
impresa privilegiata da concessioni statali
sia diventata così macroscopica che
immagino i componenti dell'Autority
camminare con gli occhi bassi per non
vedere le sistematiche violazioni della libera
concorrenza.
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Diritto e fisco
Cos'è l'IBAN e cos'è il BIC
Bartolo Di Pierro
IBAN (International Bank
Account Number) è la
coordinata bancaria
internazionale che consente di identificare,
in maniera standard, il conto corrente del
beneficiario,
permettendo inoltre
alla Banca ordinante
d i ve r i f i c a re l a
correttezza dei dati
grazie ai due caratteri
di controllo, già in fase
di inserimento del
bonifico.
A seguito delle
implementazioni
procedurali alcune banche riescono anche
a ricavare, automaticamente, il BIC (Bank
Identifier Code) codice, attribuito dalla
SWIFT, che identifica la banca del
beneficiario.
SWIFT (Society for Worldwide Interbank
Financial Telecommunication) è la società
per le telecomunicazioni finanziarie
interbancarie mondiali, una società attraverso
la quale il mondo finanziario svolge la sua
attività con velocità, certezza e sicurezza.
Più di 8300 organizzazioni bancarie, enti e
imprese in più di 208 paesi utilizzano la
SWIFT per lo scambio di milioni di messaggi
finanziari standardizzati.
Entrambi gli elementi IBAN e BIC sono
necessari per eseguire i pagamenti verso
l'estero e conferire a detti pagamenti il più
elevato grado di automazione e velocità
possibile.
L'utilizzo dell'IBAN, sempre associato al
codice BIC della banca del beneficiario, è
stato regolamentato sia dal Regolamento
(CE) 2560/2001, e sia da una risoluzione
dell'EPC (European Payment Council) che
ne ha sancito l'obbligatorietà per tutti i
bonifici in euro, di qualsiasi importo, effettuati
verso i Paesi dell'Unione Europea, dello
Spazio Economico Europeo e la Svizzera.
Il regolamento ha previsto che in caso
di bonifici transfrontalieri (cioè quelli emessi
in Euro, fino ad un massimo di Euro 50.000,
nell'ambito della Unione Europea allargata)
le banche devono percepire le stesse
commissioni e spese previste per un bonifico
in Italia.
Il Regolamento prevede però che la banca
possa richiedere delle commissioni
supplementari per la mancanza o
l'indicazione errata di questi dati. Dette
commissioni servono a coprire le eventuali
spese che potrebbero essere richieste alla
Banca ordinante dalla Banca del beneficiario,
a causa del fatto che non avrà potuto trattare
in maniera automatica i pagamenti. È bene
rammentare che è comunque facoltà delle
banche, che ricevono bonifici privi delle
coordinate IBAN e BIC complete e corrette,
di rifiutare e quindi respingere al mittente
tali pagamenti addebitando alla banca
mittente le loro spese.
Alcune banche hanno messo a
disposizione su internet un programma che
consente di verificare l'esattezza dell'IBAN.
Ad esempio ci si può collegare al sito Banca
Marche:http://www.bancamarche.it/viewd
oc.asp?CO_ID=421&tree=508
Il codice SWIFT rilevabile, anche,
su
internet
al
sito:
http://www.swift.com/bsl/freequery.do è
formato da max 11 caratteri alfanumerici:
- 8 caratteri obbligatori + 3 facoltativi Ad esempio il codice BMBAIT31XXX
che identifica
B A N C A
MERIDIANA SPA Direzione Generale
- Bari - si legge come
segue:
- i primi quattro
caratteri: BMB A
identificano la banca;
- quinto e sesto:
IT
indicano la
nazione;
- settimo ed ottavo: 31 riportano il
codice della città: Bari
- gli ultimi tre caratteri identificano
eventuale filiale di destinazione (branch
code); questo carattere non è obbligatorio
ed in mancanza devono essere inserite:
XXX.
A partire dal 1° gennaio 2008 il codice
IBAN utilizzato per i bonifici transfrontalieri,
ha sostituito le tradizionali coordinate
bancarie (codici ABI, CAB e numero di
conto corrente) ed è diventato obbligatorio
anche per i bonifici nazionali.
I paesi che hanno aderito alla convenzione sull'IBAN
(aggiornamento all'1/1/2007) sono tutti i Paesi U.E. (27):
Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta,
Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania,
Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.
Paesi dello SEE (Spazio Economico Europeo): Islanda,
Liechtenstein, Norvegia.
Altri Paesi: Andorra, Bosnia, Croazia, Gibilterra, Macedonia, Mauritius,
Montenegro, Svizzera, Tunisia, Serbia, Turchia.
