GLI ESERCIZI Per quanto riguarda il progetto, personalmente ho
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GLI ESERCIZI Per quanto riguarda il progetto, personalmente ho
GLI ESERCIZI Per quanto riguarda il progetto, personalmente ho seguito gli incontri presso l’ITAS “Francesco Selmi” di Modena, struttura che ci metteva a disposizione una palestra ogni volta, dove ci siamo potuti sbizzarrire nella presentazione degli esercizi pratici. Solitamente con i ragazzi il primo approccio era di una breve introduzione discorsiva, in cui veniva introdotta l’associazione VIP e i valori, per poi passare alle esperienze e motivazioni personali. Successivamente si passava alla parte pratica, in cui sono stati fatti eseguire ai ragazzi diversi esercizi, in base anche alle attitudini che presentava la classe e anche su indicazioni delle professoresse presenti. Una nota positiva che mi ha colpito è che nella maggior parte delle classi, ho visto un ottimo rapporto tra i ragazzi e le professoresse, le quali il più delle volte venivano invitate dagli alunni a partecipare agli esercizi. Giocoleria Giro di palline in cerchio: Disposti in cerchio, il conduttore dell’esercizio inizia lanciando una pallina ad un compagno che la passerà ad un altro senza passarla a chi ha già lanciato, finché tutti non hanno fatto un lancio, e l’ultimo passa la pallina al conduttore. Dopo un paio di giri di riscaldamento, il conduttore inizia ad aumentare il numero delle palline e così via, fino ad arrivare alla capacità di circolazione massima per il gruppo di ragazzi impegnato (siamo riusciti in alcuni casi a far circolare 2 palline ogni 3 partecipanti). La prima volta che è stato eseguito il gioco, i ragazzi, in particolare durante il primo giro, ridevano e scherzavano tra loro, senza prestare molta attenzione e ascolto (del resto non sapevano cosa li aspettava). Quando è aumentato il numero delle palline, dopo un attimo di sorpresa, l’attenzione e l’ascolto hanno preso il sopravvento, e in alcuni momenti si poteva “ascoltare” un silenzio fuori dalla norma, finché non hanno preso l’esercizio quasi come una sfida da affrontare in gruppo, a tal punto che non avrebbero più voluto smettere. 3 palline Prima di arrivare a giocolare con le 3 palline, ogni volta abbiamo fatto qualche esercizio di riscaldamento, durante il quale si prendeva confidenza con la pallina. Il riscaldamento era costituito inizialmente da esercizi con una pallina, in cui si provavano diversi lanci e prese (passa mano veloce, lancio e presa con la stessa mano, sotto la gamba, dietro la schiena, lancio alto, presa del pinguino, presa della tigre, ecc…) Successivamente si passava ad esercizi con due palline ciascuno, in cui si iniziava a far provare il giro in cascata, cercando di concentrarsi sulla coordinazione movimento del braccio e sguardo. In seguito abbiamo distribuito tre palline ad ogni coppia, affinché provassero a far circolare tre palline rimanendo fianco a fianco e usando una mano ciascuno; in base poi alla richiesta dei ragazzi alcuni hanno provato a giocolare singolarmente con le tre palline. Acrobatika Con una classe particolarmente recettiva ed attiva, nel corso di un secondo incontro, abbiamo provato un paio di figure di balance-acrobatica. È stato possibile proporre queste figure in quanto la classe è risultata essere molto unita e affiatata, peculiarità fondamentali per eseguire acrobatica, in quanto sebbene siano esercizi ginnici, richiede una forte dose di fiducia nel compagno di esercizio, occorre fidarsi ciecamente nell’altro e infondere allo stesso tempo fiducia al compagno. Bilancia: A coppie, uno di fronte all’altro, piedi uniti, punte dei piedi in contatto con i piedi del compagno. Ci si prende saldamente per i polsi, e ci si lascia andare indietro con le gambe tese, fino a raggiungere un punto di equilibrio in cui entrambi hanno il proprio peso dietro. A questo punto si flettono le gambe fino quasi a raggiungere terra, per poi rialzarsi sempre mantenendo la posizione di equilibrio. Totem: Iniziamo a differenziare le figure all’interno della coppia, ci sarà un porteur, che sostiene il peso, ed un agile, che sale sul porteur. In questa figura, inizialmente aiutati da una sedia, il porteur si posiziona a gambe divaricate, piedi paralleli, ginocchia semi flesse (modello lottatore di sumo). L’agile sale da dietro appoggiandosi alle spalle del