Unghia incarnita

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Unghia incarnita
podologia
a cura del dott. Vincenzo De Caprio - Podologo
Responsabile dell’A.M.P.I (Associazione Mercurio Podologi Internazionale) Regione Campania
Unghia incarnita
Un problema molto diffuso
E invalidante, il podologo ci aiuta a capire meglio.
COS’E’
L’unghia incarnita (o onicocriptosi) è
sicuramente l’onicopatia più diffusa.
Per essa si intende una penetrazione di
una parte della lamina nel solco del
letto ungueale.
LE CAUSE
Si assiste sovente ad una causa scatenante
e da concause che ne complicano il
decorso. La più diffusa è il taglio errato
delle unghie nonché traumi ripetuti da
calzature inappropriate, (soprattutto
quelle femminili) infezioni, ecc...
FASI EVOLUTIVE
Le unghie tagliate troppo corte e non
dritte (solitamente tagliate negli angoli)
creano speroni di lamina che diventano
molto affilati danneggiando i tessuti che
si infiammano, si gonfiano (riducendo lo
spazio) provocando un dolore acuto
(paragonabile al mal di denti o peggio)
caratteristico.
Il fai da te, non è utile in questi casi perchè
aumenta l’infiammazione che forma il
cosiddetto granuloma (tessuto neoformato
che sovrasta l’unghia) costringendo a
posture sbagliate (che spesso provocano
mal di schiena). Da qui in poi il dolore è
tale da non sopportare neanche il peso
del lenzuolo sul dito.
COSA SI PUÓ FARE
Prevenire è la miglior cura; tagliarsi le
unghie dritte usare calzature idonee a
punta larga previene efficacemente il
problema.
LA TERAPIA
Va distinta in 3 momenti: terapia podologica, terapia medica, terapia chirurgica.
● Terapia podologica
Risolve la maggior parte dei casi La rimozione della spicula con tecniche adeguate
riesce in pochi giorni con medicazioni
opportune a risolvere il problema con
successo il risultato estetico è molto gradito dal paziente, soprattutto se donna,
dott. Vincenzo
De Caprio
grazie a tecniche di ricostruzione che
in più rieducano l’unghia.
● Terapia medica
Somministra antibioticoterapia in caso
o di infezione conclamata o di un soggetto a rischio come ad es. il diabetico e
l’immunodepresso. L’antibioticoterapia
locale può essere complementare a quella
sistemica per aumentarne l’efficacia,
mentre nei soggetti a rischio dicono
i cunsensus è proscritta per possibile
sviluppo di antibioticoresistenza (non
esistono studi adeguati sull’argomento
che rimane tra due scuole di pensiero
in classe medica).
● Terapia chirurgica
Tende sempre più a diminuire grazie
all’ottimo lavoro della podologia ma
ha la sua grande valenza nel caso di
onicocriptosi recidivanti o particolarmente ostinate.
Le tecniche più usate sono: la matricectomia parziale o totale non definitiva, la matricectomia parziale o totale
definitiva (fenolizzazione) in rarissimi casi
si usa l’amputazione del dito.
MATRICECTOMIA
PARZIALE E TOTALE NON DEFINITIVA
Il chirurgo asporta o la parte danneggiata o tutta l’unghia insieme alla matrice;
si ricostruisce il bordo e si somministra
terapia medica e medicazioni idonee.
La guarigione si ha in circa 15 gg.
L’estetica solitamente viene mal tollerata
dal paziente, soprattutto se donna, nel
periodo di ricrescita.
MATRICECTOMIA
PARZIALE E TOTALE DEFINITIVA
(fenolizzazione)
Si esegue tutto come sopra e dopo aver
ripulito la zona, con dell’acido fenolico
(da qui fenolizzazione) si distrugge la parte
di matrice che interessa e si somministra
terapia medica con medicazioni adeguate La guarigione avviene in tempi
molto più lunghi (fino a 45 gg.) a causa
della ustione prodotta dal fenolo. Il risultato clinico è buono ma quello estetico
lascia a desiderare.
L’AMPUTAZIONE DEL DITO
Non si pratica quasi più.
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