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Area prodotti
Bilancio positivo per le vendite pasquali
a colomba e le uova di
cioccolato reggono le difficoltà
del momento confermando la
forte tenuta del sistema agroalimentare in
tempo di crisi. Le stime dell'Aidi,
l'associazione che raggruppa i produttori
dolciari di Confindustria, parlano di una
spesa nazionale complessiva per i dolci
pasquali di circa 280 milioni di euro (inclusi
quelli delle pasticcerie artigianali), smentendo
seccamente le notizie di rincaro di prodotto
sui banchi della grande distribuzione. Sulle
tavole degli italiani arrivano circa 38
milioni di colombe, cifra in leggero
aumento rispetto ai numeri del
2008 (si stima almeno un +1%)
e tra i 42 ed i 43 milioni di
uova, con una spesa media per
famiglia di circa 20 euro.
Le notizie sulla buona
tenuta del mercato sono
confermate dai produttori
di Verona e provincia,
territorio nel quale si
concentrano i due terzi della
produzione nazionale , e
arrivano dopo una campagna
pasquale 2008 un po' sotto tono
(-1% sul 2007). L'anno scorso erano
state vendute complessivamente 35 mila
tonnellate di dolci lievitati pasquali, di cui
il 76% di colombe tradizionali, il 15% di
colombe speciali e il 9% torte pasquali. Il
confronto con gli anni precedenti è
comunque positivo, con un incremento del
4,6% sul 2002 e del 12,3% sul 1999. La
Pasqua 2008 era caduta però il 23 marzo,
penalizzata da una concentrazione delle
vendite su un arco temporale più corto e
da una minore lontananza dal precedente
periodo natalizio.
"La campagna è andata sostanzialmente
bene. Stimiamo un aumento della produzione
rispetto allo scorso anno di almeno il 3%,
sia per le uova che per le colombe"
commenta Alberto Bauli. "Quello che conta
è però il sell-out, ossia quanta parte di
prodotto immesso sul mercato sarà
effettivamente venduto, dal momento che
l'80% degli acquisti di questo prodotto
avviene negli 8-10 giorni che precedono la
festività: una settimana santa troppo calda,
quindi sfavorevole ai consumi di questo tipo,
può determinare una certa contrazione
degli ordinativi. A giugno chiuderemo
c o m u n q u e
l'esercizio
2 0 0 8 2009 con un
fatturato di circa 320 milioni, quindi in
crescita rispetto al precedente, confermando
una quota di mercato del 23% sulla colomba,
delle 22% sulle torte pasquali e del 12%
sulle uova, con quattro milioni di famiglie
acquirenti. Unico neo" conclude, "l'erosione
dei margini. Lavoriamo oggi con un margine
operativo lordo tra il 7 e l'8%, cifre quindi
non elevate cui si deve opporre una politica
di grande attenzione al contenimento dei
24
costi industriali". Positivo è anche il riscontro
in casa Motta, l'azienda di San Martino del
gruppo Nestlè che per prima iniziò la
produzione industriale delle colombe negli
anni '30.Pure alla Melegatti di San Giovanni
si parla di una buona stagione. "Siamo
complessivamente soddisfatti anche
dell'andamento della campagna natalizia"
afferma il presidente Emanuela Perazzoli. "I
prezzi delle materie prime stanno però
risalendo a danno della redditività. Ci difende
un brand affermato da 115 anni e una quota
di mercato del 15%, con quantitativi che
consentono una buona politica di
contenimento dei costi. A giugno
chiuderemo un bilancio con un fatturato
stabile a circa 60 milioni, con un conto
economico in pareggio se non in
leggero utile. Se si cresce, in
questo settore, è solo per
acquisizioni. Giova però
l'innovazione e la ricerca di
prodotti per ricorrenze
alternative a quelle classiche.
È questo un filone da
potenziare".
Per le aziende produttrici
un parziale recupero di
redditività arriva anche dalle
tante le versioni proposte per
le colombe pasquali, vendute a
prezzi chiaramente più elevati: al
cioccolato, alla crema, glassate, al caffè
o al limoncello. E infine i rapporti con la
grande distribuzione, una canale che assorbe
l'88% del prodotto. La competizione tra i
produttori si gioca tra qualità e prezzi,
tenendo conto che la colomba pasquale
copre circa il 15% delle quantità complessive
dei lievitati da ricorrenza e il 20% a valore.
Colombe, pandori e panettoni sono usati
infatti come veri "prodotti civetta", cioè con
forte richiamo sul consumatore per
spingerlo ad acquistare anche altra merce.