porteur, posizionando i piedi in alto sulle cosce del porteur, con le punte leggermente verso l’interno. La figura da tenere è il porteur in posizione iniziale con le braccia larghe, l’agile a braccia larghe in piedi appoggiato con le ginocchia (o gli stinchi, in base all’altezza) alle spalle del porteur. Camminata sul filo Divisi i ragazzi in due gruppi, li abbiamo posizionati in fila ai lati opposti del campo da pallavolo. Partendo uno alla volta per ogni gruppo, dovevano camminare sulla linea del campo come se fossero su di una fune tesa nel vuoto e arrivare dall’altra parte. Quando ci si incontrava con il compagno dell’altro gruppo, bisognava fare in modo di passare per raggiungere il termine del percorso senza appoggiare i piedi fuori dalla riga, in tal caso si sarebbe dovuto ricominciare il percorso da capo. Inizialmente sembra che lo scopo sia quello di riuscire a passare oltre il compagno, ma la cosa importante è che nel cercare di oltrepassare, è necessario aiutare il compagno affinché non cada. Titanic Il porteur, inizialmente aiutato da una sedia, si posiziona a gambe divaricate, piedi paralleli, ginocchia semi flesse (modello lottatore di sumo). L’agile si posiziona di fronte al porteur volgendogli le spalle, appoggia il piede destro (o sinistro) sulla coscia destra (o sinistra) del porteur Per la salita il porteur appoggia le mani sui fianchi dell’agile e la solleva, mentre l’agile si appoggia con una mano al polso del porteur. Una volta che l’agile ha raggiunto la posizione eretta, leggermente sbilanciata in avanti, il porteur posiziona le mani sopra le ginocchia dell’agile e mantiene la posizione. La figura da tenere è il porteur in posizione iniziale con le mani appena sopra le ginocchia dell’agile, l’agile in piedi. Improvvisazione Oggetto misterioso Con i ragazzi in gruppo, il conduttore dell’esercizio prende un oggetto qualunque (andava forte lo spazzolone del wc), immagina cosa potrebbe essere e ne mima l’utilizzo, senza parlare. I gruppo deve indovinare che oggetto è, dopodichè l’oggetto viene passato al compagno di fianco, che ripete l’esercizio immaginando un oggetto differente senza ripetere lo stesso oggetto/movimento del compagno. Si continua in questo modo affinché tutti possano avere la possibilità di immaginare almeno 2/3 oggetti. Monumenti Suddivisi i ragazzi in due gruppi sono state spiegate le regole dell’esercizio: si deve costruire un monumento con tema dato dal conduttore dell’esercizio (noi claun), si entra sulla pedana della scultura uno alla volta, ci deve essere almeno un punto di contatto con almeno un compagno (non importa mano, piede, braccio, gamba….), rivolgersi verso il pubblico, non coprire i propri compagni, mantenere la posizione. A questo punto al primo gruppo veniva assegnato un tema per il monumento da costruire all’insaputa dell’altra squadra, che doveva indovinare il titolo della scultura. I temi dati sono stati i più disparati, dal monumento alla vittoria, alla sconfitta, ai giochi sportivi, al sole, alla pioggia. I ragazzi in questo caso, non avendo tempo per prepararsi, subito sono rimasti un attimo titubanti sul da farsi, ma una volta lanciati è stato molto interessante per noi vedere nuovi spunti di interpretazione dei temi da noi dati. Macchine infernali Questo esercizio è stato eseguito durante i secondi incontri con i ragazzi, in quanto si tratta di un esercizio con un gradino di difficoltà appena superiore a quello dei monumenti. Ogni gruppo di ragazzi doveva costruire una macchina per la costruzione di qualcosa che gli avremmo comunicato noi all’ultimo istante, il tutto di fronte ai propri compagni di classe che avrebbero dovuto sia indovinare che tipo di macchina fosse, ma anche cercare di commentare in maniera più o meno critica l’esercizio dei compagni. Le regole da seguire erano le stesse dei monumenti, in più occorreva eseguire un movimento sul posto e fare un rumore, il tutto a tempo con i compagni di gruppo. A seconda poi della risposta dei ragazzi, abbiamo dato macchine più o meno complicate (mettere i puntini alla coccinelle, le strisce alle zebre, le ali agli angeli…..). Vista la difficoltà dell’esercizio, alcuni si sono trovati impacciati nel lasciarsi andare, forse il dover pensare a tante cose da fare (machemacchinaè????, rumore, movimento, ritmo) all’inizio un po’ li ha ostacolati, in particolare all’inizio. Successivamente, invece