Alessandro Azioni - L'arena.it 13 aprile 2009
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Area prodotti
"Licor" i liquori italiani fanno consorzio
Francesco Dente
'appuntamento è per il 23 maggio
a Saronno. La città famosa per
l'Amaretto ospiterà, in occasione
della manifestazione sul folclore italiano, la
firma dell'atto costitutivo di "Licor".
Che cosa è Licor? È l'associazione fra
i comuni produttori di liquori, sorta
per valorizzare i simboli
dell'agroalimentare italiano. Al momento
sono già una decina le città che hanno
aderito all'iniziativa. È il caso, ad esempio,
di Civitavecchia (Sambuca Molinari),
Pisticci (Amaro Lucano), Benevento
(Liquore Strega), Muccia (Anice Varnelli),
Muravera (mirto), Bormio (Braulio),
Torreggia (Maraschino), Rossano
Calabro (liquore di liquirizia), Amalfi
(Consorzio di Tutela Limone Costa
d'Amalfi Igp Limoncello), oltre
naturalmente Saronno. Numerosi i progetti
del sodalizio: si va dalla promozione di
eventi, alla tutela della tipicità del prodotto,
dagli studi sulle origini dei liquori italiani
alle iniziative di ricerca. Proprio per questo
motivo sono state coinvolte anche le aziende
produttrici, artigianali e industriali. L'intento,
infatti, è da un lato quello di creare un
circuito fra i Comuni sede delle aziende
che imbottigliano i liquori, dall'altro dar vita
a una operazione di marketing di settore.
L'obiettivo finale a cui punta l'associazione
è valorizzare la tipicità dei liquori italiani in
vista dell'Expo 2015 che si terrà a Milano.
Licor, a sua volta, si inserisce nel progetto
"Res tipica", l'Associazione costituita
dall'Associazione nazionale comuni
(Anci) e dalle Associazioni Nazionali
delle Città di Identità, per la promozione
delle identità territoriali italiane. Res
Tipica nasce per salvaguardare e
promuovere l'immenso patrimonio
ambientale, culturale, turistico ed
enogastronomico dei Comuni piccoli
e medi del nostro Paese. Intende
valorizzare, inoltre, la cultura dei
territori, per far conoscere in Italia e
nel mondo la ricchezza di paesaggi,
saperi e sapori. Non a caso sono già
sorte ben 24 associazioni che tutelano
i prodotti più diversi del made in Italy
alimentare: dall'olio al vino, dalla chinina alla
nocciola, dal castagno al miele. Un modo
intelligente, dunque, per metter in vetrina
gli "elisir" del Belpaese.
Un bicchiere di vino contro la crisi
La 43° edizione di Vinitaly quest'anno si è presentata come "The
World We Love": il mondo che amiamo. La manifestazione ha
registrato numeri da record. Oltre 150.000 i visitatori provenienti
da 110 Paesi, 45.000 gli operatori esteri e 4.200 gli espositori di
altri Paesi. Perché è soprattutto all'estero che la vendita e il consumo
non conosce crisi. Quasi con un bicchiere di vino si volesse
dimenticare la situazione economica.
In particolare dai dati si evince che nel 2008 l'export di vino
all'estero ha raggiunto quota 3,6 miliardi di euro, con una crescita
del 2% in valore e per quest'anno la tendenza non appare affatto
conclusa. E, secondo gli studi più recenti, a breve-medio termine
(cinque anni) ci sono ancora margini di crescita, soprattutto in
alcuni Paesi. Cina, Messico, Brasile, Germania e Regno Unito, per
esempio, sono i più promettenti per i vini base. Ma Germania e
Brasile sono anche interessati alla fascia dei popular premium,
come pure Norvegia, Canada e Paesi Bassi, mentre la Russia si
configura come mercato emergente per le fasce di prezzo più
elevato, sia il segmento premium (dove si posizionano Hong Kong,
India, Singapore, Usa) sia super premium, le etichette più costose,
dove spiccano anche Hong Kong, Cina e Svizzera.
Diverse invece le previsioni per il mercato interno. Secondo la
ricerca del Centro Studi gli italiani risultano "più sensibili alla qualità
che alla quantità. Nel 2008 è aumentata la propensione all'acquisto
- ha commentato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni
Mantovani - di vini a denominazione di origine anche nella
distribuzione organizzata (Gdo), con una crescita sensibile della
fascia di vini con prezzo superiore ai 5 euro". A differenza di quanto
immaginato però, quello italiano, ha aggiunto Mantovani, "non è un
mercato maturo".
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Le giuste soluzioni
per arredare il
vostro giardino
volte basta poco per cambiare il
volto della propria casa
soprattutto con l'arrivo
della primavera che dona una luce
diversa agli ambienti e richiama la
maggiore vitalità degli spazi esterni. Per
chi ha la possibilità di avere un giardino
è importante che prenda anche in
considerazione l'esterno che, se arredato
in modo semplice ma funzionale, può
davvero essere utilizzato frequentemente
soprattutto per trascorrere piacevoli
momenti con amici o con la propria
famiglia.
Il giardino è il luogo relax ideale, e
sicuramente richiede manutenzione ma allo
stesso tempo con i giusti interventi dà molte
soddisfazioni. Occorre sistemare le siepi e il
prato per cui tanti sono gli utensili che si
possono utilizzare. Per non sbagliare
potete affidarvi ai leader del mercato, i
Black & Decker i cui tosaerba e
tagliabordi possono essere usati anche
da mani non troppo esperte.
Progettando il vostro spazio
verde con attenzione potrete
avere un giardino vivo e
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fiorito in ogni
periodo dell'
anno accostando
insieme piante di
ogni tipo, un prato verde e ritagliarvi un angolo
dove potervi sedere per ammirare gli alberi da
frutto nel periodo della fioritura, le rose
sbocciate e le altre meraviglie che la vita all'aria
aperta vi offre.
Per fare questo molte sono le possibilità di
arredo. Ciò che maggiormente viene utilizzato
sono i gazebo che possono essere montati
molto semplicemente e richiedono solo una
semplice manutenzione.Variano le dimensioni
e i materiali. La maggior parte di essi ha forma
quadrata o rettangolare ma ci sono anche in
forma ottagonale. I più pratici sono in ferro ma
il gazebo in legno, tuttavia, rimane il più classico,
e quello che esteticamente rappresenta la
migliore scelta per l'arredo degli spazi aperti,
conservando quel tocco di romanticismo.Tutti
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ai più diversi ambienti. La
Progarden è tra le aziende
specializzate nella
produzione e progettazione
di questi articoli e con le
due linee classica e elegance
offre soluzioni per tutti i
gusti. Semplici o con ripiani
i cui motivi riprendono gli
effetti delle più diffuse
pavimentazioni per dare
però permettono la migliore integrazione con
gli spazi circostanti perché lasciano la
possibilità sui lati di osservare il giardino,
anche se in alcuni modelli possono
essere aggiunti dei paraventi per
ripararsi nelle umide e fresche serate
estive.
per l'arredamento con tavoli da
esterno, dondoli, poltroncine in
paglia, divanetti in tessuti facilmente
sfoderabili, il tutto per dare un
tocco di particolarità ed eleganza.
E per questi mobili da giardino c'è
una vasta possibilità di scelta.
Il materiale più utilizzato è il
polipropilene, lega plastica che con
la sua leggerezza e le possibili
diverse colorazioni può abbinarsi
all'ambiente una certa uniformità. Soluzioni più
eleganti le offre la Monclaire con sedie e tavoli
in banano color corda con cuscini in iuta,
complementi d'arredo adattabili perfette anche
per gli interni. Un angolo barbecue, meglio se
portatile, darà alle vostre mangiate il piacevole
gusto dell'arrosto e le moderne soluzioni
permettono anche una facile pulizia, cosa che
spesso rappresenta la vera nota dolente di
questa scelta di cucina all'aria aperta. Per
accontentare i più piccoli non servono le case
sugli alberi alla Simpson ma basterà sistemare
in giardino una Country cottage della Famosa
per far sognare i vostri bambini, o un piccolo
scivolo che garantirà divertimento a volontà,
mentre i grandi potranno rilassarsi su un
comodo dondolo.
Per chi non avesse un grande
giardino a disposizione potrà
adattare queste soluzioni
perfettamente anche a una veranda,
dove concedersi momenti di
convivialità per godersi la primavera
oppure ovviare alla calura estiva.
Con queste soluzioni il vostro
giardino o la vostra veranda
diventerà una vera e propria stanza
aggiuntiva della casa. A questo
punto
4 manca solo un invito agli
amici per trascorrere una piacevole
serata in compagnia…
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1. Set veranda Progarden: Panchina Lariana, poltrone Lario, tavolino Niso; 2. Dondolo tre posti Pacifico, 3. Black & Decker tosaerba
30cm 900w; 4. Country Cottage Famosa. Tutti gli articoli sono disponibili presso i punti vendita Bliz oppure acquistabili on line dal
sito www.bliz .eu
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Pannelli solari: innovazioni tecniche
aumentano il risparmio energetico
Le aziende più impegnate in ricerca e
innovazione hanno messo a punto tecnologie
in grado di incrementare il risparmio
energetico ottenuto con i pannelli solari.