hanno capito lo spirito con cui affrontare l’esercizio, e nella maggior parte delle volte abbiamo ripetuto l’esercizio più del previsto su richiesta dei ragazzi. Fisicità contatto Intreccio di mani Messi tutti i ragazzi della classe in cerchio (nel caso di due classi si facevano due cerchi distinti), occhi chiusi, si alzava tutti la mano destra e si avanzava lentamente verso il centro del cerchio pe afferrare una e solo una mano. Poi, sempre ad occhi chiusi, con la mano sinistra si afferrava una e solo una mano di un compagno. A questo punto, senza lasciare la prese delle mani, si aprivano gli occhi e bisognava districare la catena umana che si era venuta a formare, fino ad ottenere un cerchio. Gioco molto apprezzato da tutte le classi, alcune addirittura lo conoscevano già come passatempo durante la ricreazione. Fiducia Corsa bendati Per nostra fortuna, avendo a disposizione una palestra, abbiamo potuto eseguire questo esercizio senza limiti di spazio, cosa che ha messo a dura prova la fiducia dei ragazzi. L’esercizio consiste nel prendere una persona alla volta, portarla distante dal gruppo, bendarla, disorientarla con qualche giro su se stessa, direzionarla correttamente e dirle di correre dai suoi compagni. Il gruppo che attendeva in silenzio l’arrivo del loro compagno bendato aveva la responsabilità di accoglierlo in modo che non si facesse male. Un particolare da notare è che in tutti i casi il gruppo si è sempre premurato di ricevere nel migliore dei modi il loro compagno bendato, spostandosi nel caso deviasse dalla direzione corretta. Ascolto Ballo col leader Tutti in cerchio, musica, si inizia a ballare seguendo i movimenti della persona che ha in mano lo scettro (lo spazzolone del Water…l’avevo detto che aveva fatto successo!), dopodichè uno di noi passava lo scettro ad un altro e così via. Anche se abbiamo cercato in alcuni casi di mettere alla prova la classe, portando lo scettro a quelli che ci sembravano un po’ più timidi, hanno comunque reagito bene e l’energia del gruppo contagiava il leader del ballo. Zattera Esercizio solitamente iniziale, con il quale si iniziava la parte pratica dell’incontro, per sciogliere un po’ il ghiaccio. Delimitato un’area (solitamente mezzo campo da pallavolo), i ragazzi dovevano camminare come se fossero su una zattera distribuendosi equamente nell’area per non fare affondare la barca, procedendo in modo rettilineo a punto fisso (fisso un punto da raggiungere, lo raggiungo e poi ne decido un altro). Le prime interruzioni date dal conduttore servivano per rendersi conto della distribuzione degli occupanti della zattera, poi venivano inserite alcune difficoltà: Cambio di velocità: al primo battito di mani si cammina, al secondo si cammina velocemente, al terzo si corre, al quarto si procede a rallentatore e al quinto ci si ferma. Emozioni: ogni volta che si incontra con lo sguardo un compagno, ci si ferma uno di fronte all’altro e gli si trasmette con la voce a con l’atteggiamento l’emozione comunicata dal conduttore dell’esercizio (sei bellissimo/a, che schifo!, ti voglio bene) Fisicità diverse: durante l’esercizio ci si immagina di camminare in condizioni diverse, con l’acqua alta, dentro una bolla, leggeri, con il soffitto bassissimo, con un vento fortissimo da destra o sinistra, ecc… Cambia nome: la prima volta che si incontra con lo sguardo un compagno, ci si ferma uno di fronte all’altro, ci si dà la mano e ci si presenta con il proprio nome, ci si scambia i nomi e poi si prosegue. All’incontro successivo ci si presenta con il nome che mi ha detto la persona alla quale mi sono presentata precedentemente e acquisto il nome della persona che ho di fronte. Quando si incontra la persona con il proprio nome, la si prende e si esce dal gioco. All’inizio sembra un gioco semplicissimo, invece richiede una notevole dose di concentrazione per poter ricordarsi ogni volta il nome con cui presentarsi. Branco di pesci Il gruppo cammina all’interno del campo delimitato imitando la classica camminata dalle sardine, ovvero in punta di piedi, con passi piccoli e veloci, ma in particolare seguendo sempre la direzione del capo branco, che ha in mano un oggetto che lo fa riconoscere da tutti. Il capo branco cammina sempre in linea retta, e quando deve fare una curva, prima gira la testa e l’oggetto che in mano in direzione della curva, e successivamente tutto il corpo.