Con notevoli benefici anche sul risparmio
economico delle famiglie che scelgono di
installare questi impianti.
Alcuni piccoli ma rilevanti accorgimenti
tecnici consentono di migliorare
notevolmente le prestazioni in fatto di
risparmio energetico. Tra i pannelli solari,
quelli a circolazione naturale hanno, come
noto, i rendimenti migliori. In particolare, i
sistemi solari termici a circolazione naturale
sono quelli che permettono di massimizzare
il risparmio sia energetico che economico,
poiché sfruttano il naturale ciclo del calore.
Inoltre non hanno bisogno di
manutenzione, grazie alla semplicità di
funzionamento, e non richiedono energia
elettrica suppletiva. Il
fluido contenuto nei
pannelli, riscaldato dal
sole, sale verso l’alto,
entra nel bollitore
sovrastante cedendo il
proprio calore all’acqua
sanitaria e, una volta
raffreddatosi, scende di
nuovo creando una
circolazione, appunto,
naturale.
Ma i pannelli solari
più
moderni,
garantiscono
caratteristiche di alto
rendimento e durata, soprattutto per l’alta
qualità dei materiali e della tecnologia
utilizzati, oggi ulteriormente migliorati.
Continui e attenti studi, hanno consentito
di apportare alcune interessanti modifiche
per migliorare il rendimento dei sistemi
solari termici per la produzione di acqua
calda sotto il profilo del risparmio
energetico.
Nella costruzione dei nuovi pannelli viene
infatti utilizzata la moderna tecnologia di
saldatura al laser, con il risultato di un
ulteriore miglioramento delle caratteristiche
di efficienza e affidabilità.
Le nuove strutture sono completamente
in alluminio e sono già predisposte anche
per l’incasso a tetto. La piastra captante
altamente selettiva, saldata al laser ai
collettori, è ora ricavata in un unico stampo
per eliminare ogni tipo di infiltrazione ed è
realizzata in Mirotherm. Tra il vetro ad alta
trasmittanza e la cornice, inoltre, è inserita
una guarnizione di tenuta a giunture saldate.
Nel mondo della termoidraulica, il solare
termico continua così ad essere uno dei
settori in maggiore espansione, grazie anche
ai contributi statali in forma di sconti fiscali.
Risparmio energetico e risparmio
economico possono così favorire un rapido
sviluppo dell’energia solare presso gli
utilizzatori ed in particolare nelle abitazioni
civili delle famiglie italiane. Iniziative concrete
e una diffusa informazione rendono poi i
consumatori più consapevoli della reale
accessibilità e convenienza economicoambientale degli impianti di pannelli solari
per la produzione di acqua calda sanitaria.
www.supersolar.it
Un ragazzo finlandese perde l’ultima falange di un dito in un incidente e si fa impiantare una chiavetta Usb
La memoria in un dito
Tutto è nato da una battuta dei medici che
hanno assistito Jerry Jalava, programmatore
finlandese, in ospedale dopo l’incidente in
moto in cui il ragazzo ha perso l’ultima
falange dell’anulare sinistro.
L’IDEA – Apprendendo che il giovane geek
si guadagna da vivere stando al computer,
uno dei dottori che si occupava della
costruzione della protesi per il dito gli ha
infatti suggerito di compensare la porzione
mancante con una pennetta Usb. Era ironico,
ovviamente, ma a quanto pare l’idea è
piaciuta molto al programmatore –
evidentemente dotato di grande senso
dell’umorismo e autoironia – , che non ci
ha pensato due volte e ha chiesto che fosse
realizzata.
LA PROTESI – È lo stesso Jerry a segnalare
il link alla pagina di Flickr
in cui ha pubblicato alcune
foto del suo dito dotato di
memoria. Con orgoglio. Ed
è sempre lui a raccontare
l’intera vicenda sulle pagine
del proprio blog , dove
spiega che la protesi in
silicone in cima alla quale
è stata incorporata la
pendrive Usb non è fissa:
è una specie di guaina
morbida che può essere sfilata dal dito in
qualsiasi momento.
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Per esempio quando il ragazzo deve
trasferire dei dati da o sul suo personalissimo
supporto di archiviazione
digitale da 2GB di capienza. «Se
devo usare la memoria Usb
lascio la protesi infilata nella
porta dedicata del computer,
per poi rimettermela addosso
quando il trasferimento dati è
terminato», ha detto Jerry, che
ha anche anticipato come sarà
la versione 2.0 della protesi:
« Av r à u n t a g R fi d s u l
polpastrello, e questa parte sarà
rimovibile indipendentemente dal resto».
Alessandra Carboni - www.corriere.it 19 marzo 2009
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Primavera: le allergie ai pollini
La primavera è arrivata finalmente, ma con lei arrivano anche i pollini. L’inverno è stato
particolarmente rigido e questo, da un lato, non è un fatto del tutto negativo, anzi per
le persone che soffrono di allergie è sicuramente positivo. In Italia circa 12 milioni di
persone soffrono di allergia ai pollini. Secondo i dati medici, almeno una persona in ogni
famiglia ha questo problema. Il freddo che è iniziato a fine autunno ha ritardato il processo
di impollinazione, quindi i disturbi legati alle allergie dovrebbero ritardare di qualche
settimana. Cosa succede alle persone allergiche ai pollini? Inalando l’allergene hanno
sintomi che comprendono starnuti, occhi rossi che lacrimano, tosse e nei casi più gravi
anche attacchi d’asma. Secondo i pediatri, per prevenire l’allergia nei bambini, bisognerebbe
portarli spesso in campagna, proprio dove c’è una maggiore possibilità di contatto con i
pollini: in questo modo si innalzano le loro difese contro gli allergeni. Infatti, secondo gli
esperti, l’allergia colpisce maggiormente proprio coloro che non sono a stretto contatto
con gli allergeni e che quindi non sintetizzano gli anticorpi necessari per la difesa. I rimedi
per le allergie da pollini sono gli antistaminici, da prendere da metà marzo fino a giugno,
ma il periodo dipende dai calendari pollinici (consultabili sul sito www.unipg.it) della zona
in cui si vive.
Ginkgo Biloba: un aiuto per la memoria?
Tra i prodotti naturali a cui i media
dedicano spesso ampio spazio vi è il ginkgo
biloba uno dei trattamenti erboristici più
impiegati e più noti per le vantate proprietà
di influire positivamente sulla memoria, sulla
capacità di apprendimento, l'attenzione e
l'umore.
Il ginkgo biloba è un albero a lento
accrescimento appartenente alla famiglia
delle ginkgoacee, che può raggiungere anche
i 40 metri di altezza. Originario dell'estremo
oriente, conosce
ora una diffusione
praticamente
ubiquitaria, grazie
anche alle sue
caratteristiche
biologiche:
u n ' e l ev a t a
resistenza al freddo,
alla carenza di
acqua, all'attacco di
funghi e altri
parassiti. In
fitoterapia vengono
utilizzate le foglie
essiccate , dalla
caratteristica forma
a ventaglio, ricche di sostanze attive come
aminoacidi, flavonoidi e derivati terpenici (i
principali sono bilobalide, ginkgolidi,
ginkgoflavonglucosidi).
Le proprietà farmacologiche di questi
componenti che hanno destato maggior
interesse sono l'azione a livello
cardiovascolare, l'attività sui sistemi di
neurotrasmissione e l'attività antiossidante
per l'azione antiradicalica. Per quanto
riguarda l'azione sul sistema cardiovascolare,
in particolare l'estratto di ginkgo sembra in
grado di esercitare un'azione vasodilatatrice
e di ridurre la viscosità del sangue e
l'aggregabilità piastrinica.
Per queste proprietà, il ginkgo biloba oggi
viene sempre più frequentemente impiegato
in tutte quelle condizioni di riduzione delle
capacità cognitive, della memoria e
dell'apprendimento, dovute ad una
insufficiente irrorazione sanguigna cerebrale
tipiche della demenza, e nelle malattie
vascolari periferiche (claudicatio
intermittens).
Alcuni studi hanno dimostrato che
l'estratto standardizzato (al 24% in
flavonglucosidi e al 6% in derivati terpenici,
denominato Egb 761) di ginkgo biloba
assunto alla dose di 120-240 mg al giorno
per sei-otto settimane può migliorare,
seppur debolmente, alcuni parametri relativi
alle funzioni cognitive; va tuttavia precisato
che si tratta di studi di piccole dimensioni,
non sempre metodologicamente corretti.
Soprattutto, questi studi non hanno
dimostrato che i miglioramenti osservati si
traducono in una superiore qualità di vita
dei pazienti e di chi li assiste, né in un
rallentamento della progressione della
malattia. L'efficacia del ginkgo biloba è stata
inoltre valutata nel trattamento dei disturbi
d'altura, ma dagli studi non sono emerse
sostanziali differenze rispetto al placebo.
Altri impieghi molto diffusi, come il
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trattamento dell'asma, il tinnito, gli acufeni,
la disfunzione erettile e la sindrome
premestruale non sono supportati da dati
di letteratura scientifica.
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati,
è stata segnalata la comparsa occasionale
di cefalea, nausea, vomito, bruciore di
stomaco e diarrea. Sono riportate inoltre
anche se raramente, gravi reazioni allergiche
cutanee. Per la capacità del ginkgo di
diminuire l'aggregazione piastrinica, il ginkgo
biloba potrebbe indurre sanguinamenti
improvvisi e/o ricorrenti e la comparsa di
emorragie e/o ematomi spontanei, che
devono essere segnalati al medico.
Poiché l'assunzione di ginkgo sembra
essere associata alla comparsa di convulsioni,
cautela deve essere adottata anche nelle
persone epilettiche o che potrebbero essere
predisposte ad epilessia o che stanno
assumendo farmaci noti per la capacità di
indurre attacchi epilettici.
Il prodotto è controindicato nelle
persone che soffrono di ipertensione, in
gravidanza, durante l'allattamento e nei
bambini al di sotto dei 12 anni. Il medico
dovrebbe sempre essere informato riguardo
l'assunzione di integratori a base di ginkgo
biloba, in modo particolare da parte delle
persone anziane e dalle persone in
trattamento con farmaci anticoagulanti,
aspirina, antiaggreganti piastrinici e con
alcuni diuretici. L'assunzione di ginkgo
dovrebbe essere sospesa almeno 36 ore
prima di effettuare un intervento chirurgico.
www.saninforma.it
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Recensioni
Tutto subisce l'influsso del fisco
Tasse - libro inchiesta di Panorama - Sergio Ricossa
alla democrazia alla libertà, alla giustizia,
al senso di responsabilità dei cittadini, alla
loro prosperità o a quella dei figli e nipoti,
tutto subisce l'influsso del fisco. Nel caso italiano,
influsso prevalentemente malefico.
Riformare in meglio il fisco è compito arduo: come
diceva un illustre economista di altri tempi, Maffeo
Pantaleoni, qualunque imbecille è capace di inventare
una nuova imposta, pochissimi governanti sanno
tassare con giudizio.
Dà speranza ricordare che con un gettito fiscale
nettamente inferiore a quello odierno riuscimmo
tuttavia nell'immane impresa di ricostruire l'Italia
dalle rovine della seconda guerra mondiale. Ma
allora si era ricreato per un momento, e sia pure
in piccolo, il sistema dell'equilibrio tra potere e
contropotere.
Le frenesie fiscali di Scoccimarro non furono
sostenute a oltranza nemmeno da Togliatti, mentre
Luigi Einaudi, Corbino e Pella fecero diga contro
di esse.
Quasi mezzo secolo dopo urge ritrovare qualche
paladino del fisco democratico, che ricominci dal
principio, ossia prenda atto e faccia prender atto
che è inutile versare altra acqua nel secchio
dell'erario, se prima non ne tappiamo i buchi.
È il minimo da pretendere, e per giustificarlo basta
il buon senso, non occorre la scienza delle finanze.
Romanzo noir per Paulo Coelho, ma
per leggerlo in Italia bisognerà attendere
È molto atteso in Europa l'ultimo libro dello ne parlano in molti forum.
scrittore Paulo Coelho, l'autore brasiliano Il nuovo romanzo dell'autore di "L'alchimista"
più letto del mondo. Si tratta del suo primo e "Il cammino di Santiago" si svolge nell'arco
r o m a n z o n o i r, u n
di 24 ore a Cannes, dove
poliziesco, ambientato a
è in corso il famoso
Cannes e nella Costa
Festival del Cinema. Nella
Azzurra, sullo sfondo dello
stessa giornata avvengono
sfavillante mondo dell'alta
cinque misteriosi omicidi
moda francese. Una novità
in serie che risultano
assoluta per Coelho, dal
collegati agli ambienti della
titolo "O vencedor està
moda. "Brida" è l'ultimo
so" (Il vincitore resta solo),
romanzo pubblicato nel
pubblicato dalla casa
corso del 2007 da Paulo
editrice brasiliana Agir. Il
Coelho in Italia edito da
racconto poliziesco ha
Bompiani. Si calcola che
fatto il suo debutto in
Coelho abbia venduto
anteprima mondiale nelle Lo scrittore Paulo Coelho complessivamente nel
librerie brasiliane lo scorso
mondo oltre 75 milioni di
agosto, ma non è ancora nota la data di copie, con traduzioni in 62 lingue e diffusione
uscita in Italia, intanto gli appassionati già in 150 nazioni.
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Lettere
la Città
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Via Carlo Alberto,23 - 70056 Molfetta (Ba)
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Gentilissimi,
volevo complimentarvi per il
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legato a Migro Informa che avete
ideato. Le locandine vicino ai
prodotti con i prezzi riservati
solo a noi abbonati all'interno
delle corsie sono molto chiare,
con un risparmio di facile
riscontro e la solita ottima
convenienza delle vostre offerte.
Leggere un giornale non è mai
stato così utile…
Sandro Bogliacino
Per le tue lettere
a Migro informa scrivi a:
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oppure
redazione Migro informa
casella postale 151
70056 - Molfetta (Ba)
I l n o s t ro u f fi c i o
marketing è sempre al lavoro
per proporre ogni giorno il prezzo
più basso su tutti i prodotti dei
Cash Migro e l'abbinamento di
alcune promozioni con Migro
informa premia gli abbonati sin
dal primo numero. Questa nuova
formula costituisce solo un
perfezionamento di un sistema che
cerca sempre di offrire ai nostri
clienti chiarezza e convenienza.
Gentile Migro,
mi chiamo Gianluca Salviati e
premetto che... non sono vostro
cliente.
Ho due supermercati nella
provincia di Firenze e sono
venuto in possesso del vostro
giornale tramite un amico che,
invece, è vostro affezionato
cliente da molti anni.
La ragione per la quale non mi
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servo da voi è la distanza: non
posso allontanarmi dai miei punti
vendita, mi toccherebbe perdere
una giornata intera. Ho, però,
letto proprio su Migro Informa
della vostra divisione Cedicash.
Davvero è possibile usufruire
degli ottimi prezzi della Migro
ed avere la merce direttamente
in consegna nei miei punti
vendita?
Vorrei inoltre chiedervi: c'è un
responsabile della divisione
Cedicash cui potermi rivolgere
per porre alcune domande
specifiche?
Mi permetta anche di elogiare
la redazione di Migro Informa
per l'ottimo prodotto che ho
avuto spesso la fortuna di
apprezzare: vi ho trovato
un'informazione concreta e
puntuale ed ho avuto modo di
familiarizzare con voi della
Migro prima ancora di
diventare un vostro cliente!
Un unico appunto. Vorrà
perdonarmelo, ma da
compaesano del Sommo Poeta
ed... omonimo di uno dei padri
dell'Accademia della Crusca non
posso esimermi dal farvelo. Nel
giornale ho riscontrato un'infinità
di errori di ortografia e di
battitura! Possibile che non ci
sia qualcuno che ne controlli e
corregga le bozze prima che
vada in stampa?
In attesa di un vostro gradito
riscontro, rivolgo i più cordiali
saluti.
Gianluca Salviati
Lieti di annoverarla tra i lettori di
Migro Informa, ci farebbe piacere
di averla anche tra i nostri clienti.
In questo numero troverà un
articolo esaustivo sul Cash & Carry
online: Migro CediCash. Maggiori
informazioni potrà riceverle
chiamando, l'ufficio vendite, al
numero
080 335 0888.
Registriamo con attenzione
l'appunto rivolto a proposito degli
errori grammaticali e di battitura,
e non possiamo esimerci da una
più attenta revisione degli articoli
prima della stampa: accogliamo le
critiche affinché si possa fare
meglio.
A presto
Viviana Minervini
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Per gli abbonati sono riservate numerose promozioni nei Cash and Carry Migro
Terlizzi
(Ba)
Via Mariotto, 51
Tel. 080 351 56 65
Fax 080 351 46 55
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Modugno
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S.S. 96 Km 118,400
Tel. - Fax 080 532 22 22
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Frosinone (Fr)
Via Le Lame,5 Zona Asi
Tel. 0775 88 00 02
Fax 0775 29 25 66
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Massafra
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S.S. 7 Appia Km 636
Tel. 099 880 46 22
Fax 099 880 81 70
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Collesalvetti (Li)
Via Milano, 22
Tel. 0586 97 29 02
Fax 0586 96 35 52
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Corigliano d'Otranto (Le)
S.S. 16 Maglie-Lecce Km 975,300
Tel. 0836 66 05 16
Fax 0836 66 09 28
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Tortona (Al)
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Tel. 0131 86 05 61
Fax 0131 87 29 05
[email